02Bartoli copy George McClure. Parlour Games and the Public Life of Women in Renaissance Italy. Toronto-Buffalo-London: University of Toronto  Press, 2013. Pp. 319. ISBN 9781442646599 (Hardcover). $75. Questo libro accenna ad un argomento spesso tralasciato dagli studiosi: l’attività erudita e/o culturale delle donne nel Rinascimento italiano. L’autore, tramite la contestualizzazione e lo studio di vari giochi, apre infatti una nuova porta sulla vita senese: un caso singolare ma più che rilevante per la storia delle donne nella scia della tradizione boccacciana (si pensi ovviamente innanzitutto alle figure femmi- nili nella cornice del Decameron) e nell’ambito della cultura prima, durante e dopo l’Arcadia di Roma. Partendo dal presupposto sociale delle restrizioni comportamentali e profes- sionali delle donne patrizie nel Rinascimento, egli fa più ipotesi sul ruolo dei gio- chi di spirito e di altra natura nella loro esperienza culturale, nel loro atteggia- mento e nel loro intento fuori dall’ambito cortigiano senese. La distinzione fra realtà, giochi e letteratura, chiamato da lui “ludic triangle” (p. XIV) è tuttavia ben chiara nel testo e viene spesso ricordata, insistendo di conseguenza sulla legittimità delle donne nei parlour games senesi. Nella prima parte del suo lavoro, l’autore ricorda l’interesse per la teoria del gioco nel Rinascimento e pone le basi dell’argomento: non si tratta però di un capitolo in sé poiché riprende in modo efficace le caratteristiche essenziali svilup- pate dai saggisti (dal Tasso tra l’altro) per servire il proprio discorso, ossia per defi- nire il contesto ludico e per identificare le donne senesi che vi sono propense o coinvolte. Non vengono pertanto dimenticate le figure maschili che hanno con- tribuito a far emergere delle donne in quel nuovo spazio socio-culturale. L’autore evidenzia infatti sempre, mediante le dichiarazioni e i saggi degli eruditi cinque- centeschi, l’interazione tra uomini e donne senesi in quell’interesse per i parlour games, e i loro incoraggiamenti nel creare la prima accademia femminile italiana. Contestualizza poi i giochi senesi evidenziando il legame ovvio con strutture cul- turali come le accademie e insiste sul ruolo degli Intronati per aver dato l’oppor- tunità alle donne di partecipare sia ai giochi (come al Carnevale ad esempio) che alla difesa di Siena durante l’assedio del 1550 anche se la valenza del loro impegno cambia. E comprova ciò nel capitolo successivo in cui viene analizzato il rapporto della seconda generazione degli Intronati con le donne senesi. L’evidenziare il posto delle donne senesi nella cultura teatrale, accademica o no, permette quindi anche di andare avanti nella conoscenza che abbiamo degli accademici Intronati di Siena, dei suoi protagonisti che spesso sono stati trattatisti: la padronanza sia del contesto femminile del Cinque-Seicento che dei testi-chiave come quelli dei Piccolomini e dei Bargagli dà molto credito e peso alle teorie dell’autore su quel “silent and invisible group” (p. 11). Un altro pregio del libro è così di andar oltre l’aspetto strutturale in cui si sono svolti questi giochi, in una società in cui l’isolamento dell’erudito, di chi vuol fare cultura dipende dalle autorità, dai potenti: illustrando lo scopo sociale di questo nuovo spazio in cui cultura erudita e cultura popolare si incontrano, l’autore dimostra quanto la sfera culturale abbia allargato quella strutturale e quindi quel- RECENSIONI — 173 — 12- recensioni _02Bartoli copy 2/10/14 10:38 AM Page 173 la restrittiva e sociale. Il quarto capitolo funge allora bene da tramite con il seguen- te perché, oltre ad andare avanti nella storia senese (dopo la chiusura delle accade- mie senesi nel 1568), sempre in modo molto critico e legato all’argomento princi- pale, allude mediante le imprese accademiche alla promiscuità strutturale dalla quale fuggivano le donne nel Cinquecento: l’autore accenna ad una tematica tanto difficile perché rinvia a simboli e perché rimane a volte interpretativa, ma quanto necessaria per la comprensione dei motivi di quelle donne, per l’affermazione della loro identità in un momento in cui i dibattiti a riguardo sono molto accesi. L’autore dedica poi gran parte alla fondazione dell’Accademia delle Assicurate: risulta fondamentale visto che ricostruisce la storia e l’identità della prima accade- mia femminile della storia italiana e che quindi aggiorna il paragrafo di Michele Maylender a tal riguardo nella sua enciclopedia. Le bellissime illustrazioni dei manoscritti consultati dimostrano l’accuratezza con la quale le protagoniste del- l’accademia desideravano affermarsi mediante statuti, incisioni di imprese, ecc., quindi mantenere un certo status rispetto alle strutture maschili omologhe. Illustra per finire l’eredità dei giochi senesi e dell’impegno femminile nel Settecento dimo- strandone la legittimità in quanto genere socio-culturale duraturo dal Cinquecento, anzi dal Trecento se riteniamo la preminenza boccacciana. L’autore allargando l’arco temporale dal Cinquecento ai primi del Settecento dà rilevanza alle origini, allo sviluppo e al lascito dei parlour games nella vita delle donne sene- si confrontate a vari contesti, maschili innanzittutto, cortigiani, teatrali, bellici, ecc. Non si tratta infatti di uno studio chiuso: l’autore pone le domande giuste rispetto ad un contesto storico che non riguarda solo Siena ma anche Firenze. Inoltre, il suo avvertimento sul femminismo nella prefazione, se è utile nella defi- nizione di un concetto e nel prendere distanza da esso, viene illustrato lungo il libro in cui un’intera società erudita promosse la cultura femminile. L’equilibrio del libro mediante capitoli cronologici, con illustrazioni perti- nenti tratte da documenti autentici di ottima qualità, dimostra sia la rilevanza del “fenomeno” studiato dall’autore, sia la chiarezza del suo ragionamento in un ingle- se d’altronde molto fluido. Non si tratta quindi di un ennesimo studio ridondan- te sulle donne nel Rinascimento: partendo dagli studi già pubblicati, l’autore sin dalla prefazione intende andare oltre e vince quella sfida. DELPHINE MoNToLIU Il Laboratorio-Université Toulouse II Kenneth R Bartlett. The Civilization of the Italian Renaissance: A Sourcebook. Second Edition. Toronto: University of Toronto Press, 2011. Pp. 312. ISBN 97814426 0485 8. $ 59.95 CAD. Kenneth Bartlett’s second edition titled The Civilization of the Italian Renaissance offers a comprehensive approach for anyone interested in the study of the Italian Renaissance. He touches on a myriad of subjects essential to the understanding of this time period. RECENSIONI — 174 — 12- recensioni _02Bartoli copy 2/10/14 10:38 AM Page 174