2 Raimina rec Apple et ses fans: images et récits dans les réseaux sociaux Rossella Rega Abstract This research analyses the imaginaries of Italian Apple fans in social networks communities. Our goal was to understand how users perceive Apple through the images they associate with the brand and its technologies. We chose social networks communities’ activities as a research field because we believe that social networks offer fertile ground for the study of imagery. To query the imaginaries of the fans, we looked at the most shared thematic and stories as well as mental and social representations. We used a composite research methodology – mainly qualitative methods - like the approaches developed in digital ethnography (Kozinets 2010). We also interviewed ten fans. Key Words Imaginaries / Fan Communities / Social Networks /Apple fans / Facebook Author Rossella Rega, Afferenza, email Number 6 - Year IV / December 2015 pp. . DOI: xx.xxxx/xxxx.xxxxxxx ISSN: 2281-8133 imago.journal.it N. 8– VI / December 2016 www.imagojournal.it imagojournal.it 126 Sociology as an art form1 di Dariush Rahiminia “La sociologia […] si nutre dallo stesso tipo di immaginazione creativa che troviamo in discipline come la musica, la poesia, la pittura, la letteratura e il cinema.” Cosi Robert Nisbet apre il primo capitolo del testo “Sociology as an art form”, il quale offre indubbiamente un nuovo punto di vista a tutti gli studiosi. L’arte è il principale prodotto dell’immaginario e sappiamo benissimo come una immagine possa essere decisivamente efficace come mezzo di trasporto per un pensiero perché agisce su aspetti, su sfere della mente non razionali. L’arte arriva a toccare corde emozionali che riscontriamo nella nostra vita quotidiano, nelle relazioni, negli affetti nel piacere e nel dolore. Essendo noi “esseri immaginali” i modi in cui comprendiamo e come conosciamo il mondo si articolano attraverso passaggi non logici dei meandri della nostra mente. Usando le parole della sociologa Valentina Grassi, «per parlare all’emozione, bisogna adottare il suo linguaggio, per comprendere e nello stesso tempo farsi comprendere»2. Il linguaggio dell’immaginario diventa in questo modo un utilissimo strumento per comprendere al meglio i mutamenti continui della società e grazie a Robert Nisbet, la sociologia muta forma mostrando il suo lato romantico, divenendo una forma d’arte. Nisbet ci mostra come la sociologia sia effettivamente una forma d’arte con stretti legami con la tradizione di stampo romantico, in particolare la pittura, la letteratura e la filosofia tipiche dell’Ottocento. Ci viene illustrato come la sociologia attinge le sue fonti dagli stessi impulsi creativi e dai modelli rappresentativi tipici dell’arte come la intendiamo comunemente. Riesce nell’ambizioso intento di trasformare la antica disputa tra la scienza e l’arte in un affettuoso abbraccio. Come ci riesce? Aprendoci gli occhi e indicandoci un paradigma esistente ma che ci è sfuggito inspiegabilmente. Non 1 Nisbet R., Sociology as an art form, Oxford University Press, London-Oxford-New York, 1977. 2 Grassi V., Mitodologie. Analisi qualitativa e sociologia dell’immaginario, Liguori, Napoli, 2012 p. 75. Apple et ses fans: images et récits dans les réseaux sociaux Rossella Rega Abstract This research analyses the imaginaries of Italian Apple fans in social networks communities. Our goal was to understand how users perceive Apple through the images they associate with the brand and its technologies. We chose social networks communities’ activities as a research field because we believe that social networks offer fertile ground for the study of imagery. To query the imaginaries of the fans, we looked at the most shared thematic and stories as well as mental and social representations. We used a composite research methodology – mainly qualitative methods - like the approaches developed in digital ethnography (Kozinets 2010). We also interviewed ten fans. Key Words Imaginaries / Fan Communities / Social Networks /Apple fans / Facebook Author Rossella Rega, Afferenza, email Number 6 - Year IV / December 2015 pp. . DOI: xx.xxxx/xxxx.xxxxxxx ISSN: 2281-8133 imago.journal.it N. 8– VI / December 2016 www.imagojournal.it imagojournal.it 127 crea nulla di nuovo ma ci dimostra come tutto ciò è sempre stato riscontrabile nel lavoro di Max Weber, Georg Simmel, Karl Marx, Emile Durkheim e tutti gli altri studiosi a seguire. Tratti che difficilmente però sono stati notati di primo acchito e che saltano fuori quando vengono meglio analizzati i metodi con cui loro hanno creato i ritratti degli intellettuali, dei borghesi e dei lavoratori; senza tralasciare i panorami che comprendono i poveri, le masse e i sistemi industriali. Tutti panorami e ritratti riscontrabili pienamente nella letteratura e nei dipinti dell’epoca. Nisbet ci illumina su come l’immaginazione sia il motore che fa partire tanto il lavoro dell’arte quanto il lavoro della scienza. Sia l’artista che lo scienziato (nel nostro caso lo scienziato sociale) hanno come scopo ultimo la ricerca della verità e, dunque, della “realtà” poiché non è vero che solo il pensiero scientifico consente di scoprire ed analizzare i fenomeni che ci circondano. Uno scienziato non è un freddo calcolatore che porta a termine il suo lavoro in modo essenzialmente razionale senza alcuna presenza di una fantasia che lo indirizzi3. L’osservazione dei fenomeni sociali, come quelli naturali, implicano una particolare attenzione verso una realtà che in altri meandri della conoscenza umana che possono essere riscontrabili unicamente nel mondo della fantasia, ergo nel mondo dell’immaginario. La scrittura, la musica, la pittura e tutte le arti in generale, ci permettono di arrivare, ad una conoscenza di ciò che definiamo reale, attraverso la nostra immaginazione. Dunque, l’artista compie tale ricerca tentando di migliorarsi sempre più nella rappresentazione dei dettagli nella sua opera, nel medesimo modo fa lo scienziato sociale nelle sue ricerche che portano alla spiegazione dei fenomeni che viviamo. Entrambi i viaggi, dice Nisbet, ci catapultano in un mondo di forme che sono risultati di un processo di self-representation e dunque frutto di un processo guidato dalla nostra immaginazione. Avete mai sentito la frase “Variazioni nel tema…” tanto usata nelle opere di Beethoven, Mozart o Bach? Cosa intende? Un tema dato per certo che viene modificato aggiungendo qualcosa di inatteso. Cosa ha di diverso da un cambiamento di paradigma, sociologicamente parlando? La variazione non è altro che un dettaglio che ci fa cambiare punto di vista portandoci a modificare radicalmente la nostra base di partenze e ci porta ad ottenere un prodotto di qualità superiore e più consono alla “realtà” a cui tanto aneliamo. Ciò che Nisbet analizza nel secondo capitolo della sua opera, capitolo che riguarda, per l’appunto, i parallelismi dei temi e degli stili tra le due discipline. Nel terzo capitolo, riguardante i panorami già citati, ci mostra come il tema del potere della massa e della ricerca del potere individuale siano tematiche ricorrenti nelle arti e negli studi sociologici. Basti pensare alla minuziosa descrizione dei bassifondi di Londra nell’Oliver Twist per ricordarci della teoria delle finestre rotte. Dickens viene 3 Cerroni F., La fantasia come ricerca della realtà, http://www.assculturale-arte- scienza.it/Rivista%20ArteScienza/ArteScienza_N2/Fabio%20Cerroni/F_Cerroni_ArteScienzaN2_19- 32.pdf Apple et ses fans: images et récits dans les réseaux sociaux Rossella Rega Abstract This research analyses the imaginaries of Italian Apple fans in social networks communities. Our goal was to understand how users perceive Apple through the images they associate with the brand and its technologies. We chose social networks communities’ activities as a research field because we believe that social networks offer fertile ground for the study of imagery. To query the imaginaries of the fans, we looked at the most shared thematic and stories as well as mental and social representations. We used a composite research methodology – mainly qualitative methods - like the approaches developed in digital ethnography (Kozinets 2010). We also interviewed ten fans. Key Words Imaginaries / Fan Communities / Social Networks /Apple fans / Facebook Author Rossella Rega, Afferenza, email Number 6 - Year IV / December 2015 pp. . DOI: xx.xxxx/xxxx.xxxxxxx ISSN: 2281-8133 imago.journal.it N. 8– VI / December 2016 www.imagojournal.it imagojournal.it 128 citato nuovamente nel quarto capitolo riguardante i già citati ritratti: come si fa a dimenticare Ebenezer Scrooge, il capitalista dal cuore di pietra, o Charlie Chaplin in quel gran capolavoro che fu Tempi Moderni? Riguardandoli con il terzo occhio, quello sociologico apertoci da Nisbet, vi ritorna in mente per caso un certo Karl Marx? L’arte, e di conseguenza, l’esperienza artistica sono e sono stati e saranno sempre luoghi privilegiati per accomodarsi ed osservare i fenomeni sociali, in quanto perfetti mediatori per toccare il profondo dell’animo e della comprensione umana. Le opere d’arte sono tratti di esperienze e sono dirette a scopi per nulla diversi da quelli della scienza sociale. Arte e sociologia, da sempre, si occupano della soluzione di problemi che risultano dalle azioni e dalle necessità della vita e hanno a che fare con la lotta per la comprensione dell’esistenza che combattiamo ogni giorno. Tramite l’arte possiamo esprimere e facilitare l’altro nella comprensione del nostro stato d’animo; possiamo portare ad esempio la Guernica di Pablo Picasso, opera con cui il pittore ha voluto mostrare la violenza e la sofferenza causata dai bombardamenti nazisti. L’immaginario (in questo caso, visuale tramite la pittura) diventa, in questo modo, un mezzo di comprensione. Parafrasando le parole di Edgar Morin, nel gioco tra l’immaginario e il reale, l’immaginario ci aiuta a vedere meglio il reale, a viverlo meglio e ad avere “lucidità” sulla vita e sulle esperienze dell’essere umano4. Ogni attore sociale brama il riconoscimento del suo punto di vista e questo bisogno riesce a essere soddisfatto pienamente con facilità se l’arte viene utilizzata come mezzo di comunicazione. Possiamo comprendere la complessità di ogni persona solo tramite la visualizzazione delle varie sfaccettature dell’animo umano; basti pensare all’empatia che proviamo verso i protagonisti dei film che vediamo o dei libri che leggiamo. L’arte diventa, dunque, una fonte piena di conoscenza poiché completa l’opera della scienza e le sue scoperte, nel nostro caso della sociologia, ma ha il vantaggio di poter oltrepassare i limiti oltre i quali la scienza non riesce ad andare, subentrandole in quelle sfere non razionali dove si possono comprendere determinati fenomeno solamente percorrendo strade che attraversano il mondo dell’immaginario. Grazie all’arte, e grazie a Robert Nisbet che ce ne fa rendere conto, noi perveniamo a conoscenze che estendono il nostro sapere, esattamente come la sociologia ci permette di capire ciò che ci accade intorno in modo facilmente comprensibile. Arte e sociologia sono collegate in una forte stretta poiché entrambe rappresentano la riproduzione della realtà in cui viviamo, insieme sono un potente strumento di analisi della ciò che accade continuamente e quotidianamente intorno a noi e possiamo affermare che insieme costituiscono una unica unità salda e indissolubile. Insomma, Nisbet ci presenta una brillante ed elegante nuova facciata del contributo che sociologia, ormai legata per la vita all’arte, ha dato alla cultura odierna. Impossibile non restare affascinati ed incuriositi. 4 Morin E., Sette lezioni sul pensiero globale, Raffello Cortina Editore, Milano, 2016, p. 21.