teoria DEL / ' ARTE D E’ GIARDINI* BASSANO M DOCCI. Digitized by thè Internet Archive in 2015 https://archive.org/details/teoriadellartedeOOmabi AL NOBILE SIGNOR GIOVANNI CAVALIERE DE LAZZARA. & E tn questa operetta * di io di- stesi dietro le tracciò dì celebrato scrit- tore 5 e che mi faccio un pregio dì pre- sentarvi , dotto ed ornatifsimo C a- caliere 5 V arte dei giardini fofse a 2 rrat- )( IV )( trattata sul gusto antico , io non avrei osato di porvi in fronte il vostro nome * Nato con un senso squisito per ogni sorta di bello , voi non avete ammesso ne stud] , nè vìaggj , onde invigorirlo e perfezionarlo ; raccoglieste gran do- vìzia di libri e dì stampe 5 e già ven- ne in grido la preziosa collezione che ne faceste / visitaste opere , artisti 5 monumenti , fervido ammiratore , ma giudice tranquillo ° nefsuna dell 5 arti imitatrici ricuso di svelarvi i suoi se- greti ; e ben vi ave ano addofsata i Veneti con maturato consìglio la so- praìnt evidenza alle pitture dì questa bella Provincia % ricca di suolo y dima- ni industri e d* ingegni c Or come avrei potuto sperare , che voi ? educato nella scuola del grande e )C v }( e del vero , nemico anche per hi dòte generosa dì natoci è che è falso , sten- tato 3 contraffatto , gradiste V offerta dì im freddò e scipito corso di lezioni , quali soleano un tempo dettarsi 3 e do- ve non altro f insegnava $ che la bar- bara scienza di deformare i dì mutila- re ì tratti ingenui e le native bel- lezze delia ' natura campèstre ? Ma qui vedrete V àrte beata del giardinaggio 5 ricondotta alla sua pri- ma dignità 5 rimefsa ne 5 suoi diritti % ed elevata sino al grado deli arti bel- le ; vedrete infranti appiè deli ara del Genio gli sciagurati strumenti della triste uniformità , cangiato il giardino in paesaggio 3 e fra mille variate sce- ne , scossa deliziosamente V immagina- zione ed il sentimento ; vedrete ri dot* % 3 to X vi X to a princìpi 5 a ragionata e soda te cn ria tuttocib , V eccellenza del vo- stro gusto già v* indicava , /V o;o- stro tatto indovino e sicuro già pre- sentiva % Così pofsiate vedere in questo te- nue tributo tutta V espref siane de 9 sen- timenti che vi debbo I Fido amico , saggio consigliere , modello esimio dì eondotta ferma e virtuosa , voi mi of- frite ogni giorno dolci consolazioni ? utili avvertimenti , grandi e luminosi esempj « Padova zo a Dicembre iBop» luigi Ma??l . X vn X AVVISO AL LETTORE. JE noto qual fosse il gusto antico rap- porto ai giardini ; uniformità , simmetria 9 rettilinei , tutto esattamente e noiosamente regolare e compassato • Verso la metà del secolo , o poco prima 9 spuntò il nuovo gusto in Inghilterra; gusto 9 che considerando i giardini come porzio- ne dì un paesaggio, lascia alla natura cam- pestre i suoi diritti, la sua vaga ed amabi- le negligenza , e sì compiace unicamente ? imitandola, di soccorrerla e dì abbellirla „ Varj scrittori aveano già sbozzati ì primi ele- $ 4 X viri )( elementi di quest’ arte felice , fatta consorel- la ed amica dell’ arti amene e liberali , e Sì troveranno citati nel corso dell’ Opera ; ifia quegli , che primo la considerò in tutta la sua estensione , in tutti ì suoi rapporti * e che primo diede una compiuta teoria del- le regole , che devono seguirsi nella com- posizione dei giardini, onde ricondurli al- la loro prima destinazione , e frangere i cep- pi , che gli tennero avvinti per tanti anni sotto la ferrea dominazione del falso gusto , fu il Sig. Hirschfeld . La sua Opera , scritta e stampata origi- nariamente in Tedesco , tradotta contempo- ràneamente in Francese, e stampata a Li- psia nel 1779- in cinque tomi in 8 .° , ha per titolo : Théoric de V Ari desJardins , par C. C. L. Hirschfeld , Con seill er de Jusfice de S. M. Danoìse , & Professeur de Philoso - phi e & des Beaux Arts dans V Université de Kiel • Qui X IX )( Qui se ne presenta, non saprei dire, se un’ analisi , un estratto , un compendio 5 e Se osassi definire io stesso il mio lavoro • direi eh’ è P òpera stessa , ma scrìtta con minore profusione, con minor pompa e ri- goglio . Ho lètto il mio testo di seguito e per intero ; me ne sono bene , per cosi di- re , nodrito , infiammato 3 poi V ho filetto capo per capo , ho presa la penna , ed ho scritto è Per ridurre tanta materia in più brevi termini, ho anche om mésse tutte le descrh zioni di giardini particolari, e dì paesaggi^ che , qiiasi appendice y V Autore aggiunse , forse non senza taccia d’ intemperanza , ad ogni tomo ; tanto più che non son puntò necessarie, e stancano spesso per uniformità e per lunghezza* Chi fosse tentato di credere , eh’ io aves- si mutilata sgraziatamente un’ Opera sì ap- prezzabile , e per cui nutro un senso di am- X x X ammirazione , voglia prima di condannar- mi, esaminare il testo e la versione . Io m’ impegno intanto solennemente di non aver tralasciato , eh’ io sappia , precetto impor- tante , ed osservazione essenziale , Ma qui debbo far noto, che lamia buo- na ventura volle, che il mio Manuscritto giungesse alle mani del Sig. Gio. Battista Brocchi di Bassano, eruditissimo in ogni colta letteratura, come fan fede i suoi scrit- ti sodi e vivaci , e spezialmente cultore della Scienza Naturale» Egli mi rese accor- to, che nella classificazione delle piante e- rano sfuggiti parecchi errori ; che s’ eran notati quali arbusti degli alberi grandissi- mi , e vice versa ; che spesso era corso sba- glio sul colore dei fiorì; che si eran messe fra le piante bulbose moltissime che noi sono ; che tutta infine questa parte avea bi- sogno dì un esatto riscontro. Avrei potuto far meglio, che ricorrere a lui stesso ? Egli ha )C XI x ha ritoccato l’Opera su questo articolo, ®d ha aggiunto al catalogo delle piante parec- chie spezie, che non dovevano essere am- messe dall’ Autore Tedesco. Sappia dun- que il Pubblico ciocché egli deve a lui , ed alla mia riconoscenza unisca liberalmente la sua , Se la novità dell’ argomento , in cui sem- bra che la lingua Italiana poco siasi finora esercitata, ha messo in necessità di adope- rare talvolta vocaboli nuovi, non altro re- sta , che confidale nell’ indulgenza dell’ e- quo e discreto leggitore. ^iiéh hs - ■p: ■ vwdii ■ ' * ' ■■•Ì8--0.. ; -3(|C :> ' /• i ^ ' • ? ' • ;r Ìv, - : .* \ )( XIII )( PROSPETTO D I TUTTA L’ OPERA. RIFLESSIONI PRELIMINARI P SEZIONE PRIMA. Saggio su t Giardini Antichi e Moderni ? I. Origine de’ Giardini 3 IL Giardini Ainjticiìi -------- 4 Giardini pensili di Babilonia ----- ivi. Giardini Persiani - - - 5 Giardini Greci - -- -- - - - ivi. Case di Campagna e Giardini dei Romani 6 III. Giardini Moderni -11 Giardini d? Italia- -------- 12 Giardini Svizzeri 15 Giardini Francesi ------ r - 1 6 Giardini Spagnuoli ------- r 17 Giardini de' Paesi-bassi ------ 19 Giardini Inglesi ---------20 Giar~ )( XiV x Giardini d* Alemagna - - - s. - - 24 Giardini Cinesi - • • ^ - . - . . ivi. Giardini e luoghi di delizia di altri pae- si lontani - - SEZIONE SECONDA # Ricerche sul gusto antico e moderno j *?z materia di Giardini « I. Origine del Gusto antico - - - - IL Origine del gustò moderno - - - 3? HI. Osservazioni sul gusto antico e MODERNO i i » / ' ' SEZIONE TERZA. Dell' Arte dei Giardini , considerata come una delle belle arti - - - 41 SEZIONE QUARTA „ destinazione e della dignità dei Giardini 44 PAR- )( XV X PARTE PRIMA ; SEZIONE PRIMA, Degtì oggetti della Iella Natura Campestri in generale - - » - - 47 I. Della grandezza e della varietà' - 4S II. Della Bellezza - -- -- -- - 49 Colore ■*’ - - - - - ----- - ivi» Movimento - -- -- -- - ---51 III. Dell I. * * * 5 Amenità' -------- ivi. IV. Della novità' e della sorpresa - 52 V. Del Contrasto- * ------- 5? SEZIONE SECONDA Dei diversi caratteri del paesaggio $ e dei loro effetti » * - - 5S I. Delle parti individuali del Cantone 5 6 Pianura ------ - « - - - ivL Eminenza - 37*/ riconcentrati iVì. RgCCÌs * -i. 58 Colline .*■*-*.*..- ivi. Montagne X xvi )( Boschi - - - - - - 59 Acque - - - ------- i v i B Praterie ----------- 6x Lontananze ivi. Accidenti ----------- 62 fi. Caratteristica tei diversi Canto- ni------- ivi. PARTE SECONDA - - SEZIONE PRIMA X Del Sito - - ~ ~ ? 6 é SEZIONE SECONDA Degli Albert e degli Arboscelli . I. Caratteristica degli Alberi e de- gli Arboscelli ------- 71 Alberi - -- -- -- -- -- ivi. Arboscelli r - - ■ f r , - . . . § 2 IL Alberi ed Arboscelli isolati - - - 86 Arboscello isolato - - - - - - - - ivi. Gruppo d’ alberi - -- -- - - --87 Boschetto r r 7 . r ~ r ~ - - - - pQ Beh )( XVII )( Bosco- ««•--^--- “-*•“92 Foresta ------------ 94, Cespugli ----------- pj Bande - -- -- -- -- -- -96 Arte di dipingere col fogliame - - - - 97 ■SY^vz? boschereccie - -- -- -- -99 Alberi - - - - * - - - r - . - - io! ------------ - ivi. Viali 102 104 Labirinti 105 Cedraja ' » - « - 106 SEZIONE TERZA» Del Fiori - ► • - - 108 SEZIONE QUARTA . Del Gazzonl - » » *» ut SEZIONE QUINTA . Delle Acque * * - - 113 Il Mare T - , - ^ - - - - - - ivi* Laghi - -- -- -- «- *- -114 b JY*- X xvm x Stagni - “ - - - - 11 $ Tratti sparsi = -»- ~ * 20 6 II. Giardino in una vallata - - - > 207 III. Giardino tra boschi 20$ SEZIONE TERZA . Giardini relativi al carattere dei Cantoni „ I. Giardino ameno e ridente - » - - 205? IL Giardino dove regna una dolce me- lanconia - ---------- 224 III. Giardino Romanzesco - - - - - 227 IV. Giardino maestoso- ------ 220 V. Giardino composto di tutti gl’ in- dicati CARATTERI ------- 2^1 SE X Xx, ! X SEZIONE QUARTA. Dei Giardini relativi alle stagioni - 2jfì I, Giardino di Primavera 23J IT. Giardino Dr statf - - - - - 258 III. Giardino d’autunno- ----- 241 IV. Giardino di verno - - - - - - - 247 SEZIONE QUINTI' A . ■ • ■< ■ •••••• Giardini 0 Scene relative alle partì del giorno - - - - - 250 I. Giardino, ossia scena del mattino - ivi. II. Giardino o Scena del mezzodì' - - 252 III. Giardino, ossia scena della sera- 2 $$ SEZIONE SESTA ; Giardini relativi allo stato dei proprietarj . I. Giardini reali , parchi di considera- bile grandezza e di stile MAGNIFI- CO ------------ - 25$ II. Giardini dell’alta nobiltà', e del- le )( 'jf'snri X LE PERSONE PIU' RIGU ARDE VOLI . PAR- CHI DI STILE NOBILE- - 257 III. Giardini dei privati , dei borghi- giani, GIARDINI DI FIORI - - - - % 6 o IV. Giardini Campestri - ■ - - ■ ^ SEZIONE SETTIMA. Giardini , il cui carattere dipende dalla loro particolare destinazione . ■ J. Giardini pubblici - - - 2 6 $ II. Giardini Accademici - - ^ 267 III. Giardini annessi a Conventi - - 268 IV. Giardini annessi a sorgenti mine- rali - - - - r - - - - - - » : 270 V. Giardini contigui agli ospitali- - 275 VI. Giardino annesso a’Cimiterj r - ivi. SEZIONE OTTAVA . Abbellimenti campestri di alcune parti isolate di una Casa di Campagna . I. Anticorte , accessi dei castelli di delizia, o delle case di campagna 275 II. Passeggi fra i campi ------ 277 III. X xxiv X IH. lt Podere - 278 IV. Parco di bestie selvatiche - - - 281 V. Vigna ---------- ivi. VI. Villaggi- ---------- 282 VII. Strada pubblica - 285 APPENDICI. Varietà ------------- 288 Brevi notizie dì diversi Giardini , Castelli , e Case di Campagna - -- -- -- - 290 I. Italia ------------ ivi. IL Gli Svizzeri --------- 296 HI. La Francia - - ' 2 ^ 8 IV. Paesi bassi, e Provincie unite * - 301 V. Inghilterra, Scozia, e Irlanda - - 302 VI. Danimarca e Norvegia 30$ # VII. Svezia - - « ------ * - ^4 Vili. Russia ivi. IX. Polonia ----------- 50^ X. Ungheria - -- -- -- -- -- ivi* XI. Prussia - - - - - 1V1 * XI L Alemagna - - 3°7 TEORIA dell’ arte DE 5 GIARDINI. riflessioni PRELIMINARI. SEZIONE PRIMA. Saggio su i Giardini Antichi e Moderni • L Origine dei Giardini * La Natura vestita d’alberi e d’arboscelli f d’ erbe e di fiori , invita 1’ uomo ad essere giar- diniere » Ma non bisogna cercare le prime trac- eie dell’ arte dei giardini , se non che nei secoli civilizzati , ,e tranquilli. Che puossi pretende** re da selvaggi barbari e rozzi , unicamente occu- pati dei fìsici bisogni della caccia e della pe- sca s erranti e dispersi ? Che da un popolo fe- roce , guerriero, sanguinario, più intento a de- vastare, che ad abbellire, e a coltivar le cam- pagne ? L’ Uomo non dovette pensar da prin- cipio , che all’ utile „ Riconosciute le piante e gli alberi , che gli offrivano grato alimento, a- vrà voluto trarii presso di se , ravvicinarli alla sua abitazione ; avrà cercato nell’ acque e nelle ombre un soave ristoro ; indi allettato dalla bel- lezza dei fiori sparsi pel prato , pei colli , nelle A 2 vai- )(4)C vallate, gii avrà trapiantati presso alla sua ca- panna , gli avrà coltivati attentamente ; le va- ghe attrattive della campestre natura lusingaro- no i suoi sensi, e la sua immaginazione, l’ozio, ia riflessione, le sperienze gii diedero cognizio- ni e gusto . Può far meraviglia, che la Grecia e 1 ’ Italia non abbiano condotta P arte dei giardini a quel grado di perfezione, a cui fecero salire le altre belle arti » Ma si rifletta , che queste , e special- mente T eloquenza , la poesia , la scultura era- no incoraggite , e ricompensate , perchè stretta- mente legate colla passione della libertà x coli’ amor della gloria , colla smania ambiziosa di do- minare; quella all’incontro non s’accordava be- ne coll’ eroismo , esigeva il silenzio delle passio- ni , il desiderio della tranquillità , e un’anima pura, atta a gustare i semplici non tumultuosi piaceri della campagna , IL Giardini Antichi,, Giardini pensili di Babilonia . Non se ne parla , che con estasi . Ma suppo- nendo esattamente vero, ciocché ne disseroDio- doro dì Sicilia (a ) , Strabone (b ) , e Quinto Cur- zio \c) non si sa ancora ravvisarvi gran sog- getto di meraviglia. Essi non consistevano, che in rialzi artificiali , sostenuti da piloni , e divisi in (0 Ub, 2. cap . 4, (£) Lib, 15. CO Lib. 5.. cap , 2 X s X Iti varie terrazze, su cui v’eran degli alberi? che adacquavansi col mezzo di macchine idrauli- che 5 ed io non vi ravviso che coraggiosa ardi-» rezza e regia spesa « Ma si può ben anche dubi» tare della 1 oro esistenza „ Beroso , scrittore sos- petto , è il solo che affermi di averli veduti; Erodoto, che pur avea diligentemente esaminata Babilonia, non ne parla; gli altri sono assai pos- teriori di tempo, *e non seguono che tradizioni popolari ; Curzio stesso li chiama : mlgatum grcscorum fabulis miraculum , Una collinetta ar- tificialmente fatta, e vestita d’alberi, cosa rara in paese piano del tutto, avrà dato forse F ori- gine a tante meraviglie * Giardini Persiani 4 Nella Persia la bellezza del clima e la ferti- lità dei suolo favorivano molto la vegetazione ^ del resto , le descrizioni che ci son giunte de* suoi giardini, ci. lasciano intieramente all’ oscuro sulla loro disposizione* Senofonte ci ricorda sol- tanto piaggie ridenti , fertili e vaghi giardini # alberi fruttiferi ed acque . Piuttosto può ravvi- sarsi la prima traccia di quest’arte nel giardino di Ciro a Sardi nella Lidia , in cui Lisandro , forse perchè Sparta non avea tanto , ammira la bellezza , e la regolare ordinanza degli alberi piantati a quinconce . Pare dunque , che i sì vantati giardini , o Paradisi Persiani dovessero tutta la loro celebrità unicamente ai siti ameni % alia vaga disposizione e alle belle crescenti for- me de’ vegetabili . Giardini Greci é I Giardini di Alcinoo cantati da Omero ci of- frono melagrani , fichi, ulivi, alberi fruttiferi, A 3 vi» X 6 X viti e piante ortensi ; il tutto disposto in separati riparti con qualche simmetria, con acque distri- buite qua e là per irrigare; e la scelta delle pian- te , la loro attenta cultura , la loro ordinata col- locazione c’ indicano i primi lineamenti delTarte» Platani largamente ombreggiane , ruscelli cor- renti, qualche statua, ecco tutto Tornato dei giardini, ove radunavansi i Filosofi Ateniesi « Le descrizioni sparse nei romanzi di Eliodoro , di Achille Tazio , di Eustazio, che borirono sui declinare della greca letteratura , ci mostrano P arte ancora nell* infanzia , I disegni, che si veg- gono nel secondo volume delle pitture d’ Erco- lano sono capricci e non altro, di qualche ar- tista dei bassi tempi» Case di Campagna e Giardini dei Romani «, X Romani , che amarono sin da principio V agricoltura, e la campagna, conservarono lun- go tempo insieme colla povertà la semplicità; e intenti unicamente ai rapporti economici, non co- nobbero che tardi la magnificenza ed il lusso nel- le loro abitazioni campestri . Ma in seguito le principali famiglie si sparse- ro pei luoghi più fertili e più ameni , e vi pian- tarono edifici » La bontà del suolo, la facilità di cacciare , e di pescare , e i buoni vini racco- mandavano Setta , oggi Sezza ; il clima dolce e le belle viste, Albano. Le colline di Tivoli fu- rono a gara celebrate; Orazio bramava di finir- vi i suoi giorni ; Properzio, Catullo , Quinti- liano i , e tanti altri vi aveano de’ casini ; e T a- ria di Tivoli era giudicata sì salubre , che Mar- ziale non sa intendere, come Curiazio vi fosse morto. Preneste offriva le sue fresche colline % ac- X 7 X acque pure, fiori odorosissimi, frutti squisiti, a dritta una pianura immensa , vallate a sinistra , e sul dinanzi vasta catena di montagne. Il sito di Toscolano incantava; poggi e vallicelle, che si alternavano, cielo salubre, dolce e sereno; a sera Roma, il mediterraneo, e il mar Toscano; a mattina le montagne di Albano , oggi monte- cavo , le boscaglie di Colonna , oggi forse Vai- monte, e quelle d J Aglio; a settentrione 1 piani di Tivoli, e dei Sabini, e le alture di Prene- ste. Mille e mille case di campagna animavano questo superbo paesaggio ; ma le due , che Pli- nio aveva , una nel Toscolo, P altra nelLaurèn- tino , e eh’ egli stesso ci descrisse ( a ) , sorpassano quanto può vantare in questo genere P antichità « I Romani fabbricavano talvolta non solo sul- la riva del mare , ma sin entro al mare stesso Tal era il Palazzo di Diocleziano a Spalatro in Dalmazia, intorno a! quale si può leggere Po« pera .* T he ruins of thè pai ace of thè Emperor Diocletian at Spai atro in Dal matta , by R» A- dam. fol. London 1764. La casa di campagna di Cicerone pressa Astura era quasi in mezzo al flutti (b) . Gli appartamenti di Lu cullo presso Baja si stendevano sin entro al mediterraneo» Alludono a questa usanza Orazio (c) ; e Sta- zio (d) ove descrive una bella serata: Qitum jam fessa dìes , & in a quota monti s opaci Umbra cadit , vitreoque natant pretoria ponto 9 Al- O) Lib. 2. Epist. 17. Lib. 5. Epist. 6 . (£) Epist . 20. Lì E 12, ad Attic, (c) Lib. 3» od, io Qd) Sylv. Lib. 2 n A 4 X 8 X 'Altri fabbricavano sulla cima delle montagne , specialmente ne’ contorni di Baja ; così Lucul- Io, Mario, Cesare, Pompeo ( a ) . Ordinariamente impiegavasi a preferenza il marmo bianco, perchè contrastava vivamente colla verdura; in seguito si trassero i marmi più rari dalla Grecia, a segno di gareggiare colia ricchezza dei Tempi , come osserva Giovenale (b). In città le case non solevano essere che di due piani , di uno in villa . Le pareti al di dentro fo- derate di marmi, e v’eran nel mezzo degli ap- partamenti dei getti d’acqua; e perciò Stazio: An pitturata lucentia marmora vena Mirer , an emissas per cmtta cubili a lymphas ì Erano diversi gli appartamenti per le diverse stagioni; le sale da banchetto si disponevano in modo , che goder potessero delle viste più bel- } e. I marmi, i mosaici, l’oro, l’avorio, le sta- ne , i quadri v’ erano prodigati ; lusso che ac- cenna Seneca (r) e Stazio ( d ) . Portici con colonnati superbi , lunghissimi pel passeggio , viali scoperti , ombreggiati , bagni , ucceiliere, parchi, stagni , vasti serbatoi, vi- gneti , èerzb , giardini , tuttociò era disposto at- torno al fabbricato» Stazio parlandoci della villa di Pollione ci dà un’idea dell’ arditezza, e della stravaganza di alcune imprese de’ Romani in questo genere: Mons erat hU , ubi plana vides / hxc lustra fuerunt Qua C a) Vedi Seneca Epist. 51. (A) Satj/r. 14. ( c ) Epist* 86. Qd) Sjrlv. Lib . 3 * X 9 X fhuje mine tetta subis ; ubi nunc nemora ar- dua cernis , Hic nec terra } uh . Domuit possessore & illum F orm antem rupes , expugnantemque secata Gaudet humus . Ne’ tempi più moderni Adriano fabbricò la celebre villa Tiburtina , che potea piuttosto dir** si una picciola città . Egli vi pose in mostra rutti i lavori più insigni , che avea trasportati dall’ Asia e dalla Grecia . V’ impiegò i più di- stinti architetti * Elio Sparziano nella di lui vi- ta ci lasciò scritto : Tiburtinam >villam mire ex- c edificavit , ita ut in ea & provinciarum & lo - corum celeberrima nomina inscriberet , velut Ly- ceum , Academiam , Prytaneum , Canopum , P ce- di en y & T empe vocaret , & ut nihil pratermit- teret , edam inferos finxit . Ligorio architetto I- taliano ce ne diede una descrizione ed un dise- gno molto inesatti. Il Padre Kirker ne parlò dopo il Ligorio, ma come al suo solito, capric- ciosamente. Avercampio pubblicò la descrizione del Ligorio, traducendola in latino, e inseren- dola nel Tesoro di Grevio e GronovioU), do- ve si trova anche la descrizione , che ne fece Antonio del Re , il quale pretese di raddrizzare quella del Ligorio . Anche P architetto Francese reyre ci diede la pianta della stessa villa ( b ) . Non 00 Tom. 8. Part. 4. CÓ Sulle Case dì Campagna degli antichi, conside- rate come oggetti odi antiquaria, o di gusto, si posso- no vedere : Corradini vetus lafium . 4. Roma 1705. Tom. 2. Lib. 2. cap. xp. — Lib. 3. cap. 7. — Vulpii vetus La- tium . Patavii 1734. e seg. Antonii del-Re Antiquit. Tiburtina», in Grevio — Mattha»i Memoria historic» antiqui Tuscuii, qui nuncdicitur Frascati, nello stesso ~ Jo X io X Non bisogna però applicare ai giardini la ce- lebrità , eh’ ebbero presso i Romani le case di campagna . La villa di Lucullo era piu ricca di qua- — Joseph! Maria» Suaresii Prseneste Antiq., nello, stes- so — LofFredi & Masseliae situs & antiquitas Puteolo- rum, nello stesso — Camilli Peregrini Dissertationes de Campania Felice , nello stesso • — Georgii Greenii de ru- sticatione Romanorum , & de villarum antiquarum stru- ttura apud eosdem Commentarius,, Lipsiae 1667 . \ e si trova nel Novi Thesauri Antiq. Roman, congest. a Sal- lengre — Découverte de la Maison de Campagne d’ Ho- race par M. l’Abbé Capmartin de Chaupy . 8. à Rome Voi. 3 . 1767 - 1769 . — Dissertazione sopra la Villa di Orazio Fiacco dell’Abb. Domenico de Santtis, Roma 176 1. — Dissertazioni due d’ un’ antica Villa scoperta sul dosso dei Tuscolo. 4. Venez. 1746. del Zugger.i . — - Giuseppe Rocco Volpi , Dissertazione intorno alla Villa Tiburtina di Manlio. Vopisco, nelle Dissert. dell’ Acad. Etru&ca di Cortona — dello stesso , Commenta- rio della Villa di Manlio Vopisco in Tivoli , negli Opusc. scientif. e filolog. tom. XXVI. Venez. 1742. — - Trinckusii Dissertatio de hortis & villis Ciceronis , 4. Gerae 1673. — • Jo. Frid. Christii Viliaricum , 8. Li- psiae 1746. — Hortorum libri XXX., autl. Benedillo Curtio, Lugd. fol. 1560. rarissimo . — • Scarrozzi , Idea dell’ architettura universale . — ■ Les Plans & les Descri- ptions de deux maisons de campagne de Piine, à Paris 1699 . à Londres 1707 . 8. di Felibien . — - The yìllas of thè Ancients illustrated by Robert Castell , à London . 3728. gr. fol. , su di cui leggansi le Osservazioni del Gesnero negli Atti di Lipsia 1731. — Delices. des mai- sons de Campagne appel.lées le La'-rentin, & la Maison de Toscane , 8* à Amsterd. 1736. eh’ è la stessa opera già citata di Felibien colla censura fatta alla descrizio- ne delio Scamozzi . — > Krubsaccius .... 8. Leipsig 1760. in Tedesco , cioè Congetture verisimili sulla Casa di Campagna e sul Giardino di Plinio il giovane nel Lau- rentino ; e questo autore -sembra che si avvicini alia verità più dei precedenti . X ** X quadri e di statue, che di fiori e di frutti. Virgi- lio non fece che un cenno dei giardini ; e Co» lamella , eh’ ebbe in animo di supplire a tal vuo- to, nomina soltanto alcune piante di fiori piu vaghi , si trattiene molto sulla cultura economi- ca , pochissimo sull’ esposizione e distribuzione di un giardino. Allora per verità l’Italia s’era arricchita di alberi fruttiferi preziosissimi , traen- doli da diversi paesi; dalla Siria s’ebbero i fi- chi , dalla Media gii arane; , i peschi dalla Per- sia , i melagrani dall’ Affrica, dalla Grecia e dall’ Epij-o gli albicocchi , i meli , i peri , dall* Armenia i pruni, ed i ciliegi dai Ponto. I dettagli stessi, che ci presenta Plinio nelle due citate lettere, nè ci danno un’idea chiara e precisa dell’ ordinanza de’ suoi giardini , nè ce ne fanno prendere un gran concetto. Viali d’albe- ri listati o di bosso , o di rosmarino , un vigne- to , dei fichi e dei mori , una terrazza sparsa di viole mammole , a;e di fiori a var; comparti- menti fatti pure con bosso , bossi tagliati in fi- gura d’animali, un circo di bosso, pergolati di viti ec. E com’ era tuttociò disposto e legato in- sieme? noi si sa, quando non si voglia, come Filibien, immaginarsi un piano a capriccio , IIP Giardini moderni. Spari la magnificenza delle case di campagna , che decoravano l’ Italia a’ tempi remoti ; i se- coli , i terremoti, il mare, i vulcani , i barbari distrussero ed alterarono tutto ; sorge una mi- sera capanna, dove in immenso palagio consu- mava Lucullo in una cena le rendite di più prò viti- X *2 3C vìncie . Non ci restano che poche e veneranti ruine. Le straniere irruzioni , la. violenza , i saccheggi, la ferocia dei genio guerriero , la stes- sa superstizione estinsero ogni scintilla di gusto campestre. Non si coltivò la terra, che per trarne il necessario. L’ Architettura non occu- possi , dopo la decadenza dell’ Impero , che di conventi , di chiese, di cappelle, e di gotici edifìci , e di pesanti castelli , piantati su ripide eminenze piu a difesa , che a diletto . Sino al secolo duodecimo i soli Monaci so^ stennero alcun poco P agricoltura abbandonata * I Basiliani , e specialmente i Benedettini ebbero il merito in Italia e altrove di coltivare terreni ingrati, deserti., impaludati. L’Italia era tut- tavia ben lungi dal buon, gusto in materia di giardinaggio ; ma gli Ordini religiosi fondati piò tardi cominciarono a ravvicinarvi , scegliendo ,■ per piantarvi i. loro conventi , le più tranquil- le e più ridenti contrade. Finalmente al ritor- no delle belle arti in Italia, e specialmente dell’ Architettura, venne rianimandosi a poco a po- co il gusto per la vita campestre, per le case di- campagna , e pei giardini » Giardini d? Italia * Mentre la libertà rinata in molte provincie f le ricchezze figlie delia mercatura- , i talenti € la generosità di alcuni Papi , e di alcuni Prin- cipi risvegliavano l’amore delle belle arti , quel- la dei giardini non si destava che lentamente. E a dir vero, fa sorpresa l’osservare, che quar>- tunque già molti e molti celebri artisti d’ Italia , di Francia , e dei Paesi-bassi ci avessero presen- tati in pittura dei vaghi e deliziosi paesaggi fras- ? X 13 X tratti dall’ imitazione deila vaga Natura, pure i giardini si vedeflero abbandonati o alla goffa i- gnoranza , o alla stranezza di ridicoli e puerili raffinamenti. Non si avea riflettuto altro non essere un giardino, che un paesaggioin piccio- lo, staccato e separato dalla massa di una pro- vincia , e la di cui bellezza naturale è rinforza- ta dai soccorsi officiosi dell’ arte . Intanto le Nòtre passò in Italia , e vi sparse la sua maniera; ma gP Italiani avevano dei giar- dini di qualche importanza avanti di lui , ben- ché sommamente difettosi , come si può rileva- re dai cenni del celebre Montaigne nel suo viag- gio in Italia (a) . E neppure presentemente l’Italia ha gran fat- to di che lodarsi de’ suoi castelli di delizia , de 5 suoi giardini . I più rinomati son quei di Tori- no chiamatila Venerìa, Stupinigi, la Vigna del- la Regina, a Roma quei del Vaticano, la Vil- la Borghese , il vasto giardino Ludovisi , quello dei Medici , e quello dei Corsini , tutti vaghi per bellezza di sito, per viali, prospettive , bo- schetti , statue , # grotte ec. . Palladio , e Sca- mozzi , e altri rinomati architetti ornarono di campestri edifici Torino, Milano, Vicenza, Padova, le vicinanze di Venezia, e Roma (£)* Le C a) Roma 1774. 12. Tom . 2. (£) Vedi 1 ’ Architettura di Palladio, e l’opera di Sandrart : Palatiorum Romanorum Pars IL , cui accesse- runt Andreas Palladii Praedia , /Edesque hortenses in Statu Veneto extru£lae . fol. Nuremberga» 1694. ; e Sca» mozzi Idea dell’Architettura Universale ; e in fine : le Delizie del Fiume Brenta disegnate ed incise da Gian» francesco Costa . fol. voi. 2. Venez. 1750-1755. X 14 X le colline della Toscana son vestite d’ eÌ6* ganti casini , di vigne , ed uliveti (a ) . Presso Genova le rive del mare sono abbellite di fab- briche superbe . E son veramente pittoreschi i paesaggi del golfo di Napoli sino a Portici, e così pure molti cantoni della Sicilia . Ma non è da tacersi il giardino d’ Isola-bella , la piti celebre delle Isole Borromee. Piantato su roccia un tempo arida e sterile, offre da lon- tano l’aspetto di una piramide composta di die- ci terrazze * che insensibilmente si ristringono . Dalla pili alta la vista si stende qua sull’ Alpi , che s’innalzano a tre piani, l’ inferióre coltiva- to con industria, quel di mezzo imboschito, il superiore eternamente coperto di ghiacci e ne- vi ; là sulla vasta superficie del lago limpido, animato da mille acquatici uccelli , da barche pescareccie , e da piccioli navigli , che traghet- tano le mercanzie dall’Italia negli Svizzeri , e da questi a quella. L’aspetto è al mezzodì; i mirti , i lauri, i peschi non temono il verno ; i cedri e gli arane; o disposti a file , o ricurvati a volte profumanti l’aria. Nascoste cisterne ac- colgono 1’ acqua serviente ai gioco di macchine idrauliche (b) « 00 Vedute delle Ville è d’altri luoghi della Td* scana. foh Firenze iZ$7- (6) Il disegno di quest’isola si trova nei Viaggi di Keysler I. voi. — Marc’ Antonio del Re incisore Mi- lanese pubblicò un foglio grande , rappresentante l’ Iso- la-Bella , ed altri otto più piccoli per 1* altre due Isole « Gtar~ X 15 X Giardini Svizzeri • La Natura negli Svizzeri volle esser veramen- te originale j i suoi tocchi sono arditi , e sor- prendenti ; questa é la scuola dei paesisti . Ma indipendentemente da quei siti selvaggi , ove si veggono gigantescamente accumulati oggetti di terrore è di spavento , ve ne sono dei più felici , che riuniscono tutte le attrattive delle più riden- ti campagne. Eminenze e pianure succedentisi a vicenda , colline , di là montagne , e di là an- cora le Alpi , belle boscaglie , ampi pascoli , sommità fosche e diroccate , precipizi , cascate , villaggi , terreni ben coltivati 5 laghi al piano , e riviere , armenti e greggie , capanne asili di libertà y piccole città poste in sito ardito , ca- stelli antichi 3 ortaglie e vigneti ; tuttociò forma una tale varietà di viste sì pittoresche, da sba- lordire la più focosa immaginazione . E P abitatore profittò saggiamente dei liberali doni della natura * Le case sono addossate alle colline y rivi purissimi d’ acqua scendono dalle alture , e vi portano la salute e la freschezza ; i giardini son teatri di vere bellezze senza vani ornamenti , senza decorazioni artificiali , ove si fece tutto pei comodi , e nulla per la magnifi- cenza e pel fasto » I due margini del lago di Zurigo ; le adia- cenze di quello di Ginevra , il paese fra Morac e Losanna , il distretto di Bienne, e le rive del Lago di Neufchatel offrono uno spettacolo , che potrebbero solo esprimere gP idilj di Gesnero , il pennello di A berli . Giar~ X 16 X Giardini Francesi * Vìvo e leggiero, il Francese non ama molto la vita rusticale . Chi volesse conoscere le descrizioni fatte da diversi dei famosi giardini di Versailles, di Mar- ly, di Fontainebleau, legga le opere seguenti: Les Delices de Versailles , de Tri anon & de Marly par Edelink . a Paris 17 1 ?. 12 , - 1751 . 8 . Voi . 2 . Description de Paris , de Versailles , de Marly , de Meudon , de S. Cloud , de Fontainebleau &c . Piganiol de la For- ce . 1736 42 . 12 . Voi. 8 . Nouvelle Description de Versailles & de Marly . 8 . à Paris 1738 . Description de Versailles , par Mente ard . 4 . Voi. 2. 1720 . Molti piani e prospettive di Versailles da- tici da le Pótre , Per eli e , Menaut , la Nove , Sulle , Girard . Recueil des Figures , Groupes , T ermes , FontaineSy Vases y Statues , autres or- nemens de Versailles , grave par Simeon Thomasin. 4 . Voi. 4 . « Amsterdam 169 . 5 * 21 8 . . ArchiteBure des Jardins , # 1762 . pe- tit fol. 70. piane he s . Geometrie pratique de Mallet , 8 . Voi. 4. à Paris 1702 . Vi si vedrà molta magnificenza e pompa , spe- se immense, raffinamenti d’ ogni sorte , qualche po’ di gusto , ma cattivo , qualche traccia di ge- nio , ma di quello , che prodigalizza , e che get- ta inutilmente le proprie forze . Saremmo ten- tati di credere , dice Home , che si stimava trop- po X 17 X po poco la Natura per volerla imitare nelle e- pere comandate da un gran Monarca , e che le si preferivano dei mostri, solo perchè più sor- prendenti . Ma T ammirazione era seguita dalla noja , questa dal disgusto . La riputazione del nome francese accreditò per lungo tempo la maniera simmetrica e rego- lare ; ma la vera teoria deli’ arte dei giardini passò finalmente dall’ Inghilterra anche in Fran- cia ; e si conobbe che una negletta distribuzio- ne piace piò di una _ studiata ordinanza , che i punti di vista svariati , i cangiamenti di decora^ zione , e fino un non so che di selvaggio, sono preferibili ad una compassata e sofistica esattezza ; in una parola , che la Natura modestamente ab- bellita dall’ arte , ha sola il dritto di produrre dolci e rallegranti sensazioni . Ogni giorno il nuovo gusto vi fa maggiori progressi a Giardini Spag nuol i » LoSpagnucIo alquanto indolente, poca impres- sione riceve dalie semplici bellezze della Natura j egli ha bisogno di forti scosse , e dei tumultuo- si piaceri della città . Case di campagna , belle piantagioni , villerecci ritiri , sono oggetti sco- nosciuti in Ispagna. Mentre il paese presenta da per tutto naturali e seducenti attrattive, no® vedi che deserto ed incoltura ; viaggi spesso li- na giornata intera senza trovar ombra d’ albera ospitale , e gli stessi contorni di Madrid non han- no nè padiglioni , nè giardini . I soli giardini reali meritano qualche attenzio- ne . Quello dell’ Escuriale va rinomato pei sita, vantaggioso , per le grandi terrazze , pei getti d’acqua, e pel vasto parco di alberi fruttiferi * B Piii X 13 X Piu ancora si distingue quello di S. Idelfonso per le cascate ? i viali , i canali , i siti da ripo- so , i gabinetti , berzo , grotte, labirinti , par- terre, e siepi di lauri e di mirti {a). Le acque raccolte superiormente cadono, qual torrente , in un vasto serbatoio . Ma niente eguaglia, se si crede al Baretti, il giardino o parco di Aranguez . Sembra , die’ egli , che Venere ed Amore si sieno consigliati qui con Catullo e con Petrarca , per formare una dimora campestre degna di Psiche, di Lesbia , di Laurà , o di qualche infanta Spagnuola (b) . li parco è spaziosissimo , ritagliato da molti via- li , lunghi spesso tre e quattro miglia , e larghi da ricever quattro carrozze di fronte, composti di doppio filare d’olmi, in mezzo a cui scorre un ruscello d 1 acqua viva » Ne’ boschetti fraspersi v’ ha selvaggiume , daini , lepri , conigli , animali d’ ogni sorte * Il Palagio è nel centro del par- co , ed è divisò in due parti ineguali dal Tago, di cui evvi anche una cascata bellissima fra roc- cie artefatte . Alberi fruttiferi , aranci e cedri a migliaia; una fontana detta il bagno di Vene- re ; sembra che la Dea ne sia uscita appena 1* acqua piove dalle sue trecce • (a) Lettere di un vago italiano, cioè del P. Cal- mo . (£) Voyage de Londres à Genes passant par V An- gìeterre , le Portugal i’ Espagne & la France , par Joseph Baretti , trad. de i’Anglais. a Amsterd. 1777» 8, Tom. 4, Giar- X !C ss X là dalle circostanziate relazioni dello Chambers j ma esistono veramente questi giardini Cinesi ? E 1 Chambers uno Storico, o un Romanziere? Ecco alcune riflessioni su tal proposito: 1. Tutti i viaggiatori sostengono, che la Ci- na non è tanto coltivata quanto si spaccia , che vi sor! pochi villaggi, che l’interno delle provincie è quasi incolto ed abbandonato , che i Cinesi amano molto la città , pochissimo la campagna . 2. Coltivare il frumento , il riso , alcune pian- te ortensi , ecco a che si riduce tutta la loro scienza agronomica . 3. Sono ancora bambini nelle belle arti ; non conoscono la prospettiva , nè gli effetti del chia- roscuro y ignorano il disegno , hanno l’ immagi- nazione guasta , e sregolata . 4. Tutti i viaggiatori conservano un per- fetto silenzio su tante pretese meraviglie di questi giardini ; e ne tacciono gli stessi Missio- nari Gesuiti , o ne dicon sì poco , che non me- rita d’essere rilevato. 5. Finalmente due dotti Svedesi , che passaro- no dopo Chambers alla Cina , non han saputo vedere nei giardini Cinesi , che sterilità , sempli- cità senza gusto, e stravaganza . E' dunque credibile, che Chambers ci abbia dato un quadro fantastico ed immaginario , ma che siasi a bella posta servito di questo inge- gnoso stratagemma , per discreditare 1’ antica ma- niera simmetrica, e per proporre più coraggio- samente le proprie idee, attesoché sotto il ve- lame di un racconto storico avrebbero offeso meno i pregiudizi nazionali , e sarebbero sta- te , come avvenne » più avidamente accolte e gustate* dar- X ** X Giardini e luoghi di delizia di altri paesi lontani , I Giardini Turchi han qualche dritto di noti essere trascurati . Le rive dei canale di Costan- tinopoli son vestite di casini , e godono di belle prospettive dalla parte d’ Europa , e da quella dell’ Asia , Per qualche miglio intorno Andri- nopoli non si veggono che giardini ; le riviere son bordeggiate da bellissimi alberi fruttiferi , sotto a’ quali stendonsi de’ tappeti 5 e vi si beve il Caffè, mentre qualche schiavo o canta o suona. Gli appartamenti . delle donne Turche sono sui giardini , cinti di muraglie altissime ; non vi si veggono parterri, ma grandi alberi ed ombre deliziose; nel centro sta il Kiosco , cioè un’ampia sala, rilevata dal terreno alcuni gra- dini , con gelosie dorate , vestite di viti, di gelsomini , di caprifogli ; ed ordinariamente con una fontana nel mezzo (a) . La natura, non l’arte, fe’ dei contorni di Smirne un solo giardino. Vi si piaatano gli a- rancj , il resto viene da se ; fichi , ulivi , mela- grani , pioppi , cipressi , boschi di mirti , man- dorli , rose , garofani , tutto é misto insieme in bei disordine ; il cielo è sempre sereno , perpe- tua la primavera (b) . La pianura di Scio ha dèi giardini con padk glio- 60 Lettres de M. Wortley Montague , traduites de FAnglais sur la deuxieme edition. à Berlin 1773. C*> Hasselquist , Viaggio in Palestina , tradotte dalla lingua Svedese neJPIngiese» Chandler , Viaggi siejr Asia minore ; in Inglese . X 30 x elioni , ordinariamente non cT altro piantati che di boschetti di agrumi , fra palme ed ulivi , mir- ti e gelsomini (a) . Damasco ricca d’ acque inaf- fia i suoi, e gli orna di ruscelletti, di fontane, di getti, di t macchine idrauliche ; ha de } va- ghi padiglioni ; le piante sono da frutto , per- ciocché in clima sì caldo l’abitatore non hà bi- sogno che di ombra, di acque, e di frutti rin- frescanti * 1 Giardini della Persia han viali rettilinei , la maggior parte d’ alberi fruttiferi , ed han fiori , canali, fontane, fabbriche, cipressi, melagrani; ma 1’ frcania è un continuato parterre . Verso la Media le campagne si vestono spontaneamen- te di ranuncoli , anemoni , giunchiglie , tulipa- ni ; la Persia in somma è là patria de’ fiori pià -superbi (ò) * La natura vi fa tutto 4 Gareggia colia Persia il Giappone per la bel- lezza de’ fiori ; ma cerchi invàno in que’ giardi- ni intelligenza e gusto (c). Shaw celebra le col» line e le vallate intorno ad Algeri , ornate di luoghi campestri ; i giardini son bagnati da ri- voli., grande vantaggio in paese sì caldo; al- beri fruttiferi , piante ortensi, grani e coltiva- zioni d’ ogni sorte, tutto è misto e confuso in- sieme; non parterri, non viali, non aje di fio- ri, ma disordine ed irregolarità (d) t Le Canarie, le ridenti Canarie sono un sog- giorno incantatore, unaTempe, un Eliso . Cli- ma dolce e salubre , cielo non mai turbato s pian- 00 Pocòk , Descrizione del Levante. In Inglese, CD Chardin, Voyage en Perse. 4. à Amstetd. 1 CO Vedi Kaennpfer. CD Veyages &c, à la Haye 1745. 4. X 31 X piante d’ ogni sorte , boschetti odorosi , aeque s melodia d’uccelli, vigneti, colline, prospetti- ve ( a ) . Il Regno di Cakemire , secondo Ber- nier, racchiude in non molta estensione, quan- te bellezze può natura versare dalle prodighe sue mani ; i fortunati abitatori ne traggono par- tito , ed amano passionatamele , ed abbelli- scono le lor dimore campestri ( b) . Il famo- so Atison descrisse le delizie, ed i naturali in- canti delle isole di Juan-Fernandez e di Ti- nian 0) » Bayer celebrò le case di campagna del Perù (d) * Le Colonie Inglesi nelP America Settentrio- nale j ora gli Stati-uniti , sono ricche di monta- gne , di colline, di riviere, di cascate; ed han- no pur esse deliziosi luoghi campestri . Gli abi- tatori delle romanzesche rive del Shenando, che bagna le fertili contrade della Virginia , passano beatamente la vita in clima dolce , su terre fe- condissime , robusti, sani, liberi, colla pace nell’ anima , colia contentezza nel cuore (e). Figli prediletti della natura, gli abitanti del- la famosa isola di Otaiti nel mare del Sud , vi- vevano essi pure in un beato Eliso , quando fu- rono visitati prima da Waliis, poi da Bougain- vil- CO Orington , Hist. des Voyages . 4. à la Haye 2737 * CO Ivi. CO Voyage autour du monde, publié par Richard Walter , traduit de F Anglais . 4. a Amst. 1749. CO Voyage au Perou pendant les années 1750* 1770-177^. in Tedesco . CO Voyages de Burnaby dans les Colonici Angltri- ses de 1 ’ Amerique Septentrionale , X 3* X Ville , e ultimamente da Cook (*) . Paese va- riatissimo, punti di vista che incantano; sulle colline alberi da pane e meli ; al piano cocchi e banani. Le case sono isolate in mezzo a bo- schetti ed a gruppi d’alberi, e comunicano in- sieme fra il labirinto di mille serpeggianti sen- tieri . Cook ebbe a trovare anche fra i sel- vaggi d el[e piantagioni , che si ravvicinano in qualche modo ai gusto Inglese, spezialmente nell’ Isola di Middelbourg, ed in quella di Rot- terdam . Ma è tempo di Unire . (<0 Relations des voyages entrepris par ordre de S. Ma). Britannique par J. Hawkesworth , traduit de P AngJais . 4. voi. 4. à Paris 1774. Voyage autour du monde . 2 , voi. S. à Paris 1772. Seconde edition . SEZIONE SECONDA. Ricerche sul gusto antico e moderno $ in fatto di Giardini . falso , che Io stile uniforme , e regolare * che tiranneggiò finora i giardini , e eh’ è cono- sciuto sotto il nome di stile antico, . simmetri- co, francese, non altro sia che un’ imitazione di quello , che era adottato dagli antichi , Le No- tre è il vero autore di questo. Ne’ primi non altro si faceva , . non altro si poteva fare, che coltivar piante utili , procurarsi ombra ed acqua ; nel resto vi dovea essere piut- tosto una confusione. selvaggia , che una esatta regolarità . Mancanci per altro notizie dettaglia- te dei giardini deli’ antichità , tanto è lontano che si pensasse ad imitarli ; e se discendiamo all* epoca romana , non. sembra che i pochi cenni datici da Plinio il giovine, possano essere stati la guida de’ moderni . Le Notte visse in un secolo, in cui le arti o le scienze, scosse da un urto insolito, si af- frettavano a brillare , e lavorava per un Mo- narca , le cui gesta , e la cui gloria e ma- gnificenza attraevano gli sguardi di tutta P Euro- pa . Primo egli piantò dei giardini di una rego- larità , di una pompa sconosciute fino a quei dì i ne piantò in varie contrade, violentando soven- X. Origine del gusto antico f C ÌC 34 X te fa Natura a forza di spese ; ed esercitò F ar- te sua per quasi tutta la metà ultima del secolo precedente . Non altro allora si ammirava che la Francia , e ciò che venia dalla Francia ; spi- rito , scienze , usanze , mode , costumi , Quindi la sua maniera, atta per se a generare un primo senso di meraviglia e di stupore , si diffuse rapi- damente per tutto, in Italia, in Olanda, nella Spagna, in Alemagna , nel Nord, e persino in Inghilterra ( a ) . Avvenne , oltre a ciò , che gii Architetti os- servando che i giardini sono un’ adiacenza , ed un’ appartenenza degli edifici , e dilatando abu- sivamente la loro giurisdizione , gli assoggettaro- no alle regole dell’ Architettura , alla regolarità^ alla simmetria. I paesisti si tacquero, anzi essi stessi trassero Sovente le loro idee dai giardini , che avean sott’ occhio , ed obbliarono il loro modello, la Natura. Profusione di arcate , viali rettilinei , boschet- ti tagliati a muro, a colonnati, a volte, a fi- nestre , gabinetti , sale , teatri , alberi acconcia- ti a foggia di piramidi , di obelischi , e d’ altre strane figure, il tutto minuziosamente simmetri- co ; un forzò in faccia ad un forzò , una statua in faccia ad una statua i un parterre di quà , uno di là, un getto rimnetto a un altro getto , il terreno esattamente appianato e livellato , ampio stradone sul mezzo , siepi fiancheggianti , spesso ritagliate a forme grottesche , padiglioni dipinti di rosso, aiuole sparse di sassolini, di vetruc- ci variamente colorati , bossi effigiati a stemma per 00 Vedi delices de la Grande-Brefagne par Beeve* teli. Leide 1707. e il Vitruvips Britannici^ fol. 173^ X 3 $ X per onorare la vanità del proprietario, mostri’ vomitanti acqua , un popolo di bambocci , chia- mati Statue > da Giove Tonante . sino al salace Satiro capripede ; ecco ia maniera del le No- tre i ecco il gusto ch’ égli introdusse e propa- gò ; Te amabile e semplice Natura obbliando s insultando « IL Origine del gusto moderno * singolare, che la rivoluzione operata nei giardini felicemente abbia cominciato in Inghil- terra * e in un tempo; in cui , eccetto T inci- sione ; essa non conosceva gran fatto le belle arti « Francefco Bacone , genio universale e subli- me, fu il primo a diradare alquanto le tenebre ; veggansi i suoi Sermone s fidèles , ethici , polì* ti ci , Lkgdi Bdtav* 1644. Le sue osservazioni contengono i primi elementi del buon gusto 3 non però scevri affatto da scoria ; tanto è pos- sente l’ impero dell’ uso 3 e della moda a Ven- ire Milton , e ci dipinse ne’ suoi versi il giar- dino d’ Eden , capo d’ opera di poesia e di gu~ fio 0 lì Lord Tempie fece anch’egli qualche passo innanzi -, ma non seppe sbrogliarsi dei tas- to dagli antichi pregiudizi o Finalmente ad un tempo stesso Pope , ed Addisson gii attaccaron di fronte , e devono considerarsi , come i pri- mi ; e i più coraggiosi campioni del gusto mo- derno (a)% Kent Vedi lo Spettatore nei fogli 414. e 477. il foglio del SurVeillant Nutn. 173» e la Lettera di Po. pe sul cattilo gusto indirizzata al Conte di Burlington C z X 3* X Ketit apparve a quest’epoca sul principio del secolo, dotato di genio, e di gusto squisito . S’ accorse, che la Natura ama la varietà, e una specie di disordine , e che la regolarità stanca ed annoja. Prescelse la linea curva; diede all* acque un corso tortuoso , trasse partito dalle col» line, invece di appianarle, abbellì i boschetti , invece di distruggerli, preferì la verdura alle sabbie colorate , profittò dei punti di vista e.dei- le prospettive , I suoi piani , e i suoi nuovi di- segni furono adottati con entusiasmo . Seguillo una folla di scrittori, ma specialmente Home ne* suoi elementi di critica, eWhately nelle sue os- servazioni sull’ arte moderna dei giardini (a ) . Primo fra gli scrittori francesi a sollevarsi con- tro Tantico, o per meglio dire, contro il cat- tivo gusto dei giardini , fu il celebre Cittadino di Ginevra (£). & Eliseo, campestre ritiro della sua 00 Oltre il citato Chambers, e PHome , e oltre il Whately : Observations on modera Gardening iJlu- strated by descriptions : thè fourth edition , London 8 > 3777. , abbiamo The Works of Shenstone Esq. 8. E- dimbourg 1 764. The rise and progress of thè present taste in planting parks , pleasure-grounds , gardens &c. in a poeti? epistle 4. 1767. Essay on design in Gar- dening 8. 1768 . an essay on thè different naturai si- tuations of Gardens . 4. London 1774. Letters on thè beauties ofHagley, envil and thè JLeasowes , with criticai remarks , and observations on thè moderne ta- ste in Gardening, by Joseph Hecly , esq. 8. 2. voi. 3777. The English Garden „ London 4. 1772. e IL e- dition. 1777, C by Gli Orti del P. Rapino , e il Tradì um rusticum. del P. Vainerio non si occupano che della parte econo- mica . Il Cessieres nel suo poema : les iardins d' orne*> mem , 4. Qbants , Paris 2758» 8, avea osato censurare qual* X 37 jt sua Giulia 5 era negletto, ma seducente- Fra P erbe spontanee del prato cresceva il timo , e il sermoliino , fra i fiorellini della campagna gli a- oemoni e i tulipani ; siti chiusi 5 ombrosi, siti aperti, ridenti, macchie di rose, d’ uva spina 3 di framboes ; festoni di gelsomini e di caprifo- gli . Correva l’acqua divisa in rivolerti susur* ranfi, o riunita in tortuoso canale, o talvolta internandosi sbucava fuori a gorghi; in nessun luogo traccia di squadra , né di compasso . Ma le riflessioni e le descrizioni di Gianjaco* po non fecero effetto ; ed i francesi non si scos-* sero che più tardi al ripetuto annunzio dei giar- dini Inglesi ; Whateiy tradotto v’ebbe gran par- te . Ma poco stette , che la nazione corse in un altro eccesso , e spinse oltre misura l’ imitazione della maniera Inglese ; quando tre scrittori fis* sarono finalmente in Francia le regole da seguir* si senza pericolo di smarrimento ; Whatelet ar- tista e . poeta col suo Essai sur les jardins * 8. Paris 177^. P autore della T bearle des jar« dins 8. Paris 177 6. il Cav. Girardini De la eomposition des paysages , ou des moyens d ’ em~ hellir la Nature autour des hahitations , en joi - gnant /’ a gre ahi e à V utile y Geneve & Paris 1777. Questi scritti hanno il suggello della ve- rità e t dei gusto $ cd essi soli possono calmare il Genio dei giardini irritato dagli antichi ol- traggi . In Alemagna continuarono lungo tempo gli Architetti a favorire la simmetria . Gesnero fa il qualche stravaganza, ma con verso timido e servile, Ved. la Giulia 9 ossia la Nuova-Eloisa . Part. IV. lert. 40. C 3 X SS x il primo a sollevare alquanto h benda (-è©moro- ; ma questi stessi mezzi sono pur in mano de\ X 43 X giardinista, col vantaggio di più, che non sona dipinti , ma rea li , Finalmente , se il colorito ha tanta parte nel- la pittura, ne ha forse meno nella composizione de’ giardini ? Sono infinite le variazioni del solo verde; con questo la Natura ricrea la vista » Alternando , e graduando le tinte deboli e le forti , mescolando le ombre e la^ luce , fondendo un colore nell’altro, il giardinista ci offre del quadri da destar invidia ai più immaginoso paesi- sta , E* però vero, che nel regno vegetabile il cangiamento de’ colori è continuo , e successi» vo , e che si esige molto discernimento per con- servare almeno per qualche tempo l’armonia de* colori in questa sorte di scene , Del resto, l’arte dei giardini, e quella de’ pittori si son talvolta accoppiate, li Domeniche no fabbricò a Frascati la Casa di Campagna dei Cardinale Aldobrandini , e ne ordinò i giardini, le fontane, i punti di vista pittorescamente, e di buon gusto . Pietro da Cortona fece lo stesr so pel Cardinale Sacchetti ; così qualche altro pittore ne’ contorni di Mantova e di Firenze » E forse un Architetto, che fosse anche paesi* sta , sarebbe , più eh’ altri , atto a disegnare ed inventare edifici , abitazioni campestri , e padi- glioni^ Così fra l’ arti imitatrici , nessuna è più imme- diatamente legata alla Natura , o per meglio di- re, nessuna è più la stessa Natura, quanto 1* arte dei giardini . Tutto è qui reale; la mo- bilità degli oggetti non è dipinta , ma vera ; V acqua mormora e serpeggia ; i colori son più vi- vi di quanti potè sfoggiarne il magico pennello di Tiziano . Sulla tela 1’ occhio vede , abbrac- cia tutto ed un tratto ; nel giardino le differen- ti *3C 44 % ti scene si sviluppano di mano in mano , e va* nano mille volte; l’anima passa soavemente a- gitata da diletto a diletto „ SEZIONE QUARTA . Della destinazione e della dignità dei Giardini . recinto di un giardino giudiziosamente composto, l’amico sensibile della Natura trova nei vago moltiplicato spettacolo di scene cam- pestri una sorgente inesausta di diletti , nutre lo spirito , corrobora la sanità , calma le passioni ,• s’ innalza verso il creatore , ed ingrandisce se stesso . Nè P arte dei giardini si limita a produr- re delie sensazioni unicamente piacevoli , ma queste stesse rinforza con altre sensazioni , pro- dotte da scene solitarie, e melanconiche, sicché l’une e l’ altre armonicamente legate insieme si soccorrono a vicenda , e si abbelliscono . Scegliere fra gli oggetti , che la bella Natu- ra ci presenta nei campi, quelli che special- mente agiscono sull’ immaginazione * e sui sen- timento, poi prepararli, disporli, combinarli ira modo, che agiscano con maggiore energia, ec- co il primo precetto generale deli’ arte dei giar- dini . Rinforzare ancor più l’impressione degli og- getti naturali scelti e distribuiti con intelligen- za, e con gusto, coli’ aggiungervi e mescolarvi de- X 45 X degli oggetti analoghi artificiali , e far del tutta sin bell’insieme, ecco il secondo precetto gene- rale . Questi due precetti fluiscono da uno stesso principio : Scuoti con forza , col mezzo dei giar- dini, l’immaginazione e il sentimento, e scuo- ti più fortemente , che noi farebbe la stessa Na- tura abbandonata a se stessa . Ora è ben chiaro, che l’arte dei giardini , ri- condotta alia sua originaria destinazione, si asso- cia alle bell’ arti, si sommette alle regole dei buon gusto, e dei vero bello, sottraendosi ai cieco capriccio , ed ai fantastici raffinamenti , alletta non solo i sensi esterni , ma h piu ric- ca P immaginazione , più delicato il sentimen- to , ed abbellisce il nostro soggiorno su questa terra . Quest’ arte ha dei grandi vantaggi sopra P al- tre bell’ arti . La pittura non ci offre un pae- saggio , che in parte, il giardino ce Io spiega tutto dinanzi ; la poesia descrittiva va facendo le sue impressioni successivamente , il giardino colpisce i sensi tutto ad un tratto , nè con una languida imitazione , ma cogli oggetti reali ; gli oggetti di pittura , scultura , architettura , han bi- sogno per essere gustati di occhio alquanto eru- dito ; le attrattive di un bel giardino," piacciono egualmente al dotto che all’ indotto . I Giardini e le Cafe di Campagna , oltreché attestano il grado di coltura degli abitanti , non sono senza una qualche influenza morale su i cit- tadini ; perciocché contribuiscono a far conosce- re ed amare la mondezza , 1’ ordine , P ar- monia , la decenza , il bello , cose tanto im- portanti nell’educazione dello spirito, e del cuore . Co» Così ne’ paesi abbelliti e coltivati v ? ha più: Serenità * più brio , più dolcezza di sentimenti ; e F uomo gustando i tranquilli piaceri della Na- tura 5 sprezza i passatempi romorosi ; all’ incon« tro la piaggia deserta* e inselvatichita soffoca il genio * intristisce F anima* ispira F indolenza* cd il malcontento * PARTE PRIMA, SEZIONE E RIMA. Degli oggetti della iella Natura Campestre in generale * (jTli oggetti campestri hanno piti di una via per giungere ali’ anima 3 e scuotere là sua sensi- bilità . La vista ci fa conoscere la posizione degli oggetti , la loro forma ossia figura * i colori * la mobilità. L’ udito ci fa godere dell’ armonia dei suoni . L’ odorato riceve le dolci esalazioni delle pian- te 5 ed il tatto stesso è ricreato dalla ristorante Freschezza dell 5 aria i , L’ impressione fatta su di un senso può essere finforzata dalia scossa simultanea di altri sensi» Un boschetto gentile piace ancor di più 3 se vi canta 1’ usignuolo , se vi mormora il ruscello 3 se la violetta vi spande i suoi profumi „ V artista deve dunque proporsi di lusingare i sensi 3 ma quello specialmente della vista à met- tendo in vaga mostra le visibili bellezze della campestre Natura è X 4® X I. Bella grandezza e della varietà* < Noi siam portati naturalmente ad odiare tut-* tociò , eh 1 è limitato , noi amiamo di stenderci * dilatarci ; 1’ aspetto de’ piccoli oggetti racchiusi in breve spazip, ci riempie ben presto di un’ in- comoda e nojosa sazietà . Ma la vista di un ampio paesaggio, di montagne, di roccie , di larghi tratti d’acqua, di vaste foreste, dell’ O- ceano , sembra ingrandire , e sublimare la nostra esistenza . Un paesaggio è più atto dì un giardino a pro- curarci questo genere di piacere , ma un giardini no può trarre profitto dai circostante paesaggio, e apparentemente aggrandirsi . La grandezza è relativa non solo ali’ estensio- ne degli oggetti , ma pur anche a quella del si- to, che occupano. Si potrebbe anche distinguere il grande dalia grandezza ; un boschetto di^ alte superbe quercie ha qualche cosa di grande in se stesso ; un bosco all’ incontro di salici , anche molto piu vasto, ha sempre qualche cosa di pic- colo , e di meschino . Siccome i 5 estensione delle parti costituisce la grandezza , così la loro diversità , e Je loro for- me differenti costituiscono la varietà . Gli stessi oggetti , sempre presentati alia vi- sta , e nella stessa posizione, una costante uni- formità di tinte, generano la noja. La varietà risulta non solo dalla diversità de- gli oggetti, ma dai differenti lati , dai differenti punti di vista, sotto cui si considerano, e che servono in qualche modo a moltiplicarii . Quin- di X 49 X di un giardino riuscirà più vago , quante più a- vrà ineguaglianze, colline, pianure di prospet- tive . Lo scoperto succeda al chiuso , ^ il chiaro all’ oscuro , l’ameno al melanconico, il pacifico ai sublime, il selvaggio e romanzesco all’ ele- gante ; conviene piantare e vestire gli spazj i- gnudi, animar le colline con cespugli, cascate, fabbriche , ed anche con una stessa specie d’ og- getti , purché differenti per carattere , forma , situazione » IL Della Bellezza . Non basta che gli oggetti sieno estesi e varia- ti , bisogna che sieno vaghi , e di beila apparen» za . Senza perdersi in idee metafisiche , ed astrat- te sul beilo in generale , fermiamoci unicamente a considerare la bellezza campestre . Essa risul- ta più particolarmente dal colore , e dai movi- mento « Colore . La Natura non volle , che 1* uomo restasse indifferente allo spettacolo delle sue opere; per- ciò diede alla superfìcie dei corpi, col mezzo della luce e del colori , delle tinte aggradevoli * Se tutto fosse di un sol colore, se questo non fosse sovente gajo e vivace, l’occhio si stanche- rebbe , e io spettatore si annoierebbe * Qual nella vaga famiglia dei fiori sorprenden- te varietà di tinte forti o moderate, dolcemen- te chiare , o vivacissime e focose , miste e fuse insieme, q gagliardamente contrastate! Il paesista ne profitti , e niente meno l’emulo suo , il com- po^itor dei giardini , D E X 5° X E qual magnificenza di spettacolo allo spun- tar dell’aurora, ed al cadere del giorno ; qua- li infinitamente variati, e singolarissimi acci- denti ! Ma nella generale decorazione dei paesaggi la Natura ci presenta una bellezza di colorito, for- se men vaga, meno appariscente, ma più dure- vole , intendo il color verde . Esso rinfresca , per così dire, ed accarezza la vista; esso domi- na per tutte le campagne con una prodigiosa varietà . I colori vivi ispirano brio , i puri e chiari se- renità, i dolci e moderati calma e riposo. Da queste poche osservazioni risulta : Che P artista , per evitare P uniformità , non farà uso di un verde solo . Che non è indifferente _ il mescolare i colori alla rinfusa , ma che vi vuole scelta per ben farlo. Che i colori chiari e vivi saranno i più vici- ni, i più generalmente adoprati , come quelli che rendono la scena più animata . Che nei variare i colori si deve far attenzione al carattere del sito , della fabbrica ec. , impie- gando , p. e. , i verdi meno gaj ne’ passeggi so- litari , i più cupi presso le grotte, e i romi- tori . Che devesi studiare la simpatia dei colori , ma- ritando insieme gli amici , e legandoli con ben Intesa armonia , osservando il loro effetto e da presso e da lungi , e attualmente , e nella suc- cessione del tempo . Che secondo la situazione e la destinazione dei vari oggetti, converrà illuminarli più o me- no , di luce diretta o riflessa , a fratti continui © interrotti . Ma- I X S 1 X Movimento • Meno interessano gii oggetti , se si presenta- lo immobili, in uno stato di riposo , e se non v’ ha niente , che rompa P uniforme tranquilli- tà 4 ed annunzi uri’ animata esistenza * I paesisti conoscono molto bene questa regola ; quindi simulano il movimento, coli’ introdurre nei loro quadri pastori , armenti , viaggiatori , uccelli > cascate , fumanti capanne ec. Il giardi- niere dia pur esso alla sua scena un movimento, ma reale: Collo scegliere un sito , che gli presentì delle viste animate , e moventisi , come villaggi , greg- gie pascolanti, lavoratori in esercizio, barche sull’acqua, pescatori, strade pubbliche in qual- che distanza, ma frequentate da continuo an- dirivieni -, . Col saper fare un uso giudizioso deìle acque® dirigendole affrettandole , precipitandole ; coli* esporre i più tenui e flessibili arboscelli all’ a- zione dei vento ; coll’ attrarre insetti , ed uccelli col mezzo dei fiori , dei frutti , e deli’ ombra » Si osservi, che troppa quantità, e troppa e- sagerazione di movimento distrae spesso , e stor- disce . Si faccia attenzione ai carattere delia Scena * in. Dell’ Amenità' . Jr’Tp» 1 utti gii oggetti, che sono belli, non sono vaghi ; ma questa distinzione è più facile a farsi col mezzo del sentimento , e scappa al razioci- no . Quelli ci cagionano un piacere vivo , e D 2 mi- f X S 2 )C misto talvolta d’entusiasmo ; questi una soave commozione, una tranquilla e pacifica compia- cenza , La bellezza imperiosamente comanda , la vaghezza, L amenità s’ insinua ; quella agisce più fortemente , queste si fondano sulla moderazio- ne di luce, di tinte, di movimento 0 IV. Della novità' e della sorpresa « La novità desta dei movimenti piu vivi , e scuote più delia bellezza , delia grandezza . Es- sa può trovarli e nell’ oggetto stesso , e nel mo- do, con cui questo si presenta . Ma liccome le impressioni occasionate dalla novità sono poco durevoli, bisogna unirvi sempre o il grande, o ài bello , Gli oggetti compariscono nuovi o nel loro tutto, o nelle loro parti . Una boscaglia non è certo cosa rara , ma il novello fogliame, di cui si veste in primavera , presenta un 5 at- traente novità . .Altro fonte di procurare il diletto della novi- tà , è di offerire lo stesso oggetto sotto diversi punti di vista, da lungi e da presso, scoperto, semi-velato, ora solo, ora unito ad altri. La sorpresa nasce dall 1 esser noi inaspettata- mente e vivamente colpiti ; ma essa non deve esser fatta in una maniera disaggradevole . E % vero , che ci avvezziamo anche a queste com- mozióni inaspettate , e che perciò la sorpresa cessa fra poco di esser tale ; ma ci resta almeno una grata reminiscenza dell’ effetto già provato ; oltre a che , si possono fare ogni anno dei pic- cioli cangiamenti nei giardini , che senza altera- re X 53 X i-e il lor carattere , destino sempre Move e non attese sensazioni . Risulta pertanto : Che non deve il piano esser disposto in mo-* do , da potersi cogliere in un colpo d’ occhio tutto P insieme « La scena precedente non annun- zierà la susseguente. Le disposizioni produrran- no una subita , e "viva emozione , se saranno prima saggiamente occultate . Che bisogna scegliere bene gli oggetti, i siti* le lontananze, sicché abbiano qualche cosa di di- stinto , e d’importante 5 un oggetto comune etri- viale , anche se giunge inaspettato , non fa che una debole impressione . Che P effetto della sorpresa non sarà mai gran- de senza la varietà , e cangiamento . Se dietra un oggetto , che ci sorprese, ne vedremo un al- tro poco dissimile dal primo, invece di commo- zione viva e gagliarda , non ci resterà che dell# indifferenza. Che bisogna pur anco guardarsi dal cadere irt eccessivi raffinamenti, in bizzarrie stravaganti » non convenienti alla dignità di un giardino , ira cui devono regnar soli, giudizio sano, e buon gusto 0 Del Contrasto , T li contrasto , specie di cangiamento risultante darla comparazione , che si fa di un oggetto con un altro dissimile del tutto , é un mezzo di pro- durre delle commozioni vivissime , e di rendere piu energiche le impressioni . La Natura se ne serve ne’ suoi piu superbi paesaggi ; e valenti ® 3 pit- X 54 X pittori P hanno imitata con successo . Non può trovare più beila descrizione di un vasto paesaggio , in cui gii oggetti contrastino piu for- temente , quanto quella , che ci diede Brydone dei cpntorni di Napoli nel suo : Voyage en St- rile & à Malthe , traduit de V Anglois , par ikf* Demeuriter . d Londres & Neufchatel 1776. 8 . Ecco alcune osservazioni su tal proposito : La Natura non suole far uso di contrasti , che ne’ grandi paesaggi ; volerne produrre in uno spa- zio limitato , è un sopraccaricarlo» Bisogna schivare l’affettazione, e non voler sempre e da per tutto generare contrasti . Il contrasto può aver luogo in due maniere ; fra oggetti di natura e di specie differenti , e fra oggetti di una stessa natura, ma diversi per le loro proprietà. Bisogna saper usarli, e me- schiarii insieme, secondo le circostanze, e giu- diziosamente » Per crear de’ contrasti, e per imitare alcune Scene naturali romanzesche , si è caduto sovente nel ridicolo, specialmente ne’ parchi Inglesi, e più ancora ne’ Cinesi , se pur ve n’ha di tali 9 quali ce li descrisse il Chambers. Tuttociò, eh' è terribile , e spaventoso , e non altro, benché serva talvolta a contrasto , pur è contrario alla originaria destinazione dei giardi- ni ; e così pure tuttociò , che fa un senso disag- gradevole , e che ributta . Le scene sieno maestose o dolci , gaje o ele- ganti , selvaggie o melanconiche ; si succedano P una all’ altra , la maestosa dietro all’ elegante , la regolare dietro alla selvaggia, la gaja e lieta dietro alla melanconica; e questa successione sia talvolta interrotta da tratti sterili , incolti , da foccie ? da punti di vista mal abbozzati ; eccq X 55 X le vere fonti del contrasto nei giardini, secondo r Home .• Elements of crittcism . Ecìimbourg 1769. SEZIONE SECONDA, Pei diversi caratteri del paesaggio y e dei loro effetti , La Natura seminò da per tutto una indicibi- le varietà, ed impresse nei paesaggi una diver- sità sorprendente di situazione , e di figura . V’ hanno delle contrade , che c’ invitano quan- do ad una viva gioja, quando ad un tranquillo piacere , or a dolce melanconia , or a meraviglia , a venerazione, ad elevazione \ ve n’ha, che c* ispirano un sentimento della nostra debolezza , e dei nostri bisogni , e che ci riempiono di tri- stezza, e di spavento. Vada sulle Alpi chi noi crede, oppur consulti anche soltanto le fe- lici imitazioni dipinte da un Pussino , o da un Salvator Rosa , Dividendo i’ immensa superficie della terra in grandi parti , ciascuna delie quali formi un in- sieme da se, si hanno dei paesaggi ; e dividendo i paesaggi in piccole parti , si hanno dei Canto- ni . Ogni cantone, considerato come parte de! paesaggio ", ha le sue parti individuali , la di cui unione e natura formano il di lui proprio ed es- senziale carattere . D 4 I. X s* X I. Delle parti individuali del Cantone . Quelle , che costituiscono la sua forma o figu- ra , sono la pianura , 1’ eminenza , i siti cupi e riconcentrati ; quelle che servono a perfezionar- lo , ad animarlo, sono le roccie , le colline , le montagne , i boschi , acque y le praterie , le lontananze , gli accidenti . Scorriamole velocemente una ad una : Pianura . La pianura non ammette un certo grado di varietà; può formare una bella parte di un giar- dino , sola non formerà mai un bel giardino . L’idea, eh’ essa ispira, è di comodità, di li- bertà , e di agiatezza * Abbia una certa estensione per ogni lato, nè offra una superficie ignuda , inanimata . Se si stende senza interruzione, stanca; se non pre- senta diversità di occupazioni e di divertimenti , se dal chiuso non passa all’ aperto , dalla bosca- glia al prato, dalia messe all’ ortaglia , annoia. Le acque servono mirabilmente a vivificarla . Vada, s’ è possibile, a perdersi in un boschet- to, fra gruppi e cespugli, o si rigonfi in colli- netta arborata, o si rompa a piè di monte, d* alta foresta , o si appoggi a villaggio ben co- struito, e popoloso. E- X v? )C Eminenza , i Schiude nuovi punti . di vista , moltiplica gli aspetti , aggiunge dignità agli edifici > che le torreggiano in cima , o le siedono sul fianco , La bellezza dell’ eminenza dipende principal- mente dalla sua figura ; tuttociò eh* è angoloso , tagliato a picco, incavato, appuntito ferisce V occhio . Le linee ondeggianti , le pendenze in- sensibili , i contorni variati , la sommità gentil- mente rotondata, ed appianata , ecco i suoi preg; . Ignuda, purché ben disegnata, non dispiace; ben vestita ed adorna innamora. Tratti di fre- sca verdura , gruppi di fogliame leggero , cespu? gli fioriti, alberi nobilmente alteri, greggie pa- scolanti , una casa di campagna di bella archi- tettura , ecco le sue più belle decorazioni » Siti riconcentrati . Ne’ siti cupi e riconcentrati abita la solitudi- ne , il riposo ; 1’ ombra vi è propria , e qui han- no luogo le scene melanconiche ; qui medita ed entra in se stesso il pacifico eremita * Cespugli folti , acque silenziose , o sordamen- te susurranti, viali coperti, qualche volta una strepitosa cateratta , sembrano essere gli oggetti più convenienti a questa sorta di siti. b Piuttosto , che starsi isolati in mezzo a pia- nura, essi amano meglio di appoggiarsi ad^un bosco , o ai fianco d’ una montagna . Disdegna- no ogni regolarità. X 5* X Roccie • Nei vasti distretti comunicano al paesaggio un carattere forte, e dignitoso, ma generalmente non bisogna considerarle, che come accessori, da cui per altro si può trarre molto partito . Servono a gettare sui quadro . dell’ interruzione , e dell’ ombra . Rinforzano il carattere dei siti solitari , e malinconici ; sono il proprio soggior- no delie grotte , delle cascate , dei ruscelli . Una capanna rustica serve ad animarle ; il so- lo indizio della presenza deli’ uomo porta seco un’ idea consolante , e basta ad abbellire ogni piu tristo deserto. Fanno un effetto sorprendente, specialmente nelle piaggie romanzesche , e tanto più , quanto più le loro forme son variate , ar- dite , strane, singolari; punte acute, spaccatu- re enormi , ineguaglianze , difformità , tutto qui è a suo luogo „ Colline * Le colline non altro sono che eminenze, di cui s’ è già parlato. Una catena di colline pia- ce e lusinga colla diversità delle altezze , degli spazj che sono tra T una e 1’ altra , colla bel- lezza della linea, che seguono succedendosi , col- la varietà del pendio, e delle arborazioni . Cre- scono di pregio per via di capanne, di sentieri, di abitazioni , di coltura . Offrono al nascere , e ai tramontar del Sole effetti e spettacoli inde- scrivibili « Mon- X 59 X Montagne « Hanno per carattere l’elevatezza, e la solen^ ne maestà i lo stesso loro aspetto aspro, e sel- vaggio , le masse di neve sedenti sali 5 apice , i fianchi squarciati, i precipizi minacciosi, le cre- pature , gli abissi concorrono a rinforzarne P impressione. L’occhio diviene attento, P anima si solleva , nasce 1’ ammirazione , e la sorpresa . Èsse sono la patria delle sorgenti e dei fiu- mi , hanno piante e minerali , uccelli e insetti propr; ; sono le amiche della solitudine , 1’ asilo della campestre innocenza, veggono il Cielo pii? dappresso, le nubi e i lampi a’ lor piedi, e il resto della terra quasi inabissato , e in piccola miniatura , Boschi « Piacciono per P altezza , e per P estensione , per la bellezza dei contorni, per la situazione, in cui sono, e che spesso serve a fare spiccare P al- tre parti della scena. Sono talvolta un oggetto eroico ; talvolta non offrono, che un carattere di gravità , di dignità maestosa . Imprimono a ciascuna scena il carattere conveniente , secon- do la specie e disposizione delie piante. Acque 9 La loro presenza anima e vivifica ogni sce** na ; senza di esse manca sempre qualche cosa an- che alla più bella contrada , L’estensione, e la profondità dell’ acque genera sentimenti sublimi di fatto ; all’ aspetto del vasto mare sembra che il pensiero vada a perdersi nell’ idea deli’ infini- to 9 Ma P uniformità di un vasto tratto di ac- qua qua indebolisce presto le prime sensazioni , se barche e vascelli non gli danno vita e movi- mento . Più si prolunga il diletto , se le acque vanno svolgendosi insensibilmente ali’ occhio delio spet- tatore, a partea parte, sotto punti di vista va- riati , con moltiplici sinuosità . Isoiette disper- se di diversa forma rompono la monotonia dì imo spazio d’ acqua troppo esteso . Così terre- ni elevati, roccie, promontori a qualche distan- za ne limitano gradevolmente la vista . Ma uno de’ maggiori pregi dell’ acqua è la limpidezza , che spande tln non so che di^ sereno sugli ogget- ti circostanti , quando all’ incontro 1’ oscurità propria agli stagni , ed all’ acque tutte dormien- ti ispira melanconia . Moltiplici sono le impressioni, che derivano dal movimento dell’acqua. Se tranquilla si dif- fonde su larghi spazj ed aperti , annunzia il ri- poso ; se dolcemente scorre fra 1’ ombre chete , ha qualche cosa di' grave e di mesto . Il mor- morio sordo e soffocato è il tuono della melan- conia , e del duolo ; il dolce susurro invita alla riflessione, e conviene alla solitùdine. Se si ro- vescia precipitosa , spumosa , nasce l’ idea della forza ; i torrenti , che muggendo s’ ingolfano fra gii abissi, offrono uno spettacolo superbo e su- blime . L’ associate .ad altri oggetti? rende i boschet- ti , e i luoghi ombreggiati più ridenti, accresce i’ aspetto selvaggio delle montagne e delle roc- cie; profonda e sonnacchiosa rende una foresta più tetra ; scorrente in piccoli ruscelletti anima e rinfresca la verdura « fra - X 6z x Praterìe . Sono dolci e moderatele impressioni , che prò- ducono j ed hanno un non so che di pastorale e di campestre, che ricorda i piaceri tranquilli ed innocenti della beata Arcadia . La loro circon- ferenza sia segnata da linee dolcemente ondeg- gianti , esclusa la regolarità , P acuta angolosi- tà; le curvature, il tondeggiare dei lembi estre- mi tolgono ogni idea di artifizio » La verdura sia fresca , vivace ; le piantagioni alternino le ombre e la luce ; si stendano, salgano, discenda- no ; si leghino insensibilmente con altri oggetti ; le boscaglie sono le più proprie a servir loro di confine. Scorravi frammezzo, e le frastagli un limpido ruscello. Lontananze, Altre hanno un carattere di grandezza, e di Sublimità ; altre allettano colla varietàl , al- tre colla mobilità degli oggetti ; spesso uniscono tutti , o la maggior parte di questi caratteri , Qualche volta però convien celarle in parte , e perchè la vista si riposi , € per fissare P atten- zione su qualche oggetto particolare , senza che sia distratta ; servono a quest’ uso mirabilmente ie fabbriche. Se ie lontananze niente presentano di vago , e d’ interessante , si possono parimente velare ; se troppo disperse e sconnesse, legare con grup- pi d’ alberi , piantagioni , ed altri oggetti , Ac~ X ** )C 'Accidenti . t cangiamenti , che offrono le diverse stagioni deli’ anno 3 le diverse ore del giorno , il sorge- re e il tramontare del Sole, il movimento , la disposizione j e la continuamente variata appa- renza delle nubi o sulla sera , o in caso di tem- porale , i colpi improvvisi di luce* l’ incerto splendor delia luna, i chiariscuri delle lontanan- ze , i vapori 5 P arco celeste , la rugiada mattu- tina , brillante sul verde dei prati $ il movimen- to dell’ acquea e del fogliame, i riflessi scherzo- si à tutte queste variazioni della Natura , che qui comprendiamo sotto il nome di accidenti 9 sembrano nuove situazioni * e talvolta nuovi og- getti * V artista non può , che spiare * studiare attentamente la Natura * seguirla e profittare di ciò che gli offre* IL Caratteristica dei diversi Cantoni* V’ hanno dei cantoni senza significazione , e sen- za carattere * Pianure igniide * e uniformi * va- sti deserti , piaggie aride e sabbiodose : voi o non fate alcuna impressione , o la fate trista , e ributtante * Il cantone * che sì chiarria gajo * e ridente , è composto di una variata successione di abbassa- menti e di eminenze* di sinuosità e inegua- glianze di terreno* di praterie* boschetti, fio- ri, acque, coilinette * il tutto legato insieme in modo liberò. Qui non roccie * non catene di montagne, non cascate* I cantoni dominati da dolce melanconia esclu- do- X 6* )C dono le lontananze , ammettono abbassamenti , avvallamenti, boscaglie fitte, alti gruppi d’ alberi di ricco e denso fogliame , acque lente , ombra molta ; rifiatano tuttociò che annunzia agitazio- ne. Si badi però di non giungere sino alla tri- stezza , e al terrore; ma regni la solitudine, e il silenzio . V anima vi cerca il riposo e P ob- blìo de’ mali , e un tacito riconcentramento m se stessa . Lo straordinario, sì nelle forme, che nei con- trasti , o negli aggruppamenti strani ed arditi , forma il carattere magico , e romanzesco , che domina specialmente fra montagne e roccie , e genera meraviglia , e sorpresa* La Natura non crea , che di^ rado , uri tal ge- nere di scene , e per Io più in luoghi apparta- ti ; scene che perdono della loro efficacia sotto la penna migliore, e sotto il più vigoroso pen- nello . # La grandezza e P oscurità producono ì canto- ni gravi , e maestosi . Se la tranquillità , che regna intorno ad un oggetto sublime , ne accre- sce la maestà , d’ altra parte lo strepito , e il ro- moroso fracasso ne rinforzano il carattere * Catene di montagne , roccie nude nereggianti , alte foreste, rapidi torrenti , impetuose cascate , lontananze che presentano P oceano , monti co- perti di neve , vulcani , abissi immensi , foglia- me tetro, ombre forti , tenebre, solitudine , tran- quillità, tuttociò entra più o meno nella com- posizione di un carattere sublime, e maestoso* Pochi ne creò di tal genere la Natura ; se ne trovano presso a’ promontori , sulle rive del ma- re , sulle Alpi , su" Pirenei , su altre altissime montagne . La mano* e il genio deli’ uomo può rinfor- za- X *4 X «are in moke maniere il carattere particolare dei cantoni , Una capanna pastorale sta bene al cantone gajo e ridente , un convento , un’ urna al melanconico , rovine gotiche al roman- zesco, tempj e romitori al. maestoso . Si può cangiare talvolta il carattere di un can- tone, e trasformarlo in quello d’ un altro. Per esempio , il melanconico può mutarsi in riden- te , col solo diradare le piante, e diminuire le ombre. Così un. cantone insignificante, col solo soccorso delle piantagioni ben. assortite , si per la qualità , che per la disposizione degli alberi , può acquistare un carattere deciso . Nel caso di varj cantoni riuniti e mescolati insieme , bi- sogna far sì , che le impressioni dell 7 uno non distruggano quelle di un altro „ . PAR- PARTE SECONDA. JLiA Natura presenta al giardiniere ii terre- no, su cui deve esercitarsi, e vi aggiunge anche i materiali necessari , cioè , alberi d’ ogni sorta , fiori, verdura, acque ec. ; i sentieri servono a condurre alle differenti scene e parti del giar- dino . Noi mostreremo ciocché deve osservare I 3 artista nel disporre ed atteggiare questi oggetti naturali , collegandoli insieme e traendone tutto il partito, possibile ; indi passeremo all 3 esame de- gli oggetti artificiali. Questo genere di ricerche, nel tempo stesso che forma ii fondo delle istru- zioni. indispensabili ad un giardiniere , può anche deliziosamente occupare la fantasia di chiunque ama la Natura , ed assuefarlo a render conto a se stesso delie proprie sensazioni , non che ec- citare l’estro di un poeta nascente, e presenta- re ai paesisti delle utilissime indicazioni , SE- E X M X SEZIONE PRIMA Del Sito* IVI ARCHEREBBE affatto di buon senso, chi de- stinasse a giardino un luogo di aria malsana , o appestai) dalla vicinanza di stagnanti paludi , e di limacciosi terreni , o di fondo del tutto ste- rile ed arenoso , che non si potesse abbellire die a forza di travaglio e di spesa, ed a cui mancasse una vista libera ed aperta . Abbia il sito la dote di naturali bellezze; es- se infiammano il genio di chi lavora sotto gli occhi della bella Natura, cui deve imitare; ol- tre di che , un Bel sito esige minor dispendio e fatica , e le disposizioni interne di un giardino acquistano pregio d^lla vista dei contorni. Ove dunque si possa, abbiansi intorno al giardino delle prospettive aperte , e ridenti . Ma non bisogna , che l’ occhio possa vederle tutte ad un tratto da qualunque parte del giar- dino , poiché potrebbero nuocere ali’ impressione particolare di qualche scena » Le lontananze sie- oo talora velate , talora no ; e presentando ora un punto di vista, ed ora un altro, si molti- plichino , e si rinforzino scambievolmente , ma soprattutto si accordino colte decorazioni del luo- go , a cui corrispondono . Vorremo forse accop- piare una gaja prospettiva ad un sito melanconi- co, destinato alla meditazione ed al riposo? E perchè è piu facile di accordare il giardino col paesaggio , che questo con quello, si preferisca di subordinare le viste interiori a quelle del di fuori s sicché in vece di srovarsHo contraddizio- \ ne , X *7 X Me , producano un effetto unico * e vigoroso . L’estensione del sito determinerà l’artista sul numero e sulla disposizione delie scene , che po- trà ordinare . Se sarà troppo ristretto , le de- corazioni vi si troveranno affastellate , non suc- cedenti con quella gradazion che conviene ; i movimenti dell’ anima non si spiegheranno con armonica progressione , ma saran tumultuosi e sconcertati . Un terreno totalmente piano riesce inetto ad un bel giardino ; esso è troppo uniforme , e troppo costerebbe il volerlo variare a. forza d* arte . Abbiansi in un giardino delie pianure , eh’ entrano anch’ esse utilmente in una vaga com- posizione ; ma vi sieno anche deli’ eminenze e degli avvallamenti ; così le scene riescono più diversificate, e nel tempo stesso # più espressive 9 gli aspetti hanno meno uniformità e più gran- dezza, le disposizioni degli alberi fatino un ef- fetto più forte , i ruscelli e le cascate han più movimento, e più vita» Poggi, colline, vallate „ prominenze, discese dolci, cadute d’ acqua rapi- dissime , siti, scene, quadri che svaniscono, si riproducono , si mascherano a vicenda , prati, boschi , fighi , tutte queste diversità so.m prodot- te unicamente dalla varia disposizione dei ter- reni . Ma si sovvenga P artista, che la Natura è infinita nel variarli , e quando occorra di al- zarli, o di abbassarli, o di creare una nuova connessione , che serva a legarli insieme , non perda mai d’ occhio la sua unica e suprema isti- tutrice » Soprattutto, prima cfi delineare il piano e il disegno di un giardino , si badi bene al caratte- re particolare dei cantone, ove si disegna di pian- tarlo . Spesso , col mancare a questa essenziale E 2 at- X 68 )C attenzione , in vece di abbellire la natura , si sfigura stranamente , e si gettano spese e fatica. Per quanto sieno grandi le risorse dell* arte , che può adornare dei siti ignudi , staccare delle parti, e connetterle insieme in altro modo, a- prire o chiudere delie prospettive , rinforzare la luce o 1* oscurità , spargere in un cantone la gioja o la tristezza , indebolire il carattere na- turale di una piaggia , pure non bisogna mai ab- bandonarsi al temerario progetto di metter tutta sossopra la Natura . Essa offre talvolta dei can- tone , che 1’ arte non può nè produrre , nè tra- sformare; e tali specialmente sono il cantone ro- manzesco , ove dominano grandi masse di acque , roccie alpestri, montagne altissime, prospettive immense . Ma conviene astenersi da quei cantoni , che non hanno carattere, nè importanza, e che ri- cusano di trasformarsi in giardino ; 1’ artista , prodigalizzando le sue forze inutilmente , non giungerebbe mai ad occultare, la violenza , che dovrebbe fare alla Natura. Si schivino dunque, oppure si lascino quali sono , per servir di om- bra ai quadro . Colto che siasi il carattere di una piag- gia , e di un cantone, non si perdp più di vi- sta : piantagioni , disposizioni , cangiamenti da farsi , scene di ogni sorte, tutto gli si deve su- bordinare . Il carattere naturale di un paesaggio può es- sere semplice, o composto.; animato o solitario, ridente o selvaggio , fertile o deserto , velato o scoperto, oppure misto di una o più. di queste qualità . Il carattere composto ha dei preziosi vantaggi, ove l’ estensione sia grande , e possa ammettere molta varietà . Allora convien cerca- re X X re le naturali divisioni di questo carattere, per farvi corrispondere ogni scena, ed ogni decora- zione che si medita, e per legar bene insieme tutti i caratteri isolati 0 II carattere semplice all* incontro , non ammette che dei giardini egual- mente semplici , e di un solo genere : quale que- sto esser debba , si rileverà dalla naturale dispo- sizione del suolo e dei sito * S’ingegni 1’ artista di emendare, o di velare almeno i difetti del sito, su cui travaglia; ma schivi una eccessiva esattezza; non voglia sem- pre adornare, ed abbellire; le piccole negligen- ze spesso si accordano colia bellezza ; ed il far- le disparire nuoce sovente a quei non so che di naturale, che tanto piace. Non bisogna troppo affrettarsi a toglier di mezzo tutti gli oggetti naturali , che si trovano in un sito ; spesso bastano dei cangiamenti in- gegnosi , delie moderate addizioni . Vi è chi abbatte ad un tratto tutte le piante vecchie, e mentre le nuove languiscono , o crescono lenta- mente, l’impazienza lo assale, e si stanca del suo progetto. Molti oggetti , che sembrano a prima vista inutili o nocivi , dopo maturo esa- me si trova ch’entrano felicemente nel piano, e che vagamente fi uniscono col tutto. Un’ annosa quercia centenaria col tronco semiputrido , colle braccia ramose, distorte, difformate, spoglie di frondi , inaridite, diede appoggio talvolta eoa ottimo effetto, ad un solingo romitorio; e bea si accorda coll’ immagine , che il tempo strugge tutto . Non si perdoni per altro a tuttociò , che intercetta un vago aspetto , che discorda colie parti o col tutto, e che si oppone ad ogni con- veniente associazione . Ma quali sono i limiti , che debbonsi dare ad E 3 un X 7° X un. giardino? E' impossibile fissare un precetto su di ciò ; basterà avvertire in generale , che non bisogna sforzarlo a prendere una determina* ta figura, p. e., un quadrato ec. , che i limiti non hanno da essere troppo decisi , come suols* fare colle muraglie , colle fosse , ma che piut- tosto debbon meschiarsi e perdersi nei paesaggio cP intorno . Derubando la vista dei limiti , il giardino comparisce piu naturale ed anche più grande ; V idea dei ternrne di un luogo che ci diletta , l’idea di essere obbligati a rifar lo stes- so cammino , ci rattrista, e e’ importuna.' Una boscaglia , un prato , un lago , terminano gra- devolmente un giardino; rocchio con piacere vi si ferma e riposa. All’incontro nei giardini di carattere melanconico, non disdice un recinto fhiuso, nè una totale privazione di lontananze. )( 7 * X SEZIONE SECONDA Degli Alberi e degli Arboscelli . I. Caratteristica degli Alberi , e degli Arboscelli ■ ■* Lasciando ai Botanici la scienza di classificare ì vegetabili fecondo i loro caratteri essenziali , il giardinista, nella loro distribuzione, non si deve appigìiare che alle differenze esterne, le quali colpiscano Pacchio, ed alla considerazione dei diversi usi , che se ne possono fare in un giar- dino . Gli alberi e gli arboscelli , che primi ci mettiamo a distribuire in un modo affatto nuo- vo, parte sono indigeni , parte vengono d’ altri paesi , e specialmente dall’ America Settentrio- nale; ommettiamo quelli eh’ esigerebbero cura e spesa di stufe , trattenendoci unicamente di quelli che sogliono reggere nell’ inverno ad aria aperta , o che hanno bisogno di essere soltanto difesi dal crudo rigore di tramontana , Albert, La forma del tronco , la qualità dei rami e del fogliame , dei fiori e dei frutti formano la base della nostra distribuzione. Molti alberi ap- partengono a pià di una classe, perchè si tra- E 4 va- X 7* X vano possedere più di uno degl’ indicati caratte- ri distintivi . Consiste la bellezza del tronco in un fusto dritto, alto, svelto; e rapporto ad alcuni albe- ri, in una corteccia liscia, ducente* Gii alberi di questa classe hanno anche il pregio quasi tut- ti di crescere facilmente . Eccone una lista. Fagus sylvatica . Tilt a europea. Pinus sylvestris » Pinus Abies . Pinus picea . Pinus balsamica a Ptnus canadensis » Pinus Strobus . Pinus Larix . Pinus Cedrus . Ulmus campestris „ Fraxinus excelsior . Acer platanoides . Acer pseudo-pi at anus « •/firer rubrum . Acer Negundo . Populus nigra . Populus alba . Populus tremula . Quercus rubra . Quercus Prinus . Platanus occidentalìs a Betula alba . Questa classe conviene alle piantagioni , che |i avvicinano all* abitato , ai viali , ai boschet- ti , alle decorazioni di monticeli! , alle apparte- ner X 73 X nenze di ogni edifizio di gusto nobile , e dei tempi, alle scene del genere solenne , dappertut- to infine , dove il sito ricerca bellezza di forme e regolare maestà . I fusti dritti e lanciantisì al r aria svegliano F idea di gioventù , di vigo- re, di coraggio; e mentre P occhio, li segue ver- so il cieio , sembra che 1’ anima si stacchi dal- la terra , e s’ innalzi insieme con essi . Quanto ai rami, alcuni alberi li spingono drit- ti in alto , come : Amygdalus communi s « Sai ix pentandra . « — — triandra . * Helix . Altri alberi scostano t rami loro P uno dall’ al- tro , come : Thuya occtdentalis • Ptnus Cedrus. Altri lasciano cadere i rami penzoloni , come : Sal'tx babilonia . Betula alba -, Pinus Larìx . Questa sorta di alberi fa un grandissimo effet- to , specialmente nei siti dedicati alla melanco- nia ; P aria di abbandono , con cui lasciano ca- dere pendenti i loro rami , genera un’ impressio- ne dì tristezza , che si può rinforzare , frammi- schiandoli ad alberi di fogliame cupo, e fosco . Quanto al fogliame , vi sono degli alberi che P hanno ricco ; tali sono : Fa - X 74 X T a gus sylvatica . T ili a europea • Tilt a americana . Miller « Quercus rubra . Quercus Kobur • Magnolia grandiflora • Liliodendron tulipifera . Platanus occidentalis , .A tucul us Hippocastanum . £// campestris . Negundo , nar. «fper, Juglans regia » Fa gas Castane a 9 Morus papyrifera 8 Big noni a Catalpa • Qelt’ts australis , Fopulus heterophylta • La Natura destino questi alberi a sommini- strare deli’ ombra , e conseguentemente alle sce- ne di estate , ai luoghi di riposo rinfrescante , presso i sedili isolati , attorno alle sale da convi- to ec. La T ìli a europea cresce prontamente, ha fiori odorosi , fogliame superbo , ed è uno de’ nostri alberi indigeni piu belli « Il Lilioden - dron tulipifera è uno de’ piò begli àlberi dell’ A- snerica , pregiabile pel sollecito crescimento , per la sua altezza , per il fogliame abbondante e ma- gnifico , che gli dà un aspetto maestoso, e pei fiori di un verde-giallastro con leggera tinta di arancio, che simili ai tulipani per la figura , P adornano per qualche settimana . Il Platano del- la Virginia cresce prestissimo. Altri alberi si distinguono per il fogliame ra- so, leggiero* arioso, come: X 7S )C Betula alba . Pinus pìcea . Pinus Abtes , Populus tremula 9 Populus alba . P'mus Larix Pìnus balsamica • Kobinia pseudo-acacia « Sor bus aucuparia . Mimosa arborea , var « Gleditsia triacanthos , Fraxinus e x ce l si or. Amorpha fruticosa » E quasi tutti gli alberi coniferi , o resinosi , La Natura ci presenta questa sorta di alberi per quelle scene , che non esigono ombra , nè foltezza di riparo, e per quelle che devono avere qua e là delle squarciature libere e trasparenti , essere penetrate agevolmente dall’ aria e dal so» le, e abitate dall' allegria, e dalia libertà. V oscurità del fogliame ci presenta un’ altra varietà nelle piante seguenti: Car pinus Betulus * Betula Alnus . T axus baccata . Fraxinus Ornus « Quercus nigra . Populus balsamea • Fagus selvatica foliis atro-rubentibus 9 Morus nigra . Khus coriaria » Le scene malinconiche, i viali, i siti dedicati alla riflessione ed alla tristezza , i remitorj , le ur* X 7* % urne , e gli altri monumenti sacri ài dolore ed alF afflizione 3 chiedono di essere ombreggiati da que- sta sorta di alberi, il cui colore verde-cupo pre- sta un nuovo genere di soccorso all’ immagina- zione intristita . II fogliame gajo e luccicante raccomanda alcu- ni alberi per le scene piacevoli, poiché una luce chiara e brillante è propria della gioja „ Appar- tengono a questa classe : Tilt a europea* Fagus selvatica* Betula alba . Acer platanoides e Acer striatum « Acer Negundo . Fopulus nigra « —— — alba . S ali x pent andrà « Qiierc us alba * Quercus Cerris » Qiiercus rubra * Hippophae Rhamnoides * Olea europea . Eleagnus angusti foli a <, Crateegus oxyacantha . Sor bus aucuparia . Vitex agnus castus . Alnus incana . Crateegus ariac La varietà pittoresca dei colori del fogliame forma una nuova classe , la quale comprende mol- ti alberi che hanno foglie variegate , dorate ec» come specialmente; Acer X 77 X Acer pensylvantcum , Acer rubrum , Acer platanoides fol. eleg. yariegatis . Betula Alnus fol. variegatis * Carpinus Betulus fol. varieg . Cornus mas . fol, eleg . varteg '. Fagus sylvatìca fol. ex luteo varteg . Fagus Castanea _ /iù begli alberi dell’America. Ve ne sono molte varietà , e tutte sceltissime . Si distingue la Magnolia grandiflora foliis lanceolatis ; i suoi fiori han- no quasi un piede di diametro, e spirano gratissimo c- dore . X Si X \ I TE seni us Pavia . Gytisus Laburnum . Genista hi spanica . Guilandina dioica . Kalmia latifolia & angusti foli a 9 Robinia bispida . Robinia Caragana . Robinia Pseudo-acacia . Cratàgus aria . j Eleagnus latifolia & angusti foli a * Cratxgus torminalis . Sor bus aucuparia . Prunus Padus . Cercis Siliquastrum « Viburnum opulus : Var. rosea . Tutti questi alberi adornano colla vaghezza dei fiori le piantagioni di primavera , ove deve trovarsi i 1 allegria ; ed il soave odore che spi- rano, li rende gratissimi in tutte le scene di ri- poso , presso i gabinetti di verdura, ove si ama di soffermarsi alcun poco , presso le sale da con* vito , i ritiri studiosi , i bagni ec. La bellezza esteriore dei frutti , quella che lì rende grati a vedersi, dipende in parte dalla lo- ro forma, in parte e più dal loro colorito , Le frutta di color verde d’ erba , come 1’ han- no alcune specie di prugna , o di un colore bru- no-carico , o grigio 3 come alcune specie di meli e di peri , non fanno un bell 7 effetto ; ma P oc- chio ai contrario viene soavemente attratto dalle frutta di tinta vivace , come sono i colori car- nicini , i gialli , i vermigli , i rossi con tutte le loro gradazioni , e mescolanze di varietà , quali d vengono offerti dagli albicocchi , dai peschi * F dai X s* X tisi ciliegi , e da molte specie di meli e peri , che brillano frammezzo un verde fogliame. L’ epoca della loro maturità serve a fissare quale sia la stagione della scena , a cui conven- ga un tal albero; la maggior parte però appar- tiene alle scene di state o di autunno . La Natura è stata prodiga di frutti sani e deliziosi . Il catalogo dei frutti più eccellen- ti , che si coltivano dai Certosini , stampato a Parigi nel 1767. in 8. ci offre trentanove specie diverse di meli , altrettante di prugni , quaranta di peschi , cento di peri ; e que- sto catalogo è ben lungi ancora dall’ essere com- pleto . Arboscelli , Gii arboscelli o arbusti differiscono dagli al- beri principalmente in ciò, eh’ essi lanciano fuor di terra più di un fusto, spandono i rami loro da ogni lato , e s’ innalzano meno . Le foglie , I fiori, la soavità dell’odore ed altrebuone qua- lità li rendono pregiati . Essi servono a variare il quadro colla compo- sizione di piccole selvette, di piantagioni di me- diocre altezza , vestono i muri , i padiglioni , i gabinetti , formano delle arcate , ombreggiano e gratamente profumano i siti destinati al riposo , ornano i boschetti, chiudono e fiancheggiano i passeggi , in fine abbelliscono tutte le scene . Alcuni arboscelli danno delle frutta ; altri non piacciono , che pei fiori , e pei loro balsamico odore ; gli arboscelli selvaggi si mescolano util- mente coi fruttiferi, e concorrono alla vaghez- za delie composizioni. Il seguente ristretto catalogo potrà istruire • ab- , X *3 X abbastanza gii amatori meno esercitati , e inse- gnar loro i’ uso e la varietà degli arboscelli . Rosa E giunteria . — ■ — r uliginosa . — spinosissima „ canina . — — - fcccundissima . Munck }) * — ■ — inermi s . sempervirenS' , lutea , muliiplex % Bauh « — — punicea * Miller * *— cinnamomea . *— — provinci ali s . Miller . — — * bolosericea . i^o/ 0 > virginiana „ Miller » — ■ carolina « pimpinellifolia » e verdeggian- te di un verde, che contrasta col fogliame dei gruppi , ne rilevano il pregio grandemente; ma egli è soprattutto presso alle acque , dov’ essi fan- no un effetto sorprendente . Quale spettacolo è quello di una riviera , che spinge i flutti inargen- tati frammezzo ad alberi di un portamento super- bo, e di un verde animato, mentre qui i fusti svelti e leggiadri si abbelliscono pei contrasto , che formano colla luce mobile ed inquieta dell’ acque, ove.il riflettuto lume si agita e gioca fra gl’intervalli ! Fra i gruppi cresce il piacer del passeggio : dietro un largo e retto viale, o fra sinuosi mean- dri la turba si divide , si spande a coppie a cop- pie, e si disperde; il tortuoso errore dei sentie- ri or gli avvicina , or gli allontana ; chi si oc- culta fra le piante, chi torna all’improvviso a rivedere il compagno. II gruppo prende diverso carattere dalla di- versità dei fusti , dei rami , e specialmente del fogliame ; ma questo carattere dev* essere sem- pli- X 90 X plice ed uno ; attesoché la poca estensione di terreno che occupa, ed il ristretto numero del- le piante che io forma , non ammette , come nel boschetto e nei bosco, un carattere com- posto . Del Boschetto , Il boschetto sta di mezzo fra il gruppo ed il bosco , ed è formato da molti gruppi uniti in- sieme ; il bosco si distingue per la grandezza , il boschetto per la bellezza . Gli alberi non sieno gli uni troppo segregati dagli altri ; bisogna presentare un tutto legato insieme, non una _ collezione d’alberi isolati . La varietà conservi qualche ordine , ma senza apparente regolarità, le distanze da albero ad al- bero sieno ineguali, sicché gii uni si stringano, gli altri si allarghino , e si allontanino; le ra- mificazioni, i fusti, presentino quando una figu- ra , quando un’ altra ; i tronchi stessi non si at- teggino tutti in un solo modo ; i contorni e- steriori , che limitano e disegnano il boschetto , abbiano una facile non istentata varietà ; ombra fìtta in un luogo, luce libera altrove, talvolta colpi di Sole rotti , e sparpagliati sui terreno . Vi sia per entro un facile passeggio ; i sen- tieri non sieno artificiosamente coperti di sab- bia , ma piuttosto di verdura ; la loro sinuosità conduca ora a luoghi ombreggiati , ora ad aperte e ridenti squarciature , ora a prospettive lonta- ne. Alberi variati, forme e colori di fogliame che contrastano , luce cd ombra , raggi di luna tra foglia e foglia, dolci riverberi, canto di uc- celli, esseri che sentono, e che annunziano la loro felicità , grati odori , e mille altri piacevo- X 91 X Ji accidenti incatenano il solitario amico della Natura in queste deliziose situazioni . L’ ineguaglianza del suolo rialza la bellezza di un boschetto , ossia eh’ esso sorga dalla base di un erto monte , o che declini dolcemente dietro una riviera , un lago , o che vada scor- rendo sopra Una fila di piccole ondeggianti col- line . Il terreno dunque deve determinare il ca- rattere di un boschetto ; sacro alla malinconia , scenda e s’ interni in una vallata ; sacro al pia- cere , coroni la cima di un bel colle . La diversità naturale degli alberi impronta il carattere al boschetto . Alberi d’ alta cima , di tronco forte , di rami larghi , di fogliame fitto , ricurvantisi in ampia e densa volta , spirano di- gnità e maestà . Fusti svelti , mediocre altez- za , bella foglia , rendono il boschetto nobile ed elegante ; molta ramosità , braccia pendenti , fo- gliame cupo e folto, convengono alla tristezza » Uno slancio ardito, una ramificazione che s’ in- nalza , e nel tempo stesso si spande , un foglia- me leggiero, arioso, ridente, luccicante , delle squarciature , dei colpi di luce non interrotti , un suolo netto e sbarazzato da spini e da mac- chie , annunziano il boschetto delizioso. II roman- zesco è prodotto, sì dalla singolarità e stranezza delie forme degli alberi, che dalia tinta delle fo- glie e dei fiori , e dalia mescolanza di diverse specie . Il boschetto non esclude assolutamente il ca- rattere composto; ma è preferibile il semplice , che produce un effetto più determinato , e più diretto ; un variato disegno conviene piuttosto ai bosco . Bo- X 9* X Bosco . La grandezza distingue il bosco dal boschetto | non esige alberi scelti , di portamento nobile , di bellezza distinta, ma li tollera negletti ed incolti j il suolo può essere sparso, ed intralciato di sot- to-arboscelli » Si abbellisce un bosco , varian- dolo . La elevazione e la grandezza delie sue piante , la diversità delle forme e delie distam- ze , i rami o rari o spessi , i contrasti del fo- gliame , fiori, arboscelli, pianticelle frammiste j spaz; chiusi o aperti , trasparenza d 7 intervalli , scherzi di ombre e di luce, ecco i mezzi che si possono impiegare . La situazione non è indifferente . Se il bosco si stende dietro ali’ ondeggiar di dolci colline , o lungo una riviera , o un prato , è vago ; se si alza su di un monte, da cui domini intorno, è nobile ; ardito , se pende sospeso e minaccioso dalla punta di una roccia scoscesa ; romanzesco, se sbalza fuori di un lago , o fi piega e s 7 inchi- na al di sopra di una volta cupa e sdruscita , sotto cui mugge un torrente; maestoso, quando siede , qua^i in trono , sul dorso di altissima montagna , e vede a 7 suoi piedi volgersi ed ad- densarsi le nubi . £ quanto possono variarsi , combinandosi insieme , queste diverse situazioni ! Un paesaggio circondato intorno da un bosco, of- fre un maestoso riposo, e desta un nobile e soave sentimento. Anche un bosco di mediocre esten* sione ha i suoi piaceri . Una capanna , presso cui pasce il bestiame, qua e là dei pastori, una prateria che fogge e si rinseiva , qualche campo di biada fra i più aperti intervalli , suolo inegua- le , prospettive, anfiteatri a rincontro, tuttociò forma uno spettacolo dei più deliziosi . E quan^ to X 93 X to non è dolce dal cupo silenzio , e dai tacito orrore di un bosco lanciare il guardo su di una piaggia aperta e distesa , ove tutto annunzia vi- ta , movimento, attività ! I subiti passaggi dall’ imboscato allo scoperto , dall’ oscuro al chiaro , dal solitario all’ animato , dal melanconico ali’ allegro , produrran varie sce- ne , e diversi generi di commozione. II bosco deve presentare al di fuori una cir- conferenza variata nella sua figura , ne’ suoi lati o rientranti , o salienti, annunziare una libera ed amabile negligenza, esser diverso senza confu- sione, grande senza eccesso, nobile senza fasto « Se il bosco va salendo dietro un’ eminenza , posizione felice, che presenta una moltiplice va- rietà nelle piante, che si sovrastano l’una ali’ altra , e a grandi masse di differente verdura , esso deve giungere a coronarne l’ apice con al- beri di alta cima, e legarsi, per così dire, coll’ azzurro dell’ orizzonte ; parrebbe più piccolo, se l’ignuda cima dei monte lo sormontasse. Un lago limpido a’ suoi piedi lo renderà più pom- poso, specialmente alio spuntar dell’aurora, e al declinare del sole j il rosseggiante cielo ri- verberando sull’ onde, formerà un superbo con- trasto col colore cupo e rinfoscato del bosco . Tutte le parti del bosco sieno legate insieme, esso non ha da fare che un tutto ; ma però com- parisca agli occhi diviso e staccato dal paesag- gio . Piccole colline vestite di un verde-chiaro , gruppi qua e là , alberi sparsi , isolati , pianta- gioni rade , che lascian vedere a traverso dei lor fusti degli spazj vuoti, e delie lontananze, fan- no una graziosa decorazione all’ ingresso di ora bosco » Ani- X 94 X Ammettendo il bosco ogni sorta di carattere i ammette pure ogni sorta di fabbriche dai romi- tori sfasciato e cadente , sino ai più magnifico tempio. Anche un’ abitazione ornata e riden- te, addossata ad un bosco, ne interrompe ii te- tro aspetto, éd annunzia d> iungi ia doice cal- ma , che regna in quei sito * Foresta Per Foresta deve intendersi una unione irre- golare di boschi , di gruppi, di alberi isolati , e di cespugli ; differisce dalla landa, perchè con- siste più in alberi , che in arboscelli e macchie cespitose ; dai bosco , perchè questo è un com- posto di masse ^ di gruppi regolari d’alberi di alto fusto, e di vaga apparenza , mentre la fo- resta offre dei tronchi torti e difformi , dei folti cespugli , dei labiri riti a’ arboscelli frammisti di quando in quando ad alberi di fusto dritto, e di bella vista , dei gruppi rade volte gentili , degli arboscelli , che attortigliatisi sgraziatamente at- torno a piante più grandi, e d an loro un’ aria in- colta e selvaggia, pochissimi tratti netti e sba- razzati, e frastagliamento, informe di terreno « ^ Gli alberi ed i cespugli , che si . legano coi più strani intralciamenti, la vista intercettata 5 V oscurità , le tenebre , le bizzarre apparenze , tutto vi desta un melanconico orrore, tempra- to alquanto dal cantar degli uccelli , che vi godono un cheto asilo . Quivi sono frequen- ti i tratti selvaggi e romanzeschi specialmente se vi sieno dei ripidi avvallamenti, delle scosce- se eminenze , che si accavallano P una sull’ altra . Per aver delle strade e dei punti di vista , si X 9 * X è pensato di aprire dei sentieri nel mezzo delle foreste e dei boschi . Ordinariamente si forma una così detta stella , cioè si conducono dei viali dalle diverse parti del bosco , che tutti poi van- no a finire in un centro comune, dal quale P occhio gP infila tutti ; regolarità , che dopo un momento di sorpresa , genera al solito fastidio e noja . La linea retta è tollerabile , purché non continui troppo a lungo , purché il terreno la soffra , purché si tratti di dirigere P occhio ver- so un oggetto importante, una fabbrica, una lontananza, un colpo discena, purché finalmen- te non presenti sempre la stessa larghezza , ma risulti variata dagli alberi laterali , e da cespu- gli di varie altezze, forme e tinte . Ma le ine- guaglianze del suolo , e la ricercata varietà del- le piantagioni sembrano chiedere , che i viali, ed i sentieri ora salgano, ora discendano , si pieghi- no , si torcano , presentando all’ improvviso del- le squamature inaspettate, delle inattese prospet- tive , un cielo azzurro o arabescato di nubi , città, villaggi, castelli , fiumi, laghi, vette co- ronate, altissime , e maestose . Questi oggetti però non si mostrino tutti in una volta , ma a poco a poco , e con una gra- dazione insensibile , dopo qualche oscuro inter- vallo, ora velati alquanto, ora scoperti , non mai né promessi , nè prenunziati . Cespugli . Il cespuglio è la prima combinazione degli arboscelli; solo non giunge a fare un grande ef- fetto ; ed il saperli ben combinare, è appunto ciò che ne forma la parte più essenziale . La figu- ra degli arboscelli , e ie diverse tinte delle loro fo- X 9* X foglie e dei loro fiorì servono a caratterizzarlo, e ad indicare i siti a cui è adattato . Esso adorna graziosamente i monticelii , ser- ve nel piano a rompere la linea retta , forma dei gruppi pittoreschi , purché si sappiano bene scegliere e disporre le piante, badando alle di- verse elevazioni , e al diverso colore delle foglie e dei fiori ; coll’ ombra e coi frutti invita gli uccelli , che rallegrano e vivificano la scena ; ab- bellisce i boschi ed i prati , e col grato profu- mo dei fiori è molto proprio a guernire i padi- glioni , ad ornare i siti da riposo, a formare dei &erzb » Lande . Le lande si distinguono dai cespugli , benché e quelle e questi sieno composti di arboscelli , Ma i cespugli offrono dei gruppi sparsi , e so- no disposti e ordinati con qualche scelta , lad- dove le lande presentano un ammasso irregolare di molti cespugli , e sotto-arboscelli , frammisti a qualche albero , il tutto senza coltura , e con una rusticità licenziosa . Benché non sieno le lande proprie ai passeggio, pure vi si può apri- re per entro qualche sentiero; la loro vera de- stinazione é quella di rompere la monotonia del quadro , e di mettervi del contrasto ; contrappo- ste ad una scena piacevole, piena di coltura e di eleganza, fanno un massimo effetto , purché sem- brino nascere spontaneamente in luoghi incolti e sbandati, presso un’acqua lenta, e cupamen- te romoreggiante , Le lande appartengono piti propriamente al genere romanzesco , né si devono confondere col deserto. Aride sabbie, roccie ignude , acque stagnanti , alimento e culla di serpenti , caverne al- X 97 X albergo di lupi , notturni rimugghiamenti , lut- to intorno ed orrore, silenzio eterno, cui non giunse mai voce d’ uomo a turbare ; ecco il de- serto . Arte di dipingere col fogliame . Gli alberi , in generale , non si sono conside- rati per lungo tempo , che come un mezzo di procurarsi dell 5 ombra . Ma nè ogni sito vuol ombra , nè la vuole sempre nella stessa quanti- tà . Cadente sopra un’ aja di fiori, sconviene; piace attorno le grotte , i bagni , i romitori . Il carattere del giardino e del luogo deve determi- nare il più o il meno d’ ombra , che gli sta be- ne; moderata diletta l’occhio, invita a fer- marvisi, e chiama le famiglie dei musici uccel- li ; troppo fitta genera uniformità e tristezza . Ma se l’ arte di distribuire 1’ ombra riceve leggi dalia comodità , 1’ arte di dipingere coi fo- gliame ne riceve dalla bellezza » Questa risulta dalla relazione , che ha saputo introdurre 1’ ar- tista tra le forme , ed i colori delie diverse spe- cie di alberi , e di arboscelli . Prima deve offrirsi il verde tinto leggermen- te di bianco e di giallo, poi il verde-chiaro , indi il verde-bruno , e successivamente il verde più carico e nereggiante; sicché tra questo, che occuperà il fondo , ed il primo biancastro e gial- lastro , che sarà nel dinanzi , scorrano e si sfog- gino tutte ie altre gradazioni e mezze-tinte 0 II verde-chiaro sta benissimo tra il verde giallastro, o brunastro ; e questo sembra preparare ai verde carico ed oscuro . Chi volesse dei dettagli più minuti , ricorra al Whathely , Art de former les jardins modernes „ G Ma X X Ma si abbia grande attenzione alle figure, ba- dando che questi diversi verdi non vadano a fa- re delle fascie larghe una dietro 1* altra , ma sie- no fusi delicatamente insieme ; o piuttosto , che grandi e belle masse di tinte diverse non si stia- no P una accanto ali’ altra ; ma in una grata irregolarità , e in differenti proporzioni . Questo gioco di fogliami di tinte diverse , non può aver luogo che nei boschetti , e nei boschi ; esso avrebbe una equivoca inefficace energia nei gruppi e nei cespugli . Questi per lo più non ammettono , che un color solo , o una dolce e grata mescolanza 1 di pochi colori . Ben si può fare, che una collezione u* gruppi contrasti in- sieme ; ed in tal caso si dispongono in modo , che formino un quadro continuo . L’ intelligenza de’ chiaro-scuri sì nel giardi- naggio , che nella pittura , è un mezzo di rav- vicinare o allontanare apparentemente gli ogget- ti . Quelli che sono più lontani , diventano all’ occhio più confusi; quindi di due gruppi ad e- guale distanza , quello che sarà di un verde più chiaro , sembrerà più rimoto . Anche il fondo produce una nuova differenza ; una montagna , una roccia eminente posta dietro ad una pianta- gione , o ad un bosco , ne accresce P oscurità , quanto la scema la lucidezza di un azzurro o- rizzonte. Ma bastino queste poche indicazioni in un ar- gomento sì delicato , e sì poco ancora conosciu- to ; P osservazione , la sperienza , il gusto gui- dino P artista « Set* X 99 X Scene boschereccìe « L’ amico della Natura trova ne’ boschi e tic 1 boschetti , anche non abbelliti dal gusto , mille variati piaceri più seducenti assai , di quanti ne promette l’arte insipida, che segna lunghi e ret- tilinei viali , e mutila e difforma gli alberi col- la forbice indiscreta . L’ artista dotato di sentimento e di gusto po- trà , senza sfigurar la Natura , ordinare e dise- gnar delle scene proprie a diverse specie di trat- tenimenti e di piaceri; e valendosi di ciò, eh* essa gli presenta , promoverne e rinforzarne I* effetto . Qui s’ apre una scena piena di gentilezza e di grazia * Alberetti giovani e leggiadri grup- pali dietro al piè di una collina ondeggiante , che di mezzo a piante più elevate Stende lo sguardo sopra boschi e monti lontani , fra ì quali riposa un Iago limpido e rilucente . Mon- ticelli arborati fiancheggiano ed. ombreggiano la collina ; sulla tondeggiante sua cima sorge un delizioso gabinetto , cui profumano intorno mil- le fiori^ odorosi , frammisti a fiori più grandi, dì tinte più forti e più vive , e alternati qua e là da vaghi adorni arboscelli . Tutto tace all’ in- torno , fuorché P usignuolo , ed il ruscello ; la Natura non sembra d’ altro occupata , che del voluttuoso spettacolo di sue bellezze . O tu fe- lice, che qui potesti gustare le prime dolcezze di amore ! Volete una scena sacra alla riflessione, al ri- poso ? nessun oggetto importante, e animato stur- bi P attenzione dell’ anima ; nessuna lontanan- za . Un picciol sito ben ombreggiato, un’ ac- qua tranquilla , un gabinetto da lettura , illumi- G 2 na« X *00 X nato solo quanto basta, perchè la tranquillità non si cangi in melanconia . musica e la danza esigono un luogo solitario, vi si aggiunga uno spazio aperto , e comodo al passeggio , con un po’ d’ ombra , Le delizie della tavola non escludono la vi- cinanza di un bosco ; la fabbrica si pianti su di un’ eminenza libera e scoperta , cinta di aspetti ridenti , da dove 1’ occhio erri in un piacevole paesaggio . Se le può dare la forma di un tem- pio ; vi sia dinanzi un passeggio pel dopo pranzo . Ma non basta piacere all’ immaginazione ed ai sensi ; dobbiam toccare anche il cuore, svegliar- vi ogni sorta di sentimenti nobili e grandi, ri- concentrare 1’ anima dentro se stessa , o rin- tracciandole i meriti altrui s empierla di ammi- razione , di emulazione , di amore » Tal è 1’ ef- fetto , che specialmente ci fanno i monumenti funebri, posti nella parte tetra e solitaria di un bosco; essi ci risvegliano delle interessanti remi- niscenze . E perchè non vi porremo anche dei sepolcri ? perchè i proprietari non potrebbero a- vere il cimiterio di lor famiglia in un boschet- to appartato , ove nodrirsi i’ anima di care me- morie , di sentimenti morali ( a ) ì Le 00 II Marchese di Gerardino , diede sepoltura ed elevò un Mausoleo di bella e rara semplicità al suo amico Rousseau , nel Parco di ErmenonvilJe , posto a dieci leghe da Parigi . Rousseau morì li z. Luglio 1788. Kglla Theorie des jardim 1776. trovasi una ragionata descrizione di Ermenonville ; e la descrizione del Mau- soleo leggesi nella Gazzetta letteraria di Europa» Ots Sobre 1778» X XOI % Le commozioni deli’ anima prendono un ca- rattere ancor più nobile, se s’innalzino fra i bo- schetti , e nei boschi delle cappelle sacre alla di- vozione ed alla preghiera. E 1 noto qual vene- razione avessero pei loro boschi gli antichi Ger- mani , e gli altri popoli Celti ; la veneranda antichità delle quercie , il silenzio maestoso , la misteriosa oscurità , una profonda solitudine , un fremito di santo terrore , preparano l’anima ai sublimi sentimenti, che ci destano la cognizione e l’adorazione dell’ Esser Supremo, la contem- plazione della sua grandezza e del nostro nulla, la coscienza de’ suoi benefici , e la persuasione in cui siamo, che v’abbia di là un’ altra esisten- za, ed un altro mondo. Alberi » L* antico stile sfigurava persino gli alberi iso- lati , tagliandoli a foggia di globo , di vaso, di pi- ramide , ed in mille altre goffe e ridicole figure a Poi di più alberi uniti si fecero dei gabinetti , delle sale da convito, dei conventi, dei teatri, degli archi trionfali , e simili fanciullesche sci- pitezze 6 Siepi è Si piantarono delie. siepi, e se ne fecero delle muraglie, dei recinti , fra’ quali sorgeva di quan- do in quando un qualche albero bizzarramente trasformato a guisa d’ uomo o di bestia ; i giar- dini divennero umidi , tristi , e monotoni . G 5 Via - X ioa X Viali . I viaii piantati cT alberi , ebbero essi . pure a «offrire ia tirannia della forbice e del gusto de- pravato . Ma perchè possono ricever vaghezza , quando si piantino dietro un piano di semplice regolarità, lasciando all’ albero tutto l’agio di una libera crescenza, perciò meritano, che vi ci arrestiamo alcun poco, I moderni usano due lunghe linee rette d’ al- beri , poste l’una in faccia dell’ altra ; ma ne ri- sulta un’apparenza fredda e monotona; quindi per toglierla si pensò di alternare cogli alberi 1 gruppi , ed i cespugli . Pure i rettilinei non sono del tutto senza merito, purché non si pro- lunghino troppo. I boschi stessi non ci presen- tano talvolta delle piante , ordinate con qualche regolarità? Il segreto consiste nell’ interromper- la frequentemente con qualche piccolo cangia- mento ; oppure nel piantare sì fatti viali in que 1 siti , dove la stessa regolarità non produce alcun effetto disgustoso. Per vincere il fastidio di una regolarità trop- po esatta si faccia succedere interpolatamente la linea ondeggiante alla retta , e si tragga partito (dalla diversità delle relative distanze , delle al- tezze, dei fusti, del fogliame; gii alberi ora si scostino , ora si appressino , or piò or meno al- ti, ed interrotti da qualche cespuglio; le foglie ora si addensino in volta , ora diradate lascino ingresso alia luce; qui veggasi un ritaglio, là un angolo , altrove un’ elegante continuazione in linea retta . Un viale troppo lungo stanca pre- sentando un vuoto, una troppo indeterminata distanza ; converrebbe qualche volta farvi verso la fine uno sghembo , sicché non se ne vedesse il ter- X 103 X termine ; si perderebbe il vantaggio della pro- spettiva, ma l’immaginazione saprebbe esaggerare a se stessa 1 ’ ampiezza del luogo , e rinforzarvi F idea di solitudine . Un viale retto e non lungo, sta bene al di- nanzi di una casa di campagna , perchè la rego- larità di una fabbrica spande d’ intorno un certo tuono di ordine e di esattezza , che si comunica agli oggetti vicini } vi si trova un passeggio co- modo , ombroso, difeso, F opportunità di un sedile, e se si voglia, di una qualche fabbri cuc- cia . Ma pure sanno rendere Io stesso servìgio dei piccoli gruppi, sparsi qua e là d’ intorno alia casa, oltre il vantaggio di mostrarci il fabbri- cato frammezzo a diverse aperture pittoresche. I viali retti, che conducono ai castelli ed al- tri luoghi signorili , secondano la voglia che ab- biamo naturalmente , di giunger presto e senza svolte ad un oggetto determinato , scopo delie nostre mossele centro di riposo. Ma se la li- nea retta continua troppo a lungo , F uniformità dei viale , e la costante immobilità della fabbri- ca , che abbiamo in faccia, specialmente se nes- sun oggetto. lateralmente ci distragga, giungono ad annoiarci . Home perciò ne’ suoi elementi di critica consiglia la linea obbliqua , o la ondeg- giante, guarnita d’ alberi isolati, e d’altri og- getti sparsi qua e là ; così la fabbrica presenta sempre diversi punti di vista , e tutto sembra alì’ intorno muoversi e variarsi . Quindi si con- cluda, che la linea retta è comoda, la ondeg- giante variata ; che quella conviene al tratto cor- to , questa al tratto lungo. Si può presentare per modello di un viale non retto e serpeggiante, la strada che conduce alla casa di campagna del Lord Cadogam a Cavers- G 4 barn X 104 x ham presso Reading in Inghilterra , strada di “circa un miglio, ma che pur non lascia veder la fabbrica di fronte, se non quando vi si è qua- si dappresso ; se ne trova la descrizione in Wa- thely . Larghi viali con alte antiche arborazioni con- vengono a vecchi castelli gotici , alla vicinanza di cattedrali e di conventi , e vi aggiungono u- na cert’ aria rispettabile , che innalza 1’ anima , e la fa scorrere per una serie d’ interessanti commozioni fra la meraviglia , la venerazione , ed un segreto riconcentramento in se stessa. I viali tenuti bassi ed oscuri , che si sogliono chiamare viali de* filosofi , debbono esser legati a scene di un carattere analogo , come grotte, ro- mitori ; e possono servire a destar la sorpresa s presentando a qualche distanza una prospettiva inaspettata, e ridente. Bisognerà però sempre confessare , che la ma- niera di distribuire gli alberi e gli arboscelli in gruppi , in cespugli , in boscaglie , in selvette , secondo le regole che abbiamo accennate, è più conforme ali’ andamento della Natura , che non tutti i viali architettati, ed artefatti. Berzo , La pompa della decorazione , e la simmetrica disposizione guastava anticamente anche i Berzo • Si solevano piantare 1’ uno esattamente in faccia dell’ altro , e caricarli di griglie, di sculture , di dorature, ed al loro ingresso si mettevano quasi in sentinella sfingi , dragoni, ed altre simili figu- re difformi e mostruose . Destinati al riposo, ed a procurare il piacere dell’ombra e della frescura, essi addimandan© un X X un sito tranquillo , lontano dal tumulto , e dal- lo sguardo dei curiosi, un abbondante fogliame, e se si possa , una vista non troppo estesa , ma che presenti degli oggetti piacevoli e ricreanti . Nei siti arborati, la. Natura compone i suoi berzò , stendendo , inclinando , ed inarcando a volta i rami ed il fogliame , che ondeggia libe- ramente, e fra cui passa e scherza la luce ; ii verde e i fiori smaltano il suolo; gli arbusti in- torno profumano 1’ aria , e lusingano i sensi . L’ artista imiti con gusto. quest’ amabile e negletta libertà, rigetti i frivoli raffinamenti, escluda la magnificenza ed il fasto . Tale Milton ci de- scrisse il seducente berzò della vaga Èva; P ara- di s. Perd . Cant. IV, La stessa graziosa negligenza regni nei viali fatti a berzò , che altro appunto non sono, che una riunione, una successione di berzo . Vi s’ impieghi meno legno , che si può , e solo quan- to è necessario a sostenerli ; non si tolga loro una cert’ aria di libertà e quasi di selvatichezza, che tanto piace . Si compongano di piante con foglie larghe lucenti , con fiori di color vivo, e di grato odore ; vi si aggiungano piante sarmen- tose, ed anche qua e là degli alberi fruttiferi : è grato, mentre, passeggi, gettar P occhio su di un pesco che si matura , su di un grappolo che t’ invita . Labirinti , Home ne’ suoi elementi di critica condanna a ragione i iabirinti , e li mette al di sotto di un enigma; la penetrazione, che ha del merito scio- gliendo questo , riesce del tutto inutile a trarti fuori di quello, Sie- X *0* X Siepi elevate , vialetti stretti , un vuoto per-» petuo, un’inquietezza che assale egualmente 1’ uomo di spirito , e I’ idiota , statue confor- mate in figure orribili, che si presentano im- provvise, ii 4 sentimento d’ isolatezza e di abban- dono, che si fa sentire e tormenta, tuttociò au- torizza la disapprovazione dei labirinti . Tali non sono i labirinti naturali j e se non v’ entri il timor di pericolo , o di dover errare perpe- tuamente, vi ci perdiamo con piacere, abban- donandoci ad una tranquilla indolenza , fantasti- cando , meditando, sorpresi la nuove foggie d 5 alberi e d’ arboscelli , fermati da un ruscelletto, allettati dallo svolazzare e dal garrire degli uc- celli . In un parco di qualche estensione si pub trarre partito da questi dedali naturali, purché non si sfiguri giammai il loro carattere , che consiste nella negligenza e nella rusticità . Alt* ingresso nessuna statua , nessuna porta , che sembri promettere o annunziar qualche cosa ; un piccolo sentiere v’ inviti a proseguire il cammi- no, un boschetto vi seduca ad entrarvi; un’al- tra scena vi tocchi , vi tragga , vi faccia forza ; smarrirsi senza volerlo, e sentirsi trasportato quasi per incantesimo ad errare qua e là , senza saper dove, questo sì eh’ è diletto. Cedra] a . Fustq dritto, getto superbo , foglie lucide e sempre verdi , fiori bianchi odorosissimi , frutta di beliissiino colore , dal bianco giallastro sino al dorato , che durano sugli alberi talvolta sino a quindici mesi , mentre spuntano sempre nuovi fiori , tutto si riunisce a farci conoscere nei ce- dri gli alberi i più nobili , i più vaghi , i più pre- X X preziosi . E' certo che in Levante $ e in alcune parti d’ Italia e nella Spagna , dove crescono all* aria aperta , fanno un effetto maraviglioso . Ma in altri climi, e specialmente nella Germania, il loro mantenimento è troppo dispendioso , ed esige troppe cure; e le stufe, ove bisogna conservar- li per quasi tutto l’anno, non presentano che degli individui deboli e malaticci , che langui- scono e vanno a male facilmente. Nella Germa- nia P entusiasmo per le cedraie si è molto di- minuito , specialmente dopo P introduzione de- gli alberi deli’ America settentrionale (a) . 00 Le migliori istruzioni , che si possano avere sulla coltura dei cedri, limoni ed arancj , compresi da Linneo sotto il nome generico Qitrus , si trovano nell’ ©pera Tedesca del fu Sig. di Munchausen ; intitolata il Padre di famiglia . V Autore possedeva un giardino , ove trovavansi nel 1714. 49. specie di arancj , 133. di limoni , 38 , di cedri , SE- X Itì8 X SEZIONE TERZA ; Dei Fiori* r J- Fiori servono a vestire i luoghi ignudi e di* sadorni, ad allettare ^ colla vaghezza delle tinte * a ricreare colla soavità de’ profumi ; non si al- lontanino dunque dalla vista, ma si ravvicinino all* abitato ; tanto più , che generalmente fanno pochissimo effetto in lontananza . Senza om- mettere di piantarne qua e là in diversi puri- 1 ti del giardino , si coltivino specialmente pres- so alla casa, ove conviene ìm maggior grado di eleganza e di coltura , presso i terzo , ed ealtri luoghi, ove si suole più spesso arrestarsi. Non si vogliono condannare i contorni soliti farsi al terreno s dove si allevano i fiori ; ma dessi non si compassino, non si frastaglino in mille bricioli , non si disegnino puerilmente a figura di foglia , d’ animale , o d’altre simili sconciature . Addisscin chiamava sì fatti artisti compositori di Sonetti . Che può guadagnare con questi meschini raffinamenti una bella ajuola di fiori ? Si schivi egualmente di distribuirli con troppo esatta e minuta simmetria. Dei fiori scelti , distribuiti qua e là, quasi a caso, frammisti spes- so a qualche fiore campestre, faranno sul verde tappeto un vaghissimo ricamo, abbellito ancora più dalla varietà e dal contrasto . I fiori appartengono più propriamente ai Can- toni, il cui carattere è la vaghezza, l’amenità, la serenità , dove convien lusingare la vista , e $ y &- X sap )C svegliare dei grati e piacevoli sentimenti; e so- no propri particolarmente alle scene di prima- vera e di state. Le specie più nobili si assegnino Ili cantoni più decorati ; le più ordinarie a quelli di cam* pestre semplicità ; si rimovano lungi dalle grot- te , dai cantoni melanconici ; la loro soia presen- za scaccierebbe quel senso di tristezza, che vi si vuoi coltivare . Ma vi è un’ eminenza ridente, un elegante gabinetto , un gentile berzb ì v’ accorrano i fiori , ch’ebbero in dono dalla Natura il colorito più vago , I fiori sarmentosi e serpeggianti vestano le pareti e le finestre, penetrando talvolta anche di dentro , ed agitati da un dolce zefiro , fac- ciano un bel gioco d’ ombra e di luce . Dove l’uomo ama di abbandonarsi alia riflessione, o al sentimento, spirino i fiori un balsamico odo- re , che spanda intorno una specie di ristoro , di calma , un senso di compiacenza e di pace , Offrono inoltre i norrun mezzo eccellente , per incassare ed abbellire i contorni di un boschet- to , di un cespuglio, di un prato, di un pas- seggio . 1 fiori di tinta chiara e vivace , e di stelo al- quanto elevato , piacciono specialmente lungo i ruscelli, ove li vedi specchiarsi nelle acque. Valgono finalmente moltissimo a tappezzare delle collinette, dei piccoli monticeili, ma biso- gna volgerli possibilmente verso Levante ; non v’ ha cosa che faccia maggiormente spiccare la pompa e lo splendore del loro colorito , quanto lo spuntar dell’ aurora . Qui un ingegnoso ar- tista può comporre uno dei quadri più seducen- ti , associando e mescolando con fino gusto i co* lori e le loro varie gradazioni ; ma vi si ricer- ea tm occhio esercitato, un giudizio squisito , un’ attenzione continua . Badi ai cangiamenti giornalieri# che avvengono ai fiori, badi al tem- po delia loro sbocciatura ; e se gli occorre di mescolare i primaticci e i tardivi , sappia preve- dere P effetto, che dovrà risultare dalla differen- za degli steli , delle foglie , dei bocciuoli , e da quella dei fiori , che o cominciano ad aprirsi , o già sfoggiano tutta la loro pompa* Si rimovano dal quadro tutte le piante sarmentose, quelle di colori insipidi e smorti, di foglie rare e scabrose • Le tinte più delicate e più dolci stieno più presso alla vista ; le forti e le brillanti più da lungi „ Si passi dal bianco al pagìiesco, dal color di carne a quei di rosa, dai violetto ali’ azzurro- carico , dal giallo-dorato al porporino ; così dal- le piante più basse alle più alte « Il passaggio sia dolce e progressivo, non crudo . La Natura col produrre tanta varietà di fiori % dai principio delia primavera sino alla fine deli* autunno, sembra avvertirci a non la'sciar mai vuoto il teatro, consecrato alle bellezze di que* sto genere U). O) L* Hirshfeld raccomanda sulla coltura de’ fiori Ìl libro Tedesco di M. F. H. Laeder, 8.™ Hannover , 1777 libro poco noto anche in Francia . Il tradut- tore francese commenda in vece moltissimo V Enciclope- die Economi que stampata a Yverdon . 3 . voi. 16. 1779* X ni X SEZIONE QUARTA. Dei G tizzoni . I tratti liberi e scoperti non solo conferiscono alla salute , ed al comodo , ma possono presen- tare delle attrattive particolari; piacciono all’ uscire dà un passeggio cupo ed ombroso , fa- cendoci godere della purezza deli’ aria e del cie- lo ; vi si piglia il fresco nelle prime ere della mattina , e nelle ultime della sera ; danno luogo ad inaspettate prospettive, ammettono varietà di scene ali’ intorno , lusingano finalmente quanto le più belle praterie. Questi tratti , se sono rivestiti di un bel tap- peto verdeggiante , sono assai più vaghi degli stes- si parterri , che ordinariamente non consistono che in una superficie nuda , e coperta di sab- bia , o in compartimenti. stranamente disegnati , listati di bosco, guarniti di conchiglie, di ciot- toli colorati e d 5 altre simili goffaggini . Gl’ Inglesi moderni , favoriti dall 5 umidità del loro clima , hanno perfezionata nei loro par- chi P arte de’ garzoni . Non si dia loro al- cuna figura compassata , o angolosa , o al- euta ; P estremità delle linee si occulti de- stramente ; si bandisca ogni regolarità; non vi appaja disegno , nè mano di artefice . Un piano verde perfettamente livellato stanca ; ma non bisogna perciò sfigurarlo , introducendo- vi cose strane , e troppo evidentemente artifi- ciose « L’ineguaglianza del suolo accresce la bellezza dei X II» X dei g tizzoni- , rompendo l’uniformità della linea retta , e producendo degli scherzi di tinte gra- ziosissimi . Ascendano talvolta sopra una colli- netta , si ripieghino, e si allarghino fra gruppi e fra boschetti , ora si perdano nell’ ombra o- scura di una boscaglia , ora improvvisi ricompa- riscano in sito libero ed aperto . In un parco molto esteso si possono diversifi- care si rispetto alla loro grandezza, che alla va- rietà dei loro verdi. In generale si deggiono scegliere le tinte di un verde gaio e puro ; tut- tavia per una scena malinconica, all 5 ingresso di un romitorio, si preferiscano i verdi più cupi . La grandezza di questi tratti di gazzont r sìa. proporzionata alle altre parti del giardino, e specialmente a quelle, che sono più dappresso ; non sieno troppo piccoli , perchè faran poco ef- fetto , non troppo moltiplicati , acciocché ab- bianvi luogo altre scene; e siccome essi destano l’idea di libertà e di gioia, così succedano alle scene ombreggiate, ai recinti stretti e racchiusi. Qualora sieno troppo estesi, bisogna inter- romperli o con oggetti artificiali , come statue , fabbriche ec. , o anche solamente con gruppi d’ alberi ; il sito acquisterà più varietà e movi- mento . Si. può metter anche del contrasto tra II verde dei fogliami e quello dei gazzont ; non isconverranno qua e là dei gruppi di fiori ; ^ e presso a’ gabinetti ansiti di^ riposo , a’ bagni , alle grotte , dei gruppi di piante odorose . L’artista in generale vesta d’erbe e di piante la superficie ignuda della terra , e le doni quell* apparenza gaja e ridente, eh’ essa suole sfoggia- le nei più fertili paesaggi < SE- X «5 X SEZIONE QUINTA . Delle Acque • La natura ci offre le acque sotto forme e ca- ratteri differenti , sì rispetto al volume , che al movimento ed ai riposo . Le acque o sono dor- migliose , o correnti , o cadenti ; il primo di questi caratteri comprende il mare, i laghi, gli stagni, ed altri tratti d’acqua, il secondo! tor- renti , le riviere ossia fiumi , ed i ruscelli ; i! terzo i fili d’acqua , le cascate , le cataratte* Il Mare » Il mare è una sorgente di nobilissime commo- zioni , e ci risveglia le grandi idee di profondi- tà , d’ immensità » L’ accidente di una burrasca ci offre una scena terribile , superba e maesto- sa , che innalza 1* uomo sopra se stesso ; e quel- le macchine ondeggianti , che sembrano talvolta sospese all’ orizzonte , gli ricordano l’audacia e l’energia dello spirito che lo anima . L’artista non può far entrare il mare nel suo piano, che come punto di vista; al più può giungere a moltiplicare e variare la prospettiva , coltivandone , e raffazzonandone le rive . I pro- montori e le eminenze, che costeggiano il ma- re , offrono alle case di campagna dei siti arditi e singolari , ai quali convengono castelli gotici con molte torri, e conventi antichi di masse grandi ed informi , Nei^ giardini presso a! mare si facciano attra- H ver- X TI4 X verso i boschi e le roccie delle squamature, che aprano la vista sul liquido elemento , e producano sorpresa ; questo genere di scene conviene al ca- rattere maestoso» Laghi , Il lago appartiene al cantone sereno e riden- te; il suo carattere è il riposo; le sue acque sembrano dormire , ma al primo soffio d’ aura che spira 5 s’increspano, s’agitano leggermente e scherzano. Esso entra rare volte a formar parte di un giardino; per lo più non si presenta che in lon- tananza e sul confine . Un lago vasto riuscirà più bello a vedersi, se sarà interrotto da jsolette , e andrà a perdersi dietro una boscaglia , o un monacello . . Il vario frastagliamento delie sue rive gli ag- giunge grazia ; esse poi ammettono moltissime decorazioni , eminenze , seni , abbassamenti , ce- spugli qua e là , grandi alberi pendenti ; ora un promontorio, una catena di collinette s’ interna nel lago ; ora un boschetto sembra galleggiare in mezzo all’ acqua ; qui una stretta lingua di prato si avanza serpeggiando, e corre a bagnar- si ; altrove Fonda si cela, e sparisce fra la squar- ciarne di un bosco , e l’ immaginazione le tien dietro. Formando un lago artificiale, si badi so- prattutto di dare alle rive un atteggiamento na- turale , e si schivi ogni figura troppo esattamen- te regolare » La sua estensione sia proporzionata al sito ; troppo piccola manca di effetto , trop- po grande diminuisce quello degli altri oggetti d’ ’n torno . Le grandi piantagioni d’ alberi di alto fusto, e di fitto fogliame, e le fabbrichevi- va- X sis X Emerite colorate sembrano restringerne i limiti , come all’incontro P abbassàmento delle rive, e T assenza di ogni oggetto , che Sia troppo emer- gente e rilevato * forma e favorisce tm* apparen» te ingrandimento. Le isoiette servono ad arricchire la scena , pur- ché non guastino la prospettiva , e lascino vede- re P acqua tra di esse, e P opposta riva . Quan- do ve rie sia più di una , abbiano una forma e tma decorazione differente; non sieno ignude , ima nemmeno sopraccariche di piante. Dei grup- pi d’alberi, che si specchiano nell’acqua, dei Serzb nelle parti più alte , dei siti di riposo om- breggiati , dei romitori nei più riposti luoghi » delle capanne di pescatori * dei battelli , delle bar- chette * tuttociò forma un vaghissimo spettacolo® In somma , quando non si Voglia destinarle acf una completa solitudine, o ad accogliere qual- che monumento di dolore, il che non sembra accordarsi col loro carattere naturale , possono ricevere i più lusinghieri abbellimenti , e persi- no ammettere delle fabbriche di un genere no- bile ed elegante * Stagni . Gli stagni in generale devono proscriversi ; ì’ immobilità delP acqua * gP insetti nocivi , la feccia di un fango verdastro e puzzolente, tutto serve a condannarli . Eppure una volta non si risparmiavano spese per averne; si dava loro una figura circolare o angolare , si offriva- no nudi ali’ occhio , senza guernirli di arboscelli o di cespugli , si rivestivano internamente di sasso, di pietra cotta, di legname, se ne ban- diva affatto ogni apparenza naturale. H 2 Vo- X X Volete avere uno stagno, e vi sembra che convenir possa ad un tal sito ? Schivate gl’ in- dicati difetti , scavatelo non in una pianura, ma in una vallata, in un terreno depresso, dove I’ acqua suole naturalmente adunarsi , formate u- na collinetta dei terreno scavato, vestite le rive di erba , di piante boschive , che si allarghino alquanto, disponete qua e là dei cespugli selva- tici ed incolti , che pendano sopra l’acqua; fate tuttocio , che può render questa scena più natu- rale e più vera . La tristezza e la malinconia è il carattere particolare degli stagni, prodotto dall’ immobilità, e dalla oscurità delle acque, rinfor- zata dagli alberi d’intorno; quindi vi si asso- ciano bene le urne e i monumenti funebri , che ricordano la fragilità delle cose umane . 'Uno stagno può servire anche di vivaio , e di pe- schiera , T ratti sparsi cP acqua <, Sotto questo nome noi comprendiamo non i Bacini ordinari, ma una collezione di diverso masse d’acqua naturali, libere, ineguali , più o meno grandi, che non sono nè lago , nè sta- gno, e che senza comporre un tutto, riposano, disunite Luna presso dell’altra in un basso-fon- do, Questi tratti d’acqua si formano facilmente Belle larghe vallate dai molti slavinamenti , dai ruscelli vegnenti dall’alto, dalle riviere che sor- montano le rive , o da copiose sotterranee sorgen- ti : le acque si fermano ne’ luoghi più bassi, si avvicinano più o meno Tana all’ altra, sono in- terrotte e separate da lingue di terra ; dal che ne risulta una superfìcie , parte coperta di acqua e, parte, no 9 che non ha nè apparente connessione % K 227 )£ aè continuata progressione , e il di cui caratte- re è di essere rotta , squarciata, frastagliata , Benché P acqua stiavi in riposo , pure noni é credibile, quanto questa scena giunga ad interes- sare , specialmente se si osservi da un 9 eminen- za . L’alternare dell’ acque e dei gazzoni , la varietà delle loro forme e ri torcimenti , la suc- cessione dei siti chiari ed oscuri , i colpi di luce frammezzo all’ ombre , gP intervalli e le traspa- renze tra pianta e pianta , tra gruppo e grup- po , il gioco degl’ incerti riflessi, formano uno del quadri i più seducenti . E se la luna in mez- zo ad un profondo silenzio viene ad illuminar questa scena , chi potrà descriverne gli effetti ? T or rentt « Non solo muoversi da^ se stessi 3 ma^ eziandio spingersi innanzi, ecco il distintivo dei torren- ti , delle riviere , dei ruscelli . Il carattere del torrente è la varietà , e l’ impeto del suo corso * Volgersi e precipitarsi con forza , abbattere cioc^ che incontra , e se F ostacolo é insuperabile 9 spalancarsi muggendo nuovi sentieri , sempre rapido e sdegnoso squarciare le proprie rive , sradicando , e strascinando seco virgulti , pian- te , capanne, rotolar sassi, pietre, roccie dlvel- te , assordare i contorni con ro moroso fragore » ecco il torrente 4 Esso non è conveniente nè al carattere ameno e gajo , nè al melanconico , bensì al romanzesca ed al maestoso, svegliando coll’ idea di violenza e di forza un non so che di sublime , che riempie lo spettatore di meraviglia , e di sorpre- sa. Grande è il contrasto che genera dopo la- na scena tranquilla ed elegante, H 3 Ri- X X Riviere , Benché il torcersi e variamente rivolgersi for- mi una parte essenziale della bellezza di una rL viera , pure in confronto del torrente essa con- serva più lungamente la linea retta, e stendasi con un corso più regolare e più lento <, Il suo carattere consiste nel progredire in lunghezza ; se si spande , se si allarga di troppo , diventa uno stagno 5 e un’ acqua morta » Le sue rive si scostino , e si avvicinino quan- do più , quando meno ; ma conviene vederle am- bedue ad un tratto . I ritorcimenti fanno un cattivo effetto nelle riviere , perchè ne ritardano il corso, e nascondono il movimento progressivo che tanto piace; ma la linea retta troppo prolun-. gata, che non può nemmeno accordarsi colle na- turali ineguaglianze del terreno , presenta un a- spetto troppo uniforme, e ricorda P idea di un canale artefatto , Sieno dunque i ritorcimenti , e le sinuosità dol- ci, e non forzate; l’occhio si offende nel subi- to passaggio dalla linea retta alla curva; e non sieno troppo moltiplicate , per non interrompe- re troppo spesso il piacere di gustare la pro- gressione . Le rive sieno variate sì nella forma , che nel- le decorazioni , basse o rilevate , ripide o mol- lemente inclinantisi , appianate e distese, o sca- bre ed interrotte, talvolta nude e disadorne , talvolta rivestite qua di zolle erbose , là di fio- ri , di alberi , di cespugli t Ogni sorta di fabbriche sta bene presso una riviera , perchè i vantaggi eh’ essa presenta, de- vono spingere gli uomini naturalmente a stabi- lirsi nella sua vicinanza ; ma soprattutto i moiU ni , X X ni , le capanne di pescatori ec. servono ad ani- marne ia scena . La riviera grande , libera, maestosa, conviene ai cantoni piacevoli e seducenti , non ai solitari e melanconici, e combinandosi con delle singolarità non ordinarie, è addattata anche ai cantoni ro- manzeschi e maestosi . Dalla fatta indicazione delle naturali bellezze di una riviera , si possono trarre Je regole da seguirsi nella formazione di un ca- nale artefatto. Si metta a piè d’ una collina f se ne nasconda il principio ed il fine, o con al- beri , o dietro qualche eminenza, se ne veda la progressione per un tratto non troppo breve ; il corso sia libero , si mascherino i siti ; ove l’- arte potrebbe svelarsi , diasi alle rive un con- torno facile e naturale* Ruscello „ Meno abbondante e meno largo, ii ruscello è ordinariamente più rapido della riviera. Doci- le , perchè troppo debole , schiva gli ostacoli che incontra, e segue il pendio del terreno per mille ravvolgimenti , e mille sinuosità Q Il suo carattere proprio è la vivacità ; quindi appartiene ai cantoni allegri , piacevoli e riden- ti . Tutte le scene rustiche se ne abbelliscono , ammette delle piccole cascate , dei ponti gra- ziosi, sta bene presso i siti propri ai bagno ed alia pesca; spesso cangia di corso, qua brillan- do scoperto ai raggi del sole, là luccicando fra i verdi cespugli che 1’ ombreggiano . In mezzo ad un vasto tratto, ii ruscellosi per- de fra la folla e la grandezza degli oggetti : per- chè Tocchio ne afferri le bellezze, e l’orecchio pe gusti il soave mormorio, con vien presentarlo H 4 in X 120 X m un sito alquanto ristretto , ove P attenzione si trovi più raccolta . Qual effetto farebbe in mezzo ad alta boscaglia, o fra vasta catena di montagne ! Ma fatelo scorrere presso di un bagno, om- breggiato e difeso da una volta di cespugli odo- rosi , appiè di un sedile erboso, vicino ad un bosco fitto e solitario , invitante al sonno , pres- so una siepe abitata dall’ usignuolo * che cantale delizie di un amore tranquillo, qual copia di scene piacevoli e toccanti ! V artista-giardiniere può signoreggiare in qual- che modo , non solo i movimenti , ma anche la varietà dei tuoni e del mormorio del suo ruscel- lo, variando a piacere la pendenza del terreno, rimovendo gli ostàcoli , combinando delle cadu- se ec. Mentre i paesi , che si vantano di raffinatez- za e di gusto , preferivano ai ruscelli liberi e vaganti i canali uniformi, e le vasche d’ acqua stagnante s lo Svizzero accusato di rusticità , li guidava dall’ alto delle montagne ad abbellire la semplicità del suo giardino , e conservava alla natura tutti i suoi dritti» Fili d ’ acqua . La vivacità, benché variamente graduata ? for- ma il carattere generale delle acque cadenti . La vista vi trova i suoi piaceri, P udito i suoi , dal ^usurrar più leggero al più forte .rimugghia- mento . „ , „ L’eminenza, d onde I acqua viene a river- sarsi e cadere, più o meno alta , unita e conti- nuata, o rotta e divisa a strati, a terrazze , perpendicolare e ripida , o dolce e mollemente r r seca- X 221 X Stendente , ignuda , o vestita di erbe e di piante; lo stesso fondo , su cui si versa , o piano are- noso, tappezzato di verdura, e proprio a calma- re P acqua che riceve , o aspro e disuguale per ciottoli e massi isolati di roccie dirupate , atto a rimbalzarla e farla spumare, tutte queste cir- costanze cangiano il movimento , e la forma dell’ acqua che cade. Un solo filo d’acqua fa poco effetto, ma più fili riuniti insieme possono animar vagamente un cantone ; il susurro irregolare tiene quasi l’ im- maginazione sospesa , regolare genera un ripo- so , una pacifica indifferenza . Quindi non ap- partengono , se no» che ai cantoni ed alle sce- ne , o di una piacevole modesta allegria , o di una calma seducente . Piace talvolta sentirli e non vederli ; allora la fantasia se li figura a suo modo , in altro luo- go , e sott’ altre forme ; è poi necessità P occul- tarli , se la loro disposizione , o P inopia delle acque li rendesse men grati alla vista . Cascate e La bellezza della cascata dipende non dalla sua larghezza , ma dall’ altezza , da cui si mo- ve , e dall’ abbondanza e limpidezza dell’ acque > Se discende da una roccia, e da un monte, P impressione che fa, diventa fortissima. Si tro- vano nelle alpi delle cascate , i cui flutti spu- manti sembrano sgorgar dalle nubi , perchè at- torniati da una nebbia vaporosa , che ne na- sconde P origine . Quanto più è limpida e chiara l’acqua , che scende lungo una rupe od un balzo , quanto più sono varie e moltiplicate le sue cadute , che van- no X u* X no a rompersi fra gli alberi, ed i cespugli , q fan brillare 1’ onda inargentata fra la verdura , tanto maggior merito ha la cascata ; ma il prin- cipale suo abbellimento dipende dai colpi di lu- ce prodotti dal sole , specialmente quando ca- dente spande dei raggi più teneri , e dolcemente rosseggia nti . Si procuri , che le cascate artificia- li sieno in situazione da poter godere di tal vantaggio . Le cascate artificiali sogliono disporsi in mo- do, da esser guardate^ dal basso alP alto; ma pure interessano maggiormente, se si abbiano a mirare dall’ alto ai basso. Introdurre una cascata nei piani e nei siti a livello ., è un peccare contro Io stile della natu- ra , la quale non ce ne presenta , che nei luo- ghi sparsi di montagne, di colline , di dirupi. ^ Una cascata moderata può convenire ai cantoni piacevoli ; ma nei siti tranquilli essa ne scon- cierebbe il carattere . Non disdice alle scene melanconiche , purché non sia troppo viva ed animata ; scenda con lieve mormorio trammezzo a ruine fra cespuglio e cespuglio . Se le forme, sotto cui si presenta , se gli accidenti che P ac- compagnano, hanno del bizzarro e del singola- re, legasi bene coi cantoni romanzeschi ; oltre- ché produce un contrasto il muggire in alto delP acque, e la pace e il riposo, che regna abbasso nella vallata: Generalmente si preferisca un’ unica cascata , poiché divisa fa meno effetto . Le decorazioni si variano secondo le scene; roccie alpestri le danno un carattere serio; verdi ed allegre pian- ragioni^ un aspetto lieto e ridente . K rinomata assai la cascata eseguita in In- ghilterra dal famoso Shenstone presso al bo- schet- i X 123 X schetto solitario , qonsecrato alla memoria di Virgilio W, C star atte . Una veemenza , una rapidità maggiore , un movimento impetuoso , acque torbide e sempre agitate , masse di spuma biancastra , forte ri- mugghiamento , violenza che abbatte ogni osta- colo , onde di nebbia intorno , eco ripetuto dal- le roccie , tali sono le qualità e le circostanze f che distinguono la cateratta dalie cascate. Il proprio suo luogo è fra contrade montuo- se , fra dirupi scoscesi, fra spazj angusti , in mezzo a lande ove si scatenano e infuriano tem- peste , inondazioni , vulcani , Inquietudine, meraviglia, sbalordimento, e tal- volta terrore , sono gli effetti che suoi produr- re . Non appartiene dunque a nessun altro can- tone , fuorché al romanzesco , Ai caratteri che abbiam disegnati, qual arte oserebbe presumer tanto di se, onde voler imi- tare effetti sì maestosi , sì grandi , sì eccedenti le forze sue ? I geografi , i poeti , ed i pittori non hanno potuto negare la loro attenzione alle cateratte di prima grandezza . Quella della riviera di Tees, poco lungi da Bernard - Castle ci fu de- scritta dall 5 Young (b) . La famosa caduta del Re- CO Vedi : Lettres sur les beautés de Leasowes , f>ubliees en Anglois par feu M. Dodsley . CO Voyage dans les Provinces Septentrionales de J s Angleterre . i. voi, lett. 1 t>c m X Reno presso Sciaffusa fa mille "volte dipinta e celebrata . Sulzer ci fece conoscere Quella sin- golarissima , che è ai lato settentrionale dei mon- te di S. Gottardo nella Valle di Urzel ( a ) ; £ non è meno rimarcabile quella che si chiama Pi- scia-Vacca nel Valese ib) . Cosi Wolkmann ci descrisse quella di Tivoli formata dal Teve- rone (c), dove andavano spesso ad erudirsi il Pussino ed il Vernet; seguendo lo stesso, noi ci limiteremo a dare un’ idea di quella di Ter- ni ( d ) t Essa è lontana quattro miglia d’ Italia dalla città di Terni . E 1 formata dai Velino, che si lancia perpendicolarmente da un’ altezza di due- cento piedi e più nella Nera . La violenza deli’ acqua pulì sì fattamente i sassi dell’ orlo supe- riore , su cui essa si rovescia , che ne spicca un lume biancastro < Le onde si precipitano le une addosso le altre con tal fragore, che non è pos- sibile di udir altro ; gli occhi e gii orecchi sono colpiti nel tempo stesso spaventevolmente , e pia- cevolmente . L’ altezza delia caduta fa sì , che 1’ acqua si divide a motivo della resistenza dell’ aria , e si cangia in pioggia e spuma , la quale rimbalzando con gran violenza dalle roccie dì sotto, risale qual bianco fumo informa di nube d In tempo sereno vi si riflettono i raggi del so- le , e formano un arco celeste vaghissimo. Tut- ta C a) r Ottavo Cahier del Deugches Museuro 1 778, C£) Voyage pittoresque au Giaèieres de Savoye IL Pavt. chap. III. CO Memoires sur l’ Italie . II. voi. pag. 838, C d) Le stesse . Ili, voi. pag. 573, X **5 X ta l’aria d’ intorno è inzuppata d’ una pioggia tenuissima , che s’ innalza non poco al di sopra della contigua montagna , e cacciata dal vento bagna lo spettatore , e lo involge in mezzo ad un umido nuvolone . Le piante vicine e le fo- glie loro sono coperte d’ una polvere bianchic- cia finissima , che si può astergere facilmente ; essa è il prodotto delle particelle di marmo , stac- catesi per T impeto della caduta , e che balzato in aria insieme coll’ acqua ricadono con questa, e poi si seccano , Tuttociò che il torrente può cogliere nella sua sommità , è strascinato nell’ a- bisso, e stritolato. Fuori del salto di Niagara nella Provincia del Canadà in America , non vi è cataratta nel mondo finor conosciuto 3 che sia paragonabile a quella di Terni » Osservazioni generali sulle acque , L’acqua dunque, attesa la moltiplicità degli «fletti, di cui 1’ abbiam veduta capace, è uno dei più superbi oggetti delia creazione, e l’a- nima di un paesaggio ; non vi ha scena , cui non convenga sotto forme diverse , non vi ha cantone , eh’ essa non possa abbellire , e vivifi- care , pura e libera piace da per tutto , e scor- rono seco la vita e la freschezza . Rare volte indomabile e ribelle, piu spesso ce- de obbediente alla mano dell’ uomo ; egli può guidarla , torle o accrescerle rapidità , stringer- la od allargarla , variarne o decorarne- le rive , scoprirla od ombreggiarla , darle finalmente tut- ti i tuoni, dal blando mormorio che invita al sonno, insinoal rimuggire selvaggio , che atterri- sce il sorpreso viaggiatore . Distribuita e com- X 126 X binata coti altri oggetti cangia o rinforza una scena * ed eccita ogni sorta di sentimento . Ma 1 ’ uomo non si è contentato di tanti va- ri caratteri., sotto cui la natura ci presenta le acque ; egli le costrinse a lanciarsi nell’ aria * Quest’ arte fu già conosciuta dagli antichi $ e se ne deve P invenzione * non solo ali’ amore della novità e della singolarità, ma al desiderio pur anco di procurarsi in poco spazio della frescura e del mormorio & Benché le Nòrie ne abbia oltre modo abusato nella maniera del suo stile , pu- re le acque sprizzanti in aria non sóno nè sempre, nè del tutto opposte alla natura ; e nell’ Irlanda se ne trovano parecchi esempi ( a ) « Ma il vero sito, dove convengono , sono i can- toni romanzeschi , distinti per singolarità di sce- ne e di accidenti * Nelle Campagne presso Berna si vedono alcuni getti naturali ed altri artefat- ti , e si vedono sempre con ammirazione e cori sorpresa : nei cantoni modesti e di una campe- stre semplicità * questi getti non possono sembra- re , che uri frivolo raffinamento troppo discor- dante dal tuono del sito* e delle altre decora- zioni s , Tuttavia , per non esser troppo severi , non ricuseremo di accordare un getto d’ acqua in qualche sito isolato * purché vi sia introdotto con gusto , frammesso a fiori gentili , presso una sala da convito * o un gabinetto sacro allo stu- dio ed al riposo « Nel- 00 Lettere intorno ad un viaggio fatto in Irlanda nell’ anno 1772. , il cui originale Svedese fu tradotto m Tedesco nel 1779* X **7 % Nelle pubbliche piazze , dove P arte e gli sforzi dell’ uomo, fanno sfoggio all’ intorno di tutta la lor possa , là convengono i getti d’ ac- qua decorati di marmi e di scultura ; oltre la loro utilità, rinforzano P idea di magnificenza, che spira d’ ogni parte. Ma quale insoffribile li- cenza nelle decorazioni ! quale insipida profu- sione di lusso falso e ridicolo ! perchè trar fuo- ri P acqua e lanciarla in aria violentemente da figure umane , da terrestri animali , da mostri marini, da leoni, daini, cigni, colombi, pavo- ni -, scimie , vacche , cammelli , da coccodrilli' e da balene ? Accordando in somma , che i getti d’ acqua producano un grato ri n frescamente , special- mente nei climi caldi , ov’ ebbero la prima ori- gine, e che posti in siti convenienti , senza esse- re deformati dalle stranezze di un gusto depra- vato , sieno in dritto di piacere agli amatori , chi non vorrà loro preferire la caduta , e P e- ioquente mormorio di un vivace limpido ruscel- letto ? X «8'X SEZIONE SESTA . Del sentieri . La principale destinazione dei sentieri é di condurre alle scene che più importano ; ma tale sia la loro distribuzione , che servano a variare e moltiplicare gli aspetti , e a presentare le lon- tananze sotto la lor più vaga apparenza, o- ra ad una ad una , or tutte insieme , masche- rando nel tempo stesso qualunque oggetto disgu- stoso . Dovranno i sentieri ora fermarsi , ora elevar- si lungo le alture , o stendersi in linea retta, o torcersi e ripiegarsi, quando restringersi , quan- do allargarsi 5 ma sempre coll’ oggetto di diri- gere P occhio di chi passeggia verso le prospet- tive più interessanti , verso le più attraenti de- corazioni . Quindi l’ultima delle operazioni da farsi in un giardino, è quella di compartire i sentieri ; nè dovrà farsi, se non quando tutte le parti , tutte le scene , tutta in somma la com- posizione sia disegnata e distribuita . . Si schivi di presentare all’ occhio molti - sen- tieri in una volta , come veggiamo avvenire nelle città nei punti detti Crociere ; P arte vi si mostrerebbe troppo palesemente , e lo spettacolo che ne risulta è troppo insipido e freddo . > L’ antica maniera non adottava che dei sen- tieri e dei viali tirati a linea retta ; la moderna adottò P ondeggiante ; ma se questa ondeggi serrw pre X I2-? X pre regolarmente, non è quasi meno uniforme della retta. Quella che si torce spontaneamen- te , senza soggettarsi ad esattezza , e si piega in modo , da generare di quando in quando un can- giamento , quella merita la preferenza . Noi la chiameremo'la linea naturale , sì perchè^ la na- tura ce ne offre dei frequenti modelli , sì perchè dessa non prende altra legge , che dalla disposi- zione originaria del suolo , e dalla collocazione degli oggetti naturali . Nè la linea retta è da rigettarsi dei tutto; la stessa natura talvolta se ne serve; essa conviene ai passeggi pubblici , dove si aprono delle lon- tane prospettive , dove ha da dominare P idea di estensione s di grandezza , dove importa che P occhio si fìssi sopra un oggetto importante , e interessante. Perché torcere j&rt cammino , che non può condurci, se non che ad un luogo de- terminato , che ne’ suoi moitiplici ravvolgimenti non ha alcun aspetto nuovo da presentarci ? Ol- tre di ciò , giova in un vasto parco mescolare ingegnosamente i retti e gli ondeggiati sentieri , oiide produr del contrasto . Segnate dunque una linea retta, continuatela sino a che il terreno e le disposizioni d* intorno ve io permettono , poi alla prima occasione vantaggiosa rompetela^ e. rendetela serpeggiante . _ Ma quando i terreni ora si elevano, ed ora si abbassano, quando acque, alberi, ed altri og- getti naturali vi presentano un ostacolo , la ne- cessità vi prescrive la sinuosità del sentiero. La prescrive anche il gusto; essa conviene alle sce- ne , alle piantagioni , che si debbono visitare tranquillamente e riflessivamente, dove si ha da provare una succession di diletto , dove la I vi- X 130 X vista ha da essere gradatamente condotta da u ti oggetto ad un altro . Essa ha inoltre il vantag- gio di procurare nei giardini meno ampj un ap- parente^ ingrandimento . Badisi però che l’arte non si sveli giammai, ma le curvature sembrino nascere dalla natura del suolo ; un sol albero isolato serve talvol- ta a farci piegare piu a questa , che a quella parte. Le piegature e le sinuosità non sie- no mai forzate , quando non si cercasse di sor- prendere lo spettatore con qualche scena inte- ressante. Un sentiere può talvolta spandersi , e late- ralmente allargarsi in uno spiazzo d’ erba , tra cespugli ed arboscelli ; qui mostrarsi libero e scoperto , là affollato di piante . Stretto ed angusto conduca ad un romitorio , ad una ca- panna ; largo e dritto ad un tempio ; folta- mente ombreggiato , scenda serpeggiando a met- ter capo in una scena melanconica nel fondo di una vallata . Generalmente maggiore o minor grado di coltura , che conviene ad un sentiere , deve di- pendere dal carattere delle decorazioni e dei luo- ghi fra i quali passa . Dallo stesso carattere si determineranno gli ornamenti, che gli si pos- sono aggiungere . Fra un distretto semplice e campestre fiori selvaggi e zolle erbose; ove la scena prende un tuono di nobiltà , grandi ar- boscelli di tinte forti e vivaci . La comodità dei passeggio è 1’ oggetto princi- pale ; quanto ali’ apparecchio , alla mondezza , non si scrupoleggi sino a strappare ogni filet- to d’ erba ; un sentiere non deve rassomigliare ad un pavimento netto e lisciato di una camera , ma X 131 X ma vi deve regnare in parte quella negligenza * e quell’ abbandono , che la Natura sparge con tanta grazia su tutte V opere sue. Verso T uscita dei parchi e dei giardini qual- che sentiere stretto y che sembri sviarsi e per- dersi in lontananza * può essere un mezzo feli- ce per simulare una maggior estensione . % PARTE TERZA. Delle Opere dell" arte „ Il bisogno, e la comodità introdussero dap- prima le fabbriche nei campi e nei giardini s indi il fasto , il lusso , 1’ eleganza, il raffinamen- to del gusto crearono nuovi generi e nuove forme di edifici . Sorsero i castelli , le case di campagna ; poscia i padiglioni , i gabinetti , le uccelliere ; indi le grotte , i romitori , le ruine , i tempi; vi si aggiunsero i sedili, le porte , i ponti ; finalmente le statue ed 1 monumenti . I giardini degli antichi non ammettevano tante opere dell’ arte ; essi eran paghi di una beila sem- plicità; ma quando gli uomini incominciarono a infastidirsi di questa 3 qual non si fece informe mescolanza di vero e di falso , di buono e di cattivo s e quanto spesso s invece di abbellirla , non si difformò 1’ ingenua e schietta natura ! I Romani amanti del fasto ali’ eccesso, condus- sero essi pure V architettura e la scultura nei ior giardini , e per lo più con abuso . L’ antica maniera, che regnò in Francia sì lungamente, e la moderna introdotta dagl’ Inglesi , si servirono anch’esse delle opere dell’arte; quella con mag- gior profusione e sconvenienza; questa con mag- giore scelta ed economia, non però sempre irre- prensibilmente , Ma quale dev’ essere il vero uso dell’ archi- tettura , e della scuitura nei giardini ì sino a qual X *33 X qual segno possono diventare un mezzo di rin- forzare le impressioni di una scena campestre ? E' tempo finalmente di citare innanzi al Tribu- nale della ragione le opere dell’ arte impiegate nei giardini . L’ architettura si occupa dei ca- stelli di delizia , delle case di . campagna , delle altre fabbriche campestri di vario uso , dei tempi , delle grotte , dei romitori , delle cappelle , delle ruine, dei sedili, delle porte, dei ponti ; alia scultura appartengono le statue e i monumenti* SEZIONE PRIMA . Dei Castelli dì delizia, e delle Case dì campagna * L’ Architettura non si allontanò forse mai tan- to dalie vere bellezze , e dalia nobile semplici- tà , quanto nelle case di campagna. Invece di belle proporzioni s si facea sfoggio di magnificen- za e di grandezza ; si ammucchiavano gli orna- menti , le bagattelle , le stravaganze « I vestibuli ed i tetti si sopraccaricavano di statue , che non aveano alcun rapporto colla destinazione della fabbrica ; e le meste cariatidi presentavano V immagine dolorosa dell’ umanità martirizzata » Fin nei romitori, e nelle cedraie si vedevano scale magnifiche, ordini di architettura, statue 3 bassirilievi , marmi, dorature. La pompa non è dignità, nè il lusso elegan- za, Sieno magnifiche e maestose le case di cam- J a pa- X 134 X pagna dei Re , dei Principi ; ma la grandezza può associarsi ad una nobile semplicità , e 1’ in- genua bellezza alla magnificenza . Chiamo castelli di delizia quelle fabbriche si- tuate in campagna, ove i Sovrani, ed i Princi- pi cercano di godere ii riposo , gli agi , ed i piaceri della vita rurale . Chiamo semplicemen- te case di campagna quelle, che appartengono ai nobili, alle persone di. condizione, o rivestite di onorifici impieghi, ai borghesi, ai privati co- modi ed agiati . E quelli e queste possono di- vidersi in magnifiche , nobili , eleganti, ovvero comode solamente . Ciascuna di queste specie deve considerarsi rapporto alla situazione , alia distribuzione, ed alla decorazione. L Situazione . Il sito prima di tutto sia salubre, poi vago « Abbia un cielo sereno , sia lungi, dalle paludi , c dagli stagni , aperto al soffio dei venti che de- purano l’aria, non troppo vicino a popolosa città, donde vengano le esalazioni ed ii fumo ad infettarlo . Intorno alla fabbrica non vi sie- no viali troppo affollati di piante alte e fitte ; Il che nuoce alla vista, vieta l’accesso dei ven- ti rinfrescanti, e arresta la mobilità dell’aria . Non si scavino in vicinanza dell’ abitato fosse profonde , ove ristagni un’ acqua fetida e limac- ciosa (tf). T O) Chi volesse formarsi un’ idea deli’ antico gusto depravato, vegga: Les Agremens de Ja Campagne , on remarques sur Ja constru&ion des maisons de campagne avec fig, à Leyden. 1750. V Autore è Olandese . X I3S X La vaghezza del sito dipende dalla natura ; V arte la soccorre, la varia, la rinforza. Quella ci offre le differenti posizioni , e i diversi me» scugli di montagne, di pianure , di valli , dì praterie , di macchie , di boscaglie , di fiumi , di laghi ; P arte accresce questa folla di varietà na- turali, o creando nuovi oggetti, o levando via, o anche solamente trasportando da luogo a luogo quelli che vi. sono. Quella c’invita a preferire i cantoni , che non mancano nè di ombre , nè di acque vive , che non sono cupi e rinselvatì , nè angusti, nè uniformi; dove la libertà, il nume- ro, il cangiamento delle decorazioni e dei punti di vista lusingano P occhio e P immaginazione ; P arte ci ajuta a prolungare ed abbellire le pro- spettive , a dar corso alP acque , forma e gra- zia agli alberi ed ai cespugli, distribuzione al chiaro ed all’ oscuro . Il sito più vantaggioso pei castelli di delizia e per le case di campagna, è una mediocre emi- nenza o La fabbrica diventa più appariscente , e chiama l’occhio del viaggiatore più da lontano; l’abitatore vi respira un’aria più pura, scorre coli’ occhio un più vasto paesaggio ; ed è pur dolce mirare dall’ alto il suo dominio , i suoi poderi, e l’attività laboriosa e fecondatrice di chi dipende da noi ! Niente di più vago , quanto un’eminenza, che sorge sull’ orlo di una bella riviera , o di un lago , o di una baja dì rnafè La Svezia, e gli Svizzeri traggono profitto da tali siti . Non vi è paese, dove sorgano tante case di campagna magnifiche ed eleganti , quanto presso Ginevra sulle sponde incantatrici del suo lago . L’ ordine , il gusto, la pulitezza regnino attor- no le case di campagna . La regolarità può sten- I de r- / X 13* X dersi alquanto sul terreno adiacente ; perciocché una fabbrica nobile può spingere T influenza del- la sua simmetria, sino alle parti che T avvicina- no. Fra lo spazio, che sta di mezzo alla casa ed al giardino, la scultura può esercitare il suo im- pero ; vi si possono introdurre statue , vasi ed altre opere convenienti. In Inghilterra si passa talvolta immediatamente da un palazzo pieno di dorature, di marmi, di quadri, ad un cantone del tutto agreste e selvaggio , da tutta la pom- pa deli’ arte alla piò negletta semplicità della natura ; il passaggio è .troppo brusco . Gli a- grumi e i getti d’ acqua , non deformati da stra- ne decorazioni , abbelliscono il dinanzi di una casa di campagna . L’ uso n’ era forse troppo generale una volta, ora troppo negletto * I tratti , e gli spazj posti al dinanzi , non sieno troppo mascherati . ed ingombri da altre fabbri- che, o da folte piantagioni, la vista sia libera, e 1* aria circoli . Tutti gli oggetti che non sono ridenti , o che possono procurare delle ingrate impressioni , sì rimovano dalle vicinanze . Sono di questo nu- mero le fabbriche appartenenti all’ economia ru- rale, che oltre il togliere la libertà della vista * presentano un certo disordine , una cert’aria d 1 immondezza che non piace . Un architetto in- telligente saprà piantarle in sito proprio, disco- sto alquanto dalla fabbrica principale , Non sieno i tratti d’intorno nè deserti , nè selvaggi , e non presentino l’ idea spiacevole di una coltura negletta. Soprattutto le strade sieno comode e ben riparate; oggetto non meno di u- tilità , che di abbellimento . E perchè io strado- ne principale , che mette capo al cortile , o aif abitazione , oor; potrà essere più largo , più co- rno- x m X modo , piu adorno , onde risvegliare anticipata- mente un’ idea vantaggiosa delia fabbrica e del suo possessore ? IL Distribuzione . I castelli di delizia abitati da Sovrani e da Principi sieno grandi , magnifici , dignitosi , ma non quanto i lor palagi nella capitale : essi pas- sano alla campagna per ispogliarsi del carattere pubblico, e abbandonarsi ai riposo della vi- ra privata . Le case di campagna dei nobili di prim’ ordine si avvicinino alquanto ai castelli : essi vi hanno delle vaste possessioni , e vi eser- citano una qualche sorte di giurisdizione . A misura poi che il rango e la ricchezza del pos- sessore si diminuiscono, conviene che la grandez- za , e la sontuosità scemino , e si cangino in moderazione ed in modestia , combinate colla de- licatezza e coll’ eleganza . Le case poi dei bor- ghesi sieno graziose e decenti ; la ricchezza vi si mostri , ma senza pompa e senza fasto . li carattere generale, che conviene a tutta questa sorta di fabbriche, è una nobile sempli- cità, la sveltezza, e la grazia. Si cercano in campagna i vantaggi, e le delizie della natura campestre; rutto vi ride intorno; bisogna dun- que accordare il carattere della fabbrica con que- sti oggetti vaghi e seducenti . Una capanna me- schina, fabbricata in mezzo ad una landa sterile ed incolta non sorprende, ma una trista sdrusci- ta fabbrica , in mezzo ad un ameno paesaggio, ne guasta tutto P effetto. Più la forma dell’ edifizio è semplice , meno di- X *38 X divide P attenzione , e più piace . II quadrato , appunto come piu semplice dell’ esagono e dell’ ottagono , fa un effetto più grato • In somma, la massa totale di un edilizio deve presentare una figura unica, completa, e non divisa . Sono da preferirsi generalmente la figura ret- tangolare , e la rotonda . Questa ci diletta , per- chè descrive una circonferenza continua senza alcun angolo; conviene specialmente alle picco- le fabbriche , il di cui circuito viene abbraccia- to daiP occhio comodamente. La rettangolare è più comoda per la disposizione interiore; è sem- plicissima , e P occhio ne afferra facilmente la proporzione e P accordo . Un rettangolo, che rende la fabbrica tre o quattro volte più lunga^ che alta , non ha nè la regolarità , nè P uniformità delle parti del quadrato ; e le parti esterne riescono troppo di- scoste le une dalle altre . _ Una lunghezza trop- po estesa nuoce aiP aria di grandezza , che deve avere una fabbrica . Un solo quadrato basterà per una casa di cam- pagna elegante e graziosa . Quelle che abbiso- gnassero di essere più estese e più grandi , pos- sono esser composte di più quadrati ; ossia , che seguendo P antico gusto italiano , si mettano at- torno alla fabbrica tre ale , che compiano il quadrato , ossìa che , secondo la felice innova- zione degli architetti francesi , si ommetta P ala rimpetto al corpo della fabbrica . La prima di- sposizione ha molta maestà , ma presenta nel tem- po stesso un aspetto cupo, più proprio di un con- vento , che di una casa campestre deliziosa , e nel- la corte interiore la vista resta intercettata ; la se- conda maniera riesce nei tempo stesso maesto- sa e nobile , e presenta all’ ingresso molta dignità . X 13 9 X Ma nessuna disposizione si accorda meglio colia sveltezza e colla grazia , quanto quella che dà ai corpo delia fabbrica due ate in linea rettai essa allora si offre, sin dall’ ingresso , tutta intera , e spiega all’ occhio in un tratto la proporzione delie sue parti , la perfezione della sua simmetria , e la bellezza del suo este- riore , Le ale possono tenersi un po’ più basse del corpo di mezzo , purché sieno ben propor= zionate , e non troppo allungate Non è vero, che la moltiplicità dei piani sia indispensabile alla magnificenza ; spesso un pian- terreno ha una grande e magnifica apparenza , mentre non ne ha punto una fabbrica di più pia- ni . Del resto, la divisione dei piani sia segnata da fascie , o da cornici, purché non vi sieno co- lonne o pilastri , La facciata dev’ essere non solo regolare e sim- metrica , ma annunziare il carattere generale delle case di campagna, cioè la semplicità, la sveltezza, e la grazia. E secondo i caratteri particolari delle fabbriche, dev’ essere maestosa e magnifica, elegante e delicata, non troppa varietà , non troppo frastagliamento di membri isolati, non ornamenti superflui che ingombri- no ; non accessori , che distraggano 1’ occhio dall’ insieme ; lo stesso corpo principale non troppo riccamente decorato . Le finestre , se sono troppo numerose , smi- nuzzano la facciata in parti troppo piccole , e pregiudicano anche all’ apparente solidità ; se poche , 1’ esterno è misero , tristo , ignudo , La loro grandezza abbia un rapporto colla gran- dezza del piano , in cui sono ; la loro larghez- za sia la metà della loro altezza ; questa misu- ra fa un bellissimo effetto . Sieno quadrangola- ri» X Ho X ri , accio non facciano un troppd duro contra- sto colle linee orizzontali , e verticali della fac- ciata . I frontoni delle finestre sono un orna- mento superfluo , e che mal conviene alla sem- plicità di una facciata . Le ale, che si aggiungono lateralmente al cor- po della fabbrica, non sono che una continua- zione della massa principale ; devono dunque conservare un rapporto con essa , benché non e- sigano nè la stessa altezza , nè la stessa copia di decorazioni . Le colonne colle loro forme 5 proporzioni ed ornamenti , aggiungono alle fabbriche ele- ganza e dignità . Quelle di ordine corintio so- no troppo ricche e fastose per una casa di cam- pagna ; quelle di ordine composito sono di una magnificenza più moderata . Le fabbriche di gu- sto nobile possono attenersi all’ ordine joriico s che partecipa delia gravità dei dorico , e della bellezza sublime del corintio , riunendo alia sem- plicità una modesta eleganza , ed una grazia de- licata . Si può anche negli edifizj a più piani sovrapporre il ionico ai dorico . I portici tanto comodi per difenderci dalia pioggia o dal soie , e per apprestarci un grato riposo, ed un facile passeggio, danno alle fabbri- che un aspetto ridente insieme e magnifico , Am- mettono al di sopra delie gallerie scoperte , ove si può godere di una vista prolungata , e pas- seggiarvi pur anco. Ma se convengono agli edr- fizj di stile nobile e grande , sembrano troppo fastosi per le fabbriche di campagna di una spe- cie inferiore . I tetti non aggiungono bellezza , ma possono pregiudicare alla vaga apparenza di una fabbri- ca . Quanto più sono piani ed abbassati , tanto più X H* X pia sono da preferirsi. Il tetto semplice é piu conforme alle case campestri ; il tetto rotto ( brtsc , o maussarde ) è più comodo , perchè procura dei vasti grana; , ma riesce pesante all* occhio. I più bei tetti sono le cupole, che ap- partengono alle fabbriche rotonde . Se V altez- za delia cupola è maggiore della sua larghezza, piace ancor più . Si possono fare i colmi o a foggia di terraz- za , o tronchi , con una galleria scoperta , la quale sia cinta da una balaustrata solida ed ele- gante . Questa maniera, specialmente adattata ai paesi caldi , e dove piove di rado , ci fa godere di viste lontane , e ci procura una deliziosa freschezza nelle sere di state. Le^erfrT danno un’aria pesante alle fabbriche, richiamano alla memoria quei secoli , in cui ser- vivano di fortezze e di prigioni, e guastano T idea di libertà e di sveltezza, che abbiam detto convenire alle case di campagna» nr. Decorazione , Ecco la somma delle regole , che deve seguire P artista nelle decorazioni . Non sieno nè di troppo lusso , nè stravaganti ; convengano alla fabbrica , sembrino nascere dalla natura stessa della distribuzione; rinforzino l’ impressione del- la parte e del sito a cui si aggiungono ; sieno impiegate con giudiziosa economia ; non ingom- brino la forma , non offendano la semplicità , nè la tranquilla magnificenza delle parti princi- pali ; sieno conformi al rango , ed alle ricchezze X 14* X del proprietario, al carattere di un’ abitazione campestre , e vi. abbiano rapporto ; si accordino coi carattere principale della fabbrica, ora gen- tili ed eleganti , ora magnifiche e. ricche . Generalmente nelle decorazioni si pecca più per eccesso che per difetto. Ogni parte offra la decorazione , che le conviene ; altra è quella che conviene ad una sala da convito , altra quella che si deve ad una stanza da letto , ad un gabi- netto da studio Le decorazioni sono diverse sì per la materia che le compongono , sì pei modo e i 5 arte di adoperarla . I quadri di paesaggio sembrano meritarsi là preferenza nelle case di campagna . Luca di U- den ci fa godere nuovamente deli’ aurora ; Both * 0 Gille'o dei sole cadente ; scorriamo i boschi e le coste dietro le ninfe di Poliemburgo ; TenierS ci conduce ad una festa campestre; assistiamo alle messi , alle vendemmie, alle caccie, ai pas- seggi sull’ acqua con Paulo Brill ; Sacleven ci fa salire sulle montagne , e scendere fra fioriti val- loni , Berchem ci offre delle greggie e degli ar- menti i che pascoli l’erba sulle alture . Quasi ci atterrisce colle spumanti cascate Ruisdaei ; ma Guglielmo Van-der-veld ci calma di nuovo ? guidandoci presso all’acqua tranquilla , ove ci pinge 1’ azzurro dei cieli, e la sponda ricca d’ er- be e di fiori. Le scene pastorali di Dietrich ci ricordano i costumi innocenti dell’ Arcadia , e ci sforzano ad un sospiro. Questa sorte di quadri conviene alle muraglie ; 1 soffitti possono abbellirsi con pitture allegori- che o mitologiche, purché sieno di oggetti , che abbiano relazione coll’ aria o col cielo . Fiori , getti d 5 acqua , mostri marini , e simili rappre- Seri* 1 X 143 X sensazioni sono in tal sito di un’ evidente assali dirà • Le foglie e le ghirlande di fiori , convengono benissimo alle muraglie sì ai di dentro, che al di fuori ; ma la scelta degli alberi , dei frutti e dei fiorì , non sia in contraddizione colla natura del suolo e dei clima. I vasi , a dir vero , non sono di alctrna signi- ficazione , e non avendo oggetto determinato $ non sembrano che frivoli ornamenti . Le statue fanno un grandissimo ^ effetto, ma sveglino delle idee, e dei sentimenti campestri « Non Giove , non Ercole , non Marte , ma la Dea della Pace , e Cerere e Bacco , e Flora e Pomona , le Grazie , gli Amori , le parti dell’ anno , dei giorno , i poeti pastorali , i Genj ca- ri all’agricoltura ed al giardinaggio. La quantità delle statue dipende dal carattere dell’ edifizio , e dalla condizione e ricchezza del possessore; ma qui pure la scarsezza è preferi- bile ali’ eccesso . Le case di campagna di ordine mezzaoo possono averne, quelle di stile gentile e modesto le devono escludere * L’Italia diede l’esempio di riempiere le case di campagna di statue, di busti , di bassirilievi > e di altre opere di scultura, specialmente anti- che; scusabile in parte, in quanto che raccòglie ed offre le preziose reliquie de’ suoi bei giorni , e dei gen; immortali , che vissero sotto il suo cielo , e le cui ceneri dormono in quella terra medesima . b Le statue devono collocarsi negli appartamen- ti , e specialmente nei saloni , nei vestiboli , e negli ingressi ; disdicono naturalmente sui tetti , anche pel pensiero inquietante di lor caduta ; ma non si può negare , che non aggiungano ma- gni- X 144 X gnificenza e dignità . Se ne mettano dunque , ma con parsimonia , grandi a proporzione , ed abbiano qualche rapporto colla destinazion del- la fabbrica . Soprattutto stan bene sui tetti a foggia di terrazza , e perchè sembrano poste su di una base più solida , e perchè ne scemano P uniformità . Si avverta di non mai nasconderle fra le nic- chie, ma si ^ presentino svelte sui piedistallo , sicché l’occhio possa vagheggiarne il contorno. Non è necessario di avvertire , quanto scon- vengano sui tetti vasi di fiori , scudi , figure di animali ec. SE- X *45 X SEZIONE SECONDA. Delle Fabbriche campestri meno importanti a La prima destinazione delle fabbriche, erette qua e là ne’ giardini , ebbe per oggetto l’ utilità; trovarci un asilo contro la pioggia , il vento , il calore , un soggiorno atto a procurarci i piacer? della tavola , quelli della solitudine e della so- cietà ; tali erano le viste , che ne regolavano^’ interna disposizione , II gusto si accorse , che queste fabbriche potevano essere un mezzo ec- cellente per abbellire i giardini ; allora scordan- do il primo loro uffizio , non si pensò , che a determinare sotto quello nuovo rapporto la }oro forma, il loro carattere, e la situazione. E perchè non si potranno combinare insieme la comodità dell’uso, e il vagheggiato abbelli- mento ? Le fabbriche di cui parliamo , si pos- sono disporre in modo, che si rendano anche abitabili ; ne abbiamo un bell’ esempio nel Parco di Heschemberg. In tal caso si possono piantare isolate qua e là in qualche distanza dalla fabbri- ca principale, e renderle comode e vaghe con camere da padrone e da servo; e ridurle atte ad alloggiare una parte del numeroso seguito , e dei forestieri che sopravvengono , i quali vi tro- veranno 1’ agio , il riposo, e la libertà . Si possono anche destinare a certi usi , che stieno , per così dire , frammezzo al comodo ed al piacere , K Qui X 146 X Qui un padiglione sarà consecrato ai piaceri della tavola : esso avrà un sito fresco, ombreggiato 7 una graziosa prospettiva ; sarà alquanto rialza- to ; molto lucido e chiaro, e decorato gentil- mente . La cucina si ravvolgerà fra P ombre , nascondendosi in un angolo ritirato . Altrove sorgerà un edilizio sacro alla musica ed al bal- lo . Non sito superbo, non vaste nè rallegran- ti prospettive , ma recinto cheto e tranquillo . Un gabinetto da studio ama una situazione so- litaria e pacifica , non troppo illuminata , nè troppo oscura . Non acque romorose , ma dolce- mente susurranti ; vista di qualche eminenza , di qualche scena animata per le ore di ozio. Qual- che busto , o immagine di Filosofo, o Poeta , che abbia qualche relazione cogli studi del pro- prietario , che svegli P emulazione , accenda il genio . Le decorazioni semplici e distribuite con gusto, annunzino il soggiornò delle Muse. Passeggi tranquilli, scene che non turbino P at- tenzione, e la riflessione. Una biblioteca, una piccola collezione di storia naturale , srudio sì caro agli amatori della filosofica vita campestre. Potrà la facciata esser volta verso il mattino , come quello che più favorisce le operazioni dello spirito . • Un altro gabinetto destinato al sonno ed al riposo, si celi nel recinto di un amabile boschet- to ; il silenzio j ed il tenue mormorio di pochi fili d’acqua regolarmente cadenti , invitino ai- sonno ; niente di vivace, di brillante ; la sola bella dì notte , che parea celarsi a se stessa, du- rante il giorno , spanda i suoi balsamici effluvj fra i raggi della luna inargentati . Un piccolo albergo da caccia, pub convenire in un cantone ricco di saivaggiume * II suo oggetto è di met- te- % * 4 ? % fere ai coperto dalle sorprese di un > tempo cat- tivo, e di presentare il comodo di ristorarsi col cibo e col riposo . Sorga su di un’ eminenza , da cui domini sulle adiacenti boscaglie , e rice- va quanti più può raggi di sole ; abbia una co- moda eleganza, e niente più» Volete decorarlo? stromenti da caccia, s ramose corna di cervi, una Venere che pianga 1 ’ estinto Adone , un qua- dro che rappresenti qualche atto di compassio- ne usato verso gli animali i che richiami V uomo dal feroce diletto della caccia a sentimenti più miti . Le uccelliere 5 dove si allevano uccelli vivi $ erano già in moda presso i Romani . Abbiano verdura , acqua fresca , ombra e sito nè troppo umido, nè troppo fresco » Sotto l’orditura dei fili metallici che le cingono e le sormontano s crescano degli arboscelli ; un getto d’acqua rin- freschi ed animi la scena . Un picciolo gabinetto a parte , darà il comodo di osservare il carattere ed i costumi delle diverse famiglie ; ma 1’ uccelle- rà j che racchiude uccelli nostrali cantanti , sa- rà sempre una prigione , che non avran meri- tata . Un semplice tetto , sostenuto non da muri , ma da pilastri , presso ali’ acqua con vicina barchetta , messo là senza pretensione e quasi a caso , servirà di capanna pei piaceri delia pesca . Il bagno non si presenti all’ occhio sfacciata- mente , ma si occulti in un luogo alquanto in- selvato 5 gli penda sopra una folta ramificazio- ne , e 1’ ombreggi ; fiori e piante odorose lo cir- condino; volto a sera , i raggi cadenti vi spandano un dolce chiarore . Architettura modesta , nes- sun fasto ; poche e piccole finestre ; non pitture K 2 che X *4» X che oltraggino il pudore , ma che accarezzino la casta e timida innocenza . Tutte queste fabbriche non possono conveni- re , che ai giardini ed ai parchi di una certa e- stensione; ed anche nei più vasti si deggiono in- trodurre con giudiziosa economia , e sempre coi riflesso ai sito, ai carattere, ed alla disposizione de’ iuoghi . . I nomi di padiglione , di casa o gabinetto di delizia , di forzò , che si sogliono dare indiffe- rentemente a questa sorta di fabbriche , non sem- brano indicare, che le loro diverse grandezze , ma non cangiano punto 1’ essenza dei loro ca- rattere. II genere di fabbriche di cui trattiamo , ser- ve a rompere P uniformità e P aspetto di de- serto, che presenta un sito disabitato , a dare del- la vita ad un cantone , ed a fare spiccare P ef- fetto delle scene, naturali ; ma non conviene met- terne troppe , sicché il giardino venga a perde- re la sua campestre apparenza . Fa duopo che la fabbrica sia nel cantone, che le appartiene ; ed un solo cantone, anche vasto che sia , pub contentarsi di averne due al più . Consideriamo adesso queste fabbriche sotto tre nuovi rapporti : come oggetti destinati a pia- cere colla loro vaghezza : come mezzi di rin- forzare un cantone : come monumenti . Quan- to ai primo rapporto , non è nè la loro gran- dezza , nè il loro fasto che le deve distinguere , ina piuttosto la gentilezza delle forme , la sem- plicità e leggerezza delia disposizione, P armo- nia del carattere , e della destinazione « Attrag- gano gli sguardi , sveglino delle sensazioni , o- ra di campestre tranquillità , ora di solitudi- ne , ora di libertà , talvolta di una dolce com- X *49 X piacenza , tal altra di una gioja pura e se» rena t Non è indifferente nemmeno il colore delle pareti esteriori ; troppo vivo abbaglia , troppo languido rischiara poco. Il rosso carico stanca Inocchio ; il verde non risalta , e si confonde cogli oggetti d’ intorno . Il bianco attrae 1’ oc- chio da lungi , e contrasta bene col verdo cu* po dei cespugli e del bosco , e rallegra la luna • Ma però nella maggior parte dei casi un cele- ste chiaro , o un grigio biancastro sono da pre- ferirsi . Il bruno carico può convenire ad un vecchio romitorio ; ma meglio di questo e delio stesso nero , il grigio carico, anche pei monti- menti funebri . In generale però , ogni edilìzio debb’ essere piuttosto caratterizzato dalla sua for- ma e disposizione , che dal colorito , e dalla in- tonacatura esteriore . Niente più fa spiccare la bellezza di una fab- brica , quanto la sua situazione ; e questa può variare sommamente. Se I’ innalzi sopra un terreno elevato, e la mostri tutta svelata , T ar- chitettura ne sia nobile; ma le situazioni pit- toresche sono quelle , che più spesso convengo- no agli edifici campestri; tali sono il pendìo d’ una collina , una bella sponda sull’ acqua , un recinto d’ alberi e di cespugli . Un romitorio , un bagno , possono celarsi in un sito riposto fra T ombre di una boscaglia , e presentarsi allo scoperto in un sito isolato, cinto d’acqua all’ intorno . Ma le fabbriche si offrono ali’ oc- chio sempre più vantaggiosamente , massirrie quan- do si contemplano in qualche distanza, se gli al- beri e gli arboscelli ne mascherano alcuna par- te, se il fogliame ed i tronchi rompono la li- nea, ed il biancheggiare delia facciata ; se il tet- K 3 to X 150 X to sormonta la cima delle piante e del bosco adiacente . Nei siti, dove molte fabbriche si offrono in un tempo stesso alla vista , bisogna calcolare e^- sattamente F effetto delle relazioni , che han fra di loro . Se alcune d’ esse rompono F armonia dell’ insieme , convien mascherarle ; perciocché tutti gli oggetti , che si offrono sotto lo stesso punto di vista, benché più o meno grandi, più o meno lontani, più o meno illuminati, devo- no accordarsi a produrre un effetto generale . Ma l’artista riuscirà più facilmente, se presen- terà le fabbriche e le scene, a cui si legano suc- cessivamente ed a grado a grado, non invitando F occhio ad un nuovo spettacolo , se il primo non abbia già prodotto F effetto suo tutto in- tero . La fabbrica stessa, che sotto una direzione presenta un punto di vista , sotto un’ altra può nascondersi del tutto per nuovamente ricompa- rire all’ improvviso , e generare una vivissima sorpresa . Se vi saranno in un giardino molte fabbriche di questa sorte, ognuna abbia la sua forma, la sua particolare apparenza , eruttesie- no diversamente variate, e distribuite. Finalmente si schivi la bizzarra mescolanza di varie opere di architettura straniera ; nè si presenti sotto una stessa prospettiva un obelisco egizio , un tempio greco , un monumento ro- mano, una torre gotica, un padiglione cinese; difetto troppo frequente in alcuni parchi d’ In- ghilterra . Abbiamo detto, che questa sorta di fabbriche, deve non solo servire ad annunziare più chiara- mente il carattere dei cantoni , ove si piantano , ma anche a rinforzarlo con una significazione de- X 55 I )( determinata. Una rotonda aperta posta sopra di un’eminenza, accresce V ariosità già indicata dai gruppi d’ alberi , che sparsi qua e ià ne corona- no il pendìo ; una cappella rinforza il carattere maestoso, un romitorio il melanconico, un tem- pio il nobile, una capanna il campestre , secon- do la diversità delle scene. Mettete il romito- rio in mezzo ad un gazzone vasto ed aperto ? la capanna sopra una collina vestita d* alberi maestosi e superbi , il gabinetto da studio sopra una pubblica strada , il bagno sulla cima di un’ eminenza , che contraddizione , che assurdità l Accordate dunque le fabbriche, la loro gran- dezza , la decorazione , il colore istesso deli’ sterno coi carattere del cantone . Con questa attenzione vi sarà meno necessario il ricorrere a que’ triviali ornamenti, a que’ su- perflui accessori , che si veggono sì comunemenr te adoperati; come pitture e sculture di danza- tori sopra un casino di delizia ; teste di morto sopra un. romitorio ; altrove fiori , uccelli , e finti getti d’ acqua . Se la forma e la disposizio- ne della fabbrica non annunzierà il suo caratte- re , tutti questi emblemi e commentari non ba- steranno a rimediarvi . Perchè le fabbriche si leghino bene colle scer ne a cui convengono , e non sembrino nè indi- pendenti nè isolate , sieno poste in sito , che domini tutto il cantone a cui devono apparte- nere , e ne facciano spiccare 1’ effetto Spesso nei vasti parchi la diversità del sitp non sarebbe del tutto sensibile, nè sarebbe faci- le afferrare ad un tratto la differenza dei varj cantoni e disegni; le fabbriche di cui parliamo rimediano a questo inconveniente, imprimendo un carattere evidente e distinto al sito , in cui X 15* X sì trovano . Finalmente queste fabbriche servono talvolta a limitare la vista , e ad impedirne la troppo vaga distrazione ; talvolta a mascherare jdegii aspetti ingrati e disgustosi . i Considerate per ultimo in qualità di monu- menti , queste fabbriche acquistano un carattere più nobile , producendo degli effetti morali sull’ anima dello spettatore . ^ Destinate ad eternare la memoria di un avvenimento , o di una per- son^ , bisogna che l’uno e l’ altra abbiano , non solo un certo grado d’importanza, ma che sieno atti àd eccitare delle idee e dei sentimenti , i quali abbiano relazione coi giardini . Così nel parco di Hagley neil’ Inghilterra si sono eretti degli edifizj sacri alla memoria di Pope e di Tompson , in quei luoghi medesimi , eh’ essi solevano frequentemente visitare , e dove talvol- ta si abbandonavano al lor felice entusiasmo. Le immagini ed i sentimenti , che devono sve- gliare tali monumenti , possorp essere seri o al- legri , melanconici o tranquilli . Ma la fabbrica sia fortemente caratterizzata, la significazione non equivoca . I tempi presso gli antichi servivano qualche volta di monumenti , ed anche di mausolei ; sot- to questi due rapporti gl’ Inglesi gl’ introdussero nei loro parchi; e lo saranno sempre utilmente, purché abbiano un carattere nobile e grave, e quando occorra , tranquillamente malinconioso , con semplicissimi ornati , con emblemi , ma scel- ti ed espressivi. -SE- X *53 X SEZIONE TERZA « Dei Tempj , Grotte > Romitor) , Ruine • I. Tempj. X tempj degli antichi erano o rettangoli , in modo che la lunghezza fosse il doppio della lar- ghezza , o rotondi a cupola ossia volta . Sem- bra che i Greci preferissero i primi , i Romani i secondi . Le colonne davano loro una maggiore solidi- tà , e nel tempo stesso un aspetto più nobile e più maestoso, che veniva reso più vago dalle statue, che si collocavano negl’ intercolur.nj , o sul cornicione . L’ ordine dorico si adoperava , dove amavasi la semplicità , e la tranquilla gra- vità ; poi anche il jonico ; di rado il corintio troppo vago e sfarzoso . Vitruvio assegna ai tempj di Minerva , di Marte , e di Ercole il dorico solido e grave; a quelli di Venere, Flo- ra , Proserpina ed alle sue ninfe, il corintio e- legante e delicato ; a quelli di Giunone , Dia- na e Bacco il ionico , che tiene il mezzo fra la gravità del dorico , e la ricercatezza del co» rintio . Molti di questi tempj non erano destinati nè a sacrifici, nè a feste religiose, ma servivano unicamente come semplici monumenti * Vi- X 154 X Vitruvio determina anche le situazioni conve- nienti ai tempj diversi . Giove , Giunone e Minerva sopra eminenze , Mercurio sui mer- cati , Apollo e Bacco presso i teatri , Cerere fuori delle città, Nettuno sulle rive del mare» Tutti gli ornamenti interni ed esterni , fosse- ro bassi-rilievi, o statue, o pitture, storici od allegorici , solevano avere una relazione colla divinità del tempio . I Romani cominciarono a mettere dei tempi nei loro giardini. Quello di Sallustio ne aveva uno dedicato a Venere ; gli orti del monte A- ventino uno dedicato a Silvano . Quest’ uso di- ventò più comune a proporzione che il fasto si accrebbe . Gl’ Inglesi furono tra i moderni i primi a nuo- vamente introdur nei giardini def?e fabbriche a forma di tempio ; e le ricerche che si fecero verso quei tempi nella Grecia 'e nell’ Oriente sulle rovine dell’antichità, concorsero a risve- gliare il buon gusto in questa sórta d’ imitazio- ne . I loro giardini più celebri sotto questo ri- guardo sono quelli di Stowe , e di Kew (a) . Nel primo si vede, i. una rotonda jonica a- perta, sopra una collina isolata formata di dieci colonne, che sostengono una cupola coperta di piombo , sotto cui v’ ha la Venere de’ Medici di bronzo, sopra un piedestallo non molto elevato * 2 .- 00 Sfowe è situato nel parco di Buckinghamshi- re a <5o. miglia inglesi da Londra . Il famoso Kent fu jl creatore di que’ giardini . Kew, è un giardino del Re d’ Inghilterra presso Londra. Vedi Chambers : Plans, Blevations &c. of thè Gardens , and Buildings at Kew * Fol. London 1763 . X *55 X Un tempio di Bacco di ordine dorico; due sfingi fiancheggiano ia scalinata ; ai due lati del- la facciata due statue rappresentanti la Poesia li- rica ? e la satirica ; 3 , il tempio della» Virtù Antica, che è totalmente sul gusto antico, ed è piantato sopra un monticello ; consiste in una bella rotonda a cupola, circondata da un por- tico di ordine jonico , e chiusa da tutte le par- ti. Sulle due porte si legge: Prisca Virtuti * Nell 7 interno in quattro nicchie si veggono le quattro statue degli uomini più celebri della Gre- cia eolie seguenti Iscrizioni, cioè : LYCURGUS Qui summo cum constilo inventis legìbus , omnemque contra corruptelam munì ti s opti me , Pater Patria libertatem firmi s simam & mores s aneli ssìmos , expulsa cum divitiis avariti a , luxuria , libidine 9 in multa sacula fivibus suis instituit e SOCRATES Qui corruptissima in civitate innocens s bonorum hortator , unici cultor Dei , ab inutili ' otto 5 & vanis disputationibus ad officia vita & societatis commoda philosophiam avocavit hominum sapientissimi^ • HO» X 156 X HOMERUS Qui poetarum pùnceps , idem & maximum virtù tis praco , & immortalitatis largito r divino carmine ad pulchre audendum & patiendum fortiter omnibus notus genti bus , omnes incitat . EPAMINONDAS Cujus a vi r tute , prudentia , verecondia T hebanorum respublica libertatem simul & imperium , disctplinam bellicam , civilem & domesticam accepit , eoque amisso , perdidit . Anche le porte internamente hanno due iscri- zioni . Su di una: Carum esse civem , bene de repubblica mereri , . laudari , coli , diligi , g lo- riosum est ; metut vero , & in odio esse , invi- diosum , detestabile , imbecillem , caducum . Sull* altra : Justitiam cole & pietatem , sit magna in par enti bus , ^ propinqui s , /» ptf- Jr/# maxima est * E a vita via est in . ccelum 3 #» ccetum eorum qui vixerunt . Ma il più bello di tutti i tempi è quello della Vit- toria e della Concordia , di ordine jonico , bis- lungo, e fatto sul modello del tempio di Mi* nerva in Atene, e perciò anche detto il tempio Greco . Si ascende per quindici gradini sopra un superbo peristilio di venf otto colonne, che girano tutto attorno . Il frontispizio anteriore presenta in basso-rilievo le quattro parti del mondo , che offrono alla Gran-Bretagoa le principali lo- ro X *57 X ro produzioni, che le caratterizzano^ Sotto i! fregio dei portico sta scritto ; Concordia & Vi- Sorta. due Iati della porta due medaglioni; sull’ uno : Concordia foederatorum ; sull’ altro : Concordia civium . Sulla Porta : Quo tempore salus eorum in altissimas angustia* deduSa , nul~ lum ambitioni locum relinquebat . Valer. Max. Nell’ interno quattordici nicchie vuote , che do- vevano riempiersi con medaglioni di sopra , e- sprimenti le vittorie degl’ Inglesi sui Francesi ; e in un’ altra nicchia una statua coll’ iscrizione : Libertas publica\ e sopra di essa: candidis au-* tem animis voluptatem prabuerint in conspicuo posita , qua cuique magnifica merito contigcrunt . Per altro questo tempio sarebbe stato meglio collocato nel Parco Reale, o come edihzio pub- blico e nazionale in una delle pubbliche piazze . Il secondo , ossia il giardino di Kew , offre dei tempi di una così bella architettura , e sì be- ne imitanti la forma antica , che meritano una par- ticolare attenzione. Vi si trovano i. il tempio della Vittoria, eretto in memoria della famo.^ giornata, vinta nei i759 pres§o < Minden dall* armata coiiegata sotto gli ordini del Duca di Brunswich , contro V armata francese comandata dal Maresciallo di Contades. Piantato sopra una collina, presenta un periptero circolare d’ordine jonico a colonne scanalate. Il fregio è orna- to di fogliami , e attorno 1 ’ attico scherza una ghirlanda di foglie di alloro. La cella o l’ inter- no , che offre una vaghissima prospettiva , è or- nata di lavori di stucco delicatissimi , che rap- presentano dei trofei . Questo tempio fu. costrut- to sui disegni e sotto la direzione di Chambers . 2. Il tempio del Sole in un boschetto aperto ; esso pure è un periptero circolare con un atti- , co , X I's8 X co , e di ordine corintio : Le colonne sono sca- nalate, il cornicione ricco, e imitato dal fa- moso tempio di Balbeck. Ai di sopra di ogni colonna v’ ha nei fregio una lira con ramo di alloro in rilievo Al di fuori, e attorno la par- te superiore della culla si stende una ghirlanda di fiori e frutti. L’interno rappresenta una sala dorata di un gusto magnifico . Nel mezzo del soffitto è rappresentato il soie , ed i fregi offro- no in dodici compartimenti cinti di rami di al- loro , i segni del zodiaco in rilievo . 3. Il tem- pio di Eolo piantato sopra un’ eminenza ; la sua figura è monoptera; vi si trovano molti ordini, ma vi domina il dorico. Al di dentro delie co- lonne vi è una gran nicchia da potervi sedere ; 1’ edilìzio è fatto in maniera , che si muove nel suo centro, e ad onta della sua grandezza si fa girare con una mano . 4. Il tempio di Pane, monoptero , di ordine dorico, il cui profilo è imitato dal teatro di Marcello. Le metope sa- no ornate di teste di bue , e di coppe da sa- crifici 5 il tempio è chiuso da una parte , e di- sposto in modo da potervisi riposare . 5, Il tem- pio della Solitudine ha una cella ettagona , e due finestre lateralmente alia porta. U introduzione dei tempi nei giardini avendo per base l’ imitazione,' devono perciò conserva- re la forma ed ii carattere dei tempi antichi . Il tempio della Poesia pastorale a Stowe è di una bellissima invenzione, leggiero ,- negletto , piacevole , ma la sua forma non è antica . Il tempio dell’ Amicizia e quello delie Dame , rassomigliano piuttosto , quello ad una cappella-, questo ad un padiglione . I tempi offrono il carattere di una bellezza dignitosa s convien dunque assortirli a siti nobili e rie- X *59- X e ricchi. Figurano bene sull' eminenze,, e' in tut- ti i luoghi che ispirano una tranquilla maestà, la venerazione, l’ammirazione. Se il parco sia grande, possono essere numerosi, purché si badi a variare la lor grandezza, situazione, destina- zione . I tempj rotondi hanno una maggior aria di leggerezza, di sveltezza, di grazia, e quindi convengono ai cantoni, ove la natura spiega i suoi vezzi . I tempi bislunghi o quadrati , han- no un aspetto più maestoso e più solenne . Presso di noi , i tempi non esigono la dispo- sizione interna che avevano presso gii antichi; noi possiamo destinarli a luoghi di riposo , e an- che di abitazione . Questa differenza rende indi- spensabile la luce , che gli amichi non traevano che. dalla porta o dall’alto. Ma convien sempre aver riguardo alla principale destinazione dell’ edilìzio ; un tempio sacro alla Morte , non do- vrebbe certo essere illuminato all’ intorno da nu- merose finestre. Le fabbriche, le quali hanno dei rapporti colla mitologia , possono adornarsi con pitture e sta- tue che vi alludano ; e sebbene sembri , che le idee mitologiche non abbiano più per noi un in- teresse nè religioso , nè nazionale , pure ci è gra- to di trasportarci nei secoli antichi, c di attin- gervi il gusto e 1’ entusiasmo pel bello ; e spes- so sollevando il velo delia favola , scopriamo u- na verità utile ed istruttiva . ^ Ma il carattere mitologico della Divinità , cui si dedica un tempio, abbia qualche rapporto coi giardini . Il tempio di Bellona a Kew è di bellissima architettura, ma chi se lo sarebbe aspettato colà ? Pane , il Sole , Bacco , Diana , Cerere, Flora, Pomona , Apollo , le Muse le X i<5o X Grazie, queste sono le Deità, che hanno dei ti- toli per figurare in un giardino ; e tanto più che velano sotto l’ allégoria le forze , gli effetti , le proprietà della natura . Si possono erigere dei tempi anche agli ef- fetti , che suoi produrre la vita campestre , e P amor dei giardini , come alla Serenità, ali’ Ob- blio dei mali, alla Contemplazione, al Riposo: il delicato osservatore gode nel sentirsi ridestare nell’ anima gli stessi effetti . Anche le varie stagioni deli’ anno , e le diver- se parti del giorno possono avere i.lor tempi. Quello deila Primavera sorga in luogo tepido e sereno, sia di uno stile piacevole e lusinghiero, circondato da immagini ridenti , che annunziano 10 svegliarsi della*natura , e da freschi fiori j tra cui scherzi zefiro al suo ritorno . Quello della mattina spunti sulla cima di una collinetta, * va- go , svelto , ed arioso , e saluti 1’ aurora nascen- te , il cui lume vada errando e scherzando sull’ acque e tra i boschetti . Il tempio della Sta- te s’ innalzi nobile e ricco , fra fiori e piante fruttifere , che presentino di già maturi i lor do- ni sotto forme e tinte diverse. Quello del Mez- zodì s’asconda fra piante fitte, che lo difendano dagli ardori ; alcuni fili d’acqua lo rinfreschino . 11 tempio deli’ Autunno sia coronato di bo- schetti , che favoriscano il piacere della caccia , fra viti e sorbi , ed altri alberi da bacche . Quel- lo della Sera cheto riposi e solitario fra gruppi di piante odorose, sul pendio occidentale di un monticello, appiè di cui un’ acqua limpida ser- peggi tacitamente . Queste indicazioni non servono che a guidare l’artista a nuove invenzioni ; il fondo è ine- sausto , Del X Irfi X Del resto sono da preferirsi gli emblemi alle iscrizioni, per vieppiù determinare il carattere e la destinazione di questa sorta di fabbriche , le opere di Winckelmann ce ne offrono molti, trat- ti dall’ antico . Essi possono mettersi sulla fac- ciata , e specialmente sul fregio . Devono essere semplici e chiari» composti di simboli non trop- po complicati , e che abbiano un intimo rappor- to con ciò che si vuole indicare ; si preferiscano i bassi-rilievi alle pitture f Ad imitazione degli antichi , potremo noi pure consecrare i tempi , quai monumenti , alla memoria degli uomini di un merito eminente . Questa destinazione si avvicina di più al loro carattere, attesoché P antichità gl’ innalzava non solo agli Dei, ma pur anche agli Eroi, ai pa- triotti , ai saggi . E perchè non dedicarne a quei Genj , che sparsero una nuova luce sulle opere delia natura, sui lavori dell’ agricoltura , e del giardinaggio , e che pieni di entusiasmo cantai rono e dipinsero le meraviglie della creazione ? Dopo tuttociò che abbiam detto , non ricu- seremo per altro , che i proprietar; possano in« naizare degli edifizj di questa sorte , senza però consecrarli alla memoria di cose o di persone * contentandosi di dar loro una rassomiglianza coi tempi. antichi , quanto all’ esterno, e disponen- do P interno a piacere , purché non sieno vio- late le leggi della buona architettura . Fra le antiche e straniere architetture la Gre- ca merita la preferenza ; nè . quest’ asserzione abbisogna certo di prova . Si sfugga però una troppo servile imitazione . Appena cominciò a fiorire il nuovo gusto rap- porto ai giardini , la passione per 1’ architettura Cinese si palesò , e divenne ben presto una ma- JL m'a » X X*2 X nia , che non si potrebbe giustificare . Lontanà dalia verità, dalla semplicità della Greca , senza dignità , senza bellezza di forme , essa non è che sovraccarica di futili e fanciulleschi ornamenti . Non vi è che un amore cieco per tuttociò eh’ è strano, grottesco, singolare, che possa appas- sionarci per un gusto sì depravato . Oltre di ciò , molte fabbriche , le quali si sono spacciate per Ci- nesi , non hanno alcun modello originale (/?) ; e sono figlie unicamente del capriccio degli archi- tetti . Convien dire lo stesso , quanto alle archi- tetture Egizia, ^ Saracena , Gotica, Turca . O natura , o semplicità , o vezzose Grazie compa- gne dei giardini se un falso orgoglio vi caccia in bando dai nostri luoghi più deliziosi, ove potrete rifugiarvi , se non se nelle fresche valla- te , dove spunta la violetta presso la capanna del tranquillo abitatore ! IL Grotte s Le grotte , che non altro sono attualmente nei nostri giardini, se non che opere d’ imitazione , furono nei tempi antichi la dimora degli uomi- ni, e lo sono ancora presso i popoli, che dor- mono nell’ infanzia . I Greci le dedicarono alle Ninfe , e le grotte al- lora perdettero quel non so che di volgare e di g ros- CO Veggasi : New designs for Chinese Bridges $ Temples , Garden-Seats , Summer-Houses, opera degl* Inglesi Architetti Will e Joh. Halfpennes <, 8 . Lori*- don 1751. X 1*3 X grossolano, che sogliono presentare alP immagi- nazione a prima vista . A quattro leghe da A- tene , sulla riva del mare presso Vary , v s era una di queste grotte , famosissima , e dedi- cata alle Ninfe da Archidamo Fere'o * Chand- ler che ne visitò gli avanzi nel 1705 assicura , eh’ era del tutto straordinaria « Itaca ed Era- clea vantavano due altre grotte celebratissime . Si credeva che le Ninfe amassero le sorgenti ; le grotte ne avevano , o avevano almeno un poz- zo ; L’ umidità , e la deposizione di particelle petrose producevano delie figure , degli acciden- ti ; r immaginazione vi dava un senso , un si- gnificato. Il pastore 5 il cacciatore, il pio vil- lano, correvano ad offrire dei doni nelle caverne alle divinità , che n’ erano le tutelari. Ciò basta a mostrarci, come i Greci sapevano spandere su tutto una graziosa amenità . Sulla traccia di que- sto uso primitivo delle grotte , un artista può condursi a delle gentili invenzioni ,, che portino T impronta dell’ antica rispettabile semplicità , e nel o tempo stesso convengano ai nostri giar- dini i. Nei secoli posteriori le grotte servirono di ni- do ai masnadieri , di asilo agl’ infelici , ma gli Uroi pur anco se ne servirono , come di fortez- ze , o vi si ritiravano stanchi dalla caccia * Spe- cialmente le parti settentrionali e occidentali del- la Scozia sono ricche di questo genere di caver- ne. Pennant (a) ne vide molte, e ne descrisse alcune, tra le quali si distingue quella di Fin- ìnac-cuil, ossia di Fingai figlio di Cumhal , e pa- co A Tour in Scotland. London 1774. L 2 X I$4 X padre di Ossian. Ma ia più importante di que- ste curiosità , quella che si può chiamare un mi- racolo della natura, benché lungo tempo igno- rata, si è la grotta di Fingai nella piccola isola di Staffa (a) 0 Quando 1’ amore della vita solitaria si sparse fra i Cristiani , le grotte divennero il soggior-? no di quei, che fuggendo le insidie di un mon- do peccatore, si abbandonavano alla contempla- zione . Essi scavarono nel vivo sasso cappelle , altari , cucine , dormitori , ed altre comodità , tutto annunziava povertà , e divozione . Se ne trovano molte , che portano ancora il nome del Santo , che vi dimorò . Da questi cenni si rileva, che appartenendo, le grotte a paesi montuosi e pieni di roccie , esse non possono convenire che a’ cantoni , i quali abbiano presso a poco gli stessi caratteri , e non a pianure e luoghi aperti ed ignudi ; che tro- vandosene di rado anche in natura , convien es- sere parchi nel metterne nei siti stessi dove convengono ; che molti giardini le ricusano af- fatto , e tutti possono restarne privi . L’ artista può mettere a profitto anche le roc- cie, vestendole d’ erba e di piante serpeggianti , con qualche cespuglio , con qualche bel tronco d’ albero ; o spartendo T acqua in tenui fili , o ra- dunandola in grosse masse . Si può anche cerca- re di penetrarvi per entro, e farvi dei sedili , e fin anco delle piccole abitazioni 9 Quan- C a) Vedi fa descrizione e il disegno, che ne diede Giuseppe Banks. La grotta d’ Antiparo è la più celebra- ta da tutti i viaggiatori. Vedi il Viaggio di Tourne- fpn nei Levante , e ii Viaggio pittoresco nella Grecia X X Quanto alle grotte artificiali , il cantone che le circonda sia cupo e rinselvato ; P ingresso non sia abbellito , non preparato , non artefat- to . Ma pur vi possono essere^ delle squarcia- ture , che offrano delle prospettive lontane . La composizione sia semplice e rustica ; tutto sem- bri lavoro della natura selvaggia . L’ esterno sia formato da massi irregolari di pietra, con altri massi isolati , che sembrino es- sersi staccati per la forza del tempo dai resto ; eminenze, crepature, macchie, spini, edere, ar- boscelli , che lascian cadere i rami loro sopra la bocca dell’ ingresso j piccioli fili d- acqua scor- renti tra cespugli , tuttociò contribuisce alial>el- le zza pittoresca delle grotte „ Non sieno poi nè basse, nè strette, nè oscure, nè umide, nè chiuse affatto alia ventilazione ; convien cercarvi la frescura , e non trovarvi la febbre . Le grotte convengono alle scene di state , e specialmente al carattere romanzesco 0 Si pu& rinforzare P impressione che fanno, dedicandole ad una Ninfa , ad un Eroe nazionale , ad un San- to del paese ; così si risvegliano delle interessan- ti memorie , o delle idee rallegranti * Sono celebri in Inghilterra, la grotta di Sto* we j nel cui ingresso si legge: tntus aqua dui- ces , vivoque sedilia saxo ; quella di Iwickem- foam , fatta costruire da Pope, e da lui stesso cantata; vi si legge: secretum iter , & fallenti? semita vita ; e quella di Leasowes nel Shropshi- re , tra Birmingham e Stourbridge. Ninna cosa fu tanto guasta e sfigurata dalP antica maniera, quanto le grotte, che si dispo- sero e si decorarono squisitamente, sino a render- le ricche e magnifiche. Oltre la piu esatta re- golarità , vi s’ introdussero scale grandiose , co- L 3 ion- / X 166 )C lonnati , statue , quadri ; niente in somma fu om messo di quanto potea maggiormente allonta- narle dalla semplice natura , che si dovea sola prendere per modello , m, Romitorj * Anche i romitorj nei giardini hanno per ba- se T imitazione . Si destinano meno ad esser abi- tati , che a procurare della solitudine , del ripo- so , ed a' rinforzare il carattere dei cantoni tran- quilli e melanconici . Amano un sito riposto , montagne, roccie, lande, boschi, deserti , Essi consistono in una capannuccia formata dalla ma- no dell’ uomo, o scavata nei fianco di una roc- cia, e abitata da un solitario. I romitori servono a risvegliare la memoria di que’ tempi, ne’ quali la divota innocenza fug- giva dal mondo corrotto, per trovare il paradiso nei deserti , L’ eremita non era sempre intento a pregare, ma lavorava il vicino terreno, e ren- deva fertili e sani molti tratti , prima insalubri ed incolti. Privo di tutti i piaceri del mondo, di tutti gli ag j della società, egli divideva il suo tempo fra il travaglio , la meditazione , la pe- nitenza , e non aveva altro testimonio che il cielo. A1P avvicinarsi di un romitorio, un’ani- ma sensibile si apre a soavi commozioni , e può credersi non lontana dalla virtù , se trova rispet- tabile un luogo , dove 1’ uomo sollevandosi dal- la terra , soleva unicamente occuparsi della pre- ghiera e di Dio. I primi eremiti fabbricavano sovente il loro a- §ilo sulle roccie . Lungi una lega da Friburgo sj tro- X 167 )C trova una costruzione di questo genere singo- larissima, ed abitata da un solitario. Già da cent’ anni un eremita vi aveva scavato un si- to grande , quanto bastava per mettersi ai co- perto dall’ ingiuria dei tempi . Il suo successore secondato da un compagno, giunse coi lavoro di venticinqu’anni a formarvi una chiesa , lunga piedi 6 3 / larga 36, alta 22, una sagrestia lunga e larga piedi 22, alta 14, un campani- le alto 70 piedi , largo 6 , una camera lunga piedi 44 , larga 54 , il refettorio lungo piedi 21., una cucina, una sala lunga 90 piedi , la r r~ •ga 22 , e due altri appartamenti lunghi insieme piedi 54. Questo lavoro è veramente un mira- colo d’ assiduità. Un romitorio può anche esser posto sulla ci- ma di un’ alta montagna, e dominare vasti e su- perbi paesaggi , purché si sottragga dalla vista degli uomini , e si celi in un sito isolato e so- litario . Tal è il famoso romitorio sul monte Rigiberg nel cantone di Schuritz . Non è meno celebre l’altro detto Convento del Sughero sul- la roccia chiamata Cabo di Rora presso a Lis- bona (*)’, Non trovandosi nei giardini catene di monta- gne aspre e scoscese, dove nascondere un romi- torio , basterà metterlo ed occultarlo fra ripo- stigli imbarazzati d’arbusti, e di piante fìtte ei ombrose, in luoghi ermi e solinghi . Niente di meglio , quanto appoggiarlo ai dosso di una mon- tagna o di una rupe, ma non essendovene , si con- M Vedi Viaggio da Londra a Genova di Giuseppe Baretri . 8 0 Amst. 1777. Tom. 1 . Letr. 28,, I. 4 X **£ >C confini in qualche angolo del giardino , in qual- che landa adiacente . La scena che lo circon- da , sia negletta , modesta , .senza vivacità , sem- plice , disadorna , le piantagioni abbiano un fo- gliame cupo e rami pendenti , folti cespugli , acqua mormorante. Si può costruirlo indifferentemente o di pietra o di legno. La violazione delle regole di archi- tettura diventa quasi un merito in questo caso . Ne magnificenza, nè pompa; semplicità, indi- genza, obblio di se. stesso . Il tetto sia coperto di felce o di ardesia ; pilastri informi che lo sostengano ; muri e pareti di terra , malconcio dalle stagioni e dal tempo; porta tutta di un, pezzo ; picciole finestre con vetri foschi e di» pinti . La distribuzione interiore deve limitarsi alla mondezza , ed ai comodi unicamente indispensa- bili ; niente di gajo , di ridente , di voluttuoso , di raffinato . Qua una panca , là un letto, colà una cappella , un’ immagine divota , qualche sen- tenza di pio autore ; al di sopra della porta u- na campanella . La picciolezza deile finestre e le piante ombreggiarmi d’ intorno, verseranno sul romitorio una religiosa oscurità . La tinta dell’ interno e dell’ esterno sia bru ua , o di un grigio carico . E‘ chiaro che il ro* mitorio non conviene che alle scene serie , gra- vi , melanconiche . Il romitorio di S. Agostino aStowe, e quello nei parco di Hagley meritano di esser veduti . Per variare gli oggetti , invece di romitori si possono dedicare delle capanne non solo a qualche Santo , ma alla memoria dì qualche an- tico Filosofo . Pitagora soprattutto ne meritereb- be una , egli che gustava tanto , e facea tanto gm % **9 X gustate a 5 suoi discepoli i vantaggi e le delizie della vita campestre . Gl’Inglesi cominciarono a introdurre ne’ loro parchi dei tempj Druidi ; ( e T idea veramente è felice ; sapendosi che quei saggi Celti solevano insegnare i mister] del culto divino fra i’ oscu- rità delle foreste. Sì poco per altro conosciamo il gusto dell’ architettura di que’ popoli , che troppo luogo resta all’ arbitrio ed al capriccio . Young ( Tour through thè east of "Erigi and ) ci- ta un tempio Druido nei parco di Halswel pres- so Bridgeweter , ma troppo poco ci dice della sua architettura . Del resto , questa sorta di fab- briche di un genere semplice e rispettabile, se non merita il nome di tempio , non ammette nemmeno quello di refettorio . IV, Cappelle, Dedicate alla preghiera ed alla tacita medita^ zione , le cappelle devono -avere il carattere di una sublime semplicità , e di una tranquilla di- gnità . Nessuna magnificenza ? nessun lusso nel- le decorazioni * Una volta elevata con alcune immagini allegoriche, un altare, una divota i- scrizione sul muro , poco lume , esterno sempli- ce e venerabile , alberi di alto fusto che ne ombreggino il recinto . I cantoni che lor con- vengono , sono i seri , gravi , melanconici » V. % m X V, Rovine e Come può esser venuto il pensiero di colloca- re in un giardino delle rovine, immagini sconso- lanti dei tempo distruttore ? Per isciogliere tal questione basta osservare, che potendosi trovare in un giardino delle rovine vere e reali, le ar- tifiziali possono aver 1’ apparenza di queste , e conseguentemente produrre gli stessi effetti . Ricordare i tempi passati , destare un senti- mento misto di compassione e di melanconia , tali sono gli effetti , che producono le vere ro- vine; le fattizie devono esser disposte in modo, che possano eccitare le stesse impressioni . Nel fabbricare delie rovine, . convien nascon- dere P artifizio, unirle e disgiungerle sì fatta- mente , che il tutto sembri opera del tempo , e dell’ influenza delle stagioni . Alcune masse gran- di , benché separate e smembrate , mostreranno una qualche relazione col tutto . Se le pietre sa- ranno troppo sparpagliate, e gettate lungi P u- na dall’altra, P occhio avrà pena a raccozzarle, e formarne un insieme, e la mano deli’ uomo verrà tosto a palesarsi . Si possono anche lasciare dei frammenti intieri di muro , i quali accennino la destinazione che aveva l’edifizio. Il sito poi sarà tale , che ognuno possa congetturare , che fosse proprio e conveniente alla fabbrica , la qua- le vi si era innalzata . Per accelerare P illusione , e prevenire P esi- tanza figlia della riflessione, le rovine presenti- no una significazione pronta e non equivoca ; il che si ottiene facilmente, o col mezzo di un bas* X *7* X lasso- rilievo semisepolto , o di una statua infran* ta , o di un capitello rotto , o di una iscrizione scolpita su di un fregio , o altrove . _ Le pietre e i marmi abbiano una tinta bruna , un’ apparenza d’ antico coi segni impressi dai tempo, rotti, squarciati, fessi, logori dall’ umi- do e dagli urti . Fa d’uopo per secondare l’ illusione, frammi- schiar le rovine a macchie ed a prunaj . Un 5 edera , che sbuca fuori dalle crepature di una tor- re cadente, un ciliegio torto e stentato, che fiorisce fra la spaccatura di un muro, un ruscel- lo che mormora giù dai gradini di una scala in parte atterrata , tutte queste accidentalità servo- no a rinforzare V idea della violenza dei tenv po, che strugge tutto. Quai sentimenti di tenera melanconia non si destarono in alcuni viaggiatori, mentre coll’ ani- ma piena di entusiasmo per la bella antichità , Scorrevano le contrade delia Grecia già sì flori- de, e rinomate per la magnificenza e la bellez- za degli edifizj ! Di simili ne provò Chandler al visitare le maestose commoventi rovine del tempio di Apollo a Ura poco lungi da Mile- to (a), Home vuole che si preferisca d’imitare le go- tiche rovine piuttosto che le greche, sul riflesso, che le prime ci presentano l’ immagine dei tem- po che trionfa della solidità , idea melanconi- ca, ma non disgustosa, quando le seconde ci ri- chiamano a mente le devastazioni della barbarie, idea 00 Travels in Asia minor, cap. 43. X X 7 Z X idea che incresce e seorragisce (a) < Egli doveva aggiungere , che le rovine gotiche hanno una maggiore apparenza di verità , specialmente nel- le contrade più settentrionali ; perciocché non si sa, che 1’ architettura greca vi fosse penetrata» Fermo pertanto, che le rovine non sieno in contraddizione coll’ architettura una volta usata nel paese , la situazione che più loro conviene , sono i cantoni concentrati e solitari , le scene dedicate alla sera o ali’ autunno, presso emi- nenze umide o petrose , non presso acque lim- pide , non fra fiori, non fra ridenti boschetti y non in mezzo a scene gaje ed animate . Dei re- sto, esse formano un quadro , spesso più pittore- sco di qualunque altra fabbrica nuova ed intat- ta . Ma non si può dissimulare , che il proget- to d’ imitare delle rovine , a segno di produrre un’ illusione completa, il più delle volte fal- lì ; se ne vede per altro un bell’ esempio ne! parco dì Hagley (£)* * 4 Chi volesse formarsi un 5 idea delle superbe ro- vine reali deli’ antica Abbazia di Roche , e di quelle dell’ Abbazia di Tintern , legga quanto alle prime Young, quanto alle seconde Wha- tely {c) 0 00 Elements cf Crìticism . (*) Hecles , Letters on thè beauties of Hagley .• CO Young , Tour through thè East of England Whately 3 Art de former les jardins . X 173 X SEZIONE QUARTA. Dei Sedili , dei Ponti ^ e delle Porte a X. « S E D I L I « I Sedili sono necessarj per riposarsi dalla stan- chezza , che occasiona ii passeggio . Saranno dunque distanti alquanto 1’ uno dall’altro ? e di- stribuiti in quella quantità , che sarà relativa al- la maggiore o minore estensione del giardino, o del parco . Si moltiplicheranno in quei siti , che sogliono essere frequentati da numerosa compa- gnia . Converrà situarli in luoghi freschi ed ombreg- giati; niuno è tentato di sedere sotto il fla- gello di raggi cocenti . Saranno grati , se avran- no in faccia dei vaghi punti di vista . Le sce- ne , eh’ esigono la vicinanza dello spettatore per essere vagheggiate comodamente , tranquilla- mente, ne saran provvedute; tali sono le aje di fiori, i piccoli gruppi di piante rare, i ruscel- letti scherzosi. Un sedile è spesso un ottimo mezzo per de- terminare 1’ occhio dello spettatore verso un pun- to di vista interessante . Un banco di erbose zolle , un rialzo di terra vestito d’erba, erano i sedili ordinarj nella prima semplicità dei giar- dini , e se ne possono introdurre ancora nei luo- X *74 X glii di carattere negletto ed agreste, quantunqué gl’ insetti e l’umido li rendano incomodi. Le panche di pietra sono malsane in un clima fred- do e piovoso ; Restano dunque da preferirsi quelle di iegno ; che si trasportano facilmente , e che ricevono qualunque forma, e qualunque in- tonaco piu conveniente; ma la forma ne sia semplice e leggera; il colore nè verde, nè ros- so, ma ó bianco o grigio , che così contrasta- no meglio colla verdura . Alle volte si possono cangiare i sedili in luoghi di riposo coperti , le cui pareti difendano dal ventò , il tetto dalla piog- gia. La figura circolare sembra la più propria; F architettura ne sia semplice , vaga , leggera , non pesante , non magnifica (a ) . Iscrizioni analoghe al sito, ed ai punti di vista che si offrono in faccia , possono mentre il corpo si riposa , no- drire V anima di riflessioni morali . Ih Ponti ; 1 ponti hanno per oggetto di legare le parti che P acqua divide ; non conviene metterne dun- que , se non dove il bisogno li richiede ; cioè , sopra Tacque correnti , sopra i piccoli filimi , i ruscelli, 1 torrenti. V architettura ne sia leg- gera ; non pompa di archi e di colonne; non ricchezza di scolture. Tuttavia il carattere del- la O) Morris nella sua Architéttura dà il disegno di varj sedili coperti, ma di un’apparenza troppo solida e massiccia , X *75 X la scena , cui fa strada il ponte , deciderà del- ia maggiore, o minore semplicità . Spesso posso- no bastare alcune tavole con un appoggio. I ponti di matrone o di pietra hanno quasi sempre un aspetto pesante; quei di legno si pre- stano a forme piu leggere e più variate ; la tinta ne sia bianca o grigia * Talvolta su un ruscello fanno ottimo effetto alcune pietre ordi- narie j collocate comodamente e stabilmente , ma senza alcun apparecchio * Se vi sieno in un giardino molti ponti , non si mettano a linea retta l’uno in faccia dell’ al- tro , e se ne varj I’ architettura . Ora scoperti conducano a ridente prospettiva , ora si nascon- dano dietro un boschetto ; qualche volta una collina , una boscaglia serva loro di fondo . Nei cantoni ridenti si aggiungano ai ponti dei sedili , ove arrestarsi a contemplare le scene d’ intorno , 1’ acqua che scorre sotto rapida e scher- zevole , i pesciolini che guizzano bizzarramente $ e le piante che si specchiano nell’ onda cristal- lina . XIL Porte . Le porte ed i portoni possono servire nei par- chi e nei giardini , tanto come ingresso princi- pale , quanto come mezzo per legare i diversi cantoni, ma non sono però sempre necessari. Un giardino può cominciare immediatamente dalla fabbrica , senza che vi sia segno alcuno che ne dinoti l’ingresso; e le scene possono di- stinguersi quanto basta per la varietà della com- posizione , o mischiarsi e riunirsi insieme col mez- zo X *76 X zo di felici transizioni , senza bisogno di frap- porvi alrri oggetti. Tuttavia un parco separato dalla fabbrica, un parco Inglese, un parco pro- priamente detto , ammettono volentieri delle porte . Anche queste amano la semplicità , ed esclu- dono le ricche e troppo artificiose decorazioni » L’ ordine toscano é quello che più loro convie- ne, purché non si renda pesante e sgraziato. . Talvolta il carattere del giardino tollera che si adornino alcun poco, ma sempre colla dovu- ta analogia allo stile campestre; si bandiscano gli stemmi , gli scudi , le insegne gentilizie ec. Il vero sito che conviene alle porte e ai por- toni è l’ ingresso principale de’ giardini ; volerne collocare in questa ed in quella parte frammez- zo ad essi è operazione difficile , e che ricerca una grande squisitezza di gusto, perchè sembri- no necessarie, e comandate dai bisogno , Faran- no miglior effetto , quando saranno alcun poco velate , almeno da un fianco , . da cespugli , ed alberi pendenti , che quando si presentano sco- perte affatto ed ignude » Quei cancelli di ferro stranamente arricciati ed attortigliati , che si vedevano sì spesso negli antichi giardini , sono giustamente andati in di- suso ; tanto più che non lasciavano^ vedere i piu interessanti punti di vista , che frastagliati e t , SE» X *77 3C SEZIONE QUINTA . Delle Statue , de Monumenti ? e delle Iscrizioni , I, a j Statue . I Romani introdussero le statue nei loro gì!& dini per un amore smoderato di lusso : i France- si credettero inoltre, che tutte le decorazioni le quali convenivano ai palagi , appartenessero anche ai giardini „ I Greci forse diedero ai Romani la prima i~ dea di adornare i giardini di statue . Alcamene avea posta nel suo una Venere lavorata da lui stesso, quella che Adriano trasportò poi nei famosissimi suoi orti » Verso il fine della Re- pubblica e sotto gl’ Imperadori , le statue veni- vano in folla dalla Grecia a popolare i giardini ; basta osservare l’epiteto, che dà loro Giove- nale : Contentus fama jacedt Lucanus in hortis Marmorei?,» Nella semplicità dei primi tempi bastava W& Friapo : M Po*. X X Fomostsque ruber custos ponatur in hortìs , Terreat ut Stiva falce Prtapus aves . Tibull. Golumeila stesso, benché sotto Claudio, ci avvisa che non si dovevano cercare nei giardini le opere di un Dedalo , o di un Policleto . Ma già prima , e sin dal tempo di Augusto , ilPria- po eh’ era di legno, si era fatto di marmo ì — Custos & pauperis hort't Nunc te marmoreum prò tempore fecimus « VlRGIL. Nei giardini Servii; a Roma si vedevano le statue di Cerere, e di Flora fatte da Prasitele ; in altri si trovavano pur anche , al dir di Pli- nio , dei Satiri , come protettori del giardinag- gio; queste statue avevano almeno un rapporto col luogo , dov’ eransi collocate « Nei tempi moderni le Nòtre sovraccaricò i giardini di statue , e v’ introdusse quante divi- nità conobbero gli antichi ; si potrebbe dire, eh’ egli spopolasse il cielo 4 Blondel istesso , ben- ché addetto all’ antica maniera, che voleva in- ventore del nuovo stile Dufresny, molto ante- riore a Kent , non può astenersi ^ dal censurars tanta prodigalità, che dalla Francia si sparse poi neìi 1 Italia e nell’ Alemagna (a ) . L’antico gusto peccava contro la semplicità dei giardini , e contro il loro carattere . Le sta- tue affastellate I’ una presso l’ altra non gli a- dor- 00 Cours d’ Archite&ure » 8. à Paris 1773 voi 4, X *70 )C tornavano , ma gl’ ingombravano ; eccesso non perdonabile * anche se fossero state tutte di ma- no eccellente i Ma che significavano in un giar- dino le statue di Giove , di Nettuno* di Mar- te, di Ercole, di Giunone? Qual era la rela- zione tra queste Divinità * e ìa destinazione de* giardini (#)? . Perchè si hanno a trovare nel giardino Lu- dovici a Roma dei Re prigionieri , e sin lo stes- so Nerone? perchè si è posto talvolta Nettuno in un viale* Vulcano presso una fontana? noti è questo il vizio che censura Orazio? Qui variare cupit rem prò di gali ter imam , Delphinum sylvis\ appingit , flutti bus aprum e Concludiamo , chè quantunque le statue me- glio appartengano ai palagi , pure avendo acqui- stata pel lunghissimo uso una specie d 1 incoiato nei giardini , basterà limitarsi ad impiegarle coti qualche assennata restrizione Bisognerà bandirle affatto dai giardini di utl carattere del tutto semplice e campestre , da quei del buon lavoratore , del borghigiano , da quel- li annessi ad un chiostro , o ad un cimiterio , e riservarle pei luoghi, che ammettono un maggior grado di decorazione e di vivacità . In questi servono ad occupare piacevolmente P occhio e P immaginazione , caratterizzano le scene , i tempi, le fabbriche* danno forme visibili alle 00 Miller istesso nei suo celebre Dizionario dei Giardini , .favorisce incredibilmente questo gusto depra- vato . hi a X x 80 X idee , ai sentimenti , alle passioni , ai caratteri , e sono atte ad eccitare ogni sorta di commozio- ni . Ma per ciò fare , abbiano una grandezza proporzionata , correzione di disegno, ed espres^ sione vera e vigorosa . Si sceglieranno nella Mitologia i soggetti con^ venienti . Fiora sorrida in un’ aja fiorita , Bacco sotto una pergola, Diana in un sito selvaggio , Pomona in un verziere , Venere e le sue Nin« fe presso un bagno ; un giovine Fauno danzi in isq rustico boschetto . Altrove parli l’allegoria . La Pace sia coro- nata d’ olivo e di spiche ; 1’ Abbondanza versi il pieno suo corno; la Gioja s’orni di mirto e di rose ; le Stagioni abbiano ciascuna il carattere e gli attributi convenienti . Maggiormente c’ interessano quelle statue , che ci rappresentano sotto le loro forme quei personaggi , che si distinsero per celebrità di talenti , per beneficenza di azioni , e che ci sol- levano sopra noi stessi colla saggezza dei lo- ro scritti , colla storia dei loro fatti grandi e virtuosi . E qual effetto non posson fare , e non hanno fatto più di una volta nelle anime ancora vergi- ni , e dotate di un innato entusiasmo per tuttociò, eh’ è bello ed è buono , le sratue erette dal pa- triotismo alle virtù . nazionali , alle immagini di coloro , a cui dobbiamo gli agi , i piaceri , la libertà? Gli antichi. conoscevano questo effetto , e rimandavano la gioventù a contemplare Ora ducum & vatum , sapìentumque ora priorum , Quos tifai cura sequi , quos toto peBore senti s . Staz. Ma X x8i X Ma forsè questo genere di statue conviene piu propriamente ai vestiboli dei gran palagi , ai luoghi di concorso nelle città, alle pubbliche piazze. Nei giardini dei particolari , perchè noa metterai le immagini dei più celebri paesisti ^ dei poeti che cantarono le bellezze delia natu- ra , dei filosofi che istruirono cogli scritti i loro compatrioti ? . Fa d’ uopo inoltre saperle collocare, ed assegnar loro non solo un posto, ma un atteggiamento conveniente . . Presso l’abitazione si dispongano pure simmetricamente, attesoché si legano colle altre parti dell’ architettura, ma nei giardini si disperdano isolate qua e là * Ognuna sia posta nella scena 3 che abbia un carattere ad essa cor- rispondente* Spesso celata fra gli alberi in si* to appartato , eccita una grata sorpresa ; tal è la Venere del parco diHagley. Ove sieno mol- te , se ne var; P espressione e P atteggiamen- to ; quelle sembrino riposare, queste spieghino azione * Una soia statua può bastare all’ effetto che si brama ; pure i gruppi , se sieno posti in un can- tone preparato giudiziosamente, offrono uno spet- tacolo più vivo * Adriano avendo fatto imita- re a Tivoli i luoghi più celebri delia Grecia, fu il primo a presentare disegni di una compo- sizione sorprendente . Nei tempi moderni i cam- pi Elisj a Stowe sono divenuti un modello fa- moso (<*)» Vi si vede, fra P altre meraviglie, il tem- 00 Veggasi : Art de former les jardins modevnes . E l’ultima più corretta Adizione del libro : Stowe, a description ec. J773, M 3 X rìz X tempio dei famosi Bretoni . . Sorge in faccia ad esso una piramide, e v’ ha in una nicchia il bu- sto di Mercurio , sopra di cui sta scritto : Campos ducit ad Elysios . Abbasso, su lastra di marmo nero si legge: Hic manusyob patri am pugnando vulnera passi, Quique pii Vates , & P hoc bo digna locutì , Jnventas aut qui vitam excoluere per artes y Quique sui memore $ alias fecere merendo . VlRGlL. Sedici nicchie accolgono i busti dei piu grand’ uomini dell’ Inghilterra ; cioè Alessandro Pope . Tommaso Gresham . Inigo Jones . Giovanni Milton. Guglielmo Shakespeare ® Giovanni Locke . Isacco Newton . Francesco Bacone « Re Alfredo. Edoardo Principe di Galles, Regina Elisabetta . Re Guglielmo III, Walther Raleigh. Francesco Dracke. Giovanni Hampden, Giovanni Barnard % Ogni busto ha sotto la sua iscrizione . Del resto , chi volesse rinovare V imitazione dei X 18 } X dei Campi Elisj , si ricordi sempre dei versi di Virgilio : Devenere locos Utos & amcena vtreta Fortunatorum nemorum , sedesque beatas ^ Largior hic campos cether & limine vestii Purpureo . Virghi, ìEnexd* VI. Alle rappresentazioni tratte da soggetti mito-? logici, che non sogliono fare un grand’ effetto* se non che nelle persone istrutte , e nodrite dì un sentimento delicato ^ si possono più vantag- giosamente sostituire le idee nazionali, che me- glio s’intendono , ed interessano più general- mente. Un eccellente modello se ne ha nel par- co reale di Fredensbourg poco lungi da Copen- hagen 0 *)» nella così detta Vallata dei Nor- vegi . 00 Castello reale appartenente a S. M. la Regina Vedova Giuliana Maria, a cinque miglia da Copenha-^ gen . Fredensbourg significa borgo , o castello della pace, in memoria della pace segnata nel 3720. colla Svezia. Le sculture ed altri pezzi sono stati pubblicati in foglio col titolo: Monumenta Fredensburgica jussu Friderici V. ereéta , benché le iscrizioni sieno meschine. Quanto alla Vallata dei Norvegi bisogna vederne la de- scrizione in Danese ed in Tedesco: Disegni della Valle dei Norvegi pubblicati da G. Grand scultore della Cor- te . Vi si trovano descritte 6 4. statue, rappresentanti illustri Norvegi tratti da tutte le classi , e posteriore mente ve ne furono aggiunte molte altre . M 4 IL X »*4 X f ir. Monumenti * I monumenti , ed i mausolei sono mezzi effi- cacissimi per trasmettere alla posterità la memo- ria degli avvenimenti e degli uomini. Se ne ri- trovano presso tutti i popoli , anche presso i meno civilizzati ; una semplice pietra, un monti- cello di sassi accumulati, bastavano un tempo ad eternare la ricordanza di una battaglia , di un’ alleanza , di un eroe ; la Scozia ed il Nord ce ne offrono ancora un qualche esempio. Gli Egiziani, i Fenicj, gii Etruschi ebbero di questa sorte di opere, ma i Greci n’ ebbero in maggior copia * e di più perfetta esecuzione. Le città, le piazze pubbliche, tutti i luoghi di concorso , le strade stesse erano decorate di su- perbi monumenti elevati al merito ; la nostra immaginazione se ne sente ancora scossa forte- mente nelle descrizioni di Pausania . Il Greco non potea girar P occhio d’ intorno , senza ab- battersi in un eroe , in un patriota , in un sag- gio ; tutto P invitava ad amare la patria , e la virtù . I Romani ornarono il merito assai per tempo con pubblici monumenti. Il Senato li decreta- va . Le Provincie ottennero talvolta la libertà d’ inalzarne , i privati stessi poteano chieder la permissione di erigerne ai loro parenti , ed ai loro benefattori . I moderni fecero poco uso di un mezzo così possente per premiare , e nel tempo stesso per Incoraggire la virtù. Rare sono le statue, i bu- sti , i mausolei , che immortalando le azioni il- lu- X 1§S X lustri servano di pubblico invito ad emularle* Ma da pochi anni si è cominciato a travagliare ad uno stabilimento nazionale nel parco di Ja- gerpriis ; dedicato ai più celebri Danesi (a) vasto disegno , quale non fu mai concepito in alcun tempo , nemmeno nella Grecia stessa . Tra le differenti specie di monumenti , gli un! convengono alle città ed alle pubbliche piaz- 2e , come quelli che ci ricordano i Sovrani , gli eroi , gli uomini di stato , i benefattori della società ; gli altri che. si erigono dai privati , che possono consecrarsi ad un merito meno e- minente, che devono trovarsi in maggiore ana- logia colle immagini campestri , appartengono ai giardini * Le avventure , i sentimenti , e le ricordanze grate e piacevoli , spieghinsi in va- ga mostra sulle collinette , nei luoghi, più vi- stosi e più gaj ; i monumenti melanconici e do- lorosi , vadano ad occultarsi nei siti più riposti ed incolti , o fra densi cespugli nell’ ombra e nel silenzio * Se il soggetto de’ monumenti sarà tratto dal- la famiglia del proprietario , o dal circolo de 7 suoi amici , avrà per lui una maggiore ener- gia; ma non conviene scordarsi dei forestiero ; e se non si può sperare di commoverlo , d’ intene- rirlo con oggetti , i quali non possono aver con lui che deboli rapporti , fa d’uopo offrirgli almeno uno spettacolo, che lo interessi per la CO Castello di S. A. R. il Principe Ereditario a sei miglia Danesi da Copenhagen . Vi si veggono mól- ti monumenti eretti ai più celebri Danesi , ed ora si sfanno incidendo da Clemens con dichiarazioni sto- riche . X ?8* X felicità dell’ invenzione * e la bellezza dell’ ese-? cqzione « Le fabbriche , i tempi, le piramidi, i pila- stri, gli archi di trionfo appartengono all* archi- tettura ; le statue, gli obelischi, le colonne, le urne, i mausolei alla scultura . Spesso le due arti meschiano insieme i loro lavori. Vi sono dei monumenti, semplici , come una statua, un’urna, una colonna; ve ne sono di composti , come un mausoleo adorno di statue e di gruppi, un’urna su cui s’appoggi un Ge- nio afflitto e piangente . Gli archi di trionfo , le statue equestri , gli obelischi, le alte e subli- mi colonne, stansi ^ meglio nelle capitali, nelle •piazze, nei passeggi pubblici, che nei giardini, quando questi non sieno parchi reali e di va- stissima estensione ; e ciò a motivo del caratte- re che spiegano , grande e maestoso . Gl’ Inglesi hanno già riempiuti i loro parchi di ogni sorta di monumenti. Uno dei primi fu quello eretto da Pope in segno di pietà filia- le alla memoria di sua madre, nel suo giardi- no di Twickenham , e che sussiste ancora ; esso consiste in un pilastro quadrangolare , tronco , alto quindici piedi senza il piedestallo , con questa iscrizione : Ah editha , matrum opti ma , mulierum a mattissima , vale ! L’ Alemagna ne possiede alcuni . Il Poeta Gel-? lert, padre delle grazie Tedesche, fu il primo ad ottenerne uno nel giardino di Leipzig r Ma perchè quegli che cantò le Alpi , e le superbe odorose rive deli’ Aar , perchè 1’ Alierò n’ è senza ì perchè n’ è senza 1’ Agerdon , che cele- X 2*7 X f$rò k delizie della vita campestre in versi puri e scorrevoli , e 1’ altro Agerdon severo giudi- ce e squisito amatore delle bell’ arti , ed artista egli stesso , ed il sensibile Kleist cantore della vezzosa primavera ? E ru, Gesnero, tu non ne avrai ? I mausolei appartengono propriamente alle scene melanconiche ; . si pptranno erigere pres- so i conventi , i cimiteri , e fin anco fra ’I cupo orrore di oscura caverna , Si osserverà in generale , rapporto a queste opere d’ imitazione e d’ arte , di sempre subor- dinarle al carattere naturale delle scene, dì non groppo affastellarle , e distribuirle con saggia e giudiziosa economia « ^ A norma de’ principi stabiliti e delle fatte rifles- sioni , sarà facile giudicare della scipitezza , del- la puerilità e sconvenienza delle antiche ridico- le decorazioni * Lo stesso Pratolino , giardino Ducale presso Firenze , di cui gl’ Italiani han parlato con tanto entusiasmo , quanto non è de- formato da mille strane e bizzarre fantasie ’ IIL Iscrizioni f Spiegare P origine e la destinazione di una fabbrica, di un monumento, e soddisfare piena- mente alla curiosità , togliendo con un tratto rapido ogni dubbiezza, tal è l’oggetto delle i- scrizioni . Sien esse corte , chiare, e nascano senza sforzo dal soggetto medesimo , con espres- sioni brevi , semplici ed energiche , a forma di sentenza , o in prosa , o meglio in verso . ÌC 188 X tfria sola iscrizione deve bastare * perché tìiàd deve essere l’ uso e 1’ oggetto di un monumen- to . Ma le iscrizioni sparse qua e ià sui sedili , sulle porte ec. si allontanano alquanto dalia lo- ro prima istituzione, e cessando di servire d’in- dizio e di commentario , svegliano delle idee * animano la fantasia ^ eccitano dei sentimenti. ei- ra in questo caso possono essere un po’ più lun- ghe , senza esser prolisse ; vive ed energiche , se fanno allusione alla scena; vere, nobili, impor- tanti , se hanno un oggetto morale . Non biso- gna poi prodigalizzarle con eccesso ; troppo mol- tiplicate stancano $ e perdono del loro effetto . Si possono trarre dai poeti antichi , o dai moderni e nazionali; si possono anche inventare < Sem- bra che le lingue greca e romana sieno le più idonee a quest’ uffizio, ed esse ci presentano in questo genere dei veri tesori ; ma una lingua an- tica e straniera diventa inintelligibile alla mag- gior parte dei leggitori . Il saggio Inglese suole trarle dai poeti latini , o da’ suoi ; il Tedesco mai consigliato preferisce le iscrizioni inglesi e francesi .... Gli esempi istruiscono e dilettano; eccone al- cuni tratti dai parchi Inglesi é Le iscrizioni del pareo di Leasovves (a) sono celebri per la bellezza poetica, e per la felice applicazione , che ne seppe fare il genio deli’ illustre Shenstone * Sopra un’ urna , eh’ egli consacrò alia memo- ria (<*) Il già citato pòdsiey : Léttres sur les bèautés de Leasowes ; citate ridi’ Art de former les jardins dernes à Patis 2 77*. X 1*9 X ria di una sua giovine parente * si legge questa commovente iscrizione; Ter am abili su e se rie servì per abbellire i suoi quadri » Ma dove più si distinse , fu neiP arte d’impiegare le acque , restituendo loro il carattere j l’andamento, e la libertà naturale 9 cacciando in bando i retti canali , le vasche circolari, e le cascate adorne di ridicola e scon- veniente magnificenza » Gii alberi non più mu- tilati ripresero a’ suoi cenni la loro forma , e spiegarono vigorosi la bellezza dei rami , e i& Sveltezza dei tronchi » Gli artisti che vennero dopo , aggiunsero nuo- ni tratti , e perfezionarono l’ arte , Gli alberi e le piante esotiche, rese più comuni in Inghilter- ra per opera di Archibaldo Duca d’ Argiia , con- tribuirono alla bellezza dei colorito, ed alla mol- tiplicità delle tinte » Pope , che soleva chiamare il suo giardino di Twickenham la migliore delle sue opere, fu di grande soccorso a Kent . I disegni del giardino di Carltonhouse fatti pei Principe di Galles, fu- rono in gran parte ricopiati da quello di Pope, come pure i giardini di Rousham pel Generale Dormer, che pur sono la miglior composizione di Kent . Le idee di Kent non furono quasi mai, per dire il vero , di grande concepimento ; il che bi- sogna attribuire alla giovanezza dell’arte . Le sue masse erano troppo picciole , i suoi gruppi troppo spesso ripetuti, e troppo sovente ricopia- va se stesso . Qualche volta corse più oltre di quel che convenisse, passo i limiti di una di- screta imitazione , ed oso persino piantar degli N ì al- X * 9 * X alberi morti nel giardino di Kensington , licenza ah’ esili stesso poi condannò. Così eresse troppo severamente in principio , che la natura abbia in orrore le linee rette t Enrico Engliefeld si applicò a perfezionare il nuovo gusto , facendo gran caso, e giustamente, dei punti di vista, e delle prospettive lontane , Brownn ed altri artisti fecero pur essi qualche passo nella nuova carriera . La demolizione dei muri quasi universalmente eseguita , diede all’ Inghilterra un aspetto piu ricco , più ridente , € più pittoresco ? I giardini antichi non e- rano che copie insipide , uniformi , e no;o- se ; vi si trovava tutto , fuorché natura e buon gusto f Uno dei preziosi vantaggi derivati dal nuovo stile, fu d’ introdurre nei giardini la coltivazione di ogni sorte di alberi esotici ed indigeni , e di animare il paese con tanta varietà di fusti, di fogliami, di fiori; oltre il servigio, che ne pos^ sono trarre le arti meccaniche ed i mestieri „ Specialmente le piante Americane, molte delle squali hanno una singolare bellezza , sono di grandissimo soccorso per meglio caratterizzare una scena , e crescono facilmente , e prontamen- te o Si obietterà forse Ja spesa della cokivazio-? Be, ma sembrerà lieve e più utile, specialmen- te se si paragoni con quella, che occasionavano gli antichi giardini, anche nel solo articolo dei fiori. Non si è pagata una cipolla mille fiorini? non se ne diedero cinquemila cinquecento in O- landa per una di tulipano ì E quanto appunto non costò la tulipomania , che dal 1654 al 1637 si sparse in Olanda, e poscia per tutta la Ger- mania ? e quanto non si versa ancora nelle ma- pi de’ mercanti-fioristi di Harlem ? II H * 97 X 11 nuovo gusto fece anche sparire quelle di- spendiosissime macchine idrauliche , e quella sel- va immensa di vasi e di statue , che ricercavano spese enormi ; e quante non ne esigeva il taglio e la tosatura delle siepi, de’ viali, de’ labirinti * de’ gabinetti, de’ teatri? I nuovi giardini ad- dimandano , è vero , una maggiore estensione^ ma mentre lo spazio occupato dagli antichi era quasi tutto perduto rapporto ali’ utilità $ nei nuovi si trae profitto dai polloni e dai germogli degli alberi , che si possono vendere , dal forag- gio proveniente dai prati ,■ dai boschi 'piu dili- gentemente coltivati , dagli stessi tratti in fine * dove si può seminare grano , e che concorro** no graziosamente ad abbellire una ricca compo- sizione . Certo che P architettura f la quale conviene ài nuovi giardini , può e deve importare gravissi- me spese; ma è egli forse necessario introdurvi tutte le specie di fabbriche , di cui abbiamo par- lato ? non è anzi da preferirsi la moderazione * e non P abbiam sempre raccomandata ? non ba- stano sovente una rózza capanna , un sempli- ce romitorio ? E quanto non costavano nel vecchio stile i magnifici padiglioni > una grotta Sola con tutti i suoi ridicoli addobbi ? Non conviene però credere , che P arte del giardini sia giunta in Inghilterra alla sua ultima perfezione . Quasi tutti sono del genere ameno $ le tante altre specie si trascurano; una continua ripetizione di torri, di kinchi , di piramidi, di obelischi , di tempi e ponti Cinesi ; la stessa ma- niera di piantare pochissimo variata ; sempre gruppi della stessa specie di alberi , dello stes- so numero di piante; sempre gli alberi di dietro ? gli arboscelli dinanzi , e dinanzi a questi i fiori „ N 3 I X 198 )C I Francesi ed i Tedeschi , che si misero ad imirare gl’ Inglesi , lo fecero troppo servilmente. Senza riflettere alle bellezze originali , che si posson trarre dalla differenza dei siti . Oltre a ciò , si vollero stringere ed affastellare in un pic- colo spazio tutti gli oggetti, che si eran veduti in un parco vasto ed esteso . Altre volte , per correr dietro alia natura , si cadde nella rusti- cità . In somma la cieca imitazione, non guidata da un gusto sano ed inventore, produsse la scon- venienza , la confusione e la monotonia . I giardinieri , che si chiamarono dall’ Inghil- terra , non fecero che trapiantare in un suolo straniero ciocche avevan osservato nei proprio ; si ebbero delle copie , e non degli originali . Perchè un proprietario dotato di gusto , che ha il prezioso vantaggio di poter considerare il suo sito con tutto P agio , in ogni stagione , in o- gni ora dei giorno , vorrà ciecamente abbando- narsi ad un artista forestiero , che disegna fret- tolosamente il suo piano , senza aver il tempo necessario per osservare le parti in dettaglio , giardino • Radunare in un dato spazio delle piante d’u- tili , e degli alberi fruttiferi , procurarvi dell’ ac- qua e dell’ ombra / seminarvi intorno de’ fiori campestri , disporre il terreno in modo , che vi si possa godere un comodo passeggio , ecco a che si limitavano i più antichi giardini . Che cosa era quello sì vantato di Alcinoo , eh’ eb- be pur P onore di esser cantato da Omero ? quattro campi chiusi da una siepe , con pian- te ortensi , con alberi da frutto , con due sor- genti . Pare che tanta semplicità nei giardini si sia mantenuta sino quasi agii ultimi tempi dei Ro- mani ; ma s’ introdusse allora una pompa priva di gusto 3 che cacciò in bando la natura sem- plice e campestre ; e per accertarsene basta leggere la descrizione, che ci lasciò Plinio il giovine de’ suoi . V età di mezzo cinse i giardini di muraglie, diede loro una figura quadrata, una distribuzio- ne simmetrica ; siepi dritte, alti viali , aje di fio- N 4 ri, X 200 X ri , qualche scultura ; solitudine e uniformità da per tutto . Le Nótre in Francia volle assoggettar ogni linea ai compasso, ogni pianta alla forbice $ si sfigurarono gli alberi e gli arboscelli togliendo loro T amabile innata rusticità, e piegandoli for- zatamente a formestrane e ridicole, e violen- tando i boschetti a configurarsi in una meschina architettura ; canali 5 getti d’ acqua imprigiona- ti fra il marmo, vasi, statue, griglie, balau- strate, macchine idrauliche, lusso senza natu- ra , opulenza senza gusto . Venne il nuovo stile , ed i giardini dove s’ introdusse, fu ron detti giardini Inglesi. Alcuni allora cominciarono a distinguerli dai parchi , che anticamente non erano che vasti recinti , circondati di muro , divisi in grandi porzioni simmetriche, in viali rettilinei, con qualche sta- gno e canale di dentro ; ma il nuovo gusto es- sendosi applicato ad abbellire anche i parchi, la distinzione cadde da se stessa, e restò senza sog- getto . La mania d’ imitare i Cinesi introdusse anche la denominazione di Anglo-Cinesi ; ma è sperabile, eh’ essa pure cadrà del tutto, in- sieme colla strana fantasia che la fe’ nascere , e cui proscrisse il buon gusto . Più ragionevole si trova la distinzione, che separa i giardini in giardini di delizia, uni- camente destinati ai piacere, al diletto , ed in giardini utili , contrassegnati da un nome parti- colare , secondo le piante ed i frutti che vi si coltivano ; donde 1’ ortaglia , 1’ orto botani- co, il verziere, ossia l’orto da frutti , il vi- gneto ec. La natura può destare una somma diversità di commozioni colla grandezza , colla varietà , colf ame- X 201 X amenità e colla grazia, colla novità e coi com* trasti ; ed altrettanto, seguendola, possono fare I giardini, eccitando la compiacenza, il diletto , la voluttà, la malinconia , l’ammirazione, la meraviglia, il rispetto, e fin anche una sublime elevazione . L’ arte può non solo rinforzare questi sentimenti , ma legarli insieme e metterli in armonia . Qualche volta la natura ci offre dei quadri fi- niti , e che non abbisognano punto della mano dell’ uomo , sì forte e sì deciso è il carattere eh 5 essa imprime in alcuni cantoni ; vi sono dunque dei giardini naturali , e di questi ne ha F Ita- lia , ne hanno gli Svizzeri , F Inghilterra , ed anche la Germania , non solo dei genere roman- zesco , ma pur anche del piacevole ed ameno . Ma dove la natura non ha , per così dire 3 che sbozzato il suo disegno , colà si applica F arte a rialzare il carattere di un cantone , ed a renderne F effetto piò sicuro e piò deciso , mo- dificando il terreno ed il sito, ed ornando con piantagioni ed altro , secondo la natura , le leggi della fisica vegetabile, il giudizio , ed il gu- sto . Qual è dunque l’idea, che si deve formare di un giardino ? Esso non è che un cantone natu- rale , perfezionato dall’ arte, onde rinforzarne F effetto . Quanti sono dunque i caratteri naturali , che può avere un cantone, tanti sono i giardini che se ne posson formare. Tuttociò che me- glio determina, o rinforza questi caratteri, ap- partiene all’arte del giardinista; tuttociò che li altera e gli sfigura, indebolisce, distrugge , e deve esserne bandito» X «>2 X SEZIONE TERZA . Classificazione dei diversi giardini . D 'al Ea qui detto risalta, che il vocabolo giardino é un nome generico , e che vi sono tante spezie di giardini , quante sono le spezie dei cantoni ; il parco stesso non è che una sor- te particolare di giardino. Tutti si possono clas- sificare, come segue: I. Giardini relativi ai climi. IL Giardini relativi ai siti; donde 1. Giardino montano. 2. Giardino posto, in una vallata . ?. Giardino boschivo . III. Giardini relativi al carattere dei canto- ni ; donde 1. Giardino ameno , ga;o , ridente , 2. dolcemente melanconico, 3. romanzesco , 4. maestoso . 5. composto di tutti questi caratteri. IV. Giardini relativi alle stagioni ; donde 1. Giardino di primavera . 2. di state , 3. d’autunno. 4. d’ inverno . V e Giardini , ossia scene relative alle diverse parti del giorno ; donde 1. Giardino o scena del mattino . 2. del mezz odi . 3. della sera . 3 VL X X VT. Giardini relativi allo stato de* proprietà- rj ; donde i» Giardini , o parchi reali , parchi di pri« ma grandezza, o di stile magnifico e pomposo , 2. Giardini della primaria nobiltà , parchi di stile nobile. # # 3. Giardini di particolari, giardini cittadi- neschi , 4. Giardini campestri , rusticani . VII. Abbellimenti campestri di alcune parti isolate di una casa di campagna , cioè 1. gii accessi , ossia il dinanzi di una casa di campagna, 0 di un castello di de- lizia . 2. passeggi fra i campi . 3. il podere . 4. parco di fiere. 5. vigneto. 6 . villaggi . 7« strade pubbliche . PAR= PARTE QUINTA, SEZIONE PRIMA , Giardini relativi ai climi * Ogni paese ha le proprie piante , che nutre come suoi figli , e che trapiantate in altro pae- se imbastardiscono , e spesso muoiono . I cam- pi dell’ India e dell’ Arabia offrono delle fa- miglie di vegetabili e d’alberi, diverse affatto da quelle dell’ America settentrionale , e da quel- j le del mezzogiorno d’ Europa . Non basta far attenzione ai le piante, che me- glio convengono ai dima sotto cui si vive , conviene saper anche, secondo esso, disporre ed ordinare il giardino . Quanta differenza non sì ; scorge tra un giardino dell’ Italia inferiore, ed uno della bassa-Sassonia ì Sarebbe ridicola co- sa egualmente disprezzare i giardini forestieri i o esaltare i nostri ali’ eccesso ; la differenza del solo clima può fare, che tutti e due, ben- ché diversissimi fra di loro , sieno i migliori pos- sibili . I Greci ed i Romani avevano bisogno d 9 om- bra e di frescura; quindi le grotte, le fontane, ; F aria ristoratrice del mare , le colline ariose y t viali ombreggiati , i portici coperti . Il platano' era loro sì caro per i 9 abbondanza del fogliarne y eh# ^ I X 3C die P abbeveravano di vino per farlo crescerà sollecitamente . Spesso il Romano prolungava le sue case sin entro al Mediterraneo , per procu- rarsi un sito fresco e ventilato ; se un Danese spingesse le sue sin entro al mare del Nord f ehi noi taccierebbe di follia ? I getti di acqua sono una invenzione dei pae- si caldi 5 i Romani gli adottarono in Italia , i Morì gl’ introdussero in Ispagna ; dovevano per- ciò tanto moltiplicarsi anche nel Nord ? E P Olanda ? paese sì umido, sì ritagliato da canali, perchè introdurne con tanta profusione ne* suoi giardini ? Nella Spagna crescono spontaneamente il mir- to , il mandorlo , il fico, il garofano, la rosai può dunque tralasciare di coltivar queste pian- te ne’ giardini ; P Alemagna all’ incontro ne faccia le sue delizie . L’ umidità dei suolo e dei cielo d’ ^Inghilterra favorisce la bella verdura dei gazzont ; in Fran- cia , e più ancora in Italia , bisogna rinunziare a questa campestre delizia 9 Nei paesi freddi e temperati si ama il passeg- gio scoperto , P ombra nei caldi ed ardenti » Nelle Indie Orientali la Natura proyida molti- plicò le piante di mole grande , e di ampio fo- gliame ; un albero solo , come il Calebassìero , ossia il fico dei Bramtni , basta a formare un bo>? schetto , sotto cui può difendersi dai raggi co-? centi un’ intera società « X 5*05 X SEZIONE SECONDA. Giardini retativi ai siri . 1 . Giardino montano . JlLsso ha il vantaggio di procurarci un’ aria pu- ra e sana, un soggiorno libero e sereno, va- riate ed estese lontananze , ed il quadro incan- tatore di un cielo e di un paesaggio sempre can- giante. Stretto fra colline, e vette aguzze all’ intorno, prende un aspetto concentrato e solita- rio; qua veste un carattere di amenità^ presenta altrove un insieme di labirinti selvaggi ; mille sono le scene , che può offerirci nei suo recin- to . Esso ama le qtìercie , i pini , i faggi , gli a- feeti, tutte le piante, che spingono fra le nubi il romoroso ior fremito. Le prospettive in lontananza innalzano l’ani- ma nostra al di sopra della terra , ci fanno di- menticare gli affanni, e gli stessi nostri bisogni* Le cascate precipitano con fragore dall’ alto del- le rupi , i ruscelletti mormorano deliziosamente * Potrà piantarsi l’ abitazione sopra una cima discretamente elevata , e difesa da altri monti . Qualche mediocre eminenza potrà anche abbel- lirsi con un tempio Greco ; ma le vette aride chiedono un antico castello , o le sue rovine , dei- X 207 X delle torri gotiche , delle muraglie merlate ; l’ a- spetto di questi informi edifizj, la loro pesante solidità , e la rimembranza che svegliano degli usi antichi , si confanno assai bene col carattere sel- vaggio di quei siti . Non cesseremo di ripetere , che la vera arte della decorazione . dei giardini unicamente consiste nel dare ad ogni scena quella che il suo carattere ricerca ; e che da questo so- lo armonico concorso della natura e dell’ arte risulta il vero bello, H. Giardino in una vallata. La solitudine, il riposo, la pace campestre a- bitano le vallate; il carattere di queste è dolce, tranquillo , caro all’ innocenza . Ruscelletti fug- gitivi , adorni di ponti rustici e leggieri , smalta- ti le ripe di fiorellini , che sembrano specchiarsi nell’ acque tremole , alni , pioppi , salici misti ad alberi fruttiferi, sparsi ed aggruppati variamente, tratti di verdura rotti da qualche pianta antica e gigantesca, un tugurio , una capanna semplice ed isolata in luogo ermo e riposto : un tal sito potrebbe offrirei invano le sue gentili attrat- tive ? Dove poi la vallata sembra restringersi , ed imbrunirsi sotto la cupa volta di un bosco figlio dei secoli , fra macchie e spini , spesso cinta ed aggravata da rupi , essa prende un carattere più solitario e più melanconico , che T arte duò rin- forzare col. renderne gli accessi più selvatici e più angusti , col raddoppiare le piantagioni di color nereggiante , coi celare agli occhi il m* seei- X 20S X cesilo* che mormora sconosciuto con un suono muto e rattristante . Che se la vallata si torce in figure strane ed irregolari , se nel fondo vedi spumar fra sassi un torrente , poi tranquillarsi alcun poco fra pian- te, indi nuovamente precipitarsi in cascata sel- vaggia e tumultuosa, avrai il carattere roman- zesco . V arte dovrà conformarsi a tutti questi caratteri . Giardino fra boschi . It carattere proprio de’ boschi sarà pur quello- dei giardini di questa specie ; ombra , frescura , calma che invita alla . riflessione ed alla gioja , ispirata dalle torme di animali , eh’ errano qua e là imperturbati e tranquilli , o che svolazzano di ramo in ramo , cantando i loro teneri amori . Un sito di questa sorte ha il vantaggio di es- sere stato piantato dalle stesse mani della natu- ra ; essa, lavorando in silenzio, diede alle quercie ed ai faggi quelle forme grandi e rispettabili , che sollevano la nostr’ anima, e che F arte vor- rebbe invano imitare nelle sue deboli pianta- gioni w Un vasto parco atto a comprendere varie scene, è pur atto a ricevere molte e variate de- corazioni ; gli edilìzi sieno nobili e regolari , solidi senza esser pesanti , semplici senza es- ser meschini , ed ornati con temperanza al di fuori . Sarà facile osservare , che un giardino di mol- ta estensione può naturalmente contenere le tre spe- X *o? X specie indicate , e legarle insieme facilmente ; la -•aliata si addossa al monte ; il monte regge il : e sco . SEZIONE TERZA . Giardini relativi al carattere dei Cantoni * h Giardino ameno e ridente. La natura ingegnosa col distribuire ai pae- saggi una grande diversità di caratteri , sembra aver voluto compiacere le diverse inclinazioni ed i varj gusti . Ve ne sono per chi ama le sensa- zioni tranquille , per chi si diletta di scene vive ; qui trovi il singolare, là il romanzesco; solita- rio e melanconico erri altrove fra le tombe de- gli amici ; altrove ti pasci d’ idee sublimi , piene di grandezza e di forza , e contempli il mare in burrasca fieramente agitato . Il carattere ameno e ridente si trova sparso cop molta profusione ; quindi la maggior parte dei giardini si appigliano a questo . Lina grataf mescolanza d’ ineguaglianze e di elevazioni , col- linette e vallicelle che si legano insieme , bo- schetti , sei vette , gruppi di fiori, di alberi, di arboscelli , bei prati animati da acque correnti o cadenti , ponticelli leggiadri , fabbriche leggie- re 3 spessi passaggi dai chiuso all’ aperto, dal O chia- X aio x chiaro all’ oscuro, vaghi colpi di luce, riflessi tremoli ed incerti , tronchi svelti , lieto foglia- me , macchie fiorite e odorose , uccelli che can- tano , rivoletti che mormorano , aspetti all’ in- torno di un paesaggio vario ed attraente , ecco gli attributi di questo genere di composizione . Ma non avete che un suolo piano e livella- to ? fa d’uopo correggere i difetti del sito. Crea- re qua e là delle ineguaglianze , elevare una collinetta , rialzandone la sommità con gruppi d’ alberi svelti , scavar dei piccoli laghi con quaiche isoletta, móltiplicare gli aspetti interiori , ora con piante rade ed ora con fitte qua piò , là rrieào elevate, e con macchie e con gruppi oscuri o trasparenti , condur 1’ occhio verso un oggetto od una veduta interessante , isolare un ricetto da serbarvi degli animali domestici , ab- bellire un’ estensione di terreno con fiori e spi- ni fioriti, dietro a’ quali sorgano masse di albe- ri sublimi , e che all’ ingannato, spettatore sem- brino velare o promettere un monticello; pia- nure erbose , ridenti aggruppamenti , boschetti d’ alberi stranieri e rari , ecco molti . dei varj mezzi , con cui può P intelligente artista , to- gliere alla pianura mesta e monotona la fredda e scipita uniformità. L arte delle piantagioni è specialmente impor- tante nei giardini del genere di cui parliamo « Piantando dei gruppi e delle macchie, si deve badare in parte al fogliame , in parte al colori- to dei fiori , ed in parte alla squisitezza del loro odore. Le bellezze del fogliame sono durevoli , e fanno un grand’ effetto ; esse dipendono dall’ ard rezza o delicatezza del disegno, dalla leg- gerezza , poi dalla freschezza e tinta chiara e brillante dei suo bel verde, I fusti sieno dirit- ti* X 2X1 X ti * svelti s di vago aspetto» Il colorito dei fiorì merita anch’ esso un’ attenzione particolare» I colori dominanti , nei fiori degli alberi e degli arboscelli 5 sono il bianco * il giallo , il ros- so ed il turchino ; ma quante non sono le va- rie tinte rinforzate , degradate * ed in mille modi rimescolate ! Nella impossibilità di farne una completa enumerazione s ne daremo una lista 9 indicante la differenza generale dei colori prin- cipali 4 Alfieri ed arfioscelli dal fiore bianco « Aesculus Hippocastanum « Bignonia Catalpa 4 Clethra alnifolia » Cratcegus t or min ali s & — — — aria . cruSgalli » Cephalanthus occidentalis 0 Chionanthus virginica • Ceanothus americanus « Comics sanguinea 4 florida 4 ■' r " " ' alba * Ùirca palustrìs . Fraxinus Ornus 4 Amygdalus communis e J asminum officinale . Lonicera Periclymenum » Magnolia glauca 9 Mespilus pytacantha . — amelanchier « Prunus puntila . * — — Mahaleb « — . Padus • O 2 X M* X * — - Padus 5 virghi an a » Clematis Vitalba „ — r— eretta . Prunus P adus-^ana . du Roi ? — spinosa . Philadelphus coronarius * Posa alba . Robinia pseudo-acacia r Staphylaea pianata . — tri folta . Syringa vulgaris flore albo . Manchausea , Spire a hespericifoìia . ■ — - chamadrifolia , ■ — — * opulifolia , Sor bus aucuparia « Stewartia Malacodendron {a) , T/7/£ europea , Viburnum Pantana . — Opulus . „ lanceolatum . Munchausen » Ligustrum vulgare » Cratjgus oxyacantha 8 Alberi ed arboscelli dal dorè giallo , Per beri s vulgaris . Gytisus Laburnum . — sessi li f oli um « — ■ nigricans » Co- sa (<0 Nuovo arboscello della Virginia , che cresce ira Inghilterra ad aria aperta . Fa pompa di grandi e belle foglie, che invecchiando si tingono di color di ro^a can- giante , e di superbi fiori bianchi» X' sii % Còluteti arborescens * — — — — \ stri a « Coronilla Valentina « — » emerus « Cistus . Vari £ species « Cassia marylandica . Eleagnus angusti foli a * Jasminum frutte ans . Potentilla fruticosa » Robinia caragana * — — “ frutescens * Rosa Eglanteria <* Spartium seoparium „ Sophora tétraptera . Miller. 0?) Alberi ed arboscelli dal fiore rosso « Amygdalus nana « Miller* — " n ' i n " pum i la . — — persica „ rubrum . JEsculus Pavia # Colutea orientalis * Cercis siiti] uastruni « “ — * canadensis 4 Cistus clematis 8 Daph# Mezereum « “ — - C neorum . Ononis fruticosa < Pu* W Nuovo arboscello della nuova Zelanda con fiori grandi , gialli, pendenti a grappoli; fiorisce in Inghil^ terra ad aria aperta . Giovanni Miller fu il primo 3 farlo conoscere nella sua nuova Collezione di piante * d ? X 214 X Punica granatum . fi, pi, Munchausen p Pyrus mal us coronari a % Rosa ^ Var. spec. Robinia hi spi da * Rubus odoratus . Syringa persica . Spirata s alici- foli a • — — - tomentosa » Rhododendron birsutum . * — rr? — — - ferrug'tneum « Alberi ed arboscelli dal fiore turchino* Clematis integri foli a « Vi ti celi a . Fiammata . Guil andina dioica, Lycium Ghinense . Miller* Syringa vulgaris , Passiflora cerulea «, La Natura, come si vede, non è stata molto prodiga di questo colore . Squisitezza di odore nei fiori . Azalea viscosa , Berberis vulgaris e Cratagus aria , — ■ - oxyacantha • Clematis Vitalba , Coronilla Valentina » Clethra alni foli a » Cephalantus occidentali s « Caly cani bus fiori dus , Dapbe Mezerneum , 9— CVo- X MS X * C neorum . Eleagnus angustifolia , Fraxinus Ornus . Genista bispanica . J asminum officinale « Laurus estivalis . Lonicera Periclymenum * Magnolia glauca . — “ tripetala . Phtladelphus coronarius » P tei e a tri follata . Pyrus mal us coronaria . pyraster „ Prunus padus . virgiliana • ■ Mahaleb • Rubus odoràtus • Robinia pseudo-acacia • typhinum . moschata . Miller* — — — scandens . Miller» — • sempervirens » » cinnamomea » — — damascena . Miller* —— provinci ali s « Miller* gallica . ■ — - eg lanteri a » — ■ carolina » Syringa vulgaris . ■ *■ persica , Sambucus c aftadensi s e — — ebulus . Sor bus aucuparia » T/7/0 europea. c ~— c arai intana « O 4 J7- X *1* X Viburnim Lanterna . Cratcegus oxyacantha . Cercìs sìliquastrum . Squisitezza di odore nel fogliame . Laurus esitvalis * — — sassafras . Myrica cerìfera * Populus balsamìfera » Rosa eglanterìa . — — rubìgìnosa . S ali x pentandra . Myrtus commmts „ Molti alberi coniferi e resinosi hanno nelle foglie un odore non ingrato . Di tali alberi ed arboscelli , classificati secondo i colori dominanti nei loro fiori , e secondo P odore dei fiori e del fogliame, si possono for- mare dei boschetti e dei gruppi, mescolandovi delle macchie spinose fiorite , delle piante bul- bose ed altre, seguendo le stesse indicazioni. Per fare una buona distribuzione di alberi ed arboscelli , si esige un occhio esercitato , dotto nelle leggi della prospettiva , e reso delicato col- lo studio dei migliori paesaggi. Vi è una gran differenza tra un meseuglio selvaggio ed incon- siderato di ogni sorta di piante, gettate , per così dire s a caso qua e là , ed una ordinazione ap- parentemente negletta, ma guidata occultamente dall’ intelligenza e dal gusto . I gruppi o le piantagioni d’ alberi e d’ ar- boscelli , tutti della stessa famiglia o della stessa spezie , stancano la vista , nè corrispondono alla va- X **7 X Varietà , che ama di seminar la natura • Coi pre- testo di restar fedeli ad un certo carattere deter- minato, non conviene dimenticare , che la varie- tà non distrugge P unità di. carattere . Vuoi comporre una scena dolce e ricreante ? eccoti la rosa , ii iilac , il gelsomino , il caprifoglio , il citiso , il mandorlo nano , la falsa acacia . Il quadro può dunque esser ad un tempo armoni» co e diversificato. La natura ci presenta un ricco tesoro di pian- te proprie ad ogni sito ; tanto è vero eh 5 essa vorrebbe abbellire tutta la terra , e non lasciar angolo , per deserto ed inospito che sia , senta' Mna qualche verdura , o un qualche fiore. Amano un suolo fertile e leggiero il Tiglio. il Castagno d’india, ii Platano . P Olmo . ii Tuiipiere. la Quercia bianca e nera, ii Cerci Canadense. il Noce bianco di Virginia, il Cerifero , o la mirica cerifera ii Rovo odorato , L 5 amano fresco e secco ii Frassino . la Pseudo-acacia « la Gleditschia . ii Celti australe , la Noce Virginiana* il Ginepro Virginiano» P Acer sacchartnum . il Lauro sassafras. Piacciono i siti umidi ed acquatici alP X 218 X all’Alno. a varie specie di salici . al Pioppo. all’ Acer rubrum , ed al negundo . alla Di rea palustre . alla Tu ja occidentale 3 ossia del Canada ( al Pyrus coronaria . al Cipresso tioide „ all 1 H amameli s Virg intana . Abbiamo pei terreni magri e sabbiosi La T amarix Germanica . Il Cerei* siliquastrum . L’ Il ex aqui f olì um . la Pseudo acacia . la Robinia Caragana . il Cratcegus oxyacantha . gli alberi coniferi e resinosi , come pino, il cedro ec. Ti sono anche degli arbusti e delle piante bul- bose , che qua riescono e là no . Così fra i pra- ti tutte le specie di digitali, di geran; pratensi, il geum rivai e , la brancaorsina , ossia iberna- si eum spbondylium , 1’ hydropbillum virginia - num , la cardatine pratensi * , e varie specie di cardi , come il carduus heterophyllu* , disseElu* , tuberosa* , burnì li s . Sulle rive del mare e nel- le isole, dove il suolo petroso^ e salino sem- bra rifiutarsi adogn’ altra vegetazione, reggiamo F aster t ripoli um , 1’ eringi um m ariti mum , P hyppopkee rhamnoides ; e nelle sabbie più aride e più sciolte crescono il dianthus arenarius , la sbondrìlla juncea . Nei terreni magri , sassosi e calcari, fra roccie e vecchi muri troviamo la fumaria lutea , il geranium sanguineum , F ane- mone sylvestris , F alissum spinosum , monta- num y X 219 X mm ) tncanum , il cistus kelianthemum , il CheU ranthus Incanii s . Altre piante si arrampicano e si attortigliano attorno Je pietre , le grotte, i romitaggi , le ca- panne, le rovine, e le vestono di frondi e di fiori ; tali sono varie spezie di caprifogli , la clematìs viticella , virginiana , vitalba , integri- folta , flammula , la vite, l’edera, 1* hedera quinquefolia , la bignonia radicans , ossia gelso- mino di Virginia, Federa virginiana , canaden- se, caroliniana, ossia Menispermum virginianum , canadense , carolinianum , la glycine Apios , la periploca grxca , il celastrus scandens , la ‘U/W# wz/7/or , il lathyrus Icttifolius , Così ogni suolo si veste di un bel verde; se umido e paludoso, v’ha la poa aquatica , 1’ a- lopecurus pratensi s , la festuca fluitans , il carex cespi tosus , F arundo arenaria , il pudica - m . Se leggiero , secco e magro , v’ ha la fe- stuca avena , 1 ' avena pratensi s y F hedisarum c a* nadense , il coronarium ? Se fresco e leggiero , abbiamo F avena elatior , se arido e cretoso il lolium perenne „ Per bei gazzoni , ed anche nel tempo stesso utili a foraggio v’ è il trifolium pratense , frugiferum , montanum , il melilothus officinarum , il trifolium stellatum , hybridum , agrarium , la medie ago sativa , F hedisarum ono - brychis , il lathyrus pratensis , la coronilla va- ria . Sin nei luoghi piu palustri vi sono i giun- chi e le canne , il giunco fiorito , ossia butomus umbellatus , la veronica beccabunga , F iris pseudo - acorus , la phalaris canariensis pitia , la lysima - vulgaris , il symphitum officinale , F botto- ni a palustris ec. Tanta e sì meravigliosa è la prodigalità della natura vegetabile . Ma tornia- mo agii alberi ed agii arboscelli ♦ I X 2*0 X t boschetti composti d’ arboscelli , frammezzati da qualche albero sparso qua e là , possono com- porsi secondo il differente colore dei fiori , come abbiam detto , e ne risultano delle scene vaghis- sime al tempo della fiorescenza, purché la com- posizione sia ricca , e non misera e meschina L’ uniformità dei colori vien compensata dalle insensibili gradazioni , dalla varia mescolanza delle tinte subordinate, dalla forma e posizione delle foglie » Più pittoresca riesce una composizione di di- versi colori , ma convien badare attentamente alle tinte , alle affinità dell’ uno e dell’altro, e legarli insieme convenientemente, II bianco a- michevolmente^ si associa al rosso , al turchino , al giallo ; il giallo meglio al bianco che ai ros- so ed al turchino ; il rosso meglio al giallo che al turchino . In questa sorta di pittura , sembra doversi preferire ai troppo forti contrasti una fusione , per così dire , un passaggio facile da tinta a tinta . Il modo di ordinare la piantagione , dipende anche dal carattere che sì vuol dare ai boschetti * Sia incomposta e negletta in sito selvaggio , fit- ta e serrata in una scena melanconica , larga ed ariosa in cantone gajo e ridente , contrastata grandemente nei colori e nelle forme in piaggia romanzesche „ L’ amenità de’ boschetti si compiace men di pianure che di colline; e secondo il carattere di queste , secondo i diversi gradi della loro e- levazione , secondo che pendono più o men dol- cemente , o si sporgono innanzi, o sembrano arretrarsi, conviene pur variare la piantagione , stringere i gruppi o diradarli , qui mettere un albero , altrove due o più , alternare il chiuso X 221 X coli’ aperto , il chiaro coll’ oscuro , V agreste coll’ elegante , Grande ed importante occupazione è V arte di profittare dei punti di vista . Fa d’ uopo , per così dire , incatenare lo sguardo su quelli , che sono più interessanti , e celare gli altri , che po- trebbero generare un’ incomoda distrazione. Con- viene inoltre accordare i diversi aspetti esterio- ri col carattere particolare delle scene interiori * La vista di un lago sveglia un senso di gioia quieta e serena ; quella di un vallone che si concentra, un senso di pace campestre e di ri- poso; quella che va errando fra campagne vaste € feconde sparge nell’ anima una deliziosa con- tentezza ; lunghe catene di monti sembrano in- nalzarci ed ingrandirci ; castelli antichi e rovinosi destano la melanconica rimembranza de’ tempi andati; cupe boscaglie invitano alla riflessione; boschetti e vive acque correnti riconducono il brio . Si colgano i rapporti o i contrasti , se- condo le occorrenze ; nel conoscer queste si fonda tutta la scienza di un valente artista-giar- diniere . Nei boschetti, che sono rotti da sentieri e da passeggi sinuosi , gli alberi e gli arbusti più vaghi hanno il diritto di essere i più vicini ; gli altri s’ intreccino frammezzo più addentro, e più da lungi . Le collinette e le pendenti 1 or falde hanno il vantaggio di presentarci le piantagioni tutte intere , e si ottiene quasi Io stesso effetto * disponendo sul dinanzi gli arboscelli più piccoli , dietro ad essi i mediocri , dietro agli uni ed agli altri i più elevati . Ma il più bel gruppo è quel- lo , che insensibilmente s’innalza in forma ro- tonda o piramidale , dal di cui mezzo scappa e si slancia un albero di portamento maestoso , Non X .*»* X si ripeta per altro troppo spesso questa vaghis- sima forma . Sovente un bell’albero isolato, messo nell’an- golo saliente ove si torce il sentiere , fa molto effetto, e sembra offrire la ragione apparente della piega , che prende io stesso sentiere . Le piantagióni presso alla casa non consistano che in gruppi leggieri e graziosi sii vasto è libero tratto di verdura 3 cui formi fondò una massa fìtta e cupa di alberi , dove l’ occhio vada a ri- posarsi ; i gróppi successivamente decrescenti , nell’ atto che sembrano attaccatisi * ne accre- scono anche illdsoriamente la lontananza^ Suc- ceda ai fondi oscuri un ridente boschetto ; lai varietà ed il contrasto spicchino nella grandez- za , varietà, forma, distanza, è fogliame dei gruppi . Ma in generale * non conviene soprac- caricare gli spiazzi erbosi di troppe piantagio- ni ; basta ornarli * e niente più. Alle piccole eminenze non convengono alberi troppo elevati . Gli alberi isolati devono distin- guersi specialmente pel loro tronco, e per là ìcto bella corona ; servono bene a tal oggetto il castagno d’ India * il tiglio voi. 8, à Londres & à Paris 17S2. CO Voyage d’Arthur Young dans Jes Prpvinces O- pesitales d’ Angieferre » X 229 JC M. Carte (a) , e quelli di Cralgliall al Nord di Blairgowne in Iscozia (£) . Abbiamo detto, che in quanto a’ giardini ro- manzeschi Tarte ha poco che fare, bastando a- jutar la natura con piccoli soccorsi , e collocan- dovi qua e là qualche decorazione analoga , riti- forzatrice del carattere primitivo . Si escluda dunque ogni eleganza , ogni abbellimento, ogni tratto delicato e gentile ; vi campeggi la ru- sticità , e T irregolarità naturale * * Non fabbri- che di gusto, non tempietti, ma grotte , ca- verne, e palazzi di struttura ardita, sacri, se si vuole , a maghi , a streghe , a giganti , a fa-* te , e ad altri esseri fantastici , con iscrizioni di strane e favolose avventure . La disposizione della famosa Isola-bella mo stra come i soli grandi contrasti possono con- tribuire a produrre il romanzesco » In un tal sito tutto r insieme offre un piccolo miracolo ira questo genere - Se occorrono piantagioni , si db* spongano in masse selvaggie , e disperse con ne- gligenza; le forme ne siano strane, le tinte noa ordinarie » 00 Voyage de M. Young dans les Provirices Septen- trionales d’ Angleterre . (*) Voyage de Ma Pennant en Ecosse & aux hki Ébrides a * 3 IV. X 2 30 x IV, Giardino maestoso » Prima che nuove e giovani piantagioni giun^ gano a rivestirsi di un’apparenza propria a sve- gliare un sentimento deciso di sublime, conviene che scorrano molte generazioni; bisogna dunque trar profitto dagli alberi , che la natura stessa piantò ne 1 tempi addietro, e dalle gran masse di quercie , di pini e di abeti, che già ombreggia- vano gli avi nostri più remoti ; "senza un tale soccorso si penserebbe invano a formare un giar- dino maestoso , Nè il sito è indifferente e Le montagne, i pro- montori addossati al mare, vaste lontananze , roccie pendenti, cupe foreste, valli profonde , ceco il primo impronto, che può solo apporvi la natura. Un vecchio e sdruscito castello goti- co, sedente sulla punta di una roccia, fra infor- nai ammassi d’ alberi selvaggi ed agresti sem- bra rinforzare gli effetti di un tal quadro. Tutto vi sia grande, esteso, fortemente carat- terizzato, ardito ; tutto annunzi l’opera dell’ onnipotente natura. Oltre le rovine di torri , di castelli , o lentamente consunti dal tempo , o squarciati dai fulmini del cielo, non vi disdi- cono degli obelischi , delle colonne , composte di sassi scabri e grossolani , con tratti e cenni richiamanti la memoria di fatti eroici , e di fa- volose tradizioni . La Norvegia , la Scozia , e la Svizzera offrono dei cantoni di questo stile grande e maestoso . Questi siti ordinariamente riescono incomo- di , X *3* X di , e poco propri a piantarvi l’abitazione; al- tro dunque non resta che valersene per prospetti- va . Tal partito se ne trasse nei Parco di Ed- gecombe presso Plymouth ( a ) , in quello di Ros- Jina presso di Edimburgo (b) , in quello di Grouchet sulla roccia di Gibilterra (c) . Ma chi oserebbe pennelleggiare , chi spererebbe di ade- guar colle parole i siti, e le viste sublimi dell’ Etna (d) ? # V, Giardino composto di tutti gl’ indicati caratteri . La riunione di diversi cantoni , e di differenti scene di vario stile e carattere , ha per oggetto di rinforzare gii effetti di ciascheduna, e le recipro- che relazioni , Fa d’ uopo celare , quanto è pos- sibile , i mezzi che si son messi in opera per le- gare il tutto in un solo insieme ; conviene che il piano di un tal giardino sia come quello di un dramma , sicché tosto sul principio non se ne possano indovinare le scene successivi, e lo svi- luppo ; che lo spettatore sia sempre renuto in sospeso,, e sia sì fortemente attaccato allo spet- tacolo presente, che il nuovo gli giunga im- provviso , e lo colpisca vivamente $ che il can- gia- ci Baretti , Viaggio da Genova a Londra . CO Lettere diTopham, scritte da Edimburgo negli anni 1774-75. CO Voyage fait de Gibraltar à Malaga dans V a n, ^772. par Carter . CO Brydone , V oyage en Sicile , cc, P 4 X 232 X giamento , ed il contrasto facciano forza sull’ im- maginazione c sui sentimento . I viaggi di Young in Irlanda nella descrizione dei Cantoni di O- rochshill sui lago Kiilarney , ci presentano un in- teressante modello di questo genere, ove si tro- vano accoppiati l’ameno, il melanconico, il ro- manzesco , il sublime . Dei giardini relativi alle stagioni > A natura diede ad ogni parte dell’ anno il proprio carattere , e le piante che più le con- tengono; mille circostanze, mille accidenti son propri della state, o del verno, e non lo sono del- la primavera, o dell’autunno. La natura stes- sa è quella dunque , che c’ insegna a tener con- to delle stagioni nella composizione de’ giardini . L’attenzione dell’artista giardiniere, deve mi- rare a presentarci ciocche ogni stagione ha. di proprio, di particolarmente suo; a valersi di tuttociò che può aiutare il suo piano , e ad e* scinderne tuttociò che non si accorda con es- so . Se gli effetti non durano più che la stessa stagione, son però più gagliardi , più vivi pel rinforzo e per 1’ unione , che vi seppe mettere il valente artista. SEZIONE QUARTA. i X *33 X L Giardino di Primavera * La serenità, la gioia , e le più vaghe attratti- ve , coronano ed abbelliscono il giovin anno • La natura si sveglia , e sembra celebrare i suoi natali. Tutto è vita, tutto azione e movimen- to. I prati e le valiate , i boschi ed i boschet- ti , gli alberi e gli arboscelli addobbansi di ver- dura e di fiori ; scherza zefiro e spira un dolce tepore ; non evvi augello , che non intuoni la sua canzone , non essere vivente , che non s’ al- legri . L’ uomo prova ne’ suoi sensi una commo- zione che non intende ; una sottil fiamma lo pe- netra , lo investe , lo riscalda ; un’ ignota forza lo spinge fuori della città , e lo getta in brac- cio all’ estasi voluttuose , che sola sa creare la natura campestre . Flora siede nel suo regno in mezzo alla pompa de’ più vaghi colori , e de’ più seducenti profumi . Scelga il giardiniere le fami- glie e le specie , che gli possano fornire una suc- cessione di fiori la piu durevole. 1 gruppi sie- no disposti e collocati in modo , che formino un bei tutto . I seguenti alberi ed arboscelli fioriscono per tempo , ed alcuni sono anche odorosi . «Amygdalus communi s , nana . pumi la . — «— persica , JE seni us Hippocastanum » Cercis Siìiquastrum , — Ga~ X *34 X " 1 1 oanadensis , Coronilla Valentina . — ■ * Emerus . Crat negus torminalis « " — — aria . v — coccinea . ' — — ? Oxy acanti: a 9 — alpina . “ — « cruscai li , Cornus mascula Q “ — - florida . Daphne Mezereum . — — Laureola . — — *“ C neorum . - — — 7 " hymelea . Uydrangea arborescens * Hopea tintorìa • J^onicera Xylosteum . - — — — - alpigena • Pyrus Mal us , sylvestris % Mespilus Jlmel anchier . — ■ — — - arbusti foli a . * canadensis . orientalis . — — - Cotoneaster . Prunus Cerasus avium , — « P a dus . -- — — » spinosa « Pyrus satìva • cydonia * aucuparia « - — domestica • Robinia Caragana . pendulina . 9 — —— i cinnamomea « Non X 235 X Non si ommettano gli alberi fruttiferi , spe- cialmente il pesco, P albicocco, il melo. Gli stessi ciliegi , i pruni , i peri , benché tingansi ne 1 lor fiori di un bianco uniforme , offrono un vago spettacolo piantati su verdi gazzoni , che loro servon di fondo. Frammischinsi agli alberi ed agli arboscelli del- le macchie spinose , delle piante che spiegano in primavera un ampio corredo di fiori e di tinte * Tali sono: Adoni s ver n all s • Agrimonia Agrimonoldes , Anemone hepatica fi . albo , — — ■ — rubro e — — — rubro pi, — — - — c ceruleo • — — »»—?-> c ceruleo pieno « — ' vernai is . — " ■ pulsatilla • — — ■— sylvestris . — — apennlna . — — ; — - ne morosa , — fl , pi, purpurascente , — fi. pi. albo . Arum maculatum , Itallcum , Belli s perennis , hortensls , Bulbocodium vernum . Caltha p alustri s . Chelidonlum majus . Convallaria majalls . Crocus sativus' vernus . Cynoglossum Ompbaloldes 0 ILrythronium dens canls » X *5* X Fritillaria imperi ali s 4 — ■ —— Meleagris e » 1 - py renate a* Fumaria bulbosa . ■■■■ 1 ■ cucularia « ™ lutea , Hemerocallis fulva * Galanthus nivalis . Genti ama ac aulì s „ Geum urbanum , Hyacinthus non scriptus 9 utrimque floribus & ' ■■ ■ ■■ •’ ot ' racemosus « ■ ' 1 i n botrioides , « — species t Iberis semperflorens , Jm pumila fi, ceruleo • 6^ wr, speci Leucojum vernum • astivum d N arci ss us pseudo-narcissus * ■ — bicolor , • poeticus » • 1 ' - ■ * rf Ornithogalum nutanSó Orobus vernus . Phlox pilosa . Primula veris , Species vati * — — — - — auricula • - — farinosa , Pul monaria officinali s * — angustifolia * • virginica , Kanunculus amplexic aulir 9 ■— — — * repens „ — aconiti f olius * X 237 X * — chcerophyllus » Saxifraga crassi foli a « * granulata „ 5— — rotundifolia * Scilla amcena . ■■ btfolìa fl. albo « — — fl. c ceruleo » - — /?. rubro* T rolli us europaeus 9 T ulipa sylvestris « mar ti a . — — montana . — — - tricolor , Si amino i fiori , ma non si trascurino le pian- te , che danno per tempo un bel fogliame di verde chiaro , che si accorda sì bene col carat- tere della stagione . Gli alberi coniferi e resi- nosi , hanno un verde troppo carico e cupo per questa sorta di giardini, le cui scene deggiono essere amabili e ridenti . Gli alberi, che al- lo spuntar di nuove foglie spirano odor soave, meritano qui luogo , come il tacamahaca ed i! larice . Il giardino di primavera sia esposto agli sguar- di del sole , i cui dolci raggi fanno sentire in questa stagione, non meno alle piante che all’ uomo la sua influenza ristoratrice * Oh se vi serpeggiasse per entro un agile rivolino, che su - surrando invitasse gli augelli a celebrare i loro amori e le loro nozze ! Tutte le decorazioni, tutte le opere dell’ar- te annunzino il carattere della stagione, la sua vivace gioventù . Sedili scoperti, arcate e tem- pietti messi in prospettiva , adorni al di fuori di X *3* X eli fiorellini, tappezzati al di dentro di lusinghie- re immagini, spiranti piacere ed innocente volut- tà; fabbriche leggiere, di stile ga;o e brioso „ Tutto spiri grazia j tenerezza, amor felice e contento « IL Giardino di state . Di state le piante sono in tutta la forza di lof vegetazione; i frutti si colorano più vivamente, sfoggiano i fiori tutte le lor tinte * il fogliame sì spiega all’ aria * e spande un’ ombra ospitale , i boschi ondeggiano superbamente „ Oghi parte del giorno ha un carattere particolare ; la mattina un fresco che ristora, il mezzogiorno un chia- rore , un ardore opprimente ; la sera una dolce calma . E quali notti succedono a questi giorni ! invece di tenebre spaventose un amabile crepu- scolo, grata freschezza, odori soavissimi* pro- fondo silenzio ; il cielo stesso ammantato di stel- le, par che sorrida e s’ allegri * Il giardino estivo ha per oggetto di farci godere di tutte le attrattive della stagione, e nel tempo stesso di scemarne gl’ incomo- di ; ecco a che deve mirare la sua disposi- zione 4 L’ombra è il primo riparo che si cerca; la natura ci dà i boschi di faggi e di quercie ; 1’ uomo pianta dei gruppi e dei boschetti di ricco e folto fogliame» Il tiglio* il castagno d’ In- dia, P olmo, P àcero, la catalpa, il tulipife- ro, il platano dell’ America Settentrionale , ed alcune magnolie ci offrono dei grati passeggi a Ali’ X 239 X All’ ofribra che le piante ci danno* aggiim= gasi la vaghezza dei fiori , che adornano la mag- gior parte degli alberi, e degli arboscelli sel- vaggi. Fioriscono di stàte per qualche tempo , oltre il tiglio , le seguenti piante : JEsculus Pavia «, Azalea nudiflora . — - viscosa . Berberis vulgaris . Colutea orientalis „ Cytisus Laburnum . — ■ — ■ — • sessi foli us . Clethra alni foli a . Cephalanthus occidentalis « Chionanthus virginica Elaagnus angustifolia . J asmi num officinale * fruElicans « Liriodendron tuli pi fera . Lonicera T art arie a- di er vili a « — — 3 — — varice species . Magnolia glauca * Philadelphus coronarius . Ptelea trif oliata . Prunus Mahaleb 4 — - — ■ Padus vi rg insana • - ; nana 4 Robinia pseudo-acacia 4 Rosa ) Spira a ) varia species « Syringa ) S taphylea pianata . — tri foli a . T amari x germanica . Vi- X *4® X Viburnum Lanterna * ■ ■ ■ ■■■ opulus . Alcuni arboscelli fioriscono quasi tutta la state 5 ^ome : Ceanothus amene anus , Colutea arborescens . — — i stri a . Genista germanica . Ite a virginità . Kalmia lati foli a & angus tifali a , Lonicera sgmpervirens . ■ ^ — caprifolia germanica , Potentilla fruticosa , j R.ubus odoratus , sfandens . . omnium Kalendarnm , Spira a sali cifoli a . Vinca major * Non si ommettano gli arbusti le piante bul- bose e annuali , se ne formino dei gruppi, si ap- pressino ai passeggi, alle arcate , ai sedili , e si formeranno delle vaghissime decorazioni , Tra le piantagioni estive si frammischino degli al- bicocchi , dei meli, dei ciliegi; sì per la varie- tà che ne risulta , sì anche per maggiormente rinforzare l’idea della fertilità della stagione. Le prospettive , che si spandono su ricchi pa- scoli pieni d’armenti, e su pianure coltivate a grano, si assortiscono bene ai giardini di questa specie . Ma niente più lor conviene quanto i ruscelli , le cascate d’ acqua, i laghetti , che ali* idea di movimentò e di vita, aggiungono un gra- to X 2 4* X to senso di frescura, prezioso fra gli ardori della» cocente stagione . Le fabbriche, oltreché sono un vero bisogno , come asili e necessari ricoveri' , possono, anzi debbono, convertirsi in oggetto di bella deco- razione , Ilio Giardino d 3 autunno» La natura offre nell’autunno abbondante rae- colta di frutti, e sembra prepararsi a riposare. I boschi ed i boschetti presentano un nuovo spettacolo di colori , e quasi spogliandosi del manto verde, assumono vesti d’altre tinte, che passano dal verde pallido ai giallastro , al rossic- cio , ai rosso , ai bruno per infinite degradazio- ni . Forse la stessa primavera non ci dà con tut- ta la pompa de’ suoi fiori tanta varietà di spet- tacolo, quanta ce ne porge l’autunno col suo cangiante fogliame . I vegetabili alterano le loro tinte in questa stagione . Si consulti su tal pro- posito la lista che abbiamo data nella Sezione II. della Parte II. Vi sono delle piante, specialmente selvatiche 9 le quali sfoggiano in questo tempo delle bacche gialle , turchine e rosse , onde risulta un’ apparen- za ga;a e gentile ; gli uccelli attratti da esse vo- lano ad animate la scena ; l’uccellatore medita gl’ inganni , e vi riesce . Tali sono: Ber ber is vulgaris „ Cornus mas cui do Evonymus ewopàus , Q_ CVtf- X 242 X Crattegus Oxyacantha . — "" Oxyacantha carolini ana , — — '■ coccinea * — — *— crus galli . — — tomentosa » - — lucida . Il ex aquifolium . J uni per us virginiana . — — — — communi s . Lonicera cerulea. — — tatarica . xilosteum « Prinos verticillatus . Ligustrum vulgare • Mespilus Cotoneaster « rr ^ • 1 1 Pyracantha » Prunus Padus . 1 •virginiana • Mahaleb . spinosa . Khamnus catharticus • Sor bus aucuparia . S am bue us nigra „ * — — — • racemosa • Vaccinium vitis idcea • Viburnum Lantana . — O pili US . Moiri alberi conservano il loro verde ad au- tunno molto avanzato ; come : creticum . Celtis australis ♦ orientai is „ 1 occidentali? e Populus nigra • w. X 243 X Ulmus americana • Vtburnum Lantana • Alcuni altri tardano a fiorire sino a questa sta> gione ; altri vi rifioriscono per la seconda vol- ta , come : Bìgnonìa radicans ì C assia marylandica « CornuS alba * Hamamelis vi rg intana • Hybiscus syriacus * Lonicera Symphoricarpos d Rosa sempervirens . Rhus copallinum . Mille eccellenti frutti d’ogni forma e d’ ogni co- lore apprestano una varietà , una rara squisitez- za di sapori ; la raccolta diventa uno spettaco» lo , una festa «, Ma tu specialmente , amica vi- te , tu qui signoreggi come in tuo regno , e carca di succosi grappoli , ora vai serpendo , ora ti stendi ed erri ombreggiando il sottoposta viale j ora ingegnosa t’appicchi ad un muro, ora sorgendo e ravvolgendoti intorno al fusto d’ una pianta , ti allacci affettuosa a questo ramo ed a quello , e ti compiaci di ornarlo e di ar- ricchirlo de’ preziosi tuoi frutti . Flora stessa non ricusa di abbellire gli ultimi dì dell’ autunno, e ci presenta fiorenti per la prima , o per la seconda volta non poche pian- te , cioè : Achillea tomentosa » Ageratum altissimum , Q. 2 millefolium . AL X m X Alesa rosa . Ahthirrinum majus . Gli Aster tutti o quasi tuttL Buphtalmum grandiflorum . «— Helianthoides . Ghrysanthemum serotinum « — — * coronarium . Clematis integri foli a , Coreopsis . Varice species * Eringium amethistinum . Eupatorium . Vari# species 0 Fumaria lutea . Gentiana Pneumonanthe « Geranium striatum . ■ sanguineum , Gnaphalium rutilans . Helenium autumnale . - — 1 latifolium . Hesperis matronalis . Helianthus multiflorus » — — — - giganteus . Hieiacium aurantiacum * ■ ■ - — — umbellatum . Hyspericum calycinum * ìberis semperflorens . Lathyrus latifolius . Phlox carolina . ■ carinata . v divaricata , Potentilla eretta.' Kudbaechia laciniata * x " -- — - — • . — * — — oppositifolia . Saponaria officina lis . Scabiosa arvensis . S eli d ago virga aurea « Sp X 245 X Spirata filipendula fi . pi Viola tri col or . Phytolacca decandra » Cirenaria amtelloides s Fra le piante bisannuaii : Cheiranthus fruticosus . Chrysanthemum Leucantkemum • Gaura bienni s . Matricaria Parthenium fi » pi Scrophularia lue t da « Fra le piante bulbose e tuberose : Amaryllis lutea . Colchicum autumnale » Cyclamen europceum a Polyanthes tuberosa . Fra le piante estive, che fioriscono sino alla fine deir autunno : Amaranthus lividus * F <2/7^ species * Anthemis V alentina & altissima . chinensis _ 6^ ranuncoloides . Atropa physaloides . Blitum capitatum & virgatum . Calendula officinalis fi. pi Cent aure a mosebata Ò 3 napifolia , Cheiranthus annuus . Chrysanthemum mi coni s . Delphìnium Consolida . Lathyrus . Vari # species , o: 3 ^ X 24* X Lotus tetragcnolobus 6 Malva mauritiana . Mirabilis ] al ap a . Nigella damascena . S alvi a hi spante a . Scabiosa atro-purpureu » S enee io elegans . Silene armeria . T agetes pattila * ~ eretta , Xer anthemum annuum «, Chrysanthemum coronarhtm , Phlomts Leonurus . Impatiens balsamina . Zinnia pauci flora . — — — multiflora , elegans . Lychnis chalcedonica « Qacalia incana . *— — - sono hi foli a . Lobelia Cardinalis . Valeriana rubra • Reseda odorata « Aster T ripolium & var e spec « Cineraria amelloideS . Hesperis m at r anali s . Tocca all’esperto giardiniere di profittare di tanti tesori, di comporli ed aggrupparli. Se si possono presentare in vago spettacolo sulle fal- de^ ascendenti di una coliinetta , T effetto n’ è più vago . Amano i giardini d’ autunno un sito secco e ben soleggiato , perché vi si possa godere un mo- derato calore » Dei ridotti ad uso di caccia , del- le X *47 X le capanne pegli uccellatori sono le fabbriche che lor convengono . Sul cader dell’autunno snudansi le piante,- e sembra che la natura si vesta a lutto . A n ' di questo carattere , un giardino autunnale può ammettere in qualche isolato riparto degli oggetti, che richiamino la serietà e la riflessione , come rovine , colonne rotte , capanne atterrate ; ^ tut- tociò in somma , che ci ricorda la voracità del tempo , e la nostra fragilità . IV a Giardino di verno , IVIentre il verno stende il suo scettro di fer- ro su tanta parte di mondo , la natura mostra predilezione per qualche paese , e non gli nega le dolcezze di primavera. Tali sono i fortu- nati contorni della città di Hieres in Francia, che ci furon descritti dal de Lue ; tali in Italia i bei contorni di Nizza , e di Napoli , Ma chi si trova, molto esposto ai rigori del verno deve crearsi dei giardini per così fatta stagione ; la natura intorpidita non è affatto priva di bellezze. Bacone il primo ci diede alcune idee di tai giardini, poi T Addisson nello Spet- tatore , finalmente T Home ne’ suoi elementi di critica , Chambers nella dissertazione sul Giardi- naggio Orientale, e Whately nella sua Arte di formare i moderni giardini . L’ oggetto di un giardino di verno deve es- ser quello di offrirci dei ripari contro l’ incle- menza del cielo, e dei mezzi facili di prender aria nei giorni meno rigidi , e di potervi godere del passeggio . Q. 4 Si X 248 x Si pianti dunque presso alla casa, difeso dàlia cruda tramontana , stendentesi verso il mezzo- giorno, in sito asciutto, ed alquanto rilevato » I sentieri sieno sabbiosi , sodi e ben battuti . Se F estensione ammettesse dei viali, dove poter an- che fare delle gite a cavallo, quest’aggiunta sa- rebbe preziosa . La natura non fu avara di quantità d’ alberi e d’ arboscelli coniferi e resinosi , e d’ altra sor- te di piante , le quali hanno il pregio di non i- svestirsi di foglie nell’inverno, e che perciò sono proprie a tale destinazione . Ne abbiamo nomi- nate parecchie alia Sezione IL della Parte II. Aggiungeremo qui alcune piante erbacee, i cui fiori sono sempre vivi , cioè durano lungo tempo col loro naturale colore, anche dopo es- sersi seccati . Gvmpbrena globosa . Astranti a major . — — minor . Xeranthemum annuum • F il ago leontopodìum . Gnaphalium Stachas a — arenar ium , ■ — - rutti ans . — . ■ ■ : — — - dioicum & ah spec* Amaranthus caudatus . Origanum vulgare i In quest’ ultimo non sono propriamente i fiori quelli che si conservano , ma le squame ( bra- ttea) che circondano il calice. Esse sono colo- rate di un violetto carico, e siccome imitano per la loro forma , e per la disposizione i peta- li di un fiore , fanno un effetto molto grazioso „ Que- X 249 X Questa pianta inoltre ha il vantaggiò di spirare un gratissimo odore , anche quando è ben sec- ca e I curiosi , in tempo d’ inverno possono farne mazzetti insieme coila Gomphrana globosa , col Gnaphaltum Stdvhas , con 1’ Astranùa , ' col Xeranthemum , e mettendoli in caraffe vote rap- presentare così de’ fiori freschi . Nella disposizione degli alberi sempre verdi si cerchi di formare delle graziose mescolanze e dei quadri gentili. L’ortaglia può star vicina a tal giardino . Il travaglio che non vi s’ in- terrompe giammai , ricrea coll’ aspetto delle gior- naliere occupazioni , e colie speranze che si pro- lungano nei futuro. La stufa , in cui piante esotiche fioriscono spesso * e profumano 1’ aria anche fra le nevi ed i ghiacci , trova nei giardino d’ inverno la sua conveniente località , e posta in meszo alia piantagione , può divenire un oggetto grato all’ occhio , e nell’ aprirsi per qualche ora del gior- no , cagionar anche una deliziosa illusione, quasi trasportandoci nei piu bei mesi dell’anno. Un’ ucceliiera potrebbe aggiunger forza e grazia all’ insieme; e qualche tratto di portico , qual ave- vaio gii antichi, coperto, schiuso ai mezzodì, e decorato interiormente di pitture e di statue , presenta un comodo e tepido sito ai piaceri dei passeggio . Questo giardino può situarsi e di- sporsi in modo , che sembrando solo ed isolato «T inverno , venga poi nell’ altre stagioni a legar- si convenientemente colle altre parti del tutto „ SE- X 2$OC SEZIONE QUINTA. Giardini o Scene relative alle farti del giorno . Differenti caratteri annunziano le diverse parti dei giorno . E' sereno e vivace il mattino , lucido e caldo il mezzogiorno, tranquilla e ri- posata la sera . Così ogni parte del giorno ha i suoi propri fenomeni ; e gli oggetti differente- mente illuminati presentaci successivamente sot- to forme diverse . Perchè dunque non potransi fare dei giardini pel mattino , pel mezzodì , per la sera ? perchè considerando ciascheduno di es- si , come altrettante scene , non si potranno le- gare insieme con armonia ? Fare spiccare le qua- lità aggradevoli di ciascheduna parte dei giorno , € rimoverne tuttociò , che possono avere d’ inco- modo , tal è la prima regola che seguir deve P artista, combinando per altro il tutto colla si- tuazione del paese , coi bisogni dei suo genere di vita, e delle sue occupazioni. I, Giardino , ossia scena del mattino . Ghe amabile serenità ! che grato senso di fre- schezza ! che dolce secreto invito alla gioja ! I giardini sacri al mattino s’ aprano ai primi raggi dell’ oriente , e salutino il sole che s’ alza sulP orizzonte, accompagnato da mille vaghi acciden- ti. x 4* x i ti» Siedano in una vallata fiorita , al cui fianco sorga montagna , o punta di roccia , che ros- seggi e brilli alio spuntar del pianeta ; o sten- daci per pianura ondeggiante, rilevata qua e là da monticelli ; mille colpi di luce scherzeranno per ogni dove; ogni verde s’ abbellirà , ed i più freddi cuori saran compresi da deliziosa mera- viglia . Un lago poco distante, una riviera che vi passa dappresso , ruscelletti , che tremolando fan brillare le loro onde inargentate sotto il pennello d’ una vaga aurora, son circostanze feli- ci che abbelliscono la scena . Le cime dei boschi , le sommità dei monti, le punte delle roccie, son dapprima rischiarate dolcemente , poi fiammeggiate di rosso e giallo , finalmente inondate di luce ; mentre dal lato opposto stendonsi ombre ^ lunghissime che fan contrasto , e dove 1’ occhio riposa . Amano i giardini del mattino larghi spazi scoperti , erbe, fiorellini , grate immagini di giovanezza ; per- ciocché ci piace respirare la freschezza dell’ a- ria , ed i profumi odorosi ; e desiderando una luce più piena , che ci faccia ravvisare gli og- getti più distintamente , ci rattristiamo degli o- stacolp che si frappongono . E perciò le pian- tagioni saranno d’ alberi di fogliame raro , deli- cato e leggiero , come quegli indicati alla Se z. II. della Parte IL . I gruppi sieno piccoli, sparsi qua e là, sic- ché i raggi nascenti vi passino frammezzo libe- ramente ; gl’ interrompano larghi tratti erbosi, e vaghe ajuole di fiori ; ravvivi la luna il corso di garruli ruscelletti , 1’ abbelliscano colpi di lu- ce ed ombra, variamente scherzevoli. Le fabbriche abbiano esse pure un carattere di X 2 s 2 X di vivacità ; una capanna di 4 pescatori sulle spónde del lago , o della riviera ; un tem- pio^ sacro ad Apollo padre delle Muse; un’ uc- celliera, i cui canori abitanti salutino il dì na- scente « IL Giardino o Scena del mezzodì** Nelle ore del mezzo giorno la frescura ed il riposo diventano un bisogno. Dunque folte ar- cate , boschetti fìtti , piantagioni ombreggiane „ La grandezza e la ricchezza del fogliame, racco* mandano a quest’oggetto le piante nominate al- la Se z. IL della Parte IL Non sieno peraltro piantate sì fìtte da escludere affatto 1’ aria , e vi si frammischino dei gruppi leggieri . E' gra- to passare da un’ ombra fitta ad un dolce cre- puscolo. Una grotta tagliata nei vivo sasso, o posta presso ad una cascata d’ acqua , presen- ta un ricovero gratissimo. La vista di un lago scoperto stancherebbe a quest’ ora lo sguardo ; son preferibili dei filetti d’ acqua fra macchie ed arbusti , e se si possa , conducami presso alla sala da mangiare, o al gabinetto da riposo. Le grandi cascate, i fiumi romorosi , sono trop- po vivaci per accordarsi coi riposo universale, che regna a mezzodì . In questa sorte di giardini le fabbriche non siano isolate , ma connesse e legate a verdi al- beri che le ombreggino , per conservare il ca- rattere dominante , che dev’ essere la freschez- za , e per evitare i troppo gagliardi riflessi . Possono consecrarsi dei tempietti a Bacco, a Co- )C *52 X Como , all’ Ospitalità , ad altri Dei , ad altri og- getti gioviali, Niente poi vi conviene più quanto un bagno . nr. Giardino, ossia sceka della sera. Tutte le immagini della sera, dipinte dai poe« ti e dai paesisti sensibili alle attrattive della na- tura , hanno per carattere una calma tranquilla , una soave amenità , un non so che di languido e di dolce . Lo spettacolo dei sole , che insensi- bilmente tramonta, le ombre che si allungano 9 tutti gli oggetti che vanno lentamente oscu- randosi , il sorgere della luna , l’ attività dei giorno che si cangia in silenzio , P amor del riposo che invade tutti i mortali , sembrano richiamare P anima a sentimenti moderati , a meditare sulla instabilità della vita , a ravvicinar- si all’ amico tenero e confidente , quasi per tro- vare un appoggio . Volgasi il giardino della sera verso la parte , ove declinando il sole nella pompa de’ suoi rag- gi , veste di pittoresca apparenza il cielo , P ac- qua , il paese . Un insieme di collinette e valli- cene s ^ un vasto tratto verdeggiante inclinato verso P occidente , sembra il sito più opportu- no . Le acque vi sono di grande importanza , perchè moltiplicano le bellezze del sole che s’ ab- bassa, e prolungano gli ultimi istanti del gior- no. Un corso d’acqua impetuoso non conviene alia tranquillità della scena ; meglio una picco- la e romorosa cascata . Le fabbriche abbiano la tinta fosca . Qua grandi ed ombrosi alberi isola- ti, con dei sedili; là gruppi sparsi e non trop- po X 254 X po fitti j che lascino Scherzare variamente il cre- puscolo. Le piante , che han più vivo odore la sera ^ sono : Il Lilas . Il Caprifoglio , e le varie sue spezie 4 La Coronilla glauca . Là Giuliana 5 ossia Hesperis tristis . Il Geranium noSurnum * La Reseda odorata . La Mirati li s J alappa * La Polyanthes tuberosa . Il NyÉlanthes S amb ac . Il J a sminum officinale « E la notte non avrà il suo giardino ? 0 belle notti di state ! Sparirono le pompose bellezze dei giorno ; ma il saggio in mezzo ai religioso silenzio della natura , alza meravigliato gii occhi ali’ azzurra volta del cielo 3 e medita sui mon- di che il circondano, e s’aggirano fiammeg- gianti sovra il suo capo . S 7 alza sull 7 orizzonte la luna ; i non suoi raggi percuotono di un dol- ce chiarore i cheti laghi ; tenui filetti d’ acqua gorgogliano ; tace la vallata . Qui un dormito- rio , qui una torre, se piace * sacra all 7 astrono* mia ed alia mezza-notte* SE- X 2 S5 X SEZIONE SESTA . Giardini relativi allo stato dei proprietà rj . t Giardini reali, parchi dì considerabile GRANDEZZA E DI STILE MAGNIFICO » v L estensione e la magnificenza distinguano i giardini dei Sovrani e dei Re ; ma la gran- dezza di carattere si cerchi non tanto nella quantità di macchine idrauliche, di statue, bu- sti , vasi, archi trionfali , obelischi , quanto nella stessa natura ; essa ha delle risorse , cui tutta l’arte non giunse mai ad emulare. Un si- to vicino al mare, o sopra un’eminenza, da cui la ^ vista scopre vasti paesi , che vanno a perdersi nella lontananza d’ inaccessibili mon- tagne , e fra immense boscaglie , dietro a cui brilla F Oceano infinito , ha certo un carattere inimitabile di ardita sublimità . Godono di que- sti vantaggi specialmente i castelli estivi dei Re Danesi a Fredericsberg , Sophienberg , Marien- lust . I giardini principeschi e reali devono esser a rn- pj e spaziosi , e per accordarsi all’ idea di digni- tà che lor conviene , e perchè possano ammet- te- X X fere un numeroso concorso , e perchè le varie scene che offrono , si spieghino in grande . Ma- gnifiche boscaglie , masse d’ alberi maestosamente aggruppate , larghe squarciature frammezzo , laghi e riviere , lontananze ricche di svariati paesaggi , tempi di gusto nobile in sito eminente, monu- menti grandiosi, fabbriche di stile conveniente, il tutto assortito con aria di nobile grandezza . Le piante che si annunziano con pompa , sono : Acer platanoìdes „ Acer saccharinum . Acer opulus . Platanus occidentali? 0 « — — orientali ? . Liriodendron T ulipifera , P opulus italica , carolina . Quercus americana . Pinus del lord Weymouth ^ Gupressus Thyoides . — - disticha . Pinus balsamea . — — larix . Pignoni a Catalpa . E 1 da avvertirsi, che questi giardini possono appagarsi di un carattere meno grandioso e ma- gnifico, quanto più sono lontani dall’ ordinaria residenza del Principe. IL X 257 X ir. Giardini dell’ alta nobiltà', e delle PERSONE Piu' RIGUARDEVOLI. PARCHI DI STILE NOBILE . JLe case di campagna della Nobiltà devono uni- re un tuono dignitoso ad un certo grado di mo- derata magnificenza. Tal è il loro carattere , e tale dev’ esser quello dei loro parchi e giardini * Meno estesi dei parchi reali e principeschi , con piantagioni di alberi men rari e men ricercati , con opere cP arte meno dispendiose , con edifizf meno grandi e pomposi, ammettono per altro decorazioni varie, ricche e dignitose , Scene , vedute, lontananze, boscaglie, gruppi, rivie- re , capanne semplici e pastorali , tempi vaghi e ridenti , sale di musica e cappelle funerarie $ tuttociò è di loro appartenenza . Possono dunque in una conveniente estensione contenere una se- rie, per così dire, di piccoli giardini, di tratti abbelliti e graziosamente composti . Vi con- vengono pure delle chiesiuole destinate al servi- zio divino , che si posson mettere in luogo iso- lato dalla casa, in sito tranquillo, serio, om- breggiato intorno e taciturno ; io stile ne deV*. essere nobile e semplice. La grandezza di questi parchi suole di buon dritto accogliere anche molte porzioni destinate ali’ utilità ; che non st deggiono sacrificare uni^ camente al piacere , ampie porzioni di terreni grassi e fecondi . Vi si veda dunque biondeggia- re la messe , torreggiare il bosco e pascere P. armento . L’ arte consiste nel saper legare indu- striosamente le parti col tutto. £ Afe- X 258 x Abbondano gl’ Inglesi di parchi^ di questo gè- nere « Hanno fra gli altri celebrità : Stourton, ossia Stourhead nella Contea di Dor- set. V’ è il Panteon copiato da quello di Ro- ma , che dopo il tempio della Concordia a Sto- we 3 e certo la più nobil fabbrica di quante se ne trovano in Inghilterra. V’ha una grotta pro- pria ai bagni freddi; l’acqua si trae da una sor- gente, la quale scorre dolcemente a fianco di una Ninfa , che dorme nei fondo. Altra grotticella, soggiorno dei fiume, la cui statua s’ appoggia sull’urna; da questa versasi l’acqua, eh’ è ve- ramente la sorgente dei fiume Stour , e che va a perdersi nel lago . Boschetto fitto e cupo , nel cui mezzo un eremo fatto di radici d’ erbe , do- ve un cranio ed una clessidra sono la triste com- pagnia dell’ Eremita. Altrove il tempio del So- le, il tempio di Cerere . Donnington-Castle nella Contea di Berk , Tempio Gotico. Nella riviera, che s’è a beila posta allargata in alcuni siti vi sono varie isolet- te , una delle quali sembra esser la proprietà dei cigni, e d’ altri acquatici uccelli . . Summer-Castle nella Contea di Lincoln . Gran vallata , e gran lago ; viste sorprendenti e deli- ziosissime . Formark nella Contea di Derby . Sandby nella Contea d 5 York .. Rovine al sommo grado pittoresche . Sui vari parchi Ingle- si sono da leggersi i Viaggi di Voikman in In- ghilterra, e quelli di Arthur Young; ed inol- tre : Peep ìnto thè principiti Seats and Gardens in and ahout Twickenham , with a suitable corri- panion for those who lo vi sii IV’mdsor or Harn - pton court . By a Lady of dtsthMion in thè Re- Public of letters Small 8. London 1775» Sketch X 2 59 X bf a tour trito Berbyshire 3 and Torkshire , indù- ding pari of Buckinghàm , W arwick , Leicyster f Nottingham , Northampton , Bedfotd , Hert- ford-shires . 8. London 1778. companion for Oxford 1778. Tra le descrizioni accompagnate di disegni si deggiono avere : A new display of thè beauties of England $ Or a descript ion of thè most elègant publick edifices 9 Boy al P ài ac e s 3 Noblemerìs and, Gentlemeri's Seats &c. thè third edition » London 8. 1776. 2. voL The modem univèrsal British Traveder * or a nevi) complete and accurate tour through En- gland , folio 1779. con 100. tàvole * I disegni son quasi quelli stessi del libro precedente , 1 m disegnati più in grande, benché meno corretta- mente * E' nuova opera ed eccellente: A colle- tti on of one hundred and fifty selett views in England , Scotiland and Ireland , drawn by P« Sandy Esq* R. A. voi . 2. , printed for Iohn Boy - dell i London 1781. Vi si veggono disegnate ab- bazie , castelli antichi , mine , prospettive super- be e romanzesche , case di campagna e parchi & e varie scene tratte da diversi giardini * Per aver cognizione di castelli antichi, di chiostri ed ab* bazie cadute in ruina , e presentate in prospetti- ve pittoresche, niente di migliore, quanto: En* gl and illustrated , or a compendium of thè natu- rai History , Geography , T opography , and an- tiquities of England , and Wales* 4. London 2» voi, 1764. , e: The nntiquities of England and Wales , by Francis Grose » 4. London 4. voi. 1773 : Merita pure d’essere veduto: Sixteen pro- spettive wiews together with a generai pian of thè magnificent Buildings and Gardens atStow^ fol. London 1752, R 2 11L % a*® )C irr. Giardini pei privati, DEr borghigiani, QIARDINI DI FIORI • V’ ha 'gran numero di giardini di questa spe- zie , particolarmente nelle vicinanze delle cit- tà ben fabbricate , popolose , industri e com- mercianti . Così Firenze , che siede nella de^ liziosa valle d’ Arno , vede d’ intorno a se un anfiteatro di fertili collinette , vestite di case di campagna e di giardini ; così Marsiglia ne conta sino a cinquemila; così Zurigo, Berna, Losanna , Ginevra e Napoli » Convien però confessare , che il buon gusto cominciò appunto a degenerare da questa sorta di giardini. Si cre- dette che la ricchezza potesse e dovesse far tut- to ; si vollero imitare i giardini principeschi , e non si fecero in piccolo spazio , che delle goffag- gini ridicole . Questo genere di giardini, che non suppo- ne grande estensione , non è nemmeno suscet- tibile di molta varietà ; quindi fa d’uopo trar partito , quanto più si può , dalle viste e pro- spettive di fuori . Ordinariamente esso non am- mette che un carattere unico e determinato ; ora , perchè tutti gii abbellimenti si accordi- no con questo , il proprietario può nei resto liv feeramente acconciare e disporre il suo terre- no in foggia agreste o colta , secondo io stile a- meno o romanzesco, gajo o serio, elegante o negletto . Nelle decorazioni non si ecceda la modesta mediocrità ; poche opere deli’ arte , ma ombre , piantagioni, anche di alberi fruttiferi, passeggi X x copèrti j un ruscelletto , qua e là dei riposi « Perchè gli stessi alberi fruttiferi , invece della for- ma rettilinea , non si possono gentilmente gruppa- re ? perchè la vite maritata non può effigiarsi a festoni , e formare delle arcate ? un gusto sano può, senza nuocere all’ utile , tutto abbellire * Le parti individue dei giardino possono trattarsi con qualche maggior cura e dettaglio, che non si farebbe nei parchi ; siccome qui tutto i per la ristrettezza dello spazio, cade sotto rocchio, i difetti si fan rimarcare più facilmente . Sieno pertanto i contorni eleganti , le forme amabili 9 dolci ed insensibili i passaggi da oggetto ad og- getto , chiari i colori , ridenti le prospettive * Si procuri di evitare non sólamente la sconvenien- za , ma la superfluità delle decorazioni . Perchè ammonticchiare in un giardino di pochi campii statue, molini, torri, capanne , chiese , padiglio- ni cinesi , eremi e bagni , tempj e conventi ro- vinosi ! Siamo fedeli alla natura ; questo è il miglior mezzo di piacere ; se gli alberi , gli ar- busti , i fiori , le acque , stromenti di cui essa si vale , non giungessero a commovere , s’ incol- pi P artista , che senza immaginazione e sen- za gusto, non. avrà saputo metterli in opra , non legarli insieme , non profittare delle cir- costanze e dei siti . La casa abbia il carattere del giardino; non pompa, non lusso, non bra- ma di sfoggiare intemperante ricchezza . Vuoisi aggiungervi qualche piccolo edifizio campestre, qualche gabinetto isolato? l’architettura ne sia leggiera . Han luogo i fiori , specialmente in questa sor- ta di giardini . Amano di essere avvicinati al- la casa , nel sito più esposto alla vista , dove V occhio possa goderne le attrattive, § la mano R j coi- X 2*2 X coltivarne agevolmente la vezzosa famiglia , Avere una lunga successione di fiori 3 e mari- tarli assieme in modo da offrire un quadro sedu- cente , tal sia la cura del proprietario , Poco effetto produce un’ aja compassata , dove i fiori sieno distribuiti secondo le loro classi, spezie, varietà. Un suolo ineguale, che scen- dendo dietro un rivoletto , spingesi mollemente verso il mattino , la cui luce nascente colora le pianticelle , e fa brillar la rugiada che le a- sperge , è molto opportuno , Qualche arboscel- lo fiorito frammezzo aggiunge bellezza . Gli A- xnori e le Grazie possono avervi una statua; un getto d’ acqua negligentemente decorato , ac- cresce la vivacità della scena ; dei riposi om- breggiati , delle arcate di gelsomini e di rose in- vitino a soffermarsi alquanto, e ad assaporare H delizioso spettacolo , La distribuzione dei fiori sia pittoresca ; per- ciò si schivi una piantagione simmetrica , e si pre- sentino invece dei gruppi ben assortiti ; i colori si maritino insieme con armonia , o contrastino vagamente . Il bianco si lega bene col giallo palli- do ; questo col colore di carne ; il color di rosa col turchino , il cilestro col bianco , il turchino carico col porporino, il rosso carico col bruno , il gial- lo ardente col rosso vivace , il grigio col turchi- no carico. Il hianco si unisce bene al giallo, al rosso , al turchino ; i colori di mezzo armoniz- zano il quadro , Il giallo ardente stia fra il gial- lo ed il rosso ; il violaceo fra il rosso e il tur- chino , il verde fra il turchino e il giallo . La gradazione ascendente comincia dal bianco, pas- sa pel bianco giallastro , pei giallo , pei 'giallo rossigno , pei giallo ardente , pei giallo ardente- rossigno , da cui giunge al rosso , «I rosso az- zuc* X 1*3 X zurrino , al violetto, al turchino rossigno, al turchino , al grigio , al grigio nereggiante che rrae al giallo , al rosso , al turchino carico . La gradazione discendente passa dal turchino al ver- de , al verde giallo , ai giallo , al giallo bianca- stro , ai bianco . Ecco di che guidare P occhio dell’ artista nella composizione de’ suoi quadri fioriti . I colori chiari si offrano sempre i primi alla vista . Se si voglia far contrasto si opponga il giallo ardente ai bianco , il porporino ai ver- de chiaro , il turchino ciiestro al rosso carico . Il bianco brilla più , se gli si oppongono colori carichi , IV, Giardini Campestri . Per giardino campestre non s’intende qui la rozza ortaglia del contadino , che grossolanamen- te cinta di malconcia siepe , non offre che piante ortensi e qualche albero da frutto ; ma un giar- dino tale, che possa essere adottato anche dal comodo borghigiano, e per elezione piantato. Contento esso di una falda di collina, di una serpeggiante vallata, e fin anco di un tratto di pianura, non esige viste pompose e sorprenden- ti . Una boscaglietta, una fresca prateria, un’ acqua pacifica , uno stagno, una peschiera, dei pascoli vicini, ecco di che s’appaga. La semplicità , e i’ amabile negligenza esclude gli oggetti ricchi , e le scene moltiplici e tra- vagliate . Gli alberi son del paese , non si vuole che ombra e frutti . Gruppi gettati a caso qua e R 4 là ; X 2*4 X là ; fra salci e tigli pomi e peri , priini e coto- gni , noci e ciliegi ; nessun viale dritto, sentieri erranti , serpeggianti ; cespugli di rose , di ribes , d’ uvespine, e d’ altri arboscelli che danno gra- ti frutticini . Fra gli alberi e gli arboscelli , lun- go i sentieri e presso i sedili , violette, primule , menta, timo, lavanda. Non lungi la vacca fe- conda che pasce ; a fianco la varia famiglia dei volatili domestici, le rondini e le colombe; in un angolo qualche alveare. Non magnificenza, non ricchezza ; comodità , utilità , modesta ele- ganza ; nè vasi , nè statue , nè padiglioni , nè fabbriche di stile nobile e pomposo <» Dei ierzò Intrecciati di gelsomini, di Iilas , di caprifogli, di rose ; qui presso all’ acqua una capannuccia da pescatore ; là una casetta rustica coperta di pa- glia ; sovra piccola eminenza un orologio so- lare . O piaceri innocenti ! o dolcezza del riposo, del ritiro domestico, della tranquilla moderazio- ne! voi non siete fatti, che per le anime non ancor guaste dal soffio impuro delie città. X I«s X SEZIONE SETTIMA . Giardini , il cut carattere dipende dalla loro particolare destinazione „ I. Giardini pubblici * Oltre le piazze , che nelle maggióri città ofc frono al popolo un punto , un centro comodo ove riunirsi 5 possono anzi debbono destinarsi, o nel recinto stesso delle mura , o poco fuori del- le porte j alcuni luoghi particolari al pubblico passeggio . Perciocché, indipendentemente dall’ occasione che offrono al cittadino di muoversi , e di respirare un’ aria libera , di sollevarsi dagli affari , . servono a presentare delle immagini ral- legranti , a far nascere dei sentimenti piacevoli , distornano dai divertimenti ignobili o dispendiosi, avvezzano al diletto di una gioviale sociabilità, e .ravvicinando le diverse condizioni , richiamano gli uni a piu decente , a più modesto contegno , e gli altri a più facile , a più attraente affabili- tà. Quanto ai sito, abbiano i pubblici passeggi aria libera, circolante , ridenti prospettive . Benché il passeggio si faccia ordinariamente verso sera , pure aperto a tutte le ore allo stra- niero , ali’ infermiccio , all’ oziante, all’ amico in trac- X *66 X traccia dell* amico, s offra delle ortibre . I viali sieno larghi, comodi, ed in retta linea , perciocché bisogna vedersi e trovarsi ; pure se F estensione il permette , vi sia qualche sentieruccio tortuosa fra gentili boschetti, XI marcia-piedi sia separato dalia strada delle carrozze e dei cavalli , Sedili a convenienti distanze ; berzò e casette di sem- plice architettura , ove ritirarsi in caso di tem- porali ; luoghi, ove trovar de’ rinfreschi d’ ogni sorte. V’ha un laghetto, un’acqua presso? a- gili barchette v’ invitino a salirvi sopra , ed a sollazzatisi . Delie sale ad uso di musica, porge- ranno occasione all’ architetto di rinvaghire la scena , La frequenza del concorso esclude tuttociò eh’ è raffinato, delicato, e facilmente struggibile . Ma si possono d’ aitra parte più utilmente or- nare i pubblici passeggi , presentando ai citta- dino qua e là, frammezzo a’ suoi stessi diverti- menti , delle saggie lezioni e delle interessanti reminiscenze, col mezzo di quadri, di statue , di monumenti. Ne sieno però bandite Purne, ed ogni traccia dolorosa e funebre . Si rammen- tino al popolo le sue virtù nazionali, la felicità dei pubblici avvenimenti , le azioni dei migliori cittadini ; abbiano una memoria , un titolo d’ o- nore gli utili talenti , e più le pacifiche e le be- nefiche , che le guerriere virtù . Se si voglia , si dedichi in sito appartato un boschetto ad acco- gliere i mausolei de’ più celebri poeti , artisti , letterati della nazione . Fra i pubblici passeggi distinguonsi quelli di Londra e di Parigi ; il Prater distante un quarto IV, GIARDINI ANNESSI A SORGENTI minerali * Devono avere per oggetto di presentare pas- seggi comodi, ombrosi e variati, che invitino a respirar l’aria aperta ed a muoversi; non vi manchino sale di società « Le prospettive sieno libere, sbarazzate; . viali anche rettilinei, spe- cialmente nelle vicinanze delia sorgente * pe* quali facilmente trovarsi e conversare ; Spiazze larghe , ombreggiate , ove molti possano adu- narsi , trastullarsi , sedere , novellare . Fra le piante unicamente destinate a far ombra , se ne frammischino di quelle , che hanno foglie e fiori odorosi , come il 00 Alcune opere di Architettura , specialmente In- gle&i , ci offrono dei Saggi di architettura gotica . Tali sono; The City and Country Buildér’s and Workman’s treasures o f designs ec. by Batty Langley . London 4. 1740. Gothic Architeélure ec. by B. & J. Langley . 4. London 1747. Chinese and Gothic Archite£lure prò- perly ornamented , being twenty neW plans and eleva- tions on twelve copper-platy &c. engraved from thè designs of William and John Halfpenny-, Architeéls » 4. London, senz’anno. Gothic Architetture decorated consisting of a large collettion of Temples, Banque- ring , Summer and Green Houses , Garden-Seats , and Hermitages & c,. designed by P ; Decker s architeli Lon- don 8. 2759. con 32. tavole „ X 27* X il Tacamahaca . ii Tiglio . La falsa Acacia, li piccolo Frassino . La natura dappertutto florida e ridente, inviti alla gioja donatrice e conservatrice della sanità * Le statue e gli edifizj sieno un abbellimento pro- prio e relativo al luogo . Vi sia Esculapio , la Sanità ; vi sia Boheraawe , Tissot , Morgagni , Zimmerman, Berger ed altri Medici rinomati . Non manchino saie da musica e da bailo, e luoghi da esercizio -, Le fabbriche di alloggio pei forestieri , ove bevan Tacque o s’immergano in bagno * ab- biano comodi appartamenti , indipendenti T un dall’ altro , propri ?. ariosi , con passeggi coperti * con gallerie» La fontana presenti un’architet- tura semplice , nobile e di grato aspetto ; la strada che dee condurvi, sia tessuta di leggiere e continue piantagioni profumanti l’aria. Accenneremo i luoghi più celebri sotto questo rapporto . Mejenberg nella Contea della Lippe-Detmold, in Germania ; la sua situazione, benché monta- gnosa , è delie più vaghe * Pyrmont » Qui vi sono le più celebri acque dell’ Alemagna . Vallata bella, ridente, vastis- sima e ben coltivata . Aspetti variatissimi , pic- cantissimi. Vi sono bagni, sala di musica e di commedia, caffè. Appartiene a S. A.S. Mon- signor Carlo Augusto Friderico Principe di Wal- deec . Hofgeismar, poco distante da Cassel. L’ar- chitettura della fontana è di ottimo gusto, cir- colare, con cupola. Wi- X *72 X Wiihelmsbad, a mezza lega da Hanau . I pià celebri bagni d’ Alemagna, quanto alla loro leganza e comodità . rinomata la fabbrica detta degli archi , e che serve di alloggio e di divertimento ai forestieri ; se ne possono vedere i tre nuovi disegni pubblicati nel 1784 ad Ha- mu da M. A. W. Tischbein , ed incisi a Casse! da M. Weise . Veggasi anche P opera Tedesca: JBriefe eìnes Schweizers uber das Wiihelmsbad . Neue Auflage . 8. 1780., ossia: Lettere di uno Svizzero sopra Wilheimbad : e: Betrachtungen eìnes Schweizers in Wilhembad . 8. 1780., os- sia : Riflessioni di uno Svizzero a Wilhemstad • Ems . Tra Magonza e Coblenza . Sito dolce- mente melanconico. Schlangenbad , in vicinanza di Ems. Vedi : Beschreibung eìnes Aufenthalts in SchlangenbacL 1777. Schwalbaeh, non lungi da Ems. Veramente nè la natura , nè la mano dell’ uomo vi fece nien- te che possa allettare ; è sensibile specialmente il quasi totale difetto di ombre ristoratrici . Wisbaden . E nemmeno questa sorgente ha di che attrarre gran fatto , e manca di comodi al- loggi, e di ombrosi passeggi . Matlok, in Inghilterra nella Contea di Der- by ; vedi i viaggi di Young nelle Provincie O- rientali d’ Inghilterra . Anche Wathely ce ne diede una bella descrizione . Bagni caldi ; vallata tortuosa attraversata dalla riviera di Derwent , cinta da un lato da fertili collinette, dall’ altro da roccie terribili e boschive ; superbo pae- saggio . V Italia celebra i bagni e le sorgenti di Luc- ra ? di Pisa , di Acqui, di Abano , e diRecoaro . V, X 273 X v - Giardini contigui agli ospitali . TJn giardino di questa spezie deve presentare al convalescente un agiato passeggio , ii benefizio dei tepidi raggi solari , una ristorante freschez- za d’ aria profumata , aspetti vaghi ed anima- ti. I sentieri sieno asciutti, con sedili qua p là . Viali troppo fitti renderebbero i’ aria umi^ da , stagnante , malsana ; son preferibili i grup- pi larghi di fogliame rado e leggero , fra cespu- gli e piante odorose. Tutto qui deve invitare alla calma , alla serena gioja , all’ obblio delle infermità della vita . Vi si annetta un giardi- no di semplici, per uso non meno che per di-» Ietto . VI. Giardino annesso a’ Cimiteri* A Ginevra si è già cominciato a tumulare fuori delle porte . Giuseppe II. ordinò che i cadave- ri si trasportassero fuori delia capitale , e vie- tò le sepolture nelle chiese. In Francia ed in Italia si comincia a riconoscere l’utilità di così saggie disposizioni. < Gli antichi avevano dei cimiteri isolati , e vi piantavan cipressi; solevano spezialmente distri- buire le sepolture lungo le strade pubbliche , de- corandole di monumenti e d’iscrizioni. I Tur- chi seppelliscono fuori e lungi da’ luoghi abitati; ed ornan que’ siti di piante odorose, comésLve- de spezialmente ne’ contorni dì Smirne „ S Gli Gli Scozzesi invece di cipressi piantano dei tassi ; quel loro verde nereggiante , che contra- sta sì bene col biancheggiar delle pietre sepolcra- li e dei monumenti , li # rende piu proprj a star presso ai morti che a’ vivi . Gli alberi piantati ne’ cimiteri servono anche a purificar 1’ aria , e ad arrestare lo stanco pas- seggierò j presentandogli intanto utili riflessioni, e memorie interessatiti . Abbiano dunque i cimi- teri un sito esposto ai venti che purificano 1’ a- ria ; il paese d’ intorno sia solitario 3 serio e tranquillo ; vi regni la melanconia ; non pro- spettive ridenti , non oggetti che allettino . Al- beri di fogliame bruno * gruppi nel cui mezzo siavi un monumento , od un’ urna. Un porticato coperto raccolga ed offra immagini dolorose ? i- scrizioni commoventi , precetti sublimi , e ricca varietà di monumenti funebri . X 2 7$ X SEZIONE OTTAVA. Abbellimenti campestri dì alcune parti isolate di una Casa di Campagna * L A^TICORTE , ACCESSI DEI CASTELLI Dì DELIZIA $ O DELLE CASE Di CAMPAGNA * L* ànticorte è sì legata coll’ edifizio prìncìpa* le , eh’ essa deve corrispondere al carattere di questo; tutte le fabbriche, ma spezialmente quel- le di uno stile nobile e grandioso , devono aver- ne una 3 e di qualche estensione * e disposta in modo da pascere gli sguardi ed allettare lo spi- rito b Nell’ anticorte e ne’ suoi contorni , si pas- sa a respirare l’aria fresca del mattino, a goder la bellezza dei dì cadente; qui si passeggia, sii conversa , si legge , si banchetta , si giuoca » E' diffìcile fissar delle regole generali di deco^ razione applicabili a tutti i casi, a tutti i rap^ porti; il sito, la prospettiva, il clima, i venti dominanti , il carattere dell’ edifizio , il gusto stesso del proprietario , le variano all’ infinito • Non faremo dunque che scorrere sulle principa- li # Quanto più. P edifizio è di uno stile rilevato Si e X 2 7 forma- to X 2*j X to un industre stabilimento ? Là chiesa sì deve piantare nel sito più eminente, perchè faccia va» go prospetto : gli oggetti poco piacevoli si oc- culteranno tra piccole piantagioni: un sedile ben collocato, un grand’ albero isolato, un ponti- cello elegante; non v’ è cosa in somma, che non si possa rivolgere ad abbellimento ed a va- ghezza , Vile Strada pubblica « NoiV v ? è cosa che più annunzi la cultiira di un paese, e la bontà del suo governo, quanto le strade pubbliche ben costrutte e conservate, E‘ noto ciò che il popolo romano intraprese per esse, ed eseguì . Le maggiori eran larghe sessanta piedi , si stendevano dalle più occiden- tali provincie dell’ Affrica e deli’ Europa , si- no nell’ Asia minore , ed eran lunghe da mille cinquecento a mille seicento miglia germaniche , Si traversaron laghi e paludi, si appianarono , si traforarono roccie e montagne , Ogni miglio era segnato da una colonna , presso cui v’era un 3 altra pietra } per servir di riposo al lasso vian- dante, o di sgabello ai cavalieri. Dai Iati ve- devansi di quando in quando tempi , padiglioni , termini, mausolei, colonne ed altri monumen- ti , ricordanti un nome celebre ed un’ azione il- lustre . Se ne veggono di belle ai nostri tempi in In- ghilterra, nei Paesi-bassi, in Francia, nell’Au- stria , negli Svizzeri , in Alemagna , in qual- che parte della Svevia, nel Palatinato, nel pae- se di Hannover e nella Zelanda, Con- X a2* )£ Consideriamole qui, solamente come oggetti suscettibili di abbellimento . Le colonne milliarie sieno di pietra * alte è grandi quanto basti ^ perchè si offrano all’ oc- chio facilmente ; vi si potrebbe mettere qualche breve iscrizione » Dovrieno aver luogo lateral- mente alle strade mille diversi monumenti ^ ram- memoranti azioni generose, virtù civiche* fatti nazionali importanti * vittorie illustri * qualche aneddoto locale di storia antica e moderna * un trattato segnato , una pace 4 A Morat nei cantone di Berna * presso al- la strada v’ è una spezie di cappella , ove son radunate 1* ossa dell’ armata di Carlo di Borgo- gna, disfatta dagli Svizzeri » Sulla sponda del la- go dei quattro Cantoni v’ è altra cappella con- secrata a Teli, nello stesso sito, dove questo primo Eroe dell 5 Elvezia prese terra * e assicu- rò prima a se * poi a tutti gli Svizzeri la li- bertà ; v’ ha nel mezzo un aitare e sulle pareti d* intorno son effigiate le immortali azioni di Teli 0 E perchè sfigurare le più belle strade coll’ as- pètto di patiboli e di forche ? perchè spaven- tare le anime e P immaginazione degli onesti viaggiatori ? Se rie trae forse il frutto che se b’ attende ? L’abitudine snerva P impressione, e P assassino , il ladro commette talvolta i suoi delitti presso alP infame tronco , perchè spera sempre di sottrarsene * Prendort anche vaghezza le strade dai punti di vista e dalle piantagioni ; queste son figlie dell 5 industria , quelli son doni della natura e del sito . Per quanto sia cara P ombra * gli alberi però non sieno di fogliame troppo fitto ne’ luoghi unii- X ^7 X Umidi , acciocché non vietino il passaggio deli 5 aria , e V asciugamento del suolo . li piop- po bianco, il pioppo nero ordinario, il pioppo tremulo , il castagno d’ India , il tiglio , il pla- tano della Virginia , sono i piu opportuni adat- tandoli giudiziosamente. I salici son troppo i- gnudi , e danno poca ombra » La strada da Savignano a Torino , è tutta li- stata di pioppi bianchi di una bellezza non co- mune, piantati a òtto piedi di distanza 1’ uno dall’ altro , e perfettamente in linea retta . Dove le strade sono sinuose , non vi stareb- bero male, anzi farebbero grand’ effetto, va- ri gruppi collocati a certe distanze, fra le cui spaccature si presentassero, come quadri stac- cati 5 i più bei punti di prospettiva * Se vi so- no siepi naturali , almeno si tengano sì basse 3 che non nuocano al corso dell’aria, nè alla li- bertà della vista , IVTa come prevenire i guasti delle piante e dei monumenti , destinati a decorare le pubbliche strade ? non v’ è altro mezzo che agire sulla morale del popolo , ispirargli un’ alta idea di tuttociò eh* è pubblico stabilimento , avvez- zarlo ad una spezie di rispetto e di venerazio- ne per tali oggetti , e punirlo , piucchè con ai« tro , coll’ infamia e col generale disprezzo 9 PRL X *88 X PRIMA APPENDICE , Varietà' , Giardino vicino alia casa di posta presso al- le porte di Hannover. Vi si vede una cappel- la , dov’ e la statua di S. Paolino di Nola, il quale di giardiniere essendo divenuto Vesco- vo , rinunziò poco dopo alla sua dignità per ri- tornare al campiceilo . Nella mano dritta ha un rastrello , colla sinistra si cava la mitra , e la mette da un canto . Marennwerder , non molto lungi da Hanno- ver . V’ è un romitorio , presso di cui un ci- miterio listato d’alberi coniferi e resinosi, che presenta una scena funebre e deliziosa, a chi a- ma la memoria di Sterne. Vi si vede il monu- mento di Maria con una ghirlanda , e col suo Silvio fedele; quello di Yorich , ed il suo stor- nello ; quello di Toby , ossia dei Capitano San* dy colia carta di Narnur ; quello dei P. Loren- zo nella tabacchiera di corno, messa sul pie- distallo di una croce nera ; in fine i monu- menti del le Febure, di Trina, di Elisa, de- corati d’ emblemi e d’ iscrizioni . Poco lungi di là un altare di Druidi , formato di tre gran sassi , sotto una vecchia quercia . Sopra un’ emi- nenza la statua del Dio Pane, che domina ia coltivata pianura ed i pascoli d’intorno. Nuovi disegni di Carlsberg presso Casse! • Carlsberg , ossia monte Carlo , è una gran mon- tagna coperta di boschi , e rinomatissima per i su- superbi lavori di Architettura , e d’idraulica, che costarono almeno cinque milioni . Boschet- to di Venere colla sua statua fra gelsomini , ro- se , ed altri fiorellini . Ma l’ idea veramente no- bile e nuova , è la vallata dei filosofi . Consiste in romitori isolati , in ciascuno de’ quali v’ è un antico Savio, di grandezza naturale, vesti- to secondo il costume, seduto ed applicato a qual- che oggetto caratteristico . Platone insegna a’ suoi discepoli , Socrate legge nella sua prigia* ne ; vedi Pitagora , Eraclito , Anassagora , De- mocrito , Diogene nella sua botte . V’ è la ca- sa di Armida , eh’ è una sala , le cui pitture rappresentano la storia di questa bella incanta- trice , con giardini e praticelli , che si stendono fino a piè di bella collinetta . In un bosco vicino v’ è T abitazione dell’ eremita Pietro , che sembra studiare le varie strade della sua foresta , per insegnare la piu sicura ai Cavalieri , che devo- no portarsi ai castello di Armida. Vi sono. pur anche var; tempi, e v’ è la caverna della Sibil- la , profonda, oscura e maestosamente terribile * X *5° X SECONDA APPENDICE . Brevi notizie di diversi Giardini y Castelli y Case di Campagna . I T A L I A o Dall’ Italia sviluppossi dapprima il sentimen- to del bello, e ie arti liberali si scossero dal lun- go sonno. Il primo giardino Celebre fu quello di Lorenzo Medici , dietro la chiesa di S. Marco a Firenze. I viali, i portici, gli atrj, le camere, erano decorate d’ opere insigni', antiche e moder- ne . Nel principio del secolo sedicesimo i giar- dini di Bernardino Ruccellai divennero ancor piu famosi, col titolo di Orti Oriceli arj ; consisteva- no in boschi e boschetti , praterie , viali ed ar- cate; ma il loro principale ornamento era la ricca collezione di statue antiche . Dopo la mor- te di Lorenzo, vi si radunava I’ Accademia Pla- tonica . Cosimo acquistò il giardino di Boboli insieme col palazzo Pitti , residenza attuale dei Gran- duelli , e P accrebbe di molto Eleonora di To- ledo , figlia del Viceré di Napoli , e sposa di Cosimo, di piante, di fiori, di erbe esotiche, mentre questi T arricchiva di statue * Esso im- % X {rìégò anclie gran somme nei giardini di Castel- lo e di. Poggio 5 luoghi di delizie che avea fabbricati . Il Granduca Francesco Primo piantò boschet- ti di ulivi , di viti scelte e di alberi fruttiferi 5 traendo molte piante dalla Sicilia e dalla Spa- gna j ed i suoi sudditi gareggiarono per imitar- lo i Quindi molte viti di Toscana sorto delia stessa spezie di quelle di Spagna . Favorì spe- zialmente la cultura de’ gelsi a Fabbricò Prato- lino , e trasformò i colli adiacenti in giardini , introducendo da per torto alberi e piante esoti- che ; nè obbliò già Boboli , che decorò di bel marmi $ spezialmente lavorati dal famoso Gio- vanni Bologna . Cosimo I. suo padre avea pian- tato a Pisa un orto botanico : Francesco I. P accrebbe , e ne fondò un nuovo a Firenze . Ma fra tutti i Medici , nessuno piu di Ferdi- nando I. protesse la cultura dei giardini * Spese gran somme per asciugare paludi e renderle fertili; allora in pòco tempo videsi la Toscana coperta di uliveti e di vigne . Chiamaronsi dall’ Asia c dall] America le. piante più rare e più belle, e si. distribuirono ai dilettanti ; il gusto , 1’ emula- zione divenne universale * Negli ultimi anni del suo regno, Un Veneziano introdusse a Firenze le stufe fatte a fornello * Cosimo II* seguì 1 ’ esempio del Padre . Sotto di lui nuove vaghezze acquistarono Pratolino 9 Castello e Boboli ; e s’ introdusse il gusto pel cedri e pegli aranci . La sua sposa ornò Poggio imperiale, e suo figlio il Cardinale Gian-Carlo ab- bellì ancor più gli Orti già del Rucceilai . Le uve più scelte, tratte ai tempi di Cosimo I. dal- le isole deli’ Arcipelago e da Candia, cessarono d’ esser rare . T 2 Fc r- X *9* X Ferdinando II. figlio di Cosimo , spedì nell* Indie uno speziale , un medico ed un pittore , £ raccogliere e disegnare piante ed erbe . La coltura dei cedri e dégli aranci arrivò sotto di lui ai più alto gradò di perfezione. Cosimo III» e Giin Gastone , ultimi Sovrani di quella Casa , nulla aggiunsero al già fatto ; F arte di abbellire i giardini restossi indietro , e solo si mantenne in vigore la cultura de’ vi- gneti e degli agrumi . I Medici adunque attrassero in Italia la mag- gior parte di quelle piante straniere, che si dif- fusero poi per la Francia , per V Alemagna , e per altre parti d’Europa . Lo stato attuale dei giardini della Toscana è presso a poco lo stesso , qual fu a’ tempi di Fer- dinando IL. Boschetti di lauri, e d’ altre pian^ te indigene ed esotiche , pergolati delle uve mi- gliori , agrumi, alberi fruttiferi, praterie, sta- gni, statue, grotte, getti d’ acqua, il tutto composto con esatta regolarità* Uno de’ principali giardini della Toscana è quello di Poggio Imperiale, in vaghissima si- tuazione , ma pieno d’ arte , che troppo si ma- nifesta. Perchè que’ getti d’acqua, che occulti servono a bagnare per sorpresa gli spettatori ? meschino e puerile trastullo ! Boboli , giardino posto dietro ai Palazzo Pit- ti, offre una grata ed immensa varietà di colli- ne e di pianure, di laghi incolti e di boschet- ti , di prati , di stagni , di macchine idrauliche , di statue . n osservabile spezialmente la mon- tagrmola , dalla cui cima 1’ occhio si spande su Firenze , sulla valle irrigata dall’ Arno , su mil- le collinette che ondeggiano tutto intorno , ve- stite di casini di campagna, di viti, di ulivi, }( *93 % ui aranci i e d’ogni sorta d’alberi grati alla vi- % sta e fruttiferi Poggio a Cajano è in sito deliziosissimo . Il castello è magnifico, e nel tempo stesso di no- bile semplicità ; il giardino sul solito gusto ita- liano (a ) , Portandosi a Venezia , vedesi il fiume Bren- ta passare a traverso una fila non interrotta di villaggi , palazzi , giardini , belle ed estese pra- terie. La piò superba^ di tutte le case di cam- pagna in quei contorni, è quella della Famiglia Pisani a Stra, alcune miglia distante da Pado- va ; vasto ri’ è il giardino* ma simmetrico * Vaghi pur sono i contorni di Padova j e No- venta , villaggio a due miglia di distanza , può vantare la beila cafa ed i giardini della Fami-* glia Giovaneili Hanno di che gloriarsi ed a Buon dritto* arte che Milano , Brescia , Lucca ? Genova . Le vicinanze di Torino spirano amenità « Il Bel Castello Valentino siede sulle rive dei Pò in Beila architettura ; ha giardino * ma simme- trico ali’ italiana ; il passeggio che da Torino conduce al Castello * composto di larghi viali a quattro file, è cosa amenissima. Il giardino della Veneria è vasto , con grandi tratti erbosi* decorati di fiori , con de’ rivoietti per adacquar- li , 00 Vedi : Raccolta di vedute e prospettive del Rea-, le Giardino diBobcli , cominciata nel *783 , di 34. ra- mi in fol. , disegnati ed incisi da Aniello Lamberti. (£) Quello d’ Altichiero ebbe già una descrizione , fatta dalla penna di una dònna celebre ; quello Farseffi di Sala ne meriterebbe una con dritto eguale ; nè dovreb- be racersì quello Pisani a Mestre. T 3 X *94 % li , ma i boschetti son tagliati e raffigurati sullo stile antico . Srupinigi non è senza merito , ben- ché quasi consista in vasti tratti erbosi . La Vigna della Regina è ornata di piccola , ma e- iegante fabbrica , che il Bernini giudicava la più beila di Torino e de’ contorni ; dall’ e- minenza si scopre Torino , tutta la pianura sino a Rivoli , e si segue coli’ occhio il corso del Pò per più di due leghe, A Roma il Vaticano ha i suoi giardini ; uno si chiama il giardino segreto, ossia Belvedere , r altro il grande giardino , che consiste in bo- schetti incrociati da viali , ed in getti d’ acqua . Sulla collina v’è il casino di Pio Quarto, da lui ristaurato ed abbellito , e fabbricato prima da Pietro Ligorio , sotto Giulio Secondo , sulle traccie di antica fabbrica , eh’ esisteva sulla spon- da del Iago di Gabinio , Semplice è il giardino del Quirinale; v 1 è u- na bella grotta, con sorgente d’ acqua zampillan- te a piè di una Ninfa . La Villa Panfìli è una delle più belle , e più vaste case di campagna presso di Roma , Dalla sommità di una torre vi si gode una vista su- perba , La composizione dei giardino è d’inven- zione del le Nòtre ; il suo gusto è noto . Le piantagioni son tutte d’alberi sempreverdi. Sulla cima di Monte Mario sta la Villa Melimi ; la quale ha sì vaghe prospettive, che di luogo sì negletto potriasi fare un soggiorno incantatore , Cinque miglia di circonferenza occupa la ce- lebrata villa Borghese. Boschi, boschetti, via- li , siti per uccellare , fiori , getti d’ acqua , or- taglie, vigneti, agrumi; il disegno però n’è al solito simmetrico . La villa Albani è una delle più belle cose di Rq- X * 9 S X Roma . Gran colonnati di granito , decorati di busti d’ uomini antichi ; deliziosi boschetti ; pro- digiosa quantità di sculture, e di lavori d'arte* Vedi La celebre 'Dilla del Cardinale Alessandro Albani , opera dell 7 Ab , Prospero Betti ; foh Roma, 1 768, La villa Estense, che costò tre milioni, è pò* sta su vaga eminenza ; ha quantità di terrazzi , di getti d’acqua, di labirinti , di boschetti e cedraje . Dalla parte di Tivoli si vede una bella cascata; moltiplicate a dismisura le fonta- ne e le macchine idrauliche , e quasi tutte sen- za gusto. Vedi Fontane, del giardino Estense in Tivoli , cd loro prospetti , e colla cascata , del fiume Afrìtene* Fogli 29. incisi dal Venturini . Villa Aldobrandini, piantata d’alberi di foglia- me leggiero e di verde men cupo, è di aspetto al- meno e ridente ; dai terrazzi 1’ occhio può , in tempo sereno, stendersi fino al Mediterraneo ^ e vedervi remigare e veleggiare i navigli. > t Le suddette Ville Estense ed Aldobrandini so- no nei contorni di Tivoli e di Frascati già sì celebri a tempo de’ Romani , Vedi delle Ville, e de’ più notabili monumenti della citta , e dèi ter- ritorio di Tivoli, Nuove Ricerche di Stefano Ca - bral e Fausto del Re . 8. 1779. Vi si veggono disegnati vaghissimi giardini . V architettura dei Castello Reale di Portici ed i suoi giardini , hanno dei difetti considerabili ; ma quellq di Caserta, eseguito secondo i disegni di Vanvitelli architetto romano , sorpassa ogn’ altro d’ Italia in regolarità , bellezza e grandez- za . Vi si sono impiegate cìnquantatre diverse sorti di marmo , e tutte tratte dal paese . Il giardino però è di disegno geometrico . Vedi: Dichiarazione dei disegni del Reale Palazzo di T 4 Ca - X 295 X Caserta . fol. Napoli 1756. Il Poeta Orazio Ca- pelli pubblicò due graziosi poemetti , intitolati Caserta . 8. Napoli , 1778. Diamo uno sguardo alia Sicilia . Niente di piti seducente dei contorni di Palermo ; vi gareg- giano insieme arte e natura. La collina, i vi- gneti , le fiorite boscaglie , le viste amene e ri- creatrici, contrastano fortemente colle montagne ignude, che dall’ opposto lato slanciansi fra le nubi , colie caverne , e con altri spettacoli a- gresti e terribili . Le più rimarcabili case di cam- pagna sono, quella del Principe Resutano pres- so Colle , quella dei Principi di Castelnuovo , e di Valguarnera presso Bagaria ; e qui pure vedi il palazzo del Principe di Palagonia , ce- lebre per la stravaganza delle sue decorazioni , di cui abbiamo la comica descrizione di Brydo- ne, nella Lettera vigesimaquarta del suo Viaggio a Malta e nella Sicilia . Risulta , che le case di campagna in Italia sono in generale di bella architettura , ornate di capi d’opera, e di monumenti de’ più celebri artisti ; ma che il gusto dei giardini è ligio an- cora dell’ antica maniera , e lontano dalla per- fezione, a cui 1 ’ han condotto altri paesi men favoriti dalla natura. IL Gli Svizzeri . La popolazione e la natura sembrano essersi riunite nella Svizzera, per mescolare ed unire le più vaghe attrattive al sublime ed al romanzesco. Qui si presentano quadri nuovi del tutto , e sconosciuti altrove, strani ed inusitati contrasti . Or- X * 9 ? X Ordinariamente il terreno , die si può destinare a giardino è di poca estensione ; ma le bene scelte situazioni , 1’ eleganza modesta , e la no- bile semplicità nelle decorazioni delle case, la bellezza de’ vigneti , e 1’ utilità de’ pascoli e delle terre fruttuosamente coltivate, compen- sano abbastanza * I giardini presso Basilea e Neufchatel son po- ca cosa, e quasi tutti dedicati a piante ortensi, ad alberi fruttiferi , a vigne ; ma la loro dispo- sizione non è priva di vaghezza . Vi sono fiori, vi son getti d’ acqua , v’è frequenza di uecelliere unite a gabinetti e sale di ricreazione. Si po- trebbe per altro coglier piu vantaggio dai su- perbo paesaggio circostante, e dai mille variati punti di vista . I Ginevrini si sono maggiormente occupati dei giardini . Le tre case di campagna , che più si distinguono pel sito e pegli aspetti , sono la Boissiere, la Grange, e le Delizie, Voltaire a- bitava quest’ ultima innanzi di fabbricare Fer- ney ; ora la possedè M. Tronchin ; ma fuori del sito , non v 5 è cosa che annunz; gusto * Vedi : Vues des Délices , & du Chateau de Fer- ney 3. fol. 4. disegnati da Segny , incisi da Queverdo. La Boissiere offre delle prospettive, quali non saprebbero idearsi dalla più ricca im- maginazione , ed ha belle piantagioni di castagni e di alberi forestieri. I giardini di Berna e di Zurigo partecipano ancora dell’ antica maniera „ HI. X * 9 * X III. La Francia, Andrea le Nòtre nato a Parigi nel i 6 i $. , e mortovi nel 1700, fu quello eh sparse per tut^ ta P Europa la maniera simmetrica e regolare . La sua prima opera fu il giardino di Vaux-le-Vi- cornee, poi Vaux-le-Villay , oggi Praslin ; ma la maggiore furono i giardini di Versailles , che costarono quasi duecento milioni . Fece inoltre quei di Trianon , di Meudon , di Saint-Cloud , di Sceaux , di Chantilly , ed il celebre terrazzo di S. Germano, le Tuillerie a Parigi, i Cam- pi Elisi , i giardini di Gagny , d’ Issy , di Cla- gny , di Guermandy , di Beaurepaire . Passò in Italia nel 1678 , e formò i disegni pel giardino di Villa Panfili e di Villa Ludovisi . L’ Inghil- terra , la Svezia , tutta P Europa adottò la sua 'maniera , Venne poi Dufresny . Egli cercò d’ inventa- re uno stile diverso e più pittoresco , ravvici- nandosi al gusto Inglese , e preferendo i terreni ineguali; ma non si eseguirono che pochi suoi disegni , perchè sembravano troppo, dispendiosi ; s’ ebbe però il giardino Mignaux presso Poissy , quello dell’ Ab. Pa;ot presso Vincennes , ed altri due nel sobborgo di Sant’Antonio, cono- sciuti sotto i nomi di Moulin , e Chemincreux. Marly fu costrutto sui piani dati da Drusè*. Desgots diede quelli del giardino di Bagnolet , ed alcuni altri ne diedero de la Chapelle , de P Is- le, i fratelli Mansard ; tutti però sul gusto del le Nòtre. II nuovo gusto Anglo-Cinese si sparse rapi- da- X a 99 X damente per tutta 1 ^ Francia ; gli stessi maesto* si viali di Versailles dovettero cedere a nuove piantagioni , di che si lagna con sì bei versi il celebre Delisle, Allora sorsero Beloeil , Montreuil , Mauper- tuis , le Desert, Rincy , Limours , Petit-Tria- non, Bagatelle; i giardini de la Falaise e di Monfontaine , quelli di Chaville e di Roissy; e Malmaison , Anteuil , Chanteloup , Arnonvil- le, Coutances , Garges, Monceau , Ermenon- ville . Quest’ ultimo , lontano dieci leghe da Parigi % divenne celebre pei talenti del suo proprietario, il Marchese di Gerardino , e per P ospitalità che vi trovò Gianjacopo , Vedi: De la composi- tion des paysages . 8. à Paris 1777 , dei suddetto Sign. Gerardino , e: Theorie de P art des jar- dins . 8. à Paris 1776. La tomba di Rousseau è uno dei piu interessanti oggetti di questo par- co . Consiste in un sarcofago senza urna , vero capo d* opera , Vi si vede effigiata a piè di u- na palma, simbolo della fecondità, una donna sedente , che con una mano sostiene un bambi- no cui allatta, coll’altra il libro d’ Emilio ; dietro di essa alcune madri offrono fiori e frutta sull’ altare della Natura . Da un lato, alcuni fan- ciulli appiccan fuoco a fascie ed imbusti , ed al- tri tormenti e martir; dell’infanzia ; alcuni altri danzano e giuocano con picca , cui sta sopra il berretto, simbolo della libertà ; sta sull’ uno de” pilastri, che fiancheggiano il basso-rilievo , 1 ’ Ar- monia colla lira , sull’ altro P Eloquenza col flau- to e col fulmine, emblemi di dolcezza e di possanza . Nel vano di una corona posta sui frontone si legge : vitam impendere vero . Nella parte opposta : lei repose /’ homme de la ver tu & K 300 )C & de là veri té . Una madre lattante due àgli indica la Natura ; una femmina nuda con fiac- cola , la V erità » _ Due colombe spirano su faci fumanti , e rovesciate a piè dell’ urna di Giulia # Qua e là dei vasi lagrimali „ Oltre questo monumento , Ermenonviile ha il tempio della Filosofìa , nell’ interno del quale si legge: Hoc Templum inchoatum P hi losop hi £ nondum perfetta JVLichaeli Montagne qui omnia dixìt sacrum esto « Sulle colonne vedi i nomi di Newton, di Car- tesio , di Voltaire, di Penn , di Montesquieu,? di Rousseau , coli’ interrogazione : Quis hòc perficiet ? AlV ingresso : rerum cognoscere causas „ V’ è anche la scena dell’ Arcadia , nel cui mezzo una piramide , coi nomi di Teocrito , Virgilio , Thompson , Gesnero . Quanto alle vedute dei giardini Francesi , possono aggiungersi le seguenti alle citate nel Tomo Primo * Sim. Thomas sin . à la Haye . 1728.' Jardins & Fontaines par Israel de Silve- stre . a Paris , 1661. Description de la grotte de Versailles . à Pa- ris. foi 1676. Palais & jardins royanx gravès par Perel- le r foi» Ver* X 301 X Versailles immortalisi . fol. àParis* I726.figur # Description des Chateaux , Boury , & F or ét de F ontainebl e au par V Abbi Gilbert . 8* à Paris . 1751. Description generale & particuliere de la F rance . D et all des nouveaux jardins à la mode : piu* sieurs cahiers . à Paris . chez Rouge » Jardin de JVLonceau pres de Paris . fol. 17/9* à Paris. i8 0 planch. Invenzioni e disegni di M, r di Carmonjelle . Recueil èlèmentaire d 1 architetture par M/ de Neufforge Are hit ette . fol. à Paris . 17 57“ 68 , 8. voi. con 2. di supplemento . Architetture moderne par ikf. Jombert 2. voi. 4. à Paris . 1764. IV. I Paesi-bassi , e le Provincie unite . Fa d’uopo vedere sulle case di campagna , e sui giardini dei Paesi-bassi e delle Sette Provincie- Unite: 1. L’ opera pubblicata da Tirion in Amster^ dam dal 1745. al 1754» 5. voi. piccol. fol. Ec- cellenti incisioni . 2. La trionfante riviera di Vecht , cento ta- vole. Amst. per Enrico di Leeth . 3. Varie viste dell’ Olanda dietro i disegni di Pronck s Spilmann , Schouten s 48. fogli. 4. L’ Arcadia Olandese . 100. tav. 5. Le più belle viste di Rynland . 100. tav. 6. Specchio delle delizie di Amsterdam . 50. tav. 7. L’ Olanda dimostrata in tutto il suo splen- dore da 30. vedute . Tav. 30. 8 , DC |02 X §* Pradiorum * villarum , rustìcarum c&- sularum icones elegantissima * ad vivum in are deformata* v} 6 i> 4» Hyeron « Cock excudit . A ra* rissilo * V. L* iNGHÌtTERRÀ , LA SCOZIA * l’ Irlanda * À quanto si è detto in tutto il corso dell 1 ó * pera, si aggiunge la notizia de 5 seguenti libri e disegni * litigo Jones ì Design s of plans and elevati onS for public and private buildings . 2. voi* fol* 1727. Sei e ci Architetture by Robert Morris, Sur- vejor 4 4* London 17 55. Rural Architetture ^ in thè Chine se taste , being designs èntirei y new for thè dee or ac- tion of Pars j Gardens $ Forests $ insi - des of Houses , by IVilliam and John Hal- fpenny , Architetts * thè third edition é 8 * London 6 175 With plates 64. English Garden * Poem by Masort * Six views in thè royal Garden at KeW . Six views in Vindsor's Cast le in drawings Manner , by Landby * A generai vi evo of thè House 9 and Gardens of Chatsworth in Derbyshire i a beautiful seat of thè duke of Devonshire 9 by Sayer * Tuw views of ChatsWorth and Haàdon , e»* graved by Mj Vivary * Fo«r views of Parks , engtaved by Viva - re* rfW Mason é Tour views , engraved by Vivares * X 303 X Si se beautiful vìewr of thè Duke > of Argy* les seats at Whitton , and Sir Francis Daswood's seats at West-Wycombe , in thè County of Buks y engraved by Woollet . «57* 0 / Gentlemen's seats , drawn and engraved by .Mj IVoollet , «57# views of Gentlemen's seats 3 drawn and engraved by Sulivan » Kecueil de loò. d* Angleterre & chi pays de Galles , par Jean Boydell . Livres des differenteS Vues des fermes d 1 An~ gleterre par Pillemont & Leviez . Ma non si ommetta di consultare la nuova ed interessante raccolta: A collettion of 150. views in England , Wales , Scótland and Irei and , drawn by $ andby . 2. voi, 1782. London, E meritano soprattutto attenzione fra questi disegni Nuncham , casa di campagna in sito ameno 5 Kilcairn , o Kilcurn in sito melanconico , Stradi- Tay in sito romanzesco 5 Alnwich in sito nsae» stoso , VI. La Danimarca e la Norvegia e I castelli di delizia ed i giardini reali , i par» chi di Sceland, dell’ isola di Alsen e del Duca» to di Sleswich, sono i più degni di attenzione. La Norvegia ha cantoni di carattere sublime e romanzesco, come la Svizzera, Ma ne’ giar° dini regna ancora il gusto antico , ed il rigore del clima , oppone delle resistenze e delie diffi- coltà insormontabili , VII, X 3°4 X vir. La Svezia . La Svezia, patria di Linneo, ha viste maritti- me e maestose , roccie , montagne , torrenti , ca- scate , e quanto abbisogna per generare vive sor- prese . Gli Svedesi amano assai 1 ’ arte dei giar- dini , e ja bella natura . Fa d’ uopo vedere la Sue- eia antiqua & bodierna di Dahl ber g , ove tra gli altri veggonsi i disegni di Drottningholm , castello e soggiorno estivo della Famiglia Reale » VIIL Russia . Il giardino Imperiale, annesso al Palazzo di Stato a Pietroburgo sulle sponde del Neva , è il primo giardino fatto costruire da Pietro il Gran- de nel 1714. sul gusto Olandese. Legasi a que- sto , coi mezzo di un ponte , il giardino più piccolo , fatto piantare da Caterina I. , detto Svedese , e migliorato di molto dall’ Imperatri- ce Elisabetta . Quasi in faccia a questo di là dal- la Fontanka , vedesi il terzo giardino , detto Ita- liano s perchè ha un palazzo di tal nome . A lato a questo v* è il giardino del Conte Schereme- tow . Ve ne sono molti altri, tutti per altro di mah i era simmetrica , benché magnifici • Ma il vero Versailles Russo è il grande e su- perbo giardino di Peterhof, castello di delizia a 30. verste da Pietroburgo , solita dimora della Corte nella state, fatto costruire da Pietro il Grande . Bagnato dal mare , gode di una vista su- per- X 305 x pcrba . V’ è tutta la pompa , il superfluo , la magnificenza del gusto antico ; stagni , getti d’ acqua, macchine idrauliche, statue ec. Il buon gusto non s’introdusse in Russia, che sotto Caterina II . Il giardino d’ inverno , eh’ essa fe’ piantare presso ai suo palazzo di Pie- troburgo è un incanto . Altro ne aggiunse, ma di stile nobile e grandioso , al suo favorito ca- stello di Sarskoe-Sclo . Boschi , boschetti , la- ghi, isole , ruscelli , cascate , montagne , valla- te , fabbriche d’ ogni sorte, monumenti magnifi- ci all’occasione di vittorie, archi di trionfo , pi^ ramidi , obelischi , rendono questo stabilimento un capo d’ opera di ricchezza e di gusto . I due Conti Tschernischef , e RascemofFski furono de’ primi ad adottare il gusto Inglese, se- guiti dal Principe Orlow, dal Principe Scherba- tow , dal Conte d’ Estermann e da altri . Me- rita d’ esser ricordato Baba , ^piccolo villaggio alla maniera Olandese , fatto erigere dal grand- Echauson di Narisckin . Consiste in molte i- solette, legate insieme col mezzo di ponti e bat- telli ; questi o sono dei piccioli bacs , sovra cui si può passare coli’ ajuto di una corda , o sono barchette co’ loro barcaiuoli , che vi conducono in giro; v’ è gran numero di padiglioni , ove leggere , riposare, disegnare ec. e nella state v’ è musica e balio . M. Bernoulli ce ne diede una relazione nel quarto volume de’ suoi Viag- gi, il cui primo tomo soltanto è stato pubbli caro in Francese nel 1782 , V IX. X 30* X IX, La Polonia « Fra molti che se ne potrebbero annoverare , sono osservabili: 1. Il giardino del Principe Casimiro Ponia- towscki , fratello del Re , benché ancora im- perfetto , V’ è una superba grotta scavata nei sasso, ai di sopra un tempio ed una torre tur- ca ; a piè della collina un piccolo rustico pode- re ; vi sono ruine , bagni ec. 2 . Quello di Mokatow > appartenente alla Pria* cipessa Lubomirska, X, L’ Ungheria, Giovanni Bernouili in un’ opera Tedesca in-- fitoiata , Raccolta dì brevi descrizioni di viag- gi , ci diede notizie circostanziate dei castelli e delle case di campagna Ungheresi « Risulta , che vi si spendono gran somme , che v’ è molto lus- so , molta magnificenza * e poco gusto , _ E* ri^ nomato soprattutto il castello cP Esterhasi , XI, La Prussia « Le relazioni che abbiamo , e che vantano un palazzo fornito di tante finestre, quanti sono i giorni delP anno , siepi altissime , montagne spi- rali , grotte artifìziaii in pianura * palesano che il X 307 il nuovo gusto non Vi fece per anche grandi progressi « XIL V ÀLEMAGftA é ^ELtA Bassa-Sassonia han nome giustamente i giardini di Holsteim e Nel^ Meckiemburghese il nuovo castello* e i giardini del. Duca di Schwe- fin a Ludwigsiustj di cui hannosi dodici carte sotto il titolo di i Vuei du chatèaù , & du jar~» din de LudvòìgSlust 1782. Nel paese di Bruns- wick quelli di Vechelde j 4 senza pompa, tran- quilli , modesti , campestri w Quelli di Wangen- heim j di Eldagsen , di Haek , e di Munckau- sen nell’ Annoverese , ricchi spezialmente di pian-» te ed alberi dell’ America settentrionale , il ca« stello reale di Moftthriiiant v e quello di Hern» heuserì * Nel paese di Hiidesheim il giardino di Steinberg a Bruge» Nel principato di Wakleck quello di Aroisen 5 gli abbellimenti attinenti aliar celebre Sorgente di Pyrmont, descritti' dai Signor Marcard , medico della Corte di Hannover , 2, torn. 8* Lipsia 1785, j Wilhemstal , castello di delizia di Hessen-Cassel » Il giardino del Ba- rone di Grosschlag nell’ Elettorato di Magonza presso Dieburg „ li complesso degli stabilimen- ti di Schombusch presso Aschaffenbourg , sog- giorno estivo dell’ Elettore di Magonza . La Favorita presso Magonza * Ma niente di piu aggradevole, di più inte- ressante, quanto il traghetto che si fa sul Reno da Magonza a Coblenza * Il castello ed il giardino di Biberich offrono V 2 un X 3*8 x tìn colpo d’ occhio sorprendente ; il Reno v! passa sotto le finestre . £‘ pur celebre il giardino Elettorale di Sch- wetzingen presso Manheim 7 V’ è il tempio del- la Botanica, fra belle piantagioni d’ alberi in- digeni ed esotici ; medaglioni di Teofrasto , di Plinio, di Turneforzio , di Linnèo , le quattro stagioni dell’ anno , i dodici segni del Zodiaco , E* rinomato il castello di Bruchsd , residen- za del Principe di Spira . La Solitudine , castello di delizia , non lungi da Stuttgard , costruito dal regnante Duca di Wurtemberg e Lo stesso Duca fece poi fabbri- care Hohenheim . Si sa , che in Italia talvolta si fabbrica in mezzo alleluine dell’ antichità, e che si uniscono degli edifizj nuovi a’ resti di e- difizj antichi ; tale è P idea qui seguita , e le ruine sono disegnate ed eseguite mirabilmente; molti casolari sul gusto Svizzero , un giardino Americano, cioè di alberi e piante esotiche, un monumento sacro ad Hallero , un gabinetto di strumenti rurali * I giardini della Franconia e della Baviera spiacciono al delicato amatore, per la lor ma- niera uniforme e stentata . Quei di Dresda sono ancora al di sotto del modello ideale , di cui tanti saggi ci presenta P architettrice natura . II Sig. Nicoiai nella sua descrizione di Berli- no e di Potsdam del 1779 , ci palesa , che il nuovo gusto non vi si conosce quanto basta ne’ giardini . Non si taccia il giardino Ducale di Saxe-Go- tha ; nè il giardino di Worlitz presso di Bes* sau ; questo è uno dei più ameni di tutta P A- iemagna . V X 309 X V Austria comincia ad adottare il nuovo gusto, il gusto puro della natura. V’ é quello di Schonbrunn , e quello ancora di stile più corretto a Laxembourg . Il giardino del Conte di Lascy a Neuwaldech gode ai viste superbe. Quello del Conte di Co- ibenze! è del genere romanzesco . Ne’ sobborghi di Vienna convien vedere la casa di campagna del Principe Kaunit^-Rittberg , ed a Vienna i boschetti ed i passeggi dei!’ aulico Consigliere Spielmann * Io do qui termine al mio lavoro , e ti la- scio , compagna innocente della mia gioven- tù , o vaga e piena di seducenti attrattive , a- Friabile Natura : i secoli non ti guasteranno 5 tu consolerai e conforterai 1* uomo sensibile coli’ ingenuo spettacolo di mille scene diverse; tta regnerai eternamente colle semplici grazie , e coi più puri allettamenti . / v - : : , - t . - ; ! ’ * ; • 'LÌ v.5', tvj 5 ;\,i ,. •■'• •• •.. • v tfa '■ ' ’ 'Ài ' ir (: .. . I i ! ■> v / % V V. 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