S*ii^'/i-J^?*iS: ■»!•.• .*V' «■.■« :) GIFT OF !.!r- Gerville Mott ./*«, r- / 0- (S. to in de Id ch Df a ic- ily >n ar ►r- s; 08 of th I. Bd ed iriar is wholly excluded, as being antagonistic to tlic Natural Process. By Thomas Pbendebqast. 12mo. i STANDARD SPANISH WORKS. OUendorft's New Method of Learning to Read, Write, and Speak the German Language. By George J. Adleu, A. M. 12mo. 510 pajjes. KEY TO EXERCISES. Separate volume. Few books liavc maintained their popularity in (he schools for eo ljDke-ro qualcosa. — Pud Ella prestar loro qualche cosa ? — Non posso prestar loro niente ; non ho niente. — Ila ancora sale il ciioco per salare il manzo ? — Ne ha ancora un poco. — Ha ancora rise ? — Ne ha ancora molto. — Yuol darmene ? — Vuol dargliene. — Vuol dame ai miei fanciullini ? — Vuol dame loro. — Yuol am- 1 '38 EXERCISES LVI, LVII mazzare questo polio o cotesto ? — Non viiole ammazzare no questo no cotesto. — Che hue vuole ammazzare? — Vuole ammaz- zare quello del buon contadino. — Vuole egli ammazzare questo bue, o quello ? — Egli vuole ammazzare 1' uno e 1' altro. — Chi vuol mandarci dei biscotti ? — II fornaio ne vuol mandar Loro. — Ha Ella qualche cosa da fare ? — Non ho niente da fare. 56. Che ha da fare il di Lei figlio ? — Ha da scrivere ai suoi ouoni amici ed al capitano. — A chi vuol Ella parlare ? — Voglio parlare agl' Italiani ed ai Francesi. — Vuole dar loro del dana- ro ? — Voglio darne loro. — Vuole dare del pane a quest' uomo? — Voglio dargliene. — Vuole dargli un vestito ? — Voglio dar- gliene uno. — I suoi amici vogliono darmi del caffe 1 — Vogliono dargliene. — Vuole prestarmi i suoi libri ? — Voglio prestarglieli. — Vuole prestare il di Lei materasso ai di Lei (ai vostri) vicini? — Non lo voglio prestar loro. — Vuole prestar loro lo specchio ? — Voglio prestarlo loro. — A chi vuol Ella prestare i di Lei om- brelli ? — Voglio prestarli ai miei amici. — A chi vuole prestare il suo letto il di Lei amico ? — Non vuole prestarlo a nessuno. 57. Vuol Ella scrivermi ? — Voglio scriverle. — Vuole scrivere all' Italiano ? — Voglio scrivergli. — II di Lei fratello vuole scrivere agl' Inglesi ? — Vuole scriver loro, ma essi non hanno voglia di rispondergli. — Vuole rispondere al di Lei amico ? — Voglio rispondergli. — Ma a chi vuole rispondere ? — Voglio rispondere al mio buon padre. — Non vuole rispondere ai di Lei buoni amici ? — Voglio risponder loro. — Chi vuole scri- verle ? — II Russo vuole scrivermi. — Vuole rispondergli 1 — Non voglio rispondergli. — Chi vuole scrivere ai nostri amici ? — I fanciulli del nostro vicino vogliono scriver loro. — Vogliono risponder loro ? — Essi vogliono risponder loro. — A chi vuole scrivere ? — Voglio scrivere al Russo. — Vuol risponderle ? — Vuol rispondermi, ma non pud. — Possono risponderci gli Spa- gnuoli ? — Essi non possono risponderci, ma noi possiamo ris- ponder loro. — A chi vuole mandare questo biglietto ? — Voglio mandarlo al falegname. EXERCISES LVIII, LIX. 39 58. Che ha Ella da fare ? — Ho da scrivere. — Che lu. da scri- vere ? — Ho da scrivere uri biglictto. — A chi ? — Al legnaiuolo. — Che ha da here il di Lei padre 1 — Ha buon vino da here. — Ha qualcosa da here il di Lei servitore ? — Ha da here del te, — Che ha da fare il calzolaio ? — Ha da raccommodare i miei slivali. — Che ha Ella da raccommodare ? — Ho i miei fazzolelli di filo da raccommodare. — A chi ha Ella da parlare ? — Ho da pnrlare al capitano. — Quando vuol parlargli ? — Oggi. — Dove vuol parlargli ? — Da lui. — A chi ha da parlare il di Lei fra- tello 1 — Ha da parlare a suo figlio. — Che ha da fare 1' Inglese ? — Ha da rispondere ad im biglietto. — A qual biglietto ha da rispondere ? — Egli ha da rispondere a qiiello del buon Tedesco. — Ho da rispondere al biglietto del Francese ? — Ella ha da rispondervi. — A qual biglietto ha Ella da ris- pondere ? — Ho da rispondere a qiiello del mio buon amico. — II di Lei padre ha da rispondere ad un biglietto ? — Ha da rispondere ad uno. — Chi ha da rispondere a dci biglietti ? — I nostri fanciulli hanno da rispondere a parecchi. — Vuole rispondere ai biglietti dei mercanti 1 — Voglio rispondervi. — II di Lei fratcllo vuol rispondere a questo, od a quel biglictto ? — Non vuol rispondere ne a questo ne a quello. — Qualcuno vuol rispondere al mio bigliet-to ? — Nessuno vuol rispondervi. 59. A quali biglietti vuol rispondere il di Loi padre ? — Non vuol rispondere se non a quelli dei suoi buoni amici. — Vuole egli rispondere al mio biglietto ? — Egli vuol rispondervi. — Ha Ella da rispondere a qualcuno ? — Non ho da rispondere a vcruno. — Chi vuol rispondere ai miei biglietti ? — I di Lei amici vo- gliono rispondervi. — Ha Ella voglia di andare al ballo ? — Ho voglia d' andarvi. — Quando vuole Ella andarvi ? — Oggi. — A che ora ? — Alle dieci e mezzo. — Quando vuole condurrc il di Lei fanciullo alio speltacolo ? — Voglio condurcclo domani. — A che ora vuole condurcelo ? — Alle sei meno un quarto. — Dove e il di Lei figlio ? — E alio spcttacolo. — E al ballo il di Lei amico'' — C c. — Dove r il mcrcantc ? — E al suo banco. — Dove 40 EXERCISES LX, LXI, LXll. vuole condurmi ? — Voglio condurla al mio magazzino. — Dove vuole andarc il di Lei ciioco ? — Vuole andare al inercato. — E al mercato il di Lei fratello ? — Non c' e. — Dove e ? — E nel suo magazzino. 60. Dove e 1' Olandese 1 — E nel suo granaio. — Vuole Ella venire da me per andare alio spettacolo ? — Voglio venire da Lei (da voi,) ma non ho voglia di andare alio spettacolo. — Dove c I'lr- landese ? — E al mercato. — A che teatro vuol Ella andare ? — Voglio andare a quello dei Francesi. — Vuole andare al mio giardino, o in quello dello Scozzese ? — Non voglio andare al di Lei, ne in quello dello Scozzese ; voglio andare in quello dell' Italiano. — II medico vuole andare ai nostri magazzini, o in quelli degli Olandesi ? — Non vuole andare nei vostri (di Lei) ne in quelli degli Olandesi, ma in quelli dei Francesi. — Che vuole comprare al mercato ? — Voglio comprare un paniere e dei tappeti. — Ove vuole portarli ? — Voglio portarli a casa 6L Quanti tappeti vuol Ella comprare ? — Voglio comprarne due. ■ — A chi vuole darli ? — Voglio darli al mio servitore. — Ha eo-ji voglia di spazzare il pavimento ? — Ha voglia di farlo, ma non ha tempo. — Gl'Inglesi hanno molti magazzini? — Ne hanno molti. — Hanno tanti cani quanto gatti i Francesi ? — Hanno piu di questi che di quelli. — Hanno Elleno molti schioppi nei Loro magazzini 1 — Ce ne abbiamo molti, ma non abbiamo quasi gra- no. — Vuole Ella vedere i nostri schioppi? — Voglio venire nei Loro magazzini per vederli. — Vuole comprare qualcosa ? — Voglio comprare qualche cosa. — Che vuole comprare ? — Voglio comprare un portafoglio, uno specchio ed uno schioppo. — Dove vuole comprare il di Lei baule ? — Voglio comprarlo al mercato. — Hanno Elleno tanto vino quanto te nei Loro magaz- zini ? — Abbiamo tanto dell' uno quanto dell' altro. — Chi vuole ^^ Btracciare il mio abito ? — Nessuno vuole stracciarlo. . 62. Gl' Inglesi vogliono darci del pane ? — Ne vogliono dar Loro. — Vogliono darci tanto burro quanto pane ? — Vogliono dar Loro nxi'.RCisKS I. XIII, I. XIV, 41 piu cli qucsto clie di qiiello. — Viiolc Ella dare im franco a quest' uoiiio ? — Voglio dargliene parecchi. — Quanti franchi vuol dargli ? — Yoglio dargliene cinque. — Che vogliono prestarci i Franccsi? — Yogliono prestarci molli libri. — Ha Ella tempo di scrivcre al niercante ? — Voglio scrivergli, ma non ho tempo oggi. — Quando vuole Ella rispondere al Tedesco? — Voglio ri- spondcrgli domaiii. A che ora ? — Alle otto. — Dove vuole an- dare lo Spagnuolo ? — Non vuole andare in nessun luogo. — II di Lei servitore vuole scaldare il mio brodo ? — Egli vuole scaldarlo. — Vuole fare il mio fuoco ? — Egli vuol farlo. — Dove vuol andare il fornaio ? — Vuol andare al bosco. — Ov'e il gio- vinetto ? — E alio spettacolo. — Chi c' c al ballo del capitano ? — Vi sono i nostri fanciulli e i nostri amici. 63. Vuol Ella mandar a cercare dello zucchcro? — Voglio man- darne a cercare. — Figlio mio, vuoi andar a cercare dei pastic- cini ? — Si, padre mio, voglio andarne a cercare. — Dove vuoi andare ? — Voglio andare nel giardino. — Chi e nel giardino ? — Vi sono i fanciulli dei nostri amici. — Vuol mandar a cercare il medico? — Voglio mandarlo a cercare. — Chi vuol andar a cer- care mio fratello ? — II mio servitore vuol andarlo a cercare. — Dove e ? — E al suo banco (scrittoio.) — Vuole darmi il mio brodo? — Voglio darglielo. — Dove e? — E nel canto del fuoco. — Vuole darmi del danaro per andare a cercare del lalte ? — Voglio dargliene per andarne a cercare. — Dove e il di Lei da- naro ? — E nel mio banco ; vuol andarlo a cercare ? — Voglio andarlo a cercare. — Vuol comprare il mio cavallo ? — Non pos- so comprarlo ; non ho danaro. — Ove e il vostro gatto ? — E nel sacco. — In che sacco c? — Nel sacco del granaio. — Ove c il cane di cestui ? — E in un canto del bastiinento. — Dove ha il suo grano il contadino ? — L'ha nel suo sacco. — Ha un gatto ? — Ne ha uno. — Dove c ? — E in fondo del sacco. — II vostru gatto e in questo sacco ? — C e. 64. Ha Ella qualche cosa da fare ?— Ho qualcosa da fare. — Che ha Ella da fare ? — Ho da raccommodarc i miei guanti e ad an- 4* 42 EXERCISE LXV. dare nel giardino. — Chi e nel giardino ? — C'e mio padre. — 11 di Lei cuoco ha qualcosa da here '? — Ha da here vino e buon brodo. — Puo Ella darmi tanto burro quanto pane ? — Posso darle piu di questo die di quello. — II nostro amico puo here tanto vino quanto cafTe ? — Non puo here tanto di questo che di quel- lo. — Ha Ella da parlare ad alcuno ? — Ho da parlare a parecchi uomini. — A quanti uomini ha da parlare ? — Ho da parlare a quattro. — Quando ha da parlare loro ? — Stassera. — A che ora ? — Alle nove meno un quarto. — Quando puo andare al mercato ? — Posso andarvi il mattino. — A che ora ? — Alle sette e mezzo. — Quando vuole andare dal Francese ? — Voglio andarci stas- sera. — Vuole andare dal medico il mattino, o la sera ? — Voglic andarvi il mattino. — A che ora ? — Alle dieci e un quarto. 65. Ha da scrivere tanti biglietti quanto 1' Inglese ? — Ne ho da scrivere meno di lui. — Vuole parlare al Tedesco ? — ^Voglio parlargli. — Quando vuole parlargli ? — Adesso. — Dove e? — E air altro lato del bosco. — Vuol andare al mercato? — Voglio andarci per comprare del panno. — I di Lei vicini non vogliono andare al mercato ? — Non possono andarvi ; sono stanchi. — Hai coraggio di andare nel bosco la sera ? — Ho coraggio di andarci, ma non la sera. — I di Lei fanciulii possono rispondere ai miei biglietti? — Possono rispondervi. — Che vuole dire al servitore ? — Voglio dirgli di fare il fuoco e di spazzare il ma- eazzino. — Vuole dire al di Lei fratello di vendermi il suo cavallo ? — Voglio dirgli di venderglielo. — Che vuol dirmi ? — Voglio dirle qualcosa. — Chi vuol Ella vedere ? — Voglio ve- dere lo Scozzese. — Ha qualcosa da dirgli ? — Ho un motto da dirgli. — Che libri vuol vendere mio fratello ? — Vuol vendere i tuoi e i suoi. — Vuol venire meco ? — Non posso venire con Lei. — Chi vuol venire meco ? — Nessuno. — II di Lei amico vuol venire con noi? — Vuol venire con Loro (con voi). — Con chi vuoi andare ? — Non voglio andare con veruno. — Vuol an- dare col mio amico ? — Non voglio andare con lui, ma teco. — Vuoi venire meco nel magazzino? — Voglio venire teco, ma non nel magazzino. — Ove vuoi andare ? — Voglio andare coi nostri buoni amici nel giardino del capitano. EXERCISES LXVI, LXVll 43 ()6. Vuol Ella farini un piacere (rcndermi un scrvizio) ? — Si Sjgnorc, quale ? — Vuolc Ella dire al mio servitore di fare ii fuoco ? — Voglio dirgli di farlo. — Vuol Ella dirgli di spazzare i inagazziiii ? — Voglio dirgli di spazzarli. — Che vuole Ella dire al di Lei padre ? — Voglio dirgli di venderle il suo cavallo. — Vuol Ella dire al di Lei figlio d' andare da mio padre ? — Vo- glio dirgli d' andarci. — Ha Ella qualcosa da dirmi ? — Xon ho niente da dirle. — Ha Ella qualcosa da dire a mio padre? — Ho un motto da dirgli. — Vogliono vendere i loro tappeti qucsti uomini ? — Non vogliono venderli. — Giovanni, sei tu la ? — Si, Signore, ci sono. — Che stai per fare ? — Vado dal di Lei cap- pellaio per dirgli di raccommodare 11 di Lei cappello. — Vuoi andare dal sartore per dirgli di raccommodare i mici vestiti ? — Voglio andarci. — Vuole Ella andare al raercato ? — Voglio andarci. — Che ha da vendere il di Lei mercante ? — Ha da vendere bei guanti di pelle, pettini, buon panno e bei panieri di legno. — Ha egli da vendere degli schioppi di ferro ? — Egli ne hi da vendere. — Vuol egli vendermi i suoi cavalli ? — Vuole venderglieli. — Ha Ella qualcosa da vendere ? — Xon ho nulla da vendere. 67. E tardi ? — Non e tardi ? — Che ora e ? — E mezzodi e un quarto. — A che ora vuol uscire il capitano ? — Vuole uscirc alle otto meno un quarto. — Che vuol Ella fare ? — Voglio leg- gere. — Che ha Ella da leggere ? — Ho da leggere un buon libro. — Vuole Ella prestarmelo ? — Voglio prestarglielo. — • Quando vuole prestarmelo ? — Voglio prestarglielo domani. — Ha Ella voglia d' uscire ? — Xon ho voglia d' uscire. — Vuol Ella rimaner qua (star qua), mio caro amico ? — Xon posso star qua. — Ove ha Ella ad andare ? — Ho da andare al banco. — Quando vuol Ella andare al ballo ? — Stassera. — A che ora ? — A mezza notte, — Va Ella dallo Scozzcse la sera, o il mat- tino ? — Vado da lui (vi vado) la sera c la mattina. — Dove va Ella adcsso ? — Vado al tcatro. — Dove va il di Lei figlio ? — Non va in ncssun luogo ; egli vuol rimanere in casa per iscri- 44 EXERCISES I.XVIII, LXIX. vere i suoi biglietti. — Ovc e il di Lei fratello ? — E icl suo magazzino. — Non vuol egli uscire ? — No, Signore, non viiolc uscire. — Che vuol egli fare ? — Vuole scrivere ai suoi amici. — Vuol Ella rimaner qua, o la? — Voglio rimaner la. — Ove vuol rimanere il di Lei padre ? — Vuol rimaner la. — II nostro amico ha voglia di rimaner nel giardino ? — Ha voglia di rima- nervi. 68. A che ora e in casa 1' Olandese ? — E in casa tutte le sere (ogni sera) alle nove ed un quarto. — Quando va al mercato il di Lei cuoco ? — Egli ci va tutte le mattine (ogni mattina) alle cinque e mezzo. — II nostro vicino quando va dagl' Irlandesi ? — Ci va ogni giorno (tutti i giorni). — A che ora? — Alle otto del mattino. — Che vuole Ella comprare ? — Non voglio com- prar niente, ma mio padre vuol comprare un bue. — Vuol egli comprare questo bue, o quello ? — Non vuol comprare ne ques- to ne quello. — Qual vuole comprare ? — Vuol comprare quello del di Lei amico. — Ha ancora un vestito da vendere il mer- cante ? — Ne ha ancora uno, ma non lo vuol vender. — Ha an- cora un coltello da vendere quest' uomo ? — Non ha piu un coltello da vendere ; ma ha ancora da vendere alcuni (parec- chi) schioppi. — Quando vuole egli venderli? — Li vuol vender oggi. — Ove 1 — Nel suo magazzino. — Vuol Ella vedere il mio amico? — Voglio vederlo per conoscerlo. — Vuol Ella conos- cere i miei fanciuUi? — Voglio conoscerli. — Quanti fanciulli ha Ella ? — Non ne ho se non due ; ma mio fratello ne ha piu di me : ne ha sei. — Vuol here troppo vino quest' uomo ?— Vuol heme troppo. — Ha Ella abbastanza vino da bere ? — Non ne ho molto, ma abbastanza. — Vuol comprare troppi pasticcini il di Lei fratello ? — Vuol comprarne molti, ma non troppo. 69. Pu6 Ella prestarmi un coltello 1 — Posso prestargliene uno — Puo prestarmi un libro il di Lei padre ? — Pud prestargliene diversi. — Di che ha Ella bisogno ? — Ho bisogno d' un buono schioppo. — Ha Ella bisogno di questo quadro ? — Ne ho biso- gno. — Ha bisogno di danaro il di Lei fratello 1 — Non ne ha bi- EXERCISE LXX. 45 eogno. — I la cgli bisogno di stivali ? — Non ne ha bisogno — Di che cosa ha bisogno ? — Non ha bisogno di nientc. — Ha Ella bisogno di questi bastoni ? — Ne ho bisogno. — Chi ha bisogno di zuccliero ? — Nessuno ne ha bisogno. — Qualcheduno ha bi- sogno di pcpc ? — Nessuno ne ha bisogno. — Di che ho biso- gno ? — Non ha bisogno di niente. — Ha bisogno il di Lei padre di questi quadri, o di qucUi ? — Non ha bisogno di questi, ne di quclli. — Ha Ella bisogno di me ? — Ho bisogno di Lei. — Quando ha Ella bisogno di mei — Adesso. — Che ha Ella da dirmi ? — Ho qualche cosa da dirle. — Ha bisogno di noi il di Lei tiorlio? — Ha bisojrno di Loro e dci Loro fratelli. — Ha Ella bisojrno dci miei servitori ? — Ne ho bisogno. — Quale uno ha bisogno di niio fratello ? — Niuno ha bisogno di lui. — Suo pa- dre ha bisogno di qualche cosa? — Non ha bisogno di nulla. — Di che ha bisogno 1' Inglese ? — Ha bisogno di grano. — Non ha bisocrno di jrioielli ? — Non ne ha bisogno. — Di che ha bi- sogno il marinaio ? — Ha bisogno di biscotto, latte, cacio e bur- ro. — Vuol Ella darmi qualche cosa? — Voglio darle pane e vino. 70. Ama Ella il di Lei fratello? — L'amo. — L' ama il di Lei fratello ? — Egli non mi ama. — Mio buon fanciullo, mi ami ? — Si, t'amo. — Ami quell' uomaccio ? — Non l'amo. — Chi ama Ella ? — Amo i miei fanciulli. — Chi amiamo noi ? — Amiamo i nostri amici. — Amiamo qualcuno ? — Non amiamo nessuno. — Ci ama qualcuno? — Gli American! ci amano. — Le e d'uopo qualcosa? — Non mi e d'uopo niente. — Di chi ha bisogno il di Lei padre? — Ha bisogno del suo servitore. — Che Le e d'uopo? — Mi e d' uopo il biglietto. — Le e d'uopo questo biglietto, o quello? — Mi e d'uopo questo. — Che vuol Ella fame? — liO voglio aprir, per leggerlo. — Legge i nostri biglietii il di Lei figlio ? — Egli li legge. — Quando li legge ? — Egli li legge quan- do li riceve. — Riceve egli tanti biglietti quanto io ? — Egli ne riceve piu di Lei. — Che mi da Ella? (Che mi date?) — Non fi do nulla. — Da Ella (date) questo libro a mio fratello ? — Glielo do. — Gli da Ella un' ucccllo ? — Glicne do uno. — A chi presta Ella (prestate) i di Lei (i vostri) libri ?— Li presto ai 46 EXERCISES LXXI, LXXII. miei amici. — Mi presta un' abito il suo amico ? — Egli glienc presta uno. — A chi presta Ella i di Lei abiti ? — Non li presto a nessuno 71. Assestiamo qualcosa ? — Non assestiamo niente. — Che mette in ordine il di Lei fratello ? — Egli mette in ordine i suoi libri. — Vende Ella il di Lei bastimento ? — Non lo vendo. — II capi- tano vende il suo ? — Egli lo vende. — Che vende 1' Americano? — Egli vende i suoi buoi. — Finisce il suo biglietto I'lnglese ? — Egli lo finisce. — Quai biglietti finisce Ella? (finite?) — Fi- nisco quelli (quei) che scrivo ai miei amici. — Vedi qualcosa ? — Non vedo niente. — Vede Ella il mio gran giardino ? — Lo vedo. — Vede i nostri bastimenti il di Lei padre ? — Egli non li vede ; ma noi li vediamo. — Quanti soldati vedono EUeno ? — Ne vediamo molti ; ne vediamo piu di trenta. — Beve Ella qualche cosa ? — Bevo del vino. — Che beve il marinaio ? — Egli beve del cidro. — Beviamo vino o cidro ? — Beviamo vino e ci- dro. — Che bevono gl' Italiani ? — Eglino bevono del caflfe. — Beviamo del vino ? — Ne beviamo. — Che scrivi ? — Scrivo un biglietto. — A chi ? — Al mio vicino. — Scrive il di Lei amico ? Egli scrive. — A chi scrive egli? — Scrive al suo sarto. — Che fa Ella ora ?— Ora scrivo. — Che fa il di Lei padre nelF is- tante ?— Sta per leggere.— Che sta per leggere ?— Sta per leg gere un libro. — Che mi da ora ? — Ora non Le do nulla. — Che Le da ora il nostro amico ?— Egli sta per darmi qualcosa di uono. — Conosce Ella il mio amico ? — Lo conosco. 72. Scrivono i Loro biglietti la sera? — Li scriviamo lamattina. Che dici? — Non dico niente. — Dice qualcosa il di Lei fra- tello ? — Egli dice qualcosa. — Che dice egli ?— Non so.— Che dice Ella al mio servitore ? — Gli dico di spazzare il pavimento, c di andar a cercare vino, pane e cacio. — Diciamo qualcosa ? —Non diciamo niente. — Che dice il di Lei amico al calzo- aio ? — Gli dice di raccommodare i suoi stivali. — Che dice Ella ai sarti ? — Dico loro di farmi i miei vestiti. — Esci ? — Non esco. — Chi esce ?— Mio fratello esce.— Dove va egli? — EXERCISES LXXIII, LXXIV. 47 Egli va al giardino. — Da chi vanno EUeno ' — Andiamo dai biioni Inglesi. — Che leggi ? — Leggo un biglietto del mio ami- co. — Che legge il di Lei padre ? — Egli legge un libro. — Che fanno EUeno ? — Leggiamo. — Leggono i di Lei fanciuUi ? — Essi non leggono ; non hanno tempo di leggere. — Legge Ella i libri che leggo io ? — Non leggo quei che legge Ella, ma quel che legge il di Lei padre. — Conosce Ella questi ? — Non lo conosco. — II di Lei amico lo conosce ?--Egli lo conosce. — ■ Che sta per fare il di Lei amico ? — Non isla per far niente. 73. Conoscono i miei fanciuUi? — Li conosciamo. — Le conos cono essi ? — Essi non ci conoscono. — Chi conosce Ella ? — • Non conosco alcuno. — Qualcuno La conosce ? — Qualcuno mi conosce. — Chi La conosce ? — II buon capitano mi conosce. — Che mangi? — Mangio del pane. — II di Lei figlio non mangia del formaggio ? — Non ne mangia. — Tagliano qualche cosa ? — Tagliamo del legno. — Che tagliano i mercanti ? — Tagliano del panno. — Mi manda Ella qualcosa ? — Le mando un buono schioppo. — Le manda danaro il di Lei padre ? — Egli me ne manda. — Gliene manda piu di me ? — Egli me ne manda piu di Lei. — Quanto gliene manda ? — Egli mi manda piu di cin- quanta scudi. — Quando riceve Ella i di Lei biglietti ? — Li ricevo tutte le mattine (ognimattina). — A che ora ? — Alle dieci e mezzo. — Yiene il di Lei figlio ? — Egli viene. — Da chi viene edli? — Eorli viene da me. — Viene Ella da me ?^Non ven^o da Lei, ma dai di Lei fanciuUi. — Ove va il nostro amico ? — Egli non va in nessunluogo ; rimane in casa. — Vanno a casa ? — Non andiamo a casa, ma dai nostri amici. — Ove sono i Loro amici ? — Essi sono nel loro giardino. — Gli Scozzesi sono nei loro giardini ? — Eglino ci sono. 74. Che compra EUa? — Compro dci coltelli. — Compra Ella piu coltelli che bicchieri ? — Compro piu di questi che di queUi. — Quanti cavalli compra il Tedcsco ? — Egli ne compra molti ; ne compra piu di venti. — Che porta il di Lei servitore ? — Egli porta un gran baule. — Ove lo porta' — Lo porta a casa. — A chi 48 EXERCISES LXXV, LXXVI. parla Ella? — Parlo all'Irlandese. — Gli paria tutti i giorni (ogni giorno) ? — Gli parlo tutte le maltine e tutte le sere. — Viene egli da Lei ? — Egli non viene da me, ma vado io da lui. — Che ha da fare il di Lei servitore ? — Egli ha da spazzare il mio pavimento e da mettere in ordine i miei libri. — Risponde mio padre ai di Lei biglietti? — Egli ci risponde. — Che rompe il di Lei figlio ? — Egli non rompe niente, ma i suoi fanciuUi rompono i miei bicchieri. — Stracciano essi qualcosa ? — Non istracciano nulla. — Chi brucia il mio cappello ? — Nessuno lo brucia. — Cerca Ella qiialcuno ? — Non cerco nessuno. — Che cerca mio figlio ? — Egli cerca il suo portafoglio. — Che ammazza il di Lei cuoco ? — Egli ammazza un pollastro. 75. Ammazza Ella un' uccello ? — Ne ammazzo uno. — Quanti poUastri ammazza il di Lei cuoco ? — Egli ne ammazza tre. — Da chi conduce Ella mio figlio ? — Lo conduco dal pittore. — Quan- do e in casa il pittore ? — E in casa tutte le sere alle sette. — Che ora e adesso ? — Non sono ancora le sei. — Esce Ella la sera? — Esco la mattina (il mattino). — Ha Ella paura d' uscire la sera ? — Non ho paura, ma non ho tempo d' uscire la sera. — Lavora Ella tanto quanto il di Lei figlio ? — Non lavoro tanto quanto lui. — Mangia egli quanto Ella? — Mangia meno di me. — I di Lei fanciuUi possono scrivere tanti biglietti quanto i miei ? — Essi possono scrivere altrettanti. — II Russo puo here tanto vino quanto cidro ? — Egli puo bere piu di questo che di quello. — Quando escono i nostri vicini ? — Eglino escono tutte le mattine alle cinque meno un quarto. — Qual biglietto manda Ella al di Lei padre ? — Gli mando il mio. — Non manda Ella il mio ? — Glielo mando anch' esso. — A chi manda Ella i di Lei abiti ? — Non li mando a nessuno, mi sono mestieri (d' uo- po). — A chi mandano i loro stivali i di Lei figli ? — Essi non li mandano a nessuno, sono loro d' uopo. 76. Va Ella alio spettacolo stassera ? — Non vado alio spettacolo. — Che ha Ella da fare ? — Ho da studiare. — A che ora esce Ella? — Non esco la sera. — Esce il di Lei padre? — Egli non EXERCISE LXXVII. 49 esce.— Che fa cgli ?— Egli scrive. — Scrivc cgli un libro? — Egli ne scrivc uno. — Quando lo scrive ? — Lo scrive il mattino e la sera. — E egli in casa ora? — Egli e in casa (c'e). — Non esce cgli? — Egli non puo uscire ; gli duole il piede. — Porta i 'lostri stivali il calzolaio ? — Egli non li porta. — Non puo egli •ivorarc ? — Egli non puo lavorare ; gli duole il ginoccliio. — A •ualcuno duole il goniito ? — Al mio sarto duole il gomito. — A ';hi duole il braccio ? — A me duole il braccio. — Mi taglia Ella del pane ? — Non posso tagliargliene (tagliarlene) , mi dogliono le dita. — Legge Ella il di Lei libro ? — Non posse leggerlo ; mi dogliono gli occhi. — A clii dolgono gli occhi ? — Ai Fran- cesi dolgono gli occhi. — Leggono essi troppo ? — Essi non leg- «gono abbastanza. — A quanti siamo del mese oggi ? — Siamo al tre. — Quanti ne abbiamo del mese domani ? — Domani ne ab- niamo quattro. — Cerca Ella qualcuno ? — Non cerco nessuno. — Che cerca il pittore ? — Egli non cerca niente. — Chi cerca Ella ? — Cerco il di Lei figlio. — Ha Ella qualcosa da dirgli ? — Ho qualcosa da dirgli.— Che ha Ella da dirgli ?— Ho da dirgli d' andare stassera alio spettacolo. 77. Chi mi cerca ? — II di Lei padre La cerca. — Qualcuno cerca mio fratello ? — Nessuno lo cerca. — Trovi cio che tu cerchi ? — Trovo cio che cerco. — Trova quanto cerca il capitano ? — Egli trova quanto cerca, ma i suoi fanciulli non trovano quanto cer- cano. — Che cercano eglino ? — Cercano i l(*ro libri. — Ove mi conduci ? — Ti conduce al teatro. — Non mi conduce Ella al mercato ? — Non ce La conduco. — Trovano gli Spagnuoli gli ombrelli che cercano ? — Essi non li trovano. — Trova il suo ditale il sarto ? — Egli non lo trova. — Trovano il panno che cer- cano i mercanti ? — Egrlino lo trovano. — Che trovano i macol- lai 1 — Trovano i buoi e i montoni che cercano. — Cho trova il di Lei cuoco ? — Egli trova i pollastri che cerca. — Clie fa il medico ? — Egli fa cio che fa Ella. — Che fa egli al suo scrit- toio ? — Egli legge. — Che legge egli ? — Egli Icgge il libro del di Lei padre. — Chi cerca 1' Inglcse ? — Egli cerca il suo amico, per conduilo al giardino. — Che fa il Tcdesco al suo scrittoio? — Egli impara a Icggere. — Non impara cgli a scrivere ? — Egli 5 50 EXERCISES LXXVIII, LXXIX. non r impara. — Impara a scrivere il di Lei figlio ? — Egli im- para a scrivere e a leggere. 78. Parla 1' Olandese invece d'ascoltare? — Egli parla invece d'ascoltare. — Esce Ella invece di rimanere in casa? — Riman- go in casa invece d'uscire. — Giuoca il di Lei figlio invece di studiare? — Egli studia invece di giuocare. — Quando studia egli? — Egli studia tutti i giorni (ogni giorno). — II mattino o la sera ? — II mattino e la sera. — Compra Ella un ombrello invece di comprare un libro ? — Non compro ne F uno ne 1' altro. — Rompe i suoi bastoni il nostro vicino invece di rompere i suoi bicchieri ? — Egli non rompe gli uni, ne gli altri. — Che rompe egli ? — Egli rompe i suoi schioppi. — Leggono i fanciulli del nostro vicino ?—Eglino leggono invece di scrivere. — Che fa il nostro cuoco ? — Egli fa del fuoco invece d' andare al mercato. — Le da qualcosa il capitano ? — Egli mi da qualcosa. — Che Le da egli 1 — Egli mi da molto danaro. — Le da egli danaro invece di darle del pane? — Egli mi da danaro e pane. — Le da egli piu formaggio che pane ? — Egli mi da meno di questo che di quello. 79. Da Ella al mio amico meno colielli che guanti ? — Gli do piu di questi che di quelli. — Che Le da egli ? — Egli mi da mohi libri invece di darmi danaro. — Fa il di Lei letto il suo servitore ? —Egli non lo fa. — Che fa egli invece di fare il di Lei letto ? — Egli spazza lo scrittoio invece di fare il mio letto. — Beve edi invece di lavorare ? — Edi lavora invece di here. — Escono 1 medici ? — Eglino rimangono in casa in luogo d'uscire. — Fa del caffe il di Lei servitore ? — Egli fa del te in luogo di far del caffe. — Qualcuno Le presta uno schioppo ? — Nessuno me ne presta uno. — Che mi presta il di Lei amico ? — Egli Le presta molti libri e molti gioielli. — Legge Ella il libro che leggo io ? — Non leggo quello che legge Lei, ma quello che legge il gran capitano. — Ha Ella vergogna di leggere i libri che leggo io 1 — Non ho vergogna, ma non ho voglia di leggerli. EXERCISES LXXX, LXXXI. 51 80. Va Ella a cercare qualcosa ? — Vado a cercare qualchc cosa. — Che va Ella a cercare ? — Vado a cercare del cidro. — Maiida a cercare qualche cosa il di Lei padre ? — Egli nuinda a cercare del vino. — Va a cercare del pane il di Lei servitore ? — Egli ne \ a a cercare (Egli va a cercarne). — Chi manda a cercare il di Lei vicino ? — Egli manda a cercare il medico. — Si leva 1' abito per fare il fuoco il di Lei servitore ? — Se lo leva per fare il fuoco. — Si leva Ella i guanti per darmi danaro ? — Me li levo per darle danaro. — Impara Ella il francese ? — L'imparo. — Chi impara I'inglese? — L' impara il Francese. — II di Lei fra- tello impara il tedesco ? — Egli 1' impara. — Impariamo 1' italia- 1,0 ? — Elleno 1' imparano. — Che imparano gl' Inglesi ? — Eglino imparano il francese ed il tedesco. — Parla Ella lo spagnuolo ? — No, Signore, parlo 1' italiano. — Chi parla polonese ? — Mio fratello parla polonese. — I nostri vicini parlano russo ? — Essi non parlano russo, ma arabo. — Parla Ella arabo ? — No, parlc greco e latino. — Qual coltello ha Ella? — Ho un coltello in- aiese. — Qual danaro ha la? E danaro italiano o spagnuolo? E danaro russo. — Ha Ella un cappello italiano? — No, Signore, ho un cappello spagnuolo. — E Ella Inglese ? — No, eono Fran- cese. — E Ella Greco ? — No, sono Spagnuolo. 8L Sono Tedeschi cotesti uomini ? — No, sono Russi. — Parlano polonese i Russi ? — Non parlano polonese, ma latino, greco, e ;irabo. — E mercante il di Lei fratello? — No, egli e falegname. — Sono mercanti questi uomini. — No, sono legnaiuoli. — E Ella cuoco ? — No, sono fornaio. — Siamo sarti ? — No, siamo calzolai. — Sei pazzo ? — Non sono pazzo. — Che e quell' uomo ? — Egli e medico. — Mi augura Ella qualche cosa? — Le do il buon giorno. — Che mi augura il giovinetto ? — Egli Le da la buona sera. — Vengono da me i di Lei fanciulli per darmi la bnona sera ? — Essi vengono da Lei per darle il buon giorno. — Ha gli occhi neri il Tedesco ? — No, egli ha gli occhi azzur- ri. — Ha i piedi grandi costui ? — Egli ha i piedi piccoli e il naso grande. — Ha Ella tempo di leggerc il uuo libro ?— Non 52 EXERCISE LXXXII. ho tempo di leggerlo, ma molto coraggio per istudiare 1' Ita- liano. — Che fai invece di giuocare ? — Studio invece di giuo car.e. — Impari invece di scrivere ? — Scrivo invece di imparare — 'Che fa il liglio del nostro amico ? — Egli va al giardino in vece di fare i suoi temi. — Leggono i fanciulli dei nostri vicini 1 — Eglino scrivono invece di leggere. — Che fa il nostro cuoco ? — Egli fa del fuoco invece d' andare al mercato. — Vende il suo bue il di Lei padre ? — Egli vende il suo cavalio invece di ven- dere il suo bue. 82. Studia 1' inglese il figlio del pittore 1 — Egli studia il greco invece di studiare 1' inglese. — Ammazza dei buoi il macellaio ? — Egli ammazza dei montoni invece d' ammazzare dei buoi. — Mi ascolta Ella ? — L' ascolto. — M' ascolta il di Lei fratello ? — Egli parla invece d' ascoltarla. — Ascolta Ella cio die Le dico? — Ascolto cio che mi dice. — Ascolti quanto ti dice tuo fra- tello ? — L' ascolto. — I fanciulli del medico ascoltano cio che diciamo loro ? — Essi non I'ascoltano. — Va Ella al teatro ? — Vado al magazzino invece d' andare al teatro. — Vuol Ella leg- gere il mio libro 1 — Voglio leggerlo, ma non ora ; mi dolgono gli occhi. — Corregge i miei temi il di Lei padre o quelli di mio fratello ? — Egli non corregge i di Lei, ne quelli del di Lei fratello. — Quali temi corregge egli ? — Egli corregge i miei. — Si leva Ella il cappello per parlare a mio padre ? — Non me lo levo per parlargli. — Si leva Ella gli stivali ? — Non me li levo. — Chi si leva il cappello ? — II mio amico se lo leva. — Si leva egli i guanti ? — Egli non se li leva. — Che si levano questi ra- gazzi ? — Egiino si levano gli stivali e i vestiti. — Chi porta via i bicchieri ? — II di Lei servitore li porta via. — Che portano via i di Lei fanciulli ? — Essi portano via i libri e i miei biglietti. — Che leva Ella? — Non levo niente. — Portiamo via qualche cosa ? — Portiamo via il temperino di nostro padre e i bauli dei nostri fratelli. — Mi da Ella panno inglese, o tedesco ? — ^Non Le do panno inglese ne tedesco ; Le do panno francese. — Legge Ella lo Spagnuolo ? — Non leggo lo Spagnuolo, ma il tedesco. — Qual libro legge il di Lei fratello ? — Egli legge un libro francese. — Alia mattina prende Ella il te o il cafle ^— EXERCISES LXXXIII, LXXXIV. 53 Prendo il lu. — Prende Ella te ogni mattina ? — Ne prcndo ogni mattina. — Che prende Ella ? — Prendo del cafic. — Che prende il di Lei fratcllo ? — Egli prende del tc. — Lo prende egli ogni mattina ? — Egli lo prende tutte le mattine. — Prendono del tu i di Lei fanciulli ? — Eglino prendono del caffe invece di prendere del to. — Che prendiamo noi ? — Prendiamo del te o del caffe. 83. Di che ha bisogno il di Lei padre ? (Che e d' uo^ al di Lei padre?) — Gli e d' uopo tabacco. — Vuol Ella andarne a cer- care? — Yoglio andarne a cercare. — Qual 'abacco gli e d' uo- po 1 — Gli e d' uopo tabacco da naso. — Le e mcstieri tabacco da fumare ? — Non me n' e d' uopo (mestieri) ; non fumo. — Mi mostra Ella qualche cosa ? — Le mostro dei nastri d' oro. — II di Lei padre mostra il suo schioppo a mio fratello 1 — Ei glielo mostra. — Gli mostra egli i suoi begli uccelli ? — Ei glieli mo- stra. — Fuma il Francese ? — Egli non fuma. — Va Ella alia festa da ballo ? — Yado al teatro invece d' andare alia festa da ballo. — Ya al giardino il giardiniere ? — Egli va al mercato in- vece d' and" re al giardino. — ]\Ianda Ella dal sarto il di Lei cameriere ? — Lo mando dal calzolaio invece di mandarlo dal sarto. — II di Lei fratello pensa andare stassera alia festa da ballo ? — Egli non pensa andare alia festa da ballo, ma al con- certo. — Quando intende Ella andare al concerto? — Intendo andarvi stassera. — A che ora? — Alle dieci ed un quarto. — Ya Ella a cercare mio figlio ? — Yado a cercarlo. — Ove e egli ? — Egli e alio scrittoio. — Trova Ella 1' uomo che cerca? — Lo trovo. — Trovano gli amici che cercano i di Lei figli ? — Essi non li trovano. 84. Intendono andare al teatro i di Lei amici ? — Eglino intcn- dono andarvi. — Quando intendono andarvi ? — Essi intendono andarvi domani. — A che ora? — Alle sette e mezzo. — Che vuol venderle il mercante ? — Egli vuol vendermi dei portafogli. — Pensa Ella comprarne ? — Non voglio comprarne. — Sai qual- che cosa? — Non so niente. — Che sa il di Lei fratellino? — Egli sa leggere e scrivcre. — Sa egli il francese ? — Egli non lo 5* 54 EXERCISES LXXXV, LXXXVi. sa. — Sa Ella il tedesco ? — Lo so. — Sanno il greco i di Lei fra telli ? — Essi non lo sanno, ma pensano studiarlo. — Sa Ella I'inglese? — Non loso, ma intendo impararlo. — I miei fanciulli sanno leggere l' italiano ? — Essi sanno leggerlo, ma non sanno parlarlo. — Sa Ella miotare ? — Non so nuotare, ma giuocare. — Sa far degli abiti il di Lei figlio ? — Egli non ne sa fare ; non e sarto. — E egli mercante ? — Non 1' e. — Ch' e egli 1 — Egli e me- dico. — Intende Ella studiare 1' arabo ? — Intendo studiare 1' ara- bo e il siriaco. — Sa il russo il Francese ? — Egli non lo sa, ma pensa impararlo. — Ove va Ella 1 — Vado in giardino per parlare al mio giardiniere. — L' ascolta egli ? — M' ascolta. 85. Vuole Ella bere del cidro ? — Voglio bere del •• ino ; ne ha Ella ? — Non ne ho, ma voglio mandarne a cercare. — Quando vuole Ella mandarne a cercare ? — Adesso. — Sa Ella far del t^? — So fame. — Ove va il di Lei padre? — Egli non va in nessun luogo ; rimane in casa. — Sa Ella scrivere un biglietto ? — Lo so scrivere. — Puo Ella scrivere dei temi ? — Posso scri- verne. — Conduci qualcuno ? — Non conduco veruno. — Chi con- duce Ella 1 — Conduco mio figlio. — Ove lo conduce Ella 1 — Lo conduco dai miei amici per dare loro il buon giorno. — II di Lei servitore conduce il di Lei fanciullo ? — Egli lo conduce. — Ove lo conduce egli? — Egli lo conduce al giardino. — Conduciamo qualcheduno? — Conduciamo i nostri fanciulli. — Ove condu- cono i loro figli i nostri amici?— Essi li conducono a casa 86. Spegne Ella il fuoco ? — Non lo spengo. — Accende il fuoco il di Lei servitore ? — Egli 1' accende. — Dove 1' accende ? — Egli r accende nel di Lei magazzino. — Va Ella spesso dallo Spagnuolo ? — Ci vado spesso. — Ci va Ella piu spesso di me ? — Ci vado piu spesso di Lei. — Vengono spesso da Lei gli Spagnuoli? — Eglino ci vengono spesso. — I di Lei fanciulli vanno piu spesso di noi alia festa da ballo ? — Essi ci vanno piu spesso di Loro. — Usciamo cosi spesso come i nostri vici- oi? — Usciamo piu sovente di loro. — Va al mercato il di Lei servitore tante volte quanto il mio cuoco ? — Ci va cosi spesso EXEUCISKS LXXXVII, LXXXVIII. DZ quanlo lui. — Vcde Ella mio padre cosi spcsso qaantoio? — Non lo vcdo cosi spcsso quaiito Lei. — Quando lo vedc Ella ! — Lo vcdo ogni mattina alle cinque nieno un quarto. 87. LefTCTo bene? — Ella Icj'jrc bene. — Parlo bene? — Ella non parla bene. — Mio fratello parla bene il franccse ? — Egli lo parla bene. — Parla egli bene tedesco ? — Egli lo parla male. — Parliamo bene ? — Elleno parlano male. — Bevo troppo ? — Ella non beve abbastanza. — Posso far lei cappclli ? — Ello non puo fame ; non e cappellaio. — Posso scrivere un biglietto ? — Ella lo pud scrivere. — Faccio bene il mio tenia ? — Ella lo fa bene. — Cosa faccio ? — Ella fa dei tcmi. — Che fa mio fratello ? — Egli non fa niente. — Che dico 1 — Ella non dice nulla. — Co- mincio a parlare ? — Ella comincia a parlare. — Incomincio a parlar bene ? — Ella non incomincia a parlar bene, ma a leggcr bene. — Ove vado ? — Ella va dal di Lei amico. — E egli in casa? — Che so io ? — Posso parlare spesso quanto il figlio del nostro vicino ? — Egli puo parlare piu spesse volte di Lei. — Posso lavorare quanto lui? — Ella non pud lavorare quanto lui. — Leggo sovente quanto Lei ? — Ella non legge cosi spesso quanto io, ma parla piu spesso di me. — Parlo cosi bene come Lei ? — Ella non parla cosi bene come io. — Vengo da Lei, o viene Ella da me ? — Ella viene da me ed io vengo da Lei. — Quando viene Ella da me ? — Tutte le mattine alle sei e mezzo. 88. Conosce Ella il Russo che conosco io ? — Non conosco quello che conosce Ella, ma ne conosco un altro. — Beve Ella tanto cidro quanto vino ? — Bevo mono di queslo che di quello. — II Polacco beve quanto il Russo ? — Egli beve altreltanto. — Bevono i Tedeschi quanto i Polacchi ? — Questi bevono piu di quelli. — Ricevi qualcosa? — Ricevo qualche cosa. — Che cosa ricevi ? — Ricevo del danaro. — II di Lei amico riceve dei libri ? — Egli ne riceve. — Che riceviamo ? — Riceviamo del cidro. — Ricevono del tabacco i Polacchi ? — Eglino ne ricevono. — Da chi ricevono danaro gli Spagnuoli ? — Eglino nc ricevono da- gl'Inglesi e dai Franccsi. — Riceve Ella tanti amici quanti ne- 5G EXERCISES LXXXIX, XC. rnici ? — Riccvo iiieno di quesli che di quelli. — Da chi ricevonfl libri i di Lei fanciiilli ? — Essi ne ricevono da me e dai loro amici. — Ricevo tanto cacio quanto pane ? — Ella riceve piu di questo che di quelle. — I nostri servitori ricevono tanti giub- botli quanto abiti ? — Essi ricevono meno di questi die di quelli — Riceve Ella ancora uno schioppo ? — Ne ricevo ancora uno. — Quanti libri riceve ancora il nostro vicino ? — Egli ne riceve ancora tre. 89. Quando pensa partire lo straniero ? — Egli pensa partire (quest') oggi. — Ache ora ? — All' una e mezzo. — Pensa Ella partire stassera ? — Penso partir domani. — Parte oggi il Fran- cese ? — Egli parte adesso. — Ove va egli ? — Egli va dai suoi amici. — Va egli dagl' Inglcsi ? — Egli ci va. — Parti domani ? — Parto stassera. — Quando pensa Ella scrivere ai di Lei amici ? — Penso scriver loro oggi. — Le rispondono i di Lei amici ? — Mi rispondono. — Risponde il di Lei padre al di Lei biglictto ? — Egli ci risponde. — Risponde Ella ai biglietti dei miei fra- telli ? — Ci rispondo. — II di Lei fratello incomincia ad impa- rare r italiano ? — Egli incomincia ad impararlo. — Pud Ella parlare francese ? — Posso parlarlo un poco. — Cominciano a parlar tedesco i nostri amici 1 — Cominciano a parlarlo. — Pos- sono scriverlo ? — Lo possono scrivere. — Comincia a vendere il mercante ? — Egli comincia. — Parla Ella prima d' ascoltare ? — Ascolto prima di parlare. — II di Lei fratello I'ascolta innan- zi che parlare ? — Egli parla prima d' ascoltarmi. — I di Lei fan- ciulli leggono prima di scrivere ? — Essi scrivono avanti di leggere. 90. II di Lei servitore spazza il magazzino prima d' andare al mercato ? — Egli va al mercato prima di spazzare il magazzi- no. — Bevi avanti d'uscire. — Esco avanti di bere. — Pensa Ella uscire innanzi che far colazione 1 — Penso far colazione innanzi che uscire. — II di Lei figlio si leva gli stivali prima di levarsi r abito ? — Egli non si leva gli stivali ne I'abito. — Mi levo i guanti prima di levarmi il cappello? — Ella si leva il cappello prima di levarsi i guanti? — Posso levarmi gli stivali prima EXERCISES xcr, XCII. 57 di levarmi i guanti ? — Ella non puo levarsi gli bli\ all pri- ma di Icvarsi i fjuanti. — A cho ora fa Ella colazione ? — Faccio colazione alle otto e mezzo. — A che ora fa colazione 1' Ameri- cano ? — Egli fa colazione ogni giornc alle nove. — A die ora fanno colazione i di Lei fanciulli ? — Fanno colazione alle sette. — Va Ella da mio padre innanzi die far colazione ? — Vado da lui innanzi che far colazione. 91. Di chi e questo libro ? — E mio. — Di chi e questo cappello ? — E il cappello di mio padre. — E Ella piii grande di me ? — Sono piu grande di Lei. — E cosi grande come Ella il di Lei fratello ? — Egli e cosi grande come io. — II tuo cappello e cat- tivo come quello di mio padre ? — E migliore, ma non cosi nero come il suo. — I vestiti degl' Italiani sono cosi belli come quel degl' Irlandesi ? — Sono piu belli, ma non cosi buoni. — Chi ha i piu bei guanti ? — Li hanno i Francesi. — Chi ha i piubei ca- valli ? — I miei sono belli, i di Lei sono piu belli dei miei ; ma quei dei nostri amici sono i piu belli di tutti. — E buono il di Lei cavallo ? — E buono, ma il di Lei c migliore e qu^lio deir Inglese e il migliore di tutti i cavalli che conosciamo Ha Ella dei graziosi stivali ? — Ne ho dei graziosissimi, ma mio fratello ne ha dei piu graziosi. — Da chi li riceve egli ? — Egli li riceve dal suo ottimo amico. 92. II di Lei vino e buono come il mio ? — E migliore. — II di Lei mercante vende buoni coltelli I — Egli vende'i migliori coltclli che io conosca, {subjunctive.) — Leggiamo piu libri che i Fran- cesi ? — Ne leggiamo piu di loro ; ma gl' Inglesi ne leggono piu di noi, e i Tedeschi ne leggono i piu. — Hai un giardino piu bello di quello del nostro medico ? — Ne ho uno piu bello del suo. — L' Americano ha egli un bastone piu bello del tuo ? — Egli ne ha uno piii bello. — Abbiamo cosi bei fanciulli come i nostri vicini ? — Ne abbiamo dei piii belli. — E vago come il mio il di Lei abito ? — Non e cosi vago, ma migliore del di Lei. — Parte Ella oggi ? — Non parto oggi. — Quando parte il di Lei padre ? — Egli parte stasscra alle nove meno un quarto.- -Quale u8 EXERCISES XCIII, XCIV. di questi due fanciulli c il piu savio ? — Quello che studia e piC savio di quello che giuoca. — II di Lei servitore spazza cosj bene come il mio ? — Egli spazza meglio del di Lei. — Legge r Inglese tanli caltivi libri quaiito buoni ? — Egli ne legge piii dei buoni che dei cattivi. 93. I mercanti vendono piu zucchero che caffe ? — Vendono piu di queslo che di quello. — II di Lei calzolaio fa tanti stivali quanti ne fa il mio ? — Egli ne fa piu del di Lei. — Sa Ella nu- otare cosi bene come mio figlio ? — So nuotare meglio di lui, ma egli sa parlare francese meglio di me. — Legge egli cosi bene come Ella ? — Egli legge meglio di me. — Va al mercato il figlio del di Lei vicino 1 — No, Signore, egli rimane in casa ; gli dol- gono i piedi. — Impara Ella cosi bene come il figlio del noslro jjiardiniere ? — Imparo meglio di lui, ma egli studia meglio di me. — Chi ha il piu bello schioppo ? — II di Lei e bellissimo, ma quello del capitano e ancora piu bello, e il nostro e il piu bello di tutti. — Ha qualcuno piii bei fanciulli di Lei ?--*-Nessu- no ne ha dei piii belli. — II di Lei figlio legge cosi spesso come io ? — Egli legge piu spesso di Lei. — Mio fralello parla fran- cese cosi spesso come Ella? — Egli lo parla e lo legge cosi spesso come io. — Scrivo quanto Ella ? — Ella scrive piu di me. — I fanciulli dei nostri vicini leggono il tedesco cosi spesso come noi ? — Non lo leggiamo cosi spesso come loro. — Scrivi- amo cosi spesso come loro? — Essi scrivono piu spesso di noi. — A chi scrivono essi ? — Scrivono ai loro amici. — Leggono libri Inglesi ? — Leggiamo libri francesi, invece di leggere libri Inglesi. 94. Si mette Ella un altro abito per andare alio spettacolo 1 — Me ne metto un altro. — Si mette i guanti prima di mettersi gli stivali ? — Mi metto gli stivali prima di mettermi i guanti. — I' di Lei fratello si mette il cappello invece di mettersi F abito?— Egli si mette 1' abito prima di mettersi il cappello. — I nostr. fanciulli mettono i loro stivali per andare dai nostri amici ? — Li mettono per andarci. — Che si mettono i nostri figli? — EXERCISES XCV, XVI. 59 Mettonc i loro vestiti e i loro guanli. — Parla Ella gia fran- cese ? — Non lo parlo ancora, ma comincio ad impararlo. — II di Lei padre esce di gia ? — Egli non esce ancora. — A che ora esce efAi ? — Esce alle dieci. — Fa effli colazione avanti d' us- cire ? — Fa colazione e scrive i suoi biglietti prima d' uscire. — Esce egli piu presto di Lei ? — Esco io piu presto di lui. — Va Ella alio spettacolo cosi spesso come io ? — Ci vado cost spesso come Ella. — Comincia Ella a conoscere costui ? — Comincio a conoscerlo. — Fanno colazione per tempo ? — Non facciamo colazione tardi. — L' Inglcse va al concerto piu pres- k) di Lei ? — Egli ci va piu tardi di me. — A che ora ci va ? — Egli ci va alle undici e mezzo. 95. Non va Ella troppo presto al concerto ? — Ci /ado iroppo urdi. — Scrivo forse troppo ? — Ella non iscrive troppo, ma parla troppo. — Parlo forse piu di Lei ? — Ella parla piu di me e di mio fratello. — E troppo grande il mio cappello ? — Non e troppo grande ne troppo piccolo. — Parla Ella francese piu spesso che inglese ? — Parlo inglese piu spesso che francese. — Comprano molto grano i di Lei amici ? — Non ne comprano molto. — Ha Ella abbastanza pane ? — Non ne ho molto, ma ab- bastanza. — E tardi ? — Non e tardi. — Che ora e ? — E il tocco (e un' ora.) — E troppo tardi per andare led di Lei padre ? — E troppo tardi per andarci. — ]Mi conduce Ella da lui ? — Ce la conduco. — Ove e egli ? — Egli c al suo banco. — Lo Spagnuolo compra un cavallo ? — Egli non lo puu comprare. — E forse povero ? — Egli non c povero ; e piu ricco di Lei. — II di Lei fratello e dotto come Lei ? — E piu dotto di me, ma Ella e piu dotto di lui c di me. 96. Conosce Ella colui ? — Lo conosco. — E egli dotto ? — E il piu dotto di tutti gli uomini che io conosca [subjunctive.) — II di Lei cavallo e peggiore del mio ? — Non e cosi cattivo come il di Lei. — II mio e peggiore di quello dello Spagnuolo ? — E peggiore ; e il piu cattivo cavallo ch' io conosca {suhj.) — Da Ella a qucsti uomini mono pane che cacio ? — Uo loro mcno di 60 EXERCISES XCVII, XCVIII. qiicsto che di qiicllo. — Riccvc Ella tanto danaro quaiito i di Lei viciiii ? — Nc ricevo molto piu di loro. — Chi receve il piu di danaro ?■ — I Francesi ne ricevono il piu. — II di Lei figlio sa gia scrivere un biglietto ? — Egli non lo sa per anco scrivere, ma comincia a leggerc im poco. — Leggono Elleno quanto i Russi ? — Lcggiamo piu di loro, ma i Francesi leggono piu di tutti. — Gli Americani scrivono piu di noi ? — Scrivono meno di noi, ma gl' Italiani scrivono meno di tutti. — Sono essi cosi ricchi come gli Americani ? — Sono meno ricchi di loro. — I di Lei uccelli sono cosi belli come quelli degl' Irlandesi ? — Sono meno belli dei loro, ma quelli degli Spagnuoli sono i meno belli. — Vende Ella forse il di Lei uccello ? — Non lo vendo ; 1' amo troppo per venderlo. 97. Dove e Ella stata ? — Sono stato al mercato. — E Ella stata alia festa da ballo ? — Vi sono stato. — Sono stato alio spet- tacolo ? — Vi siete stato (Ella vi e stata.) — Yi sei stato ? — ■ Non vi sono stato. — II di Lei figlio e mai stato al teatro ? — Eglinon vi e mai stato. — Sei gia stato nel mio magazzino ? — Non vi sono mai stato. — Pensa Ella andarci ? — Penso an- darci. — Quando vuol Ella andarci 1 — Voglio andarci domani. — A die ora ? — A mezzo giorno. — II di Lei fratello e gia stato nel mio gran giardi. o 1 — Non vi e per anco stato. — Pensa vederlo? — Egli pensa veJlerlo. — Quando vuol egli andarci? — Egli vuol andarci oggi. — Intende egli andare alia festa da ballo stassera 1 — Intende andarci. — E Ella gia stata alia festa da ballo ? — Non vi sono per anco stato. — Quando pensa andarci ? — Penso andarci domani. — E Ella gia stata nel giardino del Francese ? — Non vi sono per anco stato. — Siete stato nei miei magazzini ? — Vi sono stato. Quando vi siete stato ? Vi sono stato stamattina. Sono stato al di Lei banco, o a quello del di Lei amico ? Ella non e stata al mio, ne a y[uello del mio amico, ma a quello dell' Inglese 98 L' Italiano e stato nei nostri magazzini, o in quelli degli Olandesi ? — Non c stato nei nostri ne iu quelli degli Olandesi, IIXERCISE XCIX. Ol ma ill quelli doi Tcdcschi. — Sei gia stato al mcrcato ? — Non vi sono per anco stato, ma penso andarci. — Vi c stato il figlio del nostro viciiio ? — Egli vi e stato. — Quando vi c stato? — Vi (J stato oggi. — II figlio del nostro giardinierc pensa andare al mercato ? — Egli pensa andarci. — Che vuol egli comprarci ? — Egli vuol comprarvi dei polli, dci buoi, del grano, del vino, del cacio e del cidro. — E Ella giii stata da mio fratello ? — Ci sono gill stato. — Vi e gia stato il di Lei amico T — Non vi c ancora stato. — Siamo gia stati dai nostri amici ? — Non vi siamo per anco stati. — 1 nostri amici sono mai stati da noi ? — Eglino non vi sono mai stati. — Siete mai stato al teatro ? — Non vi sono mai stato. — Ha Ella voglia di scrivcre un tema ? — Ho vor^lia di scriverlo. — A clii vuol Ella scrivere un biglietto ? — Voglio scriverne uno a mio figlio. — E gia stato al concerto il di Lei padre ? — Egli non vi e per anco stato, ma pensa andar- ci. — Pensa andarci oggi? — Pensa andarci domani. — A che era vuol egli partire ? — Vuol partire alle sei e mezzo. — Pensa egli partire prima di far colazione ? — Egli pensa far colazione prima di partire. 99. E Ella stata alio spettacolo cosi presto come lo ? — Vi sono stato piu presto di Lei. — E Ella stata spesse volte al concerto? — Vi sono stato spesse volte. — II nostro vicino u stato al teatro cosi sovente come noi ? — Egli vi e stato piu spesso di noi. — 1 nostri amici vanno al lor banco troppo per tempo ? — Essi vi vanno troppo tardi. — Vi vanno cosi tardi come noi ? — Essi vi vanno piu tardi di noi. — Vanno gl' Inglesi troppo per tempo ai loro magazzini ? — Essi vi vanno troppo per tempo. — II di Lei amico e al banco cosi sovente come Ella ? — Egli vi e piu so- vente di me. — Che vi fa egli ? — Scrive. — Scrive egli quanto Ella? — Egli scrive piu di me. — Ove rimane il di Lei amico? — Egli rimane al suo banco. — Non esce egli ? — Egli non esce. — Rimane Ella nel giardino ? — Ci rimango. — Va Ella tutti i gi- orni dal di Lei amico? — Ci vado tutti i giorni. — Quando viene egli da Lei ? — Vieno da me tutte le sere. — Va Ella in qualche Inogo la sera ? — Non vado in nessun luogo ; rimango in casa. — Manda Ella a ccrcarcqualcuno ? — Mando a ccrcare il mio G 62 EXERCISES C, CI. medico. — II di Lei servitore va a cercare qualche cosa ? — Egl va a cercare del vino. — E Ella stata in qualche luogo stamane? — Non sono stato in nessun luogo. — Ove e stato il di Lei padre 1 — Egii non e stato in nessun luogo. — Quando prende Ella il te ? — Lo prendo ogni mattina. — Prende del caffe il di Lei figlio ? — Egli prende del te. — E Ella stata a prendere il cafFe ? — Sono stato a prenderlo. 100. Ha Ella avuto il mio portafoglio ? — L' ho avuto. — Ha Ella avuto il mio guanto ? — Non I'ho avuto. — Hai avuto il mio om- brello ? — Non 1' ho avuto. — Ho avuto il di Lei coltello ? — Ella I'ha avuto. — Quando I'ho avuto? — Ella I'ha avuto ieri. — Ho avuto i di Lei guanti 1 — Ella li ha avuti. — Ha avuto il mio martello di legno il di Lei fratello ? — Egli 1' ha avuto. — Ha egli avuto il mio nastro d'oro ? — Egli non F ha avuto. — Hanno avuto gl' Inglesi il mio bel bastimento ? — Eglino 1' hanno avuto. — Chi ha avuto i miei fazzoletti di lino ? — 1 di Lei servitori li hanno avuti. — Abbiamo avuto il baule di ferro del nostro buon vicino ? — L' abbiamo avuto. — Abbiamo avuto il suo bello schi- oppo? — Non r abbiamo avuto. — Abbiamo avuto i materassi degli stranieri ? — Non li abbiamo avuti. — L' Americano ha avuto il mio buon libro ? — Egli V ha avuto. — Ha egli avuto il mio coltello d'argento? — Egli non I'ha avuto. — 1\ giovane ha avuto il primo volume del mio libro ? — Egli non ha avuto il primo, ma il secondo. — L'ha egli avuto? — Si, Signore, 1' ha avuto. — Quando l'ha egli avuto? — L'ha avuto stamane. — Ha Ella avuto dello zucchero ? — Ne ho avuto. — Ho avuto del pepe ? — Ella non ne ha avuto. — Ha avuto dei pollastri il cuoco del capitano Russo ? — Ne ha avuti. — Non ne ha avuti. 101. Ha avuto buon vino il Francese ? — Egli ne ha avuto, e ne na ancora. — Hai avuto dei gran libri ? — Ne ho avuti. — Tuo fratello ne ha avuti ? — Non ne ha avuti. — II figlio del nostro giardiniere ha avuto del burro ? — Egli ne ha avuto. — I Polac- chi hanno avuto del buon tabacco ? — Eglino ne hanno avuto. — Qual tabacco hanno avuto? — Hann© avuto del tabacco da fu- EXERCISE CII. 63 mare c dul tabacco da naso. — Ilannt. aviito tanlo zuccherc quanto to gl' Inglesi ? — Eglino hanno avuto tanto dcU' uno quanto dell' altro. — II medico ha avuto ragione ? — Egli ha avuto torto. — L' Olandese ha avuto ragione, o torto ? — Egli non ha mai avuto ragione ne torto. — Ho avuto torto di comprar del miele ? — Ella ha avuto torto di comprarne. — Che ha avuto il pittore ? — Egli ha avuto bei quadri. — Ila egli avuto bei giar- dini ?— Non ne ha avuto. — II di Lei servitorc ha avuto i miei stivali? — Egli non li ha avuti. — Che ha avuto lo Spagriuolo ? — Egli non ha avuto nulla. — Chi hacvuto coraggio ? — J ma- rinai inglesi ne hanno avuto. — Hanno avuto molti amici i Tc- deschi? — Ne hanno avuto molti. — Abbiamo avuto piu amici die nemici ? — Abbiamo avuto piu di questi che di quelli. — Ila avuto piu vino che cidro il di Lei figlio ? — Egli ha avuto piu di questo che di quello. — Ha avuto piu pepe che graiio il Turco ? — Egli ha avuto meno di questo che di quello. — Ha avuto qualche cosa il pittore italiano ? — Non ha avuto niente. 102. Ho avuto ragione di scrivere al fratello mio ? — Non ha avuto torto di scrivergli. — Le e doluto il piede ? — ^li c doluto r occhio. — Ha Ella avuto qualche cosa di buono ? — Non ho avuto nulla di cattivo. — Ha avuto luogo ieri la festa da ballo ? — Non ha avuto luogo. — Ha luogo quest' oggi ? — Ha luogo domani. — Quando ha luogo la festa da bailo ? — Ha luogo stas- sera. — Ha avuto luosjo 1' altro ieri ? — Ha avuto luoffo. — A che era ha avuto luogo ? — Ha avuto luogo alle undici. — E Ella andata da mio fratello ? — Vi sono andato. — Quante volte c Ella stata dal mio amico ? — Yi sono stato due volte. — Ya Ella qualche volta al teatro ? — Vi vado qualche volta. — Quante volte c Ella stata al teatro ? — Ci sono stato solamcnte una volta. — E Ella stata qualche volta al ballo ? — Ci sono stato spesso. — E mai andato al ballo il di Lei fratello ? — E^li non ci c mai andato. — E qualche volta andato al ballo il di Lei padre ? — Egli ci e andato altre volte. — Ci e egli andato cosi spesso come Ella ? — Egli ci c andato piii spesso di me. — Yai qualche volta al giardino ? — Ci vado qualche volta. — Ci sei stato spesso ? — • Ci sono stato spesso. — Ya spesso al mcrcato il di Lei vccchic 64 EXEIJCISES CL", CIV. cuoco ? — Ci va spesso. — Ci va cosi spesso come il mio giardi niere? — Ci va piu spesso di lui. — Cio ha avuto luogo ? — Ha avuto luogo ? — Quando ha avuto luogo cio 1 103. E Ella stata altre volte alia festa da ballo ? — Ci sono stato qualche volta. — Quando sei stato al concerto ? — Ci sono stato r altro ieri. — Vi hai trovato qualcuno? — Non ci ho trovato nessuno. — Sei stato al ballo piu spesso dei tuoi fratelli ? — Non ci sono stato cosi spesso come loro. — II di Lei amico e stato spesso alio spettacolo ? — Egli ci e stato molte volte. — Ha Ella avuto fame qualche volta ? — Ho avuto fame spesso. — II di Lei cameriere ha avuto spesso sete ? — Egli non ha mai avuto fame ne sete. — E Ella stata per tempo al teatro ? — Ci sono stato tardi. — Son io stato al ballo cosi per tempo come Ella ? — Ella ci e stata piu presto di me. — Ci e stato troppo tardi il di Lei fratello ? — Egli ci e stato troppo presto. — Hanno avuto qualche cosa i di Lei fratelli 1 — Non hanno avuto niente. — Chi ha avuto i miei bastoni e i miei guanti ? — II di Lei servitore ha avuto gli uni e gli altri. — Ha egli avuto il mio cappello e il mio schioppo ? — Egli ha avuto I'uno e 1' altro. — Hai avuto il mio cavallo, o quello di mio fratello ? — Non ho avuto il di Lei nu quello del di Lei fratello. — Ho avuto il di Lei biglietto, o quello del medico ? — Ella non ha avuto ne 1' uno ne 1' altro. — Che ha avuto il medico ? — Egli non ha avuto nulla. — Ha avuto qualcuno il mio candeliere d' oro ? — Nessuno 1' ha avuto. — Ha avuto qualcuno i miei coltelli d' argento ? — Nessuno li ha avuti. 104. Ha Ella da fare qualche cosa ? — Non ho da fare niente. — Che hai fatto ? — Non ho fatto nulla. — Ho fatto qualche cosa 1 — Ella ha fatto qualche cosa. — Che ho fatto ? — Ella ha strac- ciato i miei libri, — Che hanno fatto i di Lei fanciulli ? — Hanno stracciato i loro vestiti. — Che abbiamo fatto ? — Non hanno fatto nulla ; ma i Loro fratelli hanno abbrucciato ' miei bei libri. — Ha gia fatto il di Lei abito il sarto ? — Non 1 ha ancora fatto. — Ha gia falto i di Lei stivali il di Lei calzolaio ? — Li ha EXERCISE CV. Gj gia fatti. — Ila Ella falto qualclie volta un cappcllo ? — Non nc ho mai fatto. — Ilanno niai scritto dei libri i nostri vicini ? — Ne hanno scritto altre volte. — Quanti abiti ha fatti il di Lei sarto? — Egli ne ha fatti venti, o trenta. — Ha egli fatto buoni, o cattivi abiti ? — Egli ne ha fatto dei buoni e dei cattivi. — Si v. inesso r abito il di Lei padre ? — Egli non se lo vj ancor niesso, ma se lo mette all' istante. — Si c mcsso gli stivali il di Lei fratello ? — Egli se li c messi. — Si sono messi gli stivali e i guanti i nostri vicini ? — Non si sono messi ne questi ne quelli. — Che ha levato il medico ? — Egli non ha levato nulla. — Che cosa si c Ella levato ? — Mi sono levato il mio cappellone. — 1 siioi fanciulli si sono levati i guanti ? — Se li sono levati. — Quando ha avuto luogo il ballo ? — Ha avuio luogo 1' altro ieri — Chi Le ha detto cio ? — Me 1' ha detto il mio scrvitore.— Che Le ha detto il di Lei fratello '? — Non mi ha detto nulla. — Le ho detto cio? — Ella non me I' ha detto. — Gliel'ha detto ecrli ? — Me .'ha detto. — Chi 1' ha detto al di Lei vicino ?— Glielo hanno detto gl' Inglesi. — L' hanno detto ai Francesi ? — L' hanno detto loro. — Chi glielo ha detto ? — II di Lei figlio me r ha detto. — Glielo ha egli detto ? — Egli me 1' ha detto. — Vuol Ella dire cio ai di Lei amici ? — Lo voglio dir loro. 105. E Ella fratello di questo giovine ? — Lo sono. — E di Lei figlio cotesto giovane ? — Lo e. — Sono cosi ricchi come lo dicono i di Lei amici? — Lo sono. — Sono cosi dotti come lo dicono questi uomini ? — Non lo sono. — Spazzate spesso il magazzino? — Lo spazzo cosi spesso che posso. — Ha abbastanza danaro il nostro vicino per comprare del carbone ? — Non lo so. — E stato ieri alia festa da ballo il di Lei fratello? — Non lo so. — E an- dato al mercato il di Lei cuoco ? — Non vi e andato. — E egli malato ? — Lo e. — Sono malato ? — Ella non 1' e. — E Ella cosi grande come io ? — Lo sono. — E Ella cosi stanca come il di Lei fratello ? — Lo sono piu di lui. — Ha Ella scritto un biglict- to ? — Non ho scritto un biglictto, ma un tema. — Che harmo scritto i di Lei fratelli ? — Hanno scritto i loro tcmi. — Quando li hanno scritti ? — Li hanno scritti ieri. — Ha Ella scritto i di Lei temi ^ — Li ho scritti. — Ha scritto i propri il di Lei amico ? 6* 66 EXERCISES CVI, CVIl. — Egli rum li ha ancora scritti. — Quai temi ha scritli il di Lei frateHino ? — Ha scritto i propri. — Ha Ella parlato a mio padre ? — Gli ho parlato. — Quando gli ha Ella parlato? — Gli ho par- lato 1' altro ieri. — Quantc volte ha Ella parlato al capitano 'i — Gli ho parlato molte volte. — Ha Ella parlato spesso a suo figiio ? — Gli ho parlato spesso. — A quali iiomini ha parlato il di Lei amico ? — Egli ha parlato a questi ed a quelli. 106. Ha Ella parlato ai Russi ? — Ho parlato loro. — Le hanno mai parlato gl' Inglesi ? — Mi hanno parlato spesse volte. — Che Le ha detto il Tedesco ? — Mi ha detto i motti. — Quali motti Le ha detti ? — Mi ha detto questi motti. — Che ha Ella da dir- mi 1 — Ho da dirle parecchi motti. — Quali temi ha scritti il vostro amico ? — Egli ha scritto quelli. — Quali uomini avete veduti al mercato ? — Ho visto questi uomini. — Quai libri hanno letto i vostri fanciulli ? — Hanno letto quel che avete prestati loro. — Avete visto questi uomini, o quelli ? — Non ho veduto ne questi ne quelli. — Quali uomini avete visti 1 — Ho visto quelli a cui avete parlato. — Ha Ella conosciuto cotesti uomini ? — Li ho conosciuti. — Quali ragazzi ha conosciuto il di Lei fratello ? — Egli ha conosciuto quelli del nostro mercante. — Ho cono- sciuto questi Francesi ? — Ella non li ha conosciuti. — Quai vino ha bevuto il di Lei servhore ? — Ha bevuto il mio. — Ha Ella veduto i miei fratelli ? — Li ho veduti. — Dove li ha Ella veduti? — Li ho veduti in casa loro. — Ha Ella mai veduto dei Greci ? — Non ne ho mai visti. — Ne ha veduti il di Lei fratello ? — Egli ne ha veduti qualche volta. — Mi chiama Ella ? — La chiamo. — Chi chiama il di Lei padre ? — Lo chiama mio fratello. — Chiami qualcuno ? — Non chiamo nessuno. — Ha Ella gettato via il di Lei cappello ? — Non V ho gettato via. — Getta via qualche cosa il di Lei padre ? — Egli getta via i biglietti che riceve. — Ha Ella gettato via i di Lei chiodi ? — Non li ho gettati via. — Getti via il tuo libro ? — Non lo getto via ; ne ho bisogno (egli mi e d' uopo) per istudiare 1' Italiano. 107. Ove sono andati i di Lei fratelli ? — Sono andati al teatro«— KX Kite I si: cviH. G7 Sono partiii i di Lei ainici ? — Non sono ancora partili. — Quando partono ? — Stassera. — A clie ora ? — Allc novo c mez- zo. — Quando sono vcnuti i ragazzi francesi dal di Lei fratello ? — Ci sono venuti ieri. — I loro amici sono pure vcnuli ? — Sono venuti ancli' essi. — Quulcuno e venuto da noi ? — I buoni Te- deschi sono renuti da noi. — Chi e venuto dagl' Inglcsi ? — Ci sono venuti i Francesi. — Quando ha Ella bevuto del vino ? — Ne ho bevuto ieri e oggi. — Ha portato il mio biglietto il servi- tore ? — L' ha portato. — Dove 1' ha portato ? — L' ha portato al di Lei amico. — Quai biglietti ha Ella portati ? — IIo portato quei ch' Ella mi ha dati da portarc. — Da chi li ha Ella por- tati ? — Li ho portati dal di Lei padr.e. — Quai libri ha presi il di Lei servitore ? — Ha preso quei che Ella non legge. — Hanno aperto i loro magazzini i di Lei mercanti ? — Li hanno &perti. — Quai magazzini hanno aperto ? — Hanno aper!o quei che Ella ha nsti. — Quancto li hanno aperti ? — Li hanno apcrti oggi. — Ha Ella condotto gli stranieri ai magazzini ? — Ce li ho condoiti. — Quai fuochi hanno spenti gli uomini ? — Hanno spento quei che Ella ha scorti. — Hanno ricevuto dei biglietti ? — Ne abbiamo ricevuti. — Quanti biglietti ha Ella ricevuti ? — Ne ho ricevuto solamente uno ; ma mio fratello ne ha ricevuto piu di me : ne ha ricevuto sei. 108. Ov' e il mio abito ? — E sul banco. — Sono sopra il banco i miei stivali ? — Sono sotto. — E sotto il banco il carbone ? — E ncl fornello. — Ha Ella messo del carbone nel fornello? — Cc ne ho messo. — Ha Ella freddo ? — Non ho freddo. — E ncl for- nello il carbone che ho veduto ? — E dentro. — Sono sopra il fornello i miei biglietti ? — Sono dentro. — Non ha Ella avutc paura di abbrucciare i miei biglietti? — Non ho avuto paura d/ abbrucciarli. — Ha Ella mandato il di Jjci ragazzirio al mercato ? — Ce 1' ho mandato. — Quando ce lo ha mandato ? — Stamatlina. — Ha Ella scritto al di Lei padre ? — Gli ho scritio. — Le ha egli risposto ? — Non mi ha per anco risposto. — Fa Ella spazzare il di Lei pavimento ? — Lo faccio spazzare. — Ha Ella fatto spaz- zare il di Lei banco ? — Non 1' ho ancora fatto spazzare, ma in- t«ndo farlo spazzare oggi. — Ha Ella asciugato i di Lei piedi ? 68 EXKRCISES CIX, CX. Si e Ella ascuigati i piedi ?) — Li ho asciugati. (Me li sono asciugati.) — Ove li ha asciugati 1 (Ove se li e asciugati ?) — Li ho (me li sono) asciugati al tappeto. — Ha Ella fatto asciugare i di Lei baiichi ? — Li ho fatti asciugare.— Che asciuga il di Lei servitore? — Asciuga i coltelli. — Ha Ella mai scritto al medico ? — Non gli ho mai scritto. — Le ha egli talvolta scritto? — Mi ha scritto spesso. — Che Le ha scritto ? — Mi ha scritto qualche cosa. — Quante volte Le hanno scritto i di Lei amici 1 — Mi hanno scritto piu di venti volte. — Ha Ella visto i miei figli ? — Non li ho mai veduti. 109. Ha Ella mai visto dei Greci ? — Non ne ho mai veduti. — Ha Ella oria veduto un Siriaco ? — Ne ho gia veduto uno. — Dove ne ha visto uno ? — Al teatro. — Ha Ella dato il libro a mio fratello ? — Gliel' ho dato. — Ha Ella dato del danaro al mer- cante ? — Gliene ho dato. — Quanto gliene ha dato ? — Gli ho dato quattordici scudi. — Ha Ella dato dei nastri d' oro ai fan- ciulli dei nostri vicini ? — Ne ho dati loro. — Vuoi darmi del vino ? — Gliene ho gia dato. — Quando me ne hai dato? — Gliene ho dato altre volte. — Vuoi darmene adesso ? — Non posso dar- gliene ; non ne ho. — Le ha prestato danaro 1' Americano ? — Me ne ha prestato. — Gliene ha prestato spesso ? — Me ne ha prestato qualche volta. — Le ha mai prestato danaro 1' Italiano ? — Non me ne ha mai prestato. — E egli povero 1 — Non e po- vero ; e piu ricco di Lei. — Vuoi Ella prestarmi uno scudo ? — Voglio prestarglione due. — II di Lei ragazzo e venuto dal mio ? — Ci e venuto. — Quando? — Questa mattina. — A che ora ? — Per tempo. — E egli venuto piu presto di me ? — A che ora e Ella venuta ? — Sono venuto alle cinque e mezzo. — Egli e ve- nuto piu presto di Lei. 110. Ha avuto luogo il concerto ? — Ha avuto luogo. — Ha avuto luogo tardi? — Ha avuto luogo per tempo. — A che ora? — A mezzo giorno. — A che ora ha avuto luogo la festa da ballo ? — • Ha avuto luogo a mezza notte. — Impara a scrivere il di Lei fratello ? — Impara. — Sa egli leggere ? — Non lo sa per anco.— F.xF.ucisn CXI. GO Conoscc Ella il F'rancese clic conosco io ? — Non conosco qiiello chc conosce Ella, ma nc conosco un altro. — Conosce il di Lei amico i mcdcsimi morcanti chc conosco io ? — Non conoscc i mcdcsimi, ma nc conoscc dcgli altri. — Ila Ella mai lalto raccomodare il di Lei abito ? — Lo ho fatto raccomodarc qualche volta. — Hai gia falto rasscltarc i tuoi stivali ? — Non li ho fatti per anco rassettare. — Ila fatto rassettarc qualche volta i suoi iriubbetti il di Lei fratello ? — Li ha fatti rassettarc al- cune volte. — Hai fatto rassettare il tuo cappello, o il tuo giub- betto? — Non ho fatto rassettare ne 1' uno nc 1' altro. — Ha Ella fatto rassettare i di Lei giianti, o i di Lei fazzolclli ? — Non ho f\itto raccomodarc ne gli uni ne gli altri. — Ha fatto fare qual- che cosa il di Lei padre 1 — Non ha fatto far nulla. — Avete cercato i miei guanti ? — Li ho cercati, — Ovq li avete cercati ? — Li ho cercati sul letto, e li ho trovati sotto. — Avete trovato i miei bidietti nel fornello ? — Ce li ho trovati. — Avete trovato O i miei stivali sotto il letto ? — Li ho trovati sopra. — Quanto tempo e Ella stata in quel paese 1 — Ci sono stato due anni. — 11 di Lei padre e rimasto molto tempo alia festa da ballo ? — Ci e rimasto solamente parecchi minuti. in. ]\Ii promette Ella di venire alia festa da ballo ? — Glielo pro- metto. — Le ho promesso qualche cosa ? (Vi ho promesso qualcosa?) — Ella non mi ha promesso nulla. — Che Le ha promesso mio fratello ? — Egli mi ha promesso un bel libro. — L'ha Ella ricevuto ? — Non ancora. — Mi da Ella (mi date) cio che mi ha (avete) promesso ? — Glielo do. — Ha ricevuto molto danaro il di Lei amico? — Non ne ha quasi ricevuto. — Quanto ha ricev-uto ? — Ha ricevuto solamente uno scudo. — Quanto da- naro ha Ella dato a mio figlio ? — Gli ho dato trenta franchi. — Non gli ha Ella promesso di piu ? — Gli ho dato cio che gli ho promesso. — Ha Ella del danaro italiano ? — Ne ho. — Che da- naro ha Ella? — Ho dcgli zecchini, degli scudi, delle lire, e doi soldi. — Quanti scudi fa uno zecchino d' oro ? — Uno zcc- chino d' oro fa quattro scudi. — Ha EUa danaro francese ? — Ne ho; ho danaro francese c italiano. — Chc danaro francese ha Ella? — Ho dei franchi, doi soldi, v dci ((ulcsiiiii. — (guanti 70 EXERCISE CXII. soldi fa im franco ? — Un franco fa vcnti soldi (o venti soldi fanno un franco). — Ha Ella dei centesimi ? — Ne ho alcuni. — ■ Quanti centesimi ci vogliono per fare un soldo ? — Cinque. — E quanti centesimi ci vogliono per fare un franco ? — Cento. — ■ Vuol Ella prestarmi il suo abito ? — Voglio prestarglielo, ma e logoro. — Sono logori i di Lei stivali ? — Non sono logori. — Vuol Ella prestarli a mio fratello ? — Voglio prestarglieli. — A chi ha Ella prestato il di Lei cappello ? — Non 1' ho presta\o , r ho regalato a qualcuno. — A chi 1' ha Ella regalato ? — L' ho regalato a un povero. 112. Sa gia compitare il di Lei fratellino ? — Lo sa. — Compita bene ? — Compita bene. — Come ha compitato il di Lei fratel- lino ? — Egli ha compitato cosi cosi. — Come hanno scritto i loro temi i di Lei fanciulli ? — Li hanno scritti male. — Le ha pres tato i suoi guanti il mio vicino I — Egli ha ricusato di prestar- meli. — Sa Ella lo spagnuolo ? — Lo so.^ — Parla italiano il di Lei figlio 1 — Lo parla bene. — Come parlano i di Lei amici ? — Non parlano male. — Ascoltano cio ch' Ella dice loro ? — L'as- coltano. — Come hai imparato 1' inglese ? — L' ho imparato in • questa maniera. — Mi ha Ella chiamato ? — Non 1' ho chiamata, ma ho chiamato il di Lei fratello. — E egli venuto ? — Non ancora. — Ove ha Ella bagnato i di Lei abiti ? — Li ho bagnati nel giardino. — Vuole Ella metterli ad asciugare ? — Li ho gia messi ad asciugare. — Vuol darmi da far qualcosa il gentiluo- mo ? — Egli vuol darle da far qualche cosa. — Quanti anni ha Ella ? — Ho appena diciott' anni. — Che eta ha il di Lei fratello ? — Esli ha venti anni. — E Ella cosi avanzata in eta come lui ? — Non sono cosi attempato. — Quanti anni hai ? — Ho circa do- dici anni. — Sono io piu giovane di Lei ? — Non so. — Quanti anni ha il nostro vicino ? — Egli non ha tutt' aflfatto trent' anni. — Sono cosi giovani come noi i nostri amici ? — Eglino sono mag- giori di noi. — Quanti anni hanno eglino ? — L' uno ha dicianovo anni e 1' altro venti. — E cosi vecchio come il mio il di Lei Dadre ? — E piu vecchio del di Lei. ' EXERCISES CXIII. CXIV. 71 113. Ha Ella letlo il mio libro ? — Non V ho ancora letto tult' aflatto. — II di Lei amico ha finito i suoi libri ? — Li ha quasi finiti. — Mi capisce Ella ? — La capisco. — II Francese ci capiscc ? — E'^li ci capisce. — Capiscono cio chc diciamo loro ? — Lo ca- pimno. — Capisci 1' italiano ? — Non lo capisco ancora, ma Tiin- paro. — Capiamo gl' Inglesi ? — Non li capiamo. — Ci capiscono III' Innlcsi ? — Ci capiscono. — Li capiamo noi ? — Li capiamo appena. — Intende Ella dello strepito ? — Non intendo niente. — Ha Ella inleso lo strepito del vento ? — L' ho inteso. — Che in- tende Ella ? — Intendo il latrato del cani. — Di chi e questo cane ? — E il cane dello Scozzese. — Ha Ella perduto il di Lei bastone ? — Non 1' ho perduto. — Ha perduto i miei biglielti il di Lei servitore ? — Li ha perduti. — E Ella stata alia festa da hal- lo ? — Non ci sono stato. — Ove e Ella rimasta ? — Sono rimasto in casa. — Ove sono rimasti i gentiluomini ? — Sono rimasti nel o-iardino. — II di Lei padre ha perduto tanto danaro quanto me ? — Egli ne ha perduto piii di Lei. — Quanto ho perduto io ? — Ella ha perduio appena uno scudo. — Sono rimasti alia festa da ballo i di Lei amici ■ — Ci sono rimasti. — Sa Ella quanto il medico inglese ? — Non so quanto lui. — Quanti libri ha Ella letto ? — Ne ho letto quasi due. — Aspetta Ella qualcuno 1 — Non aspetto nessuno. — Aspetta Ella 1' uomo che ho veduto stamane ? • — L' aspetto. — Aspetti il tuo libro ? — L' aspetto. — Aspetta Ella il di Lei padre stassera ? — Lo aspetto. — Aspetta Ella degli amici ? — Ne aspetto alcuni. — Ove e il di Lei fratellino ? — E andato col signore. — E egii andato seco alio spettacolo 1 — Egli ci e andato con lui. 114. Perchu non beve ? — Non bevo, perche non ho sete. — Perche raccatta Ella questo nastro ■ — Lo raccatto perche ne ho biso- gno (perche ne ho d' uopo.) — Perche presta Ella danaro a quest' uomo ? — Gliene presto perche ne ha bisogno (perche gliene e d'uopo.) — Perche studia il di Lei fratello ? — Studia. perche vuol imparare il francese. — Ha gia bevulo il di Jioi cu- gino ? — I^on ha ancor bevulo, perche non ha ancor avuto sete. — liO fa vcdere il pavimento chc spazza il servitore ^ — Egli non 72 EXERCISE CXV. mi fa vedere qiiello clic spazza adesso, ma quello clie ha spaz- zato ieri. — Perche ama Ella quest' uomo ? — L' amo perche e biiono. — Perche batte il suo cane il di Lei vicino ? — Perche ha morso il suo ragazzo. — Perche ci amano i nostri amici 1 — Ci amano perche siamo buoni. — Perche mi porta Ella del vino ? — Gliene porto perche Ella ha sete. — Perche beve il marinaio ? — Beve perche egli ha sete. — Vede Ella il marinaio che e sul bastimento ? — Non vedo quello che e sul bastimento, ma quello che e al mercato. — Legge Ella i libri che Le ha dati il padre mio ? — Li leggo. — Li capisce ? — Li capis.co cosi cosi. — Conoscono Elleno gl' Italiani che conosciamo noi 1 — Non conosciamo quelli che conoscono Elleno, ma ne conoscia- mo degli altri. — Assetta il calzolaio gli stivali ch' Ella gli ha mandati ? — Non li assetta perche non sono piu buoni. 115. E ritornato dal mercato il di Lei servitore ? — Non ne e per anco ritornato. — A che ora e ritornato dal ballo il di Lei fra- tello ? — Ne e ritornato al tocco dopo mezza notte. — A che ora sei ritornato dalla casa del tuo amico ? — Ne sono ritornato air undici antimeridiane. — Sei stato molto tempo seco ? — Sono restato seco un' ora incirca. — Quanto tempo pensa Ella restare al ballo ? — Penso restarci qualche minuto. — Quanto tempo e restato con Lei il Francese ? — Egli e restato meco durante due ore. — Quanto tempo sono restati i di Lei fratelli nella cit- ta ? — Ci sono restati durante 1' inverno. — Pensa Ella restare molto tempo con noi 1 — Penso stare con loro (seco loro) du- rante Testate. — Quanto Le devo ? — Ella non mi deve molto.— Quanto deve Ella al di Lei sarto ? — Gli devo ottanta zecchini. — Quanto devi al tuo calzolaio 1 — Gli devo gia ottanta cinque zecchini. — Le devo qualche cosa ? — Ella non mi deve niente. — Quanto Le deve 1' Inglese ? — Egli mi deve piu di Lei. — Debbono gl' Inglesi quanto gli Spagnuoli ? — Non tutt' affatto. — Le devo quanto mio fratello ? — Ella mi deve piu di lui. — I nostri amici Le debbono quanto noi ? — Essi mi debbono meno di Loro. — Quanto Le debbono ? — Essi mi debbono due cento cinquanta zecchini. — Quanto Le dobbiamo ? — Mi debbono 'dovetc) trc cento zecchini. EXERCISES CXVI, CXVII. 73 116. Perche da Ella del danaro al mercante ? — Glienc do, perche mi ha venduto qualclic cosa. — Ovc dcvc Ella andare ? — Devo andare al mercato. — Deve venir qui oggi il di Lei amico ? — Egli deve venir qui. — Quando deve cgli venir qui ? — Egli devc venir qui quanto prima. — Quando debbono andare i nostri figli alio spettacolo ? — Eglino debbono andarvi stassera. — Quando devono ritornarne ? — Eglino devono ritornarne alle dieci o mezzo. — Quando deve Ella andare dal medico ? — Devo an- darci alle dieci pomeridiane. — Quando deve ritornare dalla casa del pittore il di Lei figlio ■ — Egli deve ritornarne alle cinque pomeridiane. — Ove sta Ella ? — Sto via di Rivoli, numero qua- ranta sette. — Ove alloggia il di Lei padre? — Alloggia dal suo amico. — Ove alloggiano i di Lei fratelli? — Alloggiano nella contrada Guglielmo, numero cento venti. — Stai da tuo fratello ? — Sto da lui. — Sta Ella ancora dove e stata dapprima ? — Sto ancora la. — II di Lei amico sta ancora dove e stato altre volte ? — Egli non ista piu ove e stato altre volte. — Ove alloggia ades- so 1 — Alloggia da suo padre (in casa di suo padre.) 117. Fino a quando ha Ella scritto? — Ho scritto fino a mezza notte. — Fino a quando ho lavorato ? — Ella ha lavorato fmo alle quattro del mattino. — Fino a quando e restato con Lei mio fratello ? — Egli e restato meco fino alia sera. — Fino a quando hai lavorato ? — Ho lavarato fino adesso. — Hai ancora da scri- vcre molto? — IIo da scrivere fino a posdomani. — II medico ha ancora da lavorare lungo tempo ? — Ha da lavorare insino a domani. — Devo restar qui molto tempo ? — Ella deve restarci fino a domenica. — Deve restare molto tempo con Loro mio fratello ? — Egli deve restare con noi fino a luncdi. — Quanto tempo dobbiamo lavorare ? — Debbono lavorare fino a posdo- mani. — Ha Ella ancora molto tempo da parlarc ? — Ho ancora un' ora da parlare. — Ha Ella parlato molto tempo ? — IIo par- lato fino all'indomane. — E Ella restata molto tempo al mio banco ? — Ci sono restato fino a questo momcnto. — Ha Ella an- cora molto tempo da stare dal Franccsc ? — IIo ancora moltc 7 74 EXERCISE CXVIII. tempo (la stare da lui. — Fino a quando deve Ella stare da lui ^ — Fino a martedi. — II servitore ha spazzato i miei abiti 1 — Li ha spazzati. — Ha cgli spazzato (scopato) il pavimento ? — Egli I'ha spazzato (scopato.) — Fino a quando e egli restato qui? — Fino a mezzo giorno. — II di Lei amico sta ancora da Lei ? — Egli no ista piu da me. — Quanto tempo e egli stato da Lei?— - E stato da me solamente un' anno. — Fino a quando e Ella re- stata al ballo ? — Ci sono restato fino a mezza notte. — Quanto tempo e Ella restata sul bastimento ? — Ci sona restato un' ora. — E Ella restato nel giardino fino adesso ? — Ci sono restato fino ad ora. 118. Che fa Ella la mattina? — Leggo. — Ed allora che fa Ella? — Fo colazione e studio. — Fa Ella colazione prima di leggere ? — No, Signore, leggo prima di far colazione. — Giuochi invece di studiare ? — Studio invece di giuocare. — Va alio spettacolo tuo fratello, in luogo d' andare al giardino ? — Egli non va alio spettacolo ne al giardino. — Che fa Ella la sera ? — Studio.- - Che hai fatto stassera ? — Ho spazzato i suoi vestiti e sono stato al teatro. — Sei restato lungo tempo al teatro ? — Ci sono restato solamente parecchi minuti. — Vuol Ella aspettare qui? — Fino a quando devo aspettare ? — Ella deve aspettare fino al ritorno di mio padre. — Qualcuno e venuto ? — E venuto qualcuno. — Che hanno voluto ? — Hanno voluto parlarle. — Non hanno volu- to aspettare ? — Non hanno voluto aspettare. — Mi ha Ella as- pettato molto tempo? — L'ho aspettata due ore. — Ha Ella po- tuto leggere il mio biglietto ? — L'ho potuto leggere. — L'ha Ella capito ? — L' ho capito. — L' ha Ella mostrato a qualcuno ? — Non l'ho mostrato a nessuno. — Sono stati portati i miei bei vestiti? — Non sono stati ancora portati. — Hanno spazzato (scopato) il mio pavimento e spazzolato i miei vestiti ? — Hanno fatto r uno e 1' altro. — Che e stato detto ? — Non e stato detto niente. — Che hanno fatto? — Non hanno fatto nulla. — Ha com- pitato il di Lei fratellino ? — Non ha voluto compitare. — II ra- gazzo del mercante ha voluto lavorare ? — Non ha voluto. — • Che ha egli voluto fare ? — Non ha voluto far niente. EXERCISES CXIX, CXX. 75 119. II calzolaio ha potuto raccomoJare i mici stivali ? — Non lia poluto raccomodarli. — Pcrcliu iion ha potulo raccomodarli ? — • Percho non lia avuto tempo. — Si sono potuti trovarc i iniei bottoni d' oro ? — Non si sono potuti trovare. — Perche il sarlo non ha raccomodato il mio abito ? — Perche non ha del buon filo. — Perche ha Ella battuto il cane ? — Perche mi ha morso. — Perche beve ? — Perche ho sete. — Che si e voluto dire ? — Non si e voluto dire niente. — Si e detto qualche cosa di nuo- vo ? — Non si e detto niente di nuovo. — Che dicono di nuovo al mercato ? — Non dicono niente di nuovo. — Ilanno voluto am- mazzare un'uomo ? — Hanno voluto ammazzarlo. — Credono cio ? — Non lo credono. — Parlano di cio ? — Ne parlano. — Parlano dell'uomo che e stato ammazzato ? — Non ne parlano. — Si pu6 fare cio che si vuole ? — Si fa cio che si puo ; ma non si fa cio che si vuole. — Che hanno portato ? — Hanno portato il di Lei nuovo abito. — II mio servitore ha spazzato i miei buoni tappeti ? — Non li ha ancora spazzati. — Ha Ella comprato un nuovo ca- vallo ? — Ho comprato due nuovi cavalli. — Quanti begli alberi ha Ella veduti ? — Ho veduto solamente un bell' albero. — Ha Ella veduto \m bell'uomo ? — Ho veduto parecchi begli uomini. —Ha Ella un nuovo amico ? — Ne ho diversi. — Ama Ella i suoi nuovi amici ? — Li amo. 120. Fin dove ha Ella viaggiato ? — Ho viaggiato fino in Germa- nia. — Ha egli viaggiato fmo in Italia ? — Ha viagijiato fino in America. — Fin dove sono andati gli Spagnuoli ? — Sono andati fino a Londra. — Fin dove e venuto questo povero uomo ? — E vcnuto fin qui. — E egli venuto fino da Lei ? — E venuto fin da mio padre (fino a casa di mio padre.) — Le e stato rubalo qual- cosa ? — Mi e stato rubato tutto il buon vino. — Hanno portato via qualcosa al di Lei padre ? — Gli hanno portato via tutti i suoi buoni libri. — Rubi qualche cosa ? — Non rubo niente. — Hai mai portato via qualche cosa ? — Non ho mai portato via niente. — Le sono staii rubati i di Lei buoni vcstiti ? — Essi mi sono stali rubati. — Che mi hanuo rubalo ' — Le haimo rubato 76' ~ EXERCISE CXXI tutti i buoni libri. — Quando Le lianno rubato il danaro ? — Me lo hanno rubato 1' altro ieri. — Ci hanno mai rubato qualcosa ?— Non ci hanno mai rubato niente. — Fin dove ha Ella voluto an- dare ? — Ho voluto andare fino al bosco. — E Ella andata fin la ? — Non sono andato fin la. — Fin dove vuole andare il di Lei fratello ? — Yuole andare fino in fondo di quella via. — Fin dove arriva il vino ? — Arriva fino al fondo della botte. — Ove vai ? — Vado al mercato. — Fin dove andiamo ? — Andiamo fino al tea- tro. — Vai fino al pozzo ? — Vado fino al cabtello. — Ha bevuto tutto il vino i legnaiuolo ? — L'ha bevuto tutto. — Ha stracciato tutti i suoi libri il suo ragazzino ? — Li ha stracciati tutti. — Perche li ha stracciati ? — Perche non vuole studiare. 12L Quanto ha Ella perduto 1 — Ho perduto tutto il mio danaro. — Sa Ella ove e mio padre ? — Non lo so. — Non ha Ella veduto il mio libro ? — Non I'ho veduto. — Sa Ella come si scriva questo motto ? — Si scrive cosi. — Tinge Ella qualche cosa ? — Tingo il mio cappello. — Come lo tinge Ella ? — Lo tingo nero. — Come tinge Ella i di Lei abiti ? — Li tingo giallo. — Fa Ella tingere il di Lei baule ? — Lo faccio tingere. — Come lo fa Ella tingere 1 — Lo faccio tingere verde. — Come fai tingere i tuoi guanti 1 — Li faccio tingere turchino. — II di Lei ragazzo fa tin- gere il suo nastro ? — Lo fa tingere. — Lo fa tingere rosso ? — Lo fa tingere grigio. — Come hanno fatto tingere i loro abiti i di Lei amici 1 — Li hanno fatti tingere verdi. — Come hanno fatto tingere i loro cappelli gl' Italiani ? — Li hanno fatti tingere bruni. — Ha Ella un cappello bianco ? — Ne ho uno nero. — Qual cappello ha il gentiluomo ? — Ha due cappelli ; uno bianco e uno nero. — Che cappello ha 1' Americano ? — Ha un cappello tondo. — Ho un cappello bianco ? — Ella ha diversi cappelli bi- anchi e neri. — II di Lei tintore ha giatinto il di Lei panno ? — L'hatinto. — Come V'ha egli tinto ? — L'ha tinto verde. — Vi- aggia Ella qualche voita ? — Viaggio spesso. — Ove pensa Ella andare quest' estate ? — Penso andare a Parigi. — Non va Ella in Italia ? — Ci vado. — Hai qualche volta viaggiato ? — Non ho mai viaggiato. — Hanno voglia d' andare in Olanda i di Lei EXERCISES CXXH, CXXIH. 77 amici ? — Ilanno voglia d'andarvi.- Quando intendono partire ? — Intendono partire dopo domani. 122. E giiv andato in Ispagna il di Lei fratello ? — Non ci c per anco andato. — Ha Ella viaggiato in Ispagna ? — Ci ho viaggi- ato. — Quando parte Ella ? — Parto domani. — A che ora ? — Alle cinque del mattino. — Ha Ella logorato tutti i di Lei stivali ? — Li ho logorati tutti. — Che hanno fatto gli Spagnuoli ? — Hanno abbrucciato tutti i nostri buoni bastimenti. — Ha Ella finito tutti i di Lei temi ? — Li ho finiti tutti. — Fin dove e venuto il Fran- cese ? — E venuto fino nel mezzo della via. — Ove abita il di Lei amico ? — Egli abita al di qua della via. — Ove e il di Lei magazzino ? — E al di la della via. — Ove e il banco del nostro amico ? — E al di la del teatro. — II giardino del di Lei amico e al di qua, o al di la del bosco ? — E al di la. — Non e al di qua della via il nostro magazzino ? — E al di qua. — Ove e Ella sta- ta stamane ? — Sono stato al castello. — Quanto tempo e restata nel castello ? — Ci sono stato un'ora. — II di Lei fratello e dis- sopra o abbasso ? — E dissopra. — Fin dove ha portato il mio baule il di Lei servitore ? — L' ha portalo jfino al mio magaz- zino. — E egli venuto fino a casa mia (da me ?) — E venuto fin la. — Fin dove arriva il tappeto verde ? — Arriva fino al canto dal banco. — E Ella stata in Francia ? — Yi sono stato parecchie volte. — Sono sik stati in Gerinania i di Lei fanciuUi ? — Non ci sono per anco stati, ma penso mandarveli nella primavera. — Vuole Ella andare al di qua, o al di la della via ? — Non vo- glio andare al di qua nc al di la ; voglio andare nel mezzo della via. — Fin dove conduce questa via ? — Conduce fino a Lon- dra. 123. E d' uopo andare al mercato ? — Non e d' uopo andarvi. — Che Le e d' uopo comprare ? — Mi e d' uopo comprar del manzo. — Mi c d' uopo andare a cercare del vino ? — Le e d' uopo andarnc a cercare. — Debbo andare alia festa da ballo ? — Le c d' uopo andarci. — Quando mi c d' uopo an- darci? — Le c d' uopo andarci questa sera. — Devo andare a 7* 78 EXERCISE CXXIV. cercaro il legnaiuolo ? — Bisogna andarlo a cercare. — Che ^ d' uopo (che bisogna) fare per imparare il russo ? — E d' iiopo (bisogna) studiar molto. — Bisogna stiidiar molto per imparare il tedesco ? — Bisogna studiar molto. — Che mi bisogna fare ? — Le bisogna comprare un buon libro. — Che deve eglifare? — Gli e d' uopo restar quieto. — Che dobbiamo fare 1 — E Loro d' uopo lavorare. — Le abbisogna studiar molto per imparare r arabo ? — Debbo studiar molto per impararlo. — Perche mi bisogna andare al mercato ? — Deve andarvi per comprare del manzo e del vino. — Mi e d' uopo andare in qualche luogo 1 — Ti e d'uopo andare al giardino. — Mi e d' uopo mandar a cercare qualche cosa? — Ti e d'uopo man-lare a cercare del vino. — Che mi bisogna fare ? — De^ e scrivere un tema. — A chi mi e d' uopo scrivere un biglietto ? — Le e d' uopo scriverlo al di Lei amico. — Che Le e d' uopo, Signore 1 — Mi e d' uopo del panno. — Quanto vale questo cappello ? — Vale quattro scudi. — Le abbisognano degli stivali ? — Me ne abbisognano. — Quanto valgono questi stivali? — Valgono venti lire. — Non Le e d' uopo che cio ? — Non mi e d' uopo che cio. — Non Le ab- bisognano guanti ? — Non me ne abbisognano. — Ti e d' uopo molto danaro ? — Me n' e d' uopo molto. — Quanto ti e d' uopo ?— Mi e d' uopo cinque zecchini. — Quanto abbisogna al di Lei fratello? — Gli abbisognano solamente sei franchi. — Non gli abbisogna di piii ? — Non gli abbisogna di piu. — Abbisogna di piii al di Lei amico 1 — Non gli e d' uopo tanto quanto a me. — Che Le e d' uopo ? — Mi e d' uopo danaro ed abiti. — Ha Ella adesso cio che Le abbisogna ? — Ho cio che mi abbisogna. — [1 di Lei padre ha cio che gli e d' uopo ? — Ha cio che gli e d' uopo. 124. I fanciulli del vicino Le hanno reso i di Lei libri ? — Me li hanno resi. — Quando glieli hanno resi ? — Me li hanno resi ieri. — II di Lei ragazzino ha ricevuto un regalo ? — Ne ha ricevuti parecchi. — Da chi ne ha ricevuto ? — Ne ha ricevuto da mio padre e dal di Lei. — Ha Ella ricevuto dei regali ? — Ne ho ricevuti. — Quai regali ha Ella ricevuti ? — Ho ricevuto lei bei regali — Yiene Ella dal giardino? — Non vengo dal EXERCISE CXXV. 7S giardino, ma dal magazzino. — Ovc va Ella I — Vado al giardi- no. — D' ondo vicne V Irlandese ? — Viene dal giardino. — V^iene egli dal giardino dal quale viene Ella ?- Egli non viene dal medesimo. — Da qual giardino viene egli ? — Viene da quello del nostro vccchio amico. — Da dove viene il nostro ragazzo? — Vicne dallo spettacolo. — Quanto puo valcre qucsto cavallo ? — Puo valere cinque cento scudi. — Vale questo libro quanto cotesto ? — Val piu. — Quanto vale il mio fucile ? — Vale quanto quello del di Lei amico. — I di Lei cavalli valgono quanto quelli degl' Inglesi ? — Non valgono tanto. — Quanto vale questo roltello ? — Non vale niente. 125. II di Lei servitore vale quanto il mio ? — Val piu del di Lei. — Vale Ella quanto il di Lei fratello ? — Egli vale piu di me. — Vali quanto il tuo amico ? — Valgo altrettanto. — Vagliamo quanto i nostri vicini ? — Vagliamo piu di loro. — II di Lei om- brello vale quanto il mio "? — Non vale altrettanto. — Perchc non vale quanto il mio ? — Perche non e cosi bello come il di Lei. — Quanto vale questo fucile ? — :Non val molto. — Vuol Ella vendere il di Lei cavallo ? — Voglio venderlo. — Quanto vale ? — Vale due cento scudi. — Vuol Ella comprarlo ? — Ne ho gia comprato uno. — II di Lei padre pensa comprare un caval- lo ? — Pensa comprarlo, ma non il di Lei. — Hanno incominciato i loro temi i di Lei fratelli? — Li hanno incominciati. — Hanno ricevuto i loro biglietti ? — Non li abbiamo per anco ricevuti. — Abbiamo cio che ci e d' uopo ? — Non abbiamo cio che ci e d' uopo ? — Che ci c d' uopo ? — Ci e d' uopo bei cavalli, diversi servitori, e molto danaro. — Non ci e d' uopo che cio ? — Non ci c d' uopo che cio. — Che debbo fare ? — Le c mestieri scriverc. — A chi mi e d' uopo scrivere ? — Le e d' uopo scriverc al di Lei amico. — Ove e egli ? — E in America. — Ove debbo andare ? — Puo andare in Francia. — Fin dove mi e d' uopo andare ? — Puo andare fino a Parigi. — A quai biglietti ha risposto il di Lei fratello ? — Egli ha risposto a quelli dei suoi amici. — Quai cani lianno battuto i di Lei servitori ? — Hanno battuto quelli che hanno fatto molto strepito. 80 EXERCISES CXXVI, CXXVII. 126. Ha Ella pagato il fucile ? — L' ho pagato. — II di Lei zio ha pagato i libri ? — Li ha pagati. — Ho pagato gli abiti al sartore ? — Ella glieli ha pagali. — Hai pagato il cavallo al mercante ? — ■ Non gliel' ho ancor pagato. — Abbiamo pagato i nostri guanti ? — Li abbiamo pagati. — Ha gia pagato il di Lei cugino i suoi stivali ? — Non li ha ancor pagati. — Le paga cio che Le deve niio fratello ? — Me lo paga. — Paga Ella cio che deve ? — Pago ciu che debbo. — Ha Ella pagato il fornaio ? — L' ho pagato. — II di Lei zio ha pagato il manzo al macellaio 1 — Glielo ha pa- gato. — Chi ha rotto il mio coltello ? — L' ho rotto io dope aver tagliato il pane. — II di Lei figlio ha rotto i niiei bicchieri ? — Li ha rotti dopo aver bevuto il vino. — Qiiando ha rotto il mio lemperino il di Lei cugino 1 — L' ha rotto dopo aver scritto i suoi biglietti. — Ha Ella pagato il vino al mercante dopo averlo bevuto? — L'ho pagato dopo averlo bevuto. — Che ha Ella fatto dopo aver finito i di Lei temi ? — Sono stato da mio cugino per condurlo al teatro. — Come parlo ? — Ella parla benissimo. — Come ha scritto i suoi temi mio cugino ? — Li ha scritti a per- fezione. — Come hanno fatto il dover loro i miei fanciulli ? — • L'hanno fatto bene. — Fa il suo dovere costui ? — Lo fa sempre. — Questi uomini fanno il loro dovere ? — Lo fanno sempre. — Fa Ella il di Lei dovere ? — Faccio cio che posso. — Che domanda a costui ? — Gli domando del danaro. — Che mi domanda questo ragazzo? — Le domanda del danaro. — Mi domanda Ella qual- che cosa ? — Le domando uno scudo. — Mi domanda Ella il pane ? — Glielo domando. — A quale uomo domanda Ella del danaro ? — Ne domando a quello cui Ella ne domanda. — A quai mercanti domanda Ella dei guanti ? — Ne domando a quelli che stanno nella contrada Guglielmo. — Che domanda Ella al for- naio ? — Gli domando del pane. 127. Domanda Ella del manzo ai macellai ? — Ne domando loro. — Mi domandi il bastone ? — Te lo domando. — Ti domanda egli il libro ? — Me lo domanda. — Che ha Ella domandato all' In- glese ? — Gli ho domandato il mio baule di cuoio. — Glielo ha EXERCISE CXXVIII. 81 dato ? — Mc 1' ha date. — A clii ha Ella domandato dcUo ziic- chero ? — Nc ho domandato al mcrcante. — A chi paga i suoi stivali il di Lei fratello ? — Li paga al calzolaio. — A chi ahbia- mo pagato il pane? — L' abbianio pagato ai nostri fornai. — Quanti anni hai ? — Non ho ancora dieci anni. — Impari gia il Trancese ? — L' imparo di gia. — Sa il tedcsco tuo fratello ? — Non lo sa. — Perche non lo sa ? — Perche non im avuto tempo d'im- pararlo. — E in casa il di Lei padre ? — No, Signore, e partito ; ma mio fratello e in casa. — Ovc e andato il di Lei padre ? — E andato in Inghilterra. — Ci c Ella stataqualche volta ? — Non ci sono mai stato. — Pensa Ella andare in Francia quest' estate ? — Penso andarci. — Pensa Ella rimanerci molto tempo? — Pen- so rimanerci durante Testate. — Fino a quando rimane in casa il di Lei fratello ? — Fino a mezzo giorno. — Ha Ella fatto ti- gnere i di Lei guanti ? — Li ho fatti tignere. — Come li ha Ella fatti tingere ? — Li ho fatti tignere gialli. — Ha Ella gia desi- nato ? — Non ancora. — A che ora desina Ella 1 — Desino alle sei. — Da chi (in casa di chi) desina Ella ? — Desino da un mio amico (in casa di un mio amico). — Da chi ha Ella desinato ieri ? — Ho desinato da un mio parente. — Che hanno mangiato ? — Abbiamo mangiato buon pane, buon manzo e pasticcini. — Che hanno bevuto ? — Abbiamo bevuto buon vino ed eccellente cidro. — Ove desina oggi il di Lei zio ? — Desina da noi (in casa nostra). — A che ora cena il di Lei padre ? — Egli cena alle nove. — Cena Ella piu presto di lui ? — Ccno piu tardi di lui. 128. Ove 'a Ella ? — Vado da un mio parente, per desinare con lui. — Vuoi tenere i miei guanti ? — Yoglio tenerli. — Chi ticne il mio cappello ? — Lo tiene il di Lei figlio. — Tieni il mio bas- tone ? — Lo tengo. — Tiene Ella qualche cosa ? — Tengo il di Lei schioppo. — Chi ha tenuto il mio libro ? — L' ha tenuto il di Lei servitorc. — Vuol Ella provare aparlare? — Yoglio provare. — II di Lei fratellino ha egli mai provato a fare dei tcmi ? — Ha provato. — Ha Ella mai provato a far un cappello ? — Non ho mai provato a farlo. — Chi cerca Ella ? — Cerco ruomo che mi ha vcnduto un cavallo. — II di Lei parente cerca qualcuno ? — Cerca un suo amico. — Ccrchiamo (qualcuno? — Ccrchiamo un 82 KXERCISE CXXIX. nostro vicino. — Chi cerchi ? — Ccrco un nostro amico. — Cerca Ella un mio servitore ? — No, Signore, cerco uno dei miei. — Ha Ella provato a parlarc al di Lei zio ? — Ho provato a par- largli. — Ha Ella provato a vedere mio padre ? — Ho provato a vedcrlo. — L' ha egli ricevula. — Non mi ha ricevuto. — Ha egli ri- cevuto i di Lei fratelli ? — Li ha ricevuti. — Ha Ella potuto vedere il di Lei parente ? — Non ho potuto vederlo. — Che ha Ella fatto dopo aver iscritto i suoi temi ? — Ho scritto il mio biglietto dopo aver iscritto i niiei temi. — Di chi domanda Ella ? — Domando del sarto. — Doma,nda di qualcuno costui ? — Domanda di Lei. — Si domanda di Lei ? — Si domanda di me. — Si domanda di me ? — Non si domanda di Lei, ma di un di Lei amico. — Domanda Ella del medico ? — Domando di lui. — II di Lei fratellino die domanda ? — Domanda un pezzetto di pane. — Non ha egli ancor fatto colazione ? — Ha fatto colazione, ma ha ancor fame. — Che domanda il di Lei zio? — Egli domanda un bicchier di vino. — Non ha egli gia bevuto 1 — Egli ha gia bevuto, ma ha ancora sete. 129. Scorge Ellal'uomo che viene ? — Non lo scorgo. — Scorfje Ella i fanciulli del soldato ? — Li scorgo. — Scorfje Ella ^\i uomini che vanno nel giardino ? — Non iscorgo quelli che van- no nel giardino, ma quelli che vanno al mercato. — II di Lei fratello scorge F uomo che gli ha prestato del danaro ? — Egli non iscorge quello che gliene ha prestato, ma quello al quale egli ne ha prestato. — Vedi i fanciulli che studiano ? — Non ve- do coloro che studiano, ma coloro che giuocano. — Scorgi qualche cosa ? — Non iscorgo nulla. — Ha Ella scorto i magaz- zini dei miei ge.nitori ? — Li ho scorti. — Ove li ha scorti ? — Li ho scorti di la della via. — Le piace un cappellone ? — Non mi piace un cappellone, ma un ombrellone. — Che Le piace fare ? ■ — Mi piace scrivere. — Le piace vedere questi ragazzini ? — Mi piace vederli. — Le piace il vino? — Mi piace. — Piace il cidro al di Lei fratello ? — Non gli piace. — Che piace ai solda- ti? — Piace Lore il vino. — Ti piace il te, o il caffe? — Mi piace I'uno e I'altro: — Questi fanciulli studiano volentieri ? — Piace .oio studiarc e fi^iuocare. — Le piace leggere e scrivere ? — Mi EXERCISES CXXX, C'XXXI. 83 place Icggerc e scrivcrc. — Quantc volte inangia Ella al gior« no ? — Quattro volte. — Quante volte al giorno bcvono i di Lei fanciulli ? — Bevono pareccliie volte al giorno. — Beve Ella cosi spesso come eglino ? — Bevo piu spesso. — Va Ella spesso al teatro ? — Ci vado qiialche volta. — Quante volte al mesc ci va? — Ci vado solamente una volta al mcse (non ci vado die una volta al mese.) — Quante volte all' anno va al ballo il di Lei cusino ? — Ci va due volte all' anno. — Ci va Ella cosi spesso come lui ? — Non ci vado mai. — Va spesso al mercato il di Lei cuoco ? — Egli ci va ogni mattina (tutte le mattine.) 130. Va Ella spesso da mio zio ? — Ci vado sei volte all' anno. — Le place il pollastro ? — Mi place il pollastro, ma non mi place il pescc. — Che Le place ? — Mi place un pezzo di pane e un bicchier di vino. — Impara Ella a memoria? — Non mi place imparare a memoria. — I di Lei scolari imparano volentlcri a memoria? — Studiano volentieri, ma non place loro imparare a memoria. — Quantl temi fanno al giorno ? — Ne fanno solamente due, ma 11 fanno a meravlglla. — Ha Ella potuto leggere 11 bl- glletto che Le ho scrltto ? — L' ho potuto leggere. — L' ha Ella caplto ? — L' ho caplto. — Caplsce Ella V uomo che Le parla ? — Nonlo capisco. — Perche non lo caplsce? — Perche parla troppo male. — Sa questi 11 francese ? — Egli lo sa, ma lo non lo so. — Perche non 1' Impara? — Non ho tempo di Impararlo. — Pensa andare al teatro stassera ? — Penso andarcl, se ci va Lei. — 11 di Lei padre pensa comprar cotesto cavallo ? — Pensa com- prarlo, se rlceve 11 suo danaro. — Intende andare in Inghilterra il di Lei amlco ? — Intende andarcl, se gll pagano clo che gli debbono. — Pensa Ella andare al concerto ? — Penso andarcl, se ci va 11 mlo amlco. — II di Lei fratello pensa studlare 1' Ita- liano ? — Pensa studlarlo, se trova un buon maestro. 13L Che tempo fa oggi ? — Fa belllsslmo tempo. — Ha fatto bel .empo ierl? — lerl ha fatto cattlvo tempo. — Che tempo ha fatto Btamane ? — Ha fatto cattivo tempo, ma adesso fa bel tempo. — Fa caldo ? — Fa mollo caldo. — Non fa freddo ^ — Non fa fred- 84 EXERCISE CXXXII. do. — Fa caldo o freddo ? — Non fa caldo ne freddo. — E Elh stata nel giardino 1' altro ieri 1 — Non ci sono state. — Perdu non ci e stata ? — Non ci sono stato perche lia fatto cattivo tern po. — Pensa Ella andarci doaiani ? — Penso andarci, se fa beJ tempo. — Fa chiaro nel di Lei banco ? — Non ci fa chiaro. — Viiol Ella studiare nel mio? — Voglio studiarci. — Ci fa chiaro! — Ci fa chiarissimo. — Perche il di Lei fratello non puo lavo rare nel siio magazzino ? — Non puo lavorarci, perche ci fa troppo buio. — Ove fa troppo buio 1 — Nel siio magazzii.o. — Fa chiaro in questo buco ? — Ci fa buio. — E asciutto ? — E asciut- tissimo. — E umido 1 — Non e umido. E troppo asciutto. — C'e chiaro di luna 1 — Non c' e chiaro di luna, e umidissimo. — Di che cosa parla il di Lei zio ? — Parla del bel tempo. — Di che parlano cotesti uomini 1 — Parlano del bello e del cattivo tempo. — Non parlano del vento 1 — Parlano anche di questo. — Parli di mio zio ? — Non ne parlo. — Di clii parli? — Parlo di t» e dei tuoi genitori. — Domanda di qualcuno 1 — Domando del d Lei cugino; e in casa ? — No, Signore, e dal suo ottimo amico 132. Ha Ella assaggiato questo vino ? — L' ho assaggialo.^ — Come lo trova ? — Lo trovo buono. — Come trova questo cidro il di Lei cugino ? — Non lo trova buono. — Che vino vuol Ella assag- glare 1 — Voglio assaggiare quello che ha assaggiato Lei. — Vuol Ella sentire questo tabacco ? — L' ho gia sentito. — Come le pare ? — Mi par buono. — Perche non gusta questo cidro ? — Perche non ho sete. — Perche il di Lei amico non gusta questo manzo ? — Perche non ha fame. — Di chi si e parlato ? — Si e parlato del di Lei amico. — Non hanno parlato dei medici ? — Non ne hanno parlato. — Non si parla dell' uomo di cui abbia- mo parlato ? — Se ne parla. — Hanno parlato dei gentiluomini ? — Ne hanno parlato. — Hanno parlato di quelli de' quali par- liamo ? — Non hanno parlato di quelli di cui parliamo, ma han- no parlato degli altri. — Hanno parlato dei nostri fanciuUi, o di quelli dei nostri vicini ? — Non hanno parlato dei nostri, ne di ^|uelli dei nostri vicini. — Di quali fanciulli si e parlato ? — Si e parlato di quelli del nostro maestro. — Parlano del mio libro 1 — • Ne parlano. — E Ella soddisfatta aei di Lei scolari ? — Ne son EXEiicisE cxxxm. So socldisfalto. — Come studia mio fratcllo ? — Studia bene. — Quanti temi ha Ella studiati ? — Ne ho gia sludiali quurant' uno. — E contento il di Lei maestro del suo scolaro ? — Ne e contento. — 11 di Lei maestro e soddisfatto dei presenli che ha ricevuti ? — N' e soddisfatto. — Ila Ella ricevutO i;n biglietro ? — L' ho rice- vuto. — Yuolc Ella risporiderci ? — Ora ci rispondo. — Quando I'ha ricevuto? — L' ho ricevuto stamane di buou'ora. — Ne e soddisfatta? — Non ne son soddisfatto. — II di Lei amico Lc domanda del danaro ? — Me ne domanda. 133. £ Ella amata? — Sono amato. — Da chic Ellaamata? — Sono amato da mio zio. — Da chi sono amato ? — Sci amato dai tuoi irenitori. — Da chi siamo amati ? — Sono amati dai Loro amici. — Da chi sono amati cotesti fanciulli ? — Sono amati dai loro amici. — Da chi e condotto quest' uomo ? — E condotto da me. — Ove lo conduce ? — Lo conduce in casa. — Da chi siarao biasima- ti 7 — Siamo biasimati dai nostri nemici. — Perche ne siamo biasi- raati ? — Perche eglino non ci amano. — E Ella punita dai di Lei maestro ? — Non ne sono punito perche sono buono e studioso. — Siamo ascoltati ? — Lo siamo. — Da chi siamo ascoltati ? — Siamo ascoltati dai nostri vicini. — II tuo maestro e ascoltato dai suoi scolari ? — Ne e ascoltato. — Quali fanciulli sono lodati ? — Quelli che sono savi. — Quali sono puniti ? — Quelli che sono pigri e catllvi. — Siamo lodati, o biasimati ? — Non siamo lodati ne bi- asimati. — II nostro amico u amato dai suoi maestri? — Ne e amato e lodato perche e studioso e savio, ma suo fratello e dis- prezzato dai suoi, perche e cattivo e poltrone. — E egli qualchc volta punito ? — Egli I'e tutie le mattine e tutte le sere. — E Ella punita qualche volta ? — Non lo sono mai ; sono amatg e ricom- pensato dai miei buoni maestri. — Questi fanciulli non sono mai puniti ? — Non lo sono mai perche sono assidui e savi ; ma quelli lo sono spessissimo perche sono pigri e catiivi. — Chi e lodato e ricompensato ? — I fanciulli abili sono lodati, stimali c ricompens iti ■ ma gl'ignoranti sono biasimati, disprezzati e pu- niti. — Chi e amato e chi e odiato ? — QucUo che c studioso e savio e amato, e quello ch'c pigro e cattivo e odiato. — E mcs- tieri esser buono per essere amato ? — E d' uopo csscrlo. — Che 8 86 EXERCISE CXXXIV. bisogna fare per essere amato 1 — Bisogna esser buono e assi- duo. — Che bisogna fare per essere ricompensato ? — Bisogna esser abile e studiar molto. 134. Perche sono amati questi fanciuUi ? — Sono amati perche sono buoni. — Sono piu buoni di noi ? — Non sono migliori, ma piCi assidui di Loro. — II di Lei frate.]lo e studioso come il mio ? — E studioso come lui, ma il di Lei fratello e migliore del mio. — Le place andar in legno ? — Mi place andare a cavallo. — II di Lei fratello e mai andato a cavallo ? — Non e mai andato a cavallo. — II di Lei fratello va a cavallo cosi sovente come Lei ? — Egli va a cavallo piu sovente di me. — E Ella andata a cavallo I'altro ieri ? — Sono stato a cavallo quest' oggi. — Le place viaggiare ? — Mi place viaggiare. — Le place viaggiare neir inverno ? — Non mi place viaggiare nell' inverno ; mi place viaggiar in primavera e nell'autunno. — Si viaggia bene in pri- mavera ? — Si viaggia bene nella primavera e nell' autunno, ma si viaggia male nella state e nell' inverno. — Ha Ella qualche volta viaggiato nell' inverno ? — Ho viaggiato spesso nell' in- verno e nella state. — Viaggia spesso il di Lei fratello ? — Egli non viaggia piu ; altre volte ha viaggiato molto. — Quando Le place andare a cavallo ? — Mi place andare a cavallo alia mat- tina. — E Ella stata a Londra ? — Ci sono stato. — Ci si vive bene ? — Ci si vive bene, ma caro. — Si vive a caro prezzo a Parigi ? — Ci si vive bene e non caro. — Le place viaggiare in Francia 1 — Mi place viaggiarci perche ci si trova della buona gente. — Place al di Lei amico viaggiare in Olanda ? — Non gli place viaggiarci perche ci si vive male. — Le place viag- giare in Italia ? — Mi place viaggiarci perche il vivere vi e bu- ono e vi si trova della buona gente ; ma le strade non sono molto buone. — Agl' Inglesi place viaggiare in Ispagna ? — Place loro viaggiarvi ; ma ci trovano le strade troppo cattive. — Che tempo fa ? — Fa cattivissimo tempo. — Fa vento ? — Fa molto vento. — Ha fatto burrasca ieri? — Ha fatto molto burrasca. EXERCISES CXXXV, CXXXVI. 87 135. Va Ella al mercato slamane ? — Ci vado, se non fa burrasca. Pensa Ella andare in Francia quest' anno ? — Penso andarci, Be il tempo non c troppo cattivo. — Le place andare a picdi ? — Non mi piace andare a picdi, ma mi piace andare in carrozza quando viaggio. — Vuol Ella andare a piedi ? — Non posso an- dare a piedi, perclic sono stanco. — Che tempo fa? — Tuona. — C'e sole? — Non c'e sole; fa nebbia. — Sente Ella il tuono ^ — Lo sento. — Fa bel tempo ? — Fa molto vento e tuona molto. — Di chi hanno parlato ? — Abbiamo parlato di Lei. — Mi hanno lodato? — Non 1' abbiamo lodata; 1' abbiamo biasimata. — Perchc mi hanno biasimato ? — Perchu Ella non istudia bene. — Di che ha parlato il di Lei fratello ? — Egli ha parlato dei suoi libri dei suoi cavalli e dei suoi cani. — Che fa Ella la sera ? — Lavoro appena ho cenato. — E che fa Ella di poi ? — Poi dormo. — Quando beve ? — Bevo subito che ho mangiato. — Quando dor- me ? — Dormo subito che ho cenato*. — Ha Ella parlato al mer- cante? — Gli ho parlato. — Che ha detto ? — E partito senza dir niente. — Pud Ella lavorare senza parlare ? — Posso lavorare, ma non posso studiar il francese senza parlare. — Vuoi andare a cercare del vino ? — Non posso andare a cercare del vino senza danaro. — Ha Ella comprato dei cavalli? — Non compro senza danaro. — II di Lei padre e alfine arrivato? — E arrivato. — Quando u arrivato ? — Stamane alle quattro. — E partito linal- mente il di Lei cugino ? — Non e ancor partito. — Ha Ella allin trovato un buon maestro? — Ne ho alfm trovato uno. — Impara finalmente 1' italiano ? — L' imparo alfine. — Perchc non 1' ha gia imparato ? — Perche non ho potuto trovare un buon maestro. 136. Si vede Ella? — Mi vedo. — Si vede Ella nello specchietto ? — Mi vi (ci) vedo. — Possono vedersi nello specchione i di Lei amici ? — Possono vedervisi. — Perchc non accende il fuoco il di Lei fratello ? — Egli non 1' accende perchc ha paura di bru- ciarsi. — Perchc non taglia Ella il di Lei pane ?— Non lo taglio perchc ho paura di tagliarmi il dito. — Le duole il dito (Le fa male il dito ')—\[ dito mi duolc (mi fa male) c anchc il picdc. 88 EXERCISE CXXXVII. — Vuolc Ella scaldarsi 1 — Voglio scalJarmi, perche ho moltt freddo. — Perche non si scalda costui ? — Pe!*che non ha freddo Si scaldano i di Lei vicini ? — Essi si scaldano perche hanno freddo. — Si laglia Ella i capelli ? — Mi taglio i capelli. — 11 di Lei amico si taglia le unghie ? — Egli si taglia le unghie e i capelli. — Che fa costui 1 — Egli si strappa i capelli. — A che cosa si diverte Ella ? — Mi diverto alia meglio. — A che si di- vertono i di Lei fanciulli? — Si dilettano a studiare, a scrivere e a giuocare, — A che cosa si diletta il di Lei cugino ■? — Si diletta a leg^ere dei buoni libri e a scrivere ai suoi amici. — A che cosa si diverte Ella, quando non ha da far niente in casa ? — Vado alio spettacolo e al concerto. Dico spesso, " Ciascu- no si diverte come gli piace." — Ciasciino ha il suo gusto, qual e il di Lei ? — II mio e lo studiare, il leggere un buon libro, V andare al teatro, indi al concerto, al ballo e a cavallo. 137. Perche il di Lei cugino non ispazzola il suo abito ? — Non lo spazzola, perche ha paura d' insudiciarsi le dita. — Che Le dice il rnio vicino 1 — Mi dice ch' Ella vuole comprare il di lui cavallo : ma so che s' inganna, poiche Ella non ha danaro per comprarlo. — Che si dice (che dicono) al mercato ? — Si dice (dicono) che il nemico e battuto. — Lo crede Ella? — Lo credo poiche tutta la gente lo dice. — Perche ha Ella comprato questo libro? — L' ho comprato perche ne ho bisogno (perche me n'c d' uopo) per istudiare I'italiano e perche ciascuno ne parla. — Se ne vanno i di Lei amici ? — Se ne vanno. — Quando se ne vanno ? — Se ne vanno domani. — Quando se ne vanno Loro ? — Ce ne andiamo oggi. — Me ne vado? — Se ne va, se vuole. — Che dicono i nostri vicini? — Se ne vanno senza dir niente. — Come Le piace (come Le pare) (come trova) questo vino ? — Non mi piace (non mi par buono) (non lo trovo buono.) — Che ha Ella (Che cosa ha Ella?) — Ho voglia di dormire. — 11 di Lei amico ha voglia di dormire ? — Non ha voglia di dormire, ma ha freddo. — Perche non si scalda ? — Egli non ha del car- bone per far fuoco. — Perche non compra del carbone ? — Egli non ha danaro per comprarne. — Vuole Ella prestargliene ? — ■ — Se non ne ha, voglio prestargliene. — Ha ^lla sete ? — Non exercisl: cxxxviii. 89 ho sete, ma ho mollo fame. — II di Lei scrviiore ha sonno ? — Ha sonno. — Ila fame ? — Egli ha fame. — Perch(; non manyia? — Perchc non ha niente da mangiare. — I di Lei fanciulli hanno fame ? — Eglino hanno fame, ma non hanno niente da mangiare. — Hanno qualche cosa da bere ? — Non hanno niente da here — Perchc non mangia Ella ? — Non mangio quando non he fame. — Percho non beve il Russo ? — Non beve quando non ha sete. — Ha mangiato qualcosa il di Lei fratello ieri sera? — Ha mangiato nn pezzo di manzo, un pczzctto di pollastro e im pcz- zo di pane. — Non ha bevuto ? — Ha anche bevuto. — Che ha bevuto ? — Ha bevuto un bicchicr di vino. L38. Perche e stato lodato questo fanciullo ? — E slato lodato pcr- che ha studiato bene. — Sei tu mai stato lodato ? — Sono stato lodato spesso. — Perchu cotesto fanciullo e stato punito ? — E stato punito perche e stato cattivo e pigro. — Questo fanciullo c stato ricompensato ? — E stato ricompensato percht' ha studiato bene. — Che abbisogna fare (che c d'uopo o mestieri fare) per non essere disprezzato ? — Bisogna essere assiduo e buono. — Che e stato del di Lei amico ? — E diventato avvocato. — Ch'e stato del di Lei cugino ? — S'c inijao-criato. — S'e ingajjoriato il di Lei vicino ? — Non s'e ingaggiato. — Che e diventato ? — E diventato mercante. — Che son diventati i suoi fanciulli ? — I di lui fanciulli son diventati uomini. — Ch' e diventato il di Lei figlio ? — E diventato un grand' uomo. — E diventato dotto ? — E diventato dotto. — Ch' e stato del mio libro ? — Non so che n'c stato. — L'ha Ella stracciato ? — Non I'ho stracciato. — Ch'e diventato il figlio del nostro amico ? — Non so che sia diventato — Che ha Ella fatto del di Lei danaro ? — Con qucllo ho com- prato un libro. — Che ha fatto il falcgname del suo legno ^ — Nc ha fatto un banco. — Che ha fatto il sarto del panno ch'Ella gli ha dato ? — Ne ha fatto degli abiti per i (pei) suoi fanciulli e per i iniei. — Le ha fatto male coslui ? — No, Signore, non mi ha fatto male. — Ch' c d' uopo fare per essere amato ? — Bisogna far bene a quelli che ci hanno fatto male. — Abbiamo mai fatto Lor male ? — No ; al contrario, ci hanno fatto del bene. — Fa Ella male a qualcuno ? — Non faccio male a nessuno. — Perch^ 8* 90 EXERCISES CXXXIX, CXL. ha Ella fatto male a cotesli fanciulli ? — Non ho loro fatlfi male. — Le ho fatto male ? — Ella non mi ha fatto male, ma i di Lei fanciulli me ne hanno fatto. — Che Le hanno fatto 1 — Mi hanno battiito. — E il di Lei fratello che ha fatto male a mio figlio ? — No, Signore, non e mio fratello, perche non ha mai fatto male a nessuno. 139. Ha Ella bevuto cotesto vino ? — L' ho bevuto. — Come 1' ha trovato ? — L'ho trovato buonissimo. — Le ha fatto bene ? — Mi ha fatto bene. — Si e fatto male ? — Non mi son fatto male.^— Chi si e fatto male ? — Mio fratello si e fatto male poiche si e tagliato il dito. — E ancor malato ? — Sta meglio. — Mi rallegra r intendere che non e piu malato, perche 1' amo. — Perche il di Lei cugino si strappa i capelli ? — Perche non puo pagare cio che deve. — Si e Ella tagliato i capelli ? — Non me li son tagli- ati, ma me li son fatti tagliare. — Che ha fatto questo fanciullo? — Si e tagliato il piede. — Perche gli e stato dato un coltello ? — Gli e stato dato lui coltello per tagliarsi le unghie ed egli si e tagliato il dito e il piede. — Si corica presto ? — Mi corico tardi, poiche non posso dormire quando mi corico di buon ora. — A che ora s' e coricata ieri ? — leri mi son coricato alle im- dici e un quarto. — A che ora si coricano i di Lei fanciulli ? — Si coricano al tramontar del sole. —Si alzano di buon mattino ? — Si alzano alio spuntar del sole. — A che ora s'c Ella alzata oggi 1 — Oggi mi son alzato tardi, perche ieri sera mi son cori- cato tardi. — II di Lei figlio si leva tardi 1 — Si leva presto per- che non si corica mai tardi. — Che fa egli quando si alza ? — Studia, poi fa colazione. — Esce egli innanzi che far colazione ? No, Signore, studia e fa colazione prima d'uscire. — Che fa egli dopo aver fatto colazione ? — Subito che ha fatto colazione viene da me e andiamo a cavallo. — Ti sei alzato stamane cosi presto come io 1 — Mi son levato piu presto di Lei perche mi son alzato prima dello spuntar del sole. 140. Va Ella spesso a passeggiare 1 — Vado a passeggiare quando non ho da fare niente in casa. — Vuol Ella passeggiare ? — Non i;xi:iitisi: cxli. 9i posso passcggiarc perchu lio troppo da fare. — II di Lei fralollo e andato a cavallo 1 — E andato in Icgno. — I di Lei fanciulli vanno spesso a passeggiare ? — Vanno a passeggiarc ogni mat- tino dopo la calazione. — Ya Ella a passeggiare dopo il pranzo ? — Dopo il pranzo prendo il tc, poi vado a passeggiare. — Con- duce Ella spesso i di Lei fanciulli a spasso ? — Li conduco a spasso ogni mattina e ogni sera. Puo Ella venir meco ? — Non })osso venir seco poichc debbo condurre a spasso il mio fratellino. — Ove passeggiano ? — Passeggiamo ncl giardino di nostro zio. — II di Lei padre s' e rallegrato di vcderla ? — S' c rallciirato di vedermi. — Per clie cosa s'u Ella rallegrata ? — Mi son rallegrato nel vederc i miei buoni amici. — Per cosa s'e ral- legrato il di Lei zio ? — S' u rallegrato per il (pel) cavallo che Ella sVi ha mandato. — Per che cosa i di Lei fanciulli si son rallegraii ? — Si son rallegrati per i (pei) bei vestiti che ho fatti far loro. — Perche questi si rallegra tanto ? — Perche si lusinga d'aver dei buoni amici. — Non ha ragione di rallegrarsi ? — Ha torto, poiche non ha che nemici. — Non e amato ? — E lusinga- to, ma non e amato. — Si lusinga Ella di sapere 1' italiano ? — Mi lusingo di saperlo, poiche so parlarlo, leggerlo e scriverlo. — II medico ha fatto male al di Lei figlio ? — Gli ha tagliato il dito, ma non gli ha fatto male, e Ella s'inganna se crede che gli abbia apportato danno. — Perche ascolta Ella costui ? — L'ascolto, ma non gli credo, poiche so ch'e un bugiardo. — Come sa Ella che sia un bugiardo ? — Egli non crede in Dio ; e tutti quelli che non credono in Dio, sono bugiardi. — Siamo bugiardi ? — Non sono bugiardi, perche credono in Dio, nostro Signore. 14L Ha Ella allinc imparalo 1' italiano ? — Sono stato mahito, in guisa che non ho potuto impirarlo. — II di Lei fratello V ha imparato ? — Non 1' ha imparato, poiche non ha ancor potuto trovare un buon maestro. — Va Ella alia festa da ballo stasera? — I picdi mi dolgono (mi fanno male) in guisa che non posso andarci. — Ha Ella capito cotesto Tedesco ? — Non so il tedes- 00, per cui non ho potuto capirlo. — Ha Ella comprato il ca- vallo di cui Ella mi ha parlato ? — Non ho danaro, di modo che 92 EXliJlCISK CXLII. non ho potuto comprarlo. — Ha Ella veduto 1' uomo da cui ho ricevuto im rcgalo ? — Non F ho veduto. — Ha Ella veduto iJ bello schioppo di cui Le ho parlato 1 — L' ho veduto. — II di Lei zio ha veduto i libri di/3ui Ella gli ha parlato ? — Li ha ve- duti. — Hai veduto 1' uomo i di cui fanciulli sono stati puuiti? — Non 1' ho veduto. — A chi ha Ella parlato nel teatro ? — Ho parlato all' uomo il di cui fratello ha ammazzato il mio bel cane. — Ha Ella veduto il ragazzino il di cui padre e diventato avvocato? — L ho veduto. — Chi ha Ella visto nel ballo ? — Ci ho visto gli uomini i di cui cavalli Ella ha comprati e quelli dei quali ha comprato la carrozza. — Chi vede adesso ? — Vedo r uomo il di cui servitore ha rotto il mio specchio. — Ha Ella inteso 1' uomo il di cui amico mi ha prestato del danaro ? — Non r ho inteso. — Chi ha Ella inteso ? — Ho inteso il capitano francese il di cui figlio e mio amico. — Hai spazzolato F abito di cui ti ho parlato ? — Non F ho ancor spazzolato. — Ha Ella ricevuto il danaro di cui Ella ha avuto bisogno ? — L' ho rice- vuto. — Ho io lo zucchero di cui ho bisogno ? — Ella F ha. — II di Lei fratello ha i libri di cui ha bisogno ? — Li ha. — Hanno parlato ai mercanti di cui abbiamo preso il magazzino ? — Ab- biam parlato loro. — Ha Ella parlato al medico il di cui figlio ha studiato il tedesco ? — Gli ho parlato. — Hai veduto i poveri uomini i di cui magazzini sono stati brucciati ? — Li ho veduti. — Hanno letto i libri che loro abbiamo prestati 1 — Li abbiamo letti. — Che ne dicono ? — Diciamo che sono bellissimi. — I di Lei fanciulli hanno cio che loro abbisogna ? — Hanno cio che loro abbisogna. 142. Di qual uomo parla 1 — Parlo di quello il di cui fratello si e mgaggiato. — Di quai fanciulli ha Ella parlato 1 — Ho parlato di quelli i di cui genitori sono dotti. — Qual libro ha Ella letto ? — Ho letto quello di cui Le ho parlato ieri. — Che libro ha il di Lei cugino ? — Ha quello di cui ha bisogno. — Quai pesci ha mangiati? — Ha mangiato quel che non piacciono-a Lei. — Di quai libri ha Ella bisogno ? — Ho bisogno di quelli di cui Ella mi ha parlato. — Non ha Ella bisogno di quel che leggo io ? — Non ne ho bisogno — Vede Ella i fanciulli ai quali ho dato EXERCISE CXLIIf. 93 dei pasticcini ? — Non vcdo quclli ai qiiali Ella ha dato ilci pasticcini, ma quelli clie Ella ha puniti. — V chi ha Ella dato del danaro ? — Ne ho dato a quci chc soiio stati abili. — A qiiai fanciulli e mcsticri dare dci libri ? — E d' uojpo darnc a quel che sono savi ed obbedienti. — A chi da Ella da mangiare cd da bcrc (il mangiare cd il bore) ? — A quel chc hanno fame c sete. — Da Ella qualche cosa ai fanciulli che sono pigri ? — Non do loio niente. — E nevicato ieri ? — E nevicato, grandi- nato e lampeggiato. — E piovuto ? — E piovuio. — E Ella uscita ? — Non esco mai, quando fa cattivo tempo. — I capitani hanno alfine ascoltato 1' uomo ? — Hanno rifiutato d' ascoltarlo ; tutti quelli ai quali s' e indirizzato hanno rifiutato d' ascoltarlo. — • Chi ha Ella incontrato questa mane ? — Ho incontrato 1' uomo da chi (da cui) sono stimato. — Ha Ella dato dei pasticcini ai di Lei scolari ? — Non hanno studiato bene, in guisa che non ho dato loro nienti. 143. Avra Ella dei libri? — Ne avro. — Chi gliene dara? — \fto zio me ne dara. — Quando avra danaro il di Lei cugino ? — Ne avra il mese venturo. — Quanto danaro avra Ella? — Avro tren- ta cinque zecchini. — Chi avra dci buoniamici? — 01' Inglesi ne avranno. — II di Lei padre sara in casa stasera? — Ci sara. — Ci sara Ella? — Ci sard anch' io. — Uscira oggi il di Lei zio? — Uscira, se fa bel tempo. — Uscira Ella? — Usciro, se non piove. — Amera Ella mio figlio ? — L' amero se e buono. — Pa- ghera Ella il di Lei calzolaio ? — Lo paghero, se ricevo il mio danaro. — Amera Ella i miei fanciulli ? — Se son buoni e assi- dui li ameru ; ma se son poltroni e cattivi, li disprezzero e li puniro. — Ho ragione di parlare cosi ? — Non ha torto. — Scrivo ancora il di Lei amico ? — Scrive ancora. — Non ha Ella fmito di parlare ? — Quanto prima avro finito. — I di Lei amici hanno finito di leggere ? — Quanto prima avranno finito. — II sarto ha fatto il mio abito ? — Non 1' ha ancor fatto, ma lo fara quanto prima. — Quando lo fara ? — Quando avra tempo. — Quando fara Ella i di Lei temi ? — Li faro quando avro tempo. — Quando farii i suoi il di Lei fratello ?— Li fara sabato venturo. — Verrai da mc? — Ci verro - Quando verrai '— Vurro vencrdi venturo. 94 EXERCISES CXLIV, CXLV. — Quando lia Ella visto mio zio ? — L' ho visto domeiiica pas sata. — I di Lei cugini andranno alia festa da hallo martedi venturo ? — Vi andranno. — Verra Ella al mio concerto ? — Ci verro, se non son malato. 144. Quando mi mandera Ella il danaro ch' Ella mi deve ? — Quanlo prima glielo mandero. — I di Lei fratelli mi manderanno 1 libri che ho prestati loro ? — Glieli manderanno. — Quando me li manderanno ? — Glieli manderanno il mese venturo. — Potra Ella pagarmi cio che mi deve ? — Non potro pagarglielo poiche ho perduto tutto il mio danaro. — Potra pagare i suoi stivali r Americano ? — Ha perduto il suo portafoglio, in guisa che non potra pagarli. — Bisognera mandare a cercare il me- dico ? — Nessuno e malato, per cui non bisognera mandarlo a cercare. — Bisognera andare al mercato domani ? — Bisognera andarci, poiche c'e d'uopo del manzo, del pane e del vino. — Vedra Ella oggi il di Lei padre ? — Lo vedro. — Ove sara ? — Sara al suo banco. — Andra Ella alia festa da hallo stasera ? — Non andro, poiche son troppo malato per andarci. — II di Lei amico vi andra ? — Andra, se ci va Ella. — Ove andranno i di Lei vicini ? — Non andranno in nessun luogo ; rimarranno in casa, poiche hanno molto da fare. 145. A chi appartiene questo cavallo ? — Appartiene al capitano Inglese il di cui figlio Le ha scritto un bigiietto. — Questo da- naro Le appartiene? — M' appartiene. — Da chi I'ha Ella rice- vuto ? — L' ho ricevuto dagli uomini di cui Ella ha veduto i fanciuUi. — Di chi sono cotesti cavalli ? — Sono i nostri. — Ha Ella detto al di Lei fratello che 1' aspetto qui ? — Ho dimenticato di dirglielo. — E vostro padre, o il mio, ch'e andato a Berlino ? -E il mio. — E il Loro fornaio, o quello del nostro amico, che ha venduto Loro del pane a credenza ? — E il nostro. — E ques- ti il di Lei figlio ? — Non e il mio, e quello del mio amico. — Ove e il di Lei ? — E in Parigi. — Mi ha Ella portato il libro che mi ha promesso ? — L'ho dimenticato. — Le ha portato il di Lei zio i portafogli che Le ha promessi ? — Ha dimenticato di EXERCISE CXLVl. 95 portarmeli. — Ila Ella gia scritto al di Lei amico ? — Non ho vev anco avuto tempo di scrivergli. — Ha Ella dimenticato di scrivere al di Lei parente ? — Non ho dimenticato di scrivergli. — Questi panno Le place ? — Non mi place ; non ne ha altro ? — Ne ho deir altro ; ma u piu caro di questo. — Vuol Ella mostrarmelo ? — Voglio mostrarglielo. — Questi stivali piacciono al di Lei zio ? — Non gli piacciono, perchc sono troppo carl. — Sono gli stivali di cui ci ha parlato ? — Sono i medesimi (gli stessi.) — Di chi son questi libri ? — Appartengono al gentiluomo che ha visto stamane nel mio magazzino. — Le place (Le fa piacere) di venire con noi ? — Non mi place (non mi fa piacere.) — Le place d' andare al mercato ? — Non mi piace d'andarci. — E Ella andata a piedi in Germania ? — Non mi conviene an- dare a piedi, per cui ci sono andato in carrozza. 146. Che desidera, Signore ? — Domando del di Lei padre. E in casa? — No, Signore, c uscito. — Che dice? — Le dico che e uscito. — Vuole Ella aspettare fino al suo ritorno ? — Non ho tempo d' aspettare. — Cotesto mcrcante vende a credenza ? — Non vende a credenza. — Le piace di comprare per contanti ^ — Non mi piace. — Ove ha Ella comprato questi coltellini ? — Li ho comprati dal mercante il di cui magazzino Ella ha vistc ieri. — Glieli ha venduti a credenza ? — Me li ha venduti pel contanti. — Compra Ella spcsso per contanti ? — Non cosi spessc come Lei. — Ha Ella dimenticato qui qualche cosa ? — Non ha dimenticato niente. — Le piace imparar cio a memoria ? — Non ho molto tempo di studiare, di modo che non mi piace d'im- pararlo a memoria. — Questi ha provato a parlare al di Lei padre ? — Ha provato a parlargli, ma non c' c pervenuto. — E Ella riuscita a scrivere un tenia ? — Ci son riuscito. — Cotesti niercanti sono riusciti a vendere i loro cavalli ? — Non ci son riusciti. — Avete provato a ripulire il mio calamaio ? — Ho pro- vato, ma non ci son pervenuto. — I di Lei fanciuUi riescono ad imparar 1' inglese ? — Ci riescono. — Co del vino in questo barile ? — Ce n'e. — C e dell' aceto in questo bicchiere ? — Non ce n'e. — C c del vino, o del cidro ? — Non c' u ne vino ne cidro. — Che cosa c'c? — Ce dell' aceto. 96 EXERCISES CXLVII, CXLVIII. 147. Ci son degli uomini nel di Lei magazzino 1 — Ve ne sono. — V e qualcuno nel magazzino ? — Non v' e nessuno. — V e stata molta gente al teatro ? — Ye n' e stata molta. — Vi sara molta gente alia di Lei festa da ballo ? — Ve nc sara molta. — Vi son molti fanciulli che non hanno voglia di giuocare ? — Ve ne son molti che non vogliono studiare, ma tutti vogliono giuo- care. — Hai ripulito il mio baiile ? — Ho provato a farlo, ma non ci son riuscito. — Pensa Ella comprar un ombrello ? — Penso comprarne uno, se il mercante me lo vende a credito. — In- tende Ella tenere il mio ? — Intendo renderglielo, se ne compro uno. — Ha Ella reso i libri a mio fratello ? — Non glieli lio an- cor resi. — Fino a quando pensa Ella tenerli ? — Penso tenerli fino a sabato venturo. — Fino a quando pensa Ella tenere il mio cavallo ? — Penso ritenerlo fino al ritorno di mio padre. — Avete ripulito il mio coltello ? — Non ho ancor avuto tempo, ma lo faccio fra poco. — Avete fatto del fuoco? — Non ancora, ma ne faccio immantinente. — Perche non avete lavorato ? — Non ho ancor potuto. — Che avete avuto da fare 1 — Ho avuto da nettare il di Lei tappeto e d' assettare i di Lei fazzoletti di lino. — Pensa Ella vendere il di Lei abtto 1 — Penso tenerlo, poiche ne ho bisogno. — In vece di tenerlo Ella fara meglio di venderlo. — Vende Ella i di Lei cavalli ? — Non li vendo. — In vece di tenerli Ella fara meglio di venderli. — II di Lei amico tiene il suo parasole ? — Lo tiene ; ma in vece di tenerlo fara meglio di venderlo, poiche e logoro. — II di Lei figlio straccia il suo libro ? — Lo straccia ; ma ha torto di farlo, in vece di stracciarlo, fara meglio di leggerlo. 148. Se ne va Ella di gia? — Non me ne vado ancora. — Quando se ne andra costui ? — Se ne andra quanto prima. — Se ne an- dra Ella fra poco 1 — Me ne andro giovcdi venturo. — Quando se ne andranno i di Lei amici 1 — Se ne andranno il mese ven- turo. — Quando te ne andrai ? — Me ne vado all' istante. — Perche il di Loi padre se n' c andato cosi tosto ? — Ha pro- messo al suo amico d' esser da lui alle nove meno un quarto, EXERCISE CXLIX. 97 di modo che se n' e andato presto per mantencre cio che ha promesso. — Quando ce no andremo noi ? — Cc ne andremo domani. — Partiremo di buoii' ora ? — Partiremo alle cinque del mattino. — Quando se ne andra Ella ? — Subito che avro finito di scrivere me ne andro. — Quando se ne andranno i di Lei fanciulli ? — Se ne andranno appena avranno fatto i loro temi. — Se ne andra Ella quando me nc andro io ? — Allorcho Ella se ne andra me ne andro anch' io. — Se ne andranno quanto prima i nostri vicini ? — Se ne andranno quando a\Tanno fmito di parlare. — Che sara mai del di Lei figlio, se ron istudia ? — Se non istudia non imparera niente. — Che sara mai di Lei, se perde il suo danaro ? — Non so che sara di me. — Che sara mai del di Lei amico, se perde il suo portafoglio ? — Se Io perde non so che sara di lui. — Che n' e stato del di Lei figlio ? — Non so che n' c stato. — S' e ingaggiato ? — Non s' e ingaggiato, — Che sara mai di noi, se i nostri amici se ne vanno ? — Se se ne vanno, non so che sara di noi. — Che n' e stato dei di Lei parent! ? — Se ne sono andati. 149. Pensa Ella comprar un cavallo ? — Non posso comprarne, poiche non ho ancor ricevuto il mio danaro. — Mi e d' uopo andare al teatro ? — Non Le e d' uopo andarci, poiche fa cattivis- simo tempo. — Perche non va da mio fratello ? — Non mi con- viene andarci, perche non posso ancor pagargli cio che gli debbo. — Perche il di Lei servitore da una coltellata a costui ? — Gli da una coltellata perche 1' uomo gli ha dato un pugno. — Quale di questi due allievi comincia a parlare ? — Quello ch' e studioso comincia a parlare. — Che fa F altro che non Io e? — Comincia anch' egli (medesimamente) a parlare, ma non sa scrivere ne leggere. — Non ascolta cio ch' Ella gli dice? — Non r ascolta, se non gli do dei colpi. — Perche non istudiano co- testi fanciulli ? — II lor maestro ha dato loro dei pugni, di ma- niera che non vogliono studiare. — Perche ha dato loro dei pugni ?-^Perchu sono stati disobbedienti. — Ha Ella tirato un colpo di fucile ? — Ho tirato tre colpi di fucile. — Sopra che cosa ha Ella tirato ? — Ho tirato ad un' uccello. — Ha Ella »irato un colpo di fucile a costui ? — Gli ho tirato una pistolet- 98 EXERCISES CL, CLI. lata. — Perche gli ha Ella tirato una pistol ettata ? — Perche mi ha dato una coltellata. — Quante volte ha tirato a quell' uc cel- lo ? — Gli ho tirato due volte. — L' ha Ella ucciso ? — L' ho uc- ciso al secondo colpo. — Ha Ella ucciso quest' uccello al pri- mo colpo ? — L' ho ucciso al quarto colpo. — Tira Ella agli uccelli che vede sugli alberi, o a quelli che vede nei giardini 1 — Non tiro a quelli che vedo sugli alberi, ne a quelli che vedo nei giardini, ma a quelli che scorgo sul castello dietro al bosco. 150. Quante volte hanno tirato su di noi i nemici ? — Ci hanno tirato parecchie volte. — Hanno ammazzato qualcheduno ■? — Non hanno ammazzato alcuno. — Ha Ella desiderio di tirare a quell' uccello. — Ho desiderio di tirargli. — Perche non tira Ella sopra quegli uccelli ? — Non posso, perche mi duole il dito. — Quando ha tirato il capitano ? — Ha tirato allorche hanno tirato i suoi soldati. — A quanti uccelli ha Ella tirato ? — Ho tirato a tutti quelli che ho scorti, ma non ne ho ucciso alcuno, perche il mio schioppo non val niente. — Ha Ella gettato un' occhiata su costui ? — Gli ho gettato un' occhiata. — L' ha egli veduta ? — Non mi ha veduto, perche gli dolgono gli occhi.- — Ha Ella bevuto di questo vino 1 — Ne ho bevuto e mi ha fatto bene. — Che ha Ella fatto del mio libro ? — L' ho messo sopra il di Lei baule. — Debbo risponderle ? — Mi rispondera quando verra la di Lei volta. — Tocca a mio fratello 1 — Quando la di lui volta verra lo interroghero ; poiche ciascuno alia sua volta. — Ha Ella fatto un giro questa mattina ? — Ho fatto un giro di giardino. — Dove e andato il di Lei zio ? — E andato a far un giro. — Perche corre Ella? — Corro perche vedo 1' ottimo mio amico. — Chi corre dietro a noi ? — II nostro cane ci corre die- tro. — Scorge Ella cotesto uccello 1 — Lo scorgo dietro all' albe- ro. — Perche se ne sono andati i di Lei fratelli 1 — Se ne sono andati, perche non hanno voluto farsi vedere dall' uomo di cui hanno ammazzato il cane. 15L Ha Ella udito parlar di qualcuno ? — Non ho udito parlare di nessuno, poiche non sono uscito questa mattina. — Non ha Ella EXERCISE CLII. 99 udilo parlar dell' uomo clie ha ammazzalo un soldato ? — Non ne ho udito parlare. — Ha Ella udito parlar del miei fratclli ? — Non ne ho udito parlare. — Di chi ha udito parlare il di Lei cugino ? — Ha udito parlare del suo amico che e andato iu America. — E molto tempo che non ne ha udito parlare ? — Non e molto tempo che ne ha udito parlare. — Quanto tempo c ? — E solamente un mese. — E molto tempo ch' Ella e in Pan- gi ? — Son tre anni. — E molto tempo che il di Lei fratello e in Londra ? — Son dieci anni che c' e. — Quanto tempo e ch' Ella ha pranzato ? — E molto tempo che ho pranza.o, ma non e molto tempo che ho cenato. — Quanto tempo e ch'Ella ha cenato ? — E una mezz' ora. — Quanto tempo e ch' Ella ha questi libri ? — Son tre mesi che li ho. — Quanto tempo e che il di Lei cugino e partito ? — E piu d' un anno ch' e partito. — Che n' e stato deir uomo che Le ha prestato danaro ? — Non so che ne sia stato, poiche e moltissimo tempo che non 1' ho visto. — E molto tempo ch' Ella ha udito parlare del soldato che ha dato una col- tellata al di Lei amico 1 — E piii d' un anno dacehe ne ho udito parlare. — Quanto tempo e ch' Ella impara il francese ? — Son solamente due mesi che 1' imparo (L' imparo da due mesi solamente.) — Sa Ella gia parlarlo ? — Ella sente che comincio a parlarlo. — E molto tempo che 1' imparano i fanciulli dei no- bili Inglesi ? — Son tre anni che 1' imparano e non cominciano peranco a parlarlo. — Perche non sanno parlarlo? — Non sanno parlarlo, poiche 1' imparano male. — Perche non 1' imparano bene ? — Non hanno un buon maestro, in guisa che non 1' im- parano bene. 152. E molto tempo che Ella non ha veduto il giovane che ha imparato il tedesco dal maestro presso il quale 1' abbiamo im- parato noi ? — E incirca un anno che non 1' ho veduto. — Quanto tempo e che il fanciullo ha mangiato ? — E qualche minuto che ha mangiato. — Quanto tempo e che questi fanciulli hanno be- vuto? — E un quarto d' ora che hanno bcvuto. — Quanto tempo e che il di Lei amico e in Ispagna (nella Spagna) ? — E un mese che ci e. — Quantc volte ha Ella veduto il re? — L' ho veduto piu di dieci volte, (|uando souo stato in Parigi. — Quan 100 EXERCISE CLIII. do ha Ella incontrato mio fratello ? — L' ho incontrato sona quindici giorni. — Dove 1' ha Ella incontrato ? — L' ho incontrato davanti al teatro. — Le ha fatto male ? — Non mi ha fatto male perche e un buon ragazzo. — Ove sono i miei guanti 1 — Li hanno gettati via. — Sono stati trovati i cavalii ? — Sono stati trovati. — Ove sono stati trovati ? — Sono stati trovati dietro il bosco, di qua della via. — E Ella stata veduta ia qualcuno ? — Non sono stato veduto da nessuno. — Aspetta Ella qualcuno? — Aspetto mio cugino il capitano.— Non 1' ha Ella veduto ? — L' ho visto stamane ; e passato innanzi al mio magazzirx). — Che aspetta questo giovane ? — Aspetta del danaro. — Aspetti qualcosa ? — Aspetto il mio libro. — Aspetta il suo danaro questo giovane ? — L' aspetta. — II re e passato qui ? — Non e passato qui, ma in- nanzi al teatro. — Non e passato davanti il castello ? — Ci e pas sato, ma io non F ho visto. 153. Come passa Ella il tempo ? — Passo il tempo a studiare. — Come passa il tempo il di Lei fratello ? — Passa il tempo a leg- gere ed a giuocare. — Questi passa il tempo a lavorare ? — E un discolo ; passa il tempo a here ed a giuocare. — Come passano il tempo i di Lei fanciulli ? — Passano il tempo ad imparare. — Puo Ella pagarmi cio che mi deve ? — Non posso pagarglielo, poiche il mercante ha mancato di portami il danaro. — Perche ha Ella fatto colazione senza di me ? — Ella ha mancato di ve- nire alle nove, in guisa che abbiamo fatto colazione senza di Lei. — II mercante Le ha portato i guanti ch' Ella ha comprali da lui ? — Ha mancato di portarmeli. — Glieli ha venduti a cre- denza ? — Al contrario me li ha venduti per contanti. — Conosce Ella cotesti uomini 1 — Non li conosco ; ma credo die siano dei discoli, perche passano il tempo a giuocare. — Perche ha Ella mancato di venire questa mattina da mio padre 1 — II sarto non mi ha portato il vestito che mi ha promesso, di maniera che non ho potuto venirvi. — Chi e 1' uomo che Le ha parlato in questo punto ? — E un mercante. — Che ha portato ora il calzo- laio? — Ha portato gli stivali che ci ha fatti. — Chi sono gli uomini arrivati poc' anzi ? — Sono dei Russi. — Dove ha pranza- to ieri il di Lei zio ? — Ha pranzato a casa. — Quanto ha speso ^ KXER€ISE CLIV. 101 — Ha spcso cinque franchi. — Quaiito La egli al niesc da spcn- dere ? — Ila cento zecchir'i al -me%e da spcndoro. - Cetta Ella via il di Lei cappello 1 — Xbn lo gettoVia," perche mi sth benis- simo. — Quanto ha Ella speso oggi ? — Non ho speso molto ; ho speso solamcnte iino zecchino. — Spende Ella ogni giorno allrettanto ? — Qualche volta spendo piu di questo. — E molto tempo che questi aspetta ? — E arrivato teste. — Che vuole ? — Vuole parlarle. — Vuol Ella far cio • — Yoglio farlo. — Potra far- lo bene? — Faro il possibile. — Questi potra far cio? — Potra farlo, perche fara il suo possibile. 154. Qual distanza v'c da Parigi a Londra ? — Da Parigi a Lon- dravi son circa trecento miglia. — Ve molto da qui a Berlino? — C e molto. — V e molto da qui a Vienna ? — Da qui a Vienna vi sono circa cinque cento miglia. — V e piu da Parigi a Blois che da Orleans a Parigi ? — V e piu da Orleans a Parigi che da Parigi a Blois. — Da Parigi a Berlino qual distanza ci cor- re ? — Vi son press' a poco cinque cento trenta miglia da Parigi a Berlino. — Intende andare quanto prima a Parigi ? — Intendo andarci quanto prima. — Perche vuole andarci questa volta? — Per comprarci buoni libri e buoni guanti, e per vedere i miei buoni amici. — E molto tempo ch' Ella non ci e stata? — E circa un anno che non ci sono stato. — Xon va in Italia quest' anno 1 — Xon ci vado, perche da qui all' Italia ci corre troppo. — Chi son gli uomini arrivati poc' anzi ? — Sono dei filosoli. — Di qual paese sono? — Sono di Londra. — Chi e I'uomo che e partite poc' anzi ? — E un' Inglese che ha dissipato ogni suo avere in Francia. — Di qual paese 6 Ella ? — Sono Spagnuolo, e il mio amico e Italiano. — E Ella di Tours ? — No, sono Parigino. — Quanto danaro hanno speso oggi i di Lei fanciulli ? — Non ne hanno speso che poco ; hanno speso solamente uno scudo. — Ove ha Ella dcsinato ieri ? — IIo desinato dall' ostc (dal locan- (Jiere). — Ila Ella speso molto ? — Ho speso uno scudo e mezzo. — E passato di qui il re ? — Non c passato di qui, ma davanti al teatro. — L'ha Ella visto ? — L'ho visto. — E la prima volta ch'EUa l'ha veduto ? — Non c la prima volta, perche l'ho visto piu di venti volte. 9* l02 EXERCISES. CLV, CLVI. /. re... /. , .. .155.".'; Perchc fugge cestui ': — -Se ne lugge perche ha paura. — Perche fugge Ella ? — Fuggo perchc ho paura. — Di chi ha Ella paura ? — Ho paura deH'uomo che non m'ama. — E di Lei nemico 1 — Non so s' e mio nemico ; ma temo tutti quelli che non m' amano, perche se non mi fanno del male, non mi fa- ranno del bene. — Ha Ella paura di mio cugino ? — Non ne ho paura, perche non ha mai fatto male a nessuno. — Ella ha torto di fuggire costui, poiche 1' assicuro esser egli un bravo iiomo che non ha mai fatto male a nessuno. — Di chi ha i.dito parlare il di Lei fratello ? — Ha iidito parlar d' un uomo al quale e ac- caduta una disgrazia. — Perche i di Lei scolari non hanno fatto i loro temi ? — L' assicuro che li hanno fatti, e Ella s' inganna se crede che non li abbiano fatti. — Che ha Ella fatto del mio libro? — L' assicuro che non I'ho veduto. — II di Lei figlio ha avuto i miei coltelli ? — M' assicura che non li ha avuti.- — E gia arrivato il di Lei zio 1 — Non e per anco arrivato. — Vuole as- pettare fino al suo ritorno ? — Non posso aspettare, perche ho molto da fare. — Non ha Ella inteso niente di nuovo ? — Non ho inteso niente di nuovo. — E arrivato il re ? — Si dice che sia arrivato (dicono che sia arrivato). — Che Le e accaduto ? — M' e accaduta una gran disgrazia. — Quale ] — Ho incontrato il mio grandissimo nemico che mi ha dato una bastonata. — Allora La compatisco di tutto cuore. — Perche compatisce a costui? — Lo compatisco perche Ella gli ha rotto il collo. — Perche si lamenta del mio amico ? — Me ne lamento perche mi ha tagliato il dito. — La serve bene costui ? — Mi serve bene, ma spende troppo. — Vuol Ella prendere questo servitore ? — Voglio pren- derlo, se vuol servirmi. — Posso prendere cotesto servitore ? — • Ella puo prenderlo, perche m' ha servito benissimo. — Quanto tempo e che ha lasciato il di Lei servizio ? — Sono solamente due mesi. — L'ha servito molto? — M'ha servito durante sei anni. 156. Mi oflre Ella qualche cosa ? — Non ho niente da ofTrirle. — Che Le offre il mio amico ? — Mi ofTre un libro. — Le hanno EXERCISE CLVII. 103 offerto qualcosa i Parigini ? — Mi liarino ofierto vino^ pane e buon manzo. — Perche compiange il nostro vicino ? — Lo com- piango, perche ha dato in custodia il suo danaro a ur. mercante di Parigi e questi non vuol renderglielo. — Confida Ella qual- cosa a cestui? — Non gli confido niente. — Le ha gia ritenuto qualcosa ? — Non gli ho mai dato niente in custodia, di mode chc non mi ha mai ritenuto niente. — Vuol dare in custodia il di Lei danaro a mio padre ? — Voglio darglielo in custodia. — Qual segreto Le ha confidato mio figlio ? — Non posso con- fidarle cio ch' cgli mi ha confidato, poiche mi ha pregato di tenerne il segreto (di star zitto.) — A chi confida Ella i di Lei segreti ? — Non li confido a nessuno, di maniera die nessuno li sa. — E stato ricompensato il di Lei fratello ? — Al contrario e stato punito ; ma La prego di tenerlo segreto, poiche nes- suno lo sa. — Che gli e sopraggiunto ? — Le diro cio che gli «3 sopraggiunto, se mi promette di osservarne il segreto. Mi promette Ella di tenerlo segreto ? — Glielo prometto, perche lo compatisco di tutto cuore. — Vuole Ella aver cura dei miei abiti ? — Ne voglio aver cura. — Ha Ella cura del libro che Le ho prestato ? — Ne ho cura. — Chi avra cura del mio servitore? — II locandiere ne avra cura. — Getta Ella via il cappello ? — Non lo getto via, poiche mi sta a meraviglia. — II di Lei amico vende il suo abito ? — Non lo vende, perche gli sta estrema- mente bene. — Chi ha guastato il mio libro ? — Nessuno r ha guastato, perche nessuno ha ardito toccarlo. — Impedisce Ella qualcuno di studiare ? — Non impedisco nessuno di studiare, ma L' impedisco di far male a questo ragazzo. 157. Suona Ella il violino ? — Non suono il violino, ma il cemba- lo. — Avremo una festa da ballo stasera? — Ne avremo una. — A che ora ? Alle undici meno un quarto. — Che ora e ades- so ? — Sono vicine le undici e tosto verra la gente. — Chc strumento suonera, Ella ? — Suonero il violino. — Se Ella suona il violino, suonero io il cembalo. — Ci deve esser molta gente al nostro ballo ? — Ce ne deve csscr molta. — Ballera Ella ? — Ballero. — Ballcranno i di Lei fanciulli ? — Balleranno se piacc .ore. — Come passa il tempo m questo paese? — Passo il tempo 104 EXERCISE CLVllI. a suonarc il cembalo e a leggere. — A die si diverte il di Lei cugino ? — Si diverte a suonare il violino. — Quando Ella siiona balla qualcuno ? — Quando suono balla molta gente. — Chi? — 1 iiostri fanciulli in primo luogo, poi i nostri cugini, in fine nostri vicini. — Si diverte Ella? — L' assicuro die ci divertiamo moltissimo. — Chi compatisce Ella ? — Compatisco il di Lei amico. — Perche lo compatisce ? — Lo compatisco perche e malato. — Qualcuno ha compatito a Lei 1 — Nessuno mi ha com- patito, perche non sono stato malato. — Mi offre Ella qualche cosa ? — Le offro un bello schioppo.^ — Che Le ha ofTerto mio padre ? — M' ha ofTerto un bel libro. — A chi ha Ella ofTerto i di Lei bei cavalli ? — Li ho ofTerti al capitano ingiese. — OfTri il tuo grazioso cagnolino a cotesti Tanciulli ? — L' ofTro loro, perche li amo di tutto cuore. — Perche ha dato un pugno a cotesto ragazzo ? — Perche m' ha impedito di dormire. — Qualcheduno L' ha impedita di scrivere ? — Nessuno mi ha im- pedito di scrivere, ma ho impedito qualcuno di Tar male al di Lei cugino. 158. Le e caduto qualche cosa ? — Non mi e caduto niente, ma a mio cugino e caduto del danaro. — Chi 1' ha raccolto ? — Degli uomini 1' hanno raccolto. — Gli e stato reso ? — Gli e stato reso, perche quelli che 1' hanno raccolto non hanno voluto rite- nerlo. — Fa Treddo oggi ? — Fa molto Treddo. — Vuole Ella av- vicinarsi al fuoco ? — Non posso avvicinarmene, perche ho paura di bruciarmi. — Perche s' allontana dal Tuoco il di Lei amico ? — Se ne allontana, perche ha paura di abbruciarsi. — Ti avvicini al fuoco ? — Me ne avvicino, poiche ho molto Tred- do. — S' allontana dal fuoco ? — Me ne allontano. — Perche se ne allontana? — Perche non ho freddo. — Ha Ella freddo o cal- do ? — Non ho freddo ne caldo. — Perche i di Lei fanciulli si avvicinano al fuoco?— Se ne avvicinano perche hanno freddo. — Qualcuno ha freddo ? — Qualcuno ha freddo.— -Chi ha fred- do ? — Ha freddo il ragazzino il di cui padre ha prestato a Lei un cavallo. — Perche non si scalda ? — Perche suo padre non ha danaro per comprare del carbone. — Vuol dirgli di venir d* aie per scaldarsi ? — Voglio dirglielo. — Si rammenta di qualcb EXERCISE CLIX. lOi cosa ? — Non mi rammcnlo di nientc. — Di clic si ranmienta il di Lei zio ? — Si rammenta di cio che Ella gli ha promcsso. — Che gli ho promesso ? — Gli ha promesso d' andare V inverno venturo seco in Italia. — Penso farlo se non fa troppo frcddo. — Perche s' allontana dal fuoco ? — E un' ora e mezzo che sono seduto vicino al fuoco, in guisa che non ho piu freddo. — Non piace al di Lei amico d' esser seduto vicino al fuoco ? — Al contrario, gli piace molto d' esser seduto vicino al fuoco, ma solamente quando ha freddo. — Si puo avvicinare il di Lei zio ? — Si puo avvicinarlo, perche riceve tutli. — Vuole Ella sedere (raettersi a sedere) ? — Yoglio mettermi a sedeie. — Ove si mctte a sedere il di Lei padre ? — Si mette a sedere vicino a me. — Ove sedero io 1 — Ella puo sedersi vicino a me. — Siede Ella vicino al fuoco ? — Non seggo vicino al fuoco, perche ho paura d' aver troppo caldo. — Si ricorda Ella di mio fratello ? — ^le ne ricordo. 159. I di Lei genitori si ricordano dei lor vecchi amici ? — Se ne riccordano. — Si rammenta Ella di questi motti ? — Non me ne rammento. — Si e raramentato di cio ? — ]Me ne son rammentato. — II di Lei zio si c rammentato di cotesti motti ? — Se n'e ram- mentato. — Mi son rammentato del mio tema ? — Se n'e rammen- tata. — S' e Ella rammentata dei di Lei temi ? — Me ne son ram- mentato, poiche li ho imparati a memoria ; e i miei fratelli si son rammentati dei loro, perche li hanno imparati a memoria. — E molto tempo che ha veduto il di Lei amico di Parigi ? — L' ho veduto sono quindici giorni. — I di Lei scolari imparano volentieri a memoria ? — Non imparano volentieri a memoria; amano meglio leggere e scrivere che imparar a memoria. — Le piace piu il cidro che il vino ? — Mi piace piu il vino che il ci- dro. — II di Lei fratello ama giuocare ? — A ma meglio studiare che giuocare, — Le piace il vitello piu che il montone ? — Questo mi piace piu di quelle. — Ama Ella meglio here che mangiare ? — A mo meglio mangiare che here ; ma a mio zio piace piu here che mangiare. — Al Francese piace piu il poUastro che il pesce ? — II pesce gli piace piu che il poUastro. — Ama meglio parlarc che scrivere? — Mi piace far I'uno e I' altro. (Amo 100 EXERCISES CLX, CLXI. far r uno e 1' altro.) — Le place piu il miele che lo Lucchero 1 -Non mi piace iie I'uno ne 1' altro. — Al di Lei padre piace piu il caffe che il te ? — Non gli piace ne 1' uno ne 1' altro. — Puo Ella capirmi? — No, Signore, poiche Ella parla troppo presto. — Vuole aver la bonta di non parlare cosi presto 1 — Non voglio parlare cosi presto, se vuole ascoltarmi. 160. Puo Ella capire cid che mio fratello Le dice ? — Parla cosi presto che non posso capirlo. — I di Lei scolari possono capir- la ? — Mi capiscono quando parlo lentamente ; perche, per esser capito, bisogna parlar lentamente. — Bisogna parlar forte (ad alta voce) per imparar I'italiano? — Bisogna parlar forte, (ad alta voce.) — Parla forte il di Lei maestro ? — Parla ad alta voce e lentamente. — Perche non compra Ella qualche cosa da <.^uesto mercante ? — Vende cosi caro che non posso comprar niente da lui. — Yuole Ella condurmi da un altro ? — Voglio condurla dal figlio di quello dal quale ha comprato 1' anno pas- sato. — Vende cosi caro come questo ? — Vende a miglior mer- cato. — I di Lei fanciulli imparano piu volentieri I'italiano che lo spagnuolo ? — Non amano imparare ne 1' uno ne 1' altro ; ama- no solamente imparar il tedesco. — Le piace il montone ? — II manzo mi piace piu che il montone. — II pasticcino piace ai di Lei fanciulli piu che il pane ? — Piace loro 1' uno e 1' altro. — Ha egli letto tutti i libri che ha comprati ? — Ne ha comprato tanti che tutti non puo leggerli. — Vuol Ella scrivere del temi ? — Ne ho scritlo tanti che non posso scriverne piu. — Perche si salva costui ? — Si salva perche ha paura. — Qualcuno vuol far- gli male ? — Nessuno vuol fargli male ; ma non ardisce rima- nere, perche non ha fatto il suo dovere, e ha paura d' esser punito. — Qualcuno vuole toccarlo ? — Nessuno vuole toccarlo, ma sara punito dal suo maestro per non aver fatto il suo dovere. 16L Sono stati trovati i di Lei libri ? — Sono stati trovati. — Ove ? — Sotto il letto. — II mio abito e sopra il letto ? — E sotto. — I vestiti del di Lei fratello sono sotto il letto ? — Sono sopra.— Sono stato visto da qualcuno? — Ella non e stata vista da nes- EXERCISE CLXII. 107 suno. — E Ella passata accanto a qualcuno ? — Sono passato ac- canto a Lei, cd Ella noii m'havisto. — E passato qualcuno accanto a Lei ? — Nessuno e passato accanto a me. — Ove e passato il di Lei figlio ? — E passato vicino al teatro. — Passera Ella vicino al castello ? — Vi passero. — Perche non avetc pu- lito il mio baule ? — Ho avuto paura d' insudiciarmi le dita. — 11 servitore di mio fratcllo ha pulito gli schioppi del suo padrone ? — Li ha puliti. — Xon ha avuto paura d'insudiciarsi le dita? — Non ha avuto paura d' insudiciarsele, perche le sue dita non sono mai pulite. — Si serve Ella dei libri che Le ho prestati? — Me ne servo. — Posso servirmi del di Lei colteUo ? — Puoi servirtene, ma non devi tagliarti. — I miei fratelli possono ser- virsi dei di Lei libri? — Possono servirsene. — Possiamo servir- ci del di Lei schioppo ? — Potete (possono) servirvene, (servir- sene,) ma non dovete (devono) guastarlo. — Che ha Ella fatto del mio carbone ? — Me ne son servito per scaldarmi. — II di Lei fratello s' e servito del mio cavallo ? — Se n'c servito. — I nostri vicini si son serviti dei nostri abiti ? — Non se ne son serviti, perchu non ne hanno avuto bisogno. — Chi s'e servito del mio cappello ? — Nessuno se n'e servito. — Ha Ella detto al di Lei fratello di scendere ? — Non ho arJito dirglielo. — Perche non ha ardito dirglielo ? — Perche non ho voluto svegliarlo. — Le ha detto di non isvegliarlo ? — M* ha detto di non isvegliarlo quando dorme. 162. S' e Ella fatta la barba oggi ? (S' e Ella sbarbata quest' oggi?) — Me la son fatta. — II di Lei fratello s' e egli sbarbato ? — Non s' e sbarbato, ma s' e fatto sbarbare. — Si fa EUaspesso la barba ? — Me la faccio ogni mattina e qualche volta anche ia sera. — Quando si sbarba la sera ? — Quando non pranzo a casa. — Quante volte al giorno si fa la barba il di Lei padre ? — Se la fa solamente una volta al giorno, ma mio zio se la fa due volte al giorno. — II di Lei cugino si sbarba spesso ? — Si sbarba sola- mente ogni due giomi. — II mattino a che ora si veste Ella ? — - Mi vesto appena che ho fatto colazione, e faccio colazione ogni giorno allc otto oppure alle otto e un quarto. — II di Lei vicino si vcstc prima di far colazione ? — Fa colazione prima di 108 EXERCISE CLXIII. vestirsi. — La sera a che ora ti spogli ? — Mi spoglio appena clie ritorno dal teatro. — Vai al teatro ogni sera ? — Non ci vado ogni sera, perche e meglio studiare che andar al teatro. — A che ora ti spogli quando non vai al teatro ? — Allora mi spoglio appena che ho cenato, e mi corico allc dieci. — Avete gia ves- tito il bambino 1 — Non 1' ho ancora vestito, perche dorme an- cora. — A che ora si leva egli ? — Si leva appena e risvegliato. — Si leva Ella cosi per tempo come io ? — Non so a che ora Ella si levi, ma io mi levo appena che mi sveglio. — Volete dire al mio servitore di svegliarmi domani alle quattro ? — Voglio dirglielo. — Perche s' e Ella levata cosi presto? — I miei fan- ciuUi hanno fatto tanto strepito che mi hanno svegliato. — Ha Ella ben dormito ? — Non ho ben dormito, perche ha fatto trop- po strepito. — A che ora s' e svegliato il buon capitano ? — S' e svegliato alle cinque ed un quarto del mattino. 163. Come s' e comportato mio figlio ? — S' e comportato benissimo. — Come s' e comportato mio fratello verso di Lei ? — S' e com- portato benissimo verso di me, perche si comporta bene verso tutti. — Vai la pena di scrivere a costui ? — Non vai la pena di scrivergli. — Merita il conto di smontare da cavallo per com- prare un pasticcino ? — Non merita il conto, perche non e molto che Ella hamangiato. — Merita il conto di smontare da cavallo per dar qualche cosa a questo povero ? — Si, perche pare averne bisogno ; ma Ella pud dargli qualche cosa senza smon- tare da cavallo. — E egli meglio andar al teatro che studiare ? — E meglio far questo che quelle. — E egli meglio imparare a leggere il francese che impararlo a parlare ? — Non vai la pena d'impararlo a leggere, senza impararlo a parlare. — E meglio coricarsi che passeggiare ? — E meglio far questo che quelle. — E meglio andar in Francia che in Germania ? — Non merita il conto d' andare in Francia ne in Germania quando non si ha voglia di viaggiare. — Si e Ella sbrogliata alfine di costui 1 — Me ne son sbrogliato. — Perche il di Lei padre s' e disfatto dei suoi cavalli ? — Perche non ne aveva piu bisogno. — 11 di Lei mercante e riuscito alfine a disfarsi del suo zucchero avariato 1 — E riuscito a disfarsene. — L'ha venduto a credenza ? — L' ha EXERCISE CLXIV. lOD poiuto Ycndcrc a contanli, di manicra clie uon l' lia vciidiilo a credenza. — Chi Le ha insegnato a Icggcrc ? — IIo imparato da iin maestro francese. — Le ha insegnato a scrivere ? — Mi ha in- segnato a Icggere ed a scrivere. — Chi ha insegnato al di Lei fratelio 1' aritmetica 1 — Gliel' ha insegnala un maestro francese. — Mi chiama ? — La chiamo. — Che desidera ? — Perche non si leva ? non sa Ella ch'e gia tardi ? — Che vuol Ella ? — Ho per duto tiitto il mio danaro e vengo a pregarla di prestarmene. — Che ora e ? — Son gia sei e im quarto e Ella ha dormilo abba- stanza. — E molto ch' Ella s' c Icvata ? — E un' ora c mezzo che mi son levato. — Vuol far una passeggiata meco ? — Non posso andare a passeggiare, perche aspeito il mio maestro d'italiano. 164. Spera Ella ricevere oggi im biglietto ? — Spero riceverne uno. — Da chi ? — Da un mio amico. — Che speri ? — Spero vc- dere quest' oggi i miei genitori, perche il mio precettore m' ha promesso di condurmi da loro. — II di Lei amico spera egli ricevere qualche cosa ? — Spera ricever qualche cosa, perche ha studiato bene. — Sperano arrivar presto in Parigi ? — Spe- riamo arrivarci alle otte e un quarto, perche nostro padre ci aspetta questa sera. — Sperano trovarlo in casa ? — Lo speria- mo. — Con qual cosa ha Ella cambiato il di Lei Ici^no di cui mi ha parlato ? — L' ho cambiato con un bel cavallo arabo. — Vuole Ella cambiare il di Lei libro col mio ? — Non lo posso, perche ne ho bisogno per istudiare 1' italiano. — Perche si leva Ella il cappcUo ? — Me lo levo, perche vedo venire il mio vec- chio maestro. — Muta Ella il cappello per andare al mercaio ? — \on lo muto per andare al mercaio, ma per andare al con- certo. — Quando avra luogo il concerto ? — Avra luogo posdo- mani. — Perche se ne va Ella '' — Non si diverte Ella qui ^ — S'inganna, Signore, quando dice che qui non mi diverto, per- che L' assicuro che trovo molto piacere a conversare con Lei ; ma me ne vado, perche sono aspettalo alballo delmio parente. — Ha Ella promesso d'andarci? — L' ho promesso. — Ha Ella mutato il cappello per andare dal capilano inglese ! — Ho mu- tato il cappello, ma non ho mutato il mio abito ne i miei sti 10 no EXERCISES CLXV, CLXVI. v-ali. — Quante volte al giorno rauti gli abiti ? — Li muto pel pranzare e per andare al teatro. 165. Perche si mischia Ella fra qiiesti uoraini ? — Mi mischio fra loro per sapere cid che dicono di me. — Che sara mai di Lei se si mischia sempre fra i soldati ? — Non so che sara di me, ma L'assicuro che non mi faranno male, poiche non apportano danno a nessuno. — Ha Ella riconosciuto il di Lei padre ? — E tanto tempo che non I'ho visto che non I'ho riconosciuto. — L'ha esso riconosciuta ? — M'ha riconosciuto alFistante. — Quant' e ch' Ella ha cotesto abito ? — E molto tempo che I'ho. — Quanto tempo e che il di Lei fratello ha questo schioppo ? — E moltissimo tempo che 1' ha. — Parla Ella ancora il francese ? — E si lungo tempo che non I'ho parlato che T ho quasi (pres- wche) ititieramente dimenticato. — Quanto tempo e che il di Lei cugino impara il francese ? — Sono sohanto tre mesi. — Sa egli quanto Lei ? — Sa piu di me, perche e piu lungo tempo che r impara. — Sa Ella perche quest' uomo non mangia 1 — Credo che non abbia {subj.) fame, perche ha piu pane di quello ch'egli possa {subj.) mangiare. — Ha Ella dato danaro al di Lei figlio ? — Gliene ho dato piu di quello che non ispendera. — Vuol darmi un bicchiere di cidro ? — Ella non ha bisogno di here del cidro, perche vi e piu vino di quello che non sara d'uopo. — Debbo io vendere il mio schioppo per comprare un cappello nuovo ? — Non ha bisogno di venderlo, perche ha piu danaro di quello che non gliene abbisognera. — Vuol Ella par- lare al calzolaio ? — Non voglio parlargli, perche abbiamo piu stivali di quello che non ce ne abbisognera. — Perche. si ralle- grano i Francesi ? — Si rallegrano perche si lusingano d' aver ^ molti buoni amici. — Non hanno essi ragione di rallegrarsi ?— Hanno torto, perche hanno meno amici di quello che pensino (s' immaginino.) 166. E Ella pronta a partir meco ? — Lo sono. — II di Lei zio parte con noi ? — Egli parte con noi, se vuole. — Vuol Ella dirgli di tenersi pronto per partir domani alle sei dcUa sera ? — Voglio EXERCISE CLX\ 11. 1 1 1 dirglielo. — E pronto ad uscirc qiiesto giovanc 1 — Xon ancora ma lo sara quanto prima. — Perche e state appiccato costui ? — E state appiccato, perche ha ammazzato qualcuno. — Hanno ap- piccato r uomo che ha rubato ii cavallo al di Lei fratello ? — L' hanno punito, ma non 1' hanno appiccato ; nel nostro pae.sc non si appiccano chc i ladri da strada. — Che ha Ella fatto del mio abito ? — L' ho appeso al muro. — Vuole Ella appenderc il mio cappello all' albero ? — Voglio appendorvelo. — Non ha Ella ^isto i miei guanti ? — Li ho trovati sotto il di Lei lotto, e li ho appesi ai chiodi. — E stato appiccato il ladro che ha rubato il di Lei schioppo ? — E stato punito, ma non e stato appiccato, — Perche si estende Ella tanto sopra questo soggetto ? — Percho bisogna parlare sopra tutti i soggetti. — Se e necessario ascol- tarla e risponderle quando Ella tratta questo soggetto, appen- deru il mio cappello al chiodo, mi stendero sul pavimento, L' ascoltero e Le rispondero alia meglio. — Ella fara bene. — Andra Ella in Italia quest' anno ? — Se faro buoni aflari v' andro. — Andra Ella dal capitano ? — Vi andro, se vi andra Lei. — Mi prestera un libro ? — Se potro gliene prestero uno. — II di Lei figlio ricevera egli un regalo ? — Se sara savio e assiduo lo ricevera ; ma se sara pigro, non ricevera niente. — Uscira Ella ? — Se il tempo sara bello usciro, ma se piove, restero in casa. 167, Come sta il di Lei signer padre ? — Sta cosi cosi. — Come sta il di Lei malato ? — Oggi sta un pe' meglio d' ieri. — E molto tempo ch' Ella non ha vcduto i di Lei signori fratelli ? — Son due giorni che non li ho visti. — Come stai ? — Sto abbastanza bene. — Quanto tempo c che il di Lei signer cugine impara il francese ? — Sone solamente tre mesi che 1' impara. — Lo parla gia ? — Le parla, lo legge e lo scrive gia meglio del di Lei fra- tello che r impara da due anni. — E molto tempo che Ella non ha intcso parlare di mio zio ? — Seno appena quindici giorni che ne he inteso parlare. — Ove soggiorna attualmente ? — Sog- giorna a Bcrlino, ma mio padre e in Londra. — La si c fermata molto tempo a Vienna ? — Mi ci sen fermato quindici giorni. — Quanto tempo s' c fermato il di Lei engine a Parigi ? — Non vi 112 EXERCISE CLXVIII. si o fermato clic un mese. — Le place di parlare con inio zio Mi pidce molto parlar con esso, ma non mi piace die si befS di me. — Perclu; si beffa di Lei ? — Si beffa di me, perche parlo male. — Perclie non ha amici il di Lei signor fratello ? — Non ne ha perche ei si beffa di tutti. — Perche La si beffa di quest' uomo 1 — Non ho intenzione di beffarmi di lui. — La prego di non farlo, perche gli squarcera il cuore se si beffa di lui. — Du bita Ella di cio che Le dico ? — Non ne dubito. — -Dubita Ella di cio che Le ha detto quest' uomo? — Ne dubito, perche ha spesso mentito. — Ha Ella alfine comprato il cavallo che voleva comprare il mese passato ? — Non 1' ho comprato, perche non ho potuto procurarmi danaro. 168. II di Lei signor zio ha egli finalmente comprato il giardino ? — Non I'ha comprato, perche non ha potuto convenire nel prezzo. — Sono Elleno alfine convenute del prezzo di quel quadro ? — Ne siamo convenuti. — Quanto I'ha Ella pagato ? — L'ho pagato mille cinque cento franchi. — Che hai comprato oggi 1 — Ho comprato due bei cavalli, tre bei quadri ed un bello schioppo. — Quanto hai pagato i quadri ? — Li ho comprati per sette cento franchi. — Li trova Ella cari ? — Non li trovo cari. — Si e Ella accordata col di Lei socio ? — Mi son accordato con lui. — Consente esso a pagarle il prezzo del bastimento ? — Consente a pagarmelo. — Acconsente Ella ad andare in Francia 1 — Acconsento ad andarci. — Ha Ella riveduto il di Lei vecchio amico ? — L'ho riveduto. — L' ha Ella riconosciuto ? — ■ Non l'ho quasi piu riconosciuto, perche contro il suo solito (costume), porta un cappellone. — Come sta egli ? — Sta benis- simo. — Che vestimenti porta ? — Porta bellissimi vestimenti nuovi. — Si e Ella accorta di cio che ha fatto il di Lei ragazzoT — Me ne son accorto. — Ne I'ha Ella punito ? — Ne l'ho pu- nito. — Le ha gia scritto il di Lei padre ? — Non ancora ; ma mi attend© oggi un biglietto da lui. — Di che si lamenta Ella 1 — Mi lamento di non potere procurarmi del danaro. — Perche si lamentano questi poveri uomini ? — Si lamentano perche non possono procurarsi di che mangiare. — Come stanno i di Lei senitori ? — Stanno, come al solito, benissimo. — Sta bene il dj EXERCIStS Cl.XIX, CI, XX. Il3 Lfci signor zio ? — Sta mcglio del solilo. — Ila Ella gia uililc parlare del di Lei aiiiico ch' c in Alemagua ?; — Gli ho gia scritto parecchie volte, ma non m' ha risposto ancora. 169. Che ha Ella fatto dei libri che il capilano inglcse Le ha prestati ? — Glieli ho restituiti dopo averii letti. — Ha Ella get tato il di Lei coltcllo ? — L' ho gettato dopo essermi taglialo. — Quando son io stato al concerto ? — Ella ci c stata dopo essersi vestita. — Quando u andato al ballo il di Lei signor fratello ? — Ci e andato dopo essersi vestito. — Quando hanno Elleno fatto colazione ? — Abbiamo fatto colazione dopo esserci sbarbati. — Quando sono usciti i nostri vicini ? — Soiio usciii dopo essersi scaldati. — Perchc ha Ella punito il di Lei ragazzo ? — L' ho punito, perchc ha rotto il mio bellissimo bicchiere. Gli ho dato del vino, e invece di berlo, I'ha sparso sul tappeto nuovo e ha rotto il bicchiere. — Che ha Ella fatto stamane ? — Mi sono sbarbato dopo essermi levato c son uscito dopo aver fjitlo colazione. — Che ha fatto ieri sera il di Lei signor padre ? — Ha cenato dopo essere stato alio spettacolo e s' e coricato dopo aver cenato. — S' e egli levato di buon ora ? — Si c levato alio spuntar del sole. 170. Come stanno i di Lei signori fratelli ? — Stanno benissimo da qualche giorno. — Ove soggiornano ? — Soggiornano a Parigi. — Qual giorno della settimana festeggiano i Turchi ? — Fes- teggiano il venerdi ; ma i Cristiani festeggiano la domenica, gli Ebrei il sabato e i nori il giorno della loro nascita. — Fra voi altrc gcnti della campagna ci sono molti pazzi, non e vero? domando un fdosofo l' altro giorno ad un contadino. — Questi rispose : Signorc, se ne trovano in tutti gli stati. — 1 pazzi di- cono qualche volta la vcrita, disse il fdosofo. — La di Lei sirica? — Ha messo alia vela il trenta del mese scorso. — Vuol Ella domandar al di Lei fratello s' e contento del danaro che o-li ho mandato ? — Quanto a mio fratello, n' e contento, ma io non lo sono ; perche avendo fatto naufragio, ho bisogno del danaro ch' Ella mi deve. — Mi promette Ella di parlare al di Lei fratello ? — Glielo prometto, puo fame capitale. — Fo capi- tale di Lei. — Studiera Ella meglio per la prossima lezione che non ha studiato per questa ? — Studiei'o meglio. — Posso fidar- mi ? — Lo puo. 209. Si conosce Ellar di panno ? — Mi vi conosco. — Vuol Ella comprarmene qualche auna ? — Se vuole darmi il danaro I I EXERCISE CCX. Ill ^liene compreru. — Ella mi fara piacere (Glienc saru tenuto.) — - Quest' uomo si conosce di panno ? — Non vi si conosce mol- to. — Come si prcndc Ella per far cio ? — Mi vi prentlo cosi. — Vuol Ella mostrarmi come Ella vi si prende ? — Molto voleii- tieri. — Che debbo fare per la mia lezione di domani ? — Ella mettera i di Lei temi in netto, ne fara tre altri e studiera la lezione seguentc. — Come fa Ella per prociirarsi delle mercan- zie senza danaro ? — Compro a credito. — Come fa la di Lei sorella per imparar 1' italiano senza dizionario ? — Essa fa cosi (in questo modo.) — Lo fa molto destramente. Ma il di Lei signer fratello come fa egli ? — Lo fa senza alcun giudizio • egli legge e cerca le parole nel dizionario. — Puo studiare vent'anni in questa maniera senza saper fare una sola frase. — Perche la di Lei signora sorella abbassa gli occhi ? — Li ab- bassa perche ha vergogna di non aver fatto il suo dovere. — Faremo oggi colazione nel giardino ? — II tempo e cosi hello, che bisogna approfittarne. — Come Le place questo cafie ? — Mi place moltissimo. — Perche si abbassa ? — Mi abbasso per prendere il fazzoletto, che ho lasciato cadere. — Perche le di Lei signore sorelle si nascondono ? — Si nascondono per timore d' esser vedute. — Di chi hanno paura ? — Hanno paura della loro maestra che le ha rampognate (sgridate) ieri perche non avevuio fatto il lor dovere. 210. Che ha Ella ? Perche ha 1' aspetto cosi melanconico ? — Non avrei 1' aspetto cosi melanconico, se non avessi un sog- getto di tristezza. Ho sentito all' istante che un mio amico si e fatto saltare le cervella con una pistolettata, e ch' una delle migliori amiche della mia sposa s' e annegata. — Dove s' e an- negata ? — S' e annegata nel fmme ch' e dietro alia sua casa. Ieri alle quattro della mattina si levo senza dire una parola ad alcuno, salto dalla finestra che sporge sul giardino e si getto nel fiume ove s' e affogata. — Ho gran voglia di bagnarmi oggi. — Ove vuole bagnarsi ? — Nel fiume. — Non ha Ella '>aura di aflbgasi ? — Oh, no ! so nuotare. — Chi gliel' ha inse- gnato ? — La state scorsa ho preso alcunc lezioni alia scuola del nuoto. 142 EXERCISE CCXI. Quando ebbe Ella fmito il di Lei dovcre ? — L' aveva finito quando Ella entro. — Quelli che avevano piu contribuito alia sua elevazione sul trono del suoi antcnati, furon quelli die lavorarono con. piu animosita per precipitarnelo. — Dacchc Cesare ebbe passato il Rubicone, non ebbe piu a deliberare : dovette vincere o morire. — Un imperatore, irritato contro un astrologo, gli domando : " Miserabile, di die sorta di morte credi die tu morrai ?" — " Morro della febbre," rispose 1' as- trologo. " Menti," disse 1' imperatore, " morrai all' istante di morte violenta." Quando stavano per prenderlo, disse all' im- peratore : " Sire, ordinate che mi si tocclii il polso e si trovera die ho la febbre.'^ — Questo detto gli salvo la vita. 211. Scorge Ella quella casa laggiii ? — La scorgo ; che casa e ? — E una locanda ; se vuole, vi entreremo per here un bic- chier di vino, perche ho molto sete. — Ella ha sempre sete quando vede un' osteria, — Se vi entriamo bevero alia di Lei salute. — Piuttosto ch' entrare in un albergo, non bero. — Quando mi paghera Ella cio che mi deve? — Quando avr6 danaro ; e inutile domandarmene oggi, perche Ella sa benissi- mo che non vi e nulla da ricevere da chi non ha niente. — Quando pensa Ella aver danaro ? — Penso averne F anno venturo. — Vuol Ella fare cio ch' io Le diro ? — Voglio farlo, se non e troppo difficile. — Perche ride Ella di me? — Non rido di Lei, ma del di Lei abito. — Non rassomiglia al di Lei ? — Non gli rassomiglia, perche il mio e corto e il di Lei e troppo lungo ; il mio e nero e il di Lei e verde. — Perche frequenta Ella quest' uomo ? — Non lo frequenterei se non m' avesse reso gran servizi. — Non se ne fidi, perche s' Ella non ista all' erta, 1' in- gannera. — Perche lavora Ella tanto ? — Lavoro per esser un giorno utile al mio paese. — Essendo ancor piccolo, dissi un giorno a mio padre : " Non intendo il commercio e non so vendere ; permettetemi di giuocare." Mio padre mi rispose sorrider.do : " Mercantando s' impara a mercantare, e vendendo a vendere." " Ma, mio caro padre," risposi : " giuocando s' impara anche a giuocare " " Avete ragione," mi disse , * ma prima bisogna imparare cio ch' e necessario ed utile."— EXERCISE CCXII. 143 Non giudicalc, voi che non volete cssere giudicati ! — Pcrche scoprite una paglia nell' occhio di vostro fratello, voi clic non vedete la trave ch' e ncl vostro occliio ? 212. II signor di Tureime non comprava mai nientc a credito dai mercanti per tcma, diceva egli, che ne perdessero gran parte, se gli accadesse di restar niorto in guerra. Tutti gli operai che impiegava nella sua casa, avevano ordine di presentare i ]oro conti, prima ch'ei si mettesse in campagna, ed erano pa- gati regolarmente. Non sarete mai rispettati, se non lasciando la cattiva com pagnia che frequentate. — Non potrete finire il vostro lavoro questa sera, a raeno che io non vi aiuti. Yi spiegheru tutte le diflicolta, aflinche non vi scoraggiate nella vostra impresa. — Posto che perdiate {or perdeste) i vostri amici, che ne sarebbe di voi ■ — In caso che abbiate {or aveste) bisogno della mia assistenza, chiamatemi, vi aiutero. — Unuomo savio e prudente vive con economia,quando e giovane, per godere del frutto del suo lavoro, quando sara vecchio. — Portate questo danaro al signor N. affinche possa pagare i suoi debiti. — Yolete prestar- mi questo danaro ? — Non ve lo prestero, a meno che non mi promettiatB di rendermelo il piu presto che potrete. — E arri- vato il generale ? — Arrive al campo ieri mallina, stanco ed ab- batlulo, ma molto a proposito ; diede subito ordine d'ingaggiar la battaglia (il combattimento), quantunque non avesse ancora tutte le sue truppe. — Le di Lei signore sorelle sono desse felici ? — Non lo sono, quantunque siano ricche, perchu non sono contente. Benchc abbiano buono memoria, questo noa basta per imparare qualunque siasi lingua ; bisogna che fac- ciano uso del loro giudizio. — Guardi come e amabile questa signora ; quantunque non sia agiata 1' amo istessamente. — Vuole Ella prestarmi il suo violino ? — Glielo prestero, purche 'me lo rcnda questa sera. — La di Lei signora madre vend dessa a vedermi ? — Verrii, purche prometta di condurla al concerto. — Non cessero d' iinportunarla sintantoche dessa m'abbia perdonato. — Mi dia questo temperino. — (Jlielo daro, purche non ne faccia mai uso. — Andra VA\\\ a Londra ?^ 144 EXERCISES CCXIII, CCXIV. V'andro, purche Ella m' accompagni ; e scrivero di nuovo al di Lei fralello, in caso die non abbia riceviito la mia lettera. 213. Dov' era Ella durante il fatto d' armi ? — lo era in letlo a far medicare le mie ferite. — Cosi fosse piaciuto a Dio ch'io vi fossi stato ! Avrei voluto vincere o perire. — Si evito la bat- taglia per tema che non fossimo presi, le lor forze essendo siiperiori alle nostre. — Dio non voglia ch' io biasimi la di Lei condotta ; ma i di Lei affari non saranno mai fatti a dovere, se non facendoli Ella stessa. — Partira Ella quanto prima ? — Non partiro che quando avro pranzato. — Perche m' ha Ella detto che mio padre era arrivato mentre ch' Ella sapeva il con- trario ? — Ella e cosi iraconda che per poco ch' uno La con- trarii si mette subito in collera, — Se il di Lei padre non arriva oggi e ch' Ella abbia bisogno di danaro, gliene prestero. — Le sono tenutissimo. — Ha Ella fatto il di Lei dovere ? — Non tutto ; se avessi avuto tempo e non fossi stato cosi inquieto per 1' ar- rivo di mio padre, 1' avrei fatto. — Se studia e sta attenta, 1' as- sicuro che imparera la lingua italiana in brevissimo tempo. — Colui che vuol insegnare un' arte deve conoscerla a fondo ; bisogna che non ne dia che delle nozioni precise e ben dige- rite ; bisogna che le faccia entrare ad una per una nello spirito dei suoi allievi, e sopra tutto che non sopraccarichi la memo- ria loro di regole inutili e vane. Mio caro amico, prestatemi uno zecchino. — Eccone due in vece di uno. — Quanto Le sono tenuto ! — Sono sempre conten- tissimo quando La vedo, e trovo la mia felicita nella di Lei. — E da vendere questa casa ? — Vuol Ella comprarla ? — Perche no ? — Perche non parla la diLei signora sorella ? — Essa parle- rebbe se non fosse sempre cosi disattenta. — Mi piacciono i graziosi aneddoti : condicono la conversazione e ricreano tutti. La prego di raccontarmene alcuni. — Veda, se Le aggrada (favorisca di vedere) pagina cento quarant' otto del libro che Le ho prestato, e ve ne trovera. 214. Bisogna ch' Ella abbia pazienza, quantunque non ne abbia EXERCISE CCXV. 145 voglia, perche bisogna ch' io pure aspctti finclie io riceva il mio danaro. Nel caso ch' io Io riceva oggi, Le pagliero tutto cio clie Lc devo. Non creda ch' io 1' abbia dimenticato, per- che ci penso tutti i giorni. Crede Ella forse ch'io 1' abbia gia ricevuto ? — Non credo che 1' abbia gia ricevuto ; ma temo che non r abbiano gia ricevuto gli altri di Lei creditori. — Ella vor- rebbe aver piu tempo per istudiare c i di Lei fratelli vorrebbe- ro non aver bisogno d' imparare. — Vo.esse Iddio ch'Ella avesse cio che Le auguro e ch'io avessi cio che desidero. — Quantun- que non abbiamo avuto cio che desideriamo, siamo stati quasi sempre contenti, e i signori B. sono pressochu sempre stati raalcontenti, quantunque abbiano avuto tutto cio di cui un uomo ragionevole puo contentarsi. — Non creda, signora, ch'io abbia avuto il di Lei ventaglio. — Chi Le dice ch'io Io creda? — Mio cognato vorrebbe non aver avuto cio che ha avuto. — Perche ? — Egli ha sempre avuto molti creditori e non mai da- naro. — Desidero che mi parliate sempre italiano, e bisogna che mi obbediate, se volete imparar questa lingua e se non volete perdere il vostro tempo inutilmente. Vorrei che foste piu applicato e piu attento quando vi parlo. S' io non fossi il vostro amico e voi non foste il mio, non vi parlerei cosi. — Non vi fidate del Signer N., perche vi lusinga. — Credete voi ch'un adulatore possa essere un amico ? — Ella non Io conosce cosi bene come io, benche Ella Io veda tutti i giorni. — Non credete ch'io sia incollerito contro di lui, perche suo padre mi ha offeso ! — Oh ! eccolo che viene ; puo dirgli tutto Ella stessa. 215. Avrebbe Ella danaro se il di Lei padre fosse qui ? — Ne avrei se fosse qui. — Sarebbe Ella stata contenta se avessi avuto dei libri ? — Sarei stato contentissimo, s' Ella ne avesse avuto. — Avrebbe Ella lodato il mio fratellino, se fosse stato savio ? — Se fosse stato savio, 1' avrei sicuramente non solo lodato, ma anche amato, onorato e ricompensato. — Saremmo lodati se facessimo i nostri temi 1 — Se li facesscro senza erro- re, sarebbero lodati e ricompensati. — Mio fratello non sareb- b' egli stato punito, se avesse fatto i suoi temi ? — Non sarebbe stato punito se \i avesse fatli. — Mia sorella sarebb' Ella stata 13 146 EXERCISE CCXVI. lodata, se non fosse stata abile ? — Non sarebbo certamente stata lodata, se non fosse stata molto abile, e non avesse lavo- rato dalla mattina iino alia sera. — Mi darebbe Ella qualche cosa, se fossi molto savio ? — Se fosse raolto savia e se studi- asse bene, Le darei un bel libro. — Avrebbe Ella scritto alia di Lei sorella, se io fossi andato a Parigi ? — Se Ella vi fosse an- data le avrei scritto e le avrei mandato qualche cosa di bello. — Parlerebbe Ella se io 1' ascoltassi ? — Parlerei se Ella m' as- coltasse e mi rispondesse. — Avrebbe Ella parlato a mia madre se 1' avesse veduta ? — Se V avessi veduta le avrei parlato e 1' avrei pregata di raandarle lui bell'oriuolo d'oro. Copierebbe Ella i di Lei temi, se io copiassi i miei ? — Li copierei, se copiasse i di Lei. — La di Lei sorella avrebbe trascritto la sua lettera, se avessi trascritto la mia ? — L' avreb- be trascritta, se Ella avesse trascritto la di Lei. — Sarebbe partita, se fossi partito io ? — Non posso dirle cio che avrebbe fatto se fosse partita. 216, Uno dei camerieri di Luigi decimo quarto, domandava a questo principe, mentre questi andava a letto, di far raccoman- dare al primo presidente una lite che aveva contro suo suoce- ro, e diceva sollecitandolo : " Ah, Sire, voi non avete da dire che una parola." " Eh !" disse Luigi decimo quarto, " non e questo che mi dia fastidio ; ma dimmi, se tu fossi in luogo di tuo suocero, e tuo suocero nel tuo, saresti soddisfatto, se io di- cessi questa parola ?" Se gli uomini venissero, bisognerebbe dar loro qualche cosa da here. — Se potesse far questo, vorrebbe far quelle. — Mi sono sempre lusingata, mio caro fratello, che m' amaste tanto quanto io vi amo ; ma vedo adesso che mi sono ingannata. Vorrei sapere perche siete stato a passeggiare senza di me. — Ho sentito, mia cara sorella, ch esiete meco rincresciosa, perche sono stato a passeggiare senza di voi. Yi assicuro che se avessi saputo che non foste ammalata, io sarei venuto a cer- carvi ; ma mi sono informato dal vostro medico sulla vostra salute e mi ha detto che voi stavate a let^o da otto giorni. EXERCISES CCXVII, CCXVIII. 147 217. Che pensa Ella del noslro re ? — Dico ch' e un grand' uomo, ma aggiungo che per quanto i re siano potenti, muoiona come il pin abbietio dei loro soggetti. — E Ella stata contenta delle mie sorelle ? — Lo sono stato, perche per quanto siano brutte, non lasciano d' essere amabilissime, e per quanto le figlie delle nostre vicine siano dotte,pure s'ingannano anch'esse qualche volta. — II Loro padre non c egli ricco ? — Per quanto sia ricco, puo perdcre tutto in un istante. — Chichessia il nemico la di cui malizia Ella tenie, deve riposarsi sopra la di Lei innocen- za ; ma le leggi condannano tutti i rei, chiunque siano. — Qiia- lunque siano le vostre intenzioni, avreste dovuto comportarvi diflerentemente. — Per quante siano le ragioni che mi alleghi- ate, non iscuseranno la vostra azione per se biasimevole. — Per quanto vi avvenga in questo mondo, non mormorate mai contro la divina providenza, poichu non si sofTre mai tanto quanto si ha meritato. — Per quanto io faccia, Ella non e mai contenta. — Per quanto diciate, le vostre sorelle saranno punite, se lo meritano e se non si studiano d'emendarsi. — Chi ha preso il mio oriuolo d'oro? — Non lo so. Non creda ch'io r abbia avuto, o che la Signorina C. abbia avulo la di Lei tabac- chiera d' argento, perche ho veduto F uno e 1' altra nelle mani della di Lei signora sorella, quando giuocavamo a'pegni. — Domani partiro per Douvres, ma fra quindici giorni tornero e allora verro a veder Lei a la di Lei famiglia. — Dov' e adesso la di Lei sorella ? — E a Parigi e mio fratello e a Berlino. — Si dice che questa donnetta stia per isposare il generale K., di Lei amico ; e vero ? — Non ne ho inteso parlare. — Che nuove ci sono della nostra grande armata ? — Si dice che stia fra il Veser ed il Reno. — Tutto cio che il corriere m'ha detto pa- rendo raolto verisimile, mi recai subito a casa, scrissi alcune leltere e partii per Londra. 218. Abbiate pazienza, mio caro amico, e non siate tristo, perchd latristezza nulla cambia e 1' impazienza peggiora il male. Non temete i vostri creditori ; siate sicuro che non vi faranno male. 148 EXERCISE CCXIX. Aspetteranno, se non li potetc per anco pagare. — Qiiando m( paghera Ella cid che mi deve ? — Tostoche avro danaro, pa ghero tutto cio ch' Ella ha anticipate per me. Non 1' ho dimen licato, perche vi penso tutti i giorni. Sono il di Lei debitore, e non lo neghero mai. — Che bel calamaio ha qui ! me lo presti, La prego. — Che ne vuol Ella fare 1 — Voglio mostrarlo a mia sorella. — Lo prenda, ma ne abbia cura e non lo rompa. — Non tenia di niente. — Che desidera Ella da mio fratello ? — Voglio chiedergli danaro in prestito. — Ne chieda in prestito ad mi al- tro. — S' egli non vuol prestarniene, ne chiedero in prestito ad un altro. — Ella fara bene. — Non desiderate cio che non potete avere, ma contentatevi di cio che la providenza vi ha dato, e considerate che vi 6 molta gente che non ha cio che avete voi. — La vita essendo breve, sforziamoci di renderla gradevole qiianto possibile. Ma consideriamo pure che F abuso dei pia- ceri la rende amara. — Ha Ella fatto i suoi temi ? — Non ho po- tuto farli, perche mio fratello non era in casa. — Ella non deve far fare i di Lei temi dal di Lei fratello, ma bisogna che li fac- cia Ella stessa.— Che fa Ella qui ?— Leggo il libro ch' Ella m'ha prestato.— Ella ha torto di leggeiio sempre. — Che debbo fare 1 — Disegni questo paesaggio, e quando 1' avra disegnato, Ella declinera dei sostantivi con degli addiettivi. 219. Che bisogna fare per essere felice ? — Amate e praticate sempre la virtu e sarete felici in questa vita e neli' altra. — Giacche vogliamo essere felici, facciamo del bene ai poveri, e abbiamo compassione degl' infelici ; obbediamo ai nostri maestri e non diamo loro mai dispiacere ; consoliamo gV infelici, aniia- mo il nostro prossimo come noi stessi (medesimi,) e non odia- mo quelli che ci hanno offesi ; in una parola adempiamo sempre il nostro dovere, e Dio avra cura del resto. — Figlio mio, per esser aniato, bisogna esser laborioso e savio. Ti accusano d' essere stato poltrone e negligente ne'tuoi affari. Tu sai pero c^ie tuo fratello e stato punito per essere stato cattivo. Essendo 1' altro giorno in citta, ricevei (ricevetti) una lettera dal tuo precettore, in cui si lagnava molto di te. Non piangere, va adesso nella tua camera, impara la tua lezione, e sii savio ; EXEiicisi: ccxx. 149 altrimenti non avrai niente da pranzo. — Saro tanlo savio, iiiio caro padre, die sarete certamente conlcnto di mc. — 11 ragaz- zino ha egli tenulo parola ? — Non del tutto ; pcrchc, dopo aver detto cio, ando nella sua camera, prese i suoi libri, si misc al tavolo e s'addormento. — "E un buonissimo ragazzo, quando dorme," disse suo padre, vedendolo qualche tempo dopo. Buou giorno, Signorina ! Ah! eccola alia fine ; I'ho aspet- tata con impazienza. — Mi perdonera, mia cara ; non ho potulo venir prima. Si accomodi (sieda.) La prego. Come sta la di Lei Signora madre ? — Sta meglio oggi che non instava ieri. — Xe sono contenta. — E Ella stata alia fcsta da ballo ieri 1 — Vi sono stata. — Yi si e molto divertita ? — Mediocremente. — A che ora e ritornata a casa ? — Alle undici e un quarto. 220. E molto tempo che impara 1' italiano ? — No, Signore, I'im- paro solamente da sei mesi. — E egli possibile ! parla passabil- mente bene per si poco tempo. — Ella scherza, non ne so ancor molto. — In vero, Ella parla gia bene. — Credo ch'Ellamilu- singhi un poco. — Nulla afiatto, Ella parla convenevolmente (come va.) — Per parlare convenevolmente, bisogna saper piu che non so io. — Ella sa abbastanza per farsi capire. — Faccio ancora molti errori. — Questo non fa nulla, non bisogna esser timido ; d' altronde non ha fatto errori in tutto cio che ha detto or ora. — Sono ancor timido, perchc ho paura che si befTmo di me. — Bisognerebbe esser molto scortese per befTarsi di Lei. Chi sarebbe cosi incivile per belTarsi di Lei ? Non sa Ella il proverbio ? — Che proverbio ? — Che vuol parlar bene deve in- cominciare dal parlar male. — Capiscc tutto cio che Le dico ? — L' intendo e lo capisco benissimo ; ma non posso ancora csprimermi bene in italiano perchc non ho 1' abitudinc di par- larlo. — Questo verra col tempo. — Lo desidero di tutto cuore. Vede Ella qualche volta mio fratello ? — Lo vedo qualche volta ; incontrandolo 1' altro giorno, si lagno di Lei. " Se si fosse comportato meglio e se fosse stato piu economo," diceva edi, " non avrebbe debiti ed io non sarei stato in collera con lui." Lo pregai d' aver pieta di Lei, dicendogli ch' Ella non aveva nemmeno abbastanza danaro per comprar del pane, 13* ' 150 EXERCISES CCXXI, CCXXII. " Gli dica, quando Ella lo vedc," mi replied egli, " che no- nostante la sua cattiva condotta verso di me, gli perdono. Gli dica anche," proscgui egli, " che non bisogna beffarsi di coloro verso dei quali si hanno delle obbligazioni. Abbia la bonta di far cio e gliene saro tenutissimo," soggiunse egli, allon tanandosi. 221. Ha Ella gia veduto mio figlio ? — Non 1' ho ancor veduto ; come sta egli 1 — Sta benissimo ; Ella non potra riconoscerlo, perche si e fatto molto grande in poco tempo. — Perche non da niente ai poveri colui 1 — E troppo avaro ; non vuol aprire la borsa per timore di perdere il suo danaro. — Che tempo fa ? — Fa caldissimo ; c un pezzo che non abbiamo avuto della pioggia. Credo che avremo un temporale. — Puo darsi. — II vento s' alza, tuona digia ; lo sente Ella ? — Si, lo sento ; ma il temporale e ancora molto lontano. — Non cosi lontano come Ella pensa ; veda come lampeggia. — Dio mio ! che pioggia dirolta ! Se entriamo in qualche sito saremo al coperto del temporale. — Entriamo dunque in questa capanna ; vi staremo a ricovero del vento e della pioggia. — Ove andremo adesso ? Che via prenderemo ? — La piu corta sara la migliore. — Fa troppo sole e sono ancora molto stanco ; sediamo all' ombra di quest' albero. — Chi e l' uomo che siede sotto 1' albero ? — Non lo conosco. — Pare ch' ei voglia star solo ; perche quando gli andiamo vicino, finge di dormire. — E come la di Lei signora sorella : capisce benissimo F italiano ; ma quando comincio a parlarle, essa fa sembiante di non capirmi. — Ella mi ha pro- messo di parlare al capitano ; perche non 1' ha fatto ? — Non r ho ancor veduto, ma tosto ch' io lo vedro, gli parlero. 222. Vuol Ella prendere una tazza di te ? — La ringrazio ; non mi place il te. — Prenderebbe del caffe ? — Volentieri, ma ne ho preso poco fa. — Non si annoia qui-? — Come potrei annoiarmi in questa gradita societa ? — Quanto a me mi annoio sempre. — • Se facesse come soglio far io non si annoierebbe ; perche ascolto tutti quelli che mi dicono qualche cosa. In questo LXEUCISK CCXXlll. 131 modo impuro inille cose piaccvoli c nun ho tempo di annoiar- mi ; ma Ella non fa nulla di tutlo cio, ecco pcrche si annoia. — Farei lulto come Lei, se non avcssi motive di tristezza. — Ha Ella visto il signor Lambertini ? — L' ho vcduto ; m'ha detto che le sue signore sorelle sarebbero qui fra poco, e m'ha pregato di dirglielo. Quando saranno arrivate, potra dar loro gli annelli d' oro che ha comprati ; si lusingano che ne fara loro regalo : perche 1' amano senza conoscerla personalmente. — Le ha gia scritto, mia sorella ? — M' ha scritlo ; sto per ris- ponderle. — Debbo io dirle ch' Ella e qui 'i — Glielo dica, ina non le dica che 1' aspetto con impazienza. — Perchsj non ha condolto la di Lei sorella ? — Quale ? — Quella che conduce sempre, la piu giovine. — Non voleva uscire, perche .ha il mal di denti. — Me ne dispiace moltissimo, pcrchC; c una buonis- sima ragazza. — Che eta ha dessa ? — Ha circa quindici anni. — E grandissima per la sua eta. — Quanti anni ha Ella ? — Ho venli due anni. — Possibile ! io credeva che non avesse ancor vent' anni. 223. Perche non fa progressi mia sorella ? — Ne farebbe, se fosse cosi assidua come Lei. — Ella mi lusinga. — Niente afiatto ; r assicuro che sarei contentissimo, se tutti i miei scolari stu- diassero come Lei. — Perche non esce Ella oggi ? — Uscirei, se facesse bel tempo. — Avro io il piacere di vederla domani ? — Se Ella Io desidera, verro. — Saro io ancora qui al di Lei ritorno ? — Avra Ella occasione di andare in citta questa sera ? — Non so, ma vi andrei adesso, se avessi una buona occasione. — Ella non avrebbe tanto piacere e non sarebbe cosi felice, se non avesse amici e libri. — L' uomo non provcrebbe tanta mi- seria nella sua carriera e non sarebbe cosi infelice se non fosse cosi cieco. — Non avrebbe questa insensibilita pei poveri, e non sarebbe cosi sordo alle loro preghiere, se Ella stessa fosse stata qualchc tempo nella miseria. — Ella non direbbe qucsto se mi conoscessc bene. — Perche la di Lei sorella non ha falto i suoi tcmi ? — Li avrebbe falti, se non fosse stata impedita. — Se Ella studiasse di piu e se parlasse piu spesso, parlcrebbe meglio. — L' assicuro, Signore, che imparerci mcglio, se avessi 152 EXERCISE CCXXIV, piu tempo. — Non mi lagiio di Lei, ma della di Lei sorella.-- Non avrebbe luogo di lagnarsi di lei, se avesse avuto tempo di fare cio ch' Ella le ha dato da fare. — Le spiacerebbe se la di Lei madre arrivasse quest' oggi ? — Non mi spiacerebbe. — Spiacerebbe alia di Lei sorella se fosse ricca ? — Non le spiacerebbe. — Ove era Ella quando la di Lei sorella u uscita"? — lo era nella mia camera. — Ella vorrebbe averlo saputo ; perche se 1' avesse saputo, 1' avrebbe chiamata per condurla seco al teatro dell' opera. — Si dice che la casa del nostro vicino sia stata abbruciata. L' ha Ella saputo ? — Ignorava intieramente che il fuoco fosse alia sua casa ; perche se V a- vessi saputo, sarei accorso in suo aiuto. — Che Le ha detto mio fratello ? — M' ha detto che sarebbe V uomo il piu felice del mondo se sapesse la lingua italiana^ la piu bella di tutte le lingue. 224. Vorrei pur sapere perche non so parlare cosi bene come Lei. — Glielo diro (mi faro ora a dirglielo). Se facesse come faccio io parlerebbe bene. Ella parlerebbe bene quanto me se non fosse limida. Ma se avesse studiato meglio le di Lei lezioni, non avrebbe paura di parlare ; poiche per ben parlare bisogna sapere, ed e molto naturale che quello che non sa bene cio che ha imparato sia timido. Non sarebbe cosi timido come lo e se Ella fosse certa di non fare sbagli. Vengo ad augurarle il buon giorno. — Ella e amabilissima. — Vorrebbe farmi un piacere? — Dicami cio che Le abbisogna, perche farei tutto per renderle servigio. — Ho bisogno di cinque cento scudi e La prego di prestarmeli ; glieli rendero subito che avro ricevuto il mio danaro. Ella mi renderebbe obbliga- to, se volesse rendermi questo servizio. — Lo farei di tutto cuore, se lo potessi ; ma avendo perduto tutto il mio danaro, mi e im- possibile di renderle questo servizio. — Oserei domandarlc un poco d' acqua ? — Perche ha Ella bisogno di acqua ? — Perche vorrei lavarmi le mani. — Se volesse darmi anche una salvietta par asciugarmi le mani dopo averle lavate, Le sarei tenutissi- mo. — Perche hanno venduto il lor vecchio cavallo i di Lei fratelli? — Non 1' avrebbero alienato se non se ne fossero pro- EXERCISES CCXXV, CCXXVI. 153 curato uno misiHorc. — Perche la di Lei sorella non s' c procu- rata una carrozza migliorc ? — Se avcsse alicnata la sua carrozza veccliia, se iie sarcbbe procurata una migliorc. — Yorrcbbe Ella farmi una commissione ? — Con molto piacere. — Se il mercante volesse contentarsi della somma die gli ho ofTerto pel cavallo, lo comprerei. — Sono certo clic si contenterebbe, se volesse aggiungervi pur qualche scudo. — Se io fossi ccrto di cio, v'ag- giungerei ancora qualche scudo. — Ragazzi miei, avete fatto il vostro dovere '? — Bisognerebbe che fossimo ammalati per non f-irlo. — Le basta questo vino ? — Mi bastcrebbe se non avcssi molta sete. — Se le di Lei sorclle hanno fatto il lor dovere, perche si nascondono ? — EUeno non si nasconderebbero, se non temessero d' esser vedute dalla loro macstra che le rampogne- rebbe per essere state a passeggiare senza dirle nulla. 225. Che ora e ? — E un'ora e mezzo. — Ella dice ch' e un' ora e mezzo, e al mio oriuolo non sono che le dodici e mezzo. — Le due suoneranno quanto prima (Stanno per suonare le due). — Mi perdoni, non ancor sonata un'ora. — Le assicuro ch' e un' ora e venti cinque minuti, perche il mio oriuolo va bcnissimo. — Dio mio ! come passa presto il tempo in compagnia di V. S. — ^li fa un complimcnto al quale non so che rispondere. — Ha Ella comprato il di Lei oriuolo a Parigi ? — Xon 1' ho comprato, mio zio me ne ha fatto regalo. — Che mai Le ha confidato que?ta donna? — M' ha confidato il segreto d' un gran conte ch' e m grande imbarazzo a cagione del matrimonio di una sua figlia. — La domanda forse qualcuno in matrimonio ? — Quello che la domanda in matrimonio e un gentiluomo della vicinanza. — E ricco ? — No, Signore, e un povero diavolo che non ha un quattrino. — Voi dite che non avete amici fra i vostri condisce- poli, ma non e forse vostra colpa? Avete sparlato di loro, e non vi hanno offeso. — Credetemi, chi non ha amici, non mcrita di avcrne 226. Dialogo fra un sarto e il suo garzonc. Carlo, avete portato gli abiti al signer conte della Torre ?— 154 EXERCISE CCXXVII, Si, signort), glicli ho portati. — Che ha detto V — Nulla, &e nor ch' esso avcva gran voglia di darmi uno schialTo, perche non h aveva portati prima. — Che gli rispondeste ? — Signore, gli dissi non tollero questo scherzo : mi paghi cio che mi deve, e se non ]o fa immantinente, prendero altre misure. Appena ebbi dotto cio, che mise mano alia spada, ed io presi la fuga. 227. Di che si maraviglia ? — Mi maraviglio di trovarla ancora in ictto. — Se sapesse quanto io sono ammalata, non sarebbe ma- ravigliata. — E gia sonato mezzo giorno 1 — S^ Signora, sono gia le dodici e mezzo (e gia mezz' ora). — E cosi tardi? e pos- sibile ? — Non e tardi, e ancor di buon' ora. — Va bene il vostro oriuolo ? — No, Sigrtorina, avanza un quarto d' ora. — E il mio ritarda mezz' ora. — Forse e fermo ? — Infatti Ella ha ragione. — E caricato 1 — E caricato e pure non va. — Sente ? Suona 1' ora. AUora regolero il mio oriuolo e me ne andro a casa. — Di gra- zia. La resti ancor un poco ! — Non posso, perche pranziamo al tocco preeiso. — Addio dunque, a rivederla. — Che avete, mio caro amico ? perche avete 1' aspetto cosi melanconico ? — Non ho niente. — Avreste per azzardo (caso), qualche dispiacere ? — • Non ho niente ed anche meno di niente, perche non ho un quattrino, e debbo molto a' miei creditori. Non son io molto infelice ? — Quando si sta bene, e si hanno degli amici, non si e infelice. — Ardiro io di chiedervi un servigio ? — Che deside- rate ? — Abbiate la bonta di prestarmi cinquanta scudi. — Ve li prestero di tutto cuore, ma a condizione che rinunzierete al giuoco e sarete piu economo che non siete stato sino adesso. — Ora vedo che siete mio amico, e vi amo troppo per non seguire il vostro consiglio. Giovanni ! — Che Le place, Signore ? — Porta del vino. — Air istante, Signore. — Menico ! — Signora ? — Fate del fuoco. — La serva ne ha gia fatto. — Portatemi della carta, delle penne 6 deir inchiostro Portatemi anche della sabbia o della carta asciugante, della cera lacca ed un lume. Andate a dire a mia sorella di non aspettarmi ; e siate di ritorno mezzodi per portal le mie lettere alia posta. — Benissimo, Signora. EXLKCISES ccxx\ iir, CCXXIX. 155 228. Signore, ardiro io domandarle dove abita il signer conte di B. ? — Abita presso il castello di lu del fiume. — Potrebbe dirmi quale strada debba prendere per andarvi ? — Segiia lungo la riva, e quando sard aU'estremitd prenda una contradella a des- tra che La condurrii direttamente alia sua casa. E una bella casa ; la trovera facilmente- — La ringrazio, Signore. — II signor conte di N. abita qui ? — Si, Signore, favorisca di entrare, se Lc aggrada. — E in casa il Signor conte ? Desidero aver I'onDre di parlargli. — Si, Signore, e in casa; clii avro I'onorc d'an- nunziare ? — Sono di B. e mi chiamo F. Qual e la via piu corta per andare all' arsenale ? — Segua questa strada, e quando saru all' estremita. volti a sinistra ; trovera una capocroce che traversera ; poi entrera in una strada piu stretta che La condurra sopra una gran piazza dove vedra un angi- porto. — Pel quale passero ? — No, perche non vi e uscita. Lo lascera a destra, e passera sotto gli archi che sono accanto. — E poi ? — E poi domandera. — Le sono tenutissimo. — Non ne val la pena. — Puo Ella tradurre una lettera inglese in italiano ? — Lo posso. — Chi glielo ha insegnato ? — II mio maestro d' italiano m' ha messo in istato di farlo. 229. Perche s' inquieta la vostra signora madre ? — S' inquieta di non ricevere nuove da suo fidio che e all'armata. — Non ha O bisogno d'inquietarsi per esso, perche tutte le volte che si at- tira cattivi aflari, sa togliersi d'impaccio (uscirne.) La scorsa estate essendo insieme alia caccia, la notte ci sorprese a dieci leghe almeno dalla nostra casa di campagna. — Ebbene, dove passarono la notte ? — lo era da principio inquietissimo, ma il di Lei fratello non lo era aflatto ; al contrario, mi tranquillava, di mode che perdei la mia inquietudine. Trovammo finalmente una capanna di contadino, dove passammo la notte. Ivi ebbi occasione di vedere quanto fosse abile il di Lei fratello. Al- cuni banchi ed un fastello di paglia gli servirono a far un letto comodo ; una bottiglia gli servi di candeliere, i nostri carnieri ci servirono di guanciale c le nostre cravattc di berrctte da 156 EXERCISE CCXXX. notte. Quando ci risvegliammo alia maltina eravamo freschi e sani come se avessimo dormito sulla peluria e siilla seta. Un candidate domandava al re di Prussia un impiego Questo principe gli domando dove egli fosse nato. " Sono nato a Berlino," rispose il candidato. " Andatevene," disse il mo- narca, " tulti i berlinesi non valgono niente." "Domando scusa a Vostra Maesta," replied il candidato, " ve ne sono dei buoni ed io ne conosco due." " Chi sono questi due ?" domando il re. " II primo," replico il candidato, " e Vostra Maesta, e il secondo sono io." II re non pote astenersi dal ridere a quest risposta, e accordo la domanda. 230. Un ladro essendo entrato un giorno in una pensione, rubo tre mantelli. Uscendo fu incontrato da un pensionario che aveva un bel mantello gallonato. Yedendo tanti mantelli do- mando a quest' uomo dove li avesse presi. II ladro rispose freddamente che appartenevano a tre signori della casa che glieli avevano dati da pulire. " Pulite dunque anche il mio, perche ne ha gran bisogno," disse il pensionario ; " ma," sog- giunse, " bisogna rendermelo alle tre." " Non manchero, Signore," rispose il ladro, portando via i quattro mantelli che non ha ancora riportati. — Voi cantate, signori, ma non si tratta di cantare ; dovreste tacere ed ascoltare cio che vi si dice (cid che vi vien detto.) — Siamo imbarazzati. — Qual e il vostro imbarazzo ? — Sto per dirglielo : si tratta di sapere in qual mo- do passeremo il tempo lietamente. — Fate una partita al bigliardo od agli scacchi. — Ci siamo proposti d' andare ad una partita di caccia ; e Ella dei nostri ? — Non posso, perche non ho ancor fatto il mio dovere, e se Io trascuro, il mio maestro mi rarn- pognera. — Ciascuno a suo grado ; se Le place 'piu di restare in casa che non d' andare alia caccia, in cio non sapremmo impedirla. — II Signer B. viene con noi ? — Forse. — Non andrei volontieri con lui perche e troppo ciarlone. Da quelle in fueri e galantuomo. Che ha Ella ? ha I'aspetto increscioso. — Ho motivo d' essere incresciose, perche adesso non vi e mezzo di procurarsi dana- ro. — E Ella stata dal signer A.? — Sono state da lui; ma non EXKRCISES CCXXXI, CCXXXII. 157 c'e mezzo di cliiedergliciic in pre.'slito. rcnsava clic noii iiu: nc prcstcrcbbe, ccco pcrclic non volcva cliiedergliciic ; c s' Ella non ni' avcsse dclto di farlo, non mi sarei csposto ad un rifiuto. 231. lo pcnsava bene ch' Ella avrebbc sete e chc la di Lei si- gnora sorella avrebbe fame ; ecco perche Le ho condotte qui. Mi rincresce pero di non vedere la di Lei signora madre. — Perche non prcnde il di Lei caffc ? — Se non avessi sonno lo prenderei. — Ora ha sonno, ora freddo, ora caldo, ed. ora qualchc altra cosa. Credo ch' Ella pensi troppo alia disgrazia ch' e accaduta alia di Lei amica. — Se io non vi pensassi, chi vi penserebbe ? — A chi pensa il di Lei signor fratello ? — Egli pensa a me ; perchu pensiamo sempre 1' uno all' altro, quando non siamo insieme. Ho veduto oggi sei giuocatori che guadagnavano tutli nell'is- tesso tempo. — "Questo non si da ; perche un giuocatore non puo guadagnare se un altro non perde. — Avrebbe ragione, se parlassi di giuocatori alle curte od al bigliardo ; ma parlo di suonatori di flauto e di violino. — Fa Ella qualche volta della musica ? — ^Nlolto spesso, perche 1' amo molto. — Qual istrumento suonOi Ella ? — Suono il violino, e mia sorella suona il cembalo. JNIio fratello che suona il contrabasso ci accompagna e la si- gnora Stolz ci applaudisce qualche volta. — Non suona essa pure qualche istrumento di musica ? — Suona 1' arpa, ma e troppo liera per suonare con noi. — Una citta alquanto povera fece una spesa considerevole in feste ed illuminazioni all' occasionc del passaggio del suo principe. Questi ne parve egli stesso mara- vigliato. " Non ha fatto," disse un cortigiano, " che il suo debito." " E vero," riprese un altro, " ma deve tutto ciu che ha fatto." 232. Ha Ella fatto la sua composizione italiana ? — L' ho fatta. — II suo maestro n' e stato contento 1 — Non 1' e stato. Ho bcl fare quanto so di meglio, non posso far niente a suo grado. — Ella ha bcl dire, ncssuno Le credcra. — Pu j Ella scnza inco- 1 t 158 EXERCISE CCXXXllI. modarsi prestarmi cinque cento lire ? — Come Ella s' e semprt coniportana bene con me, mi comportero nella stessa maniera con Lei : Lc prestero il danaro che Le abbisogna, ma a con dizione che me lo rendera la settimana ventm-a. — Puo fame capitale. — Come s' e comportato mio figlio verso di Lei? — S' e comportato bene verso di me, perche si comporta bene verso di tutti. Suo padre gli diceva. spesso : " La condotta deffli altri non e che un' eco della nostra. Se ci conduciamo bene verso di loro, si condurranno pur bene verso di noi ; ma se trattiamo male con essi, non dobbiamo aspett&.r meglio dalla lor parte." — Posso vedere i di Lei signori fratelli ? — Li vedra domani. Come son arrivati poco fa da un lungo viaggio, de- siderano di dormire, perche sono molto stanchi. — Che ha detto mia sorella ? — Ha detto ch' era impaziente di pranzare, perche aveva gran fame. — Trovasi Ella bene nella sua pensione ? — Vi sto benissimo. — Ha Ella fatto parola al di Lei signor fra- tello di cio che Le ho detto 1 — Come era molto stanco, egli desiderava di dormire, di modo che ho rimesso a domani per fargliene parola. 233. Ho r onore di augurarle il buon giorno. Come sta 1 — Be- nissimo per servirla. — E come stanno in casa ? — Passabil- mente, grazie a Dio ! Mia sorella e stata im poco indisposta, ma e ristabilita ; m' ha incaricato di molti complimenti per Lei. — Sono contentissimo di sentire che stia bene. Quanto a Lei, Ella e la salute stessa ; ha la miglior ciera del mondo. — Non ho il tempo d' esser ammalato ; i miei affari (le mie faccende) non me lo permetterebbero. — La si dia F incomodo di sedere (La si accomodi) ; ecco una sedia. — Non voglio dis- trarla dalle di Lei occupazioni ; so che il tempo e prezioso per un negoziante. — Non ho niente di pressante da fare adesso ; il mio corriere e gia spedito. — Non mi fermero piu lungo tempo. Ho voluto solamente, passando di qui, informarmi della di Lei salute. — Mi fa molto onore. — Fa bellissimo tempo oggi. Se lo permette, avro il piacere di rivederla questo dopo pranzo e se ha il tempo andremo a far un piccolo giro insieme. — Co. piu gran piacere. — In questo caso, L' aspettcro. — Verru a EXLKClSliS CCXXXIV, ccxxxv. 150 prenderla verso Ic sette. — Addio, dunquc, a rivederla. — IIo I'onore di salutarla. 234. La perdita-di tempo e una perdita irreparabile, — Xon si puo piu riguadagnare iin sol minuto per tutto I'oro del moiido. E dunquc dcUa massima importanza di ben irapiegare il tempo che non consiste se non in minuti, che bisogna mettere a pro- filto (de'quali vuolsi far buon uso.) Non abbiamo che il pre- sente ; il passato non e piu nulla e 1' avvenire e incerto. — Una infniita d' uomini si rovinano per voler avvantaggiare. Se la maggior parte degli uomini sapessero contenlarsi di cio che hanno, sarebbero felici ; ma la loro avidita li rende molto so- vente infelici. Per esser felice, bisogna dimenticare il pas- sato, non inquietarsi dell' avvenire e godere il presente. — lo era alllittissimo quando mio cugino venne a casa mia. " Che avete ?" mi domando. " Ah, mio caro cugino," gli risposi, " perdendo questo danaro ho perduto tutto." " Non inquieta- tevi," mi disse, " perche ho trovato il vostro danaro." 235. Perche ha Ella fatto una burla a quell' uomo ? — Perche tro- va sempre a ridire a tutto ciu che vede. — Che significa questo, Signore ? — Questo signilica che non mi place far afTari con Lei, perche vi riguarda troppo da vicino. — Vorrei sapere per- che il di Lei fratello non ha fatto il suo dovere. — Era troppo difficile. Ha vegliato tutta la notte e non ha potuto farlo, per- che questo dovere era fuori della sua capacila. — Subito che il Signor Civilla mi vede, comincia a parlare inglese per eserci- tarsi e mi colma di finezze, di modo che spesso non so che ri- spondergli. I suoi fratelli ne fanno altrettanto : nulladimeno sono buonissime persone ; sono non solamenle ricchi ed ama- bili, ma anche generosi e benefici. Mi amano sinceramente ; ecco perche li amo io pure e percio non diru mai niente a loro svantaggio. Li amerei ancor piu se non faccsscro tanle ceri- monie ; ma ciascuno ha i suoi difetli, c il mio u di troppo par* larc delle loro ccrimonie. IGO ■ EXERCISES CCXXXVI, CCXXXVII 236. Si sono resi i nemici ? — Non si sono rcsi, perche noii pre ferivano la vita alia morte ; non avevano pane, ne carne, ne acqua, ne armi, ne danaro, e non ostante hanno preferito rao- rire die arrendersi. — Perche e Ella cosi afflitta 1 — Ella non sa CIO che m' inquieta, mia cara arnica. — Me lo dica ; perche L' assicuro che divido in egual modo le di Lei pene e i di Lei piaceri. — Sono certo ch' Ella prende parte alle niie pene, ma non posso dirle in qiiesto momento cio che m' inquieta. Pure glielo diro al presentarsi dell'occasione. Parliamo d' altro (cambiamo discorso) adesso. Che pensa Ella dell' uomo che ci parlo ieri al concerto ? — E un uomo di molto senno e non e mica infatuate del suo merito. Ma perche mi domanda cio ? — Per parlare di qualche cosa. — Si dice : Contento val meglio di ricchezza ; siamo dunque sempre contenti. Dividiamo cio che abbiamo e restiamo tutta la nostra vita amici inseparabili. EJla sara sempre ben venuta in casa mia, e spero esserlo io pure da Lei. Se la vedessi felice io pure lo sarei, e saremmo piu contenti che non lo sono i piu gran principi. Saremo feli- ci, quando saremo perfettamente contenti di cio che abbiamo ; e se facciamo bene il nostro dovere Dio avr;i cura del resto. II passato non essendo piu niente, non inquietiamci dell' awe- nire e godiamo il presente. 237. Guardate, Signore, questi bei fiori d' una tinta cosi fresca e splendida ; non bevono che acqua. II bianco gigiio ha il co- lore dell'innocenza ; la violetta indica la dolcezza ; si puo ve- derla negli occhi di Luigia. II camedrio ha il colore del cielo, nostra abitazione futura, e la rosa, regina dei fiori, e 1' emblema dellabellezza e della gioia. Mirasi tutto cio personificato, ve- dendo la bella Amalia. — Quanto e bella la fresca verzura ! Fa del bene ai nostri occhi ed ha il colore della speranza, la nos- tra piu fedele amica, che non ci abbandona mai, nemmeno alia morte. — Ancor una parola, mio caro amico. — Che vi aggrada ? ■ — Ho dimenticato di pregarvi di far i miei complimenti alia rostra signora madre Ditele, di grazia, che mi rincresce di EXERCISES CCXXXVIII, CCXXXIX. 161 non essermi trovalo in casa, quando uliimameiite cssa mi ono ro della sua visita. — Yi ringrazio per cssa, non manchoro State bene. 238. E uscita oggi la di Lei Signora sorclla ? — E uscita per fai delle compre. — Che ha dessa comprato ? — La si c comprata una vcste di seta, un cappcllo di vclluto ed un velo di merletti. — Che ha Ella fatlo del mio boccale d' argcnto ? — E sulla tavola di cucina colla bottiglia da olio, il vaso da latte, il vaso da ac- qua, la mostardicra cd il nnilincUo da calTe. — Domanda Ella una bottiglia da vino ? — No, Signore, domando una bottiglia di vino e non mica una bottiglia da vino. — Se vuole aver la boiita di darmi la chiave della canlina del vino, io andro a cercarne una. — Che csigc da me quest' uomo ? — Non esige nulla ; ma accettera cio ch'Ella gli dara, perchc manca di tutto. — Le diru che non I'amo, perche la sua condotta fa nascere dei sospetti nella mia mente. Esagera quanto dice e quanto fa. — Ella ha torto d' averne cosi cattiva opinione, perchc Le ha tenuto luo- go di padre. — So cio che dico. Egli m' ha ingannato in pic- colo ed in grande, e tutte le volte che viene a vedermi, mi do- manda qualche cosa. Di questa maniera mi ha domandato al- ternativamente tutto cio ch' io possedeva : il mio fucile da cac- cia, la raia lenza, il mio oriuolo a ripetizione ed i miei cande- lieri d' oro.- — Non La si abbandoni tanto al dolore, altrimenti mi fara struggere in lagrime. Democrito ed Eraclito erano due filosofi d'un' indole molto difTercnte : il primo rideva delle follie degli uomini e 1' altro ne piangeva. Avevano ragione tutti e due, perche Ic follie degli uomini meritano che se no rida e die sc ne pianga. 239. Ha Ella vcduto ladi Lei signora nipote ? — Si, e una buonis- sima ragazza che scrive bene e parla ancor mcglio 1' italiano : ecco perche e amata ed onorata da tutti. — E suo fratello, che fa ? — Non me ne parli ; e un cattivo ragazzo che scrive sempre male e che parla ancor peggio 1' italiano : percio non e amato da nessuno. Aina molto i buon: bocconi ; ma i libri non li 11* 162 EXERCISE CCXL. ama. • Qualche volta si pone in letto di pieno giorno e si diet ammalato ; ma qimndo si va a tavola, egli e ordinariamente ristabilito. Dcve studiare la medicina, ma non ne ha alcuna voglia. Parla quasi sempre dei suoi cani che ama appas- sionatamentp. Suo padre ne e estremamcnte malcontento. II 2;iovane imbecille disse ultimamente a sua sorella : '' Mi faro soldato appena che la pace sara pubblicata." II mio caro padre e la mia cara madre pranzarono ieri con qualche amico all' insegna del re di Spagna. — Perche parla Ella sempre inglese e non mai italiano ? — Perche sono troppo dmido. — Ella scherza; un Inglese e egli mai timido ? — Ho grand' appetito : mi dia qualche cosa di buono da mangiare. — Ha Ella danaro ? — No, Signore. — Allora non posso darle niente da mangiare. — Non mi da Ella a credito ? Impegno il mio onore. — E troppo poco. — Come, Signore ' 240. Vuol Ella raccontarmi qualche cosa? — Che vuole che Le racconti ? — Un piccolo aneddoto, se vuole. — Un ragazzino do- mandava un giorno a tavola della came ; suo padre gli disse che non era convenevole di domandarne e che doveva aspettare che gliene dessero. II povero ragazzino, vedendo che tutti mangiavano e che non gli si dava nulla, disse a suo padre : " Caro padre, favorisci mi im po' di sale." " Che vuoi fame ?" domando il padre. " E per mangiarlo colla carne che mi darai," replico il fanciullo. Tutti ammirarono lo spirito del ragazzino, e suo padre, accorgendosi, che non aveva nulla, gli diede della carne, senza ch' egli ne domandasse. — Chi era questo ragazzino, che domando della carne a tavola ? — Era il figlio d' un mio amico. — Perche domando egli della carne ? — ■ Ne domando perche aveva buon appetito. — Perche suo padre non gliene diede subito ? — Perche 1' aveva dimenticato. — II ra- gazzino ebbe egli torto di domandarne 1 — Ebbe torto, perche avrebbe dovuto aspettare. — Perche domando egli del sale a suo padre ? — Domando del sale affinche suo padre si accorgesse cli' egli non aveva cai;ne e gliene desse. Vuol Ella che Le racconti un altro aneddoto ? — Le saro tcnutissimo. — Un uomo facendo spese da un mercante, gli EXEIICISKS CCXLI, CCXLII. 163 diceva : " Mi domandate troppo ; noii dovrcstc vcndermi cosi caro come ad im altro, poiclie sono ainico di casa." II iner- cantc rcplico : *' Si^ore, bisogna chc ci guadagniamo qualclie cosa coi nostri amici, pcrche i nostri nemici non verranno mai da iioi." 241. Dove andra Ella F anno venturo ? — Andro in Inghilterra, perche e un bel regno dove penso passar 1' estate al mio ritor- no dalla Francia. — Dove andra Ella 1' inverno ? — Andro in Italia e di la alle Indie occidentali , rna prima di cio bisogna ch' io vada in Olanda per pigliar ccngedo dai miei amici. — Qual paese abitano questi popoli ? — Abitano il mezzo (riorno deir Europa : i loro paesi si cliiamano Italia, Spagna e Porto- gallo, ed essi medesimi sono Italiani, Spagnuoli e Portoghesi ; ma i popoli che si chiamano Russi, Svezzesi e Polacchi abita- no il settentrione dell' Europa, e i nomi dei loro paesi sono Russia, Svezia e Polonia. La Francia e 1' Italia sono sepa- rate dalle Alpi, la Francia e la Spagna dai Pirenei. — Quan- tunque '1 uso del vino sia proibito ai Maomettani, alcuni fra loro non tralasciano di beverne. — II di Lei signor fratello ha mau- giato qualche cosa questa mattina ? — Hamangiato molto ; ben- chc abbia delto che non aveva buon appetito, cio non di meno ha mangiato tutta la came, tutto il pane e tutti i legumi, e ha bevuto tutto il vino, tutta la birra e tutto il cidro. — Le uova sono care adesso ? — Si vendono sei lire il cento. — Mangia Ella volontieri 1' uva ? — Mangio volontieri non solamente 1' uva, ma anche le prugne, le mandole, le noci ed ogni specie di frutti. Benchc la modestia, il candore e 1' amabilita siano qualita pre- ziose, sonvi peru donne che non sono modeste, nu candide, ne amabili. — II timore della morte e 1' amore della vita cssendo naturali ncU' uomo, si deve fuggire il vizio ed attenersi alia virtu. 242. Un principino di sette anni era ammirato da tutti a cagionc del suo spirito ; trovendosi un giorno in compagnia d' un vec- chio ulliziale, c[ucsli -osscrvo, parlando del principino, die quando i fanciulli haiino molto spirito nei primi anni, ne hanno 164 ~ EXERCISE CCXLIII. ordinariamente pochissimo qiiando sono avvanzati in eta. " Ir. questo caso," disse il principino che 1' aveva iiitcso, " bisogna cli' Ella abbia avuto moltissimo spirito nella sua infanzia." Un Inglese al primo giugnere in Francia, s' avvenne fra le vie di Calais in un giovinissimo fanciullo che parlava il francese correntemente e con eleganza. " Gran Dio ! e egli possibile," esclamo, " clie qui perfino i fanciulli parlino francese con purezza ?" Ricercliiamo 1' amicizia dei buoni ed evitiamo la societa dei cattivi ; perche le cattive societa corrompono i buoni costumi. — Che tempo fa oggi ? — Nevica sempre come nevico ieri, e secondo tutte le apparenze nevichera anche domani. — Ne- vichi ; vorrei che nevicasse anche di piu, perche sto sempre molto bene, quando fa freddissimo. — Ed io sto sempre a mera- viglia quando fa ne caldo ne freddo. — Tira troppo vento quest' oggi, e faremmo meglio di star in casa. — Sia qual si voglia il tempo, bisogna che io esca; perche ho promesso d' essere da mia sorella alle undici ed un quarto, e bisogna ch' io tenga parola. 243. Vuol Ella prendere una tazza di caffe ? — La ringrazio, non mi place il caffe. — AUora prendera un bicchier di vino ? — Ne ho bevuto poco fa. Andiamo a far un giro. — Con molto pia- cere ; ma dove andremo ? — Venga meco al giardino di mia zia, vi troveremo una compagnia piacevolissima. — Lo credo ; ma resta a sapere se questa piacevole compagnia mi vorra. — Ella e dappertutto il benvenuto. — Che avete, amico mio ? — Come trovate questo vino ? — Lo trovo squisito ; ma ne ho be- vuto bastantemente. — Bevete ancor una volta. — No, ogni ec- cesso e nocivo ; conosco il mio temperamento. — Non cadete. Che avete 1 — Non so, ma mi gira la testa ; credo cadere in dcliquio. — Lo credo io pure, perche avete quasi 1' aspetto d' un morto. — Di che paese e Ella ? — Sono Inglese. — Parla cosi bene 1' italiano che L' ho presa per un Italiano di nazione — Ella burla. — Mi perdoni, non burlo affatto. — Quanto tempo e ch' Ella e in Italia ? — Sono alcuni giorni. — Davvero ? — Ella ne dubita forse perche parlo italiano ; lo sapeva prima di ve- EXERCISE CCXLIV, 1 G5 nire in Italia. — Come 1' ha Ella imparato cosi bene? — IIo fatto come lo stornello prudente. Ditemi perche sietc sempre in dissensione colla voslra spo- sa? e perche vi occupate di mestieri imitili ? Si dura lanta pena ad ottenere un impiego ; voi ne avete iino buono e lo trascuratc. Xon pcnsate all' avvenire ? — Adesso lasciatemi parlare alia mia volta. Tutto cio che avete detto or ora pare ragionevole ; ma non e mia colpa se ho perduto la mia ripu- tazione ; e colpa di mia moglie : dessa ha venduto i miei piu bcgli abiti, i miei anelli, ed il mio oriuolo d' oro. Son carico di debiti e non so che fare. — Non voglio scolpare vostra mo- glie ; ma so che avete contribuito voi pure alia vostra per- dita. Le donne sono generalmente buone, quando si lasciano 6uone. 244. DIALOGO. // maestro. — Se vi presentassi adesso delle questioni come ve ne presentai al principiare delle nostre lezioni, tali che : Avete il cappello che ha mio fratello ? Ho io fame ? Ha egli r albero del giardino di mio fratello? ecc, che risponde- reste ? GU scolari. — Siamo costretti di confessare che abbiamo tro- vato dapprincipio queste domande un po' ridicole ; ma pieni di confidenza nel di Lei metodo, vi abbiamo risposto per quan- to ce lo permetteva il picciol corrcdo di parole e di regole che noi avevamo. Ed in vero non abbiamo tardato ad accorgerci che tali questioni erano calcolate per inculcarci i principii ed esercitarci alia conversazione colle risposte contraddittorie che eravamo costretti di farci. Ma adesso che sappiamo presso a poco sostenere una conversazione nclla bella lingua ch' Ella ci insegna Le risponderemmo : E impossibile che abbiamo lo stesso cappello che ha il suo fratello ; perchu due persone non saprebbero avere una sola e stessa cosa. Alia seconda questione risponderemmo ch' e impossibile rhe sa- pessimo se Ella avesse fame o no. Quanlo all' ultima, di- remmo : che c' e piu d' un albero in un giardino e quando Ella ci domanda s' egli abbia l' albero del giardino, la frast 166 EXERCISE CCXLV. non ci pare logicamente corretta. In ogni caso saremmo in grati se lasciassimo sfuggire una cosi bella occasione, senza dimostrarle la piu viva gratitudine delle pene die Ella si diede. Disponendo queste savie combinazioni Le e riuscito ad inculcarci quasi impercettibilmente i principii della lingua e ad esercitarci alia conversazione. Insegnata in tutt' altra ma- niera questa lingua presenta agli stranieri ed ai nativi stessi, delle difficolta quasi insuperabili. 245. Vuol Ella mangiar meco ? — Le sono ben tenuto ; un mio amico m' ha invitato a pranzo ; egli ha fatto appartcchiare il mio cibo favorito. — Qual cibo ? — Dei latticinii. — Quanto a me (per me) i latticinii non mi piacciono ; niente di meglio che un buon pezzo di manzo o di vitello arrosto. — Che n' e state del di Lei fratello minore 1 — Egli ha fatto naufragio andando in America. — La mi racconli quest' avvenimento. — Yolontie- rissimo. Essendo in alto mare sopravvenne fiera tempesta. II fulmine cadde sul bastimento e lo mise in fuoco. L' equi- paggio si getto al mare per salvarsi a nuoto. Mio fratello non sapeva a che appigliarsi non avendo mai imparato a nuotare. Egli aveva bel riflettere, non trovava alcun mezzo di salvar la sua vita. Fu preso da spavento, vedendo che il fuoco imper- versava da ogni lato. Non istette piii in forse e si getto al mare. — Su via, che n'estato? — Non so nulla, non avendo ancor avuto sue nuove. — Ma chi Le ha detto tutto questo ? — Mio nipote ch' era presente e che si e salvato. — A proposito del di Lei nipote, dov'e egli attualraente ? — E in Italia. — E molto tempo che non ha sue nuove ? — Ho ricevuto oggi una lettera da lui. — Che Le scrive ? — Egli mi scrive che sposa una signorina che gli porta in dote cento mila scudi. — E dessa bella ? — Bella come un angelo ; e un capo d' opera della natu- ra. La sua fisonomia e dolce e piena d' espressione ; i suoi occhi sono i piu belli del mondo e la sua bocca e graziosissima, Non e troppo grande ne troppo piccola : la sua figura e svelta ; tutti i suoi movementi sono pieni di grazia e le sue maniere attraenti. II suo aspetto inspira deferenza ed ammirazione. Ha parimente molto spirito ; parla diverse lingue, balla superi* EXERCISE CCXLVI, 167 ormente bene e cnnta maravigliosamentc. Mio nipote non lo trova che un difetto. — E qiial c questo difetto ? — Ila delle prc- teiisioni. — Non c'u nicnte di pcrrctto al niondo. — Quanto Elln e felice! Ella e ricca, ha una buona sposa, dei graziosi fanci- iilli, una bella casa e tutto cio che dcsidcra. — Non tutto, amico mio. — Che desidera Ella dunque di piCi ? — La contcntezza : poiche Ella sa che quegli solo e felice che pu6 dirsi contento. 246. L' imperatore Carlo quinto essendo un giorno alia caccia si perdette nel bosco, ed essendo arrivato ad una casa, vi entru per rinfrescarsi. Vi si trova vano quattro uomini che fingevano di dormire. L'uno di loro si levo ed avvicinandosi all' impe- ratore, gli disse aver egli sognato che gli prenderebbe il suo oriuolo e lo prese. In seguito un altro si levo e gli disse aver sognato che la sua zimarra 1' accomodava a maraviglia c la prese. II terzo gli tolse la sua borsa, Finalmente il quarto si fece innanzi dicendogli: " Spero che non Le sara discaro, se La frugo," e cio facendo scorse al collo dell' imperatore, una catenella d' oro, alia quale era attaccato un fischio ch'egli voile rubargli. Ma F imperatore : " Amico mio," gli disse, " prima di spogliarmi di questo gioiello, bisogna ch' io ve ne inse^ni la virtu." — Cio dicendo fischiu. I suoi ufliziali che lo cercavano accorsero verso la casa e furono soprafTatti dallo stupore nel vedere sua maesta in simile stato. i\Ia 1' impera- tore vedendosi fuor di pericolo li prevenne dicendo : " Ecco desli uomini che hanno sognato tutto cio che volevano. Or tocca a me pure di sognare," e rimasto pensieroso alcuni mo- menti, soggiunse : " Ho sognato che tutti e quattro meritavate d' essere appiccati." II che fu tosto delto ed eseguito davanti la casa stessa. Un re facendo un giorno la sua entrata in una citta alle due ore dopo mezzo giorno, il senato gli mandu dei deputati per complimentarlo. Quello che doveva portar la parola comincio in questi termini : " Alessandro il grande, il grand Alessan- dro," e tosto s'arresto. II re che aveva molla fame : " Eh," iisse, " amico mio, Alessandro il grande aveva pranzalo ed io Eono ancor digiuno." Cio dctto egli proscgui verso il pk^lazzo 168 EXERCISE CCXLVII. della citla, dove avevano apparecchiato per lui un pranzo ma« gnifico. 247. Un vecchierello, gravemente ammalato, fece venire sua moglie ancora giovanissima e le disse : " Mia cara, voi ve- dcte che la mia ultiin' ora s' avvicina, e che sono costretto di abbandonarvi. E percio, se volete ch'io muoia in pace, bi- sogna che mi accordiate una grazia. Voi siete ancora gio- vane, e senza dubbio vi rimariterete, lo so ; ma vi prego di non prendere il signor Luigi : perche vi confesso che sono sempre stato gelosissimo di lui, e lo sono ancora. Morrei dunque disperato, se non me lo prometteste." La moglie ri- spose : " Mio caro marito, vi supplico, che cio non vi impe- disca di morire in pace ; perche vi assicuro che quand'anche io volessi sposarlo, non lo potrei, essendo gia promessa ad un altro." Federico il grande aveva 1' abitudine, ogni volta che un sol- dato entrava nella sua guardia, di fargli tre domande ; vale a dire : " Che eta avete ?" " Quanto tempo e, che siete al mio servizio ?" " Siete contento della vostra paga e del vostro trattamento ?" Accadde che un giovane soldato, nato in Fran- cia, che aveva servito nel suo paese, desidero di entrare al servizio della Prussia. II suo aspetto lo fece accettare im- mantinente ; ma ignorava affatto la lingua tedesca ; e il suo capitano avvertendolo che il re 1' interrogherebbe in questa lin- gua la prima volta che lo vedrebbe, gli consiglio nello stesso tempo d' imparare a memoria le tre risposte che dovrebbe fare. Ei dunque le imparo il giorno dopo ; e subito che apparve nelle file, Federico s' avvicino per interrogarlo: ma il caso voile che questa volta cominciasse dalla seconda domanda e gli chiedesse " Quant' e che siete al mio servigio ?" " Vent' un anno !" rispose il soldato. II re, colpito della sua giovinezza, della quale appariva chiaramente che non da si lungo tempo portava il moschetto, gli disse, assai maravigliato : " Che eta avete ?" " Un anno, con buona grazia della Maesta Vostra.'' Federico, ancor piu sorpreso, esclamo, " Voi, od io dobbiamo certamente aver perduto la testa." II soldato, prendendo 'exercises ccxlviii, ccxlix. 1G9 questo per la lerza domanda rispose con molto sangue frcddo : *'L' uno c r altro, quando piaccia a Vostra Macsta." 248. Un uomo avcva due figli : all' uno piaceva dormire lutta la mattina, 1' altro era molto laborioso e si alzava sempre molto per tempo. Costui uscito un giorno di gran mattino, irovo una borsa plena di danaro. Corse da suo fratello a fargli parte della sua buona fortuna e gli disse : " Vedete, Luigi, cio che si guadagna ad alzarsi di buon' ora ?" " In fede mia," rispose suo fratello, " se quegli cui appartiene questa borsa non si fosse alzato piu per tempo di me, non 1' avrebbe perduta." Si domandava ad un giovane infingardo, cio che lo facesse star a letto si lungo tempo. *' Sono occupalo," diss' egli, " a tener consiglio tutte le mattine. II lavoio mi consiglia di le- varmi, la pigrizia di rimaner coricato ; e mi danno cosi venti ragioni pro e contro. Tocca a me sentire cio che si dice dalle due parti ; e appena la causa e intesa, il pranzo e apparec- chiato." Si racconta un bel tratio d' una gran signora : interrogata dove fosse il suo sposo, che si era nascosto per essere stato complice d' una cospirazione, rispose coraggiosamente averlo nascosto. Per questa confessione condotta innanzi al re, questo principe le disse che non poteva evitare la tortura quan- do non iscoprisse il ritirodel suo sposo. " E questo bastera?" disse la signora. " Si," soggiunse il re, " ve ne do la mia pa- rola." " Ebbene," diss' ella, "I'ho nascosto nel mio cuore, dove lo troverete." Questa risposta ammirabile incanto i suoi nemici. 249. Cornelia, la madre illustre dei Gracchi, dopo la morte del suo sposo che le lascio dodici fanciulli, consacrossi alia cura della sua famiglia con tal saviezza e prudenza che si acquisto la stima universale. Soli trc, fra i dodici, pervennero all' eta matura ; una figlia, Scmpronia, che maritj al secondo Scipi- one r Afiricano, e due figli, Tiberio e Caio, ch' essa educo con particolare sollecitudine ; e bencbj si snpesse gcneralmente 1/s I 170 EXERCISE CCL. cli' erano nali colic piu fclici disposizioni, pure si ritenevano debitori all' educazione piu die alia natura. La risposta che su di essi fece Cornelia ad una dama dclla Campania e cele- berrima e rinchiude una gran lezionc per le donne e per le madri. Questa dama, cli' era riccliissima ed appassionata pel fasto e lo splendore, aveva esposto i suoi diamanti, le sue perle e i suDi monili piu preziosi, stimolando seriamente Cornelia ^ farle essa pur vedere i suoi gioielli. Cornelia cambio destramente la conversazione per aspettare il ritorno dei suoi figli che erano andati alle scuole pubbliche. Arriv^ati che furono presentaronsi air appartamento della lor madre ; costei allora disse, mostran- doli, alia dama della Campania : " Ecco i miei gioielli e 1' uni- co ornamento che io apprezzi." Ed un lal ornamento, forza e sostegno della societa, da un piu gran lustre alia bellezza che non tutte le gemme dell' Oriente. 250. CREANZA. Quando il conte di Stair era alia corte di Luigi decimo- quarto, le sue maniere, la sua destrezza, e la sua conversa- zione lo favorirono molto nella stima e nell' amicizia di questo monarca. Un giorno in un circolo di cortigiani,ilre,parlando dei vantaggi d' una buona educazione e di maniere prevenenti, propose di scommettere che nominerebbe un gentiluomo in- glese superiore, a questo riguardo, a tutti i Francesi della sua corte. La scommessa fu accettata per burla, e sua maesta doveva far scelta del tempo e del luogo proprii a questa espe- rienza. Per rimuovere i sospetti, il re lascio cadere il proposito per alcuni mesi, onde far credere di averlo dimenticato ; fu allora che ebbe ricorso alio stratagemma seguente. Scelse lord Stair e due dei gentiluomini i piu garbati della sua corte per accompagnarlo al passeggio all' uscire del grand lever: dis- cese quindi dalla grande scala di Versailles seguito da questi tre gentiluomini. Arrivato alia carrozza, invece di passare pel primo come era 1' uso, fece segno ai gentiluomini francesi EXERCISE CCLI. 171 di nionlarc ; costoro, a si insolita ccrimonia, si ritrasscro pel riliutare iimilcmcrjtc iin tanto onore. Allora il re fccc scgnn a lord Stair, il quale inchiuatosi, monto all' istante in carrozza ; il re c i gentiluomini francesi ve lo seguirono. Tostochc ebbero preso posto, il re esclamo : " El^btnc, si- pnori, credo vorretc confessare che io ho guadagnato la iiiia scomiiiessa." " Come, Sire." " Come ?" continuo il re, " quando 10 v'oleva che montaste in carrozza, voi I'avete rifiutato ; ma ques- lo cortesc straniero (indicando lord Stair) non appena cbbc ricck- vuto gli ordiui d' un re, che pertanto non c suo sovrano, obbedi air istante." I cortigiani bassarono la testa confusi, e rico- nobbero che sua maesta aveva ragione. 251. DOLCEZZA. La dolcezza di carattere del signor Isacco Newton, durante il corso della sua vita, eccito 1' ammirazione di quanti lo conob- bero, ma in nessun caso forse piu che nel seguente. II signor Isacco aveva un cagnolino favorito che chiamava Diamante ; essendo un giorno costretto di passar dal suo studio nella stanza vicina, lascio Diamante solo. Quando rientrd, dopo un' assenza di alcuni minuti soltanto, trovo a suo gran dispia- cere che Diamante aveva rovespiata una candela accesa in mezzo a delle carte ; e il lavoro di tanti anni press' a poco terminato, era in fiamme e quasi ridotto in cenere. II signor Isacco facendosi gia molto vecchio, questa perdita era irrcpa- rabile : nuUadimcno, senza pur toccare il cane, contenlossi di ammonirlo con questa esclamazione : " 0, Diamante, Diaman- te ! poco tu sai il male che hai fatto." Zeusi entro in rivalita, in proposito della sua arte, con Par- rasio. Egli dipinse delle uve con tanta vcrita che gli uccclli vennero a beccarle. L' altro delineo una cortina cosi rasso- midiante die Zeusi entrando disse : " Lcvate la cortina che vediamo questo lavoro." E riconoscendo il suo errore : " Par- rasio," gli disse, " tu hai vinto. Io non ho ingannato che degli uccelli, ma tu un' artista istcsso." 172 EXERCISE CCLII. Zeusi dipinse im ragazzino portando delle uve, che gli uc colli vennero di nuovo a beccare. Qualcheduno applaud! ; ma Zeusi corse furibondo al quadro esclamando : " Bisogna dire che il mio fanciullo e dipinto malissimo." Gli abitanti d' una gran citta offrirono al maresciallo di Tur- rena cento mila scudi, col patto che cambierebbe di via e non farebbe passare le sue truppe per la loro citta. Egli rispose loro : " Siccome la vostra citta non e sulla strada che io in- t«ndo percorrere, non posso accettare il danaro che voi mi offrite." Un caporale delle guardie del corpo di Federico il grande, pieno di vanita^ ma nello stesso tempo valoroso, portava una catena d' oriuolo alia quale attacco una palla di moschetto in- vece d'un oriuolo che non aveva mezzo di comperare. II re essendo un giorno in lena di motteggiare, gli disse : " A pro- posito, caporale, bisogna che siate stato molto sobrio per com- prare im oriuolo : sono le sei al mio ; ditemi che ora e al vostro V II soldato che penetrava 1' intenzione del re, tiro air istante la palla del suo borsellino e gli disse : " II mio oriuolo non indica ne cinque ne sei, ma mi dice ad ogni mo- mento che e il mio dovere di morire per Yostra Maesta." "Ecco, mio amico," disse il re, afFatto penetrato, " prendi quest' oriuolo, affinche tu pure sii capace di dir I'ora." E gli diede il suo oriuolo che era ornato di brillanti. 252. Carissima arnica, — Abbiamo mart^di venturo alcune persone a pranzo, e pensando che non vi sarebbe discaro di far la loro conoscenza, vi prego di farci il favore di venir ad accrescere colla vostra amabilissima presenza il piacere e col vostro bril- lante e dotto spirito 1' allegrezza della nostra conversazione. Sperando che non mi rifiuterete ed aspettando la vostra ri- sposta, vi mando mille complimenti. Amatissima arnica, — Tanto piu grato mi sara il recarmi martedi prossimo al graziosissimo vostro invito, quanto mag- giore e stato il mio dispiacere di non vedervi da qualche tempo che cosi di rado. Vi ringrazio dell' amabile vostro ri- cordo e vi mando mille baci. EAEKClSh ccl,iii. 172 253. LE QUATTRO .INGUE. NOVELLA. Ocnuno di noi ha letto nella Santa Scrittura il niiracolo di quelle falde di fuoco scendenti dal cielo su i discepoli di Cristo clie comunicarono immantinente a quegli uomini, del tutto ignari delle umane scienze, la cognizione di tulti gli idiomi di cui avean d' uopo per predicare il vangelo all' universo. Quello che opero allora un miracolo per gli apostoli, 1' operi per noi stessi il lavoro ; poiche e studio ben utile quello delle lingua ; studio che ci pone in relazione con Aitti i jopoli e che ci da il mondo intero per patria. A questo pensato avevano i genitori del giovane Edinondo di Grancey, possedenti, cinquant' anni sono, una delle piu belle tenute del Delfinato. Sebbene non sapessero le lingua stra- niere, avevano capito come di molto momento questo studio esser potesse pel figlio loro. " Ognun sulla terra ignora qual destino lo stia aspettando nelP avvenire," diceva spesso il barone di Grancey : " voglio che Edmondo, caso mai dovesse viaggiare, non sia straniero in nessun paese, poiche mi ram- mento dell' imbarazzo in cui mi vidi, per non sapere il tedesco, quando fui prigioniere in Prussia, durante la guerra dei selte anni." Dotato di felice attitudine, aveva Edmondo rapidamente profittato delle lezioni degli abili maestri chiamati ad istruirlo. A dodici anni leggeva gia le graziose favole di Lessing in tedesco, la Storia d' Inghilterra di Hume, le belle tragedie liriche di Metastasio, quel poeta italiano dal linguaggio cosi armonioso. Gia esprimevasi con bastante franchezza nei trc idiomi e, scnza parlare della sua lingua materna che sapeva ottimamente, era in grado di scrivcrc quasi senza sbaglio una lettera in italiano, in tedesco ed in inglese. Intanto arrivo la rivoluzione ; ma il barone di Grancey, che non aveva impiegate le sue fortune se non a far del bene, non poteva credere che la tempesta politica dovesse arrivare insino a lui. Gli eventi dettero una crudcl mentita alle sue illusion! Avvcrtito che una sentenza di proscrizicne gli era decretata, 15* 171 EXKRCISK CUI.UL clie verrcbbc da un' jstarite all' altro incarcerato, fu costretto di fuggire colla moglie cd il figlio e di pervenire in tutta fretta alia frontiera del Piemontc. La sfortunata novella gli giiinse mentre stava visitando un podere distante alquanto dalla sua villa, in inodo die non pote portar seco che il poco danaro clie aveva indosso, circa venticinque luigi : i proscritti non ebber nemmeno la consolazione di dare un' addio alia loro dimora. Air eta di Edmondo, si prova un vivo piacere percorrendo per la prima volta le pubbliche vie ; si spalancano gli occhi innanzi ai nuovi oggetti clie si presentano da tutte le parti ; e dopo fatte alcune leglie par d' esser giunto ai limiti pi') recon- diti della terra. Ad ogni modo Edmondo avrebbe gustato meglio questo piacere senza la triste circostanza dell' esiglio della sua famiglia. II barone e la baronessa di Grancey si erano recati dappri- ma a Torino. Dopo cli' ebbero ricevuto qualche danaro, che era bastato 1' animo ad alcuni amici di mandar loro di Francia, lasciarono quella citta per andarsi a stabilire in Roma, jEino a migliori tempi ; per la qual cosa fu loro d' uopo attraversare gran parte d' Italia. I proscritti, a motivo della scarsita dei mezzi, viaggiavano co' vetturini clie vanno da una citta all' al- tra, modo di trasporto poco elegante, poco spedito, ma anche poco costoso. Per questa strada come per ogni dove dacclie erano in Italia, Edmondo serviva d' interprete ai suoi genitori. Destava dolce meraviglia il vedere questo giovinetto di tredici anni pagare cosi ai genitori I'educazione da lor ricev^ita. Spesso Edmondo udiva dirsi : " Vedete quella signora e quel gentiluomo francese col loro figlio ? — debbono stimarsi felici d' averlo : poveri esigliati ! essi, clie non capiscono la nostra lingua, sarebbero senza di lui in un grande impiccio — e vera- mente cosa mirabile !" Edmondo si guardava bene dall' in- superbirsi del merito che gli avvenimenti gli procuravano, ma ad ogni istante s' applaudiva di avere studiato 1' italiano con tanta cura e profitto. Quella specie di carretta in cui trovavasi la famiglia pro- scritta contenea due altri viaggiatori : un compositore che recavasi a Firenze per mettervi sulle scene una nuova opera, buono e gioviale maestro, clie s' intendeva non men bene di lxerci.se ccliii. 17* cucina clie di spartiti ; ed un abbate, oltimo iiomo e multo pio ; amante dclla musica almeno quarito il maestro chc gli stava vicino. II vetturino cantava sul cocchio, mentre andava ecci- taiulo il lento andar dei cavalli ; era. ognun lo vcde, una vera caravana musicale. II solo stava per ocomparirc daU'orizzouto ed il maestro, dotato di forte appelito, cominciava a sospirarc la cena, quando i viaggiatori scorsero la benedetta osteria dove dovevano riconfortarsi e pernottare. Ma era gia talmentc stipata di gente che F oste e i' ostessa duravano fatica a con- tentare tulli i loro ospili. Quando giunse il vetturino s' ac crebbe V imbarazzo. II maestro sopra tutto chiedeva la cena gridando forte ; e vedendo che non gliela apparecchiavano colla prestezza corrispondcnte alia sua impazienza, die di mano ad un fornello, si levo V abito, rimboccossi le maniche e s' ac cinse ad appareccliiare di so i classici maccheroni. La Signora di Grancey die non l^a guari viveva cosi felice nel suo palazzo, servita da gran numero di servi, fra quegli agi che danno e ricchezza e stato sicuro, s' adattava meno facil- mente del marito ad un mutamento di sorte si repentirio e com- pleto; pure si rassegnava perche aveva coraggio. Non fece dunque troppo cattiva accoglienza alia cena dell' osteria ove apparivano pei primi i maccheroni cucinati dal maestro, il quale ricevette in quella congiuntura quasi tanti complimenti quanti per la migliore delle sue opere. Finito il pasto, il piu difficile per 1' oste era il dar da dormire a tanti viaggiatori, perche i primi giunti avevano presu tutte le camere dclla casa ; il maestro e V abbate si coricarono il meglio che poterono nella sala comune ; e fu mestieri che gli spatriali francesi andassero a stare in una piccola fabbrica attenente all' albergo, dove prcstamente si miscro in piedi lettucci, i cui materazzi coutencvano piu paglia che lana. La stanza del barone, della baronessa e del iiglio era scparat-i dalla stanza vicina solo da un assito sottilissimo. Appena i viaggiatori francesi si furono coricati, intesero parlare dall' allra parte dell' assito, e distinsero la voce di due uoraini che discorrevano fra loro. 11 Signorc di Grancey e 8ua moglie, stanchi dal viaggio, e won comprendendo, oltre Ji 176 KXKIlCI^h CCLIII. cid, i discorsi di quel due, iion avevano lardato ad addormen tarsi. Edmondo irivecc noii pcrdcva una parola, e alcune di queste pronunciate da coloro nella stanza vicina gli colpirono abbastanza la mente per tenerlo svegliato. " Non parlar cosi forte. Giacomo," diceva un d' essi al auo compagno. " Eh, che fa ?" rispondeva questi ; " i Francesi che sono qui accosto non sanno una parola d' italiano e me ne sono ac- certato. Trovandomi nella corte col vecch'o gentiluomo e sua moglie, ho chiesto loro, cosi per parlare, d' onde venissero, al che mi han fatto cenno che non mi capivano. Sta dunque di buon animo, Battista, possiamo parlare liberamente della nostra faccenda." Edmondo immobile nel letto porgeva sempre 1' orecchio at- tento ; ed aveva fm dal principio indovinato le intenzioni di quei due uomini. Nulladimeno si guardo bene dal cedere ad un moto di terrore ; e invece di gridare, di chiamar gente, si contenne, con un sangue freddo superiore all' eta sua, com- prendendo che poteva rendere a' suoi parenti e ad altre per- sone un segnalato^servizio. Un rumore di boccali e di guas- tade che accompagnava la conversazione di quei due inter- locutor! mostrava che si facevan animo col bicchiere alia mano ; a misura che andavan bevendo s' esprimevano con novella espansione e sincerita. " Appunto !" riprese un di loro, " domani mattina alio spun- tar del giorno parte il vetturino ; prima di giungere al villag- gio vicino, la via fa gomito all' estremita del bosco : ci portere- mo cola, non si puo trovar di meglio." — " Ma se si difendes- sero ?" — " Oibo ! non hanno armi . . . e poi, quando ne avessero, si troveranno sorpresi . . sai che le nostre pistole hanno doppia carica ; spareremo due o tre colpi e sara cosa finita. E allora tutto ci apparterra ! . . . che bella presa !" I due briganti cessarono di parlare ; uno di loro si giacque e s' addormento ; 1' altro si mise a camminare in su e in gm. Edmondo rendeva grazie a Dio d' aver potuto capire i discorsi dei due malvagi, e chiedevagli che lo ispirasse in quella circostanza cosi grave. Si dirige a tentoni verso il padre e lo sveglia : " Padre mio," gli dice sotto voce, " cola in quella EXERCISE CCLIir. * 177 camera accanto, vi sor.D due briganti ; andranno ad aspcttare I nostrovetturino per assassinarci e spogliarci." — " Come ! figlio mio, nc sci ben ccrto ?" — " Si, si, padre mio, vi dico di si . non m' c sfuggita una parola ; ignorando ch' io capissi 1' itali- ano parlavano senza alcun mistero. Ci aspetteranno alia rivolta della strada al limite d' un bosco." 11 Signer di Grancey restu un' istante pensieroso riflettendo a qual partito dovesse appigliarsi ; quindi, senza svegliare la moglie a cui un terror troppo vivo avrebbe potuto far male, si alzo. — " Yieni meco," diss' cgli, " mio caro figlio : tu ci hai tutti salvati ; vieni e sopratutto facciamo il minimo rumore possibile." II barone ed il figlio si diressero verso 1' osleria ; bus- sarono ; 1' oste ando ad aprire e chiese loro quel clie voles- sero, cosi nel cuor della notte. Edmondo che faceva da interprete, gli racconto tutto. — " Ah, Gesu mio, Signore," esclamo 1' oste, spaventato dall' idea d' aver ricevuto assassini in casa sua, " son sicuro che sono quegli stessi banditi ch' hanno svaliffiato un mio cugino tre settimane sono." — " Non v' e forse nei dintorni un posto di polizia ?" soggiunse il Signer di Grancey. — " Si, Signer mio, a due miglia da qui." — " Via, fate subito montare qualcuno a cavallo ; o piuttosto, — andate voi stesso, — correte a spron battuto a pro- venire la forza armata." Alcuni minuti dope, 1' oste galloppava verso il borgo vicino. II Signer di Grancey era tomato nella sua camera con Ed- mondo ; ambidue stettero nel piu profondo silenzio. Un' ora dope sentirono i loro vicini scendcre la scala. I due briganti trovarono nella corte 1' oste, di ritorno, pagarono il loro scotto e partirono. Finalmente I'alba spunto, e il vetturino chiamo i viaggiatori. Stava per attaccare, quando si ode nella strada un rumor di cavalli ; si guarda e si scorgono due uomini, coUe mani legate ed ambi feriti, condotti da quattro carabinieri, crano Giacomo e Battista. Prima di giungere alia loro imboscata, han trovato gia piantata la forza die s' impossesso, nella loro persona, di due banditi, cercati da lungo tempo senza mai csser giunta ad acchiapparli. 178 EXERCISE CULllI. Tutti i viaggiatori avevano saputo dall' ostc il nome del lord liberatore. La Signora di Grancey stringeva con emozione il fidio fra le braccia ; il buon abbate lo chiamava nuovo Dani- ello ; il maestro inlonava, in onore del francesino, un canto di trionfo, preso dalla sua nuova opera. Fra tiitte queste con- gratulazioni Edraondo non pensava che alia felicita d' aver sal- vato padre e mad re. Pochi giorni dopo, 1' esule famiglia entrava negli stati ro- raani, dove ad ogni passo si risvegliano rimembranze di gran- dezza, e vide finalmente ombreggiare, da limgi, la cupola di San Pietro, die le annunziava V antica capitale del mondo. Durante il suo soggiorno a Roma, Edmondo s' occupo con nuovo zelo a perfezionarsi nelle lingue inglese e tedesca. Le grammatiche e i dizionarii, opere che nella nostra infanzia ci appaiono spesso si tristi e si aride, gli piacevano meglio dei libri piu dilettevoli quando rammentava qual debito avesse a un tal genere di studio. In questo mentre un antico compagno del Signor ,di Gran- cey, che rifugiato erasi a Dresda, gli scrisse per impegnarlo a recarsi cola ; e davagli speranza di potergli procurare un im- piego onorevole. 11 Signor di Grancey si decise ; la pecunia andava sceman do, i suoi beni in Francia erano confiscati e 1' avvenire non gli annunziava niun mutamento favorevole. Riunito quanto gli bastava per quel viaggio lascio Roma e si pose in via alia volta della Sassonia. La piu cordiale accoglienza veniva fatta dappertutto agli spatriati, giacche non v' e popolo migliore ne piu ospitale del popolo tedesco. II Signore e la Signora di Grancey, non conoscendo 1' idioma che veniva loro parlato, si ' sarebbero la pure trovati, nel piu grande imbarazzo senza il loro Edmondo, senza il loro caro interprete. Al suo entrare in Alemagna si faceva capire benissimo, e I'uso continuo lo fece addomesticare in breve del tutto con la lingua di Goethe e di Schiller clV e riputata si difficile. Egli pure, quando in prima aveva incominciato a studiarla, s' era un poco spaventato della stranezza dei caratteri gotici e della ruvidezza apparente delle parole, dolcissime pero in una bocca che sappia pronunciarle ; ma ora s' accorse che non bisogna - credere a quell' impossibiJita di cui s' era allora accigliato. EXERCISE CCLIII. 1 70 Al suo giungerc in Dresda, il Signer di Granccy piovo uii crudele disingaimo, perchc I'alto pcrsonaggio, sul quale conta- va il suo amico, non godeva piu il posto primitivo ; c quest' aniico era stato lui pure mandato in un' altra citta. della Sasso- nia. -Dopo numerosc cd inutili indagini, fu forza rinunciarc ad ogni speranza ; un tale accideute fu tcrribilc poi poveri pro- fughi che un si lungo viaggio aveva rifiniti. Trovavansi sbal- zali in una citta dove non conoscevano alcuno. La salute della Signora di Granccy cominciava a patire di tanti strapaz- zi ; c il marito che sarebbcsi rassegnato con coraggio anclie a un lavoro manuale, provo i primi assalti d' infermila dolorose : a poco a poco la famiglia profuga vende per sussistere quanto gli rimaneva di gioielli ; e la croce di San Luigi die il Signor di Grancey aveva ottenuta per una splendida azione era il solo bene ch' ei volesse conserv-are sino alia nior e. Quando usciva colla moglie piu d' una fronte scoprivasi all' aspetto del nobile ornamento che splendeva sul logoro vestito del profugo fran- cese, Edmondo vedeva pur troppo bene lo stato dei genitori ; piu d' una volta aveva sorpreso le lagrime ncgli occhi della genitrice e struggevasi di non poter aiutare quella madre, quel padre si teneramente adorati : ne cercava di continuo i mezzi, e questa preoccupazione incessante lo rendeva triste, pensieroso ; e la poverta dei profughi aumentava ogni giorno. Erano a questi estremi, quando una sera Edmondo a cui i genitori, perche si svagasse, avevan permesso di percorrere la citta, torno, come sempre, sopra pcnsiero ma meno triste del solito. Pareva che fosse dominato da un'idea grave fra la quale alcuni lampi di speranza lucevano di tempo in tempo ; quando, abbracciando il barone, gli dice con un trasporto anche piu vivo del consueto : " Padre niio, oh, potessi esservi utile !" All'indomani mattina usci piu per tempo del solito e si di- resse verso una delle principali strade di Dresda ove dimorava un libraio ben conosciuto nella citta, il Signor Petrus Meyer. Edmondo entra nel magazzino di questo libraio, immenso de- posilo d' opere in tutte le lingue conosciute, e chiede se possa parlare al padrone. Dopo essere stato a prendcre gli ordini di cestui, un giovine 1' introduce nel gabinelto del Signor Petrus Meyer, uomo d' una cinquantina d' anni, aUpianto grosso, involto 180 EXERCISE CCLIII. m una gran veste da camera con berretta di panno, seduto con penna in mano innanzi ad una tavola coperta di registri, tenen- do colla sinistra, mentre scriveva, un' enorme pipa che il cir condava d' una densa atniosfera di fumo. Dal mezzo di questa nuvola, il Signor Petrus getta gli occhi su quel fanciuUo il cui aspetto gli desta interesse, c che si pre- senta con aria insieme modesta e sicura. Edmondo erasi fermato presso la porta, col cappello in mano, e il libraio, to- gliendosi la pipa di bocca : " Che volete, fanciullo mio ?" gli dice, nel linguaggio del paese. " Signore," risponde Edmondo, " mi scuserete, spero, se sono venuto cosi in casa vostra senza ch' io sia da voi cono- sciuto e senza ch' io conosca voi." " Si . . si . . siete straniero a quel che parmi, siete Fran- cese ■?" " Appunto, Signore .... Ah ! Dio mio, parlo forse un cattivo tedesco ? Ho falto sbagli ?" " No, fanciullo mio . . . solo mi po' d' accento quanti an- ni avete ?" " Quattordici . . . ." " E cosa rara il parlare si giovine una lingua straniera cosi bene come voi parlate la nostra." " Oh, come mi fate felice dicendomi questo !" " E perche ?" " Perche .... Signore .... leri passando davanti la vostra libreria, mi venne un pensiero ; dissi fra me : chi sa che non abbiano bisogno d'alcuno che possa tradurre in tedesco alcuni libri scritti in francese, oppure per compilare lettere di com- mercio .... e mi son fatto lecito, Signore, di venirvi a par- lare." La fisionomia d' Edmondo ed il modo col quale esprimevasi cattivarono 1' attenzione del Signor Meyer. " Chi siete voi dunque 1 Siete solo a Dresda ?" " No, Signore, sono qui coi miei genitori, e mio padre chia- masi il barone di Grancey, cavaliere di San Luigi e gentiluo- mo del Delfinato ; e profugo ; eravamo ricchi e nol siam piu : veggo pur troppo quanto i miei stentano, e vorrei, giovine come EXERCISE CCLIII. 18J sono, guadagnar danaro per loro. Inlbrmatevi di noi dalU Signora Krantz dalla quale siamo alloggiati, all' iiiscgna dell' Aquila cV oro.^* " Vol siete un bravo giovinetto, che Dio benedira," disse ii Si. It is claimed that the lahor of teaching and learning the French language is immcn-oly reduced by this new method, and the success of the pupil placed upon a footinir of certainly never heretofore attained. The treneral characteristics of the system for which this claim is made are as follows: 1. The judicious combination of Theory and Prac- tice, Rule and Exercise, in their just proportion to each other. 2. A new Analysis of the Elements of Laniruage. 3. The presentation of a Panoramic View of the French Language as a whole. 4. Teaching one thing at a time, and proceeding by Inductive Steps. 5. The thor- ough examination of Complex Sen- tences, and the peculiar force and relations of Connecting Words. 0. The furnishing of so" complete a Key to the Pronunciation that the American can teach it with the same accuracy and facility as the native Parisian. B A D O I S ' S GRAMMAIRE ANGLAISE d'apres le Systeme d'Ollendorff, a I'Usagc dos Fran- ^ais. Par Coarles Badois. l-2mo. 2S2 pages. 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The multitude of • eloquent passa!:;cs and enchantin^^^^h S^^veys liltle or no Idea to his mind, but impart their lessons agreeably as well as effi- ciently by exercises, which teach the principles successive] v involved more clearly than any abstract lan- guage can They give a conversa- iV^rn ' t""^ therefore a practically useful knowledge of the langua-e • the student is made constantly" to apply what he learns. To these peculiarities is due the wide-spread fir5'''o>'^h!f"''' I»fr«^"ction, the n, 1^ r^^ works named above will be found useful for vo mi -be- ginners. In it are presented" the lundamental principles of the lan- guage carefully culled out, and 1- lustrated with easy exercises It paves the way for the larger works Kot oC each p:i.L;i', «)i' llic most, dilliciilt Words oceui ring in tlie Text. To wliicli is added a Synoptieal Dictionary of Mytlioloi,'!- cal and Gcoi^rapliical Names. From the edition of Charles le Brun. The whole carefully revised and corrected from Didot's Paris edi- •iou. 1 vol., l-2mo. 395 pa^'cs. §1.25. THE A D V E N T U 11 E S OF TELEMACUUS. By Fenelon. Standard edition. Edited by Ga- briil Siirenue. ISmo. o93 pages. Price, $1.00. F6nt!'lon's world-renowned " Tcle- maque " will always retain its popu- larity as a Iteader "for French classes, on account of the purity of its style, the interest of its narrative, and tlie excellence of its moral. The pres- ent edition is convenient in form, faultless in external a])pear.ance, and as correct as the editorial supervision of an accomplished scholar like Su- rennc can make it. PICCIOLA. By X. W. Sain- TiNE. Preceded by Ilesearchcs ou the Employment of Time in State Prisons, by Paul L. Jacohs. New edition, revised and cturected. 1 vol., l;inio. $1.25. R O E :M E R ' S ELEMEXT ARY FRENCH PtEADER. With an Analytical Study of the French Languaijc, a Treatise en French Poetry, and a Dictionary of Idioms, Proverbs, Peculiar Expressions, etc. By J. IloEMER, LL. D., Professor of the French Lanijiuicre and Litera- ture in the N. Y. Free Academy. 12mo. 297 p.ages. Price, $1.50. From the N. T. Com. Advertiser. '' We invite attention to this new French Reader, which seems admi- rably adapted to liio use of the stu- dent, and especially to the code of instruction and explanation with which it is introduced— the whole forming, as we coriceive. a book of exceedini,' value* to both learners and teachers, and (•!ij)abif ofjrrcally f.K ilita:iii'' the liliors of b')ll)." PRENDERGAST'S MASTERY SERIES for learning Languages ou New Principles. By Thomas Pren- DEUGAST. Author of "The Mastery of Languages ; or, the Art of Speak- ing Foreii^n Tongues Rliomatical- ly." This method offers a solution of the problem, How to oh tain fa- cility in speaking foreii^n Innjniages graminatically, without using the Grammar in the first stage. It adopts and systematizes that pro- cess by which many couriers and ex- plorers have become expert practi- cal linguists. The following Manuals may now le had : HANDBOOK TO THE MASTERY SERIES, being an Introductory ; Treatise. Price, 50 cents. i THE MASTERY SERIES, GERMAN. I Price, 50 cents. THE M.-\STERY SERIES, FRENCH. Price, 50 ceats. To hefoUoiL'fd shortly by THE MASTERY SERIES, SPANISH. Price, .50 cents, THE MASTERY SERIES, HEBREW. Price, 50 cents. "We know that there arc some who iiave given Mr. Prendcrirast's plan a trial, and discovered that in a very few weeks its results had surpassed all their anticipations." — The liecord. "The Mastery System elves, in our opinion, all the advantages of OllendorlTs, and is free from its de- fects. ... To pain a thorough com- mand of the common phrases which the majority use exclusively and all men chieHy, is the goal at which the Mastery System aims, and wc think that goal can be reached by its means more easily and in a 1 shorter time than by any method I yt't made known."— A'or/iVX' AV/av. MODERN LANGUAGES. PRONOUNCING FEENCII DICTIONARY. By Gabrikl Su- IiENNE, F. A. S. E. IGmo. 550 pages. Price, $1.25. Pockcl edition. In the preparation of this new work, clue re^jartt has been paid to the introduction of b-uch new words and definitions as the progressive changes in tlic language liave ren- dered necessary ; and for this pur- pose the best and most recent au- thorities have been carefully con- sulted. It is therefore confidently anticipated that the volume will prove not only a useful auxiliary to the student, but also a convenient Pocket Companion to the traveller, T/herever the French language is spoken. A vocabulary of proper names accompanies the work. ROWAN'S MODERN FRENCH EEADER. With a Vocabulary of the New and Difficult Words and Idiomatic Plirases adopted in Mod- ern French Literature. By F. EowAN, Edited by J. L. Jewett, Editor of Ollendorff's French Meth- od. 12mo. 341 pages. Price, $1.50. One object of this volume is to offer specimens of the French lan- Suage as it is spoken at the present ay, and presented in the works of the modern authors of France, with- out the risk of sullying the mind of the yoimg reader by indelicate ex- pressions or allusions. Another is to facilitate the task of the teacher by rendering the work attractive to the pupil. Such selections have therefore been made as will, it is hoped, be interesting and entertain- ing to the yoiing reader, while at the same time they will i)rove worthy specimens of the peculiar style of their respective authors. The American edition is rendered still more valuable by the addition of extracts from the v/ritings of SismonVli and Mignet, modern his- torians of distinguished merit. The vocabulary of new and difficult •words and idiomatic phrases is con- veniently arranged for reference, and considerably enlarged ; while the whole has undergone thorough revision, with a view to accuracy in every particular. The orthography lias been made to conform to that of the Dictionary of the Academy and the usage of modern writers. ROEMER'S SECOND FRENCH READER. Illustrated with His- torical, Geographical, and Philolo- gical Notes. 12nio. 4T8 pages. Price, $1.50. This volume, like the preceding one, presents a series of lively and entertaining extracts, calculated to stimulate the curiosity and enlist the feelings of the scholar in favor of the language. The selections are made from modem authors exclu- sively, and boar witness to the nice literary discrimination of the com- piler. As a collection of elegant extracts, this volume is second to none; it has become a general fa- vorite both with teachers and stu- dents. ROEMER'S POLYGLOTT READER. Forming one of a series of Five Volumes. Translated from English Text. By J. Roemer, LL. D. 1 vol., 12mo. Price, $1.50. The design of the work is to en- able the learner to have the same work in five tongues. The selec- tion are made from the best authors. SPIERS AND SURENNE'S French and English and English and French Pronouncing Diction- ary. One vol., 12mo. 973 pages. Price, $2.50o Standard abridged edition. From new and large type. The First Part of this well-known and universally popular work con- tains : Words in common use, Terms connected with science, Terms belonging to the fine arts. Four thousand historical names, Four thousand geographical names. Upwards of eleven thousand words of recent origin, The pronunciation of every word according to the French Academy and the most eminent lexicograph- ers and grammarians ; also. More than seven hundred critical remarks, in which the various me- thods of pronouncing employed by different authors are investigated and compared. The Second Part contains : A copious vocabulary of English wordfs, with their proper pronun- ciation. The whole is preceded by a critical treatise on French pro- nunciation. MODERN LANGUAGES. SIMONNfi'S MANUAL OF FRENCH VERBS. Comprieing the formation of Persons, Ten.*c3, and :Moodj of the Keuular and Irrc-nhir Verbs : a Practical Method to trace the InUnitivc of a Verb out of any of its Indcctions ; Models of Senten- ces in their different Forms ; and a Series of the mosftiscful Idiomati- cal Phrases. By T. SiMOXNi:. 12mo. 103 pages. Price, 75 cts. The title of this volume, ^ivcn in full above, shows its scope and character. The conjugation of the verbs, reirular as well as irregular, is the L'reat difficulty that the French student has to encounter; and. to aid him in surmounting it, ;M. Siraoniie has applied his long experience as a teacher of the lan- gujige. SPIERS AXD SUPcENNE'S French -and -English and English - and-French Pronouncing Diction- ary. Edited by G. P. Quackenbos, A. M. One large vol., 8vo, of 1,31G pp., neat type, and fine paper. Half Mor., $«. The puUisJiers claim for this work, 1. That it is a revision and com- bination of (Spiers's) the best defin- ing and (Sureune's) the most accu- rate pronouncing dictionary ex- tant. 2. That in this work the numer- ous errors in Spiers"s dictionary have been carefully and faithfally corrected. 3. Tljat eome three thousand new definitions have been added. 4. Tliat numerous definitions and constractiuns are elucidated by gramniatiad remarks and illustra- tive clausGc and sentences. 5. That several thousand new phrases and idioms are embodied. G. That upward of twelve hun- dred synonymous terms are ex- plained, by "pointing out their "dis- tinctive shades of meauiac. 7. That the parts of all tlic irrf*nts who already have a partial acquaint- ance with the French lanirnage, but wish to acquire a more tliorough knowlcflsre of its Syntax than can be obtained throi'.irh the text-b(X)ks in general use. It is arranged in the Siimc manner as the practical part ofPoitevin's "Syntaxe FraiM;aise." The examples of Syntax arc mainly translations of passages from the best French authors. '^ The Appen- dices— of which there are ten— illus- trate various diOicuk j)ointa in French gramaiar. MODERN LANGUAGES. THE MASTERY SERIES FOR LearninjT Languages on New Princi- ples. By Thomas Pkendekgast, Author of "The Mastery of Lan- guages, or the Art of Speaking Foreign Tongues Idiomatically.'" This method oflers a solution of the problem, IIow to obtain facility in speaking foreign languages gram- matically, without using the Gram- mar in the first stage. It adopts and systematizes that process by which many couriers and explorers have become expert practical linguists. UAND-BOOK TO THE MASTERY SERIES, being an Introductory Treatise. Price, 50 cents. THE MASTERY SERIES, GERMAN. Price, 50 cents. German. ADLER'S GERMAN- AND- English, and English-and-German Pronouncing Dictionary. By G. J. Adler, a. M., Professor of the Ger- man Language and Literature in the University of New York. One ele- gant large 8vo vol. 1,400 pages. Price, $6. The aim of the distinguished au- thor of this work has been to em- l)ody all the valuable results of the most recent iuvestigations in a Ger- man Lexicon, which might liecomc not only a reliable guide for the practical acquisition of the lan- gua!;c, but one which would not for- sake the student in the higher walks of his pursuits, to which its treas- ures v.'ould invite him. In the preparation of the German and English Part, the basis adopted has been the work of Fliigel, com- piled in reality by Heimann!, Felling, and Oxenford. This was the most complete and judiciously-prepared manual of the kind in England. The present work contains the ac- centuation of every German word, several hundred synonjTnes, ' to- gether with a classification and alphabetical list of the irregular verbs, and a dicljonary of German abbreviations. The foreign words, likewise, which have not been completely German- ized, and which often differ in pro- nunciation and inllection from such as are purely native, have been des- ignated by particular marks. The vocabulary of foreign words, which now act so important a part, not only in scientific works, but in the best classics, reviews, jonmals, newspapers, and even in conversa- tion, has been copiously supplied from the most complete and correct sources. It is believed that in the terminology of chemistry, miner- alogy, the practical arts, commerce, navigation, rhetoric, grammar, my- thology, philosophy, etc., scarcely a word will be found to be wanting. The Second (or German-English) Part of this volume has been chiefly reprinted from the work of Fliigel. The attention which has been paid in Germany to the preparation of English dictionaries for the German student has been such as to render these works very complete. The student, therefore, will scarcely find any thing deficient in this Second Part. AN ABRIDGMENT OF THE ABOVE. 12mo. &44 pages. Price, 12.50. With a view of offering to the stu- dent of German such a portion of his larger Avork as would embody the most general and important lexicographical elements of the lan- guage in the smallest possible com- pass, the author has gone over the entire ground of the larger work — revising, condensing, or adding, as the case might require. All pro- vincialisms, synonymes, and strict- ly scientific terms, have been ex- cluded from these pages, and every thing that might prove unnecessary or embarrassing to beginners, or to travellers, and others for whom a smaller volume is bettci- adapted. Fro7n C. C. Felton. Prof, of Greeks- Harvard Univ. " The careful manner in which Prof Adler has investigated the lan- guage as employed by the great body of recent German writers, and the accuracy with which the best usage is explained in his definitions, make the work peculiarly valuable for English and American stiulcnts.'" ^.= RETURN TO: CIRCULATION DEPARTMENT 198 Main Stacks LOAN PERIOD 1 Home Use 2 3 4 5 6 ALL BOOKS MAY BE RECALLED AFTER 7 DAYS. Renewals and Recharges m^y be made 4 days prior to the due date. Books may be renewed by calling 642-3405. DUE AS STAMPED BELOW. 'AUG 1 5 2005 FORM NO. DD6 50M 1-05 UNIVERSITY OF CALIFORNIA, BERKELEY Berkeley, California 94720-6000 >> YB 41878 STANDARD ITALIAN WORKS. OUendorflTs Primary Lessons in Learning to Eead, Write, ftiid Spi'jik tilt' Italian Laiifjiia^^e. Iiitvoductury to the Ijir^^er (iraunuar. By (i. W. GnEKNK. 18mo. ii-'W pa^jcn. New Method of Learning to Eead, Write, and Speak the Italian Lanyua;:e. With AUditions and Correction!*. liy E. Felix Fi>nKsTi, LL. D. 12mo. KKY TO THE EXERCISES. Separate volume. In 011ondorfl"H Grammnra i;". for the first time, prcpcntcd n f«yt»- tom by which tlio student can acqniro a conversational know Irujre of Italian. This will recommend them tn pra?ticai students; while at the same time there is no lack of rules and princijjles for those who would pursue a systematic grammatical course »vi»i. •» " -' — of Lr*"'** '•***" ' — '"' he ofj re^ mc latl rn i;?442:^7 list D. THE UNIVERSITY OF CALIFORNIA LIBRARY ., WV, yjti vjK c/i vjx"tiuu oireei, n. Y., rUBI.IKH f KWABD OF 800 SCHOOL TKXT-BOOKS, Including the Departments of English, Latin, Greek. F"rench. Span- ish, Italian, Hebrew, and Syriac; of which a complete DESCRIPTIVE CATALOGUE Will tx lutnt, free of postagt, to thonf applying for It. Ik