:mf^titi -l4 4-4--r i44 1— J-4-» ^\" AV£ ^ GRA PLE I BENEFATTORia DELI. OSPEDALE MAGGIORE if4% i MILANO i8i- — ril'OGRAriA L. I". ' OGLIATI. z ^. y^ ELENCO DEI BENEFATTORI DELL' OSPEDALE MAGGIORE DI MILANO. 1 i Digitized by the Internet Archive in 2011 with funding from \ University of Illinois Urbana-Champaign ' http://www.archive.org/details/elencodeibenefatOOcane PIHTKO CANETTA Arcliivista depli Istituti Ospitalicri ELENCO DEI BENEFATTORI DELL OSPEDALE MAGGIORE DI MILANO 145G-1886 A SPESE E A PROFITTO DELL OSPEDALE MILANO TIPOGRAFIA L. F. COGLIATI Via Pantano, 26. 1887. di M 1 L A N Mi pregio, in relazione ad incarico di codesto Onorevole Con- si^lio, di rassegnare I'Elenco dei benefattori dell'Ospedale Maggiore perl'epoca dal 1456 al 1886. Ho diviso il Livoro in due parti, dellc quali la prima riguardante i bencfiittcri che elargirono un imporio non inferiore alle L. 10,000, e la seconda i benefattori che dispo- scro a fovore del Liiogo Pio somme inferiori, discendendo fino alle L. 10. Credo poi opportuno, per rendere piu interessante la pubblica- zione, di aggiungere alcuni cenni storici. Colla maggiore considerazione Ubb." e Tlev." PlETRO CaNETTA Archivista. m^ m L'TTE le Rappresentauze, die si successero nel governo deU'Ospedale Maggiore di Milano dal 145G in poi, sentirono il bisogno di tener viva Jjla meraoria dei benefattori del Luogo Pio, di quei ibndatori e restau- ratori del patriraonio ospitaliero, di quei filantropi che colle loro disposizioni be- nefiche contribuirono in tempi difficili a sottrarre TOspedale a dolorose catastrofi, specie nel secolo XVII. La venerazione per essi fu in vario modo e in varic epoche esercitata. II Capitolo Ospitaliero, fin dal 1464, e quindi poclii anni dopo la fondazione dell' Ospedale, decretava che, a elerna memorui delle opere im- mortali e degnissime del duca Francesco Sforza, fondatore dell' Ospedale, fossero fatti eseguire da esperto artista i ritratti di lui e di sua moglie Bianca Maria Visconti. Sette anni dopo, lo stesso Capitolo, riconoscente per le abbon- danti elargizioni fatte alio scopo di sopperire alle spese di fabbrica dell'Ospedale dal conte Gaspare Viraercati, condottiere d'armi al servizio del duca Sforza, ordinava che fosse celebrato nella cappella dell'Ospedale in memoria e suffragio deU'anima di lui un anniversario al 24 settembre, ad arbitrio dei deputati. Nel marzo 1595. fu ordinata la esecuzione di un busto in marmo del cardinale Carlo Borromeo, del cardinale Francesco Grassi e dell' arcivescovo Gaspare Visconti, da collocarsi nella sala capitolare. Piii tardi nel 1002, si fece eseguire il ritratto del Sommo Pontefice Pio IV, altro benefattore insigne del Luogo Pio; e dopo pochi anni si fece eseguire quello di monsignor Siraonetla. Si era anche pensato alia convenienza ed alia opportunita di scolpire i nomi di tutti i benefattori del Luogo Pio sulle pareti dell'Ospedale, ma il progetto quantunque raccoraan- dabile e fors'anco di facile attuazione, rimase lettera morta. Per eccitare r.empre piu la devozione del popolo e a suffragio delle anime dei benefattori dell'Ospe- dale, il Capitolo Ospitaliero deliberava al 31 di gennaio del 1G50, che si cele- brasse annualmente ed in perpetuo, ncl lunedi della prima scttimana di qua- — X — resima (Judicata fuit dies lunae carnis privii), un anniversario nella cappella deirOspedale. Nel 1GG4 il Capitolo Ospitaliero prendeva questa deliberazione : « Conoscendosi di quanta convenienza sii in fare li ritratti di benefattori « si danno pli ordini opportuni perche si facciano li retratti delli signori capi- « tano I'l'oglier (1), illustrissimo presidente Arese et domino Giovanni Battista « Corte (2). „ Nell'aprilG 1G77, il Capitolo prescrisse che i ritratti di S. Carlo e di Pio IV fossero fatti a figura intiera. La consuetudine di far eseguire un ritratto ai benefattori fu disciplinata colla deliberazione 22 ottobre 1810 della Congregazione di carita, decretando che i ritratti a figura intiera spcttassero a quel benefattori che scrivevano nel loro testamento dei lasciti non minori delle L. 80,000 italiane e che i ritratti a mezza figura si facessero per quolli che legavano somme non minori delle italiane L. 40,000. Ad onorare sempre piu la memoria dei benefattori, il Consiglio Ospitaliero deliberava pure, nel 1864, di contraddistinguere col nome di benefattori insigni alcune infermerie per le quali era necessaria una nuova denorainazione o in- differente il cambio di quella preesistente. Attualmente sono parecchie le infer- merie die portano il nome di un benefattore. 1 ritratti ricompaiono sempre desiderati alio sguardo del visitatore come antiche e venerate conoscenze alle quali il popolo rende un tribute rispettoso di gratitudine per la beneficenza prodigata ai poveri infermi, ed 6 poi sempre vivissima la curiosity suscitata dai nuovi che dall'una all'altra esposizione vanno arricchendo la preziosa e rara raccolta La esposizione sotto i portici del grande cortile avviene in ogni anno dispari nella riconenza della festa della B. Vergine Annunciata ai 25 di marzo e cioe nella occasione della festa cosi detta del PerdonOj solennizzata la prima volta 1' anno 1460 in una Chiesa eretta provvisoriamente sulla inontagna dell'Ospedale, ora cortile maggiore. Si ebbe allora un introito di sole elemosine di L. 4328 imperiali, le quali, tenuto conto del successivo invilimento della specie raetallica, potrebbero ritenersi corrispondenti in oggi a circa L. 64,000. La festa, istituita per procurare al Luogo Pio una fonte di lucro, e arricchita nel 1559 di indulgenza plenaria perpctua dal Pontefice Pio IV, altro benefattore dell' Ospedale, godeva anche di speciali privilegi go- vernativi. Non e poi molto che si fecero cessare le clamorose manifestazioni di gioia che avvenivano nolle infermerie in tale occasione con grave disturbo dei poveri malati. I ritratti attualmente sono 296. Alcuni sono di pregevole pennello; tutti poi ci danno un'idea dei costumi di quattro secoli. II Consiglio anche recentemente ne fece restaurare parecchi; nulla trascurando perche la loro conservazione sia quale si conviene e durevole. Ma il Consiglio non si ar- resto a cosi poco. Voile di piii. Voile riempire una lacuna e soddisfare ad un desiderio da lungo tempo sentito col far compilare un elenco storico-biografico di tutti i benefattori dell'Ospedale dal 1456 a tutto il 1886. (1) 11 ritratto non esiste piii. (2) Anche questo ritratto e scomparso. — XI — II lavoro viene ora pubblicato a sposo o a profitto dell' Ospedale. Si o potuto contradilistinguere col ritratto i beiiefattori piii insigni e dai quali si ebbero dallo L. 500,000 in piii inerco I'intervento dell'ill. signer conte Vittorio Tiirati, il quale col suo sistema di Vittoriotipia ci lia fornito modo di arricchire il lavoro con quei ritratti, senza andar incontro ad una spesa grave, uvendo egli f;itto al Luogo Pio le maggiori facilitazioni. II Consiglio si riserva di aggiungero in ogni ricorrenza della festa del Verdono. le biografie dei nuovi benefattori clio favorissero il Luogo Pio con eredita e legati od altre elargizioni. II numero totale dei benelattori e di 5742. Appartengono alia prima parte e cioe ai benefattori maggiori 719, e alia seconda, benefattori minori 5023. Dei 5742 benefiittori, 4817 sono raaschi, e 895 femmine, 531 patrizii e 615 sacerdoti. Un elenco cronologico dei benefattori e col solo nome e cognorae fu pubblicato nel 1863 nella occasione che fa inaugurate un ufficio biennale in suffragio dell'anima dei benefattori stessi, ma, compilato allora con troppa fretta e senza spingere tanto oltre le iiidagini , diede soli 1850 benefattori com- prendendo ben anche taluni che non beneScarono in alcun modo 1' Ospedale. La differenza fra il numero di quest' ultimo elenco e quello dell'elenco che ora si pubblica rassicura che nel conipilatore non e certamente mancata la buona volenti, e la insistenza nelle indagini. Ma se malgrado la grande diligenza fossero occorse delle omraissioni, esse si pu6 metter pegno che non potrebbero essere che lievissime dacche a raggiungere la massima possibile esattezza fu spinto Tesame dei documenti fino alio spoglio dei numerosi mastri di contabilita dal 1456 in poi. Nell'elenco figurano i nomi di molti benefattori le cui dispo- sizioni testamentarie mancano, fors'anche perche non hanno mai esistito nel- I'Archivio Ospitaliero. Le poche notizie che si danno di loro furono desunte dei mastri succitati. Naturalmente 1' elenco non ha potuto estendersi alia nu- merosa schiera dei generosi che fecero pervenire le loro elargizioni senza declinare il nome. A questi generosi, maggiormente benemeriti, tributiamo ora un ben dovuto omaggio di riconoscenza e di gratitndine. Si sono poi compresi alcuni dei benefattori del Luogo Pio di S. Corona perche fanno parte della pregevole raccolta dei ritratti. I 5742 benefattori volendoli distribuire fra i cinque secoli C.iq corsero dalla fondazione dell'Ospedale, vanno cosi assegnati: Al secolo XV N. 251 XVI r, 1419 XVII « 1899 XVill « 1113 XIX « 1060 Come ognun vede il secolo che ha dato il maggior numero fu il XVII. Da un calcolo istituito in modo un po' grossolano, che un conto esatto e preciso e impresa ardua e fors'anco impossibile, anche perch^ le registrazioni sui mastri di contabilita non avvenivano in passato con tutta quella regolaritd che ora e un vanto della contabiliti ospitaliera — risulterebbe che 1' importo pervenuto all'Ospedale a titolo di eredita, legati, donazioni, sostituzioni e vita- — XII — lizii nei socoli succennati, ammontorebbe a circa milanesi L. 77,524,007 cosl distribuite: L. 2,771,098 al secolo XV 0,190,178 n >■> XVI 15,318,871 » » XVII 10,949,990 V » XVI 11 30,287,801 V » XIX. Le inilanesi I- 77,524,007 importo totale delle eredita dei legati e delle donazioiii devono essere aunientate: \? di circa L- 400,000 rappresentanti il valore dei beni della Abbazia di Morimondo, aggregata aU'Ospedalo dal Papa PioIV, nel 1501. 2." di circa » 300,000 che costituiscono il valore dei beni della Abbazia di Sesto Calende, aggregala aH'Ospodale nel 153-1 dal Papa Paolo 111. 3." di circa " 250,000 che rappresentano il valore dei beni della Abbazia di Ganna, aggregata all'Ospedale dal Papa Paolo IV nel 1550. 4.° di circa » 1,300,000 equivalenti al valore dei beni del Collegio Elve- tico, aggregati all' Ospedale dal generale Bona- parte, nel 1797. 5.° di circa » 8,500,000 importo delle eleraosine e delle elargizioni fatte da persone che voUero rimanere incognite, du- rante i secoli che corsero dalla fondazione del- rOspedale in poi, con avvortenza che quest' ultimi iraporti furono esposti coH'auraento di quel tanto che bisogna calcolare per metterli in relazione al deprezzamento del danaro, arrivando cosi la somraa da aggiungere a » 10,750,000 e raggiungendo un importo complessivo di . . , L. 88,274,007 Ma secondo noi 1' importo delle eredita e dei legati esposto quale risultanza delle cifre desunte dalle singole disposizioni te.staraentarie non corrisponde all'entita effettiva di cio che si ebbe a conseguire quando lo si voglia riferire ai nostri giorni. Due milioni del secolo XV oggi varrebbero all'incirca 30 mi- lioni di lire e cioe 15 volte 1' importo. Posta questa base, le sorame pervenute all'Ospedale per il succennato titolo nei secoli XV, XVI, XVII e XVIII, messe in relazione al deprezzamento del denaro verificatosi attraverso quel secoli, ci darebbero per le L. 2,771,098, importo delle eredita e dei legati pervenuti — XIII — nel socolo XV. un iniporto di L. 41,575,470 e cioe di 15 volte le L. 2,771,1)98 per le L. 6,196,178 del secolo XVI » 61,961,780 e dob 10 volte le L. 6,196,178 per le L. 15.318,871 del secolo XVII « 76,594.355 e cioe 5 volte I'iniporto delle L. 15.318,871 per le L. 16,949,996 del secolo XVllI . . . . „ 33,899,992 e cioe il doppio delle L. 16,949,996, lasciate inalterate le n 36,287,864 del secolo corrente, sebbene possano esservi argomenti per aumentare una parte di esse di qualche cosa. Si ha a questo raodo 1' importo delle eredita, dei legati, delle donazioni, riportando tutti i valori alia raoneta dei nostri giorni in L. 250,319,461 Quest' importo va ulterioniiente aumentato di . . » 10,750,000 cho rappresentano le donazioni fatte da persone sconosciute e le aggregazioni ordinate dai Papi e dal generale Bonaparte, nonche di „ 4,815,000 capitale (raoltiplicato 15 volte) delle rendite degli Ospedali ag- gregati, i quali avevano una rendita annua coraplessiva di L. 16,058 e di „ 2,600,000 valore del fabbricato ad uso Ospedale e della suppellettile. Complessivamente . . . L. 268,484,461 La cifra e eloquente e tale da far nascere sinistre supposizioni, tanto piii se la si coufronta coll' importo del patrimonio lordo dell'Ospedale, nel 1882, di italiane L. 40,339,272 pari a milanesi L. 52,877,761. La mente puo essere indotta a credere che vi sia stato uno sperpero inconsulto di tale ingente so- stanza. Ma le cattive impressioni svaniscono dopo qualche considerazione sulle vicissitudini , pur troppo dolorose , alle quali ando soggetto il patrimonio ospitaliero. Ci affrettiamo ad annunciare che fin dai prirai anni di sua esistenza rOspedale ando soggetto a consumazioni di capitali, non bastando le rendite per sopperire alle spese. 11 Gilini che scrisse sui Luoghi Pii di Milano e piii specialmente sull' Ospedale Maggiore, ci fa sapere che nel 1508 (e quindi 52 anni dopo che I'Ospedale stesso funzionava) le rendite sue furono di L. 97,622 e le spese di L. 101,504 circa, verificandosi cosi una maggior spesa di L. 3882 per quel tempo abbastanza rilevante. Questa cifra ando continuamente au- raentando negli anni successivi. E un fatto che negli anni 1462 e 1463 si dovettero vendere tanti stabili per 1' importo di L. 561,000 circa. Nel 1577 il Capitolo Ospitaliero fece constare che non vi era piu mode di alimentare ulteriormente i poveri raalati per i gravi debiti che gravavano sul patrimonio « nee modus sit ullerius pascendum pauperes. » Per far fronte ai bisogni imperiosi del momento, fu necessario procedere alia vendita di tanti stabili per un importo di scudi 1500, pari a imperial! L. 9000 e rap- — XIV — presentanti oggi un importo di L. K55,000 circa. Un anno dopo il Capitolo Ospitalioro dovette deliborare la vondita di altre possessioni, anche percli^ i filtabili del Luogo Pio si trovavano nella impossibiliti di soddisfare ai loro impegni in causa di una grave crisi agraria e della conseguente carestia. Sfrut- tata quosta fonte, dalla quale si era soliti ritrarre i mezzi per andare avanti , e per non venire a inisure eccezionali, che sarebbero riuscite dannose ai poveri infermi, il Capitolo incomincio ad assumere mutui ed a gravare di enormi debiti il residue patrimonio ospitaliero, pur non trascurando di vendere mano mano gli stabili che pervenivano all'Ospedale colle erediti e coi legati. Ond' e che si e verificato anche il case che qualche possessions si fosse riavuta in eredita due o piii volte. Ma ad onta di questi ripieghi, nel 1623 il Capitolo dovette convertire in mutui passivi e fruttiferi anche gli importi delle somministrazioni dello carni, del vino e delle tele, poiche, in case diverse, i fornitori, in disimborso di soranie non indiflferenti, si sarebbero rifiutati di con- tinuare le loro somministrazioni. Anche questo modo di far tacere i sommini- stratori pare non abbia dato i frutti migliori, so tre anni dopo il Luogo Pio si trovo totalraente sprovvisto dell'occorrente per il servizio ospitaliero e, quel che e pill, nella impossibility di poter fare assegnamento sul credito pubblico. Siccome poi bisognava pure in qualche modo uscire da una situazione tanto anormale e tanto disastrosa, il Capitolo Ospitaliero ricorse all' espediente di assumere danaro anche per mezzo di cambiali, cosa non mai stata fatta prima e nemmeno consentanea ad un buon regime amministrativo. Ad onta di cio un anno dopo la cassa era di nuovo esausta e riappariva assoiuta I' impotenza di provvedere al vitto giornaliero dei poveri malati. In tanta costernazione il Priore del Capitolo, che era allora il nobile Edoardo Croce, dovette sovvenire del proprio la somma di L. 15,000 (1). Le miserie dell'Ospedale erano talmente gravi nel lGo3 che nemmeno le cambiali poterono essere soddisfatte alia loro scadenza, e quantunque dopo di cio il Capitolo sapesse di non poter fare ulte- riore assegnamento sul credito, pure non si perdette d'animo e seppe resistere ad una risoluzione estrema o fatale ai poveri ammalati, risoluzione che avrebbe poi anche peggiorate le tristi condizioni di quel secolo, in cui le frequenti carestie, la peste, e la conseguente miseria, spadroneggiavano per modo che rOspedale, anziche limitare I'esercizio della propria beneficenza ai pochi mezzi che restavangli, dovette allargare il campo dell'opera propria e accogliere un maggior numero di infermi, andando cosi incontro a delle spese maggiori e aprendo dei vuoti piu profondi nel proprio patrimonio. Quando pero pareva che la pieta e la carita cittadina ed il credito fossero del tutto esauriti, e quando maggiore era lo scoraggiamento, due persone pie sovvennero, gratis, il danaro occorrente per le spese quotidiane di vitto, asso- ciandosi ad esse la Fabbrica del Duomo che sovvenne pure gratis, la somma di L. 54,000. Cosi fu possibile soddisfare i creditori piii irrequieti e piu insi- stenti. Anche Papa Urbano VIII voile concorrere a rendere minori i mali dell'Ospedale coll'autorizzare I'Arcivescovo di Milano a commutare in altre opera pie a beneficio dei poveri infermi una quantita di anniversarii e legati di raesse (I) Deliberazioae capitolaro 2 luglio 1629. — XV — non celebrati. Perseverando e lacendosi anzi ancor piu gravi le angustie finan- ziarie, il Capitolo, contrariameute alle sue viste, non poto tialasciare, como avrebbe voluto, di ricorrere nuovaraente ai cainbii, unlco mezzo che gli rima- neva per aver danaro (1). Condizioni cosi penose e gravi durarono invariate durante tutto il se- colo XVII. Era tale la scarsezza dei mezzi che qualche volta si ebbe perfino ricorso a sovventori per sfruttare in anticipazione legati che venivano disposti a fiwore del Luogo Pio a piu lunga scadenza. E dire che questi risultamenti SI raiserevoli si verificarono anche dopo le generose e cospicue elargizioni, che, mano raano e secondo i bisogni, and6 facendo dal IGOO al 1G51, il Rosati, umile fattore dell'Ospedale di S. Dionigi, e si verificarono anche dopo di aver introdotte tutte le economie possibili state spinte fino a levare la musica e la distribuzione dei raazzi di fiori che si era usi di fare nella occasione dell' in- gresso dei deputati o di notevoli visitatori dell'Ospedale, e a far cessare le regalie che solevansi dare agli iinpiegati e funzionarii del Luogo Pio nel giorno di Natale. Da un bilancio pubblicato nel 1605, si rileva che I'Ospedale aveva allora un'annua rendita lorda di L. 402,012. 16. 8 e che sosteneva per i pesi patrimoniali e per I'esercizio della beneficenza nell'Ospedale Maggiore e nei piccoli o.spe- dali che tuttora funzionavano e cioe del Broglio, di S. Dio- nigi, di S. Simpliciano, di Sant'Ambrogio, di S. Vincenzo, di S. Celso e di S. Lazzaro, la spesa di . . . . » 510,170. 13. 7 erogando cos'i in piii della rendita . . . . L. 108,157. 16. 11 A queir esposizione di bilancio fa seguito questo appello alia carita cit- tadina: Hoi^a cresce tut lav ia il numero dei poveri, et non e possibiie, come ognun vede dal soprascritto bilancio, continuare nella solifa carita con &\ poca entrata, e tanto caricho. se il Signore Iddio con il mezzo delle persone pie non co)icorre con particolari aiuti. Peru detti signori Priore e Deputati. per debito dell'officio loro, hanno voluto. con r-appy^esentare il bisogno ur- gente del Venerando Hospitale, raccordare, come fanno, nelle viscere del Signore I'obhligo che ognuno tiene, e massime le persone commode e riccho, di soccorrere con larghe e copiose elemosine si religiosa impy^esa, accio li (1) Ordinazione capitolare 14 maggio 1641, che riportiamo testualmente : « Proposti nel Venerando Capitolo li estremi ed indicibili bisogni et necessity dell'Ospitale in questo tempo massimo che per pagan le balie si e asciugata in maniera la cassa che vi e restate pur un soldo, anzi vi restano ancora a pagare piu di due mille lire et essendo sforzato I'Ospedale di presente pagare Timjiresario della came, dei manzi e dei vitelli che avanzano buone somme di danari a soccorrere a molti altri bisogni sforzosi, ne sapendo dove pigliar il danaro, tenuto fra essi signori Congregati, lungo discorso. K venuto in parere il Venerando Capitolo di pigliar a cambio lire 10,000 pregando, come si prega, il signor Gerolamo Legnano a voler sotto- Bcrivere le lettere di cambio assicurandolo che per questo non sara per patire alcun danno, anzi promettono essi signori Congregati di relevarlo da ogni molestia che Esso Signore po- tcsse patire. » — XVI — poveri tanto y^accomandali da Chrislo Signor noslro siano sollevati e proV' visti secondo I'anlico costume di quesla pia e santa casa. Capitalizzata al 100 per 5 I'annua rendita lorda di L. 402,012 si ha I'im- porto del patrimonio lordo dell'Ospedale nel 1605 in L. 8,0-10,240, importo che va aurnentato di allre L. 2,000,00(1 circa per il valore del fabbricato ospitaliero della suppellettile. Cinque anni dopo, giusta iin bilancio manoscritto, la ren- dita annua discese a ........ L. 39C,0r)7. 10 raentre la spesa non diminul perseverando iielle . . » 510,170. Ki In conseguenza di ci6 la deficienza che nel 100.") fu di L. 108,157. IG. 11 aumento nel IGIO a . . . . L. 114,113. 3 Dallo stesso bilancio si apprende che dal 1602 al 1610 si dovettero vendere tante possessioni per un importo di L. 1,118,899.6.9 e che altre erano state prenotate da vendere. Ma questo mezzo di far danaro e di liempire i vuoti prodotti dalle deficienze annuali, doveva esso pure venir meno alia sua volta, allorcho tutte le possessioni, eccettuate quelle di Zelo, di Bertonico, di Falla- vecchia e di Sesto Calende, furono vendute. Cosi alia distanza di pochi anni il Capitolo Ospitaliero fu costretto a ricorrere al governo perche venisse in soccorso delle disastrose condizioni finanziarie dell' Ospedale. In una relazione a stampa. che non e datata, raa che riguarda I'epoca dal 1642 al 1650, i de- putati dell'Ospedale, dopo di avere accennato alia forzata chiusura di parecchi degli Ospedali aggregati aU'Ospedalo Maggiore nel 1458, soggiunsero: Ma ne anco questo ritiramento e stato baslevole, poiche di novo nel colmo di tanti mali prccisa necessita ha obbligati gli stessi deputati a chiu- dere quelle del Broglio, Ilospitale grandissimo, ed il pif' antico di tutti gli altri, ne sanno con che piu mantenere I'Hospitale Maggiore, ne come mollo in longo potere sostenere gli altri, essendo le dette entrate quasi annichilate, estinte le limosine, cresciuti li debiti, moltiplicati li bisogni et in particolare soggiacendosi ad eccessivi interessi di grossissime partite di cambii, et tali hormai so7io, che se bene dnco I'entrate piu corrispondessero, non baste- rebbono ne per lo pagamento de'censi e cambii, ne per supplire alii carichi dei leg at i pii. Nel 1652 si discusse ancora se, stanti i gravi debiti, non fo.sse opportuno chiudere I'Ospedale, ma la proposta fu respinta, essendosi preferito calcolare ancora una volta sulla carita cittadina (1). Intanto nel periodo dal 1651 al 1653, vi furono dei giorni in cui manc6 perfino il fruraento per il consumo quoti- diano. Fin la biancheria e le pezze per la medicazione facevano difetto, non senza grave danno dei raalati. Non tralasciarono pero i medici di fare al Ca- (1) Ordinazione capitolare 13 settembre 1652. « Considerata la miseria et necessity estrema in cui di presente TOspitale si rilrova che quanto piii crescono gli infermi e figli esposti che ogni giorno vi concorrouo, tanto maggiormente cessano Tentrate ed elemosine, et ritrovandosi anco aggravati alia manutenenza di tanti legati pii, et soggiacendo a debiti di grosse somme anco cainbiali molto si teme che non si venghi alia necessity di serrnrlo, che sarebbe Tultimo esterminio dei poveri infermi, quali non havendo dove far ricapito per risanarsi sariano astretti niorirsene sopra le strade, che piaccia a Dio che ci6 non segua. > XVIi — pitolo Ospitalioro quoste rarconiandazioni riforite nella ordinaziona oapitolare U) giugiio UkM : * Primo. Per far la dovuta provisione della bianclieria tanlo necessaria « per tener netti li ammalati dall' immondizio. « Secondo. La provisione deUi letti accio restiuo separati runo dairaltro, <^ ne si possano infettare niassime con quelli die sono tisici!! » L'Ospedale pote bensl coutinuare nell'esercizio delle proprie funzioni bene- ficlie, tenendo aperte le sue porte agli ammalati, ma il patrimonio ebbe a ri- sentirne nuovi danni, in conseguonza anche dell'aver dovuto sorpassare di molto la niisura ordinaria dell' interesse accordato ai sovventori di danaro. Per6 nel IGOl una persona che viene designata come veramente pia, e clie voile rimanere incognita, si assunse di sollevare da un tal peso 1' Ospedale Maggiore, accontentandosi del 5 per cento (1). Queste angustie e queste ristrettezze di raezzi continuarono anche nel secolo XVIII, tanto che nel dicerabre 1741, si fece una novena nella Chiesa deirOspedale per i bisogni in cui esso si trovava e per la mancanza di sov- ventori di danaro. Nel 1763 le condizioni finanziarie del Luogo Pio erano tanto gravi che il Papa, alio scopo di tener lontano il pcricolo di dover chiudere la meld deU'Ospilale e di venire quindi in soccorso alle miserie di quell'Istituto, accord6 la sospensione delTadempiraento degli oneri di culto per un decennio. Dopo un quadro cosi desolante ci sara facile dare un conto approssimativo delle varie dirainuzioni subite dal patrimonio dell'Ospedale dalla sua fondazione in poi. Abbiamo gia visto che le attivita patriraoniali lorde pervenute all'Ospe- dale dal 1456 in poi, furono di circa milanesi . . . L, 268,484,461 Ora da questo importo tanto considerevole sono a dedursi: 1.° Per spese della fabbrica dell'Ospedale . L. 3,000,000 2." L' importo della deficienza annua verificatasi dal 1456 alia fine del secolo XV in annue L. 35,000 e cos'i per 44 anni L. 1,540,000 che oggi corrisponderebbero a . . » 23,100,000 3.° L' importo della deficienza del secolo XVI in annue L. 90,000 e cosi per tutto il se- colo L. 9,000,000, corrispondenti in oggi a « 90,000,000 e cioe 10 volte 1' importo. 4.° L' importo della deficienza verificatasi nel secolo XVII in annue L. 90,000 e per un secolo L. 9,000,000, corrispondenti in oggi a » 45,000,000 e cioe 5 volte 1' importo. 5.'^ L' importo della deficienza del secolo XVllI in annue L. 200,000 e per un secolo L. 20,000,000 importo che va duplicato in v 40,000,000 6.° L'iraporto della deficienza del secolo XIX in « 13,000,000 In tutto L. 214,100,000 « 214.100,000 residuando cos'i il patrimonio ospitaliero d'oggi a . . L. 54,384,461 (1) Ordinazione capitolare 10 gennaio 1661. — XVIII — corri^pondente presso u poco al patrimonio lordo dell' Ospedale nel 1884 in milanesi L. 52,877,701. Gli import! da noi esposti per le deficienze annuali non rappresentano, alraeno per rispetto ai secoli precedent! al XIX, la deficienza effettiva. E per6 un fatto che in tiitti gli anni, salvo qualclie rara eccezione, si ebbe una defi- cienza e che questa possa essere minore di quella da noi preveduta non puo darsi, tan to piu se ci fermiamo a considerare un prospetto delle deficienze verificatesi dal 1G05 che ci sta sott'occhio e dal quale togliamo queste cifie: Anno Importo delle deficienze 1605 . . ' . . • L. 108,157 ICIO ..... « 107,190 1G95 » 147,000 1098 « 110,780 1700 1702 1709 1711 1713 82,809 07,199 134,560 135,910 192,951 1714 " 129,101 1718 1734 1735 1737 1740 1741 1742 1744 1749 1750 1766 1771 1772 1773 1775 1777 102,843 234,011 138,705 105,025 177,465 249,280 282,931 237,077 272,515 315,001 149,874 150,194 135,943 183,209 177,723 .125,008 Anno 1778 1779 1780 1784 1785 1791 1798 1799 1800 1807 1815 1817 1829 1832 1840 1847 1848 1849 1850 1851 1852 1853 1850 1801 1863 Importo delle deficienze L. 205,942 195.()21 210.006 364,973 250,372 191,344 469,795 1.011,725 855,918 380,260 302,121 322,585 570,069 420,166 503,701 438,760 795,211 682,052 527,880 689.048 883,790 031,659 427,392 412,285 321,880 L' adequato annuo della deficienza verificatasi in questi 51 anni e di L. 322,000 circa, cifra raolto al disotto di quelle da noi esposte e prevedute per costituire la deficienza dei secoli XV. XVI, XVII e XVIII. E queste enormi deficienze si verificarono anche ad onta che I'Ospedale abbia goduto fino alia fine del secolo XVIII della esenzione da ogni e qualunque tassa, per il qual titolo ora 1' Ospedale stesso sostiene I'enorrae spesa annua di circa L. 425,650. 02 ! !, non tenuto conto delle spese di boUo e delle spese postali (1). (1) L'esenzione a favoro dell'Ospedalo cesso per decreto 24 maggio 1798. XIX — Le deticieuze rurono mapfjiori nel soculo ct)rroiito iii coiilVoulo di (juolle veritiL'atesi nei secoli precedouti in causa del inaiiteniinento depli esposti e dei pazzi e delle forti sovveazioni che I'Ospedale Maggioro dovette fare per quelle due cause pie dal 17S0, epoca della loio institu/.ione per online di Maria Te- resa, al 1 peniKiio KSOti in oui jiassarono a carico dolla Provincia. Le sovvenzioni fatle dall' ( »s|>edale a quelle Cause pie raggiunsero il rag- guardevole importo di L. S. 127. 173. 90 cosi i-isultati dopo la deduzione dei sus- sidii erariali accordati. Per il conseguimenio di quella sonima si sono introdotti gli atti giudiziari coutro il Goveino. e noi ci rii)r()nietlianio un giudicato, il quale finalinente faccia ragione ai diritti del nostro povero Ospedale, trattan- dosi di un cretlito sacrosanto e irrecusabile coiuprovato dai bdanci consuntivi approvati daH'autorita e dagli atti irufticio. Le somnie che polessero esscre esalle a diminuzioue di quel crediti saranno una vera provvidenza tanto pii'i m (juesli tempi in cui si stanno studiando radical! miglioramenti nella azienda ospitaliera. E dal 1847 che si va predicando che le condizioni del grande Ospedale iianno bisogno di essere niigliorate, che 1" agglomeraniento dei inalati e troppo seusibile e troppo pernicioso agli stessi, e che si reclaraa con insistenza un provvedimento radicale. Da quell' epoca cominciano gli studii per erigere un iiuovo Ospedale in sussidio all' Ospedale Maggiore, ma, come avviene quasi Mirapre, si fecero discussioni, progetti e pratiche diverse senza venire ad un utile risultato. Pero. se allora non fu possibile di fare qualche cosa, non si ha da credere che raancasse la buona volenti o il forte proposito in chi presiedeva all'azieuda ospitaliera, ma sibbene era sensibile la raancanza dei mezzi. Per provvedere poi in qualche modo al bisogno di locali nuovi si andarono aprendo di quando in quando case succursali sostenendo cosi delle spese non indif- ferenti senza raggiungere lo scope, daccho si utilizzarono sempre dei locali infelici ed improprii, quali il locale del Gallo, quelle di Sant'Antonino, la lio- tonda ai Nuovi Sepolcri, ed altri moiti che qui e inutile accennare. Nel 1853 si ritentarono gli studii specialmente per la costruzione di un Ospedale per accogliere lUOO cronici d' ambo i sessi suU'area dell'ortaglia di S. Caterina e di Sant'Antonino, ma anche questa volta la spesa di costruzione, preventivata in austr. L. 1,2rini, basti ponsare cho la entiti di questo patiimonio, esagerata da inolti, e ancora insudiciente agli scopi uina- nitarii dell'Ospedale. Diamo qui un prospetto dello bocche mantonute nell'Ospedale dal 1781 a tiitto il 1885, tralasciando di dare un egualo prospetto dei inalati accolti e del inorti riferibiii al lungo periodo dal 177-1 al 1883, perche gi4 pubblicato dal segretario Cesare Tanzi, nel suo volume: Nol/zie econom/che siatistiche sulla henepcenza dell'Ospedale Maggiore di Milano. Anno Numero del'.e bocche Anno Numoro delle bocche Anno Numero dalle bocche 1781 429,024 1816 553,452 1851 790,555 1782 450,778 1817 562,966 1852 796,562 1783 497,358 1818 365,668 1853 821,071 1784 498,502 1819 338,375 1854 849,248 1785 336,646 1820 362,933 1855 817,763 1786 327,373 1821 352,991 1S56 928,600 1787 359,361 1822 357,307 1857 939,277 1788 377,493 1823 338,808 1858 973,298 1789 445,651 1824 352,543 1859 974,502 1790 451,862 1825 409,271 1860 1,018,987 1791 468,981 1826 445,491 1861 1,030,345 1792 473,596 1827 500,831 1862 976,455 1793 548,660 1828 507,489 1863 958,756 1794 553,630 1829 486,092 1864 913,948 1795 592,967 1830 582,885 1865 826,535 1796 510,866 1831 570,404 1866 690,611 1797 567,734 1832 561,196 1867 634,681 1798 538,584 1833 500,064 1868 643,336 1799 546,431 1834 567,894 1860 543,464 1800 596,036 1835 548,400 1870 563,166 1801 719,952 1836 496,316 1871 648,514 1802 607,262 1837 546,120 1872 610,996 1803 608,126 1838 574,803 1873 618,417 1804 606,732 1839 633,788 1874 670,899 1805 559,585 1840 673,956 1875 636,532 1806 541,450 1841 674,380 1876 649,808 1807 566,064 1842 647,917 1877 668,849 1808 535,721 1843 658,579 1878 632,229 1809 467,909 1844 658,848 1879 647,361 1810 477,420 1845 652,992 1880 716,032 1811 403,690 1846 663,827 1881 614,391 1812 301,868 1847 775,263 1882 725,066 1813 308,978 1848 773,642 1883 704,298 1814 359,459 1849 769,726 1884 698,096 1815 475,126 1850 735,278 1885 739,357 — XXII — i I Qni il nostro cnmpito sarebhe finite, ma non crediamo di dover lasciar ' sfuggire questa occasione tanto propizia senza sopgiungere qualche informazione | storica sul grande Ospedale dalla sua fondazione in poi, e senza mettere in j evidenza tutto il bene che fu possibile di fare coi mezzi largamente forniti dai : suoi benefattori. Qualchc cosa si e gia pubblicato in proposito, ma in raodo ' troppo succinic perche possa formarsi un concetto possibilraente precise delle ' vicissitudini alle quali and6 soggetto quell' Istituto. Pur estendendosi un poco, I procurerenio di essere brevi, compatibilmente col grosso materiale che ab- biamo raccolto. j Nel secolo XV funzionavano in Milano e nei sobborghi 29 ospedali, tutti | certamente inferiori di importanza all'Ospedale Maggiore che sftrse poi, ' La gestione e la direzione di quegli ospedali erano affidate alle fraterie, | libere di fare e di disfare ed anche di godersela senza che alcnno potesse inter- i venire a sindacare il loro operato. Mentre nel secolo XIV quegli ospedali avevano I rendite sufRcienti e fors'anco larghe, e mentre possedevano molti stabili, noi i troviamo nel secolo susseguente le loro finanze sconcertate e ridotte talmente | da rendere necessario I'intervento deU'autoriti ecclesiastica , la quale non ha ■ potuto assistere indifferente agli sperperi ed agli scandali. Enrico, arcivescovo di Milano, nel 1448, validamente appoggiato dai capitani difensori della liberta i milanese, si credette in dovere di proporre al Pontefice la secolarizzazione della I amministrazione degli ospedali e una nuova sistemazione con prescrizione di i norme speciali e adatte a far cessare le irregolarita, tutte dovute ad una cattiva \ amministrazione ed alia negligenza degli amTninistratori . II Pontefice dope i di avere constatati i guai rivelati dall'arcivescovo Enrico e di avere soggiunto , che i frutti dei beni degli ospedali, anziche a vantaggio dei poveri, venivano j convertiti a favore dei Rettori e Ministri, sanziono le provvide misure proposte ; dall'arcivescovo, deniandando la direzione e la amministrazione degli ospedali ; a 24 cittadini e limitando di molto le attribuzioni dei Ministri e dettando nuove j ed importanti norme di amministrazione (I). Le motivazioni accennate nella ■ Bella pontificia, non potevano essere ne pii!i esplicite, ne piii conformi al vero. ^ II Pontefice fu inesorabile verso le corporazioni religiose amministratrici degli i ospedali, stigmatizzando come si doveva il loro operato. Arrive fine a dire che ' altre opere pie, quali il L. P. di Pieta, della Misericordia e delle quattro Marie, i rette da laici, erano saggiamente amministrate e che i frutti non venivano 1 defraudati ai poveri. II nuovo indirizzo date alia beneficenza ospitaliera dai \ Pontefice, segno una nuova era di progress© e di risorgimento. Sarebbe stato -i desiderabile che il provvediraento si fosse preso un secolo prima perche allora i anche i patrimonii non avrebbero subito tanto sfacelo. E diciamo questo perche { le rendite di qualcuno di quegli ospedali furono cosi assottigliate, da rendere ! (1) Riportiamo testualmente la parte piii importante della Bolla pontificia Consifleraiis, quod, licet multa hospitalia pauperum in dicta civitate consistentium, amplis et magnis possessionibus et redditibus pro larga pauperum sustentatione dotata et fundata faissent, tamen temporum disponente malitia male gubernala ac bona distracta et impignorata, fructusque quoque eorum non in pauperum alimoniam, prout convenit, distributi, sed potius per eorum Rector(is s&»i Ministros in usus minus licitos conversi et consumpti fuerant, ac ad tantam desolatienem devenerant, etc. — XXIII — iinpossibile la loro sussistenza o da cousigliaro la loro concentraziono in altri. Cosi uella seconda meta del secolo XV essi si trovavano gii ridotti ad undici, dei quali, ak-uni di poca o nessuna utilita, essendo assai iiinitata la loro sfera d'azione. La beneficonza ospitaliera si trovava in questo condizioni, quando il duca Francesco Sforza, volendo dare una dimosirazione delta sua riconosceaiza per gli infiniti beneftcii ricevuti dall' Altissitno e nello sfesso tempo fare una elargizione liberate a favore dei bisognosi, dei poveri e degli infernii, si fece iniziatore deU'erezione di un nuovo e grande ospedale. — Nel maggio 1451, Nicodemo Tranchedino da Pontreraoli scrisse al duca Francesco Sforza che il Pontefice avea lodato il proposito di lui di far erigere in Milano un nuovo Ospedale nelle vicinanze del Laglietto e che gli avea prodotto molto piacere la notizia che il duca e la duchessa fossero diccntati si cattotici? 1 Cosi inco- raggiato, il duca, con diploma 1.° aprile 1456, don6 a onore e gloria delta Vergine e di tutia la carle celeste e per la salute dell'anima sua e delta sua cowsor/e, ai ventiquattro deputati preposti al governo degli ospedali : 1.° un suo palazzo esistente presso le case di S. Nazaro in Broglio, nel quale era solito abitare il conte Guido Torelli, coerente da una parte coUe case dei sacerdoti della detta Chiesa, raediante fosso dello stesso palazzo, a monte col fosso della citta, 6 in parte col brolio e la montagna del brolio mediante fosso del detto palazzo e in parte colla canonica della Chiesa piu volte citata ; 2.° la piazza del Broglio colla montagna e cio alio scopo che fosse eretto o fondato un grande e solenne Ospedale, tanto solenne che rispondesse al decoro del suo doniinio e della citta di Milano, promettendo egli, il duca, tutto il suo appoggio moi-ale perche I'opera riescisse e lasciando facolta di demolire il palazzo. Un mese dopo il segretario del duca, Cicco Simonetta, scrisse a Giacorao Calcatena a Roma, incaricandolo di presentare al Papa una supplica del duca e della duchessa per la erezione del nuovo Ospedale e per la aggregazione alio stesso del piccoli ospedali sparsi nella citta e nei sobborghi. — L'istanza fu benignamente aocolta dal Papa Pio II, il quale con BoUa 9 dicerabre 1458, autorizzo la erezione del nuovo Ospedale con Chiesa, campana, campanile, oratorio, cimitero, ecc. — Aggreg6 alio stesso in raodo da fare un corpo solo gli ospedali esistenti nella cittA e nei sobborghi, e ridusse il uumero dei deputati del Capitolo Ospitaliero da 24 a 18. Noi abbiarao gia accennato che, alia metk del secolo XV, funzionavano in citta e nei sobborghi 11 ospedali. Ora di questi soltanto 9 furono aggregati al grande Ospedale nel 1458 per effetto della BoUa succitata. Pero anche gli altri due subirono la stessa sorte, ma piii tardi, nel 1473. Caddero nella aggregazione ordinata da Pio II, i seguenti ospedali: di iS. Dionigi, fondato daH'arcivescovo Ariberto d'Antimiano nel 1023. Aveva la speciale destinazione di ;iccogliere i tiguosi. Era capace di circa 4^50 infermi. In fatto, pero, questo numero non era norraale. Fu chiuso nel 1640 e il locate fu venduto nel 1643 a Ippolito Beccaria, che ebbe ad acquistarlo a nome e per incarico di un monastero da erigersi in forza delle disposizioni di Giovanni Pietro Carcano. Quest' Ospedale nel 1576, era stato sgombrato dai malati per essere messo a disposizione dei conservatori della saniti, per il rico- vero degli appestati; — XXIV — di S. Vincenzo, oggidi sede della casa d' industria. Ricovero i pazzi fino al 1781 ; di Sani'Ambrogio, che sorgeva fra il ponte de'Fabbri e lo stradone di S. Vittore al Corpo. NeU'istroraenlo 28 marzo 1398, rogato Stefanolo Portalupi, quest'Ospedale fu cosi descritto: « Ilia casamenta et hedifitia magna cum brolliis et ortis inclusa in citadela « noviter constructa per dominationem Mediolani, in quibus et ubi solebat esse « dictum hospitalle et habitatio pro teinporibus magistri, fratrura humiliatorum « et pauperum et conventus dicti hospitalis. » Nell' istesso documento e detto clio i letti in esercizio erano IG. Era specialraente destinato ad accogliere i vecchi e gli incurabili. Fu chiuso nel 1630 e il locale, dopo di essere state affittato, poi utilizzato per altri usi e per altri servizii, fu venduto 1' 11 otto- bre 1745 a Felice Clerici, per L. 46,100. di iS'. Simpliciano, nelle vicinanze della Chiesa omonima. Aveva I'istessa destinazione dell'Ospedale di Sant'Arabrogio. Deve la sua fondazione a Lanfranco della Pila nel 1001. Chiuso nell'agosto 1627, fu riaperto nel susseguente ottobre, per essere definitivamente abbandonato nel novembre 1629. II locale fu venduto nel 1649 al Luogo Pio di S. Pelagia, che aveva lo scopo di accogliere le \ anime peccatrtci che dal mare dei peccali si ritiravano al porto della pe- [ nitenza ; \ del Broglio, che sorgeva sul Corso di P. Tosa ora Vittoria e precisa- i mente suU'area del vasto fabbricato Rovida. Era il piii grande di tutti. L' ultima sua destinazione era di accogliere i malati affetti dal mal francese. Fu chiuso, ' stante le miserrirae condizioni dell'Ospedale Maggiore, nel dicembre 1631 e il | locale fu venduto nel 1653 al conte Rovida. Nell'atto di vendita il fabbricato j fu cosi descritto: I « 1/Ospedale di S. Giobbe detto del Broglio posto in P. Orientale vicino ' « a S. Stefano, quale consiste in tre croceroni, sotto uno de'quali vi e cantina | « in volta, tre stanze terrene, due anditi di porta compreso quello per contro ; « la Chiesa, sotto parte dei quali vi e un'altra cantina pariraenti in volta con ' « scala di fuori verso la piazza di S. Stefano, portico con tutti li suoi superiori « sino al tetto incluso, con scala di sarizzo e due pozzi, due cortili e due altri « cortiletti ia testa ad essi croceroni, una Chiesa con coro, e campanile con ' « sopra due campane, ed un altro andito per il quale si passa dalla corte alia i « porta del secondo cortile maggiore circondato da portici a quattro parti, ■; « altro cortile con portico sotto del quale vi e il pozzo per il servizio dell'ap- i « partaraento verso il corso di P. Tosa e cioe dal confine del casino venduto ' « a Giovanni Battista Torchio, verso S. Stefano, sino alla.bottega sopra I'angolo ■ « della contrada per li quali si passa verso il Verzaro. » ; di S. Maria Maggiore o di Donna Bona o Nuovo, che era collocato fra i la via delle Ore e il teatro della Canobbiana vicino all'Arcivescovado ed alia 1 demolita Chiesa di S. Marta, attualmente cavallerizza e scuderia di corte. Su i parte dell'area di quest' Ospedale furono costrutte nel 1568 le scuole Canob- ' biane, Accoglieva le esposte adulte. Deve essere state chiuso prima del 1615; ' di S. CelsOj che sorgeva suH'area dell'attuale cellegie di S. Luca. Ac- celse gli esposti fino al 1671. II locale fu venduto nel 1756; , — XXV — di S. Goitardo, ftiori di P. Ticinese. Deve essere stato chiuso subito dopo la aggrepazione daccho di lui non si fa inenzione nei regolamenti e nelle ordinazioni capitolari; di 5. Caterina, sull'angolo della via di S. Siraone verso il ponte dei Fabbri. E stato chiuso prima del 15S0, nel qual aiino al locale fu data una destinazione oho non era quella di accogliero i nialati. Aveva I'istessa destina- zione dell'Ospedale di Donna Bona, Su una piccola porzione di quest' ospedale fu eretto il ponte sul naviglio nel 155S. II fabbricato, corapresi alcuni locali superiori all'arco del ponte, fu venduto nel 1G03 per L. 18,000. A questi nove ospedali ne furono aggiunti nel 1473 altri due, e cioe: quelle di 5. Lazaro, che sorgeva suU'area del teatro Carcano. Fu chiuso prima del 1615; e quelle di S. Martino in Nosiggia, situato in P. Nuova dirimpetto all'ora demolita Chiesa di S. Maria del Giardino. Ha cessato di servire come ospedale, nel 14T8. Le relative rendite ridotte a L. 231, furono passate all' Ospedale Maggiore. II locale fu ceduto a Francesco Ornago a livello. E noto che 1' architetto scelto dal Duca d'accordo coi deputati dell'Ospe- dale fu Antonio da Firenze detto Averlino. Ora togliamo da un codice che si conserva presso la nobile casa Triulzio, e che e opera dello stesso Averlino, questi cenni interessantissimi suU' intervento di lui nolla fabbrica del nuovo Ospedale : Jl Signore (il Ddca) e anchora i cittadini i quail erano diputati a doverc regere e governare questo Ispedale eletto il sito il quale, era hello e comodo molto a simile edifitio mi fu mostro e p?r lo Signore mi fu comandato che dovessi fare una disegno a proportione di questo sito il quale era per uno verso quattrocento braccia e per r altro centosessanta. El Principe come signore e homo intendentissimo gli parea inanzi si comimiasse si dovesse molto bene intendere vedere accib fosse bello e anche utile a simile hisogno di tnfermi domeni e di donne c anche di questi putti i quali nascono indirectamente. E Luij impostomi questo che dovessi fare un disegno impri- mamente mi domando se haveva vedato quello di Firenze o quello di Siena e se mi ricordava come istevano dissi che si. Volse vedere ua cerlo congietto del fondamento e lo cusl lineato come meglio mi ricordava gli ne transrrissi uno come quello di Firenze. Pure parendo a Luij non essere si idoneo rome Luij haur'ia voluto e ancora per vantaggiar gli altri istava pure sospeso. lo hnvera notfito il sito e anche il hisogno dissi die ne faria uno rome a me pare fosse ronvnicnte al hisogno di quello edifitio perclie si faci'a et facendo Luij gran caso della comodita et netaraento degli destri (latrine) .st che essmdo come ho detto il sito atto considerato che per la lunghezza delle quattrocento braccia gli era il fvsso delta Cita dove io pensai con qwUa medesima aqua lavare e netare i destri e ogni ultra hruttura che per esso luogo si facesse di che inlesi la sua volunta feci fare un asse lungo quattro braccia e due larga e poij lo scompartii in tre parti prinripali, le quali i^ano le due IGO. e I'altra 80 e ogni hraccio a questi 4 parti in cento parelli e uno dire quadretli, i quali quelli erano in quelle linee braccia 4, c c.Qsi ne prcsi centosessanta pier ogni verso e comparti in sue questa asse questi duij quadri di centosessanta braccia V uno, ne avanzb uno ispatio de ottanta braccia per uno verso e per V altro centosessanta, e glielo mise in mezzo di questo ispatio fra — XXVI — V imn qiindro c. I'altro in questa forma come qui per questo piccolo congetto si pub comprenderc compartito in qiiestc tre parti. Questo stto come ho ditto e due quadri sono centosessanta per ogni verso Vuno il quale io ispartii in erode. La qual erode era sediei hrnccia di vacuo al fondamento delVuna di queste parti cioe quella dove hanno a stare gli homini infermi ista in questa forma come qui per qui per questo poco disegno si vede, el fondamento suo di questa crociera si e sei braccia da Milano largo o voi dire grosso. In eUa quale grossezza o larghezsa U ho tolto due braccia nel rnezo e dal canto dentro inverso la eanova ed piglio due braccia. di muro, e dal canto di fuori ne piglio uno, e vo altro braccia quattro e fo una volta quanta tiene questo vacuo doe due braccia largo ed in questo vacuo io fo uno murello come di dire una banelia da sedere dove uno braccio e dove uno e mezzo e dove due secondo il bisogno e secondo portava il livello delVacqua percJie questo mena uno canale che portava V acqua dal fosso sopradecto per infino alia testa della dicta crocera cioe alV intrata dinanzi deW Jspedale. En quello luogo trovava una eonserva la quale e larga due braccia e lunga quanto e larga. La crocera di fuori cioe braccia didotto cui e uno incastro da ogni testa, il quale ritiene V acqua che questo condotto porta alzati questi incastri tutta quelTacqua torna in dirieto con grande empito in quello braccio di vano che rimasto al lato di questo condotto, il quale uno braccio di lar- ghezsa e cusi anehora in questo muro che viene di fuori, il quale come ho detto e grosso uno braccio glio fatto per mezzo (7' esso uno canale che pure porta anehora deir acqua al medesimo modo che fa queW altro e per modo e ordinate che se cmso fosse che si rimpisse si pub netare e vedere, e la sua fuga e tanta che quando sempie quella eonserva e poi si lassa andare ne macinerebbe mulino e la sua uscita e di sotto ala bocha donde entra e tanto viene a essere piu basso che se va sotto a Vacqua del ditto fosso donde ella escie in modo jwn da detrimento nessuno e netta i destri e va via di fuori della citta con utdita assaij di chi avra irratarie. Io ho fatto tutto questo difitio alto da terra braccia quattro dove che di fuori vi e un portico alto da terra queste quattro braccia, e a diritura della porta e la ischala, la quale tiene di spazio quanto e uno degli archi per largeza i quali archi sono braccia 5 e disotto a questa alteza di questo portico sono compartiti luoghi per fare botteghe le quale vengono a essere larghe braccia cinque e mezzo e alte quattro e pit) e lunge quanto e largo il portico cioe died braccia e cusi salito sul portico a questo piano si saglie un poco di grado et entrasi nel piano dell' Ospedale il quale come ho detto e largo braccia sediei e questo piano e tutto in volta ^ la quale come ho detto di sotto a questo piano sard la caneva la quale verra alta braccia sette perche essendo alta dal pieno terrene quattro e cavando poi sotto terra tre braccia viene ad essere di questa alteza al fondo dessa caneva, e uno braccio piii alto che non e il fondo del condotto delVacqua che netta i destri. I quali destri sono ordinati in questa forma che come havere inteso il condutto delVacqua si ha una volta d'al- tezza di braccia quattro e di lunghezza due come di sopra dissi et sopra di queste in viene un' altra la quale il terzo piii alta che non e quella del piano del terreno, cioe da la istrada, la quale da la medesima largezza e alteza che e quella di sotto e qui in questo piano de la crocera viene intra ogni due lecti un uscio i quali en- trano qui in questa volta e trovano il loro sedeci e boche ordinate che ogni brutura va giii di sotto nel canale dove corre quest'acqua la quale dilava e porta via tutto come ditto fetore niuno non possano gittare perche in prima sono si bene ordinate e che sempre istanno coverti e daU'aequa lavati e neti e ancJwra in ogni died braccia si e due ispiracoli i quali passano su per certi eontraforti o vuoij dire pilastri i quali ispiracoli se pur alcuno fetore facessero ispira via per questi tali meati i quali come ho ditto passano infino ala sommita dd tecti. — XXVII — Abbiamo riferiti questi passi del codice deU'Averlino per dare una idea del come fino allora si fosse pensato alia costruzione delle latrine e al modo di smaltire le niaterie i'ecali, sraaltimento che avviene tuttora presso a poco collo stesso sistema. 11 Duca determino in ducati 12 da 2 fiorini da 32 soldi I'assegno mensile a favore deU'Averlino e cioe in L. 38. 8 ; ma quest' assegno parve eccessivo ai deputati deirOspedale, i quali si trovavano gi^ in irabarazzo per le gravi spese che occorrevano per la fabbrica. Pero nierce I'intervento del segretario del Duca e di altre persone influenti, I'assegno fu ridotto a fiorini 20 da 32 soldi al mese, cioe a L. 32. L'elezione deU'Averlino e la determinazione dell'assegno furono confermati nel 1460 con ample dichiarazioni suUa perizia e suUa abi- lity di lui. Dalla ordinazione Capitolare del 25 maggio 1456, rileviamo che I'area sulla .quale fu eretto il nuovo Ospedale si denominava la montagna. Pare che si trattasse di un rialzo di terra, forse costituito dallo sterro della fossa del na- viglio e del Laghetto e che in parte ebbe a sussistere anche dopo I'ei^ezione del fabbricato, come e coraprovato dalla ordinazione Capitolare del 24 luglio 1467, colla quale si proibi di condurre terra sulla piazza e montagna dell'Ospedale. Questa montagna fu spianata nel 1587. La fabbrica del grande Ospedale incorainciata subito, ma con raezzi ristret- tissimi, che non ci consta che 11 Duca all'infuori della donazione del palazzo e del privilegi ampii e special! per esenzioni di dazii ed altro, abbia dato delle somrae di denaro. dovette procedere molto lentamente, e anche il poco che si e potuto fare nei primi anni lo fu coi mezzi forniti dalla vendita degli stabili. Questa circostanza ci e confermata da un pagamento che si e fatto a Gaspare Valiano nel 1461, per una gita a Roma a soUecitare la Bolla pontificia per la vendita di alcuni stabili per poter prosegiczre la fabbrica. II fabbricato, che, giusta il disegno del Filarete, avrebbe dovuto estendersi fin d' allora all'area attualraente occupata dal grande Ospedale, fu limitata, per la deficienza del raezzi, alia tratta che ora si estende dalla porta principale fino all'abside della Chiesa di S. Nazaro. Cosi in luogo di un grande cortile, che pero non doveva essere maestoso e tauto armonico come I'attuale, e di otto piccoli cortili, cioe quattro per ogni corpo del fabbricato, si costrussero soltanto quattro piccoli cortili, omettendo la corte principale. 11 lavoro, com'e naturale. comiucio colla costruzione delle quattro grandi infermerie dette crocere, riman- dando a piu tardi le decorazioni e la costruzione dei locali ad uso dei servizii. Coll'Averlino presto I'opera sua nelJa qualitd di ingegnere, specialmente inca- ricato per le misure e la collaudazione dei lavori, 1' ingegnere Guiniforte Solari. Probabilmente tali incumbenze non erano famigliari all'Averlino, il quale pare fosse pero un artista distinto. Lo qualifichiamo co.si in quanto che il suo inter- vento non si limito alia direzione dei lavori, ma si estese anche alia soramini- strazione di pietre lavorate. Nel 1401, somministr6 gli ornamenti di tre finestre, nuraero tre porte, la cornice posta sotto il piede delle colonne e due finestrelle presso la scala del portico verso il Cascmotto. Dopo due anni forni pietre la- vorate per tre finestre sopra le porte delle crocere a .soldi 50 ciascuna, poi sei finestre grandi a soldi 32, 66 pietre lavorate per finestrelle a soldi 12 per — XXVIII — ciasciina, pietre lavorate per 38 balconi a soldi 50 per ciascuna. Le sommini- strazioni deH'Averlino si estesero nel 14G1 a nove colonne di sarizzo con ca- pitelli e basi poste in opera avanti il portico dello croccre verso S. Naxaro, per un importo di L. 1517. 11, e 10 arclii di portico posti sulle colonne a L. 4 per ciascuno. Secondo 11 progetto deH'Averlino nei piccoli occhi della cornice sfogliata in alto del portico verso il Cascinotto dovevano essere posti dei piccoli ritratti di personaggi distinti, non escluso quelle del Filarete, raa la loro collo- cazione ebbo luogo soltanto in parte e per iia piccolo numero. Nella occasione che in questi ultiini anni fii restaurata la facciata del fabbricato verso il Ca- scinotto, furono coUocati negli occhi piu graiidi fra un arco e I'altro del portico delle medaglie con busti che si trovavano nelle cantine dell'Ospedale e che erano state scartate e sopravanz^te allorche si esegui il fabbricato Carcano nel 1630. Ma il modo col quale sono lavorate quelle medaglie non e tale da lasciar credere che possano risalire all'epoca della costruzione di quella facciata. In quegli occhi avrebbero dovuto essere collocate delle medaglie in tutto simili a quelle che tuttora si possono ammirare nel portico del grande cortile a destra entrando, e che, messe in opera nel 1G30, appartennero pero al fabbricato Sforza e precisamente alia facciata verso I'attuale cortile maggiore, la quale fu deraolita appunto nella occasione della costruzione del fabbricato Carcano e del grande cortile e portico. Quando nel 1165 I'Averlino lascio definitivaraente I'Ospedale, la fabbrica era ben avviata essendosi negli anni succe.'^sivi costruiti il locale per la farmacia e un muro merlato in circuito all'Ospedale stesso ed altri locali che verrerao accennando. Fin qui si e ritenuto che il nuovo Ospedale avesse corainciato a funzionare nel 1460, ma questa data non ci pare rispondente al vero. La fabbrica ando troppo a rilento perche in un anno e in quel tempi fosse possibile di arrivare al punto di aver disponibili i locali per accogliere i malati. Nel 1461 si trovava beusi fmita una infermeria, raa questa non poteva essere abitata, essendo stato compiuto il tetto soltanto nel 1462. D'altronde bisognava prima compiere anche le altre tre infermerie costituenti la cosl detta crocera, per la costruzione delle quali si apri I'appalto soltanto nel 1461. In questa occasione si raduno un con- siglio speciale coU'intervento degli ingegneri Aristotele da Bologna, Giovanni Battista Della Porta, Giovanni Battista Solari ed Elia Reina, per decidere sul modo di fare le cavriaie delle dette tre infermerie. Nell'istesso anno si acqui- starono le case che sorgevano di contro all'Ospedale e precisamente suUa piazza ora detta Cascmotfo. Su questa piazza fu poi eretta una Cascina, la quale nel 1598 fu demolita in parte e cioe per la tratta che si estendeva da un pozzo che esisteva sulla piazza stessa alia via di Sant'Antonio e cio dietro un com- penso e dietro istanza dei proprietarii conflnanii. Non crediamo di errare asse- rendo che la demolizione sia stata fatta anche alio scopo di aprire la via che dairOspedale conduce ora direttamente alia via di Sant'Antonio rasentando lo spazio del Cascinotto. A comprovare che il nuovo Ospedale fu posto in esercizio piu tardi del 1460, sta il fatto che nessuna registrazione si ha in qnell'anno che accenni a spese riguardanti il corredo e il servizio delle infermerie. — Soltanto nel 1472 si — XXIX — trovano registrate alcune speso per penne per i materassi, per tola verdo per le coperte e per le lettiere. Altri acquisti di simil gcnero furono fatti nel detto anno. Que^te sono seniplioi spese di allestimento. La prima spesa per somnii- nistrazione di carne ai malati ricoverati nell' Ospodalo Mapgiore, si riscontra nel 1473. Questa ci pare la data dell'apertura del nuovo Ospcdale e die cosi possa essere, ce lo comproverebbe la nomina avvenuta appunto in tal anno del cappellano col salario di fiorini 27 all'anno, imp. L. 43 oltre il vitto necessario e del Siscalco o Maestro di casa. col salario di fiorini S al mose. In quell'anno istesso si e incominciato ad affittare le bolteghe solloposto all' Ospcdale, proi- bendosi nel 1498 clie vi abitassero persone, comecche nocive alia loro salute e si feco costruire il cimitero dietro la Chiesa deH'Ospedaie stesso, la quale sorgeva dove ora esiste il grande cortile. Nel 1504 si dovettero aprire nuovo sepolture, che divennero presto insufficienti e che nel 1528 dovettero lasciare il posto ad un nuovo foppone sempro neU'interno dell' Ospedale. Quando poi nel 1587 fu riedificata la Chiesa, come vedremo, si costrusse un altro cimitero. L'esercizio della beneficenza, nei primi due anni, deve essere stato molto limitato, se nel 1475 si spesero soltanto L. 574, le quali auraentarono a L. 15G3 nel susseguente anno e a L. 2446 nel 1477. Le infermerie allestite erano quattro, ma una sola fu attivata e tenuta in esercizio. La fabbrica intanto non era ancora terminata. Nel 147G si fecero lavori per perfezionare il portico verso S. Nazaro, il quale non era ancora finito nel 1490, nel qual anno troviamo registrata la spesa per la posizione in opera delle colonne. Nel 1477 si costrusse una grande curina e nel 1486 si fece co- struire il refettorio per il personale di servizio e un muro verso il Laghetto e nel 1491 i lavori di fabbrica si concentrarono tutti nella perfezione del portico verso la Chiesa, il quale non era ancora terminato nel 1496. Tre anni dopo si penso anche alia costruzione di una macellaria neU'interno deil'Ospedale. Per disciplinare l'esercizio della beneficenza non si fece allora uno speciale regolamento, il quale poi non era nemmeno necessario, trattandosi di pochi malati. Pero nel 1473 furono sanzionati questi tre capitoli: « Primo quod nullus hospitetur nisi fuerit nobilis et pauper et coUaudatus " per sex ex dominis deputatis capitularis congregatis. « Item quod nullus hospitetur nisi fuerit infirraus aut curabilis aut mortalis, « Item quod quilibet posteaquam sanus efl"ectus fuerit licentiatur ot statim « recedat ab hospital i. » Confessiamo di non arrivare a comprendere come fra i requisiti per essere ammessi alia beneficenza ospitaliera vi potesse essere quello di essere nobile. Si e forse voluto con ci6 limitare il beneficio alle persone civili? Per noi la disposizione e oscura. Nel 1477 fu ordinato che i malati gravi non si collocassero nella infermeria prospicienie il fosso (naviglio) e che nessun malato venisse accettato senza un mandato speciale dei deputati. All'unica infermeria che fu messa in esercizio ne furono aggiunte altre due nell'ottobre 1476 e nel susseguente novembre si addivenne al contra tto per la fornitura di 66 lettiere. Le infermerie portavano queste denominazioni: della Scala Scalini. che era quella che comnnicava colla porta degli scalini venso — XXX — il Caacinofto, del Fosso verso il naviglio, e dalle donne. Piu tardl, nel 1531, troviamo ill esercizio una quarta infermeria, detta del Prato perche prospiciente r attualo cortile maggiore, che allora era tenuto a prato e che gia si diceva della montagna. Diamo qui una veduta dell'Ospedale rilevata dall'opera : Civi- taies orbis ferrarum Colonice Agrippincc MDLXXII. Nel 1486 si diedero le disposizioni per la costruzioue del terzo cortile, essendosi protratta la costruzione del quarto al 1548. II secolo XV muore senza che si seata il bisogno di redigere un regola- mento per I'andamento dell'Ospedale. L'opera del Capitolo Ospitaliero fu tutta assorbita dalla fabbrica e dal procurare i mezzi necessarii e dalla costruzione del Lazzaretto per il ricovero degli appestati nei CC. SS. di P. Orientale. Mano mano che la cerchia della beneficenza venae allargandosi in relazione alia aumentata accorrenza dei malati, il Capitolo ando discipiinando i servizii e il secolo XVI, nel quale ben poco rimase a fare di opere di fabbrica, fu fecondo (li ordinamenti e di disposizioni. Le eredita e i legati che nella seconda meta del secolo XV, furono un po' scarse, forse perche si era diffidenti sulla riuscita del auovo Ospedale, co- minciarono nel secolo XVI a farsi frequenti ed abbondanti. Anche il povero sentiva il bisogno di favorire I'Ospedale e si puo dire che fosse normale in lui il legato di L. 10. La nuova instituzione, tanto eflicacemente aiutata dalla carita cittadina, ha potuto allargare la sua opera benefica e rendere servizii distinti al paese e alia umanita sofferente. CoU'aumentare del numero dei malati si senti anche il bisogno di allestire una lavanderia nell' Ospedale e a cio si provvide costruendola nolle vicinanze del naviglio e approfittando della occasione che si stavano sistemando nel 1502 i condotti per lo scarico delle raaterie fecali nel Cavo Bolagnos (1). Alia lavanderia si aggiunse nel 1519 un molino. Un anno dopo si costrusse un nuovo dormitorio, in sussidio delle infermerie. Ma questo rinforzo, che pote bastare per alcnni anni, divenne insufficiente nel 1529, nel qual anno si do- vettero collocare i malati sotto il portico dell'Ospedale e precisamente nel sito delle attuali infermerie perspicienti il Cascinotto, sito che allora era a portico aperto, come vedremo. In quest'epoca troviamo in servizio dell' Ospedale N. 4 raedici retribuiti, tre con annuo L, 80 ed uno con L. 120 e N. 4 chirurghi, il maggiore dei quali retribuito con annuo L. 148. Per le operazioni della pietra, che si retri- buivano con L. G per ciascuna, si chiamavano chirurghi estranei all' Ospedale. Nel 1555 fu ordinato che i raedici dovessero intervenire all'Ospedale tutte le mattine al suono della carapana grossa ed uno di loro anche al dopopranzo. Ma gli ordini dati cosi alia spicciolata facilmente venivano dimenticati, per cui i deputati dell'Ospedale, avendo rilevato disordini gravi e confusioni nei servizii, compilarono e pubblicarono nel 1558 un regolamento generale per il governo dell'Ospedale. (1) Vedi cenni storici sugli acquedotti sotterranei deH'Ospedale Maggiore di Milano ser- vienti a smaltire le maierie fecali, per Pietro Canetta, archivista. Milaiio, Stabiliniento Ci- velli. 1884. — XXXI — " -- <^ . ;" ■■■■'■ ' > ■ / >• * **'i.^' ' .^" ' *^ ' i ^ X < 7". ^ ^ .. ^ ^ .-?!!l.. ^ c^' ji — XXXII — Al servizio dello stosso e dogli altri piccoli ospedali furono applicati sei medici coll'obbligo di visitare con diligenza e solleciludine ogni giorno i malati delle crocere dell'Ospedale grande e degli altri ospedali. Alia loro visita dove- vano intervenire un farmacista e un servente, 1' uno per scrivere le ricette, I'altro per annotare il dietetico. Due medici di buona ef^perienza dovevano risiedere per due ore in ogni mattina nelle crocere dell'Ospedale grande e uno di loro fermarsi continuamente. II servizio chirurgico fu affidato a qualtro chirurghi, ciofe uno per ogni infermeria, coll'incarico di curare gli infermi mattina e sera e di ripartire fra loro gli ospedali aggregati, ai quali furono assegnati dei barbieri, che ricevevano gli ordini dai chirurghi. Una persona di buona intelligenza, prudenza, desterita e dibuon spirilo, che principalmenle si fosse messo a quesio servizio per carita, onore e gloria di Dio, col titolo di Siscalco o Maestro di casa, risiedente nell'Ospedale dirigeva, in assenza del priore e dei deputati, tutti i servizii e aveva fra gli altri incarichi anche quello di sorvegliare che i malati fossero ben curati e serviti con carita, discrezione, modesiia, pazienza ed umilla. Ogni crocera o infermeria, doveva avere tre serventi, dei quali uno capo maggiore, coU' incarico di seguire il medico nelle visite e di provvedere cogl^ altri alia spazzatura delle immondizie, alia nettezza delle crocere. Sia il capo che gli altri serventi dovevano custodire e riporre nelle casse ai piedi delle lettiere i panni dei poveri. Era obbligo dei serventi al primo arrivare di un malato di domandare il sacerdote affinche lo confessasse e lo comunicasse. I serventi dovevano indossare una guarnaccia, veste lunga e un grembiale e guardarsi bene dal portar armi e penne. II servizio del coraparto femminile era affidato ad una superiora col titolo di priora, con sei donne serventi. I portinai erano due, uno applicato alia porta degli scalini (verso il largo del Cascinotto), I'altro alia porta detta della Mon- tagna, prospiciente la via di Chiaravallino e precisaraente situata ove esiste ora la porta maggiore. Un barbiere doveva stare continuamente nell'Ospedale per lavare la testa ai malati e tagliar loro i capelli. Fra il desinare e la cena degli infermi, doveva correre, giusta i dettami dei medici, un intervallo di otto ore. A due sacerdoti fu demandato il servizio ecclesiastico. Nel 1570 se ne aggiunse un terzo, il quale fu tolto piu tardi. II regolamento non ci da la misura degli onorarii dei medici e dei chi- rurghi. Pero dai mastri di contabilita abbiarao potuto rilevare che gli onorarii stessi non variarono da quelli che erano in corso antecedentemente e che ab- biamo superiormente accennati. II regolamento si e anche occupato della distribuzione dei malati fra i varii ospedali. Cosi fu determinato che all'Ospedale Maggiore fossero ammessi sola- mente gli infermi curabili e che non fossero di infermila contagiose e che all'Ospedale del Eroglio fossero mandati gli aflfetti dal mal francese; all'Ospedale di S. Lazaro i lebbrosi; all'Ospedale di S. Dionigi i tignosi; — XXXIII — airOspedale di S. Vincenzo i farnetici, i ciochi e i sordi; airOspedale di S. Celso gli csposti; all'Ospedale Nuovo di Donna Bona le figlie adulte; allOspedale di S. Caterina al ponte de' Fabbri le figlie adulte esposte; agli Ospodali di Sant'Arabrogio e di S. Simpliciano i vecchi, gli strop- piati, i mali incurabili. Per essere araraessi alia beneficenza ospitaliera occorreva una fede dei sacerdoti o anziani della parrocchia, alia quale apparteneva il povero compro- vante la poverty e la infermita e la presentazione della fede stessa ad uno dei deputati del Capitolo Ospitaliero, il quale dava I'ordine in iscritto percho il malato, prima d'essere aramesso nell'Ospedale, venisse visitato dai raedici del- rOspedale stesso. In questa occasione furono date anche le norme per la cura del mal francese nell'Ospedale del Broglio, il qual male comincio a coraparire qui da noi nel 1495. Ne diarao un sunto perch6 ci sembrano interessanti e molto utili, per mettere in evidenza il progress© della scienza per rispetto a questa cura. Fu afferraata la massima generale che il mal francese si dovesse medicare con un antidoto speciale, da tutti i medici dicliiarato consistere in tre semplici e cioe: legno sauto, salsapariglia e china, coi quali si forraavano decotti, polvere ed elettuari. In caso poi di male inveterate, si faceva uso dell'argento vivo, il quale si sorarainistrava in priraavera o iu autunno raisto con songia di porco ed altri ingredienti fatto in forma di unto. Quest' ultima cura non poteva essere fatta che a persone di forze gagliarde, alle quali pero guastava la bocca, le gengive, il palato e i denti. I malati si tenevano in una camera moderata di calore con un camino serapre acceso (1) I malati di tal natura furono ridotti a quattro stati, assegnando al prirao state quelli che si pre paravane agli antidoti generali e che si purgavano per somministrar loro il decotto o per ungerli; al secondo stato quelli gid preparati e messi nelle stuflfe per pigliar il decotto ; al terzo stato quelli che si mettevano nelle stuffe per I'unzione o il profumo; all' ultimo stato quelli che venivano all'Ospedale per ulceri, angonaglie, taroli e simili accident! leggeri, per i quali non erano necessarii gli antidoti. Venivano preparati alia cura del decotto del legno santo, detto medica- menio re.gio. ed alle unzioni con una cura preventiva di 9 giorni, consi- stente in medicine, eslrazioni di sangue, siroppi, ecc. In tali giorni non si doveva dar loro il pane composto di segale, come si praticava in passato, ma bensi (1) R'cetta deir unto prescritta dal dottor Cesare Porta: R. PingLiidinis Gal. onz. iiu. Axungiaj porcimc » viu. 01. liliorum ab. 01. Laurini an. » u. Argenti vivia a purgat ct extinti onz. vii. Pul Thuris stechard. Masticis litergilii. Mirrhso Amoniaci corusoc an. on/.. 5 m. f. ung. — XXXIV — quelle composto di fniineiilo puro nellu dose di 8 oncie. II cibo doveva consi- stere in carne di vilello ed uova di gallina, nella dose di libbre 30 per ogni centinaio di persone, pane grattugiato per minestra e vino rosso puro, ma non raolto grosso, nella dose di un bocale per ciascuno. Fu aggiunta 1' avver- tenza die nei giorni in cui venivano soinministrate le medicine, da darsi all'au- rora, gli inferrai dovessero astenersi dal cibo alraeno per sette ore e che nei giorni in cui venivano somministrati i siroppi quest'astensione durasse cinque ore. Esaurita la cura preventiva, il malato che avea bisogno della cura del decotto di legno santo e quindi d'esser raesso nelle stuffe, veniva alimentato con pane biscotto, uvette veneziane e armandole, facendone la somrainistrazione alia mattina quattro ore dopo il siroppo da pigliarsi all'aurora, altro pasto dopo un intftrvallo di sette ore con altro siroppo al mezzodi, alle ore 3 cena. Sulla efficacia di questa cura del decotto del legno santo erano sorti dei dubbii nei Capitolo Ospitaliero. Ma dietro una congregazione di tutti i medici e chirurghi dell'Ospedale, avvenuta nei 1552, fu dichiarato doversi continuare la cura stessa. Quelli che venivano messi nelle stuffe per le unzioni o pei profumi, me- dicamenti che avevano forza di veleno e che indebolivano tutte le forze del corpo, togliendo I'appetito e rendendo i denti inerti alia masticazione, dovevano essere trattati per rispetto al dietetico in quella stessa maniera che si usava pei soggetti alia cura preventiva, salvo a surrogare cibi liquidi e facilraente raasticabili volta die I'unzione avesse coininciato a produrre i soliti accidenti. II regime dietetico dei malati appartenenti al quarto stato, poteva essere con- forme a quelle dei malati appartenenti al prirao stato. Con ordinazione capi- tolare 17 luglio 1579, fu ordinato di dare I'acqua di legno santo ai soli ammalati che avevano delle ulceri. Nei 1582 la cura fu limitata all' unto od unguento. Erano appena corsi pochi anni dalla pubblicazione dell'accennato regolamento quando il Capitolo Ospitaliero si accorse che varii disordini, anche gravi, awe- nivano nell'andamento dei servizii. I funzionarii del Luogo Pio prelevavano dalla farmacia senza alcun controllo e senza alcun pagamento, una grande quantity di zuccaro, che in parte veniva somministrato ai poveri, e in parte veniva goduto da loro stessi. 11 cardenziere sottraeva 25 libbre di carne al giorno senza renderne alcun conto. Scoperte queste sottrazioni, furono invitati i funzionarii a giustificarsi. Si scusarono facilmente dicendo che ignoravano le disposizioni regolamentHi-i. Per riraediare a tali e tanti disordini si licenzio il Siscalco, ritenuto colpevole per la sua poca vigilanza e con esso si licenziarono parecchi infermieri e inservienti, chiamando a disimpegnare I'arduo incarico di Siscalco una persona proba e autorevole. Nei 1572 si ordin6 che nessun funzionario del Luogo Pio osasse far ac- cettare infermi senza 1' intervento dei deputati e che fossero licenziati i malati che si rifiutavano di confessare i loro peccati. Due anni dopo il Capitolo Ospi- taliero conchiuse coi quattro medici addetti al servizio delle quattro infermerie, che funzionavano, una convenzione speciale intesa a meglio determinare le loro attribuzioni e a fissare anche i correspettivi. Tutti i medici dovevano tro- varsi alia mattina al suono del campanone piccolo del Duomo nelle infermerie loro rispettivamente assegnate e fermarsi per un'ora visitando i malati, toccando — XXXV — il polso, vedendo le orine, facendo i salassi. II loro intervonto doveva aver luofjo anche al dopopraiizo, forniandosi raezz'ora. L'oiiorario fu dotorminato in L. 200 annue per ciascuno. 11 quarto medico, che pur aveva una infermeria cui at- tendere, sorvepliava gli altri medici e alloggiava nello stabiliraento coll'assGgno di un servitore, del vitto a tutti e due, del mobilio e di scudi IGO per onorario, II salario dei medici e dci chirurghi, che era di L. 200, fu nel 1587 aunien- tato a L. 250. II fabbricato dell'Ospedale era pressoche ultimato quando nel 1570 il Capi- tolo ordinava che nelle costruzioni che occorresse di fare si lasciasse il superfluo e gli ornaraenti e quando nel 1574 deliberava che nessun ulteriore migliora- mento fosse introdotto nel fabbricato ospitaliero e che le opera edilizie fossero limitate al puro bisogno e a quelle strettaraente necessarie per il ricovero dei raalati. In causa di questa deliberazione, giustificata dalle ristrettezze econo- miche del Luogoj Pio, furono abbandonati molti lavori di decorazione, dei quali ci siarao occupati poc'anzi. Era giil molto se si riusciva a provvedere al ricovero dei malati e a scongiurare i pericoli serapre iraminenti e sempre minacciosi della chiusura totale o parziale dell'Ospedale. Fra i prowediraenti adottati per frenare fin dove era possibile I'aumento progressivo dei malati vi fu quello di escludere nel 1575 dalla beneficenza ospi- taliera i banditi, con ordine di liceuziare immediatamente quelli che si trovas- sei'O fra i ricoverati. E mentre si diedero queste disposizioni, tutte aventi lo scopo di limitare possibilraente le spese di beneficenza, si delibero, anche per far cosa grata al Cardiuale Borroraeo, di ricostruire la Chiesa dell'Ospedale, facendo assegnamento, in quanto ai mezzi, sul prezzo di una sciostra che si sarebbe poi venduta. Si fece poi anche porre un organo (detto regale) vicino all'altare nel mezzo delle quattro infermerie terrene, il quale doveva essere suonato tutte le feste con quanto divertimento dei poveri infermi ognuno se lo pu6 immaginare. Dieci anni dopo si venne nella determinazione di sopprimere I'organo e di far cessare I'opera dell'organista. Intanto le spese crebbero a tal segno in confronto delle entrate che il Capitolo dovette a malincuore risol- versi a fare delle restrizioni nell'esercizio della beneficenza. La prima fu ordi- nata nel 1588 disponendo che i malati da ammettersi alia cura antivenerea fossero limitati a 80, mentre in passato se ne curavano fino 200. Convien credere che questa cura non venisse fatta in tutti 1 giorni dell'anno, ma in epoche prestabilite, se il 29 aprile 1588 si fece dal Capitolo Ospitaliero la seguente dichiarazione: « Ordinaverunt a modo in antea nullos mgrotantes « morbo gallico nee scabie anticipatim recipiantur nisi tempore solitcv purga- " iionis eorum. » Con questo sistema i poveri afi"etti da un tal male dovevano stare parecchi mesi senza una cura qualunque. II Capitolo Ospitaliero aveva sempre 1' obbligo di studiare prowediraenti per rimediare alle gravi ristrettezze finaiiziarie del Luogo Pio e per frenare gli abusi e i disordini che pur troppo si verificavano anche ad onta dei pro- mulgati regolamenti interni. La Farmacia fu sempre la officina dove piu spe- cialmente le sottrazioni e i disordini furono possibili. Le norme regolamentari non arrivavano a prescrivere controllerie o metodi di registrazione. 11 capo della officina dava in fin d'anno I'importo speso per medicinali senza aggiun- — -XXXVI — gero una qualunque dimostrazione die lasciasse tranquilla la Rappresontanza Ospitalicra sul consumo dei medicinali stessi. Fu soltanto nel 1588 che il Capi- tolo Ospitaliero ordino clie « il spetiaro neU'avvenire valuti nelli suoi conti " tutti li medicinali si consumano dentro I'Ospedale grande e gli ospitali di « fuori a fine chiaramente si vedi il conto distinto deH'entrata ed esito della « spezieria al fine dell'anno per vedere se ce utile o danno e quali sii il buon « governo suo atteso gli errori manifesti si sono trovati a danno dell'Ospedale. » Coiraumento sensibile del numero degli accorrenti alia beneficenza ospi- taliera si fece sentire il bisogno di nuovi locali ove collocarli. Le quattro infermerie non bastavano piu. Bisogno allestire altri locali piu o raeno felici. Come gii altra volta si occupo il portico siiperiore respiciente verso il prato, era cortile maggiore, adattandolo colla minor spesa possibile. Nello stesso tempo si ordino di nuovo di sospendere ogni lavoro di fabbrica, non perraettendo le ristrettezze finanziarie del Luogo Pip di incontrarc spese die non fossero neces- sarie per il mantenimento dei malati. II Capitolo Ospitaliero, che nulla trascurava perche i servizi procedessero con tutla quella regolarita che era desidcrabile, dovette avvedersi che le pre- stazioni dei serventi, specialmente uomini, non corrispondevano alia loro missione; dacch^ non mettevano a contribute quello spirito di caritA e di abnegazione che tanto influisce benevolmente suU'animo dei poveri malati. Questa degli infermieri e una questione che non si e mai potuto risolvere. Tutte le Rappre- sentanze Ospitaliere fecero degli studi in proposito e dedicarono attenzioni speciali per riraediare ai guai provenienti dal modo col quale essi prestano I'opera loro, ma sempre si trovarono in presenza di ostacoli ne facili a superare ne tali da lasciar almeno la speranza di potervi provvedere. Nel 1503 il Capitolo Ospitaliero, deplorando i pessimi servizi prestati dagli infermieri, venne nella de- terrainazione di fare pratiche per chiamare al servizio ospitaliero numero dodici frati mendicanti denominati Fate-bene-fratelli. E intanto che queste si facevano vennero a Milano 14 religiosi, ministri degli infermi, e subito esibirono le loro prestazioni, esibizione che fu accettata dal Capitolo Ospitaliero. La loro opera cominci6 nel 1595, in numero di dodici. Contemporaneamente furono licenziati altrettanti infermieri. 11 loro numero fu da li a poco portato a 13. Nel 1599 fu loro assegnato un refettorio speciale. Piu tardi domandarono che il loro numero fosse aumentato a 22 e che fossero dispensati dagli umili ser- vizii dello scopare e dal fare fatiche troppo pesanti. Mentre non fu ammesso I'aumento del numero, I'istanza fu assecondata nel resto. I loro servizii furono tanto utili e tanto necessari che il Capitolo Ospitaliero nel 1603 offerse loro il danaro occorrente per I'acquisto di una casa per la loro residenza, col patto di re.stituire la somma nel case in cui avessero lasciato 1' Ospedale. Nel 1605 il loro numero venne portato a 15. 11 servizio di questi frati pare abbia cessato nel 1632 nel qual anno successero altri frati detti della Croce violata e piii tardi ancora nel 1635 alcune persone pie e caritatevoli laiche e che servivano per mera devozione e carita e senza alcuna spesa da parte del Luogo Pio. A questi nel 1637 si associarono altri. Due anni dopo si trovavano in servizio in numero di 12 colla qualifica di infermieri e con uno stipendio raolto tenue. Nel 1642 li troviamo ridotti a 4. 11 Capitolo Ospitaliero avrebbe dunque fissato — XXXVII — al 1G37 la istituziono dogli intVrmieri laici, continuando la qualifica di scrvonti opli altri addetti alle inferinerie. Nel 1010 il Capitolo lasci6 scritto die « I'opera « di caritA degli infermieri con tanto beneficio del poveri introdotta nel 1G37 « ha patiti tanti naufragi sendosegli opposto con tutte le forze I'avversario « coraune per estinguerla, die li sig. deputati confidando no! divino aggiutto ^ hanno deliberato far ogni possibilo perche non vt'nghi turbata, ma si bone « aggiuttata et confirmata. » Ci fu inipossibile il conoscere le ragioni die det- tarono queste didiiarazioni. Pare per altro die gli infermieri prestandosi per un tenue salario e solo per amore della carita volessero anclie essere un po' indipendenti dal Capitolo Ospitaliero, ma questi non fu di simile parere e quindi delibero che gli infermieri non dovessero dare disposizioni di sorta senza r intervento del Caiiitolo stesso dal quale dipendevano. E pero fu loro asse- gnato un Capo. I servizi di quegli infermieri furono si lodevoli e inspirati a quelle spirito di carita tanto necessario e tanto provvido pei poveri malati che il Capitolo Ospitaliero mentre constato con viva compiacenza un si felice risultato delibero di somministrar loro il vitto, oltre il salario. Ci spiace che la nobile ed utile istituzione non abbia continuato oltre il 1650. Al tramoutare del secolo XYI il Capitolo ordino che alle lettiere di legno fossero sostituite lettiere di ferro. Noi crediarao che queste lettiere di ferro consistessero in seraplici cavalletti surroganti le panche di legno, Ora veniamo ad occuparci del secolo XVII, secolo funesto per I'Ospedale, secolo pieno di miserie e di calamita, secolo che ha suscitati seri imbarazzi agli Amministratori del grande Istituto ospitaliero. Guai se in mezzo a tante vicende disastrose fosse mancata la carita cittadina o non fossero venuti poi tempi raigliori! A quest'ora questa bella instituzione sarebbe soltanto un ricordo storico. Ma veniamo senz' altro alia narrazione di quanto avvenne di buono e di cattivo durante quel secolo. Cominciamo dal segnalare la deturpazione della facciata dell'Ospedale ope- rata dietro consiglio dell'ingegnere Dionigi Campazzo, famoso per la sua smania di sovraporre alio stile lombardo tutto quelle che sapeva di moderno e di barocco. E a lui dovuto il timpano al piano superiore del fabbricato Sforza verso il largo del Cascinotto, dove la fronte rientrava e formava uno spazio di terrazzo, simile a quelle che tuttora si scorge nella facciata verso I'abside di S. Nazaro. Gi4 prima, nel 15S7 era stata aperta sulla parete di fondo del terrazzo un finestrone rotondo per dare luce alia sottostante infermeria dope che il portico si e chiuso prima con assito, poi con muro o tavolato di vivo nel 1G94. Le cancellate di ferro, che tuttora scorgonsi nella facciata del fabbricato Sforza furono collocate nel 1597 forse in causa della sistemazione del piano stradale. E dalle stesse cancellate che la infermeria prese la denominazione di Ferrata. Una misura che deve aver suscitato del malumore e quella presa nel dicembre 1G02 e 10 febbraio 1G03 per far cessare 1' ingresso degli estranei nelle infermerie alio scope di visitarvi i malati. Questa determinazione per quanto non possa avere incontrato il favore del pubblico deve aver rnolto giovato alia quiete degli infermi, per la quale fu anche deliberato di far cessare gli affitti dei solai dell'Ospedale a favore di terze persone e di proibire la funzione — XXXVIH — del Corpus Domini anche per i disordini e gli scandali che succedevano (1612), Qualche anno dopo per lo stesso titolo si proibirono inoltre le rappresentazioni dramraaticho che si davano negli Ospedali. Un altra vieta consuotudiue fu tolta Del 1G23 coU'ordiiio che nessun ricoverato nell'Ospedale potesse passare a casa le feste di Natale e di Pasqua per ritornare poi peggiorati all' Ospedale. Nel 1015 le condizioni finanziarie del Luogo Pio si erano fatte cosi gravi ed allarmanti che il Capitolo Ospitaliero dovette, non senza rincresciraento, decretare una riduzione momentanea dei salarii degli impiegati e funzionarii del Luogo Pio. Dalla relativa deliberazione capitolare apprendiamo che i medici e chirurghi in servizio erano 8 dei quali, il prime, Lodovico Settala, con L. 760 annue, un secondo con L. 700, due con L. 500, due con L. 300 e due con L. 250 e fra questi il famoso Alessandro Tadini, e che gli stipendiati sora- mavano a 85 con una spesa annuale di L. 18,760 corapreso il personale addetto agli Ospedali del Broglio, di S. Dionigi, di Sant'Ambrogio, di S. Vincenzo e di S. Celso, che tuttora funzionavano. I tempi calamitosi pur troppo influirono anche sulla salute pubblica. I malati aumentarono in raodo che I'Ospedale di- venne incapace ad accoglierli. Coi ripieghi che pur si sono dovuti adottare per il loro collocamento si 6 anche dovuto eleggere un medico sopranumerario. Fra 1 provvediraenti adottati per far posto ai malati, vi fu pur quelle di collocare nel mezzo delle infermerie le cosidette carriole. Ora quest' auraento di letti e di infermi arreco necessariamente un maggior lavoro ai religiosi addetti al servizio delle infermerie, i quali, come gia altra volta, chiesero di essere dispensati dal rassettare i letti, istanza che non fu assecondata. Anche il sussidio delle caryHole divenne presto insufRciente, tanto insuf- ficiente da essere costretti a respingere molti ammalati per la deficienza d^ locali. II Capitolo Ospitaliero, gi^ preoccupato per la mancanza dei mezzi e fin delle cose piu necessarie per la cura dei malati, non sapeva piii in qual modo porvi rimedio, quando, Giovanni Pietro Carcano, venuto a morte il 4 luglio 1624» con testaraento 8 maggio 1621, destin6 la meta dell' usufrutto per- 16 anni della sua sostanza a favore dell'Ospedale, da impiegare nella continuazione del fab- bricato incominciando dalla parte gia eseguita e proseguendo in linea retta verso la Chiesa di S. Stefano e fine alia strada del Broglio che va al Laghetto e ci6 per la parte di prospetto, spingendola fino al naviglio per la parte po- steriore. II fabbricato cosi allargato doveva essere capace di accogliere anche i malati che si curavano negli altri ospedali. Appena si ebbe disponibile qualche somraa in dipendenza di quell' usufrutto, che ci diede il bell'importo di L. 1,600,000, si ordino che fossero provvedute le pietre e la calce e si incarico I'architetto ingegnere Giovanni Battista Pessina di rivedere in concorso di altri architetti il modello antico dell'Ospedale per perfezionarlo come era stato originariamente ideato dall'Averlino. Con delibe- razione capitolare 27 ottobre 1625, si delegavano gli ingegneri architetti Fran- cesco Maria Ricchini, Fabio Mangoni e il pittore Giovanni Battista Crespi detto il Cerano, per la revisione del disegno presentato dall'architetto Pessina e per dare il loro giudizio. Pare che il disegno del Pessina fosse stato modificato in quanto che noi troviamo che furono pagate agli ingegneri revisori alcune competeuze per disegni. Le opere di fabbrica durarono dal 1025 al 1049 e la — xxxix — parte allora fabbricata comprende il grande cortile, Ja facciata verso strada nel corpo di mezzo e la Chiesa, la quale fu sostituita a quella stata costrutta nel 1587. II cortile maggiore riusci tanto maestoso, arraonico e ben proporzionato che venne tin qui attribuito a Bramante, il quale non ha niai avuto rapporti col- rOspedale. Noi per altro non sareranio imbarazzati se dovessiuio dire a quale del succitati architetti il cortile stesso va attribuito, mettendo avanti 11 nome del Ricchini, In tutti i modi rendiamo a lui e ai suoi colleghi giustizia, col- I'escludere il Bramante. Presero parte alia fabbrica gli scultori Lavigna Gio- vanni, Rusca Castello Francesco, Giovanzano Giovanni Pietro, Lasagna Giovanni Pietro, Bianco Giovanni Battista, Giussano Francesco detto Bellone, e i pittori Procaccino Camillo e Volpino Paolo Antonio. Per la costruzione del grande cortile si e dovuto necessariamente domolire la facciata vecchia del fabbricato Sforza, prospiciente la moniagna o prato, ora portico a destra entrando dalla porta maggiore. E siccome da quella facciata si tolsero diversi ornamenti fra i quali alcune medaglie lavorate daH'architetto Omodeo, ed altri ornamenti di buon gusto artistico, cosi molto saggiamente si voile che venissero riposti in opera allorche si costrusse il detto portico a destra entrando. Ecco il passo dei capitoli d' asta die vi si riferisce. « La cornice al prime ordine che sari di « lungliezza circa braccia 123 e va posta sopra i pilastrelli e rebeschi vecchi « dovera essere di pietra d'Angera. » Intanto che si stava ultimando il fabbricato Carcano si adatt6 una infer- meria sopra il portico verso S. Nazaro e un'altra sopra il portico verso il prato, ora cortile maggiore. Ma ad onta di cio i malati si trovavano agglomerati nelle infermerie producendo dei miasmi pestiferi e mettendo in seria apprensione e la Rappresentanza Ospitaliera ed i medici. E dacche non si poteva ancora fare assegnamento sul fabbricato Carcano, si attivarono altri locali utilizzando tutti i portici, col chiuderli, mentre avrebbero dovuto rimanere aperti, rimettendo le carriole (1C2G) e scaricando una parte dei malati all' Ospedale del Broglio. E tutti quesii provvediraenti transitorii furono adottati anche per far cessare la coUocazione dei malati a due per letto, cessazione per altro che non ha avuto luogo. Tanto per fare un po' di spazio compatibilmente colla mancanza di locali, fu ordinato nel 1G28 di non accettare alcun malato di piaga e di limitare I'accettazione ai febbricitanti e ai feriti, per fratture d'osso, ecc. Per far posto a questi ultimi nell' anno seguente si fece una rivista di tutti i piagati , per licenziare quelli non richiedenti una cura assidua. Dope di avere utilizzati tutti gli ospedali che tuttora erano aperti, durando I'accorrenza maggiore dei malati, si dovette allestire un nuovo locale nell' Ospedale di S. Simpliciano capace di contenere GO letti. In quell'Ospedale i malati si trovavano talmente agglomerati da produrre un fetore intoilerabile e che riusciva anche dannoso all' igiene degli infermi stessi. Non potendo altro fare, si apersero molte finestre per dar aria; ma, continuando il fetore, 1' Ospedale fu sgombrato e chiuso. Questo provvediinento si dov^ prendere anche in considerazione del contagio che ser- peggiava. Quando nel 1031 si ordin6 la chiusura dell'Ospedale del Broglio, si delibero di non accettare i malati venerei. — XL — II servizio di residenza, clie fu sempre disimpegnato con poca puntualiti dai barbieri, fu nel 1032, demandato ad un medico, il quale doveva abitare e vivere nell' Ospedale per accorrere a tutte le chiamate di giorno e di notte. Gli fu assegnato il salario di L. 500 oltro il vitto in natura, il quale venne levato nel 1()33. Quantunque persistessero le angustie finanziarie e quindi susslstessero tuttora lo ragioni che consigliarono la riduzione succennata degli onorarii del medici, nel 1033, fu determinato die il medico della infermeria delle donne avesse il salario di L. 1000, ma coll'obbligo di vlsitare anche i malati dell' Ospedale di S. Celso, il medico della infermeria del Fosso L. 030, coll'obbligo di visitare anche i malati doll' Ospedale di S, Dionigi, il medico della infermeria degli Scalini L. 030, coll'obbligo di visitare i malati di S. Vincenzo, il medico della infermeria del Prato L. 500, senz'altro obbligo. Un anno dopo, il salario di quest' ultimo, fu ridotto a L. 300, — e contemporaneamente i sacerdoti, che, come abbiamo visto, erano tre, furono ridotti a due. Siamo venuti fin qui nell'esame delle deliberazioni del Capitolo Ospitaliero senza trovar traccia alcuna di scuole scientifiche che fossero state aperte in quest' Ospedale. Soltanto nel 1634 il medico-chirurgo Cristoforo Inzago, gik addetto al servizio o.spitaliero, propose al Capitolo di leggere ai barbieri e sottobarbieri e altre persone addette all'Ospedale, lezioni di chirurgia senza alcun corre- spettivo. La proposta fu subito accettata tanto piii che 1' Inzago era medico- chirurgo di gran valore « et attento maximo valore ipsius docL Inzaghi. » Sgraziatamente le lezioni dovettero cessare nel 1030 per la morte dell' Inzaghi. Furono pero riattivate nel 1054 per opera del dottor Felice Calvi. Dopo la sistemazione della contabilita della farmacia, della quale abbiamo gia fatto cenno, non ci saremmo aspeitati di rilevare nuovi abusi e disordini constatati dal Capitolo Ospitaliero nel 1035, specialmente in dipendenza del medicinali che si vendevano ai privati. A togliere tali disordini si ordino di ces- sare dalla detta vendita sotto pena della privazione dell'ufRcio in case di con- travvenzione da parte del maestro di farmacia. L'ordine dovette essere richia- mato il 14 aprile 1051. Finalmente nel 1639 si verifico una diminuzione piuttosto sensibile di malati, tanto sensibile da rendere possibile la soppressione della infermeria del Prato, — e il licenziamento del relativo personale. — II Capitolo Ospitaliero, lasciato un po' tranquillo, approfitto della tregua per rivedere gli ordini che per il governo dell' Ospedale erano stati pubblicati nel 1558. I nuovi ordina- menti portano la data del 29 luglio 1642. Accenneremo brevemente le dispo- sizioni jirincipali. Sono premessi alcuni ordini generali per le provviste all' in- grosso, le quali non potevano essere fatte senza I'intervento dei deputati, per la proibizione ai funzionarii di ricevere doni dai fittabili, per I'obbligo degli ufficiali di confessarsi e comunicarsi ogni prima domenica di mese, ecc. Si riferisce poi all'accettazione dei malati questo capitolo che riportiamo testual- mente: « Gli infermi poveri, si dentro come fuori della citt^i, haveranno da " portare la fede de'parrocchiani della loro cura o villa sottoscritta con giu- « ramento d'alcuna persona degna di fede dell' infermita et poverta loro, qual « sia riconosciuta o dal signer priore o almeno dai signer i medici et visitato — XLI — « da detti signori medici confornie al loro parere siano ammessi, avverteiido « per6 ad accettaro solaiuente li febricitanti et I'eriti et clio hanno qualclie « rottura d'osso, ma non gi:\ alcuno che sia -piapato di piaga sanabile o nou « sanabile senza particolar online del Venerando Capitolo. » Fu riconferniata la inassima, suggerita dai medici, che fra il desinnre e la cena vi dovosse esseie un intervallo di 8 ore. Seguono disposizioni special! per I'archivista, il tesoriere, 1" ingegnere, I'avvocato, ecc. Al servizio sanitario dell'Ospedale Maggiore e degli altri ospedali, furono assegnati N. 4 medici e X. 4 chirurghi, i quali dovevano intervenire all'Ospedale tutte le raattine all'ora della campana maggiore del Duomo e fermarsi tutto il tempo che occorreva per visitare i malati accurataraenle e diligenteraente. Uno di loro, di settiraana, aveva poi 1' obbligo di intervenire anche alia sera. Due sacerdoti avevano da attendere alia salute delle anime degli infermi , confor- tandoli e consolandoli e disponendoli alia confessione, la quale non doveva essere protratta al di la di tre giorui dall'ingresso nelle infermerie. Era obbligo loro di spargere in ogni inferraeria, la mattina e la sera, 1' acqua santa, facendo recitare ai malati in ogni sera un Pater nostcr ed un'Ave Maria. Gli infermieri furono fissati nel nuraero di sei. In aggiunta ai chirurghi furono destinati quattro barbieri, cioe uno per infermeria, coll'obbligo di risiedere nell'Ospedale giorno e notte. Era obbligo dei barbieri di somministrar le medicine e i siroppi ai malati e di medicare le piaghe di poca importanza. Tre sottobarbieri per le tre infermerie degli uomini, e una donna per la inferraeria delle donne, avevano I'incarico di aiutare i barbieri nelle operazioni loro demandate, di tenere apparecchiate le pezze, gli unguenti, i cerotti, di distribuire ai malati le ^narenatej le clecozioni. Al com- parto femminile furono applicate: una priora, sei donne serventi, delle quali una col titolo di sottobarbiera. I portinai erano due, uno per la porta degli Scalini , prospiciente il Ca- scinotlo, I'altro per la porta della fabbrica nuova (Carcano) detta della Mon- tngna, perche antecedentemente vi esisteva la porta cosi denomiiiata. Nell'estate le infermerie dovevano essere adacquate quattro volte al giorno. Avvenuta la concentrazione dei malati, che si ricoveravano negli Ospedali del Broglio, di S. Lazaro, di S. Sirapliciano e di Sant'Ambrogio, nell' Ospedale Maggiore, il Capitolo Ospitaliero, nell'aprile 1612, esaraino quali obblighi poteva avere I'Ospedale in dipendenza della aggregazione di quegli ospedali e dopo di avere fatto constare che quasi tutli i beni di ragione degli ospedali aggre- gati erano stati alienati e i relativi ricavi co'SSVMxti e dopo di avere lunga- mente discusso ed esaminata attentamente la questione, anche dal lato teolo- gico, e di avere considerate le miserie dei tempi e la riduzione sensibile delle rendite dell'Ospedale, venne nella determinazione di ridurre a 18 i malati di cancri e morbo gallico. tra maschi e femraine, a 12 i tignosi, a 12 gli strop- piati ulcerati o dalla vecchiaia consumati e a 12 gli idropici, tisici e incu- rabili. La riduzione dovette essere riconfermata nel 1647, perchS non veniva osservata. Un anno dopo, sempre in causa delle condizioni fiiianziarie del Luogo Pio, fu ordinato di omettere la solita cura del morbo gallico. Questa deter- minazione fu tenuta ferma anche quando il governo domando che venissero — XLII — j curati i militari. L'ordinata riduzione non fu per6 sufficionte per evitare che 1 iiel 1043, dovesse essoro riattivata la infermeria del Prato, che, come abbiamo I \isto, era stata chiusn nel 1G39. , Nel 1648 esistevano tuttora le due porte di accesso all' Ospedale, delle , quali abbiamo gii detto. A quella degli Scalini, situata di contro al largo del I Cascmotto e precisamente sottoposta al timpano nel mezzo della facciata del j fabbricato Sforza, si accedeva per mezzo di una scalinata dalla strada. Ora | questa scalinata fu appunto nel 1548 ridotta coU'ascesa e discesa laterale, che ; anteriormente si ascendeva da una parte sola. La scalinata venne poi levata ! nel 1708 e la porta fu murata. ; A rendere minore il sense disgustoso che possono fare nell'animo dei lettori j le succennate misure di restrizione della beneficenza, giovera sapere che nel 1648 j si spesero per la beneficenza compresi gli Ospedali di S. Celso e di S. Vin- j cenzo L. 293,069 , e per livelli, riparazioni, censi, ecc. » 197,168 j In tutto ...... L. 490,237 \ Mentre I'ehtrata fu di sole » 377,172 ; e quindi s'ebbe una maggiore spesa di L. 113,06u , la quale naturalmente dovette essere coperta mediante consumazione di capitali ■ col prezzo di stabili venduti. ; Dope I'ingrandimento del fabbricato, e dopo la conseguente coslruzione di altre infermerie abbastanza vaste, parrebbe che non si dovesse piu sentire | parlare di deficienza di locali per collocare i malati. Ma pur troppo erano | passati appena pochi anni dalla ultimazione del fabbricato Carcano, quando j nel 1650, il Capitolo Ospitaliero dovette, per il grande concorso degli ammalati, ! procedere ad una visita generale del vasto fabbricato, alio scope di procurare i .nuovi locali ove riporli, poiche le infermerie non erano piii capaci. E dopo ; tanti studii e progetti , flnalmente si dovette ritornare alia occupazione del i portico verso il Cascinotto, chiudendolo con cesate d'assi appoggiate alle can- : collate di ferro che, come abbiamo visto, vi si erano collocate. \ Per ridurre poi il numero dei malati, fu il 10 luglio 1651, deliberate di ; non accogliere gli incurabili senza un permesso speciale dei deputati. Pochi . giorni dopo questa disposizione fu temperata richiamando in vigore 1' ordina- \ zione capitolare dell'aprile 1644, colla quale il numero degli incurabili da am- \ mettere era state determinate a 12. Nel 1660 si ordino die fossero licenziati I i iisici che si fossero trovati nolle infermerie e ai quali non fosse pericoloso : il licenziamento. Piii tardi si ordin6 che i tisici non fossero accettati come \ incurabili e che essendovene dovessero essere licenziati all' infuori di quelii che i non lo potessero. 11 numero degli incurabili da ammettersi alia beneficenza ospitaliera fu portato nel 1684 a 24. Nel 1664 si richiamarono le disposizioni per I'accettazione dei malati e si \ dichiar6 che I'Ospedale non doveva essere gravato « pia di quello che porta- \ vano le sue forze. » : Per la prima volta nel 1675, troviamo applicata la puntatura ai raedici - — XLIII — per i giorni in cui fossero maucati al servizio. Questa misura disciplinaro fu seiupre tt>nuta in vigore, come lo ^ attualinente. Nel 167G si delibero di levare le carriole nel mezzo delle infermerie. Dalla relativa deliberazione approndiamo clio lo donne giacevano a due per letto. 11 prowedimento, menlre fu utile alia igiene, rese piu uotevole la deficenza dei locali e quindi nello stesso anno si dovettero dare gli ordini per lallestiraento del Crocerone del grano destinato ad accogliere i malati in vista del grande concorso che si era veriticato. Tre anni dopo nel 1G79 si allestirono circa 40 lotti in piu nel compartimeuto delle donne e conteraporaneamente si attivarono le pratiche per la costruzione di una nuova infermeria per le donne alio scopo di far cessare gli inconvenienti derivanti dal tenerlo a due per letto. A togliere poi questo sconcio nel 16S2 si ordino 1' allestiraento di una nuova infermeria e la ricollocazione delle carriole nel mezzo delle infermerie. Un medico dovette lamentarsi nel 1683 che le coperte di lana fossero cosi lorde e sporche da rendere urgente un prowedimento di spurgo, prowedimento che non si e fatto aspettare. Un inconveniente gravissimo e dannoso ai poveri malati fu tolto nel 1G84 coirordinare che i Medici e i Chirurghi dovessero intervenire anche nei giorni del Natale, di Pasqua e del Perdono, nei quali giorni i malati non si visitavano. Fra i tanti abusi che si erano introdotti nei vari servizii eravi pur quello che i Portantini, retribuiti col salario e col vitto in natura, si facessero pagare dagli infermi tutte le volte fossero chiamati a prestare loro qualche servizio. La cosa, venuta a cognizione del Capitolo Ospitaliero, provoco un ordine seve- rissimo portante la proibizione a quegli inservienti di ricevere alcuna cosa dai poveri sotto pena del licenziaraento. L'ordine dovette pero essere ripetuto diverse volte. II numero degli infermi andava sempre piu ingrossando e in conseguenza di cio i locali cominciarono a difettare. Anche i ripieghi mano mano adottati dovevano pure essi riuscire insufficienti. Cosi nel periodo dal 168G al 1701 si co^trussero due infermerie verso il Laghetto e la Via Bergamini compiendo per tal guisa la crocera, ossia le quattro infermerie terrene ora occupate dal comparto maschile. I malati intanto si agglomeravano quanto piu era possibile e si riman- davano alle case loro a convalescenza appena cominciata. Questo prematuro licenziamento non era scevro di guai serii, Gli infermi anziche la salute tro- vavano nell'Ospedale dopo una ricaduta la morte. 11 Capitolo Ospitaliero forte- mente preoccupato di tale inconveniente non rifuggi dall'adottare tutti quel provvedimeuti che erano possibili ad arrestare od a rendere rainore il male, Non potendo far altro, raentre si stavano costruendo le due nuove infermerie, nel 1G86 fece di nuovo adattare ad uso ricovero di malati il portico della ferrata e il Crocerone del grano, oraettendo cosi di aflittare quest' ultimo a persone estranee al Luogo Pio, come si praticava. Dalla ordinazione capitolare, 21 marzo 1G87, apprendiamo che un medico solo doveva visitare giornalraente duecento e piu malati e che ad un medico che ne visitava soltanto 70 ne furono aggiunti altri ad aumentare il numero. In quest'istesso anno venne di nuovo istituito il posto di Medico Astante, coU'ob- — XLIV — bligo di risiedere continuamente neH'Ospedale e di leggere e dettare anatomia ai Pralicanti. U posto fu abolito nel 1G93 e il titolare don Giovanni Battista Ribotti fu nominate quinto medico ordinario coU' obbligo della lettura della anatomia. Da un' altra deliberazione veniamo poi a conoscere che sotto la data del 1 settembre 1687 erano in esercizio nell' Ospedale Maggiore C27 letti ripartiti fra le seguenti infermerie: S. Antonio, S. Francesco, Scalini, Croceretta, Croccrone, Fosso, S. Carlo, Annunciata, Piaghe, Prato, Colonne, S. Dionigi. L'anno seguente troviamo in altivita un' altra infermeria, quella di S. Giuseppe. L'aftluenza degli infermi facendosi piu viva e sussistendo sempre la scar- sezza dei locali, nel 1689 si fecero le pratiche per I'acquisto di alcune case contigue alle infermerie verso 11 Laghetto colla intenzione di fabbricare poi un'altra infermeria. Essendosi rilevato che parecchi ammalati di febbre si trovavano anche affetti dal mal venereo e quindi confusi cogli altri degenti coi relativi pericoli di diffusione del male, si diedero le disposizioni perche 10 di loro fossero tra- sportati in due stanze in testa alia infermeria degli Scalini coprendo le finestre colla carta e adottando una cura speciale (1689), la quale e stata fatta nell'ot- tobre del detto anno con una spesa di L. 154 imperial! oltre i medicinali ordi- narii. L'importo parve enorrae al Capitolo Ospitaliero, il quale, prima di deliberare sulla continuazione di tale cura a carico dell'Ospedale, voile interpellare i malati licenziati siccome liberati da quel male per essere sicuri che la cura loro fatta era stata efficace ed avea dato dei risultati soddisfacenti. II verdetto fu per la continuazione della cura estendendola anzi a 24 persone, tra maschi e femmine da sccgliersi preferibilmente fra i febbricitanti ricoverati nell'Ospedale e affetti da quel male, facendo la cura in primavera e in autunno. Nel 1693 la bene- ficenza fu estesa a 48 persone. A rendere ancor piu grave la ristrettezza del locale, nel 1691 vennero mandati all' Ospedale 197 soldati malati i quali dovettero essere collocati tutti a due per letto, lasciando nella Rappresentanza Ospitaliera e nei medici le piu serie apprensioni sui pericoli di contagio. Fu buona ventura che, trattandosi di malati di fame e freddo, pochi ne morissero, e che nessun inconveniente ne fosse derivato. L'affluenza straordinaria dei malati aggravo cosi il compito dei 5 medici da indurli a domandare un sussidio personale riconoscendosi essi insufficient! a provvedere alia cura di tanti infermi, ma il Capitolo con deliberazione 17 agosto 1691 dichiaro di licenziare I'istanza. Dopo tre giorni acconsenti che fosse chia- mato in servizio un medico sopranumerario da far cessare col cessare dell'af- fluenza dei malati. Ma il provvedimento non si arresto qui. Nel settembre suc- cessive fu aggiunto un altro medico portandosi cosi il loro numero a sette, coll'onorario di annuo L. 800 pagabile in relazione ai giorni di effettivo servizio. Per provvedere ai bisogni di locali si fecero alia fine dell'agosto 1691 le pratiche per la costruzione di una nuova infermeria; per la quale nel settembre si gettarono le fondamenta sull'area venduta da certi Durelli verso il Laghetto. Nel 1693 si acquisto dalle I\Iadri del Monaster© dell'Annunciata un'altra casa nelle vicinanze del detto Laghetto alio scope di ultimare la quarta infermeria XLV terren.i. Al qiml acquisto si aggiunso una strada cho serviva per il passo dal Lagliotto aU'Ospodale e die fu ceduta gratuitamcnto dalla Citta. FarA moraviglia il sapere che fino al 1692 il servizio della biancheria ad uso dei malati era fatto con tela greggia e chissa di qual finezza. Fu soltanto in queir anno cho il Capitolo Ospitaliero delibero cho fosse sostituita tela inibiancata. Quando nel 1G93 fiirono mandati a quest'Ospedale 400 militari feriti ncl combattimento coi Francesi sotto Pinerolo si dovcttero licenziaro i febbrici- tanti di qxcartana, mettere i convalescenti a due per letto e attivaro altri prov- vediraenti transitorii, allestendo poi per i militari le tre infermerie terrene nel comparto uomini. Stante I'aumentato nuraero dei malati fu acconsentita I'as- sunzione in servizio di un medico supplementario. Dal 1 al 25 noverabre 1693 si accettarono 1306 malati. La collocazione dei malati a due per letto continu6 anche nel 1694 estendendola a tutte le malattie, salvo gli infermi piu peri- colosi che si tennero ad uno per letto. Nel 1696 si allesti per il' ricovero dei malati il portico annesso al Crocerone. Nello stesso anno si fissarono 8 medici, cioe 5 col titolo di medici fissi e tre col titolo di straordinari assegnandoli alle 8 infermerie in esercizio e costituite come segue: Prima crocera o infermeria. — Crocera delle donne. Comprese cay^riole dodici Crocera di Sant'Antonio » S. Francesco delle Piaghe Letti a due ..... Incurabili ..... Aggiunto il comparto delle nutrici per il quale non si espose il numero dei letti. Seconda crocera. Crocera degli Scalini Sua porzione della crocera delle piaghe e croceretta Sua porzione del Crocerone Sua porzione degli incurabili .... Letti a due Terza crocera. Crocera del Fosso Sua porzione delle piaghe in Croceretta Sua porzione in Crocerone .... Sua porzione incurabili .... Letti a due ....... Piu rOspedale di S. Yiiicenzo. tti N. 40 >) » 40 n n 40 y> » 40 n » 59 n n 24 N. 243 letti N. 243 tti N. 37 » » 12 » n 25 ■n T> 8 » » 6 N. 88 letti N. 42 » » 2o n » 8 88 N. 94 94 Da riportare letti N. 426 — XLVI — Quarta crocera. Crocera del Prato Sua porzione delle piagho in Croceretta Sua porzione nel Crocerone .... Sua porzione di incurabili .... Letti a due Quinia crocera. Crocera delle donne di S. Maria Maddalena Crocera Annunciata ..... Nolle caraere Letti a due ....... Sesta crocera. Crocera delle Colonno Crocera di S. Dionigi Letti a due Crocera di S. Giuseppe Crocera di Sant'Ambrogio Letti a due Setlima crocera. Ottava crocera. Crocera della Ferrata, del Portico alii Scalini Portico superiore annesso al Crocerone Letti a due ..... Somma retro letti N. 425 letti N. 4G » » 12 » v /do N. 95 „ letti N. 41 „ „ 40 » » 22 » » 55 N. 158 „ letti N. 50 » » 53 » » 47 N. 150 „ letti N. 53 „ „ 40 yy » 34 N. 127 « letti N. 41 » » 40 » » 24 N. 105 95 158 150 127 105 In tutto letti N. 1060 Con questi 1060 letti si ricoveravano, ritenuti i letti a due, N. 1296 malati al giorno, non tenuto conto dell' Ospedale di S. Vincenzo. Data questa cifra, gli 8 medici dovevano visitare ciascuno N. 162 malati al giorno. Quando pen- siarao che anche i piagati giacevano a due per letto, sentiarao un senso di orrore e non possiarao non rallegrarci che ai nostri giorni simili inconvenient! non avvengano e che il servizio sia ora tanto migliorato. II chirurgo, al quale era demandata la cura dei piagati, osservo che per tener nette le piaghe era d'uopo far tcso del vino con alcune composizioni. Nel 1697 troviamo in servizio 5 sacerdoti, i quali furono poi ridotti a 4, essendosi potuto levare le carriole per la diminuzione degli infermi. L' anno — XLVII — dopo si pote sopprimere anche la inferraeria di Sant'Ambrogio, licenziando il relative porsonale, noii che dell'altro personale esuberante. La cura del mal venereo, che fu sempre fatta con poca buona volonta, quantunque il non curare cosi fatti informi a tempo e bene, potesse facilitare la propagazione del morbo, ha suggerito ad un erbolaio svizzero, chiaraato Sebastiano Livio. fratello dell' in allora curato di Villa presso Mendrisio, un medicamento segreto, e secondo lui, molto sicuro. II Capitolo Ospitaliero, die, come abbiamo visto, piu di una volta ebbe a preoccuparsi della spesa (a sue parere enorrae), che occorreva per la cura di questi aminalati, accetto subito di esperimentare in quest' Ospedale il medicamento del Livio, il quale, dietro richiesta, spedi a Milano due prese del medicamento stesso per la cura di due persona che dovevano essere preventivamente purgate con rinfrescativi. La polvere, che tale era il suo medicamento, doveva prendersi con queste pre- scrizioni dettate dal Livio. Si deve pigliare una gallina di piuma rossa quale pelata e nettala nella maniera come se sz dovesse mangiare si fara bolire senza sale sintanio che vi resta un bocale di brodo incirca e che la gallina sia quasi disfatta et essendo vecchia e dura di cuocere se gli aggiungera acqua accio non resti asciutla: ma bensi vi rimanga nella pignatta la quantita di un boc- cale e riducendosi anche a meno sard meglio per esser il detto brodo piu sostanzioso, poscia si colerd con una tela di lino ovvero cambratone raro, poi si metferd per due bicchieri del detlo brodo caldo in una iazza nella quale ponendovi la meld della delta polvere per essere due prese che ora si inviano. si dard dabere all'ammalato e subito bevuta si potrd darli due cucchiai di brodo, ma liscio, per lavare la bocca. Alia mattina susseguente non si doverd darli allro. ma poi alia mattina appresso si replicherd nel modo stesso, cioe una mattitia si e I'altra no. II prezzo domandato per le due prese di polvere fu di filippi cinque, che poi fu ridotto a filippi tre, da essere pagati a guarigione completa. Dal fatto che questa cura non fu continuata e che non si ha alcuna traccia nelle ordinazioni capitolari che il rimedio sia stato definitivamente am- niesso devesi arguire che sia stata abbandonata. Intanto i malati succennati nel nuraero di soli 50 all'anno, cosi aumontato dai 48, continuarono ad essere curati coll' unto, la quale cura recava all 'Ospe- dale la spesa di L. 10 per ogni persona. La scuola di anatomia affidata al dottor Ribotti rimase sospesa per parecchi anni, finche il Capitolo Ospitaliero, riconoscendo la utility della scuola stessa, incaric6 della relativa lettura in luogo del Ribotti, che dovette lasciare I'Ospedale, il dottor Paolo Gerolamo Biurai. La scuola continue fino a tutto il 178G. Lessero anatomia: Canevesi dottor Gaetano dal 1728 al 1734; Crivelli dottor Giacomo Antonio dal 1734 al 1742; Senna dottor Giovanni Battista dal 1742 al 1747; Patrini Guglielmo dal 1747 al 1786. Molto saggiamente il Capitolo Ospitaliero deliberava, il 28 novembre 1G98, che i raedici dovessero visitare non piu di 60 malati al giorno. Essendo poi diminuiti di molto i malati, diminuzione che ridusse i degenti nolle ample sale degli Scalini a 29. del Fosso a 35, del Prato a 37, si licenziarono i tie medici — XLVIII — sopranumerarii, ritenendo in servizio soltanto i cinque medici fissi. La diminu- zione obbe pero breve durata poiche nel marzo 16'J9, si dovettero allestire per il inapgior nuraero di infermi, alcune infermerie col richiamo in servizio di uno dei medici sopranumerarii. Nel luglio successivo essendosi constatato che alcuni medici erano troppo caricati di lavoro dovendo visitare fin 112 malati al giorno, si richiamo in servizio un secondo medico sopranumerario. Nel settembre i malati erano cosi aumentati da richiedere rallestimento ad uso infermeria di un portico, il richiamo dell'ottavo medico sopranumerario e la collocazione di due malati per letto. La fabbrica del quarto braccio delle quattro infermerie del comparto ma- schile a compimento del fabbricato Carcano, che, come abbiamo detto, era incominciata da tempo, non era ancora terminata nel 1G99. Anzi, occorrendo locali per I'aumento dei malati, si delibero bensi in tal anno di proseguire e ultimare tale fabbrica, ma si dovette fare appello alia carita cittadina per avere i mezzi che difettavano. La fabbrica fu compiuta nel 1700 e alia nuova infer- meria fu applicata la denominazione: S. Lazaro. II secolo XVII, tanto funesto alia salute ed alia igiene dei malati, tanto disastroso per le finanze ospitaliere, burrascoso sempre e minaccioso di guai maggiori, si cliiiise bene, che la storia dell'Ospedale registra un miglioramento importante a riguardo del seppellimento dei morti. E un argomento poco deli- zioso, ma meritevole di essere trattato. Abbiamo gia accennato che fin dalla fondazione dell'Ospedale si costrussero nel reciuto dell'Ospedale stesso i sepolcri per il seppellimento dei morti e che, quando si fabbrico 1' attuale Chiesa, i sepolcri furono costrutti in quel sotterranei. 11 seppellimento seguiva senza alcuna precauzione igienica, e i morti venivano coUocati nudi e senza cassa in sepolcri mal costrutti, mal riparati e mal coperti. Le esalazioni pestifere che emanavano i corpi in putrefazione non erano certamente ne deliziose ne igieniche tanto piu per i devoti che frequentavano la chiesa. 1 sepolcri erano poi cosi limitati di spazio da richiedere evacuazioni periodiche e a brevi intervalli. I resti dei cadaveri in questo caso venivano portati fuori dell'Ospedale e sepolti in aperta campagna. Gli inconvenienti derivanti da questo modo di seppellire i morti si fecero cosi gravi, specie durante le epidemie, che nel 16G1 il Capitolo Ospitaliero in- caricava il proprio ingegnere di fare gli studi per ritrovare un luogo ove co- struire nuovi sepolcri neU'interno dell'Ospedale, essendo insufficienti gli esi- stenti. I sepolcri furono costrutti procurando di impedire che avessero a tra- mandare odore, ma pur troppo I'inconveniente non fu tolto. E a questo riguardo nel 1678 si ordino ai seppellitori di non lasciare i cadaveri insepolti al di 14 del rito della Chiesa, e si delibero di consultarsi con qualche ingegnere per dare ai sepolcri una forma tale che irapedisse le esalazioni. Non potendosi per il momento far altro, nel 1660 si prescrisse di usare la calce per la consu- mazione dei cadaveri. Per levare il fetore si ricorse anche al Tribunale di Saniti perche convocasse una Congregazione di periti alio scopo di studiare tutti quel provvedimenti che fossero necessarii per porre un riraedio a un tale inconveniente. Nel 1692 i sepolcri si trovavano cosi rigurgitanti che si sarebbe voluto ricorrere ad una evacuazione ed espurgazione generosa, ma le pratiche — XLIX — per trovare un sito fuori di porta per ripoi-re il rosto doi cadaveri non riu- scirono. I inorti furono poi anche seppelliti nello cantine sottoposte agli ullici di cassa e di ragioueria con quanto piacere degli impiegati addettivi ognuno se lo pu6 immaginare. Finalmente nel IGOl si misero gli occhi su di un terreno al di la del Convento della Pace vicino ai Bastioni di P. Tosa, di proprieti dei fratelli Stella siccome idoneo per fabbricarvi un foppone in servizio deU'Ospe- dale. L'idea parve tanto buona e I'impresa tanto utile che subito si iniziarono le trattative per I'acquisto di queU'area, trattative che ebbero buon risultato. Nel 1695 si diede niano alia fabbrica del nuovo recinto, die fu poi denominate di S. Michele ai Nuovi Sepolcri o Foppone (1). Per reudere poi facile la coniunicazione di quest'Ospedale col detto recinto e il trasporto dei morti, si getto sul naviglio un ponte aH'imboccatura della via di S. Barnaba, costruendo la porta e I'andito, la quale porta doveva servire esclusivamente a un tale scopo. In seguito all'ordine governativo che tutti i raorti dovessero essere sepolti fuori delle porte della citta, si dovette nel 1782 costruire un apposito ciraitero per i morti dell' Ospedale fuori di P. Romana. Ora siamo lieti di poter lasciare il secolo XVII per occuparci del susse- guente, il quale fu meno calamitoso, ma non per questo meno fastidioso. E pero non si corsero i pericoli, ne si provarono le angustie estreme del secolo precedente. Ci spiace di dover cominciare coll'annunciare che nell'agosto 1700 gli ammalati, aumentati straordinariamente, dovettero essere collocati di nuovo a due per letto. 11 Capitolo Ospitaliero essendosi accorto" che gli abiti dei morti nell'Ospedale venivano sottratti e tenuti nascosti da persona addetta al Luogo Pio, la quale ogniqualvolta veniva richiesta di una camicia per i poveri infermi dimessi, dichiarava sempre di non averne, e considerando che quegli abiti venivano poi venduti ai rigattieri senza alcun vantaggio del Luogo Pio, e clie qualche volta era anche avvenuto che gli stessi rigattieri notificassero ai priori del Capitolo tale inconveniente, il 27 agosto 1703, si prescrissero norme precise per la istituzione di un apposito registro di controllo. Col nuovo sistema, mentre si k fatto cessare un grave abuso, si e anche provveduto ad una migliore regi- strazione dei morti, facilitando a questo modo il rilascio delle relative fedi. Per una maggiore atHuenza di malati, nel 1708, si elesse un medico so- pranumerario in aggiunta agli otto che si trovavano in servizio. II 22 luglio 1715, si trovavano degenti nelle infermerie ospitaliere 1200 malati e il 7 agosto 1746 il loro numero ascese fino a 1500. Dopo alcuni anni di tregua, nel gennaio 1780, si fu costretti di riattivare le due infermerie delle Colonne e di S. Mauro e di collocare di nuovo gli ammalati a due per letto; nel febbraio si aggiunse la infermeria della Ferrata e si approntarono pel servizio anche le solite carriole. I sacerdoti curati in servizio deH'Ospedale non furono aumentati in rela- zione al maggior concorso dei malati, ma furono ritenuti nel solo numero di (1) Nel 1787 1a RappresenUnza Ospitaliera nel riferire al Governo suU'origine di questo recinto di S. Michele ai Nuovi Sepolcri disse che prima i rnorti dell'Ospedale si seppellivano in un Cimit«ro neirinterno dell'Ospedale stesso chiamato la Brvgna. — L — quattro assegnando al primo curalo, detto delle donne, la prima crocera delle donne e quelle di S. Francesco, di Sant'Antonio, delle Piaghe, degh Incurabih; al sccoiulo curato, detto degli uomini, le crocere degli Scalini, del Fosso, la Croceretta, il Crocerone, la crocera di S. Carlo e gli Incurabili; al terzo curato, detto delle nutrici, il compurto delle nutrici, la crocera del Prato, quella di S Dionigi di S. Giuseppe e delle Coloune; al curato sopranuinerario la crocera di SanfAinbrogio e quella di S. Lazaro, della Maddalena, dell' Imraacolata, deirAimunciata e di S. Mauro, distribuito fra tutti e per una settimana cadauna, il servizio della crocera Ferrata. Al regolamento pubblicato nel 1642 per il governo dell'Ospedale fu sosti- tuito nell' aprile 1761 , liniitatamente al personale maschile, un regolamento speciale, che fu esso pure pubblicato. Al servizio dei comparti maschili furono destinat'e 61 persoue divise iu tre sotto-chirurghi, in sei aiutanti, dieci conse- gneri, undici serventi fissi, ventuno sopranumerarii, tutti studenti di chirurgia e dieci mercenarii, detti infermieri. Tutto questo personale doveva attendere al servizio delle 10 infermerie, volgarmente chiamate crocere, e cioe cinque apparteiienti al fabbricato Sforza, cinque al fabbricato Carcano, coUa denomi- nazione di Quarto vecchio e Quarto nuovo. Ad ognuna dello otto grandi infermerie erano applicate sei persone fra sottochirurghi, consegneri, serventi, e alle due infermerie ininori di S. Carlo e Crocerette quattro persone e alia inferraeria delle Colonne sette persone. Sotto la stessa data furono compilati i capitoli speciali per I'ammissione in quest'Ospedale dei giovani aspiranti al posto di alunno di chirurgia. Dovevano pagare a titolo di dozzina, ossia per gli alimenti, L. 20 al mese. A questi stu- denti, che convivevano nell'Ospedale, si dava tutti gli anni, a spese del Luogo Pio, una festa da ballo iu carnevale. Nel 1785 fu soppresso il convitto di questi studenti, i quali, prima divisi in tre classi, aluniii o serventi sopranumerarii, serventi o alunni fissi, e consegneri furono riuniti in una sola classe, coUa qualifica di giovani chirurghi o aiutanti col soldo di L. 300. Nello s^tesso anno la loro qualifica fu tramutata in quella di caporali col soldo di L. 500. In relazione alia maggiore importauza ed alio sviluppo della beneficenza ospitaliera la sorveglianza demandata al Siscalco su tutti i servizii si faceva j meno efficace e meno pronta. 11 Capitolo Ospitaliero quindi venne nel 1743 | nella determinazione di staccare dai doveri del Siscalco la parte riguardante : I'assistenza dei malati, lasciando a lui soltanto la parte econoraica, e istituendo i un posto di infermierc maggiore, allora corrispondente all' attuale posto di j Ispettore. Un anno dopo, il posto fu soppresso e le relative attribuzioni di nuovo aggregate al Siscalco. Le ragioni pero per le quali si era istituito il posto di | infermiere maggiore, continuarono a sussistere finche nel 1767 il Capitolo, per j provvedere ad una migliore assistenza degli infermi, ripristino il detto posto ; colla scelta del titolare fra i vice-chirurghi. Vi aggiunse anche un infermiere | minore. Al Siscalco limasero soltanto gli incarichi riguardanti la gestione eco- . nomica interna. 11 salario dell' infermiere maggiore fu determinate in L. 200 j annue, oltre L. 150 come vice-chirurgo ed il vitto uguale a quelle assegnato | al Siscalco e al maestro di farmacia. AH' infermiere minore furono assegnate | L. 100 annue. oltre L. 50 come aiutante chirurgo e la tavola di ufficiale. ; — I.l — Nel 17Gj^ fu istituita neH'Ospedalo una scuola di ostetricia, sotto la dire- zione del distinto chiriirjjo Bernardino Moscati. Nell'agosto 1772 si delegarono due raembri del Capitolo Ospitaliero a prondere i concerti col governo per istituire neH'Ospedale due scuole, una medico-chirurgica, 1' altra di raediciiia pratica. Nel noverahre del detto anno il governo trasferi dalia Universita di Pavia a Milano, il professore Pietro Moscati, applicandolo a quest'Ospedale col titolo di regio professore di medicina e chirurgia, coH'onorario a carico della cassa degli studii e con queste incurabenze: 1." della ispezione medica dello nutrici e dei figli esposli; 2° di dare un corso di istituzioni di chirurgia ai giovani dell'Ospedale ; 3.° di fare un corso di operazioni chirurgiche ; 4° di preniettere in ogni anno alle lezioni clie dovra fare il professore d'anatoraia, alcune lezioni di anatomia sperimentale; 5.' di fare nelli dovuti tempi due volte la settiraana delle lezioni di chimica e materia medica nella spezieria dell'Ospodale. Nel 1783 si aggiunse una scuola di chimica, sotto la direzione del pro- fessor Paolo Sangiorgio (1). Per ordine governativo 5 maggio 1786, furono abolite tutte le scuole a partire dal 1.° detto maggio. E mentre si pensava alia istruzione dei medici e dei chiiurghi, i precetti fin elementari di igiene erano totalmente trascurati. Nel 1779 ebbe luogo una riunione dei medici dell'Ospedale per mettere in rilievo tutti i guai e tutti gli inconvenienti che erano a loro cognizlone. 11 dottor Orazio Caccini accenno che in qualche raro caso si erano raessi anche ire ammalali per leitoH — che ad un solo infermiere e ad un giovine di chirurgia era addossata la assi- stenza di GO, 70 od 80 malati, con un lavoro troppo pesante. Egli avrebbe voluto che i giovani di chirurgia foss'ero esonerati da ogni ingerenza nel servire gli infermi e che fossero invece aumentati gli infermieri. Lamento che in causa del tener chiusi gli abiti dei malati, questi, nolle loro occorrenze personali, fossero costretti a sortire dalle infermerie in camicia, con grave danno della loro salute e col pericolo di innestare alle malattie che avevano reumi, lossi, catarri, ecc. Fini col proporre che ogni malato fosse provveduto di una tonaca di stofTa facile a lavarsi. Attribui poi le infezioni ospitaliere o febbri ospitaliere alio spurgo insufficiente dei letti di penna e alia scarsa ventilazione, dovendosi, appena faccia freddo, urtare coU'errore di opinione di qualche medico e col radicato pregiudizio degli infermi, per aprire qualche finestra. 11 dottor Sebastiano Cera lamento che non fossero spurgati abba-tanza bene i letti alia morte degli infermi o al guarire di chi era afTetto da un malo acuto, e che qualche volta fosse anche avvenuto che un malato fosse stato collocate nel letto ancor caldo di un morto!! 1 suoi lamenti misero in evidenza un altro inconveniente ben piu grave, e cioe la collocazione in un letto solo di una donna amraalata di febbre acuta e di un' altra affetta di malattia contagiosa, perche sulle prime la infermiera, alia quale era riservato questo compito, non poteva conoscere di qual natura fosse il loro male ! ! CI) Zio dello scultore Abbondio Sangiorgio, fratello della madre di Carlo Cattaneo. — LII — 11 dottar Mangiarotti raccomando la pulitezza quotldiana delle strellc, cioe dello spazio fra un letlo e I'altro, dalle immondezze tante volte sparse dai malati e il quotidiano vuotamento delle seggiole e pulimento dei cessi vicini ai letli mandanti un lezzo e fetor tale die oUre ai dolori di testa che producono ai malati, cotanto ammorba e nuoce ai sani. Raccomando il cambiamento un po' pill frequente delle lenzuola e dei cusciiioni di piuma. Manifesto il desiderio che ogni infermeria fosse provveduta di una convenieiUe qnantiti di camicie da soraministraro ai malati sudanti o impidocchiati. 11 quadro non poteva essere piu sconfortante. Nel 1780 si conipilo uu nuovo regolamento per 1' esercizio pratico della chirurgia nell' Ospedale, e per i chirurghi ordinarii e per i giovani studenti. Fu sancito che le operazioni di litotoraia, cataratta, ernia e tutto cio che in passato era di spettanza del chirurgo litotomo, dovessero essere fatte dai quattro chirurghi ordinarii dell'Ospedale e gli ammalati di tali malatiie essere ripartiti nelle infermerie di chirurgia. A ciascuno dei quattro chirurghi furono assegnati due giovani studenti affinche sotto la loro direzione fossero esercitati per turno nelle operazioni chirurgiche. 11 salario dei quattro chirurghi fu determinate in L, 500 e il loro irapiego fu dichiarato vitalizio, mentre in passato potevano essere licenziati dopo tre anni di servizio nel caso che non avessero corri- sposto alia fiducia in loro riposta. Nello stesso anno 1780, fu pubblicato un nuovo piano regolamentare per i medici ordinarii, nel quale fu prescritto che la loro dimora neli'Ospedale alia mattiua non potesse mai essere minore di un'ora e mezza. Con decreto governativo 6 aprile 1785 fu prescritto che tutti i medici e chirurghi dovessero radunarsi tutti i mesi e coraunicarsi vicendevolraente i casi clinici, i metodi di cura, e il numero dei malati e furono istituiti due premi, I'uno di due medaglie d'oro del valore di 12 zecchini cadauna, I'altro di una simile medaglia da conferirsi ai medici e chirurghi che avessero fatte disser- tazioni e relazioni scientifiche. Dietro decreto sovrano furono nel 1785 levate le casse esistenti al piede dei letti per la custodia degli abiti dei malati, casse che funzionavano fin dalla fondazione dell'Ospedale. Si e anche pensato alia sistemazione della Farmacia facendo una nuova pianta morale nel 1785 coll'assegno di un maestro direttore con L. 1250, un maestro operatore con L. 1200, un vice maestro con L. 950, n. 3 aiutanti con L. 600, altri 2 aiutanti con L. 500 e 3 con L. 300. Nello stesso anno furono esonerati i Farmacisti dai seguire le visite me- diche e in questa occasione gli onorari dei medici furono auinentati di L. 100, e quelli dei Chirurghi di L. 50 all'anno, in considerazione dell'onere loro ira- posto di scrivere le ricette in luogo dei Farmacisti. L' incorabenza di maestro operatore fu abolita nel 1789 e nel 1790 si sostitui un'altra pianta morale che ando in vigore col 16 novembre 1792 e che fu costituita da un maestro con L. 2000, da un vice maestro con L. 1500, da 4 primi giovani con L. 750, e 4 secondi giovani con L. 500, oltre due gio- vani di supplimento nei tre mesi di maggior aftluenza di malati con L. 2 al giorno. — I.IIl — II Governo, che col mezzo della Giunta doUo Pie fondazioni potova eser- citare una tutela pin attiva e piu vigilante su questa istituzione di benefi- cenza, tutela tanto piu necessaria dope che era state abolito il Capitolo Ospi- taliero, il quale funzionava dalla fondaziono dell' Ospedale, dopo di avore date particolari provvidenze per disciplinare i vari servizii ospitalieri, con avviso 25 gennaio 1785 , proraulgo un nuovo rcgolamento per 1' accettazione dei malati. L'ars'iso comincia con queste parole: « L'importanza doU'Istituto dell'Ospo- « dale Maggiore destinato al soccorso degli infernii, la necessity di metterlo sopra « un piede in cui possa mantenersi senza incontrare il pericolo di annul sbilanci, « che coll'andar del tempo consumerebbero tutti i fondi destinati a questa « interessante ed utile Istituzione ; I'oggetto di assicurare colle dovute cauzioni « il pagaraento dei debiti, che per far fronte ai pesi occorrenti ha dovuto « negli anni addietro assuraere il Luogo Pio; la convenienza infine di far " sentire ai poveri ammalati in esso accettati tutti i coniodi e soccorsi che « possono ripromettersi da tale Istituto, e che la sorverchia moltitudine non « permetteva soraministrargli per I'addietro, giacche il nuraero sempre cre- « scente degli ammalati fino al segno di collocarli accompagnati a due nello « stesso letto con soramo dan no alia reciproca guarigione, doveva per necessita « distrarre e diminuire quell'assistenza che poteva esigere il buon servizio di " ciascheduno; sono stati i motivi che hanno fatto singolarmente prendere in " mira a S. M. 1' Imperatore e Re nostro signore gli importanti oggetti di « questo Istituto. » Dopo questa premessa I'lraperatore sanci queste massime: La fede di poverta per essere accettato nell' Ospedale deve portaro non solo la firma del Parroco, ma anche quella del Proraotore dei poveri. L'Ospedale deve ricevere ammalati di quattro classi e cioe ammalati col pagamento di L. 3 al giorno, ammalati paganti soldi 30 al giorno, ammalati paganti soldi 10 al giorno, ammalati gratuiti. Nella prima e seconda classe debbono essere accettati tutti i malati, fuor- che gli incurabili, i cronici, i maniaci o con mali che non siano accompa- gnati da febbre, dovendosi accettare anche senza febbre i casi di cliirurgia o malattie celtiche. Nella terza e quarta classe oltre le ora specificate qualita di malattie non debbono accettarsi che gli ammalati della citt4 e ducato di Milano. AU'effetto poi di evitare gli inconvenienti ed i disturbi che in passato derivavano dalla soverchia frequenza delle visite che dai parenti e dagli amici si facevano ai malati, venne stabilito che le visite stesse ai malati delle classi III e IV non potessero aver luogo che per due ore al giorno. Sempre alio scopo di assestare il bilancio ospitaliero e di sistemare i ser- vizii, nel setterabre 1785 il Governo stabili una nuova pianta morale per il servizio sanitario, compilata, come esso disse, dal Regio direttore I). Pietro Moscati con molta saviezza. — La nuova pianta morale, attivata ai primi del 178C, procuro al Luogo Pio un risparmio di L. 21,G91 in confronto della precedente. II servizio medico c chirurgico, per rispetto al comparto maschile, abbrac- — LIV — ciava N. 12 inferraerie, considerato il Crocerone come doppio, con N. 4G1 letti, cosi distribuiti: Lett! N. 44 nella infermeria S. Dionigi n jj S. Giuseppe » » S. Ambrogio » » S. Lazaro r> » Maddalena » » Ferrata » » Colonne » » S. Camillo » n Crocerone » » S. Gaetano » » S. Carlo Letti N. 461 Di queste infermerie 9 accoglievano le malattie raediche, e 3 le chirurgiche. Per il servizio chirurgico furono assegnati N. 2 raedici astanti con annuo L. 1200 cadauno oltre ralloggio, comuni anche alle malattie mediche, 2 vice-chi- rurghi con L. 900 per ognuno oltre I'alloggio, 18 caporali con L. 500 per cia- scuno, 12 giovani chirurghi con L. 300 per ciascuno, un primo inferraiere con L. 1500 e un secondo inferraiere con L. 1000 e in tutto 30 persone. Oltre questo personale furono assegnati N. 48 serventi col salario di Soldi 27 1[2 al giorno, con facolta di prelevare il vitto in natura, e cioe: Once 24 pane ... L. — 2. 8 Boccale 1 vino ... » — 3. — Carne Once 14 , . . » — 6. — Minestra „ — 2. — » » 47 » » 45 r> » 40 » » 47 » » 47 V » 36 » » 35 » » 04 » » 37 » » 19 L. — 13. 8 In danaro .... » — 16. 4 L. 1. 10.— e N. 4 capi serventi col salario di Soldi 30 al giorno. Nel dicembre 1785 fu tolta la mensa ai serventi. II comparto femminilo medico chirurgico occupava 12 inferraerie con 473 letti cosi assegnati : Letti N. 44 nella infermeria Prato » n 46 » » » V 46 5» » » » 4u » n V n 49 » » » » 4u » » N. 277 rraio Scalini Fosso o a Madonna I ° S. Francesco S. Antonio V C2 \ ca 1 PU . 39 nolla infermerin . Annunciata . 31 ff » S. Harnaba . 42 » » Concezione 30 •> •> S. Mauro , 30 n y> Piaglio 15 n rt Croceretta — LV Letti N. 39 nolla infermeria Annunciata \ g o 'C 3 o N. 196 due di queste infermerie accoglievano le malattie chirurgiche , le altre le raediclie. Al servizio di tali infermerie furono applicate 12 caporale col salario di Soldi 23,0 e annue L 30; 12 cape-serventi col salario di Soldi 23.0 e annue L. 20; 56 serventi, una Priora e altre 19 serventi per varii servizii estranei alle infermerie. Anche alle serventi fu assegnato il salario di Soldi 23. 6. Dietro proposta del Direttore D. Moscati, il Governo approve che 1 ser- venti applicati ad ogni infermeria fossero ridotti da quattro a tre coU'aumento del loro salario di Soldi cinque per ciascuno. Dalle preraesse noi rileviamo cho nell' Ospedale si avevano in esercizio in quest'epoca N. 934 letti e che quindi si curavano giornalmente circa N. 934 malati, non tenuto conto di quelli ricoverati nella casa succursale di S. Anto- nino, aperta nel 17S5 per accogliere prima i malati paganti, poi nel 1790 i paganti e 1 militari francesi e austriaci, pei quali si dovettero allestire altre due case a S. Vittore e a S. Pietro in Gessate, nel 179ullo scorcio del 1811 un nuovo regolamento per il servizio medico e nel presentarlo egli si credette in dovere di avvertire die il numero dei medici ordinarii dell' Ospedale portato dal detto piano del 1804 era superiore al bisogno,in maniera tale che alcuni di essi rimanevano in ozio collo stipendio per molti mesi dell' anno, e che era pure eccessivo il numero dei supplementarii. Secondo lui il non e-sservi nel piano del 1804 i medici as- sistenti, che esistevano nel piano De Battisti, era dannoso al malato perche il medico ordinario che lo vedeva alia mattina non avendo seco I'assistente, cui comunicare a voce le necessarie awertenze ed i ragionevoli dubbi sulla dia- gnosi era costretto affidare la visita pomeridiana ad un medico supplementario, il quale era per turno giornalmente cambiato. — LXIV — Egli poi scrisse queste considerazioni : « L'astanteria e I'accettazione degli ammalati nuovi, che taiito deve inte- ressare nelle attuali circostanze dell' Ospedale, va soggetto nel piano attuale del 1804 a due disordini. I medici suppleraentari, ai quali incombe l'astanteria sono medici per la massima parte gia provetli e giu adoperati per la citta, quindi mal soffrono la necessaria subordinazione, e mancano ai doveri del- I'astanteria. In secondo luogo non essendo questa delicata incumbenza dell'ac- cettazione applicata a medici appositi, ma cambiata per turno, non possono gli astanti conoscere le frodi e le simulazioni degli ammalati o i finti aramalati. II piano De Battisti assegnava l'astanteria non ai medici sopranumerarii, equi- valenti ai supplementarii, ma agli assistenti medici. Ma essendo anche in questo piano r ispezione vaiiabile per turno non poteva essere bene ed ugualraente sostenuta. II sig. dott. Moscati (piano del servizio medico-chirurgico dello spe- dale 1787) ritenne I'antico costume di due giovani medici specialmente addetti alia astanteria, detti percio astanti, coUa sola differenza che tolse loro la ta- vola, ossia il vitto. » Posti questi principii, egli propose che la pianta medica fosse cosi costituita, ritenuto che ogni medico ordinario avesse da visitare 100 aramalati al giorno: N. 5 medici ordinarii con L. 2000; » 5 « n » » 1500, compresi in questi il medico per il L. P. Esposti per la Senavra e il professore di clinica, il quale disimpegnava esclusivamente due infermerie; » 8 medici suppleraentari con L. 700; » 2 medici astanti con L. 300 oltre il vitto ; » 12 medici assistenti senza stipendio. Piu tardi propose che i medici astanti fossero quattro, secondo 11 piano di Firenze, dando soltanto il vitto a quelle di guardia e aumentando loro I'onorario. La proposta del direttore Strambio fu pienamente accolta. I medici di prima classe dell' Ospedale erano da scegliersi tra quelli di seconda classe, e questi tra quelli di prima classe gia in ufficio nell'Istituto di S. Corona. I medici supplementarii erano scelti fra i migliori medici assistenti. Per essere amraessi ai posti di medico assistente occorreva la laurea dot- torale, gli esami di libera pratica in una delle Universita del Regno e quattro anni di pratica. La mancanza dei medici al servizio era passibile della puntatura. Le visite mediche dovevano essere seguite da un chirurgo aiutante in so- stituzione del farmacista. Pare che non esistesse il miglior accordo fra la Congregazione di carita e il direttore Strambio, se la prima trovo di dover presentare una rimostranza su questo regolamento e specialmente suU'eccessivo nuraero dei medici ordinarii numero proposto dallo stesso Strambio e gia ridotto da quello portato dal Piano 1804. Ad onta di tale rimostranza il regolamento dovette essere attivato col giorno 8 dicembre 1812. II direttore Strambio provvide anche al miglioramento del servizio degli — I.XV — intennieri, col retribuire i serventi di giorno con L. 1.30 italiane e quelli di notte con L. 1. 25 italiane, fissando a 21 i prinii e a G i secondi. Nel 1817 essi domaudaroiio on sussidio in causa dell' incarimoato dei generi di prima necessity, ma il direltore Strambio non fu di parere cho la doraanda venisse esaudita por qneste piustissime osservazioni: « Sebbene il soldo depli inferniieri possa essere loalnionte scarso in quosli « tempi, non sarei per6 d'opinione n^ di lore aumentarlo, ne di assognar loro « uu sussidio. L'aumento di soldo ed il sussidio non li renderebbe ne piii di- " ligentt, ni' pit> fedcli. « lo sarei del subordinate sentiniento che per incoraggiare questa sorta « di gente, si introducesse il costume di qualche gratificazione o annua o « mensile, ai piu diligenti e fedeli. Poclii foi'se sarebbero quelli che la me- « rilerebbero. ma il premiare appunto questi pochi servirebbe di stimolo « agli altri. •» Intanto il servizio chirurgico continuo senipre a funzionare in base al piano De Batiisti. Si e bensi tentato nel 1811 da una commissione costituita dal direttore, dal capo cbirurgo Palletta e dall'ispettore, di studiare una riforma ma non furono che progetti. Nell'agosto 1814 il direttore Strambio accenno che le disposizioni dell'ar- ticolo VIII del piano 1812, malaraente interpretate dai medici, erano la sor- gente di infiniti disordini. I medici credevano che per effetto della puntatura potessero stare assenti anche senza avvertire il direttore quando loro fosse piaciuto. Egli lasci6 scritto che alcuni medici primarii e supplementary, sebbene sani e vigorosi, si astenevano dal servizio, lasciando pure che fosse loro fatta la puntatura e che qualcuno riesci perfino a stare assente in un anno 4 mesi. La cliuica medica aftidata al dottor Rasori funzionava cosi male special - mente per le sue frequenti tardanze all'orario e per la sostituzione di un pra- ticante, allievo del Rasori, che fini coU'essere pressoche abbandonata. Su questo rapporto il direttore Strambio scrisse il 28 gennaio 1815, alia Congregazione di carita, quanto segue: « Tostoche mi pervenne la notizia delle mancanze del signor Rasori, ho « creduto bene io stesso di disimpegnare le sue incumbenze visitando gli am- « malati rimasti nelle inferraerie dette di clinica. Era mio desiderio di conti- « nuare un tale impegno, si per soddisfare a molti giovani medici che mi « eccitavano alia continuazione, come anche per adoperarmi per quanto mi e « possibile al servizio del Luogo Pio ed alia pubblica istruzione, ma la soprag- « giunta rigida stagione, la mia poca salute e gli impegni della direzione medica " divenuti maggiori in quest! giorni, mi hanno con mio dispiaceie obbligato a « desistere per era dall' incominciato divisamcnto, mettendo le dette infermerie « sul piede di tutte le altre, ed assegnandovi un medico supplementario finche « altrimenti venga superiormente stabilito. Da una tale sospensione pero della « cosi detta scuola clinica, nessun danno puo nascere alia pubblica istruzione « medica: 1.' perch^ la scuola del signor Rasori riducevasi ad una breve visita « che spesso lasciava al suo assistente circondato talvolta da pochi e talvolta " da nessun praticante; 2.° perche in questa stagione pochissimi sono i giovani « medici in Milano, ecc. » Chiudeva il suo rapporto proponendo che, riattivando — LXV[ — la clinica, questa venisse affidata al dottor Locatelli, proposta che fu amraessa. Cosi il 25 settembre 1815, il prelodato dottore, assistito dal dottor Adamini> coralncio a prestare la sua opera. L'onorario del professore fu determinato in L. 500 mil. annua, delle quali L. 300 a carico del fondo per Fistruzione pub- blica. Per la clinica fu scelta la infermeria di S. Gaetano. Lo Strambio, interpellato dal Governo sulla opportunity di sostituire alle istituzioni chiriirgiche la clinica chirurgica, propugn6 la sostituzione, la quale fu approvata dal Governo stesso nel febbraio 181G, colla destinazione a profes- sore del dottor Palletta, assistito dal dottor Manzotti e colla concentrazione delle scuole di anatomia. La clinica coniincio a funzionare il 15 agosto 1816. Le scuole furono fatte cessare per decreto imperiale 19 febbraio 1818, coUocati a riposo i professori titolari. La Congregazione di Carit^, istituita nel 1807, e costituita da cittadini vo- lonterosi, mentre ha funzionato nci primi suoi anni abbastanza regolarmente, coniincio nel 1818 a sceraare di buona volonta. Le adunanze periodiche si resero quasi impossibili per mancanza di intervenienti. Le diserzioni e le impossibilita di surrogare i morti e i dimissionarii divennero normali per modo che il Go- verno dovette nel 181G mandare un coraraissario governativo e nel 1819 di- chiarare definitivamente sciolta la Congregazione di CaritA colla contemporanea nomina di un amrainistratore unico stipendiato e responsabile. II primo ararai- nistratore fu il cavaliere Bellani, che proveniva dai tribunali. Uomo euergico, e di tempra forte seppe, corapatibilmente colle esigenze dei tempi e colle abi- tudini inveterate del sito, introdurre iraportanti raiglioramenti nei servizii. Pieno di vita, laborioso, instancabile, non limito il suo compito alia amministrazione della sostanza, ma siccome successo alia Congregazione di Carita, che aveva larghi poteri, egli estese il suo intervento efficace su tutti i servizii, non esclusi i sanitarii, facendo visite iraprovvise nelle infermerie rilevandone i disordini. Nel 1821 ordino che anche nelle infermerie delle donne si osservasse il silenzio come in quelle degli uomini, proibi i discorsi ad alta voce e per la quiete dei poveri ammalati, proibi alle figlie serventi I'uso delle zoccole o scarpe sciolte dette zibrette. Da un rapporto 23 raaggio 1821 dell'ispettore dell'Ospedale, togliarao questo brano meritevole di essere conosciuto anche perche ci d^ un' idea abbastanza precisa dei disordini che avvenivano in quest'Ospedale: « Per isprimacciare e rassettare il letto agli infermi uomini si uso e ?i usa attualmente di far sedere il malato appiedi del letto. Con un tal raetodo, oltre che non si puo far la cosa a dovere, giacche parte del letto va ad essere occupata, si aggiunge I'inconveniente, a parer mio di qualche rilievo, che il malato, il quale d'ordinario non ha camicia, o se pur 1' ha, e assai logora, e esposto alia incleraenza del freddo. » Aggiunse, poi, che nel comparto femminile, durante I'operazione, venivano le degenti collocate nel letto di un'altra, comunicandosi cosi le sporcizie. Pro- pose (juindi che fosse allestito un letto portatile composto di una tola forte o sostenuto da quattro pezzi di legno che si incrocicchiavano, siraili presso a poco agli sgabelli dei ciabattini, provvedendone tutte le infermerie, si maschili che feraminili. La proposta fu accolta dairaraministratore Bellani, il quale prescrisse — LXVII — anche die tiitte le inforraerie fossero provvodiito di camicle da uomo e da donna da soiuministrare ai inalati che ne dilettassoro, Un' altra innovazione introdotta dal cav. Bellani fii quella di far costruire delle fiombe da collocare intorno al letto dei morihondi onde togliere I'aspetto triste ai viventi cii'costanti, fioiuba die ora viene collocata soltaiito iiitoruo ai letti dei raorti durante il tempo cui vengono lasciati nelle infermerie. 11 10 diceinbre 1822 il cav. Bellani scrisse alia direzione raedica queste testuali parole: « Mi ricordo di uu tempo in cui anche il servizio degli uomini ora assai « mal fatto e vi erano anche pessimi soggetti. « Alcuni se ne andarono, alcuni vennero licenziati e parte in forza dei « predetti esempii, parte in forza di buone discipline e di sorveglianza piu attiva, « il servizio e migliorato di assai. « Ma cattivi ne rimangono ancora, sebbene procurino di lasciarsi cono- « scere il meno possibile. « La introduzione dei cattivi si deve alia poca cautela con cui si ac- " cettavano una volta gli infermieri, portantini e tutte le persone di basso « servizio. « Certo e che per avere un servizio attento, fedele, caritatevole, bisogne- « rebbe ricorrere ad una religiosa vocazione, e cosi 6 nella raassima parte dei « grandi Ospedali di Francia, ma il nostro locale ed anche la nostra society « per ora non si prestano a tanta opera. » Per rimediare pero in qualche niodo ordino die fosse corapilato un elenco di tutti gli infermieri con un cenno informativo suUa loro condotta. Anche la sua energia e la sua tempra non hanno saputo trovare un provvediraento efficace e tale da rassicurarci che il servizio potesse procedere senza incon- venienti. II cav, Bellani si occup6 anche con vivo interessamento del servizio eccle- siastico e nell'atto che egli si fece a proporre un nuovo piano regolamentare, noto che da qualche tempo quel servizio era raal fatto e che se una volta si poteva ritenere congruo per il servizio che si faceva il nuinero di 8 coadjutori, il loro numero poteva essere ridotto a cinque stante la quality di servizio che prestavano. — Soggiunse inoltre che una volta i coadjutori estendevano le loro cure a procurare il ravvedimento di quegli infermi che abbisognavano di con- sigli, a dare istruzioni a quelli che o per trascurata educazione o per costumi perversi erano ignari dei principi della Religione, a confortare i moribondi che dopo I'ultimo sacramento godevano dei loro sensi, e che nulla o ben poco si faceva di tutto ci6. Concluse col dire che il loro servizio aveva assunto le forme di un mestzere e che scandali di qualche gravita erano avvenuti nel- I'interno deU'Ospedale da parte loro. 11 servizio notturno dei serventi nelle infermerie introdotto nel 1790, pare che non sia sempre state prestato con quella regolarita che sarebbe stata desi- derabile, se il Governo nel 1825 dovette prescrivere che ogni inferraeria fosse provveduta di notte di una guardia. Siccome poi ad onta di questo provvedi- mento i poveri agonizzanti si lasciavano morire senza gli ultimi soccorsi, cosi nel 1830 la Direzione medica ordinava che i medici ordinarii dovessero tra- — LXVIII — smettere giornalmeiite all'Ispettorato la nota din in;ilali afif,M'avati e alio scopo che essi fossero sollecitamente soccorsi prescriveva clie al loro letto fosse appeso un cartello colla indicazione da bevere. Nei comparti reraminili il servizio di infermiera era specialraente disim- pegnato da figlie esposte del Luogo Pio. Questo modo di provvedere ad uu tale servizio non parve il migliore al cav. Bellani, il quale nel giugno 1822 iiicomin- cio a introdurre ia quel servizio una iinportante innovazione, chiamando donne della citta e della campagna in luogo delle dette figlie esposte, che difettavano e che prestavano un servizio poco buono. Le prime donne ararnesse furono 13 che surrogarono 10 serventi licenziate o perche incapaci o perche senza cuore. Nel 1825 le donne avventizie furono divise in tre classi con cent. GO al giorno la prima, cent. 58 la seconda, e cent. 50 la terza, oltre il vitto. Nel dicembre dello stesso anno le classi furono ridotte a due, una con cent. G9 e I'altra con cent. 58. II cav. Bellani si preoccupo inoltre del modo col quale procedeva il servizio chirurgico specialraente per rispetto alle medicazioni. Egli nel 1825 fece cono- scere alia Delegazione Provinciale la sconvenienza che derivava dal fatto che i Chirurghi maggiori medicavano solo alcuni aramalati da loro prescelti e che intanto gli aiutanti medicavano gli altri senza scorta ne presenza del chirurgo maggiore e cio che era peggio un aiutante medicava oggi i malati ai n. 1, 3, 5, 7 e domani quelli ai n. 2, 4, 0, 8. Avendo egli inutilmente richiamati all'ordine i chirurghi, scrisse alia Delegazione Provinciale che era un farsi giuoco della salute dei poveri infermi e che quindi occorreva un provvedimento. La Delega- zione Provinciale si limito ad ordinare eke fosssero scrupolosaraente osservate le disposizioni del piano rcgolanientare e che quindi le medicazioni avvenissero con maggiore regolarita. Per dare una prova della energia e del carattere del cav. Bellani riferiamo un brano di una ordinanza da lui iudirizzata al direttore deil'Ospedale, D. Mazzi, per i"iprovare i disordini che succedevano nella guardia chirurgica. « II sig. direttore col citato rapporto ha riconosciuto la necessita di tenere « fermo. Tenga dunque ferrao una volta. Invigili e non lasci sempre alia am- « ministrazione il peso di reprimere gli abusi. « La indolenza, la apatia di tanti oliiciali di sanita mi fanno veramente « male al cuore. Fra i tanti motivi per i quali domandai la mia dimissione « questo non e TuUimo al certo. Giacche pero si vuole che io resti non mi « rimane che di disprezzare le indecent! conturaelie degli apati e di progredire « avanti nel mio dovere. » A migliorare il sevizio medico, nel 1827 fu dal Governo ordinato che i medici ordinari dovessero visitare i malati anche al dopo pranzo. La vigilanza e le premure coscienziose del cav. Bellani si rivelano in tutti i suoi atti. Nel 1827 scrisse alia direzione medica d'essere inforraato che suc- cedeva nell'Ospedale una seria dilapidazione, o meglio una criminosa trafuga- zione di pezze, bende e iilaccie. A rendere minore questo grave abuse si prov- videro tutte le inferraerie di un armadio chiuso a chiave. Nell'agosto 1828 la Direzione medica prescrisse che la guardia chirurgica fosse montata ogni 24 ore da tre persone, un dottore provetto in chirurgia, — LXIX — sia vice-chirurgo, sia aiutante di jirima o seconda clasiso, un dottoro o maestro ill chirurpia e un flebotomo. In quest' epoca il direttore dott. Duca coiniiicio a introdurre nol servizio cspitallero la classe dei medici chirurplii praticanli. Nel 1S;50 si fecero gli studii per riscaldare gli spaziosi ambienti dell'Ospe- dale, raa anclie dietro parere dei medici si dovette riconoscere che il loro ri- scaMamento non era possibile. Pero tre aiiiii dopo si collocarono nolle infer- merie parecchie stufe. Nel 1831 si' pose in attivita la iiuova pianta morale per il personale am- ministrativo con una spesa annuale di L. 28,956, mentre all' epoca della Con- gregazione di Carita nel 1808 la spesa era di L. 37,090. Nell' istesso anno fu messa in attivita una nuova pianta morale per gli uftici della direzione colla (lestinazione di 11 persona compreso il direttore, e compresi alcuni ragionieri, i quali avevano I'incarico di attendere alia contabilita speciale della beiieficenza, clie per il patrimonio eravi un altro ufficio di contabilitd dipendente dalla ani- ministrazione. 11 personale ecclesiastico dell'Ospedale e del L. P. di S. Caterina, costituito da un rettore e da 9 coadjutori, dietro ordine superiore fu posto nel 1831 sotto ]a iramediata dipendenza del parroco di S. Nazaro, iacendo cos'i cessare la par- rocchialitA in luogo. Nel 1S35 si fecero tentativi per dotare I'Ospedale di una biblioteca medica, ma la superiority non accolse la proposta che era stata fatta di acquistare i libri della libreria Rejna del valore di L. 6000 in considerazione dell' enorme sbilancio delle finanze ospitaliore. E se 1' Ospedale ora possiede una biblioteca, }icca di circa 13,000 volumi e di opere pregevolissime, la deve al dottor Carlo DeU'Acqua, il quale nel 1846 legava all'Ospedale tutta la sua biblioteca di quasi 3000 volumi e L. 50,000 per provvedere colle rendite relative al suo incremento. La nuova biblioteca fu attivata nell' istesso anno. Per provvedere alia deficienza dei locali, ove coUocare i malati, nel 1837 si ridusse ad infermeria un locale che serviva per lavorerio e nel 1841 si fece innalzare il tetto della infermeria degli Scalini, per costruirvi superiormente una nuova infermeria, alia quale fu poi data la denominazione di Sala Imnia- colaia. Nel 1849 se ne fece costruire un'altra superiormente a quella del Fosso colla denominazione di S. Andrea. Nel 1843 venne sistemato anclie 1' ufficio di accettazione dei malati, asse- gnando alio stesso n. 4 funzionaiii, rotribuito il capo d' ufficio con L. 1300. La gestione interna economica che fin qui fu altra delle principali attri- buzioni della direzione medica, vonne nel febbrajo 1844 per sovrana risoluzione .'tffidata all'Amrninistnizione e nell'istesso anno vennero create tre separate di- rezioni per I'Ospedale Maggiore, il L. P. degli Esposti, e la Senavra. Le mansioni maggiori caricate agli ufficii amministrativi in causa della gestione interna eco- nomica resero necessaria la revisione della pianta morale del 1831, la quale era divenuta insufficiente ai bisogni, e gli studii fatti in proposito condussero ad una nuova pianta morale, che fu approvata nel 1845 con una spesa annua di L. 58,300, esclusi pero i servizi di guardaroba, dispensa e magazzeni. Altra conseguenza dell'aver staccata dalla direzione la gestione interna economica si — LXX — fu di dover compilare una nuova pianta morale per quegli uffici, la quale fu approvata nell'agosto 1815. II servizio delle infermiere, sistemato, come abbiamo vedulo, dal cav. Bel- lani, col richiarao di donne dalla campagna e coll'abbandono della consuetudine di destinare a quel servizio le figlie esposte procedette regolarmente e con sod- disfazione nei primi anni, ina poi lasciate quelle donne in abbandono e mal sorvegliate e fors'anco mal consigliate dalle figlie esposte che tuttora si trova- vano in servizio, finirono col rendere un servizio poco soddisfacente e anche col lasciar aperto 1' adito a censure e a rimarchi specialraente dal lato della iiioralita. Le cose arrivarono a tal punto che non fu possibile lasciare senza uu provvedimento un si importante servizio. E il provvedimento allora adot- tato, e che noi non esitiamo a dicliiarare molto giudizioso e salutare, fu di introdurre nolle inferraerie delle donne le Sucre della Carita, istituzione tanto benemerita della umanita sofferente. Nel marzo 1845 ne entrarono in servi- zio 10. Dopo un anno il numero venne portato a 20, anche alio scopo di poter accollar loro una doppia guardia notturna. Nel 1847 estesero il loro servizio al coniparto vajolosi e nel 1850 alia cucina. La Rappresentanza Ospitaliera fu cosi soddisfatta dei loro servizii che nel 1851 ne richiamo altre 6 destinandole alle divisioni chirurgiche maschili. Altre 6 assunsero nel 1852 il servizio di sorve- glianza anche nolle quattro infermerie terrene del coraparto maschile. Piu tardi nel 1857 venne loro affidata la guardaroba, la dispensa ed altri servizii, pre- stando sempre e ovunque un'opera intelligente, solerte e caritatevole. E se ora il servizio delle infermiere e ben diretto e lascia ben poco o nulla a desiderare lo si deve alle Suore, le quali hanno saputo inspirar loro dei sentinienti pietosi e religiosi, quali sono indispensabili in chi e chiamato alia nobile missione di assistere i malati. Ci auguriamo che possa venir presto il giorno in cui le in- fermiere possano essere applicate completaraente anche ai comparti maschili, ai quali in parte gia prestano i loro ufficii. L' accettazione dei malati regolata da norme staccato e promulgate di quando in quando e a seconda delle circostanze dalla Rappresentanza ospita- liera fu sistemata con norrae regolamentari nel 1847, norme che furono pub- blicate e che contengono fia le altre queste disposizioni : " Hanno diritto al ricovero gratuito nello Spedale Maggiore di Milano i « malati miserabili e sanabili appartenenti ai Corauni del gia ducato di Milano « e determinati dagli atti di istituzione del Pio Luogo. « I malati della Citta di Milano, sebbene abbiano diritto alia cura gratuita « dei medici e chirurghi ed al godimento dei medicinali a carico del Pio Isti- « tuto di S. Corona, sono accolti nello Spedale, se nella loro poverta non ba~ « stano le prestazioni di quel Pio Istituto. « Sono esclusi dalla cura gratuita con richiarao della deterrainazione « 29 luglio 1811 N. 14790 del Ministro dell'Interno: « I malati di malattie croniche ed incurabili; « i malati di scabbia ; « i malati di tigna; « i malati di sifilide; « i malati di idrofobia. — LXXI — « L'informo doraiciliato in Milano per essere accettato nell'Ospedale dovra produrre mi attestato del medico o chirurgo di S. Corona o di altro medico chirurgo della Citta, e un attestato del Parroco comprovante la mise- rabilita. « L'inferrao domiciliate fuori di Milano dovn\ presentare un attestato del « medico o chirurgo condotto espriniente la malattia e un certificato del Par- « roco comprovante la miserabilita. » Gli amraalati, esclusi dalla beneficenza gratuita, non potevano essere am- messi senza la produzione di una obbligazione dell' Autorit;\ coraunale per il pagamento della pensione. Nel 1S4S, durante le cinque giornate, I'Ospedale accolso i feriti 8 i morti, seppellendo questi nei sotterranei della Chiesa dell* Ospedale stesso e precisa- mente nei sepolcri che nei secoli scorsi servivano per il seppelliraento dei morti. Durante la rivoluzione il popolo demoli il Cascinotto che, come s'h detto, sor- geva suU'area di contro alia facciata del fabbricato Sforza. Una innovazione da tanti anni reclamata venne introdotta per rispetto ai letti dei malati col surrogare lettiere di ferro ai cavalletti di ferro e ai letti di legno. Alia pianta morale della direzione del 1845 ne venne sostituita un' altra nel 1849, comprendendo in questa il personale sanitario e la Farraacia. Furono assegnati 12 irapiegati alia Direzione, compresi il Direitore e I'lspettore, 107 medici e chirurghi, compresi tre raedici assistenti per I'Astanteria medica da essere disimpegnata dagli assistenti per turno di anzianita per due anni e 22 farraacisti. Questa pianta morale fu riformata per la parte riguardante la Farmacia e gli Ufficii della Direzione nel 1853, assegnando alia prima 22 far- raacisti, e ai secondi 13 funzionarii. Nel 1858 la pianta morale della Farmacia fu limitata a 21 parsone. Non fu corapreso il servizio ecclesiastico perche nell' istesso anno 1849 il Feld-Maresciallo Radesky ordino la sostituzione dei Padri Cappuccini al clero secolare che ebbe il torto di essersi troppo favorevolmente pronunciato in fa- vore del risorgimento italiano e di essersi adoperato nelle cinque giornate alia fabbrica di palle di piorabo. Nel 1854 fu deferita ai Cappuccini la parrocchia- litA deir Ospedale, di S. Caterina e S. Antonino togliendoli dalla dipendenza del Parroco della Chiesa di S. Nazaro. Per rendere piu immediata la tutela superiore e fors'anco in odio all'Am- rainistrazione ospitaliera, nel 1850 venne istituito nell'Ospedale un Collegio dei Conservatori con facolta un po' piu larghe di quelle attribuite all'Amministra- tore e al Direttore. Era un ufficio intermediario fra la Amministrazione e la Delegazione Provinciale, la quale continuo ad esercitare la sua autorit^ e sul Collegio dei Conservatori e sull' Amministrazione. L'istituzione tutt'affatto spe- ciale per I'Ospedale cesso nel 1850. I medici dell'Ospedale prima della raet4 del secolo XVIII erano ritenuti in servizio prima per un quinquennio, poi per un triennio. Fu soltanto da quell'epoca in avanti che essi, come gli altri funzionari del Luogo Pio, furono dichiarati stabili. Peru nel 1855 la Delegazione Provinciale sottopose all'esame della Direzione medica il quesito se non conveniva sostituire medici biennali ai — LXXII — medici stabili. Allora la Direzione manifesto il suo parero scrivendo: « Che il « sistema dei medici chirurghi biennali pare die debba ofTrire dei vantaggi * negli Ospedali provinciali e specialmente in quelli che accolgono uno scarso « e determinate numero di malaU, e die lianno al)bondanza e opportunity di « locali per fornire alloggio agli stessi medici e cliirurghi, ma die tali van- « taggi, dei quail e certamente il primo quello di poter dare al Pio Luogo dei « funzionari ben qtialificati e di allontanarne per serapre quelli di minor rae- « rito, verrebbero controbilanciati da molti inconvenienti in un nosocomio, « quale e questo, il quale e p^r la illiraitata accettazione di malati, e per il « numero grande di funzionari die deve aver serapre a sua disposizione occupa « un posto affatto distinto; — die i medici e chirurghi secondari biennali non « potrebbero quivi trovare comodita di alloggio, mancando perfino lo spazio « alia collocazione degli stessi ammalati ai qua'.i e forza ad ogni tratto di pro- « curare delle case sussidiarie e facendosi sontire anche per parte di tutti gli « uffici gravi lamenti per le angnstie di locali in cui si trovano. E noto che « molti impiegati che hanno dovcre e diritto di alloggio nello stabilimento « come rispettore ed altri abitano fuori di luogo ; — che la grandezza colossale « dello stabilimento e il numero grande e sempre variabile dei malati che vi « si accolgono fanno che lo stabilimento stesso abbia bisogno d'una certa scorta « di funzionari sia per proporzionarli alia plena dei malati, sia per supplirc « alle eventual! mancanze, la quale scorta si ha attualraente per la prospettiva " di una carriera e mancherebbe quando i medici e chirurghi secondari dopo « un biennio od un quinquennio fossero irremissibilmente licenziati ; — che « la stabilita dei medici e chirurghi secondari in questo Ospedale permette di « assegnare loro un modico stipendio, il quale, se fossero biennali, dovrebbe « essere per lo meno duplicate con aggravio notabile del Pio Luogo, stante il « numero grande degli stessi funzionari; — che !a stabilita di tutto il corpo « sanitario fa che anche coloro che coprono i posti pin bassi si aflfezionino « alio stabilimento e vi si adoperino con tutto lo zelo nella speranza di future « proniozioni. « Del resto se il sistema. dei funzionari biennali ha per iscopo di prepa- « rare dei buoni medici condotti alia campagna, questo e gia raggiunto nel- « rOspedale di Milano anche col sistoaia dei secondari permanenti. Perocche « (! un fatto che ogni anno piu d'un giovine medico dopo aver qui servito per « qualche tempo, massime nelie sale chirurgiche, passa in qualche condotta « sia per propria vocazione, sia in forza di speciali circostanze. » La proposta non ebbe seguito e nello stesso anno fu approvata una nuova pianta morale per il personale sanitario costituita da 16 medici primari, 3 me- dici aggiunti per I'Astanteria , 16 medici semplici e IG assistenti gratuiti, 6 chirurghi, 6 aggiunti, 22 chirurghi aiutanti, 17 assistenti gratuiti. Ad onta che si siano di quando in quando aperte delle case succursali per accogliervi i malati, la cui aflluenza si faceva maggiore, i locali furono sempre imparl ai bisogni. Nel 1850 per far posto si dimezzarono le infermerie terrene del comparto maschile per costruirvi superiormente altre quattro infermerie che presero la denominazione di S. Nazaro, S. Fedele, S. Stefano e S. Bar- naba, e che costarono la spesa di L. 145,664. — LXXIII — In consiilera/.ione di una grave crisi auaoaaria si dovette nel I80G auinon- tare gli stipendi del porsonale di servizio e inoilificarne la pianta morale portando a 130 le persone addettovi, conipresi i portantini, i portinai, cuci- nieri, ecc. Per I'istessa rapione fu inodillcata la pianta morale per gli uffici amniinistrativi. Nel ISoO si conipilo una nuova pianta morale per il personale di servizio ferarainile asseguandogli 131 persone. Da pai-ecchi anni i medici priraan dell'Ospedale lamentavano rinsalubritjx delle emanazioni delle acqiie del Laghetto col quale coulina il fabbricalo del- rOspodale. Si tentarono diversi prowediaienti, raa sempre con risultato nega- tive. II Laghetto colle sue insalubri emanazioni sussisteva tuttora nel 1857 quando I'lmperatore d'Austria Francesco Giuseppe 1 venue a visitare I'Ospe- dale. Fu in quella occasione clie la Rappresentanza ospitaliera dimostrava al Sovrano la insalubrita di quel bacino, e la necessita di sopprimerlo nell' inte- resse della salute dei malati (1). Qualclie giorno dopo la visita, I'lmperatore ordino I'interraraento, opera che fu tosto eseguita. (1) Diamo qui alcune notizie storiche sul Laghetto e specialmente suUa sua origine la quale risale fino all'epoca della costruzione del Duomo e crediamo tanto piii opportuno far questo in quanto che negli annali della fabbrica di quel grandioso monumento pubblicatisi in questi ultimi anni, non si e fatto alcun cenno deirorigine del Laghetto stesso. L' omissione non e tutta da attribuire ai compilatori di quegli Annali, ma alia circostanza che gli atti relativi furono nel 1805 rilasciati all'Ospedale allorche divenne proprietario del Laghetto. Le noiizie stesse le abbiamo tolte da un quinternetto deU'epoca nel quale furono cosi registrate : MCCCLXXXVIII fu supplicato per il Vicario ct XII de la provixione et per quali erano deputati ala fabrica dela giexa mazore de Milano fu supplicato al Duca Giov. Galeazzo li con- cedesse in dono per fare il lagheto et tuto el tereno fino ale mure de S. Stephano et tuta la strata fina al mercato del Brolio de S. Stephano et la casa de Policreto, hedificata supra le rippe del Laghetto che aspectano ala fabrica con questo che lacqua del tosso se mandasse fiua al Castello et cossi fu concesso come appare per lettera ducale. MCCCLXXXVIII fu supplicato per il Vicario de la provixione et per li XII de la provi- sione a nomine dela fabrica de Madona Sancta Maria Mazore de i\Iilano a Joh. Galeaz. Visconte Conte di Virtu et Vicario generale imperiale de Milano tuto el tereno per fare el lagheto et tuto el tereno fino ale mure de Sancto Stephano et per questo la casa de Protasio Luono se domanda hedificata su ie ripe del Lagheto et fu concesso di rompere el muro de la citk per intrare le nave dentro el Lagheto caragate de marmoro et sarici et altre robe per la fabrica et fu facta ad spexa de la fabrica et el tereno dela corte de Dona de Vico se de la fabrica. MCCCLXXXVIII Johanne Galeaz Visconte Conte de Virtu dono ala fabrica de fare el Lagheto a sue spese con el pacto che la fabrica mantenexe una ferata de fero de legnamo ala intrata del Lagheto che seraxe ala nocte per segure/.a deli datiarii et fu facto la concha a la tore de lo Imperatore (al Ponte di S. Croce Molino delle Armi gii di propriety del- rOspedale) a posta dp la fabrica per intrare in el fosso per venire in el Lagheto con le nave careghate de marmoro et altre robe per uso de la fabrica. MCCCLXXXVIII adi 8 d'octobre. Iterum fu supplicato al prefato Duca per li suprascripti Deputati volesse liberamente donare tute le acque che pervenivano in el fosso ala fabrica et il prefato Duca volse bene intendere se laqua del fosso podesse servire al castello non et liberamente il Duca conccsse, servire non, che liberamente fusse de la fabrica. MCCCCVII adi .... lohannolo de Vico patre et Donk de Vico se investiti de la fabrica de quelo tereno et corte ultra il tereno de lo Arcivescovo de Milano per lire 9, soldi 10 I'anno — LXXIV — La Direzione ospitaliera, alia quale nel 1845 fu tolta la gestione interna economica, tanto insistette e tanto fece presso la Superioriti, finclie nel 1858 le fu ridonato un tale rarao di servizio, il quale fu staccato dall'Atnministra- zione. Ma questa nuova sistemazione richiese naturalmente un maggior nuraero di personale senza tener conto delle maggiori spese che ne vennero all' Ospe- dale, lasciata libera la Direzione di spendere e spandere senza alcun controllo e senza alcun freno. Cosi all'unico ufficio economale si sostituirono due uffici econoraali, uno per rAmrainistrazione e I'altro per la Direzione. Divenute mag- giori le attribuzioni di quest'ultima si dovette nel 1858 riformare la pianta morale degli altri uffici, aumentandone gli stipendi. Tre anni dopo si senti il bisogno di compilare un' altra pianta morale per gli uffici della Direzione con un ulteriore auraeato degli stipendi e contemporaneamente si formo un'altra pianta morale per il personale sanitario, il quale fu costituito da 113 persone fra medici chirurghi. N^ I'angustia dei locali che si faceva sempre maggiore, ne 1' affluenza dei raalati, trattenne la Rappresentanza ospitaliera dall'allestire infermerie e case speciali per i militari feriti nel 1859, rendendo cosi, come in ogni occasione, importanti e segnalati servizii al paese e alia umanita soflferente. Agli 8 di giugno vi si trovavano degenti 347 militari feriti, tra francesi ed austriaci, i quaJi aumentarono dopo pochi giorni fino al numero di 54G, essendosi messe a loro disposizione altre quattro infermerie. fino ad anni VI finiti 1413 et questo fu il principio a fictare il tereno del Lagheto per csscre facto et Lagheto per la fabrica. MCCCCXXVII die III Octob. et suprascripto dovra fezo una conventione con li agenti de la prefata fabrica et se oblige a mantenire il fosso navigabile dal ponte de la Vitabia (vicino alia Torre dell' Imperatore) che le nave de la fabrica potessero intrare caregate de marmoro et altre robe per uso de la fabrica et tenere palificato et spaciato el fosso et il Lagheto a sue proprie spexe et che le altre nave che intravano in el fosso per venire al Lagheto et se faxeva pagare tanto per nave senza essere giudicato da nessuno liberamente. MCCCCXLVIII la Signoria de la liberta (repubblica ambrosiana) dono la concha ala fabrica et non fu usata piia quella concha chera ala Tore de lo Imperatore e bexogno a vol- zare la rive di galvagnolo zoso (?) de tereno per havere hauto in dono la concha de porta ticinese. MCCCCXLVIIII adi 28 de giunio li deputati de la fabrica hano supplicato alia Signoria de la libertb, concesseno litere del tenore del Duca Job. Galeaz. Conte de Virtu che li agenti dela fabrica possono disporre del Lagheto liberamente senza impedimento del Comune di Milano ne de altre persone et posseno removere le cassine suxo le rive del Lagheto et fare de le altre de novo. MCCCCL adi XVI martii el Duca Francesco Sforza intro in Signoria de Milano et dono I'offitio de aprire et serare la ferrata del Lagheto ad Ant. Aluysio de Parma camarero suo et cugnato dell'infrascripto Mag Xristoforo et la fabrica prego dicto Mag Xristoforo per essere cugnato del dicto Mag Aloysio concedesse dicto affitio de sarare e aprire dicta ferrata a esso Mag Kristoforo e concedete havesse il suprascripto offixio Mag Kristoforo Luono patre de mi Policreto (sembra questo Policreto Luono I'autore di questa cronaca) la fabrica ordin6 lib. Ill al mexe per il salario suo la litera sic registrata ai libri de la fabrica per la segu- reza de li datiari azio non se portasse robe per il fosso de note ed anche azo che il Lagheto fosse libero da la Comunita de Milano perche posso la morte del Duca Filippo tute le ripe furono butate tute in comune. — LXXV — Nell'aprile ISOO, Massimo d'Azeglio, governatoro di Milauo, visito I'Ospedalo, dal quale si allon(an6 fortemente scandolezzato del modo col quale i morti venivani) coUocati nel depositorio e sepolti I'uuo a ridosso dell'altro e senza cassa. — Queste osservazioui portate poi a cogniziono della Rappresentanza ospitaliera condussero, coino vedreiuo, ad uq seiisibile migliorameuto di un tale servizio. II nuovo ordino di cose inauguiato col 1859 fece si clie la presenza dei Cappucciui nell'Ospedale non raccogliesse tutta quella simpatia die pur si meritavano per i servizii zelauti che avevano prestato. Non si vollero piii. Quantunque lo stesso governatore riconoscesse che in fin dei conti il loro in- tervento neU'Ospcdale non poteva nuocere ai sentiinenti patriottici dei quali i malati potevano essere aniniati, e quantunque trovasse che non era il caso di cacciarli dall'Ospedale civile, mentre prestavano i loro servizii all'Ospedale rai- litare, pure dovette cedere e decretare il loro licenziamento e la sostituzione del clero secolare (31 agosto 1860). Un buon vecehierello, Ignazio Resnati, cui stava a cuore il miglioramento del servizio degli infermieri, chiam6 erode I'Ospedale coH'obbligo di convertire le rendite nel miglioramento dei loro salarii. Cosi nel 18C2 si comincio a met- tere in corso a loro favore un soprassoldo col titolo Resnati. Per gli effetti della legge suUe opere pie, con decreto 30 agosto 1863, fu istituito il Consiglio degli Istituti Ospitalieri per la direzione ed amministra- zione dell'Ospedale Maggiore, dell'Ospedale Ciceri detto Fate-bene-sorelle e dei Luoghi Pii Esposti, Senavra, Secco Comneno, Macchi, Del Sesto e S. Corona. II Consiglio entro in carica il 1." dicerabre 1SC3, sotto la presidenza del nobile don Carlo D'Adda. L'araininistratore stipendiato, I'avvocato Vincenzo San Pietro, cesso col detto giorno di funzionare, essendo stato precedentemente collocate a riposo. La direzione medica continu6 fino al 1.° maggio 1865. Essa approfitto della venuta del Consiglio, che aveva facolta larghissime, per raramentare la necessita che vi sarebbe stata, anche in relazione ai rilievi fatti da Massimo d'Azeglio, di trasportare i morti dell'Ospedale con cassa e per proporre una raigliore sistemazione del servizio di lavanderia, 1' introduzione della illumina- zione a gaz, la proibizione del passaggio del pubblico attraverso il grande cortile, non che altre proposte non di rainore importanza, proposte tutte che furono accolte, ma piu tardi, come vedremo. II primo atto fatto dal Consiglio fu di repriinere un abuso, coll' ordinare al personale sanitario e in ispecial modo al chirurgico, di interveuire all'Ospedale anche nel giorno di Natale, nel qual giorno le medicazioni venivano lasciate fare dagli infermieri con grave danno dei degenti e discredito del corpo sani- tario, — A quest'atto fece seguito, nel dicembre 1863, una sistemazione prov- visoria del servizio chirurgico e in ispecial modo della guardia chirurgica, la quale venne costituita da sei funzionarii, cio^ un aggiunto chirurgo, tre aiu- tanti e due assistenti, rinnovabile ogni quattro giorni in luogo del turno otta- vario e colla prescrizione che fosse coperta costantemente di giorno e di notte da uu aggiunto e da un aiutante. — E per ottenere un miglior servizio da parte del personale sanitario, raramento la applicazione della pimtaiura in confronto dei medici e chirurghi, che si tenessero assenti dal servizio senza - LXXVl — legittimo o giustificato motivo e I'obbligo della visita vespertina. Sia il richiamo (l(>lla applicazione della pimtatura, sia I'obbligo della visita vespertina, suscitarono dei reclaini da parte del corpo sanitario, reclami che il Consiglio dichiar6 in- sussistenti e ingiustificati, dacche non si trattava della introduzione di nuovi obblighi e doveri, raa del richiamo di disposizioni che dovevansi ritenere in pieno vigore, e che se non lo erano cio dipendeva da un abuso e da una tol- leranza inopportuna. 11 Consiglio, prima di adottare le proposte di miglioramento dei servizii fatte dalla direzione e prima di incontrare spese straordinarie, voile conoscere le condizioni finanziarie del Luogo Pio. I suoi studii li fece prima di tutto e in modo particolare sul preventivo dell' anno 18G4, pubblicandone i risulta- menti con alcune considerazioni. Si affretto a dire che le cifre erano una in- grata rivelazione di angusiie, e che I'htituto che si era avvezzi a indicare ccU'appellativo di grande, era appena grande di niiserie, e che esso si (rascinava fra le avversative e gli stentij logorando la sua proverbiale for tuna. La rendita lorda del patrimonio fu esposta in . L. 2,307,440. 58 Le passivita e le spese patrimonial! si preventivarono in » 1,722,1GL53 con una rendita depurata di ...... L. 645,279. 05 la quale, aumentata dai proventi delle pension! de! ricove- rati a pagamento in » 452,846. 77 veniva a dare un importo di L. 1,098,125.82 col quale sopperire alia spesa di beneficenza preveduta in » 1,473,614.31 con una conseguente deficienza di . . . . L. 375,488. 49 E questa deficienza enorme si verificava ad onta che neli' ultimo decennio s! fossero raccolt! de! valor! cospicui per eredita e legati, circa L. 7,500,000. 11 Consiglio mise poi anche in evidenza gli enormi credit! dell'Ospedale verso I'erario per le spese di mantenimento dei pazzi e degli esposti. 11 Consiglio non tardo a rilevare che la gestione interna economica affidata alia direzione non dava a questa altra responsabilita finanziaria che quella dello spendere, raentre la amministrazione aveva quella ben piu scabrosa del fornire i mezzi, Cessata la amministrazione e inaugurate un nuovo sistema d! gestione e di direzione, parve giustamente al Consiglio che anche in pendenza della compilazione dei nuovi regolamenti si potesse introdurre in quel servizio una modificazione, la quale, mentre apportasse al Luogo Pio una economia di spese, gl! lasciasse poi non soltanto il compito di procurare i mezzi, ma anche quello di controllare le spese. A quest' intento con deliberazione del 21 febbraio 1864, decretava la concentrazione in uno solo dei due econoraati amministrativo e direttivo. L'ordinamento della farmacia non era impresa tanto facile. Occorrevano studii e discussion!. Pero il Consiglio non tralascio di adottare anche per rispetto a questa importante officina dei provvedimenti atti a rendere minor! le spese dei medicinali. Basto rivedere, in concorso di una speciale commissione, la far- — LXXVII — niacopea per ottenere nel ISOl, una minor spesa per medicinali di L. 44,512 per r Ospedale o di L. '22, 1572. 15 per I'lstituto di Santa Corona in confronto del 1803. La diminuzione non fu nemmeno in relazione al minor numero di malati curati, poiche nel 1863 I'urono 31,550 e nel 18G4 raggiunsero il nu- mero di 28,018. Intanto che si stavant) adottando questi provvedimenti transitorii, si lavorava dal Consiglio alia compilazione dello statuto organico e dei regolamenti ammi- nistrativo e sanitario e delle piante niorali. Lo Statuto richiese molto studio in quanto che non ne preesisteva alcun altro, e bisognava comprendere nello stesso tucte le disposizioni che regolavano I'esercizio della beneficenza e che avevano relazione ai raezzi delle varie Cause Pie sottoposte al Consiglio. Lo Staluto organico fu approvato con decreto reale del 2 dicembre 18GG e i regolamenti amministrativo e sanitario con decreto 14 febbraio 18G5 della Deputazione provinciale. Fra le importanti disposizioni dello Statuto sonvi queste: che 1' Ospedale accogb'e a cura gratuita, nei limiti dei proprii mezzi, / poveri infermi di ma/allie acute e sanabili e non croniche, i quali apparlengano alia cilia di Milano ed ai Comuni ammessi per consuetudine al benepcio o siano ivi dimoranti. Non sono ammessi a cura gratuita, benche poveri e appartenenti alia cittd e ai Comuni ammessi al beneticio o ivi dimoranti, quelli provenienti da un Comune o un maudaraento provveduti di Ospedale. — L'Ospedale ricovera e cura, mediante rimborso delle spese e nei limiti della capacity prestabilita negli speciali comparti, i cronici poveri, gli idrofobi e gli infermi di malattie contagiose (sifilitici, tignosi, scabbio^^i, vaiolosi, colerosi, petecchiosi, ecc). Lo Statuto amraette alia cura anche i non poveri, mediante il pagamento della pensione calcolata in base al costo di un malato. II Regolamento amministrativo da le norme sul raodo di funzionare del Consiglio e degli ufficii e si esteude ad alcune disposizioni speciali per gli ira- piegati. La piania morale degli ufdcii amministrativi fu costituita da 65 per- sone, con una spesa annuale di L. 131,500. Col regolamento sanitario si assegnarono tredici divisioni al servizio delle malattie mediche comuni, acute e croniche, compresi i vaiolosi, i pellagrosi, gli scabbiosi, i deliranti. Per il servizio chirurgico i'urono assegnate 7 divisioni, 6 delle quaii per le forme acute ed una per le croniche. Si eressero a specialita le malattie sifiliiiche, quelle degli occhi, della pelle, dei bambini e delle doune gravide, costituendo quattro distinte divisioni. Ogni divisione medica venne affidata ad un primario, ad un aiutante e ad assistente. A ciascuna delle 7 divisioni chirurgiche furono assegnate un primario, un aggiunto, due aiutanti e due assistenti. Fu sancita la raassima che a formare parte del corpo sanitario dell'Ospedale non venissero ammessi che individui forniti del doppio diploma di medicina e chirurgia e che tutti i posti dovessero venire conferiti dietro pubblico regolare concorso, e cioe per titoli o per esame o per I'una e per I'altra forma i posti di primario, e per titoli i posti di aggiunto aiutante, di assistente e di prati- cante stabile. Fu tolta la reciprocity fra i medici deH'Ospedale e quelli di S, Corona, essendosi per quest' ultimo Luogo Pio creati dei medici condotti. — LXXVIII — Fu istituita unacattedra di anatomia chirurgica, la quale, attivata il 14 no- vembre 1805, cesso nel 1871. La pianta morale per il personale medico chirurgico fu co?tituita da 111 persone coiraggiunta di altri 6 funzionarii per I'ufficio di accettazione dei malati. CoH'attivazione, avvenuta il 1.° maggio 18G5, dei succitati regolamenti cess6 di funzionare la direzione medica, venendo assorbite le relative incombenze dal Consiglio sussidiato da un consigliere e da un segretario medico. Non essendovi piu posto nelle inferraerie, il Consiglio con circolare a stampa in data 26 febbraio 1864 invit6 i Comuni a far precedere all'invio dei malati la domanda di ammissione e cio alio scopo di evitare possibilmente i rimandi. Non fu detto per6 che una simile domanda occorresse anche in caso di vera urgenza di ricovero. Durante il 1864 il Consiglio fece costruire una Lavanderia a vapore, con una spesa di L. 146,452.00 ; fece pratiche presso la Prefettura perche i Comuni avessero ad inviare i malati col mezzo di vetture appropriate, — limito a L. 5 la tassa da pagare per il trasporto dei cadaveri delle persone curate gratuita- mente e morte nellOspedale, facendo cosi cessare la pratica di richiedere il rimborso della meta delle spese di cura, — provvide all' allontanamento dei malati insubordinati ed oziosi e dei malati di professione, — disciplin6 la som- ministrazione dei cinti e presidi chirurgici, attivando controlleria atte a fre- nare gli abusi e a migliorare il servizio a tutto favore dei bisognosi, — fece dichiarare a carico dei Comuni le spese per il rinvio a domicilio dei convale- scent!, dichiaro di lasciare plena liberta di coscienza in materia di religione ai malati. Nel febbraio 1805 venne atlivato un nuovo turno di guardia chirurgica costituita in ogni giorno da sette funzionarii, i quali montano la guardia ogni 8 giorni, E per rendere minore il disturbo, che ne veniva ai rico.verati dalle visite quotidiane degli estranei nelle inferraerie, e in relazione a precedenti proposte, deliberava nello stesso mese di limitare a due alia settiraana le vi- site stesse. Finalmente, dopo tante proposte andate a vuoto, dopo tanti reclarai, il Con- siglio riesci a mettersi d'accordo col Municipio per far cessare, anche in vista di una invasione colerica, il passaggio del pubblico attraverso il grande cortile deirOspedale mediante la costruzione di un ponte di legno al Laghetto. Lo spazio del Cascinotlo di contro alia facciata del fabbricato Sforza, cesso di servire ad uso di raercato dei latticini nel 1800 allorche fu dato in affitto al Municipio con facolta di destinarlo ad uso posteggi per vendita di oggetti diversi, facendo cosi cessare un grave disordine. Fra i miglioramenti di qualche considerazione introdotti dal Consiglio e meritevoli d'essere conosciuti non vanno dimenticati: 1' introduzione della illu- minazione a gaz, avvenuta nel marzo 1866, I'istituzione di una cattedra di pa- tologia e di clinica medica, durata dal settembre 1866 al marzo 1868, la no- mina di un dissettore analomico fatta nel 1807, la surrogazione delle coperte bianche alle colorate in uso per i letti nelle inferraerie, avvenuta nel feb- braio 1807, la attivazione, di un nuovo sistema di protocollazione degli esibiti in forma piia semplice e piu razionale e richiedente minore coUaborazione, il — LXXIX — niiglioramento delle latrine per il quale furono adottate le proposte e i supgori- menti di una spociale Corainissione. A tutti quosti miglioramcnti di servizio fece seguito una misura vorameute lodevole, quella di avere attivato col 1" gen- naio 18G0 un nuovo mezzo di trasporto dei niorti dell'Ospedale al Cimitero, facendolo seguire di giorno e raettendo i cadaveii in casse separate, mentre tiQO a tutto il ISGS il trasporto avveniva di notte e i cadaveri erano sepolti senza cassa e alia rinfusa. E con questo provvedimento si accolsero le pro- poste del governatore Massimo D'Azeglio, il quale come abbiamo detto, aveva fin dal ISGO rilevata la sconvenienza del modo col quale si provvedeva alia sepoltura dei poveri niorti nell'Ospedale. Lo stesso giorno 1° gennaio 1869 venne inaugurato un nuovo servizio di guardia cbirurgica stabile costituita da ua chirurgo capo, da un aggiunto, no- minati stabilmente e clie si alternano per turno, da tre aiutanti e da otto assistenti di chirurgia. Al regolaraento sanitario del 18G5 ne fu sosiituito un altro nel 1871 colla istituzione di un unico ufTicio per le incurabenze relative tanto alia accetta- zione dei malati, quanto alia aslanteria raedico-cbirurgica coll' applicazione di un Capo nella persona di un chirurgo, di due aggiunti, tre aiutanti e tre assi- stenti per le incurabenze di chirurgia, di tre aggiunti per quelle di medicina e di quattro impiegati per le registrazioni dichiarando stabile il capo, i due aggiunti chirurghi, e i tre aggiunti medici non che gli impiegati di registra- zione e subordinando I'opera degli altri a un turno prestabilito. Fu soppresso il posto di professore di anatomia cbirurgica, e in surrogazione fu istituito un incaricato delle esercitazioni chirui-giche coU'obbbligo di dare un corso di ope- razioni chirurgiche e di relativa anatomia topografica sul cadavere. Fu inoltre istituito il posto di capo medico, al quale piu tardi fu applicata la qualitica di medico direttore. Questo regolamento sanitario del 1871 stette in vigore soltanto 3 anni, poiche nel 1874 ne fu compilato un altro con poche raodificazioni ia con- fronto del precedente. Nel 1872 si compile un nuovo regolamento amministrativo in surroga- zione di quelle del 1865, regolamento che funziona tuttora, salvo qualche mo- dificazione introdotta negli anni successivi. Nello stesso anno si diede alle infermiere una uniforme di cotone bleu picchettato in bianco, e si introdussero le stesse anche nolle sale dei maschi ; si fece cessare lo sconcio che le cantine sottoposte al fabbricato antico dello Ospedale, di contro al Cascinotto, fossero affittate a cenciaiuoli, col chiudere le botteghe verso strada e coU'affittarle ad uso magazzeao. Un anno dopo si pubblicarono nuove norme per la accettazione dei malati, — nel 1874 si prov- videro le iafermerie di caloriferi, e nel 1875 si fece costruire una cucina econo- mica con una spesa di L. 27,000 e si riformarono le piante morali degli uffici amministrativi, del personule sanitario e di quello di farmacia. Nel marzo 1879 si introdusse la medicazione Lister e in relazione a questo nuovo si^tema di mediellati Filippo. Arrigoni Carlo Francesco, maritato con Camilla Carcano, la- scio all'Ospedale il legato di scudi 8000 con testamento 5 febbraio 1681. Mori il 9 febbraio 10s;2 d'anni 00. — S — Si ha il ritratto, ma non se ne conosce I'autore, essendo stato fatto dietro ordinazione degli eredi di lui. Arrigoni IDionigi, nacque in Milano il 21 marzo 1795 dai coniugi Giuseppe c Lainati Giovaiina. Suo padre teniie aperto negozio da salsaincntario in via S. Vito al Carrohbio, nella casa n. 3873, e il figlio da droghiere. — Fu anclie fittabile e consigliere comunale di Mediglia. Mori celibo il 31 gennaio 1S67 in Milano, nella casa in via S. Sisto, n. 1 in causa di paralisi, nominando erede universale I'Ospedale IMaggiore che rac- colse una sostanza di L. 89,890. Ilavvi il ritratto dilui eseguito dal cav. Gerolanio Indunoper L. 800 italianc. Arrigoni sacerdote Giovanni Battista, abate del soppresso monastero di S. JNIaria Assunta del Borgo di Magenta dell'ordine dei padri Co- lestini. Mori in Milano il 29 agosto 1815 d'anni 83 e fu seppellito nel cimitero di Cassano Gera d'Adda. Con testamento 19 giugno 1815 nomino erede il cugino Antonio Sormani e leg6 L. 60,000 all'Ospedale Maggiore, colla condizione di collocare il suo ri- tratto in figura naturale e intiera nella serie dei henefattori onde perpetuare la rnemoria della Religione Celestina. Dispose che nel caso in cui le L. 00,000 non fossero state ritenute sufficienti per decretargli il ricordo del ritratto a fi- gura intiera, si dovesse impiegare quell' importo per auinentarlo cogli interessi in modo da raggiungere la somma necessaria. Nel testamento egli accenno che la di lui sostanza, che risullo lorda in L. 155,262, provenne principalmente da emolumenti legittimamente percepiti dalle cariche le piu lucrose per lo spazio di 18 anni coperte nei principali mo- nasteri della soppressa Congregazione Celestina nel regno di Napoli, aumentata poi con porzione di eredita di uno zio , e che percio credette di dover fare qualche disposizione a favore di stabilimenti di pubblica beneficenza. II ritratto fu eseguito dal Bellati. Arrigoni Passera G-iuseppe, nacque nel 1672 dai coniugi Gio- vanni Atnbrogio c Claudia Sacchi, di Cremeno. Notaio , mori nel 1735 e con testamento (i raaggio detto anno istitu'i erede I'Ospedale .Maggiore, riservato I'usufrutto a favore della sua servente Caterina Goretta, la quale raorl nel novembre 1773, lasciando cosi libero all' Ospedale il godimento della sostanza ereditaria, consistente in una casa e fondi in Cremeno della estensione di per- tiche 111.10, venduti nel 1770 al sacerdote Giuseppe Annovazzi, Arzonico nobile Carlotta, e figlia dei coniugi Ercole e Rossi An- giola. Le abitudini di questa donna che, appartenente a famiglia nobile ed anche mediocremente agiata, s'era quasi condannata all'indigenza vivendo sola in una meschinissima casupola dove v'era dil'etto di ogni cosa , fin di raobiglio, aveva date origine e successivamente fatte piii insistenti le supposizioni di tesori accu- raulati e nascosti. Ma pero alia sua morte, avvenuta in Abbiateguazzone 1*8 gen- naio 1875, si rinvennero nascoste sotto la legna da fuoco e i cereali sole L. 300. Non avendo eredi necessari, con testamento 6 gennaio 1875 nomino erede per una meta il cugino nobile Costantino Arzonico e per I'altra meta I'Ospedale Maggiore di Mi- lano coU'obbligo tli lonere allestiti duo lotti per inalali di Abbiatecjuazzone. L'Ospo- dale rinuncio la sua quota orcditaria al coercde nobile Costaiitino Arzonico per il corrispettivo di L. TJ.oOO. sulle quali si contegpia I'annualita di L. 230, GG a favore dei inalati proveniemi da Abbiateguazzono, essendo insufficiente I'entita della somnia per inantenoro i due letti. Attendolo Bolognini conte G-iacomo, figlio di Massimiliano c della nobile Giulia Visconti, giureconsulto, nacque il 'S3 ottobre 1623. Coperse la carica di Vicario di giustizia. Ebbe molte delegazioni in cause tra privati e per servizio della R. Camera, cause che egli condusse con zelo e integrity sin- golari. Tuttoclio uomo di toga, seppe, a suo tempo, maneggiare anclie la spada. II IG febbraio 1G4S fu nominate Podesta di Yarallo Sesia. Nel 1GG8 fu eletto Vicario di giustizia di Milano. Sposo Cecilia di Cliovanni Antonio Carcano. Con tesUimento 13 aprilo IGSO lego all'Ospedale scudi 2000 da L, G clio furono versati il 17 agosto 1G80, essendo egli morto nel detto anno. Si ha il ritratto eseguito da Pietro Antonio Scorza. Balbiani conte sacerdote Benedetto, dei coniugi Nicolo, bandito nel hioO, di Eugenia I'ardelli di Chiavenna, dei conti della pieve d'Agliate, canonico della basilica di S. Stefano , pronotaro apostolico. Mori il 22 agosto 17G0 d'anni 01 in Arosio. Fu sepolto nella Chiesa dei Padri Cappuccini di Ve- rano, e coi testaraenti 28 febbraio 1750 e 17 gennaio 1757 lego all'Ospedale il capitale di L. 1S.()()G.13.4 che teneva a rautuo presso lo stesso. Balconi Luca, di Marco, di Mignete, con atto IG giugno 1G78 dono airOspedalo pert. 300 di terra nei Comuni di Mignete, Spino e Villapompeana. Bancori G-iuseppe, di liovisio. L'Ospedale ebbe, per disposizione di lui, 28 ottobre 1601, un legato di L. 20,500. Banfi Marianna nacque sotto la parrocchia di S. Gottardo dai coniugi Pietro, prestinaio, e Antonia llamazzotti, possidente. Dimoro per parecchi anni a Firenze dove mori il iG novembre 1810. Sposo nel 1801 il negoziante Antonio Magni. Aveva una specialo devozione per la B. V. che si venera nella Chiesa di San Satiro, alia quale dono nel 1818 un cuore d'oro contornato di perle. Voile poi rendere onore alia memoria di suo padre col ricordare nelle sue disposizioni testamentarie i poveri della casa alia ripa di Porta Ticiuese al N. GO, dove egli abitava, e che pervenne all'Ospedale, il quale la vendette nel 1846 ai coniugi dott. fis. Carlo Compagnoni e Carolina Piazza per austr. L. 29,050. Con testamento 31 ottobre 1840 chiam6 erode I'Ospedale della sua sostanza lorda di circa L. 61,741.08, la quale per le passivita inerenti scerao a L. 9000 circa. Barbesta Ercole, di Marco Antonio, di Melzo, negoziante in legnami, con atto 15 luglio 10G7 dono all'Ospedale due case della rendita di L. 410 e pert. i]G di terra in Melzo, non che diversi crediti per un importo di L. 2746. 16 coU'obbligo di corrispondere a lui ed alia di lui moglie, Caterina Rossi, annuo L. 500 vita durante. Gli stabili succitati furono venduti nel 1732 a Lodovico Selvino per L. 14,160 imp. Mori nell'Ospedale il 4 aprile 1671. Bareggi sacerdote G-iacomo , figlio unico di r.iovanni (riacomo e — 10 — (li Francesca Honari, milanese, pronotaro Apostolico, fu priore del L. P. di Sant'Antonio eretto nella Cliiesa di S. Maria Beltrade e tesoriere della Scuola del SS. Sacramento in delta Chiesa. Mori il 22 dicembre KiOO istiluendo erode universale I'Ospedale Maggiore con testamento 11 novembre 1683. Colla morte di questo benefattore si verificarono a favore dell'Ospedale le soslituzioni disposle da Giovanni Giacomo Bareggi, suo padre, e da Giovanni Arabrogio Bareggi del valore di imp. L. 00,000. Pervennero inoltre al L. P. alcuni beni nei territorii di Maccherio, Lissone, Cascina Sant'Apollinare, Desio, e una casa in Milano, sull'angolo degli Spadari, riguardante verso la contrada della Lava (sic). Questa casa fu venduta nel 1777 a Pietro Barbetta per L. 30,100. Un'altra casa di provenienza di questa eredita in Borgo di Cittadella, ove si eserciva I'osteria di S. Pietro Martire, fu venduta nel 1739. Voile essere sepolto nella Chiesa della B. V. presso S. Satiro nel se- polcro de' suoi antenati. Nel 1638 il Bareggi donava alia fabbrica del Duomo una lampada d'argento del valore di L. 300, oltre alcune cartelle del Banco di Sant'Ambrogio del va- lore di L. 1424, affinche colla rendita fosse quella lampada tenuta perpetua- mente accesa nello scurolo di S. Carlo. Si ha il ritratto di lui, ma non si conosce I'autore del dipinto. Bargiacchino G-iovanni Battista, detto il Lucchese, manga- natore, figlio dei coniugi Camillo e Marta Folli , vedovo di Rosa Marina Ra- mazzotti, mori improle il 27 settembre 1781 instituendo erede I'Ospedale Mag- giore con testamento 3 settembre 1773. — Alia sua morte gli si trovarono in cassa L. 60,000, delle quali L. 33,785 costituite da 2330 gigliati da lire 14.10. La entita della eredita fu di L. 149,000. 11 ritratto di lui, eseguito dal Biondi, fa parte della raccolta dei ritratti dei benefattori dell' Ospedale. Bellusco sacerdote G-iacomo Antonio, figlio di Filippo, ret- tore di S. Giacomo della Villa di Fiesco, diocesi di Parma, e beneficiato nella Metropolitana di Milano all'altare di Sant'Agnese. — Fu agente deU'Ospedale a Burago al quale nel 1708 dono, in concorso del di lui padre, alcuni stabili in Ajcurzio. Mori nell'Ospedale il 30 agosto 1741 e con testamento 23 settembre 1737 , nel quale dichiaro di annullare tutte le disposizioni testamentarie che avesse fatte in tempo che non fosse totalmente sano e senza febbre, istitui erede I'Ospedale, cui pervenne una sostanza di circa L. 30,000, costituita dal valore dei beni in Ajcurzio, che fiirono venduti nel 1815 a Giuseppe Ceriani, per L. 31,723. * Belucchi sacerdote Giacomo Antonio, Cappellano di San- t'Agnese in Duomo, mori il 2 settembre 1741. Fu erede di lui 1' Ospedale, al quale pervennero circa L. 12,000. Bendoni nobile Carolina, figlia di Antonio e Teresa Visconti, la quale mori nel mnnastero della "^'isitazione in cui erasi ritirata dopo che rimase vedova. Mori d'anni 71 il 30 dicembre 1849. — Fu erede di lei, in forza del testamento 30 gennaio detto anno, I'Ospedale che raccolse una sostanza di circa — 11 — L. 1,000,000. ProiM cli farlo il ritratto o onlino di esporre liiveco quollo del di lei raarito marchese Francesco Oasati. A ricordo della memoria di Lei fu collocata nel cirnitero di Casatenuovo la seguente iscrizione sepolcrale dettata daH'Araministratore dell 'Ospedale av- vocato San Pietro : A//a nobi'ic Carolina Bendoni — che del pvemorto marito marchese Fra)icesco Casati — raccoUi il pingue censo e i pietosi pensieri — nella modestissima vita — verso ira gli infelici le gioie a se negate — la hontii e la carifd. — esercitando in Bio e seco)ido Bio — e pcllegrina beata dal ter- reno compiulo esiglio di 71 anni — raggiungeva il cielo nel giorno 30 dicem- bre i849. — L'eredc O^pitale Maggiore di Milano — riconoscente collocava. II Coinunc di Casatenuovo — per il legato di doli alle nubende — e di un ecclesiastico benepcio — associa i suoi voti benedicendo. Benzi Cristoforo, milanese, desiderando di accrescere rufficiatura della Collegiata di S. Maria Podone, sua parrocchia, a mag gior gloria di Bio e sxiffragio deU'anima sua e de' suoi parenti, assegno nel 1715 per dotazione della nuova ufficiatura annue L. 2000 in danaro, la casa da lui abitata in Porta Vercellina. parrocchia di S. Maria Podone, due altre case in Porta Vercellina, parrocchia di S. Pietro sul Dosso, altre due case in Porta Ticinosc, parrocchia di S. Lorenzo al niolino delle Armi, altra casa in Porta Orientale, in via della Spiga, e una bottega in Porta Orientale, parrocchia di S. Tecla, e infine una casa in Porta Nuova. Xell'atto di erezione e dotazione dispose che in caso di soppressione della Collegiata le attivit^ suddette dovessero pervenire all'Ospe- dale. La soppressione avvenne nel 1814 e il Deraanio rilascio all'Ospedale un diretto dominio assentato sulla casa in Milano via Monte di PietA al n. 1592 coll'annuo canone di L. 490, un diretto dominio assentato su una casa in piazza del Duomo al n. 40GS, non che altri diretti dominii e prestazioni. Mori il 22 luglio 1709. Bergomi sacerdote Giuseppe, dei coniugi Francesco, altro benefat- tore deirOspedale, e Carolina Bigatti. Fu Presidente della Congregazione di Ca- rita di Galbiate, alia quale lego L. 1000 per una volta e dove mori il 9 maggio 1875. Con testamento 27 aprile 1868, raentre nomino erede il cugino ingegnere Carlo Bigatti, lego all'Ospedale la casa da lui posseduta in Milano, via della Vetra dei Cittadini n. 3494 e alia casa ecclesiastica di Sant'Arabrogio ad Xemics L. 5000. Si ha il ritratto eseguito da lioberto Fontana. Berra sacerdote Giovanni, ultimo rettore della Chiesa di S. Gio- vanni alle Caserotte, ora chiusa al sacro culto e occupata dall'Archivio Muni- cipale, nacque in Milano sotto la parrocchia di Sant'Eufemia il 30 ottobre 1707, dai coniugi Giacomo (di profes.sione calzolaio) c Felicita Popelman. Mori il 9 gennaio 1875 nella casa in Milano, via S. Giovanni alle Caserotte al n. 4. Con testamento 17 ottobre 1874 istitui erede I'Ospedale Maggiore di Milano. 11 Berra percorse gli studi teologici nel Serainario maggiore di questa cittii. Fu promosso al presbiterato il 24 maggio 1823. Nell'istesso giorno dell'anno seguente gli fu conferita dal conte Giulio Borromeo una cappellania mercenaria nella Chiesa altre volte parrocchiale di S. Maria Podone; cappellania che egli lascio allorche, — 12 - nol l.'^29, fii nominate coadiutore dell' Ospedale Maggiore. Cesso dair occupare questo posto, quando, nel 1849, il clero secolare venne nell'Ospedale Maggiore sostituito dai Padri Cappuccini. Quale coadiutore anziano dell' Ospedale frui fino alia morte ?^ allorche nel dicembre 1855 fu liberato dal sequestro politico. La sostanza nitida fu di L. 911.000 austr., gia dedotta la tassa eredi- taria, che soltanto per i beni in Lombardia fu di L. 119,000. 11 ritratto di lei, eseguito dal Sogni, si _ . . ., espone nella ricorrenza della festa del Perdono. ^ V^l Sulla porta della Chiesa venne collocata. nella occasione dei suoi funerali, la seguente inscrizione: A Bio nata a Dio vmuta — qui de- posto il suo frale a Bio irasvolava — il 29 marzo 1854 — Camilla Besozzi Figliodoni del marchese Antonio — che velato d' urailtd il bagliore del patriziato — ira le pure gioie, e i trepidi misieri — d' una operositd pia. henefica — raccoglieva riverenze — e la- grime riconoscenti accette al Signore — poi le opulenze avite e le redate dal marito — marchese Antonio Lunati — di lui nei proprii adempiuti i voti — al grande Ospitale di Milano trasmetteva — effondendo nei legati — I' affetto ai congiunti la henevolenza agli amid — la provvidenza ai famigliari — lo zelo per le sacre, la carita per le soccorrevoli istituzioni — perpetuato cost in morte — I' inno santo e pietoso di iutta la vita — poveri consolatevi — ricchi imitate — tutti benedite. Besozzi Carlo, nacque in Milano sotto la parrocchia di S. RafFaele il 12 luglio 1740 dai coniugi Giuseppe e Francesca Longoni. Nel 1768 fu nomi- nate maestro di casa di quest' Ospedale, e nel 1769 sotto-guardarobiere e piu tardi, nel 1780, guardarobiere. — I suoi servizi si estesero ad un periodo di 56 anni e soltanto un anno prima di morire, nel 1825, fu collocate a riposo con annue L. 1597.97, lasciando buona memoria della sua esattezza, fedelti e vigilanza nel disbrigo delle sue incumbenze. — L'Amministrazione ospitaliera nell'annunciargli la collocazione a riposo gli espresse « la sua piena soddisfa- zione per i zelanti e lunghi servizii prestali alia Causa Pia per i quali ha ben meritato I'onore del riposo. » Mori celibe nella casa in via Sant'Antonio n. 4750 il 19 aprile 1826 e fu sepolto nel cimitero di Porta Romana dove fu posto un raonumento colla se- guente iscrizione: Pace eterna — all'amma ~di Carlo Besozzi — gia guardarobiere dello — 15 — ^pedu/ Maggtorc — murto net lU aprile del 1826 — neU'ela di anni SO — La sorella - questo monumento gli pose. Con testaiuento 4 settembre 18 IG impose alia di lui sorella Maria, erede, il peso del legato a favore deH'Ospedale di 50 zeccliini die vennero versati il 20 febbraio 1827, calcolati i zecchini a L. 13.68 cadauno. In vita, nel 1826, sovveniva all'Ospedalo, che si trovava in angustie di cassa, la sonmia di L. 15.000, ritirando un'obbligazione al portatore intestata Palazzo sontuoso. Nell'aprile 1826, e quindi dopo d'essere stato collocato a riposo, diede fuoco aH'obbligazioue, dichiarando con ci6 di aver donato la relativa sonima al- rOspedale. Besozzi Caterina, di Bartolomeo. Era la madre del benefattore del- rOspedale Bosisio Giacorao. Con atto 27 aprile 1627 don6 in vita all'Ospedale la sostanza da lei posseduta coU' obbligo di corrisponderle annue L. 1200 imp. Besozzi dottore Giacomo, nacque a Turate il 7 maggio 1791 da Giuseppe e Monaca Corti. Mori in istato celibe in Camisano 1*8 marzo 1865 isti- tuendo erede con testamento 9 maggio 1863 I'Ospedale Maggiore con vincolo di usufrutto a favore della sua servente, in benemerenza di lunghi ed onesti servizi prestatigli. L'asse ereditario fu di L. 54,424.28. II di lui ritratto, eseguito da Napoleone Melini, fa parte della raccolta dei ritratti che si espongono nella occasione della festa del Perdono. Besozzi nobile G-iovanni Agostino, appartiene all' istessa fa- niiglia del benefattore dell'Ospedale Besozzi Gerolamo. Era figlio di Giov. Paolo, raercante di lana. e di Lavinia Palazzi. Nacque nel 1581. Fu abbate dei mer- canti, banchiere nel 1627 e altro dei delegati dell'Ufficio di sanita. Sposo Vit- toria Pozzi, dalla quale ebbe un unico figlio maschio e tre feraraine. L'Ospe- dale gli deve essere riconoscente per un legato di scudi 13,000 da lui disposto con testamento 12 luglio 1030 e pagabile in 13 anni. Bevilacqua conte Galeotto, cavaliere e consigliere ducale. Con testamento 7 giugno 1484 istitui eredi le figlie Bona e Lucia, legando all'Ospe- dale di Milano alcuni beni in S. Pietro Cusico e Marcignano ed una casa sotto la parrocchia di S. Babila coUa seguente condizione: « Quae quidem omnia volo vendi et alienari debere per praefatos dominos deputatos et de prsetio seu prsetiis eorura fieri et construi omnia ilia haedeffitia quae fieri et construi poterunt pro habitatione et comodo pauperura infectorura contagione pestis in loco et terri- torio Sancti Gregorii ubi raittuntur et habitationem habeant infirmi infecti con- tagione ut supra, et haec omnia infra annos duos post meum decessum et hoc amore Dei et in remedio et mercede animae meae. » Su questa disposizione sorse lite fra le eredi e I'Ospedale, lite che fu tolta di mezzo in via di tran- sazione col pagamento da parte delle eredi di ducati 6000 da L. 4.10 cad. da convertirsi nella erezione del Lazzaretto fuori di Porta Orientale (1). Bianchi Gaetano, nacque in Belgirate il 6 giugno 1777 dai (1) Vedi Lazzaretto di Milano, per Fielro Canetta. ~ U) — coniugi Giuseppe e Lucrezia Conelli. Nel 1811 trasferi il suo domicilio in Mi- lano collocandosi nelLa qualita di commesso presso un mercante. Merce giudiziosi risparini ed una vita tutta di sagrificii , riuni un piccolo capitale col quale pote acquistare un negozio di cambio valute, nel quale eser- cizio continu6 fino al 1820. Nella vista di fare miglior fortuna, realizz6 ogni suo avere e portossi in Olanda, ove aveva parenti. Dope due anni fece ritorno in Milano ponendosi a trafficare in liquori, comrnercio che continuo per soli tre anni, essendosi poi i^ecato a Modena, dove si fermo tre o quattro anni. Ritor- nato in Milano, vi rimase fino al suo decesso. Mori il 27 agosto 1852 nella casa in Milano, via San Vito al Carrobio n. 3867, in istato celibe, in seguito ad apoplessia, e con testamento 26 aprile stesso anno noinino erede I'Ospedale Maggiore colla condizione che gli fosse fatto il ritratto. In causa del corrispettivo di una transazione che si e dovuta conchiudere coi successibili ex lege, I'Ospedale percepi sole L. 25,000. Questa somma non era tale perche il ritratto gli fosse eseguito a figura intiera, ma essendo gi4 com- piuto allorquando sopravvennero le contestazioni in confronto dei successibili , lo si mantenne egualmente nella raccolta. II ritratto e del pittore Giovanni Consonni che I'esegui per L. 900. * Bianchi G-iovanni Antonio. — Fu erede I'Ospedale al quale pervennero nel 1638 un'ortaglia detta la Spargera fuori di Porta Ticinese, af- fittata per L. 306 e una casa in Borgo della SS. Trinita venduta per L. 11,600. Sianchi Innocente, figlio di Carlo, commerciante in ferro e possi- dente. Mori il 16 febbraio 1859 in Borgo di Porta Romana nella casa n. 4440 d'anni 77 per tabe polmonare e con testamento 20 gennaio 1858 nomino erede I'unico suo figlio Carlo. Lego all'Ospedale Maggiore per motivi noti a lui solo L. 40,000 austriache, coll'obbligo di corrispondere a sua moglie, Carolina Cor- mani, d'anni 73, L. 2000 annue. Questa donna mori il 17 agosto 1862. Si ha il ritratto eseguito da Giuseppe Penuti per austr. L. 600. Bianchina Maria Elisabetta, figlia del causidico Giov. Bat- tista, vedova del benefattore dell'Ospedale Carlo Federico Zerbi, con testamento 21 febbraio 1727 Istitui erede I'Ospedale della sua sostanza consistente in un capitale di L. 10,000. In vita deposit6 I'importo occorrente per i suoi funerali. — Leg6 alcune gioie alia B. V. del Rosario che si venera in S. Eustorgio, per la quale ebbe tanta venerazione il predefunto di lei marito. Biffi cavaliere Francesco, figlio di Innocente, nacque in Solbiate Superiore, nel 1794, da genitori onesti e laboriosi. Mori in Milano il 30 dicem* bre 1879 e per disposizione di lui il cadavere fu trasportato a Brentana nella cappella di famiglia. Con testamento 4 gennaio 1877 nominava eredi universali i cugini ing. Giovanni e rag. Francesco fratelli Beretta, coU'onere di un legato di L. 100,000 a favore dell'Ospedale Maggiore di Milano. Cittadino ben fornito di censo proprio, come ricco d'ingegno, di coltura e di spirito, rifuggi da ogni splendore e da ogni onore di cui araa pur abbellirsi I'umanita. per circoscrivere le sue opere e I'uso generoso dei doni di natura e — i: — di fortuna, in un canipo altrettixnto fecoiulo che virtuoso, altrottanto belle quanto e nascosto, la carit;\ e I'amore del prossimo. Ai suoi coloui di Brentana inigliorC) le sorti tanto riguardo alia vita rna- terialo, quanto alia religiosa ed intelloituale, erigendo nuove o salubri ahita- /ioni , istituendo premii ai miglioii agricoltori, aprendo scuole per i fanciulli d'ambo i sessi, e fondando Cause Pio per nubende ed infermi. Gentile nell'aspetto, riservato nei modi, aveva la parola breve come d'uomo pressato da molti e gravi pensieri. Non era tanto facile alia espansione degli affetti, non era prodigo di amicizia, ma questo severo ritegno velava un cuor mite e generoso. La sua carita I'u previdente, delicata ed inosauribile. Benefice i poveri rappresentati dalla Congregazione di CaritA, gli Asili di infanzia, i ciechi, i sordo-muti, ed altri Istituti di beneScenza (1). Si ha il ritratto eseguito da Angelo Trezzini. Bigarola Agostino, figlio di Marco Antonio e Clara Pietrasanta, non avendo figli , scrisse erede la madre e dopo di lei Cesare e Clemente di lui fratelli e i loro discendonti in infinito con sostituzione a favore dell'Ospedale nel caso di estinzione della linea chiamata (testamQnto 30 luglio 1608). II caso a faTore dell'Ospedale si e verificato nel 1774, per cui gli furono rilasciati una casa da massaro ed una da nobile in Cuggiono, un'altra casa in Figino , un annuo reddito, e un capitale di L. 15,000. Biraghi Lancellotto conte monsignor Gaspare, nacque 11 3 agosto 1733 dai coniugi Gerolamo e Anna Federici. Era fratello del conte Gian Battista Biraghi, altro benefattore dell' Ospedale. — La sua famiglia era oriunda di Lazzate. II titolo di conte fu conferito a lui e ai fratelli Giovanni Battista ed Alessandro, con diploma 29 gennaio 1777. Percorse la carriera ecclesiastica occupando nei prirai anui il posto di canonico nella Chiesa di S. Giuliano, poi quelle di professore nel ginnasio di Brera, per sal ire piii tardi al posto di monsignore e canonico ordinario nella Metropolitana, dove fu anche priraicerio e provicario generale della curia railanese. Mori il 31 agosto 1794, e con testamento 28 agosto dello stesso anno chiamo erede della sua sostanza il fratello conte Giov. Battista, con obbligo di ammo- gliarsi con una dama milanese entro due anni dalla morte del testatore, sotto pena di zecchini 1000 pagabili all' Ospedale. E questa disposizione fu da lui scritta « non tanto per odio al celibato, ma per fssare un shtema e so^te- gno alia famiglia. » L' erede spos6 la nobile Cristina Croce, figlia del cava- liere aulico Giuseppe. A cura e a spese dell'Ospedale, al quale lego L. 20,000, venne posta una lapide nel cimitero di San Grogorio sulla quale vonne scolpita la seguente iscrizione dettata da lui nel testamento : D. 0. M. — Caspar Lancellotus Biraghus Ilieronymi — I. C Coll. Med. Fil. I. C. Coll. j'ltriscivilis Professor. Palaf. — ?n Peg. Gjjinnasio Braydensi - Primicerius L'ccl. Metrop. — Provicarius Gener. — Curiic Archiep. Medial. — hie quod mortale erat deposidt — ut aliqua sici (1) Questi ccnni biografici furono tolli dalle parole lelte sulla tomba da Monsignor Calvi. 2 _ 1,^ — memorwla cxtaret — orate pro eo — ohiit pridie kal. septembri's — anno N. S. MDCCXCIIII — natus ann. LXI die XXV III — prcvfect. Hosp. Mai. ieffalarii — et To. Bap. BiragJws Comes — chiliarcha equit in excrcitu. cces. — Frater hceres — ex test. p. p. Biraghi conte Grio. Battista. Era fratello del precedente benefat- tore. Percorse la carriera militare ncirannata austriaca arrivando al grado di capitano. Veiine pensionato col grado di maggiore. Mori il IG agosto 1822 d'anni 81, e con testamento 10 luglio 1821 lego airOspedale i suoi beni in Fara, oltre alcune attivita mobili, ed istitui erede la moglie, Cristina Croce. L'Ospedale consegu'i L. 112,013. G5. Dispose poi un legato ragguardevole ai Luoghi Pii Elemosinieri di questa c\iik coll'onere di convertirne i frutti a beneficio del sacerdoti veramente poveri e di buoni cosluiui della Diocesi di Milano, incapaci di celebrare la messa, asse- gnando loro congrue pension!. Voile essere seppellito nel cimitero di Lazzate, e ordin6che gli fosse eretto un monumento in pietra dura e cid non per vanagloria, ma nella speranza di ricevere maggiori sufjragi. Si ha il ritratto escguito dall' Hayez. Biraghi G-iuseppe, figlio di Ambrogio e di Francesca Viltadini, pos- sidente, moii in Ronchetto nei CC. SS. di Milano il 5 giiigno 1813, d'anni 60. — Chiaraato erede I'amico, aw. Giuseppe Orsi, lego all'Ospedale L. 100,000. II ritratto, che si espone nella occasione della festa del Perdono, fu ese- guito da Andrea Appiani per L. 800 austriache. Birago nobile sacerdote Daniele, figlio dei nobili Antonio Marcello, capitano e consigliere ducale, e di Elisabetta Sovico, dei feudatari di Mettone, senatore di Milano, nominato a quest' ultimo ufficio da Galeazzo Maria Sforza. Pronotaro apostolico, fu da Sisto IV nominato coUettore di S. Chiesa nello Stato di Milano, e in pari tempo Arcivescovo di Metelino. Aveva avuto in commenda I'abbadia di S. Maria di Castiglione dei marchesi nel Parraigiano, e nel 147G, ai 14 luglio, ottenne dal duca Galeazzo Maria la licenza di farvi costruire un ponte levatoio per sicurezza del monastero. Ristauro con molto dispendio 1' ab- badia e nel 1487 \i chiamo i monaci olivetani. Nel 1482 fu nominato consigliere ducale, e nel 1485 fondo in Milano la Chiesa di S. Maria della Passione, dotan- dola di molte entrate. Con testamento IG novembre 1495 istitui erede I'Ospedale imponendogli con codicillo del gionio segiiente I'obbligo di tumularlo nel mezzo dell' altare maggiore della Chiesa di S. Maria della Passione mediante la costruzione di un sepolcro alto due braccia dalla terra. II turaulo fu eseguito dallo scultore An- drea Fusina per L. 1GG5.8.9 e si ammira tuttora nella detta Chiesa all'ingresso della Sagrestia. Vi sta scolpita la soguente iscrizione: Danielli Birago Archiepiscopo Mytilensi — Prcefecti Ilospi talis ex te- stamento posuere. Andrece Fusinw opus 1495. Biumi dottor G-iuseppe, figlio di Giovanni Battista e di Cornelia — 19 — liinocenti, nacque I'anno 1740. Di)t(oro in ambo lo lopgi, porcorso la carrlera degli impiephi quantiinque ben proweduto di niezzi di fortuna. I'li aliinno presso il niapistrato camerale di Milano, poi prefotto di Pavia , indi ispotloro geno- rale dello finanzo, vice-dirottore dolla Cainora doi Conti e inembro del Corpo Legislative per nomina fatta dal generale r>onaparte. D'ingegno vivace, di col- tura legale distinta, vereato nel maneggio degli afTiiri, onestissimo, franco e leale, assecondando le idee del suo carattere, viveva solo, sompre assistito da un servo, die doveva vegliaro la nolle per rispondere alle sue chiainate od ap- prestargli la cioccolata. Era una sua singolaritA la economia nel consume della carta, die spingeva fino a scrivere sul rovesoio delle lettere che gli erano in- dirizzate. In una istanza presentata da lui alia Munioipalita il 28 pratile anno IV repubblicano egli scrisse che per primitiva sua massima « non si glori6 mai « del rango e privilegio di sua nascita, non si cur6 mai d'essere ammesso in « alcun nobile coUegio, congregazione o corpo aristocratico, ne posto patrizio, « e la di lui specifica linea non si procure mai ne titoli, no feudi, ne diritti « regali, ne diplomi. ecc. » Mori in Biumo Inferiore il 13 aprile 1838, istituendo erede I'Ospedale Mag- giore con lestamenle senza data, che e state trasmesse soltanto nel 1840 alia amraiuistraziene dell' Ospedale, cella seguente accempagnatoria anonima : « Un religioso pentiraento mi fa presentare il testamente Biumi. Se, non ostante i guasti pel site eve fu nascesto, potra avere valere, la mia coscienza sara tranquilla, poiche, se non he giovato a me, non avro fatto danno ad altri. » Sopravvenuto il testamento, gli aspiranti ex-lege e il fisce, che erano giA in causa per quella eredita, scesero in giudizio per contostare la validita dello stesso. La cessata Amministrazione toglieva di mezzo la conteslaziene transigendo coi successibili per il corrispetlivo di austr. L. 1,500,000. La causa venne al- lera continuata dal Fisce che rimase soccerabente in ferza di tre conformi sen- tenze, che riconobbero la validita del testamento. Tenuto cento del corrispetlivo di transazione, dei pesi inerenti alia sostanza, delle gravi contestazieni successivamente sopravvenuto , questa ereditA , comu- nemente ritenuta una delle migliori dell'Ospedale e della quale la ventilazione si apriva sopra un asse di quasi due railioni di lire austriache, scem6 cosi da metterne in dubbio la consistenza. II ritratto a figura intiera fu eseguite nel 1857 dal pittore Sala per au- striache L. 1000. Bofli nobile Chiara, figlia di Giacomo, vedova del benefattore del- l'Ospedale Filippe Pirogalli, e serella deU'altro benefattore canonice Boffi Giulio Cesare, raori il 16 luglio 1G91 sotto la parrocchia di S. Nazaro in Broglio, isti- tuendo erede I'Ospedale Maggiere con testamento 13 ageste 1687. Nel 1689 in agoste sovvenne all'Ospedale la somma di L. 40,000 la quale giunse in tempo per essere impiegata nell'acquisto di una casa verso il Laghetlo, divenuta ne- cessaria per I'ingrandimente del fabbricate dell'Ospedale. Commerciante in ore , voile che I'esercizio continuasse per un anno dope la sua morte, imponende al Luogo Pio I'obblige di fornire a due negozianti, da lei designati, un capitale di L. 30,000 per continuare queU'esercizio per un trentennio. — 20 — Ricordo nelle sue disposizioni i padri della Chiesa di S. Antonio , dove voile essere seppGllita, il L. P. di Loreto e I'Ospe'lale Fatebeaefratelli. Leg6 le gioie, del valore di circa L. 12,000, in parti eguali alia B. V. die si venera nelle Chiese di S. Antonio, di S. Giovanni in Conca e delle Grazie. Con questa eredita pervennero una casa in via di S. Antonio clie fu tenuta in affitto per parecchi anni da Giulio Cesare Pessina, altro benefattore dell' Ospe- dale, e die fu venduta nel 1774 ad Ambrogio Cocquio, e la possessione Marche- sonia in Robecco, di pert. 350, venduta nel 17o5 a Onorio Restelli per L. 28,450. II ritratto fu eseguito da Adler Salomone per L. 144 su ritratto pervenuto colla eredila. Boffi nobile sac. Giulio Cesare, di Giacomo, conte palatino, ca- nonico della Basilica di S. Nazaro. fratello della suddetta BofR nobile Cliiara, don6 nel 1695 all'Ospedale il capitale di L. 2000 e una casa in Milano in via di Sant'Antonio. — A questa donazione ne tennero dietro altre e cioe nel 1703 dono un capitale di L. 12,000, in aggiunta ad alcuni stabili donati nel 1700 in Barzago e Marconago e nel 1707 alcuni stabili in Vigentino detti la Visconta. Celebri) per parecchi anni e per sua devozione e senza alcuna elemosina la messa all'altare di una delle infermerie dell'Ospedale. Nel 1705 sostenne la spesa per la costruzione dei ponti per la dipintura della Cupola della Chiesa di S. Nazaro. La nobilta venne conferita alia famiglia di lui daU'iiuperatore Ferdinando III con diploma 20 febbraio 1647. Nel suo testamento 14 setterabre 1701 espresse desiderio che nell'Ospe- dale si facessero recitare agli ammalati, prima che si addormentassero, tre Ave Marie in onore della Inimacolata Concezione e in suffragio dell'anima sua. Si ha il ritratto attribuito al pittore Carlo Ambrogio Zucchi. Boggeri Carlo, nato in Geneva il 4 agosto 1780, dai coniugi Ga- spare e Basilio Maria Caterina , di condizione benestante , tenne domicilio in Milano per 58 anni e in ultimo abito in via S. Paolo al n. 22. Mori in istato celibe il 14 settembre 1870 in Monza, dove si trovava a villeggiare. 11 cadavere, trasportato da Monza, fu sepolto nel cimitero mouu- mentale di Milano in un giardino rialzato da lui acquistato in vita. A ricor- dare la memoria di lui furono poste queste epigrafi : A. ■^. 11. — Consumato il corso — di quasi diciasselie lustri — Carlo Boggeri — genovese — morl qual visse beneflcando — addl XIV settembre — MDCCCLXX. A tergo : Amo I'ordine come la migliore — sapienza della vita. Liberale dell' ones to censo — all' Ospedale Maggiore di Milano — del bene fatto senza ostentazione — acra pvemio da Dio. Con testamento 20 gennaio 1870 istitui erede universale I'Ospedale Mag- giore di Milano coll'onere di diversi legati a favore di parenti e degli Asili in- fantili di Milano, del Pio Istituto materno dei bambini lattanti, dell' Ospedale grande detto di Pammatone in Genova, e favorendo largamente le persone che si trovavano al suo servizio. Pervennero all'Ospedale circa L. PS,1 14. II ritratto 6 di Penuti Giuseppe, che fu retribuito coa L. 050. Bolagnos conte Giuseppe, ammogliato con Isabella Boselli, di ^ine spagnuolo, fu aramosso I'anno 1715 alia cittadinauza nobile di Milano. I .i[>erse molte cariche pubbliche, delle quali la prima fu quella di Senatore in M;laao. Servi cinque anni nel Senate e nella Protura di Pavia. Nel 1710 venne dall'Imperatore Carl) VI nominate Reggente del Consiglio d'ltalia e Luogotenente della regia Camera di Napoli, Capo della regia Giunta del comniercio. Prese parte al Supremo Consiglio di Spagna in Vienna nel 171 1 e fu in- 3aricato di affari importanti di Stato. Dopo quattordici anni , dacclie fu reggente provinciale, venne , siccome decano, onorato dall' iniperatore della carica di consigliere di Stato e suo am- basciatore presso la Repubblica di Veuezia , conservando tuttavia la piazza di decano nel Consiglio di Spagna e il titolo di consigliere. Fu del GO Decurioni della citta di Milano I'anno 1718. Ottenne da Sua Maesti Cesarea in boneraerenza dei servizii prestati il feudo di Pizzighettone col titolo di marchese. Assistette in nome e per inrarico dell' imperatore Carlo VI alia erozione deirO.^pedaie della Monarchia in Vienna, a favore del quale lego fiorini 10,000 con che il Priore e i sacerdoti avessero a recitare una terza parte di rosario. Mori in Venezia il 20 gennaio 1732 e con testaraento agosto 1731 istitui erede 1' unico suo figlio dottor (;arlo e suoi discendenti in infinito, con sostitu- zione a favore deU'Ospedale Maggiore di Milano in caso di estinzione della linea chiamata. La sostituzione si u verificata I'anno 1757, per la morte senza discendenti dell'erede dottor Carlo. Con questa eredita pervennero al Luogo Pio una casa da nobile in Milano in via Cervetta, venduta nel 1759 al marchese Giuseppe Viani, e due posses- sioni nei territori di Muggi6 e Desio di pert, 1300.00 vendute nel 1763 al Luogo Pio di Loreto e al march. Gerolamo Cusani per L. 209,720. 4 .1 coraplessive. I beni di Muggi6 erano stati venduti al Bolagnos dal L. P. di S. Corona. Bolla Giacomo, figlio di Giovanni, nativo di Intragna (Lago Mag- giore), paese che egli lascio da giovinetto sprovvisto di beni di fortuna per re- carsi a Milano a fare il garzone in un negozio di vino. Coi risparmi e con un po' di attiviti pote raggranellare una somma sufficiente per acquistare un negozio di vino alia Valla, continuando in questo commercio fino alia sua raorte, avvenuta il 25 aprile 1772 sotto la parrocchia di S. Sebastiano, in eti d'anni 81, in causa di apoplessia. — Spos6 in prime nozze Catterina Baltana e in seconde nozze An- tonia Vidola che favori con logati speciali, ma coll'obbligo assohito di ritirarsi a vivere nel convento delle raonache del terzo ordine di S. Domenico vicino a S. Eustorgio. Non ebbe figli, per cui nomino erede I' Ospodale Maggiore con testamento 1° setterabre 1754, coll'obbligo di distribuire il giorno della sua morte ad ognuno degli abitanti d'Intragna due libbre di sale e due quartini di riso. Nel testamento scrisse quanto segue : « Dispongo a favore dell'Ospedale perch6 - 22 — « passa ai poverelli di Cristo Signer mio anche in soddisfazione che se fossi stato « troppo vantaggioso in qualclie npgozio o avessi pregiudicato il mio prossimo « con ansieta per maggiormente cumulare cose terene, con agravare troppo il « terzo con parole o in ogni cosa di mio debole pongo tutto alle mani del mio « Redentore che per li meriti della Sua SS. Passione agiusta ogni miei man- « camenli e difetti del corso della mia vita comes'^i. » Prescrisse che fosse restaurata a spese della sua eredita, I'imagine della Vergine che si venera sul- I'augolo della via della Palla. Abbandono una sostanza di circa L. 50,000. '■'' Bolognino conte Giacomo. — Legato di L. 12,000 nel 1680. Bonacina nobile Camillo, di Gio. Battista, milanese, abit6 a Renate, dove mori e fu seppoUito. Con testamento 17 aprile 1717 nomino erede I'alfiere Antonio Bonacina suo nipote, figlio di Antonio suo fratello, e 1 figli e discendenti di hii in infinito con vincolo di sostituzione a favore dell'Ospedale in mancanza delle linee chiamate. La sostituzione si 6 verificata nel 1759 nel quale anno furono rilasciati all'Ospedale alcuni beni in Renate, Cavriano e Bescape, ven- duti nel 17G2 a Giuseppe Pensa per L. 18,000. Bonfanti sacerdote Carlo Giuseppe, di Carlo Andrea e Antonia Maria Magni. Ebbe cinque sorelle monache nel monastero di S. Apollinare e due fratelli monaci cisterciensi. Mori il 19 gennaio 1794 , destinando la sua sostanza di circa L. 120,000 all'Ospedale Maggiore di Milano con testamento 27 agosto 1789. Pervennero fra gli altri alcuni stabili in Bartesago; die furono venduti, nel 1796 a Natale Spreafico, ed altri fondi in Vallicelli venduti nel 1818 a Giuseppe Antonio Sil- A'ola per lire 55,000 italiane. Giovanni Perabo esegui il ritratto per L. 180. Bonfiglio nobile Camillo, figlio di Giovanni Stefano , con testa- mento 5 febbraio 1557, rog. Giov. Battista Sovico di Milano, istitui erede I'O- spedale riservando I'usufrutto alia moglie di lui Susanna Triulzi. Pervennero un credito di L. 20,000, pcrtiche 228 di terra in Ferno, vendute nel 1575 per L. 11,857, due livelli uno di L. 120 e I'altro di L. 50, un reddito annuo di L. 56 e due case in Milano, una in S. Pietro in Camminadella venduta nel 1576 al giureconsulto Giovanni Besozzi per L. 7500 e un'altra in via di S. Bernar- dino, dove abitava. Mori repentinamente il 28 dicembre 1560. Bonomi sacerdote Gio. Battista, di Giuseppe Antonio, proposto di Gallarate, fratello del sacerd. don Giuseppe I\laria Bonomi, altro benefattore dell'Ospedale, con testamento 6 giugno 1803 lego all'Ospedale stesso L. 15,000 che vennero versate il 19 agosto 1831 dagli eredi e fratelli di lui sac. Am- brogio, Giuseppe e sorella Laura. — Voile che il legato fosse, in tacitazione di ogni e qualunque pretesa dell'Ospedale, in dipendenza della compera fatta dal testatore di una possessione in Orago. Bonti Antonio, di Francesco, con testamento 8 novembre 1808, negli atti del notaio Francesco Maria Belloli, lego all'Ospedale la sua casa in Milano via Zenzuino al civico n. 548 sull" angolo di S. Martino, venduta nel 1829 a Giovanni Chi.ippa por austr. L. 2o, 1S3. Mori il 1 gennaio ISIO. Furono ercdi i cuijini Giovanni e Luigi Tordoro col vincolo deirusufrutto alia di lui mogjie Margarita Zuccoli m considcrazioyie delta lodcwie e saggia sua condof/a. Legro iniltro al L. P. dolla StoUa una sua casa in Borgo delle Grazie al N. 2641, dove egli abitava. Bonvino Federico, figlio di Giovanni Battista, ebbe due fratelli uno fatuo e Taltro di nome Francesco Maria, proposto nel collegio dei PP. So- maschi in S. Maria Segreta di Milano. Mori il 3 luglio 1753 sotto la parrocchia di S. Protaso ai Monaci e con testaniento IS giugno dello stesso anno dispose che la di lui sostanza, depurata dal pagamento di alcuni legati, fosse a cura del di lui araministratore e fratello M. R. Padre Francesco Maria Bonvino convertita in opero pie. Con atto 22 gen- naio 1757 il detto Padre Soinasco dichiaro di cedere I'asse ereditario all'Ospedale, al quale pervennero circa L. 64,000 e cioe la meta della sostanza da lui abban- donata. perch^ I'altra nieta dovette essere consegnata agli eredi ex-kgc. In vita fece mutui a privati sopra pegni. — Lego alia Cliiesa di S. Maria Segreta L. 3000. All'Ospedale furono assegnati questi enti: 1' utile dominio della casa in Milano sul Piazzale delle Galline al N. 169S , venduta nel 1802 a Giuseppe Jacchetti per L. 12.535, e coll'obbligo di pagare I'annuo canone di L. 825 alia Nazione, successa aU'abolito Capitolo della Rosa, e la possessione Guzzafame in Vigentino, venduta nel 1702 a Pietro Ant. Mojana per L. 76,100 imp. Borboni sacerdote Carlo nacque sotto la parrocchia di S. Pietro in Cornaredo il 27 gennaio 1755 dai coniugi Paolo, ramiere e oriundo di Varese, e Teresa Bianchi. Fattosi sacerdote, il Borboni si prefisse di percorrere la car- riera degli impieghi e il 10 marzo 1780 fu ammesso negli uffici del grande Ospe- dale a supplire all'Archivista nialato, venendo in seguito nominato coadiutore mercenario con L. 600, auraentate poi nel 1789 a L. 1200. Piu tardi venne nominato Arcbivista. Dopo 42 anni di servizio fu collocato a riposo nel 1829 coll'intiero onorario. Ottimo e distinto impiegato, indefesso lavoratore e zelantissimo dei suoi do- veri. 11 Capitolo Ospitaliero prima, e I'Aniministrazione poi, ebbero a deferirgli incarichi delicati e difficili , che egli seppe sempre disimpegnare con aniore e plauso dei suoi superiori. Era spesse volte consultato anche nolle questioni ardue deH'Amministrazione. E a lui dovuto I'ordinamento deU'Archivio dell'Ospedale ; dei LL. PP. Triulzi e della Congregazione di Carita. L'ingegno suo, la forza di volonti, e I'attitudine a tali ordinamenti appa- riranno tanto maggiori, se si ponga mente che quella compagine enorme di do- cumenti e di atti, che costituiscono gli Archivi attuali dei maggiori istituli di beneficenza, fu raccolta e classificata da lui in un ordinamento ingegnosissimo e semplice ad un tempo, che risponde ad ogni ricerca e che si presta mirabil- mente ad ogni modificazione o auraento di patrimonio. Mori il 3 luglio 1833 d'anni 78, legando a favore dell'Ospedale tre case in Milano ed alcuni beni in Legnano del valore complessivo di L. 90,724 nitide (testaraento 14 settembre 1830). II ritratto e del Sogni, che I'esegui per L. 810 austriache. *>4 Borella Carlo, nacquc in Milano dai coniugi Gaetano e Teresa Motta, il 1)1 otlobro 17!)5 sotto la parrocchia di S. Stefano. Compiiiti gli studi ginna- siali liccali e da ragioniere , il Borella, appartenendo a numerosa farniglia, dovette, aU'eta di 22 anni, nel 1819, impiegarsi come commesso, poi come con- labile e cassiere salariato presso la Ditta Campiglio ed Airoldi, dove rimase fino al 1828. Sciolta quella Ditta, rimase presso I'altra die vi succedette fiao al 1831, attendendo poi dal 1811 al 1849 aH'Amministrazione della sostanza della con- tessa Ottolini. Al cadere del 1831 si diede anche aH'andamento della famiglia, attosa I'eta cadente del padre, coU'assumere, alia morte di questi, I'ammini.stra- zione della sostanza paterna, anche per I'interesse dei fratelli e delle sorelle. Mori il 17 settembre 18G1 d'anni 66, chiamando erede I'Ospedale Maggiore con testamento 20 luglio 1861, e facendo diversi legati di beneficenza a favore deiristituto dei ciechi, dei sordo-muti, degli Asili d'infanzia e d'alcuni suoi pa- reati. All'Ospedale pervennero circa L. 195,000. 11 ritratto fu eseguito dal pittoro Mazza Giuseppe per ital. L. 800. Borella IVlaria, figlia di Francesco e di Yaghi Giovanna, sorella di Borella Kosa, altra benefattrice dell'Ospedale, mori nubile d' anni 72 il 21 settembre 1878 nelia casa in Milano, Canonica di S. Nazaro al n. 25. Fu se- polta nel cimitero di P. Vittoria. — Con testamento 6 febbraio 1876 , negli atti del Dottor Vismara, istitui erede la nipote Giuseppa Canetta con un legato di L. 30,000 a favore dell'Ospedale, coU'onere della corresponsione vitalizia giornaliera di L. 2 a favore deH'Archivista dell'Ospedale Pietro Canetta, in be- nemerenza dell'opera da lui prostata neH'amrainistrarle il patrimonio. — Leg6 inoltre L. 20,000 all'lstituto delle Pericolanti. Fu donna di buoni costumi, religiosa,raa non bigotta, non colta, ma di gran criterio. Boretta Giov. Battista nacque a Borgo Ticino di Pavia il 4 settembre 1807 da Carlo Giuseppe e Maria Cardani. 11 1 ottobre 1833 lasci6 la patria e si reco a Milano ad esercitare il mestiere del sarto, dal quale cesso negli ultimi anni della sua vita. Uimasto vedovo di Angiolina Piazza, sposo in seconde nozze Carolina Gandini, alia quale lego cio che le assegnava la legge. Colto da sincope sulla pubblica via, fu ricoverato nell'Ospedale Maggiore, dove mori il 6 febbraio 1884. Abitava in Milano nella casa in via del Bottonuto al n. 10. Con testamento 11 febbraio 1869 istitui erede universale Tunica figlia Emilia Luigia, nata il 2 aprile 1860 e da lui messa nel torno del L. P. degli Esposti in causa delle criticlie sue circostanze finanziarie, con sostituzione a favore del- l'Ospedale nel case in cui la figlia gli fosse premorta. II caso si e verificato per- che la figlia mori ad Ispra il 2 aprile 1864. Essa era inscritta nei registri dello Stato Civile del L. P. Esposti col nome di Emilia Emali. Precedentemente pero era stata inscritta nei libri parrocchiali di S. Nazaro siccome Emilia Boretta, figlia di Giovanni Battista e di Piazza Angiola Maria. Lasci6 la vedova inferma, d'avanzata eik e assolutamente impotente al la- voro. Pare che le sue sofl'erenze non siano estranee agli stenti che le erano impost! dalle abitudini parsimoniose del marito. 11 legato fattole da quest'ultimo fu subito riconosciuto insufficiente dalhx Ilappresentanza Ospitaliera, la quale le assegn6 vita durante I'annua reudita dello Stato di L. 530, uuico ente di com- pendio della sostanza abbandonata dal di lei raarito , non clie la mobiglia di casa e la biancheria, ecc. Borgazzi Bartolomeo, di Giovanni Battista, leg6 alia moglie An- gioia Frattini la teiv.a parte della sua sostanza m considerazione e in com- penso dell'affettuosa e fedele compagnia fallagli e per un degno riguardo alia sua giovanile eta. Condusse in societi con altri un negozio di vino e una macellaria sul Pontevetero. Mori il 23 gennaio 1800 e con testaraento 10 novembre 1795, rog. Monza, istitui eredi universali i suoi fratelli Antonio e Giuseppe Borgazzi con sostitu- zione a favore dell'Ospedale in caso di preinorienza di uno dei suddetti, sosti- tuzione che si e verificata con un introito a favore dell' Ospedale stesso di circa L. 11,000. Borghi Carolina, di Giuseppe, vedova del dottor fisico cav. Luigi Sacco, primo inoculatore del vaccino, lego all'Ospedale, con testaraento 20 no- vembre 1848, L. 15,000 per una volta, le quali furono pagate il 24 marzo 1851. — Lascio una sostanza di L. 350,000 die fu raccolta dalle sue figlie. * Borghini Giov. Antonio, ammogliato con Maddalena Francesca Calovati, nel 1G07 istitui erede 1' Ospedale, il quale consegui circa L. 11,900, prezzo di una casa a S. Pietro Scaldasole e di un'ortaglia chiaraata la Magolfa nei CO. SS. di P. Ticiuese. * Borromeo Alessandro, mori il 18 luglio 1587, istituendo erede rOspedale, il quale consegui circa L. 18,000. Borromeo Carlo, cardinale, figlio di Giberto, conte di Arona, e Margarita Medici sorella del Papa Pio IV, altro benefattore dell'Ospedale. Nacque in Arona il 2 ottobre 153S e mori in Milano il 3 novembre 1584 d'anni 46. Fu create Cardinale da Papa Pio IV il 3 gennaio 15G0, ed eletto Arcivescovo di Milano I'S febbraio 1561 in eta d'anni 22 circa. Rimase per qualche anno in Roma, avendo fatto solenne ingresso in Milano il 23 settembre 1565. Legato Pontificio di Bologna e di Ancona , protettore della Corona di Portogallo , dei Paesi Bassi, dei Cantoni Cattolici della Svizzera e degli Ordini di S. France- sco dei Carmelitani di Malta, fu I'anima del Concilio di Trento , nel quale si adopero specialmente a riforniare gli abusi che si erano introdotti nella Cliiesa. Face redigere il Catechismo, conosciuto sotto il nome di Catechisrao di Trento. Con testaraento 9 setterabre 1576, anno della peste, istitui erede univer- sale della sua sostanza I'Ospedale Maggiore coU'obbligo di corrispondere la raeta liquida della di lui sostanza ai Monasteri poveri della citta e diocesi. Ordin6 che il suo corpo fosse tumulato nella Chiesa Maggiore di Milano e che sulla lapide fossero scolpite le seguenti parole: Carolus cardi'nalifs tiluli Hanclco Praxedis Archiepiscopus Mediolani fre- queiilioribus Cleri populique ac decoti fosmincei sexus prcecibus se comen- datum cupiens hoc loco sibi monutnenlum vwens elegit. — 26 — La sostanza da lui abbandonata non supero le L. 160,000. All 'Ospedale, dedotli i pesi e le sppse, loccarono circa L. U0,000. La Rappresentaiiza Ospitaliera spontaneamente fece offerte nella occasione della annuale ricorrenza della di lui festa, e in ispecial modo e con maggior lai'ghezza quando venne boatificato e santificato. Un primo ritratto a mozza figura , ordinate dal Capitolo Ospitaliero con deliberazione G dicembre 1G02 fu eseguito dal pittore Lavisone Vincenzo per L. 28.10. Ma poi con Ordinanza 23 aprile 1G77 il Capitolo stabili che il ritratto si facessG in piedi. L'esegui Ottavio Bizzozzero per L. 36. Borromeo contessa Isabella, dei conti di Arona, figlia dei coniugi Lancellotto e Lucia Adorno, di Agostino, spos6 11 conte Renato Triulzi, signore di Formigara. Mori il 2 febbraio 1564 (1), e con testaraento \.° febbraio 1563, rogato Gerolamo Caccia Castiglioni, nomino eredi la figlia Margherita Triulzi ed Anna Visconti, del conte Luigi e di Lucia Borromeo, coll'onere di un legato di L. 2-1,000 a favore dell'Ospedale. Leg6 a Renato Borromeo, figlio di Mar- gherita, I'isola di S. Vittore, che dal noma della testatrice, dicesi, prendesse quelle di Isola Isabella, e di poi Isola Bella (2). Borromeo conte Vitaliano, nacque il 3 marzo 1720, dai coniugi conte Giovanni e duchessa Clelia Grillo , famosa nel secolo scorso in Italia e fiiori per il suo ingegno. Suo padre era Grande di Spagna, Mastro di campo e generale della milizia forense. II conte Vitaliano fu nuncio apostolico in To- scana I'anno 1755, arcivescovo di Tebe nel 1756, nuncio a Vienna nel 1760, abate di Chiaravalle nel 1764, cardinale di S. Prassede nel 1766. Altro dei protettori della Chiesa di S. Carlo dei milanesi in Roma, lego alia stessa una sua pianeta bianca preziosissima, ricamata in oro, non che un calice d'oro. Mori in Roma il 7 giugno 1793 d' anni 73 (3), e, giusta una conforme di lui disposizione, venne seppellito nella Chiesa di S. Prassede in Roma. Con testamento 25 maggio 1788, istitui erede universale 1' Istituto delle povere figlie delle scuole della divina carita in Roma , sostituendo, in caso di inosservanza delle norrae da lui additate, 1' Ospedale Maggicre, al quale leg6 tutti i danari che alia di lui morte si fossero trovati presso Bernardo Maggi di lui depositario e che raggiunsero 1' importo di L. 153,213. Si ha il ritratto eseguito da Giovanni Perabo per L. 190. Borroni sacerdote Luigi , di Antonio Maria, Proposto di Bruzzano, con atto 5 novembre 1814, rogato Giusej)pe Maria Gianorini, dono in vita al- rOspedale L. 23.210. IS coH'obbligo di corrispondere vitaliziarraente Cent. 76.8 ital. al suo domestico. — Ebbe un fratello di nome Pietro Maria che fu Par- roco della chiesa di S. Maria de' Servi. Borsa nobile Cesare, possidente, figlio di Giovanni Battista, con testaraento 10 aprile 1846 chiamo erede la nioglie Giulia Secco d'Aragona, di- (1) Vedi Mastro patrimoniale 1564, fog. 38. (2) Vedi Famiglie nolahili milnnesi, per Felice Calvi. (3) NeH'opera Faini(jHe nolahili milanesi, per Felice Calvi e incorso un errore di stampa nella data della morte in quanto si e scritto 7 giugno 1797. spoaendo a favoi*e deH'Ospcdalo Matrpioro di Milano il legato di L. 20,000. Lepo altre L. 20,000 per ciascnno agU Ospedali Fate-bene-fratelli, Fate-bene-sorelle e d' Inzapo. e L. 15,000 al tempio di S. Carlo. Non dimentico il L. P. della Pace e il Patronato pei liberati dal carcere. Assepiio L. 10,000 a ciascuno dei LL. PP. della Stella, e orfanotrofio niaschile e L. 5000 al L. P. Triulzio, al- r istituto dei ciechi, ai sordo-muti e alle Case d'iiidustria e di ricovero. L'isti- tuto teatrale, 1' istituto tipoprafico, le Fiplie della caritd, la Pia unione di be- neficenza. furono favoriti con un legato di L. 10,000 per ciascuno. Ricord6 i poveri della darsena ecu un legato di L. 3000 e destin6 L. 20,000 per i cronici. Mori il 29 dicenibre 1S57, in Milano, nella casa in via Sant' Orsola, al n. 2820, d'anni 80. per catarro cronico, e dietro prescrizione di lui, nel cartello raesso alia porta della Ciiiesa furono scritte le seguenti parole : « A Cesare Borsa requie. » Boscano Cesare, di Giorgio, di professione calzolaio con bottega in casa di sua proprieta sulla punta doUa via di S. Raffaele dalla parte del Duomo entrando a mano destra, sposo in prime nozze Ginepria Perego e in seconde nozze Clara Dell'Acqua. Mori nel raarzo 1G25 e con testamento 19 noverabre 1G24, rogato Fran- cesco Clerici di Milano, istitui erede per una meti della sua sostanza 1' unico di lui figlio Giov. Battista e per Taltra nieta Giorgio Boscano, figlio di un di lui fratello, con vincolo fedecoraraissario e con sostituzione a favore dell'Ospe- dale nel caso di estinzione delle linee chiamate. — La sostituzione si e verificata prima del 1031, essendo morti i chiamati alia succe^sione senza figli. Perven- nero all'Ospedale una casa in Melegnano, la suddetta casa in via di S. Raffaele, venduta per L. 18,200, e una casa in via de' Ratti, venduta nel 1G35 a Giov. Pietro Piautanida per L. 4500 imp. Boschetti Alessandro scrti i natali il 29 luglio 1811 in Milano sotto la parrocchia di S. Maria alia Porta da genitori benestanti , i coniugi iugegnere Antonio Boschetti e Giuseppa Mariani. Percorse gli studi classici nel ginnasio e nel liceo di Sant'Alessandro; studio a Pavia la medicina, meritandosi sempre classificazioni distinte e riportandovi la laurea nel settembro 1837. Prov- visto di lauto patrimonio visse tranquillo senza dedicarsi all'esercizio della me- dicina. Nel 1858 sposo Giuseppina Ciocca che gli port6 in dote austr. L. 5500 6 che gli premor'i il 25 giupno 18GS lasciandolo alRitto, ma rassegnato, come ce lo dimo>traiio questi detti che il desolate marito scrisse sulla copertina delle carte riguardanti la eredita della raoglie: « 25 giugno 18G8 ore 11 meno minuti 10. « Trapasso a vita mipliore delTamatissiraa mia moglie. « Dorainus dedit — Domiuus abstulit — Sit nomen domini benedictum in sa?cula. » Mori in Milano nella rasa di sua proprieta in via Cavenaghi n. 1, il 4 lu- glio 1881, d"anni 70, chiamando erede I'Ospedale Maggiore di Milano con testa- mento 3 gennaio 1877 nel quale dispose un legato a favore di un fratello e proibi che I'erede gli facesse eseguire il ritratto. II divieto fu rispettato, ma, a — 28 — dimostrare al benefattore la riconoscenza, si suppli con iin quadro allegorico, lavoro del pittore Giacomo Mantegazza. Boschetti Felice, ragioniere, nacque in Turro il 28 ottobre 1798 dai coniugi Giovanni e Teresa Ferrini e mori in Milano nella casa in via Ghios- setto, n. 13, I'S ottobre 186G. Benestante, celibe. Per parecclii anni partecipo ad una fabbrica di bigiotteria d'oro, d'argento, coralli, pietre, ecc. Era altro dei componenti la Societa del Giardino. Nomiiio erede I'Ospedale INIaggiore con te- stamento 14 febbraio 18GG, lasciandogli una sostanza die si avvicino alle L. 100,000. Derogo qualunque altra disposizione testaraentaria che non fosse contrassegnata daU'epigrafe — Amen d'ico vobt's. — Leg6 alio stabilimento dei discoli L. 1000, ai ciechi L. 1000, ai bambini lattanti L. 1000 e altrettanto agli Asili. Prescrisse che sul cartello mortuario fosse posta la seguente epigrafe — Re- qw'e alVanima di Felice Bosclietti — e proibl di fargli fare il ritratto. II Consiglio Ospitaliero vi ha supplito con un quadro allegorico rappresentante un angelo, eseguito da Angelo Pietrasanta per L. 8G4.20. Bosisio Gerolamo di Domenico, fratello del Bosisio Giuseppe, altro benefattore dell'Ospedale. Negoziante di seta, inarito di Antonia Massara, con iestamento 18 settembre 1592, rogato Giov. Enrico Castiglioni di Milano, no- mine erede Giov. Antonio Cazolano e i di lui figli e discendenti in infinito ed in loro mancanza chiamo erede I'Ospedale I\Iaggiore di Milano. — Abbandono una sostanza di L. 41,001.7 che, depurata dalle passivita, residue a L. 27,847.15.3 in base alle quali 1' Ospedale fece una transazione cogli eredi Cazolano, rice- vendo nel 1G07 a titolo corrispettivo L. 20,885. IG. G. Bosisio Griacomo di Giovanni Battista e Caterina Besozzi, di Mi- lano, notaio. Morto il 15 raarzo 1G2G, venne sepolto per sua disposizione vicino al padre nella Chiesa di S. Barnaba, Con testamento 15 marzo 1626, chiamava erede I'Ospedale Maggiore di Milano, legando L. 7000 ad una sua figlia naturale in caso di collocamento spirituale o temporale, ritenuto a carico dell'erede gli alimenti. Questa figlia si e poi fatta monaca nel monastero di S. Bernardino. Non lascio una grossa sostanza, che al L. P. pervennero soltanto alcuni sta- bili in comune di Porchera, dei quali il Bosisio era in possesso per donazione di un sacerdote, Baldassare Del Corno, amico di lui. Sua madre dono in vita, nel 1G27, all' Ospedale, tutta la sostanza da lei posseduta e in ispecial modo le di lei ragioni dotali. Esegui il ritratto il pittore Soldi Baldassare per L. 23. Bossi nobile sacerdote Francesco, figlio di Pirro e Angiola Bram- billa, nacque il G gennaio 1739. Era fratello del Bossi Benigno, altro benefattore dell'Ospedale. Mori il 14 febbraio 1821. Per 25 anni dal 1805 retro amministro gratuitamente la sagrestia della Cliiesa di S. Stefano , alia quale era addetto nella qualita di canonico. Fu assiduo, zelante e premuroso nel disimpegno dei suoi doveri. Con testamento 27 febbraio 1820, istitui erede I'Ospedale Maggiore, che raccolse una sostanza di L. 112,090. 40, comprosi in questa i beni perve- nutigli colla eredita del fratello sacerdote Benigno, e il valore dei beni da lui posseduti nei CO. SS. di Milano fuori di P. Lodovica, detti I'Ortaglia della spar- — 20 — gera e in Cormanno di pertiche 320. Fu esecutore testaraentario e legatario del canonico Michele Carboni, altro beaefattore dell'Ospedale. Venne sepolto nel cimitero di P. Orieutale, dove fu posta una lapide colla seguente iscrizione , dettala dal prete Zoppi , prima proposto della Chiesa di S. Stefano, poi Vescovo di Massa e Carrara : Qui c'hinno le osm — del sacerdote Francesco Bossi — canonico di S. Stefano in (^uesta citia — uomo tut to di Dio — presto sempre ai dovcri suoi — e ad ogni ben fare altrv.i — aniico dci poveri, dispensatore fedele — del patrimonio loro — sprezzalore di se, veneratore di iutto — esempio illustre — di rirtu operosa e pura — dalla giovinezza fno alia vecchiaia — mor\ nel hacio del Signore — // 14 febhraio 1S21 deU'eta sua 82 — I'amministratore dell'Ospedale Maggiore erede — pose questo monumento. II ritratto e del Palagi. Bossi Giovanni Pietro, figlio dei coniugi Giov. Ambrogio e Fio- renza l>ossi, causidico niolto accreditato, prestt) i suoi servizii in materia legale alia veneranda fabbrica del Duomo, al Collegio Elvetico, al Capitolo di S. Lo- renzo e alia Societa di Gesii in Brera. Spos6 Daria Gerenzano delta dei Guttica, alia quale lego 1' usutVutto generale della eredita in beneraerenza della sua amo- revolezza e delle cure aflettuose e premurose che ebbe a prestargli nell'ultima malattia. Non ebbe figli. Ebbe tre fratelli, due preti, canonico in S. Fedele il prime, e proposto a Lecco il secondo, e un terzo frate a Castellazzo. Mori ad Azzate nel novembre 1580, dove pure tenne domicilio, ma il di lui cadavere fu trasportato a Milano e seppellito nella Chiesa di S. Fedele. Con testaraento 11 gennaio 15S7, rogato Giacomo Sansoni, istitui erede rOspedale, il quale raccolse una sostanza di L. 14,000 circa. Bossi Giulio di Giov. Battista, con testaraento 24 setterabre 1607, rogato Ruggero Isacchi, istitui erede 1' Ospedale che incasso circa L. 19,000. Mori nel 1608. Bossi Rosa Maria Carolina, vedova di Lorenzo Golleoni, nacque a Calvairate, nei CC. SS. di P. Vittoria, il 26 febbraio 1814, dai coniugi Ambrogio e Lattuada Cristina. Mori in Milano nella Casa di salute il 10 giu- gno 1877. Nel 1866 cedette all' Ospedale Maggiore, contro il corrispettivo di un vitalizio, il capitale di L. 18,b00, che venne aumentato di altre L. 32,000 nel 1874. Con testaraento 4 gennaio 1877 chiamo erede I'Ospedale stesso che aggiunse cosi altre L. 7638. 17 alle preaccennate sorarae. Benefice gli scrofolosi di Milano con un legato di L. 500. Tenne aperto negozio di privativa nella via S. Margherita, n. 7, dal quale si ritrasse pochi anni priraa di morire. Era ascritta alia confraternita del SS. Sa- cramento nella chiesa di S. Maria della Passione. Si ha il ritratto eseguito da Francesco Colombo. * Bozzi Giuseppe. Per erediti di lui pervenne all'Ospedale una casa in Milano sotto la parrocchia di Sant'Alessandro nel 1034. Branchinetti Michele, di Angelo Maria, fornaio, con negozio aperto in casa di sua proprieta in via della Lupa al n. WliS'), di contro alia Chiesa di — 30 — S. Maria Beltrade, ora via Torino, con testamento 22 febbraio 1785, rogato Francesco Antonio Triulzi di Milano, istitui erede I'Ospedale, riservato 1' usu- frutto penerale alia nioglie di lui, Maria Zametti. — Mori senza figli il 5 giu- gno 1797. — Era ascritto al terzo oidine di S. Francesco. Pervennero aU'erede Ospedale, una casa con terreno annesso nei CC. SS. di P. Comasina alia Fontana, denominata il Massazzo di pertiche 23, la sud- detta casa in via della Lupa , e un capitale di L. 12,000 impiegato presso I'Ospedale, oltre la mobilia, ecc. — La casa in Milano fu nel 1798 venduta ad Ambrogio Ponzone per L. 12,000 e i 1)eni alia Fontana a Giovanni Zametti per L. 8500, nel 1819. Brebbia baronessa Giuditta, contessa di Corvier, figlia di Gerolamo Marc'Antonio, altro dei sessanta decurioni della cittA di Milano, vedova in prime nozze di Francesco Della Torre, e moglie in seconde nozze del barone Pietro De Battevil. Mori il 25 maggio 1682, chiaraando erede, con testamento 20 aprile detto anno il di lui figlio abate Giovanni De Battevil, sostituendo I'Ospedale Maggiore nel caso che egli non avesse voluto adire I'eredita. Essendo stata ripudiala dal- I'erede, venne raccolta dal L. P., il quale ebbe a conseguire L. 9925 nitide. Voile essere seppellita nella chiesa dei padri di S. Maria della Pace, nel sepolcro de' suoi maggiori. In vita aveva donata all'Ospedale la sua sostanza mobile ed immobile. Donna eminentemente cattolica e religiosa, era ascritta all'ordine dei ter- ziarii di S. Francesco, e faceva celebrare in ogni anno, di sua propria volontcl, circa 700 messe. Faceva elargizioni abbondanti per acquisto di arredi sacri a favore di chiese. Havvi il ritratto eseguito da Ottavio Bizzozero per L. 40. Bregonza Ottavia, vedova di Gerolamo Pieni, benefattore dell'Ospe- dale, figlia di Bernardo, chiamo erede I'Ospedale Maggiore con testamento 31 gennaio 1714 e codicillo 27 aprile successive. Mori il 24 febbraio 171G. — Or- dino di far mettere sopra lo stemma dipinto nella funzione delle sue esequie le parole: « Pregate Dio benedetto per I'anima di Ottavia Pieni peccatrice. » Prescrisse inoltre che ai di lei funerali dovessero intervenire gli stendardi del Carmine, di S. Giovanni in Conca, del SS. Rosario, della Rosa, del Riscatto di Sant'Alessandro, della cintura di S. Marco, del cordone di S. Francesco e della compagnia di S. Lorenzo. Fece inoltre la seguente disposizione: « E perche tra i miei quadri vi e il ritratto del quondam signer Gerolamo Pieno mio marito dilettissimo che gode il cielo, e il raio ancora, e quello della signora Giulia Pieno Borgaza mia dilettissima figlia, di cui io sono erede, voglio che questi tre ritratti si conservino appresso quelli degli altri benefattori del venerando Ospedale. » Brentano Cimaroli nobile Gaetano, figlio di Giovanni e di Felicita Buzzi, marito di Luigia Brasca, gia sua governante. Era cugino del cav. Ambrogio Uboldi da Villareggio, altro benefattore dell' Ospedale e parente dell'altra benefattrice Uboldi Valtorta Carolina. Percorse la carriera degh ira- pieghi negli ufficii della regia delegazione. Ottenne di essere coUocato a riposo — Ol — I'anno ISoG. dopo ventidiie anni di siM'vizio. Mori in Milano nolla casa in via del Lauro, n. IS 10, il IG maggio 1^50, in seguito a gravi e reiterate malattio polmonari. Con testamento 1." aprile 1S51, die e preceduto dal detto: « Dio mi salvi » istitui erede I'Ospedale Maggiore che consegui una sostanza di circa L. 45,900. Havvi il ritratto di lui e^eguito da Felice De Maurizio per L. COO. Brentano Grianta nobile G-iuseppe di Andrea e Maria Luigia Galera, nacquo in Milano sotto la parrocchia di S. Frotaso ai monaci il 10 iio- vembre 17o3. Mori il 4 ottobre 1819 d'anni 60. Nel ciraitero di P. Ticinese fu posta qiiesta iscrizione a ricordo di lui .- II ncbile Giuseppe Brentano Grianta — intcgerrinxo senza ostentazione — amante dei buoni stucln — srgnalo la religio&a sua cariia — donando — // ricco suo patrimonio — ai poveri infermi del suo paese — pago il tributo alia umana natura — il giorno 4 di ottobre 1819 — I'amministra- tore — dell'Ospedale Maggiore di Milano erede — pose questo monwnento. La benefica disposizione di lui fu scritta nel testamento 1." luglio 1817 e nei codicilli 29 maggio 1818 e 1." marzo 1819. Compenso i servizii premurosi della sua cameriera con un legato di L. 50,000 milanesi. La sostanza conseguita dal L. P. fu di circa L. 482,183, a costituire il qual importo entrano fra gli altri enti, due case in Milano, una in via della Sala, n. 954, venduta nel 1821 a Camillo Galimberti per L. 15,000, I'altra in via Rugabella, n. 4214, venduta nel 1821 a Giovanni \'alentini per L. 40,100 italiane. Con questa eredita pervennero al L. P. diversi quadri e disegni del pittore Franc. Londonio; ceduti poi all'Accaderaia delle belle arti di Brera I'anno 1822 per L. 54 0. Dispose a favore di individui della cascina Colombarolo il legato di mil. L. 50,000 in preraio della esemplare rassegnazione con cui sopportarono disgrazie dovute alia eccessiva buona fede di un loro parente. Bretin Luigi nacque a Parigi il 13 maggio 1810 da Giovanni e Maria Tocherau. Ebbe per moglie Flora Fabbri nativa di Genova, figlia dei coniugi Giovanni e Maria Mercante. Mentie il Bretin e membro e protettore di una societii d'artisti di Parigi e di parecchie altre associazioni, si di Milano clie d'altii luoglii d'ltalia; la sua consorte era socia e protettrice della societa reale di Filantropia in Bruxelles, di quella per il riscatto dei piccoli Chinesi e delle dame di S. Vincenzo da Paola. Interprete fedele e coscienzioso anclie dei sentimenti della predefuuta di lui moglie, il Bretin, con atto 24 agosto 1882, cedette all'Ospedale Maggiore la casa di sua proprieta situata in Milano via Torino, n. 15 di auagrafe, coU'estimo di scudi 1947.4.3, del valore di circa L. 300,000, riservando a se 1' usufrutto vitalizio e coll'obbligo al L. P. donatario di soddisfare alia di lui morte alciini legal! a favore di parenti e di attinenti. La Rappresentanza ospitaliera, a dimostrazione della riconoscenza dovuta al generoso benefattore, fece eseguire dal pittore Guglielrao P'ernbach, vivente il benefattore, un dipinto rappresentante lui e la moglie nell'atto di uscire dalla cbiesa dell'Ospedale, e nello sfondo una suora ospitaliera ed un'altra di S. Vin- cenzo da Paola a ricordo delle speciali beneficenze fatte dalla moglie. — 32 - Auguriamo al bcnofico donatoro die la vita gli scorra felice e lieta, com- penso ben meritato a tauta filantropia e a tanta beneficenza. Brioschi ingegnere Giovanni* figlio dei coniugi Giuseppe, che fu cassiere dell'Ospedale e che favori 11 L. P. con un legato di L. COO, e di Giu- seppa Redaelli, mori in Milano il 4 febbraio 1855 d'anni 77, e con testamento in data di Galbiate 21 giugno 1852, istitui ereJo una sua sorella colla condi- zione assoluta che alia di lei morte avesse a lasciare all'Ospedale Maggiore L. 80,000 austr. per il mantenimento di quattro malati cronici dei comuni di Galbiate e di Sala. Ha inoltre favorito 1' Istituto dei sordo-muti e dei ciechi, nonche gli asili infantili. La sorella mori il 25 noverabre ISGG e il legato fu pagato nel 1867. Brioschi sacerdote Giuseppe, canonico ordinario della Metropolitana di Milano, mori il 9 giugno 182G in Villa Riparia, ove possedeva. Istitui erede la sua domestica coll'onere di un legato di tutti gli stabili da lui posseduti al- l'Ospedale Maggiore (testamento 20 maggio 1820), e di altri legati a favore de'suoi parenti. Pervennero all'Ospedale alcuni stabili neH'accennato comune, i quali furono venduti nel 1827 a Gaetano Brioschi. L' importo del legato non raggiunse la cifra stabilita per fargli il piccolo ritratto, ma la domestica ed un parente del testatore, interpreti anclie della volonta di lui, che il ritratto fosse fatto, acquistarono 1 fondi legati per il va- lore di L. 38,000 austr. esenti di ogni peso. 11 ritratto e del Palagi. Brivio nobile Annibale , dottore collegiato, figlio di Cesare e di Caterina Moroni, nacque il 23 dicembre 1G2G. Alunno del collegio Borromeo di Pavia, fu laureate in legge nel 1G48 (1). Pose a carico del di lui erede, Ippolito Brivio, I'obbligo di pagare all'Ospedale Maggiore il legato di scudi 5000 per una volta pagabili in cinque rate annuali, giusta il di lui testamento 5 set- tembre 1699. Mori il 25 maggio 1700. Si ha il ritratto, lavoro di Ambrogio Bellotti, che fu retribuito con L. 60. Broglio o Erolio Domenico, musico della Metropolitana, figlio di Vincenzo, della parrocchia di Sant'Andrea alia Pusterla nuova , con testa- mento 13 febbraio 1G71, rogato Giov. Batt. Lampugnani, istitui erede il fratello Andrea e i figli maschi legittimi dello stesso, con ordine fedecommissario, e in caso di mancanza di chiamati, istitui erede I'Ospedale, caso che si e verificato nel 1705 per la morte senza figli di Carlo Francesco Brolio. L' Ospedale in- cass6 la somma di L. 12,668. Brusati Camillo di Valeriano, della parrocchia di S. Lorenzo, con testamento 4 ottobre 1718, rogato Giov. Battista Besozzi di Milano, lego al- l'Ospedale L. 12,000 per una volta. Bussero Bernardo, figlio di Giov. Ambrogio, marito di Caterina Pusterla, con testamento 31 luglio 1629, rogato Giov. Ambrogio Castagnola di Milano, lego all'Ospedale una casa e teireno di pertiche 70 in territorio di (1^ Calvi: Famiglie notabili milanesi. — SA - S. Croce vicino a Pavia e due capital!, uno di L. 5000 e raltio di L. 6000, e una casa in Milano, in P. Nuova parrocchia di S. Pietro colia rete, la quale nel 1630 fu venduta a Giov. Battista Porlasca per L. 5000 imp. In vita fece un vitalizio coliOspedale per un iniporto capitale di L, 30,000. Buttintrocchi raarchese G-iovanrii Maria, fi-lio di Paolo, Svizzero. Fu egli impr.^sario dei presiJi militari o nel 1057 fu dichiarato feu- datario di Colo-no. Spos6 Teodora P mceri, dilla quale ebbe due figli , Giulio Che fu canonico di Sanf Ambrogio, e Giovanni, giudice nel pretorio.'^Co'n testa- ment.) IS niaggio 1G70, rogato Carl'Antonio Bossetto di Milano, lego all'Ospe- dale L. 300 per -10 anni. Buttirone sacerdote C3-iuseppe di Giovanni Maria, di Castello sopra Lecco, mori d 16 febbraio 18u2. d'anni 80, legando all'Ospedale L. 60,000 con testamento 12 settembre 1801. Si ha il ritratto eseguito dal pittore Sala Giosue, al quale vennero corri- sposte L. 1080 per questo e pei ritratti dei benei^ittori Galbesi e Pedroni. Cabiati Carlo Giuseppe, figlio di Federico e di Lucia Cabiati sposo la Maria Winkler, che nel 1819 leg6 all'Ospedale L. 12,000 Suo padre era soprastante agli assaggi della R. Zecca e mercante d'oro, d'argento e di seta, negozio quest' ultimo che venne esercitato anche dal figlio fino al 1770 Venne a morte il 20 giugno 1799. Con testamento 20 febbraio 1795 istitui* erede TOspedale Maggiore , col vincolo dell' usufrutto generale a favore della rnoglie. ma coll'obbligo di non passare ad altre nozze. La sostanza conseguita dal L. P. fu di L. 127,000, compreso il valore di alcuni caseggiati e pezzi di terra in Caronno, di pertiche 378, vendute nel 1826 a Giuseppe Antonio Maggioni per L. 47,051, e una casa in Milano via Pescheria HaTL"'57 2"oO^*^'^' ' ^""^"^' ""'^ ^^^^ "" ^"'"'^ ^'"''^''*' '''^°^^ ^°°*^ P'" II ritratto di lui, che si espone nella occasione della festa del Perdono e lavoro di Francesco Antonio Biondi, che I'esegui per L. 180. Cabiati Fermo di Alessandro, notaio e causidico di Seregno con te- stamento 2 agosto 1028, rogato Antonio Fasoli, istitui erede rOspedale,'il quale consegui circa L. 50,000. Cabiati sacerdote Giacomo Antonio, di Seregno, figlio dei conmgi Carlo e Cecilia Fedeli, mori in Albiate, dove fu sepollo, il 3 ottobre 1700 d anni 79 istituendo erede con testamento 20 giugno 1705, rogato Giuseppe l-erraresi, 1 Ospedale Maggiore, al quale pervenne una sostanza di circa L 48 000 compreso .1 valore di alcuni stabili in Albiate, stati poi venduti dall' Ospedale nel I. II a Carlo. Giovanni ed Antonio padre e figli Oggioni , per L 11549 e di una casa in Milano a S. Michele sul Dosso, venduta nel 1776 al capitano Caradlo B.anchi d'Adda, per L. 6100. - Soltanto quattro anni prima di morire ed essendo aggravato d'etk, domando ed ottenne dall'autorita ecclesiastica di assumere al suo servizio una donna di 40 anni di l^uona voce e fama. Caccia nobile Dominione , dei feudatarii di Sillavengo, figlio dei coD.ugi Giovanni Battista e Catterina Corti, sposo in prime nozze Laura Moroni, 3 . - 34 — in secondc nozze Maddalena Carisio, e in terze nozze Angiola Berciocchi. Lascio cinque figU, Francesco, Giov. Battista, Deodato, Giuseppe abate, Federico. Mori nel 171G, legando, con testainento 25 gennaio ITOG, rogato Giovanni Andrea Mozziniga, L. 25,000 aU'Ospedale Maggiore di Milano e altrettanto a quello di Novara. * Cacciavalle Oiovanni A.mbrogio. L'Ospedale eredito da lui alcuni stabili iu Ozero, venduti per L. 9,072, oltre L. 2000 in danaro (1G38). Cagarana Gerolamo, figlio dei coniugi dottor Pietro Paolo e Ce- cilia Riva, mori nel 1585. L'Ospedale fu erode in forza del testaniento 22 giugno detto anno. Pervennero alcuni beni in Trucazzano dove qualche volta il Caga- rana tenne domicilio. Questi stabili furono venduti nel 1597 per L. 16,000, al qual importo sono da aggiungere altre L. 12,000, valore di una casa venduta e L. 200 per danaro rinvenuto nascosto negli abiti della domestica e sotto una botte d'aceto. — Fu sepolto nella chiesa del monastero di S. Maria degli Angioli. Caimi Antonio, figlio di Giovanni Battista e di Rosa Sala, aramo- gliato con Annunciata Vismara, raori il 21 settembre 1850, d'anni 74, in Milano nel vicolo dei Tignoni. Con testamento 19 settembre 1850, istitui erede I'Ospe- dale Maggiore coll' incarico di fare, a sua memoria, il ritratto a mezza figura, come di pratica. Voile che nella lapide al camposanto di S. Gregorio fosse ag- giunto al suo norae quello di Sans-faQon, e do alio scopo di esserc dislinto dalle altre famiglie Caimi. L'attivita nitida pervenuta al L. P. fu di L. 48,073 austriache. Nel cimitero fu collocata la seguente epigrafe dettata dall'amrainistratore deirOspedale aw. San Pietro: Benefacit animce sua; via misericors ~ Cost raccolga la messe del cento per uno — in Cielo — I'anima di Antonio Caimi Sans-faQon — morto a 74 anni il 21 settembre 1850 — scritti eredi — seminando nella pieta — i poveri infermi dell' Ospedale Maggiore — che interprele dei voti e bene- dicente — pone quesia memore pietra. Si ha il ritratto eseguito da Giovanni Vismara, che percepi austr. L. 500. Caimi nobile Bianca, figlia dei coniugi Eusebio ed Elisabetta Reina, con testamento 18 aprile 1457, istitui erede della meta dei beni da lei posseduti in Fagnano e in Milano. la fabbrica del nuovo Ospedale. Nel 1458 si e fatta monaca nel monastero di S. Chiara in Milano, col nome di Catterina. Con codicillo 20 aprile 1458, lego alia duchessa Bianca Maria una parte dei beni a lei pervenuti coUa eredita del padre, al quale furono donati dal duca Francesco Sforza. Pervenne una possessione dettu Fagiana e una casa in Milano sotto la parrocchia di S. Giorgio al pozzo bianco. Caimi Lucrezia , figlia del senatore Marco Antonio , vedova in prime nozze di Camillo Salerno e in seconde nozze di Giovanni Battista De Ca- pitani d'Arsago di Rivolta, dispose della sua sostanza con testamento G feb- braio IGIO, rogato Francesco Bernardino Ruginello di Milano, a favore deirunico di lei figlio Pirro Salerno con un legato all'Ospedale di L. 18,000. Caimi marchesa Marianna, nacque in Milano sotto la parrocchia — oo — di S. Stefano in Nosiogia I'S luglio 17G1, dai coniugi Antonio e nobile Maria Cleofe Redaelii. Mori in Napoli, vedova di Carlo Giovanni Crivelli, il 14 di- cembre 1853, in casa propria, in via Gnantari nuovi al n. -13, nominando eredi con testaniento 28 gennaio detto anno, i nipoti nobili Gerolarao ed Angelo Cairai, figli del nobile Erasmo, con un legato a favore dell'Ospedale di ducati 3000^ i^ quali furono versati il 12 ottobre 1851. Fece altre disposizioni favorevoli al- I'Ospedale ; ma per queste si addivenne in concorso degli eredi ad una transa- zione in forza della quale I'Ospedale consegui nel 1861 altre L. 21,300. La sostanza da lei abbandonala in Milano e in Napoli, fu di circa L. 040,000. Calcaterra aw. Giuseppe, nacque sotto la parrocchia di S. Satire il 6 gennaio 1707, dai coniugi Francesco e Giovanna Caprotti. Mori in Milano il 12 dicembre 1850, d'anni 89. Gesso daU'esorcizio della professione I'anno 1836, L'anno 1835, avendo la Congregazione municipale riscontrati in lui i mag. giori requisiti di probita, di cognizioni e di pubblica estiraazione, lo nominava direttore del Pio Albergo Triulzio, carica che egli non accettava perche cagic- nevole di salute e settuagenario. I suoi meriti e la sua condotta gli valsero anche d'essere preferito nelle disposizioni testamentarie del padre. Con testa- mento 5 raaggio 1853, istitui erede I'Ospedale Maggiore, coll'onere di mante- nere in perpetuo nell'Ospedale di Cassano due letti; lego L. 50,000 all'Ospedale Ciceri Fate-bene-sorelle, L. 80,000 ai LL. PP. EE. e L. 2400 al Santuario di S. Celso. L'entita nitida della sostanza fu di L. 162,914. Havvi il ritratto eseguito dai Bertini per L. 1000 austriache. Calderara nobile Carlo, nacque in Milano sotto la parrocchia di S. Nazaro, il 9 aprile 1784, dai coniugi conte Leonardo e contessa Aliprandi Giuseppa. Percorse la carriera degli irapieghi, coprendo il posto di referendario di prima classe presso la regia Corte dei conti, di segretario presso la Congregazione centrale e di direttore presso gli ufRci d'ordine della stessa Congre- gazione. Nel 1810 fu mandato in missione di- plomatica in qualita di commissario iraperiale alia corte di Modena. Fu membro dell'associa- zione della Pia unione negli anni 1836 e 1837. Fu anche assistente al Consiglio di Slato. Era di sua proprieta la casa ove ora sorge il fabbricato ad uso scuole in angolo della via Rugabella. Fornito di molto buon senso e fine crite- rio, si compiaceva di spingere con giudiziose osservazioni il sindacato della propria arami- nistrazione fino sul modo di impianto e di clas- sificazione delle partite sui libri di contabilita. Mori il 27 giugno 1860, d'anni 76, e con te- stamento 8 agosto 1854, chiamo erede 1' Ospedale Maggiore, clie raccolse una sostanza di circa L. 2,000,000 e provvide convenientemente ai famigliari da lui — 36 — dimenticati. Leg6 L. 1000 aUa Chiesa di S, Nazaro pei ristauri da farsi alia Chiesa di S. Cawrma. e L. 60,000 aUo stabiliineuio ecclesiastico di Sant Am- brosrio ad yermis. " Voile che i fanerali fossero celebrati senra pompa e con esclusione degli stemmi di nobilxa, del catafelco e deUe iscrizioni. Sepolto nel cimitero di P. Vit- toria. veane. lanno 1S70. a cura e spese deirOspedale erede. fatu? disumare e tra^rtato nel eimitero monumeuiale in un colombaro. II ritratto Tenne eseguito dal pittore Raffaele Casnedi, per L. S64. 20 iial. Calderone Ajoibrogio di Giovanni Paolo, spos6 in prime nozze Francesca Yajlati e in seconde nozze Annunciaui Rallariui. Con testaraento 10 settembre 1722, rebate Giuseppe Quattrocase di MUano, istitui erede lOspedale. ii quale conseeui circa L. 20.000. Calvi Carlo detto il Riccfno, di Agostino, deUa soppressa parrocchia di S. Stefano in Borsoffna di MUano. marito di Maddalena Capra. uegoziante in panno e lane e foniitore dell'Ospedale. mori il 13 agosto 1669. nominando errir un-versale, con testamenio 17 giugno detto anno, la moglie di lui finche ::>se r^iiiis^a in istato vedovile, e dopo di lei e per tutto quello che fosse ri- masto alia sua morte, 1' Ospedale Maggiore di MQano. non avendo ne ascen- denti. ne discendenti, ne agnati. La Tedova ripudio I'eredita, che venne raccolta dall'Ospedale nell' import di L. 12.000 circa. Pare che il ritratto, che si espone nelloccasione della fest del Pei-dono, sia pervennto coUa eredita, sia perche non si ebbe a riscontrar alcuna regisirazione ai mastri . sia perche 1' importo deUa sostanza lasciata - insnfficiente per aveme decisa I'esecnzione. Calvi sacerdoie Carlo, figlio di Tomaso, milanese, abito nel palazzo Sormani Andreani. Mori il 27 febbraio 1816, d'anni 76 e fu seppellito nel ei- mitero di P. Romana, dove venne aeeonipagnato. giusta una conforme di lui disposizione. da sessanta dglie del Luogo Pio degli esposti. e dove lo ricorda la s^Tiente iscrizione: Da Dio Tnisericordioso — pregaie pel sacerdote Carlo Calvi — santo riposo in Crisio e pace eiema. Con testamento 13 febbraio 1816, istitui erede I'Ospedale Maggiore di Mi- lano, col vincolo dell" usufrutto generate a farore del di lui fratello sac. San^o e coll'onere di un le^to vitalizio di annue L. 3000 a favore di una sua co- gnata e di L. 10,000 a favore dell'Ospedale Fate-bene-fratelli. Contemporanea- mente alia data del tesiamenio dona alia Chiesa di Sant'Eufemia. sua parrocchia, un'annua rendita da erogarsi nella assistenza spirituale delle anime e nel sus- sidiare le funzioni del parroco. — Proibi ogni e qualunque apparato. tanto interiore quanio e^teriore della Chiesa durante i funerali. Fra gli enti ereditarii eravi il caseggiato in Milano, via del Crocifisso ai nn. 4326, 4327, 4334 e 4364, che costituiva il monastero del Crocifisso. La sostanza da lui abbandonata fu di L. 121,519 mil. Si ha il ritratto eseguito da Francesco Havez. Camisano Framcesco, figli" 'lei negoziante di seta Alessandro e di — 37 — Caterina Ceruti, inilanese. Con testnmento 8 agosto 1G17, istitni erede I'Ospedale, al quale perveniiero circa L. oO.OOO compreso il valore di una casa in P. Ti- cinese, parroccliia di S. Maria Beltrade, venduta nel 1633 per L. 8300 imp. Mori nel novenibre 1630. Si ha il ritratto. Campagnani Francesco, di Giovanni, della parrocchia di S. Ste- fano, tenne aperto uegozio da droghiere giii del ponte di P. Tosa, ora Vittoria. Mori nel raarzo 1736, e con testaniento 4 aprile 1733, rogato Francesco Isola, lego r usufrutto geuerale della sua sostanza, alia moglie Angela Gerosa, alia quale lascio 1" incaiico di destinare 1' opera pia clie doveva essere 1' erede alia morte di lei. La vedova. con atto 13 agosto 1744, dichiar6 erede I'Ospedale Maggiore di Milano, coU'obbligo di erigere nella crocera delle Colonne un altare. Abbandon6 una sostanza di L. 58,000, ma all'Ospedale pervennero soltanto L. 13,500, in causa di una transazione che si dovette fare cogli eredi della moglie. Campana Francesco di Giovanni Stefano , della parrocchia di S. Maria Porta, con testaraento 31 maggio 1685, istitui erede il nipote materno Carlo Francesco Lomazzo, con vincolo fedecomraissario a favore del figlio ma- schio legittimo e suoi successori in infinite e con riserva dell' usufrutto a favore della moglie Gerolama Lomazzi. Dispose che, nel case di morte del secondo suo erede e dei detti primogeniti senza figli maschi, succedessero per meta e a titolo di sostituzione I'Ospedale Maggiore di Milano e il L. P. di S. Corona, col carico a quest' ultimo di distribuire I'annua rendita in perpetuo a beneficio dei poveri inferini che si trovano nei CC. SS. di Milano, salvo una parte che fu dal te- statore riservata ai suoi parenti. II Campana mori I'auno 1695 — la moglie di lui Tanno 1705 ed il nipote ed erede Carlo Francesco Lomazzo I'anno 1710, lasciando un' unica figlia di nome Francesca. — Verificatasi quindi la sostitu- zione, si addivenne nel 1714 ad una transazione coUa figlia del Lomazzo, nel senso che la sostanza venisse divisa in tre parti eguali fra la stessa e i due LL. PP., Ospedale e S. Coiona, ai quali toccarono L. 137,939 per ciascuno. In quanto alia erogazione delle rendite a favore dei poveri dei CC. SS. di Mi- lano, fu, d'accordo con diversi teologi, stabilito che fosse fatta mediante la sora- ministrazione di medicinali, come avviene anche attualmente. Campofregoso nobile Giovanni Battista, nacque in Milano il 17 noverabre 1575, sotto la parrocchia di S. Bartolomeo, da Spinetta e Cecilia R'jtta. Con testamento 10 luglio 1630, rogato Trinchera Baldassare fatto a Col- turano, lego all'Ospedale L. 36,000 da pagarsi nel caso di cessazione della fa- miglia Scotti da lui istituita erede, caso che si e verificato e che procuro all'Ospedale 1' incasso della detta somma. Canavesi Ottorino, figlio naturale legittimato del benefattore del- r Ospedale Giovanni Antonio e di Violante Scaccabarozzi, occupo per parecchi anui il posto di portiere del magistrate dei redditi dello State di Milano. Ri- mjisto vedovo di Margarita Pessiua, spos6 Pasquala Bianchi. Con testamento 19 aprile 1657, rogato Cristoforo Daverio di Milano, istitui erede I'Ospedale — 38 - . Maggiore di Milano coll'obbligo di far celebrare subito dopo la sua raorte, av- venuta nell'agosto 1057, n. 1200 messe e con un legato speciale alia di lui mo- glie, solto condizione pero che dovesse rimanere vedova. Questa condizione parve a quella signora troppo gravosa e tale che potesse essere tolta di mezzo con qualche sacrificio da parte di lei, ma il Capitolo ospitaliero rinuncio alle offerte che gli furono fatte con qualche larghezza, piuttosto che permettere che si con- travvenisse alia volont^ del testatore. Pervennero pertiche 150 di terra in Garbatola, vendutc nel 1692 a Ge- rolamo Sormani per L. 14,160 imp. * Canetta Biumi Anna. Dispose a favore dell'Ospedale in via di sostituzione , la quale si verifico nel 1787, procurando al L. P. la somraa di L. 16,100. Canetta Ottavio , figlio di Giovanni Battista, della parrocchia di S. Stefano, marito di Margarita Carminati, nel 1066 dono all'Ospedale per ele- mosina L. 450, un anno dopo dono alcuni stabili in Dairago, del valore di L. 1700 e con atto 10 maggio 1068, rogato Mantegazza, dono tanti crediti per un importo di L. 10,000, colla condizione di pagargli la meta ad esazione com- piuta. Nell'istesso anno I'Ospedale compero da lui, con denari provenienti dalla donazione Arese , una casa al Laghetto per 1' ampliamento del fabbricato del- l'Ospedale. Fu affittuario dell'Ospedale dei beni pervenutigli coU'eredita di Ales- sandro Besozzi, beni che furono poi da lui acquistati per L. 1800. Ebbe sei figli, Francesco, Camillo, Giuseppe, Gerolamo, Battista e Carlo Francesco. Canobbio Faolo, figlio di Francesco e di Anastasia N., nacque il 3 ottobre 1478. Mori il 4 febbraio 1557. Con testamento 20 febbraio 1553, rogato Fossano, istitu'i erede I'Ospedale Maggiore di Milano, coll'obbligo di ero- gare la disponibilita delle sue rendite nell' istituire e raantenere alcune scuole. Col successivo codicillo 13 marzo 1554, dispose che fossero istituite due pub- bliche scuole, una di filosofia morale, I'altra di logica, dettando lui le norme relative. Destino la casa di sua proprieta per I'abitazione di due uomini di vita c di dottrina nolahile, di eta inatura, professori di logica e filosofia naturale e morale, i quali, eruditi nella lingua latina e greca, leggessero e spiegassero pubblicamente i lihri deU'eiica e della politica di Arisfotele. Fisso lo slipendio del 1.° professore in scudi 250 d'oro ogni anno e del 2." professore in scudi 60 oltre la detta abitazione, e prescrisse che le persone da scegliere fossero secolari di specchiata probita, cssendoche i lihri morali si devono leggere non per saper cid che dicono o disputare. ma per operare quel che dicono. — In un secondo codicillo ordino che nella scelta dei professori si dovesse dare la precedenza al professore e direttore di filosofia Ottavio Ferrario, nel caso in cui egli fosse disposto di assumere un tale incarico. Cio che e avvenuto (I). (1) Scrisse le seguenti opere: De sermonibns exotericis. Ad Bartholomcvum Capram lo. Francisci F. Juris cons\dtum. — De Disciplina Encyclio. — Be Originc Romanorum, etc.. Mori il 1." ottobre 1586. — 39 — Le scuolo cominciarono a funzionare il 1." novembro 1557. La casa ab- bandonata dal Cauobbio, sulla piazza di Sant'Ambrogio , fu subito ritenuta in- Cortile dell" Ospedale Casa livellata dall" Ospedale a Gaspare Raggi Oratorio di S. Marta de' Disciplini Casa della lettura per la Caiiobiana Ingresso Contra'}" dcUe Ore per a,ulare in quella ihl Pesce sufficiente alio scopo, per cui il Capitolo ospitaliero, nel 1504, delegava I'archi- tetto Galeazzo . . . (e taciuto il cognorae), di redigere il disegno per una nuova — 40 — fabbrica siill'area dell'Ospedale di Donnabuona che, com'6 noto, sorpeva fra la via delle Ore o il teatro della Canobbiana vicino all'Arcivescovado ed alia de- molita Chiesa di S. Marta, attualmente cavallerizza e scuderia di corte, e su area di ragione di certi Varesi. Nel 15G8 il Capitolo autorizzo la decorazione in istucco della mjova casa, nella quale furono poi nel 1579 compenetrate le scuole Palatine ordinate da Tomaso Piatti, altro benefattore dell'Ospedale. Per questi adattaraenti furono spese circa L. 23,000. In questo nuovo edificio furono tenute per sei mesi, nel 1580, le scuole comunali in causa di un incendio av- venuto nel Broletto nuovo, dove trovavausi le dette scuole. Diamo un tipo del fabbricato. Nel 1671 i deputati dell'Ospedale fecero constare che per queste lezioni si spendevano da qualche tempo annue L. 3252 al di la delle rendite della erediti Canobbio, peso che I'Ospedale non poteva piu sostenere anche per i gravi suoi dissesti finanziarii. — In causa di questo fatto le scuole furono soppresse qualche anno dopo Pervennero beni in Cornaredo e in Rosate di complessive pert. 1696 e la succitata casa. Cantoni Ercole, figlio di Gerolamo e Bianca De Monti, ebbe quattro fratelli, dei quail uno, Giulio Cesare, padre della Bianca Cantoni che spos6 il famoso dottor Francesco Alessandro Tadino, Diffidente e sospettoso, teneva na- scosti i valori e il denaro in luoghi a lui solo noti e rivelati soltanto al confes- sore poco prima di morire. Lasci6 un'unica figlia di nome Bianca, che favori largaraente con legati speciali, che, rimasta vedova di Tomaso Dralli, sposo Giovanni Visconti feuda- tario. Mori nel luglio 1644, disponendo della sua sostanza a favore dell'Ospe- dale, con testameuto 16 luglio 1639, sostanza che risulto costituita da beni in Paderno, venduti per L. 34,000 , in Breme Lomellina e in Corazzana di per- tiche 300 e in Vedano di pertiche 1100, venduti nel 1649 a Gerolamo Fran- cesco Cravenna per L. 65 la pertica. In vita dono alia nipote Bianca, che spos6 il Tadino, i beni da lui posseduti in Albajrate. Cantoni sacerdote G-iacomo, ex-certosino della soppressa Certosa di Garegnano, mori in Milano sotto la parrocchia di Sant' Alessandro, il 23 set- tembre 1790, legando all'Ospedale L. 12,000 per una volta. 11 governo nell'au- torizzare 1' accettazione di questo legato, ordino che ne fosse data partecipa- zione al pubblico nella Gazzetta per stimolare altri henestanti a favorire le Cause Pie. Cantii dott. fisico Paolo, nacque in Milano il 23 ottobre 1803, da coniugi Ignazio e Anna Maria Bonacina. Fu laureate a Pavia in medicina e chirurgia, il 31 raaggio e 1." giugno 1828. Si e fatto inscrivei-e fra i raedici praticanti dell'Ospedale Maggiore di Milano, il 24 febbraio 1829 e quattro anni dopo, nel 1833, fu nominate vice-chirurgo di S. Corona, impiego che egli lascid il 10 settembre 1839 per rientrare piia tardi, nel 1846, al servizio dell'Ospedale nella quality di medico assistente, ritornando poi al servizio di S. Corona nella qualita di medico ordinario. — I servizii da lui prestati in tale quality non furono scevri da censura, specialmente per i suoi contegni verso i poveri, rao- tivo per cui gli fu anche contrastata una promozione alia quale poteva aspirare. — 11 — Aveva inoltre il malvezzo di pretendere die i poveri di S. Corona, che doveva salassare, tenessero in inano la tazza. Secoudo la Direzione ospitalicn-a uii lual fondato orpoglio pli inspirava una soverchia fidiicia di se stesso, sconvenieiite per I'esercizio di una protessiono che richiede tanto studio e tanto perfezio- uameuto. Nel ISou sostouuG lo I'liuziuni di ispettore di anatouiia e fisiologia presso ristituto veterinario. N'ello stesso anno fu al servizio doi colerosi, Tarchiato della persona, corto di collo, largo di spalle, vivace di colorito, suonatore di corno, di chitarra e di fisarmonica e cacciatore appassionato, il Cantu aveva spiriti ardenti , operosissimi. — Nel 1848 emerse uno degli eroi delle cinque gioriiate. Nel 1800 ebbe un prirao sbocco di sangue, e il 1.° settembre 1862 spiro consunto in Masate. Con testaniento 9 aprile 1862, istitui eredi in parti eguali, la societA di mutuo soccorso dei raedici e chirurghi e I'Ospedale Maggiore di Milano, al quale pervennero circa L. 22,873. 07. La sostanza fu vincolata ad usufrutto a favore del di lui fratello Antonio e di una sorella. Cessato 1' usu- frutto, rOs:pedale deve in perpetuo far coniare due medaglie d'argento del valore di L. 20 e distribuirle nel giorno anniversario della sua morte, a quell' infer- miere e a quell' infermiera che si saranno piu distinti per zelo e cariti, nel- I'assistenza dei poveri malati e da aggiudicarsi da una coramissione composta da un medico e da uu chirurgo priraario delio Stabiliraento, presieduta dal di- rettore e dal segretario. — Le medaglie devono portare da una parte I'impronta della facciata dell'Ospedale , e nel rovescio I'anno, il mese e il giorno della fondazione del premio. La prima distribuzione di queste medaglie avvenne nel gran salone d'archivio, il di dello Statuto del 1885. In ultimo teneva domicilio in Milano, via del Zeuzuino nella casa n. 538. Caponago Ambrogio, figlio di Giovanni Paolo, medico chirurgo di S. Coi'oua, mori I'S aprile 1703, chiaraando erede il L. P. di S. Corona con testamento 18 raarzo 1703. 11 patriraonio lasciato fu di L. 122,140. Si ha il ritratto del quale non si conosce I'autore. Caprara cardinale Griovanni Battista, nacque in Bologna il 29 maggio 1733. Era figlio del senatore bolognese Francesco e della con- tessa Maria Vittoria Caprara, figlia di Nicolo. Senatore del. regno d' Italia, Grande ufficiale della legion d' onore. Gran dignitario dell' ordine della corona ferrea, Grande ufficiale del regno d' Italia. Fu grande elemosiniere delle ar- mate del regno d' Italia, e legato a lafere della S. Sede presso I'imperatore dei Francesi. L' anno 1780 venne nominato da Pio VII nuncio apostolico in Vienna. Nuncio straordinario presso i Comizii elettorali in Francoforte nel 1790. Creato irdinale da Pio VI I'anno 1792. Eletto protettore deH'ordine dei frati di Maria ^antissima del Monte Carraelo I'anno 1795. Arcivescovo di Josi nel 1800 e Arcivescovo di Milano due anni dopo. Nel maggio 1805 consacro re d' Italia, nel nostro Duomo, Timperatore Napoleone I. Mori in Parigi il 21 giugno 1810, d'anni 77, dove gli vennero fritte solenni esequie, con una spesa di L. 28.000. 42 — Mentre bcnefico un iiipole, istitui erede rOspedale Mapgiore di Milano, con testamcnto 4 novembre 1805, di una sostanza die non fu lontana dal mi- lione. Lego ai poveri di Milano scudi 1000. La benefica disposizione fu resa nota alia rappresentanza ospitaliora dallo stesso cardi- nale in vita. II suo corpo rimase a Parigi, ma ne fu tolto il cuore, che venne trasportato a Mi- lano. Con atto 25 luglio 1811, rogato Giu- dici, gli esecutori testamentarii consegnarono quella spoglia alia Metropolitana, conservata in una teca, ossia cassetta di piombo in forma di cuore, chiusa e suggellata e ricoperta di un'altra cassetta, ossia lastra d' argento, che venne deposta con decente accompagnamento nella cappella di S. Giovanni Evangelista in Duomo. Con questa eredita pervenne fra gli altri enti la tenuta detta dei Ronchi, nel territorio di Crevalcore, provincia di Bologna, la quale fu venduta nel 1829 ai fratelli Sassoli per milanesi L. 238,000. Si espone il di lui ritratto nell' occasione della festa del Perdono, lavoro del pittore Gerolamo Stambucchi. Caravaggio G-iovanni Andrea, figlio di Giovanni Ambrogio e di Laura Orsoni, ebbe per nioglie Barbara Aresi di i\lilano, della parrocchia di Sant' Eusebio, figlia di Francesco, alia quale a titolo dote, gioie ed altro, lego alcuni beni in Bollate e Balsamo. Con testamento 7 giugno 1644, istitui erede I'Ospedale Maggiore di Milano, dopo di aver largamente provveduto alia di lui raoglie che dichiaro donna, ma- donna, pairona e usufruttuarm di tutti i suoi beni. Mori il 3 ottobre 1644 e fu sepolto, giusta una conforme disposizione di lui, nella Chiesa di S. Maria del Giardino, ove trovavansi di gia le spoglie dell' unico suo figlio Paolo An- tonio. Quest' ultimo nel 1627 stabiliva i patti nuziali con Giustina Riva, la quale soltanto dodicenne, dovette rimanere per qualche tempo presso i genitori. La Riva, rimasta vedova, si rimarito con un Filippo Elej'ralde colonnello, che per gelosia la aramazzo. 11 fatto produsse un gran chiasso, tanto piii che I'uccisore consumo una buona parte della sostanza della moglie e condusse una vita li- bertina fin contraendo mali pestiferi. Paolo Antonio Caravaggio fu deputato dell'Ospedale negli anni 1626 e 1644. La vedova rinunciava all'usufrutto coatro un vitalizio di L. 15,000 annue. L'asse ereditario fu di circa L. 1,000,000, ma all'O.^pedale , in causa dei molti legati, toccarono soltanto L. 172,000. Erano di sua proprieta le posses- sioni Pratomarzo e Cassinetta in Lucino, vendute nel 1055 alia contessa Bar- bara Barbiano Belgiojoso Simonetta, nonche ic case in Milano sul Verziere, ora — i;5 — piazza Fontana, in S. Simpliciano di contro alia domolita Chiesa di Sant'Anna e in S. Mattia alia Moneta prospiciente sul piazzalc di S. Sepolcro. Ebbe un' iinica ^p\\^^ di uome Calerina. la quale spos6 il senatore Marco Antonio Monti. Lcpo alia stessa soli scudi 50 perclif^ p;'v\ onorevoliiiente o con- gruaraente dotata. Come era da prevedorsi il legato fu rifiutato. Favori con un lepato rOspedale dei Mendicanti in P. Vercellina. Lascio, fra pli 5 vcro oh Catlarinm eJKS fih'cv — et J. CC. Mlani. liatnerii Cotte Jugalixun — cvecuttonis obscquhim. Anno 1690. Si ha il ritratto esoguito da Andrea Porta. Castelli Giov. Battista, giureconsulto, figlio del dottor fisico Ar- cangelo, maiiio di Angiola Negroni di Ello, mori il 3 febbraio 1616, istituendo erede I'unico di lui figlio Arcangelo con un fedecomraesso ptimogeniale e con sostituzione a favore dell'Ospedale, in caso di estinzione della linea chiamata ; sostituzione che si e verificata nel 1074. Furono rilasciati uU' Ospedale alcuni stabili in S. Fiorano c in Lavagna, oltre alcuni capital! in luogo delle case dal testatore possedute in Milano, in via Poslaghetto e nel vicolo di S. Giovanni Laterano, state vendute dai possessor! che si succedettero nella eredita. La entita puo essere ritenuta di L. 118,000. Castelli nobile ing. arch. Fietro, figlio del nobile Giuseppe, vedovo della nobile donna Teresa Scaccabarozzi, da non confondersi colla benefattrice dell'Ospedale, mori il 29 aprile 1822, sotto la parrocchia di S. Babila, d'anni 84. II di lui cadavere fu tra«portato a Monza. — 11 Castelli fu il 10 luglio 1775, nominato dal Capitolo ospitaliero ingegnere dell'Ospedale in sostituzione dell'in- gegnerc Giovanni Antonio Richiuo. .\'el 1796 si 6 volonterosaraente obbligato 4 — 50 — di servire anche il Pio Istituto di S. Corona, che, come e note, fu aggregate airOspedalo nel 178G, senza un assegno speciale in aggiunta a quollo che per- copiva dairOspedale. Fu egli I'autore del disegno del fabbricato Macchi, che fa parte del grande Ospedale. I suoi servizii furono buoni e come tali furono en- comiati dall'amministratore Bellani. Fu erode di lui un signor Mantegazza di Monza suo cugino. L' Ospedale fu ricordato con un legato di L. iiO.OOO che fu soddisfatto il 31 dicembre 1823. Castelnuovo sacerdote Giovanni -A-mbrogio, oratore presso S. M. Cattolica, nacque sotto la parrocchia di S. Marcellino, il 17 gennaio 1635, dai coniugi Vincenzo e Violante Beretta. Con atto 14 dicembre 1695, rogato Pietro Bonenzio, dono all'Ospedale L. 10,500, coH'obbligo di corrispondergli vita durante, annul scudi 70, oltre il godimento di una casa con giardino, in Bor- ghetto di S. Simpliciano. Quando fece la donazione aveva 60 anni ed abitava sotto la parrocchia della SS. Trinita fuori di P. Comasina. Le suddette L. 10,500 erano impiegate presso Pietro Antonio Pessina Bottegaro del Sforzieri sul cantone dei Penacchiari di coniro alia botlega del ire Cardinali. Castiglioni conte Alessand.ro, figlio di Alfonso, che fu capitano della guardia di Gregorio XIV, e di Catterina Visconti, figlia di Manfrino, dei feudatarii di Garlasco e Marano, dei sessanta decurioni, marito di una Pagnoni, con testamento 1.° agosto 1636, rogato Antonio Bestetti di j\Iilano, chiamo erede r unico di lui figlio Alfonso, ammogliato con Claudia Senaga, col peso di un legato all'Ospedale di L. 12,000 imp. Castiglioni nobile Alessandro, nacque in Milano sotto la par- rocchia di S. Pietro con la rete, il 12 novembre 1515, dai coniugi nobile giu- reconsulto Giovanni Giacomo e Lodovica Aguggiari. Nel 1542 prese parte alia guerra contro i Turchi. Sei anni dopo, e cioe il 1.° gennaio 1548 , si trasferi a Piacenza ad assuraere il governo e il regolamento del dazio della mercauzia. Intanto la citta fu data da alcuni cittadini a Carlo V. II 16 aprile 1552 sposo in detta citta, Celia Paveri di casa Fontanella, piacentina, figlia di Caraillo e di Maddalena Scotti. Nel 1553 fu creato cittadino di Piacenza, citta che egli lascio colla famiglia I' 8 aprile 1559, per ritornare a Milano dove ebbe in appalto in societa con altri il dazio della mercanzia. Dalla Paveri ebbe due figlie; la prima nacque in Milano, il 9 ottobre 1564 e mori I'S luglio 1565, la seconda nacque a Varedo il 2 agosto 1566 e mori il giorno seguente. Nel 1567, fece eseguire nella Chiesa delle raonache dell'Annunciata un sepolcro per lui e per la sua famiglia, colla seguente iscrizione dettata da lui: D. 0. M. — Alex. Castilioneus et Celia de Paveris de Fontana — Pia- centina uxor. Ludovicce et Annce Elisabeth. — Filiahus infanlibus jam vtortuis, sibi et suis — V. P. — MLXVII. La di lui moglie mori il 19 settembre 1572, nel qual anno a poca distanza I'uno dall'altro, morirono anche i genitori di lei. Fece diversi testament!, ma in tutti ricordando I'Ospedale. Nel 1569 fu inscritto fra i terziari deU'ordine dei Cappuccini o di S. Francesco. Coir ultimo testamento, 4 settembre 1576, fatto in Varedo, chiamo erede I'Ospedale, al quale pervennero una casa in Milano, parrocchia di S. Donnino — r.i — alia Mazza, del valore di L. 12,500, una casa o i'oiuW in Varodo, vincolaii ad usufiutto a favore di alcuni suoi nipoti. Lepo ai Padri Gesuiti di S. Fedele L. 3000 per la fabbrica della loro I'hiesa. — Mori nell'agosto 1577. Castiglioni Antonia, fijilia di Paolo e di Catterina Ponzoni, ve- dova di Carlo ScuUzniorlin, della parrocchia della Metropolitana, esorcente ne- gozio di orefice, mori il 23 gennaio ISOG e con testaraento 1 maggio 1802, rogato Gerolauio Lombardi di Milano, istitui erede I'Oiipedale, il quale consegui una sostanza di circa L. 38,000, col vincolo di usufrutto a favore della di lei sorella Teresa, ex-monaca delle Vettere, che niori il 15 ottobre 1813. Favori il L. P. Triulzio con un legato di L. 700 per una volta. Castiglioni Giovanni, fiplio di Branda e di Alda d'Adda, marito di Bianca Vivaiila, che lascio erede I'Ospedale, fu creato cavaliere dell' online di S. Slefano nel 1589. La sua niorte avvenne il 24 aprile 1017 e cioe tre giorni dopo di avere istituito erede I'Ospedale. Voile es ere sepolto nello scurolo della Chiesa di Castiglione, mediante la costruzione di un sepolcro, col mezzo deir ingegnere Mancini di Varese. L'entita della eredita fu di circa L. 200,000, a costituire la qual sonima entra il valore di pertiche 481 di terra in Lozza e Caronno, vendute nel 1650 a Nicolo e Carlo fratelli Odescalchi, e pertiche 814 di terra in Venegoao inferiore, vendute nel 1650 a Francesco e fratelli Orri- goni, per L. 49,300. Giuliano Pozzobonelli lo ritratto, ma la tela non esiste piu (1). Cattaneo suor G-iovanna Isabella, figlia di Giovanni, religiosa nel coUegio dei santi Apostoli Giacorao e Filippo, sotto la invocazione di San- t'Orsola in Monza, del quale fu suporiora, lego al detto coUegio L. 1500 per le spese della santificazione della Beata Angela Merici, fondatrice delle Orso- line, fatto che si e verificato nel 1807. Con testamento 19 febbraio 1781, scrisse erede I'Ospedale Maggiore , che raccolse una sostanza di mil. L. 530,000, la quale, dopo la deduzione delle passivita e dei legati, si ridusse a L. 197,685. Fu erede del fratello Carlo Cat- taneo che commercio fine al 1751 in drappi di lana. Mori il 16 raarzo 1782. II ritratto che si espone nella occasione della festa del Perclono, ^ lavoro di Antonio Chiavelli. Cattaneo Giovanni Faolo, con testamento 4 settembre 1588, rogato Achille Premenugo di Milano, pose a carico dei di lui figli ed eredi Giulio Cesare e Giov. Antonio, un legato di L. 22,000 a favore dell' Ospedale. Cattaneo Paolo Francesco, figlio di Giulio Cesare, della par- rocchia di S. Giovanni Laterano, con atto 24 settembre 1629, rogato Antonio Francesco Crivelli di Milano, don6 all'Ospedale il credito di L. 26,000 imp. Cattaneo Veronica Vittoria , figlia di Giuseppe, della par- rocchia di S. Michele alia Chiusa, moglie di Gerolamo Crippa, dopo di avere (1) Maatro carichi 1614, 1G19, fog. 485. donate all'Ospedale nel 1G28, una casa in Milano in via depli Spadari, coll'ob- bligo di corrisponderle annul scudi GO, lo chianio erede in niorte nel 1031. La casa fu venduta nel 1G32 a Giuseppe Modorati, per L. 5800 imp. Cattenacci sacerdote Griuseppe, figlio di Nicola e Anna Uboldi, nacque 1' 8 noveml)re 1707, sotto la parrocchia di S. :M. della Passarella di Milano. II sue bisavo era mercante di lana, 1' avo impresario del sale. Feuda- tario di Bisentrate e di S. Pietro Donate. Aveva una speciale predilozlone per le monete cosi dotte Sovrani, delle quali faceva incetta sborsando a titolo agio soldi 1 al pezzo. Teneva nascosta in casa, a cognizione soltanto della servente , la somma di L. 30,000. Lascio il sue avere all'Ospedale Maggiore di Milano, che aveva beneficato anche in vita facendogli del vistosi imprestiti in effeliivi sovrani (testamento 27 marzo 1781). La sostanza da lui abbandonata raggiunso 1' importo di L. 251,000. Ebbe sepoltura nel cimitero di P. Orientale, dove fu collocata questa iscrizione: Sub auspicm — dolenlissimoi matris — requieyn expectat — Joseph abbas Catenacci — obvt. die XVIII septembris - MDCCLXXXXVI — cetaiis annormn — nonaginta. Si ha il ritratto eseguito da Giovanni Perabo. Cavallotti Francesco, figlio di Giovanni Domenico, mor'i il 29 dicembre 1853, d'anni 79. Con testamento 28 settembre 1849, logo all'Ospedale L. 100,000 e benefico i poveri di Borsano. A'olle essere seppellito nel campo- santo di Gaggiano. Furono eredi di lui i minorenni Giovanni, Luigi, Angelo, Guglielmo ed Antonio Cavallotti, figU di altro Francesco Cavallotti. Era zio dell'ingegnere dell'Ospedale, Carlo Biraghi, che favori con un legato di L. 30,000. Lego alio stabilimento dei discoli L. 30,000, e alia Chiesa di Gaggiano L. 12,000. Si ha il ritratto eseguito da Cesare Poggi. Cavenaghi Carlo G-erolamo, di Giovanni Battista, marito di Gerolama Andreotti, railanese, mori il 21 marzo 1692, d'anni 81, chiamando erede universale, con testamento in data del giorno prima, I'Ospedale Maggiore di Milano, dopo di aver fatto diversi testament!. Nel 1691 venne in soccorso delle miserie dell' Ospedale versando la somma di L. 51,800, colla condizionc di corrispondergli il 3 per cento vita durante. Aveva due figli monaci. La consistenza del patrimonio da lui abbandonato fu di circa L. 50,000. Pervenne una casa in Milano nella via di S. Vittore e 40 martiri, ceduta in cambio di un'altra in via Laghetto alle monache dell'Annunciata. Si ha il di lui ritratto, eseguito da Andrea Porta. Celidonio nobile Carlo, figlio di Sebastiano, che fu cassiere dell'lra- presa del dazio della mercatura dello State di Milano, uflUcio che esercito anche il figlio, il quale fu inoltre cerimoniere di S. M. Cattolica nella corte di Milano. Mor'i il 3 gennaio 177G e con testamento 7 gennaio 1772, rogato Domenico Besozzi, istitui erede I'Ospedale di due capitali costituiti dal valore della mobi- glia e di una cartella di zecchini 1,200. Nel suo testamento leggesi quanto segue: « M' e avvenuto di intendere da varie persone che trovandosi con febbri — :.3 — gap;liar(le abbiano passate le notti iutiere con ardentissima sete, seiiza aver iiiai chi porgesso loro un sorso d"acqua, o poiche con tale niancanza pericola as.sai la salute degli infenni, e ne patisce assai recononiia del L. P., perch^ se non soccoiiibono, almeno piii a liingo diirano le febbri , percio intendo die con li frutti di detti capitali . si abbiano a salariare alcuni inservienti die di notte tempo, quaiido gli int'erniiori sono in riposo, con scarpe scnza tacdii per non faro rumore molesto ad altri malati, vadano attorno a somministrar bibite alii febbricitanti e ben volontieri contribuirebbe a provvederne uno per ogni crocora se le forze corrispondessero alia volonta. » Lego i suoi libri al dottor Pietro Krentl/.lin colla raccolta di erudizioni in materia di ceremoniale, esclusi pero i libri manoscritti e segiiati esterionnente del celebre conte segretario Gorrani, a lui porvoniiti dal conte Porro suo pa- I'ente, die fu capitano delle giiardie presso il principe di ^'audenlont goveruatore. restin6 il vino cbe si sarebbe trovato nella sua cantina, ai monasteri di S. Maria Maddalona al Cerchio, di S. Prassede e di S. Maria della Consola- zione in P. Tosa, colla condizione di ripartirlo subito a ciascuna monaca, affincho a bocca dolce piu efficacemente pregassero per I'anima sua. Cera dottor fisico Sebastiano, figlio di un benemerito chirurgo deirOspedale, fu laureato in inedicina nel 1759 e riconosciuto idoneo nel 17G3, a coprire la cattedra di raedicina pratica nella Universita di Pavia. Nel 176G comincio a prestar servizio al L. P. di S. Corona nella qualita di medico inte- rinale col pagamento di soldi 10 per ogni visita. Nel 1769, venne norainato medico sopranumerario fisso dell' Ospedale Maggiore di Milano con L. GOO. Nel 1775, ritenuti i raeriti particolari di lui, fu incaricato della assistenza della infermeria dei giovani alunni di chirurgia, con un soprassoldo di L. 100. — Quattro aiini dopo ritorno al servizio del L. P. di S. Corona, nella qualit;\ di medico juniore con L. 2200. Nel 1791 fu proraosso al posto di medico seniore con L. 2500, posto die egli lascio nel 1800, allorche fu coUocato a riposo colla pensione di L. IGOO, acconsentita dal governo in considerazione dcgli assidui e zelanti servigi da lui prcstati. Prest6 servizio anche all' Ospedale dei vecclii. — Fu capo dell'Accademia di medicina. Sagacissimo era il Cera nell'osservarc e indefesso nel lavoro, e ben presto di tali sue quality si fecero manifesto le prove. Da molti anni dominava ende- micamente nell'Ospedale una febbre colle apparenze gastrico-catarrali, con pe- tecchie, e il dottor Cera, dietro invito del duca Gian Galeazzo Serbelloni, die fu altro dei deputati del Capitolo ospitaliero, diede alia luce un trattato col titolo della febbre d'O^^pilale, die il grande Tissot addito ai suoi scolari come la migliore monografia. In qual pregio egli fosse tenuto in Milano da' suoi col- legbi, lo attesio il dottor ViiicGnzo Cerri nel suo opuscolo still' inef/icacia del latle umano, dichiarando clie Sebastiano Cera swut eo quo mavimo prestat irtgenio, thcorctica pollct studio et scicntia; ita et in clinicis rebus homo virtutc cognita est, inque urbe nostra probato experinicnto amplissimus {}). (1) Vedi il pregevole opuscolo dell" illustre prof. Vcrga, col titolo: Tntorno nil' Ospilale tlrtggiore di Miliino nel xecolo XVllf. pO';. ;':'. — 54 — Delicato, gracile e debole di costituzione fisica originaria, ando sempre sottoposto a mali nervosi. Una lunga lombaggine lo tenne per lungo tempo immobile sotto aciitissimi dolori. Mori in Milano il 18 marzo 1820, in eta di anni 82, ricordando I'Ospedale, il L. P. di S. Corona e il L. P. Triulzio, ai quali era affezionatissimo, con un legato per ciascuno di L. 10,000. — Lego i suoi libri al dottor fisico Hogeri Giuliano. — Fu erode di lui la nipote Giu- seppa Carcano. Fu sepolto nel cimitero di P. Orientale dove fu collocata questa iscrizione mortuaria: Sebaslianus Cera — nobilissimus et prcestantiss/'mus — hvjus cBtatis me- dicus — qui egenorum morboa — charitate et religione actus — consilio stipe levavit — vixit a. 82 m. I. d. 28 — obiit XV Kalen. april 1820 — Josepha Legnana sot^oris /ilia — hccres ex asse m. p. Cesati -A-ntonio di Giovanni Battista e Anna Fioroni , mori il 17 aprile 174G, d' anni 88, i.stituendo erode 1' Ospedale Maggiore di Milano, con testamento 14 settembre 1743. Con questa eredit^i pervennero al L. P. novo case in Milano, alcuni stabili fuori di P. Tosa alia Cazzunla, un prato detto il Molino Pisano in S. Pietro in sala, venduto nel 1753 a Gaspare Crespi , per L. 9000, una possessione detta Cassinazza in Civesio di pertiche 800, venduta nel 1746 per L. 35,000 e una casa con orto in Locate, venduta nel 1751, per L. 450. Abito in Milano in via Torchio dell'Olio, ora Lanzone, in casa di sua proprieta dirimpetto all'oratorio di Sant'Agostino. Si ha il ritratto eseguito da Gaetano Dardanone. Chiappetta sacerdote Luigi , canonico e sagrista nella Chiesa di S. Giorgio in Palazzo, mori il 25 aprile 1828, d'anni 07, legando all'Ospedale Maggiore delle attivita mobili ed immobili, per il valore di L. 42,000 austr. Pervenne, fragli altri enti, la casa in Milano in via Vetraschi al n. 3795, ceduta a livello nel 1831, per I'annuo canone di L. 3797. Fu sepolto nel cimitero di P. Ticinese dove, a memoria di lui , fu posta questa iscrizione: Qui stanno le ossa — di Luigi Chiappetta — canonico di S. Giorgio in Palazzo — zelante promotore del culto divino — fu I'amico dci poveri — cui parse in vita ed in morte — generoso soccorso — specchio di religione e di carita — dormi nel bacio di -^ — il XXV aprile MDCCCXXVIII d'anni LXVII. Si ha il ritratto eseguito dal Sogni. Chiari G-aetano , figlio di Giuseppe, marito di Caterina Frasca, commercio fino al 1808 in telerie e mussoline sulk piazzd del Duomo. Nel 1806 si trovo con altri negozianti coin vol to in un giudizio criminale, promosso dalla finanza per falsi bolli e sfrosi, giudizio che fu tolto di mezzo mediante una transazione e per il corrispettivo del capitale di L. 287,819 ital., pagato pro- porzionalraente da tutti i negozianti in causa. Ando soggetto ad una gangrena secca al piede sinistro, nel 1820, per la quale gli si dovette amputare il dito mignolo. Piu tardi si sviluppo in lui una malattia in ambedue Je estremita inferiori e in ultimo fu attaccato da fierissiraa malattia — oo ili petto die lo trasso alia morto il 7 gennaio 1822, d'anni 67. Con testaraento 13 piugno 1S20, iiomiii6 erede di metu della sua sostanza I'Ospedale Maggiore, (luando non vi fossero stati tigli di un suo fratello diinorante a Lisbona, col- I'ordine per6 di fargli fare il ritratto in piedi, in ligura intieia , noU' alto di tenere nelle mani una trina. II fratello raori senza figli, per cui I'O.spedale consegui Teredita nell" importo di austr. L. Gl,i)G2. 64. Pervenne la casa nella via del Rebecchino, altre volte detta dc' Pagani, al n. 1062, venduta nel 1827 a Carlo Giudici, per L. 50,200. Fu sepolto nel cimitero di P. Orientale dove fu posta una lapide con questa iscrizione: Gactcoio Chiari d'anni 61 — rnorto il giorno 7 gennaio 1822 — implora il mffragio dei buoni. Si ha il ritratto, lavoro del Comerio. Chiesa G-iustiniano di Giovanni Ambrogio, della parrocchia di S. Tomaso, sposo Cornelia Porro, dalla quale non ebbe figli. Mori il 4 giugno 1504, istituendo erede I'Ospedale, con testamento 9 novembre 1591, rogato Giulio Cesare Confalonieri di Milano, coll'obbligo di corrispondere alia superstite rao- glie L. 600 all" anno vitaliziarmente. La consistenza della erediti fu di circa L. 52,000. Ciceri dottor fisico Francesco, figlio di Carlo Giuseppe e Marianna Tagliabue, che fu nioglie in prime nozze di Pietro Piazza, mori il 4 ottobre 1834, nella casa in Milano, via Brera al n. 1574, di proprieta Biella. Non avendo parenti, con testaraento 10 maggio 1834, istitui erede I'Ospedale Maggiore, die consegui una sostanza di L. 170,118. 12. Fino al 1805 comraercio, in societa con uno zio, in vini forastieri, olii ed altri generi, nella casa sulla corsia del Ponte Vetro al n. 1620. Dopo la morte dello zio, il dottor Ciceri as.<5unse e continue) tale commercio senza attendervi personalmente, ma alio scopo di procurare i mezzi di sussistenza ad una fa- raiglia che vi era addetta, ed alia quale cedette poi I'esercizio stesso, facendo cosi cessare una fonte di distrazione dallo studio e dalla propria professione. Era in rapporto d'araicizia e di affari con molte persona d' Inghilterra. Favori con un legato di L. 20,000 il Bollettinaro del teatro della Scala, Tomaso Gallarati. L'anno 1827 venne ascritto fra i socii esteri della societa raedica di Londra, dove tenne lunga diraora. Non consta che abbia fatto qualche pubblicazione. Si ha il ritratto eseguito dal Sogni. Ciceri conte Vincenzo, figlio di Alessandro, marito della contessa Maria Cutica, altra benefattrice dell'Ospedale, con testamento in data di Bellagio, 27 maggio 1700, rogato Cosmo Gerolarao Buzzi, lego all' 0.spedale di Milano filippi 4000, ritenuti pari a L. 28,000 e a quello di Corao filippi 1000. Alia vedova lego scudi 2000 all'anno, finch^ fosse vissuta in istato vedovile. Cicogna Clerici conte sacerdote Giov. Pietro, figlio del conte Giuseppe e di Maddalena Cittadini, dei conti di Peitrengo, famiglia ora estinta. Era fratello del benefattore deH'Ospedale conte Alessandro. Mori canonico della — 5G — Chiesadi S. Nazaro il 27 novembre ISlo. CliianK^ eredi i figli'"de]Ie tre sue so- relle, Camilla maritata Gallis, di Casale Monferrato, Mnrianna, maritata col conte Sacclii, pure di Casale Woiiferrato, e Teresa, inarilala col inarchese Paolo Gerolamo Rescalli. Lego all' Ospedale Maggiore, con testamento 11 gen- naio 1S05, la possessioiie Bergamasca con BofTalora di perticlie 124G e un ca- sino nella canonica di S. Nazaro al civico n. 4G12, die apparteneva alia di lui prebenda o che, appreso dal demanio, fu riacquistato da lui. 11 casino fu poi dair Ospedale venduto nel 1S14 al maggiore Pietro Lattuada per L. 24,000. Alia Biblioteca Ambrosiana Ieg6 un busto in rnarmo di Carrara, rappre- sentante il bibliotecario dottor Oiovanni Battista Branca e due gruppi pure in marmo, rappresentanti 1' uno la Piela, cioe il Salvatore deposto dalla Crocc, I'altro S. Fielro nei vincoli. Si lia il I'itratto eseguito da Abbondio l);igutti. Cinquevie nobile Griacomo Antonio, di Oiovanni Pietro, mor'i senza figli il 26 dicembre 174G. Con testamento 18 maggio 1744, rogato Gia- cinto Carminati di Milano, nomino erede la contessa Margarita Cinquevie sua sorella maritata col conte Filippo Stampa e quandogli fosse premorta, sostitui il conte Giovanni Stefano Stampa in via fedecommissaria e con sostituzione a favore deirOspedale nel case di mancanza di chiamati. La sostituzione si e verificata, ma rOspedale, in seguito a contestazioni sorte, dovette venire ad una transa- zione, in forza della quale consegui L. 22,000. Lego alia moglie, Camilla Beretta, L. 3000 annue vita durante eunacasa da lui posseduta in Milano, coll'obbligo di rimanere vedova e di ritirarsi ad abitare nella sua casa da nobile ad Agrate. Ciocca Marianna di Giov. Ambrogio, della parrocchia di S. Babila, moglie di Sessa Cesare benefattore dell'Ospedale, rimasta vedova e senza figli, con atto 17 dicembre 1701, rogato Giovanni Battista Delia Porta, dono all'Ospe- dale tutti i beni mobili ed imraobili da lei posseduti, col vincolo dell'usufrutto a di lei favore. Pervennero beni in Daverio, che furono venduti nel 1771 a Felice Sessa per L. iOiO^O, e una casa in Milano in via Durini. Cioja Felice, dispose il legato di L. 10,000 a favore dell' Cspedale, con testamento 21 giugno 1793 e codicillo 28 aprile 1794. Cittadini Lodovico, di Giovanni Battista, non avendo figli, ne parenti, e rolendo salvar I' anima sua con atto 10 tnarzo IGIC, rogato Gio- vanni Maria Besozzi di Milano, don6 all'Ospedale alcuni crediti per un importo di L. 48,519. 9. 3, coll' obbligo di corrisponderne la quarta parte al Proposto della Chiesa di Sant'Alessandro in Zebedia, per la perfezione della cappella dell'Assunzione della B. V., fatta incominciare da lui e dal di lui fratello Ge- rolamo, e un'altra quarta parte alio stesso Proposto per opere di fabbrica, da eseguire nella sua Chiesa. I crediti non furono esatti che per 1' importo di L. 30,000. Citterio marchese Pietro, mori il 30 giugno 1748, ricordando I'Ospe- dale con nn legato di L. 25,000, con testamento 18 giugno 1748, rogato Andrea Castiglioni di Milano. Clerici sacerdote Bernardo, del fu altro Bernardo e di Cecilia Questii, con tostamento 2 gennaio 174G, istitui erede fiduciario monsignor Ve- scovo di Ele^a (piccola isola del mar di Sicilia), sacerdote Loiiovico Benzone, con preghiera di eseiruire lo intenzioni a lui raanifestate. Mori il 12 aprile ITol, e in qiiesto stosso anno il prelodato Vescovo ebbe a dichiarare erode I'Ospedale Maggiore di Milano, che consepui una sostanza nitida di circa L. 20 ),000 conipresa quolla che era vincolata a sostituzione a favore del L. P., per dispo- sizione del di lui iVatello Giuseppe Cleiici. Fra gli altri enii oreditarii pervenne ■la casa in via del Durino di contro ai Crociferi, venduta nel 1773 a Castoldi Giuseppe, per L. 30,000. Distinto per carita e dottrina, compose varie opere, e mori boneficando altresi la basilica di S. Nazaro di Milano, dove copriva il posto di canonico e dove venne seppellito secondo la sua intenzione. Si Iia il ritratto eseguito da Paolo Castelli. Clerici Celestina, sorclla del dottor Giovanni Clerici, altro bene- fattore deU'Ospodale, nacque in Milano il 15 novembre 1794. Mori in istato nubile il 20 marzo 1S70. Con testamento 11 giugno 1868, istitui erede I'Ospedale Maggiore interpretando i sentiraenti del fratello dottor Giovanni. Dispose il legato di L. 500 a favore di ciascuno de'suoi cugini fino al sesto grado, quanlunque da lei non conosciuti. Era donna caritatevole e pia. La so- stanza pervenuta al L. P. fu di circa L. 300,000. Si ha il ritratto eseguito da Giuliani Bartolomeo. Clerici ni.'bile Francesco , doi marchesi di Cavenago , figlio di Giorgio, mercante di seta e altro dei benefattori dell' Ospedale, e di Angela Porroj marito in prime nozze di Anna Imbonati ed in seconde nozze di Anna Arbore, feudatario di Cuggiono, capitano dei corazzieri, mori il 10 luglio 1G84, d'anui G2, senza figli, beneficando I'Ospedale Maggiore di Milano, con un legato di L. 02,000 che, disposto col di lui testamento 24 febbraio IGSl, venne pa- gato dal testatore stesso. Ilavvi il ritratto, opera del pittore Ottavio Bizzozero. Clerici marchese Griorgio, di Cristoforo, marito di Angela Porro, della parrocchia, ora soppressa, di S. Protaso ad Monacos di Milano. Da sarto che era, si fece mercante di seta, poi complimentario nel negozio del banchiere Giovanni Pietro Carcano benefattore del L. P.) e infine banchiere nel IGll. Gli affari gli furono cosi fuvorevoli che divenne ricchissimo. Ottenne poi la Eobilta col titolo dei marchesi di Cavenago. Con testamento 10 luglio IGGO, istitui eredi tre figli che copersero cariclie di qualche considerazione si militari che civili, con un legato all'Ospedale Mag- giore di Milano di L. 52,988 imp. in aggiunta a pertiche 54 di terreno, e a L. 7800 donate nel 1G2G e a L. 24,300 donate nel 1G4S. E dovuta a lui la costruzione della cappella dedicata a S. Carlo nolla Chiesa di Sanf Alessandro in Copreno. Nessuna noiizia si e potuto avere a riguardo del ritratto, che mancano atti e registrazioni. - 58 — Clerici raarchese G-iorgio, dei marchesi di Cavenago, nacque nel 1C48, figlio dal marcliese Carlo e d;i Eufemia Bonetti, altro dei discendenti del Clerici Giorgio di Cristoforo, benefattore dell'Ospedale. Sposo in prime nozze la mar- chesa Caterina Pallavicini, di Giorgio, ed in seconde nozze Barbara Barbavara, ', di Giuseppe. Ebbe tre figli, dei quali due maschi ed una feramina, e dei maschi, uno naturale legittiniato. Fu presidente del Senato e consigliere di Stato, gran cancelliere interinale dello Stato di Milano, decurione della citta di Corao. Mori il 1-1 dicembre 1736. Non ha lasciato alcun legato airOspedale, ma avea disposto in via di so- stituzione, nel caso che la di lui discendenza fosse mancata. La sostituzione non si e verificata, stante che all'epoca della legge 6 termidoro anno V, esistevano molti chiamali. E pero beneraerito del L. P., perche negli anni 1727, 1729 e 1730 dono L. 72,000, e nel 1734, versando .rOspedale in critiche circostanze economiche, gli sovveniva in una volta L. 200.000 all'interesse del solo 2 per cento, mentre I'interesse norraale era del 3 e 1[2 per cento. Con ordinazione capitolare 17 dicembre 1730, fu ordinato il ritratto, che venne eseguito da Giuseppe Rivolta per L. 130. Clerici dottor fisico G-iovanni, figlio di Giovanni Paolo, che fu cassiere del duca Antonio Litta, e di Gerenzani Rosa. Amante dello studio," fin da giovinetto si applico alle scienze filosofiche. Divenuto medico condotto, seppe accaparrarsi in poco tempo stima e fiducia. In seguito a regolare esame, sostenuto con successo brillante , fu nomiuato medico assistente dell' Ospedale di Milano. Negli anni 1831 e 1832 fu direttore dell' Ospedale dei petecchiosi alia Siracnetta. Nel 183G fu applicato alia cura dei colerosi. Dopo di avere prestato servizio in qualita di medico primario di Santa Corona, rientrava nella stessa qualita presso I'Ospedale, venendo applicato alia cura dei venerei, intorno alia qual malattia fece studii profondi e importanti. Scrisse anche sul colera. Tratto con maestria il teraa della pellagra. Insomma fu un medico distinto, tenuto in alia considerazione dai colleghi, i quali vollero perpetuarne la meraoria con una lapide posta sotto I'atrio d' ingresso dell'Ospedale e por- tante la seguente iscrizione: A — Giovanni Clerici di Milano — che — compiula appena lunga onorata carriera — in questo Ospedale — cadeva apoplelico il 26 maggio 1868 — a 67 anni — i colleghi posero questa lapide — per consacrare la me- moria — di un uomo di semplici costumi — che citladino scrittore curante — mostro di intendere — la vita e la medicina da filoso/b — la filoso/ia da medico. Istitui erede la sorella Celestina, la quale, interprete dei sentimenti di lui, istitu'i alia sua volta erede I'Ospedale, col desiderio che fosse fatto il ritratto del fratello. Mori il 26 maggio 18G8. Si ha il ritratto, lavoro di Michelangelo Furaagalli. Clerici Giuseppe, di Bernardo, fratello del sacerdote Bernardo Cle- rici, altro benefattore dell'Ospedale, prese parte in societa con altri, alle som- ministrazioni militari in Alessandria e Yalenza di Po, dal 1706 in avanti. Mori il 1.° gennaio 1745 e con testamento 25 agosto 1744, vogato Carlo Francesco — 50 — Do Cristoforis, chiamo credo il fratello sacorJolo l>ernartlo, poi i di liii nipoti ; indi por sostituzione TOspodale, il quale ando al possesso dolla oro(lit;\ nel 1758, conseguendo L. 31,577. e alcuui l»cni in Marcallo dol valore di L. 71,500, una casa da nobile sul Durino, altra casa con bottega in via dol Haggio, di contro all'osteria del Baggio, o diversi capitali dol Hanco di Sant'Ainbrogio e presso piivati. E pero da avvertiro che in questa sostanza 6 conipresa quella pervenuta colla ereditd del sacerdote Bernardo Clerici. Clerici marchess !Pietro Antonio, figlio di Giorgio, che benefico rOspodale, e di Angola Porro, luilanoso, niarito della nobile Vittoria D'Adda, dei raarchesi di Cavenago, coperse la carica di deputato del L. P. di S. Maria della Neve e di S. Giovanni alle Fonli. Mori senza figli il 7 novombre 1G71 (1), istituendo eredi, con testamento 27 ottobre 1G70, i fratelli di lui capitano Francesco e senatore Carlo, favorendo largaraente la moglie e legaudo all'Ospedale Maggiore di Milano L. 4000 all'anno, per venticiuque auni, ai padri Fate-bene-fratelli per il loro Ospedale L. ;>00 e al L. P. di Loreto L. 300. Prescrisse di essere seppellito nella Chiesa doi Padri del Giardino e che venissero fatte celebrare seiinila messe. Dispose una primo- genitura a favore dei figli e discendenti degli istituiti eredi suoi fratelli, ordi- nando che quando gli eredi primogeniti non avessero preso moglie prima di compire I'eta di anni 30 o 35, TOspedale usufruisse dei beni ereditarii. Nel 1069 dono all'Ospedale L. 2000. Santagostino Agostino fece il ritratto. * Clerici Fietro Francesco. Legato di L. 12,000 (mastro 1709-1720). Clerici marchesa Ptosa, figlia del marchese Giorgio, altro benefattore deirOspedale, e di Barbara Barbavara, vedova del marchese Federico Fagnani, con atto 2 aprile 1800, rogato Carrozzi, cedette all'Ospedale il locale del gia convento dei Cappuccini in Cerro, colla riserva del relativo uso ed usufrutto a favoro dei PP. Cappuccini. Soppressi gli stessi nel 1810 , successe il fondo di araministrazione dello Stato , il quale lascio in godiraento il detto locale ai RR. ('appuccini, I'ultimo dei quali raori il 1.° raarzo 1856, rimanendo cosi libero 11 caseggiato a favore dell'Ospedale, che ebbe a venderlo nel 1859 al pio legato Mellerio per il prezzo di L. 21,000, Questa benefattrice mori il 29 luglio 1807. * Codeleoncini Giovanni Maria. Dono nel 1785 L. 15,300. Codognola -A.ntonio , figlio di Giovanni Angelo , coraincio la sua carriera medica presso 1' Ospedale nel 1636 . Dopo sette anni fu destinato a disimpegnare le funzioni di harhiere nella crocera degli Scalini col salario di sculi 25. Xel 1052 il Cupitolo ospitaliero , apprezzati gli anni di servizio da lui prestati con diligenza e sollecitudine , venne nella determinazione di destinarlo a supplire un posto di chirurgo primario, al qual posto fu conferraato nel 1661. Nel 1073 per anzianita, passo nella stcssa qualiti n) Nell'opera Calvi : Le famiglie notabili milanf.si, la morte k indicata come avvenuta nel !C75. Noi ia base agli atti d'ufficio teniamo fcrnaa quella del 7 novembre 1671. — (iO — nel comparto donne. — Gli atti die lo riguarduno depongono in favore della diligeiiza, del buon volore e del coraggio da liii spiegato nol prestare 1' opera sua, ad onta che varie volte avesse contralto in servlzio malattie contagiose con peiicolo della vita. Con testaraento 31 ottobre 1G84, istitui erede un di lui fiplio naturale da legittiinarsi, legando all'Ospedale L. 10,000 coUa espressa condizione di tenere esposto il suo ritratto fra quelli del benofattori deU'OspeJale. Benefico incjltro il L. P. di Loreto, ora aggregato alia Congregazione di caritii. I Con una speciale disposizione privo I'erede , per il caso die fosse entrato in qualche convento, sostituendogli un amico di lui con un ulteriore legato di L. 12,000 a favore dell'Ospedale e di L. 3000 a favore del L. P. di S. Corona. La sostituzione si verifico perclie I'erede entr6 neH'ordine del n\onaci Agosti- j iiiani nel 1G88. j In vita sovvenne varie somme all'Ospedale. Mori nel novembre 1684 nel- 1 I'Ospedale, dove negli anni della sua vita era doraiciliato e mantenuto. 11 ritratto pervenne dalla casa del testatore. Cogliati Giovanni Battista, di Giacomo e Francesca Magni, j nacque in Caccivio il 1 inarzo 1774. Coperse il posto di istitore del prestino j dell'Ospedale dal 1809 al 1840, nel qual anno conseguiva il ben meritato ri- j poso. Prest6 un servizio distinto, incensurato. G'lh esercente negozio di prestinaio | al Mulino delle Armi al n. 3726, esercizio che egli cedette ad Angelo Dorai- i nioni, alti-o benefattore dell'Ospedale, seppe dirigere quella officina con tale abilita e niaestria da procurare sensibili vuntaggi al L. P. Eminenteraente cat- tolico, dedico la sua vita a favore delle chiese, disimpegnandovi con araore , con disinteresse e con sacrificii pecuniarii cariclie oiiorarie. Mori celibe, il 26 agosto 1847, d'anni 73, e con testamento 12 novembre 1845, istitui erede I'Ospedale Maggiore coU'onere di diversi legati pii di culto, fra i quali uno a favore della Chiesa di S. Stefano sua parrocchia, coUa speciale destinazione di abbellirvi il baldacchino sovrapposto all'altare maggiore. — Era ascritto alia compagnia della B. V. Addolorata in S. Stefano disimpegnandovi la carica di delegato. Lego al suo figlioccio, dottor Angelo Dubini, medico di- stinto dell'Ospedale, una coperta di lilugello rosso nuova. La sostanza da lui abbandonata fu di L. 59,820 conipreso il valore di alcuni stabili in Bellusco. Si ha il ritratto eseguito dal Focosi. Colla Ottavio, ragioniere dell'Ospedale, con testamento 13 febbraio 1627, rogato ^'alerio, lego L. 10,000 clie teneva a mutuo prcsso lo stesso Ospe- dale e altre L. 8000 da esscre convortite nel pagamento delle nutrici nella occasione della paga di S. Croce e coll' obbligo di corrispondere annualinente e vitaliziarmente L. 200 al di lui figlio barnabita Giuseppe Colla. Fu erede la fabbrica della Chiesa dei Chierici regolari di Sant'Alessandro. Mori in una casa in via Bergamini di ragione dell' Ospedale lo stesso giorno in cui fece il testamento. Colli barone Giuseppe, nacque il 2 giugno 1800 in Milano dai coniugi dottor Antonio e nohiie Giuseppa Castiglioni. lOra fratello del generale austriaco Michel'Angelo Colli. (11 - Nelle scuole si o senipre distinlo, e nel 1S17 si meritava nol licoo il priino preniio in algebra e goornotria. Ottoniie la laurea di dottore in aniho lo loggi I'anno 1824. Erudito, scriveva con niolta proprieta o con vivacita. Attondeva personalmento alia gestione dci suoi fondi ed aH'andamonto della 'i3*^f»M-.fi:i.»j - r, <;.:.. u,^:-%^<^^> sua aniministraziono. Negli ultimi anni viveva ritirato. Nel ventisettesimo anno di sua vita , prima d' intraprendero un viaggio per 1' Italia, fece iin testamonto. nel quale accenno d' essere sempre stato dominato da una specie di fatalismo, e clie quindi non gli ripugnava raccin- gersi ad un atto si serio e si so- lenne. Fisso con quell' atto la somraa di L. 100,000 in opera di beneficenza a favore di ospe- dali, di orfanotroSi, ecc, con esclusione delle corporazioni re- ligiose, dei preti e delle chiese. Mori il 19 giugno 1861, nella casa in via di S. Eufemia, n. 4337, dove morirono. 1* anno 1847, la benefa'trice Marozzi Irene, e piu tardi 1' ingegnere Gianella altro benefattore. Con testaraento 13 giugno 1801, chiam6 erede 1' Ospedale Mnggiore, con ingiunzione di pensare, qual buon padre di famiglia e corae saviamente aveva praticato in altri casi (eredita Calderari) ai suoi parenti e con quella gratificazione die avesse cre- duto del caso, provvedendo di un congruo trattamento le persono clie si tro- vavano al di lui servizio. La sostaiiza fu di circa L. 594,000. Si ha il ritratto eseguito da Angelo Ingaiu'i. Colombo Radegonda, figlia esposta, nioglie, in seconde nozze di Filippo Chiesa, con testaraento 25 giugno 1779, rogato Francesco Garbagnati, istitu'i erede I'Ospedale del capitale di L. 8200 esistente a rautuo presso lo stesso aumentato di altre L. 4000. Mori nel febbraio 1783. Colonna Giovanni Antonio, figlio di Tomaso, causidico, con testaraento 24 luglio 1015, rogato Lodovico Pusterla, istitui erede I'Ospedale, al quale pervennero tre case in Milano, e cioe due in P. Ticinese in Cittadella e una nel sobborgo, vendute la prima per L. GGOO, la soconda per L. 15,500 e la terza vicino alia piazza Ca.'-tello. Comero Giovanni Battista, figlio di Pompeo, indoratore nella via di S. Maria Segre.ta dirimpetto alia Chiesa, sposo in prime nozzo Francesca Yiraercati, che mori di peste nel lO.'JO, e in seconde nozze Beatrice Calvaglio. - ()2 — L'anno 1GG4, il Comero trovandosi aggravate d'eta (settant'anni) soggetto alia gotta e ad altri mali, e non avendo no figli m& nipoti, fece donazione al- rOspedale Maggiore di una casa nella detta via e di alcune carte pubbliche del valore complessivo di circa L. 40,000, colla condizione clie fosse curato e manteniito convenientemente neH'Ospedale fino alia morte e riservata al donante la mobiglia di casa, con facolta di disporne liheramente in morte. Mori il 30 ottobre 16G7 a 74 anni nel detto Ospedale, in un appartaraento a sinistra, enirando dalla porta maggiore. Ordino che il suo cadavere fosse collocato in una sepoltura dell'Ospedale, che istitui erede con testamento 28 ot- tobre 1667, e al quale pervennero per danari rinvenuti in cassa L. 18,146 e per altre rendite L. 22,690; in tutto L. 40,836. II ritratto venne eseguito da Cesare Fiori per L. 90. Concorezzi Giustina , figlia di Alessio, spos6 in prime nozze Tiberio Cantia, in seconde nozze Giovanni Angelo Bossi, negoziante in drapperie, e in terze nozze Paolo Camillo Calvenzano, altro benefattore dell'Ospedale. Con testamento 25 luglio 1599, rogato Giuseppe Porro, istitui erede 1' Ospedale, al quale pervennero due case in Milano in borgo della Fontana, vendute nel 1612 per L. 19,500. Mori nel febbraio 1611. Confalonieri Antonio , nacque in Milano il 22 aprile 1816 da Paolo e Maria Colombo. Mori celibe in Milano, nella casa sul corso di P. Ti- cinese al n. 57 il 24 marzo 1882. Con testamento 24 maggio 1880, chiam6 erede il fratello Giuseppe coll' onere di un legato di L. 24,000 all' Ospedale, vincolato al vitalizio di L. 1000 annuo a favore della sua servente, e di L. 2000 agli Asili di Sant' Eustorgio. — Voile che il trasporto al cimitero del Gentilino del suo cadavere, fosse seguito da 50 SteUine, da 50 poveri e da un rappre- sentante di tutti gli inquilini della sua casa. Fu uomo di cuore e, specialrnente negli ultimi anni della sua vita, fu largo verso gli Istituti di beneficenza. — Non si applico ad alcuna industria e a nessun commercio, che prefer! di accontentarsi delle rendite del patrimonio avito, piuttosto che turbare il suo quieto vivere con imprese die eventualmente avrebbero potuto procurargli un da fare non confacente al suo carattere. Corbellini ragioniere Giacomo , figlio di Carlo Maria , mori il 30 novembre 1824 e con testamento dello stesso giorno , lego all'Ospedale L. 15,000 milanesi, a carico delle figlie ed eredi Antonia e Francesca Cor- bellini. — Fu sepolto nel cimitero di P. Ticinese, dove fu collocata una lapide con questa iscrizione: Jacobus Kar. M. FU. Corbellinus — ratiocinator — magna periiia soleriia prohiiate — in pauperes libcralh — oplime de re familiari 7neritus — heic cubat in pace -xP — Francisca Guidonia coniugi amaniissimo — Antonia et Francisca sedulo patri — hora novissima fiincto — Prid. hal. decemb. a MDCCCXXIV cat. LVI — memorialem — celerno dolore affiictce posuerunt. Corio Francesco, figlio di Ambrogio, della parrocchia di S. Gal- dino, mori il 14 dicembre 1555, favorendo con un largo legato un figlio na- — o:> — turale cho egli disse di aver avuto da Laura DoU'Acqua e clie riconobbe per stto perc/ie tutti lo dicecano ! ! Con tostainonto 11 marzo 1554, rogato ^lichele Sacchi, istitui erede il (loitor fisico Pirro De Capitani. Con altro testamento posteriore, in data 11 di- cerabre 1555, rogato Giussani, istitui erede Bonifacio Gorio di lui parente, con I vincolo fedecomissario e con sostituzione a favore dell'Ospedale, la quale si ve- rific6 nel 155S , per la rinuncia doH'orode prime cbiainalo. Insorta lite col De Capitani, specialniente sul fatto, clie egli riteneva il testatore debole di mente, si dovette da parte dell'Ospedale fare a lui un compenso. Possedeva beni in Ornate di poca consistenza e un diretto dominie su casa in Milano in P. Orientale, col canone di L. 2U0. Corio nobile Francesco, figlio del nob. Pietro, con atto 29 niarzo 1567, rogato in Venezia, dono all'Ospedale una pezza di terra in Abbiategrasso, una casa in Milano nella via di S. Michele al muro rotto, nella quale erano ospitati gli alabardieri del principe di Milano, e due crediti, uno di scudi 300 e I'altro di scudi 800 a scan'co di sua cosctenza e per resliluire e in qualche parte resarcire i danni recati da hd mentre militava sotto Carlo V, alle persons e ai beni loro in Ungheria e Germania, e in considerazione delle gravi spese che rOspedale sosteneva nell'alimentare i poveri infermi. Corio Pietro Luigi. di Alfonso, nell'atto di entrare nella religione dei Cappuccini col nome di Pietro Martire, dispose coUa scrittura 20 aprile 1016, il legato di L. 4000 a favore dell'Ospedale ; legato che fu soddisfatto il 31 maggio detto anno. — Dono inoltre all'Ospedale nel IGl 1 , alcuni stabili con diversi vincoli. Corrobioni Francesco Maria , figlio di Melchiorre, orefice, fisso alia raogiie di lui, Chiara Agnelli, I'annuo vitalizio di L. 700 a carico del legato di L. 18,000, fatto da lui a favore dell'Ospedale, col testamento 30 set- tembre 1770, rogato Antonio Maria Frigerio. — Mori nel settembre 1772 e la di lui sostanza fu raccolta prima dal fratello Gian Doraenico, e alia di lui morte, avvenuta senza figli, il 22 febbraio 1776 nell'Ospedale dei Pazzi in S. Vincenzo, daU'Ospedale Maggiore, il quale venne a percepire L. 70,000, valore di due case in via degli Orefici, e cio di con form ita alle disposizioni del testatore, portanti la sostituzione a favore dell' Ospedale nel caso in cui 1' erede fosse morto senza figli. * Corti Baldassare. Mori il 31 agosto 1055. L'Ospedale eredito da lui circa L. 47,000. Corti G-iovanni Battista, figlio dei coniugi Gian Giacomo e Claudia Salici. Come il padre, commercio in gioie fino al 1646, nel qual anno si ritiro a fare vita quieta. — Mori in Milano in una casa fuori di P. Nuova dietro la Chiesa di S. Bartolomeo vicino alia casa Melzi, il 2 luglio 1667. — Non avendo figli, n^ parenti ai quali fosse obbligato di lasciare la sua sostanza e accogliendo i consigli del padre cappuccino Carlo da Cremona, di P. Orientale, con testamento 21 marzo 1664. istitui erede I'Ospedale Maggiore di Milano. La sostanza da lui abbandonata fu di L. 258,023, ma , in causa di una 0; transaziono che si dovette fare cogli eredi ex-kge del Corli , Aspesi Corbetta Angelica, Aspesi Giovanna e Tcntori Angela, discendenti da una Giovannina Aspesi che fii moglie dell'avo del tcstatore, I'Ospedale consegui soltanto la meta. Fra gli enti di questa eredita eranvi i beni della Rarnpina in Vimodrone e del Mattalino in Cologne Monzeso. Questi beni del Mattalino erano originariamente di proprieta dell'arcivescovo Biraghi Daniele, altro benefattore del L. P. I beni della Rampina venduti nel 1669 ad Orazio Rancati, ritornarono per eredita di lui aU'Ospedale, il quale li vendette di nuovo nel 1713 al L. P. di Loreto. Eravi inoltre una preziosa cassa di cristallo rilegata in argento che fu venduta nel 1673 al Duca di Parma per L. 32,000. Mentre si hanno i ritratti delle sorelle Aspesi, non si ha piii quello del Corti che pur fu eseguito. Cossoni marchese Antonio, nacque il 26 febbraio 1756 dai coniugi marchese Gaspare e Maria Rami. Cavaliere di terza classe della corona ferrea, membro onorario del Veneto Ateneo, socio onorario dell'Accademia Virgiliana di scienze e lettere in Mantova. Sposo Caterina Carozzi, dalla quale ebbe un unico figlio, di norae Ni- cola, che mori nel 1836. La sua famiglia, antica ed originaria di Dongo, si e immischiata al principio del se- colo XVllI, nelle vicende politiche di quel tempi. Nicol6 suo bisavo ed i figli di lui An- tonio e Giuseppe, parteggiando per la casa d'Austria, si proposero di secondare le ope- razioni deli'esercito, che, guidato dal principe Eugenio di Savoja, apparecchiavasi a calare dal Tirolo in Italia, per ricuperare gli Stati devoluti alia casa d'Austria per la morte di Carlo II. II titolo di marchese venue conferito nel 1705 alia di lui famiglia dall'ira- peratore Giuseppe I d'Austria, in ricompensa dei segnalati servigi resi aH'irapero. In una memozMa lasciata scritta dal Cossoni, egli lamenta che dopo la fan- ciullezza non ebbe quel principii e quegli insegnamenti di buoua educazione che avrebbero corrisposto alia sua iiicliiiazione per istruirsi. Secondo lui, era difetto delle assurde pratiche di quel tempo piuttosto che mancanza di premura del genitore. Apprese la lingua latina e la parlava con facilita , ma era digiuno dcgli elementi di ogni altra scienza. Spinto pero da naturale curiosita, andaya cercando nei libri quelle nozioni che non pote avere nell' istruzione. Fece gli studii legali conseguendo il grado di dottore in ambe le leggi. Percorse la car- riera criminale. Prima auditore presso il capitano di giustizia I'anno 1782, poi pretore in Laveno, in Brivio, in Casalmaggiore, in Pavia , direttore generale delle acque e strade, e in ultimo Consigliere di governo a Venezia dal 1819 al 1825, nel qual anno venue coUocato a riposo con annue L. 12,000. Fu egli nel numero di coloro che, assieme al Vescovo, all'amministrazione comunale e ad altri funzionarii, si recarono a qualche distanza della citta di Pavia a coinpliinontaro il inaresciallo Sowaroll', coiuaiulaiite le triippo austro- russe, die scendevano in Italia per cacciarne i Frances!. II Cossoni lascio scritto che: « il niaresciallo cavalcava iin ronzino fra I'avanguardia e il corpo del- € I'esercito, con un elnietto di cuoio in testa, in camicia, percho cominciava a « farsi sentire il caldo, e con una quantita di ordini, coUane, nastri, croci sul € petto e che il saluto del maresciallo fu viva Gesu resuscitato. » Nel 1S17 provvide largainente ai liisognosi di Dongo, somministrando loro lavoro. — II Cossoni, quantunque affezionato alia casa d'Austria, rimase nelle sue funzioni anche durante la dominazione francese. Mori vedovo in Milano, il 28 febbraio 1849, d'anni 93, sotto la parrocchia di S. Tommaso. Con testamento 14 aprile 1845, istitui erede I'Ospedale Magpiore, che raccolse una sostanza di L. 587,000. Lascio parent! poveri che, dimenticat! da lui, furono provveduti dal L. P. erede di assegn! vitalizi! e di soccorsi. II ritratto venne eseguito da Giuseppe Sogni. Crassi o Grassi Alessandro, figlio di Pietro Antonio, leg6 nel 1568 airOspedale L. 1280 annue, pagabili dalla Comune di Mortara in Lomel- lina, coll'onere di alcuni pesi perpetui e fra gli altri di venire in soccorso della istituzione fatta dal suo cognato Paolo Canobbio, altro benefattore dell'Ospedale, per le due letture di logica e di filosofia morale. Crippa sacerdote Carlo Gerolamo, figlio di Gerolarao, che fii notaio e tesoriere del magistrato camerale, e di Catterina Bozzi, di professione soUecitatore , mori il 25 novcmbre 1701. I/Ospedale fu erode di lui in forza del testamento 4 maggio 1G99, nel quale dispose che fossero fatte celebrare n. 122 raesse per le anime de' suoi clienti che si servirono di lui nella qualita di soUecitatore e cio a scarico di sua coscienza e per il caso in cui li avesse danneggiati. — Prescrisse che fossero distribuite L. 300 imp. ai poveri carcerati infermi. vecchi, abbandonati e mendichi, raccolti nelle carceri della Malastalla, del Capitano di giustizia, del Pretorio e torretta di P. Romana. Leg6 alia Chiesa di S. Celso L. 2000 per una volta e ad alcuni suoi nipoti I'usufrutto generale della sua sostanza. A proposito di questi ultirai, scrisse nel suo testamento quanto segue: « E pill protesto che li miei signori nipoti non si devono laraentare che « io habbi fatto il raio testamento nelli modi in esso contenuti , perch^ 1' ho « fatto cos'i sforzato da giuste cause e degni rispetti a me noti , del resto io « non r ho fatto per mancanza di affetto, ecc. » Pervennero all'Ospedale diversi stabili in territorio di Robecco e una casa in Milano in via della Maddalena di contro al Pasquirolo, venduta dall'Ospedale a certo Rescalli per L. 7000. Crivelli nobile Giovanni Ambrogio Giuseppe, figlio del nobile Giovanni Angelo, quantunque avesse due figlie, una di nome Bianca Lucia, che sposo un Marco Antonio Aliprandi, e I'altra Giuditta, moglie di Ge- rolamo Sacco, con testamento 7 luglio 1588, rogato Agosto Crivelli, chiamo erede il figlio nascituro della sua cameriera Elisabetta Missaglia, se maschio, legate L. 18,000 da pagarsi all'epoca del collocamento se femmina, oltre un 5 - G6 — assegno annuo di L. 800 per gli alimenti. Ordino di legittiraare come suo il nascituro; e dispose die nel caso in cui non fosse un maschio, I'Ospedale rac- cogliesse la ereditu. — Nacque una fenimina e quindi I'Ospedale fu I'erede al quale pervennero una possessione in Masciago, venduta nel 1G02 per L. 65,769, e il capitale di L. 2460. Crivelli Cavalli Carlo IVIaria, dei raarchesi di Parabiago, figlio del marchese Francesco e di Teresa Cavalli, marito di Marianna Ottolini, la quale inorl il 5 dicembre 1805, d' anni 80. Dottore collegiate di Milano e regio feudatario di Cella Nuova in campo pavese, dei 12 di provisione, giudice al segno del cavallo e dei vicarii generall dello Stato. Venne adottato dal marchese reggente e seiiatore di Milano, dottor Carlo Maria Cavalli di lui zio materno, del quale fu erede essendo egli il prime ma- schio nato tra tutti i nipoti maschi delle quattro sue sorelie. II titolo di mar- chese venne traslerito in quest' ultimo nel 1750 per diploma dell'imperatrice Maria Teresa. Un fratello del detto senatore, il sacerdote don Domenico Cavalli, canonico ordinario della Metropolitana ed economo regio imperiale apostolico dello Stato' di Milano, fece rifabbricare dalle fondamenta la Chiesa di S. Maria Fulcorina, mentre vi era Proposto. Lo colse la morte il 25 novembre 1795 in Parabiago, dove venne sepolto. Fu erede di lui I'Ospedale Maggiore di Milano, in forza del testamento 29 lu- glio 1794, col qualp lego alia moglie I'usufrutto della intiera sostanza, e favori largamente il persdnale di servizio. Possedeva una casa da nobile in Belgirate, che egli metteva annualmente a disposizione dei Padi'i cappuccini o zoccolanti, destinati per il quaresimale in quella Chiesa. La detta casa coH'aanesso pezzo di terra, furono venduti nel 1807, a Carl'Ambrogio Maggi, per L. 07,550 e coll'obbligo di coiitinuare a dare I'al- loggio ai detti predicatori. La sostanza lorda pervenuta al L. P. fu di L. 172,000, compreso il valore di una casa in Milano in via Sant'Orsola ai n. 2828 e 2823. II ritratto e lavorodel Gazetta. Crivelli Gaspare detto Tritisano, e figlio di Giovanni Antonio, e marito di Angela Tabarino, la quale, riraasta vedova, sposo, quantunque d'anni 60, Francesco Scaccabarozzi, dispensiere dell'Ospedale. — Mori nel 1648 e con te- stamento 13 giugno 1630, istitu'i erede I'Ospedale di Milano con un legato a favore dell'Ospedale del Borgo di Sant'Antonio in Bergamo, dove egli prefeii- bilraente dimorava. Lego L. 100 a ciascun figlio che avesse tenuto a battesimo. Pervennero fra gli altri enti una bottega in via dei Pattari, venduta per L. 8070 imp. .e una casa a Bergamo, venduta per L. 4091. In totale sono pervenute al L. P. circa L. 16,000. Crivelli Gerolamo, figlio dei coniugi Cesare, notaio, e di Faustina Guaschi, marito di Giovanna Rainoldi. mori il 4 novembre 1G25, disponendo della sua sostanza, con testamento 5 maggio 1621, rogato Giovanni Battista Ba- gatti, a favore dell'Ospedale, al quale pero fece I'obbligo di trasmettere tre parti delle quattro al di lui fratello Toraaso Francesco. — Lascio una sostanza di circa L. 84,000, la quale in causa di passiviti e .di sigurta fatte dal Crivelli, si ri- — 07 — dusse a non piii di L. 23,000. Pervennoro alcune piccole case e beni situati alia Cascina dolli Kart", Pieve di Appiano, vondute nel 1035 per L. C41, e al- ciini stabili in Gerenzano di pertiche 450, venduti a Francesco Crivelli per L. 10 imp. la pertica, due case in Milano, una in via di Brisa verso S. Piotro la vigna, venduta nel 1033 a Giovanni Stefano Campari, per L. 5200 imp., e I'altra in via dei due Muri, venduta pure nel 1033 a Giocondo Cattaneo e Fa- brizio Giussano. per L. 20,000. Si aveva il ritratto di lui, eseguito da Giuliano Pozzobonelli, ma non esiste piu. ''' Crivelli Giovanni Ambrogio. Erediti verificatasi nel 1589. Pervennero airOspeJale una casa in Htirgonuovo vonduta nel 1502, per L. 8350, stabili in Biassonno, e circa L. 8920, valore della mobiglia. In totale circa L. 20,000, gia dedotte le spese in L. 7,000. Crivelli Giovanni Tomaso, figlio di Cristoforo e Bianca Crivelli della Somaglia, patiizio milanese, e qualificato in un atto pubblico ex prima- U'bus ^mjus c/cilafis, abitava in Milano nella via di S. Sinione in una casa di sua proprietiV. Mori senza figli I'll seltembre 1015, d'anni 07, chiamando erede, con testamento 4 giugno 1000 I'Ospedale, e disponendo di un legato a favore della moglie contessa Ippolita Cicogna, che ebbe a sposarla nel 1582. Di con- formitd alia di lui intenzione , fu seppellito nella Chiesa dei Cappuccini fuori di P. Tosa ora Vittoria. Nel 1570 infierendo la peste a Boffalora, i conservatori della sanity di Milano gli affidarono la cura e la custodia del detto paese , sapendo di poter fare assegnamento suUa sua diligenza ed integrity. Nell'atto di noraina e espli- citamente dichiarato che non vi era alcun altro in paese cui conferire un si arduo compito in tempi tristi e difficili. La sostanza pervenuta al L. P. con questa eredita, fu di circa L. 127,000, valore di stabili in Milano, in Magenta e Marcallo. Si lia il ritratto eseguito da Alfonso Pozzobonelli. Crivelli Giuseppe Antonio, figlio di Silvestro e di Radaelli Marianna, sposo in prime nozze Gattoni Maria Antonia, e in seconde nozze Maddalena Nova, che alia sua volta chiamo erede I'Ospedale lasciandogli una sostanza di circa L. 23,000. Fu uomo intraprendente, onoslo o laborioso. Negli ultimi anni di sua vita si era ritirato dagli affari ed abitava in via Poslaghetto nella casa al n. 4078 di propriety del conte Giuseppe Triulzi. Nel 1702 assunse la carica di cassiere della Ferma del sale e tabacco nella cittA di Lodi, e nel 177 1 fu eletto ricettore per il sale alia gabella di P. Tosa di Milano, coH'onorario di L. 1200. Dal 1788 al 1793 fu esattore del Coraune di Melegnano e di altre diciotto comunita della Pieve di S. Giuliano. Mor'i il 19 aprile 1810 e con testamento 18 settembre 1790, istitul eredi della propria sostanza, i suoi parenti in diverse proporzioni , e per due sesti della raeti sostanza, I'Ospedale Maggiore di Milano, che egli aveva gi^ beneficalo in vita colla donazione di un capitale di italiane L. 9200. II L. P. consegui L. 52,.505. 04. Era di sua proprieta la ca.sa in via di Sant'Antonio al n. 4710 di contro al Cascinotlo ora demolito. — Si ha il ritratto eseguito dal Narducci. — 68 — Cucchino Ambrogio, oriundo di Arona, figlio di Carlo, negozlanio in panno come suo padre, coniniercio in Alessandi'ia in societa con altri negli anni dal 1660 al 1663. Fu dichiarato cittadino niilanese nel 1682. Fu anche capitano. Mori il 1.° settembre 1696, chiamando erede I'Ospedale Maggiore di Milano, con testaraento 15 gennaio 1093, nel quale scrisse un legato di L. 12 imp. a favore di un suo figlio naturale avuto da donna libera. Lo tratt6 cosi meschi- naraente per i suoi cattivi diporti e perche non seppe corrispondere alle pre- mure del genitore. La eredita fu di circa L. 50,000 a costituire la qual somma entra il valore di una casa civile in Arona, di alcuni stabili in Dromello e Mercurago del valore di circa L. 6400 e di due pezzetti di terra a Solcio, Lago Maggiore. La sostanza da lui abbandonata avrebbe potuto essere maggiore se non avesse con- sumato molto nel fare e sostenere litigi, e se non avesse anche dovuto subire una prigionia in causa di obbligazioni dipendenti dal suo commercio. II ritratto fu eseguito da Giuseppe Mariano. Curati Antonio, di Giuseppe e Ponti Cristina, fratello del Carlo Curati, altro benefattore dell' Ospedale, mori celibe e interdetto in causa di replicate apoplessie che lo resero semi imbecille, 11 20 novembre 1836, nella casa in Milano, Borgo di Cittadella al n. 3612. Nel 1827, volendo dare esecuzione a quanto la sua pieti e religione I'ave- vano consigliato gia da tempo, dono all'Ospedale gli stabili da lui posseduti in Linate ed uniti di pertiche 2430 dietro correspettivo di una prestazione vita- lizia. 11 valore dei beni si pu6 ritenere di austr. L. 113,121.97. Havvi il ritratto eseguito da Pietro Narducci. Ciirati Carlo, fratello del suddetto, mori celibe il 1.° settembre 1822, d'anni 65, legando all'Ospedale Maggiore di Milano tanti crediti capital! per il valore di mil. L. 178,000 (testamento 15 agosto 1822). Fu sepolto nel cimitero di Porta Ticinese e a ricordo fu posta questa iscrizione : A Carlo Curati — che passo alia vita eferna — 7iel giorno 1° set- tembre 1822 — d'anni 55 — pregate la pace dei giusti. Si ba il ritratto eseguito dal Palagi. Curioni nobile Felice, figlio di Carlo Giuseppe, presidente del tribu- nale mercantile, cav. dei SS. Maurizio e Lazzaro, mori celibe il 28 aprile 1862, d'anni 69, di febbre purulenta, lasciando scritto nel suo testamento 24 aprile stesso anno, un legato a favore dell'Ospedale Maggiore di L. 100,000 ital. a carico del di lui erede e fratello ragioniere Giuseppe Curioni. Havvi il ritratto eseguito da Giuseppe Landriani. Cusani marchese Agostino, figlio del marchese Luigi e di Costanza D'Adda; dottore in ambe le leggi, auditore della Curia Romana, cardinale dia- cono del titolo di Sant'Adriano, creato dal Pontefice Sisto V nel 1588. Mori in Milano sotto la parrocchia di S. Giovanni in Conca, il 22 ot- tobre 1598, d'anni 59, di febbre acuta, continua e maligna, durata 24 giorni. — GO — e giusta lo di lui intonzioni venno seppollito nella Chiesa di S. Barnaba di questa citt;\. Con testaraento S ottobre 159S, istitui erede TOspedale di Milano, riservando la sostanza pervonutapfli coll' eredit;\ di un fratello ad un altro di lui fratello, e doinandando 1' incarioa di esecutori testamontarii ai cardinali Sal- viati, Giiistiniani, Dol Monte o Raronio. Ordin6 la costruzione di una oappolla nella Chiesa di S. Maria della Val- licella di Roma sotto la invocazione di Sant'Agostino o CGiTassegno di uno speciale legato di culto. L'Ospedalo erede soddisfece all' uno e all'altro onere sborsando il capitale di scudi 0000. Abbandon6 beni in Gaggianello e Casenuove, Otto- biano e Garlasco, Lanzano o Latnbrate, pertiche 2010 di terra in Segrate, die furono vendute nel 1G03 al Conto di S. Secondo per L. 100 alia pertica , e pertiche 24 nei CC. SS. di P. Nuova vendute nel IGOG a Giovanni Battista Ricci per L. 310 alia pertica. La sostaiiza si pu6 ritenere dol valore di L. 300,000. Assiste con Clemente VIII alle famose congregazioni fra doraenicani e gesuiti a motivo del libro De Anxiliis del celebre gesuita Molina. Fu largo eleniosiniere al tempo di S. Carlo. Pare die egli abbia istituito erede I'Ospedale dopoch^ lo fu di S. Carlo. Quale erede di questo benefattore I'Ospedale esercita tuttora il diritto di nomina del parroco della Chiesa di Sant'Agata nella Pieve di Gorgonzola, Si ha il ritratto, lavoro di Giuliano Pozzobonello. * Cusani Camillo. Legato di L. 11,800 nel 1570. * Cusani conte Giovanni Paolo. Legato di L. 15,000 nel 1586. Cusani marchese Luigi, nacque sotto la parrocchia di S. Giovanni in Conca il 12 setterabre 1592, dal marchese Federico e dalla nobile Giulia Bartolomea De Vecchi; dottore in arabe le leggi, avvocato generale del Regio Fisco, senatore reggente in Madrid, consigliere nel supremo consiglio d' Italia, presidente del Senate. Sposo nel 1610 la marchesa Isabella Del Majno, del mar- chese Ippolito, raatriraonio che fu combinato mentre lo sposo era ancora in tenera etA. Mori non lasciando figli, il 7 ottobre 1659, d'anni 67 e scrivendo erede I'Ospedale Maggiore di Milano, con testaraento 3 raarzo 1659. Elesse se- poltura nella Chiesa di S. Marco nel sepolcro de' suoi maggiori. Lego i libri legali da lui posseduti al Senate di Milano. La sostanza da lui abbandonata era di qualche considerazione, ma, per effetto di parecchi fedecommessi, che il L. P. ha doYuto retrocedere agli aventi diritto marchese Pompeo Litta Visconti e duca Galeazzo Serbelloni, chiamati siccome discendenti da Livia e Lucia sorelle Cusani, figlie del marchese Guide ; scemo co.-e Ello Benedetto, figlio di Francesco, di Renate, con testamento 10 aprile 1021, i^^tilu'l erede I'Ospedale di Milano, al quale pervenne una pos- sessione detta Ciserana in Zuccorino. Lego alia confraternita del Sacramento di Renate i beni da lui cold posseduti. De Ello G-erolamo, di Antonio, con testamento 28 febbraio 1504, fatto raentre si trovava ricoverato nell'Ospedale di S. Dionigi , chiamo erede I'Ospedale Maggiore di Milano, al quale pervennero alcuni beni in Melzo ed una casa in Milano sotto la parrocchia di S. Babila. De Franchi Baldassare, figlio unico di Giuseppe e Rosa Bossi, possidente, fu deputato del L. P. di Loreto. Mori in Milano il 4 luglio 1770, n6lla casa in via Sant'Orsola al n. 2S27. Con testamento 25 aprile 1774, istitui eredi i poveri vergognosi di Milano e per essi il L. P. di Loreto, con sostituzione a favore dell'Ospedale nel caso che il detto L. P., non avesse entro un anno ottenuto la deroga dalla Regia Prammatica, 5 settembre 1770, e con proibi- zione assoluta di fargli il ritratto. La sostituzione a favore dell'Ospedale si 6 verificata perche la Giunta economale non credette di accordarc al L. P. di — 74 - Loreto la deroga alia succitata Prammatica. Fuvvi causa fra il L. P. di Lorelo e rOspedalo, raa il giudizio riusci favorevoie a quest' ultimo, il quale and6 al possesso della ereditA dell' importo di L. 250,820, col vincolo dell'usufrutto ge- nerale a favore della di lui moglie Colomba liedaelli e con un legato per una volta di L. COOO a favore del detto L. P. di Loreto. Fra gli enti pervenuti furonvi alcuni stabili in Cormanno di pertiche 180, che furono venduti dal- rOspedale nel 1793, per L. 39,100 a Giovanni Maria Crotta, e la casa in Mi- lano in via Sant'Orsola al n. 2827, venduta nel 1792 a Giuseppe Simonetta per L. 20,750 iinperiali. Leg6 L. 6000 alia Chiesa di Cormanno, dove possedeva una villeggiatura, alio scopo che venissero impiegate per 1' ingrandimento della Chiesa stessa e da pagarsi a lavoro compiuto, cio che avvenne nel 1792. Destino la sorama di L. 4000 a favore della sua parrocchia, la Chiesa di S. Maria Podone, da pagarsi dopo che la Chiesa stessa fosse stata ridotta pin comoda e che fossero stati levati due piloni che occupavano 1' interne della Chiesa. Questo legato fu pagato nel 1792 dopo di avers fatti collaudare i lavori dall'ing. Castelli in concorso dell'ing. Bernardino Ferrari, altro benefattore del- rOspodale. Dalla relazione di collaudo, rilevasi che nel 1774 si era pensato dal Capitolo di quella Collegiata di ridurre I'accennata Chiesa a convenevole forma, essendo di costruzione affatto irregolare. Fra le altre stravaganze, a formare le tre navi in cui era divisa la Chiesa, facevasi servire un doppio rozzo pilastrone, da cui sostenevasi pure un arco dalla parte del coro ed un altro eccessivamente piu grande e basso verso la porta, trovandosi in uno di essi un'immagine della B. V. circondata da un cancello. 11 suolo della Chiesa era a due piani, divisi mediante gradino, il quale lo rendeva deforme ed irregolare. 11 coro era ottan- golare e colla volta molto piu bassa di quella della Chiesa e questa nella nave di mezzo fatta a botte, e delle laterali e variate forme gotiche. Per la luce poi della Chiesa non vi era che una finestra sopra la porta ed un' altra ovale piccolissima nel coro. Nel 1774 e successivamente fino al 1778, si diede alia Chiesa una piu decente e regolare forma. Non essendo stato possibile di levare il grande pilastrone e formare tutta la Chiesa in una sola nave, senza rifarla quasi del tutto, si rese lo stesso pilone piu svelto ed ornato ed ivi vicino se ne fabbrico dai fondamenti un altro simile, con cui si venne a formare tutto il fianco simetricamente in due campi eguali, dandosi fra li pilastri opportune luogo ai pulpiti, si orno di cornice in giro tutta la Chiesa, si rese il suolo piano e ad un solo livello. II coro si rifabbrico in iigura circolare. La volta della Chiesa si fece quasi tutta di nuovo. Sopra la cornice si sono aperte sei nuove finestre, quattro nella Chiesa e due nel coro. Finalmente si trasloco la B. V. dal detto pilastrone in una cappella fabbricata appositamente con muri, volta, lanternino, altare e balaustra di marmo. Lego inoltre alia detta Chiesa di S. Maria Podone un quadro dipinto sulla tavola rappresentante un Ecce homo di antico autore insigne. Del Bene G-iovanni Battista, di Gabriele, della parrocchia di S. Giovanni sul Muro, notaio di Milano, marito di Cornelia Perego, con testa- mento 19 luglio 1634, rogato Giovanni Battista Rossi di Milano , istitui erede — ,o — il sacordote doii AiHonio De Capitani , coll' onero di un legato all' Ospedale di una casa in Mdano in P. Vercelliua vicino alia piazza del Castello di P. Giovia. Impose all'erede lobbligo di far erigere una Chiesa in Carate sotto la invoca- zione di Maria dopli Angeli. Del Conte Orazio, di Paolo Antonio o Angola fiariboldi, aniino- gliato con Catorina Scoiti, bergamasca, raori il IG ottobro 1703 in Milano, sotto la parrocchia di S. Donuino alia Mazza, disponendo della sua sostanza a favore dell Ospedale Maggiore, con testaraento 25 aprile detto anno e provvedondo largamente alia superstite moglie. Voile essere seiipeilito nella Chiesa dei Padri di Sant'Angelo di Milano e posto nella cassa vestito da frate zoccolante. La sostanza pervenuta al L. P. fu di circa L. 235,724 essendo compresi i beni di Orazio Del Conte, seniore, e di Ascanio Del Conte, die erano vincolati a fedeconimesso con sostituzione a favore dell'Ospedale. Pervennero sei case in Milano, una in via degli Andegari, venduta nel 1713 al dottor fisico Gerolamo Dell'Acquaporro per L. 13,710, quattro in via Bigli, e una in via Medici, ven- duta nel 1713 a Paglia Cristoforo per L. 7000 e i beni della Rampina in Vi- modrone. Si ha il ritratto eseguito da Antonio Lucini. Delfinoni Clara, figlia di Scipione, sposo in prime nozze Giovanni Pietro Gallarati, cd in seconde nozze Ferrando Vertua. Mori il 2G agosto 1626 e con testamento 23 luglio 1624, rogato Giovanni Andrea Lonati, istitui erede particolare I'Ospedale , per rispetto ad una possessione detta di S. Giuliano e di una casa in Milano, parrocchia di S. Giovanni alia Conca. Questi beni le pervennero colla eredita del prime marito, il Gallarati, e nel disporli a favore dell'Ospedale, si valse della facolta datale da lui, Favori con legati alcuni suoi parenti e destino la sorania di L. 6000 a favore della Chiesa di S. Giovanni in Conca per la fabbrica di una cappella. DeU'Acqua dottor fisico Carlo, figlio di Antonio e di Maddalena Belloni , marito di Marina Germani, avvisando alia necessita che I'Ospedale Maggiore possedesse una raccolta di opere mediche e chirurgiche, ad istruzione della gioventii che vi esercita la pratica medica, legava all'Ospedale medesimo con testamento 5 ottobre 1842, la sua piccola biblioteca medica e la somma di mil. L. 50,000, coU'obbligo che gli interessi annuali dovessero essere con- vertiti nell'acquisto di nuove opere mediche riputate, nell'associaziono ai giornali di medicina pubblicati in Italia, Francia, Alemagna e Inghilterra, e in un premio annuo di L. 600 mil. da conferirsi in seguito a giudizio di apposita commis- sione, a quel medico e chirurgo praticante dell'Ospedale, d'eta non superiore agli anni trentacinque, il quale avesse compilato una raemoria medica e chi- rurgica. Lego alia Biblioteca Arabrosiana il busto in marmo di suo fratello, avvo- cato Giuseppe, opera del distinto artista Gaetano Monti di Ravenna. Nate in Milano il 1.° aprile 1776, sotto la parrocchia di S. Maria alia Porta; niori il 31 oltobrc 1816 in Yarcse. Ebbc i>cr liingo tempo il priniato — 76 — fra i medici piu reputati di Milano. La sua clientela era tutta costituita da persone agiate e ricclie. Fu discepolo ed araico di Rasori, ammiratore e pru- dente seguace della dottrina italiana. Formo parte della societa di incoraggia- raento per le scienze, ecc. Appartenne alio stuolo dei medici dell'Ospedale fino al febbraio 1828, nella quality di medico supplementario , nella quale classe rimase fino alia sua di- raissione, perche non voile mai passare al servizio di S. Corona , requisite ne- cessario per entrare poi nella classe superiore dei medici dell'Ospedale. La integrita del carattere, la somma delicatezza e la generosity non sono fra le minori doti che fanno venerata la sua memoria. Si ha 11 ritratto eseguito da Antonio Gualdo. Delia Croce sacerdote nobile Ippolito Ferdinando, mori il 28 marzo 1853, d'anni 81, nella casa in Milano via della Biblioteca al n. 2831. Istituita erede la nipote Paolina Valerio Torelli , lego all' Ospedale Maggiore L. 100,000 (testamento 14 marzo 1853). Leg6 inoltre L. 24,000 alia Chiesa di Sant'Alessandro, L. 2500 alia Chiesa di S. Sepolcro, e ai LL. PP. di S, Marco e S. Vincenzo L. 10,000, oltre diversi legati a favori di parenti. La sostanza nitida da lui abbandonata fu di L. 362,000. Fu degli ultimi a conservare la zazzera incipriata in uso fra gli ecclesia- stici nello scorso secolo. Si ha il ritratto eseguito da Carlo De Notaris. IDella Croce Tomaso Giovanni, figlio dei coniugi Marsilio e Drusiana Dugnani, sposo Francesca Cariigo, dalla quale non ebbe figli. Mentre nel suo testamento 26 agosto 1547, rogato Giovanni Battista Marliani di Milano, riservo alia vedova I'usufrutto generale della sostanza, lascio questa all'Ospedale nell'iraporto di L. 10,000 circa. Favori diverse Chiese di Milano e della pro- vincia. Voile che il di lui erede facesse dipingere I'ancona dell'altare di S. To- maso d'Aquino nella Chiesa di S. Maria Porta. IDella Madonna IVTargherita, nacque nel 1628 dai coniugi Carlo e Apollonia Medici. Rimasta vedova in prime nozze di Baldassare Taliana detto Alherii, sposo il colonnello Silvestro De Mattanza, altro bencfattore del- l'Ospedale. Cesso di vivere il 20 dicembre 1710, d'anni 82. Fu erede di lei r Ospedale Maggiore di Milano in forza del testamento 12 ottobre 1705. Ordino di essere seppellita nella Chiesa parrocchiale di S. Simpliciano nel sepolcro fatto da lei costruire in occasione della morte del colonnello suo raarito. Yolle inoltre che, in occasione de' suoi funerali, fosse esposto lo sterama della sua famiglia e quello del marito predefunto, e fossero distribuiti coraraestibili e vino ai poveri di S. Simpliciano. Lego le gioie alia B. Yergine della cintura nella Chiesa dell'Incoronata di Milano. Coperse la carica di tesoriera della scuola della detta B. Vergine. 11 L. P. consegui circa L. 100,000 compreso il valore della casa in via S. Prassede al n, 112, venduta nel 1798 al sacerdote Pietro Martignoni per L. 13,110. II Capitolo Ospitaliero prese, inolto opportunamente, il 28 maggio 1700, la seguente deliberazione : « Propostosi dal signer Conte prioro qualinente il voneramlo Capitolo por « tenere benevole la signora .Margherita Mattanza vidua usufruttuaria di una « casa in P. Comasina di contro alia Chiesa della Santissima Incoronata, ha « fatto allargare anclie la porta del giardiao corrispondente alia detta porta « della casa. « Et consideratosi che detta vidua puo beneficare raolto il venerando Ospitale, « ^ stato detto che il signor Priore sia servito dar gli orJiiii che gli pareri « per allargare detta porta. » Si ha il ritratto di lei pervenuto coll'eredita. Delia Sala conte Emilio, nacque in Milano il G gennaio 1 800. Mori il 14 agosto 1868. Fu seppellito nel ciraitero di Ternate. Con testamento 21 gennaio 1851, leg6 all'Ospedale Maggiore ital. L. 100,000 da soddisfarsi alia morte di sua inoglie. che gli fu erede. Fu di carattere affettuosissimo, manie- roso co' suoi dipendenti, caritatevole e religioso. Si ha il ritratto eseguito da Francesco Yalaperta. Delia Torre sacerdote -A.iitonio, curato di S. Michele alia Chiusa, figlio di Pietro Simone, mori il 9 marzo 1727, lasciando il testamento 27 no- vembre 1720, colla istituzione di erede a favore dell'Ospedale Maggiore, al quale pervennero una casa in via Sozinamora (cosi nel testamento), venduta nel 17G8 al dottor Carlo Lamberto Rusca per L. 1387. 10, e alcuni stabili in territorio di Ceserano e Boltero su quel di Bergamo, in iMorivione e ad Arona. I beni di Ciserano, Stato Veneto, furono vcnduti nel 1730 per L. 11,605, quel di Mo- rivione nel 1741 per L. 13,750. Nel 1700 dono alio stesso Ospedale una casa in Milano in via del Pesce al n. 4970 e alcuni stabili in Lonate Pozzolo, contro il vitalizio di L. 1900, cosi calcolato suU'entita della donazione valutata dell'iraporto di L. 48,200. Questi ultimi stabili furono venduti nel 1758 per L. 26,000. Lego alia suddetta Chiesa la tappezzeria fatta da lui eseguire a proprie spese. Nel testamento leggesi quanto segue: « E perche in breve coU'intervento di Sua Eccellenza devesi benedire la « santa croce da me fatta erigere presso alia detta Chiesa di S. Michele, per- « tanto ordino, voglio e coniando che dall' infrascritto raio erede si somministri « al signor Giuseppe Bergamasco, il danaro ed ogni altra cosa potra occorrere « in occasione di tale funzione. » La detta croce fu fatta erigere da questo benefattore in concorso della confraternita di S. Croce, sotto il patrocinio di S. Nazaro e Celso nella par- rocchia di S. Michele alia Chiusa, nel mezzo delle quattro vie, conducenti una verso la Chiesa di Sant'Arabrogio rainore a oriente, la seconda verso il Carrobio appellata di S. Vito a occidente, la terza verso le Pobbiette a mezzogiorno e la quarta verso I'OImo in Palazzo a settentrione. — II di di S. Michele del 1713, con festivita e letizia fu posta la prima pietra in un cavo fatto nel mezzo delle dette quattro vie per il fondamento, nel quale furono collocati, chiusi in una cassa lunga braccia 1.7, alta once 12 e larga once 9, tre vasi o pesiom di 9 boccali ciascuno, fatti riempire dallo speziale di S. Corona di vino rosso vecchio — 7S — del migliore, d' olio oliva del piu perfetto, e di olio di noco fatto fabbricare appositaincnte. Neiratto cereraoniale e detto che nel caso in cui si fosse voluto levare la suddetta cassa si sarebbe dovuto star distante dal piede della croce dalla parte riguardanto la contrada di Sant'Arabrogio per la lunghezza di braccia 2. Sul piede della croce fu scolpita la seguente iscrizione: Hoc signum cruets erit in ckIo cum dominus ad judicandum venerit Michccl Archangelo. deprecare pro nobis plium Dei dexlera tua defendat nos ah hoste maligno. Ad gloriam Dei, Antonius Torre parochus hirj'us ecclesioe funditus erexit anno MDCCXVIII. La statua fu eseguita da Carlo Giuseppe Manara per L. 1200 imp. Delia Torre Cristoforo di Paolo, marito di Giulia Delia Croce, con testameuto 30 maggio 1583, rogato Lodovico Pusterla, leg6 all'Ospedale I'annualita di L. 1200, da esigere dalla ferma del sale nel terzo anno dopo la sua morte. Possedeva beni in Rho. * Delia Torre Stefano, giureconsulto. Fu erede I'Ospedale, il quale consegui L. 10,082 nel 1038. Della Torre Susanna, di Giorgio, novarese, con testamento 28 giu- gno 1524, rogato Giovanni Maria Portal uppi di Milano, istitui erede I'Ospedale Maggiore al quale pervenne una casa in Milano in P. Nuova. Mori nel succes- sivo mese di luglio, probabilmente di peste. * DeirOro sacerdote Benedetto. Testamento 13 gennaio 1792. Legato di L. 12,000 mil. Del Maine G-erolamo, figlio di Lodovico, sposo Lodovica Gal- larati che era vedova di Giacomo Brusati e del conte Alessandro Triulzio. Non ebbe figli. Era parsimonioso e tutte le sue cure erano intente a limitare le spese all'importo delle rendite della sua sostanza. Con testamento 21 gen- naio 1559, rogato Lodovico Varesi, istitui erede I'Ospedale, il quale per- cepi di netto L. 111,935. Aveva anche disposto in via di sostituzione a favore dello stesso Ospedale per rispetto ad una sostanza da lui destinata ad un suo consanguineo, ma questa disposizione fu abbandoiiata dalla Rappresentanza ospi- taliera nel 1699, mediante la donazione fatta da Gaspare Del Maino di alcune attivita. Fisso la somma di L. 300 per la costruzione di un cancello da porre in opera alia cappella Del Maino in Sant'Ambrogio, dove fu sepolto e la somma di scudi 100 per la dipintura della cappella e dell* ancona. — Questi ultimi lavori furono eseguiti dal pittore Giuseppe De Meda. Del Majo Cesare, di Napoli, capitano generale dell' artiglieria di Sua Maesta cattolica Filippo re di Spagna, figlio di Luigi, con atto 4 dicem- bre 1559, dono aH'Ospedale un'annualita di L. 500. De !Papis Cornelio, figlio di Guglielrao, native di Anversa, nego- ziante ed anche aflittuario dell'Ospedale di tre botteghe sotto il fabbricato ospi- taliero. Mori il 21 ottobre 1022, e venne sepolto nella Chiesa della Rosa in — 70 - Milano, uel liu^go die era stato da Iiii coinperato dai Padri deH'ordiiie dei pre- dicatori. Con testamento 17 ottobre dello stesso anno, instituiva erede il nipote Tomaso Papis di Palermo, il quale alia sua volt.i, con testamento 17 fjiugno 1627, chiamava a succedergli I'Ospedale e il L. P. di S. Corona, ai quali pervennero complessivamente circa L. 103,000. Si ha il litratto, che deve essere pervenuto colla ereditS, sia perch6 non si rinvennero annotazioni ai mastri, sia perclio il ritratto del Cornelio e do- scritto nell'inventario deU'ercditi del Tomaso Papis. De Pedrinis Giuseppe, figlio di Domenico e di Catterina Fon- tana, nacque il IS agosto 17S2, sotto la soi>pressa parrocchia di S. Sebastiano. Spos6 nel 1S19 Antonia Valli, che gli premori nel febbraio 1852. II di lui padre leane aperto negozio da caffe in Milano nella via della Palla, nella casa n. 3310, negozio che fu continuato alia di lui morte, prima dagli ^redi, poi dal solo Giuseppe. Mori vedovo, d'anni 70, il 25 agosto 1852. Uorao probo, mite e religiose, lenefic6 1' Ospedale ^Maggiore di Milano, chiamandolo erede con testamento 14 agosto 1841 e imponendogli diversi oneri. — Pervenne una sostanza di circa L. 200,000. Con tutti i paronti successibili ex lege, che egli dimentico, 1' Ospedale erede addivenne ad un'equa transazione. Si ha il ritratto eseguito da Cesare Pezzi. De Fortis G-iovanni Antonio, di Bartolomeo, oriundo di Chi- vasso, dottore in leggo, coramendatario dei beni della prepositura della Chiesa di S. Marco fuori delle mura di Chivasso , fu dichiarato cittadino milanese nel 15G5 dopo una permanenza in Milano di circa trent'anni. Con testamento 5 febbraio 1583, rogato Luigi Oldoni di Milano, istitui erede I'Ospedale colla condizione che sopravvenendo figli raaschi a Camillo De Portis, dovessero suc- cedere nella eredita per meta. Essendo nato, il 16 luglio 1589, un figlio maschio al Camillo, I'Ospedale doA'ette rilasciare la meta della sostanza , consistente in una casa in Milano in P. Orientale, parrocchia di S. Stefanino in Borgogna, una sciostra. alcuni beni in Roserio, in Merate, in Cornate, un livello di L. 100 su stabili in Roserio e un reddito sulla ferma del sale di aanue L. 107. Lego i beni da lui posseduti in Chivasso per una metd alia di lui moglie contessa Isabella Valperga e per I'altra meti al figlio maschio che fosse nato al detto Camillo. Dominioni Angelo, figlio dei coniugi Giuseppe e Magni Giuseppa, native di Lurate Abate, mori in Milano nella casa sul corso di P. Ticinese al n. 4, il 6 giugno 1875, lasciando il testamento 28 agosto 1873, col quale istitui erede il nipote ragioniere Luigi Dominioni , impiegato municipale , col- r onere di un legato di L. 30,000 a favore dell' Ospedale, da essere pagato mediante compensazione delle somme che si trovavano a rautuo presso I'Ospe- dale stesso. Era amicissimo del benefattore dell'Ospedale, il Cogliati Giovanni Battista, e come lui coperse diverse cariche onorarie presso le Chiese. Prima di ritirarsi — ,^0 — a far vita agiata, tenrie aperto negozio da prestinaio al Mulino dello Armi al n. 372G, negozio cedulogli dallo stesso Cogliati. Con un carattere franco e sincero, un' onesti e laboriositi esemplare a tutta prova, egli seppe farsi amare e bon volere. IDossena Ferrando, figlio di Francesco, regie fiscale come ii padre, animogliato con Margarita Del Conte , con testamento 5 giugno 1638, rogato Francesco Clerici di Milano, fatto nell' oratorio del Pio Istituto di S, Corona, chiarao erede 1' unico figlio Francesco e dopo di hii i suoi discendenti in infi- nite, con sostituzione a favore dell' Ospedale in caso di estinzione della linea chiamata. La sostituzione si e verificata, per cui il L. P, ando al possesso della eredita dell' importo approssimativo di L. 12,000. Dugnani sacerdote Carlo, di Giovanni Luigi e Giovanna Nava, morl in Carate dove era proposto parroco, il 13 aprile 1852, scrivendo nel suo testa- mento 1 agosto 1848 erede 1' Ospedale, al quale pervenne una sostanza nitida di L. 19,40G. 40 austr. — Favori con un legato vitalizio la servente, anche in benemerenza dei servizii amorevoli prestati alia di lui madre. Di provenienza di questa eredita fu affidato alia Chiesa di Carate un cap- pello die apparteneva a S. Carlo. Coperse la carica di ispettore scolastico del distretto di Carate, IDugnani nobile Griulio, figlio dei coniugi Giuseppe e Chiara Citta- dini, dei feudatarii di Dugnano e Terrazzano, padre dell'abate Bernardino Du- gnani, altro benefattore dell'Ospedale, mori il 28 giugno 1753, lasciando eredi i figli Carlo, vicario di provisione, sacerdote Giuseppe, canonico ordinario della Metropolitana , sacerdote Bernardino e Antonio, avuti dalla nobile Maddalena Pallavicini. — L' Ospedale fu legatario della somma di L. 15,000, pagata il 10 luglio 1753 (testamento 7 giugno 1753, rogato Carlo Lucido Tagliabue). Dugnani cavaliere Giulio, figlio di Carlo e di Giuseppe Dati della Somaglia, dei conti e feudatarii di Terrazzano, altro dei sessanta decurioni della citta nel 1780. Fu uno degli inviati della citta di Milano per complimentare la infante granduchessa di Toscana e regina, nel passare da Mantova a Vienna nel 1790. Gentiluomo di camera nel 1791. Sposo la nobile Maria Teresa Viani, dama della croce stellata, figlia di Giuseppe e Margarita Salazar. Mori senza figli, il 4 dicerabre 1832, disponendo della sua sostanza con testamento 16 agosto 1829, nel quale leggesi quanto segue: « Confermo il legato lasciatomi nella di lui eredita da monsignor Giuseppe « Dugnani mio zio, di mil. L. 100,000 all'Ospedale Maggiore, che avra luogo « alia raorte della niia moglie ed erede; non amo ritratti, anzi gli escludo, ed « invece dodici messe all'anno nella Chiesa medesima dell'Ospedale a L. 3 ca- « dauna, cioe sei per I'anima di mio zio e sei per la mia. » E nipote del sacerdote Bernardino Dugnani che benefice 1' Ospedale con un legato di L. 6000. Leg6 all'Ospedale Fate-bene-sorelle L. 800 mil. — Destin6 mil. L. 4000 a favore del Comune di Robecco, da pagarsi quaiulo si fosse fatto il ponte di comunicazione coUa strada che va a Castellazzo e cio per un piii comodo e — SI — libero mezzo di portaro il SS. Viatico apli infermi. Fii osecutoro testamentario di lui il coute Francesco Casati, altro benefaltore doll' Ospedalo. Stante il divieto assoluto del ritratto, si 6 supplito con un quadro allego- rico, che venue esoguito da Anibrogio Casanova. Fantelli Cesare di Domonico o Torosa Pozzi , vedovo di Antonia Rolfini, mori no\ circoudario csterno di Milano, alia ripa di P. Ticinese nella casa propria al n. 32. il 1 liiglio 1S75, d'anni 57. Altro degli ascritti alia corapagnia del nome di Maria nella Cliiesa di S. Maria del Naviglio. Con te- stamento IS niaggio 1ST5, scrisse erede I'Ospedale Maggiore, ordinando che il suo funerale civile e rcligioso fosse di prima classe con tutti gli onori inerenti, e che il trasporto fosse seguito « da raille poveri della sua parrocchia, ai quali assegn6 la somininistrazione di un cero, noncli^ due lire cadauno all'uscire dal ciraitero », da cinquanta stelline colla retribuzione di L. 1000 e dalla intera banda rausicale del Borgo di S. Gottardo. Dispose inoltre che il suo corpo venisse deposto nel cimitero monumentale, e che lo ricordasse un' urna portata da quattro colonne con leoni, sorraontata dalla sua figura , della spesa di L. 10,000. Questa disposizione fa fedelmente eseguita col mezzo dello scultore Barcaglia. Fece legati special! a favore dei poveri e del cronici della sua parrocchia. Istitui doti e favori i bambini lattanti alia darsena di P. Ticinese e gli Asili infantili della ripa di detta porta. II patrimonio abbandonato, stato da lui intieramente raccolto con un'attiviti indefessa e con una parsimonia spinta al punto di rifiutarsi ogni agiatezza, nel commercio dei vini , dal quale si ritrasse negli ultirai anni di sua vita, fu di L. 507,704, il quale, colla deduzione delle passivity e dei legati nell' importo to'.ale di L. 313,505, venne a residuare a L. 194,259. Si ha il ritratto eseguito dal Pagliano. Fantoni nobile Anna, figlia di Domenico e della nobile Giulia Bossi, vedova del nobile Ercole Daverio, giu affittuario degli stabili di Oriano di ra- gione del L. P. di S. Corona, morl il 4 ottobre 1848, d'anni 70, in Vergiate, dove fu sepolta e ricordata colla seguente epigrafe dettata dall'amministratore deir Ospedale avvocato San Pietro. Vedova di don Ercole Daverw — e mspirata at pielof^i pensieri di lui — la nobile donna Anna Fantoni — morta il 4 ottohre 1848 — ai congiunii, ai famiyliari — alia Chiesa, a qiieslo suo predilelto Vergiate — largheggiava legati — erede scriceva il grande Osp/lale di Milano — Pregatc afj'rettato a quell'anima piissima — in premio il pat^adiso. Pervenne all'Ospedale una sostanza di circa L. 116,000 austr. (testamento 24 aprile 1838). Si ha il ritratto eseguito da Carlo Do Notaris. Fava Giulio Cesare, di Giovanni Paolo, con testamento 7 giu- gno 16G2, rogato Vincenzo Domenico Cernuschi di Milano, dispose che la sua sostanza fosse divisa in due parti, delle quali, una a favore del causidico col- logiato Cesare Mazza e I'altra a favore dell'Ospedalo Mapgioro di Milano. — «2 — La sostanza consistello in proprietu stal)ili in iMilano, in Asli e in Medina. Lego L. G per una volta a ciascuno dei suoi agnail. Fe Griuseppe, mon il 17 maggio 1807, lasciando all'Ospedale il legato di mil. L. 24,000 pagabilo nel tormine di sei anni. Fedeli conte G-iulio, unico figlio del conte Giovanni Antonio e di Maria Giuseppa Ferrari, nacque in Milano .sotto la parrocchia di S. Bartolomeo, il 27 maggio 1717. Sposo in pi'ime nozze Giulia Salazar, figlia del conte Lo- renzo, la quale men nell' otlobre 1782, e in seconde nozze Gabriella Ajazzi, vedova del marchese Griraaldi di Nizza. Altro dei dodici del tribunale di provvisione e dei sessanta decurioni della citta, gentiluomo di camera, ciambellano. Confratello della scuola di San Giovanni Decollato di Milano. La sua fami- glia, oriunda di Monza, si e estinta con lui. Abitava in Milano nella via della Spiga al n. 1395. — 11 padre di lui, divenuto sordo e acciaccoso, rilascio ncl 1761 tutta la sostanza al figlio, sotto diversi obblighi. — Dopo pochi mesi di matrimonio si separo dalla Ajazzi per incompatibilitu di carattere. Era cugino del barone Giorgio Cattaneo, altro benefattore deir Ospedale. Mori il 22 febbraio 1780, d' anni 72 e con testamento 23 marzo 1783, istitui erede universale I'Ospedale Maggioro di Milano, legando agli invalidi di Cremona zecchini 1000, al principe Hevenkiiller tutti i quadri, e al primogenito del senatore consigliere aulico dottor Pietro Morosini L. 50,000 con vincolo di primogenitura maschile. Dono in vita al L. P. Triulzio L. 00,000. L'asse ereditario fu di L. 1,112,000, die, depurato dalle passivita , venne a residuare a mil. L. 602,462. Pervennero fra gli altri enti due case in Milano, una sul corso di P. Tosa al n. 401, venduta nel 1798 per L. 40,500 e un'altra con bottega ad uso farmacia sulla piazza del Duoino al n. 4078, venduta nel 1798 per L. 15,500. Fu sepolto nella Chiesa di San Giovanni alia Castagna, nel territorio di Lecco. 11 ritratto venne eseguito da Francesco Antonio Biondi. * Ferrari Giovanni Angelo. Per eredita di lui pervennero al- l'Ospedale nel 1523, alcuni stabili ftiori di P. Comasina, del valore di L. 3100, cinque diretti dominii coU' annuo canone complessivo di scudi 303 e L. 4000 prezzo di affrancazione di un altro livello. In tutto una sostanza di circa L. 10,000 gia dedotte le spose ereditarie. Ferrari Bianchi G-iovanni Battista, figlio di Francesco Bernardino e di Virginia Melzi , della parrocchia di S. Stefano in Nosiggia di Milano, sposo in prime nozze Francesca Bellabocca , e in seconde nozze Lucia P*"^! fm^^-*^^^^m r %.'. '-'^^yfl -^^^1 w ll„----- \ ^ . . mSBKKM — S3 — Bonsignori. N'ato il 15 noveiubro 1003, si rese dofunto il 5 novembre 1675 in etA li'anni 72. l"u sepolto, giusta la di lui intenziono, nella Cliiosa di S. Fedele. Con testamento '21 setteinbro 107 I, istitui erode universale I'Ospedale Mag- giore di Milano, eselusa una sostanza fedeconunessaria, clie riservo a chi aveva diritto di conseguirla. La sosUinza pervenuta al L. P. non oltrepass6 lo L. 00,000, ma in vita nel 1050, ebbe a donare all' Ospedalo un niolino a cinque ruole e un prato di pertiche 2-1 nel Comune ili Moncucco coU\)bbligo di alcuni pesi. Fu deputato dell'Ospedale negli anni 1037, 1638, 1611, 1045, 1648, 1649, 1654, 1655, 1058, 1059, 1002, 1003, 1060, 1007, 1070, 1071, 1074 e 1075. Sono ben pochi quelli die, come il Ferrari, furono chiaraati all' onore di tante rielezioni. Nel 1615 ottenae la noinina di giudice della legna da fuoco, venale, carbone, carbonella, ecc. 11 cognome Bianchi lo aggiunse al proprio allorche and6 al possesso di un fedecoraraesso di istituzione Bianchi. II ritratto fu eseguito da Cesare Fiori. Ferrario Luigi -A.bbondio, nacque in Milano il 2 aprile 1776, da Felice Naborre e Volpi Giuseppa. Benestante. Mori il 24 novembre 1859, d'anni S3, in istato celibe, sotto la parrocchia della Metropolitana nella casa in via S. Radegonda al n. 989. La sua famiglia da Mariano si era trasferita a Biumo Superiore presso Varese. Suo padre visse fino ai 90 anni , la madre niori a 87 anni , una sorella a 82 ed un fratello a 74 anni. II Ferrario era impiegato come amrainistratore e cassiere nella banca Ballabio e Besana di Milano. Uomo di specchiata probiti e di irreprensibili costumi, tenne mai sempre una condotta esemplare e superiore ad ogni elogio. Benefico e generoso coi poveri, donava in vita nel 1859, all' Ospedale Maggiore austr. L. 40,000 e lo chiamo poi erede in morte, con testamento 4 novembre detto anno, lasciandogli altre L. 31,600. N'el 1801 la Rappresentanza ospitaliera si obbligo di corrispondere un largo interesse sulle L. 40,000, ad una sorella ottuagenaria del testatore che convisse sempre con lui. Si ha il ritratto eseguito da Andrea Appiani. Ferrario sacerdote Bartolomeo Luigi, figlio dei coniugi Dio- nigi Maria e Anna Maria Castiglioni, ex barnabita, mori d'anni 73, il 19 mag- gio 1820. Con testamento 2 marzo 1815, noraino erede I'Ospedale, aggiungendo quanto segue: « Se dovessi aver riguardo all'araor reciproco che sempre e passato tra i miei fratelli e me, dovrei tutto quel poco che potro avanzare del mio, alia raia morte lasciare a loro. Ma avendo fin dalla mia prima gioventu consacrato, e me e tutto il mio, a nostro Signore Iddio, percio costituisco erede universale di tutto quelle che sara mio alia mia morte, il venerando Ospedale Maggiore di Milano e costituisco i miei fratelli esecutori testamentarii. » Lascio due fratelli, ingegnere Bernardino e canonico Giuseppe, i quali, an- ziche reclamare contro la disposizione del testatore, applaudirouo alia medesiraa e si prestarono con facile accondiscendenza verso il L. P., e con tanta buona — .^'1 — volonta nol disimpcgno dello loro mansioni di esecutori testamentarii, lasciando pienamente soddisfatla la Rappresentanza ospitaliera. Fu professore nel liceo di Sant'Alessaiidro e come tale fu coUocato a riposo con annue L. 614. 01, Benemerito della repubblica letteraria perclie si e distinto con pubbliche opera nella materia religiosa e fra le altre « introduzione alio studio della re- ligione cattolica e la missione di Mose. » Noto per gli estesi suoi lumi nelle scienze teologiche e matematiche. Pubblico in tre tonii: « Dissertazioni idrau- liche, nel 1793, 1797, 1811 e dissertazioni sul Pentateuco. » La sostanza da lui abbandonata fu di L. 11,051.38, gia depurata dalle passivity. Fu scpolto nel cimitero di P. Ticinese dove, a memoria di lui, fu posta questa iscrizione : Bartholomeo Dionysi f. Ferrario — ex clericis regularihus a Sanclo Faullo — annum ieriium et sepiuagesimum naio — ingenio edilis libris — moribiis religione — speclando — qui m nobtlioribus longohardice archi- gymnasm — studioscc juvenhdi — gravissimis dhciplinis ct f,dci doclrina — imbuendcc — vitam omnem devovit — Mediolanensis Nosocomn modera- iores — munz/Ico indigorum palrono — hoc grati animi monumentum — P. C. — ohiit XIV Kal. jumi MDCCCXX. Ferrario Carlo Vincenzo e sacerdote Giovanni fratelli, figli di Cristoforo. 11 primo, mercante d' oro e di seta, mori nell'aprile 1703, raentre il sacerdote Giovanni lo preeedette. Con testamento 25 febbraio 1G89, rogato Giovanni Battista Ferrario e codicillo 27 febbraio 1700, disposero a fa- vore deir Ospedale il legato di scudi GOOO in tanli crediti verso diversi , non escluso quelle di L. 12,000 dai testatori professato verso il duca d'Ossona. Ferrario Federico, di Bartolomeo, marito di Chiara Gariboldi, della parrocchia di S. Calimero, con testamento 31 maggio 1697, chiam6 erede il figlio Antonio, ragioniere della R. Ducale Camera, con vincolo di sostituzione a favore deU'Ospedale, in case di mancanza della linea chiamata in via di fedecoraraesso. La sostituzione si e verificata nel 1757 e quindi I'Ospedale ando al possesso della eredita consistente in proprieta stabili a Lodi, a Gera e a Pizzighettone. Lego a Clara Ferrario sua figlia L. 40,000 a titolo di dote e alia scuola di S. Rocco al Gentilino, dove egli era deputato, una rendita di L. 365 annue. Ferrario Francesco, ragioniere, benefic6 I'Ospedale con un legato di L. 12,000, con testamento 15 dicembre 1785, rogato Felice Antonio Casti- glioni, a carico dell'erede fiduciario Giuseppe Mauri, fratello della di lui moglie Catterina Mauri. Ferrario G-iulia , figlia di Francesco e di Maddalena Bernasconi ^ vedova del gioielliere Antonio Dassi o Dazio , di condizione agiata , mori in Milano il 14 novembre 1879, nella casa in via S. Simone, n. 16. Con testamento 20 settembre dello stesso anno, cliiamo erede I'Ospedale Maggiore col peso di un legato di L. 2000 a favore di ciascuno degli Istituti dei sordo-muti poveri di campagna, del ciechi e dei rachitici. So — Fii seppellita, piusta le sue intenzioni, no\ ciinitoro di \\ Vcrcolliiia. La sosti\nza porvenuta fu Ji circa L. 05,000. Si ha il ritratto, lavoro ili Pietro Micliis. Ferri Felice, nacque il 7 marzo 1771 alia Casa di ripa, frazione della parrocohia di S. Maurizio (Lago Mapgiore) , dai coniugi Giiilio od Anna Maria Ambrosini. Sposo Maria Borella, dalla quale ebbe 13 figli. Mori in Milano nella casa in via di S. Antonio, n, 4700, il o gennaio 1850, lasciando superstiti solo due figlie, Angela e Il^sa. — Con atto 15 marzo 1852, rogato Chiodi di Milano, doiio aU'Ospedale 1' utile dominio di due case in Milano, nella via dei Medici ai n.:M10 e ;M17. la prima, soggetta al canone livellario di mil. L. 1200 verso un beneficio istituito da una ex raonaca Feni e Taltra al canone di austr. L. 3531 ver?o I'Ospedale, coU'obbligo di pagare annualmento mil. L. 1130 abu- sive, alia Chiesa di S. Maurizio della Costa, frazione del Comune di Ghifla, Lago Maggiore, dove egli possedeva e villeggiava. Uomo eminentemente religioso, condusse una vita tutta inspirata a senti- menti di pieta e di religione. E a lui dovuta la pavimentazione in pietra della delta Chiesa parrocchiale e Tampliamento della sagrestia e del coro. Con una attivita e una parsimonia esemplari, seppe dal coramercio in vino ritrarre il bastevole per educare convenientemente la numerosa figliuolanza, inspirando nella stessa quei principii di onesta e di morality che erano un pregio distinto in lui , e per flnire gli ultimi anui della sua vita nella quiete e nel riposo degli affari. Fiazza Marianna vedova Caglio, nel 1835, fondo una cappellania ecclesiastica nella Chiesa di S. Maria delle Grazie delta volgarmente di S. Teresa nei CC. SS. di Pavia, assegnando per dotazione L. 1500 di Milano annuo da esigersi sugli stabili di sua proprieta in Carnate, di provenienza della eredita del predefunto di lei raarito Antonio Caglio, con sostituzione a favore dell'Ospe- dale nel caso di soppressione della cappellania, cio che e avvenuto per effetto della legge suU'asse ecclesiastico, 15 agosto 1807, in forza della quale I'Ospedale acquisto il diritto di esigere le dette annue L. 1500. Figini Alessandro e Faustina, fratello e sorella, di Tullio, testarono a favore del lo;o cugino Carlo Como, cancelliere del magistrato straor- dinario, con atto 7 marzo 1047, rogato Giovanni Battista Aliprandi di Milano. Legarono all'Ospedale L. 820 per una volta e una scwstra in Milano, nel vicolo di P. Orientale, venduta nel 1055 a Carlo Gaffuri per L. 9800. Fiorenza Miassimiliano, di Francesco, della parrocchia di S. Lo- renzo, di prof.'ssione nuicellaio o conciatore di pelli in societa con un altro, sul ponte di P. Ticinese, marito di Lucia Ilamponi, non avendo figli, istitui erede un di hii cugino con un legato a favore dell'Ospedale di L. 10,000, che fu soddisfatto nel lOCO , mediante la cessione di alcuni crediti e di locali in una casa in via dei Due muri (testamento 17 marzo 1003, rogato Giovanni Battista Piantanida di Milano). Foglia G-iacomo Antonio Giuseppe, figlio di Gaspare An- tonio e di Lucrezia Moneta, ex religioso cappuccino laico, appartenente al sop- — 86 — presso monastero dei cappuccini di Merate, e come tale pensionato dal governo, si diede alia professione di pignoratario con residenza sul corso di P. Ticinese nella casa n. 3472. Mori il 20 setteinbre 1837, d'anni G2, lasciando la sua so- stanza all'Ospedale, al quale pervennero una casa con annessi pezzi di terra in Cairate e diversi crediti del coraplessivo valore di L. 15,567. 96. — Intanto che si stava provvedendo alia realizzazione della sostanza e ultimando la ven- tilaziono oreditaria, ignoti ladri derubarono nella casa mortuaria alcuni oggetti d'oro e d'argento del valore di circa L. 3000. — I beni di Cairate, che per- vennero al Foglia, per vendita fattagli dal conte Giuseppe Archinti, furono venduti dall'Ospedale, nel 1841, a Pietro Fontana per L. 10,780. Foglieni Maddalena Margarita, detta Faustma. nacque in Solza, mandamento Ponte S. Pietro, il 17 aprile 1818, dai coniugi Pietro ed Antonia Locatelli. Figlia adottiva di Guglielrao Spandri, farmacista e ricco signore, del quale fu erede, sposo dopo la di lui raorte Fortunate Brocca che le premori. Questa donna, soltanto per isi)irito di carita e con nobile disinteresse, cura con uno specifico segreto e con felice successo, la sciattica. Donna pia, benefica e caritatevole , non pote tollerare che 11 suo paese nativo soffrisse una eccessiva penuria d'acqua potabile e quindi si propose di riraediarvi, non trattenuta nemmeno dalla spesa forte che occorreva. Corapero un corpo d'acqua, lo fece incanalare per un lungo tratto, conducendolo a Solza e diramandolo anche ai paesi circonvicini di Calusco, Castelletto Suisio su quel di Bergamo. Sostenne la non indifferente spesa di circa L. 40,000, lieta di aver procurato al suo paese un si grande beneficio. S'ebbe percio una medaglia di benemerenza della salute pubblica. Nel 1874 verso nella cassa dell'Ospedale L. 50,123. 45, contro il corrispettivo del vitalizio di L. 3007.41; nel 1882 vi aggiunse altre L. 14,000 contro I'annuo vitalizio di L. 840 e coll'obbligo di conferire in ogni anno, nel giorno anniver- sario della sua morte, che le auguriamo lontana, 14 premi a 14 serventi donne che si siano distinte nel disirapegno delle loro funzioni e cioe N. 4 da L. 50 e N. 10 da L. 10. Nella scrittura 31 gennaio 1874 di versaraento della suddetta soraraa di L. 50,123.45, leggesi fra le altre cose quanto segue: « Oltre il detto corrispettivo annuale, il L. P. cessionario dovr^ far ese- guire da valente pittore, il ritratto su tela a mezza figura della cedente si- gnora Foglieni, per la esposizione biennale, come si pratica per i ritratti degli altri suoi benefattori, II ritratto sara di proprieta del L. P. o verra consegnato alia cedente per la conservazione e la custodia nella sua casa, vita sua durante e con facolta alia stessa di permetterne I'esposizione anche in vita. » II ritratto fu eseguito dalla pittrice Paolina IMartini. FoUi sacerdote Giuseppe , figlio di Egidio e di Antonia Picozzi , nacque a Pioltello il 2 dicembre 1793. Giovanissimo , entrava nel seminario diocesano, ove si distinse per ingegno e per pieta, terminando gli studii teolo- gici nel giugno 1816. Appena uscito del seminario , doraando di essore ammesso fra i sacerdoti raissionarii nel collegio di Uho , e quivi passo tutta la sua vita adoperandosi — S7 — con zelo indefesso alia salute delle animo. Pubblico diversi lavori, fra i qualL le spiegazioni dei vangeli delle domenicho, per comodo dei parroci. Avendo udito parecchie volto da un prozio, Paolo Majoeclii, che fu eco- norao deirOspedale per circa 50 anni, come 1' Ospedale versasse in condizioni finanziarie diHicili e fosse da gran tempo dimenticato dalla pnbblica beneficenza, il FoUi, per soccorrervi in quaiito poteva, e massime nella spcranza die il suo esempio verrebbe seguito da altri, gli lasciava la rendita annua di L. 2GU0 mil., che 6 quanto dire la massima parte del suo non lauto patrimonio (testamento 11 aprile 1840). Mori d'apoplessia il 29 raarzo 1817, d'anni 54. Si ha il ritratto eseguito da Giuseppe Penuti. * Fontana Alberto. Legato di L 10,000 nel 1753. Fontana Giovanni Pietro, figlio di altro Giovanni Pietro, prima di moriro chiamo a se il fratello Alberto, e in presenza di lui e del curato sacerdote Giovanni Angelo Repossi, dichiaro di lasciare erede il fratello Alberto, incaricandolo per6 di disporre prima della sua raorte, a favore dell' Ospedale, di quella soraraa che egli aves^;e reputata conveniente. Con atto di ultima volonta 5 giugno 1751, il detto Alberto Fontana dispose che fossero pagati alia sua morte L. 10,000 all'Ospedale. L'Alberto mori nel 175o a gli eredi aderapirono religiosaraente la di lui volonta, Fossani nobile Giuseppe, di Pietro e della nobile donna Adelaide Torelli, mori il 1-1 marzo IS 11, d'anni 54. Con testamento 27 ottobre 1834, nomino erede la fabbrica del Duomo di iMilano, coU'obbligo di pagare annual- mente in perpetuo austr. L. 3000 all'Ospedale e di far eseguire coi redditi della sua eredita un baldacchino per le processioni, ed il rifacimento in bronzo al- I'altare maggiore, di tutto quanto I'occhio vi scorgeva in legno. Si ha il ritratto eseguito da Carlo Do Notaris. Fossati Giacomo Francesco, di Gerardo o Giovanna Mapelli, della parrocchia di Sant' Eufemia , nomino erede 1' Ospedale con testamento 8 giugno 1551, rogato Galeazzo Visconti di Milano. Pervennero beni in Monza, venduti per L. 11,058, e una casa in Sant' Eufemia venduta alle monache di S. Paolo per L. 10,000. Mori nell'agosto 1551. Franzini Angiola di Giuseppe, vedova di Giovanni Battista Maz- zoleni, mori il IG marzo 1830, sotto la parrocchia di S. Carlo, nella casa in via della Passarella , n. 498, d'anni 75 e sepolta nel cimitero di P. Orientale. La sua .«;ostanza di L. 38G,84C. 93 pervenne all'Ospedale Maggiore erede di lei, in forza del testamento 2G giugno 181G. Donna di religiosi costurai, nel 180G dono alia Chiesa di Gaggiano una campana per la quale spese L. 2200, e N. 4 busti per I'altare maggiore. Avendo proibito assolutamente il ritratto, si sostitui un dipinto allegorico, donato all'Ospedale dal conte Ambrogio Nava. Sul dipinto sta scritta la seguente iscrizione : Ad Anffiola Fi^anzini. vedova Mazzoleni — morla — il XYI marzo MDCCCXXX — die pia, bcnefica — ebbc le lar/rimc dcgli infelici — il — 8S — Grande O^pedale di Milano — falto erede di pmgue censo — con ytarca vita preparato — non potendo collocare pel divielo la effigie — pone dci poveri mfermi — la gratiludine ed i voti. FrapoUi cavaliere Carlo Francesco, di Antonio Maria, mori in Milano sotto la parrocchia di Sant'Alessandro, il 31 dicerabre 1827. Le figlie ed eredi di lui , Felicita maritata Tealdi , Angiola raaritata Besana, Giovanna maritata Venini, Carolina maritata Berra e Lucia maritata Fontanelli, pagarono airOspedale, quindici giorni dopo la morte del loro padre e giusta le prescri- zioni scritte nel testamento 14 marzo 1817, la somraa di L. 20,000 italiane. Fu sepolto nel cimitero di P. Romana, dove fu collocato un monuraento, lavoro di Ferdinando Albertalli, colla seguente iscrizione : A Carlo Frapolli — cavaliere della corona ferrea — che per virlh cristiane — per integrila avveduiezza — prestantissimo — fu ascrilto — al collegia elettorale ~ dci negozianti — ed ai pubblici consigli — di am- ministrazione — giunto al LXXIX anno — passo ai gaudii eterni — // XXXI dicemhre MDCCCXXVII — questa erma — cara imagine di lui — e di amore — iyHbuto estremo — le figlie posero. Frascona Dorotea , figlia di Gerolamo e Margarita Coria, quan- tunque sia sempre stata ritenuta povera, e come tale fosse stata ammessa alia beneficenza pubblica, pure con testamento 29 maggio 1710, fatto nell'Ospedale. mentre si trovava in fin di vita, lego all' Ospedale stesso la casa da lei posse- duta in Milano sulla piazza di Sant' Ambrogio, dimostrando cosi la sua ricono- scenza per le cure prodigatele. Fratres Giovanni Battista, di Giuseppe, rigattiere, marito di Angela Maria Corbetta , mori il 28 marzo 1805, d'anni 65, e con testamento 17 marzo detio anno, istitui erede 1' Ospedale Maggiore, che ebbe a conseguire una sostanza nitida di L. 150,232. Fra gli enti ereditarii eranvi due case in Milano, una in via del Marino al n. 1135, che fu venduta dall' Ospedale erede nel 1807 per L. 90,000 mil., al demanio per gli uffici della direzione generale delle dogane, e un'altra alle Case rotte di fianco alia Chiesa omonima, venduta nel 1820 al conte Carlo Maria Melzi per L. 10,362. 50 ital. L'Ospedale si ser- viva preferibilmente di lui per la perizia di mobili, in occasione della compila- zione degli inventarii delle ereditu. Suo padre compero varie volte dall'Ospedale gli abiti dei morti. Si ha il ritratto eseguito da Antonio De Togni. Frigerio Griuseppa, figlia del fiscale Antonio e di Eva De Sprenk, vedova nobile Crotta Oltrocchi, con testamento 22 setterabre 1836, istitui eredi i nipoti nobile Carlo, Ignazio, Antonia Luigia ed Anna Frigerio figli del di lei fratello nobile Giovanni Nepomuceno, e le nipoti Giuditta, Luigia, Giuseppa ed Antonia, figlie dell'altro di lei fratello nobile Nicola Frigerio. Destino la soiuma di L. 4000 mil. per le missioni da tenersi in ogni set- tennio nelle Chiese di Vaprio e Marcallo, con sostituzione a favore dell'Ospe- dale nel caso in cui le missioni stesse non potessero aver luogo. Lego il capitale di L. 6000 mil. alia Chiesa di S. Maria Beltrade, per una — so - benediziono da darsi in ogni venerdi della settiraana, in perpetuo, con sostitu- ziono a favoro dell'Ospedale nol caso in cui venisse sospesa. Sostitui poi rOspedale nel legato di L. 20,000 che dispose a favore del- r Istituto delle figlio della carita, nel caso in cui 1' Istitufo stesso vonisse sop- presso, cio che o avvonuto per offetto delle leggi sulTasse ecclesiastico. Mori il 10 noverabre 183(3, sotto la parrocchia di Sant'Alossandro, d'anni 60, e il di lei cadavero fu trasportato e seppellito a Marcallo. Frosconi G-iovanni, di Marco Antonio, di Varese, vedovo di Lucrezia Oriigoni, mori in detta citta il 12 gennaio 1577, la-^ciando erede con testaraento 2-1 gennaio 1555, rogato Filippo Castiglioni di Milano, 1' Ospedale Maggiore, al quale pervennero pertiche 2900 di terra in Biumo, Cazzono e Li- gurno, ecc, una casa in Varese con botteghe, venduta nel 1583 a Benedetto e Fabrizio fratelli Bizzozero, per L. 2030 imp., e un'altra casa grande pure in Varese venduta per L. 35,000, Frova ragioniere Giuseppe, di Giovanni, marito della nobile Teresa Bughi, niori il 1.'^ dicembre 1870, in Milano nella casa in via Cusani al n. 18, d'anni 08, per gangrena, legando all' Ospedale Maggiore di Milano, con testa- mento 12 marzo detto anno L. 25,000. Fulgineo Filippo, di Seb:istiano e Drosolina N., lascio la mobiglia ai poveri, e i beni da lui posseduti nel doniinio di Milano all' Ospedale (testa- raento G raarzo 1531, rogato Giovanni Battista Del Corno). Mori il G marzo 1531. Pervennero una casa in Milano presso il Broletto vecchio e pertiche 50 di terra in Vignate, pertiche 17 in Ornago, una casa in via Bagutta e alcuni stabili a S. Colombano. Fusi Venanzio, di Carlo, cieco, raori il 29 agosto 1771, lasciando una sostanza di N. 2G51 gigliati e L. 14,103 che, giusta il di lui testaraento 27 agosto detto anno, fu raccolta dall' Ospedale con vincolo dell' usufrutto a favore della sua sorella Caterina. — In vita fece sovvenzioni di danaro al- rOspedale stesso, Galbesi Bernardo G-iuseppe Gaspare, nacque il 3 aprile 1724, da Alessandro e Vittoria Ceruti. Mori, vedovo di Francesca Pozzoli, il 31 dicembre 1802, d'auni 79, nella casa di sua proprieta in Milano, Corsia dei Servi al n. 595. Con testaraento 7 aprile 1801, Bernardo Giuseppe Gaspare e Giacorao Fi- lippo, fratelli Galbesi, si nominarono reciprocaraente eredi, sostituendo entrarabi, in caso di premoriehza dell'uno all'altro, I'Ospedale. L' ultimo a niorire fu il Bernardo Giuseppe Gaspare, il quale aveva I'abi- tudine di nascondere il danaro sotto i travotti e sotto i gradini delle scale, che alia sua morte si trovarono nascosti appunto sotto un travotto L. 7457 e L. 3000 sotto i gradini della scala. Per parecchi anni tenne aperto negozio da droghiere. In un codiclllo il Galbesi Bernardo Giuseppe racconiand6 che fosse ara- messo in caso di qualche disponibilit^ nella qualita di agente dell'Ospedale, Ga- spare Taglioretti, suo buon amico. Questa raccomandazione procuro al Tagliorelti — 90 — la noiniiia ad agente a Fallavecchia, posto cho ora 6 occupalo dal di lui figlio Toniaso. I due fratelli furono sopolti nel cimitero di P. Orientale, dove fu collocata una lapide con questa iscrizione sepolcrale: Qui riposano in pace — Giuseppe e Giacomo Galbesi — fralelli di un cuore e voler solo — operai della dottrina cristiana — di vera pieta con Die — parchi con se lihevali coi poveri — di tuttu il conixme avere — daU'industria e frugalila cresciuti — per unanime testamenlo — islituirono erede — il Grande Ospedale di questa citld — morirono nel 1802 d'anni ■— Giacomo 77 — Giuseppe 70. La sostanza pervenuta al L. P. fu di L. 150,000. Fece il ritratto Sala Giosu^, su maschera di cera levata dallo scultore Angelo Pizzi. G-albiati sacerdote Luigi e in religione barnabita padre Luca, figlio di Carlo, fatti i voti solenni il 19 agosto 1811, fu destinato alia casa dei barnabiti in Monza. Con atto 29 maggio 1843, rogato Francesco Sormani, ce- dette a titolo di donazione all'Istituto delle figlie della carita di Milano, per la prima casa del loro ordine che fosse stata aperta in Alonza, 1' annuo censo di L. 2000 di Milano, coU'onere di diverse pensioni vitalizie e con sostituzione a favore dell'Ospedale, nel case di soppressione delle figlie della carita, case che si e verificato per effetto delle leggi suU'asse ecclesiastico e che ha reso pos- sibile airOspedale di conseguire la rendita dello Stato di L. 1335, stata surro- gata all'accennato censo. G-allarati Giovanni Antonio, nacque in J^Iilano sotto la par- roccliia di S. Pietro all'Orto il 31 luglio 1543. Figlio postumo di altro Giovanni Antonio, mercante di lana, e di Caterina Nidasio, mori il 10 settembre 1G18, lasciando il tesiamento 2 giugno 1G07, rogato Giacomo Filippo Cajmi di Milano, col quale istitui erede I'Ospedale, che ando al possesso di una casa da nobile e da massaro in Lavagna e alcuui pezzi di terra pure in Lavagna di pert. 273, una casa in Milano in P. Orientale, parrocchia di S. Pietro all'Orto, venduta nel 1C49 al conte Marcellino Ajroldi per L. 7100 imp., e pertiche 37 di ter- rene in Corneliano. II 24 luglio 1583, per necessaria difesa della sua vita a in seguito a pro- vocazioni vivaci suscitato da dissidii per godiraento di acque, fu costretto ad uccidere in Lavagna, Lodovico Nidasio suo cugino. — Per questo fatto gli fu- rono confiscati tutti i beni e condannato a morte in contumacia. Dopo una emigrazione di 9 anni, fu graziato dal Senate e quindi gli furono rilasciati i beni. * Gallarati Giovanni Fietro. Fu erede 1' Ospedale nel 1629. La sostanza consistelte in pertiche 750 di terra in S. Giuliano e pertiche 100 in S. Giulianino, vendute per L. 52 la pertica, al sacerdote Giuseppe Ripamonti, storiografo, e ia una casa di contro a S. Giovanni in Conca, venduta nel lG37,j per L. 21050. Gallia contessa Ersilia, sorella della contessa Partemia Gallia, altra bcncfattricc dell'Ospedale, e figlia del duca Francesco c della contessa Giu- — 01 — stina Borromeo di Renato, sposo in prime nozze Giovanni Battista Omodeo e in seconde nozzo nel 1656 , il conte Pietro Dal Vermo. Con testaraento IS maggio 1004, rogato Antonio Tavernario di Milano, chiam6 orede I'Ospedale, raa in causa dei molti legati disposti in un iraporto pressoch^ superiore alia entitd della sostanza, si dovette fare una tiansazione col conte Dal Vermo nel sense che I'Ospedale vi rinunziasse per il capitale di L. 26,000. Fra i legati da lei disposti havvene uno di L. 8000 a favore dollo scurolo di S. Carlo per abbellirlo, e ua altro di scudi 200 a favore della cappcUa di Sant'Anna in S. Stefano. Gallizia sacerdote Luigi. Mori il 1." ottobre 1608, d'anni 60, di febbre acuta, in giorni sei, sotto la parrocchia di S. Babila. L'Ospedale fu erede di lui col vincolo dell' usufrutto a favore dei coniugi Giovanni Battista Taegia e Angela Gallizia, i quali vi rinunciarono per il corrispettivo di L. 4954. 10. — L'erediti consistette in una casa in via Borgo Spesso affittata per scudi 55 e venduta nel 1620 a Paolo Camillo Calvenzano per L. 8100 imp., un censo annuo di L. 225, un altro di L. 15, due pertiche e raezza di terra, un credito di L. 421 ed un capitale di L. 1400. G-ambotta G-erolamo, figlio di Giov. Battista e Amabilia Legnani, sposo Caterina Elisabetta AUegrini, dalla quale non ebbe figli, e che favor'i largamente nelle sue disposizioni testaraentarie, 30 luglio 1703, rogato Giovanni Pietro Alioli di Milano. — Della di lui sostanza consistente in quattro case in via dei Rastrelli, compresa quella detta del Ghiaccio, furono eredi Giuseppe dottor fisico e Teodoro fratelli Garnbotta, figli di Carlo Francesco, suo cugino germane, con successione fedecommissaria e con sostituzione a favore dell'Ospe- dale, nel caso di estinzione della linea chiamata. — La sostituzione si k veri- ficata nel 1749 e quindi 1' Ospedale consegui una sostanza di circa L. 88,000, alle quali vanno aggiunte altre L. 7000 imp., importo di un legato disposto dal testatore. — Leg6 inoltre L. 30,000 al L. P. di Loreto. Garavaglia Giovanni Pietro, di Andrea, milanese, della par- rocchia di S. Lorenzo, soprannominato il Boffalora, perche oriundo del Comune omonimo, marito di Maddalena Salari, nacque I'anno 1596 e mori nell' otto- bre 1664, d'anni 68. Con testaraento 15 aprile 1663, chiamo erede I'Ospedale Maggiore di Milano, riservata la legittiraa al figlio primogenito, che a diciannove anni aveva abban- donato il tetto paterno senza dare piu notizia di se, e demandato 1' incarico di esecutore testamentario alia di lui figlia monaca nol monastero di S. Caterina alia Chiusa col nome di Angela Caterina. Si vorrebbe che il Giovanni Garavaglia fosse un facchino del Laghetto e che in vita avesse donate all'Ospedale 1' ingente somma di scudi d'oro 440,000, raa r un fatto e I'altro non sono accertati, no da registrazioni, n6 da atti di sorta, per cui ponno, senza pericolo di errare, ritenersi mere invenzioni. 11 Garavaglia fece, vivente, una donazione, ma il relative importo e ben lungi dal raggiungere quella ingente somma, onstando dal mastro entrate del- rOspedale, dall'anno 1650 al 1002 a foglio 548, che egli ebbe a donare L, 806. 5. — 02 — La (li lui oredita poi non supero lo 20,000. Si ha d'altronde niotivo per cre- dere, principalmente in base alio registrazioni a mastro, che il Garavaglia tenesse ncgozio di ferramenta fino agli ultimi anni della sua vita. Difatti nella ordina- zione del Capitolo ospitaliero 20 ottohre 1GG4, si legge: dovevsi esilare labot- tegha di ferrarecia lasciala dal Garavaglia. Anclie nel testamento accenno alia merce del negozio, Francesco Prato feco il ritratto, che si espone nella occasione della festa del Perdono. G-argantini Antonio, cavaliere e banchiere. II nipote ed erede di lui, interprete delle sue intenzioni, con atto 15 inarzo 1844, donava all'Ospe- dale L. 20,000 colla condizione che fosse osposto il ritratto dello zio Cin'aliere Antonio. Nella lettera del nipote leggesi quanto segue: « Mernore quanto in « vita I'or defunto niio zio cavaliere Antonio Gargantini, applaudisse alia savia « pratica usata da cotesto venerando Ospitale di tramandare alia posterity il « nome e I'effigie di chi elargiva soccorsi a cotesto caritatevole ospizio onde « colla emulazione fosse animata la caritci cittadina e il Pio Luogo non raai « mancasse dei necessari sussidii, ecc. » La donazione fu accettata e il ritratto fu esegiiito da Antonio Gualdo. Mori rs marzo 1844, d'anni 70. Fu di carattere mite, ma nello stesso tempo intraprendente e solerte nei trafRci. Fu tra i primi a ricostruire le abitazioni coloniche dei suoi fondi secondo i dettati dell' igiene e delle buone norme agricole. Dispose del largo censo a favore dei suoi parenti, attinenti e famigliari. Garzino Giovanni Giacomo, di Pietro Paolo. Mori celibe il 15 ottobre 1637. — Furono eredi di lui, per disposizione testaraentaria 25 set- tembre 1634, per meta 1' Ospedale e per I'altra meta il L. P. di S. Corona. Ordino di essere sepolto nella Chie-a di S. Nazaro nella sepoltura dei deputati della compagnia del SS. Sacramento, rinunciando cosi al diritto della sepoltura di famiglia in S. Giovanni Laterano. Nel 1826 si scoperse nei sotterranei delle case dei coadjutor! della Chiesa di S. Nazaro, una lapide colla soguente iscrizione: 7. Jacobus Garzinius — P. Pauli F. — qui legata parte fortunarum pluribus — templis coenobiis copjunclis — amicis el domeslicis — Hospitale maximwn — et — Piiim L. Sanclcc Coronce — heredes fecil — Ea lege ui ad hanc aram sodalium — S. corporis Chrisli Sacrum missce — quo- tidie peragendum perpetuo curent — annua stepe in cam rem adsignala — heredes — arbilrala sodalium S. S. — ea; testam. mem poss. — prid. id. decemb. — MDCXXXVII. Lego una sua spada a pugnale lavorato a rebesco di gem,ina d'oro e du- catoni 25 a Giacinto Papis di Palermo, fratello del Tomaso Papis che benefico I'Ospedale, e accompagno la disposizione con questa dichiarazione: « per fargli « conoscere che gli sono sempre state buon amico, ancorche mi habbi mole- « stato in lite nella causa del quondam Tomaso suo fratello, il che era con « puoco fondamento, come e seguito dall'esito della causa. » La sostanza pervenuta a ciascun Luogo Pio fu di circa L. 67,000. — 03 - Con ordinazione capitolare 5 maiv.o \(V3S, hi ordinato il ritrallo, il quilo fu eseiiuito da Paiitilo Nuvolone, ma ora non esiste piu. Gaslino Francesco, figlio unico di Giovanni Ambrogio. Montre il padre era fornajo, lui divenno notajo di Milano, o fu osaltore generalo dell'Ospo- dale. — Appena adulto spos6 Caterina lleina, senza licenza del padre, il quale ne ebbe a male. In vita, con atto 12 febbraio 1500, rogato Gorolamo Rossi, dono air Ospedale I'utilo dominio di una casa in Milano sotto la parrocchia di S. Stefano, nulla via Bergaraini, coll'obbligo dell'usufi'utto a di lui favore. Non contento di ci6, lo favori anche in morte, lasciandolo erede, con testaraento 2 marzo 1601, Negli ultimi anni della sua vita era gottoso. Le case in via Bergamini furono vendute nel 1711 a Domenico Pino, per L. 31,850. Mori il 15 marzo 1601, e all'Ospodale pervenno una casa con giardino in P. Comasina, parrocchia di S. Simpliciano nel borgo dei Melegazzo, aflittata per L. 204. Gatti Francesco, di Giovanni Abbondio, fattore dell' Ospedale di S. Ambrogio, altro degli Ospedali aggregati all' Ospedale Maggiore, nel 1613, mentre era maestro di scuola nell' Ospedale di S. Dionigi , dove si curavano i figli tignosi, venne in soccorso delle miserie dell'Ospedale, col donare 02 doppie di Spagna, due doppie d' Italia e zeccliini 1444. Un anno dopo dono il credito di L. 5000 imp. da lui professato verso I'Ospedale coll'obbligo di corrispondergli vita durante L. 250 e alia di lui morte alia figlia Angela sordo-muta gli ali- menti. Quest' ultima gli premori. Fece una terza donazione nel 1624 nell' ira- porto di L. 1400. — Nella qualitii di fattore egli fu anche addetto agli Ospe- dali di S. Vincenzo e di S. Celso. Nel 1617, credendo di poter condune una vita tranquilla, si ritiro nel monaster© di S. Simpliciano, dell'ordine di S. Benedetto, in seguito alia dona- zione fatta da lui di L. 4000, ma vi rimase poco tempo, che le regole mona- stiche non erano per lui. Mori nell'aprile 162s. G-atti Isabella, di Gerolamo, vedova dello spagnuolo Giov. Francesco Butierez, di Cassano d'Adda, con testamento 2 novembre 1677, rogato Pietro Antonio Fagnano, istitui erede I'Ospedale, riservato I'usufrutto generale a Fa- brizio e Gerolamo fratelli Gatti, di Innocenzo, fratello della testatrice. La so- stanza da lei abbandonata fu di L. 14,000, valore di alcuni stabili a Cassano, i quali furono venduti nel 1710 a Giov. Battista Marchetli per quell' importo. G-avazzi Antonio, nacque a Valmadrera nel novembre 1815, dai coniugi Giuseppe Antonio e Luigia Verzi. Nelle scuole fu sempre o il primo tra i primi. Apprese I'arte serica negli opificii del padre che lo lasciu erede di hiuto censo. Fond6 col fratello Egidio la ditta fratelli Gavazzi, che doveva poi estendere i suoi rapporti commerciali colle principali piazze di Europa e d'America. E questo risultato e specialmente dovuto all'Antonio, ch6 ali'eta di soli 10 anni si reco in Inghilterra iniziando una nuova era commerciale c procurando uno sviluppo non indifferente alia sua azienda. Con previdente sa- — 04 — ' I gacia euro il commercio e la confezione del seme bachi. Tenne sempre lo redini j deirirainensa azienda in cui trovavansi occupate da 2000 a 2500 persona. L'in- ] dustria serica cesso di essere rimuneratrice, poi si fece perdente, ma ad onta di cio gli stabilimenti Gavazzi furono sempre tenuti aperti, impedendo che gli operai rimanessero senza lavoro. Affabile, cortese, generoso, non invano ricorrevano a lui i bisognosi, e nel dare, egli dissimulava sempre I'importanza dei favori per non creare nei benc- ficati un debito di gratitudine. E dovuta a lui ed al fratello Egidio I'istituzion*! della societA agricola. Fond6 un asilo a Valmadrera dotandolo di un capitale di circa L. 100.000. La musica ebbc in lui un cultore distinto. Mori celibe a Valmadrera, il 22 agosto 1885, lasciando il testamento l." agosto 1880, nel quale ricordo c benefico largamente tutte le persone ad- dette ai suoi stabilimenti e al suo servizio, assegn6 un ricordo a tutti gli operai e ai contadini da lui dipendenti, e fisso la intiera pensione a quanti si trova- vano addetti agli stabilimenti da oltre 20 anni. — Dcstino la somma di L. 100,000 da distribuirsi fra i suoi parent! poveri. Anche in morte voile dare una testi- monianza del suo buon cuore e della sua beneficenza, destinando la cospicua somma di circa L. 400,000 a favore di opere pie e dei poveri, e cioe L. 2000 annuo ai poveri di Valmadrera ; annuo L. 400 ai poveri di Bellano ; annua L. 300 ai poveri di S. Giovanni in Croce; L. 50,000 alia Congregazione di carita diMilano; L. 40,000 agli Asili di carita per I'infanzia; L. 60,000 all'Ospedale Maggiore; L. 40,000 agli Ospizii marini; L. 30,000 ai Riformatori pei giovani della Provincia di Milano; L. 10,000 al Buon Pastore; L. 10,000 alia casa di S. Giuseppe; L. 20,000 al Patrocinio dei pazzi poveri; L. 20,000 all'Ospedale Fate-bene-fratelli ; L. 40,000 ai Ciechi; L. 30,000 ai Sordo-muti della campagna. Nella occasione dei suoi funerali fu posta suUa porta della Chiesa questa epigrafe: Suffragi e preci — a Bio s'elemno per I'anima pia — di — Antonio Gavazzi — a setlant'anni rapito subitamente a sicoi cari — da tutti rim- pianto come fa da tutti amato — splendido esempio dell'onesto operare — dedicb I'eletto ingegno a commerciali imprcse — e n'ottenne onori e ric- chezze — da cui ebbero cospicuo vantaggio — le patr/e industrie nei difficili tempi — i poveri sempre. Gavazzi nobile Gaetana, nacque in Milano sotto la parrocchia di S. Nazaro, il 22 febbraio 1782, da Giuseppe e Maria Berti. Mori pure in Milano nella casa in Borgo di P. Romana al n. 4588, il 23 marzo 1843, d'anni CI, prescrivendo che sulla croce da collocarsi nel cimitero fossero scolpite queste parole: Qui giace Gaetana Gavazzi che dal nascere al morire fa xm solo soffrire. Donna eminentemente religiosa, condusse una vita tutta dedicata alle opere di pieta. — La sua sostanza di circa L. 15,000 fu raccolta dall'Ospedale erede di lei in forza del testamento 28 gennaio 1842. Ebbe uno zio, sacerdote Francesco Gavazzi, che fu rettore della soppressa Chiesa di S. Romano in Mon- forte e che mori il 18 dicembre 1821. Geranzani Pasquale, figlio di Giuseppe e di Maria Guerrina Ge- ranzani, mori il 3 dicembre 1709, nella casa in Milano via dalla Passarella J — 05 - al n. 101. disponondo doUa sua sostanza di circa L. 10,220 a favoro dell'Ospo- dale, con testamento 10 settenibre detto anno. Lego I'lisufrutto gonerale a t'a- vore della di lui madre. Pochi mesi prima di moriro riusci doliberatario in societA con nltii del- r appalto dei t^iti e spazii della citti di ragione del IJanco di Sanl'Ambrogio, come pure di quelli della R. direzione di finanza esistenti di contro la Chiesa del Carmine in P. Coraasina e della pesa e verdura sul Carrcbbio di P. Ticinese. '" Gerenzano G-iovanni Battista detto T'e??cr?. Fu ercde I'Ospe- dale nel 1501. L'ontitA della sostanza t'u di circa L. 15,000 compreso il valore di due scioslre a P. Tosa. Ghilio Carlo Antonio, di Francesco e l.aviiiia Novati, di Carza- niga, istitui erede rOspodale al quale pervennero alcunc case coloniche ed una casa da nobile in Carzaniga, nonche pertiche 275 di terra in Cernusco Lora- bardone. Sabbioncello e Cicognola, col vincolo di usufrutto a favore di Giulio Rairaondi, il quale mor'i nel giugno IGOO. Gli accennati stabili di Carzaniga fu- rono venduti dall'Ospedale nel 1600 a Giacomo Filippo Bellini per L. 70,000 e quelli di Cicognola al prete Giuseppe e Gerolamo fratelli Perego per L. 5170 (testamento 1." novembre 108-1, rogato Giovanni Gaspare Ghisono di IMilano). Mori nel 1680. Ghiziani Floderico, di Michele, milanese, marito di Giulia Bona- cina, della parrocchia di S. Nazaro in Broglio, niori il 20 raarzo 1667 e fu sepolto nella Chiesa di S. Fernio in P. Ticineso. Con testamento 26 febbraio 1667, chiamo erede 1' Ospedale Maggiore di Milano, legando alia moglie L. 300 per una volta in segno di araore, oltre quanto poteva spettargli in forza degli Statuti di Milano. L'importo della sostanza pervenuta al L. P. fa di circa mil. L. 27,077, nelle quali e compreso il valore di alcuni beni in Magenta, che furono venduti nel 1668 a Francesco Baletta per L. 23,441. Nessuna notizia si e potuto avere a riguardo del ritratto che si espone nella occasione della festa del Perdono. G-ianella iugegnere Carlo, nacque in Milano sotto la parrocchia di Sant" Eufemia, il 20 settembre 1778, dal dottor fisico Giacomo, medico di S. Corona, e da Anna Locatelli. — I primi suoi studii li fece nel collegio Ma- riani di Bergamo. Studio matematica prima a Milano, a Brera, poi all 'University di Pavia, dove, fu laureato ingegnere nel 1707. — 11 26 luglio 1802, comincio a prestar servizio provvisorio come ingegnere governativo, divenendo impiegato stabile nel 1803. nel qual anno ebbe dal governo I'incarico della direzione dei lavori del Sempione col titolo di ingegnere commissario direttoro delle strade militari del Sempione, incarico che egli disimpegno con plauso del governo. — Tre anni dopo fu nominato ingegnere capo della provincia di Milano, dove ri- mase fino al 1835, nel qual anno fu nominato aggiunto presso la direzione generale delle pubbliche costruzioni. Nel 1834 fu nominato dal governo Sardo cavaliere di S. Maurizio e Lazzaro, per I'opera da lui prestata in rappresentanza del governo austriaco nella costruzione del ponto sul Ticino a Boflalora. — 96 — Mori celibe , d' anni 85, in Milauo , il 5 ottobre 1803, nella casa di sua proprieta in via Sant'Eufemia al n. 4337, dove morirono altri due benefattori deirOspedale, la Marozzi Quadri Irene e il barone Colli Giuseppe. Fu erode di lui, in forza del testamento 23 ottobre 1859, I'Osped^e Mag- giore di Milano, il quale consegui una sostanza nitida di L. 325,810 colla proi- bizione assoluta del rilratlo. Leg6 L. 80,000 alia fabbrica del Duomo da convertirsi in opere di deco- razione e specialraente di statuaria, e L. 50,000 da distribuirsi ad alcuni suoi parenti. Lascio al nipote ingegnere Francesco Colombani i libri, gli stromenti di fisica e quelli ad uso di ingegnere, modelli, ecc. Fu il Gianella esecutore testaraentario del famoso astronomo Barnaba Oriani, che, com' e nolo, mor'i il G noverabre 1832. Ebbe tre fratelli, uno avvocato, un altro medico e un terzo impiegato, e tre sorelle. Griovio Griovanni G-erolamo, di Orazio, impiegato della tesoreria generale, dove presto servizio per 30 anni. Nel suo testamento 1.° agosto 1078, rogato Carlo Piantanida, leggesi quanto segue: « Essendomi poi state rappresentato dal M. R. don Carlo Ghioldi theologo dell'insigne collegiata di S. Nazaro in Broglio di Milano e da te notaro che fra le opere maggiormente care presso nostro Signore e piu meritorie sii quella di ricordarsi delli poveri, ne esercitandosi maggior carita a beneficio dei poveri quanto quella che giornalmente si fa a poveri nell'Ospedale, cosi consigliato ho istituito e instituisco mio herede I'Ospedale stesso. » Mori il 29 maggio 1679 e all'erede pervennero circa L. 25,500. Griudice nobile Alessandro Scipione, di Giovanni, di Tabiago, dove mori il 14 luglio 1710 e dove fu sepolto. — Senza figli e senza ascen- denti dispose della sua sostanza, del valore di circa L. 41,000, costituita da una casa da nobile e da pertiche 300 di terra in Tabiago, a favore dell' Ospedale Maggiore di Milano, riservato 1' usufrutto generale alia moglie Margarita Cu- rioni, la quale mori 1' anno 1753. — Gli stabili preaccennati furono nel 1803 dati a livello al sacerdote Giuseppe Curioni per L. 1000 annue. Passo gli ultimi anni di sua vita a Milano. G-iudici nobile Antonio, figlio del dottor fisico Carlo, esercito dap- ; principio I'avvocatura, poi , abbracciata la carriera degli impieghi, disimpegn6 contemporaneamente sotto il governo italico le due cariche di segretario di pubblica beneficenza e del ministero del tesoro. Cessato il governo italico, con- tinue nella carriera amministrativa, e fu nominato dapprima vice-segretario, poi segretario, indi consigliere di governo e flnalmente prefetto del Regio Monte Lombardo Yeiieto. Dopo avere disimpegnato per tanti anni tali cariche da ma- gistrate integerrimo, unendo alle molte cognizioni legali una noii comune at- tivita di lavoro portato fine alio scrupolo, ottenne la collocazione a riposo o si ritir6 nella sua villeggialura a Villalbese, a terminarvi in pace i suoi giorni. Nella calma della vita privata pote mostrare vieppiii le belle qualita deiranimo suo, soccorrendo in ogni modo i poverelli che a lui ricorrevano. — '^7 — Mori in Villalbese il 7 aprile lsr)S. d'anni 7f^, istitiiondo erode la nioglio, Marianna PoUiiii. e legaiulo aU'Ospedale Maggiore alcuni beni in delto Comune, non clie tutti i libri da lui posseduti, lascito del valore complessivo di L. 38,12'i austr. circa (testamento 28 niaggio 1S57). Si ha il ritratto eseguito da Antonio Cajmi. * Giussani marcho.-=e Federico. Nel 1G75 dono L. 10,200. * Giussani Giovanni, regie fiscale, niori nel 1550 o con testamento 10 novembre 1553 i^-titui erede diuseppe Giussani di lui nipote, ex frate, e i suoi discendenti in via fedecommissaria e con sostituzione a favore dell' Ospc- dale per una terza parte della sua sostanza, in niancanza di chiamati. II Giu- seppe mori senza discendenti, per cui si e verilicato il caso a fiivore dell'Ospe- dale, il quale consegui una sostanza di circa L. 197,000, costituita dal valore di alcuni stabili in Sforzano e di una casa in S. Maria Podone (istromento 1 marzo 1580, rog. Premenugo). Giussani Michele, nacque il 15 dicombre 1708 da Carlo Antonio e Piorsani Ant nia. Rimasto vcdovo in prime nozze di INIargherita Cattaneo, spos6 in seconde nozze Luigia Manzotti. Cesso di vivere in Milano il 18 aprile 1873, d' anni 75, nella casa in via Cornacchie N. 4. Per molti anni tenne, in comunione colla moglie, negozio di mercerie sulT angolo della piazza di S. Giovanni Laterano. 1/ anno 1871 dono airOspedale Waggiore qualtro case d'affitto in Milano del valore di L. 171,260.02, le quali per le passivita afticienti scesero a sole L. 00,200 circa. Si ha il ritratto eseguito dal De Albertis, ritratto clie fu esposto per la prima volta vivente il Giussani. Giussani sac. Pietro Francesco, figlio di Giovanni Battista, che fu negoziante d'oro e d'argento, e di Clara Maggi, mori d'anni 72 il 28 set- tembre 1750, e con testamento 3 febbraio 1752, rog. Carlo Giuseppe Lomeno, che porta in testa queste parole — Miserere met Deus — e al quale assistette nella qualita di testimonio il celebre chirurgo Bernardino Moscati, istitui erede r Ospedale colla proibizione di fargli il ritratto. La sostanza da lui abbandonata fu di L. 79,000 circa, costituita da case in Milano, da una pezza di terra e casa in Arona e in Angera, da pert. 30 di terra in Corbetta, vendute nel 1700 a Rosate Lodovico per L. 3650, dalla mo- biglia di casa e dal danaro giacente in cassa. Gli stabili in Arona furono ven- duti dair Ospedale erede a Stefano Contino nel 1700. Grancini sacerdote Giovanni Miaria, figlio di Giovanni Andrea, fu tesoriere del Luogo Pio della Imraacolata in S. Francesco, la cui sostanza venne concentrata nel Luogo Pio degli Esposti nel 1781. Non aveva cura d' anirae, che si liraitava aila sola celebrazione della Messa. Negli ultimi anni della sua vita, per forte indebolimento della vista, aveva ottenuto la facolta di dire nei giorni festivi la Messa votiva della >Lidonna, e nei giorni feriali quelia dei defunti. Mori il 30 giugno 1800, e con testamento 10 dicembrc 1790, istitui erede r Ospedale Maggiore. 7 — 9« — La sostanza venno divisa in via di transazione e indipendentemente da una speciale disposizione per due terze parti all' Ospodale e per I' altro terzo ai parenti piii ])rossiini del testatore, fra i quali un fratello di lui, cameriere. L'Ospedale percepi lire 132,210. Si ha il ritratto eseguito da Giovanni Battista Perabo. Grasselli sacordole Carlo, nacque ad Arosio nel 1831, da Giacomo e da Pozzoli Maddalena. Studio tcologia nel Seminario di Milano. Fu promosso al presbiterato nel 1855. Presto servizio per tre aniii nella qualita di coadiutore nella Chiesa di Parabiago, e per sette anni airOrfanotrofio maschile di Milano nella qualita di vice rettore. Nella occasione della invasione colerica del 18G5 fu nominate assistente spirituale nella casa succursale dell' Ospedale Maggiore detta dei Nuovi Sepolcr? ; dove riraase al servizio dei malati contagiosi fino al 1871, nel quale anno fu norainato coadiutore dell'Ospedale, pur continuando a prestar servizio nel coinparto contagiosi. Nel novembre 1880 fu promosso al posto di rettore, posto die egli occupa tuttora con plauso generale. Ben provveduto di censo, generoso, araante del bello e di tutto quelle che tende al miglior decoro della Chiesa, egli intervenne varie volte con elar- gizioni di arredi sacri e di danaro a favore della Chiesa dei Nuovi Sepolcri al Foppone, dell'Ospedale Maggiore e dell'Ospedale Ciceri. — Sarebbe troppo lunga la numerazione che se ne volesse fare. Intanto le invetriate dipinte della Chiesa dell'Ospedale Maggiore sono state fatte eseguire da lui con una spesa a totale suo carico non inferiore alle L. 12,000. Provvidde alia doratura generale del- rOratorio dell'Ospedale Ciceri, e somministro alio stesso a sue spese un pallio di marmo. Nel 1883 dono una carrozzella a tre ruote ad uso dei bambini in- fermi, ecc, ecc. Ci auguriamo che una fonte tanto benefica non si esaurisca. j Grrasselli Francesco, era flglio di Giovanni Andrea ed Elisabetta ■ Cardani, alia quale lego 1' usufrutto generale della sua sostanza. Furono eredi di lui per un quarto la moglie Enrichetta Susani De Platis e per tre quarti rOspedale Maggiore di Milano, in forza del testamento 14 luglio 1513, rogato Giulio Rovida di Milano. — Lego ad una figlia naturale, d' anni 8, una pezza di terra da lui posseduta al di la del Redefosso di P. Romana. La sostanza da lui abbandonata si avvicino alle L. 14,000. G-rassi Francesco, di Pietro Antonio e Laura Balsami, altro dei discendenti dei feudatarii di Pogliano, dottore in ambo le leggi, cardinale create da Pio IV, fu governatore di Bologna, presidente del magistrate delle entrate, senatore, e capitano di giustizia in Siena. Si distinse nel Concilio di Trento e fece I'orazione in onore di Carlo V imperatore. Mori applaudito giureconsulto nel 1564. Leg6, con testamento 3 settembre 1564, all' Ospedale scudi 200 d' oro ej sostitui quest' ultimo ai di lui eredi Pietro Antonio e Ippolito fratelli GrassiJ suoi figli naturali legittimati, nel caso in cui fossero morti senza discendenti. La sostituzione si e verificata 1' anno 1592, perche I'unico figlio che lasci6, il| Pietro Antonio, niori senza discendenti nel 1591. L'Ospedale consegui pertiche 3376 di terreno del valore di circa L. 452,431, compresa una possessione denominata Resentera, in Locate, die piii tardi fuj — 09 — venduta alia contossa Lasso De Castiglia, clio alia sua volia istilui credo TOspo- dale, ritornandogli la suddetta possessione. Havvi il ritratto, lavoro di Cainillo Serbelloni. Gravenaghi Antonio Maria, di Angelo Maria, ragioniere del Municipio di Milaiio, inori il 2S aprile 1775. Gli eredi di lui rilasciarono nol- ottobre detto anno 11 capitale di L. 170,000. II Capitolo ospitaliero, prese il IS dicembre 1775, la seguente deliberazione: « Rappresentatosi dal sig. conte Giulini delegate come ritonuto il vitalizio « sopra il capitale di circa L. 170,000 nello scorso mese di ottobi-e fatto a « favore di questo Ospedale dagli eredi del sig. rag. Gravenago, stimerebbe « che ad effetto di aniraare anclie altri benefattori si potesse ordinare venisse « fatto al detto sig. Gravenago il ritratto in piccolo, ecc. » Non si hanno notizie deH'autore del ritratto. G-ravenaglii sacerJote Grerolamo, canonico della Collegiata di S. Tomaso, figlio di Angelo Maria, per dimostrare la sua particolare pieta ed attaccamento all'Ospedale e giovare ai poveri infermi e assecondando anche la pia intenzione del suddetto di lui fratello Antonio Maria, verso nella cassa di quest' ultimo, nel 1775, la somma di L. 260,000 contro 1' annuo vitalizio del- I'interesse del 4 1(2 per cento a favore di lui, e delle sorelle Maria Teresa e Maria Domenica e col peso di varii legati dopo la cessazione del vitalizio. Mori d'anni 93, I'S gennaio 1803 e fu sepolto nel cimitero di P. (^omasina, dove lo ricorda questa iscrizione: Requiem ceternam — per il fu Gerolamo Gravenaghi — morio li 8 gen- naio 1S03 d'anni 93 — canonico — delfa Collegiata di S. Tomaso — In tet^a amara — Giamhattista Pirovano — e — Giuseppa nata Zoina — consorti ed eredi — in segno d'animo gralo. G-remigna G-erolamo, sergente maggiore, figlio di Giovanni Bat- tista, railanese, morl celibe, I'S ottobre 1676, istituendo erode, con testamento 7 settembre 1G75, I'Ospedale Maggiore di Milano, per i poveri che in esso si curano dai morbi, e non per la fahbrica. Dispose di un legato a favore di due figli naturali avuti da donna libera. Di questi, uno si fece religioso regolare del minori osservanti di S. Francesco, I'altro di nome Carlo Francesco fu, dietro una conforme disposizione del bene- fattore, amraesso negli uffici dell'Ospedale nella qualita di ricevitore dei poveri, ma dovette nel 1712 essere licenziato , perclie faceva arbitrariamente pagare ai poveri una tassa per le fedi raortuarie che loro rilasciava. L'importo della eredita si puo ritenere di L. 20,000, somma che va au- mentata di altre L. 9000 dal testatore versate nella cassa del L. P. a titolo di vitalizio. Si ha il ritratto che deve essere pervenuto colla erediti, non trovandosi registrata .sui mastri la spesa. Greppi conte cavaliere Giacomo, mori a Casatenuovo il 17 no- vembro 1820, d'anni 72. Delia sua sostanza istitui eredi i nipoti e uu fratello. All'Ospedale lego, con testamento 4 maggio 1810, L, 100,000, all'Ospedale — 100 - Fate-benc-fratelli L. 20,000, ai poveri della parroccliia di S. Fraiicosco di Paola L. 6000, ai LL. PP. Elemosiniori e L. P. della Stella e L. P. Triulzio L. 5000 per cadauno, airOrfanotrofio di Amburgo L. 3000 milanesi. In vita (lono all'Ospedale alcuiio cartelle del Monte Napoleone per il valore nominale di L. 5SG1. Mantenne a sue spese dei chierici riel Seminario maggiore. Havvi il ritratto eseguito dal Serangeli. Grioni ragioniere Carlo, abitava in una casa civile di sua propriety annessa alia cascina Casotto, frazione di Correzzana. Mori il 4 novembre 1851, e fu erede il fratello, ingegnere Paolo Grioni. Lascio una sostanza lorda di L. 140,679 e un passive di L. 53,506 e quindi un'attivita nitida di L. 87.173. 10. Lego all'Ospedale L. 10,000 sempreche fosse morto senza moglie e figli, cio che avvenne (codicillo 10 marzo 1851). Grualini G-iovanni Battista, di Giuseppe. Mori nell'Ospedale dove fu curato nell' ultima sua malattia, il 13 settembre 1715. — Non lascio figli e viveva separato da parecchi anni dalla moglie Maddalena Belloni. — L'Ospedale fu largamente compensato delle cure prodigategli col legato da lui disposto di una casa in Milano, parrocchia di S. AHto di P. Ticinese, che fu venduta nel 1757 a Baldassare Cattaneo per L. 8010 imp. e della meta. pro- prieta di alcuni stabili in Orta. (Testamento 4 settembre 1715, rogato Giovanni Battista Della Porta di Milano). Guerrini Enoch. Gaetano, negoziante, nacque sotto la parroc- chia di S. Stefano, il 4 agosto 1763, dai coniugi Pietro e Maria Bussola. Mori il 24 settembre 1816 in Milano nella casa di sua propriety in via Stampa al n. 3868. — Con testamento 31 ottobre 1806, chiamo erede I'Ospedale dell'utile dominio della suddetta casa in via degli Stampa al n. 3868 che era di diretto dominio dell' Ospedale e della casa detta la Saponera in via Quadronno al n. 4472, 4473, 4474, ora ai n. 16, 18, 20 coU'obbligo di pagare L. 8700 a jMarianna . . . . (E taciuta la parentela nel testamento). Quest'ultima casa fu venduta nel 1824 a Giuseppe Villa. L'Ospedale dovette fare una transazione coi parenti pagando loro L. 2978. 95, per modo che consegui non piu di L. 20,692 italiane. Egli lascio scritto in un libro di memorie queste notizie storiche: « 1814, 20 aprile. — II di 20 aprile Francesco Prina, ministro di tutte le finanze del Regno d' Italia, che aveva fatto tanto male all' Italia per secondare i voleri di Nicolo Buonaparte (sic) che si faceva chiamare Napoleone Bonaparte il Grande, che Iddio mando per castigo degli uomini, e che si faceva chiamare il re dei re, ed imperatore dei francesi, che fu vinto, scontitto e ridotto in ischiavitu. II Prina suddetto fu strascinato per Milano nudo ed ammazzato a pugni e calci e porcosse ed il di lui cadavere sepolto come un cane. » « 1814, 28 aprile. — Vennero li tedeschi in Milano e ci liberarono dai perfidi francesi, di quella maledetta nazione che tanto ha oppresso tutti li popoli della terra, e ci portarono I'abbondanza, la liberta (!?) e la religione ed il buon ordine e ci levarono tante imposizioni. Si partirono quel maledetti francesi ! che Iddio li perdoni tutte le sue ribalderie, disonesta, scandali, sovversioni dai — lol — biioiii costunii dolle raga/ze e dello iloiiue altrui o d\ tutU li loro ladrocinii o del loio nefando governo. » Inzaghi IDaria detta Ccsarinaj vedova del cominerciante in filati, Giovanni Aiuiroa Lisoati, mori il 1." dicenibiv IGOl, solto la parroccliia di S. Vito al Pasquirolo, lasciando ere'io rOspedalo ^lajrgiore, il quale consegui una casa in Milano e diversi croditi.. ^'en^e nella tleterininaziono di favorire I'Ospedale dopo che le premori Tunica figlia Clara. (^Testaniento 20 febbraio 1501, rogato Filippo Pcrogo). Jacchini sacerdote Carlo , professore nel collegio di Gorla Minore, figlio di IJattista, con atto 10 settenibre 1845, rogato Borsani, don6 all'Ospedale austr. L. 10,000, coli'obbligo di accogliere nella Senavra una di lui i>orclIa che trovavasi ricoverata nello stabiliniento Rossi in via Fontana. ■ Jamotti Griuditta, nacque sotto la- parroccliia di S. Maria Segreta, il 25 sottombrc ITGl, dai coniugi Giacomo Antonio e Angiola De Giovanni, o mori nubile il 5 novenibre 1841, in Milano nella casa in via del Cordusio al n. 2434, veuduta a livello dalla testatrice ad un signor Siraonetta. Istitui erede I'Ospedale, che consegui una sostanza di austr. L. 37,GG4, non tenuto conto di L. SOOO da lei donaio. In vita consegno alia sagrestia della sua parrocchia 1' iraporto per i di lei funeral i. Sia il padre che la raadre di lei morirono d'anni 57. Quantunque il suo patrimonio, che le pervenne da un fratello fabbricatore di cioccolatta, e da due sorelle, fosse modesto, ella non si tratteneva dal convertirne i redditi in con- tinue beneficenze. Si ha il ritratto. eseguito da Cesare Poggi. Jani Teresa, figlia di Gioachimo, tesoriere dell'Ospedale, e di Antonia D'Adda, sorella del Gaetano Jani, altro benefattore dell'Ospedale, raori nubile, d'anni G3, in Milano, nella casa in liorgo di P. Orientale al n, GG2 e con te- stamento 15 febbraio 1814 e codicillo 24 maggio 1815, istitui erede il fratello Gaetano e i figli di lui, con sostituzione a favore dell'Ospedale nel caso in cui r erede fosse niorto senza figli. Cio che avvenue e che lascio luogo alia sostituzione a favore dell' Ospedale stesso, il quale consegui una sostanza di L. 34,73G. Lambertenglii Faustina, di Giovanni Stefano, vedova di Giu- seppe San Giuliani, che fu tesoriere del monastero delle raonache convertite, ebbe un unico figlio, il quale, assentatosi dalla famiglia, non diede piu contezza di se. — La povera donna, colta da una grave e lunga malattia, che pur troppo pronostic6 essere rultima, fece il testamento 14 marzo 1G14, rogato Giovanni Baitista Marliani, nel quale istitu'i erede I'Ospedale, col patto che se fosse com- parso il detto suo figlio, fosse a lui rinunciata la eredita. — Dopo 8 anni dalla morte della testatrice, avvenuta nell'ottobre 1G14, 1' Ospedale ando al possesso della eredita non essendo comparso I'assente. La sostanza lorda risulto di L. 55,000, ma scemo di inolto per i legati che I'aggravarono. — 102 — Lambot G-iovanni Francesco, dottore in legge e maestro di scuola, figlio di Giovanni Battista, francese , vcnne a Milano nel 1792, dove fermo la sua dimora rendendosi cos'i emigrato e come tale dichiarato dal go- verno francese. — Negli ultimi anni della sua vita al)itava in via Brisa, nella casa Arconati, ora Delmati , dove risiedette il maresciallo Radetski. Mori il 25 aprile 1813 e con testanionto, fatto sette giorni pi;ima, istitui erede I'Ospedale al quale pervenne una sostanza nitida di L. 10,514 italiane. Lampugnani -A.ntonia , figlia del capitano Giuseppe , con atto 9 settembre 1775, rogato Giovanni Battista Bazetta, cedette all'Ospedale la somma di L. 30,456, contro I'assegno vitalizio dell'interesse del 4 3[4 per cento. Lampugnani Visconti nobile Attilio, figlio del capitano Tran- quillo e di Anna Maria Bossi, fu altro dei sessanta decurioni della citta di Milano e decano, giudice delle strade e delle vettovaglie, e altro dei governatori del Banco di Sant'Arabrogio. Fu deputato dell'Ospedale negli anni 1720, 1721, 1724, 1725, 1728, 1729, 1734 e 1735. Sposo in prime nozze Livia Arconati, vedova del marchese Cai^lo Lonati, cd in seconde nozze Paola Odescalchi, vedova di Pietro Paolo Raimondi, figlia del nobile Giovanni Battista e di Celidonia Corti. Ebbe tre figlie cbe gli premorirono. Mori d'anni 86, il 2 aprile 1757, pressoche cieco, lasciando con testamento 23 maggio 1756, il suo avere all'Ospedale Maggiore che raccolse una sostanza di circa L. 250 000, compreso il valore di una possessione a Cassano Magnago, venduta insieme ad alcuni pezzi di terra in Orago nel 1783, al sacerdote An- tonio Bonomi per L. 269,100 e pertiche 80 di terra in Legnano, vendute nel 1768 a Beltrami Francesco per L. 5710 imp. Con un testamento di data anteriore aveva istituito erede I'anima sua, e per essa la Causa Pia per I'erezione di una casa di correzione. E fu solo dopo di avere conosciute le angustie dell' Ospedale, e dopo di avere interpellato I'Arcivescovo di Milano Cardinale Pozzobonelli, che si indusse a istituire suo erede 1' Ospedale. II testatore accenna poi anche ad una inspirazione interna avuta da Dio. Voile essere sepolto in un oratorio a Legnarello dedicate alia Beata Ver- gine, al quale lego il suo abito di velluto da convertirsi in una pianeta o in un pallio. Lego L. 150 annue in perpetuo al L. P. di S. Corona. Fu suo esecutore testamentario il Cardinale Pozzobonelli, al quale legava annualmente due brente di vino bianco o rosso del migliore de' suoi possedimenti, vita natural durante. Nessuna registrazione ai mastri di contabilita a riguardo del ritratto che si espone nella occasione della festa del Perdono. Pero da una memoria por- tante la data 25 aprile 1757, risulterebbe che venne autorizzato il conte Aliprandi, altro dei deputati del Luogo Pio, a pagare al pittore Cerutti la mercede per il ritratto. Lampugnani Carlo Martino, figlio di Carlo Francesco, altro benefattore dell'Ospedale, e dottore in legge, mori a Golasecca in causa di un improvviso sbocco di sangue il 20 giugno 1779, lasciando erede I'Ospedale , il quale consegul L. 109,80.6.6, (Testamento 19 giugno 1779). — 103 — Lampugnani Fortunate, fidio di Antonio e di Antonia Marti- nazza, tenne (ioniicilio in Milano nolla casa in via S. Protaso ai monaci al n. 1718. Mori alle Cascinette di Lnpagnano il 21 settembro 1834, lasciando all'Ospe- dale un legato di L. 63,894. 85 valore dei beni di Lngagnano, della estensiono di pertiche 304. 23. Furono eredi il nobile Pietro Mojana figlio di nna di lui sorella, la nobilo Luigia Lampugnani, vedova Isimhardi, o la nobilo Maria Lam- pugnani vedova Ivosnati , Teresa Caccianiga, Antonio Lampugnani figli di un di lui fratello, Maria o Giuseppa Kenzi, figli di una sorella, Carolina e Rosa sorelle Delfino, figlie di una nipoto (testamento 21 gennaio 182G). Si ha il ritratto. lavoro di Pietro Narducci. Lampugnani Francesco Maria , dei conti e feudatarii di Trecate, nacque a Legiiano nel settembre 1053 da Oldrado e Lucrezia Cam- biaghi. Fece gli studii superior! a Pavia, nel collegio Borromeo. Nel 1077 spos6 Maddalena Figini, figlia del capitano Paolo e di Gerolama Capra portando in dote scudi 9000. L'anno 1090 venne nominate capitano della milizia urbana di Milano, poi giudice delle vettovaglie della cittti e ducato di Milano, indi altro dei quaranta del tribunale della inquisizione. Coperse la carica di assistente regio del Capitolo della fabbrica di S. Magno in Legnano , di giudice delle strade di Milano e del ducato. Fu altro dei sessanta decurioni della cittu di Milano. Deputato dell'Ospedale negli anni 1094, 1719 e 1720, protettore laico del monastero di Sant'Agostino di Milano e di S. Clara in Legnano, altro dei governatori del Banco di Sant'Ambrogio. Nel 1715 la citta di Novara gli confer! la cittadinanza novarese. L'origine di questa famiglia nobile si fa risalire fino ad Andrea Lampu- gnani, arcivescovo di Milano nel 905. Mori il 21 giugno 1729, d'anni 70, lasciando il suo avere di circa L. 300,000 aU'Ospedale Maggiore di Milano, con testamento 30 settembre 1717 e codicillo 23 raaggio 1729. Pervennero con questa erediti pertiche 729. 12. 10 di terra in Legnano, le quali furono vendute nel 1800 al marchese Carlo Cristoforo Cornaggia per L. 124,050 e coU'obbligo di corrispondere annualraente brentc due di vino bianco ai PP. Cappuccini di Cerro; e una grossa possessione in Trecate, acquistata dagli avi di questo benefattore nel 1437, per vendita loro fatta dal duca Filippo Maria. Questi ultimi beni e un'osteria in Abbiategrasso, donata nel 1412 ai Lampugnani dallo stesso duca Filippo Maria, furono vendute nel 1732 al marchese Giorgio Clerici per L. 160.000. Dispose di essere seppellito nello stesso luogo dei poveri che muoiono nel- rOspedale e non gia nel sepolcro della sua famiglia in S. Maria del Carmine. Di conformita a questa sua disposizione venne deposto con cassa di piombo e sopracassa di rovere sotto I'altare della Chiesa del detto Ospedale. Fece il ritratto Arcangelo Bellotti. Lampugnani nobile Giacomo Francesco Bartolomeo, figlio di Gerolarao e di Aurelia Fossati, sposo in prime nozze donna Teresa Landriani e in seconde nozze, il 13 aprile 1720, donna Barbara Pionni vedova Confalonieri, colla quale era stretto da vincoli di parentela in terzo grado. Pare che quest' ultima dama, all'eta di anni 27, si sia indotta a sposare il Lampu- — 101 — gnaiii, d'anni 76, in considerazione delle larghe promesse clie le erano state fatte dallo sposo specialmente per aiutare una famiglia nobile in decadenza e i figli della sposa in numero di nove, promesse clie il Lampugnani aveva bensi man- tenute in un suo primo testamento, ma alle quali nianco, dimenticandola affatto in un testamento posteriore. Vi suppli TOspedale, erede di lui, con un vitalizio. Mori a S. Vittore di Legnano, il 11 gennaio 1732, d'anni 88, scrivendo erode il dctlo Ospedale, che raccolse una so.stanza di L. 200,000, compreso il valore di due case in Milano in Borgo della Slolla, contigua al L. P. omonimo e un'altra sul corso di P. Orientale, dirimpetto alia Chiesa di S. Babila. Fu sepolto nella Chiesa dei Padri Cappuccini di Cerro. Leg6 alle Comunita di Cerro, Cantalupo e S. Vittore, L. 100 per ciascuna, in reintegrazione dei danni che puo aver lore cagionati nel cacciare. Lego inoltre scudi 100 alia fabbrica della nuova Chiesa di S. Francesco da Paola. Si ha il ritratto pervenuto colla eredita. Lampugnani Oiulio Cesare, di Francesco Bernardino, pos- sessore di una sostanza di circa L. 250,000, e non avendo irapegni di famiglia, dispose della soraraa di L. 60,000 a favore deU'Ospedale, da pagarsi mediante rilascio di effetti della sua eredita, cio che avvenne il 23 febbraio 1632. Mori rS higlio 1030, lasciando erede il L. P. di S. Giuseppe di P. Nuova, con testamento fatlo due giorni prima. Lego L. 30,000 al L. P. della Pieta in S. Barnaba, al quale successe il L. P. degli Esposti nel 1781. Xjampugnani G-iuseppe, di Giovanni Battista e Margherita Ca- stiglioni, raor'i seaza figli il 4 ottobre 1094, chiamando erede universale I'Ospe- dale Maggiore di Milano, col vincolo dell' usufrutto generale a favore della di lui moglie Angelica Ferrari, la quale, rimasta vedova, sposo il marchess Sforza Pallavicino. — La sostanza pervenuta al L. P. consistette in una casa civile in Figino con annesse pertiche 100 di terreno, in tre case in Milano in S. Vito al Carrobbio, vendute nel 1712 a Gerosa Giuseppe per L. 10,050, S. Pietro in Camminadella, venduta nel 1704 per L. 10,025 a Giacomo Filippo Fortunate, dal quale riiorno di nuovo all'Ospedale per dato in paga e a Sant'Euferaia, ven- duta nel 1699 per L. 6000 imp., e in pochi beni in Casarile. Fu deputato della confraternita del SS. Sacramento nella Chiesa di San- t' Eufemia. Voile essere seppollito nella Chiesa di S. Maria delle Grazie, nel sepolcro della sua famiglia. Havvi il ritratto, lavoro di Giacomo Santagostino. Lampugnani Ippolito, figlio di Giovanni Ambrogio, mori sotto la parrocchia di Sant'Alessandro, il 4 maggio 1001, lasciando il testamento 16 ot- tobre 1600, col quale lego all'Ospedale un diretto dominio coU'annuo canone di L. 1800 che gli si pagava dall'Ospedale stesso assentato sopra pertiche 929 .di terra in Coruegliano. Lampugnani nobile Vitale, di Giovanni Battista, milanese, marito della nobile Margherita Triulzi, figlia di Pompeo, mori senza figli il 18 aprile 1689, — 105 - d'anni GO e fii sopolto nella Cliiesa dello monaclie dol nionastoro di Sani'Aii- tonio da Padova di Milano. Fu eredo di lui, in forza del testamento 2S pennaio IGSS, I'Ospedalo Mag- giore, die consopui aiiclie in via di transazioiie L. 37,000 col peso di alcuni Icgati. Francesco Bellotti lo iitratt6. Lanti Luigi, gioielliere, e iiegli ultimi aiuii di sua vita reddittuario, nacque il o settonibre ISOl, a Husto Arsizio, dai coniugi Francesco Antonio, caffettiere, e Anna Bonsignori. Ebbo un solo iVatello di nome Giacomo, che gli preraor'i e al rpiale fece larghe sovvenzioni. Refrattario alia leva, dovette pa- gare nel 1S;5S l:i niulta di L. 344. 83. Mori in Milano il 5 niarzo 1879. Fu erede di lui I'Ospedale Miggiore in forza del testamento 19 raarzo 1805. Ai suoi tempi godeva fania distinta nel suo mestiere ed era tenuto in alta considerazione. Lasostanzada lui abbandcnata fu di L. 30,930 nelle quali entrano L. 10,890, ricavo di gioie die egli ebbe a conservare fino alia morte. Si ha il ritratto eseguito da Giuseppe Parera. Lasso De Castiglia Trivuizi contessa Margherita, era figlia di Pietro e donna Polissena Unganada, vedova del conte Carlo Trivuizi, cavallerizzo raaggiore dell'imperatore Rodolfo. Mori d'anni 75, il 24 luglio 1G17, chiamando erede con testamento 8 lu- glio 1615, coU'onere di diversi legati di culto, I'Ospedale, al quale pervennero circa pertiche 3300 di terra, che erano state da lei comperate dall' Ospedale stesso colla intenzione di ridonarle p:)i in eredita. Prescrir,se che il suo cadavere fosse seppellito nella Chiesa interna di clau- sura delle monache di S. Lazzaro di ililano dell'ordine di S. Domenico, di con- formita alia licenza datale dal generale di detto ordine e dal Card. Arcivescovo. Dispose poi che le sue persone di servizio dovessero vestire 11 lutto, secondo le prescrizioni fatte da lei. Con diploma, datato dall'Escuriale in Ispagna, il 12 aprile 1571, il re Filippo fece a questa dama un assegno vitalizio annuo di scudi 2000 sulle entrate dello Stato, in conteraplazione del matrimonio cho ebbe a contrarre col conte Claudio Trivuizi, e in benemerenza dell'aflFetto professato fino dalla tenera eta alia regina Anna sua consorte. Fu ritrattato da Alfonso Pozzobonello. T_.attuada nobile JPietro. Suo avo Pietro Antonio o il padre Fede- rico, furono banchieri. Uorao bizzarro, ma onesto e generoso. Servi cinquant'anni nell'armata austriaca, dalla quale si ritir6 col grade di capitano con autorizza- zione di indossare 1' uniforme di maggiore. Mori il 21 giugno 1819, d'anni 83, nella casa di sua proprieta sul piazzale della Chiesa di S. Nazaro al n. 4G42. Voile che il feretro fosse accompagnato da un battaglione di soldati da retribuire con doppia paga a carico della sua eredita. 11 di lui cadavere fu trasportato e sepolto nel ciinitero di Canonica. Le disposizioni testamentarie di que.sto benefattore, in data '^0 febbraio 181G 10 giugno 1819, suscitarono del chias.so in Milano, perche, mentre con due — lOG — testament! aveva istituito erede I'Ospedale Mapgiore , con un' ultima carta lo privo della eroditci legandogli sole L. 100,000. La sorpresa e le dicerie per tale cambiamento, furono assai vive in Milano , anche perche il cambiamento av- venne in causa di raggiri di un tale, resosi padrone dell'anima e della volenti del testatore. La Kappresentanza ospitaliera promosse causa per nullita del te- stamento avanti il tribunale nulitare, trattandosi di un militare, ma sgraziata- mente il giudizio fu sfavorevole al L. P. Favori anche il L. P. Triulzio con un legato di L. 20,000 e rOrfanotrofio raaschile con un legato di L. 10,000. Lascio un patrimonio di circa L. 1,300,000 che fu raccolto dai figli del conte Luigi Settala, gran maestro delle cerimonie nel R. Lombardo Veneto. Si ha il ritratto, eseguito dal Palagi. * Lavezzari Ferrante. Legato di L. 18,000 nel 1G02. Lecchi nobile Griacomo. Era questi il padre della nobile Luigia Lecchi che sposo il nobile Paolo Greppi, altro benefattore dell'Ospedale, e che fu erede di lui coU' onere di un legato di L. 20,000 ital., all'Ospedale stesso, giusta il testamento 2 aprile 1816. Fu sepolto nel cimitero di P. Orientale, dove fu posta una lapide con questa iscrizione: Jacobo fil. Karoli — Tribuni viilitum M. Theresice Augusta; — Leiico ■ — qui — justitia comitate — cams omnibus — xix. ann. LXXVII M. IX D. XXVII — decessit MDCCCXVI — Aloysia filia — patri indulgentissimo — cum lacrimis posuit. Lecco Giovanni, di Fabrizio , istitui eredi i nipoti Antonio e Gio- vanni Fabrizio fratelli Baradelli, con un legato di scudi 2000 all'Ospedale, con testamento 8 settembre 1G30, rogato Giovanni Battista Riva. Legnani !Pietro Francesco, figlio di altro Francesco, fu de- putato della compagnia del SS. Sacramento nella Chiesa di S. Vittore al Teatro. Mori nel 1743, legando all'Ospedale i beni da lui posseduti in Cesano Boscone, riservato I'usufrutto alia di lui moglie Laura Antonia Toracchina. — Lego L. 700 al L. P. di Loreto. (Testamento 5 ottobre 1736), Gli accennati stabili furono venduti dal legatario a Francesco Tassani per L. 12,120 nel 1751. Furono eredi Margarita Legnani maritata con Domenico Bramante, e Ca- terina Legnani maritata con Francesco Maria Tassano, sue sorelle. Leinati Biagio, figlio di Baldassare, mor'i il 10 gennaio 1868, la- sciando scritto nel suo testamento 15 gennaio 1857 un legato di austr. L. 20,000 a favore dell'Ospedale a carico dei nipoti ed eredi di lui , Luigi Bonsignori e Ignazio, Carlo, Biagio ed Angelo, figli maschi del suo fratello Giulio. — Negli ultirai anni della sua vita era interdetto. Litta conte Francesco , dei conti di Appiano, figlio di Giovanni Stefano, altro dei 60 decurioni della citta di Milano, sposo in prime nozze la nobile Barbara Fagnani, ed in seconde nozze Ippolita Muzzi. Ebbe tre figli maschi. Carlo Gerolamo, maritato con Genevra Dugnani, Carlo Stefano con Maria Castiglioni, Giovanni Battista con Caterina Fossani, — i quali furono — 107 — eredi. Siccorao poi ogli risiedette nol Capitolo ospitaliero, aucliG come priore, negli anni 1607, 1G08, 1610, 1611. 1617, 161S, cosi voile boneficare 1' Ospe- dale anche in inorte, disponendo a di liii favore il legato di L. 1000 all' anno per 10 anni, altro L. 300 pagabili subito dopo la sua niorto (testainento IS gen- naio 1625, rogato Ottaviano Belingeri di Milano). Nel 1612 iraprest6 all'Ospedale gratis e per parecchi raesi, L. 8000. Litta conte G-iovanni Battista, figlio di Francesco e Isabella Litta, di Giovanni Giacomo, ammogliato con Ippolita Simonetta, islitui erode rOspedale, con testamento 3 agosto 1569, rogato Giovanni Giacorao Sormani , dopo di avere beneficato i poveri di Arluno , dove egli possedeva e di avere fatto un legato speciale per vestire 25 poveri di detto Coraune. La sostanza da lui abbandonata consistette in alcuni stabili in detto Coniune di Arluno, in una casa in Milano al Malcantone, venduta nel 1654 ad Antonio Malvicino per L. 3,150 irap., in una casa a Sant'Ambrogio in Solariolo, venduta per L. 22,000, in beni in Arosio, venduti nel 1570 per L. 13,480, e nel reddito di L. 1000 sul dazio d' imbottato in Corbetta. Mori nell'agosto 1569. Loayssa IMonti De Melzi contessa Maria, nata dal conte Diego e dalla nobiie Melchiorra Abarca, sposo in prime nozze Giovanni Battista Buttintrocchi, e in seconde nozze il conte Cesare Monti Melzi. Era altra dei discendenti dei Loayssa conti di Lambrate, di origine spagnuola, famiglia ora estinta. Mori il 30 dicembre 1781, istituendo erede universale, con testamento di ire giorni prima, il marchese Viani Giuseppe, regio feudatario del borgo di Besozzo e signore di Suna, al quale impose I'onere diun legato di alcuni beni in Trecella e di un capitale di L. 50,000 a favore dell' Ospedale Maggiore di Milano, e in tutto circa L. 100,000. Si ha il ritratto, lavoro di Antonio Francesco Biondi. Lodi G-iovanni Giacomo, di Giovanni Pietro, mercante al Bot- tonuto ed anche gabelliere dtl sale bergamino, lascio all'Ospedale con testa- mento 9 febbraio 1540, rogato Galeazzo Visconti, la meta del canone livellario di L. 416.7.9 assentato sopra beni in Bellusco, canone che fu venduto nel 1673 ad un sacerdote Francesco Antonio Trincadino, beneficiato della Prebenda Diaconale della Metropolitana, o un livello attivo di L. 600 su beni in Vidigulfo. XjOmeni nobiie Ignazio, nacque il 20 settembre 1779 dall'avvocato Antonio e dalla nobiie Laura Viauova. Era il marito della nobiie Sirtori Lomeni, altra benefattrice dell' Ospedale. Studio medicina all'universita di Padova, e nel 1805 comincio la carriera medica nell' Ospedale di Milano, nella qualita di medico supplementario di se- conda classe, posto che gli fu conferito per essersi distinto nell' esarae. Cess6 dall'appartenere all'Ospedale nel 1809 per titoli di salute. Fu uno dei piu colti investigatori per il migliorainento di tutto ci6 che riguarda I'agricoltura. Nel 1836 Carlo Alberto gli confer! una medaglia d'oro per opere scienti- fiche. Nel medesimo anno la duchessa di Parma gli donava per lo stesso titolo — 108 — un' opera di edizione bodoniana intitolata : Piliure del Correggio esi^tend in Parma net monastero di S. Paolo. Ebbe dallo Czar un ricco anoUo di bril- lanti per il lavoro scientifico: « Nolizie storichc ish'udive inlorno il gelso delle isole Filippine. » Fu niembro attivissimo della Commissione per gli affari piu importanti re- lativi al coiinnercio, imiuslria ed economia agraria. — Fu aggropato all'Istituto di scienze ed arti in Milano il 1.° agosto 1828. Nel 1824 e 182G gli fu confe- rita dal detto Istituto una raednglia d'argento per un nuovo pigiatore delle uve e per una macchina atta airammostamento delle uve nei tini chiusi. Lascio diversi scritti scientifici, principal mente sui bachi da seta e sul gelso. ]\lori in Magenta il 10 novembre 1838, istituendo erode la moglie della sua sostanza non inferiore a L, 000,000, con testamento 11 marzo 1837, che co- mincia con queste due sentenze : In die consuma/ionis dierum vilcc iva; et in tempore esilus tui distribiie hcereditaiem tuam. Ecclesiasfes Cap. XXXVIII. QuodcKnqiie facer e poles manvs hta insfanfer operare : Ecclesiasfes. Lego airOspedale L. 130,000, con che fos.^e provveduto alia cura balnearia dei pellagrosi di Magenta. Benefic6 I'Orfanotrofio fernminile con un legato di L. 15,000 e gli asili di carita di L. 3000, il Pio Istituto Tipografico di L. 30U0, o 1' Istituto Teatrale di L. 2000. Questi legati vennero pagati subito dalla vedova di lui, ad onta die il te- statore ne avesse rimandato il pagamento alia morle di lei. Istitui un premio biennale di L. 2000 sotto il suo nomc, da aggiudicarsi dall'Accademia agraria di Pesaro e da conferirsi all' inventore di un migliora- mento agrario od industriale piu segnalato dal lato della pubblica utilita. Escluse da questo incarico onorifico I'lstituto di scienze, lettere ed arti, perche secondo lui era composto di persone ignoranii della scienza agraria ed industriale. In un codicillo prescrisse che dall'apparato funebre fosse escluso Tuso del- r oro, deir argento e delle armi gentilizie, e che alia porta della Chiesa fosse posta la seguente epigrafe: All'anima di Ignazio Lomeni, dottore in medicina. Fu sepolto nel cimitero di Magenta, dove venne coUocata la seguente in- scrizione sepolcrale: Alia onorata memoria — del nob. Ignazio Lomeni — clinico espertissimo — sagace agronomo — per nuove sperienze — per opere divulgate — chiaro in pairia e fuori — socio di varie accademie - aggregaio — all'I. R. Istituto di scienze ed arti — fautore degli utili studii — caritatevole — e nei voleri estremi — mxmifico — benefice — queslo monumento consacra — la vedova — Margherita Sirtori — inconsolabile. Popolo di Magenta — prega pel tuo benefatlorc - qui morto il giorno 10 novembre — anno MDCCCXXXVIII. Si ha il ritratto eseguito da Filippo IJellati. Longhi Carlo Ambrogio, di Giovanni Uattista, meicante e ban- chiere, railanese, sposo nel 1G30 Caterina Appiani. Con testamento 15aprile 1683, fatto quindici giorni prima di morire e che principia col detto : Felice e for- iunato appieno chi sa tra scogli della varia sorte viver la vita e ben morir la mo)'te, leg6 all'Ospedale ^laggiore di Milano la somma di L. 100,000, impic- — 100 — pata sul banco di S. Carlo, eJ istitui credo due suoi figli e loro disooiidenli in iiifinito, con sostituzione a I'avoro d^ll' Ospedale iiel caso di ostiiizioiK^ della liiiea chiamata. La sostituzione si 6 verificata 1' anno 17S5, per la morto di Giuseppe Lonphi senza discendenti. II Lonplii tenne aperto neirozio di mercerio in una delle bavacche di legno sulla piazza del Duomo nelle vicinanze dell' ora distrutto Coperto dei Figini. Queste haracclie. di rapione direttaria della fahbrica del Duomo, furono nel IGOG, per ordine del governaiore D. Pietro Enriquez di Azcvedo, conte di l-uentos, trasportate suUa piazza del Verziere, detta piu tardi piazza Fontana. Nel IGlo lo baracche furono di nuovo riattivate sulla piazza del Duomo, per scomparire poi definitivaniente nel 1682. In quest' ultima occasione la fabbrica del Duomo dovette assegnare al Longhi, per 1' esercizio del suo nogozio, uno spazio sulla detla piazza del Verziere, \iciiio alia strada Nuova a mano sinistra andando dalla Metropolitana all'ufficio del Capitano di Giustizio, coerente a levante, verso le carceri, la strada ohe restava fra la casa die faceva punta verso la strada yuova e verso lo spazio sudiletto e dove sulla medesima casa eravi I'iscrizione sul rauro del conte di Fuentes (in ricordo dell' aprimento della via Nuova), a mezzodi la strada che passava dalla Metropolitana alle carceri, a ponente lo spazio della fabbrica del Duomo e a tramoiitana la stretta che restava fra lo spazio e la casa che faceva punta verso la stretta (istrom. 23 settembre 1682, rogato Bernago). La sostanza pervenuta al Luogo Pio in forza della sostituzione fu di circa L. 2G0,000, compreso il valore dell'osteria detta Briosca, con casa ed ortaglia nei CO. SS. di P. Ticinese al civico n. 10, sulla strada pavese, venduti nel 1799 a Lorenzo Migliavacca e Cristoforo Petracchi per L. 9175, di una possossiono detta Malpaghctla in Vignate di pertiche 214, venduta nel 1797 a Giovanni Antonio e nipoti Polli per L. 3G,26i. 10, di una casa in Milano in via Chiara- valle al n. 4759 ora n. 1, con risvolto verso via Larga data a livello nel 1795 a Domenico Bellardi per I'annuo canone di L. 7500, di beni in Novate, venduti nel 1797 a Giuseppe Fassi per L. G4,700 (pertiche 514. 4). Voile essere seppellito nella Chiesa di S. M. del Carmine, nella cappella della B. v., in uno dei sepolcri di quel capitolo, essendone egli altro dei deputati. Si ha il ritratto rifatto dal Rasnesi nel 1810. Longhi avvocato Vitaliano, consigliere della R. Corte di Giustizia di Milano, dopo di avere beneficati i nipoti sacerdoti Giovanni e Andrea fra- telli Longhi di Cantu, e Baldassare Longhi di JMilano coU'istituirli eredi, lego airOspedalo cinque cartelle del Monte di S. Teresa, del valore complessivo di L. 18,900. Fu sepcdto nel cimitoro di P. Coraasina, dove fu collocata una lapide colla seguente iscrizione : H. S. E. — Vilaliayius Lonr/ld — iudecc tribunalis Mediolani — carus omnibus — obiil VII hal. febv. MDCCCXVI — fralres el nepos hccredes — cum lao'i/mis m. p. Longoni Giovanni Carlo, figlio di Eustacchio e di Beatrice Porro, nntaio, coperse la carica di cassiere della scossa degli estimi per la camera dei mercanti d'oio, d'argento e di seta dal 1071 al 1083. — no — Mori il 24 dicembre 1725, chiamando erede il Luogo Pio di S. Corona in Milano, con testainento 29 luglio 1717. Aveva una figlia naturale di nome Daria Beatrice, alia quale lasci6 i mo- bili di casa e i denari clie si fossero trovati alia sua raorte, oltre un vitalizio. La sostanza ereditaria fu di circa L. 43,G50. Si ha il ritratto eseguito dal pittore Francesco Crespi. Lorenzini Catterina, figlia di Andrea, artista di canto, fu scrit- turata in diversi teatri dal 1774 al 1790. Nativa di Gorgonzola, mori a Torino il 18 fe))braio 1831, vedova di Gaetano Colomeda napoletano. Pare che I'arte non le abbia recato tanta fortuna, se alia sua morte lascio una sostanza lorda di sole L. 33,900, — la quale fu raccolta dall'Ospedale di Milano, erede di lei in forza del testamento in data di Torino, 5 gennaio 1831. — Leg6 all'Ospedale della carita di Toi'ino L. 500. Lotterio Gaspare, di Ignazio, mori nella casa in Milano in Borgo della Fontana al n. 142, il 20 giugno 1805. Destino la sua sostanza di circa L. 36,554. 15. 8 lorda, e L. 24,303 nitida all'Ospedale di Milano che !o istitui erede con testamento 20 marzo 1803, col vincolo dell' usufrutto a favore del di lui fratello Carlo. Fu esecutore testamentario il nobile Gerolanio Freganeschi, altro benefattore dell'Ospedale. Macchi dottore Giuseppe, nacque in Milano sotto la parrocchia di S. Maria Porta, il 18 setterabre 1713, dai coniugi dottor Francesco Giuseppe e Paola Alberti. Riportata la laurea in legge nel 1730, percorse la carriera notarile, rogando dal 1738 al 1796. Nel 1748 venne nominato dal conto Antonio Barbiano di Belgiqjoso, podesta e giudice ordinario delle terre di Belgiojoso e sue pertinenze. Mori il 15 giugno 1797, d'anni 83, nominando erede universale 1' Ospedale Alaggiore, che ebbe a chiamarlo il piu degno e meritevole di soccorso per I'e- stensione dei sussidii che presta agli in- fermi. Prescrisse che le rendite della sua eredita, dovessero essere convertite nella continuazione e perfezione del fab- bricato dell' Ospedale in base al disegno che era gia stato fatto dall' ingegnere Castelli nel 1791, e che estendeva I'ingrandimento del fabbricato Carcano fine alia via del Laghetto. La disposizione di un tanto insigne benefattore , che si puo ritenere, senza tema di esagerare, il terzo dei fondatori dell'Ospedale, venne fedelmente adempita, Egli ebbe sempre fissa nella raente la propostasi beiieficenza, ed a tale intento accumulava danaro a danaro con indicibile parsiraonia. In un reclamo che fece nel 1796 per una contribuzione militare applicata a carico della sua sostanza, accennava : « che questa non era proveniente da — Ill - usura, n^ da usurpazioni, n^ da altra qualsiasi via indiretta, ma sibbene dalla « parsimouia di una lunga serie d' anni o dalle di lui laboriose operazioni, e « che in fin de' conti la sostanza stessa era stata da lui destinata a beneficio € dell' Ospedale. » La nobiltA e I'altezza dell'intento, raggiunto con una vita di lavoro inde- fesso e di sacrificii, non permettono che di pensare con rispetto anche a quelle abitudini , talvolta troppo parsimoniose, alio quali si accompagna i! ricordo di una grande beneficenza. Leg6 L. 4000 annue vitalizie a favore delle sue sorelle Francesca e Mad- dalena, raonache Benedettine nel monastero di S. Micliele di Gallarate, che pose sotto I'alta protezione di S. E. il marchese don Pompeo Litta Visconti Arese. Fu seppellito nel ciraitero di P. Vercellina, dove venne posta questa lapide : J. C. et G. C. Joseph Macchms — Vir probus — qui vixit ut pauper patiperi'bus et xenodochio — Med.ni opulenfes benef/cah's nt dives usque — a die prima feb. 17S7 testamento indcque. — Codicillo junii 1707 per Carolum Joseph — Consoni receptis recogilando disposuit. — Requiem. L'entitA della sostanza fu di circa L. 2,265,000. Si ha il ritratto eseguito da Francesco Antonio Biondi. Macrini Pietro Paolo , con codicillo 22 aprile 1798, lego al- rOspedale la casa da lui posseduta ed abitata in Milano, di contro alia Chiesa di S. Protaso ai iNIonaci al n. ITIG, che fu venduta dall'Ospedale nel 1799 per L. 30,060 a Nicola Colombi. — La detta casa ora porta il n. 1 ed 6 ad uso dell'albergo degli Angioli. Fu esecutore testamentario I'ingegnere Pietro Castelli, altro benefattore dell'Ospedale. Alajocclli Angelo , gia oriuolaio, nacque sotto la parrocchia di S. Stefano, dai coniugi Carlo Antonio e Barbara Rottini, il 24 giugno 1775. Sue padre era negoziante d'olii, sapone e legumi. Ebbe un unico figlio raaschio, di norae Carlo, che morl il 26 luglio 1832, di vaiuolo e che era alunno del magistrate caraerale. Mori, vedovo di Gotta Giuseppa, il 18 ottobre 1843, d'anni Q'^, nell'Ospedale, che chiamo erede coi testaraenti 24 setterabre e 16 ottobre 1843, coll' obbligo di far costruire nella Chiesa interna dell'O.spedale stesso, e dietro I'altare mag- giore, un core decente coi relativi sedili. L'entita nitida della sostanza fu di austr. L. 44,854. Pervennero due case in Borgo di Viarenna ai n. 3590 e 3591, vendute a Daniele Videiaari nel 1860 per L. 5111. 11 italiane. Nella occasione del funerali venne posta sulla porta della Chiesa la seguente epigrafe: Ad Angela Majocchi — che nella semplicita dei cosiumi — e in una vita di privazioni — spenta, a 68 anni, il 18 ottobre 1843 — un'anima religiosissima — educarji — fervida di carita — I'Ospedale Maggiore di Milano — istituendo erede — coll'incarico di provcidi tniglioramenti — a questa Chiesa — da quel pio frequentata prediletta - invoca la pace dei giusti. 11 coro fu costruito negli anni 1853 e 1854, con una spesa di austriache L. 30,164.69. - 112 - Majocchi sacerdote Carlo G-erolamo, pnrroco di Cantu, mori a Melognano il IS aprilo 1827, L'Ospedale fii genoiosamente da lui beneficato con un legato di L. 15,000 per una volta, che egli scrisse nel suo testaraento 19 marzo 1827, col quale istitui eiedi, Eugenic" Majocchi di Corno, Giovanni Majocchi e Paolo Biraghi, suoi cugini. IVTajocchi G-aetano, figlio di Antonio e di Giuseppa Stabilini, vg- dovo di Teresa Cavadini, benefattrice dell'Ospedale, non avendo eredi necessarii istitui erode Luigi Buzzi, col peso di varii legati per un importo di L. 130,714, e fra questi uno di L. 30.000 a favore dell'Ospedale. (Testamento 30 agosto 1841). Abitava in Milano nella casa di sua propriety in via S. Sofia al n. 4414. Benefice largamente due figli che ebbe a tenere al sacro fonte, apparte- nenti ad una sola famiglia, favorendo anclie la loro madre. Possedeva un casino di villeggiatura a Varese e un palco in quel teatro. Mori I'll agosto 1843. Malgavazzi G-iovanni Battista, di Coriolano, con testamento 24 marzo 1030, rogato Giovanni Giacomo Vitali, istitui eredi i suoi figli le- gittimi e naturali e loro discondenti maschi in infinito, con sostituzione a favore dell'Ospedale nel caso di estinzione della linea chiamata. La sostituzione si e verificata e quindi I'Ospedale ando al possesso di alcuni stabili in Fenegro di pertiche 260, i quali furono venduti con istromento 17 settembre 1032, rogato Giulio Padulli, a Francesca Maria Ferrario per L. 50 la pcrtica e in tutto L. 13,000. Mandelli nobile Bianca Lucia, figlia del conte Antonio, vedova del cavaliere e cittadino cremonese Gaspare Stanga, con atto 14 giugno 1533, dono al monastero del Lentasio una possessione nella Loraellina, sotto condi- zione che in caso di soppressione del monastero, la possessione passasse all'Ospe- dale. La soppressione avvenne nel 1810 e i relativi beni furono appresi dal Demanio il quale, ignaro della reversibilita disposta dalla nobile dama, li ven- dette. - Pero il prezzo ricavato di L. 19,648.40 fu dal Demanio ceduto r.l- rOspedale. Mandelli contessa Francesca, vedova del conte Giuseppe Antonio Arconati Visconti, e figlia del conte Galeazzo e di Aurelia Maria Caccia, mori il 27 novembre 1775, senza figli, essendole premorto 1' unico che aveva, e con testamento 15 dicembre 1772, istitui erede I'Ospedale Maggiore di una sostanza di circa L. 106,000. Destino L. 800 a favore dei poveri della sua parrocchia di S. Pietro sul Dosso, e favori con un largo legato un fratello. Si ha il ritratto eseguito da Pietro Paolo Pessina. IMangiagalli Antonietta, figlia di Giovanni e Corbetta Giulia, nacque I'anno 1808 e mori in istato nubile, il 23 marzo 1872, nella casa in Milano via Orso, n. 14. Nomino erede, con testamento 17 marzo 1871, il mi- norenne Ignazio Maganza, figlioccio del predefunto di lei fratello Ignazio con- sigliere, coll'obbligo di varii legati, fra i quali quelle di L. 30.U00 ital., a favore del sacerdote Francesco Rota di Milano. Questo legato per accordi verbalmente seguiti fra la testatrice e il legatario, doveva, al verificarsi di speciali condizioni, — 11:! — passare all'Ospedale Mncrpiore di Milaiio. Essendosi vorificate lo dette condizioni, il Kev. sacenlote Rota espgui, con una sollecitudinc dopna d'enconiio, il soddi- staciniento del lo^aio aH'Ospedale nel 1SS2. Manzoni Marianna , tlglia di Aurelio o Renedotta Rossipnani, ex. raonaca, niori nella casa in Milano al Ponte Vetro, n. 222(), il 29 aprile 1825. Fu erede il IVatello Pio Manzoni, domiciliato alle Fornaci di Gorgonzola, col peso del leprato di L. 25,000 mil. aH'Ospedale, giusta il di lei testaiiiento IG no- veinbre 1824. negli atti del notaio Giudici Giovanni Battista. — Era di sua proprieta la casa in Milano sull' angolo del Ponte Vetro e via dell' Orso, ai n. 1619 e 1(>20. Fu sepolta nel cimitero di P. Yercollina. dove a sua nienioria fu posta una lapide con questa iscrizione: .1 Maria Manzoni — ex monaca — donna caritato'ole pia — chc lascio di sua bene/tcenza — grata memoria — ai poreri ed ai congiunti — pregate la pace dei giusH — 7nor) nel giorno 20 aprile 1825 — visse anni 72. Marches! Francesco Bernardino, commerciante in panno, con testamenio 11 settembre 1G29, cliiamo erede Pietro Maria, suo figlio o il figlio nascituro dalla moglic Clara Cantoni, quando fosse nato un maschio , e in caso che fosse nata una fenimina, erede il solo Pietro Maria e morendo questi senza figli, sostitul Bianca, Teresa e Ottavia e la figlia nascitura, oppure i figli e discendenti dei medesimi in infinito, e in niancanza di questi, sostitui la fabbrica del Duorao per una raeta e I'Ospedale per 1' altra meta, con di- vers! oneri. Abbandono un botteghino con due luoghi terreni, di contro alia Chiesa di S. Pietro in Gessate, una casa in P. Tosa del valore di L. 9925, altra casa nello strecchiolo di S. Stefano, una casa sulla Cantarana di P. Tosa, del valore di L. 6515, una porzione di casa in via della Passarella, del valore di L. 118G, una possessione in Inzago di pertiche 212, il tutto del valore di scudi 20,000. La sostituzioue a favore dell'Ospedale e della fabbrica del Duorao, si e ve- rificata nel 1GS2 per cui I'Ospedale, per la sua parte, consegui circa L G0,000. Marchesonio G-iovanni Antonio, dl Francesco e di Livia Alenianni, milanese, segretario del Senato di Milano, con testamento 9 ago- sto 1628, nomino eredi due nipoti e i loro discendenti maschi, con sostituzione a favore dell' Ospedale Maggiore di Milano, nel caso che fossero raancati di- scendenti agli eredi. La sostituzione si e verificata 1' anno 1G76, e il L. P. consegui pert. 1200 di terra in Nova, con altri beni in Corbetta e un reddito sulla ferraa del sale di L. 18,750. Si ha il ritratto pervenuto colla eredita. Margaillan Giuseppe, figlio di Matteo e Marianna Orelli , mori in Milano, il ajirile 1872, iu istato celibe, nella casa in via Lanzone, n. 5 per tabe senile, d'anni 76, lasciando erede, con testamento 26 febbrajo 1872, il nipote Pietro Oldraii e beneficando I'Ospedale con un legato di L. 12,000 ital. col peso di un vitalizio a favore della di lui servente. Prescrisse che il trasporto funebre fosse accorapagnato da 50 stelline, con L. 10 cadauna oltre la candela. 8 — 11 1 — Mariani Maria Gaetana, iiiiWa d\ Giovanni Battista e Giuseppa Vigano, sorella del sacerdiHe Luigi Mariani, parroco di Sant'Agata, altro bene- fattore dell'Ospedale, consorelia della confraternita di Sant'Andrea Avellino, nella Chiesa di S. Maria del Castello, moii il 2G gennaio 1843, d'anni 78, nella casa in Milano, via Rugabella al n. 4214 e con testaraento 24 iuglio 1835, chiamo erede I'Ospedale Maggiore, al quale pervenne una sostanza di circa L. !il,493. Si ha il rilratto eseguito da Cesare Poggi. IMarietti G-iovanni Battista, figlio di Michelangelo e di Teresa Franzini, commercio in nastri e sete nella via dei Due muri al n. 1033 fino al 1800. Fu per una lunga serie d'anni amministratore giudiziale della inassa concorsuale del barone generate maggiore Carlo Balabio. Mori d'anni 80, I'll gennaio 1826, nel Comune di Bolzano, riviera d'Orta, dove fece erigere un oratorio dotandolo di una messa quotidiana. Con testaraento lOottobre 1822, istitui erede I'Ospedale, che consegui una soi^tanza di L. 141,241.37, a costituire la quale entrarono due case in via delle Cornacchie ai n. 3918 e 4132, una casa in via S. Giovanni in Conca al n. 4100 e un'altra in via dei Meravigli al n. 2381, quest' ultima venduta al municipio nel 1829 per L. 20,325 austr. Suo padre ebbe sedici figli e si trovava in posizione assai ristretla, ma la fortuna gli arrise, e gli aflari prosperarono cosi, da potere aprire varii negozii, ai quali prepose i figli. — Fu ritrattato dal Comerio. ]Marini Cesare , cavaliere, capitano e cancelliere reale, figlio di Giovanni Battista, istitui erede I'Ospedale coU'onere di una dote a due meretrici di L. 150 e cioe L. 100 in danaro e L. 50 per una sottana e colla condizione che il matrimonio dovesse seguire il giorno dei S. Naborre e Basilic, che si ve- neravano all'altare della cappella da lui fatta fabbricare nella Chie.sa di S. Celso vecchio, coU'ancona stata eseguita da Giulio Cesare Procaccino per ducatoni 14. La disposizione per le doti fu cosi da lui espressa: « Item lascio che ogni anno si maritano due meretrici da esser elette dalli suddetti ed infrascritti esecutori del presente mio testaraento .... confido che. procureranno di eleggere persone che con questo puoco aggiutto mediante la gratia divina si levino dalla raala strada e si riduchino alia vera e buona di vivere christianamente che altro non e il mio desiderio, che questo. » II peso di queste doti fu accollato nel 1785 ai LL. PP. Eleraosinieri. Per- venne air Ospedale una casa in Milano nella via di S. Slefano in Borgogna, venduta nel 1620 alia fabbrica della Chiesa di S. M. di S. Celso. (Testaraento 3 ottobre 1608, rogato Castelli). Mori nel settembre 1615. Marini Giuseppe , di Giacorao , per disposizione testaraentaria 1." aprile 1008, pervenne all'Ospedale, erede di lui, una casa in Milano sotto la parrocchia di S. Bartoloraeo, vincolata all'usufrutto generale a favore della di lui raoglie Paola De Berta. Miarinoni cavaliere Gerolamo, figlio del dottor fisico Francesco, giureconsulto, presidente del magistrate ordinario, raori senza figli in Gaggiano, dove abitava, lasciando il testaraento 2 agosto 1535, col quale lego all'Ospedale alcuni stabili in Sale e Bassignana di pert. 3930 in aggiunta all'assegno fatto — ur. — da lui in vita alio stesso Ospedalo di L. 500 nol \i)\^2. — Nello stesso anno dono pert. oOlT di terra alia famiplia Marinoni. colla condiziono die gli eletti si norainassero cavaliere prime, secondo e cosl via o die fossero decorati di una collana d'orci. deferendo la nomina dei chiamati al Capitolo ospitaliero. IVIarliani Bianca Pietrasanta, principessa di S. Pietro, ma- ritata col conto I'rancosco Pietrasanta, pure priiicipe di S. Pietro, nel regno di Sicilia. colounello degli eserciti di Sua jNIaesta, siciliana, era figlia del conte Carlo, che fa altro dei GO decurioni della citta di Milano. Mori il 1.° marzo 1805. Con testamonto 21 fobbraio detto anno, istitui eredc il figlio principe Carlo Pietrasanta. colla espressa condizione die nel termine di tre anni, decorribili dalla sua morte, dovesse ammogliarsi m faccia alia Madre Chiesa, con una persona di sua condizione e di pieno consenso del di lei marito, e colla dichia- razione che non adempiendo il figlio a tale condizione, si ritenesse privato della ereditd e chiaiuato alia sola legittinia e sostituito nel rimanente I'Ospedale. Insorse contro tale disposizione il figlio erede. Intanto che si stava instruendo la causa, I'erede sposo, I'll febbraio 1815, la nobile dama Fulvia Verri, figlia del conte Pietro. Ad onta di cio I'Ospedale non desistette dal giudizio, anche perche I'erede aveva fatte proposte di transazione. Se non che I'erede mori e la vedova di lui, addivenne nel 1818, coU'Ospedale, ad una transazione nel sense di versare nella cassa del L. P. L. 20,500 italiane. Abbandono una sostanza lorda di L. 262,315. Marliani o Mariani sacerdote Grerolamo, figiio di Giovanni Arabrogio e di Francesca Gravedona, coperse il pesto di Rettore parrocchiale della Chiesa di S. Michele al Gallo di Milano. Sue padre e i suoi fratelli eserci- tarono il inestiere di calzolaio in una bottega di contro all'Arcivescovado (Cara- posanto). Cesso di vivere il 18 febbraio 1051, istituendo erede, con testamento 10 dicembre 1644, 1' Ospedale Maggiore, che consegui una sostanza di circa L. 14,000, gia depurata dalle spese e dai legati. Si ha il ritratto die deve essere pervenuto colla eredita, perche non si rinvennero registrazioni. Marliani Griovanni Griacomo, di Giovanni Antonio, era ascritto alia confrateriiila o scuola della B. V. Concezione nella Chiesa di S. France- sco, era caserma. Istitui erede la nipete Lodovica De Testa, con sostituzione a favore dell'Ospedale nel case in cui fosse morta senza figli. Ad onta che il case si sia verificato nel 1014, si e addivenuto cogli eredi ex-lege ad una tran- sazione, in forza della quale I'Ospedale consegui nel 1617, diverse case in Mi- lano. (Testamento 30 gennaio 1585). Favori con legati diverse Chiese. Marliani Luigi, di Corradino, ammogliato con Bianca Del Maine, istitui erede il nipete Gaspare Aliprandi e lego all'Ospedale due annul redditi di L. 69 e cent. 15 e L. 20 e cent. 15; la somma di L. 3000 e una casa in Milano sotto la parrocchia di S. Stefano col peso di diverse annualita perpetue (testamento 21 luglio 1584). M!arozzi Irene, figlia del dettor fisico Domenico, che fu medico pri- raario dell'Ospedale, e di Francesca Canna, sorella di Giuseppe Marozzi e moglie — IKi — (li Quadri Domenico, anibedue benefattori dell' Ospedale, nacque sotto la par- rocchia di Sant'Eufemia il 27 febbraio 17G9. Mori il 29 novembre 1847, di anni 78, nella casa in via Sant'l']ufemia al n. 4337, dove morirono piii tardi i due benefattori dell' Ospedale, inj^egnere Gianella e barone Colli. Disposti alcuni legati a favore dei suoi parenti, e non avendo eredi necessa- rii, con testam. 21 dicembre 1813, istitui erede I'Ospedale, clie ando al possesso di una sostanza di circa L. 100,000. Nella occasione dei fimerali fu posta sulla porta della Chiesa, la seguente epigrafe dettata daU'araministratorG San Pietro: AU'anima pmszma di Irene Marozzi vedova Quadri — che inorta nel- I'eia di quasi 78 anni — lascia di sc lutto c desiderio — nei congiunli. nei poverelli, in iulli i huoni — e i suoi benefizii perpelui — facendo erede ad esempio del marilo — il grande Ospitale — benedile e pregate — la corona dei beati. Martignoni Bartolomeo , figlio di Nicol6 , ammogliatosi con Angela Brebbia, ebbe due ligli, i quali gli premorirono, lasciandogli cosi aperto I'adito a favorire I'Ospedale, coir istituirlo erede con testaraento 14 marzo 1G16, La consistenza della eredita fu di L. 157,000 imp. Martignoni Marco A.Titonio, dottore in ambe le leggi, figlio di Giacomo Antonio, fu auditore dell'esercito d' Italia in Savoja e in Piemonte, contro gli infedeli. Ebbe per moglie Lodovica Martignoni, dalla quale nacque un'unica figlia. Lascio pero due figlie natural!, avute da Antonia Bossi, e che favori con legati special!. Con testamento 1." luglio 1504, rogato Giovanni Ambrogio Porraneo di Milano, istitui erede il prinio figlio raaschio nascituro dalla sua figlia Leonora, coU'obbligo di nominarlo: Marco Antonio, con vincolo fedecoinmissario e con sostituziono a favore dell'Ospedalo nel caso di estiiizione della linea ciiiamata. — La sostituzione si 6 veriticata I'anno 1702, per la inorte seguita il 20 agosto detto anno, di Ambrogio Gilelta, ultimo chiamato, per cui I'Ospedale ando al possesso di circa pertiche 642 di terra in Bolladello, che pare sia la patria degli avi di questo benefattore. IVCartorino sacerdote Carlo Antonio, figlio unico di Ercole, ca- nonico della Collegiata di S. Stefano di Milano, alia quale fu addetto per 40 e pill anni essendo stato coUocato a riposo nel 17 7G, istitui erede I'Ospedale, che consegui circa L. 40,000. Ordino che ai suoi funeral! intcrvenissero le croci del Laghetto, del Corso di P. Tosa e quella giii del ponte. Mori nell'aprile 1781, proibendo la esposizione del suo cadavere, come si praticava. !Marzio Pollissena, di Cassano d'Adda, figlia di Francesco, vedova di Cristoforo Rotula, che fu regolatore del maglio del Castello di Milano, con testamento 15 aprile 1G30, istitui erede I'Ospedale, al quale pervennerb: una casa da nobile in Milano via di S. Bartolomeo presso i portoni, con una sciosh^a ed un'altra casetta,- e alcuni stabili in Cassano d'Adda, del valore complessivo di circa L. 56,000. 11 di lei marito era fratello dell' ingegnere architetto Giovanni Antonio Rotula della R. Camera, il quale nel 1572 ottenne dal governo il permesso di - 117 — riparare i portoni cli V. Nuova e di appoggiarvi il tetto di una casa di sua proprieta. M^ascheroni Fietro IMartire , fiplio di Alessandro, di Milano, negoziaiite, sposo in prime nozzo Fiaiicesca Scazzosi. o in secondo nozze Ca- terina Casiellini, die era vodova di Giovanni Pietro Medici, e clie dopo il Ma- schenmi, sposo Claudio Carrettone, altro benefattore dell'Ospedale. Con testamento 8 niagpio 1622, istitui erode I'Ospedale facendo legati a favore dei padri regolari di Sant'Antonio, della fabbrica del Diionio, di un nipote e di sua moglie. Porvennero beni in Oorbetta, i quali fiirono venduti nel 1G22 ad un nipote del testatore per L. 30.000 e una casa in JMilano alia Passione, vendiita nel 1036 per L. -1000 imp. La sostanza complessiva risult6 di circa L. 98,000. Iilori il 13 settembre 1022, e fu seppellito neila Chiesa dei detti padri regolari di Sant'Antonio di Milano, nel sepolcro di sua propriety e dove si trovava la prima sua moglie. Si ha il ritratto a mezza figura eseguito dalla pittrice Fede Gallizia. * Mattia Stefano, lilatore, marito di Maria Bianchi Delia Chiesa. Fu erede TOspedale. al quale pervennero circa L. 10,000 nel 1546. IVIedici marchesa Barbara, di Marignano, nacque nel 1591 da Giovanni Giacomo marchese di Melegnano e dalla marchesa Livia Castaldi di Napoli. Fu oducata nel coUegio della Guastalla. Spos6 in prime nozze, il 12 lu- glio 1611, Annibale Delia Tela, giureoonsulto, figlio di Ercole e in secondi voti, nel 1034, i! nobile dottor Gerolamo Monti, milanese. Rimasta vedova del secondo marito il 5 gennaio 1050 e arrivata all'eta d'anni 62, fece il testa- mento 25 settembre 1656. e non avendo discendenti, istitui erede 1' Ospedale, al quale pervennero alcuui stabili a Ornago di circa pertiche 600, coH'obbligo che non fosse mai permesso di ballare o di esercitare altri atti profani nella sua casa da nobile. Lego una casa con ronco a Ornago a favore dei Padri Cappuccini per fabbricarvi un raonastero. Mori il 24 febbraio 1657. IVIedici Giovanni -A.ngelo, figlio del marchese Bernardino o di Cecilia Serbelloni, fratello del celebre capitano di ventura Gian Giacomo Me- dichino, nacque in Milano il 31 marzo 1490. Venne creato cardinale prete del titolo di S. Pudenziana 1' anno 1518, ed elevato all'alta e suprema dignity di Papa il 21 dicembre 1559. Mori a Roma il 10 dicerabre 1565, di febbre ca- tarrale, assistito spiritualmente da S. Filippo Neri e da S. Carlo suo nipote materno. Assistette alia fine del Concilio di Trento, di cui confermo i canoni. Questo pontefice era cosi animato dal sentimento di beneficare I'Ospedale Mag- giore, che con bolla 15 ottobre 1561, gli aggregava o meglio gli assegnava i vasti possedimenti di Fallavecchia g\k spettanti all'Abbazia di Morimondo. Pol con bolla 1.° marzo 1559, accordava 1' indulgenza plenaria, o Perdono. come volgarmente si chiama, da lucrarsi in ogni anno dispari nella occasione che nella Chiesa dell'Ospedale si celebra la festa titolare dell'Annunciazione di Maria Vergine. Contribui all' erezione del collegio romano e del collegio Bor- romeo a Pavia. Fece edificare il Borgo Pio, e restaurare diverse Chiese , au- lis — mento grandemente la magnificenza del palazzo Yaticano. Istitui le stamperie vaticane, arricchi Roma di monuinenti splendid! e di memorie importantissime. Con atto 11 mar/.o 155G, douo all'Ospedale iin reddito di L. 5000 sopra i dazii della raercanzia e sulla ferma del sale, reddito che fu poi ridotlo dallo Stato a L. 1870 coH'obbligo di convertire la detta annua- Hta in sollievo, finche ve ne fossero stati, di quelli che vennero dannepgiati dai fra- telli del donante Giovanni Giacomo, Giovanni Battista e Gabriele in occasione della loro alleaiiza col duca di Mi- lano Francesco II Sforza. Un' altra elargizione fu la donazione fatta all'Ospedale del beni della Abbazia di Ganna ridotta in comraenda e della quale era investito nionsignor Ascanio Cesarini. — II card. Giovanni Angelo Medici sollecito la rinuncia dell'Abbazia dal Cesarini, il quale la cedette riservandosi 700 scudi d'oro, assegno che fu dal card. Medici redento nel 1548. La donazione all'Ospedale fu sancita con bolla pontificia di Paolo IV, in data 22 agosto 1556. Anche in morte non dimentico I'Ospedale chiamandolo erede in via di sostituzione ai di lui parenti, sostituzione che finora non si e verificata. II Pontiflcato di Pio IV fu meraorabile e benemerito della cristianiU per aver riconvocato il Concilio di Trento e per averlo chiuso nel 1563, con ri- sultati che superarono in importanza tntti i precedenti concilii. — Roma poi sperimento in altissimo grado la munificenza del Pontefice milanese nei grandiosi monumenti di cui, coadjuvato dal sommo Michelangelo Buonarotti, I'arricchi. Pio IV visse 66 anni di eta, e di essi fu Pontefice quasi sei anni, durante i quali, in quattro concistori, elesse 46 cardinali, e di essi otto milanesi (Ser- belloni, Eorromeo, Sirnonetta, Visconti, Castiglioni, Crivelli, Alciato e Grassi), oltre a due lombardi, Gambara di Brescia e Tolomeo Gallio di Como. Un primo ritratto a mezza figura, ordinato nel 1602, venne eseguito da Camillo Serbelloni. A questo ne fu sostituito uno a figura intiera nel 1677, eseguito da Ottavio Bizzozero. Medici di Seregno nobile Giuseppe, figlio di Antonio e di Marianna Bellini, vedovo di Marglierita Confalonieri, mori il 1." luglio 1838 in Milano, sotto la parrocchia di S. Babila, d'anni 58. La di lui salma fu tra- sportata a Copreno. Lego all'Ospedale una possessione nel Comune di Quartiano di pert. 2300, — 110 — del valore di L. 410.000, coll'obblifio di tenere allestili in perpetuo, sei letti pei poveri cronici doi Comiiui di C'apriano, Seregiio, Villa Raverio o Meda, oltre la cura balnearia a favore dei pellagrosi dei detti Comiini. Proibi di fargli il ritratto, nia raiuiuiQistrazione, per non contravveniro alia volonta del testatore e ricordare nello stosso tempo la sua beneficenza, fece eseguire un dipinto allegorico, siii quale leggonsi le iseguenti parole: « Alia modesta pietA del nobile Giuseppe Medici di Seregno , raorto il 1." luglio MDCCCXXXV^II, I'Ospedale Maggiore di iMilano legatario. » Plavvi il ritratto eseguito da Ainbrogio Casanova. !Medici sacerdote nobile Fietro, nacque in Milano sotto la parrocchia di S. Stetaiio il 18 ottobre 1800, dai coniugi dottor fisico Gaetano e nobile Francesca Mozzoni. Appartiene alia faniiglia dei Medici di Novate, ramo laterale dei Medici di Lombardia e di Toscana, coi quali aveva comune lo stemma gen- tilizio. — Avviatosi alia carriera eccle.^iastica, fu per parecclii anni in cura d'aniine nella Chiesa di Sant'Eustorgio, spiegando in tale rainistero tutta I'energia del sue carattere e dedicandovisi colla piii insigne carita. In causa della salute cagionevole dovette cessare dall'esercizio di tale rainistero; ad onta di ci6 noi lo troviamo ad assisiere i colerosi nel 1836. Si dedico all'istruzione nella qualita di professore ginnasiale ed alia predicazione, nella quale sail in fama fra i migliori, clie alio sue prediche, ai suoi panegirici era sempre affollato r uditorio. — Fu anche ottimo patriotta, e come tale prese parte ai moti del 1848 nella qualita di cappellano dello squadrone di guardia nazionale a cavallo, per il qual fatto dovette sofTrire inquietudini dal Governo Austriaco. Tradusse di- verse opere francesi ed inglesi di letteratura ecclesiastica, fra le quali il poema di Racine suUa Grazia celeste e i Discorst del Cardmale Wiseman, compiendo anche una traduzione poetica e felicissima dei Salmi. Servi per il lungo periodo di 27 anni il Pio Istituto di S. Corona nella quality di Sacerdote Visitatore con plauso dei suoi superiori e con soddisfazione dei poveri, coi quali -si comporto mai sempre con modi cortesi ed affabili. Fu collocate a riposo nel 1858 con anuue L. 2G4,S3 corrispondenti all'intiero sa- lario e colla dichiaraziono da parte della Direzione Ospitaliera che egli fu sempre dislinto per esemplare atlivila, diligenza, fedella ed onoratezza. Nel 1871 fu nominate cavaliere Gerosolimitano. — Mori in Milano il 7 giu- gno 1883, d'anni 83 e con testaraento 27 dicembre 1880, nomin6 erede I'Ospe- dale Maggiore di Milano, il quale raccolse una sostanza di circa L. 105,000 %\k ridotta della somma di L. 7.^,000 occorsa per le spese ed i legati. Lego airO.-^pedale Fate-bene-fratelli L. 12,000 per la istituzione e raanu- tenzione di un letto per un malato sotto il titolo di legato Medici nella sala dell'Ordhie dei Cavalieri di Malla con dichiarazione che se la somma da lui disposta non fosse sufficiente, dovesse essere aumentata dall' erede, cio che av- venne coU'essere stata elevata a L. 14,000. Lascio alia Biblioteca Ambrosiana di Milano i libri, le stampe e gli oggetti d'arte, non che il legato di L. 10,000 per una volta coH'obbligo di impiegare il reddito nell'acquisto di opere. Si ha il ritratto, a figura intiera, eseguito dal cav. Luigi Bianchi. — 120 — Mellerio conte Giacomo, figlio dei coniugi conte Carlo e Rosa Sbaraghiiii, vedovo della contessa Elisabetta Gastelbarco. fu consigliere intimo deU'imperatore d'Austria, cavaliere di prima classe dell'ordine iinperiale della co- rona ferrea e commendalore di quello di Leopoldo, gran croce dell'ordine pon- tificio di S. Gregorio Magno e dell' ordine sardo dei SS. Maurizio e Lazzaro. Dal 1831 al 1847 appartenne al consiglio di amministrazione del coUegio della Guastalla. Era oriundo di Domodossola, dove fece erigere iin fabbricato per le scuole pubbliche. Notissimo per pieta, cittadino beneinerito, protettore dei poveri e degli orfanelli, disimpegno cariche important!. Gli istituti di beneficenza e di caritd ebbero in lui chi un integerrimo amministratore, chi un protettore zelan- tissimo, chi un fondatore. La religione e la Chiesa un devotissimo figlio. Mori in Milano, il 10 dicembre 1847, e con testamento 13 ottobre detto anno, nomino erede 11 nipote conte Giacorao Della Somaglia. All'Ospedale Maggiore lego L. 110,000 austr. Benefico con legati le figlie di Maria in Mantova, il Parroco per tempo di Ronchetto, gli oratorii di S. Carlo e di S. Luigi in Mi- lano, i Luoghi Pii elemosinieri per i poveri vergognosi, gli oblati di S. Sepolcro, la fabbrica del Duomo, lo Stabilimento dei discoli, il tempio di S. Carlo, I'Ospe- dale Fate-bene-sorelle o gli Orfanotrofii maschile e femminile. L' importo dei soli legati da lui disposti, raggiunse la ragguardevole cifra di L. 1,962,000 circa. Si ha il ritratto, eseguito dal cavaliere Giuseppe Molteni. Mellerio conte Griuseppe Battista, di Giovanni Giacorao, mori il 22 dicembre 1809, d'anni 84. 11 di lui cadavere fu seppellito nel cimitero di Garegnano. Dono in vita all'Ospedale italiane L. 123,000. La di lui famiglia proveniente dalla valle Vegezzo si e fatta ricca coUa ferma generale in Milano sotto Maria Teresa. II padre di questo benefattore era coramesso presso lo studio di un banchiere. Si ha il ritratto, lavoro di Gerolamo Stambucchi. Meloni Carlo, di Pictro, con atto 7 giugno 1873, cedette all'Ospe- dale Maggiore di Milano, il capitale di italiane L. 20,000, coU'obbligo di cor- rispondergli vitaliziarmente e annualmente L. 1200. II Consiglio degli Istituti Ospitalieri, applaudendo ai benevoli sentiraenti del cedente, e avuto riguardo alia tenuita del vitalizio in relazione alia sua eta piu che settuagenaria, ed alia cagionevole di lui salute, si e assunto 1' impegno di fare eseguire , lui vivente, il ritratto da esporre nel giorno della festa del Perdono. Nato il 12 maggio 1798, e dal 1852 colpito da paralisi all'arto inferiore destro, mori, celibe, il 5 settembre 1875, in Gudo Yisconti, dove possedeva e dove si era trasferito nel 1873. Con testamento 21 marzo 1874, aveva istituito erede I'Ospedale Maggiore, ma in causa dell' importo grave dei legati vitalizii e per una volta da lui di- sposti, la eredita non fu accettata, e quindi raccolta dai successibili ex-lege. Dispose che nel cimitero gli fosse posta una croce di ferro colla seguente iscri- zione: Chi, nasce muore! Cost Carlo Meloni, nato il giorno 12 maggio 17 OS mori il giorno — — Per trentasei anni tenne aperto negozio da droghiere in Milano, nella via Vigentina, n. 25. Si ha il ritratto, eseguito da Carlo De Notaris. — 121 — M'elzi Fioravante, con atto It niafrc:io 1591, Giovanni dono al- r Ospedale L. 10,000 du pagarsi dopo la di lui iiiorlo, la quale avvenne il 17 ottobre 1502. IMelzi conte Giacomo, nacque il 22 agosto 1721, dal conto Fran- cesco e Anna Molzi, cavaliore di Malta, zio del conte Francesco Melzi, vice presidento della Repubblica italiana, poi gran cancelliere e guardasigilli della corona (1S05), diica di Lodi. A dieci anni rArcivescovo di Milano , cardinale Benedetto OLJescalchi gli confer! la clericale tonsura e lo ascrisse al servizio della Chiesa di S. Sepolcrc). Ma poi lascio ogni idea di seguire la carriera ec- clesiastica per entrare nella realo Accadeniia di Torino, liidi prese servizio nell'esercito pieinontese arrivando al grado di capitano (1). Si dice clie egli avesse la mania di dare alle fiamme tutte le carte die gli capitavano alle mani. Sue padre, riraasto vedovo, si fece sacerdote. Mori il 19 gennaio 1802, d'anni 82, legando con testamento 12 gennaio detto anno all'Ospedale Mnggiore, clie viene da Ini cliiamato: Casa di Dio. L. o0,000 per il proseguimento del fabbricato Macchi, da dedursi pero quanto egli avesse pagato in vita per mano incognita. La persona che fece i versamenti fu il barnabita Quadrupani, il quale dichiaro che erano state versate L. 30,6G7. Ha pure prestati in vita soccorsi aU'Ospedale per la fabbrica e per I'acquisto di mobilia. Furono eredi i nipoti Francesco e Luigi, fratelli Melzi. Havvi il ritratto eseguito da Aatonio Schieppati. Melzi conte Giovanni Antonio, dei conti di Trenno, nacque il IG settembre 1060, dal conte Caraillo e da Francesca Frisiani. Grande iinio- siniere e priore del Monte di Pieta. Si vuole che sia raorto in concetto di santit^. Leg6 all'Ospedale Maggiore di Milano L. 100,000, pagate da lui prima della sua morte avvenuta il 2 noverabre 1735. Lego inoltre L. 12,000 al L. P. dei Melzi (testamento 3 gennaio 1735). Fu deputato dell'Ospedale dal 1685 al 1729. Fu erede il nipote conte Cesare Monti, coU'obbligo di assumere il co- gnome dei Melzi. Si ha il ritratto eseguito da Giovanni Angelo Porrone. Messerati conte r^ficolo, figlio dei coniugi Giuseppe Maurizio e Maddalena Visconti, giureconsulto, dei 12 di provisione, dei conti e feudatarii di Lodi vecchio, raori, celibe, il 9 ottobre 1783, dopo di avere quattro giorni prima fatto il testamento col quale istitui erede I'Ospedale, con proibizione di fargli il ritratto. Voile che il suo corpo, fatto cadavere, fosse portato senza alcuna pompa anzi more patiper-um. nella Chiesa di Sant' Antonio in P. Romana e sepolto nel sepolcro di sua faraiglia. Lego un suo abito intiero di stoffa d'oro, alia B. Vergiiie A-Molorata che si venerava nell'oratorio di S. Romano in P. Orientale. L' Ospedale in causa di sopravvenute passivita , eredit6 sole L. 47,262, mentre la sostanza da lui abbandonata risulto di L. 228,426. (I) Calvi : Fnmiglic notahili nx'danesi. — 122 — M^icconi sacerdote Alessandro, figlio di Nicola Maria, mori nella casa di sua proprieta in Milaiio, sul piazzale dei Resti al n. 3376, il 16 mag- gio 1798, d'anni 75, abljandonando una sostanza di circa L. 540,000, costituita per la raapgior parte da stabili, sostanza chc venne raccolta dall' Ospe- dale Maggiore in forza del di lui testamento 25 marzo 1798, nol quale riservo 1' iisufrutto a favore del fratello Ambrogio, padre barnabita e della so- rella Maria Giuseppa ex monaca. Ordin6 che fossero fatte celebraro subito dopo la sua morte, dai Padri Cappuccini e Mendicant! di Milano, compresi i Riforinati di S. Ambrogio ad Xemus messe cento in ciascun convento. Abban- dono sette possessioni, sei case in Milano e due pal- chi, uno nel teatro grande in prima fila a sinistra al n. 12, e I'altro nel teatro della Canobbiana pure a sinistra in terza fila al n. 12, i quali palchi fu- rono valutati L. 25.000 mil. Gli si trovarono giacenti in cassa L. -10,000. — Si ha il ritratto eseguito dal Bellati. Micheli Carlo Bernardo, figlio di Giovanni Battista e di Maria Maddalena Gaimi, fu laureato dottore in medicina a Pavia, il 13 giugno 1760. Era fratello della Genueff'a Micheli , altra benefattrice dell' Ospedale e che fu erede di lui, con un legato all'Ospedale di alcuni stabili in Ajcurzio vincolati ad usufrutto a favore di lei (testamento 5 agosto 1795). Questi stabili lurono venduti dall'Ospedale alia ditta Gaetano Tacioli nel 1801 per L. 50,970. Micheli Genueffa, sorella del suddetto, stretta in parentela con un sacerdote curato dell' Ospedale Maggiore, disponeva, dietro consiglio di lui, con testamento 8 agosto 1800, a favore dell' Ospedale stesso, che consegui una sostanza di mil. L. 80.100. Mori il 3 febbraio 1801. Si ha il ritratto eseguito da Francesco Antonio Biondi. Migliavacca Giuseppe , con testamento 4 luglio 1649, istitui erede il figlio nascituro della sua moglie Margarita Pellegrini, se maschio, col- I'obbligo di dotare convenientemente le due figlie Anna Gerolama e Marta. Nel caso invece in cui nascesse una figlia, nomin6 eredi questa e le altre due figlie colla sostituzione a favore dell' Ospedale, quando raorissero senza discendonti. Sopravvisse soltanto la Marta, la quale sposo nel 1GG3, il conte Francesco Matteo Taverna, e che mori nel 1733 senza lasciar figli, per cui si verified il caso a favore dell' Ospedale, che anche in via di transazione consegui, il 23 aprile 1733, tante cartelle per il valore di L. 50,326. — 11 conte France- sco Matteo Taverna, figlio del conte Carlo e di Laura Trotti, mori il 17 no- vembre 1717. Miglio Domenico , figlio di Giovanni Maria, arrivato all' eta di 60 anni, senza figli e rimasto vedovo di Anna Maria Picozzi. con atto 13 feb- braio lGO-1, rogato Giuseppe Maria Pionni, dono aH'Ospedale peiticho 180 di terra in Vermezzo e una casu da pigionante in Vigano, col vincolo dell' usu- frutto a di lui favore. * Milano. Citti. Donazione di L. 21,80-1,19.9 nol 1040. Millesio G-iuseppe, figlio di l-'rancesco, esercente negozio da fer- rarezza nolla ca^a di sua propricta in Milano, giu del ponte di P. Romana al civico n. 4410, non avendo tigli, con testamento 27 agosto 1784, rogato Carlo Ottavio Magnetti di Milano, leg6 all'Ospedale L. (30,000, da pagare dopo la morte deH'usulVuttuaria sua moglie Paola Penaglia, la quale mori il 7 mag- gio 1817. Nel settembre 1818 furono versate nella cassa del L. P. L. 49,000 milanesi. ch6 le altre L. 11,000 lo erano g\k state prima. Fu esecutore testamentario di lui il celebre chirurgo Domenico Mainardi. La somnia legata sarebbe stata tale da richiedere il ricordo del ritratto a raezza figura, ma non lo si e fatto per i pesi posti a carico del legato. La casa succitata fu venduta dall'Ospedale a Carlo Bianchi. Miramonti Teresa, figlia dei coniugi Giuseppe, di condizione ira- piegato e Giuseppe Caccia, oriunda di Cuggiono, visse esercitando atti di carita e di pieta che le erano acconsentiti dalla sua posizione agiata. Divenuta cieca ventotto anni prima di niorire, sopporto con calma e cristiana rassegnazione la sua disgrazia, Di carattere dolce e arrendevole, seppe farsi amare da chi I'avvicinava. Scossa dalla raorte, avvenuta il 20 marzo 1883, del fratello Fer- dinand©, segretario di prima classe presso la Direzione del Tesoro di Milano, che conviveva con lei e al quale professava tanta affezione, non tard6 a rag- giungerlo, che essa mori il 22 aprile 1883, d'anni 76, nella casa in Milano, via di S. Nicolao, n. 2, in istato nubile. Cugina di S. E. il Patriarca Ballerini, gli lego L. 10,000 con testamento pubblico 19 aprile 1883, nel quale leggonsi fra le altre disposizioni la seguente : « Memore del desiderio espresso dal fu amatissimo padre e per soddisfare alia mia inclinazione di concorrere a sollievo dei poveri sofferenti, nomino ed instituisco quale mio erede universale I'Ospedale Maggiore di Milano. » Favori i suoi compagni di sventure, i ciechi, con un legato di L. 1000, e lego altrettanto alia Pia Casa del Rifugio. Benefico largamente la sua donna di compagnia che le era affezionatissima e non diraentico la sua domestica. La sostanza nitida da lei abbandonata e raccolta dall'Ospedale fu di circa L. 80,000. Si ha il ritratto a figura intiera, eseguito dal pittore Enrico Crespi per L. 1000. Missaglia Giovanni Pietro, di Giovanni Paolo, negoziante in pannine, raorl VS settembre 1580, dopo di avere sette giorni prima fatto il suo testamento. Non avendo impegni di famiglia, istitui erede I'Ospedale Maggiore di Milano, coH'obbligo di erigere e fondare nella sua casa in Rho, un collegio sotto la invocazione di S. Caterina vergine, ed ivi accogliere 12 fanciulle po- vere che avessero fatto voto di castitii, con preferenza alle figlie della sua agnazione, da eleggersi perpetuamente dal Capitolo ospitaliero. A questa disposi- zione fu subito dato esecuzione col far erigere in Rho il detto collegio, ma non si tardo molto a riconoscere che la casa abbandonata dal testatore e adattata a — 124 — queir u5;o era angusta e incomoda o percio il Capitolo ospilaliero, ricorse a S. Sautita per ottenere la facoltii di veudere la delta casa, iiripiegando il prezzo neir acquisto di un' altra in Milano. Avuta la licenza ponlificia si 6 fatta la vendita della casa in Rho per L. 18,000. Intanto le figlie fiirono raccolte nel locale deirOspedale di S. Catterina al ponte dei Fabhri, dove rimasero per pa- recchi anni. Nel 1002, si acquistarono per la erezione di un nuovo coliegio, pertiche 13 di ortaglia presso la strada di S. Biirnal)a, da Giacoino Del Conte per L. 17,(_i00. — Pare che il trasporto delle figlie dall'Ospedale di S. Catterina al ponte dei Fabbri, nel nuovo locale a S. Barnaba, detto di S. Catterina alia Ruota, sia avvenuto nel 1007. — Per la costruzione del nuovo locale si sono spese L. 55,152. 10 9. — Nel 1014 furono pagate a Vitruvio-Giussano detto il Belono piccapieire L. 73, per una lastra di inarmo bianco con una iscrizione di N. 212 lettere, collocata alia porta del pio coliegio delle dodici putle vergini di S. Catlerinn addielro il fosso di P. Romana per andare alia Pace. La lastra portava questa iscrizione: Collegium duodecim virginum — kub numine — D. Calherincc Virg. et Mart. — a lo. Petro Missalia Op. el religios. civ. Mediolan. — omnibus bonis agri Baud, testamento assignatis — inslilulum — ex nutu Prccfecto- rum Max Xenodochii Mediol. — quos hceredes dixit — perp. adrninistran. Avvenuta la soppressione del coliegio, il locale di S. Catterina alia Ruota fu appreso dal demanio, dal quale, per disposizione di Maria Teresa, passo al- r Ospedale nel 1780, per la iiuova residenza del L. P. degli esposti. II Missa- glia nel 1570 venne in soccorso delle miserie dell' Ospedale acquistando alcuni stabili in Molinazzo che I'Ospedale stesso fu costretto di vendere per far denaro. Missf^glia Lavinia, di Gerolamo, con testamento 1.° febbraio 1070, rogato Giovanni Battista Lampugnani, lego all'Ospedale L. 12,000 per una volta. Quest' importo fu dal Capitolo ospitaliero destinato per il pagamento delle carni e delle balie, saldando cosi un debito che si era dovuto contrarre in causa delle miserevoli condizioni finanziarie del L. P. IMitta Baldassare, figlio di Giovanni Pietro e Cleraenzia Pioltello, di Milano, sposo, nel 1075, Teresa Piantanida. Mori il 23 agosto 1087 e non avendo figli, ne agnati, chiamo erede universale I'Ospedale Maggiore, con testamento 6 settembre 1084. — L' eredita consistette in beni stabili situati nei territorii di Corsico, Inveruno, Cornegliano e in Buscate, dove qualche volta tenne domicilio. Gli stabili in Corsico furono venduti nel 1097 ad Antonio Migliavacca per L. 3500, coU'obbligo in perpetuo di pagare annue L. 440 per la celebrazione di una raessa quotidiana disposta dal Mitta. Suo avo, di norae Baldassare, era mercante di seta. Si ha il ritratto eseguito da Andrea Porta. HVIolgula Mlatteo, di Giorgio, mercante d'oro e d'argento, sposo in prime nozze Angelica Rajnoni e in seconde nozze Clara Bugatti, che gli soprav- visse. Con testamento 20 luglio 1529 e codicillo 8 agosto 1540, chiamo erede I'Ospedale, proibendo quahmque contratto dei suoi beni di Cernusco Lorabardone, cogli abitanti e possessori entro il circondario di 12 miglia dal detto Comune, dove mori nell'agosto 1540. La consistenza della eredita fu di circa L. 15,000. J -l> Molo marclioso G-iovanni Paolo, liglio del banclnoro Paolo An- tonio e di Teresa Dallii. La ili liii famiglia, dei marohesi di Azzate,, provieno da Corao. Copri diverse cariclie o disimpefjn^ diverse imprese: sogretario del Senato. impresario della iiiercanzia e del rimplazzo, fermiere del sale, tesoriere generale niilitare. — Lascio cinque figli avuti dalla nioglio Teresa Ter/.i, figlia di un mercante di ferreria di Bergamo, e cioe due maschi, doi quali uno s' 6 fatto prete e divenne canonico di S. Maria della Scala, e tre feminine. Mori in Milano nella casa nel Borgo di P. Orientale al n. 6G4, il 20 maggio 1760, quattro giorni dopo di avere disposto per atto di ultima volonta della sua so- stanza di circa L. 000,000. Furono eredi i due maschi con un legato a favore deirOspedale di L. 100.000 mil., sotto diverse condizioni e fra lo altre, che il legato non fosse pagabile che nel caso in cui I'oberato di lui figlio Giuseppe Antonio, fosse morto senza figli. Questa disposizione lascio aperto I'adito ad una causa, la quale i'li assopita con un amichevole componimento nel 1810, mediante il pagamento all'Ospedale legatario della somma di L. 58,843. 08. IVIondolfo conte Sebastiano, figlio di Adamo, mori il 5 maggio 1873, d'anni 77. in Milano nella casa Corso Venezia, n. 41, per mal di cuore, le- gando all'Ospedale L. 20,000, col testamento 21 ottobre e codicillo 10 marzo 1873, Con istroniento 28 marzo 1872, fondo un asilo per 1 ciechi in locali eretti sopra una parte dell'area giii occupata dal collegio delle nobili vedove. Sborso a tale intento L. 207,375. Egli per6 mori prima di vederlo a funzionare, che le prime accettazioni avvennero nel novembre 187G. Altamente benemerito per altre opere di splendida ed illuminata benefi- cenza, col codicillo 10 marzo 1873, istituiva presso la Congregazione di carit^ di Milano, una beneficenza speciale, avente lo scopo di sussidiare mediante borse di collegio od assegni di educazione, se maschi, e mediante dot!, se fem- raine, tigli di impiegati dello Stato, della Provincia, del Comune e delle Opere pie, i quali per la morte del padre o per particolari circostanze, pur conser- vando il carattere di condizione civile, trovansi in istato di bisogno. Gli assegni per le borse variano dalle L. 400 alle L. 1200. La dotazione della instituzione e costituita da un capitale di L. 400,000. Moneta nobile Giovanni Antonio Lodovico, giureconsulto, figlio di Luigi, pure giureconsulto e lettore nella Palatina, e di Dorotea D'-\dda, mori il 17febbraio 1677, d'anni 52, essendo nato nel 1625. Con testamento 13 feb- braio detto anno, istitui eredi in parti eguali i padri della compagnia di Gesu del collegio di Brera, I'Ospedale Maggiore e Gerolamo Vitali, suo nipote e figlio della di lui sorella Francesca. Voile essere seppellito nella Chiesa di S. Barbara delle Madri cappuccino di P. Nuova. Dispose, fra gli altri legati, il seguente: « Al venerando deposito, ossia scurolo di S. Carlo in Duomo, il scrittoio « di S. Carlo con I'officio miniato, I'officiolo piccolino del Santo Crocefisso .scol- « pito con Crocefisso piccolo di corallo, quale si crede probabilmente fosse de^ « Santo, ei due Crocefi>si di avorio mezzani, che erano li piii famigliari del « Santo, e inoltre il Crocefisso di deposito di nostro Signore al sepolcro che « ebbe il Santo avanti gli occhi nel tempo della morte, e voglio che si faccia — ]2G — « iin vestarino per meltervi dontro le suddette cose, mettendo sul vestarino la « soguonte iscriziono: » « lias rea glorioaissimus Antistes Carolus Rcverendo Prcesbziero Ludovico Moneta, legavit et donavit ejusdem sancthsimis cineribus el monumenth alter Ludoviciis Moneta J. CC. ad rnojorem Sancti Antistitis gloriam donat. sacrat. — Questi oggetti clie il gloriosissimo Arcivescovo Carlo lego e dono al reverendo sacerdote Lodovico Moneta alle sue santissime ceneri e monumenti, un altro Ludovico Moneta, giureconsulto, a maggior gloria di lui, dona e consacra. » AU'Ospedale toccarono circa L. 73,000. Si ha il ritratto, eseguito da Salomone Adler. M!onicelli GJ-iulio, con testamento 13 febbraio 1G77, rogato Giovanni Pietro Delia Porta, istitui erede la figlia Anna ^laria maritata con Carlo Maria Maggi, segretario del Senato e lego all'Ospedale due capitali doU'annua comples- siva rendita di L. 50G, da rilasciarsi alia morte della di lui moglie Agnese Bertolazzi. II rilascio avvenno il 19 settembre 1682. MIonti nobile Anna Secco ID'Arragona, di Francesco Ber- nardino, rimasta vedova. del nobile Giovanni Foppa, sposo il capitano Giulio Cesare Secco. Questa donna, che mori il 7 novembre 16G1, d'anni GO, non fece alcuna diretta disposizione a favore del L. P., ma fu interprete dei suoi desi- derii che il marito di lei chiamava erede 1' Ospedale. Si ha il ritratto pervenuto coU'eredita. !Monti card. Cesare, figlio del conte Piincivalle, vicario di provvisione e senatore, e di Anna Landriani, fu n'.incio pontificio in Ispagna, patriarca d'An- tiochia, Arcivescovo di Milano, I'anno 1632, essendo successo al Cardinale Fe- derico Borromeo, indi Cardinale col titolo di S. Maria Transpontina e della Santa Chiesa milanese. Tenne questa carica per quasi vent'anni, facendosi ben volere per le sue rare qualita. Istituj ed avvantaggio congregazioni. Riform6 I'ufficiatura ambrosiana, pubblicando una bella edizione del Breviario. Con atto 3 febbraio 1650, fece dono agli arcivescovi pro tempore di Milano, di una bella e pregevole raccolta di dipinti di autori distinti, da lui acquistati per scudi 8000, somma ricavata dalla vendita degli argenti che egli possedeva al suo arrivo in Milano. I quadri vennero allora stimati dai pittori Filippo Berta, Plaminio Pasqualini, Carlo Nivolone detto Pamfllo e Antonio Scaletta. Fece fabbricare la Chiesa della Madonna in Concesa. Con testamento 12 giugno 1650, istitui erede I'Ospodale Maggiore di Mi- lano. Merita di essere qui riportato il seguente brano delle di lui disposizioni testamentarie : « In prime luogo pieno di confusione e di pentimento confesso di avere piu che raolto offeso la maesta e bonta di Dio, di non aver ben usato dei ta- lenti, e mal corrisposto alle grazie ricevute, e di essere stato in effetto uno dei piu beneficati ed insieme uno dei piu ingrati uomini del mondo. Ma non- dimeno io confido nella clenionza di Dio. » Voile essere seppellito in Duonio nella cappella della Madonna dell'Albero ai piedi del suo antecessore Cardinale Federico Borromeo, prescrivendo la se- - 1-J7 — guente iscri/ione: Ossa Cdsaria Monti card/nai/s et Archi'cpiscopt Mcdiolam. Vixit av)ws.... Riwit ecclosinjn.... obiit anno.... Mori il 10 nc;ost(i lOaO. La consistenza della di liii oi-oilita fu di L. 2(1,900 circa. MIonti Giovanni, ragioniere, inori in Milano il 23 novombre 1824. Cogli atti d'ultima voloiiu'i, lo, 23 e 28 ninggio, 11 e 30 giugiio e 29 settem- bre 1824. istitui eredi i tVatelli di lui, Luigi o Giuseppe, abitaiUi a Veuezia, e la sorella Marietta niaritata Caprotti di Milano, coU'obbligo di rilnsciare a tilolo di legato a favore dell'Ospedale di Milano, il capitale di L. 14,582. So ital., dovuto da Marta Azzanello. Prescrisse clie i frutti del detto capitale dovessero essere ero- gati per una metfi per I'acquisto dei generi di farniacia in servizio dell'Ospedale. Monti Luca, nacqne a Milano dai coniugi Pictro e Racliele Grassi. Mori celibe a OS anni. il 21 marzo 18SC, in causa di apoplessia. Furono eredi, in forza del testaraento ologratb 19 febbraio 1886, i nipoti sacerdote Edoardo Pirovano. residente a Besana e tanto favorevolinente conosciuto, Irene Pirovano maritata coiringt-gnere Tarantola. e Antonietta Pirovano niaritata col dottor Ceruti Luigi. Lego all'Ospedale L. 00,000 e il suo ritrattd ad olio eseguito dal cavaliere Bertini, da esporsi nella occasione della festa del Perdono. all'lstituto dei ciechi L. 30,000, ai Sordo muti di campagna L. 10,000, ai Sordo-muti della cittA L. GOOO, all'lstituto Kramer L. 15,000, all'Associazione generale degli operai L. 10.000, alia Casa ecclesiastica pei sacerdoti infermi L. 10,000, agli Asili L. 5000 , alia P. C. di S. Giuseppe L. 6000, all' Orfanotrofio maschile L. 10,000, air Orfanotrofio femrainile L. 10,000, al Pio Istituto della inater- nita L. 5000, al Rifugio L. 20,000. L'importo complessivo di queste benefi- cenze e di L. 203,000. Dal suo florido e gioviale aspetto traspariva in uno alia pacata serenity della mente la bontji inesauribile del cuore. Nelle amiclievoli discussion! la sua parola, sempre franca e aniraata, talvolta quasi burbera, ma seinpre schietta e persuasiva e sem[ire corroborata da un giusto raziocinio, era apprezzata e i suoi sani consigli facilmente accolti. Dalla raercatura, a cui dedico instancabil- niente ed abilraente gran parte della sua vita, ricavo hicri non meno copiosi che one.-ii. Sensibile e benefico, egli abhorriva dalle inanifestazioni di gratitudine dei beneficati, bastandogli la coscienza di avere elargito il proprio obolo laddove giudicava che il bisogno era reale e imperioso. Le disposizioni suaccennate a favore dei LL. PP. sono una testimonianza della sua gentile e squisita pietA. I suoi prediletti erano i ciechi raccolti nell'Istituto Mondolfo. Fra i molti segni di deferenza di cui egli fu largo verso di loro, raerita di essere ricordato I'atto di patriottismo, di filantropia e insieme di religiosa pieta, per cui egli alia morte del re Vittorio Emanuele, voile che anche quell' istituto si associasse degnamente alle affettuose dimostrazioni della nazione intera, col fornir loro i inezzi occorrenti per onorare di solenni esequie la morte del re. — Un maestro cieco, riconoscente verso tanto benefattore, lesse parole affettuose e com movent! sulia di lui tomba, chiudendo il suo dire con queste nobili espressioni: « Fi- nalmente il cuore nobilissimo di Luca Monti, anche negli uliimi i.^tanti , ebbe ancora un palpito pei ciechi, e tutto fa presentire che, con insolito slancio di caritA, egli abbia voluto lasciarci dopo d! s6 una splendida testimonianza del- ~ 12S — I'amor suo, tale da farcelo ricordare in perpetuo col dolce nomn di benefattore. Se I'll mai questo il tuo voto, gi-azie, spirito cortese! Grazie! Sii pur certo che noi lo appaghereiiio, come noi siamo certi che dalle regioni sempre serene ove t'aggiri, tu penserai spesso a noi come facesti in vita; tu che merce un'esistenza tntta utile, tutta onesta, hai saputo coUocarti fra questa eletta schiera: « Che lascia di se brama Dopo rultimo di. » '* Morosino sacerdote monsignor Gerolamo. Fii erede di lui I'Ospe- dale nel 1G38. L'importo della sostaiiza conseguita fu di circa L. 12,000. IVToscati conte Pietro, nacque sul finire di giugno del 1739, dai coniugi dottor Bernardino, chiriirgo distintissimo, e da Beretta Elisabetta. Spos6 Claudia Lambertengo, che lo precedette nel sepolcro. Istrutto nelle scienze fisiche e mediche alle migliori scuole di Bologna e di Firenze, il Moscati fu a ventidue anni nominato professore di medicina neirUniversita di Pavia, dichiarandosi nell'atto di nomina, toflo di mezzo Vosiacolo della di lui giovinezza per I' ingegno c pel merito di lui. Con lettera 14 novembre 1772, del conte di Firniian fu destinato presso I'Ospedale Maggiore di Milano, col titolo di regio professore di medicina chirurgica. Con dispaccio 6 aprile 1786, il governo, avuto riguardo ai dislinii talenli ed al merito fatiosi nelle diverse incombenze nffldategli, lo ha conferm,aio diretlore dell' O^pedale Maggiore di Milano, coU'onorario di L. 7000. Due anni dopo fu chiamato a far parte della delegazione medico chirurgica e farmaceutica, dipendente dal direttorio medico di Pavia, in concorso dei celebri medici e chi- rurghi Palletta e Patrini, e nello stesso anno dalla carica di direttore medico che occupava, venne per le sue tendenze repubblicane, traslocato nel L. P. di Santa Caterina col titolo di medico ostetrico e con diminuzione dell'onorario. Dal Governo Repubblicano fu ripristinato nel posto di direttore dell'Ospedale nel 1796. Fece parte della giunta istituita per i provvedimenti a riguardo dell' epi- demia dei bovini. Nel 1797 venne dal generate Bonaparte nominato membro del direttorio, appena proclamata la Repubblica. Conservo questa carica fino all'aprile del 1798, nel qual anno riassunse le incumbenze di direttore o medico capo dell'Ospedale. Fu chiamato dal sovrano a Vienna a vedervi i regolamenti degli Ospedali sistemati. Nel 1806 venne nominato gran dignitario della corona ferrea e grand'A- quila della legion d'onore, gran ciambellano e senatore. Fu ascritto fra i dotti di varie societa e tenuto in moltissimo conto anche fuori d' Italia. Mori il 19 gennaio 1824, sotto la parrocchia di S. Nazaro, d' anni 85, dopo lunga malattia, e con testamento 18 settembre 1823, istitui erede il L. P. di Santa Caterina, che consegui una sostanza di L. 48,720. Leg6 la sua col- lezione di macchine fisiche al conte Alessandro Annone, e la libreria al regie istituto delle arti e scienze. Favori i nipoti ed una sorella. In vita donava al regio liceo di Sant' Alessandro la torre del soppresso locale Chiesa di S. Giovanni alia Conca, da lui fatta adattare I'anno 1808 ad uso specola, con una spesa di L. 14.941, ed ora demolita. Si ha il ritratto eseguito dal Sogni Giuseppe. Muttoni sacerdoto F*ietro f aolo, liplio doiringopnere Giacomo, clio rei^e i suoi servizii alia congregaziono dol L. V. di Loreto, di Rosa Vajlati, notaio apostolico, ottenno la laurea dottoralo in toologia nel 1715 e nel giu- gno 1718, celebio la prima messa i\e\lo satfolo di S. Carlo ia Duomo. Nel 1731 gli venne coui'erito dalla Curia Arcivescovile di Milano, un canonicato nella Chiesa di S. Maria rulcorina. Mori il 25 gennaio 1781, d'anni 87, cssendo nato il 25 novombro 1094. Con tesUimento 15 luglio 1700, istitui erede universale I'Ospedale Maggiore dopo di avere donato in vita nel 1705 alio stesso L. P. due case, con riserva di vitalizio a suo favore. La sostanza pervenuta al L. P., raggiunse 1' iniporto di L. 133,000, gii\ depurato della somnia di L. 80,031 che si e dovuta pagare ad un nipote a titolo di correspettivo di una transazione fatta con lui. Alia sua morte gli si trovarono in cassa circa L. 24,000. Si ha il ritratto eseguito da Francesco Biondi. Muzio Francesco , figlio di Gerolamo e Margarita Guarasia, con testaniento 15 ottobro 1051, rogato Cai'lo Maria Ciseri, fatto nell' Ospedalo Fate-bene-fratelli. dove si trovava ricoverato, istitui erede I'Ospedale Maggiore di Milano, con un legato di L. 1200 ai Padri Fate-bene-fratelli. Pervennero diversi capitali sul banco di Sant'Auibrogio per il valore di circa L. 00,000. Mori I'll gennaio 1056, in casa di sua proprieta suUa piazza di S. Carpoforo. Naggi Gerolamo, di Francesco, sostraro di legna, come il padre, beneficati i parenti piu prossimi, istitui erede 1' Ospedale di Milano, con te- staniento 13 luglio 1030, coU'ordine di far costruire una cappella sotto la in- vocazione di S. Gerolamo nella Chiesa di Buscate, dove possedeva alcuni stabili, i quali furono venduti nel 1032 per L. 11,987. La sostanza nitida pervenuta aU'Ospedale risulto di L. 35.048. Natta d' Alfiano contessa Lavinia, del marchese Giacomo, sposo in prime nozzo il conte Scipione Tosi, cd in seconde nozze il conte Carlo Mar- liano, dei conti di Busto Grande. Mori il 20 marzo 1738, d'anni 70, sotto la soppressa parrocchia di S. Bartolomeo, e con testamento 1.* agosto 1737, mentre istitui erede I'Ospedale Maggiore di Milano, dispose che il corpo fatto cadavere, fosse lasciato sopra terra tre giorni vestito dell'abito del terzo ordino di S. Fran- cesco, e che fosse sepolto nella Chiesa di Sant'Angelo presso il primo marito. Proibi che si facesse il catafalco in Chiesa e un accompagnamento pom- poso. Voile soltanto I'intervento di cento poveri e cento figlie della Stella, do- dici delle quali dovevano assistere il cadavere prima della sepoltura. Ordino che fossero celebrate entro tre mesi dalla sua morte GOOO messe. Fece varii legati a favore di Chiese e di parenti. Destin6 la somma di L. 750 per la co- struzione di una balaustra e di due quadri laterali alia cappella di S. Pasquale nella Chiesa di Sant'Angelo di Milano, di patronato di casa Tosi, erogando cio cho fosse sopravvanzato in altri oggetti. Siccome i quadri erano gia fatti e la spesa della balaustra fu di sole L. 550, cosi le rimanenti L, 200 furono pa- gate al pittore Giovanni Battista Cucchi, che aveva eseguito I'ancona di detta cappella. — AU'Ospedale pervennero circa L. 120,000. Si ha il ritratto eseguito dal pittore Giovanni .Angelo Borroni. "J — 130 — Nava Landriano conie Giovanni Battista, figlio del conie Pietro Paolo e tli Clara Porro, mor'i I'll gennaio 1718, d'anni 77, e giusta le intenzioni di lui, vcnne sepolto nella Chiesa del Padri Cappuccini di P. Orientale, vestito coU'abito dell'ordine di S. Francesco. Scrisse erede I'Ospedale Maggiore di Milano, con testamento 3 dicembre 1705, imponendogli varii oneri per legati e beneficenze. Favorl in ispecial modo il L. P. di S. Corona per L. GOOO, il L. P. di Loreto per L. 12,000, il Monte di Pieta per L. 12,000. II cognorae Landy^iano venne assunto da qiiesta famiglia, di nobilta antica, per disposizione 29 gennaio 1605, di Pietro Paolo Laridriani, colla quale, nel caso in ciii fosse morto senza figli (il che avvenne), nomino erede universale Pietro Paolo Nava, padre del datore del L. P., coll'obbligo di aggiungere al suo il cognome Lan- driani. Nel 1685 fece parte dei sessanta decurioni della citta. Fu deputato deirOspedale. La sostanza ereditaria si puo ritenere di L. 300,000. Pervennero fra gli altri enti alcuni stabili alia Cascina de' Bracchi di pertiche 311, venduti nel 1718 al dottor collegiato Tomaso Nava; una casa in Monza, venduta nel 1721 a Giovanni Battista Mantegazza; una casa in Milano, nel borgo di P. Romana detta osteria del Bissoucello, venduta nel 1724 a Nava Giuseppe; una casa in Milano in via Durini al n. 427, venduta nel 1770 a Giovanni Battista Mazzuccone per L. 25,100; pertiche 198 di terra in Robbiano, venduta nel 1800 a Gaspare Bersani per L, 24,510; beni in Novedrate, venduti nel 1801 ad Ignazio Maj- none per L. 99,500 (pertiche 1705. 19). Si ha il ritratto eseguito dal pittore Francesco Fabbrica. ''' N"eg"ri Carlo .A.ntonio. Mori nel raaggio 1657, norninando erede I'Ospedale. Abbandono tre case in Milano, una a S. Caliraero, venduta nel 1657 per L. 5100, I'altra di contro a S. Sebastiano e la terza a S. Giorgio al Pa- lazzo del valore coniplessivo di circa L. 16,000. Noe Giacomo Filippo , lego all'Ospedale L. 15,000, con testa- mento 25 setterabre 1806. Nova Maddalena, figlia del dottor in legge Giuseppe, sposo Giu- seppe Antonio Crivelli, altro benefattore dell'Ospedale. Abitava in Milano in via di Sant' Antonio al n. 4740, dove mori il 18 febbraio 1828, istituendo erede con testamento 18 maggio 1824, I'Ospedale Maggiore di Milano, al quale toc- carono L. 23,000. Non aveva parenti necessarii. Aveva soltanto un fratello, ot- tuagenario, prete, e ben provveduto. Lego alia sua cameriera L. lOOJ all'anno vitaliziarmente. Possedeva una casa di campagna a Bescape. Fu sepolta nel cimitero di P. Tosa, ove la ricorda questa iscrizione: A. ■^. Q. — Maddalena Nova Crivelli — donna di esimia carila — in Vila ha sempre assistiti i poveri — in marie lascio eredi i bisognosi infermi — morta li 18 febbraio 1828 — I'amministratore dell'Ospedale — rende il giusto iributo — all'anima pia benemerita. Cldrati Achille Gaspare, figlio dei coniugi Carlo Gerolamo e Peregalli Rachele, sorella del Peregalli Ignazio, altro benefattore dell' Ospe- dale, gia comraerciante in manifatture di lana, dal quale commercio si ritrasse — i;5i — neH'aprile 18-17, mori celilte in Milaiio d'anni CiO, nelhi casa di sua propriota in \ia Filodrainiuatici. ii. o, il 'J8 giu^MU) 1883. Lasci6 il testamento 1." feb- braio 1881. iiel qiiaK> scrisse erede rOrlaiiotrolio maschile coll'oiiere di un le- gato di L. 50,000 aU'Ospedale Magj^iore di Milano, di L. 20.000 allOrranotrofio feraminile, di L. 20.000 ai Sordo-imiti di cainpagna, e altrettanto ai Ciechi, ai Rachitici e al Pio Tiivulzio. Favori largamente le persone di servizio. Uomo di ottiini principii e di sano criterio lasci6 huoiia menioria di se. Si ha il ritratto, a mezza figura, esegiiito da Cesare Spagliardi per L. 000. Omacini nobile Giulio Cesare, figlio del segretario del Senato, Giovanui Antonio, mori nell'aprile 1G28, disponendo della sua sostanza a favore della sorella Ortensia, con sostituzione a favore dell'Ospedale nel case in cui fosse morto senza figli. II caso si e verificato e quindi lOspedale and6 al pos- sesso della sostanza dal testatore abbandonata di circa L. 17,000 e nella quale era compresa una casa in P. Roraana, parrocchia di Sant' Eufemia vicino alia Madonna di S. Celso, venduta nel 1632 alia fabbrica di dotta Cliiesa per L. 9800 (testamento 25 giiigno 1021, rogato Lodovico Castellini di Milano). * Omodeo Alessandro. Legato di L. 20,000. Mori il 2 gennaio 1629. Omodeo Emilio, dei marchesi di Castel Rodrigo, figlio di Giovanni Giacomo e Caterina Alemagna, banchiere, detto il Ricco, e abate dei mercanti di Milano. La di liii famiglia, ora estinta, ebbe origine da un postaro abitante al Carrobbio di P. Ticinese, come rilevavasi da una lapide sepolcrale in S. Vito al Carrobbio. Cesso di vivere I'll settembre 1626 e con testamento 8 settembre dello stesso anno, lego all' Ospedale Maggiore di Milano L. 10,000 per venti- cinque anni a carico dell'erede marcliese Agostino Omodei. Nel 1613 I'Ospedale si trovava sprovvisto di danaro per provvedere la tela che gli occorreva ed egli allora sovvenne la somma di L. 6000 senza interessi. — Altra simile sovven- zione fece nel 1620. Dispose di L. 1000 imperiali per la costruzione del coro della Chiesa di S. Maria del Giardino, ora distrutta. Si ha il ritratto, lavoro di Ferrari Bernardo. Omodeo Griovanni Ambrogio, figlio di Giovanni Tomaso, co- perse il posio di ragioniere e tesoriere della R. Camera nelle cose straordinarie nominatovi nel 1541, nel qual anno fu anche incaricato di fare la visita al naviglio grande, per far otturare le bocche che fossero state aperte abusiva- mente. Era fratello della Susanna Omodeo, altra benefattrice dell'Ospedale. Non avendo figli, con testamento 3 aprile 1552, istitui erede I'Ospedale Maggiore di Milano, per onorare la meraoria del di lui padre che siedette nel Capitolo ospitaliero nel 1500. Riservo I'usufrutto generale della sostanza, risultata in L. 30,000, compreso il ralore di una casa a S. Nazaro, di stabili a Siziano e di un prato a Yigentino , alia moglie nobile Francesca Cremona, clio ebbe a sposarla nel 1537. Lascio un figlio naturale. Mori neU'aprilo 1552. Omodeo Paolo Antonio, di Giacomo, mori di peste il 15 ago- sto 1630, lasciando vedova Cecilia Bitli, la quale si e rimaritata col causidico Conrado Spica. — Fu erode di lui, coll'obbligo di-H'usufrutto generale alia mo- — i:)2 — glie, rOspedale Maggiore di Milano che consegui perticho 70 di terra in Inzago, e L. 3200 sul banco di Sant'Ambrogio (testamento 23 piugno 1630). Assegno scudi 100 a favore del flglio nascituro da Anna.... se maschio, e .soli scudi 50, se femmina. Nacque una femmina dopo tre giorni dalla inorte del testatore. La nascita fu cosi registrata : « Ad] 20 agosto 1030, Martha nata di fornicatione il 18 detto, e stata battezzata da me frate Giuseppe Ciccolio dell'ordine dei predicatori. »' Onani Michele, di Francesco, marito di Rosa Sperati, morl I'll marzo 1800, d'anni 76, sotto la parrocchia di S. Fedele, legando all' Ospedale una casa in Milano, nella via dell'Agnello al 'n. 958, del valore di L. 26,966, coll'obbligo di corrispondero scudi 30 al giorno alia di lui moglie. — Testaraento marzo 1800, rogato Giorgio De Castiglia. Ongania Simone, figlio di Giovanni e di Conca Maria, nativo di Regolo, comune di Perledo sopra Varenna, negoziante e possidente, abitava in Milano nella casa di sua proprieta in via Broletto al n. 1747. Mori il 17 ot- tobre 1848, d'anni 42, per apoplessia, lasciando erede, con testamento 24 di- cembro 1844, la rainore Anna Maria Casati, figlia della di lui raoglie Angela Casati, con sostituzione a favore dell'Ospedale nel caso che I'erede raorisse in istato nubile o morisse senza figli. L'erede Anna Maria Casati nacque il 20 no- verabre 1836 e fu battezzata sotto la parrocchia di S. Babila, siccome figlia dei consorti Simone Ongania e Casati Angela, raentre il loro matrimonJo avvenne posteriorraente il 5 novembre 1845, sotto la parrocchia di S. Stefano e quindi quasi un anno dopo Ja data del testamento. La Casati era al servizio dell'On- gania nella qualita di domestica. - L' Ospedale rinunci.) alia sostituzione per il correspettivo di austr. L. 15,000, mentre I'Ongania abbandono una sostanza di circa austr. L. 110,445, comprese L. 12,000 da lui tenute nascoste in cantina. Origgi G-iuseppe, figlio di Filippo e Teresa Canetta, con testamento 1." ottobre 1772, rogato Luigi Ghiringhello, istitui erede 1' Ospedale, dopo di avere provveduto alia moglie Marianna Castelli con un trattaraento largo. Mori il 1." maggio 1779, abbandonando una sostanza lorda di L. 85,973, della quale toccarono all'Ospedale circa L. 30,000. - Alia di lui morte si rinvenne sotto il guanciale del letto, una copia del testamento col cenno che I'aveva deposto negli atti del succitato notaio. — Furono ritrovate in un segreto della cassa forte L. 10,065 il 10 marzo 1780 e quindi parecchio tempo dopo la di lui morte. Orleri avvocato Giovanni, di Gerolamo, nacque in Lodi il 29 set- tembre 1767 da onestissima famiglia ivi domiciliata fin dal 1500. Con alacrit4 d'animo attese alle lettere ed alia filosofia in Milano, passando poi a Pavia a studiarvi la giurisprudenza. Ancor giovine si merit6 la superiore confidenza coiressere stato preposto alia direzione dell'Orfanotrofio femminile. Durante il regno italico venne destinato al distinto impiego di assessore della direzione generale del deraanio. Nel 1816 fu nominate delegate speciale per la esazione del crediti arretrati dell'Ospedale Maggiore di Milano, o in seguito gli fu dalo il titolo di commissario governativo presso 1' Ospedale stosso, caiica che e'-li disimpegn6 fine al 1826, ritornando in quest'anno al suo impioiro presso il do- — lo.) raanio. Lo zelo tli lui per I'ogra uinauit:\, le g;va\\ fatiche sostenute, la sagacQ destrezza iu tanto incarico raanifestato ed i segnalati vantaggi procurati all'Ospo- dale, furono aiiche riconosciiiti dal g()verno, clio lo noraino cavaliero della co- rona di I'orro. Mori in Milano, il 10 diceinbro 1845 e cou testaniento 29 novembro detto anno, rogato Francesco Sormani, istitui eredi i nipoti Ercole ed Antonio fratoUi Pulzoni di Piacenza, ligli di sua sorella Maria. Lego all'Ospedale L. 9000 inilanesi. all' Osppdale Fate-bene-fratelli L. 10,000, alle PP. CC. d' industria L. 10,000. ai Ciechi L. 1000, all' Orfanotrofio feinmiuile L. 14,000 e L. 1500 al Proposto di S. Carlo per il nuovo tempio. — Fu sepolto nel ciniitero di P. Orientale, diive fu collocata una lapide con questa iscrizione: Ad onorevolc memoria — dcll'accocato Giovanni Battisia Orleri — per profondo sapet'e fermo cd iniemerato carattere — veneratissimo — dell'Or- fanolrofio femminile — e del Maggiore Ospedale di Milano — per lui alia disciplina ed alia economia cresciuti — insigyicmente henemerito — ed a premio di siio nohile zelo e rara prudenza — in gravi piihbliclie incumhenze — fregiaio da S. M. I. R. A. dell' I. li. ordine — della corona ferrea di III classe — i nipoli Ercole ed Antonio Piclzoni di Piacenza — riconoscen- (issimi Q. M. P. Venne ritrattato dal Bellati. Orsi Michele, di Antonio, marito di Caterina Lonati, negoziante di cristalli, mori il 3 setterabre 1802, d'anni 72. Con testaraento 19 maggio 1801, chiara6 eredi in parti eguali la figlia di lui Barbara, maritata Vassalli, e I'Ospe- dale Maggiore di Milano, riservato pero I'usufrutto sulla quota di quest'ultimo a favore della prima. La sostanza pervenuta al L, P. fu di circa L. 79,000. Era di sua propiieta la casa in Milano sul piazzale di S. Sepolcro al n. 3173, venduta nel 1819 a Giovanni Maria Castelnuovo per L. 59,000 italiane. Fu sepolto nel ciinitero di P. Orientale, dove fu collocata una lapide con questa iscrizione: Qui giacciono le s^poglie di Michele Orsi — morlo li 3 setlembre in eta d'anni 73 — piangono i poveri tulli di cui era veramente padre — pregate eterno riposo. Venne ritrattato dal Bellati. Orsoni Griovanni Andrea, di Protaso, fu sindaco e procuratore dei frati di Saul'Angelo, nel 1553, allorcho si stava rifabbricando la loro Chiesa. Con testamento 11 gennaio 1556, rogato Gerolarao Cisero, istitui erede I'Ospe- dale di Milano, con un legato di L. 4000 per una volta alia moglie Maddalena Ferrari. Mori due giorni dopo di aver fatto testamento, abbandonando una so- stanza nitida di circa L. 20,000. Ottobelli sacerdote Giovanni Filippo, patrizio di Alessandria, figlio di Giovanni Dattista , dottore in ambe le leggi , pronotaro apostolico e vicario generale di Alessandria. Fu anche arciprete della Chiesa di S. Maria della Neve in Alessandria. Era titolare di un beneficio in Borsano Pieve di Dajrago. Fu procuratore di una causa pia per i poveri di Alessandria, ove era stiraato e tenuto in grande considerazione, tanto che ai funerali di lui inter- venne tutta la nobilta e molto popolo. * — KM — IMori in eta avanzata in Alessandria, il 3 aprile 1G90 e con testamento 4 gennaio stesso anno, fatto dopo di avere conferito con un funzionario del- rOspedale da lui richiesto, istitui eredo 1' Ospedale stesso, non avendo potuto in vita mettere in esecuzione 11 pensiero di erigere una collegiata nella Chiesa di S. Maria dell'Olmo in Alessandria, da lui fatta ricostruire. La sostanza, con- sistente in circa 3000 pertiche di terreno nei dintorni di Alessandria e in alcune attivitd mobili, venne da lui ceduta prima di morire alio scopo di far ^entire ai poi:cri gli effe.iti della sica buona volonia. Quando veniva a Milano risie- deva in locali dell' Ospedale. L'anno 1684 fond6 in Alessandria nella Chiesa di S. Maria della Neve due canonicati , dei quali, uno sotto il titolo di S. Giovanni, 1' altro di S. Filippo dotandoli convenientemente. Era di sua proprieta la cappella di Sant'Agostino nella Chiesa di S. Martino in Alessandria, il ristauro della quale, incominciato da lui, venne condotto a termine dall'erede Ospedale Maggiore. Esegui il ritratto Giovanni Santo Pietro. Pagani nobile Daria, di Bernardo, vedova del nobile Leone Pirro, sorella della Pagani Bianca, altra benefattrice, con at to 29 marzo 1580, rogato Giovanni Francesco Luino, dono all'Ospedale alcuni stabili in Casorate, aflittati per L. 1181, coU'obbligo di corrisponderle vita durante L. 630 imp. all' anno. Fagani Giovanni , mercante di mobili e materassaio , nacque a Dergano, il 22 marzo 1806, da Antonio e Figini Lucia. Mori in istato celibe in Milano, nella casa di sua proprieta in via Pantano al n. 16, il 21 maggio 1870, d'anni 64. Ebbe sepoltura, giusta una conforme disposizione del testatore, nel cimitero di Dergano. Con testamento 19 ottobre 1868, chiamo erede universale rOspedale Maggiore, non dimenticando i parent! e i poveri di Dergano. Abban- dono una sostanza di circa L. 147,000. Si ha il ritratto eseguito dall'llgolini. Fagani G-iuseppe, mori il 31 marzo 1793 e la sostanza di lui fu divisa in quattro parti, delle quali una fu assegnata all'Ospedale Maggiore di Milano, al quale toccarono L. 12.000. Testamento 20 ottobre 1789. Pagnani Lazzaro, di Ambrogio, con testamento 16 agosto 1499, fatto nella sala capitolare della scuola delle quattro Marie di Milano, leg6 al- l'Ospedale di Milano L. 100 imp. e ducati 4000 d'oro da L. 4. lo cad. — Fa- vor! con legati il L. P. della Pieta e delle quattro Marie. Fairana Carlo, giureconsulto, figlio di Ercole, che fu causidico della Curia Arcivescovile di Milano, e di Angelica Battaglia, nacque nel 1598. Con testamento 1." maggio 1654, istitui erede il fratello Aurelio con vincolo di so- stituzione a favore dell'Ospedale, nel caso in cui fosse morto senza figli. II case si e verificato nel setterabre 1666, ma essendo insorta contestazione cogli eredi ex-lege dell' Aurelio, I'Ospedale vi rinuncio per il correspettivo di L. 16,700. * Fairana Carlo. L' Ospedale fu erede di lui in via di sostituzione, verificatasi nel 1720, conseguendo L. 11,430, prezzo di una casa in P. Orientale. Falazzi Antonio, di Ercole, con alto 23 aprile 1746, don6 all'Ospe- — loo — lie pertiche ooO di terra in Saronno, coU'obbligo ili corrispoiulere vitaliziar- ineute L. 400 airanno a quattro sue lii^lio inonache. * Fallavicini marcheso Antonio Maria. Legato di L. 13,314 ital. nel ISil. Pallavicini o Parravicini nobile Bernardo, di Giorgio, sposo uel K)o7 Paola Perego. Con teslamento 5 ottobre loTl, istitui erede rOspedale, al quale perveunero pertiche 800 di terra in Ponierio e Buccinigo, vendute uel lOTG a Lelio Parravicino per L. 49,000. Mori il 4 giugno 157C, dopo di essere andato soggetto per 20 anni alia podagra. Fallavicini Oerolamo, marchese di Busseto, nacque nel 1508 da Cristolbro e Bona di Giuliauo della Pusterla. II 30 gennaio 1534 pag6 alia Camera ducale di Milano. 800 scudi d'oro per il feudo di Castiglione Lodigiano, pervenutogli in eredita dai Fieschi. Nello stesso anno fece costruire nella rocca di Busseto, un oratorio dedicato al martire S. Giorgio. Per secondare lo spirito guerriero die si sentiva vivo nell'animo, assoldo del proprio una schiera d'uo- mini d'arme e la condusse a Carlo V in Esais, da dove partito pel quartiere generale di Ferrante Gonzaga, dava prova di perizia e di coraggio, combattendo contro la Francia, nella contrastata campagna delle Fiandre. Quando gli mori il padre, riparo egli presso la corte di Spagna, onde potersi assicurare dalle trame di Francia. e ci'la si trattenne fiuo al 1532, nel qual anno ritorno in patria, Mentre stava guerreggiando nelle Fiandre per I'imperatore Carlo V nel 1551, con Alessandro Pallavicini e un altro Pallavicini, venne nelle vicinanze di An- versa assalito da otto uomini mascherati, che montavano arabi giumenti e che pare fossero al soldo di casa Farnese. Essi ben fecero capire di volersi solo vendicare dei due Pallavicini, che avevano congiurato in Piacenza contro Pier Luigi, ma tuttavia il Gerolamo, da valoroso cavaliere, come egli era, si caccio innanzi nella difesa dei parenti, i quali pero caddero trafitti , riportando egli pure nella lotta imparl, cinque ferite. Tre anni dopo il marchese Gerolamo ritornava in Italia qual condottiero di cavalli per la guerra che in Piemonte si combatteva contro i francesi e qui si guadagno il titolo di strenuo capitano. Conchiusa la pace di Cambrai (3 aprile 1559) e finite le guerre della Spagna colla Fiancia, il marchese Gerolamo si ritiro dai campi di battaglia a vivere giorni tranquilli nella sua citta di Busseto. Rimasto vedovo di Ortensia Colonna, figlia di Marc'Antonio, voile per un bizzarro pensiero prendere in seconda moglie la donna che prima in un dato gioruo sarebbe venuta alia porta del suo palazzo in cerca di pane; la fortunata fu certa Eleonora Viritelli, montanara dei colli piacentini , ma nella stranezza della scelta vuolsi che ancora tornasse bene al marchese, poiche alia bonta dell'animo si accompagnava in quella donna una saggezza di mente piu clie ordinaria. E tradizione che questa gentildonna me- nasse una vita da santa, votata alia carita ed alia preghiera, e che, morto il marchese Gerolamo, si ritirasse in Castiglione Lodigiano, ove visse fino al 17 set- tembre 1017, istituendo in quel borgo tre cappellanie nella Chiesa dell'Inco- ronata in aggiunta ad altre istituite dai predefunto marito. — Fu seppellita vicino al marito e per suo volere in abito da monlanara. quale vestiva nel giorno, clie dai Pallavicini era stata conosciuta. — 13G — II marchese Gerolamo fece riedificare del proprio la Chiesa parrocchiale di Castiglione. Mori il 23 magpio 1579, d'anni 73 e fu lumulato nella Chiesa deirincoronata, dove la vedova gli fece innalzare un maestoso monuinento colla seguente iscrizione : D. 0. M. — Ilieromino Pallavicino — march, riro egregio ac — rei belliccc laude qua — se pi^eci'pue Carlo V — imp. probabit et eximia pietate qua opulenta — Magno Mediolani Hospitalis et huic acedi — legata reliquit insigni — Leonora Yireiella uxor, mcer. et liceres grata — P. — oh. an. MDLXXIX. X Kal. Maii — eclat ma; LXXIII. Lodato pel suo vaiore in guerra, per la sua sapienza di governare in pace, pio e caritatevole coi poveri e colla Chiesa, generoso e munificente qual principe di illustre casato si conveniva, vide con lui spegnersi il rarao legittimo dei marchesi di Busseto (1). Con testaraento 15 raaggio 1579, rogato Ghisalberti, leg6 all'Ospedale al- cuni stabili coH'obbligo deH'iisufrutto generale a favore della rnoglie, la quale vi rinuncio dietro il vitalizio annuo di ducatoni 800. Palletta Livio , di Giovanni Francesco, oriundo cremonese. Con testamento 3 agosto IGIO, istitul erede Giovanni Francesco Palletta suo nipote, con vincolo fedecommissario e con sostituzione a favore dell'Ospedale di Milano, in caso di estinzione della linea chiamata. II caso si e verificato nel 1G48 per la morte dell'erede senza figli maschi, per cui furono rilasciate all'Ospedale due case in Milano, delle quali una in P. Ticinese, parrocchia di Sant'Ambrogio in Solariolo, vicino alia Chiesa omonima, venduta nel 1G49 a Giovanni Carminati per L. 18,100, una possessione in Cornaredo e tre capitali del complessivo vaiore di L. G2,000. Benefico anche I'Ospedale di Cremona con un legato di ducatoni 60. Lascio vedova Barbara Bancori, la quale si rimarito col capitano Giacomo Crivelli. Panceri Griovanni Battista, di Giovanni, mori a EUo il 27 no- vembre 187G, lasciando erede, con testamento 9 maggio 1872, la nipote Amalia Molteni maritata Zerboni, con un legato di L. 10,000 ital. a favore dell'Ospe- dale. Benefico i bambini lattanti e i sordo-muti. Fanigarola G-iovanni Faolo, di Giovanni Enrico, marito'di Bona Gallerano, mori il 17 agosto 1592, d'anni 30, di febbre acuta, in Milano sotto la parrocchia di S. Bartolomeo, nella casa del segretario del Senato Ge- rolamo Gallerano suo cognate. Con testamento 12 agosto detto anno, istitui erede I'Ospedale, al quale pervennero circa L. 95.580, vaiore di due case in P. Vercellina, parrocchia di S. Pietro in Camminadella , di stabili in Buscate e in S. Brera, Pieve di S. Giuliano e g\k dedotto il quarto dovuto alia vedova. Panizzoli Arighini Gabriele, bresciano, con atto 20 dicem- bre 165G, donu in vita all' Ospedale, alcuni crediti da lui professati verso la eredita di Alessandro Figino, per un iraporto di L. 50,000, colla condizione die in caso della loro esazione gli fosse corrisposta una piccola porzione. (1) Per magglori notizie veggasi I'interessante pubblicazione dell'avvocato ICmilio Saletti, SuUa cittk di Busseto. Milano, tipografia Bortolotii, 1883. — 137 — Papis couto Carlo, fiplio di Giu^^eppe o di Caterina Lauro, marito di Isabella Ottoliiii. mori il 30 aprile 17GS, d'anni 74, in Milano in una casa in via di S. Maurilio di sua proprieta. La di lui fa- luiglia trae origine da Coino e il titolo di coute ebbe a consepuirlo nel 1748. per essere successo al conte Nicolo siio fi-atello. I suoi avi si trasterirono a Milano nel 1570 per esercitarvi la nieroatura. Divonnoro citladini milanesi nel loSo. Nel 1727, il Nicolo preaccennato fu ammesso apli onori, posti, dipnita e prerogative die so- gliono godere le faiuiglio iiobili di Milano. Con testaniento 1.° aprile 17GS, istitui erede rOspedale. col vincolo di usufrutto a favore della moglie, alia quale lego inoltre tut to il denaro die si fosse trovato in cassa. L'asse ereditario fu di L. 900,000. Pervennoro stabili in Albese, Saruggio, Mon- torfano, Tavernerio, Cassano. Urago e Carugo. . _i__ Lego al conte Arabrogio Nava alcuni stabili in Vigano, perche in lui pervenuti in causa dotale della fa Margarita Nava, gia raoglie dell'avo di lui Nicolo. Fajcazozzero Oiovanni Pietro, di Enrico, negoziante d'oro e d'argento, inori il 22 maggio 1G25, in causa di tish d'anni 75, sotto la par- rocchia di S. Pietro in Carapo Lodigiano. Con testamento 27 raarzo detto anno, istitui erede I'Ospedale, con un legato alia moglie Caterina Marenzia, in bene- nifirenza della buoua corapagnia fattagli per circa 24 anni. Pervenne la casa detta dell' Imperatore al Molino delle Arrai, che era stata a lui venduta dall' O.'jpedale stesso, e che fu rivenduta per L. 15,500 a Matteo Gravellone. A quest'ultiino iraporto vanno aggiunte altre L. 3750, valore di una casa sotto la parrocchia di S. Tecla , e L. 1200 per mobili ed effetti venduti e cosi in tutto L. 20,460. '■' F*arina IVIarco. La di lui sostanza, dell'importo di circa L. 12,000, pervenne aH'Ospedale, erede di lui, nel 1542. Parravicini marchese A.lessand.ro, figlio del marchese Gerolarao di Anna Verri, dei marchesi di Maclierio, altro dei 12 di provvisione e dei GO decurioni della citta di Milano, deputato della congregazione della B. V. dei Miracoli in Rancate, prefetto della scuola di S. Giovanni alle Case rotte, de- putato del Capitolo dell' Ospedale dal 1743 al 17G5, mori il 28 marzo 17G8, d'anni 49, nella casa di sua proprieta sul piazzale di S. Giovanni in Era, e il suo corpo fu sepolto nella Chiesa dei Padri di Sant'Angelo. Si vorrebbe che la di lui famiglia originaria di Conio, ed ora estinta, traesse origine da un Parravicino che fece parte dei 1".^ consiglieri che Carlo Magno ebbe a nominare nella occasione della .sua venuta in Italia. Con testamento 25 marzo 1768 istitui erede il ff/lio maschio che I'AlliS' — 138 — ^imo si fosse degnaio di concedere alii nohili coniugi conip- Gaetano AUprandi e conlcssa donna Ottavia Parravicino di lui sorella, istituendo una primo- genitura a favore dei discendenti di detto figlio maschio, col vincolo dell' usu- fruito generale a favore della di lui sorella, e con sostituzlone a favore del- rOspedale Maggiore, nel caso che detti coniugi non avessero avuto un figlio maschio. La sostituzlone si e verificata I'anno 1795, per I'avvenuta morto della sorella senza figli. Lego ai parroci di S. Babila 100 zecchini giliati per le spese del nuovo altare che si stava costruendo e L. 1600 per I'innalzaraento del cam- panile della Chiesa parrocchiale di Alacherio. La sostanza riusci di circa mila- nesi L. 400,000, gia calcolato il valore di alcuni stabili in Sovico, della estensione di pertiche 871, venduti nel 1797 a Giovanni Battista ed Antonio Maria fratelli Legnani per L. 115,000. Si ha il ritratto eseguito da Giovanni Perabo. Farravicini nobile Antonio G-iovanni, figlio di Francesco e di Giulia Ricci, sposo in prime nozze nel 1680, la contessa Francesca Casti- glioni, figlia del conte Ottavio, e in seconde nozze la nobile Giustina Vi- mercati. Tanto il padre che 1' avo, erano banchieri. Era nipote e fu coe- rede del Parravicini Lelio, altro be- nefattore dell' Ospedale. Mori il 12 aprile 1721, d'anni 77, e con testa- mento 26 gennaio 1717, istitui erede il nipote conte Giovanni Porta, figlio di sua sorell-a contessa Maria e suoi legittimi discendenti, e in caso di estinzione della linea, chiam6 erede r Ospedale in via di sostituzlone, le- gandogli scudi 10,000 per una volta. Benefice i poveri e I'Ospedale di Co- mo, il L. P. della Stella di Milano, la Chiesa di S. Celso, I'Ospedale Fate- bene-fratelli, e altri LL. PP. e cor- porazioni. La sostituzlone a favore dell'Ospe- dale si h verificata I'anno 1764, per la morte del conte Porta senza discendenti, e la sostanza di L. 670,000 circa venne rilasciata nel 1771. Pervennero: la possessione Cascinetta in borgo di P. Orientale al n. 709, dove si eserciva 1' osteria della Stadora (1), venduta nel 1799 ad Antonio Bianchi per L. 64,500, pertiche 13 di terra nei CC. SS. di Milano presso la Bicocca, stabili in Cassano Albese, venduti nel 1772 a Gia- conio e fratelli Carove per L. 97,000, una casa da nobile e due casini in Como, venduti nel 1766 per L. 14,700, una casa in Milano in via Moroni, venduta (1) Cosl delta perche in questo caseggiato cravi il dazio della Stadcra del fieno. — 139 — a fiioTanni Diotti por L. 11,700, ire case in via del Giardino, delle quali, una vicina alia Cliiesa di S. Pietro colla Kete, vendvita nel 1785 al nobile Giuseppe Pezzoli por L. 10.000, una casa in Roma nol vicolo doi ^larroniti ai civici n. 47 e 48, venduta nel 1830 per L. 741.52 ausir., alcuni stabili in Torno, la possessione Parravicina in Montorfano venduta nel 1773 a Giuseppe Antonio Guaita per L. 01.443. In vita dono all'Ospedale scudi 50.000, e nel 1090 mil. L. 12.000 a litolo di eleraosina per provvista di tele e dal 1709 al 1720 dono L. 04,000. Alia sua inorte si trovarono giacenti in cassa L. 335,870 in daiiaro, oltro gli oggetti d' argento del peso di oncie 14,756. Fra i inobili appartenenti a questo benefattore eravi il letto clie fu sempre adoperato dal papa lunocenzo XI Benedetto Odescalchi, e sul quale questo Papa spiro. Era toccato collo spoglio a monsignor Giuseppe Parravicini, fratello del testatore, chierico di camera del detto Papa. Fu deputato dell'Ospedale negli anni 1701, 1709 e 1710. Parravicini Camillo , figlio di Francesco e di Anna Cavaleri, fu al servizio dell' Ospedale nella qualita di ragioniere. Nominato nel 1G45 ragioniere coadiutore, coU'onorario annuo di L. 500, oltre alcune onoranze, venne nel 1G51 promosso al posto di ragioniere con L. 1000, in sostituzione di Melchiorre Tradati, passato ragioniere della citta di Milano, e nella occasione di questa promozione il Capitolo ospitaliero fcce constare di esservi stato in- dotto in riguardo alia nota di lui probita, al suo ingegno e alia sua attitudine. Con testamento 30 giugno 1G78, istitui eredi i suoi fratelli Carlo e Giu- seppe, con vincolo fedecommissario e con sostituzione a favore dell'Ospedale per 2[4, dell'Ospedale di S. Giacomo dei Pellegrini per 1[4 e il L. P. della Stella per I'ahro quarto. La sostituzione si e verificata nel 1749, conseguendo rOspedale per i 2[4 L. 18.081. 16. 1 in aggiunta al legato annuo perpetuo da lui disposto in L. 150. Lego ai LL. PP., dei quali era ragioniere, I'importo di un anno di salario, Mori il 7 dicembre 1678. Parravicini marchese Francesco, figlio del marchese Gerolarao e di Teresa Carcano, con testamento 29 novembre 1858, istitui erede il fratello Giuseppe, con un legato all'Ospedale di L. 10,000 austr. Parravicini Lelio, di Giovanni Antonio, banchiere, zio dell'Antonio Parravicini, altro benefattore dell'Ospedale, raori nel gennaio 1691, legando al detto Ospedale un credito dell'importo di L. 12,700, con testamento 3 gen- naio 1691. Nel 1672 sovvenne gratis L. 9000. Si ha il ritratto eseguito da Andrea Porta. Pasquali sacerdote Griovanni Maria, figlio di Giovanni Paolo e di Clara Massari, di Milano, canonico della Chiosa di S. Maria Fulcorina, con testamento febbraio 1676, interprete anche delle intenzioni del di lui padre, chiamo erede I'Ospedale legando i libri che possedeva alia Biblioteca Ambrosiana, e ai suoi parenti e congiunti di sangue, fino al quarto grado, L. 3 per cadauno! Pervennero al L. P. circa L. 12,000, nelle quali e compreso il valore di una casa in via dei Due Muri, venduta nel 1676 al tipografo Giov. Batt. Malatesta, Si ha il ritratto eseguito da Nicolo Plaza. — no — * Pasques Francesco. Lascio all'Ospedale nel 1638 L. 20,360. Passera sacerdote Carlo Francesco, figlio di Antonio, curato della Chiesa di S. Stefano in Borgogna, ora soppressa, pronotaro apostolico, fu tesoriere della Congregazione dei Capitoli e sindaci delle porte di Milano e fu sindaco della causa pia dei parroci di F. Orientale nel 1710. Mori il 12aprile 1742, d'anni 79 e fu sepolto nella suddetta Chiesa vestito da sacerdote, parato per la messa, senza cassa. Istitui erede I'Ospedale, con testainento 30 marzo 1736, con dichiarazione che poteva essere oinesso il ritratto. Dacche non si trattava di un'assoluta proi- bizione, il Capitolo fece fare il ritratto dal pittore Antonio Mariani. Pervennero all' Ospedale L. 58,000, nelle quali e compreso il valore di alcuni stabili in Cerro, venduti nel 1743 a Carlo Rossetti per L. 9600. Las^cio alia Chiesa da lui diretta diversi sacri arredi che erano di sua propriety. Fassera Francesco, di Giorgio, marito di Giulia Secco, vedova del dottor fisico Gerolamo Testa, coperse la carica di commissario generale per la scossa dei carichi ordinarii del ducato di Milano, negli anni 1650, 1051, 1052, Ebbe I'appalto degli alloggi e foraggi militari dal 1651 al 1655, appalto che fu continuato alia sua raorte dagli eredi. Non avendo prole, ed essendosi procurato un discreto patrimonio colla sua attivita e laboriosita, come egli lascio scritto, dispose della sua sosianza, con testamento 12 agosto 1651 a favore del L. P. di S. Corona per una meta, e a favore di Giorgio Paganini e Veronica Vietti, figli di una sorella, per I'altra meta, imponendo I'obbligo di erigere in fi\ccia alia casa di residenza del L. P. erede, un tempio nel quale si fosse potuto ce- lebrare la messa che si celebrava privatamente nello stesso L. P. Adi un tale intento veniva comperata una casa in vicinanza a quella di residenza del detto L. P. per L. 13,500 e sopra disegno dell'ingegnere Gerolamo Quadri si stava per fabbricare la Chiesa, quando la gravezza della spesa consiglio la sospensione di ognl e qualunque pratica. Si rese defunto il 29 aprile 1652. Al L. P. di S. Corona toccarono circa L. 245,000. Questo benefattore non avrebbe dovuto figurare in questa serie, avendo favorito S. Corona e non I'Ospedale, ma fu compreso perche il di lui ritratto, lavoro di Carlo Francesco Pamfilo, viene esposto nella occasione della festa cosi detta del Perdono. Fastori dottor cavaliere Griuseppe, nacque ad Orziuuovi, nel set- tembre 1814, da Giovanni Maria e da Oliva Terzi. Studi6 il diritto a Pavia dove si distinse per I'amore alio studio, per la intelligenza svegliatissima e per la onesta del carattere. — • Emigrato all'estero per cause politiche, riparo a Parigi, ove conobbe la principessa Belgiojoso di Milano, generosa soccorritrice di tutti gli italiani, perseguitati dai governi che tiranneggiavano la patria nostra prima del 1859. Nel 1849 ando a Roma, pure colla detta principessa, indi caduta la citta nelle mani dei francesi, ricalco la via dell'esilio, riducendosi a Malta, ove dalla principessa ebbe procura generale per I'amministrazione dei suoi beni. Onestissirao, intelligente, laborioso, pote restaurare il patrimonio di quella illustre patrizia a mezzo rovinato dalle vicende politiche e n'ebbe in i — Ml - guiderdone il iminifico lascito di una pensione vitalizia di L. 10,000 annuo. Ainministrc) puro la sostanza ingente dei principi di Gonzaga e doU'esiinio ar- teflce Calamatta, e pari alia sua solerzia fu la lode die n'ebbe. Tornato ad Orzinuovi si diede all'agricoltura, mostrandosi uno dei piu arditi e convinti iniziatori della razionale trasformazione agricola. Fu sindaco di Or- zinuovi ed anche in talo carica diede prova della sua sagacia e dello zelo del quale fu senipre a dovizia fornito. Mori celibe ad Orzinuovi, il 7 aprile 1885, in seguito ad una idro-anemia die da parecchi mesi lo travagliava. — Con testaniento 8 marzo 1885, istitu- erede il cugino e figiioccio Longlii Giuseppe, coU'obbligo di assumere per se e suoi discendenti il cognome Pastori in aggiunta a quello della sua famiglia. — Leg6 circa un inilione tra stabili e danaro per la foudazione di una scuola agraria in Brescia, sul raodello delle migliori d'Europa, con una apposita se- zione ad Orzinuovi. — Lego L. 100,000 all'Ospedale Maggiore di Milano, per la istituzione di una sala denominata dal suo nome, e altrettanto lego alia Con- gregazione di carita di Orzinuovi, per erigere un ricovero di 12 letti per i poveri e per sussidiare le povere partorienti. Nel codicilio 20 marzo 1885, prescrisse che all'erede minorenne fosse ira- partita una educazione seria e strettaraente morale, da fame un perfetto ga- lantuomo, utile a se e alia patria, facendolo viaggiare all'estero per apprendere le principali lingue parlate in Europa. La Rappresentanza Ospitaliera diede ad una sala di recente costruzione nella cosi detta canonica di S. Nazaro, il nome del Pastori. Fecchietto Griovanni Battista, di Giacomo Antonio, vedovo di Ginevra Perego, reddittuario, con testamento 8 giugno 1G08, istitui erede rOspedale con riserva della legittiraa ad una sua figlia. Si rese defunto il 7 feb- braio 1G22 e fu tuinulato nella Chiesa di S. Fedele vestilo di sacco, giusta le di lui prescrizioni. Era aggregato alia societa di Gesu. Coi danari di questa eredita I'Ospedale fece costruire, con una spesa di L. 1000 circa, la cappella di Sant' Ignazio nella Chiesa di S. Fedele a cura di Bernardo Palanchino e Giovanni Domenico Vigna. L'importo di questa eredita si puo ritenere di circa L. 105,000, compreso il valore di stabili a Castellazzo De Barzi, a Ravagnasco e di una casa a S. Babila. Non si ha alcuna notizia a riguardo del ritratto che si espone nella occa- sione della festa del Perdono. Fecchio conte Francesco, llglio di Cesare, morl il marzo 1733, d'anni 85, legando, con testamento 2 ottobre 1730, all'Ospedale 1' utile dominio della possessione deita. dell'Archeiio in Villapizzone, venduta nel 1737 a Carlo Annoni per L. 47,000 e un diritto di decima. Fu erede di lui la Congrega- zione del L. P. di Loreto. Si ha il ritratto, eseguilo da Gaetano Dardanone. Fecchio conte Giovanni Battista, dei 60 decurioni della citta di Milano, tiglio di Luigi e di Maddalena Crivelli, spo.s6 Laura Calderari, dalla quale ebbo due figli maschi: Ambrogio, che morl I'll marzo 1780 e Luigi che mori il 5 novembre 1782. Con testamento 20 gennaio 1737, leg6 all' Ospedale — M2 — una possessione denominata Varia in Lodlvecchio e S. Damiano, del valore di L. 81,300. Riservo I'usufrutto della di lui sostanza a favore della nobile Catterina Porro Confalonieri, in considerazione del fatto che egli fu donatario di una sorella della Confalonieri. Pecchio conte Luigi, figlio dei coniugi conte Giovanni Battista, altro benefattore dell'Ospedale, e donna Laura Calderari, marito di Anna Secco 13o- rella. Rogio Feudatario di Monte nella pieve di Agliate, altro dei GO decurioni della citta di Milano e giudice delle strade, eletto I'anno 1746, nacque in Milano sotto la parrocchia di S. Martino in Nosiggia, il 6 ottobre 1706. Mori il 5 no- vembre 1782, d'anni 76. Con testamento 24 raarzo 1781, istitui erede la nobile Paola Calderari, figlia dc4 marchese don Antonio, e il marchese don Egidio Gregorio Orsini di Roma di lei marito, e ad esempio di quanto fece il di lui padre, lego all'Ospedale una possessione in comune di Fradisesto, del valore di circa L. 81,300. Questa possessione pervenuta all'Ospedale nel 1647 colla do- nazione di Claudio Carrettone, era stata veniuta nel 1717 al conte Pecchio, dal quale ritorno all'Ospedale per essere poi rivenduta nel 1807 al canonico Carlo Giuseppe e Giacinto fratelli Taveggia per L. 122,000 rail. Si ha il ritratto eseguito da Francesco Antonio Biondi. Pedroni Giovanni, di Giacomo, morl il 22 febbraio 1802, legando il 31 gennaio stesso anno, all'Ospedale due case nel Borgo di P. Vigentina ai n. 4402 e 4463, altre volte costituenti il soppresso circondario del Paradise e in mappa ai n. 124 li2, 125, 126, oltre un capitale di L. 15,000 che teneva a mutuo presso I'Ospedale (testamento 31 gennaio 1802). II ritratto che si espone nella occasione della festa del Ferdono, e lavoro di Sala Giosue. Fedroni Luigi, figlio di Gaetano, e di Vergani Carolina, nacque in Milano il 24 giugno 1806. Sposo in prime nozze Virginia Castelli e in seconde nozze Giuseppa Donzelli. Si e arricchito nel commercio del vino, Mori il 14 aprile 1870, d'anni 64. Con testamento 17 febbraio 1866, istitui erede uni- versale una nipote da lui tenuta al sacro fonte, con un legato a favore del- l'Ospedale di L. 60 000. Destino la cospicua somma di L. 30,000, aumentabile a L. 40,000 per i funerali e per la erezione di un monumento nel cimitero mo- nuraentale a plena volonta e capriccio di sua moglie per il disegno architettonico. Si ha il ritratto, eseguito da Luigi Bianchi, amico del Pedroni. Pellizzone G-iovanni Battista, di Gerolamo, con testamento 10 gennaio 1029, istitui erede I'Ospedale al quale pervennero una casa in Mi- lano, nella via di Pescheria Vecchia, venduta per L. 17,500, e L. 8000 sul banco di Sant'Ambrogio ed altri crediti di tenue importo. La detta casa era cosi determinata: Camera unius siia snbtus vollam porlcc b)'oleti Mediolani deversus piscariam Mediolani a manic sinistra cxeundo dictam portam broleti in qua camera solet teneri gabella salis. * Fennati Giovanni Battista. Legato di L. 11,543 ital. nell808. '■''■ Peregalli Bartolomeo. Legato di L. 10,000 nel 1493. — 143 — Feregalli Ignazio, possidento, celibe. fiprlio di Costantino, mon in Milano il 21 piugno 18o9, d'anni 71. disponendo nol suo tcstamento IG aprile 1858 quanto segue: « Voplio die se dopo la morte doi mioi due oredi univorsali si trover;\ die il coerede Achille Gaspare Oldrati (suo nipote) non ha lasciato prole nata da legittimo raatrimonio, la sorama costituente I'asse cui dall' I. R. Ulficio di Coin- misurazione in questa cittA saru stata applicata la tassa voluta dalle voglianti leggi sia trasniessa e pagata a questo Ospitalo Magpiore civile di Milano. » La disposizione si e verificata a favore dell'Ospedale per la morte avvenuta il 28 giugno 18S:') deH'Oldrati Achille Gaspare sonza figli, o quindi il L. P. consegui I'importo della eredita in L. 84,270.85 ital., gia depurato di altro legato ai LL. PP. Elemosinieri per i poveri della parrocchia di S. Maria alia Scala in S. Fedele di L. 9000 austriache. Esegui il ritratto, a figura intiera, il pittore Vespasiano Bignarai per L. 1000. Perego ragioniere Costantino , di Ottaviano , mori il 28 no- verabre 1S2G, d'anni 72, assegnando all'Ospedale a titolo di legato, due capitali del valore di L. 50,300, con testamento 23 agosto 1823. Nomino erede il suo domestico in premto dell'atlenta e fedele servitic prestatagli da molti anni. II domestico mon prima del testatore e in luogo di lui fu erede Giovanna No- vati Moscatelli, cugina del Perego, il quale pare che abbia prestato i suoi servizii alia nobile faraiglia Greppi nella qualita di ragioniere. Pernice Antonio, figlio di Carlo, continuo il commercio del padre negoziando in rame ed altri metalli, con raagli per la lavorazione del rame a Castello sopra Lecco. Fu egli stesso il fattore della propria fortuna, che alia sua morte, avvenuta in Milano il 31 gennaio 1841, senza figli, d'anni 45, lasciando vedova Giovanna Bellotti, abbandono una sostanza considerevole. Era distinto per capacita ed integrita di carattere, e come negoziante e nelle relazioni della vita privata. Con testamento 14 settembre 1840, istitui erede i nipoti Antonio e Angelo fratelli Villa, figli di Giuseppe Villa, ragioniere in capo della delega- zione provinciale di Milano, e raarito di Rachele Pernice, sorella del testatore. — L' Antonio premor'i. raccogliendo cosi tutta la sostanza il di lui fratello An. gelo, il quale per sovrano rescritto ottenne di aggregare alia sua la parentela Pernice. — La erediti non poteva capitare in mani migliori, clin il commen- datore Angelo Villa Pernice, di distinto ingegno e valente amministratore, rese e rende importanii servizii al suo paese nelle amministrazioni pubbliche. 11 testatore pur riconoscendo che alia proprieta degli affari abbiano con- tribuito le persone addette al suo commercio, prescrisse che gli eredi avessero a continuarlo nella casa di sua propriety in via del Bollo alio scopo di procurare il sostentamento alle persone stesse. II Pernice fu anche benefico, avendo legato all'Ospedale di Milano L. 20,000 milanesi. agli Asili di carita L. 1000 mil., all'Ospedale Fate-bene-fratelli L. 5000 e altrettante al L. P. Triulzio e L. 8000 alia Chiesa di Concorrezzo. Istitui doti a favore di povere zitelle di Milano e di Concorrezzo. Destin6 L. 1000 a favore del poveri della sua parrocchia del Carmine, e altrettanto a favore dei poveri della parrocchia di Sant'Alessandro dove aveva lo studio e il magazzino. — 114 — Era di sua propriet{\ la casa in Milano in via Cusani al n. 2201, dove ora abita Teredo commendatore D. Angelo Villa Pernico. Si ripoitano le due lapidi che lo ricordano nel cimitern di P. Garibaldi: Anlonio Pernice — fu inlegcrrimo negoziante — amico pronto effuso leale — u^b la prosperila — con crisliana modeslia — henefico ai poveri — e con larghi soccorsi e lasciti — pas&o troppo prcs/o d'anni 4o — il 31 gennaio 1841 — compianto benedetlo desideralo — la sconsolala Gio- vannina BellotU — e gli eredi Antonio ed Angelo Villa — ricordet^anno sempre le virtu — del tenero ed nmanime marito — dell'amoroso e pro- vido zio. Alia cara memoria — di Antonio Pernice — inlegerrimo negoziante — morto il HI gennaio 1841 in eta d'anni 45 — sico cugino Carlo Ponti — in attestato di sua riconoscenza — per I'amore professatogli questo sasso pose ~ ed in ricordanza anche della propria moglie — Maria Ponti nata Gerli e — ftglia di Paola Pernice — morta il 23 dicembre 1836 — per entranxbi prega eterna pace. F*erret-Montalt Alessandro , nacque a Montalto da Fabio Damascene), gentiluomo di Roma, che assunse il cognome Peretti dopo la morte del Cognato Francesco e da Maria Felice Damascene. Fu cletto Cardinale il 13 maggio 1585, dal Pontefice Sisto V. Nel 1614 assegno all'Ospedale 50 scudi al mese e durante il periodo dal 1614 al 1622 dono all'Ospedale stesso circa L. 20,700. Si ha e si espone nella occasione della festa del Perdono il ritratto che venne consegnato all' Ospedale da un agente di lui. II L. P. vi fece adattare a sue spese la cornice. Perrocchio dottore in legge Agostino, di Vincenzo, oriundo di Incisa, notaio di Milano. Abitava nella casa di sua proprieta in via della Ma- donnina al n. 1879, che fu venduta dall'erede di lui al conte dottor Alessandro Bolognoni. Mori il 20 gennaio 1799, beneficando 1' Ospedale che egli qualifico siccorae il piu degno e meritevole di ogni soccorso (sono presso a poco le parole lasciate scritte dal benefattore Macchi, del quale probabilmente era amico) : testa- mento 27 settembre 1797. La sostanza pervenuta al L. P. fu di circa L. 188,000. Si ha il ritratto eseguito da Francesco Anlonio Biondi. Pesenti G-erolamo, figlio di Flaminio e di Daria Lodovica Belloni, oriundo di Treviglio, ebbe una vita agitatissima, alia quale pare abbiano molto contribuito le sue condizioni fisiche e il suo carattere irroquieto. Nel 1022, mentre era ancor giovine, fu condannato e bandito dal dominio milanese, per- che fuggito dalle prigioni di Treviglio dove doveva scontare una pena. Durante I'esilio fu al servizio dei veneziani come soldato corazza. Nel 1625, dietro arani- stia pubblicata dal duca di Feria, ritorno mettendosi al servizio del governo e prendendo parte alia guerra di Valtellina. Nel 1626 fu ferito da un suo fra- tello con una archibugiata. In ultimo era soldato di cavalleria del marchese Acerbi. Fu dalla madre privato della sua eredita. Mori I'anno 1062, istituendo erede 1' Ospedale Maggiore di Milano. Privo della eredita i suoi fratelli perche avevano tentato di ucciderlo e perche indegni. Ebbe un fratello prete, pazzo, e — 145 - corae tale privato dal tostatore di op\[ e qualunqne legato. Lo chiam6 pero erede sostituito all' Ospedale nel caso in cni fosse guai-ito dalla pazzia e fosse animesso alia celebrazione della niessa. La sostanza pervenuta all" Ospedale fu di L. 13,6(53 (testamento 17 aprile 1029). iPesenti Laura, figlia di Nicolao o di Angela Taverna, vedova del causidico Marco Rovilacqua, iiku-i neU'Ospodale il 10 febbraio 1590 e con te- stanoento 9 fobhraio 1589, istitul erede 1' Ospedale stesso al quale pervennero circa L. 31.290. Voile essere sepolta nella Chiesa di S. Celso, in una cassa di piombo e in un'altra di legno. Suo padre era povero, ma la madre possedeva una discreta sostanza e fra gli altri cnti una possessiono delta della Colombetta nel Borgo della Trinita. Stette in lite 33 anni per questione di interessi col patrigno Francesco Pirovano. Lego alia figlia Livia scudi 25 e all'altra figlia Ippolita uno scudo. Come era da aspettarsi le figlie non furono soddisfatte di questo trattamento e quindi mossero causa all'erede Ospedale,- il quale addivenne in lore confronto ad una transazione mediante il rilascio di una parte della eredita. Lego al L. P. di S. Corona L. 2000, Fessina G-iulio Cesare, figlio di Giovanni Batlista, portiere del Senato, e di Giuseppa Vi^couii, occupo il posto di cancelliere del Senate di Milano. Nei parecchi suoi testamenti ebbe sempre ad istituire erede universale rOspedale Maggiore, adempiendo cosi ad una promessa ed alle dichiarazioni che aveva fatte in vita nel 1091, ed alle intenzioni del di lui padre, il quale testando a favore del figlio gli proibi di fare obbligazioni solidali o di fideius- sioni. Suo padre dichiaro nelle disposizioni testamentarie che egli consume la metA della sua sostanza per ottenere dal re Filippo IV la cancelleria del Senato a favore del suo figlio. L'ultima .'^ua disposizione in data 23 seltembre 1713, si estende a centotre lasciti a corporazioni religiose, al L. P. di Loreto, ad amici, compresi tra questi I'archivista e il cassiere dell'Ospedale, coi quali era legato da vincoli di^ ami- cizia. Nel suo testamento proibi di esporre alia sua casa e nella Chiesa, in oc- casione dei funerali, lo stemraa della sua famiglia e proibi parimenti I'accom- pagnamento dei servi. Professava una speciale devozione all' imagine della B. Vergine Maria detta della Rosa, che si venera nella Chiesa Metropolitana vicino alia sagrestia delle messe. Fu deputato delle scuole del SS. Sacramento nella Chiesa di S. Stefano in Brolio, e delle Croci delle diverse porte. Voile essere seppellito nella Chiesa dei PI\ Minori Osservanti di S. Fran- cesco in S. Maria della Pace di Milano e prescrisse che, subito dopo la sua raorte, fossero scritte sulla facciata della sua casa da nobile le parole: Ospedale Maggiore di Milano. Pervennero alcuni stabiJi in Villanova, del valore di L. 70,000 dal testatore rilasciati in vita e dei capitali per il valore di L. 174,000, delle quali L. 159,000 trovavansi impiegate a mutuo presso 1' Ospedale. Mori il 20 ottobre 1715. Si ha il ritratto eseguito da Antonio Lucino. Pestagalli nobile G-iuseppe, nacque il 30 ottobre 1727 a Cremona, dai coniugi Paolo Antonio e Lucrezia De Albertoni, dama cremonese. mentre 10 140 — il di Itii padre disimpegnava in detta citt^l'ufficio di f,f'nulice del podest^. Sposo in prime nozze Giuseppa Cravenna e in seconde nozze Camilla Calderari. Co- perse le cariche onorillche di giudice delle vettovaglie, di prefetto della fab- brica del Duomo, di deputato e priore del Capitolo dell'Ospedale Maggiore, di conservatore del patrimonio della citta di Milano, di deputato della Malastalla, di giudice della legna. Fu altro dei 12 di provvisione. La di lui faraiglia eser- cito, per diritto perpetuo trasmissibile da padre in figlio, I'ufficio di conta- A '-'M J*E A tore della mezz'annata. Suo padre teneva nota dei fatti . ,, pill important! della famiglia. Sotto la r .4 mKfPtfa^. ''*Tf data del 30 ottobre 1727, registrava la nascita di questo suo figlio Giu- seppe. In margine a questa registra- zione, un fratello scrisse le seguenti parole: Uomo nato con buona testa, ma piic gran cavicchio di fortund. Mori il 4 febbraio 1807, d'anni 80, nella casa in Milano, via della Pas- sione al n. 244, istituendo erede I'O- spedale con vincolo di usufrutto generale a favore di sua moglie (testaraento 31 gennaio 1807). Voile che il suo cadavere fosse trasferito a Brugherio, dove possedeva la cascina Pobbia, che fin dal 1200 apparteneva alia sua famiglia, e che i suoi funerali fossero di seconda classe, elargendo ai poveri il conse- ffuente risparmio di spese. L'entita della sostanza fu di circa mezzo milione di lire italiane. Perven- nero fra gli altri enti alcuni stabili in Carugate, Moncucco, Cologne e cascina Baraggia di pertiche 1332, vendute nel 1816 al conte Carlo Delia Somaglia per L. 140,100 e altri stabili in Carugate, Cernusco e Pioltello di pertiche 1579, venduti nel 181G a Carlo Besana per L. 215,000 ital., la casa suddetta in via della Passione al n. 244, ora Conservatorio, n. 26, venduta nel 1810 al conte Sangiuliani per L. 76,800. Si ha il ritratto eseguito da Giovanni Battista Perab6. Piantanida sacerdote Francesco, figlio di Giacomo Antonio, dottore in sacra teologia, canonico dell'antica basilica Naborriana nella Chiesa coUegiata di S. Maria Fulcorina, mon il 10 aprile 1835, nella casa di sua pro- prieta in Milano via S. Mattia alia Moneta al n. 3135. — Con testamento 23 settembre 1834, istitui erede 1' Ospedale, con preghiera all' araministratore del L. P. di gradire la sua spontaneaj precisa e deferm/nala volontd in sol- lievo e con for to della languente umanitd. La sostanza da lui abbandonata e raccolta dal L. P. erede, risultd di L. 158,826.09 circa, non tenuto conto della donazione da lui fatta in vita di L. 20,237. Pervenne, fra gli altri enti, Ja casa in Milano in via S. Mattia alia — 147 — Moneta al ii. 3135, venduta nel 1S3G al consigliero Bernardino Righetti p6i* L. 17.G01 austr. Esterno il desiderio die il di lui ritratto da esporre nella occasione della festa del Perdono, fosse eseguito da ottimo pennello in tutto simile, sia per la dimensione, come per I'atteggiamento della persona, a quello del benefattore Muttoni. non senza avvertire die tale desider/o non era dettato da spirito di vanitd ed ostentazione, ma bensl dal solo pensiero di richiamare vieppiu rattenzione e quindi inculcare con cid in altri la beneficenza verso il L. P.. tanfo giovevole qxtando sia bene dire/to ed amminislrato con accuratezza, rettitudine e carita. II ritratto venne eseguito dal professore cavaliere Luigi Sabatelli. II dipinto non corrispose forse alia faraa dell'autore, e pare die cio sia dovuto alia cir- costanza die lo ebbe ad eseguire dopo una raalattia grave sofferta a Firenze. P*iatti Giovanni Battista, di Giuseppe, mori il 17 febbraio 1838, d'anni 65, nella casa in Milano via S. Maria Fulcorina al n. 2564. Con testa- mento 3 agosto 1836, istitui erede I'Orfanotrofio maschile, con un legato al- rOspedale di austr. L. 150,000, e di altrettanto al L. P. Trivulzio. Destin6 la somma di L. 50,000 per la ricostruzione della Chiesa di Maresso. Didiiar6 di non aver istituito erede 1' unico suo fratello, perche dovizioso e senza figli. Dispose pero a di lui favore un legato, dicliiarando anche die fra lui e il fra- tello esistevano i piu cordiali rapporti. Si ha il ritratto eseguito da Giuseppe Sogni. Piatti Flatti nobile Tomaso, figlio di Antonio, spos6 Barto- lomea Landriani. Cittadino milanese, gli fii conferita nel 1459 la cittadi- nanza comasca. Fu consigliere del duca Lodovico Sforza. II duca Francesco Sforza accordo a lui ed al fratello Giorgio, dottor in legge, la immunity di ogni tassa. Con testamento 17 gennaio 1499, istitui erede I'Ospedale, coll' ob- bligo di mantenere nella sua casa in Milano in P. Orientale, parrocchia di S. Pietro all'Orto coerente coUa Chiesa di S. Vittore 40 martiri, i libri ivi esi- stenti di diverse facolta, tenendoli incatenati per impedirne I'esportazione, e che in detta casa precettori idonei dovessero insegnare in lettere greche, dialettica, aritmetica, georaetria e astrologia, senza alcuna retribuzione da parte degli in- tervenienti. Questa scuola cesso nel 1603, per difetto di mezzi. — Fra gli altri enti pervennero all' Ospedale alcuni molini al Gentilino, stabili in Lissone e Cisano, Nerviano, Garbatola, Pogliano, Desio, affittati per complessive annue L. 1339. Mori il 18 giugno 1502 e le lezioni incorainciarono I'anno successivo coH'incarico delle letture a Negri Stefano per il greco, a Calvi Fabio per r aritmetica, a Mucagalli Filippo dell'ordine de' Servi per la dialettica, a Car- dano dott. fisico Facio, padre del famoso Gerolamo Cardano, per la georaetria. * Pieni Battista, istitui erede I'Ospedale, con testamento 6 maggio 1518, riservato I'usufrutto alia raoglie Lucia De Zunico. La sostanza da lui abbando- nata risulto costituita da quattro diretti dorainii col canone annuo complessivo di L. 1229, assentati su stabili in Gaggiano, Seguro, Locate, Corneliano e Ma- cherio, da una casa in Milano in via S. Vittore affittata per L. 112 e cosi un importo capitale di circa L. 26,000. Mori il 3 novembre 1519. — M8 — Pieni G-erolanio, figlio di Benedetto, istitui erede I'Ospedale Mag- giore col vincolo dell' usufrutto pieno ed ampio a favore della raoglie Ottavia Bregonzi, altra benefattrice, sempre che pero fosse rimasta vedova. Abbandon6 fra gli altri enti la possossione Benzo, in teiritorio di Cassignanica di pert. 539, venduta nel 1770 al conte Giovanni Serbelloni. Si ha il ritratto pervenuto coUa erediti della di lui moglie, ritratto che si espone nella occasione della festa del Perdono, dietro disposizione della stessa. Mori il 2 raaggio 1676. !Pierd'houy nobile dottor cavaliere Augusto, figura fra i bene- fattori insigni dell'Ospedale Maggiore, non perche abbia lasciato una speciale disposizione testameataria, ma perche il padre di lui, non ancora riavutosi dal dolore di aver perduto 1' unico figlio, cui lo legavano taiiti nobili sentimenti, voile onorare la sua memoria, compiendo un atto veramente generoso e degno d'encomio col donare all' Ospedale , con atto 23 ottobre 1886, la somraa di L. 100,000 pagabile dopo la sua raorte. La Rappresentanza ospitaliera, mentre gliene e riconoscente, augura al desolato genitore una vita lunga e allietata dal conforto che la memoria del figlio rivive in questa beneficenza tanto giu- diziosa e tanto proficua alia umanita sofferente. Possano poi i seguenti cenni biografici intorno al dottor Augusto tornare graditi al padre di lui. II dottor Augusto Pierd'houy nacque in Milano il 16 agosto 1851 dai coniugi Leopoldo e Felicita Merini. Fece i primi suoi studii all' Istituto Boselli e al liceo Parini e fu sempre tra i primi. Studio medicina a Pavia nel collegio Gbislieri e fu laureato il 26 luglio 1875. Risoluto di dedicarsi all'esercizio della oculistica si reco a Vienna dove pote frequentare la sala faraosa di Bilroth, Da Vienna si rec6 a visitare Pesth, Berlino, e fece escursioni nell'Austria, in Germania, in Baviera. Ai primi mesi del .1876 chiese ed otteiine di essere aramesso nell' Ospedale Maggiore nella qualita di medico praticante assumibile al bisogno. Segui con molta diligenza le visite del dottor Levis per la parte medica, e del dottor Gritti per la parte chirurgica. Dietro regolare concorso e per esame, nel quale emerse specialmente nelle prove cliniche e nell'autopsia, fu nominato medico assistente gratuito, il 9 maggio 1876, passando poi col 1." ottobre detto anno a medico assistente stipendiato. Nel gennaio 1879, do- vette abbandonare il servizio ospitaliero per un viaggio d' istruzione e di per- fezionamento nella cura della raalattia degli occhi, speciality che egli coltivo con amore, incorainciando i primi suoi studii in qualita di assistente del dottor Quaglino, che lo amava come figlio. Nello stesso mese di gennaio 1879, ottenne la nomina di medico di bastimento per la via di Bombay. Una delle piu difficili operazioni, che egli ebbe a fare con mano sicura, fu quella di estrarre un occhio e riraettere al posto, non 1' immobile occhio di cristallo, ma un occhio di coniglio, il quale, facendo presa sui tessuti dell'orbita vuota, dava I'illusione di un occhio vero, mobile, vivo. — Alia pratica della sua scienza egli congiunse gli studii teorici, e collaboro in molte riviste; fu uno del principali redattori dell'autorevolissirao giornale scientifico YOculistica, ed ebbe lodi anche all'estero il suo dotto e stupendo rendiconto del Congresso oftalmico del 1881. Scrisse una memoria suH'acctato di piombo nella cura — MO — della congiiintivite granulosa, o suH' umore acqueo e siilla paracentesi corneale. L'ultimo suo lavoro porta il titolo: Cause dclla cecHa e modi di prevenirla. Buono e gentile d' indole, egli si dodic6 inolto enicacemente anclie al bene dei poveri, ed i foudatori della Foliambnlanza, istituzione ora fiorente e tanto bonefica, lo ebboro compagno laborioso. L'afiFetto degli amici, i voti sincerissimi dei boneficati, le preghiere delle niadri , alle quali egli aveva guarito i bambini con quella pazienza soave, affet- tuosa, che era uu pregio disiinto del suo carattere, non valsero a scougiurare la irainatura di lui inorte. Gli strapazzi che egli sostenne nel recarsi affretta- tamente a Mantova e a Sondrio, dove era reclaraata d' urgenza 1' opera sua, lo fecero aramalare di ileotifo, e dopo un mese di malattia, la sua vita laboriosa e preziosa si spense il 31 raaggio 1S8G. La imrnatura morte fu compianta da tutti. e la stampa fu unauiine nel prodigare alia memoria di lui e de' suoi meriti scientifici affettuose parole di dolore, le qunli devono essere state di con- forto potente ai superstiti ed afflitti genitori. Pinciroli Annunciata, figlia di Nicola e di Gerolaraa Mari, nac- que il K) ottobre 1720 a Gallarate. Mori in Milano il 30 gennaio 1801. Con testamento IG giugno 1800 istitui erede 1' Ospedale, il quale raccolse una so- stanza di L. 20.360. IG. 4, che fu poi ridotta di L. 7000, iraporto pagato ad al cuni parenti poveri della testatrice. Fiola Daverio nobile Teresa, figlia del nobile Giuseppe Maria e di Angiola Casati, rimasta vedova del conte Celestino Caleppio di Bergamo il 15 febbraio lS5t, fece il giorno seguente il suo testamento, istituendo erede universale il nipote Giuseppe Piola Daverio, figlio del suo fratello Gabrio, con un legato di L. 10,000 a ciascuno degli istituti : Ospedale Maggiore di Milano, Ospedale Ciceri detto Fate-bene-sorelle e Ospedale di Bergamo. Mori il 28 ot- tobre 1855. Pirogalli Bartolomeo, di Ambrogio, raarito di Maddalena Pozzi, con testamento 13 setterabre 1186, istitui erede la moglie se incinta, con un legato di L. 10,000 all'Ospedale. Firogalli Filippo, di Giovanni Ambrogio, milanese, marito di Clara Botti, benefattrice dell'Ospedale, commerciante d'oro e d'argento, fu deputato delle scuole o confraternite delle Chiese di S. Lorenzo, Sant' Eufemia e S. Na- zaro, e assistente regio delle scuole delle Chiese di S. Giovanni detta la Trinita e di S. Giovannino in Guggirolo. Mori il 14 aprile 1677. Con testamento 21 di- cembre 1667, istitui erede per cinque parti della raet4 della sua sostanza, rOspedale Maggiore di Milano e per I'altra sesta parte il L. P. di Loreto, dell'aitra meta la di lui moglie. All'Ospedale toccarono circa L. 204,132. Erano di sua proprieta le possessioni Gravellona, il Cerro, la Chiappana e la Galliana in Abbiategrasso di circa pertiche 1000. Furono vendute nel 1678 ai Padri di S. Giovanni in Conca e a Luigi Pionni. Si ha il ritratto eseguito dal pittore Abbiate Filippo. Pizzagalli Teresa, di Francesco, mori il 27 aprile 1831, nella casa in Milano, canonica di .S. Stefano al n. 61. Con testamento 22 gonnaio detto — 150 — anno, istitui erede 1' Istituto delle figlie della cariti di Milano e in caso di sop- pressione I'Ospedale Maggiore coU'obbligo di conseguire ci6 che fosse esistito al verificai'si del caso. Sopravvenuta la soppressione in forza delle leggi sul- r asse ecclesiastico del 18G6-18G7, venne rilasciata all' Ospedale la relativa sostanza dell' importo di circa L. 80,000 coll' onere di alcuni pesi e pensioni alle suore. Fizzi nobile avvocato G-iovanni, figlio dell'avvocato Giulio Cesare e di Marianna Zucchella, mori il 31 maggio 1795, d' anni 74 , nella casa in Milano via S. Spirito al n. 1307. Non avendo parenti ed essendogli noti gli esiremi bisogni dell' Ospedale Maggiore di Milano, con testaraento 10 mag- gio 1795, lo istitui erede universale con che fossero stabiliti quattro posti per I tignosi poveri forensi, con preferenza dei comuni di Brianzola e Cassina Co- logna. In vita sovvenne capitali all' Ospedale. La sostanza pervenuta al L. P. fu di circa mil. L. 203,000, compreso il valore di alcuni stabili in Cologne, i quali, venduti a Giuseppe Pestagalli, pervennero di nuovo all'Ospedale coUa di lui eredita, e la casa suddetta in via S. Spirito che fu venduta nel 1795 a Giuseppe Balestrerio per L. 29,000. Si ha il ritratto eseguito da Benedetto Orta. Polastri Bartolomeo, di Silvestro. Era questi I'autore degli al- manacchi: Galleria delle stelle, il Girasole, il Giraluna, che gli rendevano piu di 100 scudi netti aH'anno. Era autore di altri libri, i quali venivano anche stampati da lui. Mori il 23 gennaio 1748, e con testaraento 20 aprile 174G, istitui erede I'aniraa sua coll'onere di erogare la sostanza nella celebrazione di messe e in soccorsi ai bisognosi. All'Ospedale lego diversi capitali coU'obbligo di corrispondere vitaliziarmente e giornalmente soldi 20 alia sua governante. iPolastri Griuseppa, di Giovanni e di Teresa Tassi, vedova di Giu- seppe Ravasi, che fu raagazziniere provinciale del tabacco, mori di tubercolosi, d'anni 51, il 30 agosto 1811. Con testaraento 7 luglio detto anno, istitui erede I'Ospedale al quale pervennero circa L. 25,000, valore della mobiglia, dei crediti e di pertiche 235 di terra in Ozero. Pomino Carlo, di Giovanni Battista, arrivato a tarda eta senza di- scendenti, anche d'accordo colla moglie, Febronia Apostolo, pure di eta avanzata, delibero di provvedere alia salute dell' anima sua e al soccorso dei poveri dell' Ospedale col donargli, con atto 16 marzo 1672, una casa da nobile alia Boscarola dell'Ortiga, fuori di P. Tosa in territorio di Lambrate e una casa da massaro contigua, con annessi alcuni pezzi di terra, una casa in Milano in P. Nuova parrocchia di S. Stefano ad Nuxiggiam e L. 9000, riservato I'usu- frutto al donante, il quale mori I'S gennaio 1688. Riraasto vedovo della Febro- nia Apostolo, sposo in seconde nozze nel 1081, Ippolita Maruti. Poncino G-iovanni Pietro, di Giovanni Battista, con testaraento 11 aprile 1688, lego L. 30,000 coll'onere di alcuni legati di culto. Ponzoni Gaspare, raori in Milano, il 20 febbraio 1815 e con te- staraento 7 dicerabre 1814, lego L. 20,000 da pagarsi alia morte della erede — 151 - Teresa Silvestri Meazza. 11 pagamento avvenne I'S maggio lS-10, essendo moita I'erede il 9 febbraio lSo9. Forta nobilo jMaria Costanza, tli Isidoi-o, ex-monaca del con- vento di S. Margherita di Milaiio, benefico I'Ospedale col legato di mil. L. 11,000 (testamento 2G novombre 1818). Mori il 3 febbraio 1830 e fu sepolta nel cimi- tero di P. Coniasina. F*ozzi Cristoforo, di Andrea, spuntatore dei confessi dei redditi caraerali dello State di Milano, noniiuato a tale ufficio da Carlo II di Spagna, mori il 23 settembre 1691, d' anni 06, lasciando in erediti, con testainento 1.* settembre 1688, airOspedale circa L. 30,000 dopo di avergli donato in vita altre L. 6000. Si ha il ritratto eseguito da Giovanni Battista Todeschino. Pozzobonello Giovanni Battista, di Arabrogio, con testamento 6 settembre 1560, istitui erede I'Ospedale, dopo di avere provveduto convenien- teraente alia raoglie Daria Perego. Pervennero beni in Vermezzo e una casa da nobile in Milano. Pozzobonello sacerdote G-iuseppe, altro dei discendenti dei Poz- zobonello, marches! di Arluno, famiglia ora estinta, giureconsulto, figlio del marchese Francesco e di Camilla Dardanoni, coperse le cariche di canonico ordinario del Diiomo, di arciprete e vicario capitolare. II 15 luglio 1743, venne eletto arcivescovo di Milano. e il 19 settembre detto anno eletto cardinale del titolo di S. Maria in Via, poi di S. Maria sopra Minerva. L'anno 1771 gli venne conferita la croce dell'ordine di S. Stefano re d' Unglieria. Diresse la diocesi milanese per 40 anni. Fu deputato dell'Ospedale Maggiore nel biennio 1723, 1724. Mori il 27 aprile 1783, d'anni 86, legando al detto Ospedale zecchini 6000 e agli arcivescovi di Milano, un appartaraento da lui fatto fabbricare nel collegio di Rho (testamento 17 raarzo 1783). Nella occasione della festa del Ferdono si espone il ritratto di lui, eseguito da Giacomo Antonio Bergomi. 'O^ I-*rato sacerdote Giosue, di Antonio, curato di Galbiate, mori il 26 raarzo 1820 e con testamento 23 maggio 1815, chiam6 eredi il fratello ca- valiere Carlo e la sorella Angiola Maria. Lego all'Ospedale tre masserie in ter- ritorio di Ceroldo, coll'obbligo perpetuo di fare tenere ogni sei anni dagli oblati di Rho lo missioni nelle parrocchiali di Galbiate, Sormano e Garbagnate Rota. L' importo del legato fu di L. 55,428. Fravettoni Teresa, nacque in Pogliano, il 17 giugno 1785, da Giuseppe Antonio e da Rarapini Maria. Era altra delle pensionate deU'Ospedale, quale vedova del dottor Giovanni Maria Mazzi, medico ordinario e S. di direttore. II 4 giugno 1848, fu ricoverata neU'Ospcdale per ferita da taglio, fattasi da s^ a scopo di suicidio, alia parte anteriore media del collo, di tre pollici circa in direzione trasversale interessante tutta la muscolatura e parte della laringe. Mori lo stesso giorno, d'anni 63. Essendole premorto il 24 maggio 1848, per tubercolosi e d'anni 24 1' unico figlio, Giuseppe Mazzi, con testamento fatto lo — 152 - stesso giorno della morte, istitui eredi in parti eguali I'Ospedale Maggiore e Giovanni Grasselli, dirigente I' ufTicio di pubblica vigilanza e sua moglie Kosa Bonavia. AU'Ospedale toccarono L. 10,444. 40 austriache. iPredabissi nobile Francesco, ammogliato con Rosa Bellinzaghi, consigliere della corte di cassazione, morl il 27 aprile 1834, d'anni 04, e il di lui cadavere fu trasportato a Calvenzano dove fu seppellito. Con testamento 10 ottobre 1831, dispose il legato di L. 100,000 a favore dell'Ospedale, da pa- garsi dair unica figlia ed erede di lui, nobile Sofia, sotto diverse condizioni eventuali. La figlia nel 1866 tolse di mezzo le condizioni apposte, per cui la cessata amministrazione fece fare il ritratto dal Lodigiani. — II legato fu pa- gato alia morte della donna nobile Sofia dall'erede di lei, monsignor Arcivescovo di Milano. Fondo tre premii annuali, uno di L. 750, un altro di L. 600 ed un terzo di L. 450 di Milano a favore delle persone di servizio, aventi i requisiti ri- chiesti da uno speciale statute organico. Assegno per la dotazione di tale isti- tuzione il capitale di L. 40,000. Lego L. 5000 di Milano a favore delle Ghiesa parrocchiale di Pizzighettone e altrettante a quella di Melegnano. Prestino Cesare, di Tullio, milanese, orefice, raarito di Francesca Villa che gli premori, benefico in vita e chiamo erede in morte il Pio Istituto di Santa Corona con testamento 7 aprile 1665. Vi e fra le disposizioni di lui che il suo cadavere fosse vestito di sacco e posto in una cassa di legno serrata con chiodi e seppellito nella Chiesa di S. Marco in Milano. Mori il 16 apriie 1005. La eredita fu di L. 52,599.11.3, ma va aumentata di L. 21,000 per la donazione che fece in vita di un capitale di L. 12,000 e di una casa in Milano. Si ha il ritratto eseguito dal pittore Felice Trompei. Puricelli G-uerra G-iovanni Battista, di Giuseppe Gero- lamo e di Teresa Torri, altra benefattrice dell'Ospedale, mori il 10 aprile 1850, e con testamento 27 marzo detto anno, lego all'Ospedale L. 100,000 da pa^arsi da un fratello di lui erede. Destino L. 2000 per la costruzione della nuova Chiesa di Gallarate e L, 20,000 per la ricostruzione della Chiesa in Sesto S. Giovanni, da impiegarsi la somma a frutto per aumentarla cogli interessi. Lego inoltre L. 30,000 al Comune di Sesto S. Giovanni, coU'obbligo di arami- nistrare tale somma separatamente dal patrimonio coraunale, onde coi frutti pagare i maestri di una scuola elementare maggiore mascliile di tre classi da essere istituita col diritto di nomina dei maestri al di lui erede e successori. Si ha il ritratto eseguito da Mauro Conconi. Pusterla Francesco, di Giovanni Battista, di Magenta, con atto 22 giugno 1071, dono L. 11,717 importo di capitali e valore di stabili in Mede. Fusterla nobile G-abriele, figlio del dottor fisico Benedetto, che fu medico dell'Ospedale, prefer'i nell' ultima sua malattia di farsi curare nell'Ospe- dale Fate-bene-fratelli, dove fece il testamento 30 novombre 1803 e dove mori il 21 dicembre detto anno, lasciando erede I'Ospedale Maggiore di Milano, col — \o3 — vincolo deir intioro usulVutto alia di lui iuoj,'lie nobile Maria Fontana. La con- sisteuza della sostauza da lui abbandonata risult6 di L. o5,0U0. Quadri Domenico, di Antonio, marito della benefattrice dell'Ospe- dale, Marozzi Irene, dottore di cliirurpia, nativo di Liip:ano, fii dichiarato sud- dito austriaco I'anno 177S. La sua carriera chirurgica ebbe piincipio neH'Ospedalo Majrjriore di Milano nel 1752. Nel 1772 venne nominato vice chirurgo. Pass6 poi nella qualita di chirurgo niaggiore al servizio del L, P. di S. Corona. Nel 1779 lu eletio chirurgo raaggiore dell'aula aggregata alia facoltA raedica di Milano. Presto inoltre servizio di chirurgo aU'Orfanotrofio per circa 31 anni. Si applict) preferibilmonte alia Litotoraia. Mori repentinaraente il 29 marzo 1809, e con testameuto 30 marzo ISOG, scrisse erede della di lui sostanza nello Stato milanese I'Ospedale, coU'onere di un legato vitalizio di annue L. 400 alia moglie e I'Ospedale di Lugano della sostanza esistente nel Luganese. L' Ospedale di Milano erede, riconoscendo 1' insufRcienza dell'assegno fatto alia moglie, le ac- cordava tutii i raobili da lei richiesti, oltre una somma per una volta tanto, aumentando I'assegno vitalizio da L. 400 a L. 1151. La larghezza usatale valse al L. P. di conseguire anche I'eredita di lei. Pervennero all'Ospedale fra gli altri euti la casa nel vicolo di S. Giovanni Laterano ai n. 4947 e 4948, la quale fu venluta nel 1810 a Carlo Giuseppe Campi per L. 12,200 e la casa in via del!a Maddalena al n. 419G, venduta nel 1818 a Gaetano Bianchi per L. 13,000. — Si ha il ritratto di lui, eseguito da Amos Grancini. Qoiadrupani Giovanni Paolo, figlio del dottor fisico Felice, di Induno, giureconsulto, notaio di Milano, aramogliato con Giulia Pallavicini, mori il 10 dicerabre 1804, lasciando erede, con testaniento 3 maggio detto anno, I'Ospedale, riservati i mobili, le gioie, il danaro e i credit! a favore del di lui 1 fratello Francesco. La sostanza da lui abbandonata fu di L. 36,323. 05 con una passivita di L. 22,938, e quindi con un attivo nitido di L. 13,385. 05, il quale aumento a L. 17,853 per la dote ed auraento dotale spettante alia vedova, la ' quale pure istitui erede I'Ospedale. Giuaglia sacerdote Giuseppe, di Giovanni detto il Trombetta, e di Caterina Marzorati, curato quiescente della soppressa parrocchia di S. Seba- stiano, oblato, mor'i il G novembre 1801, d'anni 81, e con testamento 21 giu- gno 1800, istitui erede universale I'Ospedale, coU'onere di un legato di L. 1500 a favore de' suoi nipoti. L'asse ereditario fu di L. 103,490. Abbandono la casa in Milano sul piazzale di S. Giorgio al Palazzo al n. 3353, la quale fu dal- rOspedale erede venduta a Carlo Pietrasanta e pertiche 170 di terra in Ro- becco, vendute nel 1808 a Giovanni Battista Legnani per L. 29,088.94, oltre diversi obblighi perpetui. Si ha il ritratto eseguito da Filippo Bellati. Q.uattrocchi sacerdote Davide, figlio di altro Davide, mori il 21 lu glio 17ul, d'anni 85 e per disposizione lestamentaria di lui 5 giugno detto anno, r Ospedale ando al possesso a titolo di legato della casa da nobile in Milano, nella via Borgo Nuovo vicino alia casa del conte Dal Verme e del capitano P^Uavicino, venduta nel 1711 a Domenico Pino per L. 12,100. — 154 — Q,uintana conte Fietro, figlio di Roderico, questore del magistrato onlinario di Milano, come il padre, mori il IG giugno 1742, chiaraando erede r Ospedale , con testamento 10 aprile 173G. Pervennero all' Ospedale circa L. 25,006 compreso il valore di alcuni beni in Inzago. Racca Gerolamo, di Vincenzo, marito di Angiola Parma, nego- ziante in formaggi, istitui erede I'Ospedale con testamento 17 setterabre 1557, fatto due giorni prima di raorire. Pervennero stabili in Cavenago, una casa in Milano sulla piazza del Verziere, ora Fontana, alcuni crediti e la merce della azienda commerciale, in tutto una sostanza di circa L. 40,000. Radice Ottaviano, di Francesco, con testamento 29 dicembre 1572 e codicillo 1.° gennaio 1573, lego L. 10,000. Raimondi sacerdote G-aspare , di Giuseppe Antonio , mori il 24 raarzo 1821, legando L. 100,000 mil, con testamento 9 agosto 1820. Si ha il ritratto eseguito da Bianca Milesi. Plainoldi conte Giovanni Battista, figlio di Alfonso e di Diana Biraghi, proviene dalla famiglia dei conti Rainoldi di Caronno. II di lui tritavo era mercante d'oro e seta, il bisavo banchiere e mercante di friserie con bot- tega aperta. Dottore in ambe le leggi, coperse la carica di lettore primario delle leggi nella University di Pavia, dal 1631 interporlatamente al 1668 (1). Mori nel marzo 1669, instituendo erede I'Ospedale Maggiore di Milano, con testamento in data di Pavia 31 gennaio 1669. L'eredita si puo valutare di circa L. 70,000. Lascio una possessione in Trenno, venduta nel 1669 al questore Leonardo Cal- derari per L. 20,550, e alcuni stabili in Ottabiano, venduti nel 1692 al cardi- nale Federico Visconti, arcivescovo di Milano, per L. 15,000 imp. Si ha il ritratto, lavoro di Ottavio Bizzozero. Rainoldi avvocato Luigi, di Carlo, assessore municipale, mori il 3 settembre 1826, d' anni 53, e fu sepolto nel cimitero di P. Vercellina. Con testamento 1." settembre 1826, istitui erede un fratello col peso di un legato di L. 100,000 airOspedale in sollievo de'suoi concittadini infermi. Si ha il ritratto eseguito dal Palagi. Ramazzotti Ausano , di Giuseppe e Branca Laura, possidente, nacque a Saronno il 24 agosto 1791. Sposo in prime nozze Giuseppa De Micheli, in seconde nozze Angiola Tronconi, e in terze nozze Tavazza Cristina. Mori in Milano il 16 marzo 1866, d'anni 75; come e noto, divenne ricco nel commercio dei liquori. Con testamento 15 marzo 1856, lego austr. L. 30,000, coll'obbligo di fargli il ritratto a figura intiera e di applicare il legato alia fondazione Bel- tramoli Vergobbio per la cura della malattia degli occhi. Benefico inoltre I'lstituto materno dei presepii, I'lstituto dei ciechi e la Casa d'industria. Prescrisse che il suo trasporto funebre fosse accompagnato dalle persone di servizio e dai giovani del suo negozio, ai quali voile che fossoro corrisposte tre lire e i ceri. Si ha il ritratto, eseguito da Giovanni Dariff. (1) Opera Corradi sulla Universita di Pavia. — 155 — Rancati Bartolomeo. figlio naturale di Orazio. raori il IG aprile 1083 e con testainento di duo gionii prima, istitui credo la niofj^lio iMaria Coviiii e dope di lei I'Ospedale. Colla morte di questo testatore senza figli, si verifico anche a lavore doU'Ospedale la sostituzione disposta dal di lui padre. Rancati Francesco, di Giovanni Antonio, niori il 25 giugno 1629, alia cascina Icono in territorio di Cerro, lasciando erede con testamento 24 giugno 1629, I'Ospedale, al quale pervennero alcuni pezzi di terra in detto Comune di Cerro venduti per L. 14,688, altri in Comune di Pidriano venduti per L. 1500. Aggiungendo a questi due iniporti L. 3000, valore dei mobili e dei cre- diti, si ha I'iinporto totale della sostanza da lui abbandonata in L. 19,188. Rancati Orazio, di Baldassare, railanese, mori il 23]dicembre 1679, d'anni 81, chiamando erede, con testamento 26 settembre 1676, il di lui figlio naturale Bartolomeo, e in via fe- decommissaria i figli nascituri di lui, sostituito r Ospedale nel caso in cui fosse morto senza discen- A denti. II caso si e verificato il 16 aprile 1683 e cosi fu rilasciata al- rOspedale la erediti dell' importo di L. 500,000 da aggiungere al le- gato di scudi 4000 dal testatore di- ?posto e alia donazione di L. 50,000 fatta nel 1664. Pervennero fra gli altri enti : alcuni stabili in Annone, Sirone e Dolzano, che furono ven- duti dall'Ospedale nel 1709 a Carlo Francesco Carena per L. 54,000, beni in Muggio e Meda da lui ac- quistati nel 1676 dall'Ospedale, al quale erano pervenuti colla sosti- tuzione Marchesonio, e una casa in Milano in via Speronari, venduta nel 1778 a Bartolomeo Zanolla per L. 5492. Nel 1669 compero dall'Ospedale alcuni stabili in Vimodrone costituenti la possessione Rampina , che era pervenuta all' Ospedale stesso colla eredita di Giovanni Battista Corti. Questa possessione fu venduta nel 1713 al L. P. di Loreto per L. 67,100. Si ha il ritratto eseguito da Salomons Adler. Rapazzini Giuseppe, nativo di Luino, figlio di Francesco, lego 110.000 mil., colla condizioiie espressa di fargli fare il ritratto grande in piedi, dal pittore Protaso Gerolamo Stambucchi suo amico, disponendo che a titolo di mercede gli fossero dall'Ospedale stesso retribuito L. 1500 di Milano raccomandandogli di usare la piu esatta accuratezza e diligenza e di impie- jare tutta la conosciuta sua perizia ed. abilitd nel fare detto ritratto. Lascio una sostanza di circa L. 430,000 che tocco in eredita al suo nipote dottor — 15G - fisico Carlo Rapazzini (testamento 12 agosto 1818). Mori il 25 agosto detto anno nella casa in Milano via Olmetto al n. 4008, d'anni 70. Si lia il ritralto, eseguito dal pittore designate dal testatore. Rasini Clerici nobile Carlo, di Gerolamo, regio coadiutore del magistrato straordinario di Milano, mori il 18 maggio 1779; con testamento 10 maggio detto anno, istitui erede 1' unico di lui figlio Francesco, con sosti- tuzione a favore dell'Ospedale nel caso in cui fosse morto senza figli. II caso si e verificato il 14 dicembre 1787, raa ad onta di cio la sostanza contiiiuo ad essere goduta dall' usufruttuaria mnglie del testatore, Teresa Porta, fino al 18 novembre 1831, in cui mori. L'Ospedale per conseguire la sostanza del Rasini dovette sostenere una lite cogli eredi della usufruttuaria, lite che fini col ri-_ lascio aU'Ospedale stesso della somma di L. 26,977. 12 austr. ■[ Ratazzi Filippo, oriundo di Oggebbio, Lago Maggiore, anche in omaggio alia disposizione testamentaria del predefunto di lui padre Giuseppe Ratazzi, la quale portava I'istituzione di erede a favore del figlio Filippo e della sua prole nascitura, con sostituzione a favore dell'Ospedale per rispetto ad una casa in Milano in via del Monte Napoleone, nel caso in cui I'erede fosse morto senza figli, con atto 7 novembre 1868, don6 aU'Ospedale la casa stessa in mappa di S. Babila al n. 10, coU'estimo di scudi 972. 1.2, contro I'annua prestazione vitalizia di L. 3000 ital., tuttora in corso di pagaraento. Ravizza Giovanni Battista, di Carlo Maria, mori il 17 gen- naio 1838, legando mil. L. 10,000 pagabili alia morte della di lui moglie ed erede Giovanna Balestrini, la quale mori il 17 agosto 1838 (test. 20 maggio 1836). Recalcati marchese Carlo, dei marchesi e feudatarii di Basiano, figlio naturale di Francesco, abate, mori il 6 aprile 1716 e fu seppellito nella Chiesa di Sant'Angelo. 11 suo testamento, in data 9 luglio 1714, comincia cosi: « Svegliati, o Carlo, svegliati. Ed al tuono di quelle sacre voci, che forse a te in particolare furono indirizzate per ultimo avviso, pensa e pensa bene ai casi tuoi. » Ad ogni disposizione il testatore riferisce un detto in latino, fra i quali il seguente: Fac testamentum tuum, dum sapiens es. In infirmitate. blanditiis et minis duceris quo iu renuis. (Ricordo di Sant'Agostino). Lego aU'Ospedale come padre deipoveri, L. 50,000 ed al L. P. di Loreto L. 9000. Ordino che alia B. Vergine di S. Celso, s\ca singolarissima protet- trice, fosse offer la una lampada d'argento del peso di once 700, da lui f'atla eseguire del valor e di L. 7000, consistente in ire facciale, rappresen- ianti un'aquila grande imperiale con due teste, corona, scettro e spada, nel petto della quale vi e collocata altra aquiletla con sopra altr a corona quale era I' insegna di sua casa cosi decorata dalla felicissima memoria di Leo- poldo Cesare sempre Augusto. Su questa lampada voile che fossero scritte queste parole: Carolus Marchio et Abbas Recalcatus lampadam hanc arg en- team valoris librarum septcm tnille — dcipanv Maricv semper Virgini apud Divum Celsum ejus validcv pi^otectrici cum corde suo obtulit. — loi Un'altra lampada d'arf?ento, del peso di once 430, voile che fosse offerta a S. Carlo Borroinoo nella Metropolitana. Istitui erede il cugino marchese dottor Antonio Recalcati e suoi discendenti in infinite, con sostituzione a favore dell'Ospodale in caso di estinzionc della linea dei chiamati, e coll' obbligo all'erede di recitare ogni giomo in compa- gnia della sua famiglia, prima di sedere a tavola tanto al pranzo chc alia cena. in ginocchio e avanti ad un crocifisso il Salmo — De profundis — in suff'ragio dell'anima sica. La sostituzione a favore dell'Ospedale non si e verificata per eifetto della nota legge 6 Termidoro anno V abolitiva dei fedecommessi. Alia sua inorte si trov6 in casa 1' ingente somraa in denaro di L. 280,000. Si ha 11 ritratto che si espone nella ricorrenza della festa del Perdono, e che fu eseguito da Carlo Zucca. Recalcati marchese G-abriele, di Giovanni Pietro, commissario del ducato, e di Anna Camilla Clerici, dei feudatarii di Basiano, prima di entrare nel convento dei Padri Cappuccini del borgo di Varese, con testamento 20 set- tembre 1636, fatto nol giardino del detto convento, istitui erede I'Ospedale, al quale nell'anno 1637 pervennero in foiza di quella disposizione alcuni stabili in Comune di Sale, venduti per L. 72,420 nel 1640 e L. 112,000 in contanti. L'attivita nitida venne a risultare di L. 196,524. Nel convento prese il nonie di Giovanni Pietro da Milano. Mori il 30 raarzo 1681 in concetto di santita. Si ha il ritratto, eseguito da Giuliano Pozzobonello. Recalcati Cernuschi marchese Paolo, figlio del senatore mar- chese Antonio e di Eleonora Cernuschi, altro dei feudatarii di Basiano, senatore, fu uno dei dodici di provisione, e deputato dell'Ospedale Maggiore interpolata- mente dal 1732 al 1773. Mori il 26 febbraio 1774, d'anni 69, scrivendo a favore dell'Ospedale un legato di L. 36,000 da lui sovvenute in vita senza interesse. Aveva disposto un altro legato condizionato di lire 50,000, ma non si e veri- ficato (testamento 22 febbraio 1774). II Capitolo dell'Ospedale prese a riguardo di questo legato la seguente de- liberazione in data 28 febbraio 1774: « Ila il venerando Capitolo con sommo sentimento di dolore sentita la per- « dita di uq si deguo cavaliere e benemerito deputato, ed avendo creduto ben « giusto il doversene conservare perpetua memoria quantunque dal signer sin- t daco siasi fatta presente I'istanza in contrario del prelodato testatore « ifc stato pregato il marchese priore farci fare coUa raaggior sollecitudine € il ritratto. » Biondi I'esegui. Reina Cornelio, carmelitano scalzo, al secolo Carlo Amatore, e in religione Giuseppe, vescovo di Ispahan in Persia, mori in Milano nel convento di S. Carlo, il 24 maggio 1797, d'anni 88. Con testamento 2 ottobre 1788, istitui erede I'Ospedale, coU'obbligo di non immischiarsi nella liquiiazione della sua eredita, dovendo questa essere eseguita dal Padre Cesareo di Sant'Antonio, carmelitano scalzo e dal canonico Giovanni Vassalli, suoi esecutori testamentarii. Meritano di essere qui riportati alcuni brani del suo testamento: « Lciscio ai poveri cattolici di Persia li quali formano I'avanzo delle di- — 158 — sperse mie pecorelle, zecchini 400 quali sul piede di lire di Milano formanfi L. GOOU. « Restorai per ultimo di qui dichiarare qualmente tutto quanto vengo disporre riguardar devesi come beni quasi estranei di mia ragione, parte eaj sendomi pervenuti dal risparraio, e parte da doni e legati fattimi da person^ amiche e benefattrici, non essendo ia mia raano entrata cosa alcuna, ancorch^ minima, spettante alia Chiesa vescovile di Ispaban o proveniente dallo spoglio dei vescovi miei predecessori, per averle tutte seco portate e consumate al- r Indie, chi ne' cinque anni di sede vacante faceva le veci di superiore delle raissioni di Persia, non ostante li reiterati reclarai da me fattigli anco per espresso comando della Sacra Congregazione di Propaganda. Cosi ch^ fui necessitato di procurarmi e di provvedermi a spese proprie di tutto il bisognevole, si in ri- guardo all'esercizio ed al convenevole decoro del proprio ministero, come altresi in ordine a formarmi una decente abitazione e cappella. Cio non ostante in tutto il tempo di mia dimora non mancai in tutte le occasion! giusta la pos- sibility mia di aiutare le poche famiglie cattolicbe. Oltre tutto cic) in occasione del ritorno e ritiro mio in Europa benignamente dopo 35 anni di missione, concessomi da N. S. Papa Clemeute XIV lasciai depositate in Bassora presso quel Vicario e Padri del mio ordine fra moltissimi altri effetti I'intiera mia cappella, che meco portato aveva da Europa consistente in due ordini di can- dellieri e reliquiarii con la corrispondente croce, ecc, » L'Ospedale eredito circa L. 30,922, ma la sostanza lorda da lui abbando- nata fu di L. 65,000. Plesnati Ignazio, figlio del ragioniere Giovanni e di Marianna Galli, nacque in Milano il 30 agosto 1770, da progenie popolana. Applicossi al com- mercio, nel quale onesta e rettitudine acquistarongli onorevole fama. Era cari- tatevole ed ogni grettezza era bandita da lui, che rispose sempre e largamente all'appello sia per la patria nel 1848 e 1849, sia per le Chiese, contribuendo L. 12,000 per la erezione del tempio di S. Carlo, L. 24,000, per la facciata di S. Maria Porta, e L. 2000 per la riedificazione del lato esteriore della Chiesa di S. Nazaro Pietra Santa. Favori I'lstituto dei ciechi con L. 18,000, I'lstituto di S. Maria della Pace con L. 12,000 e 1' Istituto del buon Pastore con ripetute e larghe elargizioni. Si avra un' idea del come egli fosse sempre pronto a por- gere soccorsi, ove si sappia che dal 1852 al 1860 sbors6 all'Ospedale L. 94,850, al quale, ancora vivente, donava altri tre capitali del valore di L. 145,656. Mori il 31 dicembre 1861 e fu deposto nel cimitero di P. Magenta dove fu collocate un monumento colla seguente iscrizione: Pietosi e riconoscenti — propiziate colle preci il Signore all' anima di Ignazio Resnati — che la^^gito in vita cospicue somme — di rendita e di pairimonio — alle Pie cause, al sacro culto. agli infelici — si addorml in Dio a 90 anni il 31 dicembre 1861 — chiamato erede con speciale intento — al miglior servizio personale dei poveri infermi — I'Ospedale Maggiore. Con teslamento 26 dicembre 1853, istitui erede I'Ospedale colla condizione che i redditi della sua sostanza fossero erogati neU'aumeiitare i salarii degli in- fermieri e serventi, onde oitenere da lore una assidua e caritalevole assistenza — 159 — ai malaii. Dietro proposta del direttoi\^ coinm. dott. Verpa, oltre il trattamento straordinario a t'avoro degli infermieri, veunero suUe rendite di questo patri- monio, istituiti preiuii annuali agli infermieri piu distiuti. Si ha il ritratto eseguito dal pittore Penuti mentre ancor vivova il be- nefattore. Plesta conte cavaliere Aurelio, figlio postumo uato I'anno 1561 da altro Auielio e da Bianca di Giulio Leguani. Mori il 23 marzo 1C15. Con te- staraento 8 maggio 1643 leg6 L. 1200 imp. ogni anno per anni 10. Plesta conte Giuseppe, ebbe i suoi natali in Milano I'll gennaio 1808 dai coniugi conte Carlo e contessa Maria Olevano. Mori in istato celibo il IG feb- braio 1872 e fu sepolto nel ciraitero di Vittuone. Fu consigliere coniunale nel triennio 1840, 41 e 42, merabro della comniissione di beneficenza e fabbriciere della chiesa di S. Maria della Passione nel 1840. Furono eredi di lui la sorella donna Giulia vedova Moroni e i nobili don Adalberto, ingegnere Lodovico, altro dei coraponenti il Consiglio Ospitaliero, e don Carlo e Fanny maritata Orombelli fratelli e sorella Barb6, figli della fu donna Camilla RestA, altra sorella del testatore. Uomo quant' altri niai benefico, di modi eletti e di squisiti sentimenti, seppe guadagnarsi la stima ed il rispetto di quanti lo conobbero. Coronando poi una vita tutta spesa negli affetti di famiglia e nell'esercizio della beneficenza, con testaraento 24 gennaio 1845 e codicillo 1.° febbraio stesso anno, dispose due le- gati di milan. L. 100,000 ciascuno a favore dell'Ospedale Maggiore di Milano, uno per I'increraento dell'Istituto delle suore della cariti addette al servizio ospi- taliero, I'altro a pro dei convalescent!. Dispose inoltre L. 15,000 a favore dell'Ospe- dale Fate-bene-sorelle. Benefico il Patronato per i liberati dal carcere e i ciechi. Si ha il ritratto eseguito dal Bouvier. Fiesta nobile Michele, di Giovanni Antonio, mori in Milano d'anni 80, di febbre acuta, il 10 marzo 1601. Libero da impegni di famiglia, ed essendo- gli noti i bisogni del grande Ospedale, fece il testamento 27 Luglio 1587 isti- tuendo erede lo stesso Ospedale al quale pervennero alcuni stabili in Malgrate affittati per L. 570, non che due case in Milano una sotto la parrocchia di S. Alessandro in Zebedia dove abitava e 1' altra in Borgo Rancate. Restelli contessa Caterina, di Onorio e N. Gerenzani, vedova del conte Leopoldo Schiaffinati, benefattore dell'Ospedale, mori a Miradolo il 23 set- terabre 1833 dopo una malattia di 7 giorni. — Con testamento 20 agosto 1833 istitui erede il L. P. Trivulzi coll'onere dei seguenti legati : L. 20,000 all'Ospe- dale, L. 1500 al L. P. della Stella, L. 6000 alio figlie della Carita, L. 20,000 all'Ospedale Ciceri o Fate-bene-sorelle, L. 20,000 all'Orfanotrofio Maschile, L. 3000 al ritiro delle povere figlie in Borgo della Fontana. Abbandono una sostanza di circa L. 400,000. Restelli Giulio Cesare, di Francesco Bernardino, cadde malato mentre si trovava in casa del preposlo di Gorgonzola. Aggravandosi il male fece il testamento 8 aprile 1663 col quale istitu'i erede la sorella Angelica e nel caso in cui morisse senza figli I'Ospedale. II caso si e verificato nel 1701 e — 100 — quindi furono rilasciati aH'Ospedale alcuni stabili in Aicurzio, pieve (Vi Vimer- cate, di pertiche 155 e una casa in Milano in Via della Spig'a vendiita nel 17S0 a De-Novis Lorenzo per L. 12,000 imp. oltre diversi crediti e la mobiglia di casa. Reverta Francesco, di Camillo e della marchesa Bianca Piola, di Oviglio, con testamento 27 Agosto 1655 istitui erede il figlio Fabrizio con or- dine di primogenitura e con sostituzione a favore doH'Ospedale in caso di estiii- zione della linea chiamata. — Ritenendosi un po' lontana la verificazione do! caso, si conchiusa coi parenti chiamati alia successione una Iransazione, in forza della quale I'Ospedale rinun(-i6 al suo diritto per il corrispettivo del ri- lascio di una casa da nobile, e case coloniche e pezzi di terra in Mediglia di pertiche 890. Rezzonico Delia Torre !Marco A.ntonio, figlio di \'incenzo, coraasco, cominci6 a negoziare in lana e filati a Venezia con 8000 scudi, com- mercio die egli abbandono nel 1575 per scegliere la sua dimora in Milano, dove fu anche cassiere del collegio della Guastalla. Visse meschinamente e im- ponendosi privazioni e disagi. Ci teneva a scrivere conciso e a non lasciar spazio alcuno fra lo scritto e la firma. Mori in Milano il 23 niaggio 1584. Nel 1575 fu deputato del Capitolo dell'Ospedale, al quale voile dimostrare il suo amore ■ col chiamarlo erede nel testamento 20 Maggio 1584, Favori raolti suoi parenti con legati, ma lascio scritto che se fosse morto di veleno si dichiarassero nulli' i legati fatti a loro favore, essendoche alcuni dei parenti lo fecero inqiiietare; in vita con liti ingiuste. Assegno la somrna di L. 10,000 ai Padri di Gesu in S. Fedele per la costruzione di una cappella nella detta Chiesa al nome di lui e nella quale dovessero essere seppolliti i defunti della sua farniglia, e L. 0000 alia Chiesa di S. Celso coll'obbligo di convertirne 1' importo nella fabbrica del nuovo altare. Benefico il L. P. della Carita e diversi monasteri. Lego scudi 10,000 a Giovanni Paolo Odescalchi, figlio di una di lui sorella, con dichiarazione che morendo egli senza discendenti la somma dovesse venire ripartita per una met^ a favore del L. P. della Misericordia, del Monte di Pieta, dell'Ospedale e della fabbrica della nuova Chiesa raaggiore di Corao, e I'altra meta a favore dei Padri di Gesii della detta citta coll'onere a questi ultimi di tenere nella detta Citta due pubblici lettori di filosofia e di teologia a comodo del pubblico di Como. Coll'eredit^, che si puo ritenere di circa L. 320,000 pervenne anche il di lui ritratto indicato nell'inventario dell'epoca siccome opera di Tiziano. Rho Bianca, figlia di Cesare, vedova di Giovanni Barbo, niori il 20 setterabre 1027 d'anni 40 e con testamento 23 detto mese istitui erede I'Ospe- dale, coll'onere fra gli altri di pagare L. 2000 ai Frati dell'ordine di S. Fran- cesco di Paola del Monastero della Fontana fuori di P. Comasina per la fab- brica della nuova Chiesa. Giusta le prescrizioni della testatrice, venne sepolta vestita da cappuccina nella Chiesa di S. Barbara delle Cappuccine in P. Nuova di Milano, dove era state pure tumulato suo marito. L'entita della sostanza fu di circa L, 90,000. Non si hanno notizie del ritratto che si espone nella occasione della festa del Perdono. I Rigamonti Francesco, liorista, ficrlio di altro Francesco, il -I set- toiubro hi2i fece il U'siaineiilo e mori, lasciando vedova Bianca Batlaglia, e istituendo erode TOspedale, al quale pervennero una casa in P. Orientale, un credito di I.. 1250 presso il Banco di Sant' Arabrogio e L. 1100 in danaro. Riganionti G-iovanni Battista, droghiere, mori il 13 settem- bre 1770 d'anni 70, legando all'Ospedale L. ;50,000. Si ha il ritratto, onlinato colla deliberazione capitolare 10 febbraio 1777, eil eseguito da Pietro Mariani. Riva Carlo, di Giuseppe, araraogliato con Marta Migliori, fattore del- rOspedale di S. Celso, mori il 2 maggio 1609, disponendo nel suo testamento agosto 1050, che la sua sostanza si devolvesse all'Ospedale non avendo ne figli ne parenti. Pervennero due piccole case in Milano sotto la parrocchia di S. Giorgio al Palazzo del valore di L. 12,000. In vita fece diverse sovvenzioni a'l'Ospedale stesso. Riva Francesco, figlio di Gerolamo e di jNIaddalena Galimberti, di Monte, con testamento 30 settembre 1009, istitui erede I'Ospedale della sua so- stanza dell'importo di circa L. 10,000. Riva nobile Giacinta, figlia del dottor Antonio, e vedova di Pietro Ratti, che fu raembro della Giunta delle Pie fondazioni e medico di S. Corona, mori il 30 gennaio 1801, d'anni 84, e con testamento 2 aprile 1855, contra- distinto col detto « Deus salcicm fac me » lego all' Ospedale, giusta le pro- raesse da lei latte al predefunto marito, alcuni capitali del valore coraplessivo di L. 103,000 circa, con proibizione di farle il ritratto. Fu donna eminenteraente religiosa e caritatevole. In luogo del ritratto si e fatto eseguire dal pittore Tencalla un quadro al- legorico sul quale fu posta la seguente iscrizione: Sciogliendo la pki promessa — data al comigliere protomedico Pietro Ratti — La nobile Giacinta Rica vedova di lui. morta d'anni 84 il 30 gen- naio 1861, fece con ispeciali incarichi — e vietato il ritratto — legatario di cospicua somma I'Ospedale yiaggiore. — Siano ad essa benedizioni. Riva Luca, figlio di Bartolomeo e di Barbara Palferi, aramogliato con Laura Facina, sordo-muto dalla nascita, pittore, scolaro di Caraillo Pro- caccino il Grosso, dal quale imparo fin da fanciullo, arrivato all'eta. di 33 anni, chiese al Senato la facolti di poter testare, stante la gravezza del male che lo travagliava, con segni da esplicarsi dalle persone che lo avvicinavano e che sapevano comprenderlo. Accordatagli la chiesta facolta, espresse, con atto 9 settembre 1024, eretto in concorso degli interpreti e del Giudice Pre- tore all'insegna del cavallo, le sue disposizioni d'ultima volonta con segni e con figure da lui delineate su di un libretto, die raostrava ad ogni disposizione al Giudice ed agli interpreti, e colla apposizione della sua firraa e della cifra del legato. II testamento risulto costituito da 10 quadri. Per espriraere che legava L. 400 a Carlo Riva suo nipote, ed alia di lui sorella bambina di circa 7 anni e che privava il loro padre, deline6 quest' ultimo 11 — 1G2 — con uno stile in mano, volendo con cio accennare clie fu condannalo per omi- cidio, e i due figli spaventati al veder il padre arraato. Per dimostrare che ad un altro nipote non voleva lasciare di piu di L. 150, deline6 il quadro che si presenta. J — 103 - 1/ ultimo quadro b riservato la istituzione di eredo dell'Ospedale, e la re- lativa disposizione fu da lui espressa col quadro seguente: -it =^, H-f-^ V-. X '\ "TT \ \ '^4 \ > u^'i^ ^^ J_ ff^ -S7f-u^ /^ / ■^yCcc-^S^^ Fra gli altri lavori da lui esoguiti liavvi 11 ritratto del Re Filippo III, ri- tratto che fu dicliiarato eseguito con regola di maestro piu che mezzano. AirOspecIale pervennero circa L. 11,000 cos'i ridotte daH'importo diilla so- stanza da lui abbandonata in L. 25,G0S, per le spese e per i legali. Era di sua propriety il Molino delle 'i'orrette a Lambrale. Riviera frate Andrea, da Vigevano, al secolo nobile Gabriele, figlio di Andrea, cappuccino nel monastero di P. Vercellina, prima di farsi frate fu prefetto del castello di Vigevano nel 1581. Con testainento 4 fehbraio 1587, istitui erede I'Ospedale, al quale pervenne una sostanza lorda di circa L. 30,000 e nitida di circa L. 10,0U0, che L. 20,000 occorsero per soddisfare i legati da lui disposti a favore di molte societa religiose di Vigevano c persona della stessa citta. Robecco Giovanni Battista , di Alessandro, negoziante di panno e anche fittabile, ammogliato con Lucrezia Burati, istitui erede I'Ospe- dale, con testamento 2 marzo 1560. L'entita complessiva della eredita si pu6 ritenere di circa L. 12,500. Mori il 21 settembre 1567. Rodriguez Velasca De Arevallo G-amberini nobile Isabella, monaca, mor'i il 30 giugno 1084, d' anni 93, legando il reddito capitale di L. 13,450 sulfa ferma del sale con testamento 21 aprile detto anno, nel quale ordin6 che il di lei ritratto fosse esposto fra quelli dei benefattori del L. P., ritratto che fu eseguito da Cesare Fiori. Rosate Giovanni Ambrogio, di Baldassare, marito in prime nozze di una esposta di nome Stefanina, in seconde nozze di Celidonia Cucchi, vedova di Vigo Francesco, altro benefat- tore dell' Ospedale, e in terze nozze di Anna Bossa, nativo di Milano, negozio in seta nella via Borsinari, commercio che egli abbandono nel 1602, cedendolo a Giovanni Battista e Ottavio Gallarati. Piu tardi, nel 1604, rientro in commer- cio in societa col Gallarati, per ritirarsi di nuovo nel 1605 e per divenire agente deir Ospedale di S. Dionigi , altro degU ospedali aggregati all'Ospedale Maggiore. Egli sentiva cosi vivamente il bisogno di beneficare i poveri che in vita e in va- rie riprese dono tutta la sua sostanza air Ospedale Maggiore di Milano. II Ca- pitolo ospitaliero trovava in lui un'ancora di salvezza ogni qualvolta versava in ristrettezze, tanto che in una sua ordinazione e detto che il Rosate era I'unico rifugio nolle necessita del L. P. La prima donazione da lui fatta e dell'ottobre 1601. Nel 1634, avendo raggiunto gli anni 72, dichiarava al Capitolo che non poteva piii resistere alle fatiche e al carico di fattore dell'Ospedale di S. Dionigi e domandava che gli fosse assegnata una casa ove abitare ed il vitto in natura secondo le prescri- zioni date da lui, e compreso il mantonimento di un cavallo, contro la rinuncia — iti:. - (l^llc annualitu as-^egnategli per le suddetto donazioni. II Capitulo, riconosciuti i meriti distiiiti del Rosate e gli ottimi servizii da lui piestati, e dopo di avere dichiarato clie non conveiiiva negargli alcuna cosa, accousentiva ai di lui de- sidorii. Semnrc animato dal sontimento di beneficare il L. P., nello stesso anno assunse di mantonore a sue speso, e finche fosse vissuto, rOspedale di S. Dio- nigi, provvedeudolo di tutto I'cccorrcnte e pagando perfino i salariati. Nel lOo,") il Capitolo Ospitaliero trovandosi sprovvisto di letti e di bian- clieria e non avendo il danaro occorrente per fame I'aequisto, si rivolso non inutilmente al Kosate. Durante la peste del 1G30 disimpegno lodevolmente e con corapgio I'arduo incarico di fattore nel locale del Lazzaretto. II ritratto eseguito da Francesco Pagano e che si espono nella occasione della festa del Pevdono, porta la seguente iscrizione: Jo. Amh. Fosatus qui jubilai 1600, nad^s annos 43 facta suarum opum, etiam ftUurarum Ilospitali Major/ ampf/ssj'ma donaiione anno 1650, nummos aureos 40,000 contulisse nxi.merabat. In coraplesso il L. P., in dipendenzii di donazione e di altri titoli, ebbe a conseguire circa L. 500,000. Mori il 9 settembre 1G51, d'anni 94. II Capitolo nella occasione della di lui morte fece la seguente ordinazione: 10.~)1. 'J septembns. Facto verho, quod decesserit Jo. Ambrosius Rosatus decensqxie sit tan to viro tit illhts corpus associetiir cum aliqua pompa, dictum fuit injunyendum archivistoi ut inmtet, nomine V. Capituli, Capi- iulum S. Nazarii. Nel dicembre 1S77, il Consiglio degli Istituti Ospitalieri, dietro proposta deU'archivista, diode il norae di sala Rosate ad una infenneria. Flossi Griovanni Antonio, men il 14 agosto 180G e con testa- mento 30 raarzo stesso anno, lego tutte lo cartelle del Monte Napoleone da lui possedute, con vincolo di usufrutto a favore della moglie Catterina Sittoni da Scozia. la quale mori il 4 ottobre 1814. — II capitale pervenuto all'Ospedale fu di L. 131,390. Si ha il ritratto eseguito da liagutti Abbondio. Rossi Griovanni Battista, di Cristoforo, presto i suoi servizii air Ospedale nella qualitd di guardarobiere, disirapegnando le relative incum- benze con amore e con probita. Mori il 7 febbraio 1695. Lascio il testaraento 22 agosto 1091 nel quale leggesi fra le altre cose quanto segue: pose un annuo legato vitalizio a favore delle sorelle Ottavia, Vittoria e Lucia Beatrice, monache nel monastero di Santa Maria della Vittoria in P. Ticinese, e Raimonda Lodovica, raonaca nel monastero di Santa Clara in P. Nuova. Mori Tanno 1679. — Si ha il ritratto eseguito da Giovanni Trompeo. — 171 — Scotti dottore fisico Giuseppe, nacque a Cernusco sul Naviglio, il 24 dicembre 1787, dai coniugi Andrea o Giuseppa Rossini. Suo padre, ricevitore del lotto in quel comune, non avrebbe potuto, coi guadagni deU'esercizio, avviare agli studii il figlio Giuseppe, se il reverendo sacerdote don Domenico Rossi, non si fosse assunto di provvedere a sue spese alia educazione di lui. Corapiuti gli studii universitarii e laureate dottore in medicina e chirurgia I'anno 1813, in- traprese lo Scotti un viaggio scientifico di perfezionamento a Vienna, a Parigi ed a Londra. La sua carriera nell'Ospedale comincio I'anno 1815, colla qualifica di chirurgo praticante e poi di chirurgo aiutante. Due anni dopo fu nominate vice chirurgo presso I'Ospizio degli esposti in S. Caterina. Nel 1821 ritorno al servizio ospitaliero nella quality di vice chirurgo. Dal 1840 fino alia collocazione a riposo, avvenuta I'anno 1863, copei'se il posto di chirurgo primario. Nel 1859 presto assistenza ai militari feriti. Mori celibe, in Milano, il 17 agosto 1871. Con testamento 15 ottobre 1867, istitui erede 1' Ospedale, legando i libri e i suoi manoscritti alia Biblioteca Ambrosiana. In un suo libro di meniorie colla data dell'aprile 1866, lasci6 scritto: « La nostra Madre (Maria Santissiraa) ed il nostro Redentore Gesu Cristo mi inspireranno a chi ho da lasciare la mia roba per testamento al punto di morte, » Eminentemente cattolico, era ascritto a diverse congregazioni religiose. Burbero, austero, non si curava ne degli agi della vita, ne del lusso; la sua abitazione era modestissima, il vestire dimesso, ma caratteristico. Lascio al- rOspedale una sostanza di circa L. 31,000. SI ha il ritratto eseguito da Eliseo Sala. Scuri Davide, di Gaspare, milanese, con testamento 1." gennaio 1662, istitui erede 1' Ospedale, non dimenticando pero la moglie Lavinia Missaglia. La sostanza da lui abbandonata non oltrepasso le L. 70,000. Si ha il ritratto eseguito da Leva Gerolamo. Secco nobile Barnaba, di Ottavio, fece parte deH'ufficio d'inquisi- zione della citta e Stato di Milano e dei 40 crocesignati privilegiati del Capitolo di S. Pietro Martire nella Chiesa di Sant' Eustorgio, — Non avendo figli, con testamento 29 agosto 1677, istitui erede il nipote Giovanni Secco di Giacorao Antonio, coU'onere di un legato di Filippi 2,000 pari a L. 14,000 imp., all'Ospe- dale e di Bonze due di vino del migliore, proveniente dagli stabili della Santa i da lui posseduti a favore della di lui moglie Teresa Monti, alia quale riserv6j anche I'usufrutto generale. Possedeva due case in Milano in via Borgonuovo e alcuni stabili in Rovate e alia Santa. Lego al nipote Ottavio Secco una parte dei beni da lui posseduti in Rovate colla condizione che avesse a tralasciare la pompa dei fiocchi ai cavallij delle livy^ee e dei vestiti di vellnto della sua moglie. Secco d'Arragona G-iulio Gresare, di Giuseppe e diAlfierij Eleonora, capitano, deputato dell'Ospedale nel 1669, mori a Trecella I'll set- tembre 1691 e con testamento 24 agosto 1681, istitui erede I'Ospedale, inter- pretando le intenzioni della predefunta di lui moglie Anna Monti vedova Foppa. La sostanza da lui abbandonata supero le L. 300,000. Pervenne una casa in, — 175 - via Durini, vicina alia Chiesa dei Crociferi, la quale iiel 1821 fu venduta al coiii-igliero Francesco Predabissi, altro benefattore dell'Ospedalo, per L. 17,050 e coll'obbligo di corrispondere L. 382 ital. per una messa, legato questo che fu affrancato da S. E. Mons. Arcivescovo. erede della figlia del Predabissi, cedendo non solo una corrispondente rendita dello Stato, ma a venduta nel 1723 per L. 20,000. 12 — 178 — Sforza Francesco, figlio naturale di Giacomuzzo Altendolo, diica di Milano, marito di P.ianca Maria, figlia questa di Filippo Maria Visconti, fii, come e iioto, il fondatore del grande Ospedale. Principe liberalis.simo, pieno di umanitii, teneva ia pregio gli uo- inini dotti e virtuosi, amava la giusti- zia, era religiose. Diede prova di essere grande soldato, e colle sue maniere ebbe ad acquistare il nome di Padre /j della patria. Combatte in Lombardia ,' il conte di Carmagnola, tolse al Papa Kugenio IV la Marca di Ancona fa- cendone uno State indipendente. Fu ri- conosciuto duca di Milano nel 1450. Nato in S. Miniato il 25 luglio 1404, mori rS inarzo 14GG, giorno di sabbato. La di lui morte fu cosi registrata: MCCCCLXVI indicttone XIV die sabbali octavo mensis marlii hora XVII et hora XVIII. Notandum est quod Illustrissimus et excellentissimus Princeps Dominus Dominus Fran- cischus Sfortia Vicecomes dux Mediolani et Papie Anglerieque Comes ac; Janue et Cremone Dominus decessit die sabati VIII mensis martii anni suprascripti millesimi quadringentesimi sexagesimi sexti inter horam XVII et horam XVIII. Qui manutenuit ejus potentia desiderio et opera ac industria totani Italiam in pace annis XII continuis lUustrissimo Comite Galeaz ejus primogenito existente in partibus Franzie in subsidium Serenissimi Regis F'ranzie contra certos barones emulos ipsius regis Franzie quos barones prefatus. DD. Francischus Sfortia ejus sanctissimo et sempre comendali proposito deliberaverat ad paeem rcducere. Cum prelibato Ser. Rege Franzie et ultra suprascripta Sanctissimus propositus habebat omnes christianos principes et dominos ac populos ad contrahendum pacem advicem et erat in praticha etiam componendum ad pacem Janueses cum catellanis et Rege Ragcnum. Itaque nedum condolendum tt lacrimandum est de morte hujus tam excellentissimi Principis amatoris pacis et concor- diarum ut supra per ejus subditos omnes sed etiam per quoslibet alios Principes et dominos ac populos Cristianos. Ex prelibato principe geniti sunt infrascripti ejus filii et filire quos relinquit in hoc secuUo cum 111. et Excell. Domina Domina nostra Ducissa Blanca Maria Vice- comite olim filia nunquam delende memorie Filippi Mariae geniti sunt isti videlicet prelibatum Comitem Galeaz, 111. D. Filippum Mariam Sfortiam, Ludovichum, Ascanium et Octavianum, genitr'' sunt iste videlicet Ipolitam Mariam nuram Serenissimo Regis Neapolis, Ferdinandi et Elisabet eorum jugallium fllios et filias legiptimas et legiptimos ultra alios quam plures filioa et filias naturales. Cujus anima requiescant in pace amen. Magnificentipe factse in Mediolano per prelibatum Principem seu ejus opere et impositione qui regnavit in presenti Civilate Mediolani annis XVI et diebus XI et sunt videlicet et ut infra. I. Castrum portaj Jovis quod erat ruinatum. II. Curia Arenghi quae erat valde ruinata III. Platea ecclesia) mayoris ubi erat Sancta Tegla IV. Civitas tola relFormata partibus omnibus V. Indulgentia plenaria pro annis viginti. I. Cursus portarum qui erant multum suffocati luto, II. Hospitalle Majus de I'anuntiata in P. Romana. in. Navigium Martesanoe. — no - IV. Organum Ecclesi;u Majoris Mediolani. V. Artes velutorum, brochatorum auri ct argenti ot taperariorum. Datum Mediolani die XVII mensis martii. Sub. Ego Julianus de Terzago filius domini Gabrioli portrfi Romann^ Parrocchia Santi Johannis Itolani Mediolani hrec suprascripta meo capite ad banchum notarie com- posui, scripsi et me subscripsi, etc. Si ha il ritratto di lui e della moglie, eseguiti da Francesco De Vico. Silva Francesco, sopranominato Cidago. figlio di Giovanni Battista, amraogliato con Nida Castiglioni, istitui eredi, con testaraento 15 settembre 1592, i figli Cristoforo. giureconsulto, e Giovanni Battista, ai quali proibi di fare fideiussioni. L'Ospedale ebbe un legato di L. 10,000. Simonetta monsignore Alessandro, di Alessandro e di Antonia Castifflioni, pronotaro apostolico, abate commendatario di S. Barnaba in Grata- soglio, raori il 6 raarzo 1G06. Nel 1583 venne inscritto fra i figli spirituali dei frati cappuccini dell'Ordine di S. Francesco, in benemercnza dello grandi carita ed amorevolezze usate al detto Ordine. Istitui eredi due nipoti coU'onere di un legato di Scudi 150 d'oro a tutti i parenti. AU'Ospedale lego due annui redditi di complessive L. 39G0 sulla ferma del sale, col peso di un assegno annuo a favore di una sorella monaca nel mo- nastero di S. Maria di Gesu in P. Nuova e di una nipote professa nel mona- stero delle Vettere (testaraento 22 maggio 1593). Era di sua propriety, I'oratorio tuttora aperto al sacro culto a Castellazzo nelle vicinanze di Rho, dove il Si- monetta possedeva una magnifica villa nella quale alloggi6 S. Carlo Borroraeo. Fra gli enti ereditarii trovavansi oggetti d'argento del peso di once 992. Si ha il ritratto eseguito da Donato Picinardi. Simonetta Sanseverino conte Carlo Maria, figlio del conte Giacorao e di Anna ]\Ionti, dei conti di Limido e di Toricella, mor'i celibe il 5 giugno IGSl, d'anni 27. disponendo della sua sostanza a favore del fratello conte Giacorao Giuseppe, con un legato di L. 24,000 a favore dell' Ospedale coll'obbligo di impiegarlo nell'acquisto di tanta tela per i letti dei malati della quale si difettava (testaraento 2 giugno 1681). Si ha il ritratto eseguito da Ottavio Bizzozero. Sironi Giuseppe, di Agostino, con testaraento 21 marzo 1601, lego una casa in Milano. sotto la parrocchia di S. Bartolomeo, venduta nel 1605 per L. 7650 e gli stabili da lui posseduti in Brugherio e in Cernusco Asinario. — Mori celibe lasciando due figli naturali avuti da Elena Redaraonti, donna li- bera. Uno dei detti figli, Flavio Silvestro, fu erede di lui coll'ordine di legitti- marlo e coll'assogno della casa di sua abitazione e dei suoi beni di Peregallo e Lesrao. AU'altro lego soltanto L. 400 imp. coll'ingiunzione che dovesse ritencrsi contento stante le grandissime insolenze faitegli e le minaccie di abbruciargli la casa, motivo per cui dovette farlo imprigionare. — Divenuto libero si rcco in Fiandra dove prese parte alia guerra. Ritornato in patria fu riaramesso in casa del padre, ma corrispose assai male alle di lui preraure. — 180 — Sirtori nobile Margherita, fif?lia di Carlo Antonio, clia coperse la carica di commissario distrettuale, e di Felicita Belloni, nacque in I\Ionza il 21 marzo 1775. Sposo in prime nozze Ambrogio Sangiorgio nel 1795, in seconde nozze Id speziale Ferdinando Verdebrasca nel 1799, e in terze nozze il dottor Ignazio Loraeni nel 1822, altro benefattore del L. P. Con testamento 31 di- cerabre 1852 e codicilli 27 febbraio e 25 aprile 1853, istitu'i erede I'Ospedale coll'obbligo di niantenere tre posti pei cronici poveri del Comune di Magenta. Scrisse legati a favore del Santuario di Santa Crescenza in Magenta, della Chiesa di Santa Maria Beltrade, dell' Istituto agrario di Pesaro, dell' Istituto tipografico di Milano, e dei parenti. All' Ospedale di Monza , sua patria, leg6 L. 50,000 per una sol volta. L'entita nitida della sostanza pervenuta al L. P. fu di L. 242,000. Si ha il ritratto eseguito dal Pagliano. Soresina Lucrezia, vedova di Giovanni Pietro Viglezzi o Vegezzi, altro benefattore dell'Ospedale, mori il 20 gennaio 1666, istituendo erede I'O- spedale della di lei-sostanza del valore di L. 25,100 (testamento 2 ottobre 1664). Sorino nobile Francesco Miaria, figlio del giureconsulto Toraaso ed Elena Campazzi, dottore in legge, marito di Maria Visconti, nacque il 4 gen- naio 1688. Coperse la carica di cancelliere del magistrate straordinario, fu cancelliere delle biade e regio controscrittore delle biade di Intra e Pallanza. Dal 1723 al 1725 partecipo all'impresa del lotto, ossia giuoco simile a quello di Geneva, detto del Seminario, e che consisteva in estrazioni che si facevano a Venezia, a Genova, a Napoli e a Milano. Nel 1739 contrasse societa con certo Carlo Filippo Valte per I'esereizio di un negozio d'oro, d'argento e seta, suUa piazza del Duomo all'insegna della Beata Yergine Annunciaia, col patto pero che al negozio dovesse attendere il Valte. Dopo la morte del Sorino, 1' Ospedale cedette la quota d'interessenza al Valte stesso per L. 16,758. Mori il 27 dicem- bre 1745, d'anni 57, chiamando erede I'Ospedale con testamento 31 marzo 1744. Pervennero due case in Milano del valore complessivo di L. 50,000 e alcuni sta- bili in Novara e in Concorezzo. Nel 1723 gli fu donate da Carlo Antonio Mandelli una delle accennate case in Milano ed un'altra in Concorezzo con due possessioni. Istitui un beneficio a favore del coadiutore decano dell'Ospedale Maggiore. Si ha il ritratto eseguito da Gaetano Dardanone. Sormani conte Antonio, figlio di Paolo Giuseppe e di Margarita Porta, generale e governatore di Pavia e maresciallo di S. M. Cattolica, dei conti di Missaglia, mori I'll settembre 1730, istituendo erede il fratelle conte abate Lorenzo Sormani e beneficando 1' Ospedale con un legate di L. 20,000 che venne soddisfatto un mese dopo la morte (testamento 26 aprile 1726). Si ha il ritratto ordinatQ dal Capitolo Ospitaliero con deliberazione 15 set- tembre 1730 cosi espressa: « Rappresentatosi dal signor marchese Fagnano priore, come I'ora fu signer maresciallo Sormani, ha lasciato un legato di L. 20,000 a questo Ospedale, come dalla hotizia data con nodilio del signor abate Sormani sue fratelle ed erede. « E state pregato detto signor marchese priore, rendere le grazie al detto signor abate della notizia data, ed k state detto che attese le circestanze del — ISI — caso presento se gli I'acci I'are rimapiuo come praticasi cogli altri beiiefaltori, non oslaiite che non arrivi detto legato alle somme f^i Ij. 21,000, lestando pre" gato detto signer inarchese priore farci fare detto ritratto. » Fu eseguito dal pittore Mariano. Sormani nobilo Oarlo, figlio di Lorenzo e della contessa Elisabetta Nava, fratello del Sormani Antonio, altro benefattore deU'Ospcdale, nacque sotto la parrocchia di S. Simpliciano il 5 maggio 1751 e raori il 5 gennaio 181G, d'anni 05. Con testamento 27 dicembre 1815, istitui erode I'Ospedale, che con- segui una sostanza di L. 491,000. Si ha il ritratto eseguito da Giuseppe Legnani. Sormani Carlo Andrea, figlio di Carlo e di Catterina Mazza, nativo di Sormano, morl ad Asso il 3 febbraio 1829, lasciando il testamento 26 ottobre 1828, nel quale, istituiti eredi i nipoti sacerdote Carlo Giuseppe, Filippo e Giovanni fratelli Prato, lego all'Ospedale L. 12,000 milan. pagabili in 12 anui. — Ad onta della determinazione di questo termine, il saldo del legato si e protratto fino al giugno 1865. Lego alia moglie Maria Teresa Sormani, la proprieta di una casa e di una pezza di terra in Sormano, non che I'usufrutto generale della intiera sostanza. Sormani sacerdote Luigi, con testamento 20 settembre 1847, istitui neirOspedale a beneficio del terrieri di Bernago, Montevecchio, Cereda, Perego e Cologne, tre piazze per malati cronici, complessivamente per tutti i detti Co- muni, mediante I'assegno del capitale di austr. L. 27,500. Soroldone o Seroldone Giuseppe, figlio del dottor fisico Fran- cesco Bartolomeo, distinto fra i medici milanesi nella prima meta del secolo XVII, e di Clara Bona, nacque sotto la parrocchia di S. Stefano il 14 aprile 1633 e mori il 22 aprile 1690. Chiamo erede, con testamento 29 giugno 1683, I'Ospe- dale, il quale raccolse soltanto L. 14,000 in causa dell'aver dovuto conchiudere una transazione coi parenti, L'anno 1664 donava alia congregazione di S. Giovanni di Dio, denominata Fate-bene-fratelli, o Monastero e Ospedale di Santa Maria Araceli dei conva- lescenti, la soraraa di L. 1000 alio scopo che potessero essere terminate due celle per infermeria. Si ha il ritratto eseguito da Ottavio Bizzozero. Sovico Antonia Mlaria, figlia di Carlo e di Apollonia N., vedova di Antonio Besia, mori in causa di emoftoe prodotta da antico vizio polmonare, il 17 febbraio 1817, d'anni 76, nella casa in Milano, via Sant' Antonio, n. 4740. Con testamento 18 raarzo 1815, istitui erede Carolina Grancini Beltramini, con un legato all'Ospedale di L. 11,512.77. Spinola contessa Delia, di Leonardo, maritata col conte Giovanni Anguissola, con testamento 10 febbraio 1611, lego Scudi 12,000 d'oro. Stabilini nobile Oiovanna vedova IDelfinoni, mori in Milano il 14 maggio 1824. Con testamento 22 marzo 1819 istitui eredi Antonio Scotti e donna Elena Fumagalli, con un legato all'Ospedale di L. 15,000 mil. — 182 — Staurenghi dottore in legge Stefano, morl a Proserpio, il 1." no- vembre 1847. Sposo Emilia Londonio dalla quale ebbe un unico figlio, di nome Carlo. A di liii riguardo il testatore fece la seguente disposizione con codicillo 1.° luglio 1811. « E altresi mio vivo desiderio che prima degli anni 32 mio figlio non abbia a condurre raoglie, e possibilmente anche prima di essere nominate giudice in qualche pretura o tribunale collegiale o per lo meno protocollista di consiglio, dovendo esso assolutamente abbracciaro la carriera degli impieghi ed essere utile alia patria ed alio state dai quali ripetiarao tanti vantaggi non avuto ri- guardo ai comodi della vita ed ai beni di fortuna che per eredita gli fossero pervenuti. Quando detto mio figlio non volesse abbracciare la carriera degli impieghi giudiziarii e sortirne con onore , come non dubito, lascio in via di legato austr. L. 60,000, sulla parte disponibile della mia eredita al primo figlio raaschio nascituro dal di lui matrimonio, colla condizione che esso pure abbracci la carriera degli impieghi giudiziarii e la prosegua con onore, e che prima degli anni 32 abbia esso pure dagli avanzi sugli interessi annul del legato a suo favore disposto ad intraprendere il viaggio di America o quello della Siria, percorrendo i luoghi piii rinomati della storia e facendo sempre una esatta relazione. Quando poi il detto mio flgUo Carlo non conducesse moglie oppure morisse senza prole maschia, ordino e coraando che le suddette L. 60,000 ven- gano consegnate all'Ospedale Maggiore. » II figlio Carlo mori, senza prole, nel 1852 lasciando la moglie Baroggi Giulia di lui cugina. Verificatosi cosi il caso a favore dell'Ospedale, si e dovuto da parte di quest'ultimo promuovere una causa contro gli eredi ex-lege del detto Carlo, causa che fu tolta di mezzo con una transazione che procuro all'Ospedale la somma di austr. L. 52,000 nel 1868. Strazerio Domenico, mori il 18 settembre 1667 nell' Ospedale, dove dovette essere ricoverato in causa di alienazione mentale. Con testamento 27 aprile 1607, istitui erode 1' Ospedale stesso, al quale pervennero L. 16,866> gia depurate dalle passivita e dai pesi ereditarii. Fra gli enti attivi eravi una casa in Milano sotto la parrocchia di S. Mattia alia Moneta, dove il testatore teneva aperto il negozio da prestinaio di pane bianco all'insegna della Cicogna. negozio che fu acquistato da Carlo Ambrogio Longhi, altro benefattore del- l'Ospedale. =^ Taccioli G-iovanni Battista. Legato di L. 30,000 ital. nel 1816. Taccioli Luigi , fratello della benefattrice Taccioli Angela vedova Mariani, marito di Giulia Clerichetti, alia quale lego il trattamento e mauteni- mento con tutti e singoli i comodi che furono da lui praticati senza distinzione senza restrizione di sorta, lascio due figli, Enrico e Gaetano, che furono eredi di lui in forza del testamento 10 settembre 184-1, nel quale dispose il legato di L. 25,000 a favore dell'Ospedale. — Ad una figlia lascio la legittima costi- tuita da L. 400,000 datale in dote, da L. 100,000 di IMilano ed una possessione in Inveruno di pertiche 2000 e da altre due possessioni fuori di P. Ticinese, una a Corsico e I'altra alia Cascinetta. Lego L. 1000 agli Asili di carita, L. 500 ai discoli, L. 2000 ai poveri di — 183 — S. Nazaro. Destine L. 2000 per la rifabbrica della Cliiesa di Affori e L. 30,000 per la costruzione in Ossona di un raonumento sepolcrale. Lego a dote del- I'oratorio di GhifTa sal Lago I\Iaggiore gli stabili di sua propriety in quel cir- condario del valore di circa L. 0000 coH'onere di far celebrare annualraente g in perpetuo Messo 00 in suo suffragio. Mori il 4 agosto 1847, e nel susseguente giorno 5, fu inserito nella (razzelUi Privilegiaia di Milano, questo cenno ne- crologico : « Invincibile raorbo ha posto terraino nel giorno di ieri alia vita del ban- chiere di Milano Luigi Taccioli : col piu vivo dolore annunciamo questo luttuoso avveniniento che desta generale cordoglio nell'animo dei congiunti clie lo avevano benevolo, affettuoso e caro, negli amici che lo avevano sincero o di arapia cor- dialita; ne'commercianti che lo avevano specchio di probity e di solerzia, nei poveri che lo avevano largo e modesto nella beneflcenza e nei sussidii. Abbiasi in questi brevi cenui un oniaggio alia venerata meraoria di si pio e distinto cittadino. » Tagliana Marianna, figlia del causidico Carlo Francesco e di Maddalena Brini, vedova dell'ingegnere Leopoldo Carrara, nacque in Milano il 15 aprile 1731 e raori il 20 agosto 1808 pure in Milano nella casa in via Molino delle Armi, n. 4385. Con testamento 9 marzo 1801 e codicilli 11 giugno e 21 luglio 1808, istitui erede 1' Ospedale, riservato 1' usufrutto generale alia sorella ex-monaca Teresa Agostina, la quale premori alia testatrice. La sostanza raccolta dall' Ospedale fu di circa L. 24,000, gia dedotti i legati e le spese funebri e coinpreso il valore della suddetta casa in Milano in via Molino delle Armi al n. 4385, venduta nel 1810 a Saverio Saporiti per ital. L. 10,100. Tauro Gerolamo, figlio del negoziante di seta Giovanni Giacomo e di Lucia Oinati, niori il 27 marzo 1625. Istitui erede I'Ospedale, con testa- mento 4 .settembre 1G03, non dimenticando pero le sorelle. Fu benefico verso i padri gesuiti. Una parte della di lui sostanza, cioe quella che gli era pervenuta per eredita dei fratelli, tocco all' Orfanotrofio maschile. L' Ospedale consegui circa L. 200,000. Pervennero: la possessione Cazzola in Vimodrone, venduta nel 1G30 a Claudio Carrettone e Catterina Castellini coniugi per L, 43,500 imp. la casa in Milano in via del Falcone, sede dell'osteria omoniraa, posseduta dai Tauro fino dal 1570, una casa pure in Milano in via Pescheria vecchia, venduta nel 1633 a Davide Scuri, altro benefattore dell'Ospedale, per L. 9000 imp., una casa in P. Comasina di contro a S. Simpliciano, la possessione Boscajola nei CC. SS. di P. Comasina, affittata per L. 3515, due case in Borgo della Fontana, vendute nel 1626 per L. 13,000, stabili in Zinasco, affittati per L. 2512, casa in S. Giovanni alle Case rotte, venduta per L. 27.300. Si lia il ritratto eseguito da Giuliano Pozzobonello, Taverna Cesare, di Stefano, con testamento 1." marzo 1025, leg6 ducatoni 4000. Tettamanzi Gaspare , resosi defunto il 13 settembre 1808, con testamento 20 dicembre 1801, fece a favore dell'Ospedale Maggiore di Milano, la seguente disposizione: « Alio Spedale Maggiore di questa citta lascio per una volta tanto L. 12,000 — 181 — incaricandolo pero di farmi eseguire entro un anno dalla mia morte il ritratto intero socondo cho in esso Spedale viene praticato. » Dacch^ il testatore, nell'imporre I'esecuzione del ritratto, si e rimesso alia pratica in uso presso I'Ospedale, la Congregazione di Carita non si e creduta in dovere di fargli fare il ritratto intiero, perclie, giusta la consuetudine, biso- gnava che il legato fosse di L. 100,000, e in via di transazione e per soddisfare agli insistent! voleri degli eredi, face eseguire il ritratto a mezza figura dal Bellati. Torre sacerdole Francesco, figlio di Giovanni Battista e di Marta Cattaneo, ciirato di Orosso, pieve di Caiiobbio, con testamento 29 gennaio 1724 istitui erede 1' Ospedale, il quale ando al possesso di pertiche 144 di terra in Caronno. Torres sacerdote G-iuseppe, figlio di Francesco e di Giulia Bossi, mori neirOspedale dei Fate-bene-fratelli il G ottobre 1803, abbandonando una sostanza di circa L. 23,000, che tocco all'Ospedale di Milano in forza del di lui testamento 12 ottobre 1802. Pervennero beni in Vigentino, venduti nel 1808 per L. 19,149. 65 ital. Toscani nobile Francesco , figlio di Paolo, sotto un accesso di podagra, che lo travagliava da parecchi anni, fece il testamento 10 aprile 1G73, col quale istitui erede i figli Lorenzo, Filippo e Carlo Maria, avuti dalla di lui raoglie Giacoma Fumagalli, con ordine fedecomraissario e di primogenitura e con sostituzione a favore dell'Ospedale nel case di estinzione della linea chia- mata. — L'Ospedale rinuncio nel 1761 al diritto di sostituzione per il corre- spettivo di gigliati 1900. Lego a Giovanni Toscano suo figlio naturale avuto da Catterina Ponte, donna libera, sm che fosse o non fosse suo fglio, Scudi 50 annul nel caso che si facesse religioso claustrale, non che tutto quello che fosse occorso per la professione, ecc. Fra gli stabili da lui abbandonati, eravi la possessione Cararainella nei CO. SS. di Milano, che nel secolo decimosesto fu venduta dall'Ospedale a Ga- stellano Maggi. Tosiachi o Togiasco G-iovanni Fietro, detto il Franzosino, figlio di altro Giovanni Pietro, marito di Eva Nogara, oriundo di Guascogna, venne a Milano fin dall'infanzia presso un negoziante di pelliccie. Fattosi adulto e imparato il mestiere, aperse negozio di pellicceria all'insegna della Morte in via di S. Margarita. Ottenne la cittadinanza milanese nel 1009. — Nel 1603 fu condotto in prigione dietro querela del presidente del Senato sotto I'accusa di avergli levato da una pelliccia diversi pezzi di zibellino surrogandovi altre pelli di minor valore. 11 Tosiachi confesso di aver levato tanto zibellino quanto ne occorse per confezionare un raanicotto onde riraborsarsi dell'importo di un conto che gli doveva lo stesso presidente. II Tosiachi se la cavo quindi senza condanna. Fu erede di lui I'Ospedale in forza del testamento 7 aprile 1623. L'entita complessiva lorda risulto di L. 32,000, dalle quali vanno dedotte L. 18,000 per altrettante pagate ad una figlia del testatore per dote. Trezzi sacerdote Carlo Antonio, nacque il 21 giugno 1671, da Giovanni e da Margarita Mojana. Fu promosso al sacerdozio nel 1701. Qualche — 185 — anno dopo fu dostinato alia Chiesa di Garnapfo nella quulitu di coadiutore, posto che egli lasci6 nel 171G, per assistere in Mihino la vocchia sua niadre. Mori nel Borgo delle Oche il 9 novembre 1740 e fu sepolto nella Chiesa di S. Mar- tino al Corpo. Con testamento 25 ottobro 1735, istitui erede I'Ospcdalo lascian- dogli una sostanza di circa L. 23,000. Triulzi nobile abate Giovanni Antonio, giureconsulto, figlio del nobile Sforza e di Teresa Canzi, altro dei 12 di Provisione della citti di Mi- lano, con atto 21 raaggio 1750, don6 all'Ospedale perticho 1000 di terra alia Cascina deU'Olnio in Locate e alcuni diretti dominii o un credito di L. 4000, da lui profesi>ato verso I'Ospedale e un altro di L. 2115, coU'obbligo di corri- spondergli vita durante annue L. 3G00 imp. Mori il 17 gennaio 1767. Trogher capitano G-iovanni Giacomo, cancelliere e notaio di Mendrisio, vedovo di Peregrina Perini, mori I'll gennaio 16G7. Interprete delle intenzioni della predefunta moglie, lego, con testamento IG giugno IGGG, al- l'Ospedale una casa con orto in Mendrisio, venduta nel 1668 a Stefano Morosino per L. 9G0O e un capitale di Scudi 8000, dovuto dalla comunita di Bellinzona. Destino I'argento di due spade e alcuni speroni pure d'argento per far tanti calici per la Chiesa dei Cappuccini di Mendrisio. Tuano !Martino, figlio di altro Martino, marito di Elena Vimercati, farmacista, con testamento 1." giugno 1570, istitui erede I'Ospedale per una meta e due di lui cognati per 1' altra meta. All'Ospedale toccarono circa L. 24,000. Ordino che fossero condonati ai poveri i debiti che avessero avuto verso la sua bottega per medicinali somministrati. Turati ingegnere Ercole, di Lazzaro, pose a carico della eredita il legato di L. 12,000 imp. a favore dell' Ospedale. Fu erede il fratello Ippolito il quale alia sua volta lego all'Ospedale L. 6000 imp. (testamento 13 luglio 1645). Uboldi Ambrogio, nobile di Villareggio, cavaliere di piii ordini, socio di diverse accademie, banchiere, figlio dei coniugi Giuseppe e di Angiola Maria Teresa Brentano de' Cimaroli, era fratello della benefattrice dell'Ospedale, Uboldi Valtorta Carolina. Mori in Milano il 21 febbraio 1865, d'anni 80, essendo nato il 2 gennaio 1785. Colle disposizioni testamentarie 15 agosto 1857 e 30 aprile 1859, lego L. 100,000 mil. a favore di ciascuno dei due Ospedali di Milano, Maggiore e Fate-bene-sorelle ; imponendo I'obbligo al primo di far eseguire il suo ritratto in uniforme di cavaliere dell'ordine militare gerosoli- mitano. In causa della insufficienza dell'asse ereditario, i due legati dovettero essere ridotti a L. 23,842. 80 per ciascun Ospedale. Nel 1816 procuro pane ai terrieri di Cernusco sul Naviglio coll'impiegarli nella sistemazione del giardino annesso alia sua casa civile in detto Comune, che ora per disposizione di lui, o ridotto ad Ospedale, mantenuto coi mezzi della sua eredita. Possedeva una pregevole raccolta di armature. Si ha il ritratto oseguito nel 1870 dal De Notaris su altro del Sogni. Uboldi Carolina , sorella del suddetto e moglie del benefattore Valtorta Giovanni Antonio, nacque il 19 aprile 1794, dai coniugi Giuseppe e Teresa Brentano Cimaroli. Mori il 25 marzo 1848, d'anni 54 e con testamento - 186 — 28 dicembre 1817, istitui erede per due terzi 1' Ospedale Maf^giore e per un terzo rOspedale Fute-bene-sorelle, die conseguirono complessivamente una so- stanza di L. 261,000. Benefic6 i poveri della parrocchia di Sant'Alessandro con un legato di L. 3000. Destin6 per la fabbrica del Tempio di S. Carlo altre L. 3000 e per le spese di decorazioni die si stavano facendo nella Chiesa di Sant'Alessandro L. 3000. Si ba il ritratto eseguito da Cesare Poggi. XJccelli Bartolomeo, di Giovanni, nacque a Valenza il 26 luglio 1658. Sposo Margarita Marziani. Per parecchi anni disimpegno I'incarico di esattore del Comune di Mede. Nel 1719 il 6 settembre, dimorando in quest' ultimo Co- muue, dono all'Ospedale di Milano alcuni crediti per un importo di L. 8800 e una casa in Mede detta alii Angeli del valore di L. 2000. Pochi giorni dopo dono una casa in Alessandria, Nel 1739 verso nella cassa ospitaliera a titolo elemosina L. 1923 e un anno dopo scrisse al Capitolo Ospitaliero: « Desideroso « Bartolomeo Uccelli di mostrare la di lui premura per beneficio dei poveri di « quest'Ospedale dopo avere donato al medesimo Ospedale tutte le proprie so- ft stanze, rassegna ancbe 1' ultimo suo capitale di L. 11,500. » II 24 ottobre 1731 fu accettato nelle inferraerie ospitaliere contro la corresponsione dell'annua dozzina di L. 600 da scontarsi sui vitalizii dovutigli, e il 12 dicembre 1740, mori nello stesso Ospedale in causa di ffussioni inve- terate ai piedi ed alia vita. Fu erede di lui 1' Ospedale di Milano in forza del testamento 25 set- tembre 1731, Valassina Francesco, soprannominato il Milano, figlio di Gio- vanni Battista , merciaio , fu ancbe guardarobiere dell' Ospedale , dove mori lasciando erede con testamento 24 giugno 1630, la moglie Marta Manzoli e il figlio che fosse per nascere e nel caso che ella morisse senza figli, chiamo erede rOspedale. 11 caso si e verificato, e quindi I'Ospedale consegui I'eredita previo pero il rilascio di una quarta parte della sostanza alia moglie, la quale si rimarit6 sposando il notaio, che rogo il testamento del marito. L' entita della sostanza da lui abbandonata fu di circa L. 15,000. Valcarzel donna M!aria y Cordova, vedova marchesa De Los- Balbases, duchessa del Sesto, nacque a Madrid il 7 agosto 1745, dai coniugi don Pietro e donna Anna De Herrera Osorio. Oriunda spagnuola, venne am- messa alia cittadinanza milanese con diploma 28 giugno 1780. Sposo in prime nozze Giuseppe Ledenne, raaggiore dei corazzieri, e in seconde nozze, nel 1786, il inardiese Carlo Gioachirao Spinola, vedovo della marchesa donna Vittoria Colonna Salviati, costituendosi in dote L. 503,166 e cioe L. 50,000 in danaro e L. 453,166 in gioie ed argento. Lo Spinola raorj il 9 maggio 1798, d'anni 80, di tabe senile. Fece un legato di annui ducati 10,000 per il decoroso tratta- mento della marchesa di lui moglie quale attestato della fedele ed affettuosa ed esatta compagnia ed assisfenza fattagli, e della attcnzione e dello zelo di lei nel sistemare ed avvantaggiare notabilmente gli i^ileressi della casa. La Valcarzel si fece inscrivere nell'Ordine delle Terziarie di S. Francesco I'anno 1800. Mori il 5 gennaio 1802, d'anni 57. 11 di lei cadavere venne esposto J — 1S7 — \ noi susseguenti giorni (Sol gennaio, in abito da cappuccina, o nel giorno 8 abbe luogo uella Chiesa di S. Maria dei Cappuccini im ullicio solenne con musica istruraentale e canto, come non si praticava che in casi aff:itto eccezionali, Ter- [iiinato r ullicio, il cadovere fu trasportato a Rregnano, dove fu sepolto in quell' oratorio Jella SS. Trinita. Istitui erede I'Ospedale Mag- Ifioro con ispeciali destinazioui a riguardo iella erogazione delle rendite (testam. 16 no- rembre 1801). Con questa eredita porvennero al L. P. :n mobilia L. 12G,1S0 e in gioie L. 527,000. Appartiene a questa eredita il crocefisso che ■»ra si venera nella Chiesa di S. Marco, e prima nella Chiesa di Santa Prassede ed in ijuella di S. Maria dei Cappuccini in Porta Orientale. Aggravo la eredita del pagamento per- petuo di annue L. 900 per sei doti da L. 150, ia pagarsi a sei povere figlie nubili della cittA ii Milano, colla condizione che il matriraonio lovesse celebrarsi all'altare della B. Yergine iei sette dolori in Santa Maria Beltrade nel giorno 15 setterabre di ciascun anno intra mt'ssatmm solemnia. II ritratto venne eseguito da Giosue Sala. Valera Giovanni Ambrogio, figlio di Baldassare e di Giulia tiadice, sposo nel 1G35 Paruzzi Francesca. Mori il 16 settembre 1670, istituendo srede I'Ospedale, con testamento 13 settembre detto anno. Abbandono una casa in Milano in P. Roraana, parrocchia di S. Stefano dirimpetto all'osteria del La- ^hetto, e una casa pure in Milano sotto la parrocchia di S. Babila nelle vici- Qanze del Naviglio del valore coraplessivo di circa L. 43,000. Giuseppe Verderio esegui il ritratto, il quale ora non esiste piu. "Valletta G-aetano , figlio del commerciante Giacomo Filippo, si issento da Milano il 13 noverabre 1725 e da questo giorno comincio nella qualitci di professore di musica a prendere parte alle recite del carnevale di Koma del 1720, passando piu tardi a Fiienze al servizio del duca di Toscana. Da buon figlio, coi primi guadagni, soccorse il padre somministrandogli anche il danaro occorrente per costituire la dote ad una sorella. Mori a Firenze il 19 marzo 1744 e I'attestato di morte che lo riguarda fu cosi registrato: « Signor Gaetano del fu Giacomo Valletta, virtuoso di musica, napoletano, fu sepolto in S. Remigio, il di 19 di marzo 1744. » Con testamento 17 marzo dello stesso anno fatto a Firenze, istitui erede Giovanni Valletta di lui fratello con vincolo fedecommissario e con sostituzione a favore dell' Ospedale nel caso di estinzione della linea chiamata. L' erede mori nell' Ospedale di Alessandria, il 21 gennaio 1745, senza figli, per cui I'Ospedale fece le pratiche per andare al — 188 - possesso della erediti. Ma sorsero giudizialmente le sorelle del testatore pro- teiidendo che non si fosse ancora veriflcato il caso. La causa fu transalta nel senso cho la sostanza venisse divisa per cinque parti all'Ospedale e per quattro alle sorelle del testatore. Cos! all'Ospedale toccarono L. 12,430. Valtorta Giovanni Antonio, glA droghiere, figlio di Vincenzo di Teresa Pogliani , inarito della benefatti-ice deU'Ospedale, Carolina Uboldi , coperse la carica di delegate governativo in diversi convitti femminiii. In vita benefic6 I'Ospedale Maggiore e I' Istituto dei cieclii. Contribui alia spesa del restauri della Chiesa di Sant'Alessandro, sua parrocchia e alia costruzione della Chiesa di S. Carlo. Mori il 1.° dicembre 1847, d'anni 67 e fu sepolto nel ci- mitero della Mojazza. Con testamento 11 ottobre 1847, istitui erede la moglie, coH'onere di un legato di L. 100,000 all'Ospedale Maggiore; scrisse altri legati di qualche rilievo a favore di parenti, di Chiese, degli Asili d'infanzia, del Pa- tronato dei liberati dal carcere e dei Ciechi. Si ha il ritratto eseguito da Carlo Picozzi. Valvassori Cristoforo, di Bassiano, celebre fabbricatore di organi, al pari degli Antignati. Sposo Barbara Del Corno. 11 7 luglio 1587 gli fu de- liberata la costruzione di un organo da porsi nel Duorao di Milano, di contro all'altro che preesisteva, opera di Gian Giacorno Antignati (1), con 11 registri e con facolta di fame anche di piu. Nel 1602 fece I'accordo col cardinale Fe- derico Borroraeo, per la costruzione di un organo per la Chiesa di Arona. Due anni dope assunse la costruzione di un organo per la Chiesa di Talainona in Valtellina. Fu preferito all'Antignati Costanzo per la costruzione dell'organo della Chiesa di Soresina. Esegui inoltre I'organo della Chiesa di Sant'Angelo di Milano e della Chiesa delle monache di S. Maria di Cantu, ecc. Mori nel 1612 e con testamento 5 gennaio 1611, istitui erede I'Ospedale Maggiore di Milano, al quale pervennoro una casa in Borgospesso, venduta per L. 6000 e L. 4140 in danaro. Varesi Galeazzo, dei marchesi di Clivio, figlio di Antonio, marito di Bersaide Delia Croce, con testamento 27 luglio 1504, istitui erede I'Ospedale di Milano, al quale pervennero diversi stabili in Vanzaghello, Magnago, Lonate Pozzolo e Cedrate, complessivamente affittati per L. 2125 e una casa in S. Pietro alia Vigna, affittata per L. 112 e cosi complessivamente un importo capitale di circa L. 40,000. — Questo Varesi in una carta del 1497 e qualificato : « Galeaz De Varisio 111. Domini Ludovici Maria Sfortia patrui et locumtenentis nostri generali camerarium. » Lego ai figli di Lodovico Maria Sforza L. 200 cadauno. Mori nell'agosto 1504. "Varesi Isabella , maritata con Dioraede Castano, con testamento 9 marzo 1618, istitui erede la fabbrica della Chiesa di S. Giovanni Battista di Monza e lego all'Ospedale alcuni stabili in Bertonico e Origgio. Quelli di Ber- tonico erano stati comperati con patto di grazia dal di lei marito per vendita fattagli daU'Ospedale per L. 10,000. Si ereditarono complessivamente L. 16,594. (1) Vedi Archivio storico lombardo, fascicolo 30 ffiugno 1883, lavoro del sig. Damiano MuoQi. — ISO - * Varesi Nicolao, dotto dei MiUefanii. mori il 27 ottobre 1523 e con testainenio fobbraio 1519 istitui erode 1' Uspedalo cho auniento il suo patrimonio di circa L. 10,000, compreso il valore di circa pertiche 108 di terra in Larabrate e gia dedotto 1' importo dei legati. Vassalli Antonio, di Vincenzo, oriundo di Castellarquato, provincia di Piacenza, raori in Milano il 25 settembre 1870, istituendo erede, con testa- mento 15 gennaio detto anno, il L. P. Triulzio, e legando all" Ospedale Mag- giore I'annua rendita dello Stato al portatore di L. 5500 « da intestarsi al legatario e da conservarsi a perpetuit;\, coH'obbligo di mandare al mare tanti poveri scrofolosi d'ambo i sessi, dell'eta almeno di qiiattordici anni, quanti ne poteva contenere il reddito stesso » corapresi sei scrofolosi del Corauae di Ca- stellarquato sua patria. Fra le condizioni da lui iraposte scrisse la seguente: « Essendo d' uso che rAmministrazione dell'Ospedale Maggiore di Milano, per teuer viva la meraoria de' suoi benefattori conservandone 1' efilge dei me- desinii, cosi intendo e voglio che il raio ritratto di grandezza al naturale, sia dipinto sopra tela ad olio con conveniente cornice e sia conservato in altra delle sale dello stesso Ospitale, eseguito da distinto artista , a carico del mio erede. » 11 Vassalli coperse cariche onorarie presso Chiese e confraternite. 11 ritratto fu eseguito dal commendatore ]>ertini. Vegezzi o Viglezzi Giovanni Pietro, figlio di Francesco e Giulia Fedeli, notaio, fu tesoriere della caraera dei mercanti d'oro e d'argento e del capitolo di S. Maria della Neve e di S. Giovanni alle fonti nella Metro- politana, e assistente e deputato alle cause del Merciraonio di Milano. Mori il 1.° gennaio 16G3, d'auni 69, chiamando erede, con testamento 28 dicembre 1C62, per due terze parti 1' Ospedale Maggiore e per una terza parte il L. P. di S. Corona, riservato I'usufrutto alia di lui moglie Lucrezia Soresini, che cesso di vivere il 18 gennaio IGGG, e che alia sua volta chiamo erede I'Ospedale. Al L. P. di S. Corona sono toccate L. 19,905 e all'Ospedale L. 39,810. Si ha il ritratto eseguito da Prato Francesco. Vergobbio Andrea, mori I'll maggio 1855, d'anni 80 e con testamento 3 novembre 1818, chiamo eredi in parti eguali i nipoti Antonio e Luigi fratelli Beltraraoli. L' eredita si concentro in quest'ultimo, essendo I'An- tonio premorto al testatore. II Luigi Beltramoli, che divenne cosi 1' unico erede, aveva fatto osservare alio zio, nei suoi ultimi momenti, che per le mutate condizioni di faraiglia una parte della sostanza avrebbe potuto destinaria ad una pubblica beneficenza, ma la gravezza del male non lascio modo all'Andrea Vergobbio di modificare, come avrebbe pur desiderate, in quel sense, le sue disposizioni. 11 nipote, con raro disinteresse, vi suppli colla donazione all' Ospedale Maggiore di iMilano, di una vasta casa di civile abitazione in Milano nella via dell'Annunciata, sotto condi- zione di mantenere nell'Oipedale una sala per le malattie degli occhi, provve- duta del bisognevole secondo le esigenze della scienza. Si ha il ritratto eseguito da Baldassare Verazzi. — 100 — Verona Antonio , di Giovanni, con tostamento 10 gennaio 1620, istitui erede I'unico figlio clie ebbe dalla mo|Tlie Giulia Iliva, di nome Giovanni, con vincolo fedeconimissario e con sostituzione a favore dell'Ospedale in caso di mancanza dei chiamati. Rimasto vedovo della Riva, sposo Maria Inviziati. L' erede mori senza figli nel 1050, per cui si verifico il caso a favore del-] I'Ospedale, il quale consegui circa L. 55,000, valore di stabili in Melzo, Cor-J negliano e Vignate. Proibi all'erede e ai suoi successori di fare sigurti a favore di persone, corpi morali, universita, ecc. Vertua Ferrando, di Agostino, con testamento 28 novembre 1628, j Ieg6 alcuni stabili in territorio di S. Giuliano e Cologne Monzese e una casa in Milano in via Quadronno del valore complessivo di L. 20,580. "Vezzani sacerdote Ignazio, raori nel 1780 e con testamento 6 lu- glio 1776, dispose che qualora non potesse aver effetto la messa quotidiana, disposta dal suo fratello Antonio con testamento 19 ottobre 1735, dovessero essere pagate L. 20,000 all'Ospedale. Con scrittura posteriore assegn6 alio stessc Ospedale gli interessi suUa sorama di L. 44,250, con decorrenza dal 23 set terabre 1783. L'Ospedale fini col ricevere anche in via di transazione e a saldc di tutte le sue ragioni L. 16,000 nel 1788. * Viazzi Alessandro. Legato di L. 11,815 nel 1790. Vigo Vico Francesco, detto PensinOj figlio di Giacomo e dS Isabella Capriana, sposo in prime nozze Catterina Corai, ed in seconde nozze Cucchi Celidonia, quella stessa che piu tardi ebbe a sposare il Kosate , altro' dei benefattori insigni dell'Ospedale. Commercio in grano in societa con altri contribuendo piuttosto coi mezzi che coU'opera, fu socio per una quarta parte nelle heccarie chiamate Tanaglie in P. Tosa, vendette pesce e frutta sul Verziere di Milano, negozio in riso, si fece prestinaio pre.sso il Carrobbio di P. Ticinese. Condusse anche I'osteria del Rebecchino nella via dei Rastrelli nel 1601. Questa osteria era riservata ai poveri ed agli artigiani della citta. Siccome poi durante I'affitto venne emanata una grida che proibiva ai cittadini di frequentare le osterie, cosi il Pensino ottenne dal fisco un abbonamento per il mancato esercizio. Ebbe in afRtto dal- rOspedale i locali presso le Tanaglie e somministro all'Ospedale stesso il for- maggio. Uorao eminenteraente operoso, sebbene irapegnato in molti traffici, non raccolse tuttavia una fortuna straordinaria poiche la sostanza da lui abbandonata non supero le L. 50,000. Mori il 9 ottobre 1627, sotto la parrocchia di S. To- inaso, chiamando erede 1' Ospedale Maggiore di Milano, con testamento 5 set- tembre 1627, pur non dimenticando i fratelli. Si ha il ritratto eseguito da Giuliano Pozzobonello. * Villanova Bernardo, mercante, mori nell' agosto 1549, chiamando erede 1' Ospedale. A circa L. 45,000 aramonto la sostanza da lui abbandonata consistente in una possessione fuori di P. Romana detta Guglielmese, in una casetta a S. Vittore, in un'altra in via delle Ore. Per disposizione di lui I'erede fece costruire su disegno dell' ingegnere Vincenzo Seregni, una cappella nella Chiesa di S. Giovanni in Conca. L' ancona dell' altare fu eseguita da Bernar- dino Vercelli. Eseguirono inoltre pitture Cristoforo Bossi e Francesco Cattaneo. — 101 — Vimercati o Capitani di "Vimercate conte Gr-aspare, figlio del consiplioro ducale Tadiolo, conte di Valenza, noininato dal diica Fran- cesco Sforza, dopo il suo ingresso in Milano, in beneraerenza del servizii utili ed iraportanti prestatigli, condottiero di armigeri al servizio del detto duca, al quale fece, nel 145-1, diverse sovvenzioni di danaro in concorso del consigliero di Stato Antonio Triulzi, sovvenzioni die farono estinte per docreto 21 maggio detto anno, dello stesso duca. Altre sovvenzioni fece aU'Ospedalo in moraenti critici e cioe quando lo si stava fabbricando. II Capitolo Ospitaliero voile dargli una speciale diniostrazioue di gratitudine e di riconoscenza, col decretare alia sua morte la celebrazione nella Chiesa dell' Ospcdale di un solenne ufficio da niorto in suffragio deH'anima sua. Nell" aprile 14G4 fu norainato, dal duca Francesco Sforza, governatore di Genova, per la sua perizia e per i suoi meriti militari. Intervenne al battesimo dello storiografo Bernardino Corio. Con testaniento 12 luglio 14G5 istitui erede Tadiolo figlio di Giovanni Agostino Vimercati per una meta e per I'altra raeta il figlio naturale Giovanni Antonio Vimercati, con vincolo fedecomraissario e con sostituzione a favore deirOspedale in caso di contravvenzione alle di lui disposizioni, riservato I'usu- frutto generate a favore della di lui moglie Lantelmina De Sacchi o Secchi. Lego aU'Ospedalo di Milano ducati 5000 in considerazione della singolare de- vozione che gli pro/essava. A questa soraraa vanno aggiunte altre L. 7200 che I'Ospedale introito nel 1498 quale correspettivo di avere dato I'assenso ad una vendita di fondi. Assegno ad una figlia naturale ducati 4000 a titolo di dote coU'obbligo ai suoi erogatarii od esecutori testaraentarii, di maritarla con un nobile della sua agnazione. Sposo Corradino De Capitani da Vimercate. Lego alia Metropolitana di Milano un bacile d'oro colla brocca del valore di ducati 1000 per il servizio dei preti celebranti all'altare maggiore. Era di sua proprietu la casa in Milano nella via Filodraramatici, dove si ammira tuttora la famosa porta sforzesca la quale costituisce un importante avanzo storico. Viritelli Eleonora, vedova del marchese Gerolarao Pallavicini, altro benefattore dell'Ospedale. Come questa donna, povera e di umile condi- zione, montanara dei colli piacentini, abbia sposato il detto marchese, I'abbiamo gia detto nei cenni biografici di quest' ultimo. Buona di carattere, religiosa, condusse una vita da santa, e seppe farsi amare e stimare dal marito. Moii il 29 settembre 1617, legando all'Ospedale, con testaraento 30 settembre 1G15, L. 42,000 moneta di Piacenza pari a L. 26,500 di Milano, con diversi oneri di culto. Visconti Alessand.ro, figlio di Lodovico e di Catterina Rusca, mori celibe, lasciando il testaraento 5 ottobre 1680, colla istituzione di erede a favore dell'Ospedale di Milano, al quale pervennero due case in Milano, una in via Sant' Antonio, venduta nel 1773 a Francesco Perlasca per L. 11,600 e I'altra in via della Spiga dirimpetto alia muraglia del monastero di S. Spirito, venduta nel 1704 al dottor fisico Pietro Paolo Curioni per L. 9000 imp. Un fratellodi lui, curato della Chiesa di S. Martino, chiamo erede il L. P. di Loreto. Mori il 25 raarzo 1702. Si ha il ritratto eseguito da Antonio Lucino. — 102 — Visconti Baldassare o Balzarino, di Ambrogio, marito di Maddalena Ghilio, farinacista, Lsiitui erede della sua sostanza dell'importo di circa J L. 11,000 rOspedale, con testun. 13 setlembre 1522. Mori il 19 giugno 1523. ^ Visconti Bernabo, teiv.o figlio di Stefano Visconti, successe alio zio Giovanni nel possesso della meta di Milano, Cremona, Crema, Brescia e Bergamo, e vi aggiunse, in seguito alia morte del fratello Matteo, Lodi e Parma. II nome di Bernab6 era comune nella famiglia della madre Doria. Sposo nel 1350 Beatrice figlia di Martino 11 della Scala, chiamata,j per il suo aspetto maestoso, reginaj della Scala. Le imprese di guerra, nelle qualij fu continuamente travolto, sono trop- po note perche possano opportuna-j mente ricordarsi in questi cenni delk sua vita. — Sorpreso a tradimentol il 6 maggio 1381, presso Milano dalj nipote Gian Galeazzo Visconti, mor| a 66 anni, il 18 dicembre 1385, pri- gioniero nel castello di Trezzo. L'Ospedale Maggiore, successo agl^ ospedali aggregati nel 1458, gli deve i beni di Bertonico della estensionc di pertiche 25,778, donati con attc 23 marzo 1359. II ritratto, eseguito da Caironi Agostino, venne ordinate dal Consiglio Ospi- taliero con deliberazione 10 febbraio 1880. Visconti Carlo, di Cesare, marito di Camilla Rossi, leg6 ducatoni 1000,1 con testamento 7 settembre 1623. Benefice diversi LL. PP. e molti monaster!. Visconti duchessa Elena, figlia del benefattore dell'Ospedale raar- chese Teobaldo e di Claudia Tassoni Estense e sorella dell'altro benefattore Visconti marchese Cesare, moglie del conte Antonio Borromeo, duca di Ceri, mori il 31 agosto 1711, legando all'Ospedale scudi 4000 con testamento 27 giu- gno 1708, col quale istitui erede la fabbrica della Chiesa di S. Celso di Milano. Si ha il ritratto, lavoro di Carlo Frasa. Visconti marchese Ermes, nacque J 16 marzo 1784, dai coniugi Carlo Francesco e Margherita Dal Verme. Era nipote della contessa Laura Visconti Ciceri, fondatrice dell' Ospedale Fate-beie-sorelle. Mori in Crenna il 21 gennaio 1841, d' anni 57. Fu erede il fratello marchese Giuseppe, che coperse la carica d'amministratore dell'Ospedale Ciceri. Lego all'Ospedale Mag- giore L, 53,000 austr., e al L. P. Triulzi, ai due Orfanotrofii e all'Ospedale Ciceri L. 50,000 per cadauno. Voile essere seppellito nel cimitero di Crenna, — V.K) — e prescrisse die al luopo del suo terrestre riposo fosse posta una crooo di forro inverniciata col suo uoino e coUo parole: « Pregate per raniiua di un vostro fratello in Gosu Cristo. » Favon la Chiesa di Creiuia. La chiusa del di lui testamento, in data 31 agosto 1837, e un addio affet- tuoso ai parenti, agli amici, ai henefattori, ai superiori ed agli attineiiti. La riportiamo testuaimente: « Prima di chiudere questo mio testamento vorrei rammontare tutti ad uno ad uno i miei parenti, amici, benefattori, superiori ed attinonti; a loro mi rivolgo in generale, preghino per me. II mio cuore pero vuole almeno die io lo sfoghi indirizzando I'ultimo addio particolarmente al mio fratello, alia mia cognata. alia mia nipote e figliuoccia ed al Carlino. Carlino mio: ora tu mi ami infantilmente, quando intenderai meglio, di' alia tua sorella ed ai tuoi parenti che ti parlino di me. Mariettina mia: conserva queH'innocenza die ti vidi rice- vere dal cielo, quando ti presentai al battesirao, prosegui a volermi tutto quel mdto bene che nra mi vuoi. Leopoldo: benedico il nioniento in cui venisti in casa nostra; ci siamo amati come fratdlo e sorella; continua. Peppino: quanti anni di convivenza, quante vicendevoli relazioni nella nostra vita, quante prove della tua fraterna benevolenza! Non ne posso compendiare le espressioni in una riga, ti abbraccio. Carissimi, pregato: quando leggerete questa pagina saro ca- davere. lo sarete voi pure un giorno. Ma risorgerenio tutti, e speriamolo, glo- rificati in paradiso, riuniti per sempre. Amen. » Si ha il ritratto eseguito da Antonio Gualdo. Visconti marchese G-aleazzo Maria, figlio dd marchese Cesare, che fu regio questore, e di E'ena Arconati. Fratello del marchese Teobaldo Visconti, altro benefattore ddl'Ospedale, fu dei sessanta decurioni della citta di Milano. Mori celibe il 24 giugno 1685, chiamando erode con testamento 16 giugno stesso anno, il conte Teobaldo Visconti, figlio primogenito del mar- chese Cesare suo nipote, con sostituzione fedecoramissaria a favore dei discen- denti del detto conte Teobaldo. In caso di estinzione della linea di quest'ultimo, chiam6 erede il L. P. di Santa Corona, il quale, verificatosi a di lui favore la condizione preveduta dal testatore, ebbe a conseguire, I'anno 1716, circa mi- lanesi L. 475,525, oltre il legato di L. 50,000 gia prima disposto dal testatore stesso. Fece diversi legati a corporazioni religiose, non che un legato di L. 30,000 a favore ddl'Ospedale Maggiore. Voile che il suo corpo fosse sepolto nella Chiesa di Sant'Eustorgio in Milano dei reverendi padri dell'Ordine dei predicatori nel tumulo dei suoi autenati, e fosse vestito dell' abito dei padri cappuccini di S. Francesco per la particolare devozione che professo in vita a quella regola. II ritratto, pervenuto cdl'erediti, venne nel 1841 rifatto dal Rasnesi. Visconti conte G-aspare, figlio del conte Giovanni Battista e di Vidanta di Princivalle Visconti, era fratello dd benefattore Visconti Galeazzo. Da vescovo di Novara, fu il 29 novembre 1584 eletto arcivescovo di Milano, la cui sede era rimasta vacante per la morte di S. Carlo Borromeo. Fece il sdenne ingresso in Milano il 22 luglio 1585. Nd 1588 introdusse in Milano la Congregazione di S. Giovanni di Dio detta dei benefratelli. Apri le Chiese di S. Maddalena al Cerchio e di S. Maria del Paradiso, ecc. Con testamento 8 gen- — 194 — naio 1595, istitui erede 1' Ospedale Mapgiore, coU' obbligo di far condurre a termine alcuni paramenti per la Metropolitana; i quali cagionarono al L. P. una spesa di L. 12,000. Alia fubbriceria della delta Metropolitana lego L. 5000 coU'onere di distribuire i redditi ai sacerdoU che avessero celebrata la naessa all'altare di Sant'Agnese. Mori il 13 gennaio 1595 e fu sepolto in Duomo nella stessa cappella di Sant'Agnese. L'ammontare nitido di questa eredita ascese a circa L. 250,000. Si ha il ritratto eseguito da Camillo Serbelloni. Visconti Giovanni Battista e Visconti Filippo, erano figli del dottor collegiato Carlo Orlando e di Isabella Bendoni. II sacerdote Gio- vanni Battista, soppresso I'Ordine dei padri teatini di Sant'Antonio di Milano, al quale apparteneva, fu aramesso siccorne seraplice ospite nel collegio di S. Siraone e Giuda dei chierici regolari teatini in Padova, ove raori il 29 no- vembre 1802, d'anni 80, in causa di febbre reumatica. II sacerdote Filippo fu canonico in S. Lorenzo nel 1754, poi proposto della Metropolitana nel 1765 e arcivescovo di Milano, I'anno 1784, succedendo al cardinale Pozzobonello. Le maniere affabili, 1' indole mansueta, la giovialit^ del carattere, I'anirao gentile, i costumi uraanissimi e molte altre belle doti che si ammiravano in lui, lo resero caro e accetto ad ogni classe di persone. II popolo poi sent! una gioia inosprimibile per la di lui nomina. Anche il Capitolo, salvo poche eccezioni, fu soddisfatto. Non mancarono pero satire non contro I'eletto ma contro chi non lo considerava. Mori di apoplessia il 30 dicerabre 1801, in Lione, dopo un mese dacche vi si trovava. Per i funerali e per il lutto di tutti gli attinenti si spesero L. 41.900. Le di lui esequie, presente il cadavere, che venne trasportato da Lione a Milano, ebbero luogo con pompa straordinaria nei giorni 15, 16, 17el8 febbraio 1802. 11 cadavere riraase esposto per undid giorni, e cioe otto giorni nella sala detta dei paramenti e tre giorni nella gran cappella e venne sepolto avanti I'altare della Madonna dell'Albero in Duomo, ove trovasi scolpito in bianco un epitaffio composto dal padre Michelangelo Rosa della Congregazione di S. Paolo, amico e confidente del defunto. Con testaraento 22 febbraio 1702, il prete Giovanni Battista, uniformandosi alle pie intenzioni del fratello arcivescovo Filippo, istitui erede I'Ospedale, al quale pervenne una sostanza di circa L. 200,000. Si ha il ritratto eseguito da Giuseppe Perabo. Visconti contessa Isabella, nacque 1' 8 giugno 1615, dai coniugi Carlo e Camilla di Federico Rossi conte di S. Secondo. Sposo in prime nozze il conte Francesco Dal Verme, in seconde nozze il marchese Carlo Sfondrati e in terze nozze Alfonso Dell'Oca, reggente per S. Cesarea Maesta nel supremo consiglio d' Italia. Mori il 5 settembre 1693. Ebbe un'unica figlia di norae Ip- polita, la quale sposo in prime nozze un Dal Verme e in seconde nozze il conte Carlo Corio. Fu erede di lei il figlio di quest' ultimo, il conte Francesco Corio, con vincolo fedecoramissario e con sostituzione a favore dell'Ospedale nel caso di estinzione della linea chiamata, e questa disposizione fu scritta da lei in aggiunta al legato di L. 12,000. II 21 settembre 1791, mori I'ultimo chiamato senza lasciar figli, e quindi I'Ospedale fece valere le sue ragioni per la veri- — 195 — ficata sostituziono in base alia quale e in via di transazione ^Vi furono rilasciati nel 1797 alcuni stabili in Robbiate di pertiche 200 del valore di L. 40,042. Abbandono una sostanza di circa L. 400,G00 conipreso il valore di once 4045 d'argento (testamento 19 agosto 16SG). Visconti Laura, di Giacorao, vedova di Francesco Clerici detto il Torino, con ati>i 20 giugno 1070, dono un credito di L. 950 ed altri tre crediti dell'importo complessivo di L. 13,000. Visconti conte Miarco Antonio, figlio del colonnello conte Alberto e di Livia Grillo, dei Visconti di Bregnano e Pagazzano, mori senza figli il 20 dicerabre 1716, dope di avere disposto delia sua sostanza, con testamento 29 dicembre 1712, a favore del conte Giovanni Borromeo Arese. Dispose poi che di tutto quelle si sarebbe ricavato dai conti degli agenti, dai frutti raccolti, dai crediti, dalla vendita dolla mobilia, degli argenti e delle gioie, come dei danari che fossero sopravvanzati dopo il pagaraento dei legati si facesse una massa e di questa fosse data la meta all' Ospedale, riservata I'altra meta ai monasteri del Crocefisso e di S. Valeria e per doti alle figlie povere di Bre- gnano, Sedriano e Vermezzo e della parrocchia di Sant' Andrea alia Pusterla nuova e ai Cappuccini riforraati. La sostanza di tale provenienza risulto di L. 562,474. 12.6 per cui toccarono all'Ospedale L. 281,237.6.3. Visconti nobile IVIelchiorre, figlio di Ennete e di Livia Visconti, dei baroni di Ornavasso, fu podesta della Valsesia nel 1491. 11 Litta gli da per raoglie Angela di Erasmo Trivulzio. Mori nel febbraio 1499, lasciando erede con testamento 4 dicembre 1498, I'Ospedale, al quale pervennero alcuni stabili di diretto dominio in Castelletto, dove egli tenne preferibilmente il suo domicilio e sui quali era assentato I'annuo canone di L. 550. La sostanza mobile fu tra- fugata. 11 duca di Milano, dietro istanza del Capitolo Ospitaliero, emano ordini severissimi perche fosse restituita all'Ospedale, con minaccia di gravi pene ai trasgressori. — Suo padre era figlio naturale legittimato di Alberto e di Bian- china da Pessano. Visconti marchese Teobaldo, era figlio del raarchese Cesare e di Elena Arconati e marito di Claudia Tassoni, conte di Gallarate, cavaliere del Toson d'oro, mastro di campo, sopraintendente generale della milizia urbana, Nel 1622 passo nelle Fiandre in qualita di avventuriero al servizio di Spagna, e fu eletto capitano di una compagnia di lance nel 1629, del consiglio di guerra nel 1630 e maestro di campo nel 1637. Milito ventun'anni in quelle guerre, ove fu ferito due volte ed ove si distinse in modo particolare in tutti gli as- sedii e fatti d'armi. Ritornato in patria nel 1643, fu eletto membro del consiglio segreto di State e guerra, e fu spedito alle guerre di Piemonte contro i francesi, incaricato specialmente di assistere alia ricupera di Tortona. In quelle stesso anno fu spedito in Tirolo per assistere alle nozze di Anna Medici coll'arciduca Ferdinando Carlo. Nel 1656 corapero la contea di Gallarate dalla famiglia Altemps. Ebbe tre figli, Ercole che si fece chierico. Carlo Antonio cavaliere Gero- solomitano e Cesare che fu Grande di Spagna, cavaliere del Toson d'oro. Que- st' ultimo non avendo discendenti, istituiva erede il conte Carlo di Castelbarco. II marchese Teobaldo Visconti, raor'i il 14 gennaio 1674 e con testamento — IOC — 10 aprile 1G6G chiam6 eredi i suoi discendenti masclii, sostituendo in mancanza della linea dei medesirni, la linea mascolina del marchese Galeazzo Visconti, e mancando questa I'Ospedale Magglore. Per la morte dei figli del testatore senza discendenti e del marchese Galeazzo, si ^ verificata la sostituzione a favore del- rOspedale, al quale pervennero in via di transazione sole L. 140,000 nel 1722, nientre la sostanza da lui abbandonata fu di L. 400,000. Nessuna notizia a riguardo del ritratto, clie si espono coUa occasione della festa del Perdono. Visconti Borromeo conte Pietro Francesco , nacque nel 1747 ed era figlio del conte Giovanni e di Murianna Candiani e marito di donna Anna Crivelli. Gentiluomo di camera nel 1771, altro dei dodici di pro- visione della citta di Milano nel 1774 e dei sessanta decurioni nel 1775. Mori in Milano nella casa sul Corso di P. Nuova al n. 747 il 24 novembre 1823. Fu erede un nipote di lui in forza del testaraento 10 dicembre 1814. AU'Ospe- dale Mapgiore di Milano lego gli stabili da lui posseduti in Sesto di Monza, non che altri in Bresso, del complessivo valore di circa L. 440,000. Si ha il ritratto eseguito dall' Hajez. Visconti Ciceri contessa Maria, figlia della fondatrice deH'Ospe- dale Fate-bene-sorelle e di Filippo, sposo in prime nozze il marchese Daniele Ala di Ponzone e in seconde nozze il barone Alessandro NeiTzer. Mori in Como il 9 novembre 1833. Con testamento 28 aprile 1832, istitui erede I'unico figlio marchese Filippo Ala di Ponzoue, coU'onere di un legato di L. 7000 annua in perpetuo da distribuirsi: per L. 1750 a favore dell'Ospedale Fate-bene-fratelli, coU'obbligo di ricoverare i sacerdoti poveri di Turate, Cislago, Moirago, Caima ed Usmate, non che i fattori e le loro faroiglie; per L. 2G25 a favore dell'Ospe- dale Maggiore, coU'onere di ricoverare gli infermi poveri di Usmate, Turate, Moirago e cascina Massina, con preferenza dei cronici; per L. 1312. 50 a favore dell'Ospedale di Como; per L, 1312.50 a favore dell'Ospedale di Novara. La quota a favore dell'Ospedale di Milano fu affrancata nel 1805. Si ha il ritratto eseguito dal Sogni. Visconti Modrone duca Plaimondo, figlio del duca Uberto, raori il 22 settembre 1882 in una sua villa presso JMilano, nel fiore dell'eta. Era il capo di una delle piu illustri nostre famiglie patrizie. Fu un ottimo pa- triotta e servi il suo paese nelle campagne contro lo straniero. Si dedico con particolare cura alle Industrie ed e noto come fosse alia testa di un grandioso stabilimento di tessuti e velluti a Vaprio d'Adda che dava lavoro a centinaia di famiglie e che deve al defunto duca il suo sviluppo e la sua prosperita. Dispose della sua sostanza, con testamento 27 novembre 1881, a favore dei suoi nipoti Uberto, Giovanni, Giuseppe e Carlo, col peso del legato di L. 30,000 airOspedale coU'obbligo di convertire i frutti nel dare uno sviluppo maggiore alia ambulanza per i poveri affetti da malattia delle orecchie iniziata dal com- pianto dottor Restellini. Vismara Caterina, figlia di Pietro, vedova in prime nozze di Carlo Antonio Gazzera e in seconde nozze di Giuseppe Cairoli, mori il 19 agosto 1813 e con testaraento 23 giugno 1810 e G giugno 1812, istitui erede della disponibile - 107 — rOspedale e della logittima la f\g\'\a ox-monaca Frnncosca Maria Gazzera e i fipli della predet'iinta di lei tii^^lia Fraiicesca Gazzera. All'Ospedale toccarono L. 13,488. Vismara Gaspare, nacque il 2 dicembre IGO.") da Giulio Cesare e da Isabella Patria. Non avendo discendeiiti, con testainputo 12 setteiuhre 1G67, istitui erede I'Ospodale. Mori il 9 ottobre detto anno. Fu sepolto nel convento di S. Francesco in P. Vercellina, al quale lego L. 3000 per elemosina di quattro messe settimanali. Sul sepolcro venne posta la seguente iscrizione dettata da lui : Sepiclcnim hoc miiecessotntm suoricm. Vetustate aflrilum. Nobills Do- mint(s Caspar Mnccmala, Sihi inslaurari mandavit. Ut cum cineynbus. Bo- mini Johannis Daptistiv ejus fratris. Viri lillo'/s Jurisquc ciciiis et rerwn viathematicay^m docfrina laudat. Hie quiescenlibus qicz'escat anno, etc. — Ha poi chiamato rarchitetto Ferrando Lucino ad assistere e perfezionare il la- voro del sue sepolcro. Con questa eredita pervennero al L, P. pertiche 210 di terra in comune di Rho e circa L. 0000. Si ha il ritratto eseguito da Giovanni Battista Tedeschi. Vismara Giovanni Antonio, raori il lOgennaio 1820, istituendo erede con testamento IT settembre 1816, un di lui cugino coU'onere di un legato di L. 30,000 mil. a favore dell'Ospedale. Fu sepolto nel ciinitero di P. Romana. Vivalda Castiglioni Visconti contessa Bianca, figlia di Lazzaro, di Castiglione, e vedova del cavaliere Giovanni Castiglioni, die la precedette nel sepolcro e che benefico I'Ospedale, lasciandogli una sostanza di circa L. 200,000, mori il 6 gennaio 1649, d'anni 85, e venne sepolta nella Chiesa di S. Maria in Castiglione, nel sepolcro del predefunto di lei marito, vestita, per volonta di lei, di una tonaca usata dei padri riformati del mona- stero dell'Annunciata di Yarese, ai quali lego L. 100 per comperarne una nuova. Imitando il marito, con testamento 29 dicembre 1048, chiamo erede I'Ospe- dale Maggiore della sua sostanza del valore di L. 30,000 nitide. Nel 1620sbors6 airOspedale L. 6000 in correspettivo dell'averle concesso 1' usufrutto dei beni del marito ancorche fosse passata a seconde nozze. Si ha il ritratto eseguito da Bernardo Ferrari. Volonterio sacerdote Fietro Antonio, figlio di Giovanni An- gelo, proposto di Loraazzo, mori il 9 aprile 1807, d'anni 87. Con testamento 28 aprile 1796, il sacerdote Giuseppe Volonterio, proposto di Desio, istitui erede universale il proposto di Lomazzo, di lui zio, con sostituzione a favore del- l'Ospedale di Corao per una porzione e dell'O.^pedale Maggiore di Milano per I'altra. Con testamento 2 dicembre 1800, il proposto di Lomazzo confermava la istituzione di erede a favore dei succitati due Ospedali e favoriva con legati ]a Chiesa da lui diretta. Pervennero all'Ospedale L. 112,000 compresojl valore di stabili in Lazzate e Camnago venduti dall'erede Ospedale nel 1814 all'inge- gnere Francesco Segrada per L. 28,763. Ahbandono sei case in Milano, cinque sul corso di P. Comasina ai n. 2090, 2091, 2092, 2101, 2102, vendute nel 1814 a Carlo Beretta per L. 52,000 ed una in via S. M. Porta al n. 2577, venduta nel 1838 a Giovanni Battista Piatti, il quale istitui erede rOrfanotrofio raaschile. Si ha il ritratto eseguito da Giovanni Bagutti. — 198 — Volpara Arcangela, figlia di Clemente,vedova di un tenente Cagna, mori a Legnago il IG agosto 1859, d'anni 78, istitueado erede con testamento 26 settembre 1854, I'Ospedale di Milano, al quale pervenne una sostanza di circa ital. L. 12,698. 64, compreso in questo importo il valore di alcuni stabili in Legnago, cho furono venduti nel 1864 a quella Pia Casa di ricovero. * Volpi Carlo. Legato di L. 10,450 nel 1732. Zapelli Costantino, di Domenico, mori il 21 giugno 1823 in Milano, nella casa giu del ponte di S. Colso al n. 4396, d'anni 84, e con testamento 15 marzo 1822, istitui eredo la figlia Gaetana, maritata con Sartorio Michele, ed un figlio di un di lui abbiatico con un legato all'Ospedale di L. 10,000 mil. Lego alia moglie Maria Teresa Verga L. 10,000 e annue mil. L. 1500 vita du- rante. Fu sepolto nel cimitero di P. Ticinese. Zappatoni Anastasio, di Carlo Domenico, vedovo di Luigia Ran- chetti, per rendere bene al male, dispose un legato a favore di una sua parente, che I'aveva ingiuriato e avevagli fatto subire forti dispiaceri. Fine al 1808 tenne aperto negozio di orefice nella via omonima all'insegna del Porno granato, negozio che egli cedette poi ad un Sciomachen. Nutriva una speciale avversione agli alloggi militari, dai quali si libero, per rispetto ad una casa da lui posseduta in Cassano, coU'aver esternato in vita il divisamento che egli voleva destinare detta casa ad uso Ospedale, cio che egli fece in morte. 11 pensiero poi di disporre per la erezione del detto Ospedale sorse in lui dopo che dovette piu volte assistere al triste spettacolo della spedizione all'Ospedale di Milano dei poveri malati di Cassano, col mezzo della barca-corriera, non senza grave disagio degli stessi. Mori ii 17 luglio 1817, d'anni 79, in Milano sotto la parrocchia di S. Satiro e fa sepolto nel cimitero di Cassano. Fu erede di lui I'Ospedale che consegui L. 201,844, in forza del testamento 6 agosto 1814, compreso il valore della casa in Milano, via Armorari al n. 3121. Si ha il ritratto eseguito dal Bellati. Zerbi Carlo Federieo, figlio di Francesco Maria e di Elisabetta D'Adda, presto i suoi servizii all'Ospedale nella qualita di esecutore coll'incarico di esigere i crediti. Nell' aprile 1674, sposo Bianchina Maria, alia quale lego I'usufrutto generale in henemeren za della sua grande fedelta e della sua reverenza verso di lui sempreche perd fosse rimasfa in isiato vedovile e casta e convivesse con una di lui nipote che raccomando in ispecial mode ai deputati dell'Ospedale. Mori senza figli nel gennaio 1705, disponendo di essere sepolto nella Cliiesa di S. Nazaro di Milano nel sepolcro di Giovanni Battista D'Adda, padre della di lui madre di contro all'entrata della cappella di S. Ma- troniano. Con testamento 27 settembre 1703, istitui erede la suddetta di lui nipote e dopo la sua morte I'Ospedale al quale pervennero alcuni stabili in Albairate e in Lonate Pozzolo, cioe case e pertiche 176 di terra, non che due crediti del valore di L. 5400. L'Ospedale fu erede anche della di lui moglie. Zerbi Giulio Cesare, con testam. 7 giugno 1609, lego L. 20,000 imp., per amor di Bio e salute dcll'anima sua. Ziigler Giovanni Martino, con testamento 24 agosto 1854, lego _ austriache L. 10,000. 1 — 109 — Zucchi sacerdote G-aetano, nacque in Milano il 22 febbraio 1811, da Giiiseppa Pecoroni e da Giuseppe Zucchi oriundo di Mandello e chincagliere! Percorsi gli studii nei Seniinarii arcivoscovili di xMonza e di iMilano, fu ordinato sacerdote nel ISoo. 1 prinii .^orvizii ebbe a prestarli iiella Chiesa di S. Maria della Scala di questa citta, intervenendo alle funzioni parrocchiali seiiza essere per6 rivestito di alcuna carica. Per quattro anni, dal 1834 al 1838, prest6 servizio presso la parrocchia di Canonica D'Adda nella qualita di coadiutore ed anche di Ticario spirituale. Dal 183S fino al 1873, fu addetto alia Chiesa di S. Maria alia Porta nella qualita di prefetto della sagrestia e di coadiutore. I suoi ser- vizii lasciarono desiderare dal lato ordine ed esattezza. Pure in varie circostanze spiego attivita e zelo comniendevoli. Negli anni 1836, 1849 e 1854 presto I'as- sistenza spirituale ai colerosi. Negli anni 1848-49 assistette i condanaati politici alia fucilazione dal governo militare austriaco. Nel 1859 assistette i feriti mi- litari ricoverati nel Monastero maggiore. Aniaute e buon cultore delle arti, seppe riunire una raccolta di quadri e di stampe, che il di lui fratello ragioniere Giuseppe ebbe poi a rilevare dal- I'Ospedale con tutto il mobiliare ed ogni altro oggetto lasciato. Appassionato pel viaggi, nel 1842 visito il Piemonte e la Toscana. Nel 1844 fu a Roma, Napoli e Palermo. Nel 18G3 recossi in Germania. Nel 1866 percorse gli Stati austriaci, la Russia, la Francia, la Spagna e I'Algeria. Nel 1870 fece parte di una spedizione in Terra Santa, celebrando, il 12 marzo del detto anno, la messa in Gerusalemme. Mori in Milano il 21 raaggio 1874, e con testamento 10 lu- gho 1873 istitui erede I'Ospedale col peso di varii legati a favore dei suoi fratelh e sorelle. Lego una ricca collezione di libri alia citta di Monza. Benefic6 gli Asih infantili, lo Stabilimento dei discoli, i poveri della sua parrocchia e il Seminario delle missioni estere. Yolle che sul cartello da porsi sulla facciata della Chiesa, fossero scritte queste parole: Pr eg ate pel sacerdote Gaetano Zucchi. Lentita nitula della sostanza fu di L. 107,000. Si ha il ritratto e>eguito da Francesco Valaperta. Zumalli Cristoforo, figlio di Antonio, fu per molti anni cancelliere particolare del tribunale della sanita per la sezione - libro dei morti — e parecchie volte il tribunale stesso gli affido larduo incarico di visitare i luoglii ove infieriva la peste in Milano e nello Stato. Nel 1588 fu dallo stesso tribunnb eletto coraraissario ordinario del suddetto ufticio. Nel 1592 fu qual persona di confidenza spedito dal tribunale a Como per prendere gli accordi con qnellau- torita comunale per i provvedimenti occorrenti per la sicurezza della conser- vazione di ogni parte dello Stato dalla peste che infieriva in Augusta, in Cojra, nel contado di Pontirolo, ecc. Contemporaneamente e per lo stesso titolo ebbe incarico di recarsi a Gravedona e a Gera. Due anni dopo serpeggiando la peste in alcuni paesi della Svizzera fu inviato a Lugano. Nel 1600 fu mandato sic- come persona esperta, sciente e pratica a Vercelli a surrogare quel coramissario, per la cura ed assistenza di quel passo. .Mori d'anni 75, in causa di calcoli alia vescica, il 17 gennaio 1617. Non avendo figli, i.'^titui erede, con testamento 11 no- vembre 1613, I'Ospedale provvedendo alia moglie Angelica Orsi, con un legato di L. 1000 oltre i mobili di casa e I'affitto di tre camere in una casa di sua pro- prieta. Favorl i nipoti. Ai maschi ed alle femmine di agnazione e parentela — 200 — Maflerna, suoi affini e consanguinei lego soldi 5 imp. per ciascuno e altreltaiito a qiielli della famiglia Zumalli. Abbandoiio una casa in Milano, dove abitava, viciiio alia Chiesa di S. Stefano, la moti di un'altra casa nella via della Can- tarana di P. Tosa, uu credito di L 4000, un'altra di L. 2000 oltre il denaro in cassa. Nel 159G cedette alia fal)briceria della Chiesa di S. Stefano, una por- zione del sue giardino per ringrandimcnto della cappella maggiore. Zurio sacerdote Griovanni, canonico della Basilica di S. Stefano, figlio del coniugi Giovanni Gerolamo capitano e di Glemenzia Bosca, mori il 25 feb- braio 1G58, istituendo erede I'Ospedale, con testam. 21 febbraio 1058. Pervennero due case in Milano, una sulla piazza del Castello, venduta nel 1071 a Ottavio Beretta per L. 7000, un'altra nella via delle Monache di S. Vincenzo del valore di L. 3700, e alcuni crediti fra i quali uno di L. 4000 sulla ferma del sale. Non si ha alcuna notizia dell'autore del ritratto. "Werich. Francesco, mori in Milano nella casa in via degli Ar- morari al n. 3122, il 24 febbraio 1810, d'anni 08, beneficando I'Ospedale e i LL. PP. Eleiuosinieri con un capitale di L. 100,000 a favore del primo e di L. 50,000 a favore del secondi (testamento 1.° dicembre 1812). Lascio un in- gente patrimonio che venne raccolto dai figli di un suo figliastro. Nel cimitero di P. Vorcellina, dove fu seppellito, fu ricordato coUa seguente iscrizione: Al/a memoria di Francesco Werich — nalivo di Praga — da lango tempo domicilialo in Milano — dolalo di 'molla probita e religione — che vivendo fu caro a iutti — e fu benefco in niorle verso i poveri — avendo iasciafo cento mila lire all'Ospedale Maggiore — e molie doti per maritare povere figlie — i di lui eredi — Giuseppe Vincenzo Pietro e Marianna fratelli e sorella Pedretti — compiangcndo la perdita fatta di un otlimo arnica — nella di lui eta d'anni 68 al 24 febbraio 1816 — grati alia di lui beneficenza — hanno posto queslo modesto rnonumento. Si ha il ritratto eseguito da Abbondio Bagutti. "Winkler donna IVIaria, figlia di Andrea, mor'i in Milano nella casa giia del ponte di P. Romaua al n. 4245, il 13 gennaio 1821, d'anni 70. Rimasta vedova di Carlo Giuseppe Cabiati, benefattore dell'Ospedale, sposo il dottor Fedele Alfieri. Con testamento 15 maggio 1819, istitui erede Giovanni Lovati, col viucolo deir usufrutto a favore di Savina Lovati, zia dell'erede, e col peso di un legato di L. 12,000 a favore dell'Ospedale di Milano. A proposito di questo legato I'esecutore testamentario scrisse: « La fu signora donna Maria Winkler vedova Cabiati ed Alfieri, nel bene- ficare I'Ospitale Maggiore col legato delle L. 12,000 ha voluto liberarsi da uno scrupolo che le era nato sulla plena propriety in lei di un anello che aveva avuto dal fu primo di lei marito signer Cabiati, che lascio erede lo stesso Ospedale. » Abbandono una sostanza di circa L. 30,000. — Fu sepolta nel cimitero di P. Ticinese. FINE DELLA P.\RTE PRIMA. PARTE SECONDA Abano Gio. Marco Antonio. Nacque in Milano il 10 settcmbre 1595 dai conjugi Martino e Barbara Proverbio. Negli ultimi anni della sua vita, che si spense in causa del contagio pestilenziale infierito nel 1G30, abitava in Verona. Non avendo figli e ncm- meno altri impegni , come cgli dicliiaro, don6 con atto 8 giugno 1629, L. 3000 al- rOspedale. Abate Fortunato. Con testamento 9 ago- sto 1799 dispose il legato di L. 3000. Mori il 19 maggio 1802. * Abbiate Elisabetta (1). Fu erede I'O- spedale, al quale pervenne nel 1572 una inc- cola casa a S. Carpoforo affittata per L. 67. Abbiati Giovanni Battista. Lego L. 300 con testamento 10 t'tbliraio 1608. Abbiati Giovanni Maria. L'Ospedale fa legatario di Scudi 1000 in forza del te- stamento 8 agosto 1617. Abbondio Giuseppe. Per disposizione di lui. 18 novembre 1625. TOspedale conse- gui un legato di Scudi 100. Abemi Giacomo. Legato di L. 50 (te- stamento 8 aprilo 1.596>. Acerboni Giovanni Battista, di Sa- nico. fr.'izifiue di Vtiiilrogno. mori il 2 marzo 1820, legando L. 153,.50 con atto 12 luglio 1807. Acesia Misia, vcdova di Oiovanni Bat- tista Castiglioni, legA L. 700 (testamento 7 gennaio 1606). Acoromboni Antonio, figlio di Gio- vanni, Chirurgo Xorcino Litotomo; leg6 al- rOspedale, con atto 15 Inglio 1630 L. 100. * Acquanio Angelo Maria. Legato di L. 15 nel 1785. * Acquanio Domenico. Legato di L. lOO nel 1765. * Acquanio Giovanni. Legato di L. 12 nel 1818. * Acquila Angela Teresa. Legato di L. 5293 nel 1821. Acquila Marina. Per disposizione di lei 26 gennaio 1814 furono versate nella cassa deirOspedale Lire 2302, a titolo di legato I'll luglio 1814. * Acquilone Francesco. Legato di L. 1.50 nel 1646. * Adami Nicola. Legato di L. 30 nel 1791. * Adamoli Andrea. Legato di L. 15 nel 1708. Adamoli Giovanni nacque in Milano il 25 noveinbre 1813 dai conjugi Gerolanio e Beatrice Galimberti. Studio medicina all'U- niversitA, di Pavia, dove venne laureato il 7 giugno 1841, nel qual anno fu ammesso nella quality di Medico praticante neirOspe- dale, che egli lasci6 nel 1859 per la sua no- mina a medico ordinario di S. Corona. In (I; I bencfattori contradistinti con qucsto astcrisco furono comprcsi quantunquc non si abbiano atti o documcnti csscndosi il loro nomc e Timporto delta tx:ncticcnza dcsunti dai Masiri di contsbilit^ dai 1456 ai giorni nostri. 14 202 — causa clcll'essere stata la casa di propriety di lui a canto della Madonna del Castello crivellata di palle nemiche nelle cinque gior- nate del 1848, egli fu preso da una malattia nervosa avente I'aspetto di una vera aliona- zione mentale, in causa della quale si dovet- tero frequentemente accordargli lunghi per- messi di assenza. — Dojdo parecchi anni di tregua, le sue condizioni di salute jieggiora- rono anclie per la perdita della moglio An- tonietta Montrasi e di un nipote al quale era affezionatissimo. Due volte tent6 snici- darsi e finalmente il 13 settembre 1865 mori nel comparto deliranti dell'Ospedale. TJomo d'ingegno svegliato e premuroso nel disinipegno de' suoi doveri fino alia scru- polosit^, anclie quando il farlo gli costava tanta fatica e tanto sacrificio, seppe farsi stimare dai suoi superiori, dai colleghi e dai poveri che curava. Fu erede la SocictiY di mutuo soccorso dei Medici e chirurglii di Lombardia, alia quale era asci'itto siccome altri dei fondatori, e leg6 all'Ospedale con testamento 11 Maggio 18G4, i suoi libri di medicina. Adamoli Giovanni Battista, di Varese. L'Osjiedale frui per disposizione di lui 9 maggio 1811 del legato di L. 7G7.51.9. * AddaLucrezia.LcgatodiL.l(X)0nellG33. Adelasio De Cantoni nobile Barto- lomeo, di Giacomo, mori in Spirano il 19 ottobre 1849, lasciando all'Ospedale in forza del di lui testamento 2 luglio 1849, un legato di L. 400. * Agazzino Giovanni Pietro di Gbem- me. Legato di L. 1000. Testamento 3 di- cembre 1609. * Agliate Antonio, napoletano. Legato di L. 79 nel 15B9. Agliati Giovanni Antonio benefice rOspedale con un legato di L. 115, (testa- mento 16 Gennaio 1812). * Agrati Giovanni, servente dell'Ospe- dale di S. Celso. Legato di L. 22 nel 1571. * Agresco Carlo. Legato di L. 40 nel 1671. * Aguggiari Francesca. Legato di L. 12 ■nel 1810. Airaghi Margherita, di Giovanni Ste- fano vedova di Michele Pizzi, istitui e- rede TCspedale Maggiore della modesta sua sostanza con testamento 4 Giugno 1608. * Airoldi Ambrogio. Legato di L. 46,05 nel 1819. * Airoldi Antonia. Legato di Lire 25 nel 1783. * Airoldi Antonello, di Robiate, mentro si trovava nialato nelle inferinerie Ospita- liere, doni con istromento 17 luglio 1503 L. 607,14. * Airoldi monsignor Carlo Antonio. Le- gato di L. 1548 nel 1702. Airoldi Marchesini Carlo. Mori il 26 gennaio 1814, lasciando all'Ospedale il legato di Scudi 10 ftestamonto 5 Marzo 1798). * Airoldi Caterina. Legato di L. 100 nel 1('86. * Airoldi sacerdote Giovanni Antonio. Legato di L. 1799 nel 1590. Airoldi Giovanni, di Francesco, leg6 L. 2500 (testamento 29 aprile 1844). * Airoldi sacerdote Taddeo. Legato di L. KX) nel 1486. Albairate Giacomo, Capitano degli Armorari, lego all' Ospedale L. 50 (testa- mento 18 agosto 1488.) * Albanel Giuseppe, di Parigi. Legato di L. 792 nel 1739. * Albera sacerdote Francesco. Legato di L. 15 nel 1812. * Albera Giovanni Pietro. Legato di L. 20 nel 1539. * Albertazzi Francesco. Legato di L. 150 nel 1658. * Albertengo Giovanni Battista. Le- gato di L. 150 nel 1646. Alberti Antonio, figlio di Angelo, mori il 17 luglio 1782, nominando erede il Capi- tolo della Cliiesa di San Celso, il quale consegui una sostanza di circa L. 52000 tutta impiegata presso I'Ospedale che benefic6 con un legato di L. 2000. (Testamento 31 gen- naio 1780.) Albertini Cesare. Capitano di Casal- maggiorc. Mori il 26 settembre 1701 dispo- nendo a carico della sua sostanza e a favore dello Spedale il legato dell'importo di tutti i mandati clie all' epoca della di lui morte venissero spediti dalla Regia Camera j^er conto dei suoi salari e dei suoi soldati col- I'obbligo alio Spedale stesso di pagare L. 1000 ai Padri Cappuccini di Casalmaggiore nel caso che I'importo dei crediti sorpassasse le L. 5000. E siccome non voile che I'Ospe- dale rimanesse eventualmente coUe mani viiote, cosi dispose che in tal caso gli fos- sero date L. 1000 da prelevarsi dalla sua ca^sa e a carico dei di lui eredi, i Curati della Chiesa di Casalmaggiore. (Testamento 5 novembre 1698.) Albertini Giacomo Filippo. Dispose, — 203 — con testaniento 1 inarzo 1G54, nn legato di L. 101 imp. a favorc dell' Ospedalo da pie- Icvarsi dal licavo della vondita dolla di lui uiobilia. Albertini Giovanni Pietro, fiKHo di Giovanni e niarito di Marina Boscani, no- mino erede 1' Ospedale Maggioro della sua sostanza di circa L. lfi,000, la quale, per so- prax-^-enuti debiti, !icem(N a L. 25(10. (Testa- mento 20 dicenibre 1G4.S}. Possedeva una porzione di una casa in Borghetto di Porta Comasina venduta nel 1643 a Bernardino Lampugnani. * Albertini Lucrezia, morta nell'Ospe- dale. Legato di L. 10 > nel 1030. * Albiate sacerdote Bartolomeo. Legato di L. Sn nel 15^59. * Albignani Alessandro. Legato di L. IG nel l.>43. * Albignano Giacomo. Legato di L. IG nel 151-2. * Albignato Bernardo. Legato di L. IG nel 1515. * Albriago Giovanni Donato. Legato di L. IS uel 155:5. * Albugiago sacerdote Francesco. Le- gato di L. 3rj1 nel 1G33. Albuzzi Gerolamo, impiegato dell'Ar- chivio Ospitaliero. Legato di Scudi 150 d'oro ftestamento 27 maggio 16 3k Mori il di del Covpus Doniun del 1603. * Albuzzi Gerolamo. Legato di L. 800 nel 1611. * Alcaino Andrea. Legato di Lire 100 nel 1(;13. Alcheri Giuseppe, di Rovellasca, dove mori il 21 !Marzo 1786, scrisse fra le altre disposizioni testamentarie questa che si legge nel suo testamento 1 marzo detto anno : n AU'occorrenzai che si faces.se I'Ospedale in Binasco li eredi pagheranno L. 200 al- I'anno per 10 anni successivi, e nel caso che non si effettuasse nel detto termine I'obbligo seguiri I'Ospedale grande di Milano. ti Es- sendosi verificato quest'nltimo caso, I'Ospe- dale di Milano consf gni L. 2000 che vennero versate il 9 g0 Andreotti Paolo, Dottore in legge, fi- glio di rietro, ;^tr ait/fraijare I'animd ana e gtiella (Mia predefunfa moglie Catten.ut Villa leg6 con testaraento 7 ilicenibre 1746 al- rOsi)eilale i credit i cho proiessava verso certi I'ratelli Togliaghi per patrociuii loro prestati. Andreotti di Riva Scaramuccia, ili Yinoenzo, niarito di Catteriiia Crotti, com- nierci6 in vini e panno a Galbiate sua pntria, e tenne anche aperto negozio di drappi di lana in sotieta con altri a Milauo. — Con testJimento 20 novembre 1561, chiamo erede rOspedale, il quale cousegiu il valore della uiobilia e Pert. 127 di terrene in Galbiate state vendute nel 1572 per L. 8G00. — Negli atti pubblici e qnalificato di nobili natali. Mori il 5 gennaio 1565 (Mastro 15G5 fog. 313). * Angera Agrippa. Legato di Lire 150 nel lt'.24. Angera sacerdote Fabio, Dottore in anibo le leggi, Pronotario Apostolico , fi- glio di Geroianio, Aicidiacono della Metro- politaua di Milano, risiedette jjarecchi anni a Roma. Uomo dottissimo nel diritto cano- nico veniva consultato da molti Vescovi d'ltalia. La niigliore biografia che si possa fare di lui ci e fomita da alcuni versi che gli in- dirizzo un sue amico il prete Giov. Pietro Zenalio curato di Trecella. Qual pu6 state miglior, qnal piu gioconde Esser che servir Vei d'aninio intiere Per gran valore a nissnu I'uem .secondo ? Vei siete del gran Die non lusinghiero Ma vere adorator; non tortacollo Ma nell'opre del Ciel serapre sincere. Vei fra leggisti star potete a rollo Ten i Barteli e i Baldi, e proprio sense Date a Giason senza allungargli il cello. Et i volumi tutti homai ben triti Havete dell' humane e dive historie Ambe ministri dei piu bei partiti. Passi gli ultimi anni della sua vita a Pez- zuolo, dove meri il 1 settembre 1629, isti- tuendo erede con testamento 23 marze 1615 rOspedale ^fapgiore di Milano. * Angera Filippo. Legato diL. 16 nel 1516. Angera Giov. Giacomo, di Giovanni Angelo, della Parrocchia di S. Bartolomee, Tessitore, marito di Doretea Imbersage, con testamento 12 marzo 1.560, istitui erede I'Ospe- dale che consegui una casa fuori di P. Nnova, venduta por L. 3800. I^fori tro giorr.i dope di aver fat to testamento. Angera Paolo. Per disposizioiio di lui 7 ottol.re \iVM\ rOspodale obbo il legato di L. 600 imperiali. * Angera Pietro Francesco. T.ognto di L. 50O nol 1573. * Angera Valente. Legato di Lire 100 nol 157(\ * Angiolini Gaspare. Logato di L. 100 nel lSo:i. * Annoni Alessandro. Legato di L. 100 nel 1683. Annoni Alessandro, mori nel IMaggio 1623 legando all'Ospedale con testamento 11 a]irile 1622 ducatoni 200 d'argento. Annoni conte Alessandro Carlo, nacqne il 20 settembre l()n6 dai coniugi Giov. Pietro c Teopista Mosca. Ave del conte Alessandro Annoni, altre benefattore del Luogo Pie, Cav. di S. Stefano, marito di Marina Visconti di Galeazze. La sua morte a\Tenne il 12 marzo 1778 e il sue testa- mento e in data 9 agoste 1770. Benefic6 rOspedale con un legato di L. 300. * Annoni Alessio. Legato di L. 1150 nel 1(523. Annoni Antonio, libraio al Cordusio, con testamento 9 aprile 1700 leg6 L. 100. Annoni Bartolomeo, di Giovanni, era un modesto filatorc di seta in unapiccola casa di sua proprieta in Via dei Tre Re. Mori d'anni 70 il 21 dicembre 1617 dope una lunga infermit^ sopportata con rassegna- zione. Nemmeno la disgrazia di essere di- venute ciece le conturbo. Con testamento 19 dette dicembre chiamo erede I'Osj^edale che nndo al possesso della detta casetta. Annoni Cristoforo, Droghiere e Rigat- tiere. Spes6 Lsabella Misinte. Commcrcio in legature e rimedii per i denti con bottega aperta al segno dell'uome vestito di rosso annessa al mure della Corte Ducale. — Mori in una casa di sua proprieta in Via Pasqui- role nel febbraio 1588 dope di avere con testamento 15 maggie 1585 istituito erede I'Ospedale eel peso di pagare ogni anno in perpetue L. 5 ai Canonici di S. Stefano in Breglio che acta vis/a del Proposto avessere celebrate un ufficie da morto e di dare tutte le ostie e le particole necessarie alia chiesa di S. Fedele dei PP. Gesuiti. Di questi pesi I'Ospedale si liberi pagando il relative ca- pitale. La casa in Via Pasquirolo fu ven- duta nol 16-19 a Giulio e Gio. Batt. Mala- 206 — testa per L. 3500. Pervennero altrc L. IGOO, ricavo doi moljili o dcf^li effotti di negozio. * Annoni Francesco. Legato di L. 400 nel 1B82. Annoni Francesco, marito di Ippolita Secchi. Con testamento 8 gennaio 1637 im- pose al di lui unico figlio ed erede Flainiaio di pagare all' Ospedale a titolo di legato Scudi 300 d"oro. Annoni Gerolamo di Giacomo. Bcne- fic6 1' Ospedale con uu legato di L. GOO. (Testamento IG diccnibre Hu(>). * Annoni Giovanni Angelo. Legato di L. 400 nel 1575. Annoni Giovanni Battista. Legato di L. 150 nel 1G45. * Annoni Giovanni Battista, di An- tonio, agiato mercante di seta, con testa- mento 7 marzo 1733 scrisse erede il L. P. di Loreto, con vincolo di usuf'rutto a favore della di lui moglie Francesca Soldati, dalla quale non ebbe figli. Ordino die L. 5710 fossero impiegate nel fare i cancelli di ferro sulle porte del recinto dei Nuovi Sepolcri al foppone. Dispose inoltre che i frutti della di lui possessione Restocco fossero vincolati alia celebrazione di una messa quotidiana nella chiesa di detto foppone colla elemo- sina di L. 360 oltre L. 40 per la manuten- zione. — Mori il 21 ottobre 1735. In vita fece eseguire e mettere in opera a sue spese N. 60 colonne coi pedestalli capitelli e pi- lastri e N. 20 archi nel detto Recinto dei Nuovi Sepolcri. Si lia il ritratto eseguito da Antonio Bonacina. Annoni Giuseppe, di Giovanni e Maria Maestri, chiamo erede della meta della sua sostanza la moglie Montoli Marietta, riser- vata I'altra meta ai figli. All'Ospedale lego L. 800 con testamento 1 agosto 1874. Mori a Parabiago, dove era Sindaco, il 28 otto- bre 1874, dope Innga malattia. * Annoni Lucrezia. Legato di Lire GO nel 1G71. Annoni Teopista, figlia del conte Carlo Alessandro, altro benefattore all'0.spedale, e della contessa Maria Visconti, vedova del conte Agostino Cavalcabo, mori il 24 di- cembre 1816. Con testamento 5 detto di- cembre nomino eredi i tre figli C. Giovanni D. Gaetano e D. Carlo fratelli Cavalcabo coll'onere di rilasciare all'Ospedale a titolo di legato il capitals di L. 2302,51 die era imjiiegato a niutuo presso lo stesso Osjiedale. Fu e.?ecutore testamentario delle di lei di- sposizioni il nipote C. Alessandro Annoni clio pure benefico I'Ospedalc. Antignati Giovanni Giacomo, di Be- nedetto. Mori ai primi di settembre del 1G19 lasciando il testamento 26 agosto d'anno, nel quale istitul eredi i figli Giuseppe Maria e Giov. Battista e lego all' O.spedale L. 1000 imp. Appartiene questo Antignati alia fa- miglia dei famosi fabbricatori d'organi. Si ba motive per credere die egli fosse No- tajo. '• Antongina Giacomo. Legato di L. 15 nel 1811. Antongina Maurizio. Con testamento 9 settembre 1831 istitui eredi i figli col peso del legato di L. 100 a favore dell'Ospedale. Fu sepolto nel Cimitero di P. Ticinese dove fu collocate un monuniento con questa iscri- zione : ALLA ME.MORIA DI Maurizio Antongina PER RELIGIONE E CARITA CRISTIANA DISTINTA ALl'aJIORE DEI CONGIUNTI RAPITO nel giorno 3 ottobre 1831 nell'eta d'anni 67 la fami6lia dolente questo monumento eresse pregandogli la pace eterna. Antoniani sacerdote Carlo, Proposto di Nerviano. Mori d'apoplessia il 28 marzo 1676, istituendo erede con disposizione orale I'O- sjiedale. — Insorta lite fra I'erede e un ni- pote del testatore si addivenne nel 1G77 in concorso dello stesso ad una transazione in forza della quale I'Ospedale si dicliiaro ta- citato con L. 1050. * Antonini Maddalena. Legato di L. 28,15 nel 1G89. Anzani sacerdote Giuseppe, Parroco di Alzate, ricordo nelle sue disposizioni testa- mentarie 16 marzo 1835 I'Ospedale con nn legato di L. 100 versate dall'erede, I'Osjie- dale di Como, al quale impose 1' obbligo di mantenere tanti letti per malati della pieve di Alzate, quanti ne pernietteva laren- dita della sua sostanza. Quando venne a morte aveva al suo servizio una esposta del L. P. di S. Caterina, la quale lo servi per 50 anni. Anzaverta sacerdote Antonio Maria, Canonico della Basilica di S. Anibrogio. Con testamento 30 gennaio 1729 lego L. 300 jjr.- amor di Dio. * Anzaverta Gajetta Maddalena. Le- gato di L. GOO nel 1G95. — 207 Appennino Benedetto, altro volto Pono, llglio ill rietro Martire o di Clara Vimercati, jnori il (> phigno H>23 e con te- staineiito "28 ottobre ItUO, noniini eredi Bo- neilftto Porro c Clara Vimoroati con sosti- tuzione, al verificarsi di prevednte eventua- lita, a favore dell'Ospedalo Maggiore e del L. P. della Misericordia. sostitnzione che si e verificata I'anno 1742 o cho procure) ai detti LL. PP. il possesso di una casa con tre bot- teghe snl corso di P. Tosa e di una cartclla del Banco di S. Auibrogio di L. 1200. L'O- spedale poi partecip6 anche al legato spe- ciale della mobilia del suo appartamento alia morte della di lui moglie Vittoria De Millioni. Favori con Icgati di culto la chiesa di S. Celso dove voile essere sepolto. La casa saccitata in mappa al N. 229 fu ven- duta dai LL. PP. eredi nel 1785 a Giuseppe Balestrini per L. 7040. Appiani sacerdote Antonio. Lego con testament'1 2 settcmbre 17o7 L. 600. * Appiani Antonio Maria. Legato di L. 1t<> nel lt>>l. * Appiani Aurelio. Legato di Lire 16 nel 111 2. * Appiani Carlo. Logato di L. 15 nel 180G. Appiani Cristoforo,figlio del Cav. Fran- cesco, niilanese. indispettitosi perclie Tunica di lui figlia voile farsi mbnaca, con testa- mento 11 marzo 16-28 chiami erede il di lui parente Francesco Paletti, con sostituziono a favore dell'Ospedale nel case che I'erede fosse morto senza figli, caso che si e veri- ficato nel 1648 e che lia fatto conseguire al- rOspedalo nn reddito di L. 414. * Appiani Ercole. Legato di L. 800. Tc- stamento 24 luglio 1613. Appiani Filippo, di Paolo. Coi testa- ment i 2<> niaiv.o ir)^2 e 11 niarzo 1594 logo L. 25. * Appiani Filippo. Legato di Lire 60 nel ItjOO. * Appiani Francesco. Legato di L. 150 nel 1'''55. * Appiani Gerolamo. Legato di L. 25 nel 1525. * Appiani Giovanni Antonio. Legato di L. •2"i> nel 1594 * Appiani Giovanni Battista. Legato di L. 16 nel 1509. * Appiani dottor fisico Giovanni Batt. Legato di L. 69 nel 163?^. * Appiani Giovanni Battista. Legato di L. 1. Arrigoni Carlo Ambrogio, di Fran- cesco, j>ussiilonte. di Molzo, duve mori il 7 giugiio 182G istituendo erede cou testamento, di due giorni prima, il nipote Angelo Gio- vanni Daniele Ajnti da lui allevato ed edu- cato e con lui convivcnte, colTonere di pa- gare allOspedale a titolo di legato lasomma di anniie L. 100 per 6 anni. Arrigoni Carlo, di Cologna, Pieve di Missaglia, niorl nel 1095 lasciando per te- stamento 12 novembre 1603 un legato di L. "24 imperiali. * Arrigoni Elisabetta. Legato di L. 16 nel 15(.>1. * Arrigoni Evangelista. Legato di L. 150 nel 1667. * Arrigoni Giovanni. Legato di L. 100 nel lt;-2l. * Arrigoni Giovanni Battista, assistente allX'liicio della Tromba della piazza Mer- canti. Fu erede I'Ospedale, il quale consegui nel 1631 circa L. 2<>X * Arrigoni Giuseppe di Cremeno. Le- gato di L. 600 (Ma.stro 1731, 1740.J * Arrigoni Simone. Legato di Lire 80 nel 14tU. * Arsago Clemente. Legato di L. 300 nel 16-25. * Arsoni Giovanni Andrea. Legato di L. 10 nel 153-2. * Aspesi Corbetta Angelica. Aspesi Giovanna e Tentorio Angiola. Que.ste tre donne non hanno lasciato alcuna sostanza aU'Ospedale Maggiore, ma nella loro qualita di successibili ex lege di Giovanni Battista Corti che discende da una Aspesi Giovanna^ che fu moglie del di lui avo, desistettero, come eransi accinte, dall'eccepire sul testa- mento del Giovanni Battista Corti cbe isti- tui erede I'Ospedale e contribuirono anzi a togliere di mezzo le pretcse che su tale eredita vantava il fisco che la voleva con- siderare siccome bene vacante. Non consta per altro che sia intervenuta una speciale convenzione per il ritratto di queste tre donne, il quale si espone lu^lla occasione della tosta del Pcrdotio. ■* Assandri Cristoforo. Legato di L. 150 nol 1(!(KI. * Assandri dottor fisico Ferdinand©. Le- gato .11 L. It nel 17S7. * Assandri awocato Francesco. Legato di L. lai nel 1785. Attelani o della TelaCornelio ihiamu erede rOspinlale con testamento '27 niaggio 1555, fatto ])areccbi giorni prima di niorire. L'entita della erodita fu di L. 3900. * Avogadri Alessandro. Legato di L. -200 nel 15T!». " Avogadri Giacomo. Legato di L. 150 nel 1601. * Avogadri Prospero. Legato di L. 0000. Testamento 27 febbraio 1612. * Avolos Beatrice. Legato di Lire 300 nel 1551. * Azzi Alberto. Legato di L. 60 nel 1584. Bacciocchi Anna o Quaresima Lu- crezia cognate, avendo quest'ultima spo- sato Bartolomeo Bacciocchi fratello dell'Anna e altro dei ragionieri di questo Ospedale, con atto 29 aprile 1700 donarono la mobilia di casa e alcuni crediti non che una piccola casa in Porta Ticinese Parrocchia di S. Lo- renzo di fuori giu del Ponte delle Pioppette. Sorta contestazione fra gli eredi delle do- nanti, specialmente per la casa, 1' Ospedale in via di transazione pag6 loro L. 800. L'Anna Bacciocchi mori il 18 novembre 1687. * Bacco Ignazio. Legato di Lire 2000. (Testamento 19 ottobre 1805.) Baciochi Luigi, figlio di Gerolamo. Fu eletto agente dell'Osjjedaloa Zelobuonpersico nel 1639. I suoi servizii al Luogo Pio du- rarono circa 30 anni prestati con soddisfa- zione de' suoi superiori. Con testamento 8 dicembre 1668 istitui ei-ede iiniversale I'O- spedale della sua sostanza dell' importo di L. 3621 5,3. Di questo benefattore, che si rese defunto I'll dicembre 1668, .si aveva il ritratto dipinto da Leva Gerolamo, ritratto cho andu smarrito e che non si credette di sostituirlo trattandosi di eredita di poca entitk. * Badagia Giovanni. Legato di L. 16 nel 119-2. Badi Maria, di Valdomino, figlia dei con- iugi Giu.seppe od Ana.stasia Badi, con te- stamento 27 dicembre 1839, pose a cai-ico delle sue sorelle eredi il legato di L. 40 a I'avorc dell'Ospedale. Mori nel 1842. 15 210 — * Baetti snccrdote Pietro Francesco. Lc-iito .li L. 25 iiol 17S0. Bagatti Clementino, di Antonio, marito di Doiueiiica lioilini, .sopranominato il liofpia di Pallanza, con testaniento 22 inarzo 1463, istitui erede l'Os{)edale al quale pervennero una Casa in Pallanza e diversi pezzi di terra in Suna. Bagatti Luigi, di Pietro Antonio e della noljile Clara Mauri, vedovo di Francesca Rocca, non avendo figli, con testamento 10 giugno 1856 e codicillo 30 Marzo 1862 no- mini erede il pronipote Luigi Bagatti e legi airOspedale L. 2000. Bagatti Valsecchi fratelli nobili Fau- Sto e Giuseppe, tigli di Pietro, distinto artista, ereditarono dal padre il gvisto arti- stico. Ne fanno prova le opere d'arte che introdus.sero nella loro casa in Milano nella Via del Gesu al N. 5 e nelle loro villeggia- ture. Nel 1880 donarono all'Ospedale tre cancelli di ferro per la porta niaggiore e le porte laterali, non che ti-e lampade di .stile antico per la illuminazione del portico. * Bagetti Prassede. Legato di L. 150 nel 1700. ■^ Baggi Francesco. Tiegato di L. 300 nel 1803 * Bagostelli Annibale. Legato di L. 50 nel 1G83. Baissoni Giovanni Battista, figlio di 'Bernardo, marito di Marglierita Lesme, con testamento 22 aprile 1720 lego all'Ospedale L. 300 a carico dell'unico figlio ed erede di Lui Francesco Antonio. Baj sacerdote Francesco, di Gabriele. Parroco di Cazzone, mori 1' 11 luglio 1795 lasciando il testamento 9 maggio detto anno col quale istitui erede I'Ospedale col vincolo dell'usufrutto a favore della sua servente Natale Bernasconi, la quale mori d'anni 93 il 3 febbraio 1823. La entita della sostanza fa di circa L. 4000 valore di alcuni stabili in Cazzone. * Bajettano Antonio. Legato di L. 112,10 nel 1597. * Bajettino Giovanni Antonio, di In- tra. Legato di L. 16 nel 1570. * Bajone Carlo. Legato di Lire 601,10 nel 1794. * Balabio Francesco Antonio. Legato di L. 50 nel 1790. ■* Balbi Ambrogio. Legato di Lire 54 nel 1530. * Balbi Elena. Legato di L. 25 nel 1545. * Balbi Gerolamo. Legato di Lire 4130 nel 1564. Balbi Giovanni Homenico, Essendoyli note In viiserie ilell'Osprdtitf gli leg6 con testamento 18 luglio 1611 ducatoni cinque d'argento stanipo di Milano. * Balbo Domenico. Legato di Lire 28,15 nel 1611. * Balconi Bartolomeo. Testamento 23 maggio lt;()K, legato di L. 600. *■ Balconi Giovanni Paolo. Legato di L. 21") nel lo(;7. * Baldino Bernardino. Legato di L. 5(X) nel 1606. * Baldino Giovanni Pietro. Legato di L. 1500 nel 1626. Baldironi nobiic Francesca. Con te- stamento 26 gennaio 1795 ricordo I'Ospedale con \\n legato di L. 6000. Baldironi nobile sacerdote Giovanni Battista, figlio di Francesco, che t'u ca- pitano della Darsena in Pavia, e di Antonia Rusca, scrisse nel suo testamento 9 settem- bre 1786 un legato di L. 15 a favore del- I'Ospedale. Mori il 26 dicembre 1789. Baldironi nobile Giovanni Giacomo, figlio di Giovanni Antonio e di Ippolita Ca- razzola, vedovo in i^rinie nozze di Marglie- rita Gallarani, spos6 in seconds nozze Laura Appiani. Ajjpartiene alia medesima famiglia del Baldironi sacerdote Giovanni Battista. Ebbe un nnico figlio di nome Giulio Cesaro che gli premori. Lascio pero una figlia na- turale. Abbandon6 una so.stanza disci-eta co- stituita da diverse case e Pert. 194 di ter- rene ed una casa in Milano, nella Via Cio- va.sso. L'Ospedale fu da lui beneficato con nn legato di L. 2400 (testamento 21novem- bre 1619 e codicillo 5 febbraio 1624). Baldironi nobile Giuseppe, figlio di Romano, Consigliere del Trihunalo d'a2)pello di Milano. Mori 1' 11 maggio 1828 legando all'Ospedale L. 300 jDcr una volta con testa- mento 10 maggio 1828. Baldizzoni sacerdote Giacomo Anto- nio, figlio di Giovanni Paolo, con atto 6 uiarzo 1636 dono all' Ospedale un credito di L. 6000. Mori d'anni 75 il 3 agosto 1652, in Salerno in quell'Ospedale di San Gio- vanni di Dio. — Antecedentemente ricovero diverse volte nell'Ospedale di Milano. Balduino Alessandro, di Alzate, lego L. .50 airOspedale con testamento 22 otto- bre 1652. •211 * Balduino Bernardino. Legato di L. nO uel irxSS. Balduino Francesco. Legato lU L. 8000 ^^testauK'iito It; novi'iuliro lG19j. Balduino Giacomo con testament© 10 niaggio 14'J5 istitiu erodi in parti ognali il Luogo Pio della Miscriconlia, I'Osjiedale Maggiore, e il Luogo Pio delle quattro Ma- rie e Crespi Bernardino. Balestreri Giovanni Ambrogio, figlio di Beltranio e Francesca Saochi, niori il J) marzo 15G5 in Mariano, istitnendo erede della uiodesta sua sostauza costituita da un diretto dominio su casa in Milano fuori di Porta Ticinese col canone di L. 80, 1'Ospedale con ter-tanuMito 7 marzo detto anno. " Balestreri Simone. Legato di L. 19S uel 148;<. * Balestrini Giovanni Battista. Legato di L. 15 nel 1778. * Balestrini Giuseppe. Legato di L. 15 nel ISOT. Balinari sacerdote Giovanni Giacomo, Canouico della Collegiata di S. Vittore di Bedero, figlio di Giovanni Stefano, con te- stamento 5 novenibre 1656 lego all' O.spedale alcuni stabili in territorio di Castronno, i quali furono venduti nel 1662 alia marchesa Donna Visconti Stampa per L. 7000. Aveva anche disposto a favore dello stesso Ospe- dale in via di sostituzione, ma trattandosi di una tenue sostauza di circa L. 8125 la Rappresentanza Ospitaliera vi rinunci6 die- tro conipenso di L. 200. Balione sacerdote Giovanni Battista, Curato di Mesenzana. istitui erede TOspe- dale con testan.ento 3 dicembre 1642. Per- vennero alcuni pezzi di terra in Brissago e Grantola. Balioni Bartolomeo. Lego airOspedale L. •)*>> '"on testainrnto 23 maggio 1608. Balioni Giovanni Antonio, di Ale.s- .sandro, lego con testamento 12 agosto 1627 sfudi lO*,!. Ballarelli Giovanni nacque a S. Mau- rizio della Costa, t'razione del Comune di Ghitla, Lago Maggiore, il 2.^ agosto 178.3 da Giovanni e Caterina Berta. Quantunque la sua sostauza non fosse cosi larga da permet- tergli xina elargizione a favore di Luoghi Pii. pure con testamento 2 febliraio 1847, lego airOspedale L. 600, le quali per la in- sufficienza dell'asse ereditario, dovettero es- sere ridotte a L. 450. — Di carattere mite, d'indole buonn, seppe far.si aniare dai suoi clienti ni quali pre.sto I'opera sua nella qua- lita di mediatore. Gli auiici jjoi e i parent! gli furono sempre larghi della loro benevo- lenza anche perch6 di carattere gioviale e di una onestk a tutta prova. Mori celibe. BalocCO Carlo, tletto il Ualocchino, oriun- do di ACri'i'lli. tenne domicilio per molti anni in Milano, dove mori nel giugno 1851, beneficando 1' Ospedale con un legato di L. 10,000 nel suo testamento 25 giugno 1850. La consistenza della sostauza da lui abban- donata non fu tale da tollerare I'impor- tanza del detto legato, per oii si dovette venire ad una transazione in forza della quale I'Ospedale consegui sole L. 1797.53 italiane. ■■■ Balsami Carlo. Legato di L. 107 nel 1804. * Balsami Carlo. Legato di L. 24 nel 1785. * Balsami Francesco. Legato di L. 10 nel 1551. Balsomi Giovanni Maria lego airOspe- dale L. 100 con testamento 2:5 noveuibre 1614. Balzaretti sacerdote Baldassare, Pro- posto, lego all'Ospedale L. 2fKX) con testa- mento 6 luglio 1714. * Banfi. Ambrogio. Legato di Lire 46 nel 1823. * Banfi Antonio Maria. Legato di L. 10 nel 1798. * Banfi Bernardo. Legato di Lire 24 nel 1664. Baufi Ercole, figlio di Gerolamo, ar- majuolo. Mori di contagio nel febbraio 1631 lasciando aU'Osi^edale N. 329 moschetti con casse buone, 12 archibugi pure con casse buone, 123 moschetti vecchi c 141 archibugi vecchi, non che spade 934. II valore di queste armi e di un credito verso la camera ducale fu di L. 8100 circa. * Banfi Giovanni. Legato di Lire 100 nel 1734. * Banfi Giovanni Andrea. Legato di L. 38,8 nel 1516. * Banfi Giovanni Battista. Legato di L. lU) nel 1686. Banfi Giovanni Francesco, lego al- r Ospedale L. 5(J imj). con testamento 26 febbraio 1547. Banfi Giovanni Paolo. Dispose con testaiiiciito 211 luglio 1625 il legato di mille scudi da L. 6 a favore deH'Ospcdale. Banfi Stefano. Legato di L. 100 con te- stamento 1 maggio 1685. * Baragona Anna. Legato di Lire 25 nel 17 •'):',. 212 — * Barbante Gaetano. Legato di L. 15 iifl 1705. * Bartaeri Caterina. Lcf^^ato di Lire 15 nel 1792. Barbiani nol)ile Giustina, ilei conti
  • pv L. 6500. Barone Francescono, di Melchiorre, fattore deH'Ospedale di S. Vincenzo, altro degli Ospedali aggregati all'Ospedale Mag- giore, il quale fu erede di lui in forza del testamento 19 dicembre 1688. Baroni Luigi, cavaliere. I di lui fra- telli Giusejipe e Francesco eredi versarono nella Cassa dell'Ospedale L. 1000 nel feb- l.rnio 1885. Baronzino Giulio Cesare Luigi. Dot- — 213 tore di Chirurgia, figHo f\\ Francesco, con testaniento '21 innrzo 1810 leg6 L. 3837,59. * Barozzi Barbara. Legato di Lire oO nel ITtU. * Barozzi Moro Bartolomeo. Legato ili L. 4(» nel 15tW^. * Baruare Scipione. Legato di Lire IG nel lril(>. Barzarotti Giovanni, di Vaprio, figlio di Donienico, con tostamcnto 7 maggio 1583 istitni erede I'Ospedale della modestissim'a sna sostanza. * Barzello Baldassare. Legato di L. 160 uel 1548. * Barzi sacerdote Francesco, canonico di S. Ambrogio. Legato di L. 76,75 italiane. * Barzi Simone. Testamento 30 agosto 1508. Eveilita di circa L. 2«)0. Barzi Simone, di Luigi, di Casorate. Con testamento 21 scttembre 1558 leg6 du- cati 200. * Barzizza Gerolamo. Legato di L. 1500 nel liiTT. * Basilea Prassede. Legato di Lire 300 uel 1<'>'^>. Basilischi Isabella, di Francesco, vedova di Giovanni De Qiiiiiteri, di S. Colombano, istitui erede della piccola sua sostanza I'O- spedale con testamento 30 gennaio 1571. Basilio Cardano Ambrogio, Causi- dico di Milano. Con testamento 1 luglio 1624 leg6 L. 50. Basse! Cristoforo, di Tantilio, detto De Medici, e sopranorninato il Pellegrino, Dottore in Chinirgia, di Pontida, ammala- tosi a Monza, ricovero airOspedale Maggiore di Milano dove mori scrivendolo erede della di lui sostanza che fu di poca entita. (Testa- mento 8 agosto 1603i. Bassi Giovanni Battista, di Francesco. Legato di L. ?/*) fi-tamfjuto 22 giugno 1633j. Bassi Giuseppe, di Gerolamo, vedovo di Teresa Alloggi, negoziante di mobili in Milano, mori il 16 giugno 1817 e con testa- mento di due giomi prima istitui erede I'unica di lui figlia Carolina dichiarando di condonare aH'Ospedale il debito di L. 190 italiane per mobili somministratigli. * Bassi Martino, negoziante di vino. Le- gato di L. tW) nel 1630. * Battaglia Antonio. Legato di Lire 90 nel 17113. * Battaglia D. Gabrio. Legato di L. 200 nel Itv'-i'i. * Battaglia Giuseppe. Legato di L. 150 nel 170S. * Battaglia Giuseppe. Legato di L. 300 nol 1773. * Battaglia Giuseppe Antonio. Legato di L. 511 nel 180;). Battaglia Leonardo, di Giacomo. Fa erede di lui V Ospedale in forza del testa- mento 11 aprilo 1487, fatto in uno dei locali deirOspedale di S. Caterina al Ponte dei Fabbri, altro degli Ospedali aggregati al- r Ospedale Maggiore. Si tratta di una so- stanza di sole L. 200. * Battaglia Melchiorre. Legato di L. 300 nel 16.^9. * Battaglia Michele. Legato di Lire 100 nel 1806. ■* Battaglioni Battaglione. Legato di L. 520(1 nel 1.537. Testamento in data di Cipro 20 giugno 1533. •■ Bazzi Giovanni Antonio. Legato di L. 55 nel 1773. * Bazzi Giovanni Giacomo. Legato di L. 100 nel 1.546. * Beaqua Francesco. Legato di L. 32 nel 1508. * Beaqua o Bevilaqua Giovanni. Le- gato di L. 40 nel 14C4. Beaqua Giovanni Andrea. Lego al- rOspcdalo L. 16, nel 1476. * BeatO Antonio. Legato di L. 20 nel 1797. '* Beatrice Battista. Legato di Lire 50 nel 1626. * Beaussier Gaspare. Legato di L. 12 nel 1805. Beccaria nobile Giovanni Battista, di Gropello, figlio di Domenico, istitui erede rOspedale con testamento 5 giugno 1.589. * Beccaria sacerdote Giovanni Seba- Stiano. Legato di L. 600 nel 1735. * Beccaria Filippo. Legato di Lire 600 nel 1697. * Beccaria Ippolito Maria. Legato di L. ."(X) nel 1649. * Belinario sacerdote Giacomo. Lego al- rOspedale una casetta con pertic:]ie 12 di terra in Castronno del valore di L. 700 nel ]6(U. Belincioni Bernardo, diCelidonio, detto Belincion da Fiorenza, con testamento 12 set- tembre 1492 istitui erede I'Ospedale, il quale ando al possesso di una casa in Milano sulla Piazza di S. Ambrogio venduta nel 1496 per L. 3600. 214 — * Belingero Gerolamo. Legato di L. :u; uel lOli). * Belinzaghi Francesco. Lc^aU) di Li- re 101 Id ncl 1575. Belinzaghi Giovanni Maria, moil il 2 novembre 1803, lasciando Teredita di Ini a due suoi fratelli con testainento 9 geniiaio 1799 iiel quale scrisse un legato di L. 60() a favore dell'Ospodale. * Belinzaghi Lodovico. Legato di L. 15 ncl 1802. * Bellani Anna Maria. Legato di L. 100 nel 181G. * Bellani Cairoli sacerdote Carlo Ge- rolamo. Legato di L. 600 nel 1782. * Bellani dottor fisico Gerolamo. Legato di L. 300 nel 1709. * Bellano Carlo. Legato di L. 14 nel 1772. * Bellardi Domenico. Legato di L. 30 nel 1807. Bellati Giovanni Battista con testa- mento 28 dicembre 1820 istitui erede della legittima i sette suoi figli e della disponibile i quattro figli maschi coll'onere di un legato di L. 60 a t'avore deH'Osjiedale. * Bellati Giulio Cesare. Legato di L. 50 nel 1801. Bellazzi Filippo, possidente, figlio di Giovanni Battista, di Conce.sa, con testa- inento 11 aprile 1844, istitui eredi alcuni suoi nipoti coll'obbligo di pagare all'Ospe- dale il legato di L. 1000. * Bellebona Marianna, vedovaYalaperta. Legato di L. 200 nel 1799. * Bellezza Federico. Legato di L. 15 nel 1804. Bellingeri Giovanni Pietro. Chiamata erede la scuola dei poveri fanciulli in Desio, lego a favore deU'Osjiedale, con testainento 8 gennaio 1754, L. 700. * Bellini Domenico. Legato di Lire 12 nel 1800. * Bellini marchese Carlo. Legato di L. 50 nel 1784. * Bellini marchese Giovanni Battista. Legato di L. 24 nel 1773. * Bellini Paolo. Legato di Lire 46.05 nel 1815. Bellino Carlo Antonio, di Andrea, di Rozzo, chiam6 erede il comune di Lezzeno salvo I'usufrutto a favore della di lui nioglie Arcangela Bianchi e il legato di scndi 40 per una volta a favore dell'Ospedale (testa- mento 5 dicembre 1708). * Bellino Giovanni Battista. Legato di L. 350 nel 1703. * Bellino Giuseppe, morto iuiro.spedale Fale-bcne-tVatelli. Legato di L. 70 nel 1728. Bellinzaghi Domenico dono airo.si>c- dale nel 1706 un credito di L. 600. ^- Bellone sacerdote Gerolamo. Legato di L. 200 nel 1707. * Bellone .sacerdote Giovanni Battista. Legato di L. 100 nel 1733. *• Bellone Giovanni Maria. Legato di L. 10 ncl 1800. * Bellone Giuseppe Maria. Legato di L. 25 nel 1788. '" Bellone tonte Luigi. Legato di L. 600 nel 1783. * Belloni Anna Maria ex monaca. Le- gato di aust. L. 13,24 nel 1826. * Belloni sacerdote Bernardo. Canonico di S. Anibrogio. Legato di L. 100 nel 1651. Belloni Carlo, di Magenta, figlio di Matteo, cliianio erede I'unica figlia Maria Maddalena, coll'onere del legato di L. 300 all'Ospedale I'testamento 30 settembre 1721). * Belloni Gerolamo. Legato di Lire 25 (Mastro 1584-1586j. Belloni sacerdote Giovanni, di Merlate, figlio di Giovanni Antonio, niori nel detto Comune il 30 dicembre 1704, lasciando la, sua sostanza a parecchi suoi nipoti e legando all'Ospedale L. 2000 pagabili nel termine di 20 anni giusta il suo testamento 14 settem- bre 1704. * Belloni sacerdote Giovanni. Legato di L. 100 nel 1731. * Belloni Giovanni Battista. Legato di L. 50 nel 1771. Belloni Maria Vittoria ex monaca co- rista Agostiniana del soppresso Monastero di S. Marta di Milano, al secolo AnnaLuigia, figlia del conte Ignazio Luigi, dei conti di Montu Beccaria e di Vittoria Cottica, mori il 4 dicembre 1826, sotto la Parrocchia del Carmine destinando all'Ospedale il legato di L. 15 (testamento 28 ottobre 1804). Belloni Pompeo, di Vigevano, lego al- rOspedale con codicillo 17 gennaio 1639 uu cavallo bianco. * Bellotti Carlo. Legato di L. 60 nel 1762. Bellotti sacerdote Cesare, nacqne il 27 novembre 1574 a Somma. Suo padre. Gio- vanni Stefano. fu fiscalc del feudo Cusani di Somma e di Golasecca. Gelebro la prima messa il 9 aprile 1600, fu cappellano sotto il titolo di S. Carlo nella Chiesa di S. Vito 215 di Somma e Mnzzeconico in Daomo. posto clie epli abbandono allorche uel 1611) fu nomiimto Capjiellnuo Dnoale nella Chiesa di S. Maria della S.ala in S. Fedele. Mori nel luglio UU>;>, istituendo erede con tosta- raento 19 dicenibre 1G38 TOspedale che and6 al possesso di una sostanza di circa L. "2000. I suoi parenti morirono tutti di peste nel 16;30 e in consec^ienza di ci6 dovette ogli subirc una luiiga e tastidiosa contuniacia. * Bellotti Giovanni. Legato di Lire -2D uel ltM>^. Bellotti sacerdote oblato Giovanni Pie- tro, lego soudi 2 con testamento 15 I'eb- braio ISO". Bellusco Giovanni, con testamento 5 agosto 14-xS lego aH'Ospedale L. 3'20. (Vedi mastro Ospedale 1450). * Belocca Bianca. Legato di Live 15 nel it;>;\ * Beltramini Giovanni. Legato diL. 52,2,6 nel li'.iM. * Beltrazzo Simone, pittore. morl nel- rOspedale nel luglio 1597, istitnendo erede rOsjiodale stesso al quale pervennero L. 139,3. Belvisi Andrea, iiglio dei coniugi Fran- cesco e Susanna Cattaneo, ammogliato con Caterina Gussoni, mori in Fagnano Olona, dove abitava, il 27 gennaio 1776 e con testa- mento di tre giomi prima istitni eredi i figli maschi del di lui fratello Giuseppe, al quale riserv6 Tusufrutto, con sostituzione a favore deirOspedale nel caso in cui 1' erede fosse morto senza tigli maschi. H caso si e veri- ficato nel 1819. e TOspedale rinunci6 le sue ragioni ereditarie agli eredi del Giuseppe Belvisi per L. 2268. * Benaglia Domenico. Legato di L. .30 nel 1799. Benawiato Confalonieri Antonio, milanese, figlio di Nicola, leg*") aU'Cspedale con testamento 5 luglio 1630 scudi 200 d'oro da L. 6. * Bendoni Caccia, senatore. Legato di L. <',ri«i ,:fl 173S. * Bentivoglio Alessandro. Legato di Bentivoglio marcliesa Eleonora, figlia del conte Gerolamo, di Bologna, rimasta vedova del conte Ventura di Parma, spos6 il marchese Enea Crivelli. Con testamento 5 settembre 1831 , cbiami eredi i di lei figli Vitaliano noto patriotta, Tiberio, Ful- via, Giovanna, Paola, coll'obbligo di pagarc airO-spedale a titolo di legato L. eO*^"' per una volta a favore delle povoro infermc cronicbo niilaiiosi ricoverato noll'Ospcdale. Benzoni Giulio Cesare, di Milano. con testamento 21 giugno 161(), fntto neirOs]io- dale di S. Ambvogio, altro degli Ospcdali aggregati all'Osj)edalo Maggiore, lego a fa- voi-e di quest'ultimo Lire 300 a carico dcl- 1' erede e cognato di lui Antonio Borghi. Benzoni Innocenzo, di Giovanni An- golo. li':;('i L. JiH) iiiu testamento 21 giu- gno 16311. * Benzoni Stefano. Chiamc) a raccogliere la piccola sua sostanza I'Ospcdale, la fabbrica del Pnomo e i frati di S. Pietro Celestino. AirOspedale toccarono L. 598 nel 1553. ■■ Beolchi Alessandro. Legato diL. 1180 nel 1570. * Beolchi monsignor Benedetto. Legato di L. 12 nel 1(!;)7. •• Beregonda Maria. Legato di Lire 200 nel 17.53. * Beretta Alessandro. Legato di L. 100 nel 1751. Beretta Ambrogio, di Zolobuonporsico, con testamento 22 giugno 1787 lego allOspe- dale una casa colonica in detto comune. * Beretta Antonio. Legato di Lire 100 nel 1719. *■ Beretta Battista. Testamento 4 agosto ]574. Legato di L. 2.5. * Beretta Carlo. Legato di Lire 767.51 nel 1819. Testamento 4 maggio 1817. Beretta Francesco, di Antonio, mer- ciajo, istitui erede I'Ospedale nel 1630. Per- vennero alcuni beni in Casatico c una pic- cola casa in Porta Orientalo jiarroccbia di S. Babila di fuori. * Beretta Giovanni Battista. Legato di L. 2(Xl nel ISOt. Beretta Giulio, segretario del Censo, figlio di altro Giulio e di Faustina Stauren- ghi, native di Villa Eaverio, mori in Milano il 5 agosto 1819 favorendo la sua scrvente e legando aH'Ospedalo Lire 200 con testa- mento 15 marzo 1819. Beretta Luigi, di Carlo, negoziante in cordami e telerie, mori nel giugno 1830 be- neficando TOspedale con un legato di L. 1000 die vennero versate il 4 gennaio 1831 dai fratelli ed eredi di lui. Legi L. 600 al Pro- posto della Chiesa di S. Tomaso per far inar- gentare i candellieri e le cassette delle re- liquie dell'altar maggiore. Beretta Luigi, dottore in clururgia, con tt:staiiiii)to 29 maggio 1826 lego L. 150. 216 * Beretta Margherita. Legato di L. 50 ]icl ]8(tt. Beretta sacerdote Melchisedecco, ro- semta, nacque in Milano sotto la Parrocchia di S. Tomaso il 17 maggio 1772 dai coiiingi Carlo e Francesca Chiesa. Mori ncll'Ospc- dale Fate-bene-fratelh il 13 giugno 1825 d'anni 53. — In vita con atto 26 luglio 1823 doiK) airOspedale il capitale di L. 9210.22.2 contro la prestazione vitalizia a di Ini fa- vove dell'interesse del 5 OiO. * Beretta Pietro. Legato di L. 10 nel 1777. * Bergamo Giovanni. Testamento 31 gen- naio 1492. Legato di L. 16. * Bergamo Leonardo. Legato di L. lOO nel 1491. * Bergamo Maddalena, morta ncll Ospe- dale. Legato di L. 16 nel 1559. Berghetta Anna, di Pietro, vedova di Giovanni Pietra, con testamento 28 agosto 1681, istitui erede I'Ospedale, coll'obbligo di convertire im qviarto della sua sostanza in elemosina di messe, e dvie quarti nell'estin- guere i debiti del Monastero di S. Chiara. Bergomi Francesco Antonio, di Gio- vanni Antonio, raarito di Bigatti Carolina, negoziante, abit5 in Milano sul corse di Porta Ticinese nella casa N. 3508. Nell'atto di assentarsi da Milano per parecchio tempo fece il testamento 29 raarzo 1819, col quale istitui eredi i suoi sei figli e leg6 a favore deirOspedale L. 600 che vennero versate il 25 settembre 1828, essendo la suamorte av- venuta il 14 giugno detto anno. Era il padre del sacerdote Bergomi Giuseppe, altro dei benefattori dell'Ospedale. * Berinzago sacerdote Pietro, proposto di Agnadello. Legato di L. 350 nel 1722. Berna sacerdote Ferdinando, di Anni- bale, con testamento 13 aprile 1661 istitui erede I'Ospedale Maggiore. Berna sacerdote Ottavio Antonio e Giovanni Battista, tVatelli, di Giacinto, con atto 25 settembre 1749, donarono al- rOspedale un credito di L. 517 da loro professato verso la marchesa Eosa Galea Coria in riconoscenza delle cure prestate al loro fratello Carlo morto nell'Ospedale fra gli incurabili. * Bernadigio Gaterina. Legato di L. 16 nel 1510. * Bernadigio Gerolamo, notaio di Mi- lano. Mori il 31 agosto 1530 Icgando scudi 50 d'oro del sole. * Bernardigio Giovanni Pietro. Testa- mento 23 novcmbro 1502. Legato di L. 40. * Bernardigi Giovanni Pietro, ammo- glinto con l)ij)olita KIh), moii nel giugno 1.520 legaiido L. 100. Bernareggi .-^accrdote Giovanni Bat- tista. Con testamento 26 luglio 1627, or- dino un fedecomesso nella sua discendenza con sostituzione a favore dell' Ospedale in caso di mancanza della linea chiamata, diritto al quale TOspedale rinuncii per L. 1403,1,3. ■" Bernareggi Giovanni Pietro. Legato (li L. 200 nel 1573. Bernasconi Antonio. Con atto 11 giu- gno 1771, dono un credito di L. 1600. * Berni Giacomo. Legato di L. 50 nel 1597. * Bernino sacerdote Giovanni, domeni- caiio. Legato di L. 100 nel 1.589. Bernucca Giovanni Pietro, di Fran- cesco, del comune di Pianella, Pieve di Dongo. Con testamento 27 marzo 1694, lego L. 150. * Berra sacerdote Antonio. Legato di L. 150 nel 1739. Berra Giovanni. Legato di L. 600. Te- stamento 3 gennaio 1785. Berri sacerdote Antonio, proposto di Agno, nella Valle di Lugano. Con testa- mento 17 febbraio 1739, leg6 L. 150. * Berta Ambrogio. Legato di Lire 210 nel 1707. Berta Galastri Francesco, figlio di Giacomo, tenne aperto fino all'eta di 64 anni, negozio di vino in via degli Orefici. Ritira- tosi dal commercio, spos6 a quella tarda eta Rosa Besesti. Fu erede I'unico figlio postumo Giacomo col peso di un legato di L. 6000 a favore delFOspedale disposto nel testamento 8 luglio 1846. * Bertagna Tomaso. Legato di Lire 150 nel 1595. * Bertani Giovanni Giacomo, di Pietro marito di Margherita Penoni , liquorista. mori di peste il 26 higlio 1630 e con testa- mento del giorno prima, fatto nella corte della casa di sua abitazione, stando il testa- tore alia finestra, istitui erede 1' Ospedale, il quale consegui circa L. 5364. * Bertarelli Bernardo. Legato di L. 20tK) nel 1814. Fu sepolto nel Cimitero di Porta Eomana dove fu postaunalapide con questa iscrizione. I'REGATE PER l"aNIM.\. dei, fu chiuurgo maggiore Bernardo Bertarelli d'anni 52 MORTO IL 19 aprile 1813. 217 * Bertarelli Giovanni Antonio, ili Pal- Imza. Li'i;:ito ili L, 150 nel It'.."):). Bertarelli sacorJote Giovanni Batti- Sta, oaiiouico ceriiuouiore ilella Motropoli- tana o prefetto del Capitolo Minoiv, lijj;lio di Giusei)i)e, Icgu all'Ospedalo L. 1<^*. Te- -.tamfiito .'» diceniliri) l.'^'JT. Bertoglio Carlo Antonio, siojelliere, n^iio di Domonico, vodovo di Lucia Pagani, morl il U! lel>l>raio 185B d'aiini 82 per ga- stro euterite softo la Parrocchia di 8. To- niaso e con testaniento '27 novcmbre 1851 leg* airOspedale L. ll.CKO pagabili alia morte della di lui cameriera Laura Mai-siglia daU'erede Giuseppe Albani sno conoscente ed amico. Legi!> inoltre L. lO.lXX) all' Ospe- dale Ciceri, L. 10,000 alllstituto della Pace, e L. 10,000 al Buon Pastore. L'erede Albani, che inorl il 24 febbraio 1877, valendosi di una confonue facolta accordatagli dal testa- tore, dicliiaro in una sua carta testamentaria, che i suddetti legati dovessero complessiva- mente ridorsi a L. 15,000 da dividers! in proporzioni eqviitative. AU'Ospedale Mag- giore toccarono L. 4024,38. Lascio alia Bi- bliotecA Ambrosiana le opera d'arte da lui possedute e favori i poveri della Chiesa di S. Tomaso. sua Parroccliia. * Bertoglio Gerolamo. Testamento 19 febbraio 15.5t). Leg.nto di L. 200. * Bertoletti sacerdote Antonio. Legato di L. 11. ")1 nel 1817. * Bertoletti Giovanni. Legato di L. 7G,75 nel islii. Bertolotti Giacomo. Con testamento 18 aprile 1598, lego airOspedale L. 200 a carico delle eredi sue sorelle. * Bertoni Maddalena. Legato di L. 230,26 nel 1813. * Bertori Giovanni Pietro. Legato di L. 1.5'J nel L^S'i. Beruto Angelo, di Gabriele, negoziante, native di Torino, abito per 46 anni in Mi- lano. Sposo in prime nozze Eosa Bagnalasta, dalla quale ebbe tre figli maschi e in se- conde nozze Rosa Seregni oho lo circondo di altritrc figli maschi. Mori il 29 dicembre 1862 d'anni 74 per pn^mmonite sotto la Par- rocchia di S. Carlo disponendo a favore del- r Ospedale con testamento 29 gingno 1852 un legato di L. IW. Besana Angela Caterina. (Jon testa- mento 18 lubbniio KiSo istitui crede I'Ospe- dale della sua mobilia di casa del valore di circa L. 100. * Besana Arcangela. Legato di L. 100 nol It '.1)2. Besana Cinque vie Carlo, figlio di Giacomo Antonio, possidento c pcnsioiitilo govovnativo, mori il 11 diciMiibro 18.50 d'auiii 65 per rcrcbvite cvonira sotto la Parrocchia di S. Tomaso e fu sepolto, giusta le inten- zioni di lui, nel Campo Santo di Agrate. Per lo eseqnie prescrisse la seguento epigrafe : Prrf/nft' per I'miiiiia di Carlo Besana Cinque vir. Lego all' Ospedalo L. 1500. Benefico i poveri della sua PaiToccliia con un legato pure di L. 1.500. Besana Francesco, milanese, figlio di Domenico, con tostainento 6 gennaio 1731, fatto nell' Ospodale mentre vi degeva, legi alio stesso L. 700. Besana sacerdote Francesco, di Gio- vanni Battista, Canonico della Cliiesa di S. Stefano di Mariano, con testaniento 22 maggio 1689, chiamo erede TOspedalo, al quale pervennero L. 600, prezzo di una casa in detto Coinuno di Mariano. * Besana Gaspare. Legato di Lire 50 nel 1572. Besana Gerolamo, di Arcangelo, con testamento 20 agosto 1630, lego aU'Ospedale una piccola casa in Milano situata in P. Eo- mana Parrocchia di S. Rocco del valore di L. 2025. Besana ragioniere Giovanni Antonio Maria, figlio di altro Giovanni Antonio, mori il 24 maggio 1819 e con testamento 20 diccinbre 1817 legu aU'Ospedale L. 1000. * Besana Nicolao. Legato di Lire 16 nel 1495. Besana Teresa. Mori il 21 luglio 1847, lasciando all' Ospedale L. ICO e risultanza d'una sua memoria. * Bescape Francesco. Legato di L. 600 nel 1.599. Bescape Francesco di Leone, di Mele- gnano. Con testamento 26 dicembre 1499, istitui erede della piccola sua sostanza TO- spedalc. * Bescape Giovanni Achille. Legato di L. ](;, testaniento 21 gennaio 1498. * Bescape Gregorio. Legato di L. 100. Testamento 2 settembre 1522. Bescap6 Pietro Bernardo, di Gio- vanni, co:i atto 8 t'ebljniio 1 l.s:5 dono aU'O- spedale un annua prostazione di L. 5 assen- tata sopra beiii in Bescape. " Besesti Antonio. Legato di Lire 300 nel 1818. 16 218 * Besesti Enrico. Legato diL.SOOnel 1801. Besia Antonio. Mori il giugno 1788 Ic'gando !iir0.si)i.(lale L. 150. Besia Caterina, figlia di Pietro, vedova di Francesco Benmzzo, mori il 24 aprile 1691 istituendo erede con testamento 22 aprile detto anno, I'Ospedale al quale pervenno nna .sostanza di poca entita. * Besozzi Agostino. Legato di Lire 7800 nel 1(j:3(;. * Besozzi contc Antonio. Legato di L. 500 nel 17(51. * Besozzi contessa Aurelia, figlia del conte Paolo e di Anna llosales, dei conti di Cormanno, legato di L. 7000 nel 1720. * Besozzi Bartolomeo. Mori nel giugno 1568. Fu erede di lui I'Ospedale al quale per- venne una casa che fu venduta per L. 2300. * Besozzi sacerdotc Bernardino, figHo di Beltraniiuo,proposto dellachiesadiS. Stefano ill Vimercate. Con atto 23 aprile 1498 don6mil. L. 200 e alcuni diretti dominii soprastabili in Milauo ed in Lissone, parrecchi mobili ed. oggetti diversi di vestiario e di uso sa- cerdotale per un importo complessivo di L. 4000 milanesi. * Besozzi Bernardino. Legato di L. 10 nel 1558. * Besozzi sacerdote Camillo. Legato di L. IW nol 170G. * Besozzi Carlo Francesco. Legato di L. 15,51 nol 1812. ■" Besozzi Cecilia Celidonia. Legato di L. 100 nel 1628. Besozzi nobile Cesare, figiio del conte Teodoro e di Isabella Villani, dei conti della Pieve di Leggiuno, capitano, lego all'Ospe- dale L. 300 dopo di avere cbiamato erede il nipote conte Teodoro Besozzi, figiio del di lui fratello Giuseppe. (Testamento 24 dicem- bre 1698). Besozzi .sacei'dote Cesare, figiio di Er- cole, con testamento 23 luglio 1590 chiamo eredi i fratelli Cristoforo ed Orazio con un legato di scudi 4 a favore dell'Ospedale. Besozzi Costanzo Maria al secolo ed in rcligione, quale Capjjuccino, Luigi Fran- cesco da Milano, figiio di Giovanni France- sco e di Catterina Sansoni, lego Lire 2000 con testamento 21 maggio 1674. Besozzi nobile Cristoforo, dei conti della Pieve di Leggiuno, figiio di Cesare e di Bianca Pagani, coperse la carica di Commis- sario del Naviglio e fu altro dei 60 Decu- rioni della Citta di Milano. Sposo Luigia Sa- lazar. Fu largo verso I'Ospedale di un legato di L. 6000. Testamento 27 giugno 1611. Besozzi Eliseo, figiio di Antonio, e di Francescliina Marliano, di Besozzo, con te- stamento 1 setteniljre 1477, istitui erede I'Ospe- dale e cioo In fabbrica dell' Ospedale nuoro in brnliis. * Besozzi Ercole. Legato di L. 25 nel 1799. Besozzi conte Francesco Agostino, figiio del conte Giovanni Paolo e di Aurelia Besozzi, prima di essere professato Religioso nella Compagnia di Gesu, leg6 nel 1697, a favore dell'Ospedale L. 700. Mori nel 1751. * Besozzi Francesco Giocondo. Legato di L. 60, nel 16.32. * Besozzi nobile Gerolamo, dei conti di Coi'manno e Feudatario di Carugate, figiio di Costanzo, mercante di lana, e di Aurelia Sasleona, non avendo prole, istitui erede la madre col peso del legato di L. 600 a fa- vore dell'Ospedale. Mori nell'ottobre 1637. Era zio del Besozzi Costanzo Maria Cappuc- cino, altro benefattore dell'Ospedale. Testa- mento 4 ottobre 1637. * Besozzi Giovanni Andrea, con testa- mento 6 maggio 1581, lego L. 25. * Besozzi Giovanni Andrea. Legato di L. 150 nel 1625. Besozzi Giovanni Antonio, con testa- mento 4 ]ioveml)re 1596 lego L. 265.15. Besozzi nobile Giovanni Paolo nac- que nel 1549 dai conjugi nob. Francesco e Margarita Casati. Commercio in lana. Era padre del Besozzi Giovanni Agostino, altro benefattore dell'Ospedale. Sposo Lavinia Pa- lazzi dalla quale ebbe tre figli maschi Ago- stino, Giovanni Battista e Pietro Alessandro cbe furono eredi di lui coll'onere di un le- gato di scudi 300 all'Ospedale. Testamento 25 gennaio 1627. Besozzi Giovanni Paolo^ di Giovanni Antonio, di Mombello, Pieve di Leggiuno, con testamento 27 gennaio 1688, lego L. 25 a carico dcll'unica figlia ed erede Camilla Besozzi. Besozzi Giuseppe, agente dell'Ospedalo a Bertonico, con testamento 26 luglio 1665, lego L. 200 in compenso di qualuuque ne- gligenza die potesse aver commessa nel di- simpegno dei suoi doveri. Besozzi Isabella, di Giovanni Andrea, vedova di Giovanni Castiglioni, con testa- mento 18 agosto 1612 e codicillo 21 settem- bre detto anno istitui erede I'unico di lei figiio Alfonso con un legato di L. 200 al- 219 rOspedale o L. 50 al Luogo Tio ili S. Co- rona. * Besozzi Lodovico. Logato di Lire GO nel IrSW. * Besozzi sacciiloto Marco. I-iogato di L. KK) nel 1G98. * Besozzi Martino. Legato di Lire 15 iiel 1S(«;. * Besozzi Nicolo. Legato di Lire 20 nel loi'T. * Besozzi conte Pietro. Legato di L. 15 nel 1TS:>. Besozzi Pietro Giacomo, di Francesco, di Varese, con atto 10 niaggio 1624, douu Tin annuo censo di L. 195 assentato sopia beni in Bivuno e tanta parte dei beni da lui possediiti in Casbenno con*ispondente al- rimporto di L. IGOO * Besozzi Tomaso, di Varese. Legato di L. o<> a S'yn-ii-o (ft roscir»:a. * Biglia Evangelista. Legato di L. 11, l^"' nel 1o(m. * Biglia Margherita, maritata Landiiani. Legato di L. 1^'. Testamonto 15ottobre 1550. Biglia Prudenza, di Scipione, morl V8 feliliraio It'.i."). Icgaiido con testamento 19 dicouihro IC.2:^. L. '300. Bigliano Carlo, figlio di Siro, volendo diniostraie la sua riconoscenza per le cure prostate alia sua moglie Gerolama Grassi nel- rOspedale dei pazzi in S. Vincenzo, con te- mento 20 aprile 1701, istitiii erede I'Ospedale Maggiore al quale, come e noto, fu aggre- gate il detto Ospedale di S. Vincenzo. Bignami Gerardo, di Francesco, da bar- biere divonne nel ITi^t maestro di casa del- I'Ospedale, al quale con atto 26 ottobre 1699, don.', il capitale di L. 2986,10. * Bigolini Luigi. Testamento 21 marzo 181^5. Le-ato di L. 2<^. Bilia Francesco Bernardino, figlio di Battista. marito di Paola G.illarati, mori in Comegliano, dove abitava, il 31 agosto 1591. Non avendo figli, nominu erede della sua so- stanza un nipote coU'obbligo di soddisfare aU'Ospedale il legato annuo di L. 40 da trat- tenersi da nn livello di L. 135 cbe gli si pa- gava dall'Ospedalc stesso su beni in detto co- mnne di Comegliano. fTestamento 13 luglio 15S5>. Legi le rimanenti L. 95 di canone alia scuola del SS. Sacramento nella Chiesa Par- rocchiale di S. Giorgio in detto comune. * Billi Dionigi. Legato di L. lOO. Testa- memo 26 a;;o^T.) 1514. * Bina Giulia, altra delle matrone del collegio della Gnastalla. Testamento 13 no- vembre 1791, legato di L. 11,50. * Binago sacerdote Baldassare. Legato di L. ^ ' iiol 174.S. Bindone Bartolomeo, di Orlando. Con testamento 2 giugno 1614, istitui erede della sua sostanza la confratemita del Sacramento in Sant'Eui'emia con un legato di Scudi 100 d'oro a favore deH'Ospedale. * Bino Lodovico. Legato di L. 16 nel 1776. * Binzaghino Domenico. Legato di L. 10 nel lT5t;. Biraghi Bianca, di Bovisio figlia di Filippo, vedova di Filip))0 Beaqua, con te- stamento 5 marzo 158.'^, istitui erede I'Ospe- dale. Mori I'll marzo dotto anno. Pervon- nero una pezza di terra in Bovisio di Per- ticlie 15 e una casa in detto territorio, ven- duti nel 1589 per L. 1125. * Biraghi Gaetano. Legato di L. 23,8,9 nel lT!>ri. * Biraghi Giacomo Antonio. Legato di L. KiO. TestaiiK'nto 11 1500. * Birago sacerdote Cristoforo. Legato di L. 20(X) nel 1650. * Birago Giovanni. Legato di L. 300 nel 1721. * Birago Giovanni Giacomo. Legato di L. 50 nel 1573. ■■ Birago Pietro. Legato di L. 30 nel 1802. Birigozzi sacerdote Carlo. Mori in Sol- biate Olona il 14 agosto 1837, dopo di avere per 2)arecchi anni sofferto di podagra. La di lui sostanza del valore di circa L. 190,000 fa raccolta da Carolina Banfi sua dama di compagnia col peso di un legato di L. 1500 a favore dell'Ospedale, giusta il di lui testa- mento 30 settembre 1823. — Dopo la di lui morte sopravenne un'altro testamento nel quale anzicclie la Banfi erano cliiamati eredi alcnni suoi ni]ioti con un legato di L. 30.000 a favore dell'Ospedale, ma I'atto fn dichia- rato apocrifo. * Birigozzi sacerdote Giuseppe. Pari-oco dell'Ospedale. Legato di L. 4G0 nel 1817. Fu sepolto nel Cimitero di Porta Romana dove fu coUocata una lapide colla seguente iscri- zione : Giuseppe Birigozzi Sacerdote abbate e degno coadiutore consu.mati i suoi giorni NELLO ZELO DELiJeTERNA SALVEZZA DEGLI A.MMALATI NELLO SPEDALE .SPREZZAXDO PERICOLI E KATICHE rOMPIUTI DODICI LUSTRI MORI LI VI MAGGIO MDCCCXVII IL FRATELLO INCONSOLABILE I'IU:i;\ A [.II IL CIELO MERITATO. * Birocchi Carlo. Legato di L. 300 nel 1786. Bisati Carlo, di Giovanni, farmacista. Con testamento 8 gcnnaio 1701 lego il cre- dito da lui professato verso il marchese Pa- tigno ])fr rncdicinali somministratigli. * Bisciotti Enrico. Legato di L. ICO nel 1803. Bissona Catterina, di Antonio, di S. .Sal- vatorc di Moiiferrato, presso Valenza. Con testamento 3 agosto 1633, leg6 a quest'Ospe- — 222 — dale, (love dcgeva malata, iilcuiii Inni da lei possednti in detto Ci)mune. *■ Biumi Filippo. Lej^ato di L. 72 nel l(i53. * Biumi Giovanni Angelo. Legato di L. K; lie! 152-2. * Biumi iiobile Giuseppe. Legato di L. 100 nel 1789. Biumi sacerdote Maurizio, di Carlo An- tonio, arciprete della ("ollegiata di S. Ani- brogio, ijrotonotnro apostolico.contestamento 1 luglio 1G30 cliiamo eredi alcuni suoi ni- poti, riservato I'usufrutto pei 10 anni a fa- vorc dell'Ospcdalp di Milano. * Biumi Tomaso. Legato diL. GOO nel 1721. Bizzozeri Cesare, di Bizzozero. Con testamento 30 ottobrc 1G06, lego L. 100 a carico dei suoi fratelli eredi. * Bizzozeri Giovanni Battista. Legato di L. 142, nel 15: i2. * Bizzozero Giovanni Antonio. Legato di L. 15 nel 1783. * Bizzozero sacerdote Giovanni Battista. Legato di L. 25 nel 177G. * Bizzozero Giovanni Francesco. Le- gato di L. 10 nel 1512. * Bizzozero dottor fi.sico Pietro. Legato di L. 600 nel 1832. * Bizzozero Tomaso. Legato di L. 300 nel 1580. Blasio Tiberio, marito di Barberi Mar- gherita. Con testamento 6 giugno 1641, leg6 L. 600. Prest6 servizio all'Ospedale nella qualita di chinirgo norcino eseguendo liga- ture seniplici e doppie. Mori il 28 marzo 1649. Blenio Sebastiano, di Gerolamo, oriundo di Osteno, notajo di Milano, mori il 29 di- ccmbre 1732 favorendo I'Ospedale con un legato di L. 350, (testamento 30 aprilo 172G). * Blingher Pietro, cnpitano. Legato di L. 700 nel 17G0. * Boda Giovanna Maria. Legato di L. 200 nel 1749. Bodio Anna, figlia di Pietro Paolo e Puricelli Carlo Giuseppe, cancelliere del Se- nato, con atto 14 maggio 1661 donarono due annui redditi di complessive L. 35. * Bodio dottor Giacomo, maestro di campo. Legato di L. 1000 nel 1757. * Bodio canonico N. Legato di Lire 100 nel ](;99. "■ Boffi Giacomo. Legato di L. 100 nel 1671. Boggiari Mesmer nobile Antonio. Fu erede di lui, per testamento 10 marzo 1796, il nobile Prosporo Crivelli con un legato di L. 150 a I'avore dcirOs].e(lale. •• Boginacchi Giovanni Stefano. Le- gato di L. 5n. Testamento 29 maggio 1513. * Bogli Margherita. Legato di L. 50 nel 1(;28. Boisio Cristiano. Legato di Lire 20D ("testamento 28 marzo 1656). * Boldi sacerdote Giacomo. Legato di L. 1806 nel 1634. * Boldi Lucia. Legato di L. 168 nel 1591. * Boldoni Giorgio. Legato di L. 760 nel KUit. * Boldoni Giorgio. Legato diL. 80 nellG75. Bolis Gerolamo. Legato di L. 300. Te- stamento 12 maggio 1662. Bolis Margherita, vedova di Cristoforo Bertisai, lego L. 50 con testamento 13 giu- gno 1625. * Bolla Angela. Legato di L. 100 nel 1506. * Bolla sacerilote Cristoforo, di Seguro. Legato di L. 75 nel 1659. * Bolla Cristoforo. Legato diL. 16nel 1550. *• Bolla Francesco.LegatodiL.25nell493. •^- Bolla Francesco. Legato di L. 50 nel 1567. * Bolla Francesco. Legato di L. 60 nel 1669. Bolla Giovanni Domenico, morl il 22 giugno 1811, e coi testameuti 7 aprile 1809 e 24 novembre 1810 lego L. 3000. * Bolla Giovanni Paolo. Legato di L. 50 nel 1513. Bollati Giovanni Giacomo, di Filippo, annnogliato con Marglierita Toscani, istitui eredi per una quarta parte I'Ospedale e la fabbrica del Duomo e per le altre tre pai-ti Gerolamo e Bianca fratello e sorella De Cesari nijjoti e figli di Ippolito Ferraris, suo cognate, col vincolo dell'usufrutto ge- nerale a favore della di lui moglie. Pervenne all'Ospedale nn diretto dominio assentato su di un pezzo di terra in Novate coll 'annuo canone di L. 40, un eredi to di L. 700 e la comproprieta di una casa a San Micliele alia Chiusa. Testamento 1 feb- braio 1529. * Bollinari sacerdote Giacomo Antonio. Dispose in via di sostituzione a favore del- I'Ospedale, il quale vi rinuncio per il corre- spettivo di L. 600 nel 1732. Bollino Giovanni, di Stefano, mentre si trovava ricoverato in questo Ospedale I'ra gli incurabili, dove mori il 15 agosto 1751, fece il testamento 16 luglio detto anno, col quale istitui erede I'Ospedale stesso al quale pervennero L. 1302,9. — 223 — * Bollino Francesco, farmacista. Legato Bolognina Angela, di Antonio, con tc- stanieiito i;> dicembre 1G78, istitni eredc rOspedale della sua sostanza doirimpoito di circa L. 400 tolnido con cio dinvostrarc la SIM ncotwscenza per Ic cure ricevutc nellc infermerie ospitaliere. * Boltraffio Francesco. Legato di L. 25 nel lolit. * Bonacina Baldassare, mori nell'Ospe- dale. al ([uale lo-o L. l* nel 1004. * Bonacina Barbara. Fn eiede TOspedale, il quale consegui una casa sotto la Parroc- chia di S. Paolo in Conipito. Testamento 12 marzo 1552. * Bonacina Giovanni Battista. Legato di L. 500 nel 1793. Bonacorsi cavaliere Bartolomeo, detto De" Qiiartt-yio, figlio di Ginvanni Battista. ca- valiere di S. Maurizio e Lazzaro, cliiamo erede la contessa Quarteri, sua nipote e mo- glie del conte Galeotto Barbiano di Bel- giojoso col peso di un legato considerevole a favore della di lui moglie Laui-a Villani. Leg6 airOspedale Scudi 200 all'anno per anui 8. Testamento o aprile 1625. Bonanomi Catterina, con testamento 7 novembre 1648, fatto nell'Ospedale mentre vi era ricoverata e dove mori, lego all'Ospedale stesso L. 100. * Bonanomi sacerdote Gaetano. Legato di L. 12 nel 1701. * Bonanomi Gerolamo. Li gato di L. 600 nel i>;;;i. * Bonanomi marchese Giuseppe. Legato di L. l'."0.1'» nel 1775. * Bonardi Francesco. Legato di L. 300 nel 1626. * Bonati Cristoforo. Mori nell'Ospedale. Legato di L. 2s nel 1.502. Bonavia Francesco, di Onofrio, ebbe per moglie Teresa Gliisleri. Chiamo a racco- gliere la saa sostanza il Consorzio della Mi- sericordia imponendogli il peso di corri.spon- dere all'Ospedale L. 50 milanesi all'anno ed in perpetuo con facolta di esimersi da un tale legato pagando per una volta il capitale di L. 1500. Testamento 7 luglio 1750. Mori il 9 otrobre 17-50 in causa di ti.s- Bonavilla sacerdote Giuseppe, ex T)o- menicano, con testamento 5 marzo 1820, leg6 all'Ospedale zecchini 2-50 per una volta, i quali ragguagliati a L. 2878,20 italiane, fu- rono versati nella cassa del Luogo Pio in tre rate negli anni 1821, 1822 e 1823 dai nipoti ed eredi di lui. Bonaviti Giovanni Pietro, di Gabriele, con testamento 19 luglio 1498, t'atto nello in- fermerie ospitaliere, istitui erede I'Ospedale, al quale pervenncro alcuni boiii in territorio di Bussero col peso dell'usutVutto a t'avore della di lui moglie Maddalena Moneta. * Boncompagni Giovanni. Legato di L. 1(K) nel 170(i. * Bondioli sacerdote Francesco. Legato di L. 25 nel 1789. * Bonesana conte sacerdote Gaspare, dei coiiti di Mignete, figlio di Carlo e Quintilia Parravicini. Legato di L. 50 nel 1664. * Bonesana sacerdote Gaspare Antonio. Legato di L. 400 nel 1729. * Bonesana Gerolamo. Legato di L. 200 nel 1638. * Bonesana Giovanni Battista. Legato di L. 2CK). Testamento 28 luglio 1.580. Bonetti Garzia, oriundo, di Jaca di Ar- ragona, figlio del capitano Francesco, con te- stamento 30 dicembre 1014, leg6 all'Ospedale dove si trovava malato, il credito che j^ro- fessava verso il Governo per il servizio mi- litare da lui prestato. * Bonetti Giacomo. Legato di L. 200 nel 1626. Bonfanti Clemente, milanese, figlio di Giovanni Antonio, con testamento 19 agosto 1632, leg(S L. 200 in suffragio dell' anima sua. * Bonfanti Giovanni Paolo. Legato di L. .57.10 nel 162.3. * Bonfanti Giuseppe. Legato di L. 153,.50 nel 1819. Bonfanti Isabella, vedova di Gaetano Ferrario, mori il 13 novembre 1795 e con testamento 6 novembre 1794 mentre lego L. 3000 per una volta all'Osjiedale, cliiam6 a raccogliere la sua sostanza, dopo il paga- mento di tutti i debiti ereditarii, il Luogo Pio Triulzio di Milano. * Bonfanti Lodovico. Legato di L. 400 nel 1656. Bonfanti Lodovico, con testamento 14 agosto 1711, lego aU'Ospcdale N. 6 Filippi. Bonfanti Maria Luigia e Carolina, figlie di Andrea, ex monache del soppresso Monastero di S. Apollinare di Milano, sorelle del sacerdote Carlo Bonfanti, altro benefat- tore deirO.spedale, con testamento 3 aprile 1794, si sono istituito eredi reciprocamente e dopo di loro erede r0.spedale, il quale nel 1797 consegui L 5000. 224 — Bonfanti Maria, con testamcnto 10 di- cemliro 1S2(), logo L. 2(X)0. Mori il 14 liiglio 1821, chianmndo erede il niarito Pietro Porta R. coiniiiissario aiigiuiito di Treviglio. Bongina Caterina, di Cristoforo. Legato di L. 100 ii(d i(;(;;). "■' Bonola Agostino. L'Ospedalc ercdito circa L. 5000 nel 17ry2. *■ Bonola Giovanni Antonio. Legato di L. ino nel l(;i)8. Bonoli Francesco, di Giovanni Antonio, di Saronno, «;, le>^;uido aH'Ospedulo L. (kX) (testanu'iito S ottolne 1884). Borgomanero Carlo, con testamento 18 setteiubre 18lt7 legA L. 60. * Borgonovo saoerJote Camillo. Legato di L. KKt nA U'Al. * Borone Giuseppe. Legato di L. 1-iO ncl 1728. * Borra Migliavacca Caterina. Legato di L. 50 nel ICl-J. * Borri Alessandro. Legato di L. 250 nel liitxJ. * Borri Costanza. Legato di L, 21() nel IGIO. * Borri Francesca. Legato di L. 20 nel 156^1 * Borri Francesco. Legato di L. 10 nel 1504. Borri Francesco Bernardino, di Lo- renzo, mori il 26 dicembre 1602 e con testa- mento 9 giug^no 1600 istitui eredi due suoi figli col peso di un legato di L. 800 a fa- vore deirOspedale. * Borri sacerdote Giovanni Battista, Pio- posto di Marchirolo. Legato di L. 70 nel 1790. Borri Giovanni Battista, leg6 L. 600 con testameuto Iti marzo 1594. * Borri Giovanni Tomaso. Legato di L. Id', testameuto 3 gennaio 1536. Borri Giulio, notajo di Milano, figlio di Simone. mori il 19 gennaio 1626 legando Scudi 100 con testamento 1 agosto 1622. Borri Giuseppe, figlio di Ercole, con testamento 14 Inglio 1630 fatto in Nerviano, istitni erede I'Ospedale. Fra gli enti costi- tuenti la sostanza da lui abbandonata eravi an credit© verso il cardinale Federico Bor- romeo di ducatoni 650 per competenze di affari trattati per di lui oonto nel Regno di Napoli.unacasa in Porta Ticinese, Parrocchia di S. Alessandro nella stretta ore si vendeva il fieno. era detta Via del Fieno, venduta nel 1636 a Francesco Sacchi per L. 3050 e alcuni stabili in Veniano di Pert. 97, ven- dnti nel 1682 a Giovanni Battista Lucino per L. 50 la pertica. * Borri Marco Aurelio. Legato di L. 150 nel H'M. Testamento 21 novembre 1597. Borri Teodoro, figlio di Dionigi e di Caterina Camnago, con testamento 15 set- tembre 1.576, istitni erede I'Ospedale col vin- colo deH'usufrutto generale a favore della di lui madre. * Borromeo conte Camillo. Legato di L. 85 nel 1549. * Borromeo couto Francesco. Legato di L. 4(^1 nel 1562. * Borromeo conto Giovanni. Legato di L. 1151 nel 1823. Borromeo conte Gian Carlo, uacque a Ban-ellona il 4 giugno 1743, da Francesco, die In colonnello al servizio di Spagna, e da Ignazia Ortis y Zorata Dama Spagnola. Sposi Giuditta Bossi, che mori il 13 settenibro 1817. Fu creato capitano di milizia urbana nel 1783 e dei 60 Decurioni di Milano nel 1786. Nel 1801 intervenne ai comizi di Lione. Fu erede di lui, in forza del testamento 5 settembre 1819, il conte Carlo Borromeo suo nipote e figlio del conte cavaliere Antonio con un le- gato di L. 1500 all'Ospedale. Mori in Milano il 26 febbraio 1820 senza lasciar figli (1). * Borromeo couto Guido. Legato di L. 400 nel 1503. Fu deputato dell'Ospedale negli anni 1493 e 1494. * Borromeo conte Vitaliano. Legato di L. 56,10 nel 1556. * Borroni Bartolomeo. Legato di L. 16 nel 1505. Testamento 4 aprile detto anno. * Borroni sacerdote Gerolamo. Legato di L. 50 ncl 1629. * Borroni sacerdote Giovanni, canonico. Legato di L. 150 nel 1819. Testamento 9 gennaio 1818. * Borroni Giovanni Giacomo, di Ri- volta. Legato di L. 300 nel 157.5. * Borroni Giovanni Maria. Legato di L. 50 nel 1552. * Borroni Giulio, av^'ocato di Miasino. Legato di L. 100 nel 1792. * Borroni Maria Antonia. Legato di L. KM nel 1764. Borsa Bartolomeo, cambi.sta, figlio del mercante d'oro filato Valerio, con testamento 22 gennaio 1636 lego L. 300. * Borsano Antonio. Legato di L. 40 nel 1192. * Borsano Paolo. Legato di L. 60 nel 1631. * Borsano Simone. Legato di L. 3000 nel 1615. * Borza Giovanni Battista. Legato di L. 15 nel 1798. Boschetti Camilla, istitui erode I'Ospe- dale cou testamento 28 aprile 1666. * Boschetti Giuseppe. Legato di L. 30 nel 1780. Boschetti Matteo, di Rivolta d'Adda, con testamento 30 gennaio 1627, impose ai suoi eredi di rimborsare all'Ospedale tutte (i; Vedi famiglic notabili per Felice Calvi. 17 — 226 — le speso ili manteninifinto dei figli da lui esposti c lego L. 200 nel caso che i dctti figli si fossero ti-ovati ancora noil' Ospc- dalp. * BOSCO Natale, alabardiero del Ro di Napoli. Legato di L. 100 nel 1525. Mori nel- I'Ospodale. Bosisio Giuseppe, di Domcnico, negozii in seta come il fratullo Gerolamo, altro be- nefattore dell'Ospedale. Con testamento 14 agosto 1592 lego all'Ospedale diicatoni 100 2)ari ad iniperiali L. 570 e ducatoni 500 col- I'obbligo di pagarc annualmente al Mona- stero della pace di Milano L. 40. Mori I'ul- timo di febbraio 1598 chiamando erede il fratello Gerolamo snddetto. Leg6 a tutti gli ngnati uno Scudo. * Bosone Gerolamo. Legato di L. 15 nel 179G. Bossi Angela, di Giovanni Pietro, ve- dova di Francesco Carpani, con testamento 11 maggio 1629, lego all'Ospedale tutti i cro- diti cbe professava verso gli eredi del de- I'lmto di lei marito. * Bossi Angelo. Legato di L. 10. Testa- mento 19 aprile 1513. Bossi Anna, servente, non avendo pa- renti e volendo dimostrare all'Ospedale la sua riconoscenza per le cure che gli prodig6 durante I'ultima sua malattia, con testamento 27 ottobre 1674, lo chiamo erede della mo- bilia di casa del valore di L. 100 circa. Bossi sacerdote Antonio Maria. Pro- posto di Mezzana e vicario foraneo, figlio di Carlo Antonio, con testamento 4 gennaio 1804 leg6 alcuni crediti per iin importo di di L. 1450. * Bossi sacerdote Arcangelo, con testa- mento 28 maggio 1631 legi L. 500. * Bossi Baldassare. Legato di L. 30 nel 1678. * Bossi Bartolorneo. Legato di L. 16 nel 1571. Testamento 25 giugno 1561. Bossi nobile Battista, figlio di Micliele, con testamento 3 agosto 1579, istitui erede I'Ospedale, al quale pervenne nel 1581, epoca della sua morte, la quai-ta parte dell' utile dominio della casa in Milano in via delle Bandiere. * Bossi Benigno. Legato di L. 900 nel 1763. Bossi sacerdote Benigno, figlio di Pirro e Angela Brambilla, nacque in Milano il 17 luglio 1746. Era fratello del canonico Fran- cesco Bossi, altro bencfattore dell'Ospedale. Con testamento 25 luglio 1804, cliiami eredi | i fratelli Canonico Francesco e Giovanni Battista Bossi e I'ece a favore dcU'O.spedalo la seguente disposizione : " Dopo i doveri della giustizia volondo « adempire anclio quolli die riguardano la II virti'i della religione e della caritJi, olfcro u al di gia disposto qui sopra, incarico i miei « eredi a sborsare all'Ospedale Maggiore di II Milano L. 100. « Mori, dopo di essere andato soggetto a frcquenti vcrtiginidi capo, il 80 aprile 1812. * Bossi Carlo. Legato di L. 350 nel 1478. * Bossi Carlo. Legato di L. 150 nel 1674. * Bossi Costanza. Legato di L. 57,10 nel 1624. * Bossi Cristoforo. Legato di Lire 16 nel 1540. Bossi sacerdote Cristoforo Ippolito, notajo apostolico , lettore maggiore della Metropolitana di Milano, con testamento 12 settembre 1705, lego all'Ospedale tutte le invetriate die si trovavano nella sua casa senza pero il telare maggiore, e ciofe tutti gli antini intieri con li vetri, tutte le ramate, e tutte le gelosie, il tutto del valore cosi ri- tenuto di L. 36. Mori il 4 novembre 1705. Bossi Domenica, figlia di Carlo, ve- dova di Carlo Scalaffo, visse povera in una sol camera in Via dei Medici. Mori il 26 gennaio 1714, e con testamento 4 febbraio 1712, chiam6 erede I'Ospedale della sua so- stanza consistente in un capitale di L. 300. Ha potuto trascinare la vita perche il co- mune di Meaziua nelle vicinanze di Intra, erede del di lui marito, gli corrispose fine alia morte un assegno a titolo alimenti. Bossi Francesco, figlio di Ambrogio, con testamento 9 luglio 1533, istitui erede I'Ospedale col vincolo dell'usufrutto a favore della di lui moglie Caterina De Medici. * Bossi Gaspare. Legato di L. 100 nel 1600. * Bossi dottore Gaspare. Legato di L. 24 nel 1723 Bossi Giacomo, figlio di altro Giacomo, con testamento 3 agosto 1478, leg6 fiorini 100 da soldi 32 cadauno. * Bossi Giovanni Antonio. Legato di L. 33,6,9 nel 1533. * Bossi Giovanni Antonio. Legato di L. 16 nel 1508. Bossi Giovanni Antonio, di Francesco, con testamento 27 novembre 1607, legi L. 150. Bossi Giovanni Antonio, di Paolo, le- go L. 50. Testamento 13 ottobre 1576. 227 * Bossi Giovanni Battista. Legato di L. 1-3) ncl ir.dt;. Bossi Giovanni Battista. L'erediti di 111! coiisisteute noUa somma di L. 450, ri- CRVO della moliilia di casa, pervenno all'O- spedale nel ITk^I. * Bossi Giovanni Battista. Legato di L. GO nel 16«>T. * Bossi dottore Giovanni Battista. Le- gato di L. 7G,T5 nel ISIS. * Bossi sacerdote Giovanni Battista. Pro- liotaro apostolico , canonico ordinario del Pnoino, con testamento 14 marzo 1721, legi L. 8. Bossi Giovanni Battista, figlio di Pie- tro Paolo, tesoriere della Cancelleria delle Biade del Magistrato straordinario, mori il 23 ottobre 1691 e coi testamenti 25 luglio 1689 e 5 agosto 1690 dispose due legati a t'avore dell'Ospedale uno di L. 300 per una volta, e I'altro di L. 20SS,5 sopra il dazio della macina. ■ Bossi Giovanni Battista, di Michele, con atto S giugno 1574, dono una casa e al- cnne pezze di terra in Busnate. * Bossi Giovanni Pietro. Legato di L. 66 nel 1(U4. Bossi Giuseppe, di Giovanni Battista, della Talle di Bodio, presso Yarese, sergente maggiore, con testamento 21 agosto 1G95 leg6 Scudi 50. Bossi Giuseppe, di Azzate, detto il Zamporino, figlio di Giovanni Paolo e Bossi Paola. lego con testamento 2 maggio 1597, L. 2000. Mori per mano omicida. Bossi Giuseppe, di Giovanni Alberto, marito di Bianca Lucia Bonsignori, con te- stamento 11 gennaio 1576 istitui erede TOspe- dale della modestissima sua sostanza di L. 114. Bossi Giuseppe, figlio di Francesco, con testamento 26 novembre 1610, istitui erede I'nnico figlio maschio Giovanni Pietro con un legato di L. lOC^J all'Ospedale. * Bossi Luigi. Legato di L. 600 nel 1606. * Bossi ingegnere Ottavio. Legato di L. 12 nel 17sft. * Bossi Polissena. Legato di L. 100 nel \my * Bossi Velati Rosa. Legato di L. 500 nel 1744. Bossi Simone, figlio di Fabricio, con te- stamento 4 maggio 1673 lego L. 225. Mori nel luglio del detto anno. * Bossi Tomaso. Legato di L. 320 nel 1487. Bossi Ulisse, figlio di Bernardo, di Bo- dio presso X'arosG, con testamento 1 a]irilo 1701 lego L. 107. * Botta dottore Giovanni Francesco. Legato di L. 9ii nel 17S7. Botti Gregorio, di Giovanni Antonio, con tostaiiieuto 16 geuuaio 1599 lego all'O- spedale ducatoni 10 a carico dogli eredi di hii i Padri di S. Kustorgio. * Bovara sorelle. Legato di L. 7110 nel 177:5. Boverio Anselmo Marco, di Sale ol- tre Pu, con atto 20 aprilo 1(;56 dono L. 600 e in morte leg6 L. 1200 (testamento 13 mag- gio 1678). ■^- Bozzotti Romolo. Mori nell' Ospedale nel gennaio 1516. Legato di L. 250. Testa- mento 2 gennaio 1516. * Bracchi Giacomo. Legato di L. 300 nel 1623. Braga Pietro, figlio dei coniugi Carlo ed Angiola Bottelli, celibe, nativo di Varese. sarto, con domicilio in Jlilano PaiTocchia di S. Lorenzo al N. 3787, trovandosi nella casa succursale a San Antonino per esservi curato dal vajuolo, fece tre giorni prima di morire, il testamento 17 luglio 1844, ricordando I'O- spedale Maggiore con un legato di L. 50. Braghini sacerdote Giuseppe, di Fran- cesco e Catterina Feri'uri. Con testamento 14 febbraio 1841 chiami erede la di lui ser- vente Petronilla Tondino in benemcrenza dei servizii fedeli o premurosi prestatigli per molti anni senza corresponsione di sa- lario e le imjjose I'onere di un legato a fa- vore dell'Ospedale di Scudi 100. Bramanti Francesco, di Ambrogio, con testamento 28 maggio 1774 lego all'Ospedalc L. 200. * Brambilla Bartolomeo. Legato di L. 24 nel 1774. Brambilla Bartolomeo, mentre si tro- vava malato iicirOspedale di S. Job detto del Brolio, altro degli Ospodali aggregati al- rOspedale Maggiore, e nel quale si curavano gli affetti di male francese, fece il testa- mento 3 luglio 1612, istituendo erede I'Ospe- dale Maggiore, che consegui pocho centinaja di lire provenienti da salario insoluto e do- vutogli dalla R. Camera. * Brambilla Carlo. Legato di ];.. 15 nel 1800. * Brambilla Carlo Giuseppe. Legato di L. 50 no! 1792. * Brambilla Caterina. Legato di L. 210 nel 1743. 228 Brambilla Cesare, di Giovanni Battista, con testamento 20 luglio 1803 istitui eredi qnattro suoi figli natnrali aviiti da Luigia Ilipainonti col la quale conviveva. Estese la istituzione di eredi ai figli nascituri dalla suddetta anche nel caso che non fossero suoi. Alia sua morte avvenuta il 9 aprile 1808 sopra- viveva una sola figlia, alia quale pervenne fra le altre attivita la casa in Milano, Via del Zcnzuino al N. 548. Favori I'Ospedale con un legato di L. 6000. •■ Brambilla Francesco. Legato di L. 100 nel ir.OO. * Brambilla Gerolamo. Legato di L. 400 iiel 1770. Brambilla sacerdote Giacomo, di Lam- pugnano, figlio di Bartolomeo, con testamento 12 febbraio 1758 lego L. 128. Brambilla Giovanni Battista con te- stamento 2 agosto 1(!52, lego L. 200. Brambilla Giuseppe con testamento 1 febl)raio 1808 lego L. COO * Brambilla Paolo Antonio. Legato di L. 100 nel 1G94. Brambilla sacerdote Pietro Paolo, di Giacomo Filippo, parroco arciprete di Mu- lazzano, con testamento 22 maggio 1G20 isti- tui erede le scuole del Corpo di Gesu Cristo e del SS. Rosario della B. V. in Mulazzano con un legato di L. 200 a favore dell'Ospe- dale. * Branca av\^ocato Domenico. Con verLale disposizionc lego L. 350 nel 1807. Brani Giovanni leg6 all'Ospedale L. 500 con testamento 26 giugno 1634. * Brasca Cesare. Legato di L. 15 nel 1768. Brascanobile Francesco, mercante d'oro ed argento, figlio dei conjugi Giovanni An- tonio e Ambrosina Morbio, nacque nel 1510. Mori il 23 luglio 1581 e con testamento 19 ottobre 1576, dopo di avere ordinato che a sjjese della sua eredita fosse perfezionata la di lui cappella intitolata la Fontana della Misericordia e Scala del Cielo nella Chiesa di S. Maria degli Angioli fuori di Porta Nuova in Milano col mezzo del pittoro Otta- viano Semini genovese, istitui erede I'Ospe- dale Maggiore. Con istrumento 12 febbraio 1575 il Brasca fece il contratto col .suddetto pittore Semini per la dipintura della sud- detta cajipella intitolata di S. Marin di Loreto ed altri Santi. Pare che nei lavori di questa cappella abbia avuto parte anche I'Architetto Pellegrino. Pervennero all'Ospedale beni in S. Pietro Cusico e in Trenno venduti nel 1614 a Gio- vanni Stefano ed Alessi fratelli Castiglioni per L. 90 imperiali la pertica. Brasca Maddalena, figlia di Giacomo e Catterina Rozzio, vedova di Davide Orlandi, sorella del Brasca !Marco Antonio, altro be- nefattore dell'Ospedale, con testamento 3 aprile 1516 leg6 all'Ospedale Fiorini 10 da soldi 32 imperiali a carico della madre di Lei, erede. Brasca Marco Antonio, fratello della suddetta, con testamento 4 agosto 1523 isti- tui erede il fratello Filippo e suoi discen- denti in infinito con sostituzione a favore dell'Ospedale e della fabbrica del Duomo e con un legato a favore del primo di L. 50. In dipendenza della sostituzione si introita- rono anche in via di transazione L. 18500, e cioe L. 9250 per ciascuno dei chiamati alia sostituzione. * Brasca Margarita. Legato di L. 20 nel 1531. * Brasca Nicolao. Legato di L. 16 nel 1523. * Brasca Pietro. Legato di L. 16 nel 1516, Brasca Tomaso, con testamento 20 di- cembre 1582, leg6 una pezza di terra di Pert. 30 in Zelobuonpersico detta il Cam- pazzo. * Bravetti Giovanni. Legato di L. 147 nel 1755. Bravetti Stefano, di Valsassina, notajo, con testamento 26 ottobre 1696 leg6 all'Ospe- dale un campo in Moriggia detto campo lun- go del valore di Scudi 25. * Bravo Giovanni, Mastro di Campo. Le- gato di L. 500 nel 1636. Bregnoni Francesco, di Pietro, con te- stamento 8 febbraio 16^)5 lego L. 2000. * Bregonzio Giovanni Battista. Legato di L. 36 nel 1628. * Brella Giulia. Legato di L. 100 nel 1708. Brenna Annibale con testamento 29 aprile 1625 lego L. 1500. Brenna Camillo, figlio di Giovanni Antonio, di Brenna, con testamento 4 feb- braio 1586 leg6 Scudi 300 da L. 6. Brenna Francesco Bernardino, fra- tello del suddetto, con testamento 27 febbraio 1607, istitui erede I'Ospedale. La sostanza da lui abbandonata non super6 le L. 7800. * Brenna Giovanni Antonio. Legato di L. 100 nel 1633. * Brenta sacerdote Pietro. Fu erode l'0.spe- dale della sua sostanza di circa L. 3700 nel 1669. I — >229 — Brentani conte Giuseppe, «lei conti di Coltigiiago, iiacquo in Milnno il 20 gennaio 1761 dai conjupi conte Carlo e nobilo Donna Camilla Besozzi. Sposi Teresa Cagnola, che era vedova di Gaetano Cainbiaghi, e dalla quale non ebhe figli. ^fori in Milano nella casa in Via Filoilraniniatici N. 1812, il 13 marzo ISiH. Furono eredi di lui, in t'orza del testamento 12 marzo 1834, il nipote conte Ponipeo Litta Biumi e Giulia Vimercati Bonfanti per giusta nieta colTohbligo di un legato di Fiorini 200 all'Ospedale. Voile es- sere sepolto in Caidate dove riposavano le ossa della sua moglie contessa Teresa dei marches! Cagnola e della sua zia donna Ma- ria Brentani vedova Cavenago. Abbandono una sostanza di circa un milione. Brentano Bovara Cristoforo, nativo di Malgrate, iiglio di altro Cristotbro, con te- stamento 15 gennaio 1813, che si estende a 114 disposizioni, istitui eredi i fratelli e le sorelle della sua madre con un legjito a favore del- rOspedale di L. 5000. Mori in Appiano, dove era domiciliato, il 27 agosto 1816. deferendo I'incarico di esecutore testamentario al cav. Giacomo Greppi. Favori con legati dalle L. 1000 alle L. 5000 le Chiese di Appiano, Caccivio, Lurate, Abate, Oltrona, Veniano, Malgrate, Castelletto, Cuggiono, Ossona, Buscate, Robbiate. Fu largo verso i snoi at- tinenti e famigliari. OrdinA di distribnire ai poveri della Citta di Ambnrgo, Impcro Fran- cese, ove per tanto tempo tenne la sua resi- denza, L. 40000. Leg6 L. 20000 all'Ospedale Fate-bene-fratelli e L. 200(K) al Luogo Pio Triulzio. * Brentano Cimaroli Gaetano. Legato di L. 11,50 nel 1812. * Brescia Stefanino, di Desio. Legato di L. I'M) lie! 1513, testamento 11 dicembre 1497. Bressa Antonia Maria, rimasta vedova Bovercliio, si rimarito con Francesco Bian- cardi, Farmacista in Trezzano, dove face il testamento 28 maggio 1810 col quale leg6 all'Ospedale L. 4fX). Mori nel noverabre 1816. * Bressa Giovanni Battista. Fu erede rOspedale, al quale nel ItioO pervenne una casetta dietro al fosso presso al ponte morto in Porta N'uova venduta per L. 2^X10. Brevetti Giovanni. Notajo di Cremeno, figlio di Giovanni, con testamento 5 giugno 1721. lego Scmli 2.^. * Brianzolo Marcellina. Legato di L. 17,4 nel 1611. Briosca Cecilia, rimasta vedova di Gio- vanni Battista Formenti di Seregno, il quale mori nell'Ospedale il 22 novembre 1676, e non avendo iigli ne parenti o volendo essere riconoscente all'Ospedale per le cure prodi- gate a lei e al marito, con testamento 12 gennaio 1687, chiamo erede I'Ospedalo stesso, che raccolse una sostanza modestissima con- sistente in una Cartella del Banco di S. Am- brogio di L. 250 e nel valoro della mobilia in L. 100. Anch'essa morl nell'Ospedale nel gennaio 1G87. * Brioschi Giovanna. Legato di L. 31 nel 17!t9. * Brioschi Giovanni. Legato di L. 12 nel 18tXl Brioschi Giuseppe con testamento 29 ottobrc 1729 lego L. 300. * Brioschi sacerdote Giuseppe. Legato di L. 21 H) nel 1735. Brioschi Giuseppe, figlio di Francesco, fu nominato nel 1782 Vice tesoriere del- I'Ospedale Maggiore in via prowisoria e nel 1790 in via stabile. Nel 1808 fu nominato Cassiere generale della Cougregazione di Ca- rita, che, come h noto, era preposta all'Ospe- dale Maggiore, ai Luoghi Pii Elemosinicri e al L. P. Triulzio ed agli Orfanotrofii. Fu at- tivo, ze lante, e di una distinta onestk, qua- lita pregevoli in un Cassiere. Mori il 31 marzo 1826 chiamando eredi con testamento 17 sefc- tembre 1819 i figli avuti da Giuseppa Re- daelli, capitano Filippo, ingegnere Giovanni, che lego all'Ospedale L. 80000, ragioniere Ca- millo, Leopoldo, sacerdote ex Olivetano Fran- cesco, Caterina, Teresa maritata Corti, Ma- rietta maritata Orelli, Giovannina maritata Varesini, Antonia eGiulietta. L'Ospedale ebbe un legato di L. 600. Brioschi sacerdote Marco Antonio, fi- glio (li altro ilarco, con testamento 15 no- vembre 1562, leg6 L. 55 annua in perpetuo con facolta agli eredi di lui di liberarsi da un tal peso pagando L. 500 di capitale. Brioschi Ubaldo in religione, canonico regolaie lateraiiensonel Monastero di S. Maria della Passione di Milano, e al secolo Cesare Giuseppe, figlio di Giovanni Pietro, con te- stamento 4 aprile 1682 leg6 L. lOOO. * Brivio Alessandro. Legato di Brente 50 di vino nel inoH, testamento 7 agosto 1506. * Brivio Annibale, sergente maggiore Anstriaco, legato di L. 1.500 nel 1803. * Brivio Carlo, ammogliato con Laura da Groppello. Legato di L. 275 nel 1554. * Brivio Cesare. Legato di L. 30 nel 1557. — 280 — "* Brivio Sforza. Fn tuogoteiiehfe llegio doirOsiioiialo. Lcf,'ato di L. aX) nel 1012. Brivio nobile Sforza Francfesco, figlio (li Ippolito, altro dei 00 Decnrfo/n dclla Citta di Milano c deputato deirOspcdalc iiel KUJS, con testamento 10 aprile 1695 istitiii erede il detto Ospedale. La sostanza In di L. 5000. Mori nel maggio 1695. * Brivio Giacomo Stefano. Legato di L. 2iK» nel 1486. * Brivio cavalicrc Giovanni Battista. Le- gato (li L. 600 nel 1613. * Brivio IppolitO. Legato di L. 36 nel 1665. * Brivio Luigi. Legato di L. 50 nel 1513. Brizio .sacerdote Gerolamo, dei conti di Meda, con testamento 9 aprile 1696 lego Scudi ita * Brocca Giovanni Giacomo. Legato di L. 25 nel 1561. Brocca Giulia, montre si trovava malata neirOspedale, fece il testamento 24 luglio 1680 col quale istitul erede I'Ospedale stesso. L'entiti della eredita fu di circa L. 200. BrofferioFrancescobenefic61'0spedale cou uu legato di L. 100 nel suo testamento 12 novembre 1616. Broggi sacerdote Carlo Ambrogio, cu- rato di Biandronno, con testamento 14 gen- naio 1658, legi L. 200. * Broggi Nicola. Legato di L. 25 nel 1774. * Broglio Giovanni Battista. Legato di L. 57 nel 1592. * Brogognone Claudio. Legato di L. 277, nel 1(;.59. Broli Margherita, di Pietro Paolo, lasci6 all'Osjjedale una sostanza di circa L. 400, testamento 30 settembre 1630. "^ Brosio Ambrogio. Legato di L. 40 nel 1495. * Brozio Caterina. Legato di L. 200 nel 1516, testamento 15 dicembre 1513. * Brugnone Francesco. Legato di L. 2000, testamento 8 geiniaio 1605. * Brugnone Lelio. Legato di L. 150 nel 1786. * Brugola Gaspare. Legato di L. 11,51 nel 1816. * Brugora Baldassare. Legato di L. 15 nel 1799. * Brugora Battista. Legato di L. 50 (ma- stro 1584-1586). * Brugora Camillo. Legato di L. 147,10 nel 1565. * Brugora Dionigi. Legato di L. 221,17 nel 1606. * Brugora Gabriele. Legato di L. 200 nel 1192. * Brugora Giovanni Battista. Legato di L. 50 nel l."91. * Brugora Luigi, di Antonio, legato di L. 16 iiel 1519. * Brunello Antonio e Francesco. Le- gato di L. 32 nel 1474. Brunetti Giovanni, Possidente, figlio di Francesco, morl in !Milano nella casa in Via del Marino al N. 1139 il 28 luglio 18.50 di apoplessia d'anni 76. Con testamento 9 agosto 1838 lego L. 300. * Brunetti Giovanni Maria. Legato di L. 12 nol 1790. * Bruni Giulia. Legj.to di L. 312 nel 1673. * Brusa sacerdote Francesco. Legato di L. 17,<;5 nel 1825. * Brusati Francesco Antonio. Legato di L. 7(J0 nel 1696. * Brusati sacerdote Giovanni Battista. Legato di L. 50 nel 1790. * Bruselli Baldassare. Legato di L. 160 nel lotVl. * Bubio Vitaliano. Legato di L. 50 nel 1632. * Buccinelli Angela vedova Pontiggia. Legato (li L. 7<'),75 nel 1816. * Buccinetti Giuseppe Maria. Legato di L. 40S nel 1748. * Buchione sacerdote Domenico. Legato di L. 240 nel 1623. * Buer Gristiano. Legato di L. 400 nel 1656. BufFoni ingegnere Giuseppe mori il27 ottobre 1833. Con testamento 4 giugno detto anno leg6 L. 1500. Bugatti Pietro Paolo, di Giovanni Bat- tista, efin testamento 13 agosto 1622, leg6 Scudi 200. Bugni Andrea. Mori il 31 luglio 1851 in !Milaiio lasciando vedova Angiola Canedi clie istitul erede della sua sostanza per 1;3, riservati gli altri due terzi all'unica figlia Paola. L'Ospedale ebbe un legato di L. 300. * Bulgara Leggi Vittoria. Legato di L. 25') nel 1782. •'• Buratti Caterina. Legato di L. 30 nel 1656. Burli Anna Caterina, di Giovanni Ago- stino, con testamento 29 settembre 1694, leg6 L. 700. * Busaschi Giovanni. Legato di L 45,12 ('Mastro 1602-1604). * Busca Battista. Legato di L. 16 nel 1559. Busca sacerdote Biagio Eettore della Chiesa di S. Lorenzo in Milano, con testa- menti 9 gennaio e 4 marzo 1618, leg6 L. 2400. 231 — Busca Eleonora, vpdova del dottor Col- legiate Carlo Monota, liglia di Teodoro. cou testamento 22 gingno 1(155 leg6 L. 6000 al- rOspodale e Soiuli UX) al L. P. di S. Corona. * Busnati Caterina. Legato di L. 550 nel l>5t;9. * Bussero Adamo dono L. 2000 nel 1G91. Bussero Antonio istitui ei-edi i suoi fi- gli cou un legato alTOspedale di Scudi 100 d'oro, testameuto 12 agosto 1G13. Bussero sacerdote Benedetto, Caiionico, con testamento 1 ottobre 1808 logo aU'Ospe- dale Maggiore L. 1000 e all'Ospedale Fate- beno-fratelli L. 300. * Bussero Cristoforo. Legato di L. 25 nel l-4(io. Bussero Giovanni Antonio, con testa- mento 8 novembre 1G02, lego all' Ospedale Scudi 400. Mori nel febbraio 1606. Bussero Marco Tullio, detto Tombino, figlio di Luigi, marito di Angelica Cittadini, commercio in panni. Mori il 18 luglio 1590, lasciando il testamento 25 giugno 1589 col quale istitui erede I'Ospedale che aument6 il sue patrimonio di L. 4000 circa. * Bussi Antonio. Legato di L. 50 nel 1503. * Bussi Carlo. Legato di L. 500 nel 1669. * Busti Gerolamo. Legato di L. 590 nel 15t>S. Busti Giovanni Antonio, figlio di Bat- tista, con testamento 1 luglio 1582 lego Scu- di 110. Busti Giuliano, di Giovanni, trovandosi in contnmacia per sospetto di peste in causa della morte di un di lui fratello, fece il te- stamento 26 agosto 1522 col quale istitui erede TOspedale. Mori due giomi dopo. Busti sacerdote Marco Antonio, Cano- nico della Chiesa di Rosate, con testamento 22 agosto 1648 lego tutta la sua mobilia del valore di L. 371. Busti Paolo Antonio, mercante d'oro e di seta, figlio di Giovanni Ambrogio, moii nella via di S. Yittorello in casa di sua pro- prieta il 12 marzo 1592 e con testamento di tre giomi prima istitui erede I'Ospedale col vincolo deirusufrutto generale a favore della di lui moglie Eleonora Cemuschi, alia quale raccomandi di continuare le elemosine che egli faceva in \-ita ai Monasteri ed ai Luo- gbi Pii. La sostanza da lui ahbandonata fu di circa di L. 46000, ma all'Ospedale per\-en- nero soltanto L. 4000 in causa delle passiviti cbo la colpivano. Possedeva una casupola nella detta via di S. Yittorello venduta nel 1611 a ^fnrco Antonio e Gorolamo zio o nipoto Bollinijreri ptM- L. 950 Iniporiali. * ButtadoraFrancesca. Legato diL. 51,15 nel 1755. Buttironi dottoro Giuseppe, figlio di Giovanni Andrea, nipote ed eredo del sacer- dote Buttironi, altro benefattore, legA all'O- spedale L. 6000 con testamento 7 marzo 1807, Favori la moglie Marianna Riva legandole rusut'rntto geaieralo della sua sostanza. * Buzzi Antonio. Legato di L. 14,10 nel 1785. * Buzzi Bartolomeo. Legato di L. 60 nel 1626. Buzzi Carlo Battista, Chirurgo, con te- stamento 8 ottobre 1705, leg6 L. 100. * Buzzi Cesare. Legato diL. 147,50 nel 1579. Buzzi Picinelli Clara, di Giacomo, di Bosto, Castellanza di Varese, con atto 29 ago- sto 16-18 dono all'Ospedale diversi beni in territorio di Rogiano, Pieve di Valtravaglia, coU'obbligo di corrisi^onderle vitaliziarmente L. 300. * Buzzi Francesco, Fattore dell'Ospedale di S. Caterina al Poute de' Fabbri. Legato di L. 50 nel 1559. * Buzzi Francesco. Legato di L. 375 nel 1805. * Buzzi Giovanni Battista. Legato di L. 16 nel 1572. * Buzzi Giovanni Battista. Legato di L. 150 nel 1635. Buzzi sacerdote Giovanni Francesco, figlio di Luigi, Parroco di Arosio, mori il 2 novembre 1830, dopo lunga infermita, legando all'Ospedale con testamento 8 ottobro detto anno L. 12(J0. Buzzi Gerolamo, detto Albuzzi, marito di Giulia De Lorenzi, lego all'Ospedale con testamento 26 maggio 1603 L. 900. *^ Buzzi dottore Giuseppe Antonio. Le- gato di L. 11.53 nel 1809. Buzzi Isabella, con testamento 28 agosto 1680, istitui erede I'Ospedale della sua so- stanza del valore di L. 600. Cabiani sacerdote Quinto Fabio, di Giovanni Stef ano, Priniicerio minore e let- tore della Metropolitana. Con testamento 14 gennaio 1590, istitui erede I'Ospedale, al quale pervenne una casa in via di S. Raf- faele, venduta per L 5700. * Gabiati Battista, di Seregno. Legato di L. 300, testamento 21 luglio 1606. * Gabiati Camillo. Legato di L. 5000 nel 1565. 232 * Cabiati Caterina. Legato di L. 150 nel 1G73. Cabiati sacerdote Damiano, figlio del notaio Giovanni Battista e di Colomba Calvi, con testamento 31 maggio 1709, leg6 L. 700. Cabiati Domenico, di Giovanni Bat- tista, di Seregno, con testamento 23 febbraio 1798 lego L. 24. Cabiati Filippo. Con testamento 12 marzo 1659 legu I'anuuo censo di L. 150 e un ca- pitale di L. 2000. Cabiati Giovanni Battista, Notaio, figlio di Ottaviano e di Castellina Rho, ma- rito di Valeria Carcani, con testamento 27 luglio 1630 lego un annuo censo di L. 150. Cabiati Giovanni Battista, di Giovanni Paolo, di Seregno, con testamento 28 luglio 1606 lego Scudi 50. * Cabrini sacerdote Antonio. Legato di L. 149 nel 1830. * Cabrini Giacomo. Legato di L. 1200 nel 1786. Cabrini Pietro Paolo, di Bartolomeo, con testamento 12 dicembre 1673 lego L. 200. * Caccia Annibale. Cittadino Novarese. Legato di L. 150 nel 1594. Caccia ragioniere Giuseppe, figlio di Alessio, vedovo di Maria Brambilla, cominci6 nel 1789 la sua carriera negli uffici del L.P. degli Esposti nella qualita di Coadjutore al Ragioniere. Un anno dopo fu promosso al posto di Economo di quella Pia casa, clie servi per il lungo periodo di 50 anni, es- sendo stato coUocato a riposo il 1 ottobre 1839 con annue L. 1839,08 computati in questa somma, in via di favore e in riguardo ai servizii distinti da lui prestati, I'importo delle somministrazioni in natura delle quali fruiva in attivita di servizio. Con testamento 10 giugno 1854 aveva legato all' Ospedale L. 200, ma poi con una posteriore disposi- zione rivoco un tal legato avendolo egli adempito in vita, soggiungendo pero che I'Ospedale dovesse trattenere a di lui fa- vore il dietini della pensione che fosse ri- sultato insoluto alia sua niorte. Si introita- rono cosi altre L. 102. Mori sotto la par- rocchia di S. Ambrogio il 20 giugno 1858 d'anni 90 di tabe senile. * Caccia sacerdote Santo. Legato di L. 60 nel 1755. Cacciamali Camillo, di Giovanni Am- brogio, negoziante, con atto 12 giugno 1582 dono L. 98. Cadanino Giovanni Pietro. Lego con testamento 10 gennaio 1623 L. 400. * Cademosti Alfonso. Legato di L. 100 nel 15G3. * Cademosti Giovanni Battista. Legato di L 25. Testamento 16 Maggio 1567. Cadolina Vittoria. Dimostri la sua ri- conoscenza per la cura prestatale neH'Ospe- dale coU'istituirlo erede con testamento 19 ottobre 1694. Si conseguirono circa L. 200. Cadorna sacerdote Carlo Simone, di Domenico, prima di entrare nella Congrega- zione dei Chierici regolari di S. Paolo, detti Barnabiti, in Milano, cedette alia detta Con- gregazione la di lui sostanza consistente in un capitale e in due diretti dominii pattuendo la sostituzione a favore dell'Ospedale di Mi- lano nel caso che la Congregazione dei Barna- biti avesse a cessare. (Atto 8 giugno 1826). Soppressi i Barnabiti per effetto della legge del 1866, fu rilasciato nel 1870 all'Ospedale un capitale di L. 3049,60, un' annua rendita di L. 95 e un diretto dominio in Vidigulfo col canone annuo di L. 6,10. Cadorna Giovanni Battista, di Leo- nardo, di Pallanza, con testamento 11 ottobre 1862 lego L. 156. Mori il 9 novembre detto anno. * Cagarana Francesco. Legato di L. 12 nel 1496. * Cagliani Marc' Antonio. Legato di L. 150 (Mastro 1602-1604). * Cagnola Angela. Legato di L. 100 (te- stamento 21 aprile 1524). Cagnola dottor fisico Antonio nacque in Paina I'anno 1774 da famiglia apparte- nente alia classe dei grandi affittajuoli lom- bardi. Fanciullo, per volere del padre di lui, Cesare,fu avviato al sacerdozio ed educato nel Seminario Milanese. Giovane, se ne ritrasse, devoto alia religione ed amante della amena letteratura. Percorsi gli studii di medicina e laureato a Pavia, dove negli esami riporto il grado optime^ egli comincio la sua carriera nell'Ospedale Maggiore di Milano nel 1799 nella qualita di Medico assistente gratuito. Suppli varie volte i medici di S. Corona non andando pero esente da qualche censura per il modo poco diligente col quale disimpe- gnava un tale servizio. TJn po' in causa della salute, che specialraente nella sua gioventu lascio molto a desiderare, un po'per le sue ripetute negligenze dovette ritirarsi dal ser- vizio ospitaliero nel 1823 e in questa occa- sione il Direttore dell'Ospedale scrisse queste testuali parole. " La sua insubordinazione alia disciplina, la noncuranza dei replicati avvisi 233 del diivtfore ed i confiiivi pretesti di nudattia lo rendono del tutto innti/e al servi'io. ■• Mori, celibe, nel maggio 1848 e con t?sta- iiiento 4 febbraio d'anno ordin<^ che gli si faoessero fnncrali luodestissimi esenza pompa e che il cartcUo sulla porta dcllacliiesa por- tasse il semplice nome seuza alcuna data percbe, secondo lui, quando si tocca colla eternitd uon vi e pin- epoca e gli anni scor- -rono sevz-a 7ioi/ie. Favori I'Ospedale Mag- giore di Milano con un legato di L. 500 e di L. 1000 a ciascixna delle P.P. Case di S. Vin- cenzo e di S. Marco. Destino la somiua di L. 55000 j^er la isti- tuzioue di un premio annuo da aggiudicare e cbi sciogliera adequatamente un quesito di Medicina, di Fisica e Chimica. A riguardo di qncsta istituzione egli scrisse. " Una sco- .: perta assolutameute ben provata e di ri- u levante vantaggio alia societa e progress© u alia scienza nellacura della pellagra, sulla u natura dei miasmi e contagi nella direzione u dei palloni volanti e uell'impedimento di u coutraftazione di uno scritto potra avere u il premio o parte di quello anclie non stato u proposto. n Lego L. 1100 a favore di Paolo Battaglia e Cristoforo Bellotti per I'acquisto di un bijou o meglio di una statua rappi-e- sentante I'una Jenner scopritore della vaccina e I'altra Jaeson inventore dell'etere secondo lui vi sommamente benemeriti della umanitd ben piit degni di immorfalitd che tanti eroi steitninatori del genere urnayio. » Abbandono una sostanza di circa L. 320,000 a carico della quale lego L. 133,000 ad Antonio Adati figlio della sua cameriera Carolina Crippa nato il 17 novembre 1844 ed esposto di S. Caterina. Cagnola Margherita. Con testamento 16 settembre 16G4 lego L. 5000. Cagnoni Clara, di Giuseppe. Con atto 12 giugno 1705 dono la terza parte del credito di Scudi 63 che professava verso il conte Giovanni Mandelli. * Cagnoni Francesco. Legato di L. 100 nel 1748. Caimi nobileAgOStino, figlio di Gaspare e di Laura Brivio, Cav. di S. Jago, Capitano di corazze in Fiandra e in Milano, dei Conti di Tnrate, altro dei 60 Decurioni della citti di Milano, Questore del magistrato straordi- nario dei redditi dello Stato di Milano, come lo fu sue padre, spos6 Francesca Simonetta figlia del Conte Ferrante, dalla quale non ebbe figli. Mori il 23 novembre 1653 bene- firando I'Osi^edale con un legato di'Scudi 200 con tostamcnto 23 gennaio 1052. Caimi Albino di Turate, figlio dl Gio- vanni Battista, con testamento 22 aprile 1674 legii L. 100. * Caimi Ambrogio. Legato di L. 200 nel 1520. * Caimi Antonio. Legato diL. 60nell760. * Caimi Barbara. Legato di L. 38 nel 1811. * Caimi Frate Benedetto, cavalicre ge- rosoloniitano. Legato di L. 1800 nel 1611. * Caimi Carlo Antonio. Legato di L. 100 nel 1741. " Caimi Cecilia. Legato di L. 25 nel 1624. * Caimi Cesare. Legato di L. 10 nel 1645. Caimi Elena,di Giovanni Ambrogio. Mori nell' Ospedale, dove si trovava in cura, il 28 marzo 1635 scrivendo erede con testa- mento del giorno prima I'Ospedale stesso, al quale pervennero circa L. 200. * Caimi Ferrante. Mori in Fiandra. Le- gato di L. 60 nel 1606. Caimi Francesco, di Alessandro, non avendo figli, nomino erede I'Ospedale con testamento 8 febbraio 1552, anno della sua morte. Foce varie disposizioni per vestire poveri e parenti, non che la di lui servente. All'Ospedale toccarono L. 8028, pvezzo di sta- bili in Lampugnano. * Caimi Gerolamo. Legato di L. 200 nel 150.5. * Caimi Giovanni. Legato di L. 40 nel 1489. "■ Caimi Giovanni. Legato di L. 2000 nel 1677. Caimi conte Giovanni, capitano, figlio del conte Gaspare, dei conti di Turate. Mori il 2 novembre 1627 disj^onendo con testa- mento 28 ottobre detto anno un legato di L. 2000. Caimi nobile Giovannina, figlia del no- bile Eusebio e di Elisabetta Reina, scrella della Caimi Bianca, altra benefattricc del- I'Ospedale, con testamento 18 ajDrile 1457 isti- tui erede I'Gspedale. Ancli' essa si fece mo- uaca del Monastero di S. Chiara. Caimi nobile Ignazio con testamento 18 giugno 182G, lego L. 200. Lego altrettanto agli Ospedali fate-bene-sorelle e fate-bene- fratelli. *^ Caimi Lorenzo. Legato di L. 112,10 nel 1489. * Caimi Tomaso. Legato di L. 1000 nel 1653. * Caimarca Isabella, vedova di Alfonso Clav-era. Legato di L. 12 nel 1553. 18 234 * Cainarca Nicolo. Legato di L. HB ncl 157S. * Cainarca Ruggero. Legato di L. 5) nel 14113. * Cairati Francesco. Legato di L. 50. Testameiito 2 fi^ldiraio 1511. Cairati Giovanni Battista, figlio di Am- brogio, noil avova aiicora raggiunto il xen- tesimo anno d'eta quando comincio a servire S. M. Cattolica. Nel 1560 fu richiesto dal Gran Maestro dell' ordine Gerosolomitano, Giovanni de la Vallette, a sopraintendere alle fortificazioni deU'isola di Malta. Nel 15G'2 ri- torno in Milano e il Governatore generale dello Stato, il (juale valutava lo belle doti del Cairati, gli rilasciava patente d' ingegnere della E,. Camera. Pochi giorni dopo lo spe- diva in Sardegna portatore di una lettera a quel Vicere. Nel 15G3 lo troviamo ingegnere della Comunita di Milano. Sei anni dopo gli fu ordinate di visitare il castello di Piacenza. Fu consultato allorche ti'attavasi di rimediare a parecchi sconci che inciampavano la navi- gazione del Naviglio di Milano. Per inca- rico del Presidente del Magistrate delle en- trate ordinarie il 27 agosto 1570 ispezion6 i lavori delle fortificazioni di P. Giovia in Milano, specialmente per rilevai'ne i difetti. Pubblico una descrizione della fortezza del- I'isola di Malta allora clie fu investita dai Turclii per soddisfare alia viva curiosita dei suoi concittadini e in particolar modo al de- siderio espresso dal Marchese di Pescara. Nel 1583 fu spedito a Goa nell'India per ese- guirvi alcuni lavori di fortificazione, dove mori nel 1596. Con testamento 15 settembre 1579 cbiamo erede la sorella Caterina, sosti- tnendole l'0.spedale Maggiore di Milano qua- lora gli fosse premorta. II caso si e verifi- cato e I'eredita tocco all'Osjiedale al quale pervenne un credito di L. 1000. Le registra- zioni Tin po' confuse di quei tempi non ci hanno offerto modo di poter concretare quali altri enti possano essere pervenuti all'Ospe- dale. (1). * Cairati Michele. Legato di L. 12 nel 1792. * Cajano Carlo, morto neH'Ospedale. Le- gato di L. ni; nel 1771. * Cajo Antonio. Legato di L. 39 nel 1G59. Cajroni Giovanni, mori nell' ottobre 1838. Zelante frequentatore della CbiesadelPoppone ai nuovi sepolcvi, perche secondo lui fu sempre (i) Questi brevi cenni li abbiamo desunti dalla re- cente pubblicazione fatta dal nobile Sig. Felice Calvi suUa famiglia Cairati. (h-ioianifnte ofjiciai.a, con testamento 8 maggio del dettoanno leg(') alia Cluesastcssae per essa airOspedale, un reliquiario d'argento conte- nente reliquie della E. V. di S. Giovanni Bat- tista e di S. Pietro, del riconosciuto valore di L. .52. Calamansa .sacerdote Antonio, .spa- gnuolo, con atto 31 agosto 1606 don6 L. 725. * Calcaterra Cesare. Legato di L. 25, te- stamento 17 aprile 15(J3. Calchi AgOStino, dei Feudatarii di Eo- sate, figlio di Paolo Eniilio, con testamento 21 inaggio 1648 lego alia moglie Giulia Meu- dozzi, e nel caso in cui passasse a sccondo nozze, all'Osj^edale una sua casa in Milano in via Bagutta del valore di L. 10800, delle quali L. 7000 venuero lasciate nelle mani del compratore, il Seminario di Milano, per I'a- dempimcnto di 200 niesse e per altri titoli, per cui I'Ospedale, a favore del quale si ve- rific6 il legato per essere la vedova passata a seconde nozze, consegui soltanto L. 3800. Calchi Anna, figlia di Fermo, alia tarda eta di 80 anni dono con atto 24 marzo 1696 tutta la di Lei sostanza e cioe Pert. 15 di terreno in Calco con casa da pigionanti, e un credito di L. 100 non che la mobilia di casa colla condizione pero di essere accolta e inantenuta neirOsjjedale fino alia morte. * Calchi Biondina. Fu erede di lei per meta la Scuola di S. Caterina in S. Nazaro, e per I'altra meta I'Ospedale, al quale tocca- rono circa L. 877 (1525j. Calco Soprana, figlia di Antonio, spos6 Giorgio Carugo. Non avendo figli con testa- mento 25 ottobre 1489 istitui erede I'Ospedale. * Caldara Carlo. Legato di L. 300 nel 1793. * Caldarini Maria Catterina. Legato di L. 11 nel 1818. * Caldarino Giovanni Ambrogio. Le- gato di L. 800 nel 1551. * Caldarino Giovanni Battista. Legato di L. (iOOO nel 1G97. Calderara marchese Antonio, figlio dei conjugi Bartolomeo e Marianna Marliani, sposo Margarita Litta, dalla quale ebbe un maschio, Bartolomeo, ed una fcmmina, Paola. Mori il 30 ottobre 1756 lasciando il testa- mento 15 giugno 1756 col quale lego Scudi 1000. * Calderara Bartolomeo. Legato di Li- re 3000 nel 1807. Calderara conte Francesco, figlio del conte Giulio, con testamento 19 aprile 1832 lesri L. 600. — 235 * Calderara lom.' L. -20 nel ITST. Giulio. Legato ili Calderini (lot tore fisiio Carlo Ampellio, naoiuo nv\ 180!) in Carato dai conjugi Hiulio e Teresa Rejna. Fu lanieato in medicina c in cliirurgia a 2-2 anni, col grade piu ono- i-evole, a Pavia, dovo lasciii buona fama di se tanto all'Universita, qnanto nel collcgio Borromeo di cui fu Aluniio. Nel settembre 1831 fn inscritto fra i Medici praticanti del- rOspedale. Nel 1832 fu nominate Alunno 'Sle- dico presso il Governo, inipiego clie abban- dono dopo due anni continuando i suoi sei-- vizii presso I'Ospedale e dedicandosi alia compilazione scientificadei riputati gioraali : II raccofflitove ifalUuio e sh'aniero c I'indicatorc lotnbardo. Pubblico i pvecetti ond'essere pre- setxato dal colera. cbei ebbero I'onore di pa- recchie edizioni aU'estero, e altri importauti lavori scieutifici. Quando nel 1830 concorse ad un posto di Medico assistente nell'Ospe- dale. posto che ottenne nel 1840, fu, con rara eccezione, dispensato dal Governo dagli esami in considerazionc delle estese cognizioni teo- riche e pratiche. Divenne piu tardi il com- pilatore degli Annali universuU di medicina, dei quali era gi4 collaboratore. Xel settembre 1849 fu nominato Medico ordinario di S. Corona, posto che egli occupo regolarmente fino al giugno 1852 nel qual mesa dovette interrompere il servizio per subdola affezione bronco polmonare che si riprodusse nel 1853, e piu forte e piu tenace nel 1855, spingen- dolo tabido e anasarcatico alia tomba il 12 febbraio 1856 nella eta ancor fresca di 47 anni. Fu membro di parecchie accademie na- zionali ed estere e presiedette per alcuni anni alia sezione medica della Societa d'incorag- giamento. Lesse snlla sua tomba parole affettuose la poetessa Giuseppina Poggiolini. Si dice clie egli si servisse di questa donna per le tra- duzioni che gli occorrevano per i suoi an- nali unicersali fV'edi fascicolo N. 128. Biblio- grafia nniversale edita Sonzogno, scritti ine- tliti della Poggiolini pubblicati dal Prof. An- drea Verga). Con testamento 2 febbraio 1856, lego al- I'Ospedale la sua libreria. Notizie piu ampie del Calderari vengono date dal sullodato illnstre Prof. Verga nella commemorazione fatta nel Rendiconto della Beneficcnza Ospitaliera 18.56-57 a pag. 132. Calderini Giovanni. Legato di Scudi 30 testamento . . . novembre 1597, Calderone saierdotc Carlo Gerolamo per disposizione di Ini furono versate nella cassa deirO.^pedale il 27 agosto 1769, L. 700 a titolo di legato. Caldironi Alessandro,
  • . Calegari sacerdoto Baldassare, di(!io- vanni Hattista, con testanuMito 1 s(>ttonibre 1630, fatto alia linestra della sua abitazione, meiatre si trovava colpito dalla peste, in con- seguenza della quale mori, istitui erede Giu- seppe Calogavi suo nipote con sostituzione a favorc dcU'Ospedale nel caso in cui I'ei-ede fosse morto senza figli. La Rappresentanza Ospitaliera fece nel 1619 una transazione co- gli evedi del Giuseppe Calegari contro il pa- gauiento di L. 2(KX) * Calegari Marcella. Legato di L. 120 nel 1643. * Calegari Stefano. Legato di L. 1000 nel 1710. * Calegari Giovanni Pietro. Legato di L. 12 uv\ 1(;T8. Calidonia Besozzi Cecilia, figlia di Flaminio, mori il 25 aprile 1627 e con testa- mento del giorno prima istitui ei-ede il ma- rito Bernardo Bovisio a carico del quale pose il legato di L. 100 a favore dell'Ospedale. * Callari Angelo Maria. Legato di L. 15 nel 170S. Callegari Andrea, figlio di Camillo, di Trucazzano, spos6 in j^rime nozze Angela Carati e in seconde nozze Marta Ferini. Mo- ri senza figli nell'Osjiodale dove fu curato nella sua ultima malattia il 21 gennaio 1687. Voile dimostrare la sua riconoscenza per le cure ricevute coll'istituire erede I'Ospedale stesso, con testamento 19 gennaio detto anno. La sostanza da lui abbandonata fu di circa L. .3000 trattandosi di una casa e pochc per- tiche di terreno in Trucazzano. Callerio sacerdote Gerolamo, di Anto- nio, mori 1' 8 settembre 1794, disponendo un legato di L. 150. Calo Bernardo, medico. Legato di L. 92 nel 1514. Calugi nobile Giovanni Battista, di Bernardo. Fu Pretore di Villantcrio, posto che gli fu confer! to dai feudatarii Rizzi e che egli occu])o fino al 1581, Nel 1550 sposo Lodovica Loderio lodigiana, figlia di Ca- millo, notajo di Lodi. Istitui erede per una 236 terza parte I'Ospedale e per le altre due terze parti duo suoi nipoti. All'0.si)edale toccarono L. 7811. Caluschi sacordote Bamabita Antonio, al secolo Giovanni Battista, nacque in Milano il 23 agosto 17G6 dai conjugi Giuseppe e Kiati Francesca. Fu promosso al Presbiterato il 27 scttembre 1789 dal Vescovo di Bologna e nei priuii anni della sua carriera ecclosia- stica insegno nelle pubbliclie scuole di Bo- logna. Piu tardi fu nomiuato Prof, di Ret- torica nel Ginuasio Comunale di Pavia. Ne- gli ultimi anni della sua vita, assistito dalla i^ensione di riposo che gli fu accordata dal Comnne, si ritiri nel Convento degli ex Barnabiti di Canepa nuova in Pavia. Mori il 6 giugno 1845 e con testamento 1 agosto 1844 istitui erede I'Ospedale, al quale per- venne una sostanza di L. G781,42. * Calvasina Gottardo. Per eredita dilui loervenne all'Ospedale una casa in Quarto Cagnino affittata per L. 50. Testamento 14 novembrc 1547. * Calvenzani sacerdote Carlo Antonio, Canonico di S. Lorenzo. Legato di L. 50 nel 1749. Calvenzani Paolo Camillo, figlio dei conjugi Gerolamo e Cornelia Riva , marito di Giustina Concorrezzo, benefattrice dell'O- spedale, mori di peste nel 1630, e con testa- mento 23 agosto detto anno istitui erede I'O- spedale stesso. La sostanza pervenuta fu di L. 6308. Calvenzani Stefano, di Vincenzo, con atto 14 agosto 1572, dona tutta la di lui so- stanza coU'obbligo di corrispondergli vitali- ziarmente annue L. 150, staja due pane di frumento e una brenta di vino buono e i me- dicinali in caso di malattia. Calvi Angela, nativa di Vogbera, mari- tata con Lorenzo BiancLi, con atto 14 di- cembre 1678 dono il capitale di Scudi 25 da lei mutuato a Molinari Francesco Organista di Vogbera e tutto quello cbe si fosse trovato nella casa di sua abitazione in Milano nella via di S. Vito al Pasquirolo. * Calvi Bernardo, cardatore. Legato di L. 396 nel 1589. * Calvi Damiano. Legato di L. 16, testa- mento 7 niarzo 1537. Calvi Gottardo. Legato di L. 100, te- stamento 1 gennaio 1819. * Cambiago Camillo. Legato di L. 9830 nel 1563. ■* Cambiago Carlo. Legato di L. 200 nel 1691. * Camerlo sacerdote Domenico. Legato di L. 303 ]iel 1591. Camocini Giuseppe. Legato di L. 15, testamento 12 marzo 1808. ^- Campagnani .sacerdote Giuseppe. Le- gato di L. 690 nel 1816. Campazzi ingegnere Dionigi, fu al ser- vizio deir0.spedale ed e a lui dovuto il de- turpamento della facciata antica del detto 0.spedale verso il cascinotto e specialmente la sovrapposizione del timpano nel mezzo del fabbricato Sforza. Fu I'autore del processo di innalzamento dell'ora demolito campanile di S. Giovanni in Conca. Ad onta che egli abbia lasciato un 2^0' dubitare della sua pe- rizia e della sua abilita, pure i suoi scrvizii riuscirono accetti a diverse corporazioni re- ligiose, le quali poi furono da lui ricordate nelle sue disposizioni testanientarie 18 no- vembrc 1615 scritte due giorni prima della sua morte. L'Ospedalc fu favorite con un legato di L. 6000. * Campeggi sacerdote Paolo. Legato di L. 25 nel 1776. Camperio Pietro Giacomo, di Carlo Francesco, negoziante di legna, in locali vi- cini alia Chiesa del soppresso Monastero di S. Michele sul dosso, con testamento 17 lu- glio 1793 istitui eredi i suoi fratelli sac. Cu- rate Pietro Paolo, Giuseppe Battista e Carlo Giusejipe col vincolo dell'usufrutto generale a favore della di lui moglie Anastasia Cini- selli e col legato a favore dell'Ospedale di un annuo reddito di L. 410 assicurato sul Mon- te del Sale e Tassa de' Cavalli della Citta di Cremona. * Campi Francesco, detto Campino. Le- gato di L. 2000 nel 1567. * Campi sacerdote Giovanni, ex Dome- nicano. Legato di L. 153 nel 1821. Campi Giovanni Ambrogio. Legato di L. 300 (Testamento 13 settembre 159B). *• Campiglio Paolo. Legato di L. 15 nel 1782. Campiglio Pasquale, di Comabbio. Le- gato di L. 600 (Testamento 12 ottobre 1783). * Campo Giovanni Antonio. Legato di L. 100 nel 1517. * Campofregoso Alessandro. Legato di L. 50 nel 1579. * Campofregoso Camilla. Legato di Li- re Sf'O nel 1576. * Campoiraghi Giovanni Ambrogio — 237 detto dfl Sra./iH). Leijato ili L. fi'iO nel 1552. Camporgnaghi Clara, iH Gerolnmo, ve- tlova di Stetano Forramlino, con testamonto 5 luglio 1100, istitui ereile I'Ospoilalo in ri- cOTiosceiiza dell'essero stata accolta e cnrata nel compaito degli incurabili. Ebbe un unico figlio cho le premori e die era alti'O ilei vi- sitatori degli iufermi nell' Ospedale. Negli ultinii anni della sna vita era pressoche cie- ca. L'Ospodale ronsegni circa L. 750. Camporgnaghi Ottavio, di Andrea. Le- gato di L. 9000. testamcnto 30 giugno 1608. * Camporgnago Bernardo. Legato di L. 50 nel lotU. Camposereno Pietro morl nel 1780 e fu ereJe di liii ruiiica figlia Maria, ricordato I'Oiipedale con un legato di L. 400, testa- niento '25 gcnnaio 1774. * Camuzzi Carlo Antonio. Legato di L. 100 nel 17aS. * Cana Baldassare. Legato di L. 12 nel 1804. Canali nobile Faustina, figlia di Gio- vanni Battista, maritata col nobile Paolo An- tonio Majno, lego L. 1000. (Testamento 25 settembre 1588}. Canali Francesca, accolta nell'Ospedale 11 16 novembre 1C44, vi mori il 16 maggio 1645 lasciando scritto nel suo testamento 9 agosto 1644 un legato di L. 600. Canali Giacomo. Legato di L. 25 nel 1478. Canali Pietro Antonio, di Galeazzo, con testamento 24 fel)braio 1514 lego L. 800. * Canavese Filippo. Legato di L. 600 nel IhW. Canavese Giovanni Antonio, Giure- consulto, figlio di Gerolamo, marito di Gialia Rossi, con testamento 17 agosto 1599 istitui erede il di lui figlio naturale Ottorino colla sostituzione a favore deirOspedale nel caso che egli morisse senza figli e coU'ordine ehe fosse legittimato, come figlio di lui e di Yiolanta Scaccabarozzi. Lego L. 12000 ad una figlia pure illegittima. L'Ottorino che alia sua volta favori I'Ospedale, morl senza figli, per cui si e verificata la sostituzione sud- detta in forza della quale nel 1662 I'Ospedale consegui L. 9(C Candiani sacerdote Antonio, Canonico della Collegiata di S. Stefano nel Borgo di Eosate, con testamento 3 gennaio 1650, legi a scarico di roscienia, un credito che profes- sava verso Giuseppe Trotti. Candiani Apolonia, figlia di Stefano, vedova di I>;one Luoni di Lonate, istitui erede I'Ospedale con testamento 9 giugno 1528. Candiani Cesare, figlio di Giovanni Pietro, marito di Gerolnma Origo, con testa- mento 10 maggio 1592 istitui erede I'unico di lui figlio naturale Lucio, avuto da Antonia Corio, nientro erano liberi tutti e due, con un legato a smriro di rascir.nzn di Scudi 50 al I'Ospedale. Candiani Francesco, di Alessandro, Te- soriero della I'niversitii dei mercanti di lino, e hombacr, con testamento 29 agosto 1677 leg6 all'Ospedale L. 480. * Candiani sacerdote Giovanni Battista. Legato di L. HOft nel 16.54. * Candiani Filippo. Legato di L. 50 nel 15G4. * Cane sacerdote Francesco. Legato di L. 95 nel 1653. * Canepa Agostino. Legato di L. 16 nel 15(15. * Canetta Antonio.LegatodiL.70nell725. * Canetta Giovanni Battista. Nel 1611 impresto al L. P. gratis e per jiarecchi mesi L. 8873. * Canetta Giovanni Maria. Legato di L. 100, testamento 7 aprile 1656 fatto ad Litra. Canetta Vittoria, figlia di Francesco, ve- dova di Angelo Carcano, con testamento 12 febbraio 1628 istitui erede I'Ospedale nel quale fu curata nell'ultima sua malattia. L'im- porto della sostanza da lei abbandonata fu di circa L. 600. * Cani Paolo. Legato di L. 16 nel 1.531. Canna Innocenzo di Giovanni, con te- stamento 19 settembre IGOl lego L. 1200. * Canobbio sacerdote Andrea, con testa- mento orale chiamA erede l'0.spedale, al quale j^ervennero alia sua morte, avvenvita il 3 luglio 1524, L. 653. Canobbio Angelo, figlio di Giuseppe e di Caterina Pisani, Agente comunale diAp- piano, dove mori il 9 giugno 1834. Con testa- mento 7 maggio detto anno istitui ercdi di una quarta parte i di lui fratelli Gottardo e Cherubino e delle altre tre quarte parti I'O- spedale, al quale peirennero circa L. 800. * Canobbio Battista. Legato di L. 400 nel 14!i7. * Canobbio Domenico. Legato di L. 15 nel 1785. * Canobbio Donato. Legato di L. 12 nel 1522. * Canobbio Giovanni Ambrogio. Le- gato di L. 10 nel 153.5. — 238 — * Canobbio Giovanni Ambroi^io. Le- gato (li I.. 5(10 iicl IT)!!!. Canobbio Leonardo. Legato di Scudi 300. (Tcstanu'iito 1(1 ottolire 1574). * Canobbio Paolo Gerolamo. Legato di L. GOD iiri i(;(;5. * Canobbio Pietro Paolo. Legato di L. 3000 iiel KMC. * Canova Martino. Mori il 25 agcsto 1515, testamento 14 detto agosto. Legato di L. 100. * Cantone Carlo. Legato di L. 64 nel 1G95. * Cantoni Angela. Legato di L. 300 nel KilS. * Cantoni Bernardo. Legato di J^. k; nel 1553. * Cantoni Francesco. Legato di L. 300 nel 1587. ^ Cantoni Giovanni Battista. Legato di L. 800, testaiiicnto 24 sctteiiilire 1536. * Cantoni Giovanni Pietro. Legato di L. KX) lie) 1561. Cantoni Giuseppe, di Giovanni Battista. Legato di L. 350, testamento 26 marzo 1722. * Cantoni Marc'Antonio. Legato di L. 100 nel 1613. Cantova Francesco, figlio diBaldassare e di Domenica Secardi, moii per apoplessia il 18 gennaio 1800, legando L. 1500. * Cantova sacerdote Giuseppe. Legato di L. 20 nel 1789. * Cantvi Carlo Giuseppe. Legato di L. 15,4 nel 1790. * Cantii Gaetano. Legato di L. 200nel 1787. * Cantu Gerolamo. Legato diL. 15 nel 1796. * Cantii Giovanni Battista. Legato di L. 2(k:) nel 1632. * Cantii Ottaviano. Legato di L. 5000 nel 1566. * Canzi noLilc Pompeo. Legato di Per- ticho 5 di terra in Ornago nel 1752. Canziani dottor fisico Giuseppe, nacque in Milano il 19 marzo 1815 dai con jugi Elia ed Annunciata Negri. Laureato in medicina e cliirnrgia nel 1838 fu nell'istesso anno no- minato alnnno medico jiresso la Delegazione Prov. di Milano e poi presso il dipartimento sanitario del E. Governo. Nel 1846 fu no- minato Segretario presso la Direzione me- dica deirOspedale Maggiore di Milano. Con testamento 23 gennaio 1849 cliiamo eredi i figli di lui Odoardo ed Enrico col vincolo di usufrutto a favore della moglie Estella Castle Cowan che ebbe a sposarla in Lon- dra nella Chiesa di S. Pancrazio il 31 otto- bre 1844. Leg6 all'Ospedale tutti i libri di medicina e di chirnrgia da lui posseduti, circa 130 opere. Mori 1' 8 settembre 1849. Capelli Francesco. Guardarobiere del- rOspedale. Legato di L. 4200, testamento 21 giugno 1615. * Capelli Giovanni Francesco. Legato di J.. 1200 nel l(i25. * Capelli Giovanni Pietro. Legato di L. 50 (Mastro 1.5Sl-1.5H6i. * Caponago Donato. Nel 1.534 dono il diretto dominio col canone di L. 23,4 assen- tato su casa in Milano in S. Paolo in compito. * Caponago Gerolamo. Legato di L. 300 nel 1700. * Caponago Giuseppe. Legato di L. 300 nel 1610. * Caponi Francesco. Legato di L. 100 nel 1491. * Caponi Giovanni Luca. Legato di Li- re 16. Testamento 3 gennaio 1505. * Caponi Lucrezia. Legato di L. 16 nel 1511. * Capponi Filippo. Legato di L. 16 nel 1519. * Capponi Giacomo. Legato di L. 26 nel 1507. Capponi Giovanni Maria, di Andrea, mercante di lana, con te.stamento 29 luglio 1528 istitui erede per la meta della sua so- .stanza l'0.spedale, il quale consegui circa L. 200. * Capra Bartolomeo, figlio del Senatore Giovanni Battista. Legato di L. 32 nel 1589. Capra Giovanni Battista, Senatore, con testamento 21 inaggio 1594 lego all'Ospedale L. 60 e altrettante al L. P. della Misericordia e alia fabbrica della Chiesa di S. Sebastian© dove era Deputato. * Capra Giovanni Francesco. Luogo- tenente Ducale nel Capitolo Ospitaliero. Le- gato di L. 300 nel 1546. * Capra Lodovica. Testamento 31 gen- naio 1593. Legato di L. 60. * Caprani Luigi. Legato di L. 30 nel 1798. * Caprara Stefano. Legato di L. 59. (Te- stamento 5 febbraio 156.5). Capredoni Giacomo nel dicembre 1882 dono all'Ospedale una carrozzella usata ad uso di coinoda per servizio dei malati. Caprino Carlo, figlio di Gerolamo, Can- celliere del Senate, con testamento 4 ottobre 1683 lego L. 6000 imp. Mori nel susseguente novembi-e. * Caprotti sacerdote Giuseppe. Legato di L. 145 nel 1752. 239 — * Capuccetti Giovanni Legato di I-. -J.' nel 1S(»(). * Capuccio Pietro Antonio. Loi;ato di L. lUt iiol If.IH). Carabelli Giulio, con testamento 9 I'eb- braio llJDii, lego a ni/ravto di coscif)}:a una casa con orto di Pert. 25 in tenitorio di Ze- lobuoii]HM-sieo. * Caracciolo cardinale Marine. Luogote- nente dello Stato di Milauo. Legato di L. 1100 nel 15^58. * Carati sacerdote Antonio. Legato di L. 53 nel 152-2. Carati Carlo, figlio di Bernardo, marito di Anna Nava, con testamento 4 agosto 1G72 istitui erede I'Ospedale, il quale consegui una sostaiiza di poca eutita. Carati Caterina, di Stefano, vedova di Giaconio Tessera, lego Scudi 50, con testa- mento 13 luglio 15G5. Carati Laura, tiglia di Gaspare, vedova diCesare Gaffuri, con testamento 16 giugno 1618, lego L. H». * Caravaggi Margarita. Legato di Li- re 15<» ' nel It'.il. * Caravaggio marchesa N. Legato di L. oiKXl nel 17SL * Caravaggio sacerdote Battista. Per ere- dita di lui pervennero all'Ospedale L. 536. Mori nel luglio ]o24. Caravaggio Pietro Paolo, figlio di Giovanni Ambrogio e di Laura Orsoni, fra- tello del GiovanniAndrea Caravaggio, altrobe- nefattore dell'Ospedale, sposo Chiara Rivolta, dalla quale ebbe tin' nnica figlia die si ma- rit6 col C. Giovanni Marliani. Con testamento 28 gennaio 1612 legi L. 6000. Caravaggio Paolina, di Lorenzo, con te- stamento 23 luglio ll'.iH istitui erede I'Ospe- dale della mode.sta sua sostanza. Carcani Andrea, di Gottardo, con testa- mento 15 agosto 1G30, fatto, per I'infierire della peste, nella pubblica via avanti alia porta di abitazione del testatore, istitui erede Giorgio Clerici, verso il quale aveva dei do- veri. Favori con tm legato di Ducatoni .50 I'Ospedale per gli appestati curati nel Laz- zaretto. Carcani Paolo, di Antonio Maria, Xo- tajo, con testamento 11 marzo 1626, chianio erede il figlio Antonio Maria ricordando I'Ospedale con un legato di scudi 200. * Carcano sacerdote N. Canonico. Le- gato di L. 100 nel 1742. Carcano marchese Alessandro, dei Mareliesi di Anznno, figlio di Caiuillo e di Chinra Carcano di Filippo , spos6 Beatrice Ercdia, dalla ijuale ebbe quattro figli Luigi, Carlo, Caniillo, Chiara e Francesco. Tritavo del Marchese Alessandro Carcano altro be- nefattore dell'Ospedale. Laureate in niedi- eina fu nominato Medico dell'Ospedale con L. 500 nel 1615. Tro anni dopo fu promosso medico del coniparto fenuninile con L. 700 dal quale servizio si licenzio nel 1625 per rientrare nell'Ospedale nel 1633. Mori nel settenibre 1635, bencficando I'Ospedale con un legato di L. 300 scritto nel suo testa- mento 10 luglio 1630 fatto mcntrc infieriva la peste. Carcano sacerdote Ambrogio. Con tc- stauieiito 16 febbraio 1622, lego un vestito di seta nuovo nero e il salario che gli fosse dovuto dairO.spedale dalla di lui niorte retro per servizio da lui prestato nella qnalita di Curato. Carcano Annibale, di Giovanni Pietro, con testamento 23 maggio 1621, lego L. 300 a per amove del Signovo Iddio ed accio ahbia misericordia verso di lui. n Furono eredi al- cuni nipoti con sostituzione a favore dell'O- spedale nel case di estinzione della linea cbiamata, sostituzione che si e verificata nel 1643, essendo morti i nipoti senza figli. Per- vennero cosi all' Ospedale alcuni beni a S. Cristoforo ed una quarta jiarte di una casa in Via Brera. * Carcano Antonio. Legato di L. 80 nel 147t;. Carcano Antonio Maria, era fratello del Carcano Sac. Ambrogio, altro benei'attore deirOsi^edale. Con testamento 16 aprile 1620 lego Scudi 30. * Carcano Carlo Antonio. Legato di L. 150 nel 17;»S. Carcano nobile Carlo Barnaba. Nel 1841 dono una cartella della rendita di Fior. 31,20 inscritta sul Monte Lombardo Veneto a hrnr/irio drlla umanitd inferma. * Carcano Cesare. Legato di L. 100 nel 1801. Carcano Francesco, di Giovanni. Con testamento 7 aprile 1505, lego Fior. 10. Carcano sacerdote Francesco, di Stc- fano, Curato dell'Ospedale. Con testamento 28 febbraio 1620 lego L. 3000 oltre alcuni redditi. * Carcano Gabriele. Legato di L. 16 nel 1570. 240 — Carcano Gaetano, Ragioniere, rimasto vedovo di Mariaiiiia Eossignoli, spos6 Giu- ditta Galbiati. Mori il 5 marzo 1842 lasciando il testaniento 28 gennaio detto anno col quale istitui erede la figlia di lui Giuditta niari- tata Cavadini, avuta dalla prima moglie con nn legato di L. 200 all' Ospedale. * Carcano Gerolamo, fSenatore. Legato di L. 1(10 nel 1543. ■" Carcano Giovanni. Legato di L. 16 nel 1508. '^ Carcano Giovanni Antonio. Legato di L. 100 nel 1553. Carcano nobile Giovanni Battista, fratello del Carcano Gerolamo, altro Ijene- fattore, mori il 16 ottobre 1707. Non lascio all'Ospedale alcnna sostanza, ma nel libro di Cassa uscita dell'Ospedale dell'anno 1710 leggesi a pagina 128 quanto segue : « L. 200 debito all'eredita del signer Gero- ii lamo Carcano al signor Francesco Fabbrica " pittore per mercede delli due ritratti del " fu sign or Gerolamo e Giovanni Battista Car- " cano Fratelli. n Carcano Giovanni Battista, mercante di seta, marito di Antonia del Frate, con testamento 13 luglio 1629 lego L. 250. * Carcano Giovanni Pietro. Legato di L. 16 nel 1493. * Carcano Giovanni Pietro. Legato di L. 3000 nel 1680. * Carcano Giuseppe. Legato di L. 100 nel 1632. * Carcano Innocenzo. Legato di L. 300 nel 1631. Carcano sacerdote Luigi Michele in religione siccome ex minore osservante del soppresso Convento di S. Angelo, e Gaspare Michele al secolo, fu nominate dalla Ammi- nistrazione dell'Ospedale di Milano Eettore della Chiesa del Foppone ai nuovi sepolcri nel 1814. Pero gia prima e da dodici anni egli prestava servizio agli infermi dell'Ospe- dale nella qualita di Prete ausiliario. Con testamento 7 aprile 1845 lego all' Ospedale un pallio ricamato in oro, due calici d'ar- gento c un soppedaneo.Mori il 18 ago.sto 1848. Carcano Pietro Paolo, di Antonio Maria, Guardarobie're dell'Ospedale, nominate dal Capitolo Cspitaliero il 24 luglio 1615, con testaniento 11 Marzo 1626 lego L. 1328,15. Carcano sacerdote Vespasiano, Cano- nico, con dichiarazione 5 aprile 1672 lego L. 280. CarcaSSOla sacerdote Carlo, dei mar- chesi di Lentate, figlio di Antonio e Costanza Secchi, Canonico ordinario della Metropoli- tana di Milano, siedette nel Capitolo Ospi- talie^ro negli anni 1662-1664. Con testamento 11 ottobre 1665 istitui erede il marcbese An- tonio Carcassola e dispose in segno di gra- titucline il legato di Scudi 10 a favore del- l'Ospedale. * Carcassola marcbese Cesare. Legato di L. 600 nel 1717. * Carcassola marcbese Francesco. Le- gato di L. 150 nel 1756. Carcassola GerolamOjdiGiovanniPaolo, con testamento 3 febbraio 1615 leg6 L. 300. Carcassola monsignor marcbese Gero- lamo, naccpe in Milano il 16 settembre 1759 dai coniugi marcbese Antonio e Franccsca Patellani. II 25 gennaio 1786 fu eletto Coa- diutore con diritto di successione nel cano- nicato o prebenda subdiaconale ordinaria della Metropolitana disimpegnando ancbe la carica di Sindaco Capitolare. Mori il 30 gen- naio 1832 e fu sejoolto nel cimitero di Vi- mercate. Con testamento 18 dicembre 1828 istitui erede il nipote Marcbese Antonio Car- cassola, il quale alia sua volta chiam6 erede I'Ospedale Ciceri detto Fate-bene-sorelle. Lego all'Ospedale Maggiore di Milano annue L.400, all'Ospedale Ciceri L. 200 ed altrettanto al- l'Ospedale Fate-bene-fratelli. •• Carcassola Giacomo Filippo. Legato di L. 5900. Testaniento 18 ottobre 1565. Carcassola nobile Giulio, figlio di An- tonio, con testamento 13 luglio 1715, lego L. 6000. Carcassola Giuseppe, agrimensore, con testamento 17 luglio 1843, lego L. 300. Carcassola marcbese Pompeo, figlio dei coniugi marcbese Ajitonio e Silvia Corio, nipote del monsignor Carlo Carcassola altro benefattpre dell'Ospedale, mori nell'agosto 1680, e con testamento 17 febbraio detto anno nomino erede fiduciario il duca Gabrio Ser- belloni, il quale dicbiaro di cedere I'eredita all'Ospedale, giusta le intenzioni del testa- tore. La conscgna degli enti ereditari, con- sistenti in diversi ci-editi di non troppo grande importanza, avvenne nel 1702. Ad una sua figlia naturale, fosse o non fosse sua, leg6 Scudi 3000 da esserle jjagate all'atto del suo coUocamento. Ad un figlio naturale, Gio- vanni Carcassola, lego Scudi 3C000. Lego poi ai marchesi Gabrio e Giulio fratelli Carcassola tutto cio cbe gli spettava nella eredita della madre Marchesa Silvia e della — 241 Contessa Costanza Secco Borella sua ava. AirOspcdale toccarono circa L. 2000. Cardani Ambrogio Basilio, Giun- consulto di Milano. con testamcnto 1 Inglio 1624 istitui eredi Laura Palazzi di Ini niadre ed Alessandro. Giacoiuo, Francesco Cardani di liii fratelli, coH'obLligo di pagnre all'O- spedale a titolo di legato L. 50. * Cardani Cornelia. Legato di L. 200 nel UW. Cardani Gerolamo, di 01i%-erio. Con testamento 31 niarzo 1661, istitui erede la scuola del SS. Rosario nella Chiesa di Car- dano, con un legato all'Ospedale di L. 200. * Cardano sacerdote Carlo. Legato di L. 600 nel ITPO. * Cardano Giuseppe Francesco. Le- gato di L. 50 nel 1624. * Cardano Ignazio, Chirurgo. Legato di L. 14 nel 1782. * Cardano Ottavio. Legato di L. 400 nel 1711. Cardinetto Giacomo di Giovanni Pietro, di Lissanza. con testamento 8 giugno 1629 lego « st/ravio di cosciensa Scudi 100. * Carelli Andrea. Legato di L. 47,17,6 nel 1711. Carenuni Giovanni Maria, di Lnigi, morl in Monza, dove aLitava, il 21 febbraio 1855. Furono eredi di \\\i per testamento 29 ottobre 1852 i figli nati e nascituri dell'u- nica sua figlia Annunciata avuta in costanza di matrimonio con Giuseppa Staurenghi. L'Ospedale fu da lui favorito con un legato di L. 6400. * Carenna awocato Alessandro. Legato di L. 400 nel 1785. * Carenna Giuseppe. Legato di L. 3vS,37 nel 18i-'9. Carenna Maria, di Paolo, mori d'apo- plessia, in Milano nella casa in Borgo di P. Eomana al N. 4613 il 17 aprile 1858, d'anni 75. Vedova in prime nozze di Giu- seppe Pizzini, sposo in seconde nozze Ga- leazzo Morandi. Con testamento 19 Gennaio 1852 lego L. 2000. Carenna contessa Rosa, di Giovanni Stefano, niaritata con Dionigi Aliprandi, dei Conti di Merone, mori in Milano il 26 giugno 1753 d'anni 86. Con testanaento 14 settembre 1741 leg.', airOspedale L. 5000. Careno Bartolomeo e Giovanni An- gelo fratelli, figli di Francesco, con atto 13 gennaio 1654 donarono cinque pezzi di una casa in P. Ixomana Parroi-iliiadi S. Rocco, di contro alia Chiesa di S. Pietro de'Pelle- grini vendnta jier L. 1850. Careno Giovanni Angelo, di Francesco, con testamento 21 giugno KioS lego L. 80(K\ * Careno Giovanni Angelo. Legato di L. lOa). Testamento 21 marzo 1573. * Carimate Bernardino. Legato di L. 300 nel 1675. Carimate Margherita, figlia di Gio- vanni Pietro, vedova di Stel'auo ]\Iontorfano, di Pogliano, Priora dell'Ospedale di S. Laz- zaro, altro degli Ospedali aggregati all'O- spedale Maggioro, con testamento 25 luglio 1590, istitui erede quest'ultimo al quale jiervenne una sostanza di circa L. 297. Carisio sacerdote Giovanni Battista. Sagrista della Metropolitana. Legato di L. 10 nel 1685. * Cariso Gerolamo. Legato di L. 100 ncl 1676. Carli Anna Maria, di Gerolamo, con testamento 14 ajjrile 1685 leg6 la meta del capitale di L. 1900 clie le era dovuto dal Duca Gabrio Serbelloni per servizi da lei prestati nella qualita di Gentildonna della Contessa Luigia Maria Serbelloni. * Carli Giuseppa vedova Parone. Le- gato di L. 12 nel 1786. * Carli Longoni Teresa. Legato di L. 12 nel 1784. Carlotti Maria, di Giuseppe, di Castello sopra Lecco, servente del dottor fisico A- lessandro Gazzeri di detto Comune, mori nel maggio 1843, chiamando erede con te- stamento 4 maggio 1842 il detto dottore e un suo fratello ingegnere. Per ricompensare poi I'Ospedale delle cure e della assistenza prestata ad xvna. di liri sorella gli lego L. 100. Carminati di Brambilla sacerdote Am- brogio, di Giovanni, con atto 16 ottobre 1518. dono scudi 19 d'oro del sole. * Carnaghi Cristoforo. Legato di L. 60 nel 1525. Carnago sacerdote Alessandro, di Carlo, di Carnago, con atto 17 aprile 1706, dono tutta la sua sostanza con che pero fosse cvx- rato nell' Ospedale. Mori 1' 8 maggio 1711 d'anni 59. Pervennero Pert. 24 di terra e per- tiche 15 boschi in Carnago e L. 2000. Carnago Cornelio. Segretario della col- lettaria di S. Santita, residcnto in Madrid con testamento 26 ottobre 1595 lego Reali 16000 pari a L. 90OO imp. ossia Soldi 11 e den. 3 per reale. 19 — 242 * Carnago Giovanna. Legato di L. 500 nel 1(109. * Carnago sacerdote Giovanni Antonio. Legato di L. 51 nel ISlJl. Caroello Giovanni Antonio, di Am- brogio, native di Caccivio, fornaio, con te- stamcnto 30 settemhre 1787 legi L. 500. Fu erede fidiiciario ilnobile Giuseppe Pestagalli, altro benefattore dell'Ospedale. Riservo I'u- sufrutto generale della sua sostanza alia mo- glie Maddalena Piatti. * Carpani Bernardo. Legato di L. 1000 nel 1609. Carpani Carlo, di Tillincino, contesta- mento 10 gennaio 1809 lego L. 50. * Carpani Clara. Legato di L. 25 nel 1661. Carpani Giovanni Ambrogio, mori a Civesio nel 1598, lasciando scritto nel testa- mento 3 luglio 1595 im legato di Scudi 200. * Carpani Giuseppe. Legato di L. 11, nel 1597. Carpani Lodovica, di Giov. Angelo, di Annone, istitni erede I'Ospedale della tenue .sua sostanza con testamento 7 gennaio d'anno. * Carpani Nicolao. Testamento 15 Aprils 154C. Legato di L. 55. * Carpano Ambrogio, ammogliato con Cornelia Melzi. Legato di L. 122 (mastro 1594-1598). * Carpano Carlo. Legato di L. 200 nel 1637. * Carpano Francesco. Legato di L. 12 nel 1627. * Carpano Giovanni Maria, marito di Anna Carcano. Legato di L. 150 nel 1667. Carpano Michele Angelo, figlio di Giovanni Battista, ammogliato con Giulia Parravicini, con testamento 2 Giugno 1800 e codicillo 7 marzo 1804 lego L. 6000. Carpano Orazio. Giureconsulto, con te- stamento 13 ottobre 1628, lego il credito che professava verso I'Ospedale in dipen- denza della ereditS, del Papa Pio II e}quale danneggiato nella guerra di Musso per opera di Gian Giacomo Medici detto il Medeghino. L'importo del legato risulti di L. 1322,7. Carrara o Carrera Giovanni Stefano, di Paolo , marito di Anna Cani , con testa- mento 11 Luglio 1622, istitui erede I'Ospe- dale, il quale consegui una sostanza di L. 7784. Mori, due giorni dopo di aver fatto testamento. * Cartazi Provino. Legato di L. 100 nel 1608. * Cartazzi Cesare. Legato di L. 100 nel 1628. Cartosio Antonio, di Lorenzo, con atto 2B Fehbraio 1690 dono L. 3500. * Carughi Arasmo. Legato di L. 160 nel 1498. Casali Margherita, di Andrea, lego la meti di scudi 50 che le erano dovuti da Antonio Gastiglioni, un letto di piuma, due piumazzi di lana, %ma catellana di lana rossa una let/era con colone di noce, cinque quadri, una cassa dipobbia contenente abiti oltre qual- che oggetto pre:ioso. (Testamento 21 novem- bre 1634). * Casanova dottore fisico Agostino. Le- gato di L. 12 nel 1804. Casati conte Luigi Agostino, figlio del C. Gabrio, che fu Podesta di Milano e clie ebbe tanta parte nei moti del 1848, e della nobile Luigia di Antonio Bassi , nacque in Milano il 4 giugno 1827. Nel 1846 entro nel- I'accademia militare di Torino. Tenente nel- I'Ai-tiglieria Sarda nelle due campagne 184&49 perl'indipendenza,visidistinse,guadaguando sul campo di Novara la medaglia al valore militare. Nel 1857, per desiderio del j^adre accasciato da dolorosa sventure di famiglia dovette dimettersi da Capitano di Artiglieria e ritirarsi a vita domestica. Si dedico allora a studi severi. Pubblico svariati lavori, sulla guerra di Chioggia e sulla baitaglia di Castoza. Fu prima dejDutato al Parlamento, poi sena/- tore, consultore nella consulta araldica del Regno, Consigliere Comunale, Consigliere attivissimo del Consiglio Ospitaliero dal 1863 al 1867 e poi Presidente del detto Consiglio dal 1875 al 1 novembre 1881 in cui mori, compianto da tutti i funzionari. Sposo in prime nozze Emma del marchese Lomellini Tabarca di Genova, e in secondo nozze Beatrice del no- bile Camillo Casati (1). Nel 1880 don6 L. 500 da essere impiegate nelle spese dell'arma- mentario jser il nuovo comparto otojatrico. Casati sacerdote Alberto. Canonico della CoUegiata di S. Nazaro. Con testamento 22 Giugno 1679 istitui erede il cavalier Gia- como Pozzi coll'onere di un legato di L. 400 all'Ospedale ad eventuale scarico della co- scienza sua e di suo padre. Mori nel giugno 1685. Casati sacerdote Ambrogio, con testa- mento 22 Ottobre 1620, legi L. 150. Casati Andrea. Notaio sollecitatore, fi- glio di Costanzo c Anna Bossi, marito di Agncse Visconti, mori in Milano nella casa in via del Zcnzuino al N. 539 , istituendo (I) Calvi. Famiglie notabili milanesi. — 243 — erede della sostauzu disponibilo rOspcdnlo con testamonto 23 scttcmbre 1S2G, riscrvata la lepittima all'miioa di lui fisHa Maria nia- ritata. ralzoiii. lu caus& di uua transa:iioue clie si dovotto fare oolla dotta tiglia TOspc- dale consettul solo L.1088. Mori VI 1 marzol8'29. * Casati Annibale. Legato di L. -ia> nel 157;>. * Casati Antonio Maria. Legato di L. 25 nel 1727. Casati Bartolomeo, di Giovanni Gia- conio e Antoiiia ragiioui, mori il 12 mag- gio 1585 e con testanieuto 7 aprile 1584, istitui erede 1* Ospcdale, il quale consegul circa L. VOOO. * Casati Bernardo. Legato di L. 100. Te- stanieuto 3 agosto 1542. * Casati Carlo Giuseppe. Legato di L. 200 nel 1770. * Casati Cesare. Legato di L. 25 nel 1626. Casati Cesare, figlio di Bernardino, di Monza, niarito di Maddalena Yimercati,mori in detta citta il 15 luglio 1697. Con testa- mento 22 aprile 1693 istitui eredi le madri del monastero di S. Orsola di Monza con sosti- tuzione a favore dell' Ospedale, nel caso in cni non volessero accettare I'eredita. Le mo- Tiache la ripudiarono per cui fu raccolta dairOspedale, il quale consegul una rendita annuale di sole L. 115. Negli anni 1671-1675 e 1679 fu fabbricere e tesoriere della fab- brica di S. Giovanni Battista di Monza. * Casati Cristoforo. Legato di L. 300 nel 18<:4. Casati Ercole. Giureconsulto, figlio di Annibale, con testamento 10 giugno 1603, lego alcuni beni in Vimodrone del valore di circa L. 300 e L. 300 in danaro. Casati Ferrandi, di Filippo , con testa- mento 20 gennaio 1626 leg6 L. 300 a sgravio di cosrirn za. Casati Filippo, di Arcore. Legato di L. 100. (Testamento 13 ottobre 1624;. * Casati Francesco. Legato di L. 150 (mastro 1584-1586;. * Casati Galeazzo o Ambrogio fratelH. Legato di L. 12^ nr-l 1721. * Casati Gasparino. Legato di L. 25 nel 1492. Casati Gerolamo, di Francesco e Aurelia Calchi, marito di Lucrezia Tosi, con testa- mento 18 maggio 1623 istitui erede per una metk rOspedale e per I'altra meti i Padri Re- golari di S. Antonio. La sostanza da lui ab- bandonata consistette in due case in Milano una ill via Tro Ro o Taltra in via S. Nico- lao, e in uii capitalo di L. 76i30 .*ul banco di S. Ainbrogio e quindi un importo comples- sivo di circa L. 18000 delle quali L. 9000 toccarono airOsjicdalo. Casati Giovanni Alimenti, figlio di Giovanni Giaconio c della nobile Lucrezia Negri, con testamento 16 luglio 1524 leg6 L. 100 alPanno vita durante degli eredi di lui Pietro Paolo e Giovanni Michele fratelli Casati, suoi nipoti, e figli natural! del di lui fratello Raffaelc. Casati marcliese Giovanni Paolo, Giu- reconsulto, nacque dai conjugi marcliese Fran- cesco e nobile Dejanira Elisabetta Delfi- noni il 2 agosto 1650. Fu Vicario di provi- sione negli anni 1683 e 1690. Provicario del banco di S. Ambrogio e nel 1687 luogote- nente regio. Mori celibe nel 1691 a Madrid e fu erede di lui il nipote marcliese Fran- cesco Casati figlio del marchese Giulio suo fi-atello con un legato di scudi 500 a favore deirOspedale. * Casati sacerdote Giovanni Andrea. Ca- nonico.Lego una casa a S. Stefano in Nosiggia. * Casati Giovanni Francesco. Legato di L. 168 nel 1555. * Casati Giuseppe. Legato di L. 1000 nel 1611. * Casati Giuseppa. Legato di L. 300 nel 1806. * Casati Guido. Legato di L. 150 nel 1582. Casati Orazio, di Giovanni Battista, con atto 5 dicembre 1616 doni L. 1200. " Casati Paolo. Legato di L. 32 nel 1477. Casavecchia Giacomo, sopranominato Casaledij di Gerolamo, con testamento 30 ottobre 1658 lego il capitale di L. 1300 im- piegato presso il Banco di S. Ambrogio, ri- servato I'usufrutto alia moglie di lui Cali- donia Santagostino. Casera Angela, con scrittura d'ultima volonta, fatta mentre si trovava malata nel- I'Ospedale, istitui erede I'Ospedale stesso, il quale consegul circa L. 1200. (Testamento 17 ottobre 1679i. * Casiraghi Ambrogio. Legato di L. 20 nel 1789. Casiraghi Benedetto, con testamento 12 settembre 1812 lego L. 600. Casnedi Tomaso, Tenente generale di Cavalloria, favor! I'O.spedale con un legato di Scudi 150 con testamento 13 marzo 1693. * Cassago Giovanni. Legato di L. 50 nel 1710. — 244 * Cassano Giovanni Giacomo. Legato di I., li;. 'I'cstaineiito !» Kiu^niu 1503. Cassano sacerdotc Isidoro, Parrocodella Oiiesa di S. Caliinero di Milaiio, figlio di Andrea, con testamento 29 ai)rile 1647 legi ].. 150. Cassina Caterina. Legato di L. 498 nel 1G34. * Cassina Giovanni Battista. Legato di L. 50 iiel 1T22. Cassina Pietro Antonio, moii in Mi- lano il 27 mai-zo 1825. J^egato di L. 4(X), te- stamento 29 settembre 1817. Cassinella Anna Maria, di Pietro, gc- novese, niai'itutacou (jiovanni AntonioRoddi, con testamento 20 gennaio 1635 leg6 L. 125. Castano DonatO, detto Pessano, di Pie- tro, niarito di Paola Montevecchia, tenne aperta col mezzo di un rappresentante una bottega da mercante in Roma. Con testa- mento 14 ottobre 1519 istitui erede I'Ospedale. * Castano Margarita, vedova di Virgilio Crivelli. Legato di L. 950 nel 1510. * Castano Maria Caterina. Legato di L. 50 nel 1583. Castelbesozzo nobile Carlo Ortensio, figlio di Antonio e Gerolama Arconati, Feu- datario di Besozzo, marito della nobile Ruf- fina Sarmicnti, mori a Novara, dove due gior- ni prima disjiose della sua sostanza, cliia- mando erede I'Ospedale di Milano, riservati a favore della moglie i beni da lui posseduti in Cesirone. L'Ospedale rinuncio all'eredit^ dietro il pagamento di L. 1000. Castelbesozzo nobile Ottavia, di Aure- lio, vedova di Galeazzo Canevesi, di Figino, parente del suddetto Castelbesozzo nobile Carlo Ortensio, con testamento 22 febbraio 1660 leg6 alcvmi beni in Limbiate, ai quali I'Ospedale vi rinuncio per il prezzo di L. 3300. * Castelfranco Agostino. Legato di Li- re 100 nel 1580. * Castelfranco Gerolamo.Legato di L. 720 nel 1G28. * Castelfranco Giovanni Battista. Le- gato di L. 200 nel 1592. * Castellazzo Andrea. Legato di L. 11 nel 1552. Castelletti Caterina, di Domenico, ve- dova di Abljondio Do Ercole, con testamento 20 settembre 1584, istitui erede I'Ospedale della tonne sua sostanza. Castelletti Giovanni Pietro, figlio di Beltramino, lego L. 16 con testamento 5 ot- tobre 1566. Castelli Arcangelo. Legato di L. 200 nel ini;!). Castelli Battista, detto di Como, di Fran- cesco, con testamento 3 gingno 1554 cliiam6 erede I'Ospedale, col vincolo deirnsufrutto gencrale a favore della di lui moglie Isa- bella Frnncesca Barbiroli. Castelli Carlo. Legato di L. 1500 nel 1796. Castelli Carlo, di Giovanni Battista, ori- ginario di Menaggio, mori nel gennaio 1708 chiamando ereue con testamento 9 luglio 1707 il sacerdote D. Giorgio Serponti, regio du- cale canonico della Chiesa di S. Maria della Seal a, con un legato all'Ospedale di L. 100, Castelli Carlo. L'Osjiedalo ebbe da lui un legato di cento Zeccliini per disposizione testamcntaria 8 gennaio 1797. Castelli Carlo Rocco, figlio dell'Inge- gnere Carlo Maria e di Giacoma Maria Pa- rucchetti, di Induno, mori celibe il 28 di- cembre 1804 nclla casa succursale dell'Ospe- dale Maggiore in S. Antonino. Con testamento 10 dicembre 1808 chiamo erede, in segno di gratitudineper labuonaassistenzaprestatagli I'Ospedale Maggiore, riservato pero un de- cimo a favore di Marco Antonio Negri, A- gente dell'O.sjjedale a Ganna, e di lui ese- cutore testamentario. 'L' Cspedale rinuncio nel 1820 I'eredita ai successibili ex lege accontentandosi di L. 1800. * Castelli Cristoforo. Legato di L. 10 nel 1491. Castelli Francesco , Architetto , con testamento 6 dicembre 1692 leg6 L. 700. Castelli sacerdote Giovanni Agostino dono nel 1690 L. 3500 coll' obbligo di far celebrare 100 messe ai Santi Angeli Custodi, secondo la sua intenzione. Castelli Giovanni Pietro, leg6 L. 1300 con testamento 1 gennaio 1653. Castelli Giovanni Paolo, di Giovanni Battista, rimasto vedovo di Angela Casti- glioni, spos6 Angela Maria Manzochi. Mori nel luglio 1618 e con testamento 15 aprile 1617 i.stitui erede I'Ospedale col peso di varii Icgati a favoi-c di Cbiese. * Castellina Angela. Legato di L. 130 nel 1G73. Castellina Caterina, figlia di Francesco, vedova in prime nozzo di Giovanni Pietro de Medici, in seconde nozze di Pietro Mar- tire ]\Iascheroni, spos6 in terze nozze Claudio Carrettone, questi ultimi due benefattori del- rOspedale. Con atto 26 maggio 1628 dono L. 6000 coll' onere di corrisponderle vita 245 — durante L. ilW. Dne anni dopo doiio alcuni stabili in Magenta col peso di cor- rispondere a lei c al niarito Claudio Carret- tone i canoni d'affitto. Nello stesso anuo, avendo 60 anni, donii altre L. 2000 in cou- sidera'.iimedrlle tiyr/fuduccfssita dcU'Osprdali: Mori 11 15 dicenil)re lGo9 (1). * Castellini Antonio. Legato di L. 100 nel ITS-l. Castellini Giovanna, con codicillo 15 Maggio 1714 logo L. -IikaK * Castellini Giuseppe. Legato di L. 25 nel 177!". * Castellini Giuseppe. Legato di L. 20 nel 17!r>. * Castelnuovo Antonia Maria. Moii neirOspedale il 2 aprile 1653, legato di L. 60. * Castelnuovo Bartolomeo, farmacista. Mori il 6 novenihre 1521. Fu erede I'Ospe- dale al quale jiervenne una piccola casa in Milano in Tia Pantano affittata per L. 50. * Castelsampietro Alessandro. Legato di L. :5<> nrl 17Si) ^cartel di ultima volonta 1644). (ij M. C. i63<)-i64J. Fog. 39S. Castiglioni contessa Elena, dei mar- chesi Castiglioni, figlia del niarcheso Goro- lanio e di Isabella Stampa, spos6 in prime nozze il Conte Giovanni Antonio Castiglioni in secondo nozzo il Nob. Antonio Besozzi, clic niori il 23 giugno 1814. Era la niadre della benefattrice dell'Ospedalo Bosozzi Figliodoni Camilla, che fu erede di lei colla sorella Anna Besozzi Vismara, i figli della pre- defunta figlia Maria maritata col conte Fran- cesco Taverna. Mori il 24 agosto 1821 d'anni SO legando alTOspedale con testamento 10 luglio 1818 L. 700. Castiglioni nobile Federico, del 110- bilo Giacomo, Direttore dello Stabilimento delle Pericolanti, mori celibe, d'anni 32 il 30 ottobre 1882 nell'Ospedale, dove fu rico- verato in conseguenza di lesioni rii:)ortate scendeudo da uu Tramwai. Con testamento di tre giorni jirima, negli atti del notaio D. Antonio Laurin, istittii erede della parte legittima la madi-c nobile D. Marianna Bo- nola e della di.sponibile le sorelle Giusep- pina, Lodovica e Teresa, con un legato a I'avore dell'Ospedale di L. 3000. Fu uomo modestissimo, di carattere mite, di buoni princijiii e senipre cortese. Castiglioni Filippina. Legato di L. 40 nel 1508. Castiglioni sacerdote marchese Fran- cesco Abbondio, figlio di Gerolamo e di Guida Francesca si distinse per una fe- lice disposizione alia poesia; una giovine d'alto lignaggio, di cui era invaghito, offriva i piu deliziosi argomenti alia sua fantasia, ma abbandonate in seguitoleinclinazioni pro- fane, si rivolse a trattare la poesia con ar- gomenti sacri. Alcune di queste produzioni furono pubblicate da Matteo Castiglioni. Nel 1551 ebbo in commenda I'abbazia di S. Abbondio di Como e nel 1562 fu nomi- nato Vescovo di Bobbio da Pio IV suo con- cittadino. Intervenne in tale qualita al con- cilio di Trento e nel 1565 fu eletto Cardi- nale. Mori in Eoma il 14 novembre 15G8, d'anni 45 e fu cola sepolto. Benefico il Col- legio Castiglioni fondato dal Cardinale Bran- da essendosi anche occupato di introdurvi utili riforme (1). Con testamento 8 novem- bre 1568, leg6 a tutti i Luogbi Pii di Milano Scudi 200 d'oro. * Castiglioni Francesco. Legato di Li- re 210 nel 1588. Castiglioni sacerdote Francesco Ber- (I) Opera del Litta. 246 — nardino, di (Tiovaimi Maria, Canonico della Cliicsa di S. Giovanni in Monza, con atto 5 marzo 16G5 don6 un campo di Pert. 1) in Cislago e un credito di L. 800, coll'obLligo di corrisjjondergli vita durante i frutti. II canipo in Cislago t'u venduto nel 16G2 al marchese Galeazzo Maria Yisconti per L. 390. Castiglioni Francesco Maria, con te- stamento 15 settembre 1667 istitui erede la figlia Clara coU'onere di un legato di scudi 50 airOsp,edalc. * Castiglioni Gerolamo. Legato di L. 26 nel 1531. * Castiglioni Giacomo. Legato di L. 2400 nel IGOO. Castiglioni Giovanni Angelo. Notajo, figlio di Giovanni Fermo, con testamento 9 settembre 1599 istitui erede Guarneri Casti- glioni di lui fratello, con un legato agli altri suoi fratelli Pompeo, Lodovico e Francesco di soldi 10 per ciascuno. All'Ospedale lego tutte le pretese che egli aveva o poteva avere verso i detti Lodovico e Pompeo. * Castiglioni Giovanni Francesco. Le- gato di L. 800. Testamento 12 niaggio 1513. * Castiglioni Giovanni Francesco. Le- gato di L. 353,18 nel 1575. Castiglioni .conte Giovanni Giacomo. Giureconsulto, figlio di Giacomo Antonio, conte Palatino pontificio ed imjoeriale, ma- rito di Aurelia di Bassano Porroni, con te- stamento 29 settembi-e 1603 istitui erede la figlia Bianca Lucia, la quale sposo in prime nozze Filippo Malombra, in seconde nozze Lodovico Mazenta giureconsulto, e in terze nozze Gaspare Torriani. L'Ospedale fu da lui beneficato con un legato di L. 3000. Mori nel 1605. * Castiglioni Giovanni Pietro, di Signo- rino, morl nell'ottobre 1500, legando L. 100 all'anno in perpetuo. Castiglioni nobile Giulio, con testa- mento 26 novembre 1729 lego L. 1000. Castiglioni sacerdote Giuseppe, figlio di Gerolamo, mori il 6 marzo 1825. Lego L. 4000 con testamento 3 luglio 1824. * Castiglioni Giuseppe Domenico e Gaspare fratelli, Legato di L. 30 nel 1804. Castiglioni sacerdote Guglielmo, figlio di Marco. Con testamento 28 aprile 1476 lego fiorini 50 da soldi 32. Castiglioni Lucia, moglie di Ambrogio Ganna, cantiniere dell'Dspedale, don6 Li- re 1200. :Mori il 31 dicemln-e 1669 Castiglioni Margherita, di Marco An- tonio, vedova di Giovanni Corrado De Stof- Ibli, morl di peste lasciando il testamonta 29 higlio 1630, col quale cbiamA erede I'O- spedale che raccolse una sostanza di poca consistenza. Lego a Barbara Corrada de Stof- foli figlia illegittima del di lei marito L. 300. Castiglioni nobile Maria Anna, figlia del conte Antonio Gottifredo e della contessa Antonia Bizzozzeri, vedova del nobile Giu- seppe Meraviglia, mori in Vighignolo, in casa del projirio figlio Cesare, Parroco, il25gen- naio 1823, lasciando la sua tenue sostanza ai figli e legando L. 600 all'Ospedale con testa- mento 4 agosto 1819. * Castiglioni nobile Onorato, Protofisico. Legato di L. 250 nel 1678. Si Jiamotivoper credere che egli abbia prestato i suoi ser- vizii anche alTOs-pedale. * Castiglioni Pietro Antonio. Legato di L. 600 nel 1622. Castiglioni Pietro Maria, Medico, co- me il padre di lui Francesco, sposo [Clara Scagna. A 24 anni pubblico un prime lavoro col seguente titolo : Responsio ad Ludovici Septalii juditium de Margaritis. Mediolani apud Feriolum 1618. Quattro anni dopo diede alle stampe un altro lavoro intitolato : a Admiranda naturalia ad renum calculos curandos. Mediolani apud Gratiadeiim Fe- riolum 1622. )i Dopo 7 anni divulg6 questa altra u De Sale, ejusque viribus. Mediolani - presso il suddetto Feriolo. - A riguardo de' suoi meriti e del padre ancora fvx eletto dalla Maesta del Re Cattolico generals pro- tofisico dell'esercito in Lombardia. Parl6 di lui Gerolamo Borsieri in questi sensi u Pietro t< Maria Castiglioni giovane di molto sjjirito " clie ha fatto la ris^^osta al Settala, percio u ei va parimenti scrivendo circa la propria " professione, massime per quei rimedii die « possono trarsi dal vino. Era fratello del u famoso e distinto letterato D. Valeriano a Castiglione " Mori nella verde eta d'anni 35 di febbre acuta maligna il 27 ottobre 1629. Con testamento di sette giorni prima istitui erode il fratello Giulio coll'obbligo di adempire tutti i legati e Ic sue disposi- zioni con sostituzione a favore deH'Ospe- dale nel caso di trasgressione o inadempi- mento. L'erede incorse nella penalita per cui dovette rilasciare all'Ospedale I'ereditii. In seguito si e addivenuto coll'erede stesso ad una transazione in forza della quale gli fu- — 247 — rono rilasciati alcuni boni in tcrritorio ili Garegnano e Cassiuo. L'Ospedale consegui hefx poca co-^a. Castoldi Alberto, diCJiovanni Battista, con testanionto i2 1 agosto llUVS chiamo crecl(> la inadre ^^argarita Giussani, con uu legato ili Sciuli 10 d'oro aH'Ospedale. * Castoldi Angelica. Logato di L. 240 nel Itv^l. * Castoldi Giacomo. Legato di L. 17 iiol 14Sr>. * Castoldi Giovanni Battista. Legato di L. bw 11. 1 ir.nr«. * Castoldi Giuseppe. Legato di L. 15 nel ITPl. Castoldi Nicolao, di Cnstoforo, con te- staniento 28 Agosto 1580, leg6 L. 25. Castoldi sacerdote Pietro,canonico della cLicta di 8. Stclano in Mariano, con testa- mento 19 t'ebbraio 1T(U, legi L. 150. * Castorio Giuseppe. Legato di L. 150 nel 1725. * Cattaneo sacerdoto Bartolomeo. Le- gato di L. 150 nel 17S(i. * Cattaneo Bernardino. Mori nel Inglio 1534 lasciando erode rO:79 lego scudi 100. * Catterini Nicold. Penitenziere del Duo- mo. Legato di li. 1:50 iiol 16G8. Cavadini Teresa, moglie di Majocclu Gaetano, altro benefattore dell'Ospedale, con testaniento 1 dicemltrc 1819 leg6 L. 600. * Cavaleri Ambrogio. Legato di L IG nel 1471. Cavaleri Ambrogio, figlio del segre- tario ducale Francesco, marito di Elisabetta Dugnani, con testament© 11 ottobre 1496 leg6 fiorini 10. * Cavaleri Luigi. L' Osj^edale eredito da lui nel 1528 circa L. 9000, valoi-e di alcuni diretti domini. Cavaleri Luigi, figlio di Ambrogio, con testaniento 8 ottobre 1525 lego L. 100. Cavaleria Gaspare, nobilo spagnuolo, figlio di Alfonso, con codicillo 13 maggio 1540 leg6 all'Ospedale del Broglio scudi 30 d'oro. La disposizione fu cosi espressa. Le- gavit et legat et jure legati relinquit hospitali pauperum laborantiuni morbo galico nuncu- pato Iwspitali de Brolio Mediolani existenti in porta liorientale parochice sancti Stephani in brolio et prope prcefatam ecclesiam sancti Ste- phani in brolio alia scuta triginta auri. Cavallini Maria, figlia di Giovanni An- tonio e di liosa Beretta, mori a Desio, sua patria, il 17 ottobre 1852 in istato nubile. Dispose con testaniento 21 Giugno 1839 un legato di L. 3000 a favore dell'Ospedale. Cavallotta Chiara, con testaniento 8 di- cembre 1665 istitul erede I'Ospedale della tenue sua sostanza. Cavallotti Giacomo Antonio, con te- staniento 23 settenibro 1774 legu L. 600. Cavanna Giacomo Raflfaele, di Nonio novarese, servitore, luori Dell'Ospedale il 18 aprile 1750 e con atto di ultima volonta 4 detto aprile legu alio stesso L. 140. * Cavanna Martino. Legato di L. 60 nel 1624. * Cavazzo Giacomo. Legato di L. 132 nel 1628. * Cavenaghi Decio, figlio di Ferrante e di Isabella Bussctti, dei conti di Trezzo, mori celibe legando L. 300. * Cavenaghi Giovanni. Legato di L. 282 nel 1538. Cavenaghi nobilo Lucio, figlio di Ni- colo e di Isabella Comneno, capitano di fan- teria nel 1573, marito di Celidonia Visconti Borromeo, dalla quale eblje due' figli Gio- vanni Luca ed Ottavia, con testamento del 1590 l(>f;u L. 200. Cavenaghi Paolo. Mercante, con testa- niento 13 Giugno 1524 istitui eredi I'Ospe- dale ed i di lui fratelli Battista, Nicolao e Lodovico. * Caverzago sacerdote Giacomo. Legato di L. 4323.16 nel 1661. * Cavezzali Giacobino. Dono nel 1491 L. 3(X). ■" Cavezzali Giacomina. Legato di L. 114 nel 1501. ■'■ Cavezzali Giuseppe. Legato di L. 60 nel Ifwl. Cazzaniga Giovanni, figlio di Antonio e di Marta Leinati, rivendugliolo nel borgo degli Ortolani, dove mori il 5 novembre 1818 cliiamando erede con testamento 20 ottobre detto anno I'Ospedale, cbe consegui circa Li- re 5448 coU'obbligo dell'usufrutto generale a favore della moglie Maria Antonia Gaffuri. * Cazzaniga Guglielmo. Legato di L. 10 testamento.... settembi-o 1523. * Cazzola Abbondio. Legato di L. 150 nel 1669. Cecilia Cristina. Legato di scudi 4 (te- stamento 14 novembre 1674). * Cedrini sacerdote Ignazio. Legato di L. 12 nel 1798. Cellina ROCCO, ragioniere, figlio di Giu- seppe, leg6 L. 1360 con testamento 23 ago- sto 1808. Lego inoltre annue L. 230 a favore di un medico che si fosse assunto di curare gratuitamente almeno due volte la settimana i malati del comune di Gemonio. Fu sepolto nel Cimitero di P. Vercellina dove fu coUo- cata una lapide con questa iscrizione : QUI GI.VCE Rocco Cellina NATivo DI Gemonio IN Yalcuvia AGRIMENSORE I'UIUiLIfO RAG10N.\T0 E CANCELLIERE DEL CENSO - RAGIONIERE GENERALE DELLA PUHKLICA BENEKICENZA PRESSO IL MINISTERO DELl' INTERNO DEL REGNO d' ITALIA AMATO D\ TUTTI PER LE SUE OTTI.ME QUALIT.V MORI A .MILANO IL DI 24 AGOSTO MDCCCVIII NELLA KRESCA ET.V d'aNNI 37. Ceppi Giovanni Battista, figlio di Am- brogio, con testamento 15 dicembre 1630 lego scudi 55 a scarico della cosciensa sua e dell/'- priiiia di li'i uiuglie Angela Ciserana. * Ceppi Michele. Legato diL.i25 nel 1782. — 249 Cereda Giovanni Battista, di Giovanni Pietro, di Rogeno, con ntto 'JOdiconibre 16211, dono una ptzza di terra in Villincino o un'nl- tra in Incino c Bavzat;o del valoro di circa L. 'JOl;'. * Ceresa Maria. Legato di L. 185l» nel IGTS. * Ceresa Pietro Maria. Legato di L. (Jl nel ITT'J. Ceresa Pietro Maria, figlio di Gaspare, nel 1612 versO) nella cassa dell'Ospedale la souinia di L. 40C0, sotto condizione clie gli venisse corrisposto vitaliziarmente I'inte- resse del 7 1[2 per cento o con testaniento 17 luglio 1021 leg6 all'Ospedale stesso due parti delle tre della sua eredita da pagarsi dalla scuola di S. Caterina da Siena eretta nella Metropolitana. Ceresoli Luigi. Legato discudi 500(te- staiiuiito 12 otti'lire 1C>41). * Ceriani Giuseppe. Legato di L. 50 nel 1074. * Cermelli Lorenzo Capitano. Legato di L. ;?«X1 nel Itiii^. * Cermelli Michele. Legato di L. OOO nel 1710. * Cermenati Angelino,(letto della '^v-nV, legato di J>. Ill ncl 1")17. * Cermenati Giovanni Andrea. Legato di L. II II nil l.Vj:;. Cermenati Giovanni Paolo, lego una casa in Milano, in P. Vercellina, Parroccliia di S. Pietro alia Vigna. col vincolo delVusu- frutto a favore di Giovanni Battista Peraneo sue nipote, 11 quale mori uell' Aprile 1G35 (t«stamento 18 Giugno 1630). La casa fu ven- duta nel 1635 a 'Giuseppe e Cesare ' fratelli Gallarati per L. 400(.\ Cermenati Paolo, di Francesco, con testaniento 26 gennaio 1621, lego una pezza di terra nei CO. SS. di Milano in Borgo della Trinita denominata la Vigna della Graffignana. Cerri Caraillo. Legato di L. 3m nel 1591. Cerri sacerdote Giovanni Antonio, parroco di Vigano, figlio di Giovanni Bat- tista, mori alia metii di uovemLre dell'anno 1755 destinando la sua sostanza a favore dei poveri di Vigano e deH'Ospedale Maggiore, al quale toccarono circa L. 1150. Fra le o- pere di pieta da lui istituite ha\-\i quella delle mission! da tenersi in ogni settennio nelle chiese di Gaggiano, di S. Pietro Cu- sico, in Vigano ed in Cisliano dai Padri Oblati di llho. Cerri Giovanni Francesco, mori in Milano il 12 foU.raio 1611, logan'do L. 500 (testaniento 22 Luglio 1610). Ceruti Antonia, di Giuseppe, vedovadi Melcliiorre Chiappa, della Bettolina, .sotto la ])arrocchia di Vigcntino, istitni erode I'unico figlio Baldassare Chiappa con un legato a favore deirO.spedale di L. 3000, costituito da un credito dotalo di lei. (Testamento 28 Luglio 1759.) Ceruti Fernandez Clara, prevedendo il caso clie potesse niorire nell'O.spedale, ci6 che avvenne il 14 Agosto 1713, lego alio stesso L. 300 in scr/no di (jycilititdinc per le cwc prcslaleJe. (Testaniento 26 giugno 1713). * Ceruti Francesco. Legato di JL,. ;?nnol 1790. Ceruti Rosa, tiglia di Francesco, niori nubile il 26 gennaio 1830 disponendo nu legato di L. 1200. * Ceruti Sebastiano. Legato di L. BOO nel 1791. Cesa Adriano, figlio dl Simone, orinndo Olandese, mori d'anni 85 in Milano per cun- grena ad un jjicde il 25 agosto IGIO, legando con testamento 16 gennaio 1601 L. 200O. * Cesarani Cristina, ex monaca. Legato di L. 19 nel 1818. Cesati sacerdote Carlo. Canonico della CoUeggiata di S. Lorenzo di Milano. Con testamento 27 niarzo 1669, chiamato erede il sacerdote Orazio Bornierio, proposto della detta Collegiata, lego L. 300 all'Ospedale. * Cesati Caterina. Legato di L. 50 nel 1570. * Cesati Cristoforo. Eredita del valore di L. 400 nel 1669. * Cesati Ercole. Legato di L. 300 nel 1614. Cesati Federico, figlio di Giovanni Battista e di Anna Fioroni, con testamento 22 novembre 1722 istitul erede il fratello Antonio, altro benefattore dell'Ospedale, con un legato a favore dell'Ospedale stesso di 1000 .scudi in su(fr(ujio dell' anirna sua. Voile essere sepolto nella Cliiesa delle Gra- zie, avanti alia cappella della Madonna del Rosario con questa iscrizione mortuaria da lui dettata : Monumentum cinerum secjrcturii Fcderiri Cesati et snorum. * Cesati Francesca, morta nell'Ospedale di S. Dionigi. Legato di L. 718 ncl 1630. * Cesati Giovanni Ambrogio. Legato di L. 100 nel 1622. Cesati Pietro Paolo, di Stefauo, non avendo avuto figli dalla moglie Lucrezia Suola, dono all'Ospedale nel 1614, la meta indivisa di una casa in Milano, in P. Orien- 20 — 250 tale, Parrocchia di S. Michele. Mod d'anni GO il 31 agosto 1617, lasciando erede un suo nipote. Chabanne Maria. Mori nella casa in Milaiio, ill Via i'attari al N. 5G5 il 5 fob- l)raio 1820. La di lei sostanza fu raccolta da un fratcUo e da una sorella di lei, col- I'oiiere di un legato di L. 1500 all'Ospedale (testamento 25 marzo 1813.J In vita fees varie sovvenzioni aU'Ospedale. Chiappa Giovanni Battista, figlio di Lazzaro niarito di Anna Ilossona, mori 11 22 ottobre 1743, beneficando I'Ospedale con un legato di L. 4000 (testamento 21 ottobre 1743).' Chiavelli Antonio, droghiere, con do- micilio in Via S. Eaffaele al N. 1015, lego L. 12 nel 1788. * Chicheri Giovanni Pietro. Legato di forme 153 di formaggio di Bellinzona del peso di K. 1100 a L. 70 il cento nel 1605. * Chieppi Giovanni Battista. Legato di L. 300 nel 1635. * Chiericoni Alberto. Legato di L. 10,16 nel 1572. * Ghiesa Giovanni. Nel 1639 dono alcuni stabili a Vedano nffittati per L. 260. * Chiesa Giuseppe. Legato di L. 50 nel 1820. Chiesa Marta, di Andrea, vedova di Giovanni Battista Cioca, mori nel 1626 e fu erede di lei, in forza del testamento 3 luglio 1616 I'Ospedale. * Chiesa Teodora. Legato di L. £0 nel 1822. Chignolo sacerdote Giovanni, Parroco di S. Paolo in Comi^ito, con testamento 6 aprile 1650, lascio la sua sostanza al L. P. denominato del Deposito nella citta di Mi- lano, col peso del legato di L. 2000 all'O- sj^jedalo. * Chiocca Elisabetta. Legato di L. 200 nel 1507. * Chiocca Nicolo. Legato di L. 200 nel 1590. Chionetti Giovanni Battista, mentre si trovava ricoverato nell'Ospedale nella crocera degli scalini, fece il testamento 7 agosto 1601, col quale istitui erede la so- rella Angela, con un legato all'Osjjedale di L. 100. Lasci6 vedova Angiolina Do Baratti. '* Chivati Gerolamo. Legato di L. 16 nel 1594. Chiverni Luigi. Con testamento 28 lu- glio 1852 lego L. 100. * Ciamone Antonio, l^egato di L. 400 nel 1<;09. *• Ciceri Giovanni. Con atto 8 febbraio 1519 dono L. 4fKKi. Ciceri Isabella. Voile dimostrare la sua riconoscenza all'Ospedale per averla curata nella crocera degli incurabili, coll'istituirlo suo erede della poca roba che possedeva e di L. 108. i'T(!stamento 16 agosto 1693.) Ciceri Maria, figlia di Andrea e moglie di Melchiorre Bonini, leg6 L. 600 in rico- noscenza delle cure prodigatele. (Testamento 10 febbraio 1646). * Cicogna Alessandro del Conti di Pal- trengo, ILglio di Giusejipe e di Maddalena Cittadini, dei 60 Decurioni della Citta di Milano, gentiluomo di Camera, mori il 19 agosto 1792 beneficando I'Ospedale con un legato di L. 1500. Cighera sacerdote Pietro, Oblato di S. Sepolcro e Prefetto della Bil)lioteca Am- brosiana, mori il 22 luglio 1823, d'anni 65, e con testamento di due giorni prima chiam6 eredi i nipoti Marco e Pietro fratelli Ci- gliera, imjDonendo loro I'obbligo di jiagare airOsjjedale il legato di Scudi 50. Cilio Luigi. I figli ed eredi di lui, Car- I'Ambrogio, Bai-tolomeo e Carlo Cesare, pa- garono all'Ospedale il legato di L. 50 per disi^osizione testamentaria 30 ottobre 1699. Cimbardi Antonio. Legato di L. 100 nel 1801. Cinquanta Rosalinda, vedova di Fer- rario Giacomo, mori in Melzo il 1 agosto 1830. In forza del di lei testamento 27 luglio detto anno 1" Ospedale e^ibe il legato di L. 4000. * Ciocca Giovanni Antonio. Legato di L. 16,10 nel 1551. * Ciocca Veronica. Legato di L. 50 nel 1669. * Cipriani Kicolo. Legato di L. 500 nel 1587. ■■■ Circone Giacomo. Legato di L. 200 nel KWli. * Ciserano Ambrogio. Legato di L. 14 nel ](;85. * Ciseri Maria. Legato di L. 6no nel 1647. * Ciseri Ottavio. Legato di L. 1000 nel 1601. '■' Citerizio Bernardo. Legato di L. 714 lirl K'.do. •■ Cittadini Ambrogio. Legato di L. 33 uel 1527. Cittadini sacerdote Francesco, vcscovo 251 — di Castro, Giureconsulto, figlio 'di Luijji, con testamonto 2^) marzo 11)07 istitui eroile Giovanni Angelo Cittadini di lui uij)ote, banchieie ed altro dei GO Decuvioni, figlio di Giovanui Donate, tVatello del testatore, con un legato a iavore deU'Ospedale di Itrente 4 di vino per anui due. Cittadini Giovanni Giacomo, figlio di Filippo, die tu nuncanto di lana e tintore come I'avo. Con testaniento 2'2 ottolne 152-4 leg6 un fitto livellario di h. 200 assentato sn staliili in Castelletto di Rosate. Citterio marcliese Giuseppe. Legato di L. 30<^ (testaniento 8 ottobre 1774). * Citterio Maria vedova Cittadini. Legato di L. 150 nel 1798. Citterio Michele, i.stituito erede Gio- vanni Battista Maiiani, lego all'Ospedale con testamento 14 maggio 1648 L. 150. Civati Claudio, per disposizione veibale I'erede di lui veisc") nella ca.'^sa dell'Ospedale il 17 febbraio 16*>4 la soninia di L. 600 a ti- tolo eleniosina. * Civati Galeazzo. Legato di L. 40 nel l.T<>0. * Civati Giacomo. Legato di L. 32 nel 1506. Civelli Caterina, avendo ritenuto che I'unico di lui liglio Michele Angelo fosse morto stante la prolungata di lui assenza, donava, con atto 18 dicembre 1663 la di lei sostanza all'Ospedale. H figlio ricomi^arve e qnindi TOspedale dovette retrocedere la so- stanza, conseguendo a titolo di eleniosina sole L. 300. * Clerici N. canon ico di S. Ambrogio, le- gato di L. 15 nel 1773. "^ Clerici sacerdote Alessio ex certosino. Legato di L. 600 nel 1798. * Clerici Carlo. Legato di L. 3000 nel 1705. * Clerici Airoldi Chiara. Legato di Li- re 19.19. Tfsrainfiito rimTAi.K I>KI.LA CONTESSA ClAI'DIA BlC.I.I - N.VTA Cl.KUHI DAMA IIEI.I.A f'RorK STKr.I.ATA VIETO I'ER TESTA.MKNTO i.E I'OMPE KrNKnin E (;i.i Ki.oc;i MA U. NOME rHlAKlSSlMO RICORDA I.\ riA. I.A nENEKICA, LA .SAC.CIA LA DA TfTTl VENERATA - MATRONA INCOMPARAlill.K VISSE ANN! OTTANTOTTO MdRI II. flloRNci 7 niTOHRE 1824. Clerici Cristofor6. Lc figlie ed eredi di lui Isabella e ^^laddaleiia pagarono all'O- spedale il 30 aprilo 1597 L. 1000 a titolo di legato. Clerici Francesco, figlio di Giovanni Paolo, soj)ranoiiiiiiato il Torrino, scarpellino , come il jJadre, spos6 Laui'a Yisconti, la quale nel 1670 dono la sua sostanza all'Ospedale. Con testamento 14 maggio 1G70 il Clerici istitui erede I'OsiDedale, al quale pervennero L. 2109. Clerici Gaetano,figliodelcausidico Fran- cesco, uiori in Milauo nella casa in via del Durino N. 426 il 14 inarzo 1850, lasciando scritto nel suo testamento, col quale lego all'Ospedale L. 500, che la sua sostanza era stata fatta da lui dopo la niorte del padre, avvenuta nel 1797, colla piu severa econo- mia, colla personale industria ed impiegan- dosi in occupazioni oneste ed estranee al suo imj^iego. Aggiuuse poi che il suo padre mo- ri povero. Clerici Gaspare, oriuolaio, figlio di Fe- derico, mori nel geniiaio 1791 e con testa- mento 9 agosto 1790 lego due zecchini pari a L. 30. * Clerici Giovanni. Legato di L. 68. i Ma- stro 1605 al I6O81. " Clerici Giovanni. Legato di L. 50 nel isim;. * Clerici Giovanni Battista. Legato di L. 3014 (mastro 1709-1720j. * Clerici Giovanni Battista, capitauo. Legato di L. 45(i ml 1665. * Clerici Giovanni Battista. Legato di L. 15 n.l 1772. Clerici Giovanni Battista, figlio di Gio- vanni Maria, lego L. ;V)00 in sof/irvn flcH'ani- ma si'n. con testamento 25 luglio 1711. Clerici sacerdote Giovanni Pietro, fi- glio di Giacomo. di Vedo nclle viciiiiuizo di ono. Maccagr.o superiorc, con testamcnto 5 lup;lio 152B, istitui credo I'Ospedale Maggiore col- ToLljligo di mantenere e vcstire Elisabctta riiatollo di llaiicio, da lui educata. *• Clerici Canzani Giuseppe. Legato di L. ICKK) nel 1805. * Clerici Melchiorre. Legato di L. 50 nel lt)7:3. Clivadelli Gerolamo, figlio di Batti.sta, con testaniento 1 giugno 158G chianio erede I'Ospedale al quale pervennero L. 507. Clivelli Fabricio, figlio del capitano Mandricnrdo, con testamento 22 aprile 1643 logo L. 475. * Glivio sacerdote Gerolamo. Legato di L. 12 nel 1514. * Crivodello Donate. Legato di L. 20 nel 1555. * Cochio Francesco, di Como. Legato di L. 150 nel IGIO. " Coda Anna Maria. Legato dl L. GOO nel 1799. Codebo Carlo Gerolamo, Notaio di Milano, lego con testamento 12 agosto 1675 L. 1000 in danaro ed una casa in P. Coma- sina, Parocchia di S. Simplieiano, venduta nel 167G per L. 2450. * Codega Giovanni Battista. Legato di L. GOO nel lGn4. Codevilla Giorgio, figlio di Giovanni, voile compensai-e I'Ospedale delle cure pro- digategli col legare a di lui favore ed a carico dell'unico figlio ed erede Gerolamo Codevilla, Scudi 4 d'oro (testamento 9 mag- gio 1570). * Codognola contessa N. Legato di L. 100 nel 17B9. Codognola Francesco. Nolle sue di- sposizioni testamentarie 5 ottobre 1763 ri- cordo I'Ospedale con un legato di L. 500. * Cogliati sacei-dote N. Legato di L. 15 nel 17Si». * Cogliati Antonio. Legato di L. 240 (testamento 2B maggio 14G2). * Cogliati Bartolomeo. Legato di L. 3000 nel 1587. Cogliati Carlo, Mercante di Ferrareccia, con negozio aperto nel vicolo del Mangano al ]SI. 2448, lego con testamento 16 settem- bre 1814 L. 20 a carico della di lui nioglie ed erede Teresa Rosa Petracini. * Cogliati Gaspare. Legato di L. GOO nel 1G85. Cogliati Gaspare, di Kerviano, cliiamo erede con testamento 1 giugno 1624 il ca- iionico Marco Antonio Cogliati, coll'onere di un legato di L. 1455 all'Ospedale. Cogliati Csio Giovanni Battista. Coi testamenti 17 maggio e 12 ottobre 1711 leg6 ];.. 700. Mori il 12 dicembre 1712. Cohos De Lusema Don Pedro, spa- gnuolo, con atto 2B iiiarzo 1GG5 doiio duo ci-editi, uno di scudi 64 e I'altro di L. 922. Coiro frate Aimo, cappuccino, al secolo Pictro Luigi, figlio di Alfonso, prima di entrare nel convento, fece il testamento 8 maggio 1617 col quale leg6 all' Ospedale L. 4000. Coiro nobile Barbara, figlia di Giovanni Giacomo, vedova di ]\rarco Antonio Breb- bia, con testamento 21 giugno 157G lego 10 moggia di frnmento in ogni anno per 25 anni. " Coizet Antonio. Legato di L. 200 nel 180,5. Coizet Pietro Antonio, fi.glio di An- tonio, vedovo di Gaetana Poggi, possidente, mori in Milano il 18 marzo 1861 d'anni 72 per idrope sotto la Parocchia di S. Eufemia, lasciando all'Ospedale con testamento 18 a- gosto 1855 un legato di L. 600, a carico del- l'unico di lui figlio ed erede Antonio. Coiaghi Giovanni Battista. Con testa- mento 14 aprile 1594 istitui eredi le sue so- relle Bidnca ed Ippolita, favorendo I'Ospe- dale con un legato di L. 100. * Coiago Giovanni Battista, morto nel- rOspedale. Legato di L. 100 nel 1623. * Coiuro Bartolomeo. Legato di L. 112 nel 1554. * ColagO Anna Maria, levatrice mag- giore della P. Casa degli E-posti. Legato "di L. 1200 nel 1802. * Colgiaco Giovanni Angelo. Legato di L. 12 nel IGOG. * Colla Alessandro di Xapoli. Legato di L. 200 nel 15S1. Colla Pietro Francesco, figlio di Mar- ciliano, spos6 in prime nozze Cecilia Lo- mazzi, dalla quale ebbe iin' unica figlia di nome Giulia ed in seconde nozze Angela De Brena. Con testamento 27 luglio 1582, istitui erede I'Ospedale col vincolo deH'usu- frutto per una meta a favore della di lui moglie e per I'altra meta a favore della di lui figlia Giulia. Pei-A'ennero stabili fuori di P. Comasina detti alia Boscaiola e alia Moiazza ed una piccola casa sotto la Par- rocchia di S. Silvestro. * Colleoni Andrea. Legato di L. 27 uel 1192. — 253 * Colli Giovannina. Legato ili L. (>0 nel 1505. CoUia Vespasiano. Legato di L. '2(V» (testamento 21 airosto 1(;8(1\ * Collini Pietro. Legato ili Lire (?00 nel 180:i Colli vati Francesca. Mori il 9 marzo 1616 lasriaiulo all" O^ipedale il poco clie possedeva. * Colnaghi Simone. Legato di L. 20 nel 1575. Colombano Giovanni Battista, abi- tanto alia Kosptta sopra il Naviglio Grande, trovandosi ricoverato nell'Ospedale e aggra- vate di male, fece il tcstaniento 1 gennaio 1691, col qnale istitni erede I'Ospedale stesso degli ntensili e della mobilia di compendio della sna rasa, m ricompemsa della cnrita xi- safdffli. Mori qnattro giomi dopo aver fatto testamento. Colombo Agnese, figlia esposta, con testamento 20 luglio 1(588. istitui erede I'Ospe- dale del poco die pcssedeva, manifestando il desiderio che il suo cadavere fosse vestito con un sacco di tela hianca e cosl .seppellito eon proibisi(/ne nssoluta ai poi'fantim deU'Ospc- dale, dove mori il 3 marzo 1691, di levare il sarro .' La so.i.faiiz.'i risiilto di L. 1400. Colombo Angiola, figlia esposta, don6 nel 1678 L. 150 e tutto qiiello che avesse posseduto alia .sua morte. Colombo Angiola Maria, figlia espo.sta, gnardaroViiera dell'Ospedale. Con testamento 29 luglio 1857 nomino erede Gaetano Fer- loni, cuoeo dell'Ospedale. con un legato a favore di quest'nltimo di L. 200. Mori il 2 agosto 1858. * Colombo Anna Maria. Legato di L. 100 nel 1»J«9. Colombo Annunciata, figlia esposta, registr:ita al N. 151 nel 1759, con testamento 6 marzo 1828, istitui erede I'Ospedale, il qnale consegul L. 357,16 ricavo dei pochi oggetti di ra.sa stati vendnti. Mori nell'O- spedale il 7 marzo 1828, d'anni 69. Colombo Antonia, figlia del L. P. de- gli esposti. vpd'iva di Carlo Ferrario, mori nell'Ospedale il 22 giugno 1851 in causa di feblire tifoidea. Con testamento dello stesso giomo della morte istitui erede fiduciario Luigi Dolcini. il quale dichiaru di rimettero I'ereditaairO.spedale stesso a favore deipoveri inferrai e piu specialmente per i bisogni della chiesa. Pen,-ennp al L. P. nii.i sostanza di circa L. 4000. * Colombo Antonio. Legato di L. 72.15 nel 18iH). Colombo Antonio, figlio esposto, illet- terato, accenditoro di lanipade, con abita- zione in Milano, via S. Marghorita, al N. 1122, con testamento 6 maggio 1814, leg(\ L. 25. Colombo Bernardo, di Cristofoi-o, con atto 11 iiKirzo lti5l ilono L. 3000. Colombo Biagia, figlia esposta, moglie di Gerolamo Riva, con atto 20 aprilo 1691, dono alcuni stabili in Seveso per il valorc di L. 3(X)0, contro il godimento a favore di lei o del marito di una casa in Milano noUa via del Gambaro di ragione dell'Ospedale, atfittata per L. 25i>. Colombo Carlo, figlio esposto, con te- stamento 27 febbraio 1670, istitui erede I'O- spedale, coll'obbligo di mantenere la moglie Caterina Maino. * Colombo Carlo. Legato di L. 15 nel 1803. Colombo Caterina, figlia esposta ed infermiera al servizio dell'Ospedale. IMori il 18 novembre 1824, cbiamando a raccogliere la sua sostanza, risultata di circa L. 378, I'Ospedale stesso, con testamento 24 settem- bre detto anno. Colombo Caterina Prudenza, figlia esposta, vedova di Giovanni Magnani, por- tantino dell'Ospedale ed olti, con testamento 17 aprile 1773 chiamo a raccogliere il jjoco clie I^ossedeva TOspedale. Colombo Filippo, di Bnsto Arsizio, con testamento 10 laglio 1731, leg6 all'Ospedale L. 150 m ricoriipensa dei benefici ricevu/i. Colombo Giussani Francesca, figlia esposta, con testamento 18 luglio 1G86 istitui erede I'Ospedale. Colomba Giacinta, dispensiera del L. P. di S. Catterina alia Ruota, con testamento 1 ottobre 1799 lego all'Ospedale L. 600, di- sponendo della mobilia e del denaro per messe e suffragi. Colombo Giovanna, con testamento 20 febbraio 1(594, istitui erede I'Ospedale della poca mobilia die possedeva. * Colombo Giuseppa, servente dell'Ospe- dale. Mori il 29 gennaio 1834. Fu erede il detto Ospedale al quale pervennero L. 165,71. Colombo Giuseppa, figlia esposta, re- gistrata al N. 206 nel 1778, con testamento 14marzo 1828, chiamo erede I'Ospedale della sua sostanza che ammonto a L. 179,12. Colombo Giuseppa, figlia espo.sta ed inferniiera dell'Ospedale, nacque il 2 Luglio 1786 e mori il 19 novembre 1866 nell'Ospe- dale. Fu allattata e allevata prima a Tradate poi a Lainate. Con testamento 5 novembre 1850 istitui erede I'Ospedale, al quale per- vennero L. 1017. Colombo Eufemia Guglielma, figlia esposta e priora delle serventi del L. P. della Senavra. Mori il 14 gennaio 1819, e con testamento di tre giorni prima, scrisse erede I'Ospedale, il quale raccolse una so- stanza di circa L. 9,784. Colombo Lorenzo. Lego con testamen- to 7 settenibre 181G una cartella del Monte Lombardo Veneto della rendita di fiorini 24 e 20 carantani. Colombo Maddalena, figlia esposta. in- scritta al N. 220 nel 1735, vedova del latti- vendolo Francesco Rossi di Miazzina, con te- stamento 4 giugno 1783, i.stitui erede I'Ospe- dale della sua sostanza, ri.sultata di L. 6800. Mori il 7 marzo 1801. * Colombo Maddalena, figlia cspo.-,ta. Legato di L. 70 nel 1692. Colombo Margherita, figlia di Giuseppe, con testamento 24 aprile 1781, lego gigliati 25. * Colombo Lattuada Maria. Legato di L. 11,51 nel ISl'!. Colombo Maria, figlia e.sposta, registrata al N. 391 nel 1780 e maestra di lavorerio ueirOspedale, istitui erede il cavaliereBellani, il quale di conformita alle intenzioni della testatrice, vers6 nella Cassa Ospitaliera la somma di L. 541,14 nel 1829. Colombo Marta, di Monza, figlia esposta, con testamento 30 novembre 1587 istitui ere- de I'Ospedale della tenue sua sostanza (Li- re 100). Colombo Maurizio, figlio esposto, con testamento 1 gennaio 1853, istitui erede il sacerdote Francesco Console con un legato di L. 8(X) all'Ospedale e di L. 9000 ai discen- denti della sua nutrice. Lego inoltre L. 4000 alia Chiesa di Villa Raverio. Colombo Modesto, capo cuciniere del- l'Ospedale. Legato di L. 122,79 nel 1814. Colombo Paolo Antonio, figlio esposto, scrisse a favore dell'O.spedale un legato di L. 100 e della sua mobilia con testamento 10 settembre 1770. * Colombo Prassede, priora delle ser- venti deir0.spedale. Legato di L. 379,09 nel 1822. * Colombo Panceri Teresa. Mori nella P. C. degli Esjjosti il 17 dicembre 18.36. Fu erode I'Ospedale, il quale consegui L. 210,69. Colonna Gerolamo con testamento 7 febbraio 1675, lego alia Cliiesa dell'Ospedale N. 19 quadri. *■ Comazzi Lanfranco. Legato di L. 15,15 nel 1570. * Comero sacerdote Giuseppe. Legato di L. 300 nel 1796. Comero sacerdote Giuseppe, figlio di Agostino, con testamento 10 febbraio 1810 lego L. 500. Mori il 19 febbraio detto anno e fu sepolto nel cimitero di P. Orientale, dove lo ricorda la seguente inscrizione : AL SACERnoTE Giuseppe Comerio ecoxo.mo dei.i.a mensa arcivesrovii.e .morto il giorno 18 i-'ebbraio 1810 REQUIE.M. Comelli Teresa, domcstica, uata in S. 255 Pietro di Yaltravaslia, figlia di Antonio o Menotti Marta, mori d'anni 62, il 17 dicembrc 1SS:1 Con testamonto '21 dicemlire 18G9 no- minA eredi nniversali i sacerdoti Carlo Gras- sclli e Gaetano Botticelli, con nn Ic.cato di L. 200 a favore deU'Ospedale da erogarsi neir abbellimento della Chiesa della casa sticcnrsale a S. Michele ai nnovi Sepolcri. * Comi sacerdote Carlo Francesco. Le- gato di L. ■_>•-'.!>!• nel 1824. * Comi Maffioli. Legato di L. oO nel 1500. * Comoli Antonio. Legato di L. 150 nel lTi»T. Comolli Giovanni Battista,di Arcisate. Ieg6 una pezza di terra in detto Comune detta alia Lmjazia di Pertiche 2 (testamento 20 gingno 1618). * Conago Gabriele. Legato di L. 200 nel I'vU. * Conago Giacomo. Legato di L. 16 nel IWl. * Conago Luchino. Legato di L. 16 nel l">'iT. Conconi Filippo, figlio di Alberto, ser- vitore del R. Canonico della Scaladi Milano in S. Fedele, sacerdote Giau Carlo Rub- bino. con testamento 14 ottobre 1750 leg6 L. 2«'<«'». * Confalonieri Ambrogio. Legato di L. 25 nel 1776. * Confalonieri padre Bernardino. Le- gato di L. 6<> testamento 11 agosto 1.589;. Confalonieri nobile Cesare, figlio di Francesco, mori seuza figli il 16 gmgno 1698, lasciando la sua sostanza, per una meta al- I'Ospedale e per I'altra meta al Collegio dei Padri di .S. Bamaba, risers-ato rusufrutto a favore di nna sua sorella e della sua moglie nobile Caterina Porro. Lego a tntti i parent!, affini e consangninei soldi 5 per cia-scuno. * Confalonieri Clemenzia. Legato di Li- re 5<) nel 16:;;l Confalonieri Domenico, figlio di Giu- seppe, con testamento 27 novembre 1825, fatto nell'Ospedale, mentre vi si trovava ri- coverato per vaiuolo, istitui erede per 2i3 la moglie Antonia .Salmoiraghi e per I'altro terzo i parenti piu prossimi, con nn legato aU'Ospednle di L. BOO. * Confalonieri Francesco. Legato di L. 5<» nel l')iH». Confalonieri < onte Francesco. Legato di Scndi 300 testamento 8 Inglio 1630). * Confalonieri Giovanni. legato di L. 18 nel is<4. Confalonieri sacerdote Giovanni Pao- lo. Con atto 2S luglio l.WS don6 L. 1000. * Confalonieri Giovanni Pietro. Legato di L. K! nel 1492. * Confalonieri Maria Susanna. Legato di L. in I nel 15t;!t. * Confalonieri Pietro Paolo. Legato di L. ;HK) nel llUH. Consoni Carl'Antonio, sopranominato il Quaino, ncgoziante in seta, naccpte ad An- zano il 4 novembre 1778 dai conjiigi Portu- nato e Rosa Galli. Mori di colera a Como all'Osteria della Dogana Vecchia il 31 luglio 1836 d'anni 58. Con testamento 29 marzo 1832 aveva disposto della sua sostanza a fa- vore deU'Ospedale dei Fate-bene-fratelli, ma poi con altra carta posteriore in data 14 di- cembre 1835 dispose invece a favore deU'O- spedale Maggiore di Milano. In causa di va- rie contestazioni insorte si dovette fare una transazione, in forza della quale furono par gate all'Ospedale di Milano L. 6000 e ai Fate- bene-fratelli L. 40O0, mentre la ereditk fii raccolta dai di lui fratelli domiciliati in An- zano. * Conti Antonio Maria. Legato di L. 50 nel 1627. Conti Bernardo. Legato di scudi 82 (te- stamento 211 marzo 1516). Conti Giovanni Pietro, favoii I'Ospe- dale con uu legato di ducatoni 13. Conti awocato Luigi di Castelseprio, figlio di Carlo e di Maria Caterina Varesini, marito della nobile Giuseppina Corneliani, con testamento 25 aprile 1829, leg6 L. 600 in riparazione di quella qualunque sua invo- lontaria ommissione nella amministrazionc del- la Caiisa Pia del Sesto, alia quale carica fu nominato nel marzo 1817. Mori in Milano, nella casa in via S. Yittore e 40 Martiri al N. 1186, il 30 marzo 1831. Fu .sepolto nel cimitero di P. Comasina, dove fu posta que- sta iscrizione : PIO VISITATOUE DI QfKSTO ALHKUfiO DEGLI ESTINTI I'REGA PAPE AI.I.'aM.MA KEMCIOSA DEI.I.'aVVOCATO Ll.lGI CoNTI 1)1 CaSTEI.SEI'RIO I.E SIE CENERI ONORATE QII POSANO ANNO MDCCCX.XXIV. Conti Luigi di Castelseprio, leg6 alia chiesa deU'Ospedale fiorini 200 con codicillo 6 settembre 1817. * Conti Pietro. Legato di L. 70 nel 1726. * Contini Francesco Maria. Legato di L. 15 nel 179M. — 256 — * Contini Giacomo. Legato dl L. 100 nel i(')oa * Contini Giovanni Giacomo di Trezzo. Legate di L. 1(1) (iiiastro ,ir)S.l-158()). Contini sacerdote Giuseppe, figlio di Andrea, con tcstaniento '21 iiiaf;;gio 17i)(5 isti- tiii credc fidxiciariaGiuseppa Parravicini ve- dova Longhi e nel caso di premorienza di lei al testatoro i di lui parenti piuprossimi. Con codicillo 20 gingno 1799 escluse i pa- renti e sostitui I'Ospedale. Mentre la sosti- tuziono non si verifico, perche la Parravicini sopravisse al testatorc, I'Ospedale consegui nn Icgnto di L. 150. Contini Stefano, figlio di Filippo, oriun- do di Angera, mori in Milano, il 9 gennaio 1854, d'anni 58 di apoplcssia fuhninante, la- sciando il testamento 4 marzo 1852, col quale istitui erede la moglie Luigia Ronchi, con un legato di L. 5000 a favore delPOspedale e di L. 1000 a favore dell'Istituto dei Cie- chi. Nel testamento avverti che il suo pa- trimonio venne per intiero da lui create nel corso di 30 anni, in cui tenne il nego- zio di droghe e la fabbrica del solfato di china. " Conturbia Cristoforo. Legato di Li- re 3034.12 nel 1(531. * Coppa Giovanni. Legato di L. 25 nel 151G. Coppa Margherita, di Pietro Antonio, vedova di De-Cani Giovanni Stefano, altro benefattore dell'Ospedale, con testamento 25 agosto 1G30 lego L. 525. * Corbella Giacomo. Legato diL. 550nel 1792. Corbella marcliese Luigi, figlio dei Con- iugi niarchese Pietro Paolo e Barbara Mclzi di Affori, mori celibe il 26 novembre 1767. Con testamento 1 maggio 1763, log6 zecchi- ni 50. Corbetta ingegnere Carlo Giuseppe, figlio del ragioniere Ignazio, j^rcsto i suoi servizi nella qualita di segretario centrale prima alia Intendenza dei beni della Corona del Regno d'ltalia, poi al Demanio. L'Ospe- dale gli e debitore del legato di L. 300 di- sposto con testamento 11 gingno 1825. Mori il 6 luglio 1825 d'anni 49. * Corbetta Margherita, morta nell'Ospe- dale di S. Ambrogio. Legato di L. 15 nel 1599. Corda sacerdote Marc' Antonio. Cano- nico della chiesa di S. Lorenzo di Cuvio, leg6 una pezza di terra in Cuvio detto il Ronclietto del Misiccia con testamento 7 Lu- glio 1694. Coreni Giacomo, figlio di Giorgio, di Mezzago, animogliato con Catcrina Kestelli, lego all'Ospedalo L. 2210 (testamento 28 lu- glio 1617j. Lascio scritto nel testamento quan- to segue : u Di piu dico e protesto die in u tempo di vita mia lie fatto molti contratti u con diverse persone, comprando beni liberi u e con patto di grazia e dando denari in " prestito, owero in qvalsivof/lia altro modo II e per scarico di coscii'nza bo eletto e de- « puto il reverendo padre Grisostomo da " Merate per rivederc tutti i contratti. n * Corio Caterina. Legato di J>. 40 iiel 1519. * Corio Francesco. Legato di L. 20 nel 1555. * Corio Giovanni Battista. Fattorc del- l'Ospedale di S. Vincenzo. Con atto 14 mag- gio 1607 don6 all'Ospedale Maggiore L. 6000 col vincolo di usufrutto a favore della di di lui moglie Elisabetta Pionni. * Corio Giovanni Francesco. Legato di L. 40 nel 1554. * Corio Violante. L'Ospedale ebbe da lui a titolo di eredita L. 492 nel 1487. Cornaggia Bernardo, figlio di Bellino, marito di Margarita Cantoni, alia quale leg6 I'usufrutto generale della sua sostanza, chia- mo erede I'Ospedale con testamento 13 ot- tobre 1512. Mori il 5 maggio 1517. La atti- vita pervenuta all'Ospedale consistette in un diretto dominio col canone di L. 15, as- sentato su casa in Milano, via Visconti e nel valore della mobilia in L. 175 per cui circa L. 675. * Cornaggia Emanuele. Legato di L. 24 nel 1785. * Cornaggia Medici Marcliese Marco. Legato di L. 30 nel 1792. *• Cornaglia Orsola. Legato di L. 50 nel 1689. Cornari Pietro Antonio, vetraio, figlio di Cesare, marito in i^riroe nozze di Cate- rina de Monte e in seconde nozze di Lucia Agostoni, con testamento 13 agosto 1630 i- stitui erode I'Ospedale della sua sostanza, rappresentata da una casa in via Larga del valore di L. 3000 ; da un reddito perpetuo di L. 202 e in tntto di L. 7000 circa. * Cornati Andrea. Legato di L. 16 nel 1515. * Cornati Giacomo. Legato di L. 14 nel 1591. * Cornegliani Cesare. Legato di L. 2000 nel 1631. 257 * Comegliani Francesco. Legato di L. 1d(.) nel UilU. Comegliani Giuseppe, iif;lio di altro GiusepiH'. luoii m'lrOsjH-dalo il 23 febbraio 1859, d'anni 49. Con testamento di due gionii prima della sua morte nomin6 erede la Chiosa deirOspedale. alia quale pervenne una so- stanza nitida di Fiorini 7tit>,Tr., conipreso il danaro die si e trovato nascosto tra i mo- bili ed i ])aj;liericoi. * Comeliani Luigi. Legato di L. 9tX) nel lJici9. * Coroni Antonio. LegatodiL. 29nell755. * Corradi Andrea, notaio. Legato di L. 5i > nel 15;x"^. * Correno Giacomo. L?gato di L. 1500 nel UJ-2\ * Gorrenti Giovanni Pietro. Legato di L. lln iifl loTl'. * Gorrenti Michele. Legato di L. 25 uol lo.Ki. Corsi sacerdote Carlo Giuseppe, Par- roco di Baggio, figlio di Bernai-dino, niorl nel luglio 182G, beueficando rOspcdale con un legato di L. 35J (testamento i aprile 1826'. * Corsico Matroniano. Legato di L. 4.0 nel 14TS. * Corte Giovanni Battista. Legato di L. IW (testamento 9 maggio KilOi. * Corte consigliere Giuseppe. I figli ed eredi di lui Cort* Carlo, Elisabt-tta e Giu- seppe Antonio, avendo avuto notizia da una persona onesta ed arnica del loro padre che egli ebbe piu volte a raanifestare I'intenzione che fosse pagato alia sua morte un legato di L. 300 all'Ospedale Maggiore, versarono il 21 novembre 1825 il relative importo nella cassa del L. P. Corsellari sacerdote Antonio, curato di Biisto Ars-izio, mori nel gennaio 1825, ri- cordando nelle sue disposizioni testamen- tarie 28 maggio 1822 I'Ospedale di Milano, con un legato di L. -10 a carico degli eredi suoi nipoti. * Corti Ambrogio. Legato di L. 400 nel 15'2;). * Costa noliilc Giuseppe Antonio. Le- gato di L. 24 iR-1 1TS5. " Costa Marianna. Legato di L. 50 nel 1799. * Costa Vitaliano. Legato di L. 100 nel 1090. Cotromani Muzio, di Pietro, con testa- mento 4 ajirile 1713, lego un credito che professava verso Eugenio Durazzi. * Cotta Antonia vedova Sala. Legato di L. 15 nel 1807. * Cotta Lucio. Legato di L. 100 (testa- mento 22 luglio 149(;i. * Cotta sacerdote Ottavio. Legato di L. 120 nel 1020. Cottica Giovanni Battista, di Aicurzio, marito di Giuditta Arcimboldi, con testa- mento dicembre 1034 istitui erede i figli Aicurzio, Agostino, Giuseppe e Vittorio con un legato a scarico di coscienza di scudi 100 all'Ospedale. Cottini Antonio, di Francesco e Teresa Porati, morl il 12 febbraio 1871 in Milano, nella casa sul Corso di S. Celso, N. 34, la- sciando il testamento 20 aprile 1868, col quale lego all'Ospedale L. 4000. Cottini Giuseppe iVatello del suddetto. Mori ia Milano, nella casa di sua proprieta in via del Crocifisso N. 4306, il 7 ninggio 1805, legando aH'Osjiedale L. 2000, nel suo testamento IG agosto 1800, legato die dovette essere ridotto a L. 1338. Covara Gerolamo, mori nell'aprile 1041, beneficaiido I'O.spcdale con un legato di Li- re 0000, scritto nel suo testamento 23 giu- gno 1030. Covi contessa Lelia,di Olgiate. L'Ospe- dale per disposiziono di lei 25 settembre 1850 consegui il legato di L. 200. 21 — 25S * Cozzi sacerdoto Baldassare , Cmato di S. Marncllino. Legato di L. 174 nel 1651. * Cozzi Gabriele. Legato di L. 24 nel 1G08. Cozzi barone Giovanni. Voile essere lar- go verso I'Ospedalo disponendo il legato di L. 2000, a carico dell'erede Pompeo Calvi, figlio dell'ingegnero Stefano (testamento 2G luglio 1842). Fu seppellito nel Cimitero di P. Orientale, dove a ricordo di lui fu eretto Tin inonnmcnto con questa iscrizione : al barone Giovanni Battista Cozzi milanese uomo pio, integerrimo di sano consiglio e di felice ingegno cultore dei buoni studii delle arti belle amantissimo ottimo cittadino vissuto con difinita sknza ambizione CHE LA TRANQUILLITA DELl'aNIMO E l'ornamento della fortuna IN ALTRUI BENEFICIO ADOPERO QUESTA MEMORIA LA MOGLIE CrISTINA BeLINZAGIU E PoMPEo Calvi erede IN ARGOMENTO DI AFFETTO E RICONOSCENZAPOSERO. MORI IL 15 SETTEMBRE 1842 D'ANNI 62. Cozzi Giovanni Battista. Lego L. 200 (testamento 12 giugno 1617). * Cozzi Giuseppe. Legato di L. 15 nel 1784. * Cozzi sacerdoto Pietro. Legato diL. 15 nel 1793. * Cozzi Pietro. Legato di L. 50 nel 179G. Cozzi Pietro, Ragioniere, morl il 29 marzo 1851. Con testamento 25 novembre 1850 nomino eredi i fratelli Caido e Giuseppe Cozzi commercianti, con raccomandazione di amarsi vicendevolmente e di liquidare il piii presto possibile il negozio, onde godere il restante della loro vita in quiete e santa pace. L'Ospe- dale fu da lui favorite con un legato di L. 3000. Cramer Enrico. 11 24 marzo 1869, di- resse al Consiglio Ospitaliero il seguente scritto: " Ad occasione del trasporto dal- I'Ospedale a casa mia del mio jiovero coc- chiere, mi permetto di rimettere a questo lo- devole Consiglio la piccola somma di L. 600 in favore dell'Ospedale, come un debole se- gno della mia riconoscenza verso questo Istituto. 11 * Cravenna'marcliese Gerolamo. Nel 1775 fece I'elemosina di L. 634. * Cravenna Giovanni. Legato di L. 34 nel 1600. * Cravenna Giuseppe. Legato di L. 24 nel 1603. * Cravenna Pietro Antonio. Legato di L. \b) nel 1672. * Creazzi Antonio. Legato di L. 24 nel 1799. Creazzi Carlo, fi.glio dei conjugi Giusep- pe e Gaetana Airoldi. Mori il 3 maggio 1833 in Milano, nella casa di sua proprieta in Borgo di P. Orientale al N. 661, d'anni 63, lasciando all'Ospedale un legato di L. 400. Creazzi sacerdote Ignazio lego L. 25 con testamento 27 marzo ]8t>6. Creda Gottardo. II sacerdote Orazio ^Iartignoni,Preposto dellaCollegiatadi S.Vit- tore, Pieve di Valtravaglia, pag6 all'Ospe- dale il 27 aprile 1623 la somma di L. 400 a beneficio dei poveri infermi, in adempiraento della facolta concessagli dal Creda nel sue testamento 19 settembre 1622. Cremosani Paola, figlia del dottor fi- .sico Battista, rimasta vedova in prime nozze di Andrea Aliprandi, in seconde nozze di Giovanni Paolo Seregni ed in terze nozze di Giovanni Battista De Vecchi, spos6 Gio- vanni Battista Sacchi. Quando fece il testa- mento 2 settembre 1540, col quale istitui eredi Lodovico De Vecchi e Giovanni Bat- tista De Vecchi suoi figli, ed Andrea ed Ales- sandro fratelli Aliprandi suoi abbiatici, si trovava ammalata in causa di percussioni da- tele da un figlio del primo marito di norae Filippo, che come inde.gno, fu da lei pri- vate della eredita. L'Osj^edale ebbe un le- gato di L. 100. Crepa Pietro, soprannominato il Gianello, 2iare sia stato al servizio del conte Vitaliano Borromeo, in quanto che nel suo testamento, fatto in Arena il 3 settembre 1491, lego al- l'Ospedale i denari che gli erano dovuti da- gli eredi del detto conte, non che altre L. 100. Crespi AgOStino, di Pietro, di Busto Arsizio, lego L. 60 con testamento 6 mag- gio 1596. * Crespi Antonio Francesco. Legato di L. 59 nel 1572. Crespi Aurelio lego Scudi 6 con testa- mento 5 luglio 1.584. Crespi sacerdote monsignore Bartolo- meo, Canonico Ordinario della Metropolitana di INlilano, morl il 14 novembre 1659, lascian- do airOspedale quanto gli .sarebbe stato do- vuto dalla Sacristia della Metropolitana. — 259 — * Crespi Bernardino. Legato di L. -JOO. (Testainento '21 agosto 1525). •Crespi Giacomo Cordasina, di Busto Arsizio, dove nioii il lit j^iuj^no 18;>i>. Lcg6 L. "AlH.* con testaiiRMito ;U luglio IboT. * Crespi sacerdote Giovanni Maria. Ret- tore di S. Paolo iu Coiupito. Legato di Li- re -200 nol IC.nT. Crespi Giulio Cesare, tiglio di Cesare, marito di Paola Dugnani, scrisse iiel sno te- staniento 7 inaggio 1G35 uu legato di L. 300 a I'avore delTOspedale a scarico di cosciema. * Crespi llario. Legato di L. 50iiel 1590. * Crespi Paolo. Legato di L. 50uell587. * Crespi Veronica. Legato di L. 50 uel Itil'h. * Cresto Giovanni Battista. Legato di L. -Ji^.T lU'i luot;. Cretelli Marianna Giuseppa. Nel suo testainento 21 marzo 17SG ordino il rilascio a favore dell'Ospedale di tre cedole del Ban- co di IS. Ainhrogio dell'annua rendita di L. G2. Cretti Felicita, di Giuseppe, moglie del t'abbricatore di calze Carlo Acquati. al quale con testaraento 20 settembre 1810 lego L. 2 al giorno vita durante, a carico dell' erede di lei LOspedale, cbe consegui una sostanza nitida di L. 4G(X>. :Mori il 29 ottobre 1810. Crippa Ambrogio, di Giovanni Maria, impose a carico dei di lui figli ed eredi Carlo Giovanni, Gioacbimo, Bonaventura, ingegnere Giovanni Battista e sacerdote Giulio, Ma- rianna, Annunciata Teresa ed Angiola, un legato di L. 100 a lavore dell'Ospedale. (Te- stamento 11 gennaio 1825j. * Crippa Anna. Legato di L. 150 nel 1695. * Crippa sacerdote Antonio. Legato di L. 20. 50 nel 1G3(;. ■• Crivelli Giovanni Pietro. Legato di L. 33 nel 1504. * Crivelli Giuseppe. Legato di L. 200 nel 1573. 261 — * Crivelli Ippolito. Logato ili L. ICO nel 158;>. Crivelli Lucrezia, tiRlia di Tomaso. di Vigevnno, cliiiiiuo fredo il niarito (tiovaimi Battiata Fossnni c ilopo di lui I'Ospedalo di Milaiio, al quale pervenne una possessione in Vigevano, venduta nel 1605 per L. 11300 col peso di vaiii legati. (Testaniento 22 gen- naio 1582\ * Crivelli Maino. Legato di L. 100 nel * Crivelli Maria Angelo. Legato di Li- re K«l nel l.Tv^T. * Crivelli Martino. Legato di L. 103 nel 1& 0. * Crivelli Ottaviano. Legato di Lire 32 nel 155:?. * Crivelli Ottaviano. Legato di L. 200 nel irv_>}. - Crivelli Pietro. Legato di L. 25 nel 1517. Crivelli Scaramuzza Pietro, figlio di Pietro Paolo, di L'boldo, con testaniento 28 settembre 1635. istitui erede il figlio nasci- turo da sua uioglie Costanza Pusterla, se maschio, e se t'emmina per nieta coll' altra figlia Fioramante. L' Ospedale fu legatario di scudi 25. Crivelli Pietro Antonio, figlio di Ce- sare. vedovo di Margarita I)f Cani, con te- staniento 6 niarzo 1638. cliianio erede I'O- spedale, il quale rinuncio alia eredita per il prezzo di L. 7410 nel 1667. Crivelli Pietro Francesco, mercante di sr-ta in souietiv con umi zio. liglio di Pie- tro, marito di Camilla Calegari , trovaudosi malato di ferita neU'Ospedale, nella crorera del Prato, fece il testamento 201uglio 1581, col quale leg6 all' Ospedale .stesso diversi credit!. * Crivelli C( ntf Prospero. Legato di Li- re 1-JK) nel KiliT. Crivelli Scipione. Legato di L. 100. (Testaniento >'•> aprile 1535j. Crivelli Urbane , causidico collegiato di Milano, figlio di Pietro Maria, raori in Milano, in una casa in via S. Siinone il 16 gennaio 1618 legando L. 25 per anni 8. * Croaria Gerolamo. Legato di L. 6000 nel 16.5<>. * Croce Alessandro. Legato di L. 630 nel V>'.rile 1593). * Curati Caterina. Legato di-L. 98 nel 1570. Curioni DonatO, di Bartolomeo, lasciu erede il tVatello Lodovico con un legato a favore dell'Ospedalo di L. 50 ftestamoiito 8 Inglio 1615). * Curioni sacerdote Gerolamo. Legato di L. 300 nel If.HR. Curioni Giuseppe, di Civatc. Rimasto vedovo in prime nozze di Marianna Andreoli, sposo Giovanna Veiiini. Mori in Asso il 17 aprile 1808, lasciando quattordici figli, con nn patrimonio loi-do di L. 2-16,580 e nitido di L. 50587, cosi residuato per le passivity ammontanti a L. 195,99B. Con tcstamento 16 luglio 1807 lego all'Ospedale L. 1151,28. * Curioni Luigi. Legato di L. 45 nel 1800. Curioni sacerdote Ottaviano, di Asso, con testamento 31 agosto 1587 lego all'O.spe- dale a carico del di lui erede e fratello Vin- cenzo Curioni un legato di due Scudi d'oro. Mori 15 giorni dopo d'aver fatto testamento. Curti dottor fisico Domenico. TSIacque a S. Pietro Cusico il 13 feljLraio 1763 dai con- iugi Baldassare e Caterina Verga. Studio medicina a Pavia ed il 3 giugno 1791 fu ammesso nella qualita di pi-aticante presso rOspedale. Quattro anni dopo fu eletto Me- dico Assistente e nel 1800 medico sopra- numerario fisso , nel 1804 fu promosso al posto di Medico ordinario di III classe e nel 18131o troviamo Medico ordinario dill classe. Quando fu coUocato a riposo nel 1838 aveva 75 anni d'eta e 47 di servizio. Suppli due volte il D. Sacco ed il D. Piantanida nelle mansioni di Direttore dell'Ospedale. 11 suo lungo servizio fu incensurato. La figlia di lui, Carolina, sposo il D. Cesare Castiglioni, die fu zelante Direttore della Senavra. Mori I'll aprile 1847, lasciando erede con testa- mento lOfebbraio detto annoil figlio Giovanni della disponibile, riservata la legittima alio stesso ed alle figlie, con un legato a favore dell'Ospedale di L. 3000. * Curti Giovanni Ambrogio. Legato di L. 200 nel KSIS. Curti Giovanni Pietro, figlio di Ga- sparino, marito a Marglierita Lampugnani, con testamento 21 luglio 1508, nomino erede la scuola della B. V. in S. Satiro, ricordando I'Ospedale con un legato di L. 50. Curti RafiFaele, di Nicolao, di Gravedona. Nomino erede I'Ospedale, al quale perven- nero alcuui diretti douiinii ed una casa in connine di Gravedona (testamento 26 no- vcmljre 1569j. * Curtoni Pietro. Legato di L. 85 nel 1548. Cusani Casati donna Clara di Matteo. Con atto ](■) luglio 1632 dono Pert. 22 di terreno in (-'asatico. Cusani Francesco. Mori il 5 gennaio 1743. E questa I'unica notizia che si ha e che si e rilevata dal suo ritratto, che si espone nell'occasione della festa del Perdono. Non si rinvennero atti ne registrazioni dalle quali risultino le sue beneficenze a favore dell'Ospedale. * Cusani Giovanni. Legato di L. 40 nel 1498. * Cusani nobile Giovanni Pietro. Le- gato di L. 21W nol 1521. * Custodi Francesco. Legato di L. 100 nel 1703. Custodi Giacomo. II nipote ed erede di lui Daniele Custodi, pagi all'Ospedale il 30 maggio 1690 L. BOO a saldo di un legato di egual somma disposto dallo zio con te- stamento 12 marzo 1685. * Custodi Giacomo. Legato di L. 50 nel 1758. * Custodi Giovanni Giacomo. Legato di L. 300 nel 1690. * Custodi Giuseppe. Legato di L. 100 nel 1757. * Cuttica Ambrogio. Legato di L. 16 nel 1498. * Cuttica Giacomo. Legato di L. 40 nel 1486. Cuttica Luigi. Legato di L. 600 nel 1801. * D'Adda Baldassare. Legato di L. 48.16 nel 1578. D'Adda Battista , di Stefano , ohiam6 erede I'Ospedale con te.stamento 24 ago- sto 1541 , risei'vato 1' usufrutto alia moglie Clara Canobbio. La sostanza da lui abban- donata si limito ad alcuni stabili in Co- logno affittati per L. 70 e a L. 1000. * D'Adda contc Costanzo, fratello dell'A- gostino Giovanni d'Adda, altro benefattore dell'Ospedale. Legato di L. 4119 con testa- mento 7 dicembre 1575. * D'Adda Costanzo. Legato di L. 25. Te- stamento 6 giugno 1521. D'Adda Elena , di Gerolamo , maritata con Giulio Perego, benefico 1' Ospedale con un legato di L. 2000. (Testamento 29 ago- sto 1618). — 263 — * D'Adda Ercole. Lo^ato di L. IScX) nel I'lSS. D'Adda maivlieso Francesco, fis^Ho del Ginrcconsulto n\archeso Gerolanio, o di Maria Rinrio , spos6 in prime nozze I.ivia d'Adda, e in seconde uozzo Ginevra Melzi. Ebbe dalla prima moglie nn unico figlio di nome Gerolamo e dalla seconda pure un \inico figlio di nome Giorgio, llicordo 1' 0- spedale nelle sue disposizioni testamoiitario 27 I'olibmio ICitVl con un legato di L. 300. * D' Adda Gaspare. Legato di L. 50 nel l.V_>0. * D'Adda Gaspare. Legato di L. 300. Te- stamento 11> dicembre 1588. * D'Adda Gerolamo. Legato di L. 100. Testamento 12 marzo 1543. * D'Adda Giacomo. Legato di L. 2000 nel It'.-M. D'Adda Giovanni Giacomo , notaio. Legato di L. 5 tVM'iai.' 1^■.•2S^. De Cani sncordoto Francesco, ili Giu- lio , con tcstajiieiit'i Uti i^iui^iio Ito:! . lci;o L. 114. De Cani Giovanni Stefano , t^oprano- niinato il Pnxlirelh, . lii:;li(> di Ginlio , capo- mastro. Costriio-mastri, la chiesa delle vergrini spag^nuole su disejjjno deU'lnp;. Ric- chino. Prese parte alia costniziono del por- rico e ad altri lavori nel Monastero di S. Apol- linare. Con testamento 27 aprile 1624 isti- tni erede I'Ospedale scrivendo les^ati spe- ciali a favore della nioglie di lui Margarita Coppa e de' suoi parenti. La sostanza da lui abbandonata consistette in beni stabili nel pavese del valore di L. 2000 e in un cre- dito di L. ll(NX) verso il Monastero di S. Orsola per le dette opere di fabbrica. Al- Terede pervennero soltanto L. 2000 in causa delle passivita inerenti alia sostanza e dci legati. De Capitani di Sesto Giovanni Am- brogio detto dei Mcdahardi , tiglio di An- drea , con testamento 12 aprile 1512 istitui erede I'Ospedale. * De Capitani Bernardino. Legato di L. 9i} nel 15l:i. * De Capitani Enrico. Legato di L. 40 nel 1528. * De Capitani Pietro. Legato di L. GO (Mastro 1.5S-1-15S6 . * De Capitani Regina,di Grumello. Legato di L. -25 iiel 1.5i4. De Capitani d'Arzago nobile Sigisnion- do, di Marco Antonio, di Rivolta, con testa- mento 16 febbraio 1639 istitui erede la so- rella Margarita con un legato di L. 250 al- rOspedale daJui disposto nsrarico di coscien- :a 6 come interprete della intenzione della di lui servente figlia esposta, Mori il 28 feb- braio 1640. * De Carli sacerdote Antonio. Legato di L. CO nfl IsOT. De Carli Giuseppa. Legato di L. 15 nel 1787. * De Carolis Giovanna, vedova di De Ca- pitani da Vimercate, legato di L. 70 nel 1819. De Cornova Caterina, di Giuseppe, mo- glie di Giovanni Rossi, brcsciano, mentre si trovava ricovcrata ncU'Ospcdale di S. Aui- brogio nelle stanze delle tisirhe e dove niori, t'oce il testamento 22 dicenibro 1616, col (jualo i.stitui cred(> rOsi)edalt' Maggiorc della sun sostanza consistcnto in pocbo pertiche di ter- rcno in Bornico Pieve di Maiulello. De Dominici Lucia, liglia dei conjugi Francesco Maddalena ^'isconti, niori il 18 agosto 1733 lasciando la sua sostanza di circa L. 530 alia chiesji del Foppone di patronato deirOspcd.ilo. ("iVstanientn 4 luglio 1730). De Emanueli Giovanni Antonio, dot- tore lisico, liglio di Galoazzo. di Bassignana,. con atto 3 luglio 1408 domS all'Ospedale tutta la di lui sostanza. Nel 1507, rimasto vedovo.' di Antonina Girardi, pure di Bassignana,, dono I'importo della dote di lei. Mori in causa, di jtercosse iiifortegli da un compaesano. De Errera Pietro, cai)itano spagnuolo,. di Conzalo, con testamento 11 luglio 1541 istitui erede I'Ospedale con un legato di scu- di 100 al L. P. della Misericordia e altret- tanto ai LL. PP. delle quattro Marie e della Carita. De Giochi Francesco, di Mafiolo, Se- gretario ducale nel Consiglio di Giustizia di Milano, marito di Elisabetta Pozzobonelli , con testamento :W maggio 1464 lego L. 10. De Giorgi Carlo, figlio di Prospero, sar- to, vedovo di Barbara Terzi, con testamento 25 agosto 1630, fatto sulla pubblica strada avanti alia porta della abitazione del testa- tore, perche annnalato di peste, istitui erede rOspedale della sua sostanza dell'imjjorto di L. 726. De Giorgi Giovanni, gentiluomo pa- vese, da Cerrt'tto Lomellino. istitui erede i figli, morendo i quali senza discendenti, chia- m6 a raccogliere la sostanza I'Ospedale e il L. P. della Misericordia. II caso si e ve- rificato nel 1571 col rilascio all'Ospedale per la di lui quota ereditaria della somma di L. £088,13, la quale fu pagata anclio a titolo di transazione. * De Giorgi Giovanni Antonio. Legato di L. I'O n.l 1507. * De Giorgi Giovanni. Legato di L. 25 nel 1718. * De Giovanni Giovanni. Legato di Li- re WX) nel 17H1. Deichman nobile Pietro, figlio di altro Pi'tro e di Elisa Petrea, della citta di Haf- nia, capitale della Svezia, entr6 nell'Ospe- dale di Milano il 21 agosto 1698 dove mori il 31 detto mese d'anni 33. Con atto del gior- 22 266 — 110 prima, nel qiialo dicliiari rli avere abiu- rata in Roma I'eresia luterana, e di avere abbracciata la religione cattolica, doni al- I'Ospedale i mobili, i crediti, il denaro ed altro che si fosse trovato in imo scrigno nel- I'Albergo della StoILi in via Larga, non che undid luoghi dei Monti vacabili in Roma che rendevano bimestralmente Scudi 9 e bajoc- chi Ifi pari a L. 68,14 imperiali. * Del Bene Lucchino. Legato di L. 200 nol Mn;5. * Del Bono sacerdote Giovanni Antonio. Legato di L. 150 nel 1687. * Del Campo Luigi. L'Ospedale eredito circa L. 7600 nel 1674 Del Conte Anna Maria, di Bernardo, con tesiamento 29 ottolire 1713 lego la som- ma di L. 30, proveniente da un legato fattole da Angelo Maria Senago in rignardo di ser- vizii prestatigli nella qualita di servente. Del Conte Bernardo, cittadinomilanese, (■onsigliere, marito di Margarita Talenti di Firenze, mori a Torino, luogo di sua dimora, nel gennaio 1561 ricordando I'Ospedale con un legato di alcuni vasi di argento e gioje, quest'ultime trovate nascoste in un muro, del denaro che si trovava in casa e di alcuni crediti, in tutto circa L. 3600. (Testamento 31 marzo 1546). Del Conte Carlo, figlio del giureconsulto Gerolamo, lego L. 1000 con testamento 21 settembre 1604. Del Conte Federico, mori il 20 marzo 1708 e con testamento 25 giugno 1706 leg6 L. 6562,13,6. Del Conte sacerdote Francesco lego L. 200 con testamento 22 agosto 1615. * Del Conte Gerolamo. Si ebbero L. 800 anche a titolo di transazione nel 1592 in di- pendenza della istituzione di erede da lui fatta a favore dcll'Ospedale. Del Conte Giovanni Battista. Legato di L. 130. Testamento 10 settembre 1674. Del Conte Giovanni Giacomo, di Giovanni, detto Lunsinecco, nativo di Som- ma, lasci6 due figlie, Veronica e Cecilia, che istitui eredi con testamento 25 febbraio 1607 coll'onere di un legato di L. 6(0 all'Ospe- dale. * Del Conte Guglielmo. Legato di L. 10 nel 1489. ■" Del Conte Margarita. Legato di li- re 1100 nel 1556. * Del Conte Ottaviano. Legato di L. 10 nel 1528. * Del Conte Polidoro. Legato di L. 16 nel 1554. * Del Conte sacerdote Tomaso. Legato di L. 16 nel 1507. Del Corno sacerdote Baldassare, figlio del causidico Giovanni e di Margarita Cri- velli, con testamento 9 luglio 1615 istitui erede I'Ospedale di tutti i beni patemi e dei beni di Porchera. Questi ultimi erano stati da lui donati a Giacomo Bosisio, altro be- nefattore dell'Ospedale, ma nel testamento espresse il desiderio che la donazione fosse revocata, ciocheper altro non poteaver luogo. II testamento e un grosso volume di sacra scrittura e di disposizioni. Voile essere se- polto nella chiesa di S. Celso ancorche la sepoltura di casa sua fosse nella chiesa dei Servi e ci6 per la speciale divozione da lui professata a quella B. Vergine e anche per- che non gli parve conveniente che i sacer- doti venissero sepolti nella sepoltura dei laici. Del Corno Federico, mori nel feb- braio 1809 lasciando aU'Qspedale un legato di gigliati 24 corrispondenti a ital. L. 286,56. (Testamento 23 dicembre 1778). Del Corno Stefano, di Giovanni, ne- goziante di cordami, sopranominato Nosino, con testamento 14 maggio 1559 istitui erede I'Ospedale della sua sostanza di circa L. 2100. Mori il 17 maggio detto anno. Delfinoni Carlo Francesco, di Fa- brizio e d'Anna Crosa, lascio un unico figlio maschio e diverse femmine, tutte monache. Con testamento 11 settembre 1677 chiamo erede il figlio maschio prescrivendogli di comperare tanta tela di lino per il valore di scudi 100 da consegnai-e all'Ospedale per la confezione di lenzuola. L'erede consegn6 il 13 dicembre 1678 N. 100 lenzuola di due tele di braccia 8. Delfinoni Elisabetta, di Giovanni An- tonio, maritata con Claudio Fiamenglii, tro- vandosi inferma neH'Ospedale di S. Ambrogio fece il testamento 5 dicembre 1582, legando all'Ospedale Maggiore L. 200. * Del Gado Teresa. Legato di L. 300 nel 1768. * Delia Badia Paolo. Legato di L. 900, testamento 5 aprile 1596. * Delia Chiesa Antonio. Legato di L. 40 nel 1496. Delia Chiesa Francesco, di Bian- dronuo, figlio di Pietro Maria. Mori il 28 febbraio 1825 in ]\lilano, lasciando vedova Angela Galli. Furouo eredi i figli Giuseppe. — 267 — Maria cil Anna col peso di im legato di L. 3W airOspedale. * Delia Coda Margherita. J^egato di L. 525 nel ir>^s. * DeirAcqua Antonio. Legato di L. 30 nel ISUl. * Dell'Acqua Bertola. Legato di L. 10 nel 15-20. Dell'Acqua Bianca, liglia di Giiisoppe e moglie diPietro Francesco Porro, dispose della sna sostanza con testamento 20 marzo 1G25 per una meta a favore dei nijioti Carlo, An- tonio e Lucia fratelli e sorella delTAcqua. e per I'altra meta a favore dell'Ospedale, al quale pervennero L. 1513. * Dell'Acqua Giulio. Legato di L. 0500. Testamento 10 geniiaio 1S02. * Delia Croce Barnabo. Legato di L. 150. (Testaniento 1 niai:i:;io 15-15). * Delia Croce Caterina. Legato di L. 10. (Testamento 12 setteinlre 1524). * Delia Croce Cristoforo. Legato di L. fU nel 1406. * Delia Croce Gerolamo. Legato di L. 500 nel 14%. Delia Croce Ippolita, vedova di Pietro Antonio Tarcsi. conte di Rosate, e altro be- nefattore deirOspedale, leg6 L. 1000. (Testa- mento 14 settembre 101.5). Delia Croce Lancellotto, di Giovanni Ambrogio, sposo Caterina Robbi nel 1606. Con testamento 24 luglio 1623 cliiamo erede rOspedale, al qnale pervenne una casa in Mi- lano in P. Ticincse vcnduta per L. 8000. Delia Croce Lancellotto, di Giovanni Cristoforo e di Elisabetta Lomeni, marito di Antonia Parazoli, mori nel marzo 1533 senza figli. Chiam6 a raccogliere la sua sostanza rOspedale, il L. P. della Caritk e la fab- brica del Duomo. AH' Ospedale toccarono L. 20<^^»". Delia Croce Maria Cornelia. L'Ospe- dale, erede di lei, introiti il 30 giugno 1606 L. lOTt. Delia Croce Odoardo, di Giuseppe, scrisse a favore delTOspedale un legato di L. ISftO nel suo testamento 20 maggio 1639. Delia Croce Paolo. Nel 1546 dono il livello di L. 48 assentato su casa in P. Y. Parrochia di S. Pietro in Camminadella. Delia Croce Pompeo. Legato di L. 2000. rTfstanHiitu in n-v^to If/iOj. * Delia Croce Roffino. Legato di L. 50 nel lolfi. Delia Croce Teodoro, di Giovanni Battista, leg6 L. 1000 con testamento 20 ot- tobre 1630. * Delia Fiore Antonio. Legato di Li- re 233 nel 1711. Delia Giovanna sacordote Francesco, parroco di Cuasso al Monte, tiglio di Donie- nico, lego una pezza di terra in detto Co- mune ton testamento 7 aprile 1070. Dell'AjO Caterina, con testamento 12 ottobre 1588 istitui erede 1' Ospedale della, tenue sua sostanza. Delia Mano Maria, di Francesco, di Per- ledo , mori I'll gennaio 1863, lasciando erede il marito Fumeo Giuseppe della pic- cola sua sostanza di L. 800 [a carico della, quale pose un legato di L. 200 a favore del- rOspedale, testamento 21 ottobre 1862. * Delia Mirandola Pietro Gerolamo. Legato di L. 150 nel l(il3. * Del Majno nobile Arturo. Legato di L. 8(X\ Testamento 2 maggio 1484. * Del Majno Rosa ex monaca. Legato di L. 12 nel ITitO. Delia Porta sacerdote Bernardino, mo- ri il 7 dicembre 1807. Fu erede, in forza del testamento 6 ottobre 1805, il nipote Pie- tro Della Porta, giudice della Corte di giu- stizia, col peso di un legato di L. 150 al- rOspedale. - Delia Porta Campo (sic). Legato di L. 108 nel 16S0. * Delia Porta nobilo Carlo, consigliere d'Appello. Legato di L. 115 nel 1818. * Delia Porta Casimiro. Legato di Li- re 150 nel 1800. * Delia Porta Giovanni Antonio. Le- gato di L. 40 nel 14i)3. Delia Porta Giovanni Paolo, figlio di Gerolamo, falcguame , colpito dalla peste, fece il testamento 20 luglio 1630 sulla piaz- za della chiesa di S. Vittore al Teatro di- sponendo il legato di L. 100 a favore degli apjjestati ricoverati nel Lazzaretto e di Li- re 400 a favore dell'Ospedale, legato que- st'ultimo che per insufficenza dell'asse ere- ditario dovette essere ridotto della met;'i. Delia Porta sacerdote nobile Giulio. Legato di L. 600. Testamento 2 giugno 1731. Delia Porta sacerdote Nicolao, di Gio- vanni Battista, con testamento 3 genu. 1602 obbligo il suo erede di convertire i frntti di una sua possessione perquattro anni.per far fabbricaro una tappezzeria di brocadello per omare la cbiesa di S. Donato in Sesto Calende di padronato dell'Ospedale. Nel te- 268 stamento accenn6 d'essere stato alimentato ■dal 1G49 al IfiSS dai conti Giovanni e An- tonio fratelli Borromeo. * Delia Riviera Isabella. Legato di Li- re IBO nel 17:Mt. Delia Rovere Battista, di Stefano, am- inogliato col la nobile (."aterina De Marti- netti di Bolesano, con testamento 5 luglio 15G6, istitui eredi Battista, Agostino, Pietro Paolo e Francesco fratelli della Rovero e loro successori con sostituzione a I'avore dell' Ospedale nel caso di estinzione delle linee chiamate e con im legato a favore dello stesso di L. 200. L'Ospedale rinuncii al di- ritto di sostituzione nel 1801 ricevendo il capitale di L. 0598. * Delia Rovere canonico Giovanni. Le- gato di L. 500 nel 1684. * Delia Rovere Lodovico. Legato di L. GOO nel 1GG2. * Delia Somaglia conte Antonio. Legato di L. 3G nel IGW. Delia Torre Clemente, di Nicolao, no- vizio nel Monastero di S. Maria degli An- geli fuori delle mura di Milano, con atto 9 ottob. 1498 istitui erede la niadre Caterina de Montiono e il fratello Paolo e dono all' 0- spedale la parte a lui spettante su di una casa in Milano e su alcnni staLili in Canzio. Delia Torre Giovanni Pietro, di A- lessandro, portinaio dell'Ospedale di S. Celso, con testamento 9 glugno 1578 istitui erede I'Ospedale Maggiore della sua sostanza di circa L. 600. Mori nell'Ospedale nell'agosto detto anno. Delia Torre Marco Antonio, lego L. GO. Testamento 25 gennaio lG3n. * Delia Torre Marco Antonio. Legato ili L. 11,1G nel 1571. Delia Torre Pietro Paolo. Barlnere alia crocetta di P. Romana, mori I'S luglio 1602. Con testamento 3 luglio detto anno leg6 scudi 4. * Delia Valle sacerdote Antonio. Legato di L. 25 nel 1527. * Delia Valle Giovanni. Legato di L. 100 nel 1542. * Delia Valle Melchiorre moil il 2 ot- tobre 15(57 legando L. 2290. Dell'Era Giovanni Antonio, figlio di Antonio, con testamento 29 dicembre 1781, istitui erede la niadre Teresa Pagani con un legato di L. 100 all'Ospedale. Dell'Oro Pietro, di Carlo, ammogliato con Isabella Tosi, con testamento 29 luglio 1745, istitui erede I'anima siia e per essa I'esecutore testamentario Giovanni Battista Secco, cancelliere del Senato e lego all'O- spedale il credito che professava verso il principe Melzi per giornate da lui impie- gate nella qualita di falegname in una fab- brica dello stesso principe ])er la somma di L. 979,14. DeirOca sacerdote Francesco, di Val- madrera, figlio di Domenico, con testamento 28 dicembre 1782, cliiamo erede I'Ospedale colla condizione die dope soddisfatti i le- gati, gli pervenisse almeno la quarta parte della sua sostanza. Si obbero L. 6500. * Dell'Oro Marianna. Legato di L. 492.85 nel 1845. Dell'Orto Francesco, di Bonifacio, mo- ri nel novembre 1665 legando all'Ospedale L. 300. Testamento 28 agosto 1664. Del Majno marchesa Barbara, figlia di Gaspare, Senatore Dncale, e di Margherita Rtampa, era sorella del cavaliere Massimiliano Stampa che fu I'ultimo castellano Sforzesco del Castello di Porta Giovia. Lo storico Mis- saglia la chiamo " donna per acutezza d'in- gegno e grandezza d'animo degna d'essere nata nella famiglia del Majno, per lettere ed armi molto illustre nella Citta di Milano. " Spost) il 25 maggio 1549 il marchese Agosto Medici di Marignano, rimanendo vedova il 9 ottobre 1570. Nel 1577 fond6 il Convento del Cappuccini di IMelegnano, ed a proprie spese fece anche edificare I'annessa chiesa. Con te- .stamento 19 marzo 1583 istitui eredi per due terze parti I'Ospedale e per una parte Gio- vanni Giacomo Medici suo figlio, il quale fu erede del padre e del cardinale Giovanni An- gelo Medici che divenne poi Papa Pio IV, altro benefattore. L'Ospedale dovette addive- nire ad una transazione in forza della quale consegul poco piu di L. 3000. JMori il 14 no- vembre 1586. * Del Majno Camillo. Legato di L. 45 nel 1774. " Del Majno Gerolamo. Legato di L. 135 nel 17G9. * Del Majno Gerolamo. Legato di L. 698 nel 1808. * Del Majno Giovanni. Legato di L. 16 nel 1507. * Del Majno Giovanni. Legato di L. 132 nel 1533. Delmati Giuseppe, dottoro in legge, possidcnte, figlio di Giovanni e di Cellaria Eurosia nacque a Mulazzano il 25 gennaio — 269 1757 e niori in Milano, veilovo ili Giiisepjm Rngficeri, il 23 marzo 1832. Era quest i I'nvo del dottore Giuspppe Delmftti, proprietario delle case alias Avoonati in via Brisa, dovo allogsi'"' Radt'stki. Ton testanieiito 30 matri;io 1S;}1 istitui erodi i figli col peso di un legato di L. 6000 airOspodale. Pare che egli sia altro dei discendenti della nobile tamiglia Di'l Mato di Tondello sul lago di Como, e die il cognome sia stato da lui cambiato senzaanto- rizznzione superiore in Drlmati. * Del Meda Pietro. Legato di L. 00 ntl lTr.i\ Del Monte Agostino lego rusufi-utto per un decennio dei suoi beni aU'Ospedale, il quale vi rinuncio accontentandosi di rice- vere L. 12(Xt. Testamento 27 maggio 1591. * Del Poggi Antonio. Legato di L. 12 Del 1810. * Del Ponte Francesco. Legato di L. 180 nel lt;31. Del Porzo Francesco, mori nel di- cenibre lt)12. La sostanza di lui fu raccolta dall'unico figlio Francesco Cesare, che egli ebbeda PmdenzaCarpani. AlTOspedale lascii un legato di Scudi 225 con testamento 13 di- rembre IfilO. * Del Sesto Giovanni. Legato di L. 50 nel 1538. * De Maestri sacerdote Pietro. Legato di L. 15 nel 1790. De Marchi Francesca t'u curata nel- rOspedale nell'ultima sua malattia e per que- sto fatto con testamento 10 febbraio 1678 la- sci6 alio stesso in parziale compenso delle spese di cuia la -poca. mobilia della .sua casa. * De Margaritis Giovanni Antonio. Le- gato di L. 15 nel 1773. * De Margut nobile Antonio, Auditore generale militare. Lesato di L. 10 nel 1773. * De Martini Claudia. Legato di L. 300 nel lf;7l. * De Martini Pietro. Legato di L. 30 nel 1787. De Martinis Pietro Giuseppe. Spa- [gnuolo, figlio di Genesio, trovandosi malato neirOspedale, fece il testamento 15 febbraio 1592 legandogli Scudi 30. De Martinis Scipione. Fu erede la Scuola della Cariia in S. Nazaro col peso di an legato di L. 1000 all'Dspedale. Testamento If-) giugno Vut'K * De Medici Signorolo. Legato di L. 40. Testamento 11 marzo 1461. * De Micheli Giuseppe. Legato di L. 76,75 nel 1820. * De Micheli Paolo. Legato di L. 15 nel 17!)2. * De Milianta Agazina. Legato di L. 15 nel 17 •:!. * De Monti Giovanni Pietro. Legato di L. ")!) nel ].")();?. * De Monti Zaccaria. Legato di L. 10 nel ].")(I7. * Densi Giacinto. Legato di L. 15 nel 1771. * Denti Alessandro Cipriano. Legato di L. 63 nel lt;2;t. De Paoli Agostino, di Giovanni, mori neU'O.spedale il 3 febbraio 1795 legando al- rO-spedale stesso L. 150. Testamento 17 gen- naio detto anno. * De Paoli Matteo. Legato di L. 100 nel 1611. * De Patis Claudio. Legato di L. 200 nel 1664. * De Pest Filippina. Legato di L. 30 nel 1804. •• De Platis Bianchina. Legato di L. 20 nel 1498. * D'Eredia Giovanni. Legato di L. 300 nel 1679. * Dervio Giovanni. Legato di L. 150 nel 1697. * De Sanch Michele spagnuolo. Legato di L. 192 nel 1587. De Simoni Carlo Domenico, figlio dei conjugi Antonio e di Livraga Maria Teresa, di Costa dei nobili, mori d'anni 65 il 13 marzo 1865 in detto comune lasciando I'usufrutto alia moglie Luigia Rizzardi, che mori il 9 settembre 1862 e legando all'Ospedale L. 1000. * Desio Veronica. Mori il 15 febbraio 1568. Legato di L. 50. Desperati Filippo, figlio di Bartolomeo e di ^'iolante Bassi, staffiere, mori nell'Ospe- dale il 20 aprile 1724 manifestando la sua riconoscenza per lo cure ivi ricevute coll'i- .stituirlo erede alia morte della di lui inadre. Perveiine un capitale di L. 900. * Desperati Pietro Francesco. Legato annuo di L. 45 nel 1735. De Stefani Antonio, di Bernardo, di Parravifino, Diocesi di Torton.a, trovandosi ammalato nell'Ospedale di Milano, fece il testamento 8 marzo 1680 chiamandolo erede. AbbaiidonA una sostanza di poca consistenza trattandosi di 2)iccoli valori sulla jjiazza di Genova. De Stefani Giovanni, di Giovanni Maria, — 270 legi L. lOOcou testamento 1 marzo 1750, fatto nieiitro si trovava ricoverato nell'Osjjcdale. * D'Este marchesa Livia Maria. Lej^ato (li L. (lOO 11 el 1G71. * Destrieri Rosa, vedova di Luigi Ze- noiie. Legato di L. 200 iicl 184:5. * De Vecchi Carlo Giuseppe. Legato di L. 14 nel 1794. * De Vecchi Caterina. Lego L. lOO con testamento 5 novembre 1625. * De Vecchi Cristoforo. Legato di L. 625 nel 1512. De Vecchi Filippo, di Giovanni Bat- tista, nello stosso giorno in cui fece il te- stamento 31 dicembre 1634, vers6 nella cassa deir0.spedale a sifravio di cosrinn^a L. 100. * De Vecchi sacerdote Paolo. Legato di L. 76,75. Testamento 4 luglio 1821. Mori il 13 agosto 1822. * De Vedrona Francesco. Legato di L. 100 nel 1761. ■^ Diadema Giuseppe. Legato di L. 600 nel 1654. Diepael Melchiorre, Pittoie, della Pio- vincia di Stiria, con atto 1 maggio 1693, fatto nella Citta di Graz, dono L. 120. Diola Nicolao, di Tomaso, marito di Caterina Rossi, alia quale lego la mobilia di casa oltre Scudi 60 d'oro, istitui erede I'Ospedale della sua sostanza risultata di L. 900. Testamento 20 maggio 1600. * Diotti Giuseppa. Legato di L. 10 nel 1782. * Diotti Matteo. Legato di L. 200 nel 1661. Diotti nubile Teodolinda, vedova del dottor iisico Pietro Sala, con testamento 5 gennaio 1821 lego L. 100. Discacciati De Reali sacerdote Lo- renzo, Hettore della Cliiesa parroccbiale di S. Giorgio di Lurago Marinone, leg6 L. 300 con testamento 10 gennaio 1665. Dizer Giovanna, che era domiciliata in Milano al Fico vicino a S. Nazaro, mentre si trovava ricoverata nell'Ospedale fece il testamento, 14 dicembre 1688, col quale lascio la poca mobilia che possedeva all'Ospedale stesso in riconoscenza dolle cure prestatele. * Doddi avvocato Giovanni. Legato di L. 1500. Testamento 29 scttembre 1740. * Dolcebona Verri Gostanza. Legato di L. 200 nel 1652. * Donarino Biagio. Legato di L. 11,50 nel 1811. * Donati Francesco. Legato di L. 50 nel 15:4. * Doncal Giovanni Battista. Legato di L. 40(( nel 16:51. Dones Elisabetta, nubile .figlia di Am- brogio, con testamento 17 luglio 1630 lego L. :-^/X). * Donghi Giuseppe. Mori neU'Ospedale Icgandogli con testamento 25 febbraio 1799 L. 50. Donzelli Gerolamo Carlo, conosciuto col nome di Francesco Todeschino, figlio dei coniugi Pietro e di Cristina Cerri, cal- zolaio, mori il 29 novembre 1814 d'anni37. Con testamento 5 novembre detto anno istitui erede I'Ospedale della sua sostanza consi- stente in tre case in Milano, una in borgo di Cittadella al N. 3627, un altra in via del Marino al N. 1144 avente tre botteghe verso la Piazza del teatro della Scala e la terza nel vicolo Cassolo al N. 4513. Ma a contrastare questa eredita sorse la vedova Margherita Boni, sostenendo di essere compartecijie del negozio. Sia per questa ragione, sia per de- bit! sopraggiunti , I'Ospedale, dopo di avere avuto un bel da fare, dovette accontentarsi di conseguire in via di transazione L. 4000. Donzelli Giovanna, tiglia di Giacomo e di Margherita Mazznsogui, rimasta vedova di N. Brioschi, sposi Giuseppe Alemanni. Mori d'anni 58 il 1 aprile 1863 per apo- plessia lasciando all'Ospedale con testamento 12 agosto 1858 un legato di L. ICOO. Dordoni Giovanni Antonio detto chi Cremona. Mori il 21 marzo 1552 lasciando il poco che possedeva, circa L. 42, all'O- spedale. Doria Visconti contessa Paola.' Le- gato di L. 150 nel 1671. * Dorigoni Roberto. Legato di L. 1500 nel 1802. * Dormola Maddalena. Legato di L. 10 nel 1759. * Dossi Bernardo, detto da Yaja-iio. Le- gato di L. 250 (Mastro 1602 al 1604). Dovera Pietro, nacquo il 21 settembre 1800 dai coniugi Giovanni Battista e Cova Teresa a Zolobuonpersico, dove mori il 31 Marzo 1870, legando all'Ospedale con testa- mento 28 gennaio 1866 una pezza di terra in detto Comune o il- relative Valore, non che L. 2000. La disposizione fu contrastata dalla erede, sorella di lui, per cui I'Ospedale dovette addivenire ad ana transazione e ri- tenersi tacitato colla somma di L. 3000. * Dozia Teodolinda, vedova Cantu. Le- gato di L. 15 nel 1801. — 271 — * Draghetti Carlo. Lopato di L. 100 nel 1744. * Draghi Nazaro. LoRato di L. 100 a ca- rko .!el L. P. doUa CaritA, erede di Ini. Testament o 5 ott<0.re IWXl Dressa Maria Margherita, di Giovanni Antonio, niaritnta con Piotro Sacrnmora, trovandosi internia nelTOspedale, e dosido- rando di coniponsare almeno in parte il Lnogo Pic dello sjiese di cnra, destincS con testamento 4 niarzo 1761 a favors dell'Ospe- dale stesso tntto qnello che possedeva in Giornipo nella Vallo Levantina. Mori pochi giorni dopo di aver fatto testamento. * Duca Giovanni Antonio. Legato di L. l^Mt nel 1401. Dugnani Baldassare, figlio di Catelano, di Seguro. amniogliato con Angelica Biglia, chiamo a succedere nella snasostanza di poca consistenza, circa L. 200, TOspedale. (Testamento PO agosto 1592). Dugnani Abate nobile Bernardino, figlio dei coniugi Giulio, altro henefattore deirOspedale, e Marchesa Maddalena Palla- vicini, altro dei discendenti dei Dugnani feudatarii di Terrazzano e Diignano, niori il 12 agosto 1775. Negli anni 1750. 1751, 1764, 1765, 1768, 1769, 1774 e 1775 prest6 i snoi servizii gratuiti all'Ospedale nella qualita di deputato del Capitolo Ospitaliero e in niorte lo favori con nn legato di L. 400 Zecchini ritenuti pari a L. 6000, nel suo te- stamento 26 gingno 1775. * Dugnani Donato. Legato di L. 50 nel 1578. Dugnani Elisabetta, di Bernardo, mo- glie di Giorgio Ledesmo, leg6 L. 50, con testamento 28 ottoLre 1575. * Dugnani Moriggia Francesca. Le- gato di L. 590 nel 1569. * Dugnani conte Giorgio. Legato di L. W) nel 1806. * Dugnani Giovanni Giacomo. Legato di L. 781 nel 1514. Dugnani Giovanni, figlio di Francesco, con testamento 27 giugno 1461 lego alPO- spedale meta dei beni da lui posseduti alia Cascina Aleniagna fuori di P. Comasina. Dugnani nobile Giulio, figlio di Gero- lamo, leg6 L. 1000, con testamento 16 set- tembre 1622. * Dugnani GofFredo. Legato di L 400 nel 1482. * Dugnani Marco Antonio. \Ajnir, di L. 120 nel 1587. * Dugnani Orsina. Legato di L. 16 nel 1551. Dugnani nobilo Ottaviano, figlio di Gerolaino, Cnvaliere dei SS. Maurizio e Laz- zaro, dei conti di Cornarodo e dei lendatarii di Terrazzano, mori colibe il 26 novcmbre 1622 legando L. 90OO. Durini nobile Giovanni Giacomo , figlio di Giovanni Battista e di Clara Kusca, dei conti di Monza, nacque nel 1573. Citta- dino di Como, trasport6 la sua residenza a Milano. Partecipi con altri alia distri])uzione delle elemosine durante la pestilenza del 1G30. Fu descritto come mercante di seta ed oro nel 1624 ; poi como bancliiere. Spos6 Angela di Giovanni Angelo Civate, dalla quale ebbe sette figli Angelo banchiere, Giu- .<;e])pe capitano di corazze, Carlo Francesco, Giovanni Battista banchiere e Maddalena maritata in prime nozze col Conte Antonio Visconti e in seconde nozze col Conte Paolo Borromeo , Lestilla e Caterina. Mori nel 1639 e con testamento 28 Giugno 1638 leg6 all'Ospedale Scudi ICKJO. * Elena Bartolomeo. Legato di L. iro nel 17.511. * EUi Giacomo. Legato di L. 16. Testa- mento 2 novembre 1519. * Elli sacerdote Giulio , Curate di San Giorgio al Pozzo bianco. Legato di L. 210 nel 1657. Emo ragioniere Martino, di Giovanni, mori il 23 giugno 1860. Fu erede 1' archi- tetto Carlo Peverelli in forza del testa- mento 31 marzo detto anno, col peso del le- gato di L. 1200 all'Ospedale Maggiore e di L. 1000 air0.spedale Fate-bene-sorelle. Erba Anna maritata Conti. Cou testa- mento 24 agosto 1626, istitul erede I'Ospe- dale che consegui uno scudo, un letto, una cassa di noce, due sottane, ecc. * Erba Filippo. Legato di L. 16 nel 1500. Erba Odescalchi monsignor Gero- lamo , Canonico ordinario della Metropo- litana, figlio del Marchese Luigi e della Contessa Barbara Piatti , dei Marchesi di Mondonico , mori il 1 luglio 1822 istitnendo erede il Marchese Cesare Brivio , suo co- gnato e marito di sua sorella Apollonia, col- I'onere di un legato di L. 750 all'Ospedale. (Testamr-nto 14 ajw-ile 1818j. * Ermenolfi Alessandro. Legato di T^ 14,5. Testamento 10 aprile 1604. * Ermenolfi Ermenolfo. Legato di L. 10 nel 1568. 272 — ■' Ermosilio Donate, spnf^nuolo , altio degli stipuiuliiiti al suivizio di Sua Mnc«ta Cattolica. Gon testamento 20 maggio 162<''. * Fontana Pietro Francesco. Legato di L. f»7 nel 17-57. Fontana Simone,di Gerolamo, di Canzo, ammogliato con Francesca Delia Noce, ve- dova di Gerolamo Bonderi, uno dei piu re- putati ricamatori di Milano, mori nel 1608 noU'Ospedalc di S. Ambrogio, dove era rico- vorato, chiamaudo eredo I'Ospedale Maggiore di Milano, con testamento 5 marzo 1608. Fontes o Fuentes Bernardino, sol- dato spagnuolo. con testamento orale 20 mag- gio 1572, la.scio all'Ospedalo tutto ciu che sarebbo avanzato di sua sostanza dopo la morte di sua raoglic. * Foppa AgOStO. Legato di L. 2f15 nel 1 570. Foppa n(ii)ile Avvocato Giovanni Bat- tista, di Lucio, con testamento 9 luglio 1585, istitui eredi il fratello Caradosso e il figlio naturale Francesco, avuto da donna che non voile nominare per degni rispetti, e loro di- scendeuti in infinito con sostituzione a fa- vore deirO.spedale nel caso di estinzione delle linee chiamate. Con atto 14 aprile 1676, I'Ospedale rinunci6 al diritto di sotituzione contro il pagamento della somma di L. 2600 imp. Lego ad un altro figlio naturale scudi 4 in ogni anno, e assegno ad una figlia natu- rale avuta da Clara Campeggi pavese la dote di L. 7000. * Forceri Giulio. Legato di L. 300 nel 1676. Forerio Giovanni Battista, di Fran- cesco, mentrc i-i trovava ricoverato nell'O- spedale per ferita, fece il testamento 2 gen- naio 1581 col quale leg6 all'Ospedale stesso Scudi 20 d'oro. * Foresti Cesare. Legato di L. 300 nel 16B(». Formenti sacerdote Francesco, morl in Milano il .30 maggio 1855. La di lui .so- stanza fu raccolta dagli eredi Andrea, Do- menico e Gaetana fratelli e sorella Campa- gnani del fu Francesco suoi pronipoti, col peso di un legato all'Ospedale di L. 100, scritto nel suo testamento 25 gennaio 1832. * Formenti Ignazia Teresa, ex monaca. Legato di L. 76,75 nel 1817. Formenti Pietro Martire, di France- schino, di Seregno. uoino .sufScieiitemente istrutto, aveva una speriale jiredilezione per la registrazione di tutti i fatti che riguar- davano la sua famiglia. Un suo fratello era socio nel Prestino delle Gruccie in P. Orien- tale e delle Farine. Egli la.scii scritto che dal Prestino delle Gruccie si ricavavano di guadagno circa L. 11/XiO. Ebbe un processo per aver ucciso in rissa un Pietro Giovanni Gorla. Da agiato die era negli ultimi anni — 278 della sua vita si trovi quasi ridotto alia miseiia ; per modo che nel 1573 il Comune di Seregno lo dichiarava povero e carico di debiti. E che cosi fosse lo prova il fatto che egli dovette iiell'ultima sua malattia ri- coverare nell'Ospedale diS. Simpliciano, dove fece il testamento 14 aprile 1583, col quale istitui erede I'Ospedale Maggiore di Milano in riconoscenza delle cure prestategli. La sostanza da lui abbandonata consistette in una piccola casa in Seregno. El)be un unico figlio dalla moglie Elisabetta Frigerio, il quale gli premori. Formica sacerdote Giuseppe, emerito curato di Siziano. Lcg6 I'ottava parte de'suoi capital! risultata in L. 1668. (Testamento 13 settembre 1776). Fornara Giovanni Simone. In forza della di lui eredita. TOspedale ando al pos- sesso nel 1535 di una possessione in Quin- zano affittata per L. 400. Forti Gerolamo Salomons Bene- detto, di Elia, mori in Milano il 2 diceni- bre 1877 -e con testamento 15 febbraio detto anno, istitui erede il fratello Alessandro, le- gando airOspedalo ],. 2000. Fortis Gristoforo, di Novara, figlio di altro Gristoforo, leg6 alcuni crediti, con te- stamento 28 agosto 1485. Fortunio Giovanni Battista , di An- gelo, assistente alle fabbriche dell'Ospedale, fece il testamento 10 settembre 1630 , col quale istitui erede il detto Ospedale. * Fossani Cerasino. Legato di L. 400 nel 1529. Fossani Francesco, capitano , con te- stamento 30 luglio 1717 lege) L. 42. * Fossani Giovanni Francesco. I^Iori nel novembre 1685. Fu erede 1' 0.spedale al quale pervenne una sciostra sotto la Par- rocchia di S. Stefano ed alcuni stabili in Triuggio vendnti per L. 5252. * Fossati Benedetto. Legato di L. 400 nel 1497. Fossati sacerdote Francesco , Parroco di Nova, chiamati eredi i poveri della sua parrocchia , leg6 all' Osi^edale L. 1200, con testamento 30 settembre 1779. * Fossati Galeazzo. Con testamento 2 set- tembre 1508, istitui erede 1' Ospedale della di lui sostanza animontante a L. 400. Fossati Giovanni, Proposto di S. Am- brogio. Legato di L. 16. Testamento 8 di- cembro 1461. Fossati Giovanni Pietro, di Lucio, tenne aperto ncgozio da fannacista in una casa di ijropriota del L. P. del Chiesuolo, altro dei Luoghi Pii aggregati al L. P. di S. Caterina nelle vicinanzo della chiesa di S. Babila. Con testamento 6 giugno 1667, lego airOsjDedale alcuni crediti da lui pro- fessati verso diversi, compresol'importo do- vuto da Carlo Comaghi per gli utensili e la mercanzia del negozio di farmacista a lui ceduto. * Fossati Giulio. Legato di L. 25 nel 1558. Fossati Giulio , di Cesare , con testa- mento 26 marzo 1621 leg6 L. 300. Fossati Giuseppe, Regio fiscale ducalo, con testamento 13 ngosto 1635, chiam6 eredi le figlie Margberita ed Aurelia col vincolo dell'usufrutto genei'ale a i'avore della moglie Costanza Antignati e con un legato al- I'Ospedale di L. 150. * Fossati sacerdote Giuseppe Antonio. Legato di L. KJO nel 1776. Fossati Lucia , di Giovanni Pietro , istitui ei-ede 1' Ospedale, con testamento 28 niaggio 16.50. Fossati Marsilio, figlio di altro Mar- silio, con testamento 21 marzo 1553, nomino erede 1' Osjiedale colla jiroibizione assoluta di fare alcun contratto coi svioi fratelli e loro discendenti in | infinite , ai quali lego soldi 10 per ciascuno ! ! Lasci6 scudi 1000 a Fossati Michele suo figlio naturale avuto da una servente, coll'obbligo di collocarlo in pensione presso qualche professore di gram- matica in Milano. Fossati Pietro Francesco. L'Ospedale gli e riconoscente per il legato di L. 300 disposto con testamento 31 gennaio 1623. Fossi Francesco, di Legnano , leg6 nel 1779 L. 10.000, legato che per la insuf- ficienza dell' asse ei-editario dovette es.sere ridotto a L. COOO. * Fova Maria. Legato di L. 100 nel 1613. * Fracapanna Ursina. Con istrumento 27 dicembre 1547, don6 un diretto dominio coll' annuo canone di L. 5 assentato .su di una vigna a Saresano di S. Giuliano. •" Fragola Bernardino. Legato di L. 100 nel 1697. ■" Francetti Carlo, nativo di Cambiasca, morl in Milano nclla via di S. Yito al Car- robbio al N. 3884, il 14 agosto 1860, la- sciando eredi in forza del testamento 17 gen- naio 1859 i figli Francesco , Carlotta dl Elisa della legittima e il solo Francesco della disponibile coll' obbligo di faro co- — 279 — struire colla spesa di L. 1000 una cappella sulla strata da Cambiasca al !N[onte Sin6 portaute il suo uome. Favorl la ino2;lie Il;i- chele Clerioi, e leg6 all'Ospedale anstriaclie L. 1(»\ Francetti Carlo, di Giuseppe, che teniie doniicilio in Milano nella via Vedraschi al N. 3816, con testamonto 1'2 gcnnaio 18i32 logu L. 1000 austriacho. Fn sopolto nel Cinutero di P. Ticinese, dovo lo ricorda questa iscri- zioue : QLI RIPOSANO LE CENERI DI Francetti Carlo REDUCE KUA rorill rAMI'lONI CHE SOPRAVIS.SERO ALLA MEMORABILE GL'ERRA DI MoSCA ONORATO QCALE DlSTRl BUTORE DI VIVERI PRESSO l'eSERCITO DEL GIA ReGNO d' ItaLIA rillARO NEL COMMERCIO FERMO NELL'oNORE E prubo xegoziante di PELLAMI L'OMO PIO BENEFICO jiurI il giorno 28 genxaio 1832 d'anm 50 il FRATELLO ED I NII'OTI INCONSOLABILI GLI IMPr.oUANO ETERNO RIPOSO. * Franchi Mozzetta Anna. Legato di L. 50 uel 1752. Franchi mairhese Federico. Lego li- re • ;<«> cnn testauiento -if. I'cMiraio IfiSO. " Francia dottor Giacomo Antonio. Legato cli L. 15 nel ITss. Frangiurio Ambrogio detto il Todesco, figlio di Antonio, leg6 L. 34 con testamento 21 novenilire 1477. Franzano sacerdote Michele, di Lodo- vico, di Arconate, con atto 16 febbraio 1745, doni all'Ospedale tutto il siio avere anche per indennizzarlo delle spese della cura prc- statagli siccome opilettico. Franzi Carlo Giuseppe. Legato di L. 300 nel 170.5. Franzi Giorgio, terziario deirOrdinc di S. Fran'f >co, figlio di Antonio, novarese, con testamento 4 maggio 1498, leg6 Fior. 20. La sostanza da lui abbandonata fu raccolta dalla di lui figlia Caterina colla condizione pert) che vestisse I'abito del terzo ordine di S. Francesco e col vincolo di usufnitto a favore della di lui moglie Giovannina Bon- signori di Lodi, purcli^ fcsse rimasta in istato vedovile. * Franzini Francesco. Legato di L. 20 nol 17SJ. * Franzini Giuseppe. Legato di L. 20 nel 1757. * Franzone sacerdote Carlo Francesco, Proposto di S. Benedetto di Conio. J^cgato di L. 400 nel 1723. Frappolli sacerdote Giuseppe. Pan-oco (juiesceutc di Gavirate. Logo un credito di L. 600 con testamento 26 settembre 1774. * Frasconi Maddalena. Legato di L. 730 nel 1(;52. Freddi ihierico Gaspare. Con testa- mento It) higlio 1795, lego il capital© di L. 1600. * Freganeschi nobile Felice, di Cremona, animogliato con Giuse2)2)a Maggi, lego L. 25 nel 1778. Era il padre dell'altro benefattore Gerolamo Freganeschi. Freganeschi nobile Gerolamo Asca- nio, nato a Cremona il 27 aprile 1769 da Felice, altro benefattore dell'Ospedale. e dalla nobile Giuseppa Maggi, consigliere d'Appello, raori il 18 aprile 1837. Con testamento 5 a- gosto 1826 lego al Monastero delle Sale- sianc in Como un diretto dominio assentato .su di una casa in Milano in via Vedraschi, coir annuo canone di L. 215 , al quale per eifetto della legge 24 gennaio 1864 fu sostituita una rendita dello Stato di L. 180. Questo legato fu scritto coll'obbligo di fare celebrare 15 Mcssc all'anno nel loro Oratorio e con sostituzione a favore dell'Ospedale, voltacche venisse soppresso il Monastero. II caso si e verificato in forza delle note leggi sull'asse ecclesiastico del 1866 e 1867, e quindi I'Ospedale consegul la detta rendita dello Stato. Istitui dodici diaconie nella Metropolitana di Milano, sotto i nomi degli Apostoli col patronato attivo a favore dell'Ospedale e coll'onere alle diaconie di corrispondergli ogni anno Staia 12 frumento in contrassegno di tale patronato, sotto condizione che qua- lora per disgrazia di tempo non potessero avere pin effetto le collazioni dei detti bene- ficii diaconali, la sostanza dovesse passare all'Ospedale. Fu erede di lui la nipote Marietta Bianchi a favore della quale ri.servi anche I'usu- fnitto della dotazione delle Diaconie. Fu sepolto nel Cimitero di P. Orientalo c gli fu eretto su disegno dell'Ingeg. Fran- — 280 ccsco Garavelli uii Monumento colla seguentc iscrizione: A Gerolamo Freganesohi kigmo 1)1 Femoe DEI NORILI 1)1 CREMONA MAGISTRATO INTEGERRIMO AIJ.A RELIGIONK, AL GOVERNO, AI.I.A I'ATKIA AFFEZIONATISSIMO UOFO ILLUSTRl CARICHE GIUDIZIAKIE I'RESIDENTE all' I. R. COMMISSIONK LlQUIDATKIfE DEL UEBITO PUIiBLICO chiamato a vita IMMORTAI.K IN ETA d'aNNI LXIX NEL XVIII APRILE MDCCCXXXVII PIANTO DAI MISERI DA LUl NON MAI ABBANDONATI DI SOCCORSO, DI CONSIGLK) PIO BENEFICO OLTRE LA TOMBA PEr'l'erEZIONE DI Xll PERPETUE DIACONIE ALL'oTTIMO ZIO MATERNO l'eREDE MEMORE DI TANTO AFFETTO POSE. Freganeschi Giovanni Ambrogio, di Cremona, figlio di Bassiano , con testa- mento 26 marzo 1495 lego all'Ospedale un diretto dominio coU'annuo canone di L. 18 assentato sopra staVjili in Lugagnano. Frigerio Arzio, con testamento 30 ot- tobre 1618, leg6 un credito che professava verso Giovanni Duroni Bottigelli di Pavia, coU'obbligo di corrispondere per una volta L. 150 alia figlia naturale di lui Caterina fosse non fosse sua figlia. Lego all'Ospedale il danaro e la mobilia. * Frigerio Carlo. Legato di L. 30 nel 1808. * Frigerio sacerdote Carlo. Legato di L. 220 nel 1795. * Frigerio Domenico. Legato di L. 150. (Ma.stro 1602-1601). * Frigerio Giovanni Battista. Legato di L. 45 nel 1T9G. * Frotta Giuseppe. Legato di L. 22,10 nel 17B7. * Frotti Franceschino. Con atto 4 set- tembre 1510 dono alcuni effetti preziosi del valore di L. 300. Frotti Giorgio, di Francesco, dispose il legato di scudi 12 a favore dell'Ospedale, con testamento 27 dicembre 1.545. Frugonio sacerdote Bernardo, di Ste- fano, Parroco quiescentc di Garlate , linl i suoi gioi-ni nell'Ospedale di S. Lazzaro, dove fece il testamento 24 aprile 1598 chiaraando eredi due suoi fratelli e legando all' Ospe- dale diversi credit! del valore di L. 8910. Frusta o Foresti Cesare, I'avorl rOspe- dalo con un legato di scudi 50 a carico delle di lui sorelle Cleinenzia , Camilla , Francesca e Lodovica, che furono eredi in forza del testamento 7 maggio 1613. Fumagalli Bartolomeo, di Pietro, am- niogliato con Margarita Riva, lasci6 erede della tenue sua sostanza 1' Ospedale (Testa- mento 10 aprile 1681). Fumagalli sacerdote Bartolomeo, Ca- nonico della chiesa Collegiata di S. Ales- sandro e S. Margarita in Melzo, lego 'scudi 70 con testamento 17 scttembre 1630. Fumagalli Francesco, di Paolo, men- tre si trovava al servizio della nobile Fran- cesca Migliavacca ammalo e trattandosi di malattia molto grave ricoveri all'Ospedale, dove fece il testamento, 27 gennaio 1773, la- sciando erede I'Ospedale stesso, al quale per- vennero due capitali uno di L. 3000 e I'altro di N. 100 Filippi. Fumagalli dottor fisico Giovanni An- tonio, nacque in Milano il 30 agosto 1744 da Giovanni Domenico, pure dottor fisico, e Placida Saletti. Laureato in medicina, co- mincio a servire I'Ospedale nel gennaio 1777 come medico soprannmerario. Nel 1795 passo al servizio di S. Corona in qualita di medico ordinario e nel 1815 ritorn6 all'Ospe- dale. Dopo 49 anni di servizio diligente e premuroso fu coUocato a riposo nel 1826 con annue L. 1726,14 corrispondenti all'in- tero onorario. Mori in Milano il 24 mag- gio 1832 nella casa in via del Carmine al N. 1645, lasciando eredi con testamento 2 lu- glio 1830 i figli Francesco , Pietro e Giu- seppe con un legato di L. 100 airOspedale. * Fumagalli sacerdote Giovanni. Legato di L. 100 nel 1708. Fumagalli Giuseppe , di Carlo , mori in Milano il 27 febbraio 1813 nella casa sul corso di P. Yercellina al n. 2586, lasciando all'Ospedale con testamento 9 maggio 1812 il legato di L. 600. Fumagalli Giuseppe, capitano. Legato di L. 1800 nel 1710. Fumagalli Luigia, di Pietro, vedova di Gaspare Tremolada, riconoscente per le cure prodigatele, lego all'Ospedale L. 100 (testa- mento 11 ottobre 1496). Fumagalli nobile Marco. Legato di L. 500 nel 1782. * Fumagalli Maria. Legato di Lire 46 nel 1766. Fumagalli Prassede, vedova di Qua- — 281 — drio Luigi e figlia di Carlo, con atto 5 mag- gio 1770 dono a Carlo Antonio Fiiniagalli iin diretto dominlo coll' annuo canono di L. 400 assentato su beni in Mignete coUa condizione che alia sua morte poi-venisse airOspodalp. * Fumagalli ROCCO. Legato di Lire 1(X1 nel I'lMl. Fumagalli nobile Stefano, notaio come il di Ini padre Giaconio , nacqiie in Milano il 12 dicembre ItiSO da Maria Maddaleiia Codog:iola. Mori il 27 niaggio 1770. La so- stanza di lui era di qualche cousiderazione, ma alia saa morte si e trovata scemata di molto essendo stata consumata dal te- statore per pagare debiti. Con testamento 11 novembre 1751 chiamo eredi 1' Ospedale e i Padri Teatini di S. Antonio. Qucsti nl- timi pero non poterono conseguire la loro quota perche appresa da un nipote del te- statore in forza della prammatica di am- mortizzaziono'. All'O.'spedale pei'\"enuero circa L. 451. Furla Francesco , marito di Maria Sorre , con testamento in data di Gallarate 15 ottobre 1839, istitui eredi il figlio Antonio della disponibile e lo stesso con Angiola maritata Stagi della legittima, con un legato airOspedale di L. 100. Furla Petronilla, leg6 scudi 50 con te- st.ameiiTo 20 maggio 168 '. * Fusi Giuseppe. Legato di L.300nel 1800. * Fusi Teresa. Lc:*ato di L. 50 nel 1803. Gabrieli Giovanni Battista,diCamillo, interprete dei voleri della predefunta di lui moglie Lucia Fontana, con testamento 11 luglio 1630 lego L. 600. Merita di essere ri- ferito un brano della domanda che il Capi- tolo Ospitaliero dovette fare per avere il sod- disfacimento del legato : u Tali e tante sono u le necessifd nelle qiudi di presente si trota a questo Yenerando Ospitale hor mai ridotto u ad toi'estrema mancanza di tutte le cose, u che se non vinie socrorso sard sforzato in u brete pa fir di qiielli naufragi che per I'adie- u tro non si sono mai ne purimaginati. !i Que- ste dichiarazioni ci danuo il quadro fedele delle condizioni miserevolissime del nostro Ospedale nel XVll secolo. Gadda Lucia, di Canegrate, figlia di Li- nocenzo, sposo in prime nozze il causidico Apollonio Liscate ed in seconde nozze Dario Palazzi, Con testamento 29 agosto 1624, lego il fitto livellario perpetuo di L. 50 assentato su casa in Milano, nella via della Spiga. * Gaeta Filippo. Legato di L. 60 nel 1790. * Gaffuri Gerolamo. Legato di L. 200 Tiol I.')!*."). * Gaggiotti Carlo. Legato di L. 25 nel 1781. Gaggiotti Domenico, detto Buratto, di Canero, lago Maggiore, figlio di Bernardino, non avendo inii)egni di famiglia, istitui cre- do il I'ratello Martino, con un itn legato di L. 100 airOspedale, (testamento 27 ago- sto 1612;. Gaggiotti dottor fisico Francesco Mel- chiorre, di Giovanni Eattistn, mori il 14 dicembre 1()92, dopo di aver con atto 28 set- tembre 1091 donato all'Ospodale L. 9000 ed alcimi stabili in Castelletto sopra Ticino, control'asseguo dell'annuo vitaliziodiL. 1500. Nel 1095 si dovette fare una transazione coi jiarenti pagando loro L. 10500. Gaiardo Dionigi, di Alberto, di Bor- ghetto. Fu cosi soddisfatto delle cure pro- digategli nell'Ospedale che con testamento 16 giugno 1661 lo istitui erede. " Galandra sacerdoto Antonio Maria, curato di Bustigliera. Legato di L. 1-1,10 nel 1752. Galasso Francesco, figlio di Gerolamo e di Anna Catena. Mori nel 1728, lasciando erede il nipote Antonio Galasso e suoi di- scendenti in infinito e con sostituzione a fa- vore deirOspedale, in caso di estinzione della linea chiamata. Era tanto lontana la verifi- cazione del caso, che la rap})resentanza Ospi- taliera prefer! di rinunciare al diritto di so- stituzione contro il pagamento della somma di L. 2100 da aggiungere al legato di L. 700 disposto dallo stesso testatore. (Testamento 19 giugno 1713). Galbiati Francesca, figlia di Ercole, vedova di Baldassare Castoldi, leg6 L. 30, (testamento 15 ago.sto 1630). Galdoni Francesco, soldato di una com- pagnia italiana al scrvizio di S. M. Cattolica negli stati di Fiandra, figlio di Ginsejjpe e di Yittoria Marinoni, mori nel giugno 1625,. istituendo erede I'Ospedale col vincolo di iisufrutto a favore della di Ini madrc. La eredita fu di poca consistenza, trattandosi di alcuni locali in una casa fuori di P. Nuova. ^Testamento 18 ottobre 1623). * Galeazzi Luigi. Legato di L. 15nell803. Galeazzi Paolo. Legato di L. 15 nel 1809. Galerio Gabriele. Legato di L. 159, (testamento 5 novembre 1619). Galiana Caterina, altra delle ascritte al Consorzio di S. Anna nella Chie.sa del Car- 24 282 — iiiiiie
  • rilano, figlia di Giovanni, con to- staniento 18 luglio 1777, istitui ercdo I'O.spe- dale della piccolasua sostanza, coll'usufrutto a favore del uiaiito Gaetano Itivolta. * Galimberti Antonia. Legato di L. 44,8 nt'l IGOT. Galimberti Domenico, di Gaetano, ne- goziauto di ferramenta. Mori il 15 luglio 1838 d'anni 39. Con testanionto 5 luglio 183U lego L. 100. Galimberti Francesco, di Bernardo, Portinaio dell'Osjjudalo alia porta degli Sca- lini, con testamonto 13 gennaio 1671, istitui erede I'Ospedale di iina casa da lui posseduta nella via Larga col vincolo di usufrutto a favore del nipote Francesco Galimberti. La casa fu venduta nel 1714 ad Antonio Frisiano per L. 3406. * Galimberti Giuseppa, vedova Annoni. Legato di L. 15 nel 1796. Galizia Giovanni Stefano, di Pietro. Amnialatosi gravemente, ricovero nell'Ospe- dale, dove fece il testamento 11 settembre 1604, chiaraandolo erede del poco che possc- deva- consistente in L. 60. Galla Tognotta Maddalena. Nacque in Sonima il 15 dicembre 1671 da Giovanni Battista e Clara N. Riniase vedova nel 1728 di Francesco Pontiggia di Crevenna. Era po- vera e come tale fu ricoverata nelTOspedale, dove fece il testamento 16 novembre 1748, lasciando all'Ospedale stesso la mobilia e la biancheria da lei posseduta. * Gallandra sacerdote Cesare. Legato di L. 15 nel 1759. * Gallarana sacerdote Antonio. Legato di L. 600 nel Hi53. Gallarana Barbara, figlia di Camillo. Mori neirOspedale il 23 ottobre 1691, chia- mandolo erede della sua sostanza, consistente in nn credito di L. 1000 ed in alcuni stabili in Valenza, venduti nel 1692 a Stefano Piazza per L. 2000, (testamento 21 ottobre 1691). * Gallarana Elisabetta. Legato di L. 55 nel 1538. * Gallarana Emilio. Notaio di Milano. Legato di L. nwO nel 1742. Gallarati Agostino. Legato di L. 25 (te- .stamento 19 settembre 1512). * Gallarati Andrea. Legato di L. 16 nel 1506. Gallarati Dell' Orto Barbara. Aveva disposto con testamento 26 gennaio 1771, in via di sostituzione a favore dell' Ospedale, ma la poca probability, della vcrificazione del caso preveduto dalla testatrice fece si clie vi rinunciasse dietro il pagamento della somma di L. SOW). Gallarati Visconti marcheso Cesare, Ilegio Ducale luogotenente dell'Ospedale, al quale leg6 L. 7200 (testamento 17 luglio 1713). Gallarati Fabrizio, figlio di Cesare e di Laura Foppa, marito di Anna Casati, lego scudi 100 con testamento 14 ottobre 1611. * Gallarati Ferrante. Legato di L. 600 nel 1609. * Gallarati Giacomo. Bono L. 16 nel 1460. * Gallarati Giovanni Battista. Legato di L. 47.18.6 nel 1(;28. Gallarati Giovanni Maria, di France- sco, ammogliato con Dorotea liecalcati, mori il 30 settembre 1620. La sostanza di lui avrebbe dovuto essere raccolta dall'Ospedale, istituito erede, ma in causa di contestazioni fu rilasciata a Giulia Gallarati nel 1626, dietro il pagamento fatto airOs))edale della somma di L. 1150. * Gallarati Giuseppe. Legato di L. 30 nel 1806. * Gallarati Lodovica. Legato di L. 60 nel 1538. * Gallarati Lodovico. Legato di L. 52.10 (testamento 8 aprile 1532j. * Gallarati Lucio. Legato di L. 18 nel 1597. Gallarati Lucrezia, di Cosmo, vedova di Nicolao Millefanti, non avendo figli cliia- mo eredi i nipoti Camillo ed Orazio fratelli Carcano, ricordando l'0.spedale con uu legato di scudi 100 e di L. 1000 (testamento 28 no- vembre 1555). Gallarati Luigi, di Giacomo, ammogliato con Francesca Visconti, ebbe un unico figlio di nome Giacomo, cbe fu erede di lui, col ])eso di un legato di L. 800 all' Ospedale e di fiorini 100 alia fabbrica del Duomo (te- stamento 26 settembre 1.500). * Gallarati Luigi. Legato di L. 16 nel 1548. Gallardi Giovanni Battista, di France- sco. Con testamento 10 settembre 1666 e co- dicillo 17 agosto 1667, leg6 un credito di L. 1000 e 1500 in danaro. * Gallardi Carnella Margarita. Legato di L. 250 nel 1723. * Gallarino Lorenzo. Legato di L. 25 nel 1580. Gallaroli canonico Antonio France- sco, di Giuseppe, native di Canobbio , fra- tello del D. Fisico Bartolomeo Gallaroli, al- — 268 - tro benefattore ileH'Ospcilale, canoniro tlclla chiesa di S. Vittore in iletta citt^ cli Canob- bio, morl il 10 Ejiugno 18"2-1. Insciamlo eiodi i poveri, e legramlo aH'Ospcclalo tli Milano L. r>00 con testaniento 1(> aprile 1824. Gallaroli Bartolomeo , ilottore iisico, fratollo del suddetto, marito di Barbara Ma- derna di Cauobbio, oonnnci6 a prcstare i snoi servizii aH'Ospcdalo di Milano il 21 t'ob- braio 1771, nella qualitiV di medico sostituto. Un anno dopo passo nella classe dei medici sopranumerari ed il 25 settembre 1775 in iiutdia di medico fisso. Xel 1787 la- sci6 rOspedale, essendo stato nominate me- dico estemo di S. Corona con L. 1800 e Li- re 400 a titolo di reintegrazione. In qnesta qnalita fn coUocato a riposo con L. 1688.54. Mori in Milano. nella casa in via Olmetto, N. ;^050, il 30 aprile 1822, d'anni 79, in cansa di apoplessia, la.sciando erede I'luiica figlia Teresa raaritata Bonola, con un legato a fa- vore deirOspedale di scndi 25, col la specials destinazione a favore dei poveri clie sortendo gnariti dall'Ospedale fossero sjirovveduti di mezzi. Egli era di buon umore, ma per la sensibilita e delicatezza delsuotemperamento vivea raccolto e cansava tutte le occasioni di alterarsi, compreso il pranzare in casa altmi. Non si dava importanza e molto meno voleva far correre la voce per Milano che fosse I'uomo dei miracoli, ma si presentava umile e dimesso e senza alcuna pretensione. Era apprezzato dai medici pin celebri del suo tempo, Borda, Gaetano Strambio, Pal- letta, Franck. Cosi I'illustre professor Verga nel suo volume intomo all' Ospedale Mag- giore di Milano nel secolo XVllI, pag. 54. Rovani si e occupato di lui ne' suoi i.i Cento u Antii V qualificandolo un ometto rubicondo u e allegro, ricercatissimo in tutte le case' u cospicue e un po'agiate della citta, perclie u dicevasi che guariva .spesso gli ammalati u colla sua presenza e col buon umore onde u purgava V aria mefitica delle stanze da u letto. •• Gallasio Francesco. Legato di L. 700 ('testninfiito in giuj^no 1713j. Gallavresi Cesare, di Giovanni Dome- nico, . iiel 1803. * Gamba Domenico. Logato di L. 50 nel ITIJ. * Gambaloita Bernardino. Mori nel toh- braio 1513. Legato di L. -lcK>, \;testamento 11 dicembre 1512). Gambaloita Fulvio, leg6 contestnmento 3 magi;ii-v lii3t; L. t!iX.l * Gambaloita Ottavia. Legato di L. 600 nel ItvlT. * Gambaloita Paolo. Legato di L. 45 nel I'Uf,. Gambaloita Paolo Antonio, chirurgo deirOspedale, al quale leg6 Scudi 100, (te- stanicTito 12 marzo 1033}. Gambarana conte Tomaso, di Antonio, marito della nobile Susanna del conti Nicora, istitui erede I'Ospedale con testamento 2 no- vembre 1499. * Gambaredo Carlo. Legato di L. 50 nel 1777. * Gambaro Giovanni Antonio. Legato di L. 11 1 1 nel 14!t4. * Gambusera Giuseppe. Legato di L. 40 nel lti'J2. * Gandino Cristoforo. Legato di L. 16 nel 1497. * Gandino Giacomo. Legato di L. 30 nel 1790. GaratiLuigi e Garati Bernardo fVatelli, figli di Giovanni Battista. Questi due fratelli, senza impegni di famiglia, vivevano separati. Pero furono concordi nelle loro disposizioni testamentarie e nella scelta della sepoltura nella cappella di S. Caterina in S. Nazaro. 11 Luigi chiam6 erede il Bernardo ed un altro fratello di nome Giovanni Pietro che aveva tamiglia, (testamento 13 settembre 1622j. II Bernardo, che sopra\dsse al Luigi, istitui ere- de il detto Giovanni Pietro, (testamemto 29 agosto 1623). Tutti e due disposero in via fe- decommissaria a favore dei figli discendenti di quest'ultimo, con sostituzione a favore del- rOspedale nel caso di estinzione della linea chiamata, diritto al quale I'Ospedale rinuncii nel 1705, contro il pagamento della somma di L. 9,800. * Garbagnati Camillo. Legato di L. 767,51 nel 1816. * Garbagnati Carlo. Legato di L. 120 nel KWO. Garbagnati Carlo Giuseppe. Mori il 19 settembre 1814, legando L. 500 con testa- mento 2 gennaio detto anno o L. 153,50 ver- balniputo. * Garbagnati Filippo. Legato di L. 200 nel lf.()I. ^" Garbagnati dottoro Gerolamo. Legato di L. li; lu'l 1572. * Garbagnati Gioachimo. Legato di Li- re 16 nel ISO."). GardeaPetruccio, di Giovanni, altro dei peusionati a carico Ducale. Con diploma 16 settembre 1476 Galeazzo Maria Sforza gli dono uno spazio di terra contiguo allc mura della citta e sitnato fra due sciostre ducali esistenti presso il Castello vei-so P. Vercel- lina. La eredita di lui fu raccolta per 3i4 dal- I'Ospedale e per 1[4 dalla moglie di lui In- nocenza B)llati, (testamento 6 lebbraio 1491). Gargano Giacomo Maria, figlio di Cesare, di Corsico, mori nel lebbraio 1709 e con testamento 31 gennaio detto anno, isti- tui erede il figlio nascituro dalla di lui mo- glie Angela Domenica Gariboldi, colla sosti- tuzione a favore dell' Ospedale nel caso in cui il figlio foe;so uioi-to in etk pupillare, caso che si h verificato e che procure all'O- spedale alcuni stabili in Corsico del valors di L. 1733,7,8, stati venduti nel 1710 a Gio- vanni Tosi. " Gariboldi sacerdote Benedetto. Legato di L. 16 nel 1521. * Gariboldi Ercole. Legato di L. 300 nel 1805. Gariboldi Gaetano, di Gaetano, mila- nese, tcnnc doniicilio a Macerata dove fece il testamento 25 luglio 1849, legando all'O- spfdale di !Milano Scudi 4 romani. * Gariboldi Gentile. Legato di Lire 16 nel 153.3. Gariboldi Giovanni Angelo , di Pie- tro Francesco, ebbe un'unica figlia di nome Angela Caterina , che sposi il nobile Pro- spero Crivelli di Xer\'iariO , figlio di Gio- vanni e di Teresa Annoni , e che fu erede in forza del testamento 2 aprile 1705. L'O- spedale partecip6 ad un legato di L. 300. * Gariboldi Giovanni Battista. Legato di L. 120I nel 1673. Gariboldi Stefano, di Ambrogio, lascio il poco che po.ssedcva all' Ospedale , non senza favorire la moglie di lui Maddalena Varese. I'Testamento 17 dicendire 1505i. Garimberti sacerdote Giovanni Bat- tista , Francesco, Federico , Paolo, Camillo , fratelli , figli di Gcrohuno, con atto 29 aprile 1660 donarono alcuni .stabili 28G — in Colciago di Inoino o duo credit! di coni- plessive L. 45(Ki. Garimberti Giuseppe. Legato di L. 32. (Testaiiiciit.. 2 aiirilc 1(;20.) Garioni Cesare, figlio di Giuseppe, altro benet'attoie deH'Ospedale e di Angelica Cu- rioni, sposi nel higlio 1658 Rosa Ferrario. Con testamento 6 aprile 1669, istitui orcde il detto Ospedale. Garioni Giuseppe, notaio, figlio di Ce- sare. Elibe per moglie Angelica Curioni dalla quale nacque un unico figlio, il suddetto Ce- sare, die fu erede col pe.so di un legato di L. 600 all'Ospedale e che alia sua volta be- nefice) I'Ospcdale stesso. (Testamento 6 no- vembre 1()42). * Garone Antonio. Legato di Lire 60 nel 1682. Garzino Francesca, mori il 28 giu- gno 1612 neirOsjH'dale di S. Ambrogio, altro degli Ospedali aggregati all'Ospedale Mag- giore, dopo una degenza di 4 mesi, lasciando vedovo Giovanni Battista Monza e ricor- dando nello sue disposizioni testamentarie 4 febbraio detto anno I'Osj^edale con un le- gato di L. 800. ^Gaspardoni Bianca , di Giacomo , di Casale , leg6 una piccola possessione, con testamento 26 dicembre 1525. Gasparoli Maria. Nacque in Milano nel 1766 da Antonio e Maria N. Quantun- que di condizione civile ricorse nell' ultima sua malattia all'Ospedale dove fu accolta il 18 gennaio 1826 e dove, mori vedova di Giovanni Pesati, il 10 aprile detto anno di anni 60 per ischiade. Benefico I'Ospedale con un legato di L. 50 da lei disposto verbal- mente. Gatti Francesco. Impose alia moglie ed erede di lui, Vittoria Fusi , 1' onere del pagamento del legato di L. 460,51 all'Ospe- dale. (Testamento 25 dicembre 1807). * Gatti Gandolfo, morto in Roma. Legato di L. 525 nel 1626. * Gatti Giorgio. Legato di L. 100 nel 1680. Gatti Giovanni Giacomo. Con testa- mento 19 Maggio 1588 istitui erede I'Ospe- dale della piccola sua sostanza. * Gatti sacerdote Giuseppe. Legato di L. 25 nel 1789. * Gattico cavaliere Gerolamo. Legato di L. 30 nel 1806. Gattinoni Isabella. Nel 1836, 1' erede fratello di lei, Gasjiare Domenico Gattinoni, pag6 all'Osj^edale a titolo di legato L. 50. Gattoni Giacomo. Mori il 9 gennaio 1805 nelia casa sucrmsale dcH'Ospedale in S. An- ton ino, lasciando .scritto nel suo testamento di duo gioriii prima un legato a favore del- I'Ospedale Maggiore di L. 600. Gattoni Giovanni Domenico, di Pie- ti-o ]\raria. niori in Milano, nella casa in via Broletto N. 1706, il 24 agosto 1808 e cioe venti giorni doi:)o di aver disposto della sua sostanza a favore del nipote Pietro Maria Gattoni figlio di Cai'lo Giuseppe. Leg6 al- l'Ospedale Maggiore L. 1200 italiane, ma per insufficienza dell' asse ereditario si dovette esigere quell'impoi-to in lire milanesi. * Gavanti Ambrogio. I^egato di L. 50 del 1549. Gavanti sacerdote Gerardo, di Filippo, curato di S. Andrea alia Pusterla Nuova di Milano , istitui erede 1' Ospedale con testa- mento 23 ottobre 1484. * Gavazzi sacerdote Giovanni Battista. Legato di L. 50 nel 1732. Gavenna Giuseppa, figlia di Antonio e vedova di Airaglii Giusejjpe, mori il 29 giugno 1825. Lascio una sostanza tutt'al- tro die considerevole, essendo costituita da pochi mobili e da un capitale di L. 4000, ma jiure voile bencficar§ I'Ospedale con un legato di L. 1000 , scritto nel codicillo 2 maggio 1825. * Gavio Francesco , detto Meda , con at to 19 febbraio 1515 dono una casetta af- fittata per L. 62,8. '" Gazina Francesca. Morta neirOspedale di S. Ambrogio. Testamento 4 febbraio 1612. Legato di L. SCKl * Gazoli Angela. Legato di L. 20 nel 1759. * Gazoli Domenico , detto Bumtto. Le- gato di L. 100 nel 1G13. Genelli Giacomo Genesio , di Ste- fano, di Boit nella Valle Levantina, casaro, con scrittura d'ultima volontii 13 aprile 1670 istitui erede I'Ospedale dello sjjoglio di lui e di L. 40. * Genestra Pietro. Legato di Lire 30 nel 1767. Gennaro Baldassare, di Ambrogio. Con atto 12 marzo 1627 doni L. 300. Gentile frate Francesco. Nacque a Ge- nova nel 1576 dai coniugi Gerolamo mercante e negoziante di cambii o da LiviaPinella. Ap- pena adulto prese I'abito di S. Giovanni del- I'ordine Gerosolimitano in Geneva e nel 1593 fu autorizzato a godere le commende di sua religionc senza fare le carovaue. Uu anno — 287 — dopo g\i venne confcrita la commenda di S. Giovanni di Longara , Priorato
  • TO a tacitazione di ogni suo iliritto. * Gentile sacerdote Giovanni Battista, caiionico di Dongo. Legato di L. 150 nel h'Au. Gentile Cosmo. Legato di Lire 1200 nel lo'JL Georgis Giovanni Antonio, rigattiere il Verziere, ora piazza Fontana, lego L. 100 I'on testamento 26 giugno 1597. Gerardi sacerdote Giovanni Francesco, •anunico quiescente della Collegiata di San v'ittore in Arcisate , figlio di Bartolomeo , on atto 14 agosto 1687 dono una casa in Vri'i.sate e diversi pezzi di terra del valore li L. 2160, nonche alcuni capitali. Gerenzani Maria. Legato di Lire 10 lel Iftrm. Gerenzani Nicolao. Legato di Lire 40 el 1513. Germani Carl' Antonio. Legato di -. 20r) ufl 1846. Germani sacerdote Carlo Isidoro, par- 1CO di S. Michele in Lomello. Nelle sue isposizioni testainentarie, 18 ago.sto 1845, ivori gli Ospedali di Milano e di Pavia >n nn I.-i^ato per riascuno di L. 2'^K). Germani Claudio , di Pietro , di Pon- irlii nella Borgogna, mentre si trovava a ilano, alloggiato all'Albergo del Falcone nmal6. Per essere convenientemente cu- to, ricover'j all' Ospedale dove fece il te- amento 5 aprile 1710 legandogli L. 2<')0. Gerosa Carl'Antonio, negoziante. Mori Pes.-^ano il 1»> .settembre 1850, lasciando un' unica figlia di nonie Anna Giovanna, niaritata all' Ing. Ercolo Bazzero e avuta drtlla di lui moglio Anna Maria Mattei. Con te.staniento 16 febbrnio 1816, chianiA erede r Ospedale della sonnaa di L. 12(X)00, col peso di grossi legati e condizionata al case in cui la figlia eredo fosse morta senza di- scendenti o che nessuno dei di lei ligli avesse toccato il 25" anno. L'Ospodalo avendo considerato che I'erede aveva in vita trc ligli prosjierosi e proniettenti una vita luiiga, ri- nuuci6 al suo diritto per il corrispettivo di L. 5000. Gervasini sacerdote Francesco, ex ca- noiiioo , iiel suo codicillo 21 apiilo 1801 scrisse : u Lascio all' Ospedale Maggiore di Milano (del quale mi sono scordato nel mio testamento) L. 100. )i * Gessati sacerdote Camillo. Legato di L. 25 nel 1654. Gessati Giovanni Antonio , di Guar- nerio, con testamento 17 settembre 1522 , fatto mentre si trovava malato di peste sulla sti-ada jDubblica presso la chiesa di S. Mi- chele, leg6 L. 400. * Ghelfi sacerdote Gaetano. Legato di L. :'.0 nel 1818. * Ghelio Giovanni Ambrogio. Legato di L. 140 n.'l 1578. * Gherardini Federico. Legato di L. 15 nel 1803. Ghezzi Antonio. Legato di Lire 60 nel 1636. Ghezzi sacerdote Giacomo. Legato di L. 50. iTestamento 15 giugno 1524j. Ghezzi Ippolita, dopo avere disposto nel suo testamento L. 3 a favore dell'Ospe- dale, col codicillo 2 .settembre 1798 vi ag- giunso altre L. 600. * Ghezzi Luigi. Legato di L. 300 nel 1630. * Ghidola sacerdote N. Legato di L. 25 nol bsf**"'. * Ghiffoni Nicolao. Legato di Lire 61 nel 1529. * Ghilio Alessandro. Legato di L. 1500. (Testamento 19 ottobre 1586). * Ghilio Giovanni Giacomo. Legato di L. H; nel 1565,. Ghirardetti Luigi , di Domenico , am- mogliato con Laura Guali, con testamento 7 aprile 1610 istitui erede 1' unico di lui figlio Giovanni Battista, sotto condizione che morendo egli senza prole maschile , la so- stanza si devolvesse per 2(3 all'Ospedale Maggiore di Milano, e [ler li3 a Giovanni 288 — Antonio e fratelli Ghiranlctti di lui iiipoti. L'importo della sostanza fedecommissaria si ]iniit6 al capitale di L. 6666, impie^ato 2n'esso il L. P. di S. Corona. L'Ospedale ri- nnncii al sno diritto per il corrispettivo di L. Ill] ncl 1^5. * Ghirelli Andrea. Legato di L. 100 nel 1027. Gliiringhelli Battista , di AmLrogio , lascio lii sua sostauza ai fvati di S. Cosma e Damiano col vincolo di un legato di L. 25 all' Ospedale e di altrettanto alia fabbrica del Duomo. (Testamento 25 febbraio 1525). * Ghiringhelli sacerdote Cristoforo. Le- gato
  • >i;«, si leggouo queste parole : ic Dicliiaro ancora in satisfatioiie universale che tutte le comi)0- sizioni poetiL-ho da me I'atte in lingua no- strana liaverle composte per puro prurito dell'ingegno, non mai per offendere il pros- simo, ne per quello scandalizzare, pregaiido qnalunque persona presso della quale alcune delle moderne composizioni si ritrovassero di stracciarle come cose vane e scritte in fogli materia habile per accendere il fuoco aborendole e detestandole se mai avessero partorito su alcuno o qualche alteraziane d"aninio o ini])roprieta di pensieri. n * Ginello Genesio Giacomo. Legato di L. 30 nel IGO!'. * Gnocchi Enrico. Legato di L. 25 testaiiRiito ^i* sertpuibre 1519U Giorgetti Caterina, di Lazzaro, nativa di Brissago in Yaltravaglia, portinaia alle infermerie delle donne neH'Ospedale di [Mi- lano, con testamento.2G novembre 1854, lego airOsjiedale stesso L. 1000 per la Chiesa. Giorgetti Giuseppe. Mori il 6 dicem- bre 1823 e con testament© 24 ottobve d'anuo legi L. 3000. Giovanelli Marco, di Martino, di Bel- linzona, dimostrO la sua riconoscenza all'O- spedale per le ctire prodigategli coU'isti- tuirlo erede della sua sostanzadi circa L. 600, nel suo testamento 23 marzo 163-1. * Giovanelli Pietro Antonio. Legato di L. IT n-l 1732. * Giovio Cecilia. Legato di Lire 200 nel ]t;21. Girami nobile Ippolito, di Giovanni Bat- tista e di Lanra Besozzi, dei confeudatarii di Vaiano e Lavagna, fu nel 1610 Priore del Monte di Pietii (2) e negli anni 1W7, 1608, 1613 e 1614 Deputato dell'Ospedalo. Spo.s6 Chiai-a Corio, dalla quale ebbe tre figli, Lo- dovico, Filippo e Giovanni Battista, che fu- rono eredi di lui in forza del testamento 18 r) Vedi Corle: Notizie storichc int j no ai Medici Milanesi, pag. 192. [i] Vedi: Vicende del Monte d. . . .., ,.c.- Felice Calvi. gennaio 1825, con un legato a favorc dell'O- spedalc di L. 300 brente 25 di vino. Girella Elisabetta, di Giovanni Battista, voile ricomponsavo in parte I'Ospedale delle spese di cura coU'istituirlo eredc, con testa- mento G gennaio ll)75, dei i)oclu efTetti da lei abbandonati. Girella Andrea, di Legnarello, ebbe per moglic Angela l)e Pedrinis che istitui erede col peso di un legato di L. 100 all'Ospedale ftestamcnto 23 settembre 1G26). * Girla Federico. Legato di L. 24 nel 1702. * Giroldelli Giovanni. Legato di L. 15 nel 1805. * Girolo sacerdote Pietro. Legato di Li- re 1200 nel 1GG8. " Giudici cousigliere Antonio. Legato di L. 150 nel 1802. Giudici sacerdote Carl'Antonio, figlio di Giovanni Battista e di Catterina Jlagna- ghi. Fu geueroso verso I'Ospedale con un le- gato di L. 5O0O (testamento 18 ottobre 1832). ■• Giudici Cesare. Legato di L. 57 nel 1600. Giudici Galeazzo al secolo e Battista in religione, siccome apparteuente al Mona.stero di S. Pietro in Gessate, figlio di Francesco, leg6, con testamento 20 giugno 1493, Fio- rini 70. Giudici Giovanni, dottor fisico, figlio di Francesco, esseudogli jareniorti tutti 1 figli e rimasto anclie vedovo, destini la sua sostanza a favore dell'Ospedale con testamen- to 29 giugno 1515 fatto a Bizzozzero. * Giugni Giorgio. Legato di L. 200 nel 14S6. * Giugni Giovanni Battista. Legato di L. G9 nel 1632. Giuliani Annibale, figlio di Benedetto, vice tesoriere dell' Ospedale, posto che egli occupo con soddisfazione dei Superiori e con Tina specchiata onestJ, fino al 1638, nel quale anno avendo raggiunto un periodo di ser- vizio di 45 anni, si ritiri facendosi sosti- tuire dal figlio Benedetto, clie era giii al ser- vizio dell'Osjiedale in quality di soprastante alle fabbriche. Questa accondiscendenza del Capitolo Ospitaliero procuro all'Ospedale il legato di L. 300 da lui disposto nel suo te- stamento 21 febbraio 1643. Giuliani Benedetto, di Stefano, lego Li- re 30 con testamento 24 giugno 1590. * Giuliani Giovanni. Legato di L. 50 nel IGOG. * Giuliani Giovanni Giuseppe. Legato di L. 50 nel 1752. 25 — 290 * Giulini Bartolomeo. Loi:;.ato di L. 15 jifl l.sn5. * Giulini nobile saccrdote Faustino, Ca- nonico di S. Nazaro, poi Monsignore del Duomo, fratello del nobile Ottavio Giulini, altro Lenofattore deir Ospedale, mori il 9 nprile 17G9, legando all'Ospedale L. 50. * Giulini nobile Ottavio. Nacque nel 1716 dal conte Giuseppe od Angiola Sadai-ini ; mori il 1 dicembre 1791. Legato di L. 100 (testamciito 19 novembre 1791). * Giussani saccrdote Andrea. Legato di L. IGO (testamento 24 maggio 1510). * Giussani Andreino. Legato di L. 50 nel 1497. * Giussani Angela. Legato di L. 200 nel 1.578. ^ Giussani Angela. Legato di L. 20 nel ITAl. * Giussani Bernardino. Legato di L. 10 nel 151B. Giussani Carlo, notaio di Milano. Ebbe un unico figlio, di nome Pietro, clie istitui erede, con testamento 22 agosto 1666, con un legato all'Ospedale di L. 200. * Giussani Filippo e Gerolamo. Legato di L. 75 nel 1527. * Giussani Francesco. Legato di L. 700 nel 1710. * Giussani Francesco. Legato di L. 150 nel 1752. * Giussani Giovanni. Legato di L. 3000 nel 1606. * Giussani Giovanni. Legato di L. 300 nel 1G37. Giussani Giovanni, di Augusto. Legato di L. 1000 (testamento 28 giugno 1600). * Giussani saccrdote Giovanni Pietro. Legato di L. 50 nel 1528. * Giussani sacerdote Maria Nicola. Le- gato di L. 11,97 nel 1816. * Giussani Melchiorre. Legato di L. 100 nel 1674. * Giussani Orazio. Legato di L. 1434 nel 1624. * Giussani Pietro Francesco, Giure- consnlto. Legato di Tj. 96 nel 1710. * Giussani Pietro Gottardo. Con testa- mento 8 novembre 1498, istitui erede I'Ospe- dale. Pervennero stabili in Romano ed in Arosio, del complossivo valore, gi^ dedotte le passivita inerenti, di L. 2000 circa. * Giusti Battista. Legato di L. 50 nel 1543. Gnocchi sacerdote Alfonso, figlio di Francesco Bernardino, di Gallarate, con te- stamento 11 settembre 1631, fatto mentre per sosjietto di peste dimorava in una ca- panna assegnatagli dall'Ufficio di Sanitk di Gallarate, i.stitui erede nniversale la fab- brica della chiesa di S. Maria Assunta di detta citta, ed in caso di contravvenzione allc di Ini di.sposizioni I'Ospedale Maggiore, il quale nel 1658 rinunci6 al sue diritto per il corrispettivo di L. 6000. Gnocchi Giovanni, istituita erede la B. V. di Cedrate, lego all'Ospedale L. 300 (te- stamento 20 maggio 1702). * Gnocchi Giovanni Antonio. Legato di L. 10 nel 1195. Gnocchi Giuseppe. Nacque a Galla- rate da Carlo Andrea e Maria Teresa Man- tegazza. Fu erede di lui la moglie ilicbe- lina Passalli con nn legato di h. 20 all' 0- spedale (testamento 3 maggio 1844). * Gnocco Giuseppe. Legato di L. 300 nel 1759. '^ Godi Domenico. Legato di L. 96 nel 1768. Gola ragioniere Andrea. Le gato di L. 30 (testamento 14 luglio li-i45). * Gonella Lucrezia, di Giovanni. Mori il 16 aprile 1621, legando Scudi 50, con testa- mento fatto quattro giorni prima. Gonzalis Giovanni. Leg6 Scudi 10, con testamento 26 ottobre 1623. Gorani Panigarola conte Cesare, fi- glio del conte Ferdinando e di Marianna Bel- credi, istitui erede I'unico di lui figlio Fer- dinando, avuto da Francesca Terzaghi, con un legato di Scudi 100 aU'Ospedale atitolo di elemosina. Testamento 4 maggio 1803. * Gorgonzola Cristoforo. Legato di Li- re 281.11,3 nel 1561. * GorlaAgoStino. Legato di L. 50 nel 1751. * Gorla Angela. Mori nel 1629 nell'Ospe- dale, il quale fu erede di lei. La sostanza si limiti ad una casa a S. Vittorello di poco valore. * Gorla Barbara. Legato di L. 30 nel 1761. * Gradegnani Luigi. Legato di L. 100 nel 1589. * Grammatica sacerdote Giacomo. L'O- spedalo eredito da lui nel 1513 alcuni diretti dominil in Carugo del valore di L. 380. * Grancini Alessandro. Legato di L. 15 nel 1808. * Grancini sacerdote Antonio Maria, ca- nonico. Legato di L. 90 nel 1816. * Grancini Cecilia. Legato di L. 12nel 1806. •" Grancini Giovanni Battista. Legato di L. 15 nel 1772. — 291 ■ * Grancini Paola.Lej^.ito di L. 15nel ISOO. * Grandazzi sacenloto Carlo, servita. Le- gato di L. 5,'2t1 uel lS-21. * Grand! saceidote Gerolamo. Legato di L. 100 nel 1T3G. * Granzani sacerdote Carlo Giuseppe, curato di Torievecchia. Legato di L. 12 nel 18l'5. Granzina Francesco Maria, di Andrea, di Buscate, dove morl il 3 settembre 1803. Le sue disposizioni testamentarie 25 giugno detto anno portano I'istituzioue di erede a favore dell'Ospedale, coH'obbligo di vendere gli stabili di conipendio della di lui eredita e col vincolo deirusufrutto generale a favore della moglie Felicita Puricelli, la quale mori pazza alia Sena^Ta il 6 agosto 1804, lasciando cosi libera la sostanza di circa L. 7000 a fa- vore dell'Ospedale. * Grassi sacerdote canonico N. Legato di L. 272 nel 17^4. * Grassi Anna Maria. Legato di L. 25,35 nel 17t)7. * Grassi Carlo. Legato diL. GOO nel 1GG9. * Grassi sacerdote Carlo. Legato di L. 15 nel 1788. * Grassi Francesca. Mori nell'Agosto 1592. Fu erede I'Ospedale della piccola di lei so- stanza di circa L. 1272. * Grassi Gabriele. Legato di L. 40 ftesta- mento 27 uiaggio 14G2). * Grassi Gabriele. Legato diL. 10 nel 1549. Grassi Gaspare, di Giovanni Antonio, di Ca^telnuovo di Scrivia, soprannominato il Lopes, per essere stato uomo d'armi del re- gno di Napoli dove risiedette per parecchi anni. Mori nell'aprile 15S1, lasciando erede I'Ospedale, con testamento 10 marzo 15G7. La sua sostanza fu di poca entita. Grassi dottor fisico Giovanni. Xacque a Rovellasca il 23 marzo 1770 dai conjugi Carl'Antonio e Maddalena Corbellini. Lau- reate in Medicina a Pavia nel 1793, fece la pratica seguendo il celebre dottor Locatelli. Fu inscritto I'anno 1799 fra i Medici assi- stenti dell'Ospedale. Piu tardi fu promosso Medico supplementario. Xel 1815 passu al servizio di S. Corona, prima come medico ordinario di II Classe e poi di I Classe ; ser- vizio quest' ultimo che egli disimpegno con sollecitudine e cariti, visitando gli infermi anche piii di una volta al giomo nelle ma- lattie gravi. Nella primavera del 1823 fu as- salito da un' ostinata infiammazione delle arterie, la quale duro piii mesi e che con un metodo dobilitanto il pivi cucrgico consi- stente in 25 cacciate di sanguc, oltre alle coi-rispondenti medicine deprimenti, pote su- perare e guarire lasciandogli \)Qvb una diffi- coltu di respiro, ansiefk e vibrazione delle arterie al minimo sforzo ! ! e specialmente nell'ascendere le scale, disturbi questi ultimi che lo trassero al sepolcro il 3 febbraio 1825, d'anni 55. Furono eredi i figli Felice, Maria, Maddalena e Giulia, avuti dalla moglie Or- sola Bovara, che gli premori. Lego all'Ospe- dale L. 2000 (testamento 1 febbraio 1825). * Grassi Giovanni Antonio. Legato di L. 50 nel lo5ti. Grassi Giovanni Marco, dl Giovanni Antonio, di Castelnuovo. Legu Scudi 25 con testamento 19 gennaio 1540. * Grassi Giovanni Pietro. Legato di L. 575 nel 1(')32. * Grassi Giulia. Legato di L. 30 nel 1607, * Grassi sacerdote Giuseppe, Curato di Yiggiu. Legato di L. 15 nel 1770. Gravedona Sforza Giovanni Batti- Sta. Con testaiuciito 5 dicembre 1GG5 istitui erede I'Ospedale. * Graziani Isabella. Legato di L. 100 nel 1583. * Graziani sacerdote Lorenzo. Legato di L. 33 nel 1G47. " Greghentino Giorgio. Legato di L. 26 nel 15G3. * Greppi Antonio. Legato di L. 7575 nel 1799. Greppi nobile Paolo, figlio del conte Marco, marito della nobile Luigia Lecchi, molto ricca, mori il 29 ottobre 1854 e con testamento 23 febbraio 1847, al quale inter- venne come testiraonio il conte Carlo Cal- derari, altro benefattore dell'Ospedale, istitui eredi della legittima i figli Giacomo, Ales- sandro, Carolina, Margherita e Teresa e della disponibile i soli maschi. Lego all'Ospedale L. 1200, ai Fate-bene-fratelli L. 1000, agli asili L. 1000, alia fabbrica della Chiesa di S. Carlo L. 1000. * Griffi Ambrogio. Legato di L. 40O nel 1494. * Griffi Francesco. Legato di lire 25 nel 1572. Grillone Giuseppe. Legato di Zecchi- ni KKJ rTostainonto 4 giuguo 1792j. * Grillone Giuseppe. Legato L. 1520 nel 1793. * Grillone sacerdote Giuseppe. Legato di L. 1000 nel 1761. 292 — ■* Gritti sacerdote Gerolamo. Legato (li L. 100 (testamento 10 I'diln-aio 1587). * Grossi Carlo Francesco. Legato di L. 72 ncl 1719. Grossi saccrdoto Giovanni Antonio, di Domenico, Rettore dei Musici della Me- tropolitana, leg6 L. 200 (testamento 9 mar- zo 1684). La sua elezione a Maestro di Cap- pella del Duomo di Milano avvenne nel 1G69, dietro i-egolare concorso nel quale, pi-odu- cendo un antifona ad 8 voci, rIport6 la palma contro parecchi aspirant! e ciofe i Maestri: Francesco Bagatti, Carlo Cesare Cabiati, Giovanni Antonio Celidone, Simono Pietro Agostino ed altri. Nello stesso anno scrisse una messa per il Duomo (1). * Gualardo Antonio. Legato di L. 60 nel 164G. * Gualini Giulio di Orta. Lngato di L. 50 nel 1661. * Guallardi Giuseppe. Legato di L. 500 nel 1626. Gualtiero Giovanni Battista, di Fran- cesco, di Magenta, dove mori nel dicembre 1592, lasciando erede della sua sostanza I'O- spedale, con testamento 29 settembre detto anno. La sostanza da lui abbandonata risulto co^tituita di Pert. 10 di terra in Magent^a e da L. 250 in danai-o ed effetti. * Guasti Antonio. Legato di L. 74,15 nel 1632. * Guazzoni Francesco. Legato di L. 118 nel 1571. * Guazzoni Giovanni Ambrogio. Le- gato di L. 11.16 nel 1567. * Gubernato Giovanni Antonio. Le- gato L. 380 nel 1591. Guelli Andrea, di Giovanni Maria, di Legnarello. Dispose il legato di L. 100, con testamento 3 ottobro 1626. * Guerra Francesco , detto Caca Sisto. Legato di L. 10 nel 1509. Guerrini Federico. Mori il 18 gen- naio 1825 d'anni 97, istituendo erede, con testamento 12 febbraio 182111 cugino A.stolfi Gaetano, Consigliere di Appello e legando all'Ospedale L. 6000 ancbe in adempimento di un ordine datogli da una sua sorella. Fu sepolto nel Cimitero di P. Ticincse, dove la sua memoria fu ricordata con questa iscrizione : Qui sono le ceneri - di Federico Guerrini- Uomo pio, caritaievole, probo - Clie nel XVin Gennuio MDCCCXXV - Del viver (i) Vcdi Art. .Muoni, Fascicolo .\rch. Slorico, 3o ciugno i8-5j. suo inc. - Celibe morendo lascid erede - • Gaetnno Astolfi- Consigliere dell' I. R. Appello - E cugino suo - Che soli mesi cinque gli so- pravissr - E la cui nipote ed erede - Srivina Rrgaglin - Questo monumenfo pose - Testi- monio di sua grata rimembransa - Verso amhedue. * Guerrini Giovanni. Legato di L. 10 ncl 1799. Guerrini Vincenzo, di Antonio, fattore quiescente delle Monache di S. Eadegonda, riconoscente per le cure che gli fnrono pre- state neirOspedale, con testamento 27 di- cembre 1671, lo chiamo erede del poco che possedeva. Guevara Pietro, Mastro di Cnmpo del- rimperatore Carlo V., Cavaliere dell'ordine e Cavalleria di Santiago, native di Cordova, risiedette a Barcellona nella casa del Mo- nastero della Vergine nostra Signora di Mon- serrate, nel qual Monastero fini i suoi giorni. Lego airOspedale una meta dei suoi crediti verso lo Stato di Milano e coll'obbligo di darne la terza parte ai bambini orfani della, dottrina cristiana di Milano, non che un privilegio di 200 ducati di rcndita per]ietua assentato sul dazio della Mercanzia, coll'ob- bligo di pagare in perpetuo in ciascun anno 20 ducati ai detti bambini orfani ed altri 20 ducati agli eredi di Giovanni Stefano Casale di Milano suo domestico, ed alti-i 20 ducati a Giovanni Battista Gatto altro suo domestico e ai suoi eredi in modo che al- l'Ospedale ne dovcssero avanzare ducati 140 (testamento 16 marzo 1555). I ducati 20 fu- rono prima valutati L. 104 poi L. 83,4. Guglielmi Angiola, maritata con Do- menico Malerba, lego L. 50, con testamento 18 ottobre 1815. Guglielmi Margherita, di Giacomo, di Arona, nubile, mancando di assistenza e di parent! in Milano, dove venne ad abitare, ricovero nell' ultima malattia all'Ospedale di S. Ambrogio, dove fece il testamento 29 aprile 1583, istituendo erede I'Ospedale Mag- giore di ]Milano, al quale 1' Ospedale d! S. Ambrogio era aggregate. Abbandono una sostanza di poca consistenza. * Guidobone Antonio Maria. Legato di L. 600 nel 1705. Guidotti Giovanni Ambrogio, di Do- menico, istitui eredi i figli di una sua figlia con un legato di Scudi 25 all'Ospedale (te- stamento 29 novembre 1608.) Guidotti sacerdote Giovanni Dome- — 293 nico, cnrftto ili Villapizzono, istitiii creJe mm sorpUa riservando all' Ospedale tiitto qnello che si t'osse trovato inscritto al di lui nome snl banco di S. Ambrogio. Testa- mento S mar/o \y>2'X Gussoni Annunciata, vedova di Giu- seppe >ragrptti, leg6 L. 45, con testainento •2 dicenihiv 1>!0:'5. Haeffi Francesco , barbiere , e Co- stanza Civelli coniugi, non avendo jirole, con atto JG agosto KitU, donarono circa L. 8000 coll'obbligo di ourarli e mante- nerli noirOspcdale in caso di lualattia. Hierz Cristoforo, ulKciale nolla Regia Cancelleria di guena, mori in ^filano il 4 settembi-e 1700. lasciando all' Ospedale, con testamento 22 giugno detto anno, il siio oio- logio d' oro , un lainpadario e il ricavo di vma stnfa , del valore complessivo di Li- re Tt>5.4. Hionf No§l, t'rancese, accolto per ferita ncir Ospedale nella rrocera di S. Carlo, vi mori il 10 Giugno 1735, disponendo del poco che aveva con se a favore dcU' Ospedale stesso. * Imbonati Carlo Innocente. Legato di L. 150 nel 1700. Imbonati nobile Teresa , figlia dol conte Giuseppe e di Francesca Bicetti, dei conti di Cassina Aniata, maritata col nobile Francesco Gallina. Ieg6 L. 12 nel 1831. * Incino Tomaso. Mori nel maggio 1502. L'0-i>»Mlale eredito L. 27. * Induno DonatO. Legato di ixna casa fuori di P. Comasina. (Testamento 18 otto- Innocent! awocato Giulio, di Pallanza, figlio di Francesco e di Cornelia Castiglioni, con testamento 16 aprile 1726, leg6 L. 20D. Sno padre pubblico nel 1665 un trattato sugli Sf'ttuJi cli I'ltima vo/'ji'/a. Innocent! sacerdote Giuseppe, di Yico Seprio , istitui erede il L. P. di S. Valeria con testamento 1 marzo 1709, nel quale di- spose nn legato di scudi 200 a favore del- rO-pedalo. Intropio Cassandra , figlia di Luigi, istitui erede del poco che possedeva I'Ospe- dale. con testamento 3 luglio 1624. Perven- nero tre parti di una bottega, un camerino ed una cantina suUa punta della via Borsi- nari at'fittati per L. 285. ^fori nel 16-17. Inzaghi nobile Camilla. Legato di L. liOOCi a carico dell'eredo e marito di lei •Ercole Lodi (Testamento 19 aprile 1622). * Isabella Baldassare. Legato di L. 20 nel 155-1. Isabella s.icerdote Luigi , pan-oco di Gallarate . mori nel 1820 , legando L. 2000 airOspedalo (Testamento 7 maggio 1814). Isacch! Carlo, di Cristoforo, mori il 28 marzo 1676, lasciando all'Ospedale un legato di L. noo. con testamento 20sottenibre 1675. Isacchi Domenica, di Rovagnate, dove mori il 2 settembro 1834. Spos6 in prime nozze Ambrogio Colombo, in secondc uozze Francesco Caglio, ed in terze nozze Arsazio Fcrrario pure di Rovagnate. Furono erodi della legittiraa i figli Carlo e Regina avuti dal prinio marito e Giovanni avuto dal se- condo marito e della disponibile quest'ultimo, quantunque non si avessero notizie di lui dopo che prese parte coll' Armata Italiana alia campagna di Russia nel 1812. L' Ospe- dale fu da lei beneficato con un legato di L. 200 rTestamento 6 maggio 1828). Isacchi Giovanni Antonio, di Gia- como, libcro e senza imijegni di famiglia, chiam6 erede Carlo Isacchi sno nipote e leg6 all' Ospedale L. 150, con testamento 7 luglio 1630. Isacchi Giulia, di Giovanni Angelo, con testamento 25 agosto 1576, istitui erede il marito Alessandro Pusterla con un legato di L. 25 all' anno a favore del L. P. di S. Corona e di L. 500 per una volta all' 0- spedale. Isacchi Giuseppe , barbiere dell'Ospe- dale , trovandosi gravemeute ammalato di peste, fece il giorno in cui mori il testa- mento, 7 novembre 1630, col quale lego al- l'Ospedale stesso scudi 300. Isacchi Leonardo, di Bartolomeo, con testamento 7 gennaio 1553, nomini erede I'Ospedale, col vincolo dell' usufrutto gene- rale a favore della moglie Teresa Sicuri. * Isacchi dottore Tomaso e sacerdote Carlo. Legato di L. 2!»0 nel 1758. Isnard! sacerdote Lodovico , mori il 24 marzo 1730 lasciando all' Osjiedale, con testamento 5 febbraio detto anno i moljili , il danaro ed i crediti. Jani Gaetano, figlio di Gioachimo e di Antonia d'Adda , mori, senza figli, il 5 lu- glio 1819, e con testamento 19 giugno detto anno, lego airOsj^edale L. 6(XX). Jemolo Francesco lego L. 1200. con testamento 11 febbraio 1668. Jomia Giovanni Pietro , figlio di Martino , dimostro la sua riconoscenza per — 294 — le cure ricevute nell'Osijedalo coU'isti- tuirlo erede con testaniento 11 agosto 1559. L' ereditii consistette in tre Lotteglie in Milano producenti 1' annua rcudita com- plessiva di circa L. 290. * Jozzi Domenico. Legato di L. 1120 nel 1551. Langlois Pietro e Antonio, padre e figlio, con atto 15 febbraio 1738, pagarono nirOspedale Sondi 1.30 a titolo elemosina. " Lanterio Francesco. Legato di L. 16 nel 151 :!. * Lanterio sacerdote Paolo. Proposto di S. Lorenzo. Legato di L. 12 nel 1507. * Lanterio Pietro, detto di Castiglione e sopranominato Maestro Tarnagnino, mori il 30 setteinbre 1518, legando L. 400. Lanza Pietro, lego L. 125 con testa- mento 4 ottol>ro 1808. Lanzaverta Maddalena, %lia di Gio- vanni Battista, lego L. 600, con testamento 6 novembre 1691. * Lanzi Alessandro. Legato di L. 12 nel 1801. Lanzi Donate, detto de Rossi, figlio di Emanuele, commerciante in filati d' oro e d'argento, leg6 con testamento 8 luglio 1541 L. 5000. * Lanzoni Antonio. Legato di L. 150 nel 1559. Lassina sacerdote Gerolamo, cui-ato quiescente di S. Andrea di ^lilano, favori I'Ospedale con un legato di L. 500, con testamento 26 dicembre 1621. Lattuada sacerdote Ambrogio, cano- nico, benefici I'Ospedale con un legato di L. 5CM"). tfstaineiito 9 agosto 1665. Lattuada Giovanni Antonio, di Fran- cesco, sellajo al Ponte Vetro , ammogliato con Angela Carcano, fece suUa pubblica strada, davanti alia sua bottega in causa — 296 della peste il testamento 2G luglio 1G30, col quale istitui erede I'Ospcdale della sua so- stanza. Pervennero una casa con vigna in Cremia veuduta nel 1635 ad Ambrogio Mar- chetti Y>er L. 400 e una casa al Ponte Ve- tro del valore di L. 4750. Lattuada Arcangelo, giureconsulto , istitui erede la niadre Giulia llodella col peso di un legato di L. 2000 all'Ospedale, disposto nel suo testamento 23 gennaio 1090. Lattuada Francesco. Lego Scudi 50, con testamento 'J settembre 1584. Lattuada Gerolamo, di Giovanni Bat- tista, di Limbiate, con testamento 12 ago- sto 1678 lego L. 6000 coll'obbligo di fargli il ritratto da esporre nella occasione della festa del Perdono, ritratto cbenonfu eseguito anclie d'accordo cogli eredi di lui, stante la tenuita del legato. Lattuada Giovanni Angolo, di Gio- vanni Ambrogio, lego L. 100, con testamento 16 giugno 1582. * Lattuada Giovanni Battista. Legato di L. 25 nel 1553. Lattuada Giuseppe. Giureconsulto, vice presidente del Magistrato ordinario di Mi- lano, scrisse nel suo testamento 5 luglio 1629, col quale istitui erede i due suoi figli Gio- vanni Battista ed Ambrogio, un legato di L. 6000 a faA^ore deH'Ospedale. * Laudi Francesco. Legato di Lire 16 nel 1770. * Lauro Fabrizio. Legato di Lire 100 nel 1638. Lavagetti Giovanni Battista, di Giu- seppe, assegni all'Ospedale, nel suo testa- mento 8 ottobre 1794, una cartella sul Monte di S. Teresa portante il capitals di L. 3500. * Lavagna Gerolamo. Legato di L. 11 nel 1517. * Lavagna Giovanni Battista. Legato ■ di L. 50 nel 1566. * Lavagna Giovanni Francesco. Le- gato di L. 20 nel 1559. * Lavanda Anna Maria. Legato di L. 35 nel 1737. Lavandari Giovanni Ambrogio, di Giovanni Pietro, lego L. 1000, coll'obbligo di corrisjjondere vitaliziarmente alia fli lui moglie Gatterina Polezio nno staja di pane di frumento cotto e hen condisiotmto. (Testa- mento 3 ottobre 1615). Lavelli Antonio, di Olginate, con te- stamento 25 marzo 1671, istitui erede due nipoti e i loro discendenti iu infinito, con sostituzione a favore dell'Ospedale nel caso di estinzioiie della linoa cbiamata, sosti- tuzione die si e verificata nel 1686 perclie I'unico dei chiamati non ebbe figli e percbe ripudio la eredita la quale venne raccolta dall'Ospedale. Pervennero la mobilia della di lui casa e alcuni stabili in Olginate. Lavelli Bartolomeo, di Dalmazio, am- mogliato con Rosa Fumagalli, lego L. 100 con testamento 8 feblu-aio 1824. Lavelli De Capitani Giovanni Bat- tista, mori nel lebliraio 1830 ordinando ai figli ed eredi di lui di dai-e a titolo elerno- sina L. 1000 all'Ospedale. (Testamento 11 aprile 1817 e 5 giugno 1819). " Lavelli Nicola. Legato di Lire 200 nel 17.50. * Laveni Domenico. Legato di Lire 50 nel 1715. Lavezzari sacei-dotc Fermo, figlio di Giovanni e di Cecilia Zavattona, di Caronno, con testamento 9 agosto 1782, istitui erede rOspedale di tutto il suo avere dopo, la cessazione dell'usufrutto testato prima a favore della di lui madre, indi del fratello Luigi e dopo questi dei proprii cugini figli di Domenico. La sostanza abbandonata dal testatore che era di L 16484 discese, quando I'u appresa dall'Ospedale, a L. 700, in causa del non aver potuto scoprire le attivita ere- ditarie dopo tanti trapassi. Lazari Gabriele. Pu erede I'Ospedale di una sostanza di L. 6000, valore di Perti- cbe 74 di terra in Abbiategrasso e di due di- retti dominii (1556). * Lazari Giovanni Maria. Legato di Li- re 76,75 nel 1814. Lazzaroni sacerdote Giacomo, Parroco della Chiesa di S. Giovanni Battista diGer- mignaga, lego Scudi 12 con testamento 2 di- cembre 1639. Leardi Maria, di Lorenzo. Quautunque le sue finanze fossero molto ristrette, voile dimostrare la sua riconoscenza all'Ospedale per le cure pvodigatele nell'ultima sua ma- lattia coll'istitnirlo, erede con testamento 8 luglio 1635. * Le Blanche Giovanni, francese. Le- gato di L. 14,10 nel 1785. * LecCO Giacomo. Mori nell'ottobre 1500, lasciando vedova Bornardina Crespi. Fu erede per una quarta parte I'Ospedale, al quale pci- vennero Perticbe 142 di terrain Pantigliate vendute nel 1502. — 297 * Ledesmo Giovanni. Legato Ji L. 16 iiol I5;'>i>. * Leggeri Corrado. Legato di L. 20 iiol 151:5. * Legnani sacenlote Franceschino. Le- gato di L. 41,15 nel 1512. * Legnani ragioniere Francesco. Legato ili L. -ioO-J.iX) nel 1809. Legnani Francesco, di Mateo, Ieg6 L. 5'. coil testanieiito '27 aprile 1520. Legnani Giovanni Battista, coi te.^ta- nieuti -1 e 11 settembre 1871, leg6 L. 5CXD in aiimento del fondo per la cura degli scrolb- losi. La somma fu convertita in una rendita dello Stato di L. 35. Legnani Lazzaro, di Antonio, leg6 al- rOspedale L. 4C»00, con testamonto 5 luglio 1518. Fu il fondatore del L. P. del Chiesnolo, soppresso in forza di Deoreto Governativo del maggio 1780. La relativa sostanza del valore di L. 106,220 fu dall" Imperatrice ila- ria Teresa assegnata al L. P. degli Esposti di Milauo nel 1781. Col succitato testamento nomini eredi universali gli Scolari della Scuola del SS. Corpo di Gesu nella Chiesa di S. Maria dei Servi di Milano coU'obbligo di comperare una casa snl corso di P. Orien- tale contigua a detta chiesa, da iutitolarsi la Cappella della Scvula del Corpo di Gesit Cristo, dichiarato Lui il fondatore. Prescrisse che in detta Cappella fosse dipinta Feffigie della B. V. col bambino in atto di dare a lui testa- tore la benedizione e che si fosse dipinto anche il di lui ritratto ai piedi. Dispo.se che in detta casa fosse fabbricata una chiesetta con cinque altari per la celebrazione di cin- que messe quotidiane. Lo scopo dell' opera pia era di dotare povere fanciulle e di vestire nella ottava della Xativita di Gesu Cristo do- dici povere, distribuito I'avanzo a favore dei poveri mediante segni. Questa istituzione incontro subito il favore pubblico. La chiesetta sorgeva di contro alia Chiesa dei Servi. 11 Torre nel suo ritratto di Milano dice che il Legnani fu persona dedita a far opere di pieta in sowenimento dei cit- tadini milanesi mendichi, e il L. P. da lui fondato venisse govemato da 12 cavalieri. Anche in vita nel 1516 favori la detta scuola assegnandole perpetuamente la corre- sponsione di staja venti ceci da distribuire ai fioveri. La casa di residenza del L. P. era descritta nella niappa di P. Orientale, Parrocchia di S. Giorgio al Pozzo bianco ai N. 22, 23, 1 2 coll'cstimo di L. 1109,0,1. Queste case fu- rono incorporate nella casa N. 525 e bianco N. 17 sul Corso Vittorio Emannele. Legnani Michelangelo, di Giuseppe, di ^lagenta, istitnito crede rmiico figlio Filip- po, lego airOspcdale L. 800, con testamento 1 febbraio 1659. Leinati DonatO, di Antonio, pur bene- ficando rOspedale, con un legato di L. 200 per una volta, non dimcnticu I'unica di lui sorella, istitueiulola erode con testamento 12 marzo 1508. * Leizaldi conte Pietro. Legato di L. 600 nel 1712. Leon Giorgio, figlio di Giovanni Gon- zales, soldato spagnuolo, ammalo in Milano e per cio dovette ricoverare aU'Ospedale di S. Simpliciano dove fece il testamento, 11 Agosto 1611, lasciando aU'Ospedale Maggiore il poco clio possedeva (cirea L. 100). * Leonardi Bernardino. Legato di Li- re 82.<; nel 157B. Leonardi Giovanni Battista e Gero- lamo fratelli, figli di Pietro Paolo. Con atto 12 dicembre 1608, donarono L. 160. Leoni Domicella, di Carlo, voile in parte compensare TO.spedale delle cure che le prodigo nell' ultima suamalattia coU'isti- tnirlo erede con testamento 7 febbraio 1635, dalla poca mobilia che possedeva. * Leoni Giulia. Legato diL. 264,82 nel 1824. * Lepora Pietro Francesco. Legato di L. 205 nel 158(t. Leporati Bartolomeo, di Giorgio, com- prese rOsi)eilale nellu sue disposizioni testa- mentarie 18 dicembre 1613, con un legato di L. 600. * Leporati sacerdote Innocente. Legato di L. 60 nel 1587. Lertora sacerdote Carlo, figlio di Ago- stino e di JFagnaglii Serafina, die gli so- pravisse, moii di apoplessia cerebrale d'anni 57 il 4 luglio 1870 in ^fonza, dove da due anni era canonico della Basilica di S. Gio- vanni Battista, essendo stato prima Parroco di Castronno. Con testamento 8 aprile 1863 istitul erede I'Ospedale per due terzi che I'al- tro terzo fu appreso dalla superstite madre di lui a termine di legge. AU'Ospedale toc- earono circa L. 6000. Quest'importo sai-ebbe stato maggiore se la Rappresentanza Ospita- liera non fosse venuta in soccorso di una sorella di lui vedova dimenticata nel testa- mento, carica di figli e in condizioni finan- ziarie ristrettissime. 26 298 — * Lesa Leonardo. Lff^atodi L. 168 nel 1557. * Lesia Giovanni Matteo. Legato di L. 50 nel 1570. Lesina Faustina, di Matteo detta dei raynpardini, uacque nel 1555. Spo.so in prime nozze Battista Meraviglia, in seconde nozze Martino De Azzi, salsamentario al Carrobbio, in terze nozze Gregorio Vecchio e finalmente Giovanni Antonio De Albertis. E per6 mori vedova e senza iigli il 20 gennaio 1628, nella casa in Milano fuori del Pontc di P. Tici- nese dietro il fosse andando alia torrazza. L'Ospedale' fu erede di lei in forza del te- staniento 11 novembre 1626. La sostanza da lei abbandonata consistette in capitali per il valore di L. 6800, e in una casa nei CC. SS. di P. Ticinese a Ronclietto, affittata per L. 28. Lesina Giovanni Battista, egli pure detto Pampardini, fratello della suddetta, lego L. lOOO con testaniento 20 dicembre 1601. Lesma Francesco, di Giovanni Angelo, di Monza, con atto 12 I'ebbraio 1667, dono L. 592. * Lesplh Alberto. Legato di L. 81 nel 1777. * Leva Domenico. Legato di lire 100 nel 1G75. * Leva sacerdote Giovanni Domenico. Legato di 120 nel 1656. * Levi .Giuliano. Legato di L. 25 nel 1503. Ligurno Bernardo, di Ambrogio, leg6 L. 100, con testaniento 22 gennaio 1524. * Ligurno Ettore. Legato di lire 25 nel 1492. Limonta Alessandro e Francesco, fratelli. Legato di L. 100 nel 1534. Litta marchese Alberto, dei Marcliesi di Mezzago, figlio di Battista, ricord6 I'O- spedale nelle sue disposizioni testaraentarie 28 maggio 1583, con un legato di Scudi 200. Litta conte Alberto, figlio del Marcbese Giulio e di Elisabetta Visconti Borromeo, dei Marchesi di Gambol6 e dei Conti di Yalle, Giureconsulto, Gentiluomo di Camera, K. Consultore al Goveiuio. Mori senza figli, I'll gennaio 1832 d'anni 73. La di lui salma fu trasportata a Gambol6. Lasci6 erede con testamento 25 dicembre 1822, il nijiote Duca Pompeo Litta, pur non diraenticando I'OsiJe- dale, al quale lcg6 L. 6000. * Litta Baldassare. Legato di L. 16,10 nel 1551. * Litta Bernardino. Legato di L. 04. (Testamento 11 ottobre 1503.) * Litta Elisabetta. Legato di L. 32. (Te- stamento ;)0 scttemlire 1512). * Litta Francesco. Legato di lire 500 nel 14!)(). * Litta Francesco. Legato di lire 50 nel 1549. * Litta Gioberto. Legato di L. 1200. (Testamento 23 Maggio 1583.) * Litta nobile Giovanni Battista. Le- gato di L. 1200 nel 1770. * Litta Giovanni Battista. Legato di L. 12 niaggio 1G30). * Lodesani Giovanni Battista. J.egato di L. ti"^\ Te-;t;unento 1-1 uoveniLre 1G(»7. Lodi Baldassare, morlil4ottobielG47, imponendo al di lui tratello ed erede Gio- vanni Battista Lodi Tolddigo di pagave al- I'Ospodale a titolo di legato L. 600, con te- staments 9 si'ttoml've lG-17. * Lodi Dionigi. Legato di L.160nell4S5. * Lodi Giuseppe. L'Ospedale fu erode di lui per due parti di cinque, avendo asse- gnati le altre tre parti al Monastero Mag- giore di Milan.'. Si cl'Lero L. G578 nel 15fU. * Lodi Lodovico. Legato di L. 3000. Testaniento deH'agosto 1589). Lodi Luigi. Leg6 L. 6G00, con testa- mento 20 iringno 1657. Lodi sacerilote Luigi, figlio di Gaspare, Parroco di Sovico e Vicario Foraneo, con testamento 20 febbraio 1848 leg6 L. 200. * Lodi Michele. Legato diL. 40nel 1503. * Lodi Pietro. Legato di L. 50 nel 1587. * Lodi Pietro Antonio. Legato di L. 50 nel Inol. * Lodi Tomaso. Legato di L. 1000 nel 1652. * Lodi Vincenzo. Legato di L. 10 nel 1492. Lodigiani Giovanni Battista, ricono- scente per le cure prestategli nell'Ospedale, con testamento orale 26 setteniLre 1825 gli legu L. 100. Lodigiani Giovanni Battista, di An- tonio, niori il 2 luglir. 1012. Legu L. 600 rtestamfnto 14 noveinbre 1607). * Lodini Maria Teresa, vedova Fassi. Legato di L. 264.83 nel 1839. * Loita sacerdote Giovanni Battista. Ca- nonico. Legato di L. 1"") ntd l''i52. * Lomagna Gerolamo. Legato di L. 3(')0 nel 15'j5. * Lomazzi Adamo. Legato di L. 23,12 nel 1569. * Lomazzi Alberto. Legato di L. 100 nel 1524. * Lomazzi Giovanni Battista. Legato di L. 600 nel 1671. * Lomazzi Zaccaria. Legato di L. 16 (te- stamento 2:' ajirilc 1 171j. Lombardi Aurelio, di Giovanni Batti- sta, niori il 16 settembre 1615, lasciando, con testamento del giorno prima, erede la di lui jnoglie Ottavia De Alberi, alia quale sosti- tui Francesco Valli qualora p.-issasse ad al- tre nozze, e dopo la di Ini morte senza fi- gH, chiamo a succedere 1' Ospedale per una nieti\ e il nipoto Francesco Fossani per I'al- tra metL L'Ospedale rinuncii al suo diritto per il corrispettivo di L. 30(\ * Lombardi Giovanni Battista. Legato di L. im nel i.^;ti. Lombardi Margherita, con atto di ul- tima volontii, 12 niiirzo 1647, lascio la poca sua mobilia all'Ospedale. Mori nel 1651. * Lombardino Gabriele. Legato di L. 150 nel 1672. * Lombardino Giovanni Maria. Legato di L. 150 nel 1770. * Lomeni Ambrogio. Lego all'O.spedale nel 1507 un diretto dominio 8u casa in Mi- lano, parroccliia di S.Giorgio al Pozzo bianco .coU'annuo canone di L. 5. Lomeni Giovanni Battista, di Ales- sandria, di Magenta, con testamento 3 ago- sto 1616 lego L. 40TO. IMorl nel marzo 1617. Lonati Gerolamo, di Giovanni Pietro, lasci6 erede I'unico figlio, con un legato al- l'Ospedale di L. 600. (Testamento IS niarzo 1629). Lonati o Lunati Giovanni Battista, di Bernardino, Ccnctator dei corazziei-i del conte Giovanni Manriquez, mori alia fine del gennaio del 1629. Dispose della sua so- stanza a favore dell'unico figlio ^-felcliiorre, con vincolo fedecommissario e con sostitu- zione a favore delF Ospedale nel caso di estinzione della linea chiamata. Nel 1763 si e addivenuto fra la Rappresentanza Ospita- liera e i chiamati in via fedecommissaria ad una transazione, in forza della quale I'O- spedale consegui la meta della sostanza ab- bandonata dal Lonati e cioc : Pertiche 79 di terra e alcuni locali in una casa civile e in una casa colonica in Cavagnera, e cio in agginnta al legato di Scudi 300 disposto dal testatore a favore dell'Ospedale stesso. Gli stabili in Cavagnera furono venduti nel 1760 al conte Giacomo Durini per L. 980. Lonati Giovanni Pietro, di Francesco, con testamento 26 febbraio l.'>92 lego L. 1000. * Lonati nobile Nicola. Legato di L. 300 nel 1789. * Lonati Paolo. Legato di L. 600 nel 1722. Lonati Paolo, di altro Paolo, di Gor- gonzola, ammogliato con Laura Rusca, lego fiorini 10, con testamento 20 ottobre 1542. Lonati marcb. Pieti'o Antonio, figlio jiaturale del conte Pietro Antonio, coramis- i-ario generale dell'escrcito di S. M. Cattolica — 300 senatorc, mastro di campo e meml)ro del Consiglio Segreto, dei marchesi e dei feu- tlatari di Carbonara, sposi Anna Visconti d'Albizzate, dalla quale nacquero cinque fi- gli, Paolo e Pietro Antonio, capitani di ca- valleria, Federico, mastro di campo, Carlo e Cecilia. L'Ospedale gli deve il legato di scudi 300, disposto con testament© 22 luglio 1024. * Lonati Pietro Antonio. Legato di Li- re 10 iiel 1.5.5(1 Longhi Antonio, di Francesco, dono in vita nel novembre 1049 Lire 607 e nel- V aprilc 1057, L. 7800. Mori il 18 ottobre 1669. * Longhi Lorenzo. Legato di L. 12 nel 1787. * Longoni Evangelista. Legato di L. 200 (testamento 21 ottobre 1513). Longoni sacerdote Giacinto, di Gio- vanni, nacque nel 1802. Fu promosso al Pre- sbiterato nel 1827. Mori in Milano il 3 marzo 18G3 nella casa in via S. Spirito al N. 1135!*, lasciando erede Pietro Francesco Chiapponi, soldato nel 30° reggimento Brigata Pisa e legando L. 1000 a favore dell'Ospedale. Pos- sedeva case in Oggiono, in Civate e in Sala. Lego L. 2000 all'Istituto Tipograiico di Mi- lano per la spesa di una edizione in doppia colonna in ottavo grande non meno di mille pagine delle oj^ere cdite ed inedite del te- statore. Prete indipendento pubblico diversi lavori: Rosalia, Scena domestira,Pensieri mo- rali, II FilantropOj Scene della umanitd sof- ferente, Descrizione delnuovo tempio di S. Carlo a Milano, Imartiri deU'amoi-e patrio dtradica, del Venerdi Santo), Adolfo ossia ozio ed op-J- rositd (racconto), Memorie storiche della chiesa ed ahbazia di S. Pielro del Monte e del Mo- nastero di S. Calocero in Civate, Cenni sui dipinti di Marco d' Oggiono, Racconti storici, AUegorie morali ad istruzione dei giovanetti, Dei doveri degli uomini di Silvio Pellico, fdi- scorso ad un giovine con brevi cenni sulla vita e sulle opere dell'autore), Antichitd e pit- ture di Casfiglione, La solennitd della Cliiesa (versi). L'angelo della Consolazione (versi). Longoni sacerdote Pietro, chiamata ere- de I'anima sua e per essa gli esecutori testa- mentari sacerdote Dionigi Caronni Teologo di Monza e sacerdote Carlo Del Sesto pure di Monza, legu all'Ospedale L. GOO, con te- stamento 14 febbraio 1732. * Lorella Carlo. Legato di L. 100 nel 1780. * Lorla Giacomo. Legato di L. 15 nel 1794. Losio Ottaviano, figlio di Giacomo Fi- lippo, con testamento, fatto in Codogno, dove si trovava al servizio della contessa Ottavia Triulzio, in data 27 luglio 1591, nomini erode rOspedale della tenue sua sostanza di Li- re 829. Lotterio sacerdote Baldassare, lego Li- re 8W. con testamento 13 febbraio 1770. * Lotterio Giuseppe. Legato di L. 1213 nel 1817. * Lovino Cesare. Legato di L. 2000. Mori nel maggio 1000. * Lovino Giacomo Antonio. Legato di L. 60 nel 1587. Lualdi Francesco, di Busto Arsizio, con atto d'ultinia volenti 28, novembre 1708, legi Scudi 50. * Lualdi Giovanni Antonio. Legato di L. 50 nel 1558. Luca Benedetto, fornaio, con testamento 3 luglio 1030. logo Scudi 1000 d'oro. Lucchina Caterina, sorventc, soddisfatta dolle cure amorevoli prodigatele nelle infer- merie ospitaliere nell'ultima sua malattia, di- spose della mobilia che le apparteneva a fa- vore dell' Ospedale, con testamento 1 gen- naio 1072. Lucchini Pietro Antonio. L'Osj^edale ebbe per disposizione di lui, 19 agosto 1849, uu legato di L. 25. Lucentini sacerdote Antonio, romano, figlio di Felice, trovandosi malato nell'Ospe- dale, fece il testamento 24 settembre 1749, la- sciandogli il poco che possedeva. * Lucera Giovanni. Legato di L. 430 nel 1543. * Luciano Annibale. Legato di L. 575 nel 1031. * Lucini Carlo. Legato di L. 544 nel 1807. * Lucini Giovanni. Legato di L. 12 nel 1804. Lucini Passalacqua conte Giovanni Battista, lego L. 5000, con testamento 20 gennaio 1841. Lucini marchese Giovanni Paolo, ca- pitano nelle truppe Alenianne, figlio del mar- chese Giulio e di Camilla Serbelloni, dei marchesi di Besate, mori celibc nel 1700, le- gando all'Ospedale, con testamento 28 marzo 1696, Scudi 20 all'anno durante la linea ma- schile di Giulio Antonio l^^ucini suo nipote. A soddisfacimento di questo legato fuceduto all'Ospedale un capitale di L. 0000 sul Banco di S. Ambrogio. * Lucini marchese Giovanni Pietro. Legato di L. 2000 nel 1093. — 801 * Lucini saoenlote Giuseppe. Les='*"^ '1' L. 15 nol 17ii!t. Lucini Lodovico, aimuoiiliato con An- tonia Cortinz, inori iii Milaiio il (i diceinl)re 1&41. Leg6 L. 1000. Lucini Orsola, ili Giovanni Anc;elo, con testaniento 18 lebbraio \&2o, chiam6 ereile il inarito Bernanlo Creniasclii, e dopo di Ini I'Ospedale, il quale vi rinuncio nellG38per il corrispettivo di L. 1800. Lucini Pietro Martire, di riotro Gia- conio, baiu-liieri\ aninioijliato con Flavia Cac- cia della Valle, dispose della sua sostanza di circa L. 600,000 con testamento 28 set- tembre 16T9 a favore dei suoi figli Cesare, Antonio, capitani, Maiina niaritata con Paolo Lodi e Ortensia maritata con Giacomo Bus- sero, ponendo a loro carico il legato di Li- re 30<^ a favore dell'Ospedale. * Lucino Antonio. Legato di L. 55 nel 174:^. * Lucino Francesco. Legato di L. 1200 nel lG-23. * Lugani Bernardo. Legato di L. 30 nel 1793. * Lugani Giovanni Francesco. Mori il 1 marzo I'ri !. Lt'gato di L. 'Ji H>. Testaniento 12 t'ebhraio 151i'.. * Lugano Paolo. Legato di L. 295 nel 1574. * Luini Francesco. Legato di L. GOO nel 1G51. Luini sacerdote Gaspare, di Giovanni Stefaiio, di Laino, istitui eredi i nipoti Ste- tano, Prefetto di Polizia e Giacomo, Presi- dente del Tribunale di Giustizia, figli del Consigliere di Cassazione Giuseppe Luini, con un legato di L. KX) a favore dell'Ospe- dale. scritto nel testamento 22 marzo 1803. Luini Giovanni Antonio, di Bernardo, Ginreconsulto, favor'i I'Ospedale con un le- gato di L. 3< 10. Tfstamento 24 agosto 1624). Luini Giovanni Battista. con testamento 28 dicembre 1664 dispose a favore dell'Ospe- dale in via di sostituzione, la quale si e ve- rificata nel 1687 per la morte avvenuta di NicoKj Lucini senza figli maschi, ma I'Ospe- dale vi rinunoii nel 16i:>2 per il corrispettivo di L. 6r»0. Luino Cesare, mori alia fine di maggio del 1600, disponendo a favore dell'Ospedale il legato di L. 2000, con testamento del 12 df-tto maggio. Luino Vittore, di Michele, la.sci6 il poco che possedeva, un direttodominio col canone di L. 6,8 assentato sa casa in Milano a P. Tosa, all'O.'^pedalo, in riconoscenza delle cure ))rodigatogli. (Testamento 6 gennaio 1509). * Lumaga Marco Antonio, l^egato di L. 3(H>() lu'l IG'x;. Lumellina Maria, di Alessandro, vedova del feudatario .Sforza Trotti, leg6 un reddito sul Banco di S. Anibrogio, con testamento 25 £;inK/!;('o«e di csporre nei tempi soliti un quadro grande rappresentante il preinorto suo sio Gerolamo Lunghi clie mori il 5 agosto 1838 d'anni 91, col codicillo 25 gennaio 1855 limito il legato stesso a sole L. 3000. Lascio vedova Teresa Giangolini, la quale mori d'anni 65, il 5 maggio 1861. * Luoni Giovanni Maria. Legato di Li- re 40 nol 1518. * Luraghi Antonio. Legato di L. 15 nel 1783. * Luraghi Gaetano. Legato di L. 20 nel 1790. * Lurani Giovanni Battista. Legato di L. 600 nel 1589. * Lurani Pietro Francesco. Legato di L. 100 nel 1805. * Macacona Michele, nel 1520 don6 una ])ircola rasa in V. Yercellina. * Macagni Giovanni Battista. Legato di L. 30 nel 1792. * Maccagni Giovanni. Legato di L. 16 nel 1498. * Macchi sacerdote Francesco. Legato di L. 30 nel 1798. * Macchi Giovanni Maria. Legato di L. 160 nel 1734. Macchio sacerdote Giacomo, panoco quiescente di S. Macario, mori in Samai-ate, beneficando 1' Ospedale con un legato di L. 30*^), con testamento 28 maggio 1834. Macchio sacerdote Giovanni, di Car- nago, figlio di Giulio, lascio la sua sostanza ad un nipote col vincolo dell' usufrutto a favore della di lui servente e con un legato di L. 90 air Ospedale (Testamento 17 feb- braio 1791). 302 * Macchio Maddalena. Legato cli L. 76,75 iiel lHO!i. Maccia Giovanni Battista, negoziantc in inorcerie , filati e manifatturc , fis^lio
  • > lt'>li) scrisse fiesta disposi- zione : u All'Ospedale di Milano voglio gli sia dato L. GCH) iu tie aimi dopo la mia morte e questo per dnoi figliuoli nmndategli io, quali erano del signer Evangelista Car- nage per disgvavio niio e loi niiei heredi. " Mantegazza Giulia, di Mioliele, te- meudo di e^seie colpita dalla peste I'ece nella corte della sua casa d'abitazione 11 te- stamento '20 Inglio ll>30. col quale istitui erede per raeta I'Osped.ile e per I'altra niet;i la Confraternita della Metroijolitana di Mi- lano. AirO.^podale toccarono L. 4684. Mantegazza nobile Giuseppa, figlia di Augusto e di Mnrianna Terati, mori nubile in Milano d'anni 71 il 22 giugno 1886. Con testamento 24 marzo dctto anno, lego L. 1000 airOspedale Ciceri a titolo riconoscenza per averla ricoverata due volte ammalata e L. lOOO airOspedale ^Eaggiore. Favor! gli operai di- soccnpati con uu legato di L. ICKX) e il Pa- tronato pel liberati dal Carcere con un le- gato di altre di L. 1000. Destin6 L. 1200 per istituire cogli interessi una dote annua a fa- vore di sei giovinette patrizie orfane di madre. Fece poi questa disposizione : u Prcgo I'av- vocato Dugnani (esecutore testamentario) a farmi fare due casse, una il coffano imbottito e foderato di raso bianco, ove deporre la mia salma, questo poi rinchiuso in altra cassa di piomlio per essere deposta in un forno dei Portici del Cimitero Monumentale. E ci6 non per pompe, ma per evitare di essere in breve fatto pasto dei sorci. SuU'epitafBo fuori della chiesa nessuna vana iscrizione. II solo mio nome, rassegnata visse e rasse- gnata mori. Mantegazza Teresa, figlia di Marco Antonio o di Maria Rosa Borsallini, nativa di Viggiu, servente, abbandono una sostanza di circa ital. L. 3700, tutta impiegata in libretti della Cassa di Risparraio. Con testa- mento 12 gingno 1867 legi L. 2210 a favore dei malati che sortono dalTOspedale. Mori neirOspedale stf'sso il 14 giugno 1867. * Mantisola Giovanni Battista. Legato di L. 2.5 nel 1780. Manzella Anna Maria, di Pietro, ve- dova di GiuHo Girami, con at to 5 agosto 1750, doiio airOspedalo L. 4580 e tutto il sno n- vere, colla condiziono di essere ricoverata e n)antenuta vita durante nell'Ospodale, dove mori il 31 marzo 17;^6 d'anni 83, essendo nata nel 1673. * Manzi Battista. i.rgato di L.100nell524. * Manzi Caterina. Legato di lire 50 nel ITiU;. Manzi sacerdotc nobile Luigi, figlio di Carlo, 6 della nobile Ester Sclienardi , pos- sidente, mori alia sua villeggiatura di Inzago il 20 ottobre 1818 d'anni 70, c istitui erede I'avvocato nobilo Giorgio Manzi con un le- gato aU'Ospedale di L. 80LK) scritto nel te- stamento 1 maggio 1818. * Manzi Stefano. Legato di L. 200 nel 1808. Manzi Virginia, vedova di Domenico ^lazzola, istitui erede la Scuola del Rosario, eretta nella cliiesa di S. Maria delle Grazie, con un legato aU'Ospedale della met&, della somma di L. 900 impiegata nel Banco di S. Ambrogio. (Testamento 2 luglio lG30j. Manzini Giacobina, figlia di Giovanni, benefice!) I'Ospedale con un legato di L. 200. (Testamento 18 novembre 1615). * Manzoli Filippo. Legato di Lire 25 nel 1585. * Manzoli Gerolamo. Legato di L. 12,12 nel 1558. Manzoni Bartolomeo, figlio di Gia- como, commerciante in ferramenta, con ne- gozio aperto in Jlilano vicino alia chiesa di S. Sebastiano, sotto la ragione cantante di Giovanni Antonio Bajoni, don6 aU'Ospe- dale, con atto 20 marzo 1719, alcuni credit! procedenti dal detto negozio. * Manzoni Mauro. Legato di Lire 10 nel 1790. * Manzoni sacerdote Paolo. Canonico ordinario del Duomo. Legato di Lire 100 nel 1802. * Manzoni nobile Paolo. Legato di L. 50 nel 1782. * Manzoni Pompeo, di Yalsasina. Le- gato di L. 100 nel 1G3G. Mapelli Francesco, di Giovanni Bat- tista, dei CC. SS. di Porta Tenaglia, lego L. 14, con testamento 13 gennaio 1698. Marani Luigi, mori nel dicembre 1841, lasciando erede della sua considerevole so- stanza il nipote Luigi ^lantelli con un le- gato a favore della nipote Luigia Mantelli di L. 300000 e di L. 600 per una volta airOs])edale, giusta il testamento 9 novem- bre 1837. 27 — 306 Era (li sua pro])rieta la casa in Milano, via (lella Spiga al u. 702, e il palco nel Teatro clella Scala al ii. '.\ fila sinistra entrando. Maraviglia Giovanni. Dispose il le- gato di L. Bflf) con tcstaiiiento 14 niarzo IGOO. * ATaraviglia Pietro Antonio. Legato di L. 50 nel 1587. Marazzani Pietro , altro dci nobili l^refetti del Foro di Milano, volgarmente detti capo pia::a, leg6 Gigliati 100, con testamento 25 gennaio 1769. Marcarini Francesco, Sogrotario quie- scento della direzione dello dogane, native di Casal Leone, istitui erede la sorella Te- resa vedova Batti di Rovigo, coU'obbligo di pagare all'Osjiedale L. 4000 austr. per una volta, testamento 9 marzo 1827. Fu sepolto nel cimitero di P. Comasina, dove fu coUocata una lapide con questa iscrizione : qui giace Francesco Zaverio Marcarini gia segretario della direzione di finanza uomo pio e caritatevole dopo lunga e penosa malattia pazientemente sofferta spir6 nel bacio del SIGNORE il giorno 11 marzo 1827 d'aNNI 61 . MESI 3 REQUIEM. * Marcelli Carlo. Legato di L. 24 nel 1492. '''■ Marchesi Giovanni Battista. Legato di L. 600 nel 1594. Marchesi sacerdote Giuseppe, segre- tario presso la Finanza in Verona, mosso da puro zelo di carita verso i poveri in- fermi, dono all'Ospedale di Milano L. 1600, con atto 8 agosto 1807. Marchesino Airoldi Giovanni An- tonio, di Aquate, dominato dalla paura della peste, diveune frenetico e la contrasse, rimanendone vittima il 9 settembre 1630. Con testamento del giorno prima lego al- l'Ospedale L. 900, ma stante la contesta- l)ilita del testamento stesso la somma fu ridotta anche in via di trausazione a L. 582. Marchetti Cesare, di Giovanni Anto- nio, nel suo testamento 5 luglio 1630, asse- gn6 all'Ospedale a titolo di legato un cre- dit© di L. 600. Marconi Francesca, rimasta vedova di Francesco Aguggiari, altro benefattore ^eirOspedale, S250s6 Francesco Fassi. Mori negli ultimi giorni del 1809, legando al- l'Ospedale L. 12 e il ritratto del primo di lei marito, I'Aguggiari. * Marelli sacordote N. Legato di L. 10 nel 1780. * Marelli Giovanni Angelo. Legato di L. 76,75 nel 1819. * Marelli Marazzani Isabella. Legato di L. 15 nel 1787. Mari Giovanni Battista. L'O.spedale ebbe da Ini il tenue legato di L. 25, ma la disposizione lia un maggior valore perche egli era povero e perche l'accompagn6 con questa dicbiarazione : In cansam remunera- tionis bcnf^ficiorum per me ab ipso. Yen Hospi- tali rcccptorum in meis necessifatibits. Testa- mento 15 dicembre 1626. * Mariani sacerdote Carlo Giuseppe. Le<;ato di L. 100 nel 1774. * Mariani Gaspare. Legato di Lire 132 nel ir,:ii. * Mariani Gaspare. Legato di L. 115,13 nel 1820. * Mariani Giacomo. Legato di L. lOO nel 1629. * Mariani conte Giovanni. Legato di 1j. 6000 nel 1.588. Mnv'i il 16 felibraio detto anno. *■ Mariani Giuseppe. Legato dl L. 700 nel 1717. Mariani sacerdote Luigi, parroco di S. Agata, nominato nel 1788 dal govemo su terna del Patrono Ospodale di Milano, in contemplazione della lodevole opera da lui con molto zelo e cavith prestata per tre anni in qualita di Promotore dei poveri della citta di Milano. Antecedentemente fu vice curato di S. Pietro alia Vigna. Assists per cinque anni i carcerati nel tempo pa- squale. Era figlio di Giovanni Battista e di Giuseppa Vigano e fratello della Mariani Maria Gaetana, altra benefattrice dell'Ospe- dale, ed erede di lui. Con testamento 24 ot- tobre 1807, lego all'Ospedale L. 30. Fu sepolto nel cimitero di S. Agata, dove fu collocata una lapide con questa isci-izione : qui giace Luigi Mariani parroco di s. agata fu uomo dabbene amante del ritiro e costante nella residenza rENNE LA PARROCCHIA 33 ANNI E MORI d'aNM 66 il 10 fehbraio 1821 la sua morte fu improvvisa e a tutti dolorosa fu il primo sepolto in questo campo santo da lui poc' innanzi benedetto lasci6 una messa qiiotidiana pregateli l'eterna pace. 307 — Leg6 ai poveri dcUa sua parrocchia gli aLiti e la biaiicheria e i crediti dellii sua prebenda. * Mariano Giovanni. Legato [di L. -200 nel 113-24. * Mariano Giovanni Pietro. Don6 Li- re 378 nel 1665. * Mariano Giulio Cesare. Legato di L. ir.n nel lt;-JT. * Mariano Stefano, portiere dell'Ospe- dale. Legato di L. -JlK.) nel 1573. * Marina Marta. Legato di L. 72 nel 1648. Mi'il neirOspedale. * Marini maroliese Giovanni Gerolamo. Legato di L. 1894 nel 1637. Marini Giovanni, di Agostino, con te- stanientu 2'J uoveuilire 1653, leg6 i redditi da lui possednti sopra il dazio della uiei'- canzia e la ternia del sale. Marini d' Este marchesa Livia , figlia del niarchese Giovanni Gerolamo e di Ce- cilia N. lego scndi IfXt, con tcstamento 16 gingno I'itlS. * Marini Prudenza Dorotea. Legato di L. I5t1 nel 1";54. * Marino Giovanni , moro , palat'reniere del cardiiiale R'n-rnmoo. Legato di Lire 50 nel 1613. Marino Giovanni Andrea , morl il 19 giugno 1612. legando L. I'iW. con testa- meuto '2() settembre KJKL * Marino Giovanni Battista. Legato di L. -2950 nel 1574. •* Marino Vittore. Legato di Lire 212,5 nel it'.ai;. * Marinoni Bernardino. Donazione di L. !•; n.-l lolT. ^ Marinoni Bernardo. Legato di L. 50 nel 1522. Marinoni Costanza Margherita. Po- veretta ! Nulla possedeva se si eccettui iin po" di mobilia, e non potendo far altro per rOspedale , che I'accolse e la euro nell' ul- tima sua malattia , gli lascii la mobilia stessn. con testamento 14 gennaio 1671. Marinoni Fiorina, figlia di Antonio, di Novedrate, vedova Introzzi, con atto 17 no- vembre 1843 , don6 la somma di L. 8^/) contro il giornaliero assegno di centesimi 90 vita di lei durante e dopo la sua morte da corrispondersi ad Anna Maria Introzzi e coH'obbligo al cessare del detto assegno di pagare due annue doti di L. 60 austriache a due figlie di Novedrate. * Marinoni Francesco. Legato di L. 25 nel 1524. Marinoni nobile Giorgio, figliodi Ste- fano 6 di Giuseppe De Cristoforis, morl il 12 febbraio 1858 favorendo 1' Ospednle con (juesta dis]iosizione : u Proibisco ogni appa- ii rato ed ogni qualsiasi pomjia nelle mie u esequie ed assegno invece all'Ospedale u Maggiore di Milano L. 150 italiane. )r Ebbe dalla moglie nob. Maddaleua Sanazzari, cinque tigli, Stet'ano, Giusepjie, Carolina, niaritata Yernazzi, Luigia e Giuseppa mari- tata Galiniberti, die furono eredi di lui. * Marinoni Giovanni. Legato di L. 12 nel 1535. * Marinoni Giovanni Battista. Inier- miere deU'Ospedalc. Legato di L. 1221.7 nel 1678. * Marinoni Giulio. Legato di Lire 100 nel 1592. " Marinoni Ottaviano.Cassiere dell'Ospe- dale, morl I'll giugno 1597, e nel testamento 7 maggio detto anno scrisse la seguente di- sposizione : r LegoKospitali Magno Mediolani pro quiete aninii niei, et ut tutus sim in conscientia, quatenus quod non credo secuti sint aliqui en-ores in computis capsse quse habui in dicto Hospitali libras bis mille imperialium ii. " Marinoni sacerdote Pio Francesco. Legato di L. 600 nel 1628. Marione sacerdote Martino, priore mazze- couico della Metropolitaua, con testamento 9 luglio 1618, istitui erede I'Ospedale della sua sostanza non che delle somme clie gli fossero dovute alia sua morte dalla Metro- politana per i scrvizii da lui prestati negli anni dal 1611 al 1618. La sostanza da lui abbandonata risulto di L. 3770 , ma coUa deduzione delle sjjese e dei legati disceso a L. 2f346. * Marliani Antonio. Legato di Lire 16 nel 1494. * Marliani Cecilia, vedova di Cristoforo Landriaiio. Legato di L. 50 nel 1491. * Marliani Francesco. Legato di L. 10 nel 1523. * Marliani Francesco. Legato di L. llOO nel 1571. * Marliani Gabriele. Legato di L. 200 nel 152!t. * Marliani Gaspare. Don6 nel 1522 una casa fuori di Porta Comasina presso I'lnco- ronata affittata per \j. 41. Marliani Giovanni Pietro , figlio di 308 — Ambrogio , con atto 25 maggio 1663, donft la nieti. di una casa in Porta Comasina, i)ar- rocchia dclla SS. Trinita e di una fornace per stoviglie. •^ Marliani Isabella maritata Carcassola. Legato di L. 201 lO nol 1573. ^ Marliani Paolo. Legato di L. lOncl 1550. Marliani conte Paolo Camillo, figlio del conte Pietro Antonio o di Cornelia Raj- iioldi, si ammoglio con Giulia Martinenghi, dalla quale ebbe diversi figli. Pero i soli maschi conte Luigi e Giovanni furono eredi di lui, col peso del legato di L. 1000 a fa- vore deirOsiiedale. Testamento 4 agosto 1599. ■'* Marliani Pietro Antonio. Legato di L. 137 nel 1550. Marliano Giovanni Antonio, figlio di Ajmo, di Melzo, con atto 27 luglio 1489 done') un casa e Pert. 15 di terra a Melzo. •• Marliano Giovannina. Legato di L. 50 nel 1509. ^- Marliani sacerdote Luigi. Legato L. 16 nel 1485. * Marliano Michele, senatore. Legato di L. 100 nel 1526. * Marmoni Matteo. Legato di L. 64 nel 1503. - Marocco Antonio. Legato di Lire 50 nel 1815. Maroni Lodovico, nel suo testamento 22 febbraio 1612, ricordo 1' Ospedale con un legato di scudi 50 d'oro. * Marozzi dottor fisico Domenico, medico primario dell'Ospedale, e padre dei benefat- tori Marozzi Giuseppe e Marozzi Irene. Le- gato di L. 15 nel 1790. Marozzi Giuseppe, figlio del suddetto e di Francesca Canna, fratello della Irene Marozzi, altra benefattrice dell' Ospedale, chiam6 eredi la detta Irene, Lucrezia, Giu- seppa, Carolina e Marianna con un legato di L. 80 airOspedale e di L. 1000 ai poveri della sua parrocchia di S. Maria Porta, alia quale leg6 L. 5000 aust. coll'obbligo di erogarle nella fabbrica di ampliamento della Cliiesa. Lego inoltre L. 6000 al nipote dottore Fran- cesco Forlanini di Domenico. (Testamento 7 agosto 184'^). * Marro Giovanni Battista. Legato di L. 25 nel 1645. ■^ Marta Francesco. Legato di L. 400 nel 1622. " Marta Marco. Legato di L. 600 nel 1644. '- Marts Antonio. Legato di L. 16 nel 15.53. * Martella Giovanni Antonio. Fu erede rOspedale per un importo di circa L. 2461 nel 1819. * Martella Giovanni Battista. Legato di L. 143 iiel 1623. Martelli Battistina, di Lugano, figliadi Giovanni Antonio, nubile, trovandosi in Mi- lano, senza assistenza c d'anni 65, dovette neirultima sua malattia ricoverare all'Ospe- dalo, dove I'ece il testamento 10 luglio 1577, nominando erede I'Ospedale stesso della' pic- cola sua sostanza. Martignoni sacerdote Carlo Antonio, Canoiiico della Collegiata di S. Lorenzo di Milano, istituito erede il cavaliere Giuseppe Innocenti, leg6 all'Ospedale Scudi 200. (Te- stamento 31 ottobre 1689). Martignoni Caterina, figlia di Evan- gelista, con testamento 11 agosto 1629,istitui erede 1' Ospedale della sua sostanza certa- mente non considerevole. * Martignoni Gerolamo. Legato di L. 495 nel 1625. Martignoni Giovanni Andrea e sa- cerdote Sebastiano, fratelli, figli di Seba- stiano, disposero a favore dell' Ospedale il legato di L. 100 imperiali, il Giovanni An- drea, con testamento 23 luglio 1630, e il sa- cerdote Sebastiano, con testamento 29 lu- glio 1630. * Martignoni Giovanni Antonio. Le- gato di L. 12 nel 1611. * Martignoni sacerdote Leonardo. Le- gato di L. 200 nel 1666. Martignoni nobile Luigi, nacque a Como nel 1801 dai coniugi Ignazio , consi- gliere distintissimo , e da Marianna Pere- grini. Studio legge nel collegio Borromeo. Laureato, non esercito, ne coperse alcuna ca- rica die il lauto censo non ve lo allettava. Amante del quieto vivere , e d'animo mite visse in Piemonte dal 1848 al 1859. Mori celibe in Milano sotto la parrocchia di S. Eu- femia il 17 novembre 1858 in causa di tu- bercolosi polmonare lasciando erede il fra- tello ingegnere nobile Gaetano Martignoni, la cui unica figlia spos6 il conte Ambrogio Sebregondi che siedette nel Consiglio Ospi- taliero dal gennaio 1866 all' agosto 1868. Lego all'Ospedale anstriache L. 6000. * Martignoni Pietro, di Monza. Legato di L. 15 nel 1770. * Martignoni Pietro. Legato di L. 7000 nel 1772. * Martignoni Pietro. Legato di L. 150 nel 1799. — 309 — Martinazzi Caterina, Hiilia di Giiicomo, niaritata con Giovanni Mjiria Bnttinispalla, legi con testaniento W aprile 1577, L. 100. in riconosceiiza ilolle cure proili.natele nel- rOsiioilalo. Martinazzi Giovanni, sopianominato 11 Farina , figlio di Ponienico, oriundo di Orasso, pieve di Canobbio, giovine di mer- cante di vino , indi lacchino stazionato al- I'Agnello , mori uell' Ospedale alia fine del luglio 173i3, lasciaudo il testameuto 14 detto luese ed anno col quale istitui erede I'Ospe- dale stesso. La sostanza da lui abbandonata fu di circa di L. (lOO. Martinelli nobile Gaetano Luigi, lego nel IS.n L. 200. * Martinelli sacerdote Giovanni. Legato di L. 4"» > lie) ITV. * Martini Giovanni Battista. Legato di L. 12 nel Ui31. Martini sacerdote Giovanni Battista, curato dell" Ospedale di S. Dionigi . altro degli Ospedali aggregati all" Osi^edale Mag- giore. al quale lego ci6 che gli fosse dovuto dal di lui erede in dipendenza di quanto avesse lucrato dal di che si fece [sacerdote. Si introitarono L. 800 (Testameuto 2 mag- gio ltV>2 . . * Martini sacerdote Matteo. Legato di L. IS nel 1787. * Martini Rosa. Leg.ito di L. 2000 nel 1804. * Martini Scipione. Legato di Lire 1000 nel l»i:>'. * Martinoja Francesco. Legato di Li- re 11.5u Giovanni Domenico Motti , leg6 L. 200 Ln riconoscenza dell' assistenza pre- statele nell'Ospedale. (Testamento^ 27 mar- 20 ICSoj. Marzorati Gerolamo, di Giovanni Fran- cesco . lego L. t>'K». Testamento 5 dicem- bre It <;•; . * Masaroli Gerolamo. Legato di L. 285 nel 1592. Mascara sacerdote Cesare Filippo, ca- noni-^o cimiliarca , lego L. oW, con testa- ment'') 31 maggio 171^. Mascheroni Galdino, di Taceno, morl airOspedale di Como I'8 novembre 1855. Fu- rono eredi i fratelli Paolo e Pietro di Como e la sorella Caterina di Canti'i, con un legato air Ospedale di Milano di milanesi abusive L. 300, che per insufficienza dell'asse eredi- tario dovette essere ridotto della met&. * Mascheroni Magni Laura. Legato di L. 24 nel 17;);>. * Masciaga Cristoforo. Legato di L. 12 nel ISiiT. * Masga d'Abik Giuseppe. Legato di L. I.") lie! ISlK). * Masnaghi Francesco. J.,egato di L. 50 nel ItltK). * Masnaghi Giovanni Pietro. Legato di L. V\\\ nol I5;U. * Masnago Giovanni Battista. Legato di L. 2000 nel 1588. (Testameuto 3 dicem- bre 1587). Masonerio Antonio, con testamento 20 gintiiio 17;V2 lego L. 200. - Maspero Carlo Domenico. Legato di L. 150 nel 17Gr>. •• Massaglia sacerdote Gerolamo. Legato di L. 50. (Mastro IGOo-KiOB). ■^ Massarola Francesco. Legato di L. 285 nel loiU. Massarola sacerdote Gerolamo, figlio del causidico France.sco, con atto 19 novem- bre 1RR9, don6 L. 1080. Massironi Alessandro, con testamento 3 I'ebbraio l(;-24 lego L. 879. Mattanza (De) nobile Silvestro, di Gio- vanni, niarito di ^fargherita della [Madonna, t'u tenente coloniiello, capitano di una com- pagnia di cavalli corazze e governatore del forte di Fuentes. Con testamento 22 agosto 1681, leg6 all'Ospedale una casa in Milano sotto la parrocchia di S. Simpliciano di con- tro al monastero dei Padri della Madonna detta dell'Licoronata, raentre istitui erede la propria moglie, la quale alia sua volta lasci6 quanto po.ssedeva all'Ospedale Maggiore. La casa succitata fa venduta nel 1773 a Teresa Castelli per L. 3000. Si ha il ritratto, lavoro attribuito al cav. Del Cairo. Mattia sacerdote Carlo Francesco, fi- glio di Gerardo, curato dell' Ospedale di S. Celso, chiami erede I'Ospedale Maggiore di Milano della modestissima sua sostanza, con testamento 16 luglio 1662. Mauri Andrea, di Giovanni Pietro, mo- rl j)Overo neirOspedale nel 1042 disponendo un legato di L. 200 a favore dello stesso in riconoscenza delle cure prestategli. In causa della insufficienza dell'asse ereditario il le- gato fu ridotto a L. 153. Mauri .sacerdote Giovanni Angelo, di altro Angelo, mori a Erba nell'Agosto 1687 legando L. 310. TTestamento 6 giugno 1687). Mauri Giovanni Pietro, di Pietro — 810 — Paolo, (li Mqjana, lego L. 500, con test aniento n ottolire 1G30. * Mauri Maria, vedova rnrioni. Legato di L. Ill iicl 1808. Mauri Michele, eLenemerito dell'Ospe- dale per il legato di L. 1200 da Ini dispo- bto, con testaniento 10 aprile 1810. Mauri Paolo, di Donato, nel sno testa- niento 2B settenil)re 157B, assegno all'Ospe- dale brente G di vino rosso. * Maurizio Giovanni Angolo, detto il Boiidan:ia. L'Ospedalc eredito circa L. 5000 nel ]r,!)l. •'■ Mayorichino Antonio. Spagnnolo gin- stiziato. Legato di L. 94,8 nel 1528. * Mazatorta Antonio. Legato di L. 50 nel 1528. '* Mazenta Cecilia. Legato di L. 2400. (Mastro 1584-1 .586). * Mazenta Francesco. Legato di L. 50 nel 1580. * Mazenta Giovanni. Leg6|L. 200, con testaniento 15 giugno 1593. * Mazenta dottor Lodovico. Legato di L. 100 nel 1624. * Mazenta Simone. Legato di L. 147,10 (Testamento 25 aprile 1570). * Mazza sacerdote Carlo, cnrato deH'O- spedale di S. Celso. Fu erede I'Ospedale Maggiore. La sostanza da lui abbandonata fu di circa L. 700. Mori nel luglio 1662. Mazza Federico, di Carlo, con testa- mento 5 agosto 1676, leg6 L. 1200 da pagarsi subito dopo la sua morte con danari riposti iu uno scrigno da lui designato. * Mazza Giovanni Battista. Legato di L. 30 nel 1694. Mazza Giuseppe, di Lnigi, negoziante di stoffe, aniniogliato con Rachele Fusi, mori il 18 gennaio 1859 per anasarca con idropisia, d'anni 68, lasciando all'Ospedale il legato di L. 3000, con testamento 7 ago- sto 18.58. * Mazzola Caterina. Legato di L. 47 nel 1673. Mazzola dottore fisiro Pietro, figlio di Diego, nacipie a Valduggia, stato sardo. Fn laureate in medicina e chirurgia negli anni 1809 e 1810. Ammesso nell'Ospedale di Mi- lano nella quality di chirurgo praticante nel 1814, fu promosso il 26 giugno 1815 al posto di aiutante chirurgo. Nel 1826 passu al servizio del pio istituto di S. Corona col titolo di cliirui-go maggiore, rimanendovi fino al 1850, nel qual anno fu collocate a riposo con annuo austr. L. 661,65. Nel 1828 visits a scopo di studio la Toscana, nel 1839 I'ltalia mcridionale. Tre anni dopo fu a Parigi e a Londra e nel 1844 a Vienna e nell'alta Germania per parecclu mesi. Aveva una estesa clientela, tanto estesa (lie nel 1823 fu li 11 per diniettersi dal jiosto clie occupava neirOs])edale. Nel 1834 il direttore dell'Ospedale D. Pian- tanida, scrisse die il dottore Mazzola si e sempre meritato lode tanto per il suo zelo nel servizio che per la cortesia del tratto verso i poveri di S. Corona. Mori celibe a Milano nella casa in borgo di P. Venczia, n. 735, il 22 gennaio 1861 d'anni 73 in causa di cistite, lasciando il testamento 21 febbraio 1859, nel quale leg6 alia Biblioteca dell'Ospedale I'opera anato- niica di Bourgory e Jacob in 8 volumi. * Mazzoletti Carlo Francesco. Legato di L. f;o nel 17.3:',. * Mazzoli Domenico, cocchiere. Legato di L. 72 nel 1731. * Mazzone Lorenzo. Legato di Lire 24 nel 179i;. ■* Mazzoni Pietro. Legato di Lire 50 nel 1493. * Mazzucchelli Bernardino. Legato di L. 3.58 nel 1564. * Mazzucchelli sacerdote Carlo. Parroco quiesceute di S. Andrea alia Pusterla di Milano. Legato di L. 7195 nel 1808. * Mazzucchelli sacerdote Francesco. Legato di L. 12 nel 1788. * Meardi Pietro. Legato di Lire 15,15 nel 1768. * Meazza Antonio. Legato diL.15nell799. * Meazza Giovanni Ambrogio. Legato di L. 5(i(t nel 1612. * Meda Battista. Legato di L. 600 nel 1546.. (Testament n 14 niarzo 1514j. * Meda Cesare. Legato di L. KX) nel 1697. * Meda Gabriela, mnritata Coiti. Legato di L. 80 nel 1462. Meda sacerdote Gerolamo, di Buscate, lego L. 3C0, con testamento (> niaggio 1669. * Meda Giovanni Pietro. Legato di L. 300 nel 1716. * Meda Malatesta Maria Maddalena. Legato di L. 14 nel 1729. Medici sacerdote Angelo Maria, figlio di Cristoforo, clie fu regolatore della mer- canzia, e di Lucia Benzi, dei Medici di Os- sona, con testamento 30 maggio 1717, leg6 L. 6000 imperiali. — 311 — "* Medici sacenlote Antonio. L. j^ato di L. 15 iu>l 18(>2. Medici Di Seregno Battista, con te- stameiito I'tj hiy;Iio 151'2. obbe a istituire e- reile rOsf>eilale di Milano, il quale in cansa di vma transazionc clie dovette I'are coi pa- rent! del tostatorericevette soltantoL.37CV1.8,t>. Mori noU'ottolivo l").')!. Medici Bertolini, di Donato, ammo- gliato con Sinionina Scliiaftinati, istitui erede rO:spedalt\ roil testaniento 15 jrennaio 1505. * Medici Donato. Lo^ato di L. 20 ncl 148G. Medici Francesco , ammogliato con Giusejtpa Savia, Ivi^o L. 10 1 nel 1817. * Medici Di Seregno sacerdote Ga- leazzo. Legato di L. 10 nt>l 1525. * MeUci Giovanni Ambrogio. Legato di L. VM nel 15.-(>. * Medici Giovanni Antonio detto di Busto. Legato di L. 50 nel 1504. Medici Giustina, sola al mondo, nubile e vecchia. si ritiro a vivere nell'Ospedale, dove fece il testainento, 20 dicembre 1710, lasoiandolo erede del poco che possedeva. * Medulla Francesco, Senatore di Parigi. Legar.> ili L. 75 nel 1548. * Meglione sacerdote Gabriele. Curato di S. Eusebio. Legato di L. 3060 nel 1674. Meja Antonia, figlia di Guido, di Campo, Terra di Gliirono della Valle di Bregno Svizzera, si ammal6 a Milano e quindi ri- coveri all'Ospedale, dove fece il testamento, 1 agosto 1644 legando a quest' ultimo la meta dei beni da lei posseduti a Campo, e alia Parrocchia di S. Agata di detto luogo I'altra meta. * Melegari Giacomo. Legato di lire 4Q nel 1486. Meloni Francesco. L'erede di lui Fran- cesco Dell'Acqua pago all'Ospedale il legato diL. lOOgiusta il testamento 25 agosto 1&31. * Melzi Andreotto. Legato di lire 16 nel 15:50. * Melzi Cristoforo. Legato di L. 1000. (Testamento 22 maggio 1563i. * Melzi Giovanni. Legato di lire 86 nel 1403. Melzi Giovanni Ambrogio. Con te- stamento, 4 novembre l-oltl, legi!) Scudi 200 d'oro a carico dei di lui figli ed eredi Paolo Geroiamo, Anna e Clara. * Melzi Giovanni -Antonio. Legato di L. 100 nel 1572. * Melzi Luigi, di Agostino. Legato di li- re IW nel 15-12. * Mena Lorenzo. Legato di L. 20. (Ma- stro KSdo-lilOSi. * Menabene sacerdote Ventura. Legato di L. 12 nel 1581. ■■ Menclozzi Giambattista. Legato di L. 150 nel 17!>3. Menuti Pietro , di Claudio, trovandosi malato nell' Ospedale , fece il testamento 17 maggio 1582, legandogli un credito di poca entita. * Merati Giovanni Paolo. Legato di L. 5!)o lu'l 157(1. Merati Vittoria , di Nicolao e moglie di Giovanni Antonio Bertoldi, leg6 all'Ospe- dale L. 100 in considerazione delle cure prestatele nelle infernierie ospitaliere, dove fece il testamento 22 marzo 1583. * Meraviglia Cristoforo. Legato di Li- re (i(;.]3.1 ncl ll!t3. Meraviglia Francesca, dc'i)o di avere trascinata una vita meschina lavorando e la- vorando, fini all' Ospedale dove fece il te- stamento, 3 maggio 1674, lasciandogli la poca mobilia che possedeva. Meraviglia Giovanni , figlio di altro Giova'ini , oste airinsegua della Vipera o del Bissone sul Yerziere (ora piazza Fon- tana) lego L. 300, con testamento 14 mar- zo 1600. Meraviglia Laura, figlia di Cristoforo e vedova di Ottaviano Do Capri , negli ul- timi anni della sua vita .si ritiro ad abitare nell' Ospedale di S. Celso, dove fece 11 te- stamento, 4 agosto 1570, istituendo erede 1' O.sjiedale Maggiore , al quale pervennero circa Pert. 4 di terra in Frassincllo nelle vicinanze della citta di Casale del valore di circa L. 225. * Meraviglia Luigi. Legato di L. 500 nel 1512. * Meraviglia Pietro Antonio. Legato di L. 50 'Mastro l.")Sl-1586;. Meraviglia Pompeo. Per disposizione testamentaria di lui 20 agosto 1616, I'Ospe- dale ando al possesso di una pezza di terra in Oreno. Marcantolo nobilu Alessandro , te- nente generale, capitano del 11. Ducale Pa- lazzo di Milano , con testamento 15 feb- braio 1700, lego 100 filippi, che furono pa- gati mediante il rilascio di tanti quadri nel 17f>2 (lall'ereile e nipote Francesco Croci. * Mereghino Geroiamo. Legato di L. 25. n'estaincnti) 15)i'i . Meretta Giovanni Francesco, di Ser- — 312 ravalle, ammogliato con Maria Tornera, isti- tui erede I'Ospedale nel 1G30 , ma trattan- dosi di ereditft, un po' contestabile fu ce- duta ad un RafFaele Meretta per il i)rczzo di L. 150 imperiali. ■'■'' Merini Francesco. Legato di L. 59.17 nel 1591. Merli Giovanni Angelo, figlio di Eu- frasio, jiossidente , ammogliato con Maria Villa, lego austriaclie L. 200, con testamento 7 ottobre 1847. Mori il 18 dctto ottobre in causa di epatitc d'anrji GO in Milano sotto la parroccbia del Carmine. Merlini Carlo, i:giato , morl nella casa in via Cerva K. 4, celibe, d'anni 79, il 7 di- cembre 188ri per pneunvmiU: II di lui fra- tello Giovanni , interprete del desiderio di lui, vers6 nella cassa dell' Ospedale L. 3000 per elemosina. * Merlini Francesco. Legato di L. 100 nel 151H. Merlini Pietro Maria, istitul eredi i nipoti Giuseppe , Giovanni , Francesco , Do- menico, Carlo Maria, Giosafatte, tutti figli del suo fratello Alessandro , coU'onere del legato di L. 3000 all' Ospedale, giusta il te- stamento 3 settembre 1793. * Merlo sacerdote Ambrogio, canonico. Legato di L. 3a nel IBIG. Merlo Angela, figlia di Giacomo, vedova in prime nozze di un Bonaville, ed in se- conds nozze di uno Stragozzi, cbiamo erede il nipote Giovanni Dotti materassajo, nella casa dove Ella abitava in via dei due Muri al N. 1049, lasciandogli iina sostanza di circa L. 26,400, col peso di un legato di L. 1000 a favore dell'Ospedale. (Testamento 21 no- vembre 1844). Merlo Carlo, di Giulio Cesare, di Assago, con testamento 22 dicembre 1G81, favori I'O- spedale con un legato di L. 3000, il quale dovette essere ridotto a L. 2650 iniji. * Meroni frate Giovanni Antonio. Le- gato di L. IG, ftestaniento 19 dicembre 1823). * Meroni Michele. Legato di L. 10 nel 1808. * Merosio Gaspare, l^egato di L. 100 nel 1774. * Merula Francesco. Farmaci.siu, marito di Antonia Secclii. Legato di L. 16 nel 1549. * Mesmer N. Segretario. Legato di L. GG70,16 nel ITGi;. Messa Stefano, nobile del sacro romano Imjiero, Con.sigliere e Commissario di guerra e Console generale di S. M. Cattolica presso la Eepubblica di Vcnezia, dove mori nel 1728, ricordando 1' Cspedale di Milano con un legato di fibrini 500 da lui scritto nel te- stamento 11 novpm})re 1728. * Micheletti Giuseppe. Legato di L. 40 nel ]7G5. * Michelino Francesco. Legato di L. 50 nel ].')9]. Migliachetti Giacomo Francesco, di Baidassare, curato della cbiesa di Valbrona, con testamento 31 ottobre 1708, lego una pezza di terra in detto Comune di Valbrona, dctta a Mejago. * Migliavacca Alessandro. Legato di Li- re 20 nel 152i). Migliavacca Alessandro, benestante, ammogliato con Erantesca Cattaneo, con atto codicillare 14 gennaio 1860, lego un libretto della Cassa di Risparmio portante la somma di L. 3061,19, libretto che venne consegnato nel 1861 dal figlio ed erede di lui Giovanni. Mori d'anni 70 d'apoplessia il 28 aprile 1860 sotto la parroccliia di S. Maria della Passione. * Migliavacca consigliere Ambrogio. Legato di L. 12 nel 1795. * Migliavacca Battista. Legato di L. 22 nel 1558. Migliavacca Gerolamo, di Pietro, ve- dovo di Candida De Intropi, e Pietro, di Giovanni Battista, zio e nipote, con atto 5 novembre 1G27 donarono all'Ospedale la quin- ta parte dell'utile dominio di una casa in Milano sotto la parroccliia di S. Tecla. * Migliavacca Giovanni Battista. Le- gato di L. 150 nel 1802. Migliavacca Pietro Martire, contestar monto 13 novembre 1729, lego un credito clie professava verso 11 marcbese Questore Clerici. Migliazzi Ambrogio, figlio di France- sco, ebbe da Lucia Bologna, sua moglie, tre figli mascbi, clie istitui eredi coll'obbligo di pagare all'Ospedale il legato di L. 500 im- periali. (Testamento 6 giugno 1612). * Miglio Baidassare. Legato di L. 700 nel 1727. Migliori Cesare, istituita erede la scuola segreta o oratorio di S. Maria della Passione in Porta Romana, parroccbia di S. Nazaro presso la cbiesa di S. Giovanni in Gugirolo, lego a favore dell'Ospedale L. 3000, con te- stamento 24 gennaio 1661. Milani Cecilia, mori il 15 febbraio 1844 legando L. 24, con testamento 14 giugno 1843. "■ Milano Angelo. Legato di L. 1500 nel 1617. 813 * Milano Antonio, r.o^atodi r..31 nol lT(i8. Millimati Giovanni Battista , tlolla vallo di Callain;a. ilistivtto ili l?ollinzoiia. fini i stioi giorni nell'Ospedalo ^[ag£;iore di Milano, dov^ t'cce il testamento 151ugHo 1642, legandogH ongnri 'iO oltre alcuiie doppie e alcuni zecchini ehe si trovavano in deposito j>resso un siio aniicii. Minetti Michele, di Amlu-ogio, nacque a Porto Valtravacilia il 2 agosto 1750, e mori in Milano nel 1824 nella casa in ^'ia S. Gio- vanni alle 4 faccie N. 1833, lasciando un unico figlio di nonie Giuseppe che t'u erode di Ini col vincolo dcH'usufrutto della meta della sostanza a favore della di lui moglie Paola Landriani. e con un legato di luila- ncsi L. 300 a favore dell' Ospedale, di cui nel testani6nto 10 niaggio 1821. Minetti Pietro, ammogliato con Cle- mentina Alliertarelli, lego L. 1500, con te- stamento 31 nincrgio 1813. * Minola Pietro Paolo. Legato di L. 10 nel 1T}=4. * Minonzio Alessandro. Legato di L. 15 nel 1792. * Minonzio Carlo. Legato di L. 60 nel 1799. Minonzio I'arone Costanzo, con testa- mento 4 dicenibre 1840. istitui credi i figli awocato Ferdinando e Giuseppe capitano au- striaco, coU'onere di iin legato di L. 3000 a favore dell'Ospedale. La sua memoria fu ri- cordata nel cimitero di P. Orientale, con mi nionumento disegnato dalT arcliitetto Adriano Gazzari e portante questa iscrizione : AI.L.V MKMORIA DEL BAROXE CoSTANZO MiNONZI CAVALIERE DELI.'oRDINE DEI.LA CORONA DI FERRO RESOSt DEFX'VrO IL 1 FEBBRAIO 1841 CONSACRANO QUESTA PIETRA I nCLI RICONOSCENTI. Minuzio sacerdote Martino, di Lodo- Anco. Lettore della Metropolitana, chiamo erede I'Ospedale della modesta sua sostanza, con tcstameiito 18 febbraio 1635. * Mioretti Michele. Legato di L. 264.50 nel 1821. * Misinto Francesco. Legato di Lire 16 nel 14^2. Missaglia Felicita. Lego L. 60 con te- stament • ■_'•") noveinLre 1804. * Missaglia Francesco. Legato di L. 16 nel 1103. * Missaglia Francesco. Legato di L. 60 nel 1613. Mitta Francesco, di Lodovico, ammo- gliato con Angela Jfeda, dalla quale eLFie* un unica figlia, lego aH'Ospoilale Scudi 50,. COM tt'stanuMito 7 iiiniifn-io ITii;;*. Mitta Giovanni Giacomo, di France- sco, pittore e doratore. Con testamento 2 no- vembre 1610, fatto a Casale, dove si trovava per I'esei'cizio del suo mcstiere, chiamc!) orede I'O.^pedale di jVIilano con facoIt;Y di apprendere o disporrc de' suoi beni nel du- cato di Milano auche prima della sua morte. Leg6 a ciascuno dei suoi attinenti, affini, e agnati soldi 5 per ciascuno. Mizzaferri Giovanni Pietro. Leg6 L. 100. con testamento 1-1 ajjrilo 1685. ■■■ Mocchi sacerdote Tomaso. Legato di L. ICO. I Testamento .30 otcol>re 1512). Moderati Giuseppe, mori neirOspedale di S. Yincenzo di Milano il 18 giugno 1648,, legando alTOspedale maggiora L. .300, con testamento 1 settembre 1630. Modona sacerdote Lodovico, di Lo- nate Pozzolo, mori ai primi di novembre del 1626. Col testamento 9 Inglio dotto anno lego L. 25 airOspedale. Modroni Giovanni Paolo, di Fran- cesco, con testamento 18 maggio 1612, mise a carico delFunico suo figlio Alessandro c degli abl'iatici Teodoro e Pietro Martii-e fratelli Modroni il legato di L. 1000 a fa- vore dell'Ospedale. Mognani Giovanni, di Giacomo, por- tantino delTOspedale, con testamento 14 feb- braio 1682, cbiamo erede I'Ospedale stesso per 3[4, riservato I'altro quarto alia di lui moglie Caterina Prudenza Colombo, la quale nel 1691 don6 all'Ospedale ti'e crediti del- r importo complessivo di L. 1176. * Mogni Gerolamo. Legato di L. 600 nel 1.587. * Moja Giovanni Battista. Legato di L. 200 nel 1652. * Moja Giulio Cesare. Legato di L. .500 nel 1667. Moja Innocenza, governante, inori nel dicembre 1832, legando all'Ospedale con te- stamento orale, raccolto nel protocollo giu- diziale 7 febbraio 1833, L. 150. Mojana sacerdote Onorato, parroco di Albiate, figlio di Carlo e di Eos-si Maria, nativo di Milano, mori in Albiate d'anni 85 il 20 dicembre 1878. Nel testamento 11 set- tembre 1877, scrisse erede la Congregazione di Caritk di Triuggio, coU'onere di un legato di L. 1500 ai sordo-muti di campagna, di L. 1003 aU'Ospedalo di Milano, di L. 1000 28 — 314 al L. P. Triulzio, di L. lOTO ai ciechi. — In un antecedente testamento aveva istituito erede I'Ospedale. Fu d' indole buona, e zelante nell' eser- cizio del suo ministero. Nel testamento avverti clie nulla ebbe dai suoi parenti, e nulla eredito da congiunti. * Mojana Pietro Antonio. Legato di L. 200 nel 1803. Mojoli Andrea, notaio. Lego nel 1817 L. 100. Fu sepolto nel cimitero di P. Orien- tale, dove fu collocata una lapide con questa iscrizione : AD Andrea Mojoli DI RELir.lONE, CAKITA ED ONORE DEVOTO PADRE AMANTISSI.MO NOTARO I.NTEGERRIMO VITTIMA PAZIENTE DI VIOLENTO MALORE MORI d'aNNI 77 NEL GIORNO 7 DI APRILE 1817 LA MOGLIE ED I FIGLI MESTISSIMl KTERNA I'Ai"E IMPLORANO. Mojoli Domenico, mori in Milano nella casa in via Fustagnari al N. IfiSl 1'8 dicem- bre 1811, abbandonando una sostanza di circa L. 200,000 che venue raccolta in forza del di lui testamento 7 dicembre 1811 dalle di lui figlie Rachele, Adelaide e Gaetana e dagli abbiatici Ambrogio, Cesai-e ed Ester fratelli Cornara. L'Ospedale fu favorito con un le- gato di L. 200. Fu sepolto nel Cimitero di P. Homana, dove fa scolpita in una lapide la seguente iscrizione : A Domenico Mojoli DEL COLLEGIO DEGLI ELETTORI consigliere della I'rhfettura d'olona ottimo marito e padre cittadino vero magistrato incorruttibile morto li viii dicembre mdcccxi la con.sorte, le figlie, i generi djlentissimi per tanta perdita I'OSERO. * Molgula Giovanni. Fu erede rO.spc- dale, al quale pervenne una casa in Cernu- sco Lombardone. (Mastro 1587 al 1.590). * Molina Orazio. Legato diL. 18 nel 1625. * Molli sacerdote marchese N. Monsi- gnore. Legato di L. 300 nel 1765. Molo Luigi, di Enrico Antonio, di Bel- linzona, mori il 3 ottobre 1827 a Varc.se, dove pare esercitasse la professione di farmacista. Abbandono una sostanza nitida di L. 37GOO, che pervenne ai fratelli e alle sorelle di lui, con un legato di L. 1000 per unavolta airOspedale e di L. 8000 ad una figlia esposta ■di S Caterina coll'obbligo di mantenerla ed educarla presso qualche prolja persona e preferihilmente presso alcniia delle case di roligione. Molteni sacerdote Angelo, di Giovanni, Proposto generale della Congregazione degli Oblati di S. Sepolcro a ^lilano. Con testa- mento 4 agosto 1857, lego all'Ospedale li- re 3000 e fece diverse disposizioni di sosti- tuzione dell'Ospedale stesso a corpi morali da lui beneficati. Legi inoltre L. 1000 alia casa del Buon Pastore, e L. 1000 all'Istituto della Pace. Destin. La sostaiiza da lui alibaiulonata I'n di sole L. 1G(K), ma anclie ([uosta soniina dovette ossere ulterioruiento ndotta di L. (VX), per il correspettivo di uua traiisazione fatta con uu t'ratello del testatore. * Moretti Gabriella. Priora doU'Ospediile di 8. Ainl)ioL;io. Mori lud settembro 15T(>. Fu erededi K>i rOspedaleclio raot'olse circa L. BOO. * Moriggia abate Francesco. Legato di L. 100 iiel ltH-^\ Moriggia Gerolamo, di Giovanni Paolo, hiaiiK) erede il iVatello Ales.saiidro, col peso di uu legato all'Ospedale di Scudi 300. (Te- stamento 12 ma^srio 1609). Mori nel lu- glio 1612. Moriggia marcheso Giovanni Angelo, tiglio di Giovanni Battista e di Angela Porti, Giureconsulto, Questore del Magistrate di Milano, creato da Filippo Y, Vicario di Pro- visione, mori celibe pochi giorni dopo di aver fatto il testaniento, 8 maggio 1708, col quale istitui erede i uipoti Giovanni Battista e sacerdote Francesco Iratelli Moriggia, fi- gli di Carlo Cesare t'ratello del testivtore, con un legato di L. GOO all'Ospedale di Mi- lano. La di lui faniiglia fu investita nel 1447 dal duca Filipi)0 ^[aria Viiconti del feudo delle degagn^ di S. Martino e di S. Maurizio della Costa di Gliiffa Lacfo Maggiore. Moriggia Giovanni Battista, di Caslet- to, islitui erede Tunico tiglio Giovanni, con nn legato all'Ospedale di L. GOO scritto nel te^taiutnto 8 giugno ItjiTt. * Moriggia Giovanni Battista. Legato di L. 60 nel 1706. * Moriggia Cajmi Li via. Legato di L. 10_i ii.'l l.s(H>. * Moriggia Lucia. Legato di L. IGnel 1462. * Moriggia nan lies.- N. Legato di L. 300 nel 178:3. , * Morino Domenico. Legato di L. 2S1,10 nel lti.5r>. MomagO Marta, di Donato, del borgo di t?. Clara o S. Kocco di Conio, stent"!) la vita, finche, aramalatasi gravemente, dovette ricoverare all'Ospedale di S. Ambrogio, ag- gregate all'Ospedale maggiore. Con testa- mento 9 novembre 1591, istitui erede que- .st'ultimo della mescliina sua sostanza. * Moro sacerdote Antonio, proposto di Biasca. L -gato di L. V**\ nel 16G4. Morona Antonia Maria, di Martino, consorella del Consorzio di S. Maria della Rosa, istitni erede TOspedale del poco die possedcva, circa L. 50. Mori nell'O.spedale nel I'obbraio 1717. tostanicnto 29 dicembre 17ti>. * Morone Giovanni Paolo. Legato di L. Ill \\A ItiiU. *Moroni GaleottO. Legato diL. 16 nel 1606. * Moroni Giovanni. Legato di L. 97,10. (Ma.stro 1584-1 r)S(; I. Moroni Giovanni Battista, servl I'O- spedale per 12 anni nclla qualita di int'er- miere. Con testaniento J6 niarzo 1G78, istitii'i erede I'Ospedale stesso coUa condizione che fosse ricevuta nell'Ospedale frade incurabili la sua inoglie Angela, vecchia inferma e cier-a. J.a consisteiiza della eiTdita t'a di Jj. 1200. Moroni sacerdote Giovanni Battista, di Alberto, leg6 L. 2600, con testamento 27 sctteni))re 1620. * Moroni Guglielmo. Legato di L. 600 nel 1689. * Moroni Signorino. Legato di L. 10 nel 1520. * Moruzzi Giovanni Andrea. Legato di L. 20 nel 1518. Mosca sacerdote Carlo, di Francesco, istitu'i erede I'Ospedale della tenue sua so- stanza, con testamento 16 ottobre 1647. * Mosca Carlo. Mori nell' Ospedale di S. Viiicenzo, Icgaiido all'Ospedale Sfaggiore L. 40 nel 1665. * Motta Luigi, di Bellinzona. Legato di L. 1149,43 nel 1828. * Motta Sal vatore. Legato di L. 200 nel 1739. Motta Teresa, nacque in Milano uel 1815 dai conjugi Giovanni Battista e Te- resa Azimonti. Spos6 Giusejipe Catto che la precedette nel sepolcro. L'onna di carat- tere leale, mite, dedita a fare molte bene- ficenze ed a spendere una buona parte del suo reddito a sollievo dei bisognosi e della umanita soffei'ente, seppe farsi amare e ri- spettare da tutti. Mori il giorno 26 aprile 1885 nella casa in Milano, coi\so P. Gari- baldi, n. 113. Con testamento 24 luglio 1884, nomino erede universale la nipote Marina Isidora Remondini, figlia di una sorella della testatrice. All'Ospedale lascio la soiiima di L. 1000 a titolo di legato. Prescrisse clie il funerale fosse di prima classe il civile e di seconda classe il religioso e che sul luogo di sua sepoltura fosse eretto un pic- colo monumento in marmo sorinontato da una piccola statua rappresentante la B. V. Imiiiacolata. * Mozanica Nicola. Legato diL. 50 nel 1561. * Mozoli Giovanni Pietro. Legato di L. .'iOl nel lOl.S. — 818 — Mozzanina Pietro, di Giovanni Bat- tista, moil vedovo nell'Ospedale il 21 marzo 1806, e con testaiiiento 3 luglio 1803 istitui erede I'unica figlia Antonia e J^aura Polli sua nipote, con un legato all'Ospedale di Scudi 100. " Mozzati Genesio. Legato di L. 50 nel 1524. Mozzati saceidote Giuseppe, con testa- mento 26 giugno 1621, istitui erede Paolo Gritta suo nipote, con un legato all'0.spedale di 8cudi IW. * Mozzinosi Veronica. Legato di L. 97 nel 1757. * Mozzoni Carlo Antonio. Legato di L. 50 (Mastro 1605-1608). * Mozzoni Giovanni Battista. Legato di L. 100 nel 1641. * Mugiano Carlo Antonio. Legato di L. 10: nel 1702. * Murano Bernardino. Legato di L. 16 nel 1549. Mussi sacerdote Antonio, oblato, con testamento 3 gennaio 1809, chiami> erede il nipote Vittore Mussi, e leg(!) all'Ospedale un cartone rappresentante la testa del Reden- tore, lavoro di Leonardo da Vinci, coll'ob- bligo di corrispondere il terzo del valore a Caterina Manzo, cameriera di casa Rovida. II cartone fu giudicato del valore dalle Li- re 3000 alle L. 4000 italiane dalla commis- sione permanente di pitture composta da Luigi Sabatelli, Antonio Schiepati, Giuseppe e Andrea Appiani, ecc, e che convenne sulla originalitk del disegno dichiarandolo uno studio fatto dal Vinci per il cenacolo da lui dipinto nel Refettorio dalle Grazie. II car- tone fu poi ceduto all'Accademia per L. 3500. Fu sepnlto nel cimitero di P. Vercellina dove fuposta una lapide con questa iscrizione : MEMORI^ Antom Victoris Mussi DOMo Arona BlBLIOTHECiE AMBROSIAN^ DOCTORIS INTER SACERDOTES OBLATOS MAGNI NOMINIS VIRI QUI LATINE GR^CE HEBRAICE SCIENTISSIMUS SACRIS HU.MANISQUE DISCIPLINIS PUBLICE TRADITIS EDITIS ERUDITIONIS OMNIGEN^ LIBRIS LAUDEM INGENII ET DOCTRINE SUMMAM ADEPTUS NIHIL UNQUAM NON EXEGIT AD RELIGIONEM CHRISTI JESU OB. iniB. QUINT.A MDCCCX .«TAT1S SU^ AN. LIX. * Mussi Giuseppe Antonio, di Lentate. Legato di L. 17(i.55 austr. iiel 1825. * Muzano Bernardino. Legato di L. 100 nel 1517. Muzio Gerolamo. Mori sotto la par- rocchia di R. Protaso ai monaci, il 5 giugno 1619 di anni 70, legando all'Ospedale L. 1200 imperiali, con testamento 10 maggio 1612. Muzio Scipione, di Giacomo, marito di Isabella Pellegrini, mcntre si trovava rico- verato all'Ospedale nella infermeria Scalini, per ferita alia testa, foce il testamento 9 ot- tobre 1605, col quale lo chiamo erede. Mori I'anno 1631 d'anni 76. Non si hanno notizie a riguardo del ri- tratto che si espone nella occasionc della testa del Prrdono, e dell'entitadella sostanza da lui abbandonata. * Muzzi Margherita. Legato di L. 23 nel 1632 Muzziani Marco Antonio , di Pietro, cavaliere di Malta, lego L. 1000 all'Ospedale per sua divozione con testamento 9 agostol701. * Nanni Martino. Legato di L. 15 nel 1796. * Narsi Giovanni Antonio, detto dei Lupi. Legato di L. 25. (Testamento 24 gen- naio 1560). * Naturani Maria Teresa. Legato di L. 12 nel 1795. Nava sacerdote Bernardino, parroco di S. Maria del Carmine, lego all'Ospedale L. 15, con testamento pubblicato il 12 luglio 1803. Mori d'anni 66 I'll luglio detto anno. * Nava Cesare. Legato di L. 50 nel 1597. * Nava Francesco. Legato di L. 16 nel 1628. * Nava Gerolamo. Legato diL. 50 nell624. * Nava sacerdote Giovanni. Legato di L. 1000 nel 1798. Nava Giovanni Pietro, di Bartolomeo, con testamento 29 Maggio 1622, istitui erede i figli con un legato di L. 100 all'Ospedale, a sgvavio di coscienza. * Nava Leonardo. Legato di lire 21 nel 1650. * Navarra Martino. Spagnuolo. Legato di L. 55 nel 1542. * Nazaro Giovanni. Legato di L. 200 nel 1725. * Negri Alfonso. Legato di lire 300 nel 1804. * Negri Carlo Antonio. Legato di L. 12 nel 1800. * Negri Fabrizio. Legato di L. 50. (Ma- stro 1587 al 1590). — 319 * Negri Francesco. Legato di lire 70 nel 17(.)8. Negri sacerdoto Francesco, fij^lio di Andrea e di Clara C'arcani, t'u promosso al Presbiterato nel 1690. Un anno dopo fu no- luiuato dal Papa Innocente XII Parroco di Morazzone, posto I'lie egli lascio il 23 lu- glio 171'2 I'ontro Tasseixno dell'annna pen- sione di duoatoni d'oro 78 a carico del suo successore. Mori in Milaijo sotto la parroc- chia di S. Stefano il IG luglio 1736 e con testamento e codicillo 17 gennaio 1733 e 10 luglio 17;U), istitui orodo I'Ospedale. * Negri Giulio Cesare. Legato di L. 100 nel 15;>7. Negri Marco Antonio, figlio di Gio- vanni Batlista e di Lucia Violini, nativo di Marzio, anuuogliato colla noliile Maddalena Delia Sarte, servi I'Ospedale nella qualitii di Agente a Ganna. Collocato a riposo nel 1S06, mori a Masnago d'anni 77 il 1-4 set- tembre 1S15 e con testamento 14 giugno 1W9, per causa a lui nota e in riparazione di quella quahmque mancanza che iivesse commessa, lego airOspedale L. 1470,36, legato che per la poverta degli eredi dovette essere ridotto a L. 170,11. Negri Salvatore. Mori nell'Ospedale di S. Simpliciano, il '25 ottobre 1609, lasciando erede, con testamento del giomo prima, I'O- spedale, al quale per\-ennero alcuni pezzi di terra in Limido e L. 200. * Negri Torre Lucia. Fu erede I'Ospe- daie, al ((unle pervennero L. 2452,06 nel 1723. * Negri Nicolao. Legato diL. 16 nel 1513. * NegroliGiacomo.LpgatodiL.10nell5G2. * Negroli Giovanni Pietro. Legato di L. 3«.HJ nel Ib-Y.K * Negrolo Alessandro. Legato di L. 50 nel 1591. Negroni De Ello sacerdote Giovanni Ambrogio, di Giovanni, di Cantu, cappel- lano della Cappellania della Purificazione di Maria Vergine nella chiesa di S. Maria di Caronno, con testamento 2 dicembre 1591, istitui erede TOspedale lasciandogli una so- stanza di circa L. 1000 costituita da Per. 17 di terra in Cantu. Negroni Luigi, di Cantu, pose a carico della sua erede, la souola del Sacramento nella chiesa di S. Paolo di detto comune, il legato di L. 24 all'Ospedale. (Testamento 14 marzo 1611). * Negroni sacerdote Pietro Giacomo. Legato di L. 45 nel 1802. * Neri Filippo. Legato di L. 4000 nel 1G52. * Nevodina Maria. Legato di 20O nel 1741. * Nibironi Filippo. Log.ito di lire 47 nel 15(18. Niceo dottor Gerolamo. Leg6 Scudi 200, con testamento 2(1 giugno 1591. Mori il 5 gennaio 1513. * Nicoli Pietro. Legato di L. 100 nol 1587. * Nicolini Fortunate. Legato di L. 5J nel 1790. * Nidasio Francesco. Legato di L. 250 nel 1572. * Nidrover Giovanni. Legato di L. 300 nel 1651. * Nizzolino Giovanni Stefano. Legato di L. 1200 nel 1(534. * Nobili Rosa. Legato di L. 100 nel 1803. Nosetti Carlo, di Lozzo, distretto di Maccagno, con testamento 21 giugno 1825, lego L. GOO per tnero serupolo di coscienza. II legato dovette essere ridotto per insuffi- cienza dell'asse ereditario a L. 255. Era altro degl'imijresarii della strada dello Spluga. Nosia Andrea, detto il Balasio, figlio di Pietro, di Brignano Gera d'Adda, leg6 L. 1(X). (Testamento 12 novembre 1624). * Notte Matteo. Legato di L. 60 nel 1547. Nova sacerdote Beltramino, di Antonio, canonico della Metropolitana, con testamento 11 gennaio 1500, istitui erede I'Ospedale, col- I'obbligo di vestire di nuovo dopo la di lui morte il chierico e la servente die si trova- vano al suo servizio. La sostanza pervenuta airOspedale fu di circa L. 6800, valore di stabili a S. Giano, e di una piccola casa in Milano a S. Babila. Nova Giovanni, di Paolo, di Quarto Uglerio, Pieve di Trenno, entr6 nell'Ospedale I'll ottobre 1750 e vi mori il 2 novembre detto anno, lasciando all'Ospedale stesso, con testamento di cinque giorni prima una parte del denaro che possedeva. Lego al patrigno ed alia matrigna una manzctta. II resto che possedeva, compreso il vitello proveniente dalla detta manzetta, lo destini per la celebra- zione di messe nella chiesa di Quarto Uglerio. Novati Giovanni, di Pietro, ammogliato con Lucia Rusconi, con testamento 2 no- vembre 1491, istitui erede I'Ospedale della tenue sua sostanza (circa L. 350). * Novati Pietro. Legato di Lire 128 nel 1.523. Novelli sacerdote Giuseppe, di Gio- vanni, nativo di Villa, mori a Mozzate il 10 luglio 1828, lasciando scritto nel suo testa- - 320 iiionto 17 setteinliio 1821, iiii logato di L. BO airOspodale. * Odone Battista. Legato di L. 24. (Testa- incMito !> !j;('iiiiniii 1573). Oggioni Giovanni Battista, di B.n-to- lonieo. Legato di L. 24. (Tcstanicnto 15 mai-- zo ir.22). Oggioni Giovanni Pietro, di Antonio, di Monzn, leg(^ Dncati due d'ovo e L. 200 a srarico drUa sua coscienza. (Te.stainento 28 giufiino 1484). Oldani Angela, figlia di Melchiorre, maritata con Carlo Castiglioni, istitui erede della sua sostanzadi circa L. SDO I'O.spedale, con testamento 12 Gingno 1050. *• Oldani Domenico. Legato di L. 150 ncl 1749. Oldeni Giovanni Maria, di Giovanni e Arese Giacoma, di Tomaso, conjngi, con atto 24 agosto 1542, donarono L. 300. * Oleario Domenico. L-gato di L. 50 nol 155(;. * Olgiati naarcliese N. Legato di L. 100 nel 1775. " Oliva Francesco. Legato di L. 100 nel 155G. * Oliva Geroldo. Legato di L. 16 nel 1486. Oliveri Magno Vincenzo, di Tomaso, di Margno, mori il 19 gennaio 1822, lasciando eredi, con testamento 13 dicembre 1821, la figlia Agnese e i figli dell' altra sua figlia Mai'gherita, con un legato all' Ospedale di L. 383,70. Oliveri Maria Giuseppa, di Francesco, vcdova di Engenio Bnssi, mori in Milano nella casa in via della Guastalla al N. 101, d'anni GO il 17 luglio 1803, e fu sepolta nel Cimitero di P. Romana. Con testamento 19 settembre 1799, cliiamo erede r0.spedale dei Leni da lei posseduti in Mercallo e Mene- drago di Pertiche 44, che furono venduti nel 1815 a Marianna Crespi per. L. 6000. '■■' Olocati Antonio. Fu erede I'Ospedale della sua sostanza del valore di circa Li- re 84C0 riGBl). * Oltrocchi Crotta Adelaide. Legato di L. 77 nel 1810. Omacini nobile Antonia, figlia di Gio- vanni Antonio, sorella dell 'Omacini Giulio Cesare, altro benefattore dell'Osj^edale, mori vedova di Giacomo Carboni, nel 1630, la- .sciando all'Ospedale i mobili di ca.sa e Li- re 3000. (Testamento 23 gennaio 1630). Omati Caterina, di Carlo Francesco, mori ncli'ottobro 1791 a Sesto Calende nel caseg- giato di quella Abbazia, dove abitava col fra- tollo sacerdote Federico, Parroco Priore, no- minate dal Capitolo Ospitaliero. Literprete delle intenzioni del fratello, istitui eredo I'O- spedale al quale pervennero L. 1000, ricavo della mobilia e circa L. 500. (Testamento 29 novembre 1783). Omati sacerdote Federico, fratello della .suddetta, coperse per parocchi anni il pcsto di Parroco Priore della Abbazia di Sesto Calende, dictro nomina fatta dal Capitolo Ospitaliero, al quale sjoetta il diritto di no- mina. Mori il 1 settembre 1779, cinque giorni dope di avere chiamato erede I'Ospedale, col- I'obbligo di mantenere e di alimeutare la suddetta di lui soi-ella. Pervennero al Luogo Pio in danaro L. 3006 e in mobilia L. 4637. * Omati iGiovanni. Legato di L. 250 nel 1497. '■' Omati Giovanni Pietro. Legato di Li- re IGOl) nel 15'J2. * Omodeo Bernardo Luigi. Legato di L. 50 nel 1538. * Omodeo Francesco. Legato di L. 300 nel 1571. * Omodeo Luigi. Legato dlL. 16 nel 1539. Omodeo Susanna, di Giovanni Tomaso, sorella di Giovanni Ambrogio Omodeo, altro benefattore dell'O.spedale, vedova di Gio- vanni Battista Panigarola, con atto 6 marzo 1563, don6 I'utile dominio di alcuni stabili in Siziano, Bettola e Cantaliippo. * Onetto sacerdote Giuseppe. Legato di L. 42 nel 1704. Onitti o Ovitti Giovanni Stefano, so- prannominato Miyno. mori il 28 aprile 1G27, ponendo a carico dell'unico di lui figlio ed erede Andrea, il legato di L. 600 a favore dell'Ospedale, con testamento 25 aprile detto anno. Onori Bartolomeo, di Michelangelo e Armella Caterina, di Gerolamo, coniugi, con atto 15 settembre 1752, donarono tutta la loro sostanza coll'obbligo di mantenerli nel- I'Ospedale fra gli incurabili. * Oppizzoni Francesco. J^egato di L. 50 ncl.lSOG. * Opreno Ambrogio. Legato di L. 16 nel 1507. Opreno Caterina, di Giovanni Battista, vedova in prime nozze di Pietro Franzosini, in seconde nozze di Luca Vimercati, e in terzc nozze di Giovanni Giacomo R)io, mori il 19 agosto 1566, d"anni 75, e con testamento 5 ottobre 1565, istitui erede rO. die fosse sopravvan- zato del prezzo di una casa da lui posse- duta in utile dominio in Milano, di coiitro agli scalini del Dnonio, dopo di aver soddi- sfatti alcuni legati da lui disposti. La casa fu venduta dall'Ospedale nel 1G7-1 ad Arri- goni De Arrigoni per L. 7550. * Oraboni Francesco. J^egato di Lire IG nel lo39. Oraboni Giovanni Antonio. Legato di L. It; lie! 15J5. * Oraboni Giovanni Domenico. Legato di L. 200. (Mastro 1584-1586). Oraboni Mafeo, di Francesco, con te- stamento 5 .-^ettenibre 150.0. istitui erede rOspedale, col vincolo dell' usufrutto gene- rale a favore della di lui moglie Caterina Uboldi di Besana. Non si e potuto identi- ficare I'entita della sostanza da lui abban- donata. Oraboni Paolo, di Bernardino, di Trez- zano, con testamento 15 febbraio 1605, lego L. 60 \ * Oreo Giovanni Giacomo. Legato di L. 134 nel 1557. Orelli Pietro, di Giovanni Stefano, con testamento 7 ottohre 1848, istitui erede il nipote Giovanni Stefano Orelli, cbe fu te- nuto da lui al sacro fonte. Leg6 L. 1000 al- rOspedale, L. 4000 ai poveri della parroc- chia di S. Ambrogio , L. 1000 ai poveri e L. 400 alia chiesa di Lissone per la prov- vista di oggetti servibili per lo srurolo , L. 400 alia Chiesa dei Servi o di S. Carlo. Orena Antonio, di Baldassare, che abi- tava in Milano nella via della Signora al N. 61, con te-stamento 28 dicembre 1835, isti- tui erede il nipote ingegnere architetto Giuseppe Arganini, col vincolo dell'usufrutto generale a favore della moglie Giovanna Giustina Tognini. Lego L. .30 all'Ospedale e L. 10.000 al L. Pio Triulzio, da impiegarsi per I'allestimento dei letti ed acce.ssorii da porsi nei tre dormitorii che dovevano atti- varsi al secondo piano verso la via della Signora, ginsta la donazione di milanesi L. 40.000. da lui antecedentcmente fatta al detto Luogo Pio Trivulzio. Fu sepolto nel cimitero di P. Vorcellina, dove fu posta un.'r lapide colla seguente iscrizione: AI.I.\ CAK.K ME.MORIA DI AntONIO OrENA CL'I ONESTA I.NDllSTniA CREBRE 1 .MEZZI ALLE BENEFICENZE (HE IN VITA E DOPO FV LAR(;o DI SUE DOVIZIE Al, I.UOGO PIO TRIVULZIO A PIU AMPIO SOLLIEVO DI VECCHI INDIGENTI OTTIMO PARENTE I.EALE AMICO I.NTEGERRIMO PIO L'lNCEr.NERE (JIUSEPPE ARGANINI NIPOTE RICONOSCENTE. Mori il giorno 21 marzo 1835 neiretA d'anni84. * Origgi Orazio. Legato di Lire 142 nel IGOl. * OrigO saoerdote conte Carlo, canonico. Legato di L. 50 nel 1791. * OrigO sacerdote Francesco. Legato di L. 80 no) 180G. * OrigO Nava contessa Teresa. Legato di L. 25 nel 1791. * Orlandi Davide, di Valeriano. Legato di L. 50. (Testamento 4 novembre 1501). Orleri Giuseppe, fratello dell'awocato Giovanni Orleri. altro benefattore dell'Ospe- dale , leg6 L. 300, con testamento 21 lu- glio 1828. " Orobone Giacomo. Legato di L. 6375 nel 1G9G. Orobone Giacomo. Legato di L. 2000. I Testamento 27 ottobre l(il2'. Orrigoni marchese Francesco, di Ago- stino , lego Lire 230.25.6, con testamento 28 marzo 1806. Orrigoni marchese Roberto, figlio del marchese Giovanni Pietro e della contessa Eleonora di Castelbarco, dei marchesi di Ello e di Vedano, leg6 all'Ospedale con testamento 29 novembre 1798 L. 1500. in compenso dei danni che puo avergli recato durante gli anni 1754, 1773, 1774, 1775, 1776, 1777 al 1784, allorche ferf> parte del capitolo ospitaliero. * Orsi Angelica. Legato di Lire 100 nel ir,4o. Orsi Giulia, di Paolo, istitui erede I'O- spedale della poca roba che possedeva, in riconosconza delle cure prodigatele nell'ospe- dale di S. Ambrogio , altro degli ospedali aggregati all'Ospedale Maggiore.(Testamento 25 settembre 1625j. Orsina Clara, come tante altre, mani- festo la sua riconoscenza aH'Ospedale per le cure prodigatele, coll'istituirlo erede della poca mobilia di casa. (Testamento 22 dicem- bre 167.5). 29 322 * Orsino Giovanni. Legato di Lire 30. (Tostaiiiintc 2H ngosto 1555). * Osio Alessandro Maria. Legato di L. 1(i(t iH>l 1(175. Osio Giovanni Ambrogio, di Battistn, caucellicre del niagistrato camerale, mori il 14 luglio 1629, Lasciando tre figli, Pietro Paolo, Giovanni Nazaro e Giovanni Battista, che fnrono eredi di lui col peso di un legato di Scudi 50 airOspedale. (Testamento 13 lu- glio 1G29). * Osio Giovanri Battista. Legato di L. GO iiel 1(113. * Osio IngrestO. Legato di L. 295 nel 1570. Osio Marco Antonio , di Gerolamo, amniogliato con Clara Porna, legi L. 600, con testamento 27 giugno 1649. Ossolani Domenico, nacque a Ronco, frazioue di Gliifia, sul lago Maggiore, il 3 agosto 1748, da altro Domenico e da Rosa Farina. Nel 1761 abbandon6 il paese nativo e venne a Milano a fare il garzone di mer- cante di vino. Colla sua onesta e buona con- dotta arrivi ad occupare nel negozio di vino Taccioli il posto di primo garzone.Indue riprese vers6 nella cassa dello stesso Taccioli la somma di L. 12,000 costituendo un vita- lizio di annue L. 1200. Nell'atto costitutivo del vitalizio si legge : u Ed essendoche la detta ditta (Taccioli) ti a solo fine di fare cosa grata al detto Ossolani, attesi i di lui lunghi servizii e a fedele assistenza prostata al di lei uegozio « e che tuttora ha assicurato di egualmentc ci prestare la sua fedele ed assidua assi- u stenza nell'avvenire, e per tali soli mo-' u tivi ha aderito a tale proposta di vita- tt lizio. " Mori in Milano nella casa in via della Signora al n. 62, celibe, il 9 febbraio 1835, lasciando il testamento 15 dicembre 1830, col quale istitui erede I'Ospedale, deman- dato I'incarico di esecutore testamentario al si.o-nor Luigi Taccioli. Si conseguirono L. 1524. Ottolini Pietro Antonio, di Andrea, di Sti-esa, lego Scudi 50, con testamento 10 dicembre KlOa Ovati Giovanni Paolo, di Leone, di Melegnano, con testamento 2 febbraio 1562, legi I'annuo reddito di L. 6, dovuto dagli amministratori del dazio della mezza per cento. * Ovitta Slefano. Legato di Lin- 600 nel 102K " Ozero Antonio. Legato di Lire 26,48 nel 183(1. ■^ Ozero Galeazzo. Legato di Lire 11.14 nel 1559. Padi Carlo Antonio. Per donazione di lui, 17 maggio 1625 jiervonne all'Ospedale un censo di L. 71,10. * Padovani Polissena. Legato di L. 3(X) nel 1613. * Padulli Anna, morta nell'Ospedale. Le- gato di L. 12 nol 1648. Paerno Giovanni, con testamento 13 gennaio 1.596, b'go Scudi K» d'oro. Paganello Pietro Antonio, di Fara Gera d'Adda, mori il 28 luglio 1750 nel- l'Ospedale di Milano, che fu da lui chia- mato erede, con testamento dello stesso gioi'- no. Pervennero alcune case in Bornate di sotto Bcrgamasco. Destino il ricavo della vendita dei mobili di casa e il danaro per la celebrazione di messe. Pagani Ambrogio, chiamato erede il fratello Antonio Maria, lego all'Ospedale Scudi 20, con testamento 6 febbraio 1623. * Pagani Antonio. Legato di L. 10. Te- stamento 14 scttenil)re 1498. * Pagani Antonio. Legato diL.lOOnel 1796. Pagani Bianca, di Bernardino, e di Prudenza Cairati , con testamento 5 lu- glio 1562, istitui erede Daria Pagani con un legato all'Ospedffle di alcuni stabili in Motta Visconti. Pagani marchese Cesare, figlio di Fran- cesco e di Isabella Fopjia. sposo Caterina Orsini di Roma, dalla quale non ebbe figli. Lasci6 due figlie naturali avute dalla don- zella di casa Francesca Bianchi. Fu altro dei 60 decurioni, vicario di giustizia, av- vocato fiscale e senatore. Con testamento 80 aprile 1706, lego all' Ospedale alcuni stabili a Sedriano e a Bareggio e un 1am- padario d'argeuto del peso di oncie 226, con sei bracci da tenersi appeso nella chicsa dell' Ospedale nella occasione della festa padronale della B. V. Annunciata, ai 25 di marzo. Pagani Cristoforo, di Bernardino, con testamento 7 giugno 1568, lego i dazii che si esigevano sulla vendita del vino al mi- nuto fino alia concori'enza della somma di L. 211,1,3. ■'• Pagani Federico. Legato di Lire 250 nel 17!»!t. * Pagani Giovanni. Legato di Lire 115 nel 1822. 3-2:5 * Pagani Lucia. Loffnto di L. -21 nel 1568. Pagani Margherita, oriunda di Ca- -trllo Viils(.ld;i. iiKM-i lU'irOspedale di Mi- lano il 2(j agosto 1710, legnndo all'Ospedale ''tesso L. 24, con testanionto 21 agosto detto nno. Pagave Venanzio. Logato di Lire 15 * Paggio sarordoto Antonio. Legato di L. ti'i II. 1 ](^n5. Pagii Lucia, di ;Giovaiini. vedova di Giovanni Angelo ^ranri , con testamento 15 giujrno l(>2t:. legn L. lOflO. Paglia Cristoforo, di Carlo, sia per venire in socrorso alle miserie dell'Ospedale, sia a sffrario di roseie>i:n, con atto 14 a^o- sto 1713. dono alcmni stabili in Olcggio. * Pagnani Galdino. Leg.itn di Lire 200 nel U!'3. * Pairana Orazio. Legato di Lire 300 nel ir,.V;. * Paladino Giovanni. Legato di L. 300 nel ItiTt. * Palanzona sacerdote Giovanni Bat- tista. L"-af.. di L. GO nel KWO. Palazzi Anna, di Bernardino, con te- stamento 15 Inglio 16S7 istitni erede I'Ospe- dale della poca roba che possedeva in com- penso delle cure prodigatele neU'ultiraa sua nialattia. Palazzi Antonio, di Giovanni Battista, con testamento li> gingno 1&37 istitni eredi i nipoti, non dimenticando le due principali cause pie di Milano, I'Ospedale Maggiore e i LL. PP. EE.. conseguendo rispettiva- mente il legato di Lire G[m mil., e di Lire 4im mil. Mori il 31 Inglio 1S37 d'anni .57 e fn sepolto hpI oimitero di P. Comasina. Palazzi Francesco, di Besate pavese. Istitni eredi i figli Carlo ed Andrea, con nn legato airOspedale di L. 24. (Testamento 28 marzo 'i<]2'< . Palazzi Leandro, di Gerolamo, di Bo- ladello, con testamento 11 dicembre 1668^ istitni eredi i figli Carlo Gerolamo, Carlo Ottavio e Giacomo Antonio, avuti dalla moglie Ottavia Martignoni. Leg(!> all'Ospe- dale L. 100 a snariro di ros'-irnzn. * Paleari sacerdote Francesco. Legato di L. Gm n»i ir.a^. Paleari Giovanni Battista, di Fran- cesco, notaio di Vittuone, con testamento 12 agosto 1614, chiam6 erede Tunica sua figlia Margarita coll'onere di nn legato di L. 300 a favore dell'Ospedale. Palerma Margherita. Lns.i,:. il poo 'lie possedeva aU'Ospedalo, in riconoscenza ■Iclle cure prodigatele nell'nltima sua ma- lattia. (Testan)onto 15 ottobre 1674'. Palesi Cristoforo, di Giovanni Bat- ti.sta, dotto lo sposino. istitni eredi lo fiHie avnte da Ginlin Longlii con sostitnzione a lavore dell'Ospedale nel caso in cni fbssero inorte in istato nubile, e col vincolo del- Tusufrntto generale a favore della di lui moglie pnrche fosse riniasta in istato ve- dovile. La credit^ pervenne all'Ospedale essendosi verificato il caso preveduto del testatore. Si consegni una casa sotto la par- roccbia di S. Stefano annessa alTnfficio del capitano di giustizia, vendnta a Maurizio Durelli per L. 4100 imperiali. (Testamento 2 settenibre 1627\ Palladino Dionisio, di Domenico, di- mostro la sua riconoscenza per le cure pre- stategli neirOspedale, col legare a favore di lui L. 300 con testamento 19 novem- bre 1673. " Pallavicini Bernardo, detto cavailhw, figlio di Baldassare, inercante, con testa- mento 6 luglio 1590 leg6 all'Ospedale L. 150 a carico della scnola di S. Maria della Cova in S. Stefano in Broglio, erede di lui. Pallavicini conte Carlo, morl il o aprile 1716. Furono crodi i figli Cesare, sa- cerdote Beltramino. Luigi e Domenico col peso del legato di L. 400 all'Ospedale. Pallavicini Carlo, di Pietro Francesco, di Pallavicino, Pieve di Licino , mori il 20 gennaio 1674, favorendo I'Ospedale con nn legato di L. 300 imperiali con testa- mento 10 dicembre 1671. Pallavicini marcbese Carlo Dome- nico, capitano, figlio del mar.beso Carlo, istitni erede la figliastra nobile Maria Giu- seppa Flisca, moglie del giiireconsulto ed oratore della citta di Novara Ottaviano Tor- nielli, ri.servato I'usufrntto a favore della di lui moglie Anna Maria De Ottagnes e con nn legato di L. 250 a favore doll'Ospe- dale. rrestamento 16 febbraio 1700). Pallavicini sacerdote Gabriele, di Gio- vanni Francesco, cnrato di Casiglio, Pieve di Incino, arrivato a tarda eik c malaticcio, fece il testamento 6 ottobre 1626, lasciando erede I'Ospedale dolla tenne ni lui .sostanza. Pallavicini o Parravicini nobile Ge- nevra, di Francesco, vodo^•a in prime nozze di Giovanni Battista Bigarola e in seconde nozze del capitano e barone Francesco Spi- 324 iiola, nioii a Picve del Cairo in Loinellina il 23 ottobre 1720 istitueiido erede I'Ospe- dale con testamento 10 ottobre detto anno. In causa di una transazione che !oiu.' Giovanni Battista. Mastro lU caiupo e s'l'^i'^iei'o distinto. Le- gato di L. ISCXI nel U;35. Panigarola conte Giuseppe, leg6 L. 100 con tt>>taiaento 1 i^iumio' liWo. * Panigarola Gregorio. Legato di L. 25 nel I')--':!. Panighini Giuseppe, di (iiacomo, cou testamento 27 aprile 1778, leg6 n. 4 gigliati. * Pantera Giulia. Legato di Lire 400 nel U'>tJ5. Panzeri Lizarda, di Angelo, con testa- mento 2t.'> giiigiio 1524, tatto suUa pubblica strada vicino alia casa della testatrice dove si trovava relegata per la peste die infieriva , istitui erede TOspedale di Milauo della mo- desta sua sostaiiza. * Panzeri Pietro. Legato di L. 50. (Te- stamento 10 Geuuaio 1553). * Panzi Ignazio. Legato di L. 12 nel 1799. Panzolio Carlo. Legato di Lire 150 nel 11384. * Papis Nicola. Legato L. 300 nel 1600. Parea Antonio, di Cesare, di Eobecco, niarito di Cliiara Pioni , con testamento 3 aprile 1647 istitui erede I'Ospedale, al quale pervennero pochi stabili in Robecco. Parea Ferrando, legi L. 1000, con te- stamento 22 luglio 1616. * Pariani Pompeo. Legato di Lire 575 nel lt;37. * Parinacca Margherita. Legato di Li- re IW nf-1 1578. * Paris Caterina. Legato di L. 26 nel 1574. * Paris Giovanni Maria. Legato di Li- re 40 lie! 1.52t;. Parisio Gaspare, marito di Camilla Me- raviglia, lascio erede I'unico figlio Giuseppe con un legato all'Ospedale di Scudi 100, le- gato ridotto a L. 100 per insufficienza del- Ta-sse ereditario. (Testamento 26 luglio 1647). Parisio Giovanni Paolo leg6 Scudi 500 con testauifiito l:> iVl^braio 1587. Paroli Maddalena, vedova Bertoni, mo- ri il 4 aprile 1813 e con testamento 30 mag- gio 1809 lego L. 230,26 e altrettanto alia P. Casa d' Industria. Parpaglioni Pietro, notajo di Milano, mori il 2-> tchbraio 1.566 e con testamento 29 aprile 1.562 legi una casa in Milano sotto la parrocchia di S. Marcellino, venduta nel 1589 per L. 6500, importo vincolato ad usu- frutto a t'avore della di lui moglic Paola Selvatico. Parravicini Alessandro, di Antonio, fratello dell'altro Parravicini Lelio, venuto a cognizione cho VOspedale di Milano si h-o- ravn coUa cassa esaitrita e quindi nclla impos- sihilitd di fare i neccsxarii arquisli per il quo- tidiano suo andamentOj essendo anche esaurita la pasiensa dei credilori, dispose nel suo testa- mento 11 marzo 1666 a favore dcW Ospcdcdc stesso il legato di L. 0000 coll'ohbligo di acqui- stare tanta tela, della quale si aveva urgente bisogno e che non si poteva acquistare per mancania di messi e di credito. Anclie questa disposizioneci daunidea dello state disastroso delle finanze ospitaliere del secolo XVIL Parravicini Benedetto, di Francesco, rimasto vedovo in prime nozze di Valeria Al- ciati, spos6 inseconde nozze Marcellina Piazza. Xon avendo figli chiamo eredi, con testa- mento 24 maggio 1637, i figli di un di lui tratello coUa istituzione di un fedecommesso. sostituito I'Ospedale di Milano nel caso di estinzione della linea chiamata. La sostitu- zione, non si e verificata, ma I'Ospedale fu da lui beneficato con due legati, uno di L. 5000 coll'obbligo di dame meta al L. P. di Loreto, e I'altro dei mobili di casa col- l'obbligo di dare L. 300 al detto L. P. Parravicini Caterina , di Giovanni Pietro, vedova in seconde nozze di Giovanni Antonio De Ferrari, istitui erede I'Ospedale della masserizia di casa del valore di Li- re 1049 in compenso dell'averla curata nella sua ultima malattia. (Testamento 26 gen- naio 1626 . Parravicino Francesco, di Luigi, am- mogliato con Caterina Micherio, lego Scudi 2 d'oro con testamento 21 ottobre 1528. Parravicini marchese Gerolamo, ma- rito della nobile Teresa Carcano, lego L. 30 nel 1823. Parravicini Gerolamo, di Gabriele, fu disgraziato nella scelta della luoglie Colomba De Soldati, essendocbe gli consuin6 quasi tutta la sostanza riducendolo in tali deplo- revoli condizioni finanziarie da obbligarlo a vivere e dormiie nelle locande. La moglie alia sua volta, separata dal niarito c ridotta alia estrema miseria, dormivasulla nuda terra questuando in Bergamo dove si era rif'ugiata. II buon uomo quantunque povero voile be- neficare I'Ospedale anche in considerazione delle cure che gli prest6 col legargli L. 15 all'anno in perpetuo e L. 240 per una volta. Come era da prevedersi si dovette ridurre -- 320 i (liio logati a sole L. 200 per la insufficienza (IcU'asso oreditario e anclio pcrclie lasci6 la vodova miscraMlissima e nn fip;lio. Mori nol- rOsijedale, do])o di avero fatto il testamento, 17 settembre 1670 e il codicillo 14 gennaio 1077. " Parravicini Giovanni Antonio. Le- -ato (li L. BOO. (Testamento 12 iiiarzo 1798). •• Parravicini Giovanni Paolo. Legato di L. 120 nel 171f.. Parravicini Giulio, di Giovanni Bat- tista, presto i .suoi servizii alia Cassa gene- rale della Ferma del sale. Mori il 26 no- vembre 1687, lasciando vedova Lncia De A- lessandri e istituendo crede I'unico figlio Giovanni Paolo, con nn legato airOsj^edale di L. 3000. (Testamento 19 novembre 1678). * Parravicini Lodovico. Legato dl li- re 62 nel 1722. Parravicini sacerdote Luigi, di Giovanni Antonio, fratello del benefattore Lelio Parra- vicini, con testamento 9 febbraio 1681, leg6 Scudi 1000. * Pasetti Antonio. Legato di L. 30 ita- liane nel 1817. Mori il 18 maggio detto anno, d"anni 69. * Pasini Bartolomeo. Legato di L. 100 (Mastro 1602-1604). Pasini sacerdote Giulio, di Giovanni Anibrogio, curato dell'Ospedale di S. Celso e benemerito dell' Ospedale Maggiore, al quale quell'Ospedale fu aggregate, per aver rinunciato a favore dello stesso la metk del salario, annesso al posto di curato e per aver ceduto la ragione di esigere in ogni anno in 23erpetuo il cauone L. 150, asscntato sulla casa di sua propriety, al Goperto deiFigini. (Atto 3 agosto 1665). * Pasio Nicolao. Dono L. 55 nel 1510. ''' Pasquali Francesco. Legato di L. 25 nel 1500. Passera sacerdote Andrea, di Filippo, di Legnano, istitni erede la Sagrestia della Chiesa Prepositnrale di S. Magno in Legnano, con un legato all'Ospedale di L. 200 imp., in contemplazione di qualunque obbligazione avesse potuto avere verso TOspedale per qualshoglia causa tanto pensat'.i cite impen- saia. (Testamento ]8 agosto 1742). Passera Angiola, di Giacomo, spos6 in prime nozze N. N., in seconde nozze An- giola Turlone e in terze nozze Gerolamo Tosi. Con testamento 16 gennaio 1666, istitul erede I'Osioedale, coU'obbligo di mantenei-e il di lei figlio mentecatto Giovanni Maria Furloni. Dispose che .su qnanto potesse spot- iare al su])erstite terzo marito fosse detratto cio che egli consumi della dote costitnitagli. La sostanza pervennta all' Ospedale fu di circa di L. 3300. " Passera Battista. Legato di Lire 100 nel 1697. ■■ Pastori Carlo. Legato di L. 72nell753. " Patellani Carlo. Legato di Lire 60f> nel 1803. * Patellani dottor Giacomo. Legato di L. TOO nel ]613. * Paterino Pietro. Legato di Lire m nel 1526. Pavarini dottor fisico Gaetano, comin- cio nell'agosto 1778, la sua carriera raedica uell'Ospedale nella qualita di medico sopra- numerario. II 9 novembre 1787 passo al servizio del L. P. di S. Corona, colla quali- iicadi medico esterno ecol salano diL. 1000. Mori il 9 settembre 1798, legando all' Ospe- dale L. 600, con testamento 28 marzo detto anno. Pavarini Leopoldo , noniin6 erede la moglie Anna Maria Xava, col peso del le- gato di L. 1000 all'Ospedale e di cui nel suo testamento 12 dicembre 1824. * Pavella Pio. Legato diL. 150 nen758. * Pavesi Ambrogio. Legato di Lire 50. (Testamento 23 agosto 1522). Pavesi Giovanni Pietro , di Macco- nago, istituiti eredi i figli, lego all'Ospedale a titolo elemosina L. 100, con testamento 6 npvile 1825. * Pazzola Margherita. Legato di L. 150 nel 1(;89. Pecchio Francesco, di Pietro, con te- stamento 29 gennaio 1511, leg6 una casa da nobile e da massaro e joerticlie 80 di terra in comuno di Vajano, pieve di S. Donato. * Pecchio Giacomo Filippo. Legato di L. 500 nel l.')24. * Pecchio Giovanni Antonio. Legato di L. 60. :^^ori nel giugno 1521. * Pecchio Marco Antonio. Legato di L. 620 nel 1623. Pecora Giovanni Pietro, di Giuseppe, con testamento 22 luglio 1630, istitui erede il nipote Carlo Pecora , figlio del di lui fra- tello Ambrogio, con un legato all' Ospedale di scudi 25. Pedetti ' dottor fisico Antonio, supera ti con buon successo gli e.sami, fu ammes.so nel collegio Ghislieri di Pavia. Ottenne la laurea di filosofia e di medicina con grande — 327— soleunita nel 177U. Nell' aprile 1774 fu no- miiiato medico soprnnuuierario deH'Osjieilale di Milano. Nel 1775, il goveruo lo racco- mauil6 \er la noinina a medico staliile, au- che indipeudeiitoiueiito del non compiuto (luadrienuio di >ervizio clie era richiesto. sttuite le partitolari circostaiize di pei'e- grinazione scolastica iielle uuiversitiiestere e di privati e pubblici suggi di abilitk dati anche col disimjieguo di varie incumbenze: ma soltauto uel 1777 fu noininato medico so- pranumeiario fisso, e due aiini dopo fu anche applicato come medico assistente dell'infer- meriadei giovanialunnidicliirurgia. Nel 1787 fu promosso al posto di medico primario del- r Ospedale. Nel ISCiO , tiovandosi affetto di rfotta. alia quale aiidava soggetto da parebchi atini, chiese di essere collocato a riposo, ma non gli fn accoi'dato. Anzi pin tardi fn messo in terna per il posto di medico di- rettore, ouore al quale egli rinuuci6, prefe- rendo di continuare uella qualita di medico a servire il L. P. fino alia morte , la quale avvenne il 12 giugno 1812. Fu tumulato nel cimitero di P. Ticiuese , ove una lapide lo dice medico chiarissimo, coll' aggiunta delle parole : NAT. K.\L. 8 SEPTE.MB. 1747 OB. 16 KAL. JLMI 1812 (1). Cou testamento 22 maggio 1812 istitui eredi le figlie Elisabetta , Barbara , Anto- nietta e Teresa avute dalla moglie Giuseppa Lorini. Legi all' Ospedale L. lOCO di Mi- lano L- al L. P. della Stella altre L. 1000. * Pedogalli Alfonso, spagnuolo. Legato di L. 52 nel 1525. Pedrini Veronica, vedova Eiva. Le- gato di L. 876 nel 1804. * Pedroli Filippo. Legato di L. 460. (Te- stamento 21 luaizi' 1814). * Pelarati Lodovico. Per disposizione testamentaria di lui. pervennero all'Ospedale circa L. 3000 nel 1520. * Pelaratti Paolo. Legato diL. 16 nel 1516. * Pellegrino Giovanni Battista. Legato di L. V*> iit-1 ITtii. Pelletti nobile Maria, tiglia del nobile Branda, vedova di Ce.sare De Trotti, fini i suoi giomi neH'Ospedsde di S. Dionigi, al- tro degli Ospedali aggregati all' Ospedale Maggiore. Con testamento 25 luglio 1588, I) Vedi la pubblicazione del prof. Verga: • Intorno airOspitalc Maggiore di Milanonel Secolo XVII. . Rc- chiedei 1873. istitui credo quest'ultimo della sua piccola sostanza. Pellizzoli (Onto Pinamonte, di Carlo, con testamento 12 niary-o 1731, leg6 L. 2000, e destinu L. 200 imperiali per la fabbrica clie si stava facendo della cliiesa di 8. Bar- tolomeo. * Pellizzone Antonio Marcellino. Le- gato .li L. 12 lul 17;K). Pellizzone Gerolamo, di Nicolao, no- taio di Milano. Sposo in prime nozze Bar- bara ( ossi, in secondo nozze nel 1586 Leo- nora Castiglioni , e in terze nozze Bianca Terzaghi, alia quale leg6 1' usufrutto gene- rale, che ce.ss6 coUa sua morte, avvenuta il 18 geiinaio 1645, Mori il 28 dicembre 1618, e fu seppellito nel cimitero di Kosate luogo di sua abitazione. Con testamento 24 aprile detto anno istitui erede TOspedale prescri- vendo che il di lui cadavere fosse portato alia chiesa scoperto. Pervennero duepezzi di terra in Bubbiano di Pert. 28, i quali fnrono venduti nel 1710 ad Antonio Francesco Cattaneo per L. 2300 e Pert. 87 di terra in Rosate, ceduti in cam- bio a ("novanni Battista Terzaglii nel 1634. Pelluzio Giovanni Battista, di Le- gnano, mori alia fine del febbraio 1628, la- sciando erede I'unico di lui figlio Carlo Ma- ria con un legato, a scarico di cosciensa, di Scudi 12 airOspedale. (Testamento 21 feb- Ixraio detto annoj. Penna Anna Margarita, figlia del uo- taio di Piacenza Emilio, vedova di Giovanni Anibrogio Arrigoni di Valsasiua, con testa- mento 2G agosto 1640, istitui erede per meta della sostanza 1' Ospedale di Milano e per I'altra meta il padre di lei. Pennati Anna, figlia di Ambrogio e di Aiiastasia Mussi, nubile e ancora giovine, che non aveva ancora i-aggiunto il sesto lustro, fece il testamento 10 maggio 1611, lasciando erede I'Ospedale in compenso delle spese che dovette sostenere per le cure prodiga- tele nell'Ospedale di S. Simpliciano. Fu una eredita meschina anche perche si e dov'iito fare una transazione cogli eredi ex lege. * Perabo Carlo. Legato di L. 200 nel 1708. * Perego Ambrogio. Legato di lire 60 nel IT' 17. * Perego sacerdotc Antonio Maria, Par- roco di f'psatp, legato di L. l'J7,7U nel 1817. Perego Benedetto. Lcg6 Scudi 6 d'oro con tistaim-nto 12 uttobre 1.591. Perego Biagio, di Benedetto, diCre.scen- 328 ~ zago, con testamento 13 aprile 1498, istitui erede I'Ospedale, al quale pervennero al- cuni stal)ili in territorio di Pagnano e Sab- hioncello del valore di L. 3000, e in terri- torio di Monte del valore di L 1400. Mori iiel liisHo 1408. * Perego Caterina. Legato di Lire 52 nol ir.54. Perego Elisabetta, di Pietro, vedova di Gcrolamo Crippa, di Renate, mentre si trovava nialata nelle infennerio dell'Ospe- dale, fece il testamento 21 settembre 1651, lasciando erede I'Ospedalo stesso. * Perego Francesca. Per ereditk di lei si ebbero L. 2800 nel 1631. * Perego sacerdote Filippo. Legato di L. 600 nel 1709. * Perego Francesco. Legato di L. 50 ucl 1512. Perego Francesco, di Giovanni Bat- tista, mori nel novembre 1712 e con testa- mento 25 ottobre 1706, leg6 L. 2000. * Perego Gerolamo. Legato di L. 42,16. (Mastro 1602-1604). Perego Giacomo Filippo, di Giovanni Antonio, ebbe nn unica figlia, Isabella Pe- rego, che fa erede di lui per testamento 9 luglio 1630, col peso dal legato di L. 600 a favore dell'Ospedale. * Perego Giovanni Battista. Legato di L. 300 nel 1653. Perego Giuliano , di Simone , legS L. 50 con testamento 19 agosto 1579. Perego Giuseppe, di Giovanni Battista, con testamento 31 maggio 1613, legi nna parte dclla mobilia di rasa. * Perego Guglielmo, di Prestabio. Le- gato di Brente 12 di vino. (Testamento 9 maggio 1528). * Perego sacerdote Michele. Legato di L. 50 nol 1719. * Perego Ottaviano. Legato di Lire 28 nel 1581. * Perego Pietro. Legato di L. 40. (Te- stamento 5 aprile 150a\ Perego Sebastiano, di Francesco, con testamento 28 giugno 1575. lego nna posses- sione detta di S. Lorenzo in territorio di Monza. Questo stabile, della estensione di Pert. 155, fn vendnto nel 1580 a Giuseppe Mnfigi per L. 61 la pertica. Perego Stefano, di Filippo, cameriere, con atto 15 febbraio 1611 donA L. 185. Peregrini sacerdote Alessandro, cano- nico del la Collegiata di S. Lorenzo di Val- cuvia, con testamento 11 settembre 1608 lego un livello di annue L. 8 imp. ^ Peregrini Margherita. Legato di L.-350 nel 1679. Peregrossi Caterina, figlia del cbi- rurgo Pietro, vedova Biffi, con te.stamento 8 aprile 1473 lascio la poca roba die posse- deva airOspedale. Pereira Giuseppe, primo tenente, la.scio un figlio di nome Paolo che eraaddetto nella qualita di cai-ceriere diurnista nelle carceri politiche di S. Francesco. Con testamento 4 novembre 1848 leg6 all'Dspedale L. 92. Pass6 gli ultimi anni della sua vita nella casa degli invalidi a Padova. Perelli Minetti Antonio, di Carlo, na- tivo di Premeno, dove tenno domicilio, mori il 7 maggio 1859 e con testamento 11 ajjrile 1855, fatto a Cargiago, residenza del notajo, leg6 airOspedale di Milano N. 35 franclii, e benefico la moglie Rosa Perelli Cippo, le- gandole I'usufrutto generale della sostanza. * Perelli Paradisi Giacomo. Legato di L. 300 nel 1802. Mori il 28 novembre detto anno d'anni 58. Perez De Gusman Francesco, spa- gnuolo, mori a Valenza nel dicembre 1701, legando all'Ospedale di Milano Scudi 36 con testamento 31 marzo 1700. Pergamo Francesco, di Luigi, a com- pensare in parte I'Ospedale delle spese che ebbe a sostenere per le cure prodigategli nell'ultima sua malattia, gli lego, con testar mento 23 febbraio 1577, L. 50. * Perlasca Carlo Giuseppe. Legato di L. 150 nel 1761. Pernice Lorenzo, di Pietro, con testa- mento 11 dicembre 1834, lego a carico del fratelli ed eredi di lui L. 150 per semplire elemosina. * Perona Gerolamo. Legato di L. 16 nel 1775. Perone dottore in legge Giovanni Bat- tista, notajo di Milano, con testamento 1 aprile 1687, istitui erede I'Ospedale, il quale consegui circa L. 145-1. * Peroni Gerolamo. Legato di L. 12 nel 1801. * Peroni Vittoria. Legato di L. 23 nel 1810. Peronti Giovanni, di Antonio, ragio- niere generale presso il Ministero degli af- fari interni della Repubblica italiana, animo- gliato con Giulia Luzioni, mori in Milano nella casa di sua proprieta in via del Giar- ;J2i» ilino 111 N. 121" istituenilo eredo Grazianu Peronti di lui (•uj;ino pnterno, medico con- dotto a deni di Pizzi^hettone e Icsnudo al- rOspodalo I,. W>1. Tcstanioiito 9 otto- hre la^i. * Perotti Bartolomeo. I.ojiato di L. ;^o iiel 1771. * Perrucco Giovanni Antonio. Legato «li 1- n'l 11. ■! 157.\ Fersoneri Cecilia, diDcffendino,vedova ili Francesco Ciivelli. di Nervinno, iiiisera- bile, ricoveio all'Os]iedalo di S. Anibrogio, neirultiina sua malattia. e ivi fece 11 testa- inento 18 giugno 1611 colla istituzione di erede a favore deli'Ospedalo ^laggiore al quale, come e noto, (|uell"ospedale fu aggre- gate. La consistenza della eredita si limito alia sola masserizia di casa. Pertossi Francesco, figlio di Ignazio ■li Maiiaiin.i Mora, iiiori. celilie. d"anni 73 il 4 maggio 1S17 nella casa inngo il Na- ^^glio di S. Damiano al X. 297, disponendo con testamento 20 aprile 1814 il legato di L. 5000 a favore di ciascuno dei LL. PP., Ospedale Maggiore di :Milano, Orfanotrofi e Pin AHergo Triviilzi... Pertusati c.nte Gaetano, dci couti di Castellerro, figlio di Luca e della marchesa Marianna Pallavicini, sjioso la contessa Te- resa Visconti , dalla quale ebbe un' unica figlia Laura Maria, clic si marit6 col nobile Vincenzo Angelo Gropallo di Genova e die fu erede del padre. Mori il 3 dicembre 1829 d'anni 79 la.sciando scritto nel .suo testa- mento 21 maggio 1824 un legato di L. 1500 milaiiesi a favore deH'Ospedale. * Pescatori sacerdote Antonio , morto neirOspedale. Legato di L. 3(H) nel 1G48. Pesciola Lorenzo, di Lando. milanese, nel SUM t. stain, iiio 2o giugno 1472 obldigi I'erede a pagare all'Ospedale ducati 25 per I'acquisto di un lotto complete. * Pessani Maria. Legato di L. 10 nel 1776. * Pessina Antonio, ammogliato con Eli- sabetta Sabiate , istitui erede 1' Ospedale della di lui so>tanzadi circa L. 929 nel 1521. * Pessina Antonio Pomponio. Leg.nto di L. ';iKi nil 1721. Pessina Carlo, di Antonio, mori vedovo a Caatigliono jiresso Tradate il4 luglio 1854. Con testamento 34 marzo 1851 istitui erede il dottor Alessandro Scurati < on un legato di L. 2000 milanesi da dividersi fra TOspe- dale e il L. P. di S. Caterina, legato clie fn rijnrt;'^ ancbe dietro accordi coll" erede nella ragiono di 2i3 air0.spedale e di li3 a! I- P. diS. Caterina. Lege'. L. 25.000 milanesi .iiristituto dci Cicclii coll'obbligo di ricove- vare una povera ragazza od un j)ovoro figlio luito cieco col diritto di nomina al direttore. Pessina Domenico , di Filippo,,non avendo faniiglia. ui i^areiiti, istikui erode la scuola dei Disciplini eretta nella cliiosa di S. Giovanni Baftista in Era, con un legato di L. 50 imperiali aH'OspedalcrTestainonto •26 luglio 16.'3). * Pessina sacerdote Francesco , benoii- ciato del Dnomo. Legato di L. 120 ) nel 1079. * Pessina Giuseppe. Legato di Lire 350 nel 17lM;. Pessina Lodovico, di Giacomo, pavese, marito di Teodora del Majno , soldato al servizib del conte di S. Secondo , istitui erede r0.spedale del poco die possedeva, con testamento 27 marzo 1014. Pestone Bernardo , mori il 29 di -cm- bie 1825 logando all'Ospedale con testamento 31 maggio 1817 L. 18 milanesi. ■* Pestone Carlo. Legato di L. 15 nel 1799. ••■■ Petracino Gaspare. Legato di Lire 50 nel 1798. '■* Petralli Luca. Logalo di L. KK) nel 1722. Petrolini Giuseppe Antonio, di Teo- dosio e Marta Caterina Zoppi, marito della benefattrice Anna Petrolini , di Cannobio , mori I'll agosto 1806 d' anni 56 in Parigi dove si trovava a diporto. Fu erede la moglie. Si ha il ritratto eseguito dal pittore Giu- sep2)e Mazzola. La moglie nel donare aH'O- spedale Maggiore lire 83,000 circa in beni stabili e capitali pre.scrissc che il ritratto del marito avesse a figurare nella serie dei benefattori del Luogo Pio. Pezzini Tomaso, di Taceno, mori ucl 18G4 logando all" Osjiedale L. 100, con testamento 4 maggio 1862. * Pezzi Francesco. Legato di Lire 100 nel 1.54.S. * Pezzoli Giacomo. Legato di L. 180 nol 1799. Pezzoli Giuseppe. Lcgi Scudi 1000, con tostaiiionto ]'> I'obbraio 1775. Pezzoli D'Albertone nobile Giuseppe, cavaliere della Corona di ferro, mori nel dicembre 1818, istituendo erede Giuseppe Poldi di lui nipote, con un legato all'O- spedale di Scudi 252. * Picinelli Causidico N. Legato di L. 600 iicl 1751. * Picinelli canonico N. Legato di L. 280 iiel ]7"v"). * Picinelli Benedetto. Legato di L. 150 nel 10' Ml * Pieni Giovanni Battista. Legato di L. 60 ) nel 160-2. * Pieni Giovanni Battista. Legato di L. G<>» all'aniio por IH aiiiii ICll). Pieni Giovanni Battista, dei 60 de- curioiii della cittii di Milano, figlio di altro Giovanni Battista, egli pure dei 60 decu- rioni della detta citti, e di Violanta Risi. fu altro dei deputati o fahbricieri della cliiesa di S. Bocco e Eomano in porta Orientale. Con testamento 28 aprile 1670 istitui erede il figlio Giovanni Battista con vincolo fede- comraissario e con sostituzione a favore dell'Ospedale nel caso di mancanza della linea chiamata. La sostituzione non si e verificata, ma TOspedale consegui il legato di L. 4444.2,3 sulla ferma del sale dal te- statore di-jposto colla succitata disposizione testamentaria. * Pierio sacordote Andrea, curato di Niffuarda. Legato di L. KX) nel 1613. * Pietra Giacomo, maestro di scuola di Vigfvaiio. Legato di L. 100 nel 1576. * Pietra Giovanni. Legato di Lire 200 nel 1")2T. Pietranera Giovanni Paolo, .segreta- rio del Senate, leg6 Ducati 1000 con testa- menti-> 8 gi-nnao 158S. Pietrasanta Andrea. Lego L. 200 con tesfainontri 11 ritt.jlirc Hil8. * Pietrasanta Antonio. Legato di L. 50 nel 177r». * Pietrasanta Biagio. Legato di L. 40 nel U«t;. * Pietrasanta Carlo. Legato di L. 600 nel 15.'^: 5. Pietrasanta Giacomo. Legato di L. 16 nel l.-)!7. Pietrasanta Giovanni Andrea. Le- i;;ato di L. 200 nel 1621. * Pietrasanta Luigi. Legato di Lire 30 nel 146-1. * Pietrasanta Sormani Maddalena. Le- :: II. 1 1782. Pignalosa Stefano, cavaliere .spagnuolo, prelVtto di Castol ilalgrate, con testamento 26 febbraio 1620 leg6 duoatoni 20 d'argento. ■* Pinciroli Bartolomeo. Lofrato di L. 150 nel 180.-!. ■• Pini Battista. Si ereditarono Lire 151 nel 1524. •• Pino Bernardino. Legato di Lire 50 nel 155!). * Pintore Giuseppe. Legato di Lire 15 nel 17S0. Pinottino Francesco Bernardino, di Francesco e di Catterina BoltralHo, am- niogliato con Angelica Deodata :Mantegazza, causidico di Milano, mori a Lauzano il 18 novembre 1626. Con testamento 25 feb- braio 1625 benefic6 in due modi I'O.spedale con un legato di L. 2000 e colla sostitu- zione nel cMso in cui fosse cessata la linea da lui cliianiata a raccogliere la sua eredita. La sostituzione si e verificata nel 1698 per cui rOspedale consegui ancho in via di transazione L. 30.30 imperiali. Pinzi Camilla, di A^aprio, lego L. 100 con testamento 18 gennaio 1607. •* Pio sacerdote Antonio. Legato di L. 60 nel 164.5. * Piola nobile Angela. Legato di L. 30 nel 1775. * Piola Sidrone f?) Legato di Lire 2080 nel 1527. * Pioltino Giovanni. Legato di L. 100 nel 15r»2. Pionni nobile Giuseppe, di Alessandro, con atto 19 agosto 1727 donA perticbe 9 di terra in Casorate. * Pionnio abate N. Legato di Lire 70') nel 1740. * Pirogalli Giovanni. Legato di L. .59 uel 15.51'. Pirogalli nobile Nicolao, di Bartolomeo, passo gli ultimi suoi giorni neH'Cspedale di Milano in una stanza speciale dove fece il testamento 4 giugno 1582 lasciandolo erede della sua sostanza consistente in un diretto dominio su casa in Milano in S. Pietro colla rate del valore di L. 7700 e in mobili di casa del valore di L. 150f). Mori nell'Ospe- dale il 20 agosto 1583. Pirogalli Teresa, vedova del nobile av\-ocato Giovanni P>attista Catenacci, nacquo nel 1709 da Giovanni Battista e da Catterina Mazzaferri. II 31 luglio 1793 fece il testa- mento e il susseguente 27 agosto morl la- sciando erede I'Ospedale, al quale perven- nero circa 1000 Zecchini. — 332 '* Pirola Francesco. Lef,'ato di L. 285 iiol ir)02. * Pirotta Giovanni. L(f,'ato di L. lo iicl 1M0_>. Pirotta iMgioniei-e Giovanni, nel 1817 cfitlette all'O.spedale, a titolo di donazione, una cartella del monte dell'annua rendita di L. 50. Pirovano Achille, con testamento 19 a])rile l^Si lego L. IW. Pirovano Benedetto, istituiti eredi i Padri di S. Dioiiigi di P. Nuova, con testa- mento 19 fel)braio 1619, leg6 all'Ospedale Li- re no in siiffra(iio ilrll'anima sua. * Pirovano Bernardo. Legato di L. 16 nel 1562. Pirovano Carlo, giiirccon.-5ulto, con te- .stamento 24 settembro 1658 lego L. 200. Pirovano Caterina, vedova di Benedetto Bafssano, ammalatnsi gravemente venne al- l'Ospedale, dove i'ece il testamento 18 no- vembre 1625, lasciando erede, a xcarico dellu sua cosciema, I'Ospedale stesso della poca roV)a clip possedeva. * Pirovano Filippo. Legato di L. 16 nel 1527. Pirovano sacerdoto Fedele , parroco quiescente di Agliate , istitui erede la so- rella Angelica vedova Bonfiglio coll'obbligo di pagare all' Ospedalc il legato di L. 600. (Testamento 15 ottobre 1808). Pirovano Gaspare , con testamento 20 settembi-e 1625, cliiamo eredi i figli ca- j)itano Giovanni Battista, sacerdote Lodo- vico , monsignore della i\Ietropolitana , c Carlo, giureconsulto, con un legato a favore dell'Ospedale di L. 300. Pirovano Gerolamo, di Antonio , con atto 26 maggio 1654, dono un credito di L. 1000. Pii'ovano conte Giacomo, lego Scudi lOl'. rrcstan.ento 19 marzo 1031;. Pirovano Giulio Cesare , giurecon- sulto, figlio di Giovanni Angelo , altro giu- reconsulto, con testamento 27 dicembre 1618 istitui eredi i nipoti Fabrizio e Giovanni Battista fi-atelli Romani coU'onere di un le- gato di L. 1000 per anni 6 a scarico di co- sckmii a favore del I'Ospedale. * Pirovano Mafieo. Legato di L. 2000 nel 1587. * Pirovano Maffeo. Legato di L. 25. (Te- stamento 22 dictmbre 1504). Pirovano Roberto, di Marco, soprano- minato il Cuni-. n arito di Valeria de Barza- piedi, sopranominata la Cunta, mori nel 1628 di un morbo chiamato malaccio. Con testa- mento 4 febbraio 1524, dopo di avere prov- vednto ad una figlia naturale , istitui erode 1' Ospedale , al quale pervennero nel 1550, perche soltanto in quest' epoca gli giunse fl la notizia della eredita, una casa ed alcuni ■ fondi in Missaglia. Pirovano sacerdote Vincenzo, mori il 23 iiovciiibre 1845 e con testaiiicuto in data di Vigano 5 ottobre 1841, istitui erede il fra- tello consanguineo Massimiliano, con un lega- to di L. 600 milanesi all'Ospedale. Prescrisse che il di lui cadavere fosse trasportato al ci- mitero senza 1' intervento del clero e senza suono di campane e che fossero invece fatti intervenire 200 poveri. Ordin6 che nel giorno dopo la sepoltura 1' erede facesse celebrare nella chiesa di Torevilla un uffi(;io da morto coll' intervento di 15 saccrdoti, ma senza cera nuova. Pissa Giuseppe. Legato di Lire 142 nel 1732. * Pissani Giacomo. Legato di Lire 60 nel 17118. * Pizzetto iiol)iIe Pietro. Legato di Li- re 377,7 no! 17()7. * Pizzi Paolo. Legato di L. 33 nel 1797. * Pizzi Michele , mori nell' Ospedale, al quale lego nel 1524 L. 25. * Pizzoni Francesco. Legato di L. 25 nel 1.529. Pizzoni Francesco, di Eligio, con te- stamento 25 settembre 1608 leg6 scudi 25. * P6 Gerolamo. Legato di L. 150 nel 1722. * Po Ignazio. Legato di L. 375 nel 1765. P6 Pietro Francesco, di Gerolamo, di Senago, mori il 23 agosto 1718 e con testa- mento 26 luglio 1710 leg6, anche per dispn- sizione del di Ini padre, L. 150. * Poggi Giovanni. Legato di Lire 2(> > nel 1(197. * Poggi Lazaro. l^egato di L. 100 nel 1492. * Pogliaghi sacerdote Francesco. Legat. di L. 200 nel 1803. * Pogliago Gaetano. Legato di L. V*' nel 1S17. Pojano Giovanni, dopo tre anni di de- genza nell'Ospedale fra gli incurabili, fei > il testamento 12 giugno 1749 istituendo eredi del poco che possedeva I'Ospedale stesso. * Polano Giacomo. Legato di L. 2'> nel 1530. ''' Polastri Andrea. Legato di L. lOU nel 1(!31. — BBS - * Polastri Giovanni Pietro, con testa- ir.euto '27 gennaio 1548, lego un diietto do- minie sii beni in Ceniusco Asiuario. «■■>' "-i none annuo di L. 73,1. Polli Giuseppa, di Carlo, nioii vcdov;; ,i T>oiiuMiivo Mandelli il 5 gennaio 1834, la- sL-iando un legato di L. 2000, il quale do- vette essero ridotto a L. 1381,1. * Polti Bernarda. Legato di L. SOOO. Mori d"anni ">7 il 7 iiiugno 1805. * Porno Gerolamo. Legato di L. 30 nel ICHl. Ponga Nicolao, di Giovanni Paolo, con atto 2(i settembre 1()35, don6 tutta la sun sostaiiza oerranieiite non considei-evole. * Ponte Glaudio. Legato di L. 575 nel 1683. * Ponti Antonio. LogatodiL.lOOOnel 1805. Ponti Giovanni Francesco, di Giu- seppe, di I'ara Gera d'Adda, con testamento 19 diceniliie 175<^. istitui erode I'O.spedale. * Pontirolo Archirolo. Legato di L. 25 nel 14i>8. Ponzoni Ambrogio, con testamento 14 aprile 1819. l»\uu Timporto di L. 614.94 italiane. dovntogli per somministrazioni di vasi I'atte all'Ospedale stesso. * Ponzoni Antonio. Legato di Lire 50 nel 1651. * Ponzoni Carlo. Legato di L. lOOnel 1793. * Ponzoni Caterina. Legato di L. 100 nel 15'^0. " Ponzoni Paola. Legato di L. 15 nel 1801. * Ponzoni Paolo. Legato di L. 1220 nel lt',r,3. Ponzoni Paolo Camillo con testamento 7 agosto 1621. logo L. 10 ^0 Porro sacerdote Aimo, figlio di Gio- vanni Angelo, dottore in ambo le leggi, ca- nonico ordinario e Primicerio della Metro- politana di Milano. mori il 3 aprile 1682, lasciando all'Ospedale, con testamento 3 lu- glio 1681, nn calesse del valore di L. 701 e dne cavalli del valore di L. 640 non che 2 L. 1000. Porro nobiie Francesco Galeazzo, figlio di Buono e di Ijipolito Porro, ammo- gliato con Bianca Brasca, istitui erede I'u- nico figlio maschio Giovanni Buono, il quale mori nel 1736 lasciando ercdi in egual por- zione le case Terzagbi, Odescalchi ed Olgiati dove furono collocate le sue sorelle. Con testamento 24 settembre 1700 lego all'Ospe- dale L. 1.50. * Porro Giovanna. Legato di Lire 40 nel 1535. Porro Giovanni Angelo, di Giovanni Antonio, con atto 12 aprile 1550 doni due annui redditi di coinplessive L. 324. * Porro Giovanni Antonio. Legato di L. 10 nel 1530. Porro conte Giovanni Battista, giu- reconsulto, figlio del senatore e presidente del Magistrato straordinario Camillo e di Emilia Visconti, marito di Bartolomea Ca- stelbesozzi, fu creato conte palatino e vicario di Provisione nel 1610. IMori senza figli nel 1631, lasciando erede il fratello J^odo- vico e i suoi successori in infinite, con un legato di Sciidi 6 all'Ospedale da pagarsi da ogni primogenitura della sua discen- denza. (Testamento 6 giugno 1631). Nel 1611 sovvenne gratis all'Ospedale i)er parecchi giorni L. 23(iix>. * Porro Lodovico. Per disposizione te- stamentaria di lui furono apprese dall'Ospe- dale perticbe 16 di terra in Lentatc nel 1590. * Porro Luigi. Legato di L. 20 nel 1524. * Porro Marco, di Giovanni. Mori il 'i settembre l.")13 legando con testamento dello stesso giorno L. 80. 334 — * Porro Marco Antonio. Legato di L. 20() nel 1587. * Porro Maria Caterina. Lo-^iato di 1,. 12 nel IWM. Porro Melchiorre, con testamento 7 iii;igi;io KiSS loi;o scndi 4. Porro Paolo Gerolamo, di Antonio, con testamento '£'> afjjosto 1624 lego L. 600. * Porro Pietro. Legato di Lire 1000 nel 178(;. * Porro Pietro Francesco. Legato di L. 120 nel 1507. * Porro contc Pietro Francesco. Le- gato di L. 1000 nel 1G81. Porro Protaso, di Francesco, istitui erede con testamento 18 dicembre ISBSl'Ospe- dale. La sostanza da lui abbandonata si li- mito ad un diretto dominio assentato su stabili in Rho col canone annuo di L. 36. * Porro Venturino. Legato di Lire 12 nel 1517. Porroni Bassiano, figlio di altro Bas- siano, niorl il 28 marzo 1603 e con testa- mento 8 detto mese ed anno istitui eredi Gerolamo e Bassiano I'ratelli Porroni e legu all'Ospedale il reddito per 4 anni dojio la di lui morte di due livelli uno di L. 1000 e I'altro di L. 460 assentati su beni in Bi- snate e Zelobuonpersico. Porroni marchese Gerolamo, con te- stamento 12 ottobre 1628 lego alcuni ar- genti. * Porta Bensperando. Legato di L. 200 nel 166R. Porta Bensperando, notajo di Cuvio, ihtituiti eredi i figli notajo Giovanni An- gelo e Giovanni Battista, leg6 all'Ospedale Scudi 13 d'oro, con testamento 11 dicem- bre 1603. * Porta Camillo. Legato di L. 350 nel 1680. Porta nobile Carlo Maria, di Gaetano. Mori nel gennaio 1823 d'anni 76 e con te- stamento 17 ajjrile 1818 istitui eredi i figli Glulio Cesare, nnico figlio maschio, Giuseppa Maria maritata col nobile Nicol6 Martinez, Giulia Signora della Guastalla e Giovanna col peso di un legato di L. 300 all'Ospe- dale. * Porta Cesare. Legato di L. 3000 nel 1630. - Porta dottor fisico Gerolamo. Legato di L. 100 nel 1632. Porta nobile Giovanna, figlia del no- bile Carlo Maria, altro benefattore dell'O- spedale e di Maria Pizzotti, chiamo erede il fratello nobile Giulio Cesare con un le- gato all'Ospedale di L. 200 (testamento 13 felibraio 1849). * Porta Giovanni Angelo. Legato di L. 78 nel 1611. * Portabd sacerdote Giuseppe, di Varese. Legato di L. 100 nel li;;)7. * Portalupi Giuseppe. Legato di L. 10() nel nsc. Portalupi Luigia, vedova Torriani,niori il 22 agosto 1854 e con testamento 12 detto mese ed anno legA h. 80. * Portinari Cornelio. Legato di L. 200 nel 1587. * Pozzi Bianca. L'Ospedale erede di lui ebbe nel 1625 L. 3633 importo della sua sostanzn. Pozzi Caterina, di Giovanni Battista, soddisfat^to delle cure prodigatele nell'ultima sua malattianeirOspedale, fece il testamento 2 febbraio 1640 nominandolo erede della sua sostanza. Pozzi Caterina, di Gabricle, di Ven- di-ogno nella Valsasina, con testamento 28 marzo 1664 lego L. 200 per gratitudine per le cure amorevoli che le furono prestate dai Medici e dai Ghirurghi nella occasionc clie fu raalata nell'Ospedale stesso. '" Pozzi sacerdote Cristoforo. Legato di L. 50 nel 1518. Pozzi Francesco, di Tomaso e Madda- Icna Omati, con testamento 4 ottobre 1485 istitui erede 1' Ospedale della tenue sua sostanza. * Pozzi Francesco di No.sadello. Legato di L. 1350. (Testamento 22 dicembre 1612). Pozzi sacerdote Francesco , canonico di Perego , leg6 Lire 60 , con testamento 1 maggio 1816. Pozzi Giacomo , di Paolo , con testa- mento 26 luglio 1720, istitui erede 1' 0.s2>e- dale al quale pervennero circa L. 2500. Pozzi Giovanni Maria, mori nei primi mesi del 1675 beneficando 1' Ospedale con un legato di Lire 200 con testamento 8 di- cembre 1674. Pozzi Giovanni Pietro , dispose della sua sostanza 1' 8 agosto 1623 e qualche giorno dopo mori lasciando erede la figlia Caterina maritata con Gerolamo Pozzi col peso di un legato di L. 400 a^ favore del- I'Ospedale. * Pozzi Isabella. Legato di L. 150 nel 1638. Pozzi Luigi, di Giovanni Giacomo, pose a carico delle di lui sorelle ed eredi 1' an- nuo perpetuo legato di L. 120 da jjagarsi SB.') — airOspedale Mnggiore. (^Testamento 21 aprilc 151T\ * Pozzi Luca. L« i;ato di L. 30 nel 1800. * Pozzi sacenloto Majno. Legato di L. .')0 nol l.V_>;?. * Pozzi sacerdote Pietro. Legato di L. 21 nol ITSG. Pozzi sacerdote Pietro, tit,'lio di Filippo e di GiuseppaSiinonetta.tappellano del L. P. della Stella, iiiori il U settembre 1800 di- sponendo con testamento 14 uovembre 17P8 il legato a tavore dell'Ospedale di una ce- dola del valore capitale di L. 2000 esistente presso il monte di S. Teresa nella classe dei sowentori alia Camera Aulica di Vienna intestara Trippn bella. Pozzi Teresa, sorella del suddetto, ex monaca del soppresso monastero di S. Apol- linare , mori il 27 settembre 1798, legando air Ospodale , con testamento 27 settem- bre 1795 e codicillo 16 giugno 1798, alcuni oggetti d'argento nel solo caso in cui fosse stata disciolta la infermeria di S. Bernar- dino in Milaiio dove si ricovero dopo la soppressione dell'ordine. II caso si k> verifi- cato Fanno 1829, per cui I'Ospedale consegui milanesi L. 2-tO. valore degli argenti venduti. Pozzobonelli Cesare, di Gerolamo, e di Barbara Trechi , sposo Bianca Tradati, alia quale leg6 1' usufrutto generale anche in considerazione delle premure dimostra- tegli. Mori in Monza lasciando le disposi- zioni testamentarie 19 ottobre 1570 colla istituzione di erede a favore dell'O.spedale , al quale pervennero circa L. .5400, valore di tre diretri clnmiiiii. * Pozzobonello Ercole. Legato di L. 17. (Testamento 28 febbraio 1553> * Pozzobonello Giovanni Giacomo. Con atto 10 luglio 1.51S donu un direttu do- minio in staljili in V;ipi-io col canone di L. 10. * Pozzobonello Prospero. Legato di L. 1») nel 1525. * Pozzoli Bartolomeo. Legato di L. 16 nel 1516. Pozzoli Carlo , figlio di Antonio e di Monica Lucina. fittabile dell'Ospedale a Mu- socco, con atto 27 settembre 16.54 don6 al- cuni stabili in Lnrago. * Pozzoni Giovanni Pietro. Legato di L. .Vi jiel 1.^79. Prada Gaetano , di Antonio , mori nel 1837 cbiamando a raccogliere la suasostanza la chiesa parrocchiale di S. Nazaro di Mi- lano col peso di un legato a favore deU'O- spedale di L. 1000. Pradella Elisabetta, interprote dei sen- timonti del predet'unto di lei niarito, Gero- lamo Beccaria, logo all'Ospedale L. 200 ini- periali. (Testamento 17 maggio lt>38). * Prandi Giuseppe. Legato di L. 165 nel 1764. Prandoni sacerdote Antonio Maria , canomco della Cliiesa di .S. Aiulirogio di Milano , istitui erede la chiesa di S. Celso ricordato I'Ospedale con un legato di L. 1200. (Testamento 3 ottobre 1655). * Prandoni Daniele. Legato di L. 600 nel 1661. Prandoni Giovanni Paolo, con atto 25 gin,i,MK) ltj(;:i JoiiA L. 1317,8. Prata Alessandro , di Giovanni Gia- como, con testamento 20 aprile 1604, lego L. 100 imperiali. Praia Antonia, di Giuseppe, non avendo alcun prossimo parente nello stato di Mi- lano, chfe di una sorella maritata al di la della citti di Torino non aveva avuto da molto tempo alcuna notizia , istitui erede r Ospedale della poca roba che possedeva anche in compenso delle cure prodigatele nelle infermerie ospitaliere. (Testamento 5 giugno 17791. Prata Enrico, di Antonio Maria, legu L. 100 con testamento 5 marzo 1602. Prata nobile Francesca Maria, vcdova di Luigi De Cristoforis , mori il 28 feb- braio 1834 , lasciando un legato all' Ospe- dale di Lire 300 con testamento 20 feb- braio detto anno. * Prata Martino. Legato di L. 12 nel 1493. * Prata Pietro Francesco. Legato di L. !.")() ml lU!i:5. Prato Giacomo Antonio, di Giovanni Ambrogio, di Corbetta, avendo avuto occa- sione di fruire della beneficenza ospitaliera senti il bisogno di dimostrare la sua ricono- scenza coll'istituire erede della modesta sua sostanza I'Ospedale con testamento 6 mag- gio 1591. * Prato sacerdote Giovanni Battista. Legato di L. 30 nel 1806. * Prattini Zaccaria, ammogliato con Bea- trice Garceso, istitui erede I'Ospedale la- sciandogli una sostanza di circa L. 2000 CMastrr, 1626-16121. * Prealoni Lazzaro. Leg.iti. di L. 20 nel 1485. Preattoni Gaspare, di Battista, marito di Margherita Abbomlio, con atto 30 settem- bre 1647 don6 all'Ospedale L. 2400. 336 ^^ PreboniMatteo. Legato di L.lOOnel 1628. Preda Francesca,
  • nel Km I. * Pusteria Guglielmo. Legato di L. 10^ nel 15S0. Pusteria Margarita, di Cesare, di Men- drisio, grata per le cure prodigatele nel- rOspedale, lego a di lui favore L. 50 con testamento 4 dicembi-e 1636. * Pusteria Nicolo. Legato di Lire 90 nel 1721. * Pusteria Pietro Martire. Notajo. Le- gato di L. TiO iiel 1530. * Quadri Cristoforo. Legato di Lire 100. (Mastro 1605-1608). * Quadri Somaschino Giuseppe. Le- gato di L. 40(1 nel 1630. * Quarteri Rinaldo. Legato di Lire 300 nel 1628. Quaglia Marta, lasci6 all'Ospedcile con testamento 29 .settembre 1584 la poca roba che possedeva. Quarasia Margherita, vedova di Ge- rolanio Muzio, istitni eredi i figli Francesco e Giacomo fratelli Muzio e Paolo Gerolamo di lui nipote favorendo I'Ospedale con un legato di Ducatoni 4 che si ritennero del valore di L. 23. (Testamento 13 agosto 1631). Querci Anna, vedova di Francesco Fio- ' ravanti Melzi, niori il 26 novembre 1786, legando con testamento 14 agosto 1784 L. 1200. * Quinzani Francesco. Legato di L. 40 nel 1502. * Quinzani Giovanni Pietro. Legato di L. liTO ,„.l l.m-). Rabajetta Maria, di Francesco, grave- mcnte ammalata fcce nell'Ospedale il testa- mento 13 novembre 1673, lasciando il poco che possedeva all'Ospedale stesso. Rabbia conte Antonio, figlio di Fran- cesco, dei conti di Melzo, altro dei 12 di Provisione della citta di Milano, visitatore dei prestini di Milano, deputato del Capitolo Ospitaliero negli anni 1638, 1639, 1643 e 1647, mori giovine e celibe lasciando il te- stamento 5 ottobre 1647 fatto a Varese, dove si era recato nella speranza di riacqui- stare la salute. Istitni erede I'Ospedale, ri- servata la quota di legge al superstite di lui padre. La sostanza da lui abbandonata si limiti al capitale di L. 2200 inscritto sul Banco di S. Ambrogio, e in alcuni argenti. Rabbia nobile Bernardo, figlio di Ga- leazzo, di Borgomainero, fu nominato nel 81 — 338 ~ 1542 ricevitore ed esattoi'e della tassa fo- colare della citt^ e contado o inarcliesato del Novarese, e nello stesso anno, tcuuto conto della sua prudenza, integrity e de- strezza, fu mandato a Novara per esigervi la detta tassa focolare. Due anni dopo fu incaricato di riferire sul contrabbando del sale in Novara. Nel 1554 fu autorizzato a portare in Borgomainero spada, pugnali e arcbibugi a ruota ncUa sua qualiti\ di con- tro scrittore del commissariato di detto Borgo, per decreto di Fcrrando Gonzaga luogotenente dello stato di Milano. Sposo Anna Rabbia die gli sopravvisse e alia quale lego I'usufrutto vitalizio di una casa in Borgomainero. Mori senza figli nel .set- tembre 1570, lasciando erede con testamento 18 agosto detto anno, I'Ospedale al quale per- Tennero una casa cd alcuni stabili in detto comune di Borgomainero, non cbe alcuni ciediti di poca importanza. * Rabbia Cristoforo. Legato di L. IGO nel 1504. * Rabbia conto Fulvio. Legato di L. GOO nel 1651. * Rabbia Fulvio. Legato di Lire GO nel 1589. * Rabbia Giovanni. Legato di L. 5000 nc'l 1572. * Rabbia Luigi. Legato di L. 16. (Testa- mento 8 agosto 1500). Rabbia Martino, di Gerardo, lego un credito di L. 400, con testamento 21 no- vembre 1497. Rabbia Pietro Antonio, di Bernardo, oriuiido Milanese, battiloro a Barcellona, lego ■all'Ospedale di Milano, con testamento 2 lu- glio 1562, un censo di L. 1000. * Rabbia Pietro. Legato di L. 16 nel 1471. * Racca Clemente. Istitui erede I'Ospe- dale nel 1569, anno in cui mori. Pervennero L. 500 valore del mobilio e alcuni stabili in Candia di Loinellina. Racchetti Giovanni Pietro, lego al- r0.spedale il credito che professava verso lo stesso per somministrazioni di bicchieri fattegli per I'importo di L. 1387. (Testamento 28 settembre IGBO;. * Racchi Ferrante. Legato di L. 287.10 nel 1634. Rachis Giacomo, con testamento 3 feb- biaio 1623, leg6 L. 300. Radaelli sacerdote Ambrogio, di Ello, po-e a carico del di lui liatullo ed erede Gerolamo, il legato di L. 1000 all'Ospedale, con testamento 20 maggio 1767. * Radaelli .sacerdote Federioo. Legato di L. 600 nel 1759. * Radaelli Giuseppe. Legato di Lire 40 nel 1719. Radaelli Giuseppe Gesare, notaio di Milano, rogi dal 1763 al 1804. Nacque in Milano il 10 dicembre 1735 da Francesco e Maria Anna Gbirlandi. Mori 1'8 novembre 1804, cbiamando erede, con testamento 16 febbraio 1802 I'Ospedale, al quale jjervenne una sostanza nitida di L. 6234.8.9, costi- tuita da una casa in Milano in via di S. Am- brogio dei disciplini. Radaelli Maria Fedele in religione e Graziosa al secolo, figlia di Alessandfo, ex monaca del soppresso monastero di S. Mau- rizio di Milano, o monastero maggiore, lego all'Ospedale L. 10 milanesi. (Testamento 1 settembre 1H29). * Radaelli Marta. Legato di L. 70 nel 1673. Radaelli sacerdote Paolo, di Stefano, fu nominato chierico della Cliiesa dell'Ospe- dale nel 1760, dopo alcuni servizii da lui prestati in tale quality ai Nuovi Sepolcri o Fopjjone. Dopo 7 anni di servizio fu dimesso perche non pareva inclinato alia carriera ecclesiastica, ma poi avcndo tenuto una con- dotta esemplare vi fu riammesso. Intanto che prestava questi servizii studi6 teologia e cosi pote esssei-e promosso al sacerdozio. I suoi servizii all'Ospedale continuarono nella qualita di sagrista. Con testamento 30 mag- gio 1809 istitui erede il nipote sacerdote Gio- vanni Battista lladaelli, Parroco di Cajello, con un legato all'Ospedale di L. 600. Radaelli sacerdote Pietro Francesco, Coadiutore della chiesa di S. Bartolomeo, istituiti eredi i nipoti Giuseppe e sacerdote Angelo Radaelli, lego all'O.spedale L. 307,01, per una volta, con testamento 22 maggio 1817. * Radice Francesco. Legato di lire 35 nel 1576. Radice Laura. Con atto 14 aprile 1673 don6 L. 155,10 Radice Pietro, di Filippo, con testa- mento 24 febbraio 1573, istitui erede I'Ospe- dale, dopo di aver convenienteinente prov- vcduto alia moglie Margarita Minioni. Raggi Cesare Antonio, Giureconsulto figlio del dottor fisico I'ictro Fi'ancesco, mori in Milano nella casa N. 3289, in via della Palla, il 1 dicembre 1826. Con testan.ento 1 luglio detto anno, lego all'Ospedale il li- 339 ^ velloiliL. 7,0,4 doviito dalla casa Boljijiojoso ed assentato sopra heni in Trezzano. Ragni sacordoto Agostino, fiplio di An- tonio I' di Ginsepjia Mont'ezzono, niori a Ca- raeri. diocesi di Novara, legrando all' Ospe- dale di Mil.nno. con tostanicnto '23 niarzo 1855. L. 2000. Ragni raijioniorf Gabriele, ammogliato con Maria Beretta, legO) L. KH.), con testa- mento 25 gingno 1825. Raguzzi ingegnere Luigi, di Domodos- sola. Mori il 10 agosto 1S19 o con testa- mento 2 detto mesc, istitui eredi Ic sorelle Donienica e Marianna di Canobbio, mettendo a lore carico il legato di L. 2000 a favore deirOsjirdalo ^fairgiorp di Milano. Raiberti Benedetto, chinirgomaggiore, marito di Caterina Oltrocchi, legA L. 150. con testamcnto 15 ottobre 181G. !^^oli I'll luglio 1820. Raiberti dottore fisico Gaetano, figlio del suddetto. Ieg6 L. 3000, con tcstamento 8 niaggio 1870. * Raiberti Giovanni Lodovico, chi- rurgo. Legato di L. 10 nel 1803. * Raimondi Battista. Legato di L. 11,19 pairato dal Luogo Pio della Misericordia, erede di liii. nel 15i>4. * Raimondi Nicolao. Legato di lire 20 nel 1487 * Raineri Giovanni Battista. Legato di L. .5 nel 100!>. Rainoni Ginevra, i.stitnl erede I'Ospe- (Inlc della sna susinnza di ]ioca con.'^istenza eon test.nnuMito 3 giii'j,iio 150.5. Rainoni Giovanni Paolo, (m.-ilifuato nobile in varii documenti, era figlio di Fran- ce-ssco e della nobile Angelica Sacchi. Do]io di aver fatto sette te.stanienti, finahnente nell'ot- tavo ed ultimo in data 27 maggio 1031 i.stitui erede I'Ospedale di Jlilano della .sua sostanza che non oltrepass6 le L. 3100. Abitava sotto la parroccbia di S. Carpoforo e ciofe nella via detta delle Rrrraric Soriane. Raiteri Giuseppe, mori il 17 febbraio 1842. Furono eredi la moglie, Maddalena Do Vecchi, e I'unico figlio Carlo coll'onere di nn legato di L. 100 mil. all'Ospedale. (Te- stamento 14 febbraio 1842). * Ramponi Francesco. J^egato di L. 1.50 nel 1708. * Rana Clemente. Legato di L. 1000 nel 1500. Rancati Luigi, notaio di ■\rilano, lascii due figlie, Francesca e Laura, lo quali rac- colsero la di lui sostanza col peso di un le- gato di L. 200 a favore dell'Ospedale a ri- sultanza del testninentn 17 settemljre 1713. * Rancati Giovanni Antonio. L' Ospe- dale ebbe per eredita di lui una casa in P. Orientale, parroccbia di S. Rabila nel 1521. * Ranzani Giovanni Battista. Legato di L. IfX) nel 1810. * Ranzani Paolo , di Turbigo. Legato di L. 10() nel 1772. Rasi ragioniere Paolo , lego all' Ospe- dale nel 1815 L. 38.3.6. Dal 1775 al 1804 presto servizio nella qualita di ragioniere, cassiere e segretario al nobile don Giacomo Sannazzari, benefattore dell'Ospedale. I suoi servizii continuarono anclic dopo la morte del detto benefattore facilitando cosi al- 1' Ospedale erede la liquidazione evedi- taria. Terminata questa, fu applicato alia ragioneria dell'Ospedale in riguardo alio di lui prestazioni tanto iitili e tanto distinte. *• Rasini ' Rinaldo. Legato di ij. lo. (Tc- .stamento 28 febbraio 1513). * Raspa N. Legato di L. 100 nel 1703. Rasparoli Marta, figlia di Bernardino e di Apollonia Bonomina, vedova di Andrea Isacchi, mentre si trovava degente nell' 0- spedale di S. Ambrogio , fece il testamento I 1 ottobre 1582, istituendo erede I'unico di lei figlio Giovanni Battista Isacclii, con un. , legato airOsjicdale di L. 100. — 340 — Rataci <> Ratazzi Paolo, negozinnte di ilrapjji di seta, ammogliato con Paola Brio- schi, con testamento 20 settembre 15G5 isti- tui ei-ede 1' Ospedale col vincolo dell' usu- frutto a favore della di lui madre Doniina Do Vecchi, e colla condizione, clie , cessato I'nsufrutto, la di lui sostanza fosse erogata nell'ampliare I'Ospedale di S. Lazaro, altro degli ospedali aggregati all' Ospedale Mag- giore. Pervenne una piccola casa in Milano in via Posvaghetlo, ora Poslaglietto. Rataggi sacerdoto Giorgio , canonico prcbeiidato di S. Giorgio in Palazzo di Mi- lano e poi proposto nella chiesa di S. Gervaso e Protaso in Castello so2)i"a Lecco, figlio di Giovanni Battista, con testamento 1 dicem- bre 1590 istitui erede I'Ospedale della tenue sua sostanza, consistente nel valore dei mo- bili in L. 320 e in un livello di L. 100. Ratti Angelica, di Marco Antonio, ma- ritata con Crifilot'oro Brascbi , cliianio 1' 0- spedale a raccogliere la tenue sua sostanza ancbe in compenso delle cure prestatele nel- 1' ultima sua malattia. (Testamento 27 set- tembre 1636). Ratti Angelo Maria, riconoscente per le cure amorevoli prestategli nell'Ospedale nell'ultima sua malattia, con testamento 13 giugno 1753 gli leg6 L. 300. Ratti Antonio, di Francesco, staffiere, al .servizio del notaio Antonio Calvi, con testamento 27 giugno 1795, istitui erede I'O- spedale al quale perveimero circa L. 4000. * Ratti Giovanni Antonio. Legato di L. 20 nel 17S2. * Ratti Giuseppe. Legato diL. 100nell790. Ratti Luigi, di Giuseppe, con testan:iento 15 marzo 1845, istitui eredi i figli Giu- seppe consigliere del tribunale, Pietro, im- piegato fiscale, e dottor fisico Enrico, con proibizione di ogni c qualunquo apparato funebre di lusso, e con un legato a favore deirOspedale di L. 1300 milanesi. II figlio Giuseppe fu altro dei menibri del Collegio dei Conservatori, che funziono nell'Ospedale quale autorita intermediaria fra 1' ammini- stratore e la Delegazione provincialc dal 1850 al 1859. * Ratti Lodovico. Legato di L. 300 nel 1625. Ravasi sacerdote Ferdinando, parroco ili ("arimate, mori il 1 maggio 1T9T legando con testamento pubblicato due giorni dopo L. 50. Ravasi Giuseppe, con testamento 2 aprile 1803 istitui erede Del Mattis Teresa vedova Tavella con un legato all' Ospedale di L. 300. Mori il 19 geniiaio 1807. * Ravazzi sacerdote Ferdinando. Legato di L. 50 nel 1798. * Raversa Ambrogio. Legato di L. 150. (Testamento 3 settembre 1499). * Raverta Francesco. Legato di L. 180 nel 1655. Raverti Fabrizio, mori ad Alessandria di Piemonte nell'ai)rile 1633 ricordando I'O- spedale di Milano con un legato di Scudi 25 scritto nel suo testamento 5 ottobre 1623. * Raviglio awocato Carlo. Legato di L. 30 nel 1803. Ravioli Giovanni Battista, di Giorgio, con testamento 30 marzo 1603, lego L. 589.12 imperial! dovutegli dal conte Pirro Viscouti Borromeo per salari insoddisfatti dei servi- zii da lui prestati a Roma e a Milano al conte Fabio Visconti. Ravizi Pietro, di Domenico, famiglio, di S. Pietro Cusico, istitui erede I'Ospedale del poco che possedeva anche in compenso delle spese sostenute per la cura prestatagli nelle infernierie Ospitaliere. (Testamento 23 settembre 1637). * Ravizza barone N. Legato di Lire 50 nel 1795. * Ravizza Angela Maria. Legato di L. GOD nel 1720. * Ravizza Giacomo. Legato di Lire 15 nel 1804. * Ravizza Giovanni Antonio. Legato di L. 100 nel 1742. * Razzi Ambrogio. Legato di Lire 25 nel 1493. * Re Giacomo. Legato di L. 40 nel 1501. * Re sacerdote Giacomo , rettore della chiesa di Montevecchia. Dono nel 1519 L. 396. Re Margherita, di Antonio, non avendo parent! ed essendo stata soddisfatta delle cure prestatele nell'Osi:)edale, fece il testa- mento 23 luglio 1740 chiamandolo erede della sua sostanza consistente nella sola masserizia di casa. * Re Marta Caterina. Legato di L. 24 nel 1624. * Re Olivero. Legato di L. 600 nel 1643. * Rebuff Maddalena. Legato di Lire 10 nel 1777. * Rebugo Giovanni. Legato di Lire 10 nel 1541. * Rebdotto Alessandro. Legato di Li- re 147,10 nel 1575. — 341 Recrozzi Antonio, di Giovanni Battista, cou testainento 3 agosto 1680 obbligo la di lui erede Lucia Soffientini a pagare al- rOspedale L. 50 imperiali. * Redaelli Domenico. Legato di L. 60 nel 1771. * Redaelli Giacomo Filippo. Legato di L. lu). M;istr» lt;o-_> al HK»1;. Redaelli Giovanni Pietro, di Gio- vanni Aiigelo. con testameuto 26 setteui- bre 1602 cliiam6 erede il figlio Pietro An- tonio con ordine di priniogenitura e con sostituzioue per lj3 cad. a I'avore dell'Ospe- dale, del Monastero di S. Pietro in Gessate, e del Monastero di S. Maria Yalle, sostitu- zioue che si e veritlcata nel 1G59. * Redaelli Isabella Maria. Legato di L. :;•; iiti i7i;\ * Redaelli Maria Camilla. Legato di L. 25 nel 1587. Reddia sacerdote Gaspare, di Fran- cesco, della Congregazione di S. Filippo Neri, istitui eredi alcuni suoi nipoti con un legato di L. 200. ^^Testamento 1 settem- bre lt'S7 . Redenasco marchese Francesco, dei niarchesi di Settala, senatore. Con testa- mento 14 gennaio 1651 istitui erede il figlio postumo Francesco Omobono, disposto un legato di Scudi 1500 a favore dell'Ospedale. Redia Giovanni. Lego a sgravio di co- scienza Scudi 50 con testamento 17aprile 1675. Reina Biagio, di Giovanni Battista, lego un credito che professava verso Da- niele De Capit.ani. (Testamento 4 dicem- bre 1668J. * Reina Gerolamo. Legato di Lire 100 nel 1663. * Reina Giacomo. Legato di L. 40 nel 1495. * Reina Lodovico, capitano. Legato di L. 24111 •>rastro 16o.5-16(:)8). Reina MaflFeo, di Ottaviano, leg6 Li- re lOCx) con testamento 27 maggio 1630, a carico dell'erede Giuseppe Porroni. * Reina Maurizio. Legato di Lire 177 nel loTfi. * Reina Pietro. Legato di L. 40 nel 1502. * Reina sacerdote Pietro. Curato di No- vate. Legato di L. 400 nel 1791. * Reina Pietro Francesco. Legato di L. 413 nel 1580. * Reinaldi Giovanni. Legato di L. 570 (Ma>tro l(;(>2.ir,nl . Remondini Giovanni Antonio , di Baffaele, negoziante in ferro, rimasto vedovo di Isabella Rabbia, sposi Clara Prati. Con testamento 9 agosto 1630, istitui erede I'Ospe- dale, riservato 1' usutVutto alio di lui figlio Clara e Felice. La consistenza della eredita I'u di circa L. 8000 conipreso una casa al Carrobbio. Leg6 al L. P. di Loreto L. 300. Mori nel settenibro 1630. * Renolio Bartolomeo. Legato di L. 50 nel 1660. * Repossi sacerdote Giovanni. Legato di L. 211 nel 1804. Repossi Margarita, di Pietro Giorgio. moi"i neirOspedale nel maggio 1699, isti- tuendo erede I'Ospedale stesso della tenue sua sostaiiza (Testamento 22 gennaio 1699;. Rescalli aobile Carlo Federico, figlio di Marco Aurelio banchiere e di Violante Somaglia, dei marcliesi di Villa Cortese e dei conti di S. Vittore, istitui eredi i fra- telli Paolo Gerolamo bancliiere e Ilarione, beneficato 1' Ospedale con un legato di Li- re 300 con testameuto 7 nprile 1686. * Rescalli Pietro Antonio. Legato di L. 3000 nel 1704. * Reschigna Giuseppe. Legato di Li- re 25 nel 1762. * Reschina Filippo. Legato di Lire 50 nel 1791. ■^ Resta sacerdote Francesco. Legato di L. 1200 nel 1610. * Resta Gerolamo. Legato di Lire 20 nel 1521. * Resta Giacomo Antonio. Legato di L. 773 nel 16CW. * Resta Giovanni Ambrogio. Legato di L. 50 nel 1539. * Resta Giovanni Maria. Mori il 4 ago- sto 1524. Legato di L. 25 nel 1528. * Resta Giulio. Legato di L. 5900 nel 1574. * Resta Nicolao. Legato di Lire 214.15 nel 1.533. * Resta Nicolo. Legato di L. 116 nel 1555. * Restelli Antonio. Legato di Lire 30 nel 18(X). Restelli Giuseppe, infermo nell'Ospe- dale, fece il testamento 27 ajn-ile 1747 no- minandolo erede della sua piccola sostanza coll'obbligo di dare qualche cosa a titolo di carita ,illa sua moglie. * Restellini Carlo Domenico. Legato di L. 15,35 nel 1818. * Resti Antonia. Legato di L. 16 nel 1495. * Resti Fiorina. Legato di L. 16. (Testa- mento 31 marzo 1508). 842 * Resti Gallo. Legato (li L. 50. (Testa- JBOiito 2:5 aprile 1511). * Resti Giacomo. Legato di L. 10 nel 1493. Reverta Caterina, del Borgo degli Or- tolani, con testamento 8 gennaio 1674, istitui credo I'Ospodalo della ])Oca mobilia di casa. * Reverta Giovanni. Legato di lire 60 nel 170]. * Revislato Maria. Legato di Lire 11,10 nel IG^O. Rezia Angiola, mori il 30 aprile 1628 e con testamento 3 aprile detto anno lego L. 200. * Rezzonico Sulpicio. Legato di L. 2G. (Testamento.... gennaio 1590). * Rho Alessandro. Legato di L. 100 nel 1491. * Rho Camillo. Legato di L. 100 nel 1576. * Rho Carlo. Legato di L. 137,10 nel 1553. Rho Cristoforo, marito di Anna Cor- betta, vetturale ed affittuario delle botteghe sottoposte all'Ospedale e del Cascinotto. Ieg6 all'Ospedale nel 1729 L. 5000. * Rho Francesco Maria. Legato di L. 405 nel 1653. * Rho Giovanni Antonio. Legato di Li- re 50 nel 1575. * Rho Giovanni Paolo. Legato di L. 200 nel 1539. Rho sacerdote Giuseppe Antonio, par- roco di Intimiano, mori il 15 gennaio 1825. Nel 1814 mutuava al Canonico Tomaso Mai- noni la somma di mil. L. 20000 coU'obbligo di corrispondergli vita durante L. 600 mil. e colla condizione che dopo ladilui morte il capitals fosse distribuito frarOspedaleper3i4 e i poveri per I'altro quarto, pfon essendo detto di qual Ospedale si trattasse I'Ospe- dale di Como tentS di far giudicare che il legato fosse a lui dovuto. Mentre quell o di Milano riteneva essere stato fatto a di lui favore essendoclie Latimiano e altro dei Co- muni aventi diritto alia beneficenza Ospita- liera di Milano. Finalmente si venne ad un arbitrate il quale decise clie all'Ospedale di Milano fosscro pagate L. 3000 anche in via di transazione. * Rho Ippolita, morta a Napoli. Legato di L. 50 nel 157B. *• Rho Melchiorre. Legato di L. 16 nol 1498. * Riboldi Alessandro. Don6 nel 1589 una vigna a Besana affittata per annus L. 25. * Riboldi Francesco. Legato di L. 150 nel 1798. Riboldi Giacomo Filippo, causidico collcgiato di .Milano, Icgn Scndi 200, con te- stamento II gennaio 1625. Riboldi Giovanni Andrea, di Giovanni Angelo, con atto 23 novembre 1620 dono Li- re 6000 imp. coU'obbligo di pagare a lui e alia di lui moglie Lucia Riva annue L. 300. * Riboldi Maria. Legato di L. 105,1,3 nel 1781. * Riboldi Maurizio. Legato di L. 100 nel 170(i. Ricchi Antonia, lego L. 100, con testa- mento 16 dicembre 1623. Ricci Camilla, di Gerolamo, cremasca, mori vedova in prime nozze di Francesco- Conradi, e in seconde nozze di Giovanni Pietro Franchi genovese. Istitui erede I'Ospe- dale della piccola sua sostanza con testamento 23 dicembre 1623 fatto mentre sitrovavari- coverata nelle inferraerie Ospitaliere. * Rigamonti sacerdote Francesco. Cano- nico di Agria in Ungheria. Legato di L. 375 nel 1580. Rigamonti Giovanni Angelo, di Mi- cliele, mcrcante di seta in societk con altri, ammogliato con Giulia Cbiesa, mori a Dolo di Borgogna il 1 settembre 1595 e con testa- mento 2 settembre 1590e codicillo27 agosto 1595, istitui erede I'Ospedale, il quale conse- gui circa L. 4245. • * Rigamonti Giovanni Battista. Legato di L. 150 nel 1(:;33. * Righetti Carlo. Legato di L. 15 nel 1795. * Righini Ippolita. Legato di L. 23 nel 1632. Rigoli Antonio, leg6 L. 100, con testa- mento 19 luglio 1825. Rigolo Giovanni Maria detto della Ccmarota, figlio di Giovanni Giacomo, di Cit- tiglio , leg6 all' Osjjedale di S. Vincenzo , dove era ricoverato fra i pazzi I'unico suo figlio, L. 50 in benemerenza delle cure pre- state alio stesso. (Testamento 10 gennaio 1580). * Rigoni Giulio. Legato di L. 300 nel IGOO. Rimoldi Cesare , di Ambrogio, marito di Francesca Fossati, di Tradate, cou testa- mento 18 luglio 1630, istitui erede 1' Ospe- dale colla prescrizione di farlo seppellire in Casbenno dove si era recato p)er villeggiare e dove mori. Rimoldi Francesco Maria , di Giu- seppe, di Baggio , chirurgo , mori nel set- tembre 1763. Istitui erede la moglie Fran- cesca Bressi , semprecbe fosse rimasta in istato vedovile. All' Ospedale lego I'importo 348 della inol)ilia di casa , il quale fu di Li- re lo82.14.G. Voile csclusi i suoi parenti perche tutto quello che possedeva ova opera deiriiulustria, della I'atica e guadagno della dilui protessiouo. (Testaineuto IG tebb. 1759). Ripamonti Giulio , di Agostino , mori ai priiui di leLbraio del 1839 in Milano nella casa al poiite di P. Bomana al n. 4041. Con testaiuento ;W luglio 183G, istitui erede la moglie Croce Maria, la quale dovette pa- gare a tacitazioue di pretese ad una figlia del prime let to L. 1800 riducendosi la so- stanza di L. 4000 a L. 2200. In causa di questo iinprereduto pagamento, il legato di L. 600 che aveva disposto a favore del- rOspedale dovette essere ridotto a sole Li- re 150. Ripamonti Pietro , di Giuseppe An- tonio , mori a Mojana ai primi d' aprile del 1847 lasciaudo eredi , con testamento 22 marzo 1841, i fratelli Giuseppe, sacerdote AgOstino ed ing. Eugenio colT onere di un legato di L. 1800 alTOspedale di Milano. Risi Gian Paolo, di Francesco, ammo- gliato con Cornelia Lampngnani, con testa- mento 29 aprile 1551, legi all' Ospedale al- cuni stabili da lui posseduti nei territorii di Induno e di Cuggiono di Pert. 870 col I'ob- bligo di darli in affitto a persone da lui de- signate ad un soldo alia pertica. Insorta lite fra i consanguinei del Eisi e 1' Ospe- dale, si addivenne nel 1707 ad una transa- zione per effetto della quale pervennero al- rOspedale sole L. 1600. * Risi Pietro. Legato di L. 200. iTesta- mento 19 novembre 1571 . ■* Ritorto sacerdote Bernardo. Legato dl L. m) nel 1631. * Riva Ambrogio. Legato di L. 200. (Te- stamento 11 luLrli" 1497j. •* Riva Andrea. Legato di Lire 200 nel l-^^s. Riva Angela, per circostanze di fami- glia e finanziarie dovette partecipare alia beneficenza ospitaliera nell' ultima sua ma- lattia e in questa occasione fece il testa- mento 31 maggio 1683 lasciando erede TOspe- dale dei mobili di casa e dei pochi quat- trini che le a])i/:irt<:-nevano. Riva Bartolomeo, di Giorgio, mori a Galbiate, sua patria, il 6 aprile 1787, senza figli e lasciando vedova Giulia Ratti. Con testamento 3 maggio 1782, istitui erede il nipote Giorgio Gerosa ed i suoi figli ma- j^'lii f! disrcncl.-Titi in infinito e nel caso di estinzione della linca vi sostitui I'Ospodale. II caso si 6 verilicato nol 1795, per cui rOspcdale pcrocpi L. 1674,1,4. * Riva Benedetto. Legato di Liro 200 nol 1613. * Riva Bernardino. Legato di Lire 100 nel 1679. * Riva Carlo. Legato di L. 300 nel 1660. Riva Cristina, di Giacomo, agiata, con testamento 15 gennaio 1866, lego all'Ospe- dale L. 170(1. Mori nubile in Milano nella casa in via Yelasca n. 2, il 27 febbraio 1885 per paralisi cardiaca, d'anni 92. Riva Cristoforo, di Giovanni, detto Belogvo. di Bartesago, lego L. 200, con te- stamento 11 aprile 1580. Riva Cristoforo, di Cipriano, nomiiiata erede Tunica figlia Anna, lego all'Ospedale L. 1000 imi^eriali con testamento 2 ago- sto 1604. Riva Filippo, mercantc di panno, con testamento 13 gennaio 1625, lego L. 1000 imperiali da essere pagate subito dopo la sua niorte in tanto panno della sua bottega. * Riva Francesco. Legato di Lire 700 nel 1683. * Riva sacerdote Francesco, canonico. Mori nell'ottobre 1609 in causa di ferita infertagli per la quale stette amnialato 8 giorni. Fu erede I'Ospedale di un imjjorto di circa L. 3000. * Riva Francesco, di Filippo, legato di L. 25. (Testamento 22 maggio 1529). * Riva Francesco. Legato di Lire 200. (Mastro 1.581-1.586). * Riva Giovanni. Legato di Lire 41,18 nel ].>s;5. Riva Palazzi Gaetano, di Carlo An- tonio, rimasto vedovo di Ipjjolita Bosco, sposo Teresa Castoldi. Dispose della legit- tima a favore dell'unica figlia Matilde e della disponibile a favore dei cugini ra- gioniere Luigi e Francesco fratelli Riva Palazzi. Lego alia moglie I'usufrutto gene- rale e I'abitazione nella di lui casa in Mi- lano in via del Monte al n. 866, con di- spensa da ogni e qualunque garanzia e con sostituzioiie a favore del conte Francesco Dal Verme nel caso in cui gli eredi aves- sero contrawenuto o avessero molestata la di lui moglie. Ricordo I'Ospedale con un legato di L. 300 italiane. (Testamento 9 feb- braio 1819j. Riva Gerolamo, di Giovanni Battista e Croce Gerolama, di Lodovico, coniugi. — 344 con atto 6 fehbraio 1052, donarono i niobili (li casa, le mercanzie e i credit! del negozio di lana con condizione di mantenerli nel- rOspedale corrispondendo loro mensilmente Lire 6 vita durante. Si ebbe nn importo di Lire 58^11. Riva Gerolamo. Con testamento 20 a- gosto 1630 lasci6 la sua tenue sostanza al- I'Ospedale e agli scolari di S. Gregorio al foppone fuori di P. Orientale per giusta me til. Riva Gerolamo, figlio di Francesco e di Lucrezia Farinone, ammogliato con Madda- lena Galimberti, mori il 7 gennaio 1657 e con testamento 24 aprile 1656 istitni erede I'unico figlio Francesco con sostituzione a favore dell'Ospedale nel caso in cui fosse morto senza discendenti, e con un legato a favore dell'Ospedale stesso di L. 300. li caso preveduto dal testatore si h verificato per cui I'Ospedale consegui anche la di lui ere- diti. Riva Giovanni. Con testamento 18 mar- zo 1771 lego L. 3000 per adempimento di mt ohbliqo incommutabile di un suo amico che gli diede la detta somma per senirsene col patto di versarla poi all'Ospedale in caso di sua morte. * Riva Giovanni Battista. Legato di li- re 50 nel 1633. Riva Giovanni Battista, di Giovanni Paolo, con testamento 20 luglio 1630 leg6 L. 7000 impiegate presso il Conte Fabio Visconti. Riva Giovanni Francesco, di Erasmo, notaio di Milano, morl nell'ottobre 1609 la- sciando erede con testamento 30 gingno detto anno I'Ospedale. Pervennero stabili in Vi- gan6 con case annesse del valore di circa L. 9670. Riva sacerdote Giuseppe, di Carlo, par- roco di Tajno, arrivato alia tarda eta di 82 anni, fece il testamento 15 febbraio 1717 di- mostrandosi benevolo verso i nipoti sacer- dote Carlo Eiva, curato di Cimbro, e Gio- vanni Battista Eiva coll'istituirli eredi. Al- l'Ospedale leg6 L. 100 e i crediti da lui pro- fessatichenon fossero esattd dagli eredi entro 4 anni. Cosi nel 1723 fu ceduto all'Ospedale un credito di L. 600. * Riva Marianna. Legato di Lire 15 nel 1787. * Riva Melchiorre. Legato di lire 100 nel 1632. * Riva Nicola. Legato di L. 25 nel 1587. * Riva Zaccaria, di Alessandro, possi- donte, morl I'S ottobre 1850 d'anni 78 per pneumonite sotto la parrocchia di S. Fran- cesco da Paolo. Con testamento 8 gennaio 1848 leg6 all'Ospedale L. 1000. Rivalta Francesco. Con testamento 25 novembre 1614 lego nn credito di L. 4278. Rivoli Carlo Federico, di Giovanni Battista, mori il 30 luglio 1681 c uon avendo discendenti, istitui eredi i fratelli Francesco, sac. Bernardo, dottor fisico Cesare e Dome- nico Rivoli con un legato all' Ospedale di L. 600 imp. * Rivoli Maddalena. Legato di L. 10. (Testamento 5 niarzo 1.504). Rivolta Carlo, di Giovanni, dellaCo.sta d'Agliate, sorvitore, istitui ei'cde I'anima sua, disponendo molti legati di culto, e legi al- I'Osjjedale a titolo di elemosina L. 500 con testamento 26 marzo 1748. * Rivolta Caterina. Legato di L. 600 ucl 1632. * Rivolta Damiano. Legato di L. 100 nel 1786. * Rivolta Giulio. Legato di L. .3000. (Testamento 25 settembre 1574. Rivolta Giuseppa, morl nel novembre 1843 lasciando per memoria all'Ospedale Li- re 100 mil. con testamento 13 marzo detto anno. * Rizzi Camilla. Per eredita di lei si eb- bero L. 1G48. (Mastro 1614-1625). * Rizzi Caterina. Legato di Lire 25 nel 1504. * Rizzi Caterina. Legato di Lire 100 nel 1647. Rizzi Rici sacerdote Francesco, detto Pavone, servi I'Ospedale nella qualita di sa- cerdote curato con destinazione presso I'O- spedale di S. Vincenzo. Con testamento 9 ottobre 1585 istitui erede I'Ospedale Mag- giore, al quale pervennero circa L. 80. * Rizzi sacerdote Francesco Antonio. Legato di L. 375,10,3 nel 1729. Rizzi Gerolamo, leg6 Ducatoni 5 con testnmento 21 settembre 1595. * Rizzi Giovanni. Legato di L. 300 nel 1787. * Rizzi Giovanni. Legato di L. 32 nel 1530. * Rizzi Giovanni. Legato di L. 16 nel 1606. * Rizzi Giovanni Angelo. Legato di L. 100 nel 1566. * Ro consigliere Giuseppe. Legato di Li- re 100 nel 1802. * Ro Lodovico. Legato di L. 57 nel 1589. — 845 Robecchi Carlo Gerolamo, onpitftno, con testameuto 4 ilioeiul«re 17'2l\ Iog^^ a sca- fieo di coscu'usa Scudi 50. Robecco Ambrogio, fisrlio M Giovanni Bnttista, iion avciulo lii^li. si afiVziontS al nipote Carlo Gei-olamo Robecco, die istitul ci-ede. con testameuto 19 niarzo 1716, col- I'onere di un lecrato di L. KXK) pagabili en- tro 10 aiini all'Ospodale. Robles Maria Teresa , di Antonio. Servi 1' Ospedale nella. qualita, di Priora delle servonti nel comparto delle nntrici. Con testainento 24 ijennaio 1776, istitnl erode rOspedale. dal quale, come ella lascio scvitto, ebbe sempre sussisfen^a e mantetiimento mas- sime negli ultimi quattro anni in cut godette il riposo. La consistenza della erediti t'n di circa L. 3000. Rocchi Benedetto, negoziante, mori a Trieste I'll tVhlvraio 18:39, legando, con te- stamento 15 luglio 1836, all'Ospedale di Mi- lano fiorini 1000. Altrettanto legcN ai poveri di Trieste e di Olginate sua patria. * Rocchi dottor Carlo. Legato di L. 700 nel 174-2. Rocchi Giuseppe, di Domenico, con testameuto 24 niaggio 1719, leg6 L. 18 im- perial!. * Rocco Melchiorre. Legato di L. 800 nel IWl. * Rocio Giovanni Antonio. Legato di L. 120 nel 15vS9. Rodario Carlo, di Giovanni, con testa- mento 10 febbraio 1644, istitui erede I'Ospe- dale in riconoscenza delle cure che gli fu- rono prestate nelle inlermerie Ospitaliere. Pervenne una casa in ililano confinante col giardino delle monache nel Borgo del Gesii e la mobilia del suo appartamento. Rodelli Giovanni Francesco, Notaio di Milano. Mori I'll geuuaio 1(U4. Lascii tin unica figlia di nome Giulia, che istitui erede, con testamento 5 luglio 1642. All'Ospe- dale leg6 Scudi 200. * Rodello Ambrogio. Legato di L. 100 nel 1573. Rodello Giovanni Giacomo, di Ber- nardo, I'u al servizio dell'Ospedale nella qua- lity di siniscalco, incarico che egli dis.se di avere adempiuto con tanto utile per I'Ospe- dale. Con testamento 1 settembre 1571, istitui erede 1' Ospedale , beneficate due sue so- relle con legati. Mori nel settembre 1577. La sostanza da lai abbandonata non fu sa- periore alle L. 6000, compreso il valore di una piccola casa sotto la parrocchia di San T^aitolnmoo ove abitava. Rognoni sacordotc Antonio, dotto Ri- ;/iino, liglio di Pietro, pnrroco di Vcrgiate, !eg(S uu censo annuo di Ducatoni 17 dello stampo di Milano, con testamento 29 apri- lo 1622. Rogorini Vincenzo, chiamati eredi i tigli Francesco, Antonio e Carlo Ambrogio, ]og(i airOspedale L. 10,59. (Testameuto 3 feb- braio 1824). * Roma Alessio. Legato di L. 180 (Te- stamento 8 marzo 1579). * Roma Francesco. Legato di L. 285 nel 1591. Roma nobile Gregorio, leg6 nel 167& L. 1000. * Roma Paolo Camillo. Legato di L. 300 nel 1GB6. * Roma De Mojana Serafino. Legato di L. 1500 nel 1802. Romagnoli "sacerdotc Ambrogio , di Francesco, rettore della chiesa di S. Satiro di Milano, leg6 L. 50, con testamento 2 gen- naio 1629. Aveva anche disposto in via di' sostituzione a favore dell'Ospedale, ma que- sta noil si i> verificata. Romano sacerdote Alessandro , cap- pellano a Buccinasco, mentre si trovava ri- coverato nell' Ospedale di Milano per es- servi curato, fece il testamento, 18 novem- bre 1745, istituendo ei-ede 1' Ospedale stesso della tenue sua sostanza. Romano Luca Antonio, di Gerolamo, leg6 un credito di L. 500, con testamento 6 febbraio 1593. Romano Candido , figlio di Matteo e di Bianca Surigo, con atto 19 gennaio 1584, don6 due tei-ze parti della sua sostanza che non si k i^otuto identificare. * Romanone Giovanni. Legato di Li- re 76,75 nel 1815. Romerio Carlo , procuratore causidico, con testamento 19 aprile 1586, leg6 L. 2240 e un annuo livello di L. 50 imperiali. * Romanati Giuseppe. Legato di L. 24 nel 1808. Rometta Margherita, di Antonio, ve- dova di Bartolomeo Eusti, senza impegni di famiglia, e animata dal sentimento di di- mostrare all'Ospedale di ^filano , che 1' ac- colse e la cur6 nell' ultima sua malattia, la sua riconoscenza, fece il .testamento 20 no- vembre 1658, chiamandolo erede della tenue sua sostanza. 32 346 * Ronchetti Giorgio. Legato di Lire GG iiel ]G2G. Ronchi Pietro Antonio , figlio di Dionigi e di Dorotea Malatesta, ammo- gliato con Angiola Medici, nipote del tipo- grafo Pietro Francesco Malatesta, eserci in societk con un altro e siccome successo alio zio Tarte del tipografo. Mori 11 9 gen- naio 1779 e con testamento 25 aprile 1778, istitul eredc I'Ospcdale dopo 50 anni dalla sua morte. La sostanza fu rilasciata all'Ospe- dale prima di quella scadenza e cioe nel settembre 1795, dagli eredi fiduciarii ed era rappresontata da una casetta in Milano in via di S. Margherita, nella quale nel 1594 eravi la tipografia di Paolo Gottardo Pon- zio , cui successe Pandolfo Malatesta, da una casa civile in Pogliano con 5 case da pigioiianti e Pert. 176 di terreno e da Pert. 12 di terreno in Bollate. L'Ospedale peri in causa dei pesi afficienti la detta sostanza consegui sole L. GOOO circa. * Ronzio Santa. Legato di L. 30 nel 1796. * Ronzone sacerdote Mansueto. Legato di L. 24 nel 1776. Ronzoni nobile Maria, vedova Vigoni, figlia di Carlo, mentre nel testamento 4 ot- tobre 1836, aveva istituito erede il fratello Antonio, col codicillo 23 novembre 1839, vi sostitui la cameriera coU'onere di un legato di L. 100 all'Ospedale. * Rosales marchese Matteo. Legato di L. 36 nel 1674. * Rosate Dionigi. Legato di Lire 50 nel 1516. * Rosate Francesco. Legato di L. 200 nel 1633. * Rosate Stefano. Legato di Lire 16 nel 1544. Rosati Giovanni Battista, con testa- mento 4 niaggio 1630, leg6 L. 900. Rossari Angelo, di Giuseppe. Commis- sario d^strettuale quiescente, istitui erede la moglie Maria Albizzati, con un legato di L. 460,80 all'Ospedale. Mori a Macherio il 22 marzo 1865abbandonando una sostanza di cii- ca L. 20,000. (Testamento 19 novembre 1859, 24 agosto 1862 e 18 marzo 1865), * Rosselli Giovanni Battista. Legato di L. 350 nel 1714. * Rossetti Antonio. Legato di Lire 20 nel 1777. Rossi Andrea, di Bartolomeo, di Gar- late, privo di assistenza in casa sua, do- votte ricoverare all'Ospedale di Milano per essere curato nell'ultima sua malattia e del poco che possedeva istitui erede I'Ospedale stesso, con testamento 27 settembre 1588. * Rossi Antonio. Legato di L. 50. (Te- stamento 28 ottobre 1550). * Rossi sacerdote Antonio. Legato di L. 25 nel 1803. Rossi sacerdote Antonio, ricord6 I'Ospe- dale con un legato di L. 600, con testamento 24 luglio 1747. Rossi Baldassare, morl il 6 genn. 1816, d'anni 69, lasciando all'Ospedale, con testa- mento 9 settembre 1814, L. 2000. Rossi Bartolomeo, nel 1809 dispose a favore dell'Ospedale il legato di L. 50. Rossi Bensperando, leg6 L. 100, con testamento 17 ottobre 1599. Rossi Carlo, di Cesare, sent! di mettere a posto la sua coscienza allorclie dispose, con testamento 12 dicembre 1613, il legato di L. 150 a favore dell' Ospedale di Milano. Rossi nobile Carlo Rodolfo, figlio del segretario ducale Eemigio , con testamento 3 settembre 1770, istitui erede Carlo Lam- berto Rusca suo nipote con un legato al- l'Ospedale di gigliati 400. Rossi Arrigoni Carolina, con atto 17 agosto 1829, dono L. 1042,64. Rossi Caterina, con t«stamento 19 mar- zo 1682, istitui erede I'Ospedale della poca roba di sua propriety, in riconoscenza delle cure prestatele nelle infermerie ospitaliere. * Rossi Daria. Legato di L. 12 nel 1611. * Rossi Donato, di Parma , detto LantiOj dono nel 1541 L. 350. Rossi sacerdote Federico , figlio del notaio Francesco, canonico decano della ba- silica di S. Stefano, mori il 3 maggio 1735 e con testamento 4 agosto 1733, chiam6 eredi i nipoti Carlo Francesco Maestri e Gaetano Maestri detto Volpino con vincolo fedecommissario e con .sostituzione a far vore dell' Ospedale nel caso di estinzione della linea cbiamata. Scelse sepoltura nella chiesa di S. Stefano con accompagnamento della croce dei Carbonari del Laghetto. La sostanza da lui abbandonata consistette in alcuni stabili vicini all'osteria della Caz- zola in P. Tosa, in una casa in Milano sotto la parroccbia di S. Calimero detta la Sciostra della luna per 1^3, che gli altri due terzi ap- partenevano all'Ospedale in forza del legato fattogli da Rossi Sanvitale Giuditta, in una casa di contro all' osteria delle Due Spade, altre volte detta della Isabelluj in una casa 347 al Bottonuto e in una casa fuori di S. Ba- bila. La sostitiizioue non si & verificnta, ma r Ospedale con.segui L. 3000 per corrispet- tivo di dispense accordate per alienazioni di attivitA. * Rossi Francesco. Legato di Lire 12 nel 17S0. * Rossi Francesco. Legato di Lire 13 Bel ItlTJ. , * Rossi Francesco. Legato di Lire 100 nel 1638. Rossi Francesco, di Paolo, mori il 3 novembre 1S(X;, legando, con testainento 17 novenibre 1805. L. 100. Rossi Gerolamo, di Bartolomeo, con testamento 12 agosto 1704, dispose afavore deirOspedale il legato di L. 3000. Possedeva sette case in Milano. e una possessione in Nerriano e in Figino. * Rossi sacerdote Giacomo. Legato di L. 102 nel 1529. * Rossi Giacomo Filippo. Legato di L. 3000 nel 1G30. Rossi Giovanni. Leg6 L. 10, con testa- raenTo 1 giugno 1824. * Rossi Giovanni Antonio. Legato di L. 15 nel 1800. * Rossi Giovanni Battista. Legato di L. ICO nel 1803. * Rossi Giovanni Battista. Legato di L. 100 nel 1735. Rossi Giovanni Battista, di Majno, servitore, entro nell'Ospedale di S. Ambrogio, altro degli Ospedali aggregati all'Ospedale Maggiore, il 16 settembre 1623 e vi mori il 22 gennaio 1624, legando a favore di que- st'ultimo L. 150 imp. (Testamento 3 set- tembre 1620;. Rossi Giulia, di Rho, con testamento 13 aprile 1670, istitui erede I'Ospedale dei mobili di casa. Rossi Giulio Cesare, sopranominato il Tintn, mori a Bellano ricordando I'Ospedale di Milano, con un legato di Scudi 200,^nel 8UO testamento 28 giugno 1630. Rossi Giuseppa, di Giu.seppe, mori il 31 gennaio 1813 e con testamento 18 no- vembre 1811, dispose che la sua sostanza del- I'importo di circa L. 20000 italiane fosse di- visa fra i figli di due sue sorelle, riservato I'nsnfrutto al fratello Carlo. Favori I'Ospe- dale con un legato di L. 600. * Rossi Guido. Legato di L. 12 nel 1798. Rossi sacerdote Lorenzo, di Francesco, con atto 22 gennaio 1756 doni L. 3000. Rossi Marianna vedova Riva, istituitc) credo rOspcdalo doi povori di Vimercate, legA airO.spedalo di Milano L. 6000 mila- nesi. (Testamento 28 aprile 1800). Rossi Mauro, cornetta, legi L. 3000, con testamento 30 luglio 1758. * Rossi Pietro, di Parma, legato di L. 200 nel 1592. Rossi Teresa, non avendo parenti venne a finire i suoi giorni nell'Ospedale, dove mori lasciando la poca roba che possedeva airOspcdale stes.so con testamento 17 otto- bre 1679. Rossignani Luigi. Con testamento 26 sottcnibre 1639 lego Scudi 1100. * Rossignoli Camillo. Legato di L. 180 nel 1633. * Rossino Angelo Maria. Legato di li. 5450 nel 1786. * Rossone Antonio. Aveva istituito erede rOspedale, ma in .seguito a contestazioni si dovette rinunciare all'eredit^ dietro il com- penso di L. 6000. (Mastro 1626-1642). * Rota Francesco. Legato di Lire 50 nel 1569. Rota sacerdote Simone, di Severino, di Villa d'Adda, con testamento 6 agosto 1646, istitui erede I'Ospedale del credito di Du- catoni 200. * Rotondi Giovanni Ambrogio. Le- gato di L. 150 nel 1624. * Rotta sacerdote Gerolamo. Legato di L. 15 nel 1790. * Rottola Leonardo. Legato di L. 2215. (Testamento 22 otto])re 1522). * Rotula Carlo. Legato di L. 1000. (Ma- stro 1584-1586). * Rotula Gabriele. Legato di Lire 480 nel 1511. Rovaglio Ignazio , segretario quie- scente del Senato, mori il 27 aprile 1823, nella casa in Milano sul corso P. Nuova al n. 1494, e quantunque vivesse separato dalla moglie Marianna Mazziotti che di sua volonti e per mero capriccio voile dividersi, ingiunse al di lui figlio ed erede, dottore fisico Bartolomeo di conservare alia madre la sua stima malgrado qualunque differenza o dissapore. Con testamento 1 ottobre 1822, istitui erede il detto suo figlio con un le- gato annuo perpetuo all'Ospedale di L. 45, legato che fu dall' erede afifrancato col ri- lascio del capitale di L. 900. * Rovelli Giovanni. Legato di L. 200 nel 1808. 348 * Rovelli saccrdoto Giovanni Battista. Leiiiitd ill L. 10 ucl 1787. * Rovello Francesco. Legato di L. 1200 iiel 1647. * Rovello Giacomo. Colla eredita di lui l)crTennevo L. GOO ) nel 1678. * Rovello Giovanni Francesco. Le- gato di L. <;g<; iiei Kilt- * Rovello Protasio. Legato di Live 100. Mori 11 13 gemiaio IGoG. RovergO Boniforti, di Andrea, carto- laio, amniogliato con Augiolina Turati, isti- tul erede I'Ospedale, con tcstamento 25 set- .tembve 1500. L'entitk della sostanza non fu super iore alia L. 2000, compreso il valore di alouni stabili in Liscate. Rovida Anna Maria, di Giovanni Bat- tista, vcdova in prime nozze di Carlo Maf- fezzone, sposo in seconde nozze Carlo Tre- cate. Mori alia fine d'aprile del 1689 nel- rOspedale, dove il 15 detto mese fece il testamento, lasciando erede della sua so- stanza (circa Lire 34G1) I'Ospedale stesso, in attestato della di lei gratitudine per le cure jirodigatcle. Rovida Gesare, mori nel giugno 1819, legando zeccliini 4, con testamento 30 otto- bre 1818. Rovida Enrico, di Gaspare, istitui erede della sua piccola sostanza I'Ospedale, con testamento 17 luglio 1576. Rovida conte Giovanni Battista, morl il 27 novembre 1675 e con testamento 11 set- tembre 1674, lego L. 1800 imperial!. * Rovida Francesco. Legato di L. 100 nel 1518. (Testamento 4 luglio 1499). Rovida Marta, di Giovanni Paolo, sposo in prime nozze Sozzo Giovanni Stefano, altro benefattore dell'Ospedale, e in seconde nozze Prospero Frotta, causidico, che fu erede di lei in forza del testamento 1 marzo 1618, nel quale scrisse un legato di L. GOO imperiali a favore dell'Ospedale. * Rovinelli Giuseppe. Legato di L. 600 nel 1788. Rozilla Isabella, di Antonio, vedova di Bernardo Bonetto, mori nell'Ospedale 1'8 ot- tobre 1644, dopo di avere disposto a titolo universale a favore dello stesso Ospedale, ■con testamento 16 settembre 1G46. Rozio Antonio, con testamento 31 marzo 1588, istitui erede la cognata Francesca Bel- loni, con un legato nil' Os]""dnlo di Rcu- di 20. ■ Rozone conte sacerdotc Ambrogio. Canonico di S. Ambrogio. ' Legato di ]j. 100 iw\ 1740. ••■ Rozzio padre AgOStino. Legato di Jj. 60. (Mastro 1584-1586). * Rubati Pasquale. Legato
  • il 30 agosto 1698, sette giorni dopo di avcr^ disposto della sua sostanza di circa L. 221' a favore dell'Ospedale stesso, ricompensan- dolo cosl largamente delle spese di cura. - 349 — Rusca Bianca Caterina, ili Fiauchino. "voilova tli Ri-niardo Sala, con testamento 27 agosto 1544, lep^S airOspoilale Pert. 100 cH terra in Zolosiirrii3). * Rusca conte Pietro. Legato di L. 160. (Testamento 14 aprile 1478;. " Ruschi o Rusconi Giovanni Battista, di Bartdlomeo. di Giido, colto da grave ma- lore, mentre si trovava alloggiato all'albergo del Pozzo in P. Ticinese, fece il testamento 6 laglio 1546, lasciando la sna sostanza per una metk all'Ospedale, e per Taltra metk a Giovanni Francesco, e Giovanni Battista fratelli Crivelli. * Rusconi Alessandro. Legato di L. 100 nel 1664. ■ Rusconi Alessandro, con testamento 8 ottobre 17ilia Gambara, mori il 15 aprile 1617 nell'Ospedale, dove fece il testa- mento 6 detto aprile istituendo erede I'Ospe- dale stesso della tenue sua sostanza. * Salvi Apollonia. Per eredita di lei si ebbero L. 156 ncl 1503. Salvioni Carlo, di Sigismondo, con testamento 31 ottobre 1838, ieg6 L. 100. * Salvioni Giuseppe. Legato di L. 25 nel 1782. Sambrunica Giovanna Francesca, ex monaca del soppresso Monastero del Gesu, mori nella casa di ritiro in S. Ber- nardino delle monache 1' 11 febbraio 1801, lasciando erede I'Ospedale di Milano, con testamento 10 settembre 1800. Sammarati Marco Tullio, di Andrea, ammogliato con Clemenzia Denti, istitui erede I'Ospedale con testamento 29 ago- sto 1612 (circa L. 0000). * Sancio de Gavaria Emanuele. Le- gato di L. 7009 nr-l 1672. * Sandarino Giovanni. Legato di L. 50 ncl 1750. * Sangalli sacerdote Giuseppe. Legato di L. 15 nel 1787. Sangallo sacerdote Giovanni Giaco- mo, rertore della chiesa parrocfhiale di S. Silvestro in P. Nuova, con testamento 21 gennaio 1640 istitui erede Elia Sangallo suo fratello uterino e i fratelli germani Giovanni Battista e Nicolao, con un legato airOspedale di L. 300. Sangiorgio Antonio. Mori in Milano il 9 aprile 182S, lo-amlo all'Ospcdale L. 3000 con tostaineiito 20 settembre 1826. Sangiorgio, al secolo Lodovico, e in religione, quale monaco Benedettino, Teo- filo, figlio di Giovanni, con testamento 18 niaggio 1532 istitui erede TOspedale. Sangiuliani conte sacerdote Giovanni Battista, tlglio di Livio e di Anna Mala- spina, dei conti di Balbiano, mori a Erba nell'aprile 1824, istituendo erede il conte Giuseppe Sangiuliani, di lui nipote, con un legato airOspedalo di L. 500. (Testamento 27 settembre 1803). Negli ultimi anni della sua vita era interdetto perche debole di mente. Questo fatto diede luogo ad una contestazione fra i parenti sulla validiti della di lui disposizione testamentaria. Per6 ad onta di cio I'erede, il conte Giuseppe Sangiuliani, animate dal sentimento di non defraudare il L. P., voile pagare il legato ^anclie come elargizione sua spontanea. * Sangiuliani conte Giovanni Battista. Legato di L. 86 nel 1730. * Sannazari Gambaloita Anna. Legato di L. 100 nel 1580. * Sannazari contessa Maria. Legato di L. 240. (Testamento 3 settembre 1815). * San Pietro Antonio. Legato di L. 100 nel 1605. San Pietro sacerdote Baldassare, par- roco di Misinto, interpretando anche le in- tenzioni del di lui fratello dottor tisico Fran- cesco, leg6 all'Ospedale L. 600, con testa- mento 29 maggio 1714. * San Pietro Bernardino, ammogliato con Angela Cagnola. Legato di Lire 40 nel 1513. * San Pietro Carlo. Legato di Lire 25 nel 1724. San Pietro Carlo, di Saronno, istitui erede I'unico figlio Filippo, con un legato all'Ospedale di L. 100. (Testamento 17 ago- sto 1718). * San Pietro Domenico. Legato di L. 25 ncl 1493. San Pietro awocato Felice. Leg6 nel 1862, una raccolta di quadri ad olio. * San Pietro Luigi. Legato di L. 150 nel 1608. * Sansoni Agosto. Legato di Lire 50 ncl 160G. Sansoni Antonia, figlia del giurecon- sulto e senatore ducale Gerolamo, vedova di Orazio Casati, con testamento 28 febbraio — 3S2 16R4, lc2;A la mctS, cli nn annuo censo del valore di L. 4608. •• Sanson! Caterina. Lopito di Lire 100 r.ol 1557. Sanson! Gabriele, di Vincenzo, con afcto 10 giugno 1485, doiio alcuni stabili in territorio di Engiiicllo. non che diversi mobili. * Sanson! Gerolamo. Senatore. Legato di L. 100 iiel IGOG. Sanson! Gerolamo, di Francesco An- tonio, con testamento 12novembre 165G, lego L. 1200 a scarico di roscit^nsa. * Santagost!no Cosmo Dam!ano. Le- gato di L. 72 nel 1731. Sant'Ambrogio Caterina, di Molchior- re, riconoscente per lo cure prestatele nel- POspedale, fece il testamento 15 giugno 1674, nominandolo erede della poca roba di sua propriety. Sant Vitale Sanseverina marchesa Barbara , dei marchcsi di Colorno , figlia di Giberto , sposo in prime nozze il 'duca Granvale e Cantacroce di Borgogna e in seconde nozze Terrante Novati. Abit6 a Desio, dove venno sepolta. Con testamento 26 settembre 1632, istitui erede Marco An- tonio Osio con vincolo di primogenitura e con sostituzione a favore dell'Ospedale nel caso di estinzione della linea chiamata. L' Ospedale ririuncio a questo suo diritto nel 1678 per il corrispettivo di L. 3500. * Sanzeno Pietro Antonio. Legato di L. 12 nel 1582. * Sara P!etro , bifolco al servizio del- l'Ospedale, dono nel 1521 L. 76,19. * Saracchi sacerdote Giovanni Battista. Legato di L. 420 nel 1742. Sardi Antonio , pensionato erariale , figlio di Giuseppe Antonio e di Antonia Cardano , con testamento 18 luglio 18.58 , istitui erede il Pio Istituto dei discoli di Milano, e leg6 all' Ospedale austr. L. 1000. Mori celibe in Milano sotto la parrocchia S. Ambrogio, il 20 febbraio 1864, d'anni 74, per ccitarro. * Sard! sacerdote Dionigi, canonico. Le- gato di L. 100 nel 1738. * Sardini Elisabetta. Legato di L. 24,10 nel 1579. Sarmot! Marta, di Bernardo, vedova in prime nozze di Giovanni De Roveri e in seconde nozze di Giovanni Pietro Bianchi , mori nell'Ospedale, dove fece il testamento, 15 luglio 1679, coUa istit\izione di erede a favore di f)uest'ultimo, dando co.si una prova 7. * Secco Commeno nobile Antonio Ma- ria. Legato annuo perpetuo di L. 11 nel 1735. Segrada ingegnere Francesco, figlio di Giuse]ipe e di Comazzi Mariaiina, niori il 27 settemlire 1816 ncUa casa di sua proprieta in via Brera al N. 1568. Istituite eredi due sue figlie, leg6 all'Ospedale L. 9210,22 con testamento 20 agosto 181G. * Semes Antonio. Legato di L. 12 nel 1688. * Semusio Antonio. Svizzero. Legato di L. 12 nel 161 '4. Senago Giovanni Pietro, di Gabriele, non avendo avuti figli dalla di lui moglie Elisabetta Zerbi, istitui erede con testamento 6 settembre 1555 I'Ospedale al quale per- venne una parte dell'utile dominio di casa in Milano. * Senna Paolo Antonio. Legato di Li- re 300 nel 1632. * Serbelloni conte Giovanni Battista, figlio del conte Giovanni e di Maria Ginlia Trotti, maresciallo, cavaliere del Toson d'oro^ mori il 7 settembre 1778, legando all' Ospe- dale L. 1450. , Serbelloni conte Alessandro, giure- consulto, figlio del senatore ducale Gabriele, e della concubina Caterina Bellingeri , fu questore dello Stato di Milano. Nel 1579 fu create conte di Dovera. Sposo Giulia Cusani figlia del marchese Guide. Ebbe tre figli na- turali, due nati da Livia Novati, e il terzo da Angelica Porro. Con testamento 29 gen- naio IGCiQ leg6 all'Ospedale Scudi 50. * Serbelloni Fabrizio. Legato di L. 1180. nel 1569. * Serbelloni Gabriele. Legato di L. 295 nel 15.S<:'. * Serbelloni du< a Gabrio. Legato di L. 6^>f> nel 1733. * Serbelloni conte sacerdote Giovanni Battista, figlio di Giovanni Pietro e di Elis.tlftta Rainoldi, vescovo di Cassano in Calabria. Legato di L. 10" • nel 15«ft. Serbelloni duca Giovanni Galeazzo, nac'jue nel 1744 da Gabrio c da Vittoria Ottoboni. Fu gentiluonio di camera e doi 00 decurioni della cittA. Altro degli inviati nel 1790 dalla citl.\ di Milano a Pavia per complinicntare rinfaiite Luigia di Spagna, sposa air arciduca Looj)oldo, consultoro di Stato della Repubblica italiana. Spos6 la niarchesa Teresa Castelbarco Visconti che mori il 12 maggio 1821 e dalla quale ebbe un unica figlin, Luigia, moglie del duca Lodovico Busca. Con testamento 19 apri- le 1802 , fatto 18 giorni prima di morire , istitui erede la detta- figlia con un legato a favoro dell'Ospcdalo, di Scudi 1000. Serchiera Angela Maria, dimostr6 la sua riconoscenza per le cure prodigatelo nelle infermerie ospitaliere coll' istituire erede della poca roba clie possedeva I'O- spedale maggiore con testamento 29 gen- naio 1694. Seregni Alessandro, figlio di Gero- lanio e di Diamauta Ticino, pose a carico delle sorelle ed eredi di lui Angela e Tar- sia, il legato di Scudi 10 a favore dell'Ospe- dale. (Testamento 3 maggio 1602). * Seregni Bernardo. Legato di Lire 25 nel 1521. Seregri Flaminia, di Alfonso, lasci6 la poca roba che le apparteneva all'Ospe- dale con testamento 8 febbraio 1630. * Seregni Francesco , mori nel mag- gio 1571 e per eredita di lui pervenne al- l'Ospedale una casa sul corso di P. Eomana vendnta per L.'3080. * Seregni Galeazzo. Legato di L. 100 nel 1558. * Seregni Giovanni Battista. Legato di L. 10 nel 1576. * Seregni Giovanni Battista. Per di- sposizione testamentaria di lui pervenne all'Ospedale nel 1570 una casa fuori di P. Orientale, vonduta per L. 2644. * Seregni Vincenzo. Legato di Lire 10 nel 1519. * Seregno Alessandro. Legato di L. 60 nel 1627. * Seregno Alessandro. Legato di L. 30 nel 1645. Seregno Battista, figlio natural© del nobilc Paolo De Medici di Seregno. Con testamento 26 luglio 1542, istitui erede I'Ospedale. * Sergia Francesco, pisano. Leg6 al- l'Ospedale, dove mori I'll aprile 1553, tutto il danaro clie si fosse trovato in casa sua. Si ebbero L. 270.10.2. — 356 — * Seroldi Giovanni. Legato di Lire 100 Tiel 1568. * Seroldoni Bartolomeo. Legato di Li- re 40 nel 1520. Serponti Valeriano, capitano, leg6 Scu- di 10, coil tcstaiiicnto 23 niarzo 1733. Serugeria Angela, di Antonio, moglie di Giovanni Maria Cossano, con testamento 22 dicembre 1602 , istitui erede 1' Ospedale della tenne sua sostanza. Servida Carlo Giuseppe , di Riozzo , figlio di Gaspare, altro benefattore dell' 0- spedale, spos6 Domenica Reggio, dalla quale ebbe due figlie Maria e Savina, che furono eredi di lui, in forza del testamento 4 lu- glio 1839 , nel quale scrisse un legato di milanesi L. 30 a favore dell'Ospedale. Mori a Riozzo il 6 gennaio 1847. Servida Gaspare , padre del suddetto, lego L. 20, con testamento 1 maggio 1822. Sesini Giulio, figlio di Giovanni Bat- tista, cliiam6 eredi, con testamento 6 gen- naio 1607, i nipoti Giovanni Battista e Ge- rolamo fratelli Sesini, con un legato a fa- vore dell'Ospedale di L. 300. * Sessa Angela. Legato diL. 100 nel 1761. Sessa sacerdote Carlo, figlio del dottor Cesare, con testamento 9 aprile 1683, istitui eredi dottor Cesare e Carlo Sessa figli del suo fratello dottor fisico Ettore, con vincolo fedecommissario e con sostituzione a favore dell' Ospedale, nel caso di estinzione della linea chiamata. Insorta controversia fra I'O- spedale e i chiamati al fedecommesso , si addivenne nel 1701 ad una transazione, in forza della quale furono rilasciati all'Ospe- dale alcuni stabili in Terrazzano , oltre il pagamento della somm.a di L. 1000. Sessa Cesare, figlio del dottor fisico Et- tore, marito di Marianna Ciocca, altra bene- fattrice , istitui erede 1' Ospedale, con testa- mento 6 aprile 1701. Siccome per6 con que- sta data lasci6 un secondo testamento, col quale all'Ospedale venne sostituita la moglie, cosi anche in causa di contestazione sorta in concorso di una sorella del testatore, si dovette venire ad una transazione, in forza della quale 1' Ospedale e la vedova conse- guirono in comunione tre parti delle cin- que della ereditk. Erano di sua proprieta gli stabili detti della Licotta nei CC. SS. di P. Vercellina. * Sessa Francesco. Legato di L. 240 nel IGll. ■" Sessa Gabrio. Legato di L. 177 nel 1570. Sessa sacerdote Giovanni Ambrogio, figlio di Giovanni Battista e di Giulia Bri- gida Visconti , canonico della coUegiata di S. Tomaso, con testamento 7 Giugno 1670, leg6 L. 600. Sessa Giovanni Battista, mori sotto la parrocchia di S. Michele alia Chiusa il 3 dicembre 1621, dopo di avere fatto il te- stamento 29 novembre detto anno nel quale favorl I'Ospedale con un legato di L. 1000. * Sessa Giovanni Paolo. Legato di Li- re K.HX) nel 162.5. * Sessa Prospero. Legato di Lire 171. (Mastro 1602-1604). Sesto sacerdote Dionigi, con testamento 18 settembre 1693, lego un credito da lui professato verso il conte Teodoro Besozzi. * Sesto Giovanni Antonio. Mori il 12 maggio 1526, lasciando erede I'Ospedale, il quale consegui diversi diretti dominii col canone complessivo di L. 200 e un capitale di L. 250. * Sesto Giovanni Battista. Legato di L. 17. (Testamento 17 settembre 1507). Sesto sacerdote Melchiorre, di Lorenzo, dispose in via di sostituzione a favore del- 1' Ospedale, con testamento 25 aprile 1708, sostituzione che si h verificata nel 1793 fa- cendo entrare nel patrimonio ospitaliero la somma di L. 8737. * Settala Andrea. Legato di L. 16. (Te- stamento 28 giugno 1547). * Settala Benedetto. Legato di L. 60 nel 1568. Settala Bernardino, di Francesco, leg6 in remissione de' suoi jteccati L. 250 all'anno per lOanni. (Testamento 2 novembre 1617). Settala Cristoforo, con testamento 8 mag- gio 1499, istitui erede I'Ospedale. La sostanza da lui abbandonatarisulto costituita da alcuni stabili in Oviglio, da un diretto dominio e da Pert. 120 di terra in Settala, del va- lore complessivo di circa L. 5500. Mori ad Alessandria nel giugno 1499. * Settala Elena, moglie del benefattore Rotondi Francesco. Legato di L. 300 nel 1685. * Settala Francesco. Legato di L. 100 nel 1599. * Settala Giorgio. Legato di L. 30nel 1592. * Settala Giovanni Battista. Legato di L. 60 (Mastro 1602-1604J. * Settala Lodovico. Legato di L. 1248 nel 1529. * Settala Lodovico. Mori nel marzo 1548. Legato di L. 1152. — 857 — * Settala' Manfredo. Leji^ato di L. 300 nel l(y^\ * Seveso N. Legato di L. 150 nol 1750. * Sevizzano cnnonico Carlo Angelo. Legato di L. 50 nel 1631. * Sfondrati marchese Toinaso. Legato di L. ;kX) nol 1630. Sfondrini sacerdote Giuseppe Anto- nio, di Bartolonieo, parroco di Valera, sua patria, mori in Milano nel 1811 in avanzata etA sotto la parrocchia di S. Fedele, isti- tnendo erede con testamento 19 agosto ISOo e codicillo 8 dicembre 1804, i figli della di lui sorella Rosa, con un legato all'Ospedale di L. 2500. Sforni Davide, figlio di Simone Bene- detto, aiumogliato, possidente, morl il 27 febbraio 1877 in Milano, nella casa in via Monte Napoleone N. 21, d'anni 65 per cirrosi epatica. Destino L. 600 a favore dell' Ospe- dale per i cronici, con testamento 19 marzo 1876. I frutti di questo legato vengono an- nualmente conteggiati nel costo di un cro- nico. Sforza contessa Costanza Maria, figlia di Bossio, fratello questi del duca Francesco Sforza e del padre del duca Lodovico il Moro « di Griseide di Capua, di Matteo, duca d'A- tri, vedova in prime nozze di Filippo Maria Sforza, spos6 in seconde nozze il conte e soldato Claudio De Palude, signore di Va- rambone. Nella occasione di questo ultimo matrimonio il duca Lodovico il Moro le co- stitui in dote ducati 12,000 d'oro. Mori di tisi d'anni 80, 1' 11 maggio 1546, sotto la parrocchia di S. Pietro sul Dosso lasciando erede I'Ospedale di Milano, con testamento 27 settembre 1541. Sforza Isotta, figlia naturale del duca Francesco Sforza, 3po.s6 nel 1466 coll'assegno dotale di Ducatoni 10000 Giovanni Maurazzi figlio del celebre Xicolo Tolentini, capitano d'anni e segretario del Senato. Con testa- mento 5 luglio 1481, fatto nel Monastero delle Monache di S. Margarita in P. Nuova, istitui erede 1' Ospedale, con un legato alia fabbnca del Duomo di fiorini 100. Leg6 agli eredi di Nicolao Tolentini, figlio del di lei marito, alcuni mobili di casa e libbre 27 d'ar- gento di oncie 12 cadanna libbra. Sguerzi Anna Gioachima, vedova di Francesco Fioravanti Melzi, lego L. 1200, con testamento 14 agosto 1784 I * Sicuri Giuseppe. Legato di L. 11,16 ' nel 1570. ' I Sicuri Tarsia, di Giovanni, vedova di Leonardo Isacclii, mori sotto la parrocchia di S. Carpotbro, d'anni 62 il 9 ottobro 1562, quattro giorni dopo di avere di.sposto della sua sostanza e di avere favorito I'Ospedale, con un legato dei mobili e del daiiaro ab- baudonato dal di lei marito. Sidriana Margherita, con testamento 2 aprile 1672 istitui erede I'Ospedale, al quale pervenne un capitale di L. 2000, iscritto .sul Banco di S. Ambrogio. Siges Galeazzo, legu L. 50,' con testa- mento oO marzo ISOG. * Signori Carlo. Legato diL. 100 nel 1788. * Signorini Elena, vedova Castelli. Le- gato di L. 15 nol 1804. Signorini Teresa, vedova Acquaneo, legu L. 1300, con testamento 2 giugno 1777. * Signorino Benedetto. Legato di L. 20 nel 1588. * Silva Agostina. Legato di L. 100. (Te- stamento 8 novembre 1522). Silva Baldassare, di Francesco, erbi- vendolo, con testamento 22 maggio 1603 isti- tui erede il notajo Giovanni Antonio Marti- nenghi e leg6 all'Ospedale ducatoni 300 do- vuti da Andrea Cermenate e L. 200 dovuti da Giacomo Bergamasco. * Silva Diego, tenente. Legato di L. 60 nel 1667. Silva Donato , figlio di Giovanni An- tonio, prestinaio, impresario e fermiere del sale, dei conti di Biandrate, spos6 in prime nozze Marina Paganelli e in seconde nozze Antonia Vigo o De Wich. La sua famiglia SI arricchi nel commercio. Spese somme con- siderevoli nella occasione che 11 suo figlio Gerardo Antonio sposo Bianca Confalonieri, e spese non meno forti ebbe a fare allorche all'altro suo figlio Giovanni Battista , vice legato a Ferrara, fu conferita la Prelatura. Con testamento 18 settembre 1674, istitui eredi i succitati due figli. L'Ospedale fu da lui beneficato con questa disposizione: « E perche pu6 anche essere clie mi trovi qualche obbligatione di qnal per6 per adesso non mi ricordo con qualche persona o per error di conti o per altra causa pero in ri- guardo di questo et da ogni altro mio man- camento ho lasciato e lascio al Ven. Ho- spitale di Milano L. 3000 imp. pagabili in tre {inni. n * Silva av\'ocato Giovanni. Legato di L. 15 nel 1797. Silva sacerdote Pietro Francesco, ca- 868 nonico della Basilica di S. Maria clellaScala di Milano, Vicario generale dell'Esercito dello Statodi Milano, coiisigliere di S. Maesta Cattolica in Lombardia, figlio di Orazio, dopo di avere fatto in vita varie sovvenzioni al- I'Ospedale, voile beneficarlo anclie in morto col legargli L. 7000. (Testaniento 10 mag- gio 1729). Silva Rosa, ex monara del soppresso monastero di S. Bernardo, mori nel Comune di Legnarello il 3 Dicembre 1809, istituendo erede I'Ospedale, con testamento 6 giugno e 30 novembre detto anno. L'entitk della sc- stnnza fu di circa L. 2200. Silvestri Angelo , di Antonio , lego L. 400, con testamento 2G ottobre 1824. * Silvestri Giovanni Maria. Legato di L. 30 nel 1755. Simonetta Angela, di Giacomo , e Terraneo Giovanni Battista, di Gio- vanni Pietro , coniugi , con atto 21 luglio 1651 donarono all' Ospedale pertiche 18 di terra in Saronno e L. 100. Simonetta Giuseppe , leg6 L. 50 con testamento 30 gennaio 1827. Simonetta Ippolita, figlia del capitano Gerolamo, rimasta vedova in prime nozze di e in seconde nozze del giureconsulto Lnigi Croce, spos6 in terze nozze Giovanni Battista Melzi. L' Ospedale fu ei-ede di lei in forza del testamento 1 febbraio 1597. Abbandon(!> una sostanza di poca entiti. Simonetta contessa Maria Teodora , figlia del conte Ferrante Fabrizio e di Giu- lia Benaglia, con testamento 11 aprile 1743, lego i credit! e le ragioni spettantile verso i beni del di lei marito, capitano Federico Visconti jDi-edefunto. Sirone Giovanni Antonio , di Gio- vanni Maria , bnvhiere con bottega aperta sul corso di P. Comasina, mori il 30 m^r- zo 1630, chiamando erede con testamento 17 detto mese ed anno la sorella Caterina Si- roni maritata Canobbio e disponendo a fa- vore dell'Ospedale il legato di L. 1000. Sirone Giovanni Battista, di Bernardo, marito di Prudenza Besana, con testamento 22 aprile 1555, istitui erede I'Ospedale, al quale pervenne una casa venduta nel 1562 per L. 6500. Sironi sacerdote Benedetto, ex cap- jmccino, leg6 L. 60 (Testamento 16 settem- brc 1825). * Sironi Giovanni Antonio. Legato di L. 100 nel 1575. * Sironi Giovanni Antonio. Legato di L. KKXJ nel 1630. * Sironi Giuseppa vedova Magenta. Le- gato di L. 15 nel 1788. * Sironi Gerolamo. Legato di Lire 12 nel 1583. * Sironi Leonardo. Legato di L. 16 (Te- stamento 23 agosto 1507). * Sironi Leonardo. Legato di Lire 16 nel 1575. * Sironi Morella Angela. Legato di L. 103 nel 1768. * Sirtori Antonio. Capitano. Legato di L. 600 nel 1718. * Sirtori Battista. Legato di L. 25 nel 1573. Sirtori Carlo Giuseppe, di Giovanni Auibrogio, lego L. 300 con testamento 25 aprile 1674. * Sirtori Giovanni Pietro. Legato di L. 24 nel 1516. * Sitone Gabrio Antonio. Legato di L. 24 nel 1710. Sitoni Giovanni Battista, di Giovanni Giacomo, con testamento 21 agosto 1558, istitui erede il fratello Francesco, con un legato all'Ospedale di Scudi 25 per 9 anni. Smit Clemente, figlio del dottor Gio- vanni Battista, servi lo Stato per il lungo periodo di 60 e piii anni, nella qualitk di Tassatore presso i Tribunal! e il Demanio. Mori il 1 marzo 1811 e con testamento 27 maggio 1809, fatto nella casa di sua abi- tazione in via Amedei al N. 4164, istitui erede I'Ospedale di Milano, al quale per- venne una sostanza di circa L. 4247. Fu una eredita che ha dato molto da fare per complicazioni suscitate dai di lui parenti. * Soatta Baldassare. Legato di L. 12 nel 1577. * Soatta Giovanni Battista, di Busto, mori nell'aprile 1597 legando all'Ospedale L. 100. * Soatta Giovanni Battista. Legato di L. 50 nel 1594. Sola Alessandro, di Antonio, giure- consulto, spos6 in prime nozze Laura Gal- larati, e in seconde nozze Laura Croce. Dalla Gallarati ebbe un unico figlio, il dottor fi- sico Antonio, dalla Croce ne ebbe tre, Lo- dovico, Giovanni e Giovanni Battista. Fu- rono tutti eredi del padre in forza del di lui testamento 23 febbraio 1628. L'Ospedale ebbe per disposizione di lui il legato di L. 180 impcriali. Sola Del Sole Anna, di Giovanni Gia- 859 — coino, vedova di Alessnndro Gliisolfi, istitui erede I'Ospedale, al quale pervcnne soltanto la inobilia di casa, unica sostanza da lei ab- bandonata. (Testaniento 14 lebbraio 1675). Sola Isabella, figlia del dottor fisico Antonio, vedova di Giuseppe Tradati, legA all'Ospedale, a scarico ili cosrieusa, filippi 02, ritenuti pari a imp. L. 644. (Testamento 21 febbraio 16.«t8). Solari Cesare, di Alessandro. Mentre si trovava ricoverato neH'Ospedalo gravcnicnte malato fece il testamento 15 settembre 1643, lasciando erede I'Ospedale stesso, al quale pervenne una sostanza di poca entita. Solari Emanuele, con testamento 28 agosto 1629, legO) L. 1000 a tacitazione di quanto potesse pretendere sulla sua credita. Fu affittuario di una casa dell'Ospedale in Milano. Solari Francesca Maria, figlia di Giu- seppe e di Paola Brasca, rimasta vedova di iovanni Fagnani, passi a seconde nozze con un sarto, col peso di dieci figli viventi. Con testamento 29 gennaio 1682, lego all'O- spedale la mobilia di casa in ricognizione della carita usatale coll' accoglierla nelle sue infermerie. Solari Giovanni Ambrogio, di Anto- nio, istitui erede I'Ospedale con testamento 12 luglio 1587. :Mori nel detto mese. Si conse- guirono circa L. 2000 compreso il valore di una piccola casa sotta la parrocchia di San Cristoforo, affittata per L. 210 e gi^ dedotti i legati e i pesi inerenti alia sostanza. Solari Giovanni Andrea. Lego nel 1596 L. 3CK3, le quali lurono pagalo dal di lui fratello Gerolamo con incontro di altret- tante L. 300 dovnte dall'Ospedale per lib- bre 120 di manna stata somministrata alia spezieria del L. P. a soldi 50 la libbra. Solari Giovanni Pietro, di Giovanni Matteo, patrizio e causidico milanese, marito di Veronica Sovico. Con atto 23 gennaio 1562, I'Ospedale gli vendette la meta di una sciostra e cascine anuesse al fabbricato dello stesso Ospedale, colle coerenze del fosso, della St rada e deirOspedale, contemporaneamente il Solari investi I'Ospedale dell' utile do- minio della detta .wio^^m per I'annuo canone L. 110 donandogli il diretto dominio in un ad un altro livello di L. 50 che si pagava a Ini dall'Ospedale. Mori il 7 gennaio 1569. * Solari Teresa, maritata Roviglio. Le- gato di L. 10 nel 1792. * Solari Tullio. Fu erode 1' Ospedale al quale lu'rveiiiioro L. 8150 nel 1576. * Soliva Gerolama, di Giovanni, maritatn con Lodovico Castiglioni, con codicillo 3 maggio 1711, lascii erede I'Ospedale della porzione ad essa spcttaiite, quale erede d'l- sabella Pietrasanta di lei madre, .sulla ere- dit^ di Filippo Pietrasanta fratello della Isabella. Pervcnne all'Ospedale una casa in Milano in via del Crocefisso, ed alcuni effetti esisteuti a Robccco. * Soma Giacomo. Legato di Lire 200 nel 1600. * Soma Lucio Antonio. Legnto di L. 50 nel \(\Wi. * Somaglia Carlo. Legato di Lire 150 nel 1695. * Somaglia Tosi "Vittoria. Legato di L. 67 nel 1775. * Somasco Paolo. Legato di Lire 29.10 nel 1576. * Somino Giuseppe. Legato di L. 100 nel 1697. * Sommaruga Carlo. Legato di L. 100 nel 1680. * Sommaruga Michele Innocente. Le- gato di L. 10 nel 1808. * Sonzino Giovanni Pietro. Legato di L. 200 nel 170D. Sonzogni Giovanni Andrea, di Giusep- pe. Mori il 29 giugno 1610, istituendo erede con testamento 25 gennaio 1600 e 29 detto mese di giugno I'unica figlia Caterina, con un legato all'Ospedale di ducatoni 50, che furono ritenuti pari a L. 287.10. * Sore Michel'Angelo. Legato di L. 100 nel 17:10. Sormani conte Alessandro, figlio di Antonio e di Cecilia Rovida, tenente gene- rale, zio del conte Antonio Sormani, altro benefattore dell'Ospedale, con testamento .30 novembre 1694, leg6 all' Ospedale L. 2400 imperiali a carico del di lui nipote conte Francesco, fratello del nominato conte Sor- mani da pagarsi in 8 rate annuali. Sormani conte Antonio, nacque in Mi- lano sotto la parrocchia di S. Babila il 2 ottobre 1732, dai coniugi conte Lorenzo ed Elisabetta Nava. Era fratello dell'abate Carlo SoiTnani, che fu erede di lui e che alia sua volta istitui erede I'Ospedale. Servl nell'e- .sorcito austriaco fino al 1768, aveiido dovuto rinunciare alia carriera militare in cau.sa di accessi epilettici ai quali andava soggetto. Raggiunse il gi-ado di capitano. Mori celibe — 360 d'anni 82 iP9 lupjlio 1814, lasciando scritto nel siio testaraento, 12 nieaggio tletto anno, un legato di L. GOOO a favore dell'Ospedale. * Sormani Antonio. Mcrcante di seta. Per erodita di lui si elibero L. 2462 nel 1631. Sormani Camillo. Questore del redditi .straordiuari dello state di Milano, con te- stamento 7 gennaio 1591, istitui eredi Ga- spare, Giovanni, Francesco giureconsulto e canonico della cliiesadi S. Maria della Scala e Giovanni Battista fratelli Sormani di lui figli colla proibizione assoluta di fare fide- jussioni o garanzie. Leg6 all'Ospedale L. 300. Mori nell'ottobre 1591. Sormani Carlo Giuseppe, di Giovanni Antonio, ammogliato con Carolina Raj raondi, abbandon6 una sostanza di circa L .170000, che fu raccolta dai figli ed eredi di lui, Gio- vanni tenente nel reggimento cacciatori reali, ed Adelaide, col peso di un legato di L. 3200 all'Ospedale, in contemplazione delle spese del mantenimento da esso L. P. prestato alia • defunta di lui zia demente, Maria Sormani. (Testnmento 2 marzo 1804). * Sormani ragioniere Gesare. Legato di L. 100 nel 1805. * Sormani Cristina, vedova Carcano. Le- gato di L. 12 nel 1808. Sormani Francesco, figlio di Carlo, di Usiglio, jjieve di Asso, mori nell'Ospedale, lasciando erede con testamento 25 febb. 1709 1' Ospedale stesso, col vincolo dell'usu- frutto alia moglie Margarita Bucelli. Per- venncro staliili in Asso, del valore di L. 490. * Sormani Gaetano. Legato di Lire 16 nel 1764. Sormani nobile Giovanni Battista, di Gaspare, che abitava a Venezia, dispose nel suo testamento 31 marzo 1578, che fosse seppellito di notte alle ore 2, coU'accompa- gnamento di un sol prete e che fossero pa- gati all'Ospedale Scudi 300 a titolo di legato. Fu erede il fratello monsignore Giovanni Francesco Sormani cimiliarca di Milano. Mori il 9 aprile 1578. * Sormani Giovanni Maria. Legato di L. m nel 1564. ^* Sormani Giuseppe. Legato di L. 500 nel 1542. * Sormani Leonardo. Legato di L. 16 nel 1575. '* Soroldone Giovanni Pietro. Legato di L. 100. (Testamento IG maggio 1558). Sottocasa Domenico, di Giovanni, di Decinisio sotto la parrocchia di Sormano in Yallassina, rimasto vedovo di Catterina Tor- chiana, spos6 Catterina Conti, alia quale leg6 I'usufrutto generate, ritenuto in annua L. 180. Con testamento 1 giugno 1773, istitui erede rOspedale al quale pervennero alcuni stabili in Sormano venduti nel 1777 col ricavo della somma di L. 2129 e la mobilia di casa. In complesso circa L. 4000. * Sottocasa Erasmo. Legato di Lire 10 nel 1524. * Sottocasa Francesco. Legato di Li- re 191,15 nel 1751. * Sottocasa Giuseppe. Legato di L. BOO nel 1803. Sottocasa Giuseppe Maria. Leg6 con testamento 7 agosto 1782, L. 600. * Sovico Bartolomeo. Mori nell'otto- bre 1519. Legato di L. 50. (Testamento 16 ottobre detto anno). * Sovico Dionigi. Legato di Lire 19,4 nel 1490. Sovico Gaspare Giulio Gesare, figlio di Tranquillo Maurizio, mori il 1 ottobre 1600 e con testamento 13 settembre detto anno, istitui erede la figlia Bianca Gerolama e il nascituro dalla moglie Caterina Gallarani , alia quale lego I'usufrutto generale. L'Ospe- dale ebbe un legato di L. 500. * Sovico Tomaso. Leg6 nel 1508 una parte di una rasa in P. Vercellina, affittata per L. 37. Sozzo Giovanni Stefano , oriundo di Cislago, figlio di Ambrogio e di Ippolita Grassi, tenne aperto negozio di calze e di drapperie sotto il Coperto dei Figini , ora demolito. Mori il 20 maggio 1603, abbando- nando una sostanza di circa L. . 7000 , che raccolta dall'Ospedale di Milano da lui chia- mato erede, col testamento 8 febbraio 1601. Lego alia moglie Marta Roveda , altra be- nefattrice dell'Ospedale, I'usufrutto generale. * Spaldo Gerolamo. Legato di Lire 200 nel 1559. * Spanzotta Giovanni Antonio. Legato di L. 59 nel 1576. * Spanzotta Giovanni Antonio. Legato di L. 70 nel 1629. Speradeo Alberto, di Martino, nomin6 erede la moglie Caterina Balconi con un le- gato all' Ospedale di L. 200, impiegate nel banco di S. Ambrogio. (Testamento 5 lu- glio 1628). Speraindio Angela, figlia di Lorenzo, trovandosi gravemente ammalata nell'Ospe- dale, fece il testamento 23 febbraio 1623, coL - 861 qnale oliinin^ ero(]c l" Ospedale stesso del- Tunica sostjinza da lei possediU.i, la mohilia di rnsa. * Sperati Ambrogio. Legato di L. 200 nel 1SC». Speltl Cristoforo , sopranominato il Vnsro , figlio di Bartolomeo . armigero del duca di Savoia al servizio del re Filippo di Spagna , leg6 scndi 1012 dovutigli dalla R. Camera di Milano. (Testamento 12 ot- tobre ln92 \ Sperini Francesco, di Giovanni Bat- tista, veterinario ronmnale . Iasci6 la legit- tima alia madre Anna :\raria Pianelli e la disponibile al fratello Giuseppe, riservato alia moglie Maria Berri , vita durante, ve- dova rimaritatfl, il godimento e I'usufrutto di tutti gli stabili. L'Ospedale fu da lui ri- cordato con nn legato di una cartella del- I'annua rendita di fiorini 17, nel suo testa- mento 2 marzo 1837 , fatto cinque giorni prima di morire. * Speroni Giovanni Ambrogio. Legato di L. 20 nel 154>5. * Spigola Antonio. Legato di Lire 12 nel lti'^1. Spiiielli Francesco, gia mercante, ora benestante e benemerito Hei poveri infermi, sia per le elargizioni che egli fa loro perio- dicamente nelle infermerie ospitaliere, sia per donazioni di oggetti di vestiario ad uso degli ammalati stessi. fatte dal 1868 in poi. Spinola Ambrogio, nobile genovese , figiio del barone e capitano degli alabar- dieri del R. Ducale Palazzo di Milano Tomaso, e di Teresa Pilani di Trezzo. Xacque in Milano il 26 febbraio 1731 e morl il 15 lu- glio 1788, disponendo che il suo cadavere fosse trasportato e sepolto come povero nella sua Chiesa parrocchiale nel sito il piu pri- vate che fosse possibile. Era sussidiato dal L. P. di Loreto e dal govemo. Fu erede della tenue sua sostanza, consistente nella mobilia e in un piccolo capitale, I'Ospedale di Milano in forza del testam. 11 marzo 1787. * Spinola Napoleone. Legato di L. 2.-0 nel 14fJ!<. Spinola Virginia con afto 22 marzo 1624 dono akuni crediti per un importo di L, 70or>. * Spinoli Gaspare. Mori neU'Ospedale di S. Ambrogio. L.gato di L. 25 nol 1579. * Sponga Giovanni Battista. Eredita deH'iri.purto di L. 5<)5 nel 1654. Sposito Bertola, di Bernardino, istituito erede I'unico di lui figiio Francesco Ber- nardino, legi air Ospedalo Scndi 100, con testamento 7 giuguo 1607. Spotti Carlo, die abitava in una ciisa di proprieti'i .lello mouache di S. ^Sotia in Porta Ticinese, parrocchia di S. 'Lorenzo vicino al Molino delle Armi, con atto 5 :nag- gio 168(\ lascii all'Ospedale alcuni oggetti di mobilio e tutto quello clie si fosse ritro- vato nella sua casa. Spreafico sacerdote Bartolomeo, cu- rato di Castello di Lerco, figiio di Santino, oon testamento 14 luglio 1630, istitul ered'i cinque snoi nipoti. con un legato all'Ospe- dale di Milano di L. 3000, dovutegli dalla comunita del Borgo di Lecco, e alia chiesa di Castello di tutta la cera da lui posseduta. Voile favorire anche il curato suo successore, col legargli una botto di vino. Spreafico sacerdote Giuseppe, figiio di Francesco e di Laura Cornelia Villa, di Galbiate, con testamento 20 marzo 1658, istitui erede Giuseppe Antonio Spreafico di lui pronipote, con sostituzione fedecommis- saria a favore dei di lui discendenti e nel caso in cui fosse morto senza figli, chiam6 a succedere Francesco Spreafico di lui ni- pote e suoi successori e in terzo luogo un Francesco Bernardino Spreafico, e infino I'Ospedale di Milano. II primo erede si fece Barnaliita e qiiindi gli succedette il Francesco Spreafico, il quale mori senza figli, lasciando luogo cosi alia sostituzione a favore di Francesco Bernar- dino, che pure mori senza figli verificandosi il caso a favore dell'Ospedale, che ando al posses.so della ereditinel 1687, conseguendo alcuni stabili in Galbiate, Beverate, ecc. Spreafico Pasquale, mori nell'aprile 184:^, lasciando erede I'unico figiio Carlo, usufruttaria la moglie Giuditta Provasoli. Benefico I'Ospedale con un legato di L. 600 rTestamento 6 luglio 1842). * Spreafico Teresa. Legato di Lire 30 nel 1782. Spurgati Pietro, di Giacomo, con te- stamento 3 febbraio 1654, istitui erede I'Ospe- dale di Milano. * Squarcino Pietro. Legato di Lire 24 nel 161:5. * Stagnoli Felice. Legato di Lire 19,19 nel \mu. Stagnoli Giulio, di Felice, con testa- mento 9 maggio 1816, istitui erede le figlie Antonia e Carolina, col vincolo dell'usu- frutto a favore della moglie .Vincenza Mi- 34 362 — netti e colTobbligo di pagiirc all"Osi)edalo di Milano a titolo dl Legato L. 100. * Stampa DonatO. Legato di Lire 180 nel 1622. * Stampa Croce Francesco. Legato di L. 250 iiel 1800. * Stampa Gabriele. Legato di Lire 40 nel 1187. Stampa nobile Giacomo Maria, figHo naturale legittimato di Maffeo e di Angiola Pratoverde, fu uoino di grande sapere le- gale. Dopo di essere stato eletto giudice delle strade nel 1523, da Francesco II ul- timo duca di Milano fu collocato nel Se- nate. Divenuti padroni dello Stato gli spa- gnuoli, il 7 dicembre 1535, fu collocato nel consiglio dei 60 decurioni e nel 1537, fa confermato senators da Carlo V. Fondo nellachiesa di S. Eustorgio dei Domeiiicani, la cappella di S. Gerolamo. Mori il 17 gen- naio 1558, legando all'O.'^pedale, con testa- mento 17 giugno 1555, L. 16. * Stampa Giovanni Battista, di Gra- vellona. Legato di L. 250 nel 1623. * Stampa Marco Antonio. Legato di L. 6000 nel 1647. * Stampa contessa Maria. Legato di L. 50 nel 1788. * Stampa Ottaviano. Legato di Lire 50 nel 1522. Stampa Saverio, native di Como, figlio di Pietro e di Bellini Carolina, possidente, mori celibe d'anni 58 il 22 dicembre 1878, nella casa in Milano sul corso Genova al n. 2, abbandonando una sostanza di circa L. 27000, che fu raccolta dalla Congrega- zione di carita di Como, in forza del testa- mento 26 settembre 1816. In un testamento antecedente aveva istituito erede I'Ospedale di Milano, che fu da lui favorite con un le- gato di L. 1000. Dispose che fossero mandate L. 1000 al Papa Pio IX in conti-assegno della sincera venerazione che aveva per lui. * Stampa Stefano. Legato di jLire 50 nel 14vi'nit)re 1575j. * Taverna Stefano. Legato di L. 800 nel 1477. * Tei GiacintO. Legato di L. l.'jOnel 1669. * Telamone Carlo. Legato di L. 150 nel ISOi;. * Tenca dottor fisico Galeazzo. Legato di L. til 10 HL'l 1G94. * Tenconi Francesco Bernardino. Con- sigliere. Mori in Milano il 7 novembre 1843, c con testamento 13 aprile 1822, istitui erede il Seminario Maggiore, col peso del legato di L. 164.00 aH'Ospodale. Tencone Gerolamo, di Luigi, di Sesto Calende, leg6 L. 60. (Testamento 17 set- tembre 1647). * Tensani Giacomo, chirurgo deH'Ospe- dale. Legato di L. 700 nel 1697. Fu eletto chirurgo dell' Ospedale nel 1694, in seguito a precedenti servizii da lui prestati per lungo tempo nella qualita di barbiere. Dopo tre anni fu coUocato a riposo per titolo di salute con dichiarazione che risanandosi gli si sarebbe affidata la sopraintendenza nelle crociere. attesa la sua virtuoso e lunga ser- ti'.u prestata con piena soddisfazione di tutti. In luogo di un assegno in danaro fu ac- colto nell'Ospedale, dove gli veniva fornito tutto I'occorrente, e dove fini i suoi giorni. Terracina Virgilio , di Achille , con testamento 26 luglio 1608, istitui erede I'O- spedale. * Terrino Giovanni. Legato di L. 1260 nel 1066. Terrino Giovanni, di Marco, di Tnola, diocesi di Albenga, giurisdizione di Geuova, con testamento 11 marzo 1627, legi scudi 50 altrettanto al L. P. di Loreto. * Terrone Carlo. Legato di Lire 830 nel 1729. * TerzagM Agostino. Legato di L. 100 nel 108ft. '* Terzaghi Agostino, di Biagio. Legato di L. Wt ixl loW. - Terzaghi Antonio. Lfgato di Lire 16. TTf stanifnto 3 nirirzo 1")0.5;. * Terzaghi Battista. Legato di Lire 160 nel 1.502. — 366 — * Terzaghi marclicsp Ettore. Legato (li L. 300 iiel 1708. Terzaghi Francesco , lego L. 36, con testainoiito 1'2 i'olibraio 1012. Terzaghi Francesco, di Antojiio, ma- rito cli Lucia Delia Cliiosa, istitni erede I'O- spedale, con testamento 17 marzo 1477. Mori nel gingno detto ainio. Ri o1)l)oro L. 300. Terzaghi Giovanni Ambrogio , di Giovanni Antonio, marito di Isolta Gamba- loita, leg6 L. 90 , con testamento G noveni- bre 1545. Terzaghi Giovanni Ambrogio, dot- tore fisico, figlio di Augusto, incomincio la sua carriera nell' Ospedale , nel 1601 , arri- vando nel 1607, ad occupare uno dei posti di medico fisso equivalents a quello di medico primario d'oggi. Mori in uno degli ultimi giorni del gennaio 1623, lasciando il testamento 15 detto mese ed anno , colla istituzione di erede a favore dei suoi t'ra- telli giureconsulto Uberto e Maurilio e col- I'onere di pagare all' Ospedale suddetto scndi 1000, a titolo di legato. Terzaghi Giovanni Matteo, giurecon- sulto , figlio di Battista , con testamento 21 agosto 1591, leg6 L. 100. Terzaghi Giovanni Stefano, di Fran- cesco , sposo Elena Magnaghi , dalla quale ebbe due figlie, Clara e Rosana, che con testamento 23 luglio 1635, furono istituitc eredi, con un legato all'Ospedale di L. 300. * Terzaghi LancellottO. Furono eredi le figlie Cecilia, Caterina, Liberata e Bianca con un legato all'Ospedale di L. 25. (Testa- mento.... ottobre 1515. * Terzaghi Maddalena. Legato di L. 10 nel 1519. * Terzaghi Pomponio. Legato di Li- re 1570 nel 1580. Terzaghi conteTeodoro, giureconsulto, altro dei 6n decurioni della citta, figlio del conte Gerolamo e di Angiola Maria Magni, dei conti di Morazzone , sposo in prime nozze Caterina Ferrari , in seconde nozze Caterina Visconti e, in terze nozze Vittoria Ruffini. Mori nel 1723. Con atto 17 giu- gno 1699, dono all' Ospedale un pezza di terra in Besate di pertiche 6. Terzago Camillo, di Giulio, di Gorla minore, lego L. 200, con testamento 25 feb- braio 1646. ■'■■ Terzago Giovanni Antonio. Legato di L. 16 nel 1.5(X). * Terzago Luca. Legato di L. 27 nel 1953. Terzago Luigi. Legato di L. 720. (Te- stamento 18 gennaio 1594). * Terzi Giuseppe. Legato di Lire 700 nel 1715. * Terzi Stefano , e-sattore di Cavenago. Legato di L. 6753 nel 1729. Tettamanzi Antonio, di Achille, detto della Morna/ii. marito di Angela Maria Ca- stiglioni, leg6 con testamento 18 aprile 1666, alcuni annuicensi decorsi dall'ottobre 1665, retro nell'importo di L. 1866. Tettamanzi Carlo Maria, di Ambro- gio, con testamento 30 novembre 174-5, leg6 alcuni crediti del valore di circa L. 8000. * Tettamanzi Francesco. Legato di L. ion nel 1596. * Tettamanzi Giovanni Antonio. Le- gato di L. 2110 nel 1587. * Tettone Francesco. Legato di L. 1,50 nel 1645. * Tettone Sacripante. Legato di L. 300 nel 1610. Theis sacerdote Orazio, di Leonardo, di Ganna , sorpreso da un male violento a Varese, dovette ricoverare a quell'albergo del Bissone, dove fees il testamento 10 lu- glio 1619, lasciando erede I'Ospedale di Mi- lano della modesta sua sostanza. * Tibaldi Francesco. Legato di L. 100 nel 1608. Ticozzi Teresa Cristina, figlia del L. P. degli esposti, nata nel 1787, morl il 16 ottobre 1835 nell'Ospedale, il quale fu erede della sua sostanza dell' importo di L. 825. Tignosi Sant' Ambrogio Barbara, fi"-lia di Alberto, maritata con Cesare Tanzi, con testamento 11 marzo 1613, fatto nel- l'Ospedale di S. Ambrogio, dove si trovava ricoverata e aggravata dal male, istitui erede I'Ospedale Maggiore di Milano, al quale pervennero alcuni stabili in Pandino. Tignosi Sant' Ambrogio Giovanni Giacomo, moriai primi di luglio del 1619, legando all'Ospedale, con testamento 12 giu- gno detto anno L. 200. * Tinelli Antonio Francesco. Legato di L. 32 nel 1601. Tinelli nobile Ferdinando, di Laveno, figlio di Carlo e di Teresa Maschio, fu edu- cato nel collegio dei Gesuiti a Monza, dove si distinse riportando la maggiore delle onorificenze. Ingegno brioso, vivace, scrisse diversi componimenti poetici. Fu deputato- politico a Laveno per parecclii anni. Sposi — 86- Borroiii Mariaiina, la quale lo precodette nel sepoKro. Mori d'luini 85 a Laveno il 4 aprile 1838, istitueuilo eredo, oou tosta- luento 28 luglio IS^S, i figli nobili Carlo e Luigi, coU'onere di un legato di Lire 500 all'Ospednle. Tirelli Aurelia, di Bassiano, vodova di Ainbrogio De ^[agiori, con testamento lU ago- sto 1G13, istitui eredo I'Ospedale della tenue sua sostanza. Tizzoni Cesare, di Gerolamo, istituiti eredi Francesco, Alessandro, Agostino e Giovanni Antonio t'ratelli Tizzoni, di Van- zago, leg6 all' Ospedale L. 100 imperiali, con testamento 8 novembre 1613. Tizzoni Gerolamo, di Rolando, di In- zago, niarito di Orsola De Isolani, dispose con testamento 14 aprile 1581, in via di so- stituzione a favore dell'Ospedale di Milano, sostituzione che si e verificata, nel 1630. Per6 I'Ospedale consegui soltanto L. 700 in via di transazione. Tizzoni Giovanni Battista, di Antonio, commerciante in libri, non avendo figli, con testamento 19 ottobre 1693, istitui erede I'O- spedale. Mori il 21 niarzo 1699. Tizzoni Giovanni Giacomo alias De Tadini, figljo di Fernio e di Isabella Cara- vaggi, aggiunse il cognome Tizzoni a quello di Tadini per disposizione dello zio, Gio- vanni Giacomo Tizzoni, che lo istitui erede della sua sostanza nel 1518. Con testamento 17 maggio 1524, il Tizzoni-Tadini istitui ere- de I'Ospedale, al quale pervennero alcuni sta- bili in ■Caravaggio. * Tocchini Giovanni. Legato di L. 100 nel 1835. * Tolentini Antonio. Legato di L. 200 nel 15»j;5. * Tolentini Belisario. Legato di L. 40 nel 14i'3. Tolentini nobile Lavinia al secolo, e Suor Orazia Marianna in religione, figlia del conte !Nicol6, con atto 20 agosto 1705, don6 all'Ospedale la somma di L. 3000, importo della dote che le era stata costituita allorohe entro nel Monastero di S. Sofia, e dal quale sorti in seguito alia soppressione del Mona- stero stesso. Impose la condizione di rice- verla e mantenerlanell'Ospedale vita durante. Tombarella Bianca Francesca, mo- glie di Domenico Roca, niorl il 5 agosto 1741, la.sciando il testamento 25 febbraio ikttoanno, nel qnale i.stitui erede I'Ospedale, che consegui L. 1500. Tomaselli Andrea. Sorgcnto maggiorc di Vercelli, con testamento 20 novembre 1658, legi> Ducati 400, legato cho dovotte esserc ridotto a Lire 240. Favori ancho un figlio naturale speraiulo cho avcssc a tarsi frate. * Tomolo Francesco. Legato di L. 1200 nel 101)8. Tondini sacerdoto Baldassare. Curato di Marcallo. Con testamento 4 ajirile 180-1, lego gli argenti e i peltri. Torchiana Angela, ex monaca del sop- presso Monastero di S. Michele sul Dosso, figlia di Giovanni, mori 1' 8 gennaio 1818, e con testamento 19 novembre 1800, istitui erede I'Ospedale, al (luale pervennero circa L. 3137. Torchio Carlo, di Giovanni Battista, con testamento 19 agosto 1630, leg6 L. 1000. * Torchio Giuseppe. Legato di L. 245, nel 1629. Torchio Lodovico, di Gerolamo, con atto 3 febbraio 1588, don6 la sua sostanza ad una figlia della sua sorella Luca, vedova di Francesco Corti, coU'obbligo di pagare all'Ospedale L. 250. Tordord Marianna, maritata Savini, di Antonio, lego all' Ospedale, con testa- mento 2 gennaio 1827, due cartelle di Vienna di L. 1700. * Tornago Francesco. Legato di L. 30 nel 1791. * Tornielli Ottaviano, giureconsulto. Legato di L. 250 nel 1712. Torre Teresa, vedova di Giuseppe Pu- ricelli Guerra, figlia di Angelo, mori in Milano il 19 gennaio 1858. Furono eredi per testamento 28 dicembre 1857, i figli Giuseppe , Angiola maritata Buttafava e Maria vedova Dell'Orto fratello e sorelle Puricelli Guerra. Un altro figlio Giovanni Battista le premorl. Leg6 all'Ospedale Li- re 1000 a favore dell' Istituzione Vergob- bio-Beltramoli da convertirsi nell' acqui- sto di instrumenti ed oggetti ad uso della clinica oculistica. Benefici i poveri di Car- dano e di Sesto S. Giovanni, la Chiesa di Gallarate, i Sordomuti, i Discoli, gli Orfa- notrofii, gli asili, il patronato dei carcerati. Leg6 al santuario di S. Celso I'uso perpetuo di nn Cameo ornato di 9 diamanti, riser- vando la proprieta all'Ospedale, collafacolfi di rivendicarne la conscgna nel caso che venisse distratto. II Cameo figurava una testa di sultano per cui fu riconosciuto inadatto per la Chiesa. Per questa considerazione d'ac- — 868 — cordo colla fahl)rireria dolla dotta Ohiosa e degli erodi dclla testatrice, il Cameo in rendnto per L. 5fiOO, delle qnali la meta i'u versata iiella Cassa dell'Ospedale c I'al- tra meti alia chiesa di S. Celso. Origina- riamcntf fn poritato L. 2000. * Torri Francesco. Legato di Liro 12 nel 1805. * Torri Giovanni. Legato di L. 25. (Te- stamcnto 1 higlio 1543). Torriani Giuseppe Francesco, di Nicolao, ninrito di Antoiiia Forni, niori il 1 ottobre 1700, in una casa di sua propriety in via di S. Simone, legando all'Ospedalc L. 1200, con testamento 21 novembre 1699. * Torriani marche.se Paolo. Legato di L. 60 nel 1657. Torriani Polissena, di Giovanni Paolo, vedova di Giovanni Giaconio Pozzobonelli, con atto 25 settembre 1623, don6 un credito di L. lOno. Tortis Bartolomeo, di Giacomo, vedovo di Margarita N., con testamento 7 luglio 1524, fatto mentre era malato sospetto di peste e suUa strada pubblica presso il ponte esi- stente fra I'Ospedale e il Cimitero di San Nazaro, stando il testatore lontano dal no- taio rogante, istitui erede I'Ospedale coll'o- nere di diversi legati ai suoi parent! . * Tosa Giulia. Legato di L. 600 pagato in vita nel 1595. Toscani Margherita , figlia di Gero- lamo, vedova di Giovanni Andrea Confalo- nieri , con testamento 22 novembre 1569, istitui erede 1' Ospedale. Nel 1574 , mentre era ricoverata nell' Ospedale di S. Celso, don6 all'Ospedale Maggiore una casa in Mi- lano, sotto la parrocchia di S. Maria Se- greta, coll'obbligo di alloggiarla e mante- nerla nell'Ospedale di S. Celso, dove morl nel dicembre detto anno. La eredita di questa donna si e limitata a L. 1800 circa, importo che va aggiunto . * Tramezzina Celidonio. Le,i;ato di Li- re 30. ^Mastro l('.»t5. KHW). * Tranquerio Filippo. Legato di Li- re 1'3X\ iTostamento t! lobbraio 1520i. * Tranquerio Nicolao. Legato di L.200 nel 151:5. * Tranquerio Pietro. Legato di L. 40 nel 1513. * Travedona sacerdote Pietro, di Au- gera. Leijato di L. 50 nel IGiili. Trecate Filippo, mori nel gennaio 16S8, legando L. GlKX>, ci^n tostaniento 31 dicem- bre 1(3S7. Trecate Francesco , di Bartolomeo, marito di Cateriiia Carcano, nientre si tro- vava ricoverato nelTOspedale, fece il testa- mento 4 novembre 1527, istituendo erede lo stesso Ospedale della tenue sua sostanza. * Trecchi Bernardino. Legato di L. IGO. (Testamento 20 aprile 1-195). Tremonti Giulio Cesare, curato della cbiesa di t^. Caliiuero di Milano, leg6 al- rOspedale Scudi 50, con testamento 24 lu- glio 1G30. * Trevani Sant Nazari Maria Mad- dalena. Legato di L. 210 nel 1802. Trezzi ingegnere Aurelio. Lego L. 1200, con testamento 23 gennaio 1626. * Trezzi Bartolino, detto il -S". Giorgio. Legato di L. 10 nel 1570. Trezzi Francesco, di Giacomo, mori senza figli nel 1497, e con testamento 18 gennaio 1493, istitui erede I'Ospedale. Lego ad una figlia naturale legittiraata, ancbe se fosse per risultare uon essere sua, fio- rini 2000. Xel 1470 il duca di Milano Ga- leazzo Maria Sforza dono al Trezzi un mo- lino per la macina della polvere di bombarda, posto fra P. Romana e P. Tosa presso il naviglio, molino cbe fu dall'Ospedale, erede di Ini, venduto nel 1555. Dopo il pagamento del legato alia figlia, all'Ospedale toccarono circa L. 1000. * Trezzi Francesco. Legato di L. 600 nel 1591. * Trezzi Giacomo. Legato di Lire 577 nel 1592. Trezzi Giovanni Battista, di Carlo, di Merate, mori il .% aprile 1725 e con te- stamento 2 novembre 1723, leg6 L. 500, in correspettivo dell' incarico cbe venne all'O- spedale stesso conferito di v<-ndero i beni dal testatore posseduti in Cassano Magnago. Trezzi Giuseppe. Lego L. 142 con te- stamoiitu 22 dii'.'iubro 1657. * Trincherio Gerolamo. Legato di Li- re 550 nel 1556. ■•• Triulzi Antonio. Legato di l^ire KX). i^Testameuto 19 aprilo 1502). Triulzi contcssa Barbara, vedova del conte Lodovico Barbiano di lielgiojoso, figlia del marcbese Giovanni Francesco, cbe fu colonnello di Carlo V, e di Giulia Triulzi, dci marcbesi di Vigevano e conti di Valle Misolcina e di Musocco, lego all'O.spedale Scudi 1000, con testamento 29 ottobre 1596, nel quale istitui eredi i figli Alberico, Gio- vanni Giacomo, Galeotto e Francesco. * Triulzi Elisabetta. Legato di Lire 50 nel 1473. * Triulzi conte Francesco. Legato di L. 40. (Testamento 3 aprilu 1501). Triulzi nobile Gaspare, con testamento 16 marzo 1547, lego al nionastero di S. Ma- ria della Fontana di Locate L. 200 in ogni anno e in perpetuo con sostituzione a favore deU'Ospedale, nel caso di soppressiono del Monastero stesso. L'Ospedale nel 1849 ri- nunzio ad un tal diritto i^er il corrispettivo di L. 800. * Triulzi dottor fisico Gerolamo. Dono L. 9LI0 nel 1504. * Triulzi Gerolamo. Legato di L. 90 nel 1808. ■■ Triulzi Giovanni Giacomo. Legato di L. 30 nel 1805. * Triulzi nobilc Lodovico. Dono nel 1508 L. 16. Triulzi Nicolao, figlio di altro Nicolao, di Crema, cbianiata erede 1' unica figlia Bianca Lucia, leg6 all'Ospedale Ducati 100 d'oro, con testamento 18 giugno 1524. * Triulzi marcliese Paolo. Legato di Li- re HXX) nel 1771. * Triulzi conte Renato. Legato di L. 40. (Testamento 9 novembre 1498). Triulzi Susanna, di Luigi, vedova di Camillo Bonfilio, istitui erede I'Ospedale, con testamento 25 febljraio 1572. * Triulzi Teodoro, Monsignore del Duo- mo. Legato di L. IfXK) nel 1724. * Triulzi Teodoro. Legato di L. 300 nel 1802. Trizio o Trezzi Angela, detta da Pa- via, figlia di Boniiorti, vedova di Lorenzo De Trieco, con testamento 3 settembre 1511, istitui erede I'Ospedale della tenue sua so- stanza. 36 — 870 — * Trombetta Balsamo Vittoria. I.r .<;nto di L. 50 nol l(ir)5. Tronchino Antonio De la Canalle, figlio ili AU^erto, innrito di Potriiiii Do Otu/.zi, di Crandola nclla Valsasina, dove possedeva alcnni stahili, che fnrono vcnduti (lall'Ospc- dale di Milaiio, credo di lui, jicr L. B4n, unica sostan/a dal testatore posseduta. Mori neU'Ospedalo di Sinipliciano verso il 1583. * Trotta Giorgio. Legato di L. 70.15. (Testampiito V2 dicembre 1545). * Trotti Camillo. Legato di L. 300 nel 16.58. * Trotti Franceschina, don6 nel 151G L. 1500, valoro di duo diretti dominii. Trotti conte Giuseppe , cavaliere di Malta e Gentiluomo di Camera, figlio del conte Giovanni Battista e di Giulia Secco- torella, dei conti di Santa Giuletta, nacque il 24 settemhre 1733, e mori celibe il 27 ot- tobre 1803, legando all'Ospedale L. 600. Trotti conte LodovicO, dono nel 180G, uu credito da lui professato verso il fittabile Moretti, credito, che, dopo una lite dispen- diosa, fu liquidate m via di cransazione, nella somma di L. 3400. * Trotti Luigi. Legato di L. 91.4 nel 1796. * Trotti conte Luigi. Senatore e reggente, figlio di Giovanni Battista e Isabella Vi- smara. Legato di L. 2lX)0 nel 1712. * Trpvamala Francesco. Legato di Li- re 11.51 nel 1809. * Tuano Giovanna, morta nell'Ospedale. Legato di L. 90 nel 1559. * Turati Antonio. Legato di L. 16 nel 1502. * Turati Antonio Maria. Legato di, Li- re 600 nel 1650. Turati Caterina, figlia di Giacomo, mori nel 1635 in Milano, nella stretta dei Giudei, sotto la parrocchia di S. Giovanni Laterano, legando all'Ospedale di Milano la mobilia di casa, con testamento 23 dicembre 1629, da lei fatto mentre si trovava ricoverata nelle infermerie ospitaliere. Turati Gerolamo, di Giovanni Angelo, marito di Bianca Visconti, con testamento 31 gennaio 1560, leg6 L. 200. Mori il 19 febbraio detto anno. - Turati Giovanni Giacomo. Togato di L. 30 nel 1608. Turati IppolitO, IVatcUo doir ihrole Tu- rati, altro bcuofattore del L. P., lego L. 6000, con testamento 22 ottobre 1646. * Turri Carlo. Legato di L. 150. I'Tostn- meuto 24 settembre 1598). * Turri Cristoforo. Legato di Lire 1200 nol 1589. * Turri Pietro Maria. Legato di L. 1000 nol ](;5.i. * Ubertello Antonio Francesco. Le- gato di L. 240 nel 1628. * Uboldi Ambrogio. Legato di L. 1.500 nol 17!I0. * Uboldi Carlo. Legato di Lire 574,71 nel 1826. Uboldi Carlo, con testamento 18 otto- bre 1645, lego I'annno censo di L. 420 do- vuto dalla Comnnita di Castel Novetto in Lomellina, la quale lo paga anche oggidi, ridotto a L. 120. L' Uboldi mori V8 novem- bre 1647. Uboldi Carlo, di Ambrogio, tesoriere deU'Arciduca Ferdinando d'Austria, marito di Elisabetta Anthoino, con testamento 10 agosto 1819, istitul erede della disi^onibile il figlio Ferdinando, che fu tenuto al sacro fonte dall' Arciduca Ferdinando d' Austria, dal quale ebbe in dono un giojello del va- lore di L. 2000 mil. riservata la legittima a lui e alle figlie Beatrice Piuri e Carolina vedova De Bethunne. All' Ospedale lego li- re 500. Anche la di lui moglie fu regalata di gioje dall' Arciduchessa. Mori d' anni 79 il 24 iuglio 1826. Uccelli Carlo Domenico, figlio di Pietro Antonio, dottore in chirurgia mag- giore, oriundo di Canobbio, Lago Maggiore, comincio a jn-estare I'opera sua nella qua- lita di Vice Litotomo dell'Ospedale,'il 80 a- prile 1759, col diritto di succedere al Lito- tomo Valeriano Mensurati, il quale mori il 1 settembre 1775. Aveva poi I'obbligo di in- segnare la Litotomia ai giovani chirurghi. Nel 1778 fu anche nominate chirurgo della Corte, e nel 1787 chirurgo Oculista di S. Co- rona. Fu egli I'ultimo Litotomo dell'Ospedale, essendo questa specialita divenuta di tutti i chirurghi colla scuola tenuta da Bernar- dino Moscati, del quale I'Uccelli era amico e collaboratore.. Per6 quando cess6 dalle man- sion! di Litotomo conserv6 quelle di oculista. Fu collocato a riposo per eifctto di sistema nel 1790 dopo 53 anni di sei-vizio. Mori ce- libe in eta d'anni 83 a Milano .sotto la par- rocchia di S. Fedele il 26 aprile 1803. Con testamento 24 settembre 1794 e codicillo20 aprile 1803, istitui eredi universali dei beni da lui jiosseduti in Canobbio, eccettuata la oasa civile, i sacerdoti Francesco e Giuseppe fratelli Uccelli, e della casa in Canobbio e 371 ili alouni i-ajtitaii a iiuuiio prosso rOsjunliilo Maijgiore ili Mihuio, I'OspeJalo ili S. ^faria di Canobl)io. Disposo il loj^ato ili ii. 15t>i>oi' una Tolta a tavore dell'Ospodale di Milaiio e prescrisse che i capitali snddetti destinati per I'Ospedale di Canobbio, dovessero I'on- tinuare a stare impiepati presso I'Ospedale di Milano al 3 per 0[(i. Voile cho nella occasioiie de'suoi funerali fosse posta sopra la porta della chiesa la seguente iscrizione: Pregate per ranima del dottore chinirgo Carlo Donienico Uccelli, beuemerito della patria per aver jn-ovvoduto in pei-petuo allediicazione doi figliuoli, alio doti, alle partorienti, agli infernii, ai cronici. Undegardi Franceschino, figlio di Giorgio, di Desio, It'gu una jiozza di terra in detto comune. (Testainento 7 novembre 1450. * Uslenghi Angelo Maria. Legato di L. rU) iicl its:?. Uslenghi Cristoforo, di Andre.i. con testamento 3 I'ebbraio 15S9. fatto in una stanza denominata la stnft'a dell' unto nel- I'Ospedale del Broglio, dove si curavano i venerei. istitni erede I'Ospedale di Milano della sna sostanza risnltata di poca entity. Usubelli sacerdote Andrea , di Fran- cesco, canonico della Collegiata di S. ilaria Podone, con testamento 21 novembre 1771, istitui erede Carlo Carpani. figlio di una sua sorella, con vincolo fedecommissario e con sostituzione a favore dell'Ospedale di Milano, nel caso di estinzione della linea chiamata. Dalla eredita patema. consegni .sole Li- re lof^ifiT). ma egli colla propria indnstria e cogli avanzi di rendita, aument6 quell' im- porto fino a L. 678.50, valore di una posises- sione a Trenno. Siccome per6 tale importo venne a ridiirsi a sole L. 18700. in causa di alcune passi\nta e dei legati dal testatore di9po.sti, cost I'Ospedale rinunci6 al suo di- ritto di sostituzione per il correspettivo di L. 750. * Vacano Ferdinando. Legato di L. 30 nel 1723. Vaccaria Livia, di Gerolamo, con testa- mento 10 luglio 1789. istitui erede I'Ospedale, il rpiale consegui nel 1790. L. 225.5,13. Mori in Milano iKlFagosto del detto anno IT.iO. Vaghi Angela, di Lodovico, vedova di Domenico Bri\no, con atto 24 marzo 1599, doni airOspedale il credito di L. C/X). Altret- tanto doni nel 1610. Una terza donazione per il maggior imjiorto di L. 20^(0 ebbo a t'arla nel 1()22 coll'obbligo di niautenorla neH'Ospc- dalo, cjuando si I'osse docisa di ricorrero ad OSSO. •" Vaghi Maffio. Legato di L. 12 ml 1582. * "Vagino Giovanni. Legato di L. 18 nel 15;t7. "VagO Pietro, di Bernardo, notajo, leg6 ducatoiii KKI. con testamento 3 luglio 1005. * Vago Pietro Antonio, causidico. Le- gato di L. GtX) nel 1607. * Vajani Lucia. Legato di L. 100 nel 1592. * Vaijdata Giovanni, spagnuolo. Legato di L. U!.") nel 15:)(). " Vailati Battista. Legato di L. 22 nel 1557. Vailati Carcano Giuseppe Giacomo, di Dionigi Giacomo, moil il H It'l.braio 1829, nella casa in Milano via S. Pietro in Cani- minadella al N. 3009 ; e con testamento IG ottobre 1826, istitui erede I'avvocato Matteo Biumi, coll'onere di un legato di L. 1000 al- rOspedale. ValagUSSa Giorgio, di Nicolao, con te- stamento oO gcnnaio 14G1, lego L. 40. Valaperta Giuseppe, di Barzago, in no- mo proprio ed an(;lie a nome del di lui cu- gino Giovanni Perego Valaperta, venne in soccorso delle miserio dell'Ospedale, col do- nargli con atto 9 maggio 1690, la somma di L. 1000 dal Giovanni Valaperta, mutuata a Police Bei'sauo colla condizione che il terzo dovesse essere pagato airOs])edale Fate-bene- fratelli. Valcerca Carlo, lasciu la poca roba che l)ossedeva all'Ospedale, in riconoscenza delle cure jirodigategli. (Testamento 12 aprile 1G81). * "Vale Carlo Andrea. Legato di L. 14.10 nel 1786. * Valedi .sacerdote Francesco. Legato di L. 144 nel 1532. * Valle Tomaso. Legato di L. 100 nel 1570. * Valli Giuditta. Legato di L. 30 nel 1814. Valmasa Giovannina , di Giovanni , mentre si trovava ricoverata nell'Ospedale del Broglio, fece il testamento 20 novem- bre 1584, col quale istitui erede I'Ospedale e il sacerdote Ambrogio Do Rabajetti, cu- rato dell'Ospedale stesso. La sostanza da lei abbandonata fu di ])Oca entita. Valotta contessa Isabella, di Francesco, rimasta vedova di Giovanni Battista Casati, sposo il conte Francesco Del Majno. Con testamento 9 settembre 1682, leg6 all'Ospe- dale L. nooo. * Valsecchi Carlo. Legato di L.15nel 1793. — 372 — Valsecchi Giacomo, %lio tli Fran- cesco c (li I'aola liaibini, tessitore, )iiori nell'Ospedale d'anni 60, il 12 IurHo 1814, legando all'Osjinrinlo stosso L. fiOO. Valsecchi Giuseppe, detto Passino, di Liiera, lego L. 200 con testameiito 5 mag- gio 1030. Valsecchi barone Lattanzio, commen- datore dell'ordine di Leopoldo, nacque in Milano nel 17155. Studio Icgge nel collegio Glii.slieri a I'avia e pn])lic6 prima ancora d'essere laureate il libro Vindicice GratiancE definitionis de cequitate. Chiamato poi a leg- gere diritto civile e criminale a Mantova vi pubblic6 I'opera \indicia; velerum roma- norum legum de patria potestate. Dalla cat- tedra fu chiamato dall' imperatore Giu- seppe II alia magistratura e quindi fu con- sigliere di I Istanza in Mantova, poi d'Ap- pello. Dal 1797 al 1806, fu consiglicre d'Ap- jDello, ora a Milano, ora a Venezia. Piu tardi fu nominato consigliere aulico presso il supremo Tribunale di giustizia in Vienna, traslocato poi al Senato di Verona, indi elevato alia carica di presidente del Tri- bunale civile di I Istanza in Milano. Intanto che era consigliere d'Appello a Milano, gli fu conferita la carica di Podesta di Pavia nel 1795, ove avvenne un fatto die lo riguarda, . meritevole d'essere qui men- zionato : Era il gioi-no 23 maggio 179G, iin mese dopo I'entrata dei francesi in Pavia e si correva dal jjopolo e dalle vicine terre alle armi con intendimento di sostenere 1' eser- cito austriaco, quando il generale francese Haquin, di passaggio per la citta, per poco non fu vittima del furore della moltitudine. Per sottrarsi dovette rifugiarsi nella casa del barone Val^^ecchi. Tre volte si venne dalla turba armata a varcarne la soglia chiedendo a morte il generale francese e tre volte Pavia vide il suo Podestk far testa alle spade e coUa eflficacia della sua parola disarmare la moltitudine. Coll' aver Egli in tal raodo salvata la vita al generale, salvo eziandio quella dei Nobili, del Municipio e I'Universita dalle fiamme e dalla rovina. La Congregazione mnnicijiale gli fu grata di questo suo efficace intervento e gli di- resse una nota di soddisfazione e d'encomio nella quale si accenna che egli mise a re- penUiglio piii di una volta la propria i-ila con sorama intyepide:za prr risparmiare vm inas- sacio (Nota 10 agosto 1796). S])0.s6 la nobile Cristina Anelli, vedova del nobile Giu.seppe Bagatti. Mori il 9 di- cembre 1830, d'anni 75, lasciando il testa- mento 23 luglio 1829, col quale istitui erede il figlio Pietro Bagatti Valsecchi, con un legato all'Ospedalc, di L. 1500 inilanesi. * Valsecchi sacerdote Pietro Antonio, curato di Cambiago. Legato di Lire 15 nel 1787. Valtorta Carlo, di Giovanni, della Co- sta d'Agliate, con testamento 26 marzo 1748, fatto nell'Ospedale dove si trovava ricove- rato, lego all'Ospedale stesso L. 500. * Valvasora Flora. Legato di L. 200 nel 16G5. " Vandoni Francesco. Legato di L. 38.38 nel 1817. * Vanetti sacerdote Giovanni Battista. Legato di L. 1000 (Mastro 1780 al 1806). * Vanotti Carlo Antonio. Legato di Li- re 50 nel 1758. Vanotti Carlo, ingegnere, marito di Laura Zucchi, lego I'importo di un trime- stre dell'onorario che egli percepiva dal- I'Ospedale stesso nella sua quality di inge- gnere (Testamento 16 febbraio 1765). * VanzagO Andrea. Detto della Fontana. Legato di L. 100 (Testamento 22 marzo 1497). * VanzagO Gabriele, detto della Fontana. Legato di L. 100 nel 1507. * Vanzati Giacomo. Legato di L. 200 nel 1800. * Varabona Luigi. Spagnuolo. Legato di L. 33 nel 1559. * Varena Carlo. Legato di L. 6000 nel 1682. * Varese Carabello Giuseppe, Legato di L. 600 nel 1G03. * Varese Muzio. Legato di L. 480 nel 1608. " Varesi Antonia. Legato di L. 18 nel 1588. Varesi Chiara, di Lodovico, moglie di Agosto Foppa, feudatario di Borgo Vercelli, mori il 28 aprile 1616, beneficando I'Ospe- dale con un legato perpetuo di annue L. 100 imperial i, il quale fu affrancato nel 1705, mediante il pagamento del capitale di Li- re 1654.14. (Testamento 28 settembre 1612). * Varesi Cristoforo. Legato di L. 16. (Testamento 2D giugno 1552). Varesi Francesco, di Lodovico, con testamento 22 luglio 15S0, fatto mentre si trovava ricoverato per grave infermiti nel- l'Ospedale di S. Dionigi, istitui erede della sua sostanza, costituita da una casa e giar- dino a Inzago e dal valorc della mobilia di casa, I'Ospedalo. - 873 — * Varesi nel 1538. Giovanni. Legato di L. 120 * Varesi Giovanni Giacomo. Lo^ato di L. IW iiel ir>n!\ Varesi Giuliano, dei marohesi di Cli- vio, tis;lio di Antonio, prima di entrare nella religione dei Gerosolomitani, ed in qiiclla fare la sua professione nell'Isola di Rodi, fece il testamento 29 niaggio 1478 . le- gando air Ospedale fiorini 50 da soldi ^'2 imperiali. * Varesi Lucrezia. Legato di L. 550 nel 1555. * Varesi Luigi. Pon6 nel 1495, una de- cima assentata sii stabili in Rosate dell'an- nua rendita di L. 25. Varesi di Rosate conte Pietro An- tonio, tiglio di Nicolo e di Eleonora Caccia, altro dei 12 di Provisione nel 1603, sposo Ippolita Delia Croce. L'Ospedale ebbe il le- gato di Sc. 200 rt sgravio di coscie)t:a, in dipen- denza di errori che avesse commessi men- tre fu deputato dell' Ospedale stesso negli anni ICOG e 1607. i Testamento 2 maggio 1615). * Varesino Pietro Paolo. Legato di L. IH nel 1507. Varini Giuseppe Antonio , di Dome- nico, di Pallanza, dove niori I'S aprile 1839, legando all'Ospedale con testamento di tre giorni prima franchi 1.50. * Varoreca Nicolo. Legato di Lire 50 nel 1597. * Vassalli Carlo. Legato di Lire 24,56, nel 1S17. * Vassalli sacerdote Giovanni, canonico di San Nazaro, oblato. Fu professore nel col- legio Elvetico, Legato di L. 100 nel 1824. Mori nel marzo detto anno d'anni 88. * Vassalli Giovanni. Legato di Lire 16 nel 1770. Vassalli conte Sforza, conte palatino, figlio di Lorenzo , con testamento 5 no- vembre 1597, istitui erede il nipote Fede- rico Vassalli figlio del di lui fratello Ca- millo col peso di un legato all'Ospedale di L. 800. Vasti Carlo Giuseppe , di Giuseppe Maria, partecipo in societa con altri aH'im- presa della soniministrazione del fieno alia citta e durato di Milano e alia impresa del sesiuo della came forense negli anni dal 1640 al 16i7. Mori .senza figli a Castello sopra Lecco, dove fece il testamento 12 ot- tobre 1651, istituendo erede r0.s])eda]e di Milano, il quale rinuncio 1' eredita alia di lui nioglie .Vngela Corbetta per il correspet- tivo di L. 4150. Vedana Prassede, figlia di Benedetto, capjiellaio , con testamento 22 febbbraio e codicillo 24 luglio 1{)62, istitui ei-ede I'Ospe- dale coll'obbligo di non levare dal Banco di S. Ambrogio i capital! ivi esistenti al di lei nnme. * Vedani Giulio. Legato di L. .30 nel 1786. Vedoja Rainoni Bartolomeo, di Gio- vanni , con testamento 25 dicembre 1661, istitui erede I'Dspedale della non considere- vole sua sostanza. * Vegezzi Luigi. Legato di L. 15 nel 1800. * Venegoni Anna. Legato di Lire 30 nel 1767. Venegoni Giuseppe, lego L. 200, con testamento 26 agosto 1780. * Venini Conca Elisabetta. Legato di L. 10 nel 1773. Venini Gaetano, di Antonio, negoziante, marito di Paolina Fassi, leg6 L. 600, con testamento 6 giugno 1829. Venturelli Lodovico, figlio del me- dico chirurgo Gaspare, leg6 all'Ospedale L. 1200 e L. 200 alia fabbrica del Duomo, con testamento 18 dicembre 1510. Favori largamente la moglie Caterina Visconti, ma le impose la condizione di rinianere vedova. * Venzago Giovanni Pietro. Legato di L. 24,15 nel 1514. Verazzi Carlo, nativo di Caprezzo, sul lago maggiore, figlio di Pietro, negoziante di vino, leg6 all'Ospedale la quinta parte della sua eredita. Furono eredi due nipoti. Alia moglie Domenica Franzini leg6 l'usu» frutto generale in bcnemerenza dell' 02)era da lei prostata nel pi-ocurargli la sostanza, ma coll'obbligo di rimanere vedova. Per- vennero all'Ospedale circa L. 6700. (Testa- mento 9 maggio 1769). Verdebrasca Giacinto, farmacista, la- scio erede lunico di lui figlio naturale le- gittimato, Paolo Giuseppe Maria, con un legato all'Ospedale di L. 300. (Testamento 22 dicembre 1712j. * Verderio Bartolomeo. Legato annuo perpetuo di L. 10. iToi^tamento 26 settcm- bre 1523j. Verderio nobile Francesco, marito di Carolina Frigerio, lego L. 600 con testa- mento 31 agosto 1839. Mori il 16' feb- braio 1840. Verderio Giovanni Paolo, di Gio- 374 — Tanni Antonio, tli Monza, legi una pc/.za rli terra Ijosco in Borsano, con te.stamcnto !) ottobro 1625. Verderio Marta, A'l is'icolao, vedova di An<;elo De Platis, istitui erede I'Ospedale, con testamento 5 aprilc; 1510. * Verga .sacnrdote Cristoforo. Legato di L. 18 II el 1502. * Verga Giorgio. Lea;ato di L. 30 nel 1031. Verga sacerdote Giulio, di Galeazzo, uogli ultinii giorni della sua vita aljLan- dono Lonianiga per ricoverar.si nel convento di S. Martino fuori di P. Nuova a Mouza, dove mori pochi giorni dopo di avei-e fatto il testamento 25 ottobre 1623, col quale lego all'O.spedale L. 3000 inipcrinli. * Vergano Giovanni Angelo. Legato di L. 1800. (Testamento 1 apnle 1002). Vergiati Giovanni Paolo, con testa- mento 5 settembre 1611, lego L. 2000. * VergO Filippo. Legato di L. 16. (Te- stamento .... figosto 1490). Verrini Giovanni Battista, istituita erede la madrc Barbara Bossi , lego al- I'Ospedale Scudi 45, con testamento 14 lu- glio 1687. * Vertemate Filippo e Tomaso, padre e figlio. Legato di L. 96 nel 1514. * Vertua Bonfante. Legato di Lire 100. (Testamento 4 gennaio 1507). * Vertua Giovanni Antonio, detto il Li::.(t. Legato di L. 12 nel 1554. Vortua Giovanni Paolo, di Calimero, lego Lire 2000, con testamento 2 .settem- bre 1589. Mori cinque giorni dopo. ^ Vertua Paolo Antonio. Legato di L. 2000 nel 1029. Vertua Paolo Camillo , dispose della sua sostanza, con testamento 28 agosto 1614, ed essendogli note le condizioni miserevoli ill cui vorsava l'0.spedale, gli leg6 L. 1000. * Vesino Agosto. Legato di Lire 500 nel 1569 * Vetteri Lodovico. Legato di Lire 388 nel 1668. * Viani dottore Ottavio. Legato di Li- re 66.13.6 nel 1630. " Vicco Giovanni Battista. Legato di L. 300;) nel KmO. * Vicini Susanna. Legato di Lire 10 nel 1552. * Vicino sacerdote Michelangelo. Le- gato di L. 100 nel 1649. * Vidari Bernardo. Legato di Lire 50 iiel 10O5. * Videmari sacerdote Francesco. Legato di L. 300 nel 1029. * Vietta Francesco. Legato di Lire 12 nel 1020. * Vigano Giovanni Giacomo. Legato di L. 200 nel 1(;15. Vigano Giuseppa vedova Visconti, pose a carico dei iigli ed eredi Giovanni, Regina maritata Lodi e Eachele maritata Albertini, t'ratello e sorclle Visconti, il legato di L. 50 a favore dell'Ospedalc con testamento 15 gen- naio 1830. * Vigevano Cassandra. Legato di L. 25 nel 1510. " Viglezzi Giacomo, morl nelP Ospedale di S. Laz/aro, legando nel 1514 L. 16. Vignati Giovanni Battista , di Gio- vanni Angelo. Legato di L. 300. (Testa- mento 26 agosto 1613). Vigo Carl' Antonio , di Francesco , di Basiasco, con testamento 23 dicembre 1651, chiamo erede 1' Ospedale, al quale dicliiari di lasciare in particolar modo L. 50 dovu- tegli dal detto Comune di Basiasco da lui guadagnate e promessegli per essere andato per ordine della detta comiinita a Vercelli in quella milizia il 13 settembre 1650, e per un sei'vizio cbe ba durato circa due mesi. Vigo o Vico Giovanni Battista, detto Fensino, figlio di Giacomo , con testamento 14 marzo 1643, lego scudi 300. Dispose a favore della di lui moglie Giuseppa Minola I'annuo vitalizio di L. 200 imperiali oltre la dote di L. 5247.10 imperiali. Vigo Pietro , marito di Giuseppa Vol- pini, lego L. 1400 a carico dell'unica di lui figlia Racliele, cbe sjiosi il conte Agostino :Maria Testi. (Testamento 10 giugao 1798). * Vigoni Elia. Legato di L. 60 nel 1532. Vigoni Elisabetta, di Rosate, chiam6 erede I'Ospedale della poca roba che posse- deva. (Testamento 11 aprilo 1685). * Vigoni Giulia. Legato di L. 12 nel 1806. Villa Antonio, di Ambrogio, di Desio, i'ece neirOspedak', dove si trovava infermo, il testamento 30 maggio 1738, istituendo erede I'Ospedale stesso, al quale jjervenne una sostauza di poca entita. * Villa Carlo. Legato di L. 2479.62 nel 1847. ■" Villa Carlo Giuseppe. Legato di Li- 1-0 200 nel 1088. ^' Villa Cesare. Legato di L. 175 nel 1718. *• Villa Federico. Legato diL.150nel 1706. Villa Francesco, con testamento 9 aprile 1501, istitui erede I'O.spedalc della tenue sua sostanza. — 375 — * Villa Giovanna. Lo,i:;ato di Lire 50 nel 15(T>. Villa Giovanni Battista, noi^oziante in graiiaglie. figlio di Giovanni Anibrogio, con testaniento 20 ottol)re UV29, istitul erode nn nipote , riservato 1' nsutVntto alia nioglie Laura Daverio. AU'Ospedale legd scudi 200 d'oro. Obbligd Terede a spcndere Scudi 100 d'oro, per la celebrazione di tante messe da morto, in suftrngio delle anime dei mercanti defunti, coi qnali il tostatore avesse contrat- tato in grano e li avesso danncggiati. Villa Giovanni Battista, di Tomaso, con testaniento 18 niaggio 1680, riconfer- mato dal di Ini iratello Carlo Giuseppe, leg6 airOspedale L. 200. * Villa Giulio. Legato di L. 200 nel 1630. * Villa Giuseppe. Legato di L. 605.6 nel 1506. Villa Giuseppe, figlio di Antonio e di Maria Pcllegatta, possidente, di S. Pietro airOlmo, con testaniento 5 giugno 1845 e codicillo 2 marzo 1846, istitui erede dell'in- gente sua sostanza nn di lui fratello, dopo di avere proweduto larganiente alia moglie Marianna Sah-ioni. All'Ospedale lego Li- re 3000 milanesi. Destin6 L. 1500 milanesi per la costruzione di un altare di manno in sostituzione di nn altro di legno, nella chiesa di detto comune. Condon6 i debiti ai suoi coloni. Assegnd una casa di sua propriety in detto comune per la residenza di un coadiutore, al quale fiss6 per dota- zione Lire 1300 annue. Villa Giuseppe, figlio di Giovanni Bat- tista ed oriundo di S. Angelo Lodigiano, fa per parecchi anni pollaiuolo al servizio deirOspedale. Mori il 24 giugno 1825, e con testamento 12 agosto 1817, istitui eredi i tre nipoti Yittorio, Gaetano e Fedele fra- telli Villa, con un legato \'italizio a favore della di lui moglie Cecilia Savar^ di L. 3 milanesi al giomo. L'Ospedale fu da lui beneficato con un legato di L. 4000 milanesi. * Villa Maddalena. Legato di L. 10 nfl 1757. Villa Pietro, di Opera, pastore, leg6 Li- re i-4. con testarnento 27 nprile 1700. * Villani 'Guido Antonio. Legato di L. 28-10 hpI 1.55^. * Vimerca'i Alessandro. Lo-ato di Li- re 29,10 nel 1.57.^. Vimercati Apollonia, di Francesco, mogliQ diAnfoiiio Carrass.dn, logo scudi 20, con testamento 17 marzo 1562. * Vimercati Bartolomeo. Legato di L. 40 e di un diretto doininio del valoro di L. 160 nel 1407. Vimercati Cesare, legi Lire 6, con te- staniento 17 marzo 1797. In vita donc^ una casa in Milano vicino al dazio di P. Yigen- tina, vendnta nel 1775, ad Antonio ed Uberto padre e figlio Arrigoni jier L. 4500. * Vimercati Cornelia. Legato di L 16 nel 1511. * Vimercati Cornelia. Legato di L. 100 nel 1555. * Vimercati Francesco. Legato di j i- re 200 nel 1581. * Vimercati Francesco. Legato di L. 20 nel 1551, * Vimercati Francesca. Legato di Li- re 88,35 nel 1810. * Vimercati Gabriele. Legato di L 16 nel 1465. " Vimercati Gaspare, mori nel lu- gho 1537. Nomino erede I'Ospedale, al quale pervennero circa L. 7000. * Vimercati sacerdote Gaspare. Legato di L. 34.54 nel 1816. * Vimercati sacerdote Gerolamo. Legato di L. 300 nel 1674. * Vimercati nobile Giovanni. Legato di L. 80 nel 1497. Vimercati Giovanni Angelo, con te- stamento 23 dicenibre 1637, legi L. 3000, a carico della erede di lui Anna Maria Piet'ra moglie di Carlo Brambilla, negoziante in fnstagno al Cordusio. * Vimercati nobile Giovanni France- sco, lego con testamento 10 aprile 1510 Li- re 100. Mori diciasette giorni dopo di avere testato. Vimercati Giuliano , di Marzolo , con testamento 24 maggio 1477, leg6 brente 6 di vino. * Vimercati Giulio. Legato di Lire 16 nel 1527. Vimercati Lucchino, di Michele, col- pito dalla peste , fece il testamento 22 lu- glio 1524, chiamando erede I'Ospedale col vincolo dell' nsiifrutto generale a favore della di lui moglie Caterina Opreno , altra benofattrice dell' Ospedale. La con.si.stenza della sostanza non fu superiore alle L. .3000. * Vimercati Marco Antonio. Legato di L. 8f/t. (Testaniento 4 .settonibre lo21j. Vimercati Masinesio, figlio di Eleo- nide, legi L. 1G6, con testamento 22 di- combre 1624. — 37G — * Vimercati Michele Angelo. ].< kuIo (li L. '10 iiel 1G;5(). * Vimercati Ottaviano. Legato di L. 40 nel 1498. Vinaga Faustina, di Francesco, Lene- fic6 rOspedalo con un legato di Lire 2000, con teHtamento 18 seltembre 1587. Viola Carlo Ercole, di Carlo Giuseppe, con testamento 21 niarzo 1836 e codicillo 29 aprile 1837, istitui nella ciiiesa di S. Ba- bila inMilano, una cappellania ccclesiastica coUa dotazione di L. 450 milanesi annuo e coll'olibligo della celebrazione di una messa quotidiana, e dispose die in caso di sop- pressione la dotazione dovesse passare al- I'Ospcdalc di Milano. Avvenuto il caso, per gli effetti della legge suirasso ecclesiastico 15 agosto 1867, pervenne aH'Ospodalo il re- lative capitale di italiane L. 10888,89 de- dotta la sonuna di L. 3266,88 italiane, per tassa pagata al Demanio. Viola Francesco, figlio di Bernardo, rivendugliolo o postaro con. negozio aperto suUa punta della via Bigli, mori in. Milano nel 1630, nel borgo di porta Orientale e. nella strada del Popolo lasciando erede I'Ospedale , con testamento 31 luglio detto anno. Abbando- n6 una sostanzadi circa L. 6000, valors di stabili in Zeloforomagno , ma 1' Ospedale consegui sole L. 1000 perche assegno L. 5000 alia moglie Margarita Mauri. Suo padre nel 1590 fu condannato alia galera per tre anni, per avere dato aiuto e favorito il ma- trimonio clandestino di Romolo Sola con Livia Casati figlia di Gerolamo, condanna che gli fu condonata in via di grazia, ma coU'obbligo di pagare Scudi 6 a tutti i LL. PP. di Milano. * Viscardi Matteo. Legato di L. 151,12. (Mastro 1584-1586). * Viscardi Prospero. Legato di L. 150 nel 1599. * Visconti conte Alberto. Legato di L. 1000 nel 1673. * Visconti Alessandro. Legato di Li- re 160. (Te.stamento 30 aprile 1475). * Visconti Alessandro. Legato di L. 50 nel 1539. * Visconti Alfonso. Legato di L. 300 nel 1635. * Visconti Angela. Legato di Lire 55 nel 1547. * Visconti Antonio. Legato di L. 200 nel 1751. * Visconti lapitano Antonio. Legato di L 60 nel 1716. Visconti conte Antonio, di Carlo Ot- tavio o della nobib; Jejuna ScbialTinati, dei conti di Cicognola e Carimate, uiori Tanno 1714. Con testamento 30 ottobre 1713, no- mino erede Natale Visconti, suo figlio na- turale, con sostituzione fedecommissaria a f'avore dei suoi discendenti, e in caso di e-stinzione di questi cliiami erede il Luogo Pio di S. Giacomo dei Pellegrini di Porta Vercellina, privandolo nel caso in cui avesse alienato qualcbe attivitk e chiamando in via di .sostituziono I'Ospedale Maggiore di Milano. La sostituzione a favore dell'Ospe- dale nou si e verificata, mentre per la estinzione della linea chiamata, il Luogo Pio dei Pellegrini ebbe a conseguire la eredita. All'Ospedale non pervenne alcuna soistanza e peri lo si ometterebbe .se non figurasse fra i benefattori aventi il ritratto e se non fosse stato deputato del Capitolo ospitaliero nel 1688. Visconti Battista, di Antonio, con te- stamento 4 ottobre 1485, fatto sulla pubblica strada, legi una pezza di terra campo di pert. 7 in Saronno ove dicesi al Malbostino. Visconti Barnaba o Barnabo, figlio di Azone, marito di Caterina Trezzi, presto per molti anni i suoi servizii all'Ospedale nella qualitk di siscalco. Mori il 26 dicem- bre 1626, e con testamento 29 agosto 1622, e codicilli 29 marzo 1624, e 2 aprile 1626, istitui erede I'Ospedale di Milano, al quale pervennero circa L. 5000. Visconti Bonif azio, barone d'Omavasso, figlio dei conjugi Ermes e di Margarita Tet- toni, colonnello al servizio imperiale, autore del romanzo la Plerida pubblicato nel 1686 e deir altro gli Sfoghi d'Amore, pubblicato nel 1687, mori celibe lasciando erede i fra- telli baroni Ottorino ed Ermes con un legato all'Ospedale di L. 600. (Testamento 15 feb- braio 1716). * Visconti Camillo. Legato di L. 16 nel 1553. * Visconti nobile Carlo. Legato di L. 32. (Testamento G ottobre 1509j. Visconti conte cavaliere Carlo, figlio del cavaliere Gerolamo, e di Isabella Bor- romeo sorella del cardinale Federico Borro- meo, questore dei redditi ordinarii dello stato e tesoriere generale, altro dei 60 decurioni della citta di Milano, e prefetto del Banco di S. Ambrogio, sposo il 10 settembre 1612, Francesca Pezzoni di Carlo conte di S. Mar- 377 tino. Con testnmento '24 gennnio 1650, legi airOspe.lalo L. 18(X\ Nel um^ fn spedito dallii patria alia corte »li Madrid i)ct rnppiesontare al Ro di Spagna lo stato lagrimevole del Dmato diMilauo, cagionato dallo estorsioni dell'Amministrazioiie inilitare, dall'introdn- zioia- di iiuovi dazii. ecc. Lasoi6 cimiue figli masohi. Visconti Carlo, tendatario, con atto 3 niarzo ItUt?, doiio I,. UXX). Visconti Carlo, oappellajo, morinel set- tenilire Hi30, lasriando nn ti.:::lio natuiale e istitnendo credo I'Ospedalc al ciuale lu'ivenne ana casa in via di S. Eaftaele. Visconti man-hese Cesare, figlio del marchese Teobaldo e di Claudia Tassoni, grande di Spagna, cavalii-io del Toson d'oro, dei60deciirioni della citfa di Milano, eolou- nello di 3000 fanti. Regio Ducale luogote- nente dell'Ospedale ^faggiore, spos6 in pri- me nozze la marcliesa Teresa Serra e in se- conde nozze la contessa Camilla Mezzabarba. Istitni erede il conte Carlo di Castelbarco sno abbiatico, coironere di un legato di Li- re 7200 a favore dell'Ospedale. (Tcstamento 13 higlio 1713). Mori nel 1716. Visconti marchese Cesare, figlio di Carlo e di Ippolita Rotola o Rota, regio que- store, dei Visconti da Somma e da Lodi, spos6 Elena Arconati. Era il padre del benefattore Visconti Teobaldo e I'avo dell'altro benefat- tore Cesare Visconti. II 2 ottobre 1620, ot- tenne dal Ee di Spagna il feudo di Cislago, 6 il 18 maggio 1621, gli fu conferito il titolo di marchese. Altro dei 60 decurioni nel 1622. Sostenne diversi incaricbi e varie rappresen- tanze onorifiche. Sedette anche nel Capitolo Ospitaliero, nella qnaliti di luogotenente re- gio. Benemerito dell'Ospedale per il legato di L. 600 da lui disposto nel testamento 21 marzo 1649. Fiirono eredi i figli Teobaldo e Galeazzo. Mori il 18 agosto 1&49. * Visconti Cesare. Legato di Lire 16 nel 1521. * Visconti Coriolano. Legato di L. 300. (Mastro 16a2-in0.1). * Visconti Filippo. Legato di L. 100 nel 1040. * Visconti Filippo. Legato di L. 10 8 '■'■! 1518. Visconti conte Francesco. Con testa- mento 13 gennaio 1667, istifni erede il conte Francesco Visconti, Vescovo di Cremona, con an legato all'Ospedale di Scudi 150, da lui di- •sposto in riguardo di qnalche ommissione che avesse fatta nel tempo in ciii fu mini.siro dell'Ospedale ste.sso, negli anni 1643, 1641. 1640, 1651, 16,V2, U;5S, KiCl, K;?!, 1683. * Visconti Francesco Maria. Legato di L. 32;) iioi u;;i!>. * Visconti Francesco. L.>g6 i suoi mo- bili di casa, i quali vonnero venduti nel 1590 per T;. 1702. Visconti couto Galeazzo, figlio diOiam- battista o di Violanto di rriucivallc Vi.s(!oiiti, fu ascritto nel 1566 al Collegio dei nobili giureconsulti, e creato Avvocato fiscale nel 1570. Fatto senatore» fu nel 1581 podesta di Pavia. Nel 1580 fu in nome del senato spc- dito a Roma aGrcgorio XIV, per congratu- larsi della sua asssunzione al pontificato. Sposo Maddalena di Giovanni Arcimboldi, dalla quale ebbe sette figli, quattro maschi e tre femmine. Leg6 all'Ospedale Scudi 100, con testamento 13 agosto 1606. Mori nel 1607. Visconti Gaspare, figlio di altro Gaspare, istitui eredi i nipoti Gasparino e Barnab6 Visconti, figli di Azone, fratello del testatore, col legato a favore dell'Ospedale, di una palude nella pieve di Brebbia. (Te- stamento 4 marzo 1481). Visconti Gaspare, di Gerolamo, con testamento 3 settembre 1624, istitui erede I'unica figlia Bona Lodovica, con un legato airOspedale di L. 1000. * Visconti nubile Gaspare Ambrogio. Legato di L. 80 nel 1503. " Visconti cavaliere Gerolamo. Legato di L. 100 nel 1606. Visconti Gerolamo, di Francesco e di Margarita Landriaiio, fu disgraziato nella salute fin da giovinetto, che all'eti di 28 anni era da dodici anni ricoverato nelPOspe- dale di S. Ambrogio per la di lui impotenza a ricevere il cibo in causa di una inerzia nei muscoli mascellari. Per compensare in parte I'Ospedale delle spese di cura, gli don6, con atto 8 giugno 1571, L. 2400. Visconti sacerdote Gerolamo. Proposto della cbiesa di S. Vittore in Arsago, con te- stamento 17 dicembre 1590, leg6 un letto fiiiito che egli teneva a sua disposizione in Milano e ci6 a sgratio di sua roscienza per un debito di minor valore che teneva verso I'Osin-flale .stesso. Visconti Gerolamo, liglio di altro Ge- rolamo, con testamento 15 aprile 1623, istitui erede I'Ospedale. * Visconti Giacomo, dotto il Visconii»o. Mori nel 1499, legando L. 160. .-5(; ^- 878 '■ Visconti Giovanni. Legato di L. GIO iiel 1<"''27. Visconti Giovanni. Mori nel settem- 1,10 1827, legaaado L. 100 all'Ospedale, e li- re 25 alia chiesa del Foppone ai nuovi Se- polcri, essendo egli uno dei confratelli della compagnia di S. Michele in detta chiesa. * Visconti Giovanni Ambrogio. Le- gato di L. 25 ncl mVX •* Visconti sacerdote Giovanni Ambro- gio. Legato di L. 20(1 nel 1512. Visconti Giovanni Ambrogio , di Francesco e di Crivelli Drussiana, marito di Francesca Scotti, con testamento 21 gen- naio 1595, istitui eredi le figlie Brigida, Eli- sabetta, Clara, Potenziana e Marta Corona, coU'onere di un legato in tanti argenti del valoro di L. 1000 a favore dell'Ospedale. * Visconti Giovanni Antonio, di ( is- lago. Legato di L. 500 nel 1572. Visconti Giovanni Filippo, di Luigi, coi testainenti 3 maggio 1504 e 27 marzo 1516, istitui erede I'Ospedale, al quale per- vennero alcuni stabili a Saronno, con casa danti I'annua rendita di L. 450. Mori il 29 marzo 1516. ■ Visconti Giovanni Francesco, morl di colica, d'anni 70, il 5 aprile 1589, legando all'Ospedale, con testamento 24 settembre 1581, I'importo ricavabile dalla sua mobilia dopo la morte della moglie Aurelia Castel- franclii. * Visconti Giovanni Battista. Legato di L. 87 nel 1781. * Visconti dottor coUegiato Giovanni Battista. Legato di L. 135 nel 1762. Visconti Giovanni Battista, conte di Lonate Pozzuolo e di Somma, cavaliere Gerosolomitano, altro dei 60 decurioni della citta di Milano, figlio di Coriolano e di Gaudenzia Solari. Spos6 in prime nozze Chiara Casati e in seconds nozze Bianca Doria. Ebbe due figli Carlo e Coriolano die morirono di peste negli anni 1629 e 1630. Lego all'Ospedale di Milano L. 8000 e al P. Istituto di S. Corona L. 3000, con testa- mento 10 giugno 1630. Mori anche lui di peste nel 1630. Suo padre fn altro degli inviati della citta di Milano a Iloma nel 1570, per presentare le congratulazioni per I'assunzione al Pajiato di Gregorio XIV di lui engine, perche una zia del Coriolano Visconti sposo il padre del detto Pontefice Francesco Sfondrati. Visconti Giovanni Battista, figlio di Giuseppe, fittabile uelT Ospedale a Sesto Calende dal 1614 al 1633 e a Fallavecchia, morl 1'8 maggio 1633, scrivendo erede nel testamento 15 luglio 1630 I'Ospedale, col- I'obbligo di far fabbricare nel luogo della di lui casa detto la Casanuova di Moncucco ovvero del Visconte nei CC. SS. di Milano, Porta Ticinese, parrocchia di S. Gottardo, una chiesa sotto il titolo di S. Maria Ver- gine e S. Giovanni Battista, larga almeno braccia 8 e che nella lunghezza compren- desse la saletta e cantina annessa sopra terra, facendovi poi celebrare due Messe quoti- diane. Per la fabbrica della chiesa furono preventivate L. 4(XiO e per le messe L. 18000. La sostanza da lui abbandonata fu di circa L. 24.000 per cui riraase ben poca cosa al- l'Ospedale. Visconti sacerdote Giovanni Battista, canonico della CoUegiata di S. Stefano Mag- giore di Milano, leg6 all'Ospedale L. 2000 imperiali, con codicillo 30 maggio 1708. Visconti nobile Giovanni Battista, di Gaspare, tenente colonnello nel reggi- mento Bettendorif-Geisrugg, mori il 6 gen- naio 1743, tre giomi dopo di avere fatto il testamento , istituendo erede il pronipote nobile Luigi Visconti, con ordine di primo- genitura e con sostituzione in caso di estin- zione della linea chiamata a favore del- l'Ospedale di Milano, al quale leg6 L. 2704. Favori largamente il L. P. di Loreto, ora aggregate alia Congregazione di Cariti,. La sostituzione a favore dell' Ospedale si e verificata nel 1783, ma la Rappresen- tanza ospitaliera dovette accont«ntarsi di ri- cevere annul gigliati 100, vita durante di Regina Roncbetti vedova, dell'erede Luigi Visconti, e gigliati 50 per una voltain con- siderazione del fatto che il detto erede la- scio poca mobilia di casa, degli argenti e due vitalizie prestazioni. * Visconti Giovanni Giacomo, di Ga- spare. Legato di L. 1000 nel 1535. Visconti Giovanni Pietro,diGaleazzo, con atlo 29 novembre 1568, dono un diretto dominio col canone annuo di L. 375 imperiali. Visconti conte Giovanni Pietro, figlio di Pietro, fu eletto consigliere ducale nel 1577. Con testamento 29 settembre 1485, leg6 all'Ospedale tutti i bcni dotali della prede- funta di lui moglie Lucia de Alzate, coll'ob- bligo di soccorrere i congiunti di lui sine all'importo della meta del reddito, conver- tendo I'altra meta in doti, e istitui eredi .^^^ 379 per IjS lo stesso Ospeilnle, e per altri 2i3 Anibrogio Visconfi di Gaspare suo fratello e Giovanni e Filippo tigli di Giovanni Ago- stino altro suo fratello. II Litta gli diede per nioglie un Agnoso, figha di Corradino Beccaria e fissn, I'epoca della sua morte al 10 dicenibre 1480, e cioe qualche anno pri- ma della data del suo testamento. * Visconti sacerdote Giovanni Vincen- zo. I^egato di L. '24 nel 1798, * Visconti Giulio Cesare. Legato di Li- re oW ncl 1578. Visconti Giulio Cesare, leg6 L. 226.12, con testamento 18 agosto IG'it). * Visconti conte Giuseppe. Legato di L. 100 nel 1800. * Visconti Guglielmo, figlio;di Guidone. Legato di L. 400. (Testamento 23 settembre 1530). * Visconti Ippolita. Legato di L. 600 nel 1651. Visconti Lodovico, di Alessandro, le- go airOj^pedale in contrassegno dell'amore che gli professo, L. 600, con testamento 9 maggio 1667. * Visconti Luigi. Legato di L. 100 nel 1576. Visconti conte Luigi, sopranominato D. Antonio Sansoni, figlio di Gaspare, fra- tellodelcolonnello Giovanni Battista Visconti altro benefattore dell' Ospedale, vedovo di Anna Arese, mori il 18 febbraio 1737, la- sciando all'Ospedale a titolo di legato Scu- di 500, con testamento 3 dicembre 1736. Ab- bandon6 una sostanza di L. 56913 gravata da una passiviti di L. 40174. Visconti Mafeo, di Santo, ammogliato con Elena Brioschi, lego L. 663.4.9 con te- stamento 20 agosto 1562. Visconti conte Ottavio, scrisse erede rOspedale con testamento 29 maggio 1630 ma, insorta contestazione col conte Alberto Visconti, I'Ospedale rinuncifi all'erediti, per il correspettiyo di L. 8316. Fu al servizio per molti anni nella qnaliti di maggiordomo maggiore degli arciduclii d'Austria, Alberto e Isabella. Coperse cariche militari. Ebbe il govemo di Como e consegui 1" Ordine del Toson d'oro. Mori in Fiandra nel 1632 (1). * Visconti nobile Paolo. Legato di L. 16 nel 1520. * Visconti Paolo Antonio. Legato di L. 100 nel 1697. Legato di Lire 12 ij Maatro entrata 1626-1645 pag. 834. * Visconti Pietro. nel 1517. * Visconti Pietro Paolo. Legato di Li- re KK) no! 170'_\ * Visconti Pietro Martire. Legato di L. 11 nel 1512. Visconti Borromeo conte Pirro, figlio del conte Fabio e di Costanza Triulzi' cava- liero dell'ordine di S. Jago col permosso di vestire abiti di colore, altro dei 60 decurioni della oitta. Ebbe il titolo di conte da Filippo II nel 1561. E a lui dovuta la bella e magni- fica villa di Lainate. Si fecero molti elogi dai contemporanei al suo carattere e alia sua coltura. Spos6 in prime nozze Ippolita Porro, e in seconds nozze Camilla Marini di Genova. Ebbe sette figli, dei quali nno, il conte Vitaliano, arcivescovo di Adrianopoli. Benefice rOspedale con un legato di Sc. 400. (Testamento 29 dicembre 1604). * Visconti Prospero. Legato di L 150 nel 1594. Visconti Tarsia, figlia di Pietro Maria, moglie di Gabriele Orrigoni di Varese, con testamento 28 marzo 1580, leg6 Scudi 100. * Visconti marcbese Vercellino. Legato di L. 7800 nel 1679. * Visconti Vistarina. Legato di L 100 nel 1649. Visconti contessa Vittoria , figlia di Giovanni Battista, detta I'Erede. e di Ippo- lita Barbiani di Belgioioso, dei Visconti di Somma, marchesi di S. Vito , vedova del conte Giulio Anguissola , con testamento 23 settembre 1621, istitui erede il fratello Francesco Visconti, giureconsulto e in sua mancanza il di lui figlio marchese Giau Maria, con un legato a favore dell'Ospedale di scudi 100. * Visconti Belloni marchesa Clara. Le- gato di L. 1.50 nel 1708. Visconti Borromeo, di Massino, conte sacerdote Francesco Maria, canonico ordi- nario della metropolitana, figlio del conte Pietro Francesco e di Bianca Gallarati, fi- glia del senatore Alfonso, istituito erede il nipote abate Lodovico Visconti Borromeo, figlio di altro Lodovico e di Francesca Pie- trasanta, leg6 all'Ospedale L. 2000, con te- stamento 20 agosto 1679. * Visconti Borromeo nobile Ignazio. Legato di L. 228 nel 1799. * Visconti Borromeo ( ontc Pietro Fran- cesco. Legato di L. 20(iO nel 1679. * Visconte Ciceri Filippo. Legato di L. 461.51 nel 1809. — 880 « Visconti Modroni conte Nicol6. Le- gato (li L. TO il valore di una spada d'ar- geiito in L. 128 ncl 1731. Vismara Alfonso, morl il 22 giugno 1808, istituendo erede, con testamento 20 agosto 1805. il IVatello Giovanni Antonio, col peso di nn legato di L. 2302.56 a favore dell'Ospodale. Vismara Cristina,di Leone, cognata della Galluzio Maria Caterina, altra benefattrice deU'Ospedale, e sorella del di lei marito Giuseppe Galluzzi, niori in Milano nella casa via S. Giovanni in Gugirolo, al n. 4711, il 29 marzo 1829, e con testamento 22 feb- braio 1826, chiani6 erede I'unico figlio Ca- millo, ricordando I'Ospedalc, con nn legato di L. 450. * Vismara Cristoforo. Legato di L. IG nel 1515. * Vismara frate Geremia. Legato di un calice d'argento del valore di L. 68 nel 1497. * Vismara Gerolamo. Giureconsulto. L'Ospedale rinuncio alia eredita di lui, con- testata dai parenti, per il correspettivo di L. 5010. (Mastro 1620-1642). Vismara Giacomo, di Marco, con te- stamento 23 luglio 1528, istitui erede I'Ospc- dale, col vincolo dell'usufrutto generale a fa- vore della di lui moglie Ilaria Porro. Vismara sacerdote Giuseppe, parroco della chiesa di S. Ambrogio in Solariolo di Milano e di Cernusco Lombardone, dono la sostanza paterna e materna, in concorso dell'altro di lui fratello sacerdote Giovanni Antonio Vismara, curato di Bresso, al fra- tello accolare Carlo Vismara. Con testamento 25 gennaio 1781, lego all' Ospedale la meta della sostanza, di provenienza dei benefici ecclesiastic! da lui coperti. Vismara Lavinia, di Gerolamo, con testamento 2 ottobre 1682; istitui erede I'Ospedale, col vincolo dell'usufrutto gene- rale a favore del di lei marito Giovanni Andrea Azone. Pervennero alcuni stabili in Ferno, i quali furono venduti nel 1714 al conte Giovanni Battista Trotti, per Li- re 5900 iniperiali. * Vismara Leonardo. Legato di L. 160 nel 1502. * Vistarino Annibale. L'Ospedale rinun- ci6 I'ei'edita di lui alia moglie Giovanna Anguillara, 1<'\ quale pag6 L. 2000 a titolo correspettivo nel 1589. Vitali Carlo, pose a carico del di lui fratello ed erede Gerolamo il legato di Scudi 300 a favore deU'Ospedale. (Testa- mtuito 20 sotteuibre 1666). * Vitali Caterina. Legato di Lire 1000 ncl 1607. * Vitali sacerdote Gaetano. Monsignore teologo della Metropolitaiia. Legato di Li- re BOO ncl 177t). Vitali De Tasso Pompeo, di Antonio, lego L. 100, con testamento 19 aprile 1589. Vittadini Innocente, ingegnere archi- tetto, tiglio di Giovanni, mori celibe il 31 maggio 1859, d'anni 69 in causa di ascite prodotta da gastro enterite, e con testa- mento 4 aprile 1852, e codicillo 27 mag- gio 1859, istitui erede il nipote Giovanni Vittadini, dottore in legge. AU'Ospedale lego L. 6000. A veutiquattro suoi amici lasci6 una posata d'argento cadauno. Far vori parenti ed attinenti. Destin6 Lire 400 annue a favore dell'istituto dei ciechi. Leg6 annue L. 1000 all'Accademia delle Belle Arti a Brera di Milano, per I'istituzione di un premio annuale da conferirsi ad un gio- vane studente di architettura giudicato me- ritevole di tale distinzione. Vittona Caterina, trovandosi in peri- colo di vita nelle infermerie deU'Ospedale, fece il testamento 16 giugno 1678, istituen- dolo erede della poca roba die possedeva. * Volont6 Antonio, altro dei componenti la corporazione bianco e rosso della citti, clie aveva fra gli altri I'incarico di portare nella occasione delle processioni il famoso stendardo di S. Ambrogio , istitui erede r Ospedale nel 1631, per un importo di L. 260. * Volonte Cristoforo. Legato di L. 250 nel 1631. * Volonterio Gerolamo. Legato di Li- re 150 nel 1744. Volonterio Giacomo Filippo. Leg6 L. 150 con testamento 5 giugno 1729. * Volonterio Giovanni Battista. Le- gato di L. 600 nel 1701. Volpi Alessandro, di Francesco, leg6 L. 6000. (Testamento 30 luglio 1629). Volpi Giovanni Ambrogio, di Gu- glielmo , marito di Beatrice Bossi , legu Scudi 500, con testamento 10 novembre 1628. Volpi Giulio, istitui erede I'unico figlio altro Giulio Volpi e legi all'Ospedale L. 600. (Testamento 28 agosto 1648). Volpi Laura, di Carlo, moglie di Fi- lippo Cremona, leg6 Scudi 100, con testa- mento 8 settenibre 1630. 881 — * Zaccheo Giovanni, di Colmegua Val- travaglia. Legato di L. 300 nel 1671. Zaccone Filippo, di Antonio Francesco, mn tostamoiito 30 diioml>re 1809, leg6 Li- re '20(X'>. * Zaffaroni Ambrogio. Legato di L. 5<> nel 1498. * ZaflFaroni Giovanni Agostino. Donu L. 1-27 nel 1528. * Zaffaroni Serafino. Legato di L. 76,75 nel 1817. Zafferoni Agostino, di Gerolamo. Mori in Milano nella casa N. 856 in via del Monte Napoleone, il 20 luglio 1817, e con testamento 31 ottobre 1816, leg6 all'Ospedale L. 100. * Zanaboni Francesco. Legato di L. 300. (M«stro 15&1-15S6 . * Zanardi Bianca. Legato di Lire 40 nel 1552. Zanatta sacerdote Carlo, di Ercole, mori il 20 agosto 1680, e con testamento 11 otto- bre 1679, che comincia con questo detto della sacra scrittura u Quis est homo qui vivit et non videbit mortem » istitui erede rOspedale, al quale pervenne una sostanza di circa L. 800. ToUe essere tumulato in Milano, nella chiesa di S. Tomaso in terra amara in cassa di legno a piedi delFaltare della B. V. del Eosario con lapide sepol- crale accennante la fondazione fatta da lui di due cappellanie corali colla dotazione di L. 230(X). * Zanatta Francesco. Legato di L. 10 Del 1787. Zanatta Michele, di Giovanni Maria, negozi6 in seta in societi con altri. Istitui eredi le figlie Anna ed Angela avute dalla moglie Margarita Mnschia. All'Ospedale lego L. 300, con testamento 31 ottobre 1622. Fa- vor! anclie il L. P. di Loreto, con un legato di L. 100. * Zanchi Elisabetta. Legato Lire 200 nel I»;i2. Zanda Davide, di Domenico, negoziante di vino, con testamento 7 settembre 1629, leg6 L. 1000 da scontarsi dai suoi eredi sul credito che il testatore professava verso I'O- spedale stesso di circa L. 7000, per vino somm i n istratogl i . Zanetti Caterina, detta di Varano, di Antonio, di Rivolta d'Adda, moglie di An- tonio Mercadante, leg6 all'Ospedale L. 700 a scarico di cosciensa, con testamento 27 a- prile 1599. Mori nel maggio detto anno. * Zanella Giuseppe. Legato di lire 2!t nel 1780. * Zanerini Felice. Legato L. 24 nel 1802. * Zanini Giovanni. Legato di Lire 15 nel 1791. * Zanoni Antonio Maria. Legato di L. 100 nel 1715. Zanoni Benedetta, lascio la poca roba die 2^ossedeva all'Ospedale, anche in coni- penso delle spese di cura sostenute da lui durante I'ultima di lei malattia. (Testamento 19 novembre 1675). * Zanoni Giacomo. Legato di L. 50 nel 1617. Zanoni Giovanni Giacomo, di Fran- cesco, di Sesto Caleude, con testamento 3 novembre 1646, leg6 L. 50. Zanoni sacerdote Pietro Francesco, priore curato della chiesa di Sesto Calende, nominate dalla Rappresentanza Ospitaliera patrona, leg6 all'Ospedale tutta la sua mo- bilia e ci6 per qualunqne obbligazione che egli avesse potato avere verso I'Ospedale stes- so. (Testamento 27 luglio 1650). Zapatta Caterina, di Pietro, conatto 2 luglio 1625, dono un capitale di L. 1504,13,9 sul Banco di S. Ambrogio, oltre la mobilia di casa, coU'obbligo di mantenerla nell'Ospe- dale vita durante. * Zapelli Giuliano. Legato di L. 25 nel 1520. * Zappelli Giorgio. Legato di iiorini 300 da soldi 32 e ciofe L. 480 nel 1462. * Zardetti Alberto. Legato di L. 600 nel 1801. Zardetti Francesco, leg6 Scudi 200, con testamento 12 niarzo 1795. . ,> ..\ * Zardetti Giovanni. Legato di L. 50 nel 1792. Zavatarello Antonio, con atto 18 mag- gio 1517, don6 tutta la sua sostanza, la quale non si e potuto identificare. * Zecchini Guenzati Angiola. Legato di L. 12 nel 1799. * Zenoni Benedetto. Legato di L. 15 nel 1795. Zenoni Luigi, lego all'Ospedale e a ca- rico della moglie ed erede Rosa Destriori, L. 200, con testamento 19 dicembre 1829, pub- blicato il 29 luglio 1843. Zerbi Elisabetta, di Bartolo, vedova di Alessandro Campesi in prime nozze, e di Giovanni Antonio Sovico in seconde nozze, con testamento 11 luglio 1543, fatto nella oc- casione che si trovava ricoverata nell'Ospc- dale, istitui erede I'Ospedale stesso il qualo 882 andi al possesso di nna casa in Milano sulla punta di via Bergainini, verso I'Ospedale an- daiido a S. Stefano affittata per annue Li- re 106. Mori il 17 agosto 1554. * Zerbi Giovanni, di Castano. Legato di L. 16. (Testamento 1 maggio 1488). Zerbi Giovanni Battista, vers6 neUa cassa dell'Ospedale nel 1763, L. 300 a titolo di elemosina. Zignoni Lauro, di Pompeo, negozi6 in feiTamenta nella casa in Milano sulla punta della via del Porrone vicino al Broletto. Con testamento 14 ottobre 1630, nomin6 eredi i suoi figli coll'onere di un legato di L. 2000 a favore dell'Ospedale. Zobal Carlo, mezzo delle scuderie vice reali di Milano, marito di Anna Xaudelka, mori il 2 marzo 1834, nell'Ospedale di Cse- skovitz in Boemia lasciando scritto nel suo testamento 5 febbraio detto anno, un legato , di dieci fiorini a favore dell'Ospedale Mag- giore di Milano, anche quale rimunerazione delle cure prestategli allorchfe fu ricoverato nell' Ospedale stesso. Abbandon6 una so- stanza di fiorini 2000. Zobbia LodOvico, di Stefano, di Lan- zano Lodigiano, compens6 in parte le spese della cura prestatagli nell'Ospedale coll'isti- tuirlo erede della sua sostanza dell'importo di L. 250. (Testamento 24 ottobre 1684). Zocchi sacerdote Francesco, parroco di Trezzano, di Carlo Francesco, con testa- mento 21 ottobre 1710, istitui erede I'Ospe- dale, al quale pervennero alcuni crediti e alcuni stabili di poca consistenza in Trez- zano, venduti nel 1751 a Gaspare Manzoni. Miglior6 coUa spesa di L. 5000 da lui so- stenuta la casa parrocchiale e fece erigere I'altare della Annunziata nella cliiesa da lui diretta. Zocchi Giuseppe, marito di Antonio !Marazzani, impiegato della R. Contabilita di Stato, leg6 L. 100. (Testamento 2 dicem- bre 1842). * Zoncada Alessandro. Legato" di Li- re 76.75 nel 1811. Zuccarelli Marco, figlio di Antonio, nativo della citta di Alessandria della Pa- glia, Ufficiale di S. M. Cattolica, ammo- gliato con Margarita Cananovia Odoarda, mori senza figli lasciando il testamento 12 ottobre 1675. L' Ospedale fu legatario di Filippi 200, coU'obbligo di impiegarli in co- perte di lana, e della metk del valore della cartella di L. 3500 del Banco di S. Ambro- gio. II legato dei 200 Filippi si ritenne estinto perche in vita il testatore don6 100 coperte di lana e I'altro legato fu ridotto a L. 1400. * Zuccarelli Maria. Legato di Lire 450 nel 1686. * Zucchetti Melchiorre. Legato di L. 50 nel 1723. * Zucchi Apollonia. Legato di Lire 15 nel 1796. Zucchi Caterina, mentre si trovava ri- coverata nell' Ospedale , fece il testamento 29 gennaio 1680 , chiamando erede I' Ospe- dale stesso della poca roba che possedeva. * Zucchi Giovanni. Legato di Lire 50 nel 1725. Zucchi Lucrezia, di Agostino, vedova di Battista De Negri , mori d' anni 45 il 23 aprile 1576, di febbre acuta istituendo erede della sua sostanza di circa L. 2000, valore di una piccola casa, I'Ospedale di Mi- lano, con testamento 21 aprile 1576. Zucchi Pietro, dottore fisico di Milano, lego zecchini 10, con testamento 23 ot- tobre 1759. Zucchinetti Bartolomeo, di Pietro, di Suna sul Lago maggiore , con testamento 5 marzo 1626, leg6 Scudi 40. Zucchinetti Leonardo, causidico, pre- sto i suoi servizii in tale qualita anche al- I'Ospedale, al quale leg6 1' importo dei sa- larii che gli fossero dovuti. Si consegui- rono L. 220. Mori il 19 luglio 1608. (Testa- mento 28 giugno detto anno). * Zucconi Stefano. Legato di Lire 16 nel 1505. * Zuffi Giovanni Pietro. Legato di Li- re 100 nel 1629. * Zumenzio conte Emanuele. Legato di L. 42 nel 1770. * Zunico Bernardo , spagnuolo. Legato di L. 2056 nel 1570; Zurini sacerdote Gottardo, arciprete e vicario foraneo di Riva S. Vitale nel Can- tone Ticino, oriundo della comune di Tegna Pedemonte, circolo della Melezza , distretto di Valmaggia, mori il 6 marzo 1815, cinque giorni dopo di avere disposto della sua so- sostanza con un legato all' Ospedale di Li- re 600. Zurio Giovanni Gerolamo, capitano, figlio di Giovanni. Con testamento 5 otto- bre 1618, istitui eredi i figli sacerdote Gio- vanni e Antonio. Nel caso poi in cui fos- sero morti senza discendenti nomini erede — 883 — il re di Spagna. L'Antonio mori senza di- scendenti per cui alia niorte del fratello sa- cerdote Giovanni si sarebbe senz'altro veri- ficato il caso della eredifi a favore del re di Spagna. II superstito canonico credette opportune di fare una transazione in forza della quale, lui vivente, rilasciava al niagi- strato Camerale alcuni stabili in territorio di S. Giorgio nella Lomellina , divenendo cosi libera la rinianente sostanza , la quale pervenne poi all' Ospedale , erede del cano- nico. Leg6 all' Ospedale scudi 200 , e alia moglie , Clemenzia Bosca, 1' usufrutto ge- nerale. Zutti nobile avvocato Francesco, figlio di Gerolamo e di Margarita Terzaglii, niori il 21 ottobre 1835, d' anni 82, sotto la par- rocchia di S. Babila, istituendo erede il ca- valiere Giacoino Lniiii coll'oncre di un le- gato di L. 500 airOspcdalo. ERRATA CORRIGE CENNI STORICI. Pagina XXX perspicienti XXXVI respiciente XLii 1548 XLiv don TAii cifra fortunatamente non mai piii r.iggiuiita Lxm potesta prospicienti prospiciente 1648 dottor cifra sorpassata soltanto nel 1852 « podestk PARTE I. 2 Andriani 58 figlio del marchese Carlo e da Eufe- mia Bonetti 121 con atto 14 maggio 1591," Giovanni don6 131 morto senza figli 163 L'ultimo quadro e riservato la isti- tuzione Andreani figlio del marcliese Carlo e di Eufemia Bo- netti con atto 14 maggio 1591 rogato Santago- stino Giovanni Andrea dono morta senza figli L'ultimo quadro h riservato alia istitu- zione PARTE II. 202 altri altro 206 distinta distinto 212 nel dal 233 d'anno detto anno 239 col C. Giovanni Mariani con"} Giovanni Mariani 242 d'anno detto anno 243 Leg6 una casa a S. Stefano in No- Leg6 una casa a S. Stefano in Noriggia riggia nel 1676 244 mori a Novara mori nell'agosto 1678 a Novara 248 legando L. 300. legando L. 300. (Testamento 23 luglio 1664). "^