L' HI 11 Li t iSE .«=-*K30 MEMORIE SPARSE DI STORIA PATRIA RACCOLTE DA ANTONIO CAYA6NA SANGIULIANI Volume Secondo CASOHATE PRIMO TIPOGRAFIA E CARTOLERIA FRATELLI ROSSI 1890. 945.2.8 C3\3a v. 2. The person charging this material is re- sponsible for its return to the library from which it was withdrawn on or before the Latest Date stamped below. Theft, mutilation, and underlining of books are reasons for disciplinary action and may result in dismissal from the University. UNIVERSITY OF ILLINOIS LIBRARY AT URBANA-CHAMPAIGN JUN 9 193 L161 — O-1096 Digitized by the Internet Archive in 2011 with funding from University of Illinois Urbana-Champaign http://www.archive.org/details/lagrovogheresemeOOsang L'AGfjO YOGHEUKSE ]. lull 1 Li i ^l i ■$--%(r^- MEMORIE SPARSE Dl STORIA FA.TKIA. RACCOLTE DA ANTONIO CAVAGNA SANGIULIANI Volume Shcondo CASORATE PRIMO TIPOGRAFIA E CARTOLERIA FRATELLI ROSSI 1890. sori^soo MONOGRAFIA ■C£L H. .o promesso di pubblicare le varie mo- nografie locali che trassi dal vero, come di- rebbe un pittorc, or sono circa trent' anni. Do principio a questa serie di illustra- zioni collo schizzo monografico che riguarda Soriasco e i luoghi del suo territorio, esteso tra i vitiferi monticelli che mandano lontano il loro nome per abbondanza d' uve, squisi- tezza di vini Lo seguiranno in altri volumi quelli di Casei, Broni, Casteggio, Montebello, Bobbio, Varzi, Campoferro, Retorbido, Genestrello, 8 I. - SORIASCO Sale, Torrazza-Coste , Montedondone, Co- devilla, Rivanazzano, Voghera, Stradella, Zavattarello , Torre d'Albera, Godiasco, Arena, Port'Albera, Calcababbio, Montalto, Fortunago, Torre del Monte, Pizzale e di altri luoghi della pianura e dei colli dell'an- tico e moderno Agro vogherese. Per certo questi schizzi e queste note non sono uno studio completo; in ogni modo pero danno notizie sicure e in gran parte inedite, che forse non sono indegne d'esser state da me raccolte negli andati tempi ed oggi da me pubblicate, nella loro quasi verginale origine, e spero potranno riuscire di qualche vantaggio agli studiosi della patria storia. Credetti necessario qui di riunirle, perche non andassero perdute, sorte che forse po- tra toccare ad una parte de' miei scritti, essendo io vicino al mio tramonto. Siamo intesi ! Intendo strettamente dare in queste monografie soltanto quelle notizie MOXOGRAFIA gia da me raccolte, permettendomi solo dl correggerle ove la piu stretta opportunity me ne imporra I'obbligo assolutd e di au- mentafle, col frutto di quelle ricerche che ebbi agio di fare in questi trent'anni. 1. II mandamento di Soriasco — Suoi confini — Comuni — Esten- sione. censo. popolazione — Prodotti — Caccia — Indu- strie. E Soriasco, I'antico Suriascum, capoluogo d'un mandamento, che confina a tramontana con quello di Montu-Becearia; a levante col piacentino, a mezzodi col mandamento di Zavattarello del circondario di Bobbio ed a ponente con quello di Montalto. Compon- gono i 1 mandamento di Soriasco sette co- muni, che oltre Soriasco, capoluogo, sono quelli di Canevino, Donelasco, Golferenzo, Montecalvo, Rovescala e Volpara. S'estende 12 I. - SORIASCO sopra una superficie, quasi tutta montuosa, di pertichc censuarie milanesi 126,882,18, con un censo di 219,609,6 scudi d'cstimo. Nel 1859 aveva una popolazione di 6,793 anime. C 1 ) I prodotti del territorio mandamentale sono il frumento, la melica, le civaie, varie specie di frutta, ma in poca quantita. II piu abbondante tra i prodotti e quello del vino; essendo rinomatissimi quelli bianchi di Mon- tecalvo, e godendo buon nome quelli rossi di Rovescala. ( 2 ) Per difetto di prati e di pascoli non si (1) Col censimento della popolazione del Regno d' Italia del 21 dicembre 1881 risultb d'anime 7678. Vedi la prima tavola, contenente la popolazione del mandamento di Soriasco secondo i vari censimenti anagrafici dei Regni di Sardegna e d' Italia. (2) Vedi le tavole statistiche che danno approssimativamente il quantitative dei vari prodotti raccolti nel mandamento di Soiiasco durante l'anno 1889. Siccome lo stesso bollettino della Prefettura di Pavia le diehiara approssimative, cosi io con buon diritto mi tengo in conto di liberato da ogni responsabilita riguardo allc loro cifre. MONOGRAF1A 1 3 mantengono in questo mandamento che pochi buoi per il lavoro del terreno. Non vi sono solve, ne acque stagnant!. Scarseg- giano le piante e i cedui ; col legname d'al- cune fra quelle si fabbricano attrezzi di cam- pagna e botti da vino, essendo note, tra le altre, quelle dei Delia Noce e dei GufTanti a Rovescala , capaci di circa 400 brente di vino Nel territorio di alcuni comuni del man- damento e meglio in quello di Canevino, si cacciano in qualche abbondanza pernici, tordi e lepri. 0) (1) K da notarsi qui come fino a pochi anni prima della meta del correate secolo eransi conservati speciali Commissariati ddle cacde nel Regno di Sardegna, che singolarmcnte sovrain- tendevono a questa Regalia telle caccie, eol mezzo di locali Com- missari delle caccie che erano stabiliti in alcuni luoghi perche veglia;sero all' esecuzione degli ordini sovrani contenuti nel R. Editto d:l 14 luglio 1768 concernente appunto la Regalia delle cacci;. A tale riguardo eravi ua Commissario in Broni che sorvegliava le c.iccie in questi luoghi e in queste valli e che nel 1831 era il signor Giuseppe Mazzani. 14 I. - SORIASCO Si fabbricano, specialmente ncl comune di Soriasco, mattoni e calce, ma unicamente per i bisogni locali. II. Soriasco comune — Capoluogo diviso in borgate — Torrenti — Strade — Madonna dell'Aversa — Sue case — Piazze — Chiesa parrocchiale — Mercati — Fiere — Ufhci — Vecchie e nuove abitazioni. Soriasco, capoluogo del mandamento, e diviso in due separate e distinte borgate, una alia sinistra, l'altra alia destra del tor- rente Aversa o Versa; (0 quella, che porta il nome di Madonna dell'Aversa ha parte (i) II torrente Versa o Aversa nasce a tre chilometri circa al di sopra di Soriasco; e formato dalle acque che discendono dal colle superiore e dalle laterali colline, e va a scaricarsi nel Po; e copioso d' acque in occasione di dirotte pioggic, ma ne scarseggia nell' estiva stagione: serve a dar moto ad alcuni molini, cosi il Casalis. MONOGRAFIA I) de' suoi caseggiati nel fondo della valle, presso le aequo del torrente c parte sul pendio del colle; questa, che chiamasi pro- priamente Soriasco, sorge raggruppata su accuminato monticiuolo ; distinte da alcuni ancora per ViUanuova, forse il quartiere della Madonna, e di Val da monk quello sul colle. II comune, complessivamente, ha una popolazione di 18 15 anime. (0 Alia sinistra riva dal torrente Aversa , presso la strada provincial, che ora oltre- passa di poco questo comune , ma che si sta prolungando nella valle e lambendo i contigui colli fino a raggiungere il borgo antico e storico di Zavattarello, ( 2 ) sorge in due centri d'abitato, congiunti da un bel tronco di strada, il principale quartiere di (1) Oggi, cioe secondo il censimento del 1881, d'anime 2469. (2) Ora compiuta, come meglio verra chiarito dalla nota seguente. I 6 I. - SOR1ASCO questo capoluogo, e chiamasi la Madonna dell'Aversa. La Madonna inferiore, che sorge nella parte bassa della valle , e a poca distanza dal torrente Versa, da cui prese il nome, e la piu recente. Vi perviene la bella strada provinciale, sopra nominata che ha il suo principio, verso tramontana, immediatamente dal borgo di Stradella, e progredisce verso mezzodi a fianco dell'anzidetto torrente fino poco oltre codesto luogo. Indi, attraversato l'Aversa, imbocca una strada, costrutta poco prima del 1850, la quale e malamente prati- cabile con vetture nell'estiva stagione e lo sa- rebbe anche durante l'inverno, se venisse convenientemente ristaurata per agevolare il commercio ed il trafBco tra i circostanti vil- laggi e comuni. (*) (1) Da pochi anni tutta la lunga valle dell'Aversa venne pcrcorsa, a spese della novella e pateraa provincia di Pavia, di una nuova e regolare strada provinciale, perche venne infatti MONOGRAPH 17 La parte bassa della Madonna dell'Aversa e un' aggregate di case tutte nuove e d'a- spetto civile, innalzate in modo regolare attorno ad una vasta e quadrata piazza che s'allarga al fianco della strada provinciale superiormente indicata e come vedemmo, proveniente direttamente dalla fiorente Stra- della, la capitale morale di queste vallate. (') condotta la primitiva strada dalla Madonna dell'Aversa fino a Zavattarello, c la allacciata ad altra strada pure comodamente carrozzabile, ampia e ben delineata a traverse tutte quelle mon- tagne, fino a Varzi, passando per 1' antica Torre d' Albera e fiancheggiando i colli signoreggiati dai vetusti ruderi dei ca- stelli costrutti dai Malaspina e dai Dal Verme. In questo ter- ritories comunale oltre la nominata, che e provinciale, scor- rono parecchie altre strade, che sono tutte comunali; una verso levance, detta della Costa, conduce ai territori di Done- Iasco, Rovescala c Golferenzo, accennando all'antico stato di Piace iza. Un'altra verso ponente niette pure al piacentino c ver o libeccio al torrente Aversa, oltre il quale progredisce fino al borgo di Stradella, riunendosi a quelJa provinciale. Una, denominata di Montecalvo, tei.de verso mezzodi .'.1 commie di Canevino; un'altra infine verso scttentrione dirige;i verso Ca- stano passando per Montarco c Case dei Barbieri. (1) Oggi adduceute a Zavattarello. 2 I 8 I. - SORIASCO Qui siedono gli uffici della Giudkatura ( l ) di mandamento in un decoroso locale e qui sta il centro del commercio, che mo- strasi fiorente nell'animato e popoloso mer- cato che in ogni sabbato dell' anno tiensi appunto sopra questa piazza e su quella aperta nell'altro vicino agglomerato di case. Sulla piazza principale del mercato , nelle novelle case che vi sorsero in breve spazio di tempo, vi si collocarono vari alberghi, e, incredibile a dirsi, s'aprirono vari caffe, che potrebbero figurare in borgate di mag- gior conto. II Casalis dice che qui presso sorge un tempietto, dedicato a S. Maria di val Versa, che serve di parrocchia agli abitanti di que- sta frazione, io aggiungo forse diede il nome alia borgata in cui siede, perche probabil- mente vi diede origine, sebbene egli sorga invece nella parte piu alta della frazione, come vedremo fra poco. (i) Oggi Prctura. MONOGRAFIA 1 9 A pochi passi da qui, una buona strada, come dissi, raggiunge con poca salita I'altra parte del quartiere chiamato complessiva- mente Madonna del FA versa, ma che secondo alcuni dei terrazzani verebbe piu comune- mente indicata sotto il nome di Villanova, o Madonna superiore; se pure il luogo di Vil- lanova uon sia quello che separatamente e distinto, a poca distanza dalla Madonna, nella carta topografica degli Stati Sardi edita dal Corpo di Stato Maggiore. \i composta questa parte superiore del quartiere della Madonna delTAversa, da una spaziosa ed informe piazza, attorniata in gran parte da vecchie abi- tazioni che fan no poca lieta corona ad una chiesa, che e forse quella cui alluse il Ca- salis. Alcune case pero anche qui veggonsi o costrutte di nuovo o rimodernate a foggia signorile. II portatovi commercio da oc- casione sempre novella di costruire piu vaste abitazioni o migliorare le vecchie. 20 I. - SORIASCO Entrando in questa alta parte della borgata della Madonna dell'Aversa, venendo dal piede della collina ove venne fabbricata, vedesi la chiesa nominata, a sinistra. E dessa piuttosto vasta, fu costruita verso la meta del XVII secolo ed e dedicata alia Nostra Divina Ma- dre, Maria Santissima, che vi si venera in modo speciale. (0 Possiede questa chiesa, riel suo interno, tre miseri altari ai fianchi della sua unica navata, e 1' altar maggiore in legno dorato e scolpito in poco puro barrocco; che ha pero innanzi pompeggiante una balaustpata marmorea, quasi disdicevole alia poverta che gli sta d'attorno. La sua fronte e trac- ciata discretamente in quel barocco seicentista cht nun sempre pote sconciare completa- mente le facciate dei nostri templi, sorti (i) La Parrocchia di S. Maria dell'Aversa dal censimento ael 1 88 1 risulta di 624 abitanti, ed ha proprio ma meschino ed angusto cimitero. MONOGRAFIA 21 in quella burbanzosa eta, netla quale cosi spesso si fece ad afFaraginare contorte mo- donature a modonature arruffate. Sul fianco esterno di questa chiesa parrbcchiale corre lungitudinalmente un vasto porticato, oggi ingombro da mille cose disparate. (0 La piazza, rientrando ad angolo retto, lascia la chiesa quasi isolata. Fino a non molti anni or sono, e cioe dopo che vi si erano recati dalla frazione di Soriasco e prima che scendessero nella parte inferiore della Madonna dell'Aversa, avevano qui sede gli uffici della Giudicatura manda- mentale, che come vediamo emigrarono per tre volte, per poi iissarsi nel maggior centro di vita commerciale. (i) Fu scritto ci6 nel i860. Forse a quest'ora, in trent'anni, si sara trovato il tempo di sgombrarlo. 22 I. - SORIASCO III. Soriasco frazione prlncipale — Suo aspetto — Piazza — Chiesa parrocchiale — Campanile — Palazzo Faravelli — Case an- tiche — Muraglioni — Torre — Castello de Giorgl — Giar- dini — Panorama — Cimitero — Lapide romana. Togliamoci dal presente e gettiamoci nelle braccia del passato. Una strada, che dipartendosi da quella pro- vinciale, e a poca distanza dalla piazza del mer- cato, sopra indicata, passa nel mezzo del sas- soso letto del torrente A versa, s'arrampica in un tortuoso cammino sull'erta del eolle, che s'alza a destra della valle, e conduce alia som- mita dell'eminenza, scenica e romantica sede del pittoresco gruppo di vecchie case e di antichi edifizi che propriamente costituiscono il borghetto chiamato Soriasco e antico ca- poluogo del comune e del mandamento omonimi, l'antico Oppidum et Castrum Sn- riaschi. MOXOGRAFlA 2} Una pomposa chiesa, un' altissimo cam- panile, un massiccio palazzotto, un vecchio castello, un' antica torrc, poche nere case, ecco Soriasco ! Mostrasi questo singolare e dimentico villaggio, quasi una piccola citta Medio- evale nella maschia e solenne sua caratte- ristica, che nel silenzio delle sue vecchie mura, fa pensare all'archeologo quanto mu- tevoli sono le sorti d'un luogo antico. Giace appunto Soriasco sopra l'estremo vertice di puntato poggio, erto fra i torrenti Bar- donezza, ad oriente e Aversa ad occidente, che ne bagnano le falde, e la sulla sua sommita, signoreggiando altezzosamente la vallata dell'Aversa e i colli e i luoghi cir- costanti, nel contrasto dei nominati edifici che lo fanno rimarcare da lontano, e delle quasi diroccate casuccie che formavano l'am- bito dell' antico, castello, rammenta a chi vi accede sempre uguale in tutte le epoche, la grandczza del potente, la poverta dei deboli ! 24 I. - SORIASCO Questo borgo e oggi poca cosa c dacche gli vennero tolti e commcrcio e uffici, por- tati giu alia Madonna dell'Aversa, va ogni giorno deperendo e perdendo d'importanza; mentre anteriormente era esso il centro del commercio di questi luoghi e quando vi aveva sede (nobile sede) la R. Pretura del mandamento di Soriasco, ad esso doveva per necessita convergere ogni causa dell'at- tivita commerciale, amministrativa e giudi- ziaria dei dintorni, fonti di qualche risorsa e di qualche vita. Un pochino di moto fra quelle vecchie ed annerite pareti avra data una nota meno triste nell'esistenza di questo abbandonato e non inglorioso luogo. Nel suo interno presenta Soriasco una irregolare piazza su di un lato della quale sorge la chiesa parrocchiale, che ha titolo di prepositura, e principale di questo capo luogo e del comune, e dedicata ai Santi Giacomo, Maria e Gaudenzio. Ha la fac- ciata e 1' interno in un barrocco poco ag- MONOGRAFIA 2j gradevole. Fu costruita d' un getto in qucllo stile che appariscente lino all'eccesso, non fu mai unto lasciato sbizzarire quanto nel secolo XVII. L'interno e foggiato a tre navate, tra le quali quella centrale fu tenuta tanto larga da strozzare miseramante quelle laterali, che riuscirono e mostransi stret- tissime. Ha cinque altari, tra essi solo essendo in marmo quello maggiore, a capo della navata centrale, e meschinissima assai la sacristia. II Proposto parrocco di Soriasco e Vicario Foraneo, a capo di un vicariate) che comprende le parrocchie, oltre quella dei Santi Giacomo Maria e Gaudenzio di Soriasco, eziandio quelle di Canevino, Do- nelasco, Golferenzo, Montecalvo e Volpara. Al fianco sinistro, per chi guarda la chiesa e fronteggiante la piazza, vedesi la vecchia casa parrocchiale o canonica, come suolsi dire, con un ampio porticato. Qui presso s'alza imponente 1' elevatissimo campanile 26 I. - SORIASCO che vanta l'onore di ospitare un concerto di campane fra i piii armoniosi e rinomati dei dintorni. In questa parrocchia prepositurale vienc annualmente celebrata con solennita la festa di Nostra Signora del Carmine, alia quale, fui assicurato, intervengono piu di mille forestieri. ( J ) Un giorno di allegria, in mezzo a tanti giorni di tristezza. In faccia alia chiesa, prospiciente la piazza, sorge con qualche imponenza il palazzo Faravelli, di non vecchia costruzione e di forme massiccie. A destra un muraglione, e poi una viuzza che tortuosa e irregolare gira a dividere le poche, nere, cadenti case e s'accentra sulla piazza. Qui davvero piace (i) II Cimitero di questa parrocchia, a conveniente lonta- nanza dai fabbricati, apre il lagrimato spazio di sacra terra ad oriente di Soriasco, di fianco alia strada che adduce a Valle e a Donelasco. MONOGRAFIA 2J sostare alquanto , e conic vedete, so trar- mcne fuori a stcnto, e perche e luogo di singolare intcresse per 1' artista c per 1' ar- cheologOj c pcrchc lascia, per la sua emi- nente posizione, vagare l'occhio sopra uno svariato panorama, c perche colla robusta e assai rimarchevole torre, e il vecchio, for- midabile castello, che vi sorgono presso e un soggetto, nel suo insieme, che tanto si fa adatto per uno schizzo di pittore appas- sionato di un vero, che accopii l'arte del Medio-evo alia natura di tutti i secoli. Xotero poi particolarmente che l'antico castello gia appanenente ai Conti Gamba- rana ed ai Marchesi Opizzoni-Giorgi e rimarchevole per il suo decoroso ingresso, la sua larga e maestosa scala, Timponente atrio, l'ampia e grandiosa corte d'onore e i pomposi porticati che l'attorniano ed im- pongono speciale attenzione per l'elevazione e grossezza delle loro colonne. La vetusta ed ammirabile torre, di cui tenni gia pa- 28 I. - SORIASCO rola, fa parte di questo castello, apparteneva essa pure ai Gambarana ed agli Opizzoni- Giorgi, e quadrata e robusta, e davvero un monumento singolare ed imponente, che dopo aver rafForzato il castello validamente nel Medio-evo, oggi lo signoreggia maesto- samente insieme ai sottostanti giardini ; alle profonde ed estese vallate. II vasto ed antico giardino che s' allarga ai fianchi di questo maniero, e diviso in tre o quattro scompartimenti riuniti insieme da ampie gradinate, secondo il sistema degli antichi giardini detti all' italiana, e adducono al limitare del castello. Due annosi ed elevati abeti adombrano mestamente parte del giar- dino, che assieme al castello, passato in altre mani, va di giorno in giorno perdendo l'an- tico splendore ; nobili avanzi di una digni- tosa opulenza d' altri tempi , sono triste testimonianza di mutate abitudini, della per- duta patriarcale convivenza delle famiglie, di uno spostamento di civilta. MONOGRAFIA 29 Nel palazzo Opizzoni-Giorgi, sopra no- minato, e collocata una lapide romana che scolpita in una pietra antica dice : SAL. SATRIO SP. F. PATRI VETT1AE. S L. TERTIAE. MA fu pubblicata cosi dal Capsoni e dal Mom- sen colla scorta di un disegno fatto dal Mar- chese Don Giuseppe Giorgi Feudatario di Soriasco, e che fu interpretata dallo stesso Capsoni e pubblicata ( x ) come segue: SALVIO. SATRIO. SPURU. FiGLIO. PATRI. VETT1AE SEXTI (o SkRVl) F1L1AE TERTIAL. MATRI. (1) Memorie sloriche della R Ha cilia di Pavia e suo Urrilorio anlico e moderuo. Pavia, stamperia del Monastero di S. Salva- tore, 1782. Nel volume primo a pag. 250. 30 I. - SOR1ASCO E sventura che questa epigrafe, forsc ono- raria, manchi del suo compimento. Vale pero, monca come e, a far pensare a quale antichita rimontano lc prime traccie di un'o- noranda civilta in questi romiti luoghi. IV. Elenco delle frazioni del comune di Soriasco — A'otizie speciali sulla frazione di San Nazzaro di Montarco — Sua popola- zione — Festa patronale — Memorie storiche — Sua anti- chita — Sua distruzione nel 1175 — Nominato in vetusti documenti — Permuta di beni nel 1220 — Altre memorie — Sua infeudazione del 1466 — Altre infeudazioni del 1477, 1530, 1531, 1533, 1536 — Antichi possessori di terre nel territorio di S. Nazzaro di Montarco nel 1537 — Conferma feudale del 1681 — Montarco divide le sorti di Proni nei secoli XV, XVI, XVII, e XVIII — Nominato negii elenchi delle terre del Ducato di Milano del I 644, del I 770. del 1789 — Notato in carte corografiche del 1731 e del 1735. Per finire le notizie corografiche diro come costituiscano complessivamente il comune di Soriasco, oltre il capoluogo, molte frazioni, MOtfOGRAFIA 3 I borgate e non pochi casali, disposti a destra e a sinistra del torrente Aversa, e notero specialmente fra cssi , alia destra dell' A- vcrsa, quelli di Ca del Bardone presso la sorgente del Rio di Pra del Gatto, Pizzo- freddo, che pero ecclesiasticamente dipende dalla parrocchia di Golferenzo, i Berani, la Torre di Pizzofreddo, Praga , la Torrazza, Colombara, Pozzo, la Coetta, Scudella, Pi- nerol, La Villa, Sgarioli, sul versante pia- centino, La Valle, Poggio del Monte a cavallo del confine col comune di Donelasco, Ca- sotti; e alia sinistra del torrente Aversa, rimarco i luoghi di Madonna delPAversa, Yillanova, Protti, Molino Protti, Begoglio, Gariasco, Squarzina, La Casazza, La Cella, Montarco o San Nazzano di Mont'arco con antico quadrato castello sul poggio, ed una chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Nazzaro e Celso e chiamata appunto di San Nazzaro di Montarco o Montearco di San Nazzaro, che anticamente spettava alia diocesi di 32 I. - SORIASCO Piacenza, ed ora e compresa in quella di Tortona, dipende dal Vicariato Foraneo di Broni e possiede un proprio separato cimi- tero all' estremo lembo settentrionale del comune. Discorrendo particolarmente di essa accennero come la sua festa patronale ri- corra nella terza domenica di settembre, di ciascun anno e vi chiami notevole con- corso di abitanti dai circonvicini luoghi di Begoglio, Donelasco, Case dei Barbieri, La Costa, Castano, Case de' Colombi, Lirio, Pietra de' Giorgi, Cicognola e via via. 11 culto per San Nazzaro, secondo il Campi, rimonterebbe alle piu lontane eta in queste parti ed egli appunto sotto I'anno $97 del- l'Era Volgarc nella sua storia di Piacenza, accenna alia fondazionc in Mont'Arco della chiesa di San Nazzaro. Storicamente poi Montearco o Mont'Arco e luogo di una eerta antichita e di qualche importanza, chiamato nelle vecchie eta promi- scuamente ed indifferententente tanto Mon- MONOGRAF1A 5 3 tarco conic San Nazzaro, rimontando fino allc piu lontane epoche l'origine della chiesa parrocchiale di San Nazzaro, che diede il proprio titolo e nome al luogo di Mon- tarco. Attenendosi a quanto narra il Mura- tori ncgli Antiali d' 'Italia, e sotto l'anno 1175, i collegati lombardi, all'efFetto di soccorere Alessandria assediata dall'Imperatore Fede- rico I unironsi a Piacenza e fu nella loro marcia verso il Campo Imperiale che prcscro e distrussero la terra di Broni e quella di San Nazzaro, che non puo essere se non il nostro Montarco o San Nazzaro, e per ragione della strada che dovevano percor- rere i federati e per ragione di luogo, e per la vicinanza delle due terre; cosi debbansi attri- bute per certo a codesto luogo tutti gli awenimenti segnati col nome di San Nazzaro nelle Cronachc piacentine che narrando cose avvenute nelle vicinanze di Piacenza, non potevano alludere al borgo di San Nazzaro dei Burgondi in Lomellina a cosi grande 34 i. - SORIASCO lontananza e in una provincia che col pia- centino ebbe mai alcun rapporto. Lo stcsso Robolini, ragionando sulla probability che il nostro San Nazzaro di Montarco sia appunto quello, di cui c fatta menzione negli Annali del Muratori, fl ) trova di aper- tamente dichiarare, in una nota a pag. 339 del III volume delle sue Memorie paves i come sia da non omettersi 1'avvertenza che la terra o la comunita di Montarco situata nell'Oltrepo, porta negli atti pubblici anche il nome di San Nazzaro, che e il titolo della sua chiesa parrocchiale (Campi Historia di Piaccn^a par. 1, pag. 108). Talche ove si volesse menar buona i'esistenza di una terra di San Nazzaro vicino a Broni come sopra e indicato, il che deve ammettersi, non sa- rebbe improbabile che la famiglia Sannazzari, di cui e fatto cenno in quella disquisizione, avesse derivato il suo cognome dal posse- (1) E nelle Chronache piacenline. MONOGRAFIA 3j dimento di questa terra di Montarco, che forse negli antichi tempi era piii conosciuta sotto la denominazione di San Nazzaro, come, forse assai ragionevolmente immagina Robolini. ( r ) (i) Far6 notarc come oltre la famiglia dei Sannazzari che ebbe o il possesso di questo luogo di San Nazzaro di Mon- tarco o ne trass* 1' origine, molte altre famiglie di Sannazzari, trovansi note e fiorenti nei secoli di mezzo in queste parti, e nei vicini colli del vogherese, e nelle principali borgate che vi sorgevano, c che il Robolini, nella prima parte dei volume V, delle sue Memorie pavesi a pagine 3 59 e 360, dice essere nominate in un privilegio concesso ai 12 marzo del 1395 dall' Imperatore Venceslao a conferma di altri privilegi dati da Federico 1, nei 1:64, e da Enrico VII nei 13 11 a favore dell'illustre casa dei Sannazzari indicandovi in modo speciale : Milano, Zanone e Facino Sannazzari di Zigognola (Cicognola in questi confini). Roco, Zanacholo, Guidaccio, Martino Sannazzari della Ripa (Rivanazzano\ Oberto, Bartolino Sannazzari della Pieira (Pietra de Giorgi). Rainerio, Giovanni e Filippo Sannazzari da Muri^asco o Torre del Monte. Giovanni, Martino, Antonio .- Z-.mino Sannazzari da Nu mno. Facino e Barnabd t'ratelli Sannazzari J . Retorbido, 36 I. - SORIASCO Aggiungero, a prova maggiore del sopra detto, come poi Montarco sia indiscutibil- mente nominato in vari privilegi concessi dagli Imperatori a vantaggio di Pavia c in carte dei secoli XII e XIII, e sempre come luogo autonomo e particolarmente indicate Nelle lotte tra i milanesi coi pavesi, quelli, nell'anno 11 75 col loro carroccio, come dice il Corio (0 e tutti i soldati cavalcarono contro i pavesi e primieramente distrussero Broni ed il nostro San Nazzaro. Oltre il Corio, anche il Graevius, il Pie- tragrassa, il Robolini, il Sigonio, accennano all' incendio della terra di San Nazzaro ; tutti direttamente alludendo alia nostra, poiche sempre quando parlano di questo fatto ten- gono uniti i nomi di San Nazzaro e di Broni, che in realta sono quelli di luoghi vicini. Infatti nel Pietragrassa ( 2 ) troviamo ripetuto (1) Storm di M ilano. (2) Noli$ie della sloria e fonda\iom di Tuuia, MS. esistente nelln biblioteca della chiesa collegiata di Broni. MOKOGRAFlA S/ che nel 117; i milanesi d'accordo coi con- federati, che erano i piacentini, distrussero Broni e San Nazzaro, castello de' pavesi. 11 Robolini dice che presero e distrussero le tare di Uroni t di S. Na^ario de pavesi, quando i federati marciavano contro il Campo Imperiale, che era posto tra Broni e Voghera, o in quei dintorni c non altrove. 11 Graevio (') poi dice, sotto I'anno 1 174, etfederati (i piacentini) domos situs redierunt. . . ac Saudi Na^arii et 'Broni "1 Papiensium everiis. c da notarsi che i piacentini per andare ad Alessandria contro Tlmperatore dovevano tenere la via ove sorgevano i castelli di San Nazzaro e di Broni mentre San Nazzaro dei Burgondi trovavasi a grande distanza dal loro cammino; Passando dalla guerra alia pace diro che nel 1220, agli 11 d'agosto, interviene una permuta di due pezzi di terra esistenti (1) Thesaurus AnliquU et Hist ltd. T. Ill pars posterior col 13 14. 3 8 I. - SORIASCO nel territorio di Montarco, fatta da Gio- vanni Patali dello stesso luogo di Montarco, con due altri pezzi di terra di Tebaldo Cristiani, situati nel territorio di Mont' At- tone, come risulta da un'antico inventario dall'archivio Diplomatico di Milano. II luogo di Montarco il 7 ottobre 1466 e venduto dai procuratori ducali al Conte Don Giovanni de Attendoli del quondam Matteo detto Bolognino, insieme a Broni, Cicognola, Preda, Predalino, Pecorara, Valle, Castana, Monteacutello de Gabbi, Tonasco, Verceia , Castellazzo , Lago de' Porci, Bof- falora , S. Cerniano , Bottarolo , Campo Spinoso, Basilica, Casanova, S. Paolo, Bar- bianello, Santirelc, Vescovera, Cassino, Re- davalle, Appiano, Clarice, Parocio e Vico- mune colle rispettive pertinenze e i proprii territorii, per il prezzo di lire Imperiali 16,687,10, con istrumento rogato da Gia- como da Perego notajo ducale. Forse al Conte Giovanni Attendolo Bo- MONOGRAFIA 39 lognino, signore di Montarco, devesi la costruzione delle rocca che vi sorge dap- presso e vi mostra maschia figura. Se non che, con istrumento dotale rogato nella camera da lctto della duchessa diMilano, Bona Visconti, ed alia presenza di Cicco Simonetta e Bartolameo de' Calchi segrctari ducali; di Pietro da Landriano, Siniscalco, nonche di Alessandro Coleta, cancelliere ge- nerate, il giorno 17 di giugno dell'anno 1477 fu dato il feudo di Broni con tutto il terri- torio, compreso il nostro luogo di Montarco di San Nazzaro, in dote ad Ardelisia o Flor- dalisia Visconti. moglie di Guidazio o Galeazzo de Manfredis, che lungamente si mantenne in possesso di tutto il feudo e dei molti diritti che vi erano annessi, come dazii del pane, del vino, delle carni e del- 1' imbottato. Da questo risulta evidente che il feudo di Broni ed il luogo di Montarco, dal Conte Giovanni Attendolo Bolognini, erano ritor- 40 1. - SOR1ASCO nati nelle mani del Duca di Milano ; sul quale vantarono diritti Don Galeazzo Bira- ghi e Don Pietro de c Beccaria de Arena, sciolti dalYapprensione del feudo fatta il 22 giugno del 1530 dalla Regia Camera di Milano a favore di Galeazzo de Manfredi sopra no minato. In un censimento dei beni od estimo gene- rale del Siccomario e delFOltrepo pavese, steso da un tal Lonato nelFanno 1 5 37, ed intitolato Pcrlicaio dell'Olpre Po e del Siccomario (*) trovasi che in Montarco come nei luoghi di Cico- gnola, Martinasca, Castano, Montescano e Monteveneroso il principale possessore di beni stabili era il Gentiluomo Don Gio- vanni Siro de Saglinbene o Salimbeni. (1) Esiste manoscritto nell'archivio munipale di Voghera, e precisamente neH'armadio nel quale sono contenuti i piii antichi documenti, clie ne formerebboro la sezione storico-diploma- tica. Da quel MS, ho tratto questc ed altre note relative ai possessi, nel nostro territorio, di antichi signori pavesi c lom- bardi, come erano divisi sul principio del XVI secolo. MONOGRAFIA 4 1 Vediamo poi che Montarco appartenendo tuttavia al feudo di Broni, venne con qucsto borgo e i luoghi di Baselica, Bottarolo, Bar- bianello, Casanova de Lonati, Castellazzo de Boschi, C.assina Valle, Campo Spinoso, Cas- sina Cantarana, Pegoreria o Pecorara, San Cipriano e Vescovera infeudato ai fratelli Galeazzo e Gaspare Arrigoni di Milano con investitura del 18 novembre dell'anno 1 5 3 1 ( x > firmata da Giuliano Pessina, confermata con altra investitura del 10 febbraio 1536 sot- toscritta da Cristoforo Lacco pure notajo '1) Parj che i Conti Arrigoni andassero solo piu tardi al pos- sesso del feudo di Broni, di Montarco e degli altri molti luoghi che lo componevano, forso solo in forza della seconda inve- stitura, che apparisce una conferma, del 1536, perche ancora nel 1533 apparisce come feudatario di Broni Don Galeazzo de Manfredi, il quale in una nota riguardante 1' imbottato diretta al Principe ed appunto del 19 agosto del 1533 vi e detto Dominus Galea- de Manfreiis Dominus el Palronus lerrae 'Bronae qui dicla terra el jurisdiclione (nella quale era compreso il luogo di San Nazzaro di Montarco) abutral in dotem. \1 I. - SORIASCO della Camera Cesarea. Furono poi riaffer- mati i diritti degli Arrigoni sopra Montarco e su tutti gli altri luoghi che formavano la cosi detta Squadra di 'Broni colla transa- zione del 25 settembre 1681. Figura Montarco terra autonoma nello Scompartimento dello Stato di Milano del 1 644 (0 in altro di poco dopo ( 2 ) e nella Tappa di insinuazione di Broni, come nel Manifesto Camerale del 1770, (3) e quale terra apparte- nente al comune di Broni nello Scomparti- mento Senatorio del 1789 insieme a quasi (1) « Relatione di tutte le terre dello Stato di Milano che sono censite distinte, a provincia per provincia, compilata dal signor Ambrosio Oppizzone patritio pavese ». In Milano. Per li fratelli Malatesti stampatori Regi e Camerali 1644. (2) « Nota di tutte le terre e Pievi dello Stato di Milano, re- partite a provincia per provincia ». Milano, per Marc'Antonio Pandolfo Malatesta stampatori Regi e Camerali. (3) « Manifesto Camerale per lo stabilimento delle nuove tappe d' insinuazione nelle citta, terre, luoghi e feudi al pie d' esso descritti in data delli 9 novembre 1770 ». Torino. Stamperia Reale. MONOGRAITA 43 tutti i luoghi che ne formavano 1' antico feudo. (0 Cosi Montarco per lunga pezza di tempo e cioe dal principio del XV alia fine del (i) « Manifesto Senatorio con cui si siabilisce il riparto dei cantoni nelle provincie di Novara, Pallanza, Tortona, Voghera, e Vigevano per agevolare o render meno dispendiose ie Assisie de' Giudici con ulteriori provvedimenti a tale riguardo » in data degli 29 agosto 1789; cui e aggiunto un: Riparto in ire can- toni di ciascuna delle infrascritte provincie ad esclusione di quella di Vigevano composta d'un sol Canlone, e cosl: NOVARA Primo cantone : Novara — Secondo cantone : Oleggio — Terzo cantone Romagnano. PALLANZA Primo cantone: Arona — Secondo cantone: Omegna — Terzo cantone: Pallanza. TORTONA Primo cantone: Tortona — Secondo cantone: Volpedo. 44 i- - soriasco XVIII secolo segui le sorti del cospicuo borgo di Broni, per essere poi sottomesso al comune di Soriasco, del quale divide or- mai paciticamente, nelle liete e nelle tristi vicissitudini, l'avvenire, qualunque siasi. E notevole come il luogo di Montarco segnato in antiche carte corografiche, tra le altre, in una del 1 73 J, (0 fra questi VOGHERA Primo cantone: Voghera — Secondo cantone: Varzi — Terzo cantone: Broni, nel quale sono compresi i luoglii del comune e del mandamente di Soriasco. Intendo pubblicare intieramente questo Manifesto Senatorio del 1789 c lo scompartimento territoriale della provincia di Voghera, che vi e unito, assieme ad alcune memorie, edite ed inedite, di quella stessa epoca, che mostrano quale era l'esten- sione dell'Agro vogherese, quando fu chiamato a reggersi come provincia autonoma, con proprii governatori generali, e le prin- cipali magistrature civili e giudiziane, nonche le piii elevate autorita militari. (1) Cursus Fluminis Padi vel To per Longobardiam — Augu- stine Cerruti designalore et auitore nunc recusus ab Homannianis Heredibus. Anno MDCCXXXV. MONOGRAFIA 4) luoghi egli solo vi e marcato; come in altra del 173 1 ( : ) sono notati solo Moritarco e Soriasco, scrittovi Sorcasco.. V. Altre frazioni — Popolazione delle principali borgate. Aggiungero per finire la descrtzione to- pografica di questo territorio cpmunitativo col nominare inoltre ; Ca de' Galeotti, Valle, Bolzo, come altre fra le frazioni component! ilcomune di Soriasco, facendo rimarcare che oltre i luoghi della Madonna dell'Aversa e di Villanuova e il capoluogo precedentemente illustrati sul principio della memoria mono- gralica debbansi tenere in conto di borgate di (1) Status Parmen.ii sive Ducalus Parmensu ct Placcn'.inus una cum dilione Buxetana el Valle Tarae novissime exibitus ab Homanalnnis Heredibus. Anno MDCCXXXl. 46 I. - SORIASCO maggiore importanza quelle di Pizzofreddo, Sgarioli, La Valle, Begoglio, intorno alle quali nulla, con mio dispiacere, posso indi- care, e l'antica ed illustre terra di Montarco o San Nazzaro, che diede tanta opportunity di parole, ricerche e citazioni storiche (0 e che vanta non solo ricordanze degne di rimarco , ma bensi l'onore di non poche lotte fra storiograii insigni. (i) Particolarmente noter6 che la popolazione totale dell' in- tiero coniune di Sonasco, che come vedcmmo, secondo il cen- simento del 1881, e di 2469 abitanti, va divisa fra le frazioni p incipali e gli sparsi casali nella seguente misura : Soriasco, frazione . Madonna dell'Avcrsa Montarco Villanuova B goglio . Pizzofieddo Case sparse abitanti 301 » 581 » 24 3 » 421 » 280 » 4)6 i> 381 Totale 2469 MONOGRAF1A 47 VI. Notizie storiche riguardanti Soriasco — Sua antica origine — Nominato in documenti del XIII secolo — Suo potente ca- stello — Oistrutto negli anni 1215 e 1216 dai piacentini — Cronache che ne parlano — Figura In un diploma del 1230 — Sua distruzicne per lungo tempo — Principali possessori di terreni in Soriasco nel 1537 — Infeudazione del 1691 — Sua indicazione negli elenchi delle terre del ducato di Milano del 1644 al 1770 e in altro del 1789. Volendo dire delle memorie storiche del capoluogo brcvemente accennero ai principali fatti. Soriasco pare terra antica, e nominato assieme a Golferenzo, Monte Calvo, Rove- scala, e al luogo di TZcrarcellinum o Verarcdii- nwn, che io pure, col Robolini, non so a quale terra possa oggi corrispondere, e all'al- tro luogo di c Bagarellum, che io non csito di scorgerfi nel moderno Bagarello del comune di Montecalvo come meglio vedremo in se- guito, nei diplomi dell' Imperatore Fede- 48 1. - SORIASCO rico II emanati sul prrncipio del XIII secolo, e nelle cronache e nelle carte di quell' epoca rem ota. Narrando gli avvenimenti trema la penna tra le mani del'o storiografo, dovendo se- gnare incendi, rapine, uccisioni. il 1 2 1 5 fu anno fatale per Soriasco. Apri la serie de' suoi guai. I piacentini, usciti dalle loro porte il 26 maggio, venuti nel pavese, incendiarono il borgo ed il castello di Soriasco, e non pochi altri Iuoghi dei dintorni. Ecco come e nar- rato il triste tatto in una Cronaca piacentina recentemente pubblicata (0 e cioe: MCCXV. Indictione tertia, die jovis VII KakuJas juni (Jorse julii) militcs Placentie eqiti- taverant in tcrram Papie, el combuscrunt bur- gum el 1 Mam Suriaschi el multa alia loca (1) Chronicon Tlaccn'.inum ab anno MXII ad annum MCCXXXI', pubblicato in Parma coi tipi di Pi.tro Fiaccadori nel 1862; a pag. 45. MONOGRA11A 49 destruxerunl el combuscrunt ; predam quoqnt magnam boviim el vacarum el aliaruni bestia- rum ft hominum ceperunt et in.lc duxerunt. Cosi sappiamo che, oltre Soriasco, i piacen- tini abbruciarono altri vicini luoghi, e conic, a ricco bottino, portarono se:o bovi, vacche e altre bestie, non chc fecero anche vari prigionieri. L' ira di parte l'anno venicnte doveva se- gnare I'eccidio del castello di Soriasco. Nel 12 16 non solo gli irrcquicti piacentini ma eziandio i milanesi, fra loro collegati, venuti in qucstc parti a danno dei pavesi, in quelle interminabili lotte fraterne che segnarono si- nistra mente, nell'albo della storia nazionale, quelle oscure eta, e guerreggiando aspramente qui s' impadronirono di vari castelli tra i quali quello di Soriasco, e che il Robolini chiama forte, nonchj gli altri di Goherenzo, di MoncaU'o, di Montottone o Montu Bec- caria; distrussero quelli di Bosnasco, di Ni- grino, di Rovescala,ed iacendiarono le rocche 1 JO I. - SORIASCO di Broni c di Stradella, nonche il vicino ca- stello di Montalino, e schiantarono il ibrti- lizio di Port' Albera nclla pianura c non arrestarono la truce e turpe opera di de- vastazione generale che davanti alle robuste e formidabili mura del cospicuo luogo di d'Arena presso il P6, valentemente difese dai ghibellini, come chiaramente risulta dalle cronache piacentine. Spesso i difensori del eastello di Soriasco ebbcro a provare quanto sia micidiale il piombo dei fratelli, fatti nemici dalle fazioni, come troppo spesso avenne in quegli anni, segnati col sangue fraterno nelle tavole della nostra storia. La cronaca piacentina, oltre che forte, de- scrive il eastello di Soriasco come circon- dato da robuste mura e da grandi terrazze, nonche munito di alti c formidabili mura- glioni praticabili ai soldati, e cioe : quod castrum muro fortissimo undique circumdatnm et terragio magno ab uno capite, caminata magna MONOGRAJFIA )l et muro forti et alto erat circumdatum con- scructum pariter et munitum. E tanta rocca i piacentini distrussero dalle fondamenta quod castrum altera die penitus a JunJamento destruxerunt et dime- runt. ( J ) (i) Qucsto altro fatto e riferito dalla Chronica civilatis Tla- ccnliae Iohannis Agagari cl Anionli Francisci Villa (Parma. Fiac- cadori, 1862), a pagiue 52 e 53 ne! seguentc modo: o Die vero dominica proxima veniente (10 calende di giu- gno del 1216) in festo Pasciie Pentecostes, piacentini milites et pedites porte s.tneti Antonini et porte Nove et porte Sancti Laurentii de civitate Placentic exicrunt et ea die apud villain Sarmati albergaverunt, Alia die cum mediolanensibus in Ro- vorscalle castra figi preceperunt. Altera die sua fixere tentoria circa castrum Sivriasci (Soriasco) ; quod castrum muro fortis- simo undique circumdatum et tcrragio magno ab uno capitc, caminata magna et muro forti et alto erat circumdata (circon- da:o) costructum parittr et munitum. Illud quidem piacentini et mediolanenses cum manganis et predariis et gattis expu- gnaverunt et manganaverunt. Alia die, scilicet die mercurii primo mensis junii castrum Golfcrentii habuerunt, castrum vero Montis Calvi et turrem magnam ceperunt per vim; ha- buerunt quidem turrem de Guarda fortissima mirabili modo construct.! et earn diruerunt et destruxerunt et incidcrunt : ILL ua J2 I. - SORIASCO In un diploma dell' Imperatore Federico II delPanno 1230 Soriasco figura come terra appartenente al territorio pavese, ma non vi e nominato oppidum o castrum come nclle carte piii antiche. II castello di Soriasco cosi atrocemente trattato dai piacentini e dai collegati mila- nesi, dopo la sua miseranda distruzione, non risorse piu alia pristina gloria. Non s'a di lui contezza che assai piii tardi, essendo rimasto lungamente in triste silenzio. castra vero predicts similiter et combuserunt, domos et nemora castanearum, vineas et arbores et segetes curtis Moneiscali 'Mon- tis Calvi) combuserunt et iaciderunt, atque destruxerunt villas in- numerabiles et domos per vallem Crispassi (dcllo Scuropasso) et Vallem Verse, igne cremaverunt segetes, arbores inciderun: et destruxerunt. Die vero jovis cum meiiolanense; et piacentini cum scalh innumerabilibus et aliis insidiis armati et aschlera,ti circa castrum Suriasci starent et se ad dictum castrum expu- g'landum et capiendum prepararent, intrinseci terrore commo i, videntes se non posse resistere, nee illud castrum defendere, illud reddiderunt; quod castrum altera die penitus a fundu- p:ento destruxerunt et diruerunt »', MONOGRAFIA _>} Forse delle antiche e cosi decantate forti- ficazioni non rimane che la torre, della quale abbiamo avuta occaSione di parlare ncl tracciare la descrizione della borgata di Soriasco, non podendosi tener conto del piu moderno castello c meglio palazzo signorile degli Oppizzoni Giorgi, che forse potrebbe essere sorto sulle fondamenta dell' antica rocca. Dal Benalio (0 sappiamo come Soriasco venne dato in feudo ai Gambarana nel 1691 e cioe: Gambaranae Comiies Hieronimus I. C. C. ei decurio Papiae feudatarius Donelaschi et Soria- scbi ultra padum ex investitura did j decem- bris 1691 per suprascriptum I. C. IZenaUum. Piu, in parte alcuni diritti feudali e non pochi possess: passarono negli Oppizzoni, cui spetto anche il castello, mentre da un'e- stimo generale del Siccomario e dcll'Oltrepo del 1537, csistente nell'archivio del comune ( i) Elenchtis familiar urn in Me.iioiam Djminio Feudis, jurisdic- iionibtis, lilulisqut insignimn. MedioJani Tvpis Malatcslae. IJ14. 54 i. - SORIASCO di Voghera, vediamo che principal] pro- prietari e possessori di beni in Soriasco figurano un Aluysio Faravelli indicato come romagnolo, un nobile Giovanni de Zorzo e un Filippo de Zorgo. (l ) Soriasco figura come luogo autonomo nella Nota di tutte le terre c pievi dello Stato di Mihno ripartite a provincia per provincia come appartencnte al principato di Pavia, c nella Relatione di tutte k terre dcllo Stato di Milano che sow censitc dislinte a provincia per provincia del 1644; quale comune nelPelenco dei comuni che sono compresi nelle pro- vince smembrate dallo Stato di Milauo ( 2 ) pubblicato nel 1751, nonche come appar- tencnte al compartimento vogherese nell'c- ditto del 2) settembrc 177; di S. M. il Re Sardo pel nuovo censimento delle provincie d'Alessandria, Lomellina, Novara, Pallanza, (1) Forse app irten;:iti all' illustre famiglia dei Giorgi. (2) Anhesse agli St;iti di S. M. Sarda. MONOGRAFlA jj Vigevano, Tortona e Voghera, che erano da pochi anni staccato dalla Lombardia au- striaca e annesse agli Stati del Piemonte. H poi strano il vedere nello Scomparti- mento dei cantoni delle provincie di Novara, Pallanza, Tortona, Voghera e Vigevano fatto dal Senato di Torino il 29 agosto del 1789, il nostro Soriasco figurare come dipendente dal comune di Donelasco, che spettava al terzo cantone governato dal borgo di Broni, e insieme a Begoglio, non- che alia terra della Madonna dell' Aversa, oggi sede degli uffici amministrativi c giu- diziari di questo capoluogo. Fino dal 1770 Soriasco con Sparano era compreso nella tappa d'insinuazionedi Broni, assieme ai comuni di Canevino con Casa- nuova de Lunati e Cassino; Donelasco; Gol- tcrenzo con Lago de' Porci ; Montecalvo con Montescano e Monteveneroso; Rovescala con Sarizzola ; e Volpara. 56 i. - soriasco VII. Famiglie antiche di Soriasco — Appariscienti in Voghera ed in Pavia — Nominate in clenchi del I 399 — Giovanni e Tom- maso de Suriasco fiorenti in Pavia ncl XIV sccolo — ■ Allegro de Suriasco appare in Voghera nel 1206 — Riccardo o Gandolfo de Soliasco fiorisccno in Voghera, il primo nel se- colo XIII cd il secondo nel XIV — II Padro Fedele da So- riasco. Questo luogo diede origine antica ad una famiglia illustre che ne prese il nome e fiori in Pavia ed in Voghera, dividen- dosi cosi in due ramificazioni. Principal- mente in quest'ultima citta venuta sul finire del XII sccolo vi iiguro lungamente illu- strandosi ncl servizio della patria. 11 ramo pavese della famiglia de Soriasco e compreso negli antichi cataloghi delle famiglie piu chiare e potenti della citta di Pavia. Ncl la relazione fatta nel 1399 a Gian Galeazzo MONOGRAFIA $J Visconti, probabilmente dal Podesta, sono descritte le antiche famiglie nobili e popo- lari di Pavia; in cssa, come viene pubbli- cata dal Robolini, questa famiglia fu inscritta al n. 64 quale ghibcllina e precisamente ParenteJla de Suriasco gibellina, come viene nominata nell'elenco che Robolini pone a compimento della relazione sotto la data dello stesso anno 1399 indicandola semplice- mente Soriasco. II Sacerdote D. Pietro Moira- ghi, nelle sue interessanti Spigolature e ricerche sui pittori pavesi (Almanaccco Sacro Pavese, 1889) accenna ad un Iohannes de Suriasco come uno dei decurioni di Pavia presente all'atto del 31 ottobre dell' anno 1340 col quale veniva chiesta Passoluzione dell' inter- detto che colpiva la citta di Pavia. Lo stesso diligentissimo Moiraghi, a pa- gina 6) della sua memoria, rammenta, appo- giandosi alle note del Comi e del Robolini, un pittore per nome Tommaso de Soriasco, che egli dice probabilmente figlio del sopra- ;8 i. - soriasco ■nominate* D^curione Giovanni de Suriasco, e del quale non assevera quale sia stato il merito, ma ehe trova abbia nel 1374 dipinta sulla facciata del palazzo del comune di Pavia la figura, in tre maniere, del falsario Filopolo De Marliano e appunto nel vo- lume V parte I, pag. 347 n. 19 delle Me- morie Pavesi del Robolini trovasi stampato : 1374, Sohttio Tomasio de Suriasco pinctori qui dipinxit ad Palatium Communis Philopolum de Marliano falsario etproditorem in tripliei figura ( Comi anedt. Ticin. u. 9 J. Tra i primi e piu chiari personaggi del ramo di questa famiglia fiorente in Voghera, vediamo fignrare nella vita di quell' illustre borgo, un Allegro de Soriasco che ai 1 7 di marzo dell'anno 1206 particolarmente compare tra coloro che approvarono 1' atto col quale il comune di Voghera prendeva a prestito da Alberto de Cancvanova lire 225 per pagare debiti contratti antecedentemente a carico della porta Rosella, principale rione di Vo- ghera. MONOGRAFIA 59 Piu tardi un Riccardo de Soliasco , da urT istromento del 15 dicembre del 1296 apparisce come uno dei principali consiglieri e decurioni della comunita di Voghera; e nel 1298 Iacobo Soliasco era uno dei sin- daci di Voghera assieme a Lombardo de Boccardis. Fra il 1344 e il 1 345 frate Gandolfo de Soliasco esercitava in Voghera 1' importante ufficio di maestro di grammatica ed e ono- revolmente notato nelle storie vogheresi. Da tutto questo appare come la famiglia de Soriasco stabilitasi in Voghera sia piu antica di quella che partita dallo stesso luogo ebbe a stabilirsi in Pavia. Soriasco poi nello scorso secolo diede i na- tali ad un 1 uomo dottissimo, il Padre Fedele da Soriasco, (non si sa di che famiglia) che pubblico un'eloquente e popolare Cor so di spicgci{ioni evangeliche, che e assai cono- sciuto, non poco stimato e fu piu volte riprodotto colle stampc. 60 I. - SOR1ASCO Appartenne Padre Fedele da Soriasco all'ordine France'scano Minore Riformato e fu valfcntissimo oratore sacro. Visse fino agli ultimi anni del Secolo XVIII. Parlo di lui il Can. Manfredi nelle sue memorie storiche riguardanti Voghera pub- blicate nel T)i{ioiiario geografico, storico c sta- tist ico del Casalis. 0) VIII. Gli altri comuni del mandamcnto — Vallc dell'Avorsa. A chiudere con degna cornice questo quadro che sente sicuramente, in qualche punto, 1' incertezza della mano che guidava sulla tela dell'arte e della natura, il pennello (i) Lo rammento pure onorevolmcnte il Dottor Carlo Giu- lietti nella parte b!ografica del suo lavorj sopra Vogher.i oltre cent' anni fa. MONOGRAFIA 6 1 troppo giovanile a descrivere le sciene, or liete or tristi che formano quel teatro, in ogni tempo ed in ogni luogo rappresentante pure l.i piu vera espressione della vita umana, credo non riuscira inopportune) finire questi informi cenni sopra Soriasco colle brevi no- tizie ugualmente circa trent'anni or sono da me raccolte sopra quasi tutti i comuni che costituiscono il territorio mandamentale dallo stesso dipendente giudiziarmente, e diro cosi affrattellare le varie terre in un solo amplesso nel paterno seno del capoluogo, non dimen- ticando la Valle dell'Aversa che raccoglie quasi tutti i risuhati di una esistenza pro- duttrice, la quale dai colli e dai casolari ivi spa. - si e da 1 , vertice dei monti, e dalle bor- e ivi sorte vi sciende come ad alveo del- tivita e del commercio di queste alpestri rcgioni. 62 I. - SOR1ASCO IX. Comune di Canevino — Posizione — Frazioni — Strade — Capoluogo — Sua chiesa parrocchiale — Piazza — Panorama — Popolazione — Territorio — Censo — Caseo — Sue case — Oratorio. II comune di Canevino o del Monte Ca- nevino, l'antico Canevinum o Canabinum, e il piu elevato e collocato nella parte piu meridionale del mandamento di Soriasco; sta a due ore dal capoluogo, presso le sorgenti dell'Aversa e del torrente Scuropasso, si corn- pone del centro comunale, che chiamasi propriamente Canevino, e di tredici piccole borgate, sparse sui colli e nelle valli, e sono : Canevino e Cadeo sulla sommita della costiera; Morcone o Morgone, Colombara e Pianaversa, come lo dice per quest' ultimo luogo anche il proprio nome, ali'origine c MONOGRAPIA 6} nel fondo della Valle dell'Aversa; Moglie o Mollia e Costa sul pendio delle colline. Gli alt ri piccoli luoghi di Crozone, Mar- tini, Lorengo, Molino, la Ca Nova, Roncate sono qua e la collocati sulle falde della montagnuola nel versa nte della Yalle del- l'Aversa, mentre in quello verso la sorgente dello Scuropasso trovasi soltanto il casci- nale della Fontana. La strada principale di questo montuoso villaggio e quella che dalla prossima terra di Ruino del bobbiese tehde a Montecalvo, attraversando, da borea ad ostro, 1' intiero comune, e conducendo pure a Stradella. Le altre piccole, irregolari e disastrose vie por- tano il nome rispettivamente dei villaggi verso di cui tendono. Venendo appunto da Montecalvo, la strada corre sulla cresta dei colli e poco comoda, passando per Colombato, Crozone e Caseo tende a Canevino. Io la percorsi e vi so dire che il raggiungere questo luogo non e 64 I. SOR1ASCO poca fatica, mentre essa cammina quasi intie- ramente sull'erta salita, trovandosi Canevino sulla sommita dell' elevato cocuzzolo. E formato questo capoluogo di comunc soltanto dalla chiesa parrocchiale, dalla casa che serve di abitazione del parroco, quella tutta contornata da una piazzetta che le fa corona; questa costruila sul eiglio della roccia, nonche da una vecchia casa in buona conservazione. La chiesa parrocchiale, sotto il titolo di N. D. Assunta, piuttosto piccola, sorge sopra un breve rialzo formato da pietre ed ossa umane. Ha nel suo interno cinque meschini altari, che nulla offrono di rimarchevole. Nell' insieme la chiesa e piuttosto stretta , ha una bella volta e presso una comoda sacristia. Trovo che il Casalis dice parlando di Canevino che la sua chiesa parrocchiale sta sopra un colic non praticabile che a piedi o a cavallo; io aggiungero che fati- cosa, e piuttosto incomoda e la strada che MONOGRAFIA 6) vi adduce, e che per salire fin qui e nc- cessario davvero lasciare all' ansante petto il diritto di soffiare rumorosamente. Mi- gliore sembra la via che viene da Montecalvo, che abbastanza huona fino a Gadeo, regala la sua asprezza solo da questo luogo a Ca- nevino. 0) Dal piazzale che s'apre innanzi alia chiesa dell'Assunta godesi d' una veduta incante- vole, d'assai maggiore estensione e lietezza di panorama di quanto sia quella che offra la posizione di Montalto. II luogo di Canevino ha solo circa 170 abitanti, e l'intiero comune, secondo il cen- simento del 18; 8 , ne aveva 351 ( 2 ) sopra (1) Secondo 1' Itinerario Generate degli Stali di S. M. Sarda in terraferma compilato nell'ufficio dello Stato Maggiore l'anno 1850, e stampato in Torino dalla Tipografia Franco nel 1857, Canevino figura distante chilometri 6 e metri 500 da Soriasco capoluogo del mandamento. (2) Secondo quello del 1881 la popolazionc del comune di Canevino sciese a 326 abitanti. Veggasi nella prima tavola. 5 66 I. - SORIASCO un' estensione di 7090 pertiche censuarie milanesi, con un' estimo di scudi 11,460,2. Prima di finire le notizie topografiche e passare a quelle storiche diro fuggevolmente che Caseo, forsc la frazione piu importante, sta sulla via che da Canevino adduce a Montecalvo, proprio sulla parte piu erta della cresta del colle, in un dolce seno della sua curva sommita ed e formato di poche case, tra le quali una sola presenta un di- screto aspetto. L'oratorio che vi si vede e di privata proprieta, e mi pare sia assai raramente ufficiato. MONOGRAFIA 6j X. Notlzlo storiche di Canevino — ■ Nominato nel X secolo — ■ Munito da Oaleazzo Visconti nel 1319 — Donato nel 1432 dal Duca di Milano a Giorgio Scaramuzza Visconti — Infeudato al Principe Barbiano di Belgioioso — Figura negli elenchi delle terre del Ducato di Milano c del la provincia di Vo- ghera del 1644. 1751. 1770 e I 789. II nome di Canevino compare nelle storie gia poco dopo il 900, quando deposto Rodolfo gli italiani, sempre divisi, elessero a Re Ugo di Provenza, questi fece trasportare da Bobbio a Pavia il corpo di San CDlombano, per costringere certi potenti signori alia restitu- zione di non poche terre usurpate al bobbiese monastero. I monaci che accompagnavano le venerate spoglie del loro grande e sacro protettore, dell' illustre fondatore del loro celebrato monastero, tennero la strada di Ca- nevino, che gia sorgeva si; queste colline e 68 I. - SOR1ASCO passarono poi il Po nelle parti di Broni, per raggiungere quindi Pavia, capitale del Regno. A talc riguardo il Campi nella sua Storia di Placenta a pag. 2j6, col i e 2 del vo- lume I riferisce la cosa al 940 circa aggiun- gendo che nel passaggio per Canevino delle sante reliquie s' avvcrasrero non pochi mi- racoli, fra i quali egli racconta quello d'un fanciullo di questo luogo, che muto dalla nascita, nel yeder transitare quella devota turba di fedeli, di monaci c di signori del monastero di S. Colombano e della citta di Bobbio di subito si mise a parlare e chiamando suo padre a dire con xoce intel- ligibile e chiara : padre, padre ecco che portano San Colonuano. Queste parole sono integral- mente riferite dal Campi nella citata opera. Galeazzo Yisconti nel 13 19, temendo le mosse dei Torriani e dei lori aderenti Lan- goschi di Gambarana, signori di Montesegale tra i nostri monti, moss 3 da Piacenza con una spedizione venne verso Canevino e MONOGRAFIA 69 Valverde ed essendosene impadronito si diede a validamente munirli. Go riferiscono il Bo- selli nel I vol. della sua Storia di Piacm^a; il Robolini nel vol. IV parte I delle sue notice, c il Can. Manfredi nolle sue memorie riguar- danti Voghera pubblicate dal Casalis. Canevino, assieme a Cicognola, appartenne alia famiglia Aicardi-Visconti prediletta ai Duchi di Milano; e vediamo appunto nel- l'elenco dei feudatari dello Stato di Milano che: Vicecomes Scaramutia Ioscph figura : fciula- tarius Cicognolae el Canevini ultra padum per investitura del Duca Filippo Maria Visconti del giorno 24 gennaio del 1432; e vien fatto conte da Francesco Sforza, erede del Du- cato, con diploma del 17 novembre del- I'anno 14^4 CO quando gli confermo il possesso della Zelada. (1) A tale riguardo il Robolini a pag. 576 della prima parte del volume qu:nto dclle sue noli^ie riporta la scguente nota : (1452-49). a. 146 « alii 24 gcnn.iio il Com: e Duca don6 a yo I. - SORIASCO Da un elenco manoscritto, posseduto da me dei Vassalli delta Provincia di Voghcra, steso dopo che questa vennc aggregata agli Stati di S. M. Sarda e dopo che Voghera fu innalzata al grado di citta e cosi dopo il 1770, figurano feudatari di Cicognola e di Canevino i principi Barbiano di Bel- gioioso e d' Este, come vien confermato dal Casalis e dal Bartolomeis, nelle loro opere che illustrano gli Stati di Sardegna. Canevino poi negli elenchi dei comuni della provincia vogherese tanto del 175 1, che del 1770, figura quale comune, come figurava gia quale terra separata nella relazione delle terre dello Stato di Milano del 1644; mentre nel catalogo Senatoriale del 1789 apparisce come compreso nel comune di Albaredo assieme ai luoghi di Cicognola, Vicocomune e Ca- selle, che crederei Caseo. Giorgio Aicardi detto Scaramuccia Viscontc il castello di Ci- cognol.i Oltre-Po con le ville di Canavino e Val Sorda e beni di Broni e Bosco di Alb.uedo di qua dal Po » MONOGRAHA XL Comune di Donelasco — Eslensione territoriale del comune — Censo — Popolazione — Frazioni — Torrenti — Strade — Chiesa parrocchiale — Donelasco nominato in carta del 1258 — Infeudato nel 1691 — Figura nei vari elenchi delle antiche terre del Ducato di Milano — Comune prima del 1789. Di poca estensione territoriale c di piccola popolazione e il comune di Donelasco, chiuso i territori comunali di Montubeccaria, Ro- vescala, Soriasco e Castana ; in ordinc d'e- stensione e 1' ultimo comune del mandamento di Soriasco, misurando solo 5246 pertiche censuarie milanesi, il penultimo in rapporto alia popolazione che e di 439 abitanti, (0 ed il quartultimo nella ragione del valore del proprio territorio, valutato censuaria- (1) Xel 1881 risultb quclla del comune d' animc 531, c quclla della frazione centrale di Donelasco di 1 7 r amine. J2 I. - SORIASCO mente 18134 scudi dell'estimo lombardo, mostrando che esso fu calcolato migliore dei vicini. Questo piccolo comune giace a levante di Voghera, da cui dista me no di trenta chilometri, come dista meno di quattro chilo- metri dal suo capoluogo di mandamento. (0 Le sue frazioni so no quelle di Carozzo, Casale, Donelasco, Carraglia, Torrone, Mo- lino del Casa, Vilanello di Sotto, Vilanello di Sopra, e comprende anche quella di Poggio del iMonte che aveva fi.no al i860 un' ufficio di dogana essendo luogo collo- cato presso il confine cogli Stati Ducali di Parma e Piacenza. II territorio e bagnato in parte dal tor- rente Aversa, c in piu piccola parte dal Rio Buzolato, di breve percorso dalla sua origine (1) DalT Itinerarh Gensrale iligli Stall di S. M. Sarin in kr- rafenna Donelasco risalta dist:mtc t.e chilometri e duecento melri da Soriasco. MONOGRAFIA 73 alia sua immissione nell'Aversa stessa, non- chj dalle sorgenti del Rio Marcionola che va a scaricarsi nel torrentc Bardonezza all' e- l'estremo del comune di San Damiano e ai confini del territorio piacentino. Produce in qualche abbondanza fromento, grano turco, marzuoli ed uve; il vino bianco di Donelasco essendo riputatissimo perche davvero eccellente. Possiede poche strade ; e tra le principali fra esse quella che, pas- sando per Poggio del Monte, raggiunge Soriasco, e Paltra che adduce a Montu-Bec- caria. Sorge Donelasco, il capoluogo del comune, sopra l'eminenza d' un poggio, che s'alza tra mezzo ad ubertosi colli, ed e costituito da un piccolo gruppo di case diviso da una breve contrada. La sua chiesa parrocchiale, che e dedicata a San Giorgio, apparteneva anticamente alia diocesi di Piacenza, ed ora spetta a quella di Tortona, essendo compresa nel vicariato foraneo di Soriasco dal 1817 in poi. 74 i- - SOR1ASCO Questo luogo trovasi nominato in una carta del 10 gennaio 12; 8, che conscrvasi nella sezione diplomatica dell'Archivio di Stato di Milano, c secondo il Robolini, sa- rebbe una vendita di alcuni pezzi di terra situati nel territorio di Donelasco. Questo luogo assieme a Soriasco, come abbiam veduto, fu dato in feudo nel 1691 al Conte Gerolamo Gambarana signore di Monte- segale, per investitura del 5 dicembre. Figura Donelasco terra propria nel cata- logo del 1644, in quello del 175 1, nonche nel manifesto Camerale del 1770, mentre nel compartimento Senatoriale del 1789, ap- parisce come capoluogo di un comunc, nel quale venivano compresi i luoghi di Bego- glio e della Madonna dell'Aversa, ora apparte- nenti a quello di Soriasco, nonche lo stesso capoluogo di Soriasco, che non raggiunse la propria autonomia amministrativa se non piu tardi e forse poco prima d'essere stato destinato a capo del mandamento che ne MONOGRAFIA 7J prese il nome. Non posso pero dire in quale epoca i luoghi di Soriasco, di Begoglio e della Madonna dell'Aversa furono staccati dal comune di Donelasco per costituire quello di Soriasco che s'aggrandi coll' ag- giunta anche delle frazioni e delle borgate di Pizzofredo, di Scarioli e di Valle che non figurano nello scompartimento del 1789, e di tutti quegli altri casali che ho nominati antecedentemente. XII. Comune di Golferenzo — Confini — Territorio — Popolazione — Censo — Strade — Torrenti — Frazioni — Prodotti — Vini — Golferenzo capoluogo — Antica chiesa — Oratori — Madonna dei sette dolori — Cimitero — Case — Castello — Villa Belcredi — Panorama — Distruzione di Golferenzo nel 1214 e 1215 — Nominato in privilegi del XIII e in carte dei secoli XII, XIII e XIV. Questo comune, piccolo esso pure, sta in una delle piu elevate posizioni del manda- mento, in montagna, sopra un promontorio, jG I. - SORIASCO ai confini dell'antico Oltrc-Po, a seirocco da Voghera, da cui dista circa una trcntina di chilometri ; c a circa quattro chilometri c a levante di Soriasco. 0) Ha una popolazione di 490 anime; ( 2 ) un'estensione di 6,235 P er_ tiche censuarie milancsi ed un estimo di 17,494 scudi Quattro sono le vne principali del comune; una e detta della Fontana c da accesso alia strada consortile di Val Versa c mette in comunicazione il Molino di Susello e il luogo di Chiepedo col capoluogo; una riunisce i Luoghefti di Gerli e Travacca a Goiferenzo ; un'altra detta di Pizzofredo perche, passando per Monte Caneto, comunica colla borgata di questo nome collocata nel comune di (1) S:condo il citato Itinerario h distanza di Golf.-rc izo da Soriasco sarebbe di chilometri 3 c metri 200. (2) Sccondo il censimente dilla popolazione del Regno d'ltalia, del 31 dicembrc del 18 3 1 la popolazione dell' inti.vo comune di Goiferenzo rigura di 529 abitanti e quella della frazione centrale di Goiferenzo, capoluogo del comune, di abitanti ,82. MONOGRAFIA JJ Soriasco; la quarta dicesi della Coppa e adduce alia strada divisoria coll'antico Stato piacentino, mettendo in diretta comunica- zione i casali di Ca del Magnan c del Ronco Rosso col capoluogo. Due altre vie minori da Golferenzo conducono a Volpara, e dividendosi, a Ca de' Guastoni, Ca di Sca- glione nel comune di Volpara e a Stadera nel piacentino. Le vie comunali primamente indicate sono della lunghezza di circa un paio di chilo- metri ciascuna, e sono mantenute in discreto stato. Le altre sono poco raccomandabili a coloro che amano camminar bene. 11 torrente Aversa Iambisce nel lato occi- dental il piede della montagna di questo comune e fiancheggia tutto il promontorio su cui sorge Golferenzo; non e valicato da alcun ponte, e qui contiene alcuni pesci di squisito sapore. Agli altri lati di questa mon- tagna scorrono i torrentelli o fii di Brignato e di Pra del Gatto, che in parte servono a 78 I. - SORIASCO segnare i confini di questo comune con quelli di Soriasco da una parte e Volpara dall'altra. Formano questo comune oltre il capo- luogo, che e Golferenzo, le frazioni qua e la sparse, di Monte Caneto, Ca del Magnan, Ronco Rosso, La Ca, Ca de' Guastoni, La Travacca, Ca de' Berteghi, Chiepedo, Molino Susello, Li Gerbi, e parte della Ca del Bar- done, e del Pra del Gatto ed ecclesiastica- mente, perche compreso nella parrocchia di Golferenzo, il luogo di Pizzofreddo, che amministrativamente appartiene al comune di Soriasco. Sorgono questi luoghetti e ca- sali in un suolo assai fertile, coltivato a campi ed a viti e che produce in discreta quantita fromento, miglio, legumi; i vigneti poi, specialmente in questo territorio, accu- ratamente coltivati, forniscono uve buone a sufBcienza da produrre vini bianchi e rossi di discreta qualita ed in abbondante quan- tita. 11 sopra piu del grano che vi si pro- MONOGRAI-IA 79 duce e gran parte del vino smerciasi a Stradella, da dove va a far vivere e a far allegri piu lontani popoli. Fino prima del 1818 vini di Golferenzo si vendevano spe- cialmente nelle ghiotte citta di Pavia, di Milano e di Lodi, ed anche in altri luoghi della lombardia di minore rinomanza, se nonche lino al 1859, in causa dei fortissimi dazii d'entrata di questi nostri prodotti nel- 1' ex Regno Lombardo-Veneto, messi dal governo austriaco a far piu esecrati gli infausti confini, per lungo tempo questo traffico, cosi profkuo al nostro territorio, ha dovuto limitarsi all' interno degli Stati di Sua Maesta il Re di Sardegna, con molto minore guadagno. l : elicemente abbattuta la terribile barriera, ora novellamente questi vini e questi pro- dotti ritrovarono aperta la larga porta del vicino commercio lombardo, e nel Santo nome d' Italia i buoni, patriottici e gene- rosi milancsi, possono, bevendo questi gu- 80 I. - SORIASCO stosi vini, obliare le antiche vicissitudini inneggiando al glorioso nostro avvenire. Parlando specialmente del capoluogo, diro come Golferenzo sorga nel punto piu alto del suo comune, che e tra i piu elevati di questi dintorni e precisamente sul promon- torio che vede a' suoi piedi scorrere le acque del torrente Versa o A versa il quale ne 1am- bisce le falde occidentali. E costituito da un gruppo di case, diviso da poche contrade interne, dal quale si dipar- tono cinque strade divergenti ai punti piu estremi del comune. Vi sorge un'antica e rimarchevole chiesa, che dedicata a San Nicolo, e la parrocchiale del luogo, del comune e della localita di Pizzofreddo, appartenente a Soriasco. La sua antica architettura e documento sicuro del- l'antichita di questa parrocchia, che da assai tempo apparteneva alia diocesi di Piacenza e poi fu assoggettata nel 1817 a quella di Tortona, e compresa nel Vicariato foraneo MOXOGRAI-1A 8l di Soriasco. Del resto la vetusta della co- struzione di questa parrocchiale e prova anche dell'antichita dell'alpestre villaggio di Golferenzo. Noter6 inoltre che I' insieme di questa chiesa sia piuttosto bello ed elegante; sia essa ben custodita dal parrocco Don Luigi Turba, < ! ) e che s'innalzi sopra una Ieggia- dra piazza, circondata tutto all' intorno da un muro di cinta, che influisce a migliorare l'aspetto del luogo, a dar maggiore risalto all'edificio, a concigliare un sentimento di piu intenso rispetto al sacro tempio. Vi hanno qui due oratori, dei quali uno e pubblico , e 1' altro e private , entrambi credo ora ben raramente ufficiati e, in un luogo isolato , in capo ad una solitaria viuzza, atlorniato da una quadrata piazza, (1) Scrissi cio poco meno di trcnt'anni or sono, c allora era qucsro snggio s.;cerdo:e che reggeva quella parrocchia, c pel bene di quegli abitanti spcro lo si.i ancora. 6 82 I. - SORIASCO sorge il Santuario della Madonna dei sctte dolori. II cimitero di questa parrocchia, costruito ncl 1838, sta nella prcscritta distanza del- l'abitato principale. Nel suo interno il luogo di Golfcrenzo presenta all'occhio di chi lo visita alcune case civili appartenenti a varie iamiglie del paese, che fui assicurato, sono provviste di lauti patrimoni, e una vetusta magione co- strutta a foggia di castello e che per certo avra appartenuto agli antichi feudatari di qui. Tra le case piu appariscenti di questo villaggio rimarcasi in modo speciale il pa- lazzo di campagna recentemente costruito dai Belcredi discendenti dagli antichi signori del luogo. Va poi notevole Golferenzo anche per l'estesa vista che gode sulla valle della Versa, che da qui corre all'ubertosa pianura padana. La storia ha poco d'occuparsi di questo alpestre villaggetto. Sappiamo che negli anni MONOGRAFIA 83 1 2 14 c 1 21 6 egli pure sofferse non pochi danni per I' invasione nel nostro territorio delle annate orde milanesi e piacentine, con- tro i pavesi, e occupato, non gli fu rispar- miato il solito tribute, che pur dovevasi pagare a chi, da conquistatore, domandava quanto gli piaceva, come chiaramente risulta anche dalle Cronachc piacentine piu volte citate, ove si trova scritto: alia die, Scilicet die Mcrcurii mensis junii, castrum Golfcrentii, babuerunt diruerunt et destruxerunt, e cio quei eronisti scrissero narrando gli esterminii avvenuti in queste parti negli anni 12 14, 121;, 1216. Golferenzo e registrato nci privilegi im- periali del XIII sccolo coi quali viene con- cesso ai pavesi insieme a molte altre terre dei colli vogheresi e in carte dei secoli XII, XIII e XIV. 84 I. - SORIASCO XIII. Infcudazione di Golferenzo deli'anno 1691 — Marchesato nel 1761 — Antichl possessi dei Pelcredi nel 1537 — Colfe- renzo nominato come capoluogo di comune negli elenchi (Idle terre del Ducato di Milano fino dal 1644. 11 nobile Don Antonio Belcredi di Pavia venne nel 1691 investito dei feudi di Golfe- renzo, di Montecalvo e di Volpara, sui quali ottenne il titolo di Marchese nel 1701. 0) I Belcredi pero possedevano gia antica- mente, e prima dell' infeudazione, non poche terre nei territori di Golferenzo e di Vol- para, poiche troviamo nell'estimo generale del Siccomario e dell'Oltre Po, compiuto (1) Come dal Benalio, Elenchis ecc. a png. 11 ove trovasi stampato: Belcredius Anlonius I. C. C. Tapiae Feudalarius Mon- tiscalvi, Golfer ■ail i is el Vulpuriae ultra Pa. him ex investiiura diei j d&c&mbris i6yi; marchio i/2i, 21, jitnii. MQNOGRAFIA 8 J nell'anno 1537 che Don Iacobo de Belcrcdo e Madonna de Belcredo figurano tra i prin- cipal! proprietari di Golferenzo e di Volpara Volpera. In tutti gli scompartimenti territoriali dello Stato di Milano e della provincia di Vo- ghera del 1644, del 1750 e del 1770 Gol- ferenzo figura come luogo autonomo, e in quello del 1789 gia come capoluogo d'un comune di maggiore importanza di quello presente inquantoche comprendeva anchc le borgate rimarchevoli di Volpara e di Mon- tecalvo oggi rispettivamente costituite in comuni separati ed indipendenti, e piii i luoghi di Casa de' Guastoni e Ca de Cri- vellini, solo il primo tra questi essendo rimasto nella sua giuridisdizione ammini- strativa. 86 I. - SORIASCO XIV. Comune di Montecalvo — Confini — Frazioni — Bagarello no- minato in privilegi dell' XI sccolo — Nomi strani — Colli e monti — Torrentl — II rio Versiggia contradistingue it nome del comune. Questo comune e posto a greco di Vo- ghera, tutto in collina e alia sinistra del tor- rente Aversa, chiuso tra i comuni di Lirio, Soriasco, Golferenzo, Volpara, Canevino, Rocca de' Giorgi, ed e composto da Monte- calvo, capoluogo, e dai luoghetti denominati : La Tromba, La Spagna, Casella, Francia, Michelazza, Casa del Re, Case Grandi, Muz- zoleggio, Borgogna, Cabella, Casa Galeazzi, Tacchino, Piscarello, Bossone , Ca Nova, Castello Protto, Moglia Lunga o Mosalunga, II Poggio, Molino del Carolo, Casa del Bo- sco, la Verseggia o Versiggia, La Vallassa, Ardera, Ca de Toresani, Boffalora, Ca dei MONOGRAFIA 87 Sartori, Chiesa Vecchia, Valdonica, II Tor- chio, Remolata, Bagarello, nominato in do- cumenti dei sccoli XI e XII, e XIII, ^ Pradello, Ca di Simona, Sarciara, Casello , Colombato, Portogallo, Spinola, Molino dclla Savoia, La Costa, La Croce, Casotto Zer- bor, Marchisola, Crozone, Inghilterra, Casone, Ca de' Corzani. Come vedete, l'originalita ha presieduto alia creazione di vari dei nomi di questi (1) Come ebbi a far rimarc.ire, trattando di Soriasco, que- sto e il luogo che Robolini trovo notato nei diplomi imperiali del 1157 e del 1 164, nonche in una carta del 1180 scritto TJagarrflum e come collocato tra i luoghi di Golferenzo, Mon- tecalvo, Soriasco e Rovescala (vedi ncl vol. 3 a pag. 385 delle Notice di Robolini) e lo dichiar6 terra o castello del quale non po- teva dar contezza, non conoscendo per certo l'esistenza di questo luogo che chiamasi appunto tuttavia Bagarello con nessuna dif- ferenza di nome coll'antico Bagarellum e che modestamente sorge come sorgeva in quella lontana eta a poca distanza di Monte- calvo. i. strano che luogo tanto minuscolo vanti l'onore di cosi lontana esistenza e quello d'essere nominato in diplomi e pri- vilegi concessi daipiii potenti Imperatori di quell'eta. 88 I. - SORIASCO casali, tra i quali alcuni, piu che nomi po- trebbero essere meglio sopranomi, son dav- vero ben singolari, principalmente in questi luoghi, come quclli di Spagna, Portogallo, Inghilterra, Molino della Savoia, Borgogna, Tromba, Casa del Re, Tacchino e via via. La strada principale, venendo dalla Valle della Versa e dal vicino comunc di Soriasco, passa in mezzo a tutto il territorio di Monte- calvo, da tramontana a mezzodi, conduce nel bobbiese, attraversando il comune di Cane- vino. Poche altre strade serpeggiano qua e la a riunire alia peggio i vari casali al eapoluogo. I colli principali che vi si adergono sono chiamati di Montecalvo o Monte Canino, di Casone, della Costa, e di Boffalora, dai nomi dei casali che rispettivamente vi sorgono. Le viti che si coltivano sopra questi colli e sui pendii che scendono ai torrenti Scuropasso e Aversa o Versa danno specialmente vini bianchi, che sono conosciuti come eccellenti. Le faldc di queste montagnole sono bagnate MONOGRAFIA 89 dai torrenti Aversa e Scuropasso sopra indi- cati, e fra essi vcdono scorrere tortuosa- nunte il torrentello Versiggia, che traendo la sua origine sotto la elevata costiera ove signoreggia il castello di Montecalvo finisce nell' Aversa presso i casolari di Begoglio frazione del comunc di Soriasco, e per deli- berazione del locale consiglio comunale, da pochi anni, si vanta di controdistinguere il nome di questo comune dagli altri che pure vengono denominati Montecalvo, essendo- vene nel circondario di Savona e in quelli di Urbino e di Ariano di Puglia, e ad evitare la confusione fu giustificato provve- dimento intitolare questo comune coll' indi- cazione di Montecalvo-Versiggia. 90 I. - SORIASCO XV. Centro comunale — Piazza — Chiesa parrocchiale — Juspa- tronato antico — Interno delta chiesa — Casa parrocchiale — Altre case — Posizione — Panorama. II centro comunale, Monteealvo propria- mente detto, e formato da un gruppetto di poche case, di fianco alia strada che da Vil- lanova di Soriasco adduce a Caseo e a Ca- nevino, sulla sommita della costiera. Su povera piazza sorge la povera sua chiesa parrocchiale, che e dedicata a S. Ales- sandro, apparteneva alia diocesi di Piacenza ed ora e compresa in quella di Tortona , fino dal 1 8 17, e nel Vicariato foraneo di Soriasco . Fu essa lungamente di juspa- tronato della nobile famiglia Pietragrassa - Berzio - Beccaria ed ora e di juspatro- nato della nobile famiglia Pisani per acquisto MONOGRAFIA 9 1 fattone, insieme a vari possessi nel territorio di Montecalvo. La chiesa di Sant'Alessandro e costituita nel suo interne da una sola navata, piut- tosto meschina ma pulita nel suo insieme, e decorata da recenti aflreschi c da qualche ornamento di poco conto. Li presso s'in- nalza la casa parrocchiale e con essa ed altra piccola casetta abbiamo tutto quanto in fatto d'abitabile sorge sull'unica piazza che, aperta sul breve altipiano pianeggiante del colle, vede aggruppati attorno i pochi abituri costituenti questo capoluogo del comune, che in ogni modo gode d' amenissima po- sizione e di aere purissimo in mezzo ad eccellenti vigne, in luogo eminente, con lietezza di panorama. 92 I. - SOR1ASCO XVI. Castello — Muraglioni — Torri — Panorama — Antichi signer! — Moderni padroni del castello — Cortile — Anticaglie — — Portici — Pozzo — Iscrizioni. Vecchio e da lunga mano disabitato ca- stello s'alza a pochi passi da questa piazza, sull' eminenza della collina che sovrasta al paesello. Una larga e spaziosa terrazza, sostenuta da grosse ed alte muraglie, c alcune basse torri fiancheggiano il maschio del castello, che piu ha aspetto di signorile e grandioso palagio mediovale, che foggia di rocca feu- dale ; ad ogni buon conto i grossi mattoni, rossi, compatti, solidissimi, della forma e della cottura oggigiorno obliata, e le for- midabili mura che gli girano intorno gli danno altezzosa forza, burbarizosa impo- nenza. MONOGRAFIA 93 Da suoi diroccati balconi guardasi in giro estesissima vista sulle circostanti collinc e vallate e tra queste la valle della Versa spie- gasi tortuosamente ai piedi dell' elevata base, col bianco letto del suo omonimo torrente in mille tormentati rivolgimenti. Oltre la valle della Versa altra laterale scorgesi, signo- reggiata dal borgo di Lirio, co' suoi com- patti casolari quasi brancodi pecore. Veggonsi inoltre d'attorno le vicine creste di monti- celli alzarsi a Canevino, a Monta'to e piu lontano, come veri monti, nel piacentino c nel bobbiese, col rimarcabile contrasto, nell'opposta parte, dell' immensita della va- stissima ed estesissima pianura detta la gran valle del Po, colle mille sue citta, coi cento mila suoi borghi. Questo castello, che fece parte dell'antico feudo dei Beccaria e poi di qucllo dei Bel- credi, dei quali parlero piu innanzi, pare abbia appartenuto per eredita ai Pietragrassa Berzio - Beccaria, e poi percompera passasse 94 I- SORIASCO ai Pisani, spettando prcsentemente ai Mar- chesi Biignole-Sale di Genova, che lo lasciano andare in decadimento e in ab- bandono. Rovinatissimo ormai come e viene ben raramente abitato. Volendone parlare in modo speciale diro brevemente, che nella sua corte interna aprono l'accesso varieporte agli appartamenti, ove appena appena scorgere si puo oggi 1' antica agiatezza del palazzo, in qualche delubro di dorate cornici od in poche zop- picanti poltrone, che languendo nell'abban- dono e nel silenzio invano stendono le esili loro braccia a raccorre i nobili fianchi della regina del luogo. Ormai sono orfane da un pezzo di gentile abbraccio, e piu alcuno andra a sedersi su di esse anche per tema di stramazzare a terra, e la loro fine, se ormai non avvenuta, sara segnata per certo da qualcuno del luogo che vorra, nelle lunghe e fredde invernate, rompere l'intiriz- MONOGRAPH 9J zimento davanti ad un caminetto, col calore della rapida iiamma che sapranno breve- menle alimentary. A rendere maggiore la tristezza di chi s'arresta in mezzo a qucstc squallide pareti, e a prova dell'abbandono in cui vien lasciata questa residenza non indegna di vita, vale anche il vedere, sotto un porticato, che s'al- lunga a destra di chi entra nel cortile, un vecchio carrozzone, la, tutto solo e inbron- cito, che una volta tirato da robusti cavalli avra lentamente condotto fin qui su i signori del paese, ma che per certo oggi rifiute- rebbesi a tale servizio. Poco lungi dal castello, in un terreno che anticamente forse era foggiato a giar- dino, vedesi un largo pozzo murato e co- pcrto. Sulla parete sua, di fronte all'entrata, vedonsi due marmoree lapidi, una vecchia, altra moderna. La prima dice : 96 I. - SOR1ASCO SUE UT1L1TATI POSTERUMQ.UE USUI JUGEM PUTEUM ALTE FOD1ENDUM EUNDEMQ.UE EXTRUENDUM FEDER1CUS B E C C A R I A A N N I B A L I S F 1 L I U S SUI SUMPT1BUS CURAV1T ANNO MDXCVI. L'altra epigrafe ci fa sapere che lo stesso pozzo, come vediamo costruito da Federico Beccaria nel 1596, fu assai piu tardi restaurato da Luigia e da Carlo Pisani, i piu recenti padroni del castello di Montecalvo, precisa- mente nell' anno 1823, per comodo e di questi e dei vicini ahitanti come dice la lapide. MONOGRAFIA 97 XVII. Notizie storiche — Montecalvo nomlnato in aniichi documenti — Rovinato nel 1216 — Caduto nclle mani degli eredi di Ca- stellino Scccaria — I'berto Eecceria signers di Montecalvo fino dal 1287 — Ficdificazione del castcllo per opera dei vogheresi e dei pavesi. Narrando le vicende storiche di Monte- calvo, diremo senz'altro come si abbia me- moria di questo luogo in un antichissimo diploma a favore del monastero di San Pietro in ciel d' oro di Pavia ; come esso trovasi nominato nei privilegi dell'lmperatore Fede- rico II del XIII sccolo; come il suo castcllo andasse a rovina negli anni 12 14 e 1216, quando questi luoghi furono malmenati dai milanesi collegati coi piacentini c quando molti di questi castelli, siccome quelli di Soriasco, di Golferenzo, di Mondonico, di Broni, di Montalino, di Stradella furono da essi aspramente saccheggiati e distrutti; come 98 I. - SORIASCO piii tardi sia venuto nclle mani dei Beccaria, risultando dalla cronica dell' Azario (0 che gli eredi di Castellino Beccaria, Heredes Do- mini Castellini (dei Beccaria) possedevano nell'Ollre Po i castelli di Robecco, Santa Giuletta, Mondonico, Monte Acuto e iMon- tecalvo e come finalmente abbia avuto qual- che rinomanza nel Medio-evo. Senonche da altre notizie risulta accertata- mente l'esistenza nei Beccaria del possesso del luogo e del castello di Montecalvo da tempo assai piu antico. Infatti dalle memorie rac- colte dal Can. Manfredi si viene a sapere che allorquando trovavasi podesta di Voghera Facino de Beccaria, il che fu nel 1287, il comune nel consiglio generale, appunto quando egli lo reggeva, deliberava di ac- consentire alia richiesta dei pavesi di con- correre per la somma di lire cinquanta di Pavia in aiuto di Uberto di Beccaria per (1) Chronicon de Geslis principum Vicecomiluni al anno MCCL usque ad annum MCCCLXX. MONOGRAHA 99 l'acquisto del castello di Montecalvo, e cioe /// auxilium Solvendi Castrum ZMontiscalvi, il che prova ad evidenza che nell'anno 1287 divenne padrone del castello di Montecalvo il prefato Uberto Beccaria. Cosi i vogheresi e i pavesi concorsero alia riedificazione di questa rocca dopo che era stata distrutta dai piacentini e dai mi- lanesi negli anni 1214 e 12 16. Compera e riedificazione che era di aha importanza, desiderando assai i pavesi quanto i voghe- resi di rafforzare in queste parti un loro fedele aderente. XVIII. Ramo Beccaria signoreggiante sopra Montecalvo — Pergamena del 1421 che prcva il possesso dei Ecccaria di Montecalvo — Agostino. Girolamo. Antonio. Ardenghino Seccaria signori di Montecalvo. In seguito uno dei rami della famiglia Beccaria si intitolo sempre di Monte Calvo, 100 I. - SOR1ASCO e dalle notizic del Robolini nonche dal- l'albero genealogico, che qui pubblico, ve- niamo fatti certi dell'esistenza della famiglia Beccaria di Montecalvo. Sembra che questo ramo abbia comune l'origine con quello di Montu Berchiello, per quanto riferisce il Marini nelle sue Memorie riguardanti i Bec- caria. Del resto una pergamena del 1421 ci somministra la notizia che Agostino Bec- caria di Montecalvo, il quale aveva un fra- tello per nome Girolamo, fu padre di Antonio e che da questi venne pro:reato Ardenghino, signore di Montecalvo, che viveva nel 1421, ed appunto in atto del 16 di giugno del 141 9 rogato dal notaio pavese Martino de Saglimbene trovasi scritto: Domiims Arden- ghinns de 'Beccaria nee non nobiles de l 13ec- carta de Montecalvo. (') (1) A meglio chiarirc la succcssionc degii individui Beccaria del 1 nio di Montecalvo, in questa nota pubblico i due piccoli MONOGRAFl.V 10 1 XIX. Ardenghino Beccaria di Montecalvo beneficato nel 1412 dal Duca dl Milano — Girolamo ed Agostino f rate 1 1 i Seccaria di Montecalvo cadono nel 1408 In disgrazia dl Filippo Maria Visconti. L'anzidetto Ardenghino nel 141 2 ottenne dal Duca di Milano amplissima esenzione in remuneratione qcc. in data del 30 giugno. albcri gencalogici, come venaero pubblicati dal Robolini. Eccoli : N. N. Girolamo 1 Agosto Agostino 1 N. N. 1 1 Antonio ;osto Girolamo Annonc Ardenghino Federico N. N. 1 Federico Giacinto Francesco Annibale 102 I. - SORIA.SCO AH' opposto poco prima altri Beccaria dcllo stcsso ramo di Montccalvo erano ca- duti nclla disgrazia del principe, c dal Ro- bolini sappiamo come appunto un Agosto ed un Girolamo Beccaria di Montecalvo nel 1408 avevano incorsa la disgrazia del Duca Filippo Maria Visconli, e come megtio trovasi nelle note del Bossi ove leggesi che addi 6 di agosto del 1408 : « per lettera del C.onte Filippo Maria furono privati della loro provisione Galvagno Bec- caria della Pietra ed Antonio suo figliuolo, Manfredo Beccaria da S. Giulietta, c Fran- cesco e Bartolomeo suoi figli , Agosto c Girolamo Beccaria de Monte Calvo, Castel- lino c Lancellotto Beccaria da Robecco, Manfredo Beccaria dalla Pieve, Nicolino Bec- caria da Silvano, Galvagnino Beccaria da Gambolo, Bartolomeo e tutti i Beccaria di Arena ». MOXOGRAFIA 10^ XX. Nil 1414 Agostino. Girolamo e Annone fratelli Beccaria di Montecalvo si ribcllano al Duca Filippo Maria Visconti. Del pari risulta che ncl 14 14 Agostino e Girolamo Beccaria di Monte Calvo e con essi un loro fratello per nome Annone eransi rihellati al Duca Filippo Maria Vi- sconti; e infatti dopo la catastrofe di Ca- stellino Beccaria, finito dal Duca, e facile credere che Lancellotto e gli altri Beccaria, ritiratisi nelle loro terre e nei loro castelli nel tcrritorio pavese, nell'Oltrc Po, e special- mente sui fortificati colli dell'Agro voghe- rese, osassero provocare con aperte ostilita il conte Duca Filippo Maria, dal quale erano stati cosi malmenati, e contro il quale aspi- ravano di ottenerc la protezione e 1'appoggio specialmentedel Re Sigismondoche essi sape- 104 L _ SORIASCO vano di mal' animo verso di lui. In ogni modo sappiamo come eransi confederati con- tro Filippo Maria assieme a Lancillotto Beccaria, oltrc i figli di Castellino , tutti i Beccaria, della Pictra, di Gambolo, di Mon- tecalvo, della Pieve del Cairo, di Gropello, di Arena ct inter caeteros exercituum ductores hujusce Stirpis (TZeccariae) adcraut Galvancus paler cum Antonio figlio craut hi oppidi Petrae noncupati Domini, A7- colinus Castri Sylvani Dominus, ct e slirpe Gambolati complures, Hanno, August inns, ct Hicronymus fr aires a Montecaho, Maufrcdus c Domiuus Castri Tkbis ct Musetus el aliqui de Saucta Jidda, Albert us de Mariano ct Man- frcdinus de Gropello Adcraut quoquc . . . .... Domini Arenac, Vlorellus item Casorati Do- minus (*) (cosi nella nota n. i a pag. 90 del (1) Vari personaggi dell' illustrc c poteiite famiglia .Beccaria furono podesta deli'insigne borgo di Casorate nella campagna soprana paves:, come il Fiorello e come Amtonino die vi era MONOGRAFIA 10 J volume V parte I delle notizie del Robo- lini, secondo quanto trovasi scritto nel fo- glio 51 delle note del Boni). XXI. I f rate 1 1 i Annono. Girolanio. ed Agostlno Seccaria di Montecalvo compaiono abiatici di Girolamo Zeccaria pure di Montecalvo — Federico Bcccaria apparisce figlio di Ardenghino Beccaria di Montecalvo. II Robolini crede che questi fratelli An- none, Girolamo, ed Agostino Beccaria di Montecalvo fossero abiatici del Girolamo Beccaria di Montecalvo seniore, come tro- vasi neH'albero genealogico pubblicato nella nota a pag. 101 ove pure fu introdotto Fe- derico di Montecalvo, come figlio di Arden- podesta ael 1 \i6; ma uessuno doi Beccaria domin6 in Casorate, essendo egli circa dall* 8od fcudo c sigaoria doi Vescovi di P.ivi.i. 106 I. - SORIASCO ghino e come venne menzionato dal Marini nellc memoric sulla famiglia Beccaria, alia pag. 135, c the lo stesso Robolini supponc figlio del sopranominato Ardenghino. (') In qucsto ginepraio di nomi, di paternita c filiazioni diverse, e chiaro in ogni modo l'antico possesso nei Beccaria del feudo di Montecalvo quale signoria goduta da un ramo di questa famiglia. (1) Ncl libretto: "Beccariae genlis imagines, ex ejusdem Hisioriis Stephani Marini Philosopbi ecc Ticini, apud Haeredei Hierony. Bar- ioli. MDIIC a pag. 135 leggesi appunto; « nientionem quo- que facere potuissem Florii Beccariae, nee non Joannis et Leo- drisi ejusdem stirpis, qui variis temporibus tuni in Caesareis exercitibus, turn in aula Estensuim Ferranae .iliorunique Prin- cipum magna cum dignitatc versati sunt et Hannonis pariter ac Federici senioris e stipite Montiscalvi eiusdem domus, alio- lunque praecipuoium virorum memoriam posteris prodere » da questo ne viene di conseguenza che tanto l'Au- none quanto Federico dei Beccaria del ramo genealogico di Montecalvo figurarono onorevolmente tra i piu distinti membri di questa illustre famiglia, tanto nelle armi quanto nella scienza. MONOGRAF1A 10/ XXII. Federico Beccaria di Montecalvo compare nel XVI secolo — Giacinto. Francesco ed Annibaie suoi figli figurano nol se- colo XVII — II feudo di Montecalvo apparisce come pos- seduto da Annibaie Beccaria e poi dal Marchese Girolamo Dal Pozzo. Robolini, alia fine dalle sue note alle no- tizie relative alia famiglia Beccaria di Mon- tecalvo, aggiunge come egli abbia trovata, verso la meta del secolo XVI, Tindicazione che Federico Beccaria di Montecalvo fosse ammogliato con Hlasia od Adelasia Carretta, la quale lo fece padre di Giacinto, Fran- cesco ed Annibaie Beccaria di Montecalvo. Fra questi, secondo qiunto trovasi scritto dal Comi nel quaderno B. fog. 16, come viene citato dal Robolini, sappiamo che Giacinto viveva tuttavia nel 1622; secondo lc notizie manoscritte del Rho, che France- I08 I. - SORIASCO s;o Beccaria copri diversi impieghi civici in Pavia del 1610 al 1637, c finalmente come dalla "Descrizjcne delle citrate camerali a pag. 231 si trova che Montecalvo era feu do di Annibale Beccaria, mentre nelle anno- tazioni manoscritte, lette dal Robolini, si enuncierebbe passato il feudo di Montecalvo nel Marchese Djn Girolamo dal Pozzo. XXIII. Giovanni Battista e Giorgio Beccaria figurano nel 1537 come i principali possessori di terreni del territorio di Montecalvo. In mezzo a tutto poi deve t'enersi conto che nel 1537, come risulta chiaramente dal- l'Estimo generale del Siccomario e clell'Oltre Po colla descrizione del perticalo foimato da un tal Lonato c pill volte citato, in Mon- tecalvo figuravano quali principali posses- sori di terre i nobili signori Giovanni Bat- MONOGRAFIA IO9 tista Beccaria e Giorgio Beccaria, certamente appartenenti alia cospicua famiglia dei Bec- caria di Montecalvo, sebbene non indicati nclT albero genealogico pubblicato dal Ro- bolini nelle sue Notice. Dallo stesso Stefano Marini veniamo fatti certi che ncl i J98 Conte c signore di Mon- tecalvo era Alfonso Beccaria. Infatti il vo- lumetto citato, in quell'anno stesso, da lui scritto e fatto stampare dal Bartoli di Pavia, intitolato 'Bcccaviac gentis imagines e appunto al Beccaria dedicato col seguente indirizzo : Alphonso 'Bcccaviac Monti shell i Montiscalvique Comiti ac Litubis c Baroni, e questa dedica e la prova del dominio di Alfonso Beccaria, oltreche col tito'o comitale sopia il nostro Montecalvo, anche sugli altri luoghi impor- tanti di Montebello e di Retorbido chia- matovi Litubium, secondo lo stile romano, e indicatovi come una baronia, senza cbc io abbia trovato fin qui in nessun autore ripetuto questo titolo, e certamente essendo Tunico tra noi. 110 I. - SOR1ASCO Da quanto stampo il Marini alle pagine 44 c 4) delle sue Notice sui Heccaria, d vienc fatto di conoscere come i Beccaria del ramo di Montccalvo avevano nella chiesa parroechiale di questo loro antico possesso e in quelle di San Pietro in Broni le pro- prie sepolture. XXIV. Infeudazione di Montecalvo a favore del nobile Antonio Belcredi nel 1691 — II feudo di Montecalvo viene innalzato al grado di Marchesato nel 1 70 1 — Ancora nel 1711 figura Marchese di Montecalvo il nobile Antonio Belcredi. — Dopo il I 770 compare feudatario del Marchesato di Montecalvo Giuseppe Belcredi. In altre mani dovevano passare il feudo e la rocca di Montecalvo. Dall'elenco delle famiglie insigni per giu- risdizioni feudali nel Ducato di Milano, pub- blicato da Don Giuseppe Benalio, troviamo che iMontecalvo assieme a Golferenzo ed a MONOGRAHA I I I Volpara ultra Padum c dato in feudo al pa- vese Giureconsulto Antonio Belcredi con investitura del 5 dicembre 1 6 9 1 , e precisa- mente: ecBelcredius Antonius I.C.C. Papiae, ejusdemque Mediolani orator, feudatarius capsinae de Tintoribus nee non Montiscalvi, Golferentii et Vulpariae ultra Padum ex investitura diei 5 decembris 169 1 per suprascriptum I. C. Benalium : marchio 1 70 1, 21 junii ». Da altro . elenco pubblicato dallo stesso Benaglio nella sua Relatione istorica del Ma- gistrate delle Ducali entrate straordinarie nello Stato di Milano, pubblicata nel 171 1, risulta che Antonio Belcredi divenuto Mar- chese di Montecalvo nel 1701, era tuttavia al possesso del feudo nell'anno 1 7 1 1, mentre nelTelenco M.S. da me posseduto dei Vas- salli della provincia di Foghera scritto dopo il 1770 e notato quale teudatario di Mon- tecalvo, di Golferenzo e di Volpara il Mar- chese Giuseppe Belcredi. 112 I. - SORIASCO XXV. Montecalvo ancora nel 1789 fa parte del comune di Golferonzo — Diviene indipendente — Serie dei suoi feudatari — Signori — Conclusione. Nel 1789 Montecalvo faceva parte tut- tavia del comune di Golferenzo, non avendo acquistata la propria indipendenza, se non al principio di questo secolo, mentre pero compare quale terra separata nei piu antichi eienchi dei luoghi del Ducato di Milano. Cosi vedemmo che Montecalvo rimase in possesso per vari secoli della famiglia Bec- caria e poi sarebbe passato nei Pietragrassa - Bcrzio - Beccaria, nei Dal Pozzo, nei Bel- credi, nei Pisani e finalmente nei Brignole, e attraverso alle vicissitudini feudali abbia seguite le sorti di Golferenzo solo dalla fine del X \ T 1 1 secolo, per poi definitivamente co- MONOGRAFIA I 1 3 stituirsi noil autonomia, di cm gode oggi il beneficio. Cosi si vede conic anche questi pochi e modesti casolari abbiano ncl lento corso de' secoli attraversate quelle peripezie che non furono mai risparmiate tra noi, anche ai luoghi i piu tranquilli e romiti. Per certo il castello di Montecalvo non ando in cerca di avvenimenti e di rinomanza, ma le ire di parte nndarono a cercarlo per distrug- gerlo; ricdificato, ebbe vita lieta quale sog- giorno campagnolesco d'opulenti e sfarzose famiglie; quando poi mutati i padroni, rin- novate le costumanzc, fu lasciato in abban- dono, cd ora e un modesto luogo che chiama a se chi ama a respirare aria pura e sal Libre, ed insieme a pascere I'animo di non ingloriose ricordanze. 114 I- - SORIASCO XXVI. Comune di Rovescala — Sua ridente posizione — Vini — Cantine — Cate civili — Castello — Giardini — Contrada principale — Piazza — Chiesa parrocchiale — Viale — Ca- serma — Frazioni. Rovescala e per certo uno dei piu ridenti cd ameni villaggi dei colli vogheresi. I vini abbondanti e rinomati, prodotti dal suo territorio comunale, estesero l'agiatezza nelle famiglie del luogo, la rinomanza del nome suo, I'allegria ne' suoi abitanti. A tale riguardo diro solo che vi sono cantine assai vaste, e recipienti cosi spaziosi da contenere ciascuno oltre quattrocento brente di vino, tra questi andando famosi quelli posseduti dalle famiglie Delia Noce e Guffanti. Sorgono in Rovescala molte case civili, tra le quali primeggiano per una certa quale eleganza architettontca quelle dei Delia MONOGRAF1A I I Noce, (0 dei Valerio, dei GulTanti e dei Ramati. Nella parte piu aha di Rovescala, in sito ameno, sulla sommita del colle , sorge, e domina non solo il villaggio ma il tcrritorio sottostante, un grandioso ed appariscente castello o palazzo signorile appartenente alia famiglia degli Oppizzoni-Giorgi. A fare piii licto il luogo non manca un giardino, (i) Dei signori Delia Noce di Rovescala, nel correntc secolo figurarono onorevolmente, un sneerdote, Don Giacomo, che nel 1848 tento contrastare ad Agostino De Pretis il seggio nel primo parlamento piemontese, ebbe gra:ide influenza in qucsti luoghi e fu poi per molti anni benemerito sindaco del Co- mune, e conto vari fratelli stimati per modesta ma integer- rima esistenza. Uno di qu:sti andato sposo alia signora Cutte- rina Bianchi di San Colombano, ebb; un' unica ragazza per no:r.e Maria Maddalena, che maritatasi col generate nobile Gia- Cavagna di Gualdana della citta di Voghera, iro.i gio- vane lasciando memoria grata nella famiglia e cara ncgli amici. Oggi Camillo Delia Noce di qui, pcrcorsa brillantemente la carriera militare, raggiunto il grado di generalc nel R. Esercito, ccnanda una brigata di cavalleria. Uo:i.o ardito e generoso seppe onorare il proprio noir.e, la propria p.itria. I I 6 I. - SORIASCO che mostravasi foggiato all' inglese, e s'apre in luogo deliziato da stupendo panorama. Senonche ne il palazzo ne i giardini da anni non si mcttono piu in festa per rice- vere i propri signori. Sono lasciati in ab- bandono ed in dimenticanza. (') Vedo che dalla gioconda prosa delle can- tine, sono caduto nella poesia dei fiori, fattasi triste da che il loro verginalc sorriso non ha piu fascino sulla gentile signora del luogo, non sa piu dolcemente invitarla al balsamico profumo. E formato il borghetto di Rovescala da una lunga e tortuosa contrada che divide irregolarmente la maggior parte delle abita- zioni, aprendosi su di una piazza, la quale spaziasi davanti alia chiesa parrocchiale che e dedicata alia Nativita di M. V. e fu recen- temente costruita, ornata, afFrescata. (i" Non so con certezza sc ora 1 1 fkmiglia Oppizzoni villeggi quolche volt^i in questo palazzo, mi pare in ogni nio.lo che c - .,i noj] dimentica que : : luoghi. .Y.CNOGKAI 1A 1 1 La piazza, di qualche ampiezza, e un om- breggiato stradale, formano non indecoroso ornamento al paese. Su di un poggio, a poca distanza dal ccntro dci fabbricati che costituiscono la borgata di Rovescala, in amena posizione, s'alza una civile costruzione, appartenente ai Delia Noce, e degna sede dci R. R. Ca- rabinicri qui di stazione e godc di estesis- sima vista. Cosi questi provetti campioni dell'ordine, ncl riedcre stanchi alia momen- tanea pace della casa, nclT immensita sercna dello sguardo svagano 1' animo rattristato dalle turpitudini pur troppo usi a vedere. 11 poco vasto comune di Rovescala s'a- derge ad una lunga costiera, sul vertice della quale s'alza dominante il capoluogo, e sulle cui falde sorgono pochi casali e borghetti, che ne formano le frazioni,e diconsi di Scazzolino o Scazulino, Nicelli, la Pieve, Ca Nova, Fra- scate, la Croce, Luzzano, Molino, Pendezza. E bagnato in parte dal torrente Bardonezza, c Il8 I. - SORIASCO in parte dal Rio Marcionola, e produce prin- cipalmente, come abbiamo fatto notare, ec- cellenti vini, che assai riputati, vanno ad allietare specialmente gli onesti abitanti della capitale della nostra provincia, la dotta ed il lustre Pa via. XXVII. Notizie storiche — Predicazioni della religionc cristiana — Donazione di Rovescala al Vcscovo di Pavia nel 943 — Con- ferma della donazione nel 977 — Contea di Rovescala — Bernardo Conte di Rovescala nel 984. Nel campo della storia, sempre rigoglioso di conforti, se vogliamo prestar fede alCampi, sapremmo come circa 120 anni dopo Cristo S. Invenzio sia venuto in queste parti a predicare la religione cristiana ed abbia con- vertiti gli abitanti della Liguria inferiore, che confina col piacentino e meglio corre dal castello di Arena presso il Po infino al no- MONOGRAFIA 119 stro Rovescala; il quale conic tutti sanno e situato sui primi colli deirAppennino, sopr-a uno di quei monticiuoli che tbrmano la zona la quale si potrebbe chiamare pre-appen- nina, come si chiamano pre-alpi le mon- tagne della regione lacuale ncll'alta Lom- bardia. Rovescala fu donato da Ugone e Lotario nell'anno 943 a Liutfredo Vescovo di Pavia; e nel 977, con privilegio del 11 novembre, (0 confermato al Vescovado pavese da Ottone imperatore col titolo di contea, indicato come Rovoscala e insieme ai luoghi di Ce- cima, Fontana, Teorile, Sommo, Sairano, Montevalerio e quelli sul Lario di Cernobbio, e Menaggio e ha molte chiese, non pochi monasteri qui tra noi ed altrove.U titolo di (1) Quell' importante diploma a tal riguardo cosi si esprime: confirmamus el corroboramus lam ipsi quam sucesso- ribus suis per noslrl pra .... paginam dargimw omncs res prefati Ecchsic (di Pavia), mobiles ed itnmobiles nomine curies ccc. 120 I. - S0RIASC0 Contc di Rovescala passo ben presto in una famiglia longobarda, venuta da qui , che mando celebri i suoi discendenti, come Conti, originariamente di Rovescala, e poi come eittadini di Pavia, e di questa citta illustre, nel travolgersi delle vicende, fin'anco aspiranli alia signoria. Primo a comparire conte, di questa fami- glia, fu Bernardo, in carte del 984, 991, 998, come ammette anche il valentissimo istoriografo Carlo Dionisotti nel suo lavoro sulle Famiglie celebri mediocvali dell' Italia su- periors, stampato in Torino dalla Tip. Roux nel 1887. XXVIII. Rovescala nominato in un diploma del 943 — Compare in diplomi del XII socolc e in privilegi di Federico II Imperatore. Nel diploma del 943, come venne pub- blicato dal Muratori, Rovescala e nominato MONOGRAFIA I 2 I Robuschaletam, mentre il Robolini trovo che nella copia di qucllo, come fu conservata dal Ballada nella Storia della "Basilica di S. Gio- vanni Domnarum fol. 103 il nomc di Ro- vescala e scritto Robiascalam, Robuscaletum. In non pochi diplomi imperiali e in molte carte dei secoli XII, XIII, XIV, sono nominati tra noi i luoghi di Montecalvo, di Soriasco, di Golferenzo e di Rovescala oggi tutti compresi nel mandamento di Soriasco e ai confini col piacentino e fino da quei tempi sempre appartenenti al territorio pavese. E curioso che in quei diplomi e special- mente in uno dell' Imperatore Federico II, questi luoghi sono framezzati da un 'Bc- rarcellinum o 'Btratellinum o Verarccllinum dalla Vallc de Lecasto e da un luogo deno- minato Tiagarellum, che sono terre o castelli, dei quali Robolini dice siasi completamente perduta la memoria. Io trovai invece che un luogo denominato Bagarello, collocato nel comune di Montecalvo e del quale, a 122 I. - SORIASCO suo luogo tenni gia parola, certamente cor- fisponde all' antico 'Baganllum citato supe- riormente. XXIX. Battaglia del 1084 presso Rovescala — Distruzione del castello di Rovescala nel 1214 e net I 216. 11 Poggiali (') accenna ad una battaglia av- nuta ncl 1084 presso Negrino come vinta dai piacentini contro i pavesi, e Robolini indicherebbe il luogo di Negrino come posto nelle vicinanze di Rovescala e di Mondonico. L'esistenza di Negrino risulta pure dalle varie Cronache piacentine state recentemente pubblicate a Parma e delle quali s'e tenuto conto parlando di Soriasco e di Golferenzo e si terra conto qui e trattando degli altri (1) Mentor ic sloriche di Piacen^a. MONOGRAFIA 1 23 comuni di questo mandamento e della valle dell' A versa. Come abbiamo veduto anche Rovescala negli anni 1214 e 12 16 non fu risparmiato dai milanesi collegati coi piacentini, guelfi, venuti a danneggiare i ghibellini, e non molti anni dopo, fu guastato dai piacentini collegati coi cremonesi, che venuti qui nel 1290 dopo aver mandato in fiamme il castello di Linzasco presso il confine col piacentino fecero scorrerie ai castellidi Castana,di Pietra e di Rovescahi, e cio come viene narrato nella Cronaca di Parma, pubblicata dai Mura- tori nel IX volume de' suoi Rerum italicarum script-ores, come vedremo meglio in seguito. In modo piii disastroso, tra questi avve- nimenti , ebbc particolarmcnte Rovescala a soffrire nel 1 2 1 5, secondo la Cronaca pia- centina, la quale descrivendo la presa del castello di Negrino Xigrino, anticamente esistente in queste parti, da tin pezzo di- strutto e completamente scomparso, dice 124 '• ~ SOR1ASCO come i piacentini e i milanesi collegati strin- gessero in ogni maniera il castello di Ro- vescala Rovorscalam assai munito e fortifi- cato quod muro forti ct fossatis et podio aUissimo et turribus magnis erat muni- tum et circumdatum, quanto dire, che avendo forti mura, fossati, altissimo baluardo, grossc torri, ed essendo munito c circondato da cosi validi fortificazioni, il castello di Ro- vescala era assai formidabile, per cui riusci a loro assai difficoltosa la sua conquista e dovettero essi stargli attorno, e fortementc gucrreggiarlo jortitir die et node, cum manga- n is et predariis ct gatiis ct aliis Machinis, nonche vi mantennero l'assedio per alcuni giorni ct steterunt in obsidione ipsius castri usque ad diem jovis, quarto mensisjunii, linchelo espu- gnarono expugnaverunt et manganaverunt. Ponderate le lorze gli eroici difensori com- prendendo che era loro impossible condurre innanzi la disperata difesa, resero il castello al comune di Piacenza, nel giorno di gio- MHNOGRAFIA 12 vedi, e il giorno dopo, triste venerdi per gli uomini di Rovescala, i piacentini e i mi- Ianesi intieramente lo distrussero dalle fon- damenta, e lo agguagliarono al suolo .... mediolanenses et piacentini Mud radicibus distru- xerunt et explanaveruni ( lo spianarono ) et dirueruni et combuserunt. (0 Caleazzo Visconti ncl 1361 crdina la ricostruzione del castcllo di Rovescala — Rovescala infeudato nel I 487 ai Pecorara — Principali possessori di terreni in Rovescala nel 1537 — — Podesta di Rovescala nel XV secolo. Cosi in tanti avvenimenti guerreschi, che lungamente s'avvicendarono in questi luoghi e tra questi monti, il castello di Rovescala, come abbiamo veduto, assieme a molti altri, (if Cosi trovasi nelle Cronache piacenline, come dissi ulti- ruamente pubblicate, e piii volte citate a pag. 17. 126 I. - SORIASCO ando a rovina. Eravi necessita di risarcirlo, cd infatti sappiamo che Galeazzo Visconti, te- mendo vcnisse occupata Voghera unitamente, ai luoghi cd ai castelli del suo distretto e dei colli del suo agro, con lettera del 29 di maggio del 1 36 1 ordinava ai Podesta di Voghera, di Nazzano, di Montcdondone, di Casteggio, di Broni, di Casei, di Montebello, di Pietra de' Giorgi, della Glarola dei Curti, di For- tunago, di Montalto, di S. Giuletta, di Gia- rola, di Sale, nonche del nostro Rovescala, di provvedere all'occorrente per le rispettive fortificazioni, come scrive il Can. Manfredi nelle sue notizie sopra Voghera. Sopra tutti il nostro aveva sofferto danni gravissimi negli accennati assedii del XIII secolo, e credo piii che un ristauro il castello di Ro- vescala ebbe necessita di una vera ricostru- zione. Dall' Eknchus familiarum in Mediolani "Do- minio feudis,jurisdiclionibus, titulisque insignium colligentej. C. Don Josepho 'BcnaUo, elenco stam- MO\'OGR.\l r l.\ I27 patoin Milano da Marco Antonio Patidolfo Malatesta nel 171 | e che e il vero catalogo generate di tutti i feudi e di tutti i feuda- tari dello Stato di Milano, siamo messi nella cognizione che Rovescala hi infeudato nel 1 1.87 ai Pecorara dal Duca Giovanni Gateazzo Maria Stbr/a, e precisamente come trovasi nel citato volume a pag. 49. Pecoraria Hie- rominus Feudatariits Rovescalae ultra padum, ex investitura Johannis Galeatii Mariae Sfor- tiae Mediohni Ducis diet ij novembris 1487 ex rogito Christofori Sacci did 21 niciii 1S41. Marchio ex diplo mte Parmae 8 aprilis i6So. (l ) Nell'estimb generale del Siccomarib del- (1) La famiglia Pecorara Iigur6 lungamente in Verona, ove ebbe grande potenza, e alia fine del prossimo passato secolo era tuttavia in possosio del feudo di Rovescala, come risulta da un elenco manoscritto, che intolato Vassalli delta provincia di Vogbera e steso dopo che quena dal dominio austriaco era passata sotto quello benigno di Savoia, e quindi p:r cer:o nella seconda meta del secolo XVIII c aini, p:r altre ragioni, dopo i! 177 128 I. - SORIASCO l'Oltrcpo pavese del 1537, replicatamente ci- tato, figura che in Donclasco ed in Rovescala erano principali possessori di terre un nobile Giovanni Antonio de Sayra, i nobili fratclli Giacomo e Cristoforo de Ferraris, un Gi- rolamo degli antichissimi e potentissimi Conti di Rovescala, una nobile Donna Bianca da Pecorara, appartenentc per certo alia fa- miglia che signoreggiava il luogo di Rove- scala coll'autorita feudale, un Don Girolamo iMalvexino o iMalvicino, e finalmente il no- bile Francesco del Conte, de Comite. In questo torno di tempo il comune di Rovescala secondo quanto narra il diligente scrittore di cose pavesi, comm. aw. Gio- vanni Vidari ( J ) era governato da un proprio podesta come lo erano ncl XV secolo fra noi i luoghi di Torricella, Corvino, Arena, Riva (di Nazzano?) Ca de' Giorgi, Castcggio, (i) Frammenti storici ddl'Agra Ticinese. Pavia Tip. Fusi 1886, vol. I, pag. *8i. M0N0GRAF1A I 29 Montedondone, Casei, Broni, Cerreto, Re- torbido, Pizzofreddo, Fortunago, Mbntubec- caria, Genevredo. XXXI. Rovescala e nominato terra autonoma negli antichi elenchi — Nei 1789 figura gia capoluogo di un comune — Popclaziono del comune — Censo - Superficie — Popolazione particolare del capoluogo — Popolazione di Scazzulino e di Luzzano — Confini — Giurisdizioni ccclesiasticho — Manca il ncme di Rovescala in vecchie carte corografiche. Rovescala in tutti gli scompartimenti pri- ma, dello Stato di Milano e poi della pro- vincia di Voghera del 1 6 j 4, del 175 1, del 1 J jo, figura come terra autonoma e poi in quello del 1789 come capoluogo di un co- mune che comprendeva anche Scazzulino o Scazzolino, come ai momenti presenti, nei quali ha una popolazione di 2102 anime. (') in Secondo il cen>imentu del 31 dicembre 1881 l.i p< >p> > me di Rovescala risultb di anime ! 9 130 I. - SORIASCO £ strano poi che di tutti i luoghi di que- sto comunc in una carta del 1733 CO e tcnuto conto soltanto di Luzzano, non vcdcndo scritto nemmcno il nome di Rovescala in quclla antica carta, ne in altra del 173 1, chc e una Corografia degli Stati parmensi , ne nella Mappa del corso del Po incisa da Augustino Cerruti neiranno 173;. delle quali 1375 spettano al capoluogo, 340 alia frazione di Scazzolino e 76 a quella di Luzzano che e. costituita in par- rocchia, con una propria cliiesa parrocchialc ed un proprio cimitcro; rcstando divisi gli altri 233 abitanti tra i piii piccoli luoghi di Nicelli, La Piovc, Ca Nova, Frascatc, Pendezza, Mo- lino, La Croce, sparsi allc ialde del colle su cui sicde signo- reggiante Rovescala. Separa il comunc di Rovescala d.i quelli di S.m Damiano c di Donelasco il Rio Marcionola, c d.il piacentino in parte il torrente Bardonezza nel suo nascere, c in parte la via chc da Castel San Giovanni, passando per la Crcta c Vicobarone raggiunge la valle del Tidone nel territorio piacentino. Notero qui come tanto la parrocchia di Luzzano quanto quella di Rovescala dipendevano dal vescovo di Piaccnza ed ora, e cioe dal 1817 in poi, spettono alia diocesi di Tortona, e sono comprcse nel Vicariato foraneo di Montubeccaria. (1) Stalo di Milano c provincle confinanll, parte orienlale, incisa d 1 Gaetano Bianchi. MONOGRAHA I ? I XXXII. Famiglia antica originaria di Rovescala — 3ernardo di Rovescala vivente nel X secolo — Dona i suoi beni nel 980 — Due Conti di Rovescala figurano in un diploma del 1185 — An- selmo Conto di Rovescala nel 1192 — Enrico Conte di Rovtscala figura in carte del 1216 e 1219. Rovescala, come vedemmo, fu culla di una famiglia che sali in altissima riputazione e potenza, attraverso molti secoli e credo siasi estinta solo da pochi anni. Sembra che un Bernardo, nel X secolo, fosse Conte di Rovescala, possedesse non pochc terre, perdesse e poi rientrasse nel 976 in grazia dell' Imperatore Ottone I, ri- cuperasse cosi anche i beni che gli erano stati confiscati, quali il castello di Gropello, a meta del fondo di Vidigulfo, i poderi in Castel del Lambro, alia Barona e in Piovera, 132 I. - SORIA.SCO e che egli piu tardi donava alia chiesa della S. Trinita in Pavia, da lui edificata ove pare che, morto dopo il 990 circa, sia stato sepolto, e poi chiamato da alcuni antichi scrittori pavesi anche Beato. Nel 118; due Conti di Rovescala, Uberto ed Anselmo, figurano in un diploma di Federico I, come possessori della Corte di Casella, Curtem Casellarum, che il Robolini ritiene corrispondere al territorio della Badia con Caselle compreso nel distretto di Cor- teolona e che io credo corrisponda inveee al Borgo di Casei presso Voghera, e che e appunto chiamato sempre in carte della stessa epoca Car km Casellarum. Dallo stesso diploma sappiamo che i Conti Uberto c Anselmo di Rovescala cedono la Corte di Casei o Caselle a Bergundio abate del mo- nastero di S. Cristina di Pavia. Robolini nella nota I a pag. 190 del vo- lume IV par. II delle sue Notice pavesi dice: cc Nell' inventario dell'archivio diplo- MONOGRAF1A I J 3 matico trovo annotato: 1192, 20 aprile. Confesso fatto da Anselmo Conte 0 Essa e dedicata ai SS. Cosma e Damiano ed ha parroco insignito della dignita di arciprete. (1) Mi si vorra perdonare 1' esiguita delle aotizie qui r.ic- colte sul comune di Volpara, ma pur troppo debbo confessare clic le mie note furono assai avare con questo Iuogo. MONOGRAF1A 141 La festa Jei due Santi titolari si celebra nella terza Domenica di settembre, e ad essa solevano gia intervenire oltre mille persone dai paesi circonvicini. Dipendeva anticamente questa parrocchia dal Vescovo di Piacenza; dal 1817 c compresa nella diocesi di Tor- tona e oggi fa parte del Vicariate foraneo di Soriasco. Da una noterella scritta sopra un foglio di carta antica aggiunta al Codice Membra- naceo dei privilegi del vescovo di Pavia sul dominio di Casorate della campagna soprana pavese, che si conserva nell'archivio Vescb- vile, leggesi come da un privilegio auten- tico dell'Imperatore Enrico, che doveva esistere negli stessi archivi dato nel 1014, nell'anno appunto in cui egli riconduceva a Roma il papa Benedetto e si faceva la da lui incoronare, risultava la dona- zione alia chiesa pavese del luogo di Vol- para insieme al castello di Cereto e la conferma di quello del castello di Cecima 142 I. - SORIASCO con otto miglia di territorio circostante come dalle donazioni di Ugo e di Lottario. Cio riporto sulla fede di quell' ignoto illustratore dell' importante codice, e per non togliere al modesto Volpara l'onore di cosi antica ricordanza. II luogo di Volpara apparteneva al Marche- sato di Golferenzo e cosi venne concesso in feudo, assieme a Montecalvo, nel 1689, ad An- tonio Belcredi di Pavia, come nel 1789 era tuttavia compreso nel comune di Golferenzo; e cosi questo luogo signoreggio la terra di Volpara, tanto feudalmente come ammi- nistrativamente, fino agli ultimi anni del secolo XVIII o ai primi del corrente secolo, nei quali Volpara acquisto la propria indi- pendenza e divenne capoluogo di un co- mune autonomo, come ecclesiasticamente era a capo di una parrocchia. MONOGRAFIA 143 XXXVII. Vallc delTAversa — Ubicazione della valle — Sua condizione geologica — Le gessaie di Montescano — Zona pliocenica — Roccie — Marr.e gialle — Zolfo e stalactiti — Arenarle mioceniche — Conglomerati — Argilla azzurra — Calcari marnosi — Altre notizis naturali. Siccome la massima parte di questa ricca valle sta nci confini del territorio ammini- strativo e giudiziario di Soriasco, cosi ho creduto mio dovere dedicargli un hrevissimo cenno tutto particolare. La valle dell' Aversa propriamente detta, incomicia presso ai colli di Moncasacco, Po- meto e di Canevino, e finisce nelle vicinanze della citta di Stradella, ove s'allarga a con- fondersi nella pianura padana, mandando le acque del torrente Versa o Aversa, che le da il nome, tortuosamente tutta la percorre 144 '• _ soiuasco e bagna, a mettersi ncl fiume Po poco lungi dal borgo di Port' Albera. Ha una percorrcnza di circa una ventina di chilo- metri o poco piii, ed e quasi intieramente coltivata a campi c a vigne, con pochi boschi nella parte sua piu elevata. Volcndo dire sommariamente anche della natura geologica della valle dell'Aversa e dei colli che la coronano, mettendo nessuna fede nelle scarse mie cognizioni di storia naturale, traggo ciecamente le relative indi- cazioni dal vol. II delle Notice intorno alle condi\ioiii economichc e civili della provincia di Pavia, pubblicate per cura della pavese Ca- mera di Commercio; e precisamente dal capitolo III comprendente le: Osserva r joni geo- gnostiche sulk colline dell'Oltrcpb pavese, chiuse tra la pag. 54 e la pag. 81. Tenendo conto di quanto l'autore di quelle osservazioni scrisse nell'occasione di alcune sue escursioni da Canneto a Zavattarello e da Castel San Giovanni a Rocca de' (jiorgi MONOGRAF1A I 4 j> cosi attraversando in due direzioni appunto il territorio del quale discorro e non solo di esse ma .niche delle notizie date, credo dal prof. Giuseppe Bassamo-Crivelli nelle Notice naturali e chimico-agronomiche sulla provincia di Pavia pubblicate nel 1864 sappiamo co- me specialmente le gessaie piu celebri di queste colline siano quelle collocate presso Montescano in un lato della valle dell'Aversa. Lascio, pel resto, la parola al dotto autore delle citate osservazioni : « II gesso nella cava di Montescano e in banchi regolarissirni di varia grana ; la sua cristallizzazione non altera la conservazione delle filliti, di cui la superficie rimane al piii alquanto scabra pei sottostanti prismetti di Solfato. Si alterna con arenarie e con marne ed in questo si osservano dei tronchi compressi e silicizzati. Si notano anche delle masse alabastrine, ma queste sono ad arnioni e mi sembrerebbe che si fossero formate po- stcriormente per deposito di acque circolanti I46 I. - SORIASCO avvenuto in cavita della zona gessifera; presso a poco conic gli arnioni di vero alabastro ncllc rocce calcari. Alia zona ges- sifera stanno sopra delle marne con calcari concrezionati , come quelli di S. Giulietta, di Pietra dc Giorgi e di Cicognola. L' in- clinazione del gesso c a sud-est-est, quindi diversa da quella dei eonglomerati della Rocca di Stradella. Qualche ciottolo sciolto, che accenna ad isolati banchi di conglomerate eroso o di ghiaia non cementata , si trova anche sui colli di Canneto e mi si disse che vi si rinvennero anche delle ost'riche petri- fieate; ma e indubitato che la zona pliocenica, quale si pfesenta al Mombrizzone e nelle adia- cenze di Casteggio, sin qui non si prolunga. 11 gesso affiora anche sul versante opposto della valle dell' A versa, in un ricco deposito con grandiosi e nitidi cristalli, intrecciati nella marna cinerea od azzurrognola presso Ca Guaroni, sotto Montu-Beccaria. Congiun- gendo la quale localita con Montescano, MONOGRAFIA 1 47 avremmo una direzione a nord-est, che sembra prevalere in questo tratto di colline. Salendo poi a Figale, si incontrano delle marne gialle, finissime, con piccole Congeria e con assai male conservati ; i generi pero accennano a forme molto comuni a questo livello di transizione dal miocene al pliocene. c Per osservare i rapporti di questa zona gessifera colle rocce sottoposte conviene muo- vere a sud, seguendo se vuolsi la strada della Castana sino al Carmine ed a Zavat- terello. Appena passato il Colombarone ci osservano nelle marne giallastre, fogliettate delle filliti e gli strati che le corrispondono volgono a nord-est. Alia Rocchetta di Monte Arzolo, localita nota al Breislack, troviamo un' arenaria identica a quella delle cave di S. Giulietta, col solfo c colle stesse stalactiti del pari inclinate rispetto all' orizzonte di calcedonia lattea o giallognola. In alto, sotto al teniccio vegetale, stanno 1c marne a concrezioni calcari, con sottili interstrati di I.j8 I. - SORIASCO calcare giallognolo, marnoso. Sotto ed un poco piu a sud abbiamo delle cave di gesso. Le marne a concrezioni calcari cessano di botto e compare un calcare marnoso, granuloso, piuttosto sciolto ma regolarmente stratificato come si puo scorgere presso a Ca Barbieri. In mancanza di piu sicuri ar- gomenti di analogia, si potrebbe soitanto in in base alia natura litologica riferire qucsta roccia alia zona a Lucina, ma non vi trovai alcun fossile ; pero procedendo verso Ca Francia tra gli stessi calcari raccolsi un masso a foraminiferi ed a radioli di eidariti, che esaminato al microscopio presento molta analogia colla roccia di Pietra de' Giorgi ; ma vi abbondano le alveoline piuttosto che le nummuliti. Al Casone la roccia calcareo- marnosa ha gia assunto I' aspetto di quella a levante di Montalto e si alterna con are- narie assai poco tenaci che non contengono granelli di rocce ofiolitiche. Percio io sarei quasi per escludere, insieme al Pareto, 1 esi- MONOGRAFIA I49 stenza del miocene di questo sprone che chiameremo di Stradella ed ammetterei la stessa soprapposizione discordante delta zona gessifera ed annesse rocce al calcare marnoso eocenico 3 appunto conic a Pietra de' Giorgi. E cio tanto piii vcrosimilmentc in quanto che procedendo verso Canevino compaiono quelle medesime chiazze di galestro, che poi forma un vasto affioramento sotto S. Silvestro e Caseo. Anzi ho quivi trovato le stesse septarie che a Canavera e dei grossi massi di calcare pulverulento , quali gia mi si presentarono nei galestri annessi ai serpentini a Zebedassi di Volpedo e presso Pregola, nel Bobbiese; senza che potessi in un luogo c neir altro darmi ragione di questo parti- colare stato del carbonato di cake, che da un saggio chimico risulto essere purissimo. A Canevino poi trovasi la continuazione delle arenarie mioceniche, delle brecciole e dei conglomerati della Rocca de" Giorgi, associate a molasse ed a qualche banco di 1J0 I. - SORIASCO marne scialbe. I conglomerati presentano elcmenti assai grossolani presso al Pometo ed a Ca Giorgino ed in generale i banchi di queste rocce mioceniche inclinano a nord o sud-ovest con fortissimo angolo e talvolta sono verticali. La posizione quindi di questo lembo non differirebbe gran fatto da quella delle rocce contemporanee di Zavatterello. Pero non vi e continuita tra i due lembi; poiche a sud del Pometo rip.rendono le argille scagliose, continuano colle arenarie del Flysch sino oltre Ruino e le rocce mio- ceniche si trovano soltanto al Molino Nuovo, sotto Lugagliolo, a poca distanza da Zavat- terello. Sempre le colline mioceniche spiccano per piu abbondante vegetazione con maggiore varieta di dettagli e per piu distinti alinea- menti colla direzione della formazione ; cor- rispondendo i rialzi alle rocce piu compatte, in generale brecciole e conglomerati. Di guisa che si continua il carattere orografico dell'alta valle di Nizza, e si ripete 1' altro fatto della MONOGRAFIA I J I soprapposizione discordante del miocene sul calcare marnoso, sull' arenaria del Flysch e sulle argille scagliose; che sono le tre forme di rocce stratificate prevalenti nell' eocene appenninico. Quasi identici sono i risultati dell' altra gita fatta da Castel S. Giovanni alia Rocca de' Giorgi. Attraversai sino alle fornaci di Canaghello, presso alio sbocco della Bardo- ne/za, gli ondulati rilievi di sabbie gialle, che fanno continuazione ai lembi alluvionali di Stradella e di Zenevredo. In tin potente banco di argilla azzurra che affiora alle dette fornaci non osservai alcun avanzo marino; gli strati ne sono orizzontali, eppero li ri- tengo pliostocenici. Piii oltre, sino al cadente cimitero di S. Damiano, non potei scorgere piu nulla in causa della coltivazione ; ma in quel punto vidi un affioramento abbastanza esteso di argilla azzurra, alternata a molassa lignitica, con fuscelli carbonizzati e fram- rnenti di lignite. \'i raccolsi molte di quelle 1^2 I. SORIASCO piccole anomie che sono assai comuni nelle argille soprastanti al conglomerate) di Mom- brizzone e dei piccoli dentali ; non oserei pero affermare che sieno quelle argille plio- ceniche piuttosto che tortoniane; ignorando se e come si continui verso mattina la zona gessifera di Montu Beccaria. Continuando per Torre dei Quattrini, Malcantone e Ce- risola, scorsi bensi quelle stesse marne fo- gliettate a concrezioni calcari, che sottostanno ai conglomerati pliocenici e che ricoprono il gesso ; eppero secondo ogni probability e quivi pliocenica, come alio sprone di Stra- della, tutta la falda sin verso la Madonna d' A versa. A Molino Susello si trovano i calcari marnosi a fucoidi a strati fitti, rego- lari, contorti, volgenti a nord-est-est , ne vi ha intermezzo di rocce aggregate, mio- ceniche, le quali facciano continuazione al lemho di Cane-vino. Se noi poi saliamo a Moncalvo per I' accorciatoia che passa per Ca di Simone, troviamo un limitato affio- MONOGRAFIA 1>) ramento di galestro sfuma'ntesi nell'accennato calcare marnoso a fucoidi ; questo poi si accompagna sempre con chiazze di terreno variamente colorato in rossigno cd in azzur- ros^nolo sino al Palazzo Vistarini. Di la abbiam visto conic esso si continui sino al paese di Montalto. Anche appena a nord della Rocca de' Giorgi le Argille scagliose formano un altro piccolo ma ben distinto affioramento. 11 contrasto delle sterilita del terreno galestrino colla feracita della zona miocenica e molto sagliente. Per quanto abbia ricercato, non rinvenni quivi alcun giacimento fossilifero a giustificare 1' asser- zione del Bossi, il quale dice di aver quivi osservato e raccolte delle conchiglie che alia descrizione sembrerebhero dovessero spettare al terziario recente' 1 '. Evidentemente l'autore parla di dintorni di Moncalvo ed e a ritenersi che conoscesse qualche localita che io non (i) Luigi Bossi; Osservaiioni orittologiche, tec. 1789. Ij4 i- - SORIASCO ho ancora rinvenuta o delle quali non ricevetti notizie. Sarebbe molto importante verificare ad ogni modo 1' asserzione del Bossi , che faccio presentc ai niolti signori pavesi i quali frequentano quelle colline. XXXVIII. La valle abitata prima della pianura — Lc primitive sue popo- lazioni — Gli antichi commerci. 11 vero centro commerciale o meglio di attrazione della valle dell' Aversa e la citta di Stradella, che in gran parte a lei deve la sua floridezza, come forse le deve l'ori- gine. Ai piedi dei colli, come presso le sponde dei laghi, noi vediamo che generalmente ^orsero e si formarono i villaggi e le citta la ove lo sbocco di una vallata s' apriva come porta del commercio, e l'Appennino, come le Alpi, non mancano di innumerevoli prove ed esempi a rafforzare e constatare MONOGRAF1A 1 55 per vero questo concetto, che del resto ha la sua ragione nella stessa natura, nello stesso sviluppo della civilta. Specialmente qui troviamo due circostanze che si uniscono a proyare questa asserzione, codesta aflfermazione di un fatto. Una grande strada da Genova e da Torino congiun- gendosi nelle parti di Tortona proseguiva fino dai tempi romani, sola poi, verso Pia- cenza, Parma, Modena e Bologna e via via; le colonie romane di Tortona, di Voghera, di Casteggio e gli antichi luoghi di Ponte Curone, Montebello, Broni, Stradella, Castel San Giovanni, per stare nei nostri confini storici, tutti collocati ai piedi delle colline vitifere, sulla grande arterie del commercio e della vita militare dei romani, la via Emilia, Postumia, Claudia, la romera d'oggi, sorsero a capo di una valle o in quei pressi come Retorbido, Godiasco , e la stessa citta di Bobbio. E infatti Tortona si formo ove finiva la Ij6 I. - SORIASCO valle della Scrivia; Pontecurone a capo della valle del Curone; Voghera a quello della valle della StafTora; Casteggio e Montehello sul finire delle valli dei torrenti Schizzola e Coppa. Cosi avvennc per Broni e per Stra- della, sorte ai piedi delle colline che se- gnavano il termine rispettivamente delle valli dello Scuropasso e dell'Aversa, come per Castel San Giovanni, che vediamo sorto nella breve pianura spaziatasi tra la valle della Bardonezza e il fiume Po. Cosi pure approssimativamente per Retorbido presso la confluenza del torrente Rile nel fiume Staf- fora; per Godiasco nelle strette vicinanze dell' ingresso del torrente Ardiversa nel fiume sopra nominato, e per la citta di Bobbio che deve forse la sua origine al Monastero di San Colombano, il suo sviluppo per certo alia sua posizione sulla Trebbia nella localita ove s'allarga una vallata che raccoglie 1'acqua dei torrenti e dei rii Carlone, delle Chiappe, degli Serocchi, Gambado, Rifoglino, Assalto, MONOGRAFlA IjJ Dorbida, della Lariza, della Castagna, dei Pianelli, Dego, Gavi e Bobbio. Dunquc per me, tutte queste illustri citta, questi cospicui borghi, devono la loro origine alle valli che portando alia pianura i propri prodotti, creavano sulla grande strada romana, altret- tanti mercati o depositi, in ogni modo i luoghi in cui quei valligiani trattavano cogli abitanti della pianura, quando essa andava di mano in mano bonificandosi c popo- landosi. Per cio anche essa io credo che le valli della Scrivia, del Curone, della StatTora, della Schizzola, della Coppa, dello Scuropasso, deirAversa, della Bardonezza, dell'Ardiversa, fossero gia dai piu lontani tempi abitate da industri popolazioni, e prima che lo fosse la sottostante pianura, la quale si sa, non si rese abitabile, nella sua generale esten- sione, che assai piu tardi, rare essendo , qua e la, a grandi distanze, le abitazioni do- vute ai popoli preistorici, le quali, come i Ij8 I. - SORIASCO lacustri villaggi, potevano, colle palafitte, reg- gersi nei luoghi pantanosi, che per tema delle belve, e delle sorprcse di nemiche tribu, venivano da cssi scelti come sede de' loro villaggi, percio appunto chiamati lacustri dai dotti illustratori di quella nebbiosa ed antica vita flno a pochi anni or sono, e cioe prima delle ultime scoperte palentoogiche, completamente sconosciuta. Nessun resto di congiunzione essendovi, per lunga interruzione di notizie, tra quelle lontanissime popolazioni e quelle venute in seguito tra noi , quali le aborigini , le etrusche, le liguri, le insubre, le galliche, e romane, puo sempre regger?i la mia pre- sunzione, che effettivamente nell' origine della flise storica dei nostri paesi, si popo- lassero le valli prima della pianura. MONOGRAFIA IJ9 XXXIX. Descrizione generalo della valle — Borgate principal! — I suoi villaggi — Castelli — Torri — Chicse — Campanili — Torrenti — Danni. Per chi viene da Stradella e s'addentra nella valle, essa si presenta dolcemente incli- nata, tutta coltivata ed ubertosa. A sinistra mostrasi in vaga posizione il grosso villaggio di Montubeccaria raggrup- pato sul colic, e poi Donelasco col suo alto campanile. A destra il luogo di Castana pure sul colic ed ugualmente fatto rimar- chevole dall'elevatezza del campanile della sua chiesa parrocchiale. Camminando semprc, sopra di una ridente eminenza, scorgesi Ronco con imponente palazzo, che stupendameiite alzasi sulla mag- gior sommita del luogo, dominando non solo l60 I. - SOR1ASCO le case del villaggio fiancheggianti lo stra- done provincialc, ma bensi tutta la vallata e mi fu detto appartenga alia convalligiana famiglia Missaga. Appena oltrepassato Ronco, a sinistra, e al di la del torrente Aversa, sopra un'altra eminenza di queste colline e in mezzo a folte piante, sorge Casale e li presso il vasto palazzo del conte Salimbeni. Camminando innanzi sempre scorgonsi qua e la non pochi gruppi di case che fian- cheggiano e allietano la valle. Non abbandona mai il passo del viandante, giu nel fondo della valle, il torrente Aversa che le da il nome e mostrasi quasi sempre asciutto. Ovunque l'occhio guardi, non puo scorgere che rigogliosi vigneti, campi ben coltivati a grano, case pulite. Piu avanti, sul fondo del quadro si ve- dono Soriasco, la piccola capitale della valle, sul poggio, col suo altissimo campanile, la sua vetustissima torre, e un po piu in MONOGRAFlA 1 61 la il rimarchevole villaggio di Golferenzo, colla bella e nuova casa di villeggiatura dci Belcredi. Queste furono le mie impressioni quando la percorsi molti anni or sono, quasi trcnta; ed ora a quelle aggiungendo alcune notizie piu precise, proseguo senz'altro col ricordare come non solo alcuni borghi, ma non pochi villaggi e molti casali popolano le falde della valle dell'Aversa, vivificano il suo letto. AH'origine, nella sua origine montana, tra i principal] luoghi, vediamo quelli di Mon- casacco, Moglie, Montescano, Castana, Do- nelasco, Pometo, Pianaversa, Canevino e poi le Case dei Persuoli, Volpara, Golfe- renzo, Montecalvo, Soriasco, la Madonna del- l'Aversa, Villanuova, Donelasco, Begoglio, Montarco di S. Nazzaro, Bofralora, la Costa, le Case dei Colombi, le Case dei Bernar- dini, Montubeccaria, il Pozzolo, Montescano, il Poggio, Montevenerosb, Biria, Torre de Sacchetti e molte altre piccole terre, che I 62 I. - SORIASCO ovunquc sorsero a dar vita, o nel fondo della valle o sulla sommita de' suoi monti fino al morire suo nel gran seno della pianura del Po. Qua c la, o sul pendio delle falde, o sulla sommita de' colli, fra i campi e i prati, tra i vigneti, in mezzo a boschetti, i sacri cam- panili, le bianchiccie chiese, qualche oscuro castello, alcune alte torri, danno all'insieme del pittoresco panorama varieta ed or lie- tezza, or mestizia, sempre iiiteresse, sempre ammirazione. L'occhio distratto, e forse anche rattri- stato, dall' aspetto guerresco dei castelli di Montarco, di Montecalvo, di Soriasco e delle torri, che vennero innalzate ai loro fianchi per raffbrzarli, riposa tranquillo nella lontana veduta dei placidi campanili di Donelasco, di Castana, di Soriasco, di Golferenzo, di Vol- para, di Canevino, che s'appaiano con quelle modeste chiese, e s'allieta della vista dei ri- dentissimi vigneti, dei promettenti campi. MONOGRAF1A I 6} Dall'aspra ricordanza di guerre e di distru- zioni, al dolce pensiero della pace, della re- ligione; I'animo di chi percorre questa valle, trova sempre piu ragione a riaffermare il sentimento , che nella pace sta la sicurezza dei popoli, la speranza di un avvenire per loro sempre migliore, il desiderio di una vita tranquilla nel cuore, operosa col braccio, feconda nella mente, generosa nell'animo. Qui, come ovunque, ove I'uomo visse e si agito , il contrasto tra la burbanza dei castelli, dei torrioni, dei fortilizii, nel Medio- evo sorti a propugnacolo piu di difesa che d'offesa, e la modestia delle chiese, la mistica dolcezza del lontano suono delle campane, la carita dei cimiteri, appare vera espressione di quel contrasto che s'au.ita sempre nell'a- nimo degli uomini, divisi iii buoni ed in cattivi. quelli e questi pur troppo sempre in lotta tra di loro, con preponderanza da qua'e parte e pur troppo facile intendere! 11 torrente A versa, che tutta percorre la 164 I. - SORIASCO valle, accoglie nel suo corso, mnumere- voli torrentelli, tra i principali notandosi a destra, i rii di Volpara, di Brignato, Pra del Gatto, Rugolato, a sinistra i rii Versiggia, del Pozzolo , di Valgombera, i quali, solo dopo i temporali o le lunghe pioggie, scien- dono rumorosamente a dare pantanosa acqua al loro fratello maggiore, l'Aversa. Cosi arrecano al territorio confinante pill danni che vantaggi. ma le ristrettezze finan- ziarie dei proprietari dei fronteggianti vicini terreni non pcrmettono che essi intervengano con opere che valgano a frenarli. Essi, per tale ragione, corrono oggi come correvano nelT antichita. MONOGRAFIA 1 6) XL. Notizio storiche — La vallc vien ceduta dal Diacomo Gerardo ncl 1029 ad Ugo Marchese della famiglia d'Este — Rimanc nel possesso degli estensi — Ha un proprio giudice nel 1112 — Vienc dcvastata dai milanesi e dai piacentini nel 1216 — Ospedale antico nel la valle dell" Avers*. Desiderando non defraudare il lettore di questa monografia del diritto di conoscerc le notizie che ncl campo storico inte- ressano direttamente I' intiera vallc della Versa , comincero col rifcrirc un fatto che risulta da un documento c accenna a questa vallc c a non pochi altri luoghi qui e altrove esistenti fino da grande anti- chita. Nell'anno 1029, il 22 gennaio, con atto solenne scritto dai notai Obcrto romano, I 66 I. - SOKIASCO Gerardo, ed Arduino c rogato da Giovanni notaio e giudice del sacro palazzo, alia pre- senza di Andrea figlio del fu Ariberto, c di Vualperto entrambi viventi sotto la legge romana, un tale Gerardo Diacono figlio del fu Genesio Gerardus Diaconus til. quondam Genesie qui professus sum ex native mm legem vivere Longobardorum cede ad Ugo Marchese figlio del defunto marchese Oberto a it Ugo Marchio films bonae me- moriae Oberti qui fuit item Marchio, per lire due mila, centoventimila pertiche di terra con annessi molti castelli, villaggi, chiese ed altre ragioni diverse, e posti nei territori pavesi, parmigiani, cremonesi e piacentini ed in altri contadi, notando in modo par- ticolare tra noi le terre, i luoghi e i castelli di Sale, Oramala, San Martino in Strada, Montalino, Stradella, Port'Albera colla ca- pella di S. Maria, Genevredo e vari altri, nonche tutta la nostra valle dell'Aversa, e precisamente in loco, ubi Sola Ro- MONOGRAFIA 1 67 deradiW dicitur cum castro et casts Margheritis et omnibus rebus ad ipsa castro pertinentibus, et in banc rum sua pertinentia Rocca de Oramala, Manso de Sar^ano (Sarizzano ?), Sancto Mar- tiuo in Strata, cum eorum pertinentiis Castro de Monti Aloin qui vocal ur Montaino, cum inuris et lucre circunJatum quanque ct fo- rts co. km castro in codem loco et in Stradella cum omnibus corum pertinentiis, corte una in loco et fun Jo Porto Albert cum capelle inibi edificata in honore Sanclae Mariae cum casis Mar- garttis universique rebus ad ipsa corte et capella pertinentibus quibus sopra positis in loco Saxo 'Barego Acquaria t Montegisoni, Monte de Pigo^o, Valdeversa, Genevredo, Vicoaloni cum corum pertinentibus tutti luoghi, oltrc la valle dell'Aversa, appartenenti pure alia provincia di Voghera. Ugo poi ncl 1038 dono al vescovado di (1) Antica denominazione del cospicuo borgo di Sale sui confini dell'Agro vogherese con quello tortoue-;e. I 68 I. - SORIASCO Piacenza due terzi della decima di Port'Al- bera, e l'altro terzo alia chiesa di Santa Ma- ria di questo villaggio, che egli aveva avuto dal Diacono Gerardo, ma tonne per se tutta la valle dell'Aversa e gli altri castelli acqui- stati nel 1029. Cosi questa valle ando c rimase sotto il dominio di un rarro della famiglia Estense, essendo il Marchese Ugo fratello di Azzo I d'Este. In un giudizio solennc tenuto nelPanno 1 1 12 in Pavia, nelPatrio di San Siro, alia pre- senza dei consoli pavesi, compare un Teo- baldo della valle dell'Aversa, Teubaldus de valle de Versa judices Sacri Palatii, assieme, ad un Guido de Viqueria, e ad un Armanno di Montalto, o forse di Montecalvo, che erano assessori del Conte del Sacro Palazzo resi- dentc in Pavia, e quali giudici stabiliti nei vari e rispettivi luoghi concorrevano nell'am- ministrazione della giustizia della corte di maggior importanza e rappresentavano il MONOGRAFIA 1 69 nostra tcrritorio in simile augusto con- sesso. Cosi vediamo che la valle dell'Aversa aveva un proprio giudice ed un proprio rappresentante lino da quella lontana eta. La valle dell'Aversa poind 1216 ebbe a softrire in modo speciale una generale deva- stazione per parte dei milanesi e piacentini, quando vennero alia rovina dei castelli di Soriasco, di Golferenzo, di Montecalvo che sorgevano sui monti circostanti, e appunto nella Cronica piacentina, che da le notizie degli awenimenti occorsi dal mille e dodici al mille dueccnto trentacinque, troviamo scritto a tale riguardo sotto l'anno 1216 . . . .... atquc destruxerunt villas innumerahiles ct demos per vallem Crispassi (dello Scurropasso) el valle Verse, igne cremaverunt segetes, arbores inciderunt el destruxerunt. lid in altra parte dclla pag. 53 della stessa edizionc di Parma troviamo : Die sabbati (1216) sequent 1 Mediolanenses et Piacentini nii.i- tes et peJitcs, balestarii et sagitarii armali ct 170 I. - SOR1ASCO aschhrati, per vallem Verse venerunt, villas et domos, segeles el vineas et arbor es inci 'denies el comburentes . . . . ( ! ) Bell'esempio di concordia tra i popoli di una stessa regione quali erano i piacentini e i milanesi venuti contro i pavesi, i vo- gheresi, e questi valliggiani ! Intanto sappiamo che fino dal principio del XIII secolo esisteva nella valle dell' A- versa un ospizio, che pare sia stato rispet- tato da quelle genti. (i) Altrove la stessa cronaca dice el caslrum Ju^o- lini quod full dereliclum, el villa que erat in Valle Verse ante illud caslrum ftii combusla el ana, il che constata come quei for- sennati non lasciarono in pace anche i piii piccoli casolari esistenti allora nella valle dell' Aversa. Piii avanti, sempre la stessa cronaca, a pag. 54, rlferisce : « die vero Lune proximo veniente, per vallem Verse villa? et domos segetes et arbore; per ipsam vallem igne cremaverunt et destruxerunt et a die propre hospitale de Versa sua posuere temptoria ;....» Tutto questo e poi ampiamente confermato da altra cronica intitolata Cronicon placenlinum el cronicon de Rebus in Italia ge- slis, pubblicata da Hiullard-Brcholles a Parigi coi tipi di Enrico Plon nel 1856. MONOGRAFIA I/I XLI. Nel 1219 la valle dell'Aversa 6 concessa dall'lmperatore Fe- derico II in possesso alia citta di Pavia — Confermata ai pavesi dallo stesso impcratore con privilegi del 1220 e 1232 — Nuovo eccidio nella valle avvenuto nel 1290. Per non replicare le medesime notizie, come pur troppo avvenne per alcune di esse, che non potevano compendiarsi in un solo luogo ; qui accentro alcune preziosc indi- cazioni, che ci vengono date riguardo ai piu importanti villaggi della valle dell' Aversa, da quella ticinense pubblicazione che si potrebbe di buon grado tenersi in conto di un Co J ice dei privilegi pavesi ed e intitolata : Civitatis papiae reintegrandae ad earn sui prin- cipal us regionem ab Olim Sacr. Caesar. Ma- testate augustissimi imperatoris Leopoldi Primi Cessam Re< r . Celsitudini D. Ducis Sabaudiae 172 I. - SOIUASCO juris advocatio cum annexo summario facti, et privilegiorum ad Sacrum Rom. Imperium (Ticini Regii 17 21). Essa riporta alcuni atti imperiali , che furono tratti dal registro dei privilegi e degli statuti della citta di Pavia, che custodito in quel municipale archivio, era coperto da assicelle, segnato D, comprendeva 37 fogli e conteneva tra gli altri i seguenti privilegi, e cioe: uno del 4 settembre deli' anno 1219 dato dair Imperatore Federico II a favore della citta di Pavia, col quale venivangli sottomessi molti luoghi dell'Agro vogherese. In quel piezioso documento oltre la stessa Voghera Viqucna e i luoghi di Cagnano, Medassino, Albofassio, Altomassio che ne dipendevano, sono indicati anche i castelii e le corti di Casti Casellum, Retorbido, Re- turbium, Nazzano, Na^anum, Sale, Rocca Susella, Rocca tie Asisella, Fortunago, For- tignagum, StefTanago, Stevanagum, e Monte- segale e Parpanese colla sua pieve, nonche MONOGRAFIA 1 73 Vigalone, Nebbiolo, Nybiolum, Montedon- done, Santa Giulietta, Pietra, Cicognola , Mornico, Montalto ecc. e finalmente tra i confini della nostra valle notansi in quel privilegio i Inoghi di Golferenzo, Golferentia, Soriasco, Suriascum, Bagarello, Ttagarellus, Rovescala, Nigrinum, (distrutto) e Verracel- linum (scomparso da lontani tempi). Negli altri privilegi dello stesso Federico II, del 1220 e del 1232, troviamo nominati tutti quelli e questi nostri luoghi come confermati alia potente signoria della citta di Pavia. E da notarsi come da tutti questi privilegi vengono confermate le donazioni fatte in fa- vore di Pavia dall'Imperatore Ottone I, com- prendendovi i nostri fiumi Curone e StafTora c<»i moltissimi diritti e larghissima autorita. Fondandosi sopra questi privilegi, la citta di Pavia tento sempre rivendicare la sua autorita sopra tutta la valle dell'Aversa c sopra tutti i luoghi dell'Agro vogherese, c IJ4 i. - SORIASCO della Lomcllina, e a tale scopo riuni i docu- menti che furono stampati nel citato Som- mario. Nuovi danni guerreschi sulla fine XIII secolo dovevano rattristare questi poveri abitanti, c intanto l'eccidio di Rovescala c di altri luoghi della valle della Versa e dell'Agro vogherese, avvenuto nel 1290, cosi e descritto nella Cronaca parmense edita dal Muratori CO Item eo anno (1290) de niense mar til niililcs Placentiae equitaverunt super ter- ritorium Papiae ad Linqzscum el ipsum locum expugnaverunt, el per vim ceperunt ct totum castrum combusscrunt Item segucnli die equitaverunt ad castrum Castagnae (Castana) el ad castrum Petrae districlus Papiae (c pre- cisamente nei pressi della valle dell'Aversa) (1) Chronicon parmense ab anno MXXXVIII usque ad annum MCCC1X auciore anonymo synchrono nunc pritnum in lucemprodil e manuscripto codice 'Biblioihecae Eslensis. Tom. IX dell'opcra ; Rerum iialicarum scriplores ecc. di Ludovico Antonio Muratori. MONOGRAF1A IJ $ et multos homines ceperunt et multas villas com- busserunt et multas bestias habuerunt. Item et alia die seguenti equitaverunt ad castrum Rivi- scaliae (Rovescala) quod castrum venit ad mandata eorum prius guasto recepto E inverunt super c Bardek^iam (Torrente Bar- donezza) in conjinibus Plaeentiae el Papiae. Et ibi steterunt per XV dies ita quod non trau- sierunt super territorium Papiae, quia Cremo- nenses noluerunt transire super territorio Papiae cum suo exereitu, sed equitaverunt una die ad castrum Castegii, et burgum dicti castri per ■vim ceperunt et combusserunt et multos homines oc- ciderunt, et ceperunt. Item et quadam alia die equitaverunt ad 'Burgum Uroni et dictum locum expugnaverunt et per vim ceperunt et combus- serunt. Cio trovasi alia colonna 818 del vol. II della citata opera Muratoriana. 176 I. - SORIASCO XLI. Antichi feudatari della valle dell' Aversa — Varie sue dcnii- nazioni — La valle dagli Austriaci passo definitivamente sotto i Principi di Savoia — Carattere degli abitanti — Loro traffic!. Da allora in poi la valle, facendo parte integrale del Principato di Pavia e cosi del Ducato di Milano, serbo fede ai Visconti prima e agli Sforza poi, e divisa c suddivisa in vari feudi, fu promiscuamente e p;i r— zialmente soggetta ai Gambarana, ai Belcredi, ai Giorgi-Opizzoni, ai Beccaria, ai Pecorara, ai Bolognini, agli Arrigoni, ad un Manfredi, ai Belgioioso d'Este, ai Belloni, ai Giorgi- Vistarini, ad un Dal Pozzo, ai Mandelli e ad altre milanesi e pavesi famiglie, che in questa valle e sui monti che la confinano, qua possedevano una torre, la un castello, MONOGRARA \JJ nel fondo un fortilizio, sulla sommita una rocca, e tutto questo dal XIV a XVIII secolo. Si mantenne la valle dell' Aversa lunga- mente tranquilla, passando alternativamente, dalla dominazione franca tra il 1499 e il ijv|, a quella infelice assai degli spagnuoli, dall'anno 1535 a] 1706, a quella meno dura ed esosa degli austriaci, fra il 1706 ed il 1743, anno nel quale entro a far parte dei Regi Stati di Sardegna sotto il lodato ed amato dominio dei principi di Savoia, per cadere brevemente sotto la fantasiica ed irrequieta dominazione napoleonica, circa nei primi anni del secolo attuale, e ri- tornare all' ombra del placido e bene- detto regno dei Sardi Sovrani, e formar parte, dal 1859, l'anno d'oro della nostra redenzione, della grande famiglia italiana, andando, insieme a tutto I'Agro vogherese, a ricostituire I' antica e felice provincia di Pavia. Sotto i giudici e poi sotto i pretori di 12 I78 I. - SORIASCO Soriasco trovo essa giustizia scmprc impar- ziale, c sotto le provvide leggi emanate dai Rcdi Sardegna ebbe sempre, una saggia am- ministrazione ( J ), un mite governo. Gli abitanti suoi laboriosi, tranquilli, tem- perati, continuando a coltivare le viti come i piu lontani loro antenati, seppero mante- nersi se non ricchi, sempre lontani dai vizii e dalla miseria,e continuano, comegli antichi abitatori della valle dell'Aversa, a scendere a Stradella, sempre ospitale, a vendervi paci- ficamente i loro prodotti, trovandovi nelle (1) Nel 1789 la valle dell'Aversa, secondo il citato riparto Se- natoriale delle tcrre della provincia di Voghera, era cosi divisa : Douelasco con Bcgoglio — La Madonna della Versa o dell'A- versa — Soriasco. Golferenzo con Casa de' Gua^toni — Volpara — Montecalvo — Ca de' Crivellini. Monlii-Beccaria con Ca de' Bernardini — Sottomonta — Pog- giolo — Casabianca — Fontanone. Torre di Sacchetti. Oggi buona parte di questi luoghi e divisa tra i mandamenti di Soriasco e di Montubeccaria. MONOGRAFIA IJ9 ferrovie, che vi affluiscano, piu rapidi mezzi a mandarli lontani, con maggior profitto proprio e vantaggio dei compratori. XLII. Conclusione — Una preghiera rivolta al benigno lettoro — Speranze ed auguri. Terminando le lunghe parole, da me scritte non ad illustrare, ma semplicemente a trarre daH'oblio qucsto cantuccio dell'Agro vogherese, imploro dal lettore tutta la sua indulgenza in loro favore. Pensi Egli beni- gnamente che esse sono il frutto delle mie prime ricerche storiche ed artistiche fatte intornoacodestied agli altri luoghi e alle altre terre che formano l'Agro vogherese ; che non ho potuto modificarle esenzialmente , in quanto che non mi fu dato agio di riscon- trarvi e correggervi, col percorrerli oggi, gli l80 I. - SORIASCO crrori commessi e lc ommissioni da me fatte or contasi un quarto di secolo o giu di li ; o per lo meno pensi che ebbi solo 1' opportunity di porvi scarso rimedio. H piu faro notare , a parziale mia discolpa, come molte cose ponno aver mutato carat- tere dopo tant'anni, come non pochc circo- stanze possono essersi radicalmente modi- ficate, come alcunc possono esservi nate e cresciute, a mia insaputa, come altre ab- biano potato cessare d'esistere. In ogni modo credo sostanzialmente che queste descrizioni rispondano in gran parte alle domande che mi fossero per essere flute da chi desidera conoscere la valle delta Versa, i suoi villaggi, le sue vicissitudini ; e se non con nudrita cronologia, con qual- che ricchezza di dati per certo, queste no- tizie varanno almeno, lo spero, a diradare un pochino le tenebri che s'addensarono fin qui sopra qucsto territorio. Ripeto codesta memoria non e una storia MONOGRAFIA l8l di Soriasco, ma semplicemente uno schizzo monografico che lo riguarda. Ad altri, piu di me paziente, meglio di me addentrato nolle vicende antiche di quc- sti luoghi, raccomando di stenderne coscien- siosamente la storia, Ne varebbe la spesa ed oso sperarlo, c con qucsto augurio non saluto il mio lettore, ma di cuore gli do Parrivederci prossimamente, fra mezzo ad altre pagine, consacrale alle care ricordanze vogheresi. I 82 I. - SORIASCO Tabella statistica delta popolazione del Mandamento di Soriasco in varie epoche. COMUNI 1838 1848 1858 1861 1871 1881 Car.cvino 357 297 35' 353 3 53 329 Donelasco 380 384 439 460 495 53i Golfcrcnzo 5i7 514 490 540 529 >2 9 Montecalvo Vcrsig. 980 955 IIOO 1 107 1218 I3I8 Rovcscala 1858 183 1 2102 2171 2405 2013 Soriasco 1632 1730 1815 1848 2225 2469 Volpara 487 434 496 485 495 492 To TALK 621 1 6145 6793 6964 7720 768l MONOGRAF1A [8 3 Notizie statistiche sul raccolto dell'uva nel 1889 pel Mandamento di Soriasco Dal Bolldlino dclli % Prefellura di Pavia, ur.no XXFI, . : Syo, n. 7. COMUNI Quantita del raccolto me- dio Stabilito pel quinquen- nio 1879-83, ettoiitri RACCOLTI OTTENUTO UUEST'ANNO nei quali o nel quinquennio 1879-83 in quest'anno si e fatta la coltura Quantita Qualita In centesimi in rap- porto al raccolto me- dio 1879-83 consi- derate come 100. Effettivadel raccolto di quest' anno, etto- iitri. 5 ■5 K5 O Denomina'.ione 1 Canevino 720 30 216 — 2l6 2 Donelasco 2062 30 619 619 — 3 Golferenzo isoo 25 375 375 — 4 Montecalvo Versig. 2000 70 1400 1400 — 5 Rovescala 15000 33 3000 5000 — 6 Soriasco 5100 2^ 1275 1275 — 7 Volpara 642 45 289 289 Totali 27074 — 9174 8958 216 184 I. - SORIASCO Notizie statistic^ sui raccolto del frumento nel 1889 pel Mandamento di Soriasco (Dal 'Bolletlino della %_. Trcfcllura di Pavia, anno 1890, n. 4). COMUNI Quantita Uel raccolto me- dio stabilito pel quinquen- nio 1879-83, ettolitri. RACCOLTO OTTENDTO UUEST* ANNO nci quali nel quinqucnio 1879-83, in quest'aimo si e fatta la coltura Quantita Qualita In centesinii in rap- porto al raccolto me- dio 1879-83 consi- derate" come 100. Eri'cttiva del raccolto di quest'aimo, etto- litri. 5 pq u ■3 a 5; j- ex Denominazione I Canevino 3 52 80 282 — 282 2 Donelasco 720 66 475 — 475 3 Golferenzo 637 66 420 420 — 4 Montecalvo Yersig. 800 80 640 — 640 5 Rovescala 450 66 297 — 297 6 Soriasco 3975 66 2623 2623 — 7 Volpara 384 75 288 288 — To r.\Li 73 1 8 499 5025 33 31 1 (194 MONOGRAF1A 18s Notizie statistiche sulia campagna serica, 1889 nel Mandamento di Soriasco (Dal Bolltitino ddla R. Trefeliura di Pavia dell'otiobrt 1SS9) u J. "5 tn C O M U N I .5 - u -i -T a. 3 O "5c >- u v ^ « O S £-§ O c ~ rl n si 2 ~ n iti totalc iti dal sen izionc di r; gialio b .2 S3 n "a n i! -° C = _ "^ ^ "5c 2 bo con molte allog- giamenti dentro, suoi ponti levatoi ed una gran fossa, alia qual si puo dar 1' acqua sempre che si vuole, con Scarpa di muro, con detto giardino di died pertiche. Voghera e terra grossa posta sopra la strada (i) Ora di questc due toni rimans solo quella prospiciente il viale di circonvallazione e serve a mantenere 1' impronta Medio-evale al castello, avendo esso, da questo tato, risparmiata la mortiticazionc di un ristauro che, come avveune dal lato op- posto, lo ridusse alle piu modeste apparenze di un pacirico palazzo, colla scomparsa anche dell' alta torre. DI VOGHL-RA 20/ Romea che va da Milano a Pavia, Tortona, e Genova, delle terre diverse del Principato di Pavia oltra Po, circondata da muraglia aha, forte per batteria di mano, con cinque porte coi ponti levatoj , che si aprono e serrano con chiavi ogni mattina e sera, con la fossa hora quasi piena ridotta a prato goduto dalla comunita. Fara questa terra mille fuochi compreso le ville a basso no- minal, e molto mercantile d'ogni sorta di mercanzia e vi si fa il mercato ogni Ve- nerdi, e due here 1' anno, una a S. Luca che dura 14 giorni, I'altra a S. Bovo 2; Maggio di sette giorni essente con gran concorso si alii mercati come alle fiere. Ha dentro di se nove botteghe di spezieria. diciasette osterie, cinque monastcri dei frati quattro di Monachc, cinque scuole di Disci- plinati, con una Chiesa collegiata ove risie- dono un Arciprete, no\'e Canonici, et sette Capellani, trc Ospedali, uno per gli esposti, gli altri per i Pelegrini, et un Collegio 20cS III. - VENDITA ED INFEUDAZIONE dove si creano li notari di detta terra, e sua giuridittione, dove sono due Consoli che hanno cura di detto Collegio, qual ha onesta entrata, che la dispensano in opere pie. Tutti gl'Abitanti, eccetto la quarta parte che sono poveri, possedono beni proprj stabili, con entrata altri de mille scudi e piu l'anno, altri di novecento, altri d'ottocento, altri settecento, altri seicento, altri cinquecento, et altri manco, sottoposti tutti al feudo fuor che Teodoro Ferrari, Sforza, Gio. Paolo, et Ercole de Cavagni, et Pietro Belocchio, che pretendono esser cittadini Pavesi. 0) (i) E lo erano infatti, esscndo le nobili cd illustri famiglie Ferrari, Cavagna e B^llocchio ascritte'da antichi tempi al patri- ziato pavese, e appunto neU'elcnco dellc famiglie diPavia, come risulta dalla relatione de! 1399 e come viene pubblicato dal Robolini, troviamo inscritte le famiglie Bellocchio e Ferrari; e ntl Caialogo dellc famiglie nobili di Pavia, pubblicato nel Teatro dclla nohilla d' Europa ovvero Noli-ia delle famiglie nobili che in Europa vivono di presente, e che in lei vissero prima, stam- pato in Napoli per Gio. Francesco Paci nel 1725, vediamo figurare la famiglia Cavagni, che ottenne la cittadinanza di Dl YOGHERA 209 Le ville sottoposte a detta terra di Vo- ghera et a] detto feudo sono, il Pizale che L\ fuochi ottanta, Medasino fuochi vinti- cinque, la Torre Menapace vinti, Oriolo vinticinque, Campo Ferraro (0 died, il Laza- retto sei, Toroase Nubino ( 2 )quattro, la Valle quattro, ed altre Cassine particolarmente quelle dei Conti del Verme, c dei Bottigelli. Confina il territorio con Ponte Curone, Campone, Silvano, San Gaudenzio, Co- rana , Cervesina , Pancarana , Genestrello , Montebello, Mondondone, Retorbido, e Riva di Xazano tutte terre del Pavese oltre Po, eccetto Ponte Corone che e del Tortonese. 11 perticato di questo territorio ascende alia Pavia, r.ell'anno 1522 e piu tardi veniva inscritta nel libro d'oro dclle famiglic nobili della citta di Milano, nclla persona di Don Livio Cavagna, come era stato, assai prima, notato in qucllo dei r.obili del Ducato di Milano, formato il J Agosto 1475, Don Giovanni Michcle de Cavagni insiemc ad Agostino de' Ferrari. Cl) Campoferro. 1 z) Altoiuaso di Nubino? 14 210 III. - VENDIT* ED 1NFEUDAZIONE somma di pertiche settanta sei mille trecento, de quali ve ne sono d'Hcclcsiastici pertiche diecie sette mille, emfiteotici di Chiesa et luoghi pii ottomille, degt' Ospitali et Collegi tre mille trecento, riportate al civile quattro mille. Li restanti pertiche quaranta quattro mille sono accatastrate al rurale e produ- centi di gran quantita di vini, di formento, fieni e gualdi, (?) con molti boschi da legni. Vi corre il fiume StafTora della cui acqua v'adacquano i prati e macinano molti molini terranei. Ha detta terra di Voghera sopra la piazza uri palazzo dove habita il Podesta, e vi rende ragione con le sue prigioni nel qual si fanno anche i Consegh di quella Communita, di cui dicono esser detto palazzo, (0 et che (i) II posicsso antico del comune di Voghera sopra il pro- prio palazzo municipale mi pnre sufficientemente provato con quanto raccolsi nclla nota n. i, a pag. 151 del I volume di qucste Memorie sparse di sloria patrla sull'Agro vogherese. Dl VOGlli:UA 21 I sopra esso paga livello al Monaster Senator di Pavia. 11 Podesta che vi deputa il feudatario e Dottore, ed oh re hi detta habitazione ha di sa'ario lire cinquanta quattro e soldi quat- tordici ogni mese da quella Communita. \*i deputa anco un Fiscale di cappa corta, che ha solo le sportole et 1' essentione dei carichi pe;sonah senz'altro salario.Un notaro del criminate , qual non paga cosa alcuna al padrone. 11 notaro civile che gli paga lire due cento vint' otto I'anno, un Referendario Giudice nelle cause Daziarie e delle bollette, senza salario ed essente come il Fiscale da carichi personali.Un Castellano che ha cura del Ca- stello essente come sopra, il quale si bene era solito haver cura anco del giardino, adesso detto Giardino e affittato a Camillo Parno per ducatoni vinti due. L'hanno, data al Ca- stellano la recompensa come al basso. Un Capitano delle Caccie, qual ha cura, con 212 III. - VEND1TA ED 1NFEUDAZIONE un Camparo ch'cgli deputa, che con gl'ar- chibuggi non si amazzino lc selvaticine ed i Cani non dannisischino la campagna , che anch'egli non ha salario, ma esente in- sieme con detto Camparo come sopra. L'entrate di questo fcudo consistono nel- l'imbotato del vino di tutta la giuridittione a ragione di soldi due la brenta; li dazii della scannatura della came, del pristino Mastra forestiera della Marina, bolletta della macina dell' hostarie, bollatura del vino, il datio minuto, della pesa del Gualdo, e della banca civile affittati tutti lire sette mille a Ba- tista Cerrano hoste del Moro in Voghera ( x ) da pagarsi in tre termini ogni quattro mesi, come appare istromento rogato per Giulio Alessandro Gusto' 2 ) notaro di quella terra a (i) L'Albcrgo del Moro fu sempre il principale della citta; sotto il nome d'Albergo d' Italia, oggi coutinua 1' antica tradi- zione d'oncsta, pulita e premurosa ospitalira. (2} II nome di questo notaio e de' Grossis o Grossi, che inco- mincio :i rogare nel 1593. 1)1 VOGHERA 21 ? \) Dicembre 1(102 per anni tre cominciati a caknde Genaro 1603, qual fittabile ha trovato che ha pagato non solo il primo termine di quest* anno maturato al line di Aprile prossimo passato, ma anco il ter- mine che maturera al fine d' Agosto pros- simo et il detto fitto del giardino de ducatoni vinti due l'anno, Gl'appendizj che pagano gl' uomini del Pizzalc cio e quelli che tengono tre paja de boui, un carro di stobbia ed un sacco d'avena l'anno, et gl'altri per il pascolo delle bestie un pajo di pollastri per uno l'anno sono stati assegnati dal Feudatario a quello che ha cura del Castello in luogo del giardino affittato come sopra. Si e trovato che detto Feudatario col mezzo de suoi procuratori ha fatto acquisto da Bernardo Lanzano pel prezzo di due mille sette cento lire di pertiche 18 prato contiguo al detto giardino altri volte ap- preso a nome della Camera come feudale, 2 14 m - - VENDITA ED 1NFEUDA.Z10NE e poi relassato da questo Magistrato come allodiale, come per istromento rogato da Ce- sare Balduino notaro di detta terra a 12 No- vembre prossimo passato , ed affittato a Carlo D'Adda lire tredeci la pertica, che li paga in fine di ciascun anno, di che ne ha rogato istromento Antonio Francesco Cle- rici. Ha comprato ancora la meta dell'Osteria del Pizzale da Giovanni et figliuoli de Bram- billa per lire seicento, con patto in perpettuo di redimere, istromento rogato per detto Balduino li 5 Luglio dell'anno passato. Alii quali fittahili tutti si e fatto il solito sequestra, accio non paghino i fitti se non in mano di chi sara deputato da questo Magi trato. Et per eseguir in tutto quanto mi veniva intorno a cio commesso. Ho deputato per modo di provisione per Podesta il Dottor Annibale Brugnolo, per Referendario il Dottor Gio. Battista Gual- dano,(0 Marc' Antonio Genti'e Capitano delle (1) La famiglia Gualdana o tra le piu illustri di Voghcra. m VOGHERA 2 1 I caccie, per Giudice delle strade Dattolo de lXittoli ^ n c per Barigello Leonardo Basso confirmando il Dottor Giulio Cesare Vista- rini Fiscale, Antonio Francesco Clerici notaro criminale et Gioseffo Gianetino alia guardia del Castello. Xe altro havendo chc riferire sopra cio alle S. S. V. V. prego il Signore che le con- servi longamente felici. In Milano li VII di Luglio 1604 sotto- scntto Piclro A^anelli. A tergo, Alio Mu- st riss into Magistrate Straordinario del Stato di Milano et siuillato ccc. (i) Dattero de Dattili, discendente da altra riputatissima fa- miglia vogherese. 2l6 III. - VEND1TA 1-D INFEUDAZIONE Marchesato di Voghera nel Stato di Milano da vendere. « Volendo l'lllustrissimi Signori Giacomo Mainoldi Presidente dell'Eccellentiss. Senato di Milano, Don Francesco d'Avila , et Al- fonso Casato Questore del Magistrado Ex- traordinario, et Ambasciatore per S. M. presso li Signori Svizzeri in essecutione delL'autorita datale dall' Illustriss. et hccel- lentiss. Sig. Don Pietro Enriquez d'Azevedo Conte di Fuentes, Marchese di Voghera del Consiglio dil Stato di S. M. et suo Capitano generale, et Governatore nel Stato di Milano, vendere il detto Feudo di Vo- ghera con le sue pertinenze, et titolo di Marchese, com' il detto Eccellentiss, Signor Conte ha disposto nel suo testamento rogato da Gio. Battista Bianconi Xodaro di Milano il giorno 9 di Luglio prossimo passato. Et DI VOGHERA 21/ havendo detti Signori deputato Aministra- tore il Sig. Diego de Eredia con facolta di esporre le cedole per venderlo. « S'avisa ciascuno ancorche non suddito del Stato di Milano, qual aspiri alia compra d'esso Eeudo, che nel termine de mesi sei prosim'avenire per se, o legitimo procura- tor, compara in Milano, a far la sua obla- tione in mano del detto Bianconi , et poi compara il giorno de Martedi, che sara alii 31, dil mese di Maggio dell' anno 161 1, prossim'avenire alle hore 20, nella casa d'ha- bitazione del detto Illustriss. Sig. Presidente posta in Milano, perche ivi detto feudo si vendera al publico incanto, a chi si trovera haver fatto, over in quel atto fara miglior oblatione all'arbitrio d'essi Signori, et se cosi a loro parera, et caso che non si de- liberasse, et vendesse il detto giorno si deli- berara , et vendera il giorno seguente , et cosi successivaniente, et come meglio pia- cera a detti Signori. 2l8 III. - VENDITA ED INFEUDAZIONE c< Avertendo che detta terra di Voghera e delle buonc del Stato di Milano, et e de mille fuochi in circa, et ha sotto di se molte Ville, populata assai, et mercantile, et il suo territorio e de pertiche ottanta mille in circa, e cinta di muro, et fossa ha cinque porte, et doi Borghi assai grandi, Castello bellis- simo, et molto capace con torrioni, et torre et due porte con ponti levadori, cinto di muro, et fossa d'ogni intorno, con giardino, et prato annesso, con casa bonissima, et bella, il qual Castello con suo giardino et prato, e proprio del Feudatario, et si com- prendera nella vendita del feudo. Vi si fanno due here Tanno, una di Maggio, et l'altra d'Ottobre, et un grosso mercato il Venerdi, ha Collegio de Nodari, un Palazzo commodo per l'habitatione del Podesta, et suoi fanti, ha quattro Hospedali per poveri, et Pele- grini, et uno per li esposti di buon reddito, ha cinque Conventi de Frati, et due Abbatie, quatro Monastcri de Monache, cinque Ora- DI VOGHERA 2 19 torij do Disciplini, la Chiesa maggiore Col- legiata sotto il titolo di Santo Lorenzo, officiata dall'Arciprete, e da buon numero de Canonici, e Capellani, et vi e buon nu- mero di Clero, ha nel suo territorio quattro Ville grosse coi loro Curati, cioe Medasino, Campoferro, Menapace, et Oriolo, et due altre Ville senza Curato, vi e la terra di Pizzale, Commun separato da Voghera, ma e sottoposta al Podesta di Voghera in civile, et criminale, e di piii vi sono diversi Cas- sinaggi. « Passa ivi il flume StafTora che rende grandissima commodita, et abbondanza alii habitatori, et alle terre che s'adaquano. « II reddito che si cava di esso feudo di presente sono lire sette mflla novecento sessanta sei , che sono affittati li dacij or- dinarij spettanti al Marchese, et Feudatario, quali c >nsistono nelle infrascritte cose, cioc dacio del Prestino , della Macina dell' Im- botato, della Beccaria, delle llostarie, et bol- 2 20 III. - VENDlTA ED INFEUDAZIONE lino, dacio minuto di cio che si vende, et compra, della pesa dil gualdo, della bancha civile, ct criminate, il dacio che pagano li forastierij che macinano alii molini, ct il giardino del Castello. « II straordinario, cioe li frutti della giu- risditione quali si cavano da condanne, et confiscazioni sara di qualche somma nota- bile, come si e visto dalla cavata delli anni passati. « In virtu del privilegio concesso da S. M. sotto il j Decembre 1608, approbato dal Senato Eccellentiss. di Milano, con il parer del Fisco, detto Feudo, et suo Feudatario ha diverse prerogative, et gratie che si leg- gono nel detto previlegio, copia dil quale si dara dal detto infrascritto Nodaro a cia- scuno ch'aspirara a detta compra, et prin- cipalmente ha T infrascritte prerogative; Che fu concesso da S. M. con titolo di Mar- chesato al detto Eccellentiss. Sig. Conte di Fuentes per se suoi heredi, e successori qualsi- Dl VOGUERA 221 voglia fossero universal^ overo singolari, ma- schij overo femine, con questa legge, ch' il detto titolo di Marchesato, non da piu nel medemo tempo, ma da un solo si possedi, con facolta che puoSsi vendere il detto feudo a ciascuno si suddito, come straniero sen- z'obligo di resedere nel detto Stato di Mi- lano, et che di questa grazia et concessione il compratore, over successore del detto feudo in infinito puossi goderne. k Et ch' il padrone d' esso feudo habbi auttorita di deputar il Podesta, et altri of- ficiali con mero, et misto imperio gladij potestate, et omnimoda iurisdictione cum omni jure, imperio, libertate, et potestate in tutto come spettava alia Reg. Camera. « Promettendo S. M. sub fide Regia d'ha- vere , et che li suoi successor! haveranno sempre, et in ogni tempo rata e fermata la concessione d'eSso feudo, nc saranno cosa in contrario alle predette, promettendo di piu di mantener e defender la detta terra 22 2 III. - VHNDITA ED 1NFEUDAZ10NE con lc sue raggioni, et pcrtinenze, ct ampla giurisdittione, honori, et altre cose concesse, certa e sicura d'ogni lite, petizione, e per- turbazione, tanto di raggione, quanto di fatto d'ogni persona, et di subire la diffesa in qualsivoglia modo accadesse, ancorche non le fosse mandata alcuna denoncia dal detto Sig, Conte, o suoi successori, ne anco a detti suoi Fiscali, ma che detti Fiscal j, movendosi alcuna lite, over contradittione piglino a nome di S. M. la diffesa d'essa terra, sue raggioni, et come sopra , e pro- seguiscano, fin' che liberamente e pacirka- mente il detto Sig. Conte, e suoi successori saranno in pieno, et libero possesso, et do- minio come sopra, il che se non faranno, o non puotranno difTendere cosi che seguissc evittione al detto Sig. Conte suoi succes- sori, et come sopra S. AT., et suoi suces- sori siano obligati alia detta evittione, et a pagare tutto quello che al tempo d'essa evittione valera la detta terra, con tutti li DI VOGHERA 22} miglioramenti, per i quali vole S. M. ch'il detto Sig. Conte, e suoi successori, habbino I'essecutione parata contro di lei, suoi suc- cessori, e suoi beni Regali. <( lit anco con 1' infrascritte altre gratie e conditioni. « Prima che li padroni d'esso feudo pos- sino disponere dei redditi d'esso nel modo che S. M. poteva avanti la detta concessione. « Item ch'i redditi d'esso feudo non puos- sino d'alcuno creditore sequestrarsi, ne esser impedita la lor scossa, ma che i detti red- diti pervenghiro alk mani del possessore. « Et che i detti redditi non puossino esser confiscati per qualsivoglia delitto ancorche accctm.ito salvo quod in crimine laesae Maie- statis vassali confiscentur tantum. « Item ch'il possessore d'esso feudo, et suoi redditi sempre sia libero, et essente d'ogni carico, et sorte di servitio, che si suole im- porre, e nell'avenire per S. M. overo Com- munita accadesse imporsi, se bene fosse 224 III. - V1ZND1TA ED INFEUDAZIONE per causa di guerja , o sustcntationc di Stato. « Et principalmente ch'il detto Feudatario si mantenghi, e conservi essente come libero feudatario dal carico dell'annata. « Item che niuno si suddito, come non suddito d'esso feudo puossi andar a caccia nel territorio di Voghera senza licenza del Feudatario. « Et ch' il Capitano delle Caccie del Stato di Milano in niun modo si puossi intro- mettere in detto territorio. (c Item ch'il detto Eccellentiss. Sig. Conte di Fuentes per una volta potessc vendere il detto Feudo a ciascuna persona di qual si voglia stato, et qualita, ancorche sia ille- gitimo, et spurio in qual si voglia modo. ((Item ch'il detto feudo in niun modo sia soggetto alle leggi hispane, overo altre delle cose acquistate constante matrimonio, ma intieramente s' acquistasse al detto Si- gnor Conte. Dl YOGIll-RA 2 2 « Item con facolta di comprare ncl dctto Stato di Milano per una volta tanto beni stabili fin'alla somma de vinticinque mille scudi regolati a ss too per ciascuno di mo- neta di Milano, et di puoterli possedere, et godere senz'obligo di reseder in detto stato, et come piu amplamente si contiene in detto privilegio. « 11 Podesta che si deputa dal Feudatario in detta terra c Dottore, et apresso vi si deputa un' Fiscale, et un' RefTerendario, et anco i Nodari per le cause civili, e crimi- nali. Dat. in Milano li 26 Settembre 16 10. Signata Mainoldus, Alfonsus Casatus, et sub- scripta Io. Baptista Blanconus pub. Medio- lani Xot. etCausidicusCollegiatussubscripsit. (( 1610. Die Martis I4mensis Decembris. Mihi dicto Blancono Notario ut supra Re tulit etc. Joannes Ambrosius Bassinus pu- blicus praeco Civitatis Mediolani, se hodie ex ordine praefatorum Illustrissimorum Mai- noldi, et Casati. nublicasse alta voce sono 226 III. - VENDITA ED lNFIiUDAZIONli tubae praemisso, ut moris est, suprascriptas cedulas, et omnia in eis contenta, et earum copias dimifisse in infrascriptis locis , ubi cridae Mediolani fieri solent, Videlicet ad scalas Palatij Praetori, five Palatij magni Broleti novi Communis Mediolani, et ad Arengheriam quae est super lobia de Ofijs fita in dicto Broleto, et ad Plateam Eccle- siae Maioris Mediolani, et in alijs locis so- litis; servasseq; et fecisse omnia quae servari, et fieri solent in pubblicatione proclamatum in hac Civitate, ad effectum, ut ad omnium notitiam pervenirent. « Cumq; inde ad pancos dies post datas ipsas cedulas dictus D. Don Franciscus de Avila unus ex pref. Dominis Deputatis reces- serit ab hac Civitate et in Hispaniam se con- tinent habitatum, et illic postea semper degue- rit, et etiam nunc degat, ut notorium est. « Cumq; iminente dicto termino faciendae licitationis ut supra dicti Domini Deputati iterun mandaverint publicari et expo i dictas Dl VOGHERA 227 ccdulas, ipsaque publicatio, ct expositio facta fuerit, ut apparet ex relationibus receptis a dicto me Blancono Notario, tenoris infra- scripti, videlicet . « 161 1. Die Martis decimo nono mensis Aprilis. Mihi dicto Blancono Notario utsu- pra Retulit suprascriptus Ambrosius Bassinus tubator utsupra, se liodie ex ordine utsupra iterum in omnibus locis supra expressis pu- blicasse alta voce sono tube premisso, su- prascriptas ccdulas, et fecisse in omnibus, et per omnia proutsupra. « Et eadem die decima nona mensis Aprilis mihi dicto Blancorio Notario utsupra retulit Baptista Xazanus publicus fervitor Communis Mediolani P. V. P. S. Mariae ad Portam Mediolani, se hodie statim factis per dictum tubatorem ipsis publicationibus, copiam dictarum cedularum suprascripti te- noris aflixisse, et affixas parietibus dimisisse in infrascriptis locis, videlicet ad scalas Pa- latij Praetorij, et ad Arengheriam Communis 228 III. - VENDITA ED INFEUDAZLONE Mediolani, et ad Platcam Ecclesiae Majoris, subtus Collegium Djminorum I. Consulto- rum Mediolani subtus platcam Mercantorum Mediolani , ad principium scalarum offitij provisionum Mediolani, et ad valuas Palatij Regij Duc.ilis Mediolani, nee non, et ad valuas Palatij Archiepiscopalis Mediolani , quibus in locis similes cedulae affigi solent, et alia fecisse, quae in similibus requiruntur; subscripta idem Io. Baptista Blanconus Me- diolani Notarius supradictas relationes a su- prascriptis tubatore , et servitore iideliter recepit, et pro fide subscripsit. « Cumq; fuerit processum ad licitationem dicti feudi, et utsupra, et facta fuerint multa oblationes, turn per Dominum CarolumPero- num ex Comitibus S. Martini nomine per- sone ab eo nominanda,tum per Hieronymum Ferrarium pariter nomine persona ab eo nominandae, et ctiam factae fuerint diversae prorogations termini dictae licitationis et deliberationis, et alijs vicibus expositae ea Dl VOGHERA 229 de causa cedulae, et facta diversa publicatio- ns, ettanden cum nullus alius comparuerit, qui fecerit melioren oblationem, quam dictus D. Peronus, praef. D. Deputati sub die 20 praesentis mensis Septembris deliberaverint ipsam venditionem pref. D. Perono, qui eodcm actu nominavit personam cuius no- mine ipsam oblationem fecit, Et haec facta fuerunt etiam asistentibus 111. D. Iosepho Besutio Reg. Due. Fiscale generali huius status et Egr. Dominis Didaco HereJia, et Hieronimo Strata ex intimis dicti Excel lentiss. q. Domini Co. Fontium, et ut latius legitur ex actis rogatis a me Blancono Notario praedicto tcnoris sequentis videlicet. « 161 1. Adi 31. Maggio alle hore vinti. « In Casa dell'Illustriss. Sig. Presidente del Senato i! Sig. Iacomo Mainoldo, et alia presenza sua, et delli Signori Questore Al- fonso Casato, Sig. Fiscal Besozzo, et Signor 23O III. - VENDITA ED INI EUDAZ10NH Diego deHeredia, et dil Sig. Geronimo Stratta tutti congregati etc. per le infrascrite cose. « In termine delle cedole esposte per ven- dere il Marchesato di Voghera, che fu del- l'Eccellentiss. Sig. Conte di Fuentes, et publicate da Gio. Ambrosio Bassino Trom- betta, se vi era alcuno, che aspirasse com- prarlo , che facesse la sua oblatione , e comparso il Sig. Carlo Perrone de Signori Conti di Santo Martino, qual ha fatto l'o- blatione seguente, cioe. « L'anno mille seicento undeci, li trenta uno di Maggio a hore vinti. a Avanti gli Illustriss. Signori Giacomo Mainoldo Presidente dell'Eccellentiss. Senato di Milano, et Alfonso Casato Questore del Magistrato Straordinario, et Ambasciatore per Sua Maesta Catholica presso li Signori Svizzeri. Essendo congregati nella casa di habitazione del detto Sig. Presidente posta in questa Citta nel Borgo chiamato di Monfort3. « Compare il Molto ill. Sig. Carlo Per- Dl VOGHERA 2} I rone de Signori Conti di Santo Martino babitante in Porta Comasina Parochia di SantJ Tomaso di Milano, per parte della persona ch'egii nominara, ancorche fora- stiera, et non sottoposta a questo Dominio, et in termine, et per causa delle cedole esposte di ordine dei detti Signori Deputati per vender al publico Incanto la Terra, feudo, et Marchesato di Voghera dello Stato di Milano, con sue Ville, luoghi, giurisdittioni, pertinentie, redditi , et raggioni, et come piii amplamente si contiene in esse cedole stampate, Date in Milano li 26. Settembre mille seicento dieci. <') « Et offerisce di comprar detto feudo, et Marchesato, et come sopra in dette cedole, per prezzo de ducatoni sessanta mille di Milano, da essere pagati subito riportato, et consignato al compratore il Regio assenso, approbatione, et confirmatione dell' instro- (1) Che devono aver formata la prima parte di questo docu- mento, clie e incompleto sul principio o alia line. 2^2 III. - VEND1TA ED INFEUDAZlONE mento della vendita, che faranno li detti Signori Deputati, et doppo havergli dato l'attualc possesso della detta terra, feudo, et come sopra, il qual prezzo si dara in tante ccdole di danari di cambi posti sul Banco Santo Ambrosio di Milano, conche peto detti danari non si possino levare di detto Banco, salvo dopo che il detto feudo, et come sopra sara passato libero alle gride, che si doveranno fare. Et in caso di qualche contraditione, che si facesse a dette gride, che non si possa levare detto prezzo, se prima non seguira la liberatione, da tale contraditione, et dalle raggioni contenute in essa. « Et di piii la sudetta oblatione si fa con le seguenti conditioni. «Et primo, che l'instromento della vendita si faccia subito seguita la deliberation all'in- canto con promessa di mantenere detti beni, et raggioni in forma commune, et con le dausule, et rolemnita opportune, et solite di voghlhu 23 3 poncrsi no gli Instromenti publici delle ven- due, obligando li beni etc. dell' heredita del fu Eccellentis. Sig. Conte di Fuentes, et citta obligationem Dominorum Deputa- torum. « Secondo , che detti Signori Deputati siano tenuti a tutte spese, et diligenze del- 1" heredita sudetta ottenere, et riportare da S. Maesta il sovradetto Regio assenso, ap- probatione, et confirmatione, et per maggior cautela, quatenus opus sit nova investitura, con inserirgli la concessione gia fatta da S. M. al detto Sig. Conte di Fuentes, et la dispositione sua testamentaria circa detta vendita, et I' Instromento delT istessa ven- dita, che faranno li Signori Deputati; con ordine a chi piacera a S. Maesta di ricevere dal compratore il debito giuramento di fe- delta, sen/a pero pregiuditio della fidelta dovuta al suo Principe naturale, et per conto d'altri feudi, dovuta ad altri Principi. (( Ya perche si e fatto intendere aH'offerente 254 IU - _ VEND1TA ED INFliUDAZlOKIi dai Signori Deputati sudetti, che cio fa- ranno; mentre che il compratore paghi lc spese, che in cio saranno necessarie, et in- tcndendo egli limitare, et specificare la som- ma di dette spese, et non essere tenuto ad alcuna cura, o diligenza, nel dimandare, et riportarc le sudette espeditioni, et ricapiti autentici, percio di piu del sudetto prezzo offerisce pagare ducatoni cinquecento di Mi- lano per dette spese, cura, et diligenza, et con inviare opportune lettere di Cambio per tal'efTetto. « Terzo, che detti Signori Deputati unita- mente, con le sudette espeditioni da otte- nersi da S. Maesta, come sopra, siano tenuti consignare al compratore senza sua spesa alcuna le infrascritte scritture autentiche, cioe la concessione di detto feudo fatta da S. M. al detto Sig. Conte di Fuentes, I'in- terinatione di essa fatta dall' Eccellentissimo Senate II giuramento di fedelta prestata da lui. L' instromento, o ver atto del possesso DI VOGHLRA 2}> dattog'i di esso feudo, et conic sopra. La recognitione delli sudditi, ct gli instromenti delle investiture, o locationi almeno pen- denti delli redditi, o entrate di detto feudo. Et di piu tutte le altre scritture che detto Sig. Contc di Fuentes ha lasciato, pertinenti alle raggioni di detto feudo , delle quali scritture in genere si rimette alia sola pa- rola dell' lllustriss. Sig. Fiscale Besotio. « Quarto, che subito riportate et consignate come sopra le dette speditioni di ?. Maesta, et altre scritture come sopra, siano tenuti detti Signori Deputati dare al compratore Patuale possesso, o quasi respettivamente referendo di essi beni, et ragioni , et fargli anche riconoscere li sudditi del detto feudo col debito giuramento di fedelta , et che l'entrate, et frutti di esso , et come sopra siano del compratore dal giorno, che se gli dara il possesso alia rata dell'anno, ancorche fossero estati prima. Et all' hora solamente gli utili di tutto il detto prezzo, che dovera 2]6 III. - VEND1TA ED INFEUDAZIONE esser posto a luochi sovra il Banco Santo Ambrosio a nomc del compratore, comin- ciara a correre a benefitio dell' heredita, inten- dendosi pero, che le spese dopo consignata Papprobatione, et come sopra di S. Maesta siano a carico del compratore. « Quinto, si mantengbi, che le locationi flute di essi beni , et entrate come sopra , non durino piu dell' anno mille seicento dodeci, et siano tenuti li Signori venditori fa rl e rinontiare da ivi avanti, caso che fos- sero fatte per piu tempo. « Sesto, che sia lecito al compratore far mettere detti beni, et ragioni alle gride a sue spese fra due mesi doppo havuto l'at- tuale possesso de essi, et cio conformc alle provisioni, et costitutioni di Milano co'l patto infrascritto. « Quod ubi dictis cridis per aliquan per- sonam etc. contradiceretur aliquo iure prae- terquam ex causa vel facto ipsius emptoris, quod facta denunciatione praefatis Dominis Dl V'OGHERA 237 Deputatis, seu alicui eorum de prima cita- tione, vel alio actu intimando ad instantiam contradicentis habeatur, ac si denuntiatus essct totus processus causae. Quod si nul- lus ipsorum Dominorum Deputatorurh essct praesens in hac Civitate Mediolani, sufficiat ipsa denuntiatio fienda per pubblicum edic- tum haeridibus, seu haereditati died Excel- lentis. Domini quondam Comitis Funtium. Et eo casu praef. Domini Deputnti, seu haeredes praefati, et quilibet alius cuius intcrfit etiam, quod ipsa haereditas esset iacens, vel vacans, teneatur suis expensis suscipere onus, et defensionem causae huiusmodi contradic- tionis, et dicta bona liberari facere ab ipsa contradictione, et contentis in ea. Et hoc per sententiam, seu aliter, ita ut libera re- maneant dicto emptori. Et ubi ille, vel illi ad quos spectat, vel spectabit essent negli- gentes, vel renitentes in dicta susceptione, et liberatione, liceat ipsi emptori assistere huius modi liti, et causam prosequi, si et 238 III. - VENDiTA ED 1NFEUDAZIONE donee ei videbitur, et non ultra , ita ut ci liceat deferere ipsam litem quandocunque eidem placuerit, nee teneatur dictos denun- ciandos, nee aliquem eorum monere de ipsa desertione, nee possit dieto emptori imputari aliqua culpa, vel negligentia, nee Iudieis im- peritia, ubi sequeretur aliqua sententia in favorem euiusuis eontradieentis; Imo dicta haereditas , seu haeredes teneantur eidem emptori reficere omnes expensas, quas in praefatis fecisset. Et ubi sequeretur sententia hire hyppoteeae contra dicta bona, et iuria, vel eorum partem , quod dicta haereditas, seu haeredes teneantur hypotecara ipsam solvere , seu lieeat ipsi emptori id facere , et cessionem iurium huiusmodi eontradic- tionis, obtinere, et recuperare ab ipsa haere- ditate, seu haeredibus quidquid praedicta de causa erogaverit, una cum omnibus ex- pensis, damnis, et interesse. Et ubi seque- retur aliqua sententia iure dominij contra dicta bona, et iura, vel eorum partem, quod DI VOGHHRA 239 dicta baereditas, seu haeredes teneantur ob- tinere liberationem ab ipso iurc dominij, seu illud transferti facere in dictum empto- rem, alioquin prossint cogi ad restitutionem dicti pretij cum omnibus expenssis damnis etc. prout possent cogi virtute promis- sionis, manutenendi dicta bona, et iura in forma communi, et iuris non secus, ac si evictio sequuta esset. Quodque in quolibct ipsorum casuum stetur dicto cum iuramento ipsius cmptoris, vel suoruin etc. de dictis expensis, damnis etc. et eorum quantitate, absque alia probatione, vel ludicis taxatione. lit per contenta in praesenti pacto ipsae partes declarant non censeri factum aliquod p:\ieiuditium dictae promissioni manutenendi dicta bona, et iura in forma commoni, et iuris, sed solum ius iuri additum. k Settimo, che del sudetto prezzo si di- sponga conforme al testamento del Signor Conte di Fuentes, et che rimetten'dosi tutto, o parte di esso danaro a Signori Focari, o 24O III. - VENDlTA ED INFliUDAZIONI: altri, si faccia con conditionc, chc si con- verta secondo la sudctta dispositione, con esprimere, chc tal impiego, che .si fara sia del danaro, et prezzo cavato dal Fcudo di Voghera, et che a spese del compratore se gli debbano consignare le copie autentiche de tutti gli Instromenti, et altre scritture, che si faranno circa detto impiego. « Ottavo, che la deliberatione della ven- dita , si faccia il giorno trenta di Luglio del presente anno, come si e determinato, altrimente la presente oblatione si habbia per non fatta. Et per caparra, et sicurezza dell'osservanza di quanto sopra si e offerto il comparente si obliga lui stesso, et suoi beni per la somma de ducatoni quattro milla, come se gli havessi ricevuti in depo- sito per tal causa dalla persona che egli nominara, obligandosi ex causa costituti, et ex persona propria, et alias omni mehori modo etc. et in solidum renuntiando Noyis Constitutionibus, et Epistolae Divi Adriani, Dl VOGHERA 24 I et cuicunque alij iuri, certificatus etc. et ita quod allegari non possit exceptioni non numeratae pecuniae, neque promississe fac- tum alienum, vel aliquam aliatn exceptionem etiam iuridicam, sed omnino teneatur, prout vult teneri de suo tamquam verus deposi- tarius, et haec omnia cum renuntijs, pactis esecutivis, et iuramento etc. obligando pro- inde se etc. pignori mihi Notario stipulanti nomine etc. dictae haereditatis, et omnium quorum interest etc. et de praedictis etc. « Et patto, che al tempo della delibera- ttone habbi il compratore per maggior cau- tione deirheredita , da mettere nel Banco S. Ambrosio, o havendogli lasciargli ancora a luochi, tanti danari di cambio quanto importa la somma de ducatoni quaranta mila per pagarli prontamente insieme con il re- stante del prezzo di detto feu Jo, conformc alia sudetta oblationc, et in caso che il Banco sudetto ricusasse di ritenerli, o metterli, a luochi, si possano mettere altrove ad elettione 242 III. - VENDITA ED INFEUDAZIONE dell' Illustriss. Sig. Prcsidcnte del Scnato, accio non restino in quel mentre infruttuosi, al compratore fin'al tempo del pagamento da farsi come sopra, sottoscritta. « Io Carlo Perrone San Martino affermo, et prometto quanto di sopra si contiene. « La qual oblatione da detti Signori e stata accetta, et ordinato che si esponghino nove cedole per li trenta di Luglio prossimo, che viene per far la deliberatione di esso feu do. « Et sono state publicate, et esposti le dette cedole, come appare da quelle, et dalla relatione del tenore infrascritto. « Essendosi esposte cedule del tenor se- guente, cioe. Et positus fuit tenor primarum cedularum utsupra insertarum. « Et essendo in termine di esse eomparso persona la qual ha offerto comprare il detto feudo per prezzo di ducatoni sessanta mila, di Zecca di Milano, et da pagarsi nel modo, et con li capituli che sono presso l 1 infra- DL VOGHERA 243 scritto Notaro, et volendo li detti Illustris- simi Signori Presidente Mainoldo, et Questor Casato attesa I' absenza di esso Sig. Don Francesco di Avila venire alia deliberatione, et vendita di esso feudo, et ragioni, de quali si fa mentione in dette cedole, si avvisa di nuovo ciascuno qual aspiri comprare detto feudo a fare miglior partito, che in termine di giorni quindeci prossimi compaia a fare le sue oblationi in mano dell' infrascritto Notaro, perche il giorno di Sabbato, che sara alii jo del mese di LugliOj a hore 20 in circa, in cas.i del pref. Illustrissimo Si- gnore Presidente detto feudo si deliberara al publico incanto, a chi liavera fatto, o in quell'atto fara migliore oblatione ad arbitiro di essi Signori Presidente, et Questore Ca- sato, et se cosi a loro parent, et non altri- mente. Mediolani die Mercurij primo mensis Iunij 161 1, Signata Mainoldus. Subscripta Io. Baptista Blanconus. a 161 1. Die Mercurij tertio decimo mensis 2.J4 11[ - ~ VENDITA HI) IN'FhUDAZlOXli Iulij. Mihi Io. Baptista Blancono Notario infrascripto, Retulit Io. Ambrosius Bassinus publicus tubator Communis Mediolani, sc mandato Illustrissimorum Praesidis Senatus Excellentiss. Iacobi Mainoldi, et Alfonsi Ca- sati Quaestoris 111. Magistratus Extraordi- narium reddituum Mediolani, et pro Sua Maiestate apud Helveticos Oratoris, et asi- stente praef. Domino Casato, ac ad prae- sentiam dicti mei Notarij diebus Lunae undecima Martis duodecima, et hodie tertia decima suprascripti mensis Iulij hora tertia- rum, et cum magno personarum concursu, sono tubae semper praemisso publice, et alta voce in loco ubi fieri solent incantus rerum, quae vendi, et locari solent nomine Regiae Ducalis Camerae Mediolani, sito in Broleto novo Communis Mediolani, et prope Col- legium Iurir Peritorum Plateam Mercatorum Mediolani, et subtus Palatium Praetoris, et indicum Mediolani publicasse, quod praef. Illustriss. Praeses Mainoldus, et Quaestor Dl VOGHERA 2\) Casatus virtute facultatis, et auctoritatis eis attributae per quon. Ulustriss. et Excellen- tiss. D. Don Petrum Enriquez Azevedium, ComitemFomium, olim Gubernatorem huius Status in eius testamento, de quo rogatum fuit instrumentum per dictum me Notarium volebant vendere feudum Viqueriae, cum titulo Marchionatus, et cum omnibus suis iuribus etc. iuxta formam Privilegij per S. M. concessi praef. Excellentiss. Comiti Pentium, ac cedularum ex ordine praefatorum III n— strissimorum Deputatorura expositarum, et quod fuerat facta oblatio ipsum feudum, et utsupra emendi pretio ducatonorum sexaginta mile Chechae Mediolani, et ideo si qua per- sona volebat meliorem oblationem facere , illam faceret in manibus dicti mei Xotarij Blanconi, quia die Sabbati trigesimo supra- scripti Qiensis Iulij hora vigesima iuxta tenorem cedularum expositarum, dictum feu- dum, et utsupra in domo praef. Ulustriss. Praesidis Mainoldi, in hac Civitate Mediolani 246 III. - VENDlTA ED INFEUDAZLONE ad publicum incantum venditum fuisset illi, qui megliorem oblationem fccissct, si ita praef. Dominis Mainoklo, ct Casato visum fuisset, ct propterea quod quilibet cupiens dictum feudum, ct utsupra acquirerc com- pateat etc. Quod plurics semper sono tubae praemisto fuit replieatum per dictum tuba- torem alta voce, et magno populo concur- rente, assistente, ct audiente; et alia fecisse, quae in similibus fieri solent subscript. Idem Io. Baptista Blanconus Notarius utsupra fidem tacit utsupra dictamque relationcm recepit, ct subscripsit. a 161 1. Sabbato alii trenta di Luglio allc hore vinti. (( In Casa del prefato Illustriss. Sig. Pre- sidente del Senato congregati li medemi Signori che si congregaron 1' ultimo di Maggio prossimo passato, et cio in termine delle cedole seconde esposte conforme alTor- dinato. Dl VOGHURA 2.|7 « Et essendosi da Gio. Ambrosio Bassino Trombetta dil Commune di Milano sonata la Tromba ad aha voce publicato che il sudetto feudo si vuol vendere, et che gia e abbocato a ducatoni 60 mil. con li ca- pitoli che sono apresso me Nodaro, et in- vitato se vi era alcuno, che volesse tar miglior oblatione a farla, ne essendo comparso alcuno a far meglior partito , ma solo essendo al detto lllustriss. Sig. Presidents state scritte lettere, et dato memoriale del tenor seguente. « lllustriss. Sig. mio Sig. Collendissimo. Mi ritrovo in Parma come V.S. lllustriss. sa chiamato da S. A. Sereniss. dalla quale vengo hora dispacchiato per ritornar costi. Ma perche puotria sopravenire qualche accidente per cui T A. S. dilatasse alquanto il mio ritorno, et io dovero pur venire, per con- correre all' abbocatione di Yoghera, percio supplico V. S. lllustriss. con ogni afTetto a compiacersi di allongare il termine peren- torio dell' abbocatione, et incanto almeno 24^ HI. - VEN'DITA ED INTEUDAZIONE fino alii diece, o quindcci del prossimo mese di Agosto, accioche io vi possa essere pre- serve, ct fare anche prima le diligenze mie dovute; che oltre questo tornera a conto del negotio istesso, protesto a V. S. Illu- strissima, che io lo ricevero per particola- rissima gratia, in cumulo delle tante altre, che dalla sua mano ho sempre ricevuto, et a V. S. bacio per line mille volte le mani, et me le ricordo servitore di tutta divotione. Di Parma a 19 Luglio 1611. Di V. S. Ill li- striss. Divotissimo et obligatissimo servitore di cuore, Don Carlo Bosio. « Illustrissimo Signore. Non ha potuto fin'hora il Conte Ulisse Bentivogli partirsi da Bologna, ct venire a questa Citta di Milano, per trattare con V. S. Illustriss. per l'acquisto di Voghera, qual pensa di fare, et cio per la mala stagione del gran caldo che t\\ in quei paesi, et perche il termine posto nelle ccdole ullimamente esposte per la delibe- ratione casca alii "50 del presente mese. Per DI VOGHERA 249 tanto a fine che detto Sig. Conte possa haver tempo di venire a questa Citta, per questo eftetto Giuseppe Pusterla Agente di esso Conte ricorre da V. S. Illustrissima. « Humilmente supplicandola si degni pro- rogar il termine per la deliberatione per quel tempo parera a V. S. Illustriss. conveniente poiche quanto piu persone concorreranno tanto maggior utile sara dell' heredita del- T Eccellentiss. Sig. Conte di Fuentes, il che come giusto spera etc. Subscript. Giuseppe Pusterla supplicante. « Li sodetti Signori Congregati hanno giu- dicato bene prorogate il termine di deliberare detto Marchesato per benefitio maggior del- Theredita dil sudetto Eccellentiss. Sig. Conte di Fuentes, fin'a Martedi prossimo che viene, che sara alii doi del mese di Agosto pros- simo, et cosi premesso il sono delta Tromba alta voce e stato publicato dal detto Trom- betta, et avisato ciascuno che aspiri comprar detto feudo , che compara qua in Casa 2^0 III. - VENDITA ED INFEUDAZIONE dell' Illustriss. Sig. Presidente detto giorno alle hore vinti, che si deliberara a chi havera fatto, o fora meglior oblatione, se cosi parera alii detti Signori, et non altrimente, ct tutto cio e stato fatto presente il Sig. Carlo Perronc de Signori Conti di Santo Martino, qual gia ha offerto comprar detto feudo come nelli atti, che si contcnta della detta prorogatione, et che la detta oblatione stia lerma nel modo che sta, non ostante, che hoggi non gli sia fatta la deliberatione, Signat. Mainoldus, Alfonso Casato. « Carlo Perrone San Martino, mi accon- tento fino al detto giorno di Martedi. « 161 1. Martedi alii due Agosto alle ore 21. « Avanti tutti li sodetti Signori cetto detto Sig. Strada, et nel luogo sudetto con- gregati utsupra. « In esecutione della prorogatione del so- detto termine per deliberar la v'endita del Dl YOGUI:R\ 2) I sodetto Marchesato, e comparso Gcronimo Feraro che ha fatto V oblatione del tenor sequente. « 1 6 1 1 . Die Martis secundo Augusti. (.' Avanti gli lllustriss. Signori Iacomo Mainoldo Presidente del Senato Eccellen- tissimo di Milano, et Alfonso Casato Que- store, et Ambasciatore per S. M. presso li Signori Svizzeri, attesa Pabsenza del Sig. Don Francesco d'Avila. « Compare Gieronimo Feraro del quondam Pietro Antonio habitante in P. V. Par. Santa Maria Peaone di Milano per causa delle ce- du!e esposte d'ordine di essi Signori, et del detto Sig. Don Francesco d'Avila per vender il feudo di Voghera con sue pertinenze, come per dette cedule datte sotto il di 26 del mese di Settembre prossimo passato, et per causa, et in termine delle nove cedole concesse adi primo di Giugno prossimo passato esposte come sopra. 2j2 III. - VENDITA ED 1NFEUDA.Z10NE « Et offerisce comprare per la persona che nominera detto feudo, et suoi heredi qua- lonque si siano, et singolari successori, et a chi dara overo havra causa da esso compra- tore, et successore come sopra in infinitum con tutte le sue raggioni, et pertinenze in qualunque modo spettantili, con promessa di mantenere detto feudo e raggioni, Datij, et Entrate, honori, et prerogative in forma commune et di ragione, si per esso com- pratore, come per qualonque suoi heredi, et successori etiam singolari, e a chi si dara, o havra causa da esso compratore, et suc- cessori come sopra in infinitum, et pe;petuis temporibus, per prezzo de scudi sessant' tin, mile da lire cinque, soldi quindeci impe- riali per ciascuno scudo, quali paghera subito venuta, et consignata V infrascritta appro- batione di S. M. et sua interinatioue, et altre scritture infrascritte, et per osservatione di quanto si contiene in questa oblatione, promette quando sc le fara la deliberatione, Dl VOGHERA 2)} et vendita di esso feudo nel modo, et forma sudette per6, et non altrimente, ne in altro modo dare idonea sicurta per causa di de- posito, che sara a gusto di essi Signori Presidente, et Questore Casato, di pagare il detto prezzo subito che detto feudo, beni, et ragioni, che se gli venderanno come sopra, saranno passati liberi alle cride, le quali fara fare il compratore a sue spese subito havuta Tapprobatione da S. M. nel modo, et forma sudette, et 1' interinationc del Senato Eccel- lentiss. recognitione, et giuramento de sud- diti, et fittavoli, et 1'attual possesso, come dispongono le costitutioni di questo stato, et le scrilture che concernono questo feudo, et l'autorita di vendere, et obligare nel modo, et forma gia detti. « Secondo dara di presente sicurta idonca, che si obligara ex causa depositi per la somma de scudi quattro milla del valore sudetto, per assicuratione di qucsta sua oblatione. 2J4 HI- - VEND IT A ED INFEUDAZIONE « Terzo, che li dctti Signori vcnditori siano tenuti nel termine de mesi died prossimi a venire ottenere da S. M. l'approbatione della vendita, che si fara, nel modo sudetto cioe per se, e suoi heredi qualonche si siano, et singolari successori in infinitum, et perpetuis temporibus, et a chi si dara o vero havera dato come sopra in infinitum, nella quale sia inserto il tenor delle cedule esposte, et dil Privilegio concesso da S. M. all' Eccellentiss. Sig. Conte di Fuentes; che sia in Cie'o , et la presente obbocatione, perche di novo il tutto s'approbi inherendo al gia fatto, et pero anco ad abondante cau- tella, che le cose che erano in lite s'ottenghi la dispensa dal Senato ratione vitij letigiosi, stando pero sempre ferma la vendita nel modo, et forma, et conditione sudette , et non altrimente et con la promessa obligando bona haereditatis di mantenere il tutto in forma commune, et di ragione sempre, et in omni tempore, et quocunque in casu Dl VOGHIiRA 2)) nemine excepto, et che il patto di mettere alle cride s' intendi, et cautelU in amplissima forma havuto anco riguardo, che si tratti di hefedita ancorche fosse giacente, ct anco con questo che anco passato il tutto libero alle cride, resti tuttavia ferma perpctuamente la detta promessa di mantenere il tutto come si e detto di sopra, sempre in forma com- mune. « Quarto, che detti Signori venditori con- segnino al compratore nell'atto della vendita il Privilegio autentico concesso da S. M. al Sig. Conte di Fuentes con I' interinatione del Senato Tapprobatione di S. M. del pre- sente contratto in tutto , et per tutto conforme alia prcsente abbocatione, con 1' interinatione del Senato, et recognitione, le investiture, fatte delli Datij , et redditi, di esso feudo, et dependenti, et il testamento di S. E. tutti autentici senza alcuna spesa del compratore per esse scritture. « Quinto, che It Signori venditori godino 2)6 111. - VEN'DITA ED 1NFEUDAZ10KE tutti li frutti, et entrate del feudo loro in- teresse, pretii, finche venga 1' approbatione sudetta, ma si dia 1' effettual possesso al compratore, suhito fatta la vendita, et se interim succedesse alcuna confiscatione, o condanatione sia parimente a benefitio delli Signori venditori. « Sesto, che quando li Signori compra- tori faranno rispondere il danaro nelle mani de Focari per impiegarlo, et quando s' im- piega conforme alia dispositione di S. E. si dica che proviene della vendita di questo feudo, et da detto compratore, et che si dispone, ct impiega non solo per esecutione della dispositione di S. E. ma anco per maggior, et particolar cautione del detto compratore, non derogando per questo alia generate hypoteca, il qual compratore, o qualsivoglia herede, o successore ancora singolare in infinitum, in caso di qualsivoglia cvittionc , o molestia di esso feudo habbi regresso contro detti danari, et le proprieta, Dl V'OGHERA 2j> / o censi, ne quali sara impiegato, et in essi detto compratore, come cosa acquistata del suo danaro sia preferto a qual si voglia altro ancorche fosse impiegato a usi pij, o in altro modo privilegiati, et in pregiuditio di questo non si possa fare alcuno contralto, ne distratto, et per special pegno non de- rogando !a specialita alia general ita, obligando ex nunc per all' ho/a, et sudetto caso il detto impiego, et ogni sua ragione etc. sij obligata etc. non pero il compratore sia tenuto di mal impiego , ne mal deposito , ne altro per questa causa, ma per sua mag- gior cautione. « Et perche non vuole il compratore sentire travaglio alcuno, ne che a lui possi esser imputato alcuna CDsa circa Tottenere Tapprobatione da S. M. del presente contratto, et abbocatione in tutto, et per tutto con- forme alia presente ob'atione, et non in altra forma, la qual s' ihtende chc s'habbi da ottenere, et consignare qua in Milano 17 2j8 III. - VliNDITA LD 1NFEUDAZI0NE a risigo, cura, et diligenza della detta he- redita, et de Signori venditori a nome di essa; per questo il dettoco mpratore vuole pagare a detti Signori venditori scudi cinque- cento del valor sudetto, una volta tanto per la spesa che verisimilmente si fara in questo nel medemo atto, che lc sara con- signata la detta approbatione con la sua interinatione del Senato della vendita, et abbocatione presente, con 1' insertione de verbo ad verbum di esse, approbata da S. M. con ordine alii suoi ministri di qua, che diano al compratore li ricapiti opportuni, et il possesso attuale, et naturale di esso feudo, et dependenti, et piglino il giuramento di fidelta in forma solita, et per far spedire gli altri ricapiti qui in Milano, et a Voghera fara la spesa detto compratore per il pos- sesso, et quaudo se le dara. « Che la deliberatione le si facci al piu tardi fra il termine de quindeci giorni pro- simi, altrimente s' intende detto Feraro dil m vogiii^ra 259 tutto disobligato da questa oblatione, et da quanto ha o'Terto, et promesso, et cosi anco sij libera la sicurta, che dara delli quattro milla scudi, se cosi pero al compratore parera, et non altrimente etc. « Et essendo stato sport ) un memoriale del tenore sequente. (( illustriss. Signori, Galeazzo Ilorologio gentilhuomo Padovano aspira a comprare il Marchesato di Voghera, et a quest'hora saria venuto per informarsi apieno come anco per vedere detta Terra per far la sua obla- tione, ma questi eccessivi caldi 1' hanno tra- tcnuto, pero « Supplicandola le SS. YV. Illustriss. a vo!er prolongar il termine accio habbi com- moJita di puoter venire etc. « Pero detti Signori hanno prorogate) il termine a deliberare detto feudo fin' sotto alii 20 del presente mese, et cosi V hanno fatto publicare dal detto Bassino Trombetta. c Et subito fitta la detta publicatione il 260 111. - VEND1TA LD INFEUDAZlONIi medemo Sig. Carlo Perrone Santo Martino ha offcrto di comprar detto feudo nel modo, et con li capitoli, che si contengono nella sua oblatione per prezzo de ducatoni sessanta doi mille di Zecca di Milano, mentre che se gli facci la deliberatione il giorno di Sabbato prossimo a venire che sara alii sei di questo mese. & Et subito premesso il suono della Tromba si e publicata dal detto Trombetta la detta oblatione fatta come sopra, et av- visato ciascuno che aspira comprare detto fcudo , che compara qua in Casa di esso Illustriss. Sig. Presidente detto giorno di Sabbato alle 20 hore. « Carlo Perrone San Martino. « 161 1. Sabbato alii 6 Agosto. (( Congregati li medemi Signori come sopra per la causa sodetta havendo S. E. man- dato a dimandare 1' Illustriss. Sig. Presidente, DI VOGHERA 26 I il qual e tomato n Casa molto tardi , che non era hora di puoter attendere. Pero anco di consenso di esso Sig. Perrone si e pro- rogato il termine di deliberare il detto feudo fin'a Martedi prossimo, che viene, che sara alii nove dil presente mese , ct prcmesso il suono della Tromba si e fatta publicare la detta prorogatione, la qual anco si e fatta di consenso di Gieronimo Ferari, che pa- rimente ha abbocato detto feudo, et cosi si e avisato ciascuno, che aspira, che compara il detto giorno alle hore 20 che si deliberara a chi fara miglior conditione, se cosi parera a detti Signori Signat. Carlo Perrone San Martino, Geronimo Ferari etc. « 1 6 1 1 . Martedi alii nove di Agosto.. « Congregati li medemi Signori come sopra, et preposto dal Trombetta il detto incanto, il sodetto Geronimo Ferari offerisce comprare detto feudo per la persona che 262 111. - VENDiTA ED INI EUDAZLONE nominara, et conforme li capitoli da lui dati per il prezzo de ducatoni sessanta tre mile da lire cinque soldi quindeci per ducatone. (( Et essendosi proceduto all'incanto sopra la detta oblatione, il detto Sig. Carlo Perrone ha offerto comprar il detto feudo con li capitoli per lui gia dati, per la persona che nominara per il prezzo de ducatoni sessanta cinque millc di Zecca di Milano, et nella manera che ha ofTerto. « Et essendo 1' hora tarda , ne essendo parso bene a detti Signori di deliberar per hora detto feudo, di consenso anco delli detti Signori Carlo Perrone, et Geronimo Ferari, si e prorogato il termine di deli— berarlo fino al giorno di Martedi, che sara alii sei del mese di Settembre prossimo a venire, et hanno ordinato che s'esponghino nove cedole, et cosi da detto Trombetta premesso il suono della Tromba alta voce si e publicato. Signat. Mainoldus, Alfonso Casato. Dl VOGHERA 263 « Carlo Perrone San Martino consento conic sopra, cioe di prorogare la mia obla- tione iino al detto di, sei Settembre 1611. « Gcronimo Ferari consento come sopra. « Et di novo sono state publicate, et esposte altre cedule, come appare da quelle, et dalla relatione del tenor seguente. a II feudo di Voghera e statto abbocato in ducatoni sessanta cinque mila di Zecca di Milano in termine delle cedole esposte del tenor sequentc. Et positus fuit tenor primarum, et secundarum cedularum. Pero se vi e alcuno che voglia fare me- gliore oblatione compaia il Martedi, che fara alii sei del mese di Settembre prossimo a venire a hore vinti in casa del pref. Illu- striss. Sig. Presidentc, perche ivi s' incantera, et deliberara a chi fara miglior partito ad arbitrio di essi Illustriss. Signori, se cosi a loro parera, et non altrimente. Mediolani die Martis nona mensis Augusti 161 1, sub- scripta Io. Baptista Blanconus publicus 264 HI. - VEND IT A ED INFEUDAZIONE Mediolani Notarius, ut ex relationibus publi- cationis, ct affixionis dictarum cedularum receptis per me dictum Blanconum Notarium utsupra. « 161 1. Die Sabbati vigesima mensis Au- gust!. Mihi dicto Blancono Notario utsupra. Retulit Io. Ambrosius Bassinus publicus praeco Civitatis Mediolani, se hodie ex or- dine praefatorum Illustrissimorum Mainoldi, ct Casati publicasse alta voce sono tubae praemisso, ut moris est supradictas caedulas, et omnia in eis coritenta, et carum copias dimisiste in infrascriptis locis, ubi cridae Mediolani fieri solent videlicet, ad scalas Palatij Praetorij, sivc Palatij Magni Broleti Novi Communis Mediolani, et ad Arenghe- riam, quae est super lobia de Ofijs sita in dicto Broleto:et ad Plateam Ecclesiae Maioris Mediolani, ct in alijs locis solitis, servasseque et fecisse omnia que scrvari, ct fieri solent in publicatione proclamatum in hac Civitate, ad efFectum, ut ad omnium notitiam per- venirent. Dl VOGHERA 265 « 161 1. Martedi alii sei Scttembre alle hore vinti in termine delle cedole cspostc, Iterum congregati li detti Signori, cccctto il Sig. Alfonso Casato, che per ordine di S. E. si trova absente, et publicato dal su- detto Trombetta premesso i! suono del hi Tromba i! detto in;anto. « II sudetto Sig. Car-o Perrone ha offerto di comprare il detto feudo con li capitoli gia con lui stabiliti per prezzo de ducatoni seitanta mille di Zecca di Milano nel modo gia offerto, et anco di piu all' arbitrio del pref. Ilkistriss. Sig. Presidente del Senato. « lit non essendo parso bene alii detti Signori doppo anco publicata la detta ultima oblatione di deliberar di presente. « Di consenso di esso Sig. Perrone si e prorogate) il termine a far !a detta delibe- ratione fino alii vinti di questo mese, et cosi si e publicato dal detto Trombetta alta voce. « Carlo Perrone San Martino afTermo, et prometto quanto di sopra si contiene : 266 III. - VENDITA ED INFEUDAZIONE « Et percio un'altra volta sono state pu- blicate, et esposte cedole, come appare da quelle, et dalla relatione del tenor sequentc. « II Marchesato di Voghera, che e stato abbocato a ducatoni settanta mila di Zecca di Milano, et. di piii quello che giudicara 1' infrascritto Sig. Presidente si deliberara in casa dell' Illustriss. Sig. Presidente del Senato di Milano, Martedi che sara alii 20 di questo mese di Settembre, alle hore vinti in circa, in conformita delle cedole esposte se cosi parera al medema Sig. Presidente , et Sig. Questore Alfonso Casato, che hanno auttorita di fare detta vendita. « Pero se ne avisa ciascuno qual aspiri a comprarlo, accio compaia etc. Mediolani die Martis sexto mensis Septembris 161 1. « 161 1, die decimo quarto mensis Sep- tembris. Mihi dicto Blancono Notario ut- supra retulit etc. Io. Ambrosius Bassinus tubator publicus Civitatis Mediolani, se ho- dierna die ex ordine praefatorum lllustris- Dl VOGHERA 267 simorum Maynoldi , et Casati pubblicaste alta voce, sono tubae praemisto, ut moris et suprascriptas cedulas, et omnia in eis tontenta, et eatum copias dimisisse in infra- scriptis locis, ubi cridae Mediolani fieri so- lent, ulz. ad scalas Pallatij Praetorij, sive Pallatij magni Broleti novi Communis Me- diolani, et ad Arengheriam, quae est super lobia de Ofijs sit. in dicto Broleto, et ad plateam hcclesiae maioris Mediolani, et in alijs locis solitis, servasteque et feciste ea, quae servari, et fieri solent in publicatione proclamatum in hac Civitate, ad effect um, ut ad omnium notitiam perveniant. « Et eadem die decima quarta mensis Septembris. Mihi dicto Blancono utsupra retulit etc. Baptista Nazanus publicus ser- vitor Communis Mediolani P. V. P. S. Marie ad Portam Mediolani, se hodie statim factis per dictum tubatorcm ipsis publicationibus, copias dictarum cedularum suprascriptitenoris aflixiste, et affixas parietibus dimisiste in 268 III. - VEND1TA ED INFEUDAZIOKE infrascriptis locis, videlicet, ad scalas Palatij Pretorij, et ad Arengheriam Communis Mc- diolani, et ad plateam Ecclesiae Maioris, subtus Collegium Dominorum Iurisperitorum Mediolani, subtus Plateam Mercatorum Me- diolani, et ad principium scalarum offitij provisionis, et ad valvas Palatij Regij Due. iMcdiolani, nee non , et ad valvas Palatij Archiepiscopalis Mediolani, quibus in locis similes ccdulae asigi solenti et alia fecisse, quae in similibus rcquiruntur subscripta. Idem Io. Baptista Blanconus Mediolani No- torius suprascriptas relationes a suprascriptis tubatore, et servitore fideliter recepit, et pro side subscripsit. « 1 6 1 1 . Martedi alii vinti del mese di Settembre alle bore vinti, et in termine di altre cedole esposte per deliberar il detto feudo di Vogbera. « Congregati di novo tutti li detti Signori, cioe gli lllustriss. Signori Presidente del Senato, et Alfonso Casato, et il Sig. Fiscale Dl VOGHERA 269 Besozo, et Sig. Hieronimo de Strada, in ter- mine dell'aviso ultimamente esposte per de- Iiberar il sudctto feudo. « Et proposto di novo l'incanto di essa, ct sonata la tromba dal detto Bassino pu- blico trombetta del Commune di Milano, avisando ciascuno, che essendo il detto feudo stato abbopcato in ducatoni settanta mille, et di piu quello che il detto Signor Presidente havesse arbitrate « E comparso il sudetto Sig. Hieronimo Ferari, qual ha fattoToblatione sequentc, cioe. a Avanti gli 111 ustriss. Signori Iacomo Mainoldo Presidente del Senato Eccellen- tissimo, et Alfonso Casato Questore etc. « Geronimo Ferraro a nomc della per- sona, che dira, ct nella forma da lui espressa nella sua prima oblatione, in termine delle cedole esposte ultimamente per vender il feudo, cioe Marchesato di Voghcra con le sue raggioni, et pertinenze, che si dice cssere stato abbocato a ducatoni settanta mille, 2J0 III. - VENDITA ED 1NFEUDAZIONE ct di piu qucllo che dichiarera il prefato Illustriss. Sig. Presidente, come in esso cedole. « Offerisce comprare detto feudo, et Mar- chesato a nom'e come sopra, per il prezzo de ducatoni settanta uno mil'e, da pagarsi nel modo, et forma, ct con li capitoli ct cautioni, che si contengono nclla detta sua prima oblatione, con dechiaratione, che eo ipso, che questa sua oblatione s'accetta nelli atti del Notaro Biancone a questo deputato s' intenda, et s' habbi per superiore, ct mi- gliore di qual si voglia altra, da qui adietro fatta, non ostante che l'oblatione di che si fa mentione in dette ultime cedule sia stata fatta dc ducatoni settanta milla, et di piu all'arbitrio del pref. Illustriss. Sig. Presidente; perche il detto Ferrari s" 1 intende che questa sua oblatione in ogni modo s' habbi per superiore, et migliore della sudetta, cosi che non comparendo hoggi persona che accresca il detto prezzo de ducatoni yi mille detto Dl VOGHERA 2/1 feudo, et come sopra si deliberi al detto Ferrari, come quello, che ha fatto migliore oblatione, et non facendosi la delta delibe- ratione hoggi, esso Ferraro s' intende esser iibero, et disobligato da questa, et da ogni altra sua oblatione, et obligatione fatta in materia di qucsto feudo, se pcro cosi a lui parera, et non altrimente, overo altro non s'accordaste con esso Ferrari hoggi in con- trario, signat Geronimo Ferrari etc. « Et subito si e fatto publicar dal detto trombetta la soprascritta abboccatione ue 71 mille ducatoni. « Et e comparso il sudetto Sig. Carlo Perrone, qual ha oflerto ncl modo gia detto da lui ducatoni settanta due mille di Zecca di Milano , la qual oblatione subito si e publicata. « Et subito il detto Sig. Ferrari ha offerto comprar detto feudo nel modo, et forma da lui ofTerti per il prezzo de ducatoni set- tanta quattro mille. 2J2 III. - VENDITA UD INFliUDAZlOXE (( Et mentre si andava publicando, il dctto Sig. Carlo Pcrrone ha OiFerto ducatoni set- tanta cinque mille nel modo gia dctto : « Et mentre si publicava la detta ultima oblationc il dctto Sig. Hieronimo Ferraro ha ofTcrto di comprarlo per prezzo de du- catoni ottanta mille, nel modo, et forma da lui ofTcrli nclla prima sua oblationc. a Et successivamente il dctto Sig. Carlo Perrone ha ofTcrto comprar il dctto fcudo per ducatoni ottanta uno mille nel modo, et forma che si e dctto. « Et il detto Sig. HieronimD Ferrari nel modo , et con li capitoli da lui datti ha offerto comprar il dctto feudo per prezzo de ducatoni ottanta due mille. « Et il detto Sig. Carlo Perrone ha offerto comprar |il detto fcudo per prezzo de du- catoni ottanta tre milla nel modo, ct con li capitoli da lui offerti. « Et essendosi piu volte incantato dal dctto Trombetta, et invitato ciascuno chc Dl VOGHERA 2~ ) aspirava comprar il detto feudo, che com- parisse a far la sua oblatione, perche hoggi, et in questo ponto si voleva infallantemente deliberare; et aspettatogran spatio di tempo, et piu volte sonata la Tromba per veder se a'cun'altro compareva a far megUor obla- tione, ne sendo compar,so aliro, che li sudetti, et essendo I'oblatione di esso Sig. Perrone meg'ior, et superiore dell'altra. « Pero li detti Illustriss. Signori Presi- dente, et Questor Casato hanno deliberate, et deliberano il detto Feudo di Voghera con titolo di Marchesalo. con tutte le sue rag- gioni nel modo esposto nelle cedole, al detto Sig. Carlo Perrone presente, et che accctta, a nome dell' Illustriss. Sig. Don Amadeo del Pozzo Cor.te di Ponderano, et Reano, et Cavagiier della gran Croce de Santi Mauritio, et Lazaro, persona che lui nomina in virtu della facolta che ha in detta sua oblatione, et con li capitoli modo, et forma in essa contenuti, obligando pero il 2/| 111. - VENDITA LD 1NFEUDAZ10NE detto Sig. Perrone la persona, et beni suoi proprij insolidum, et con le debite renontie, per osservatione di quanto ha promesso in delta sua oblatione, et si contiene in questa deliberatione, pegno alii detti Illustriss. Si- gnori Presidente, et Questor Casato , et a me Notaro persona publica stipulante a nome della detta heredita di esso Illustriss. et Hc- cellentiss. Sig, Conte di Fucntes, et di ogni altra persona, che possa havere interesse, et si estendi in ampla forma , con le debite renontie, patti essecutivi, et giuramento di attendere etc. (( Et de praedictis etc. « Actum in Camera inferiori audientiae praef. Illustriss. Praesidis, sita in P. O. P. S. Babilae, foris Mediolani etc. interfuere ibi. « Testes Ferdinandus Dossena Causidicus Collegiatus f. q. Francisci, P. R P. S. Ioannis in Conca Mediolani, Franciscus Bernardinus Aliprandus f. q. Christofori P. O.P. ?. Ste- phani in Brolio foris Mediolani et Io. Pro- Dl VOGHERA 2J ) thasius Guidus f. q. Causidici Caesaris P. O. P. S. Teclae Mediolani, omnes noti idonci etc. « Modo pro executione dictae delibera- tionis, et et memoratae et Excellentiss. Do- minorum Comitis Fontium dispositions, praefati Illustriss. D. Iacobus Maynoldus Praeses Excellentiss. Senatus fil. q. Per Illu- striss. D. Io. Baptistae I. C. Collegiati Cre- monae P. O. P. S. Babilae foris Mediolani, et Alfonsus Casatus ex Reg. Ducalibus Quaestoribus Extraordinariorum Reddituum Status Mediolani, et legatus suae Catholicae Maiestatis apud Helvetios fil. q. Multum 111. Domini Hieronymi Reg. Due. Thesau- rarij Generalis huius Status P. N. P. S. Sil- vestri Mediolani utsupra deputati virtute cuiuscunque facultatis eis tributae utsupra per dictum Excellentiss. Dominum Comitem Fontium in dicto eius testamento; assistcn- tibus quoque praefatis Dominis Fiscale Be- sutio, et Hieronvmo Strata. 2/6 III. - VEND1TA LD INFEUDAZIONE « Volontarie etc. « Et omnibus modo etc. « Fecerunt, et faciunt venditionem , et datum ad proprium etc. « Dicto Per 111. Domino Carolo Ferrono ex Comitibus Fancti Martini fil. q. Illustriss. D. Antonij P. C. P. S. Thomae in Terra Amara Mediolani, praesenti, et ementi, ac nobis Notarijs infrascriptis omnibus stipu- lantibus, et acceptantibus nomine praefati Illustriss. Domini Don Amadei de Puteo, Comitis Ponderr.ni, ct Reani, et Equitis magne Crucis Sanctorum Mauritij et Laz- zari , absentis etc. licet forensis, et non subJiti huic Dominio, iilij q. Illustriss. D. Ludovici Primarij Praesidis Excellentiss. Senatus Taurini, ac pro eius D. Comitis Don Amadei haeredibus, et succefsoribus quibuscunque tarn singu'aribus, quam univer salibus iuxta facultale expressam in dictis cedulis utsupra insertis, ac tenorem Investi- turae factac in praefatum Excellentiss. D. Co- 01 VOGHUKY 277 mitem Fontium, et privilegij ei concessi, pro quo D.Cj. Do:i Amadeo etiam ex causa con- stituti, et ex persona propria, et etiam omni meliori modo etc. promittit de rato etc. et de ratificari faciendo omnia, et singula in hoc Instrumcnto contenta a praefato D. Don Amadeo per publicum, et solemne Inslru- mentum consignandum dictis Illustriss. Prae- sidi, et Quaestori Deputatis utsupra, hinc ad menses duos pfoxime futuros in publicam, et authenticam formam, sub refFectionc etc. pignori dictis D. Deputatis veaditoribus prae- sentibus etc. ac nobis Notarijs infrascriptis stipulantibus mr.riinj omnium, qu vum in- terest, renunciando exceptioni pronr.ssionis facti alieni, et quod fecerit omne possibile, et cuicunque alij iuri etc. quia licet etc. nihilominus etc.et. cum particulari iuramento etc. certificatus etc. declarando etiam quod, etiam consignata dicta ratiticatione, dictus D. Perronus obligatus in solidum remaneat, itaquod semper , et in quocunque casu 2J^ III. - VENDITA ED lNFLIUDAZLON'E principaliter, et insolidum conveniri possit, rcmota omni exceptione, quia sic expresse conventum fuit, ct hoc pro solutione dicti pretij, ct donee illud solutum fuerit tantum. « Nominatim de dictis Terra, Feudo ct Marchionatu Viqueriae in hoc Statu Mc- diolani, cum suis castro, seu Pallatio posito in dicta terra Viqueriae, cum suis aedificijs, et viridario Villisg locis, Iurisdictionibus, per- tinentijs, redditibus, honoribus, ct praeroga- tivis, privileges, et iuribus quibuscunque ut latins continetur in dictis cedulis, et pri- vilegio, quibus digna habeatur relatio. « Item de dicto titulo Marchionatus. « Item de omnibus alijs iuribus etc. « Cum solemnibus tenore, cessione iurium, et actionum , translatione Dominij , et pos- sessions , et quasi possessionis respective, et debite refTerendo utsupra; constitutione missi, et procuratoris inrem suam propriam modo quo supra, positione in locum dicto- rum Dominorum Deputatorum nomine prae- di vogherA 279 dicto, et dictae haereditatis, ius, et statum etc. cum promissione etc. defendendi, et manutenendi etc. in forma communi, et iuris et obligantes bona etc. et. haeredilatem prae- fati q. Excellentiss. D. Comitis Fontium, et citra quamcunque obligationem etc. per- sonarum, et honorum dictorum Dominorum, Depuiatorum, et non aliter etc. « Et pretio ducatonorum octuaginta trium mille ciissionis Mediolanensis, solvendorum in cedulis pecuniarum cambij positarum, seu ponendarum per dictum Comitcm Don Amadeum, seu eius nomine, in locis banci Sancti Ambrosij Mediolani iuxta ritutn dicti banci. (( Quod prctium in cedulis utsupra dictus D. Perronus nomine praefati D. Comitis Don Amadei promittit obligando etc. tarn personam, et bona propria, quam personam, et bona praedicti D. Comitis Don Amadei, et in solidum utsupra. Renuntiando Novis Constitutionals etc. certioratus etc. et Item 280 III. - VHXD.TA liD INFEUDAZIONIi etiam in specie dicta bona, et iu:a utsupra vendita, quae interim, ct donee dictum pre- tium integre persolutum fuerit, cadere non possint in alicuius alterius etiam quccumque privilegio privilegiati obligationem, aut Do- minium, sed censeantur, et sint reservata, prout reservantur praedictis DD. Vendilo- ribus, etiam de consensu ipsius emptoris, etiam ad effectum licite percipiendi fructus, seu interesse loco fructuum, et etiam ad omnem bonum sinem, et effectum praedictis DD. Venditoribus modo quo supra melius profuturos, item quaecunque alia dictorum Dominorum Perroni, et Comitis Don Amadei insolidum utsupra bona etc. Ita quod per specialitatem non derogetur generalitati , et e contra pignori praedictis DD. Venditoribus, ac nobis Notarijs stipulantibus utsupra dare et solvere et loco solutionis cedillas ipsas consignare praedictis Dominis Venditoribus, statim obtento, et consignato praefato D. Co- miti Don Amadeo vel suis etc. Regio assensu Dl VOGIIIRA 28l et approbatione, et confirmatione huius In- strument^ et data eidem D. Comiti Don Amadeo actuali possessione dictae Terrae, Feudi, Marchionatus et suarum pertinentia- rum, et iurium, ct tradita dicta actuali pos- sessione , sou ut supra , dictae cedulae deleantur e capite dicti Don Amadei, et ponantur in caput praefatorum Dominorum Deputatorum Venditorum nomine quo supra, itaut emolumenta dictarum pecuniarum ce- dant abinde in antea ad beneficium dictae haereditatis, praedicti Excellentiss. D. Comitis Fontium, cum hac tamen conditione , ut pecuniae non possint levari e dicto banco, nisi postquam dicta bona, et iura, ct utsupra transiverint libera ad cridas fiendas, et in casu alicuinus contradictions, seu contradic- tionum ipsis cridis fiendae, seu fiendarum, liberentur ab ipsa contradictione , seu con- tradictionibus, et a iuribus in eis, sen ca contentis iuxta forman pacti, de quo infra. « Pacto etc. quod dicti D. Deputati 202 HI. - VENDITA ED INFEUDAZlOtfE tencantur expensis dictae haereditatis obtinere et reportage a Sua Maicstate dictum Regium assensum approbationcm, et confirmationem huius contractus, et ad maiorcm cautelam, quatcnus opus sit, novam Investituram, cum insertione privilegiorum , seu concessionis iam per Suam Maiestatem concessae, et factae dicto Excellentiss. Domino Comiti Fontium, et dictae suae dispositionis tcstamentariae, circa dictam venditionem , et huius vendi- tionis Instrumenti , et omnium in eis con- tentorum; et reportare ordinem a Sua Maiestate ad cum, cui eidem Maiestati Suae placuerit, recipiendi a dicto D. Comite Don Amadeo debitum iuramentum fidelitatis, sine tamen praeiudicio fidelitatis per eum debitae suo Principi naturali, et etiam debitae ratione aliorum feudorum, alijs Principibus. « Sed dictus D. Comes Don Amadeus teneatur ratione dictarum expensarum, ac- curae, et diligentiae. solvere ducatonos quin- quecentum Mediolani, et ad hunc effectum DI VOGHERA 283 consignare praedictis DD. Deputatis, seu cui ipsi mandaverint, opportunas litteras cambij ; ultra vero dictos ducatonos quinquecentum ipse non teneatur ad aliquas expensas , airam, aut diligentiam in petendo, aut ob- tinendo dictas expeditiones , ct scripturas authenticas » (0 (i, Sebbcnc quest'atto di vendira sia troncato, pure in modo assai chiaro e prcc.so ci da la notizia c il irsodo del passaggio del feudo di Voghera nci Dal Pozzo, noache il rclativo prezzo di compera. Esso stetre lungamente nella famiglia Dal Pozzo, e cosi nel 1678 figura feudatario c Marchese di Voghera il Principe della Cisterna, clie era un Dal Pozzo. Se non che van diritti fcudali diedero luogo a lunghe controversie. Nel 1660 compare fra le altre la causa riguardante i dazi di Voghera, che volevansi accaparare dal feudatario Marchese Dal Pozzo Principe della Cisterna ed appartenevano realmenta per la matsima parte alia nobile ed antica famiglia discendente da Don Orazio Cavagna. NeU' anno 1634 fu rogato da Gio. Ambrogio Caccia notaio della Reggia Camera 1* istrumento di poss.-sso del feudo di Voghera per parte del Marchese Marc'antonio di Spigno. Mentre vien cercato tale documento da suo figlio nel 1652 gli fu negato dall'archivista Nava c cosi via di seguito. IV. ESTENSIONE MASSIMA DELLAGRO VOGHERESE COME PROVINCIA AUTONOMA. CARTA DEL TERRITORIO VOGHERESE DEL 16 76. /\flocra % T„r,IMbrr,L TC\ ' S.Eusebio ^* fliuno s~ SMbmo V \ J\y ° TerdiZ\ ^ (—Tiiihinni\riw.. r .i.. /jifl'{7TtftCHt) • - Ml •: ,lhi:i lio,n,ujii, sr { '■ HO Penos ■ liriiriilmut ~\'?t/l wih c o,/'™°lm «yB(ohbio D /• '/ i°.>'W'f-/& Strisfofaro ia/rtf/e \Hruyy; / ° forfeit TontL T ■ .. • ^ ■ ^ - 4OTW ^ . ok Curran ' •« ;r ^ (!i.-i/rK /£ v o I"//'' • imam mpefief/ol Of/one sollo Ottpne RoVareli Oirxola o Casanooa o '>■ >iclie IMe w/'' ^ ^^ ^a^^B^s ^^^ c 'on questa memoria intenderei Drovare come non solo da quando il Sardo Re Carlo Alberto imprese ad ordinare in divisioni e provincie amministrative i suoi Stati, venne Voghera designata a capoluogo di una delle piu popolose, ricche ed importanti provincie del Regno, bensi da piu lontani tempi essa vantava questo onore, godeva della supre- mazia politica e l'esercitava sopra territorio di estensione assai maggiore di quello assegna- tolepiu tardi, comprendendo tutto ilbobbiese, al di qua dei feudi imperiali, avanti che fosse 288 IV. - ESTENSLONE MA.SSIMA costituito esso pure in provincia autonoma c tutto il Siccomario fino al Gravellbne, prima che fosse aggregato alia Lomellina. Non credo necessario di tener conto delle lunghe lotte c'.ie colla punta della penna in luogo della punta della spada, furono con- dotte innanzi per secoli sempre assai urbana- mente tra la eitta di Pavia c il Borgo di Voghera, C 1 ) e che diedero luogo a studi, re- lazioni giuridiche, ( 2 - dissertazioni scientifiche, consultazioni legali e via via a tutto quanto nasee e s' ingrossa in simili interminabili pro- cedure, in simili cause cosi intricate come quelle che toccano pendenze, privilegi, ono- (i) Non volendo poi metterc in mezzo anche i d'ritti del Vcscovo di Tortona sul territorio vogherese concc">s : g!i con privilegio di Ottonc II Imperatore del 979 e distrutti sc non da akri almeno dall' Impcratore Federico I, e d.i Enrico I\ r privilegi del 1 164 e 1:91 dati a favorc di Pavia. (2) Meglio da allegazioni da Ugulejo, come assai opportuna- mente designs simili memorie il prof. Romano in una critica al primo volume di queste Mini. vie. sparse, appunto dicendo della djfesa dei diiitti vogh:resi dci Giureconsulti Mangini e Delia Tela, dell'agro vogherese 289 ranze, giurisdizioni , ingerenze, autorita, e prerogative e tutto quanto I'uomo seppe creare d' incaglio nel libero esercizio dei propri diritti, nel volonteroso adempimento de' propri doveri. Non credo opportuno di qui riportare in campg quelle placide lotte, le quali per quanto siano state una piccola e sbiadita rappresentazione di quelle che, in grande e in disastrose proporzioni, pur troppo si agi- tarono tra le citta italiane, nel'e civili di- scordie del Medio -evo, furono in ogni modo un dissidio infruttuoso ed inconsulto fra due luoghi fratelli nella vita politica e nella concordia delle aspirazioni, fra due citta che videro lungamente raccolte in una sola fa- miglia tutta la loro grande messe di patriot- tismo, di progresso, di coltura, a beneficio della terra che gia una volta, e per secoli, era riunita e con reciproco dolore dal 1743 al 18 ) 9 fu disgiunta da una barriera che la divise, e solo nella redenzione italiana rivide '9 2 90 IV. - ESTENSIONE MASSIMA rifatta I'antica famiglia colla riunionc delle sparse membra, e la fusionedei propri destini/ 1 ) La vecchia provincia Sarda di Voghera, e 1' artificiale provincia lombarda pavese con- giunte nell' italiana provincia di Pavia. Nella (1) Puo valere, e pubblico qui solo ad esempio c a docu- mento dell' ampiezza data a tutto questo cicaleggio, i titoli delle opere che trattano appunto della controversia relativa alle rispettive giurisdizioni sorta tra Voghera e Pavia e sono: De jure indiiae ac Regiae civiialis nostrae Papiae super Oppido Viqueriae ecc. opera del giureconsulto pavese Pietro Giuseppe Crotta; in contradizione di una precedentc memoria intitolata: Pro Communilale Viqueriensi ihema est; quod inclita civiias Papiae nonsit dominans respeclu Viqueriae, dovuta alia pazienzadei giureconsulti vogheresi Pietro Paolo Della Tela c Andrea Mangini e cio tutto dopo che da lunga mano era stato dai pavesi ampiamente rico- nosciuto nei vogheresi il diritto d' eleggersi il proprio podesta o pretore o vicario di provigione, con giurisdizione non solo sopra la Comunita ma bensi anche su tutto il territorio che ne dipendeva, per intervento di Salario Cavagna, coll'atto pub- blico del 26 giugno del 1276, sottoscritto dal notajo Federico Casella e rogato dal notajo Onnibono da Soncino, c che dice appunto « predict! Comunis ct hominum burgi Viqueriae de cetcro ab anno novo proximo venturo in antca in perpetuum ita et taliter quod predictum comune ct homines dicti burgi Viqueriae possint Dl LL \GRO VOGHERHSE 291 dolcezza di questo amplesso scomparirono i nomi di Campagna soprana pavese, Cam- pagna sottana pavese, Parco vecchio, Parco nuovo, Siccomario, Lomellina, Contado di et debenn: et eis licitum sit cligcrc ct habere et tenere ilium ct iilos quern et qujs voluerint potestatcm ct rcctorem dicti Comunis et hominum dicti burg; ct de ipsa potestaria et rc- .' dicti loci quid quid voluerint faciunt et facere possint comune ct homines dicti burgi ad coruni liberam volun- tatem » Ci6 pare avrebbe dovuto tenere tranquilli gli animi per tutti i secoli venturj, ma non fu cosi; e nel volume pieno di document! intitol mdas ad earn sui principaiu mem ab olint Sacr. Caejar. Ma u lis imi Imperaiorh I. poldi Prim: C R . Cehhud'.ni 'P. 'Dticli Sabaudiae • cum an nmario facti et prlvihgiorum ad Sacrum Hs>m. Impsrium Ticini Regii 1711,, abbia la prova cho sebbene la queitione si I'os^c assai piu allargata, comprcn- dendo tutto l'Oltrc-Po pavese, e ne veniva toko il carattere ijo'are, pure viveva tuttavia agitata. Sta in fatto, per tut' a 1, die la citta di Pavia, ottenne dagli Imp »ra tori Federico I, Enrico VI, Federico II negli anni I, 1191, i-:9, e 12- 1 imi privilegi coi quali venivan ...i tutti i luogh d 1 Lomellina, dell' Oltrc-Po pave>e, del Siccomario di parte dell* Alessandrino e delle enm- pagnc circostanti a Pa ndoli in larga misura alia giurisdizio I irtona. 292 IV. - ESTENSIONE MASSIMO Vigevano, Oltre-Po pavese, Marchesato di Voghera, Langhe Malaspine, feudi Vermeschi, bobbiese, feudi Imperiali, principati Fieschi c D'Oria; tanti erano i nomi che designavano le nostre terre. Piu nulla di tanto acre odore Medio-evale; ma in luogo la sicurezza della conco:dia nell'amato nome della Provincia di Pavia, che se corrisponde in gran parte all'ari- tico principato pavese, per 1'estensione de' suoi conrini, dice esclusivamente di un'ordine tut- t'afTatto nuovo nell'indirizzo della nostra vita politica, per la nazionalita del nostro govern), per l'eccellenza delle nostre istituzioni. Saltando cosi a pie pari molte argomen- tazioni che si farebbero a questo caso, ma mi renderebbero troppo noioso, e lasciando il compito alle descrizioni ed agli elenchi, in buona parte riprodotti in questa memoria, fra mezzo a codesti cenni, di provare in modo preciso quale fosse 1'estensione mas- sima della provincia di Voghera, che io faccio rivivere nella denominazione di Agrovogherese, DELLAGRO VOGHERESE 29} titolo onorando a questo raodesto Iavoro, qui, solo per rendere piu facile al let- tore T abbracciare in modo esatto il mio intendimento , dim conic fino da quando Filippo Maria Visconti Duca di Milano voile compensare generosamente i servigi che a Iui venivano prestati dal suo fedele capitano Conte Luigi Dal Verme, a titolo anche di gratitudine per le grandi bene- merenze del padre di questi, il celebre ge- nerate Iacobo, gli donava in feudo, con atto del 26 marzo 1436, Voghera, Bobbio, Castel San Giovanni e tutti gli estesi e ri- spettivi territori, distaccandoli dal principato di Pavia e facendone uno stato vermense rimasto lungamente in possesso dei Dal Verme, che fecero di Voghera la loro quasi abituale residenza e la capitale dello stato. (') (i) E tanto vcro che Luigi D.il Vcrmc considerava Voghera il luogo piii importante dcllo Stato suo, connposto oltrc che di Vogliera c di tutto il suo territorio, anche di Bobbio , di 29-| IV.- ESTENSIONE MAS SIM A Da quell'epoca le eitta Voghera c Bobbio non furono che raramente disgiunte, avendo poco interottamente seguite insieme le for- vari feudi, quali la Signoria di Zavattarello, il Marchesato di Pietra Gavina, la valle di Romagnese, le Signorie di Ruitio, ia Corte Brugna'.ella, e di Castel San Giovanni nella pianura, mando tosto sua lr.oglie Lucchina, figlia dello sciagurato Come di Carmagn'ola a Voghera, ove clla vear.e ad abitare nel tnaggio del 1436, dimoiando nel forte castello, tenendo corte princi- pesca e pare riccvendo le visits del marito suo, del signore del novcilo stato vogherese. In Voghera Lucchina abiro per niolti aniii c vi niori nel 1473 e con gran pompa fu tumulata nel tempio di San Lorenzo secondo quanto scrisse il Cano- nico Manfredi. Non pochi pcrsonaggi dell' illustre famiglia Dal Verme risie- dettero nella capitate dei loro Stati e vi morirono, e tra gli altri Pietro n:on avvelenato in Voghera il 17 ottobre 1485, e Matteo Dal Verme visse e mori pure in Voghera nel 1 1^3 c come la pia sua parente Luchina fu anch'egli s.polta nella chicsa di San Lorenzo. I suoi figli Marcantonio c Federico, vivevano gia da molto tempo c trovavansi in Voghera all'occasione della mortc del padre loro Matteo Dal Verme e dovettero partirsene fuggendo il p imo in val di Nuro, il secondo a Mantova, perche ricer- c.t'vi da Lodovico il Moro, insignitosi della Signoria di Milano, e di parte degli Stati Vormejchi, che ma.:do appuato in Voghera i suoi soldati per farneli prigione. DELL AGRO VOGHERESE 29; tunose sorti dei vari signori che si successero nel dominio dello Siato voghercsc, quali i Dal Yerme, i Luxenburgo, i Sanscverino, i Re Si sa poi come nel 1547 vennero e stettero lungamente in Voghera il Come Francesco Dal Ycrme e la di lui consorte Ottavia, c qui s'ebbero grandi onoraiuc Ja parte dei cittadini, come si pu6 leggere nel primo volume di quest' opera alle pagine 12 e 15 della memoria intitolata : Stemma e Sigillo del commie di Voghera. Giacomo Dal Yerme mori in Voghera il 6 luglio 1665, Pier Luigi, vi mori nel giorno 17 ottobre 1701 dopo di avervi costruito il grandioso palazzo Dal Verme che In per secoli nobile residenza dei discendenti degli antichi signori dello Stato vo- gherese ed appartiene tutt'ora a questa illustre e benemerita famiglia. Molte lettere, non pochi diplomi emanati dai Dal Verme portano la data di Voghera come molti atti loro sono sicura prova dell'alta considerazione in cui essi tenevano questa citta, calcolandola capitale dei loro Stati, e qui infatti non solo vis- sero e morirono vari personaggi del casato Dal Verme ma vi nacquero, quali ad esempio Antonio e Ferdinando Antonio che ebbero i natali in Voghera, il primo il 28 dicembre 1647 e ^ '1 secondo il 31 dicembre 16/4; come pure vi nacque Laura Tere;a Dal Verme il 18 dicembre 165 1. E nel monastero di S. Catterina di Voghera non poche donzelle di questa casa presero l'abito monacale e vi morirono, come Giulia, mortavi nel 1672, Ippolita nel 1679, Maddalena nel 1677, Monaca nel 1690. 296 IV. ESTENS1QNE MASSiMA di Spagna, gli austriaci dominatori, i gene- rosi principi Sabaudi, prima quali Re di Sardegna, e poi, per benedizione del cielo, come Re d' Italia; essendo stato fuggevole, e quasi uno strappo momentanco il rapi- dissimo avvicendarsi in Voghera del genovese Marc'antonio Giudice e del Conte Azevcdo, quali feudatari, restando poi il Marchesato vogheresc bensi nella famiglia Dal Pozzo centocinquantotto anni, ma per cessLne del Principe della Cisterna Don Giuseppe x^lfonso del Pozzo, ritornando Voghera nel 1770, du- rante il Regno di Carlo Emanuele, a riunirsi all'antica sorella I'alpestre Bobbio, per riflire la primiera tamiglia e prenderne anzi il go- verno, col titolo di citta e come capitale di tutta la provincia vogherese. Noto poi che questa provincia erasi costituita con tutti i luoghi compresi nelTOltrepo pavese quali o!tre quelli di Casteggio, Rivanazzano, Casei, Sale, Broni, Montalto, Stradella, \'arzi, Godiasco, Zavattarello tra i maggiori, e di DULL AGRO VOGHERESE 297 tutti i^li altri minori, anche ed esenzialmente di Bobbio con tutto il suo territorio e del Siccomario, fino presso alle porte di Pavia. Cosi dal Qogado di Geneva al Ducato di Milano, dal piacentino al tortonese. Tutto questo e chiaramente latto cono- seere ed addimostrato da vari scritti, dai cataloghi delle varie giurisdizioui ammini- straiive, e fra gli altri dai seguenti lavori : 1 . - Giunte o corre^ioni al Tomo I dell'opera intitolata La Italia geografico - storico - po- litlai di Antonio Fedcrico 'Busching, di inollo accresciuta corretta c omnia di Rami con una appendice di consider abiM aggiunte ecc. Stam- pate in Venezia, nel 171X0 presso Antonio Zatta ; aggiunte che trovansi alia parte sc- gnata B, dell' appendice e fanno emenda- mento a quando e stato stampato in quel volume alia pag. 163. Queste aggiunte furono dettate da quel paziente e dotto scrittore di cose vogheresi che fu Antonio Maria Bonamici, come ne 298 IV.- ESTENSIONE M\SSIM.\ sono fatto certo dalle memorie manoscritte, pure riguardanti lo stesso argomento, esi- stenti presso di me e dovute a lui , e che corrispondono in buona parte a quanto venne stampato nelle aggiunte all' indicata geografia, riguardanti la parte del milanese, che come vi vien detto «• comprende la parte del pavese tec. » staccata dalla Lombardia ed aggregata al Piemonte, col trattato di Worms del 1743. Pubblico, col raffronto del manoscritto del Buonamici, lc aggiunte, le modificazioni, gli ampliamenti in esso esistenti, e con alcune mie note, questa descrizione della provincia di Voghera, perche intrinsecamente d'alto interesse; e perche giovevolc a sor- reggere il mio asserto ; e perche sicuro do- cumento del grande affetto dal Buonamici tributato alia sua patria, e la pongo in testa agli altri scritti che fanno seguito a questi cenni, e perche perduta la in fondo ad 1111' opera gia da un pezzo completamente DELl'aGRO VOGHERESfi 299 dimenticata , e perche era ormai tempo die fosse rivendicata a quel sommo vo- ghcrese la paternita di questo interessante lavoro, e finalmente perche 1 nella sua bre- vita esso contiene tutto quanto meglio possa valere a confermare, coll'autorita del padre della storia vogherese, quale fu I' importanza, l'ampiezza, la circoscrizione della provincia di Voghera; quali i luoghi cospicui che com- prendeva; quale T influenza che da Voghera, citta capitale emanava e correva ai piu lon- tani luoghi che felicemente gli erano soggetti. 2. - L 'Editto di Sua Maesta il Re di Sardegiia pel micro cmsimento nelle proviucic di Alessandria, Lumellina, Novara, Pallan^a, Vigevano, Tortona e Voghera, col sucessivo com- parlimento delle medesinie in data del ij set- tembre i~j~, > , dal quale risulta come la provincia di Voghera era costituita dai tre distretii di Voghera, di Bobbio e del Sicco- mario. Pubblico questo documento ufficiale sotto 300 IV. - HSTHNSIONE MASSIMA il numcro 2, e lo raceomando a chi dopo la lettura delle rettiffiche fattc dal Buonamici alBusching fosse tuttavia rimasto in qualche incertezza, come pubblico pure, sotto il numero 3 alio scopo di meglio provare il mio asserto cd a snebbiare completamente 1' orrizzonte, il Manifesto Smatorio con cui si slab Hi see il riparto nelle provincie di Novara, Pallaii{a, Torlona, Voghera c Vigevanj per agevolare c i\ n ler meno dispt n.liose Je Assisie lie' Giudici, con ulteriori prowedimenti a tale riguardo in data delli 29 agoslo ijSy; dal quale emerge come la nostra pfovincia averse Vogbera per capitale; come fosse divisa in tre cantoni; come i capo'uoghi dei tre can- toni rispettivamente fossero \ T oghera, Varzi e Broni , come nel cantone di Voghera si comprendessero o'tre i luoghi dalt' antico territorio vogherese anche tutti i comuni del Siccomario; come nel cantone di Varzi, oltre la stessa citta di Bobbio fossero com- presi tutti i luoghi del bobbiese, sino ai DELL AGRO VOGHERESE 301 confini dci feudi imperiali, e come il cantone di Broni si estendesse massimamente sui colli i piii rinomati per 1' intensita delle viti, e sulla pianura che dalle falde delle colline s'allarga lino al Po nei pressi di Arena. Se non fosse destinato ad altra memoria, pubblicherei qui un elenco dei Vassali ilella provincia di Voghera, che posseggo mano- scritto , e fu scritto quando la feudalita stava per estinguersi. Incomincia esso dalle seguenti paro'e : Voghera cilia inune J iata in virtu di cessione fattane al Demanio col castelb : 1 1 Maggie I'j'jo; da il nome di tutti i feuda- tari, chiamati dall'autore vassalli; un elenco dci luoghi, anche i piu piccoli, in ordine alfabetico, e comprende Bobbio, Fortunago, Oramala, Pietra Gavina, Sagliano, Varzi, Zavatterello e tutti gli altri luoghi del bob- biese, nonche tutti i feudi dell'antico Sic- comario e cosi compresi, come lo dice lo stesso titolo, nella provincia di Voghera. Dal'a Conven\ione generate segnata colla Real 302 IV. - ESTliNSIONU MASS1MA Corte di Torino il 4 ottobrc 17} 1 risulta chia- ramente come dei tre contadi chiamati prima Oltrc-Po pavese, Siccomario c Bobbiese se ne fosse costituito un solo ed unico terri- torio, che veniva poco dopo inha'zato al grado di provincia autonoma con proprie magistrature politiche, giudiziarie, ammini- strative, finanziarie, scolastiche e autorita militari e sorveglianze tccniche, stradali e idrauliche CO con Voghera sua capitale, a nobile ed illustre sede di tutti questi uffici provinciali e dicasteri governativi. Diro ancora che dal Manifesto Cctmerale per lo slctbllimento delle nuovc tappe d' insi- (1) L'Ufficio delle acque e strade oggi d.nto del Genio Civile fu riordinato piu tard : , e ncl 1815 con R. patenri del 3 111.11/0, fu nominato Sovr'inlendente generale itll'Ufficio del Capiianalo della Darsena per le provincie di Alessandria, Torlona, Voghera, e Lo- mcllina, e che aveva la sua sede in Voghera, il Marchese Dionigi Arborio di Gattinara, e venue deputato il 1 maggio del 1817 a luogotenente c reggente generale della Darsena, in Voghera il Cavaliere Contc aw. Giuseppe Cavagna, che v'era V. Giudice del mandamento e V. avvocito Fiscale. DELL AGRO VOGHERESE 303 iiiiii{ionc nelk cittii, tcrre, luoghi e jauli al pie d' esso discritti, in data delli <) novetnbre i~jo che divide la provincia di Voghera in quattro tappe rcttc dai luoghi di Voghera, Broni, Bobbio, e Varzi, trovo che a quelle di Vo- ghera e di Broni furono assegnati, divi- dendoli, i feudi del Siccomario, e in quelle di Varzi furono compresi i Marchesati di Godiasco e di Fortunago. E qui mi fermo, perche nelle note che aggiunsi alia descrizione della provincia di Voghera dettata dal Buonamici, do alcune notizie da me raccolte sopra questo interes- sante argomento e sopra i luoghi che vi vengono nominati, e che ho potuto chiudere nei brevissimi spazi concessimi dalla forma di questa edizione, e poi perche e finalinente suonata Tora di lasciar la parola a chi tanto efficacemente saprasorreggere la mia impresa. Cosi venendo a trattare primamente del manoscritto autografo del Buonamici, da me posseduto, e contenente la piu volte citata 304 IV. - ESTENSIONE MVSSIMV descrizione della provincia di Voghera, diro come csso consti di otto fogli (16 faccie) di vtcchia carta cosi detta da protocollo e meglio notarile; con riempiute nove facciate. Porti in un canto, sulla sommita sinistra della prima pagina la data del marzo 1779 c mostra csscrc appunto quella del tempo in cui il Buonamici intraprese questo studio che venne pubblicato nel 1780. E scritto in co- lonna , ma la colonna che doveva essere hianca e quasi intieramente coperta da ag- giunte, correzioni, note. Porta un titolo, scritto nel lato di sinistra della prima pagina cosiconcepito: ccMemorie spettanti a Voghera e provincia compilate per l'appendice alia geografia Bi'isching poste in forma in altro scritto.» Quest' ultima dichiarazione prova come il citato manoscritto contenga le prime idee sul lavoro, che m p sso in ordine, venne poi mandato agli stampatori della nuova edizione della Geografia del bi'isching. Confrontando questo scritto cogli altri dell'agro vogherese 30; accertatamente riconosciuti di mano del Buo- namici, cade ogni dubbio che questo interes- sante lavoro npn debbasi pure a lui. Intendendo tener conto delle varianti esi- stenti tra la memoria stampata e quella ma- noscritta, Ie faro notare di mano in mano che andro innanzi colla pubblicazione del- l' appendice stampata, intercala ndole nel corpo sempre al loro posto insieme a tuttc le no'izie che esistono nel MS. e furono omesse nel'a pubblicazione. Tanto il MS. quanto lo stampato co- minciano cosi : « Tra le provincie smembrate dal Ducato di Milano e cedute alia Real casa di Savoia nel trattato di Worms l'anno 1753, ( x ) una (i) Prjcisamcnte d_>l 13 settembre, mentre poi la cossione di tutta questa provincia fitta dall' [mperatrice Maria Teresa al Re Carlo Emanuele III fu b nd.ta ufficialmente dal balconc del palazzo municipale di Voghera alii 1 | di gennaio del 174), e venne presa in posscsso dai dolegati del Re di Sardegna il 25 gennaio successivo. 2.> 306 IV. - ESTENSIONE MASS1MA delle principali e piu vaste e la parte del pavese che resta a mezzodi del Po, Ticino c Gravallone, (') appellata provincia Oltrcpb pavese, ma piu comunemente detta oggidi provincia di Voghera {2 ) da] nomc della r/7/^i cap i talc. » Qui l'autore nel suo primo schizzo all' in- dicazione della vastita della provincia, ag- giunse chc era « di maggior conto » ed omise quella, che si chiamava « provincia Oltre-Po pavese. » Qui, non volendo tediare il lettore col far rimarcare alcune modification!, solo di (i) Ua canale secondaiio del fiumc Ticino di front c alia citta di Pavia e che fu preso quale confine in quella parte dei due territori. (2) E continue a mantenersi indipendente con propri consigli provinciali per 1' amministrazione, la pubblica ist.uzionc, la sanita; con propri bilanci ; Governatori cd Intendenti c ufFici demaniali c di finanza; magistrati d'ogni ordine; proprio com.:ndo militare, ed infine con un'autonomia che solo cesso nel 1859, nell'occasione del suo incorporaruento nclla provincia di Pavia, colki quale s'affratelk) in una sola e tranquilla famiglia. DELL AGRO VOGHERESE 307 forma, che toccano questo primo capitolo, do soltanto una notizia importante s aggiunta che trovai ncl MS. e che il Buonamici avrebbe fatta cosa utile a comprendere nella memoria mandata alle stampe e dice: « Una delle carte piu esatte della medesima ( pro- vincia di Voghera) si erode essere quella delineata a penna, estratta dalle misure del nuovo censimento di Milano (del Ducato) della quale principalmente ci siamo serviti nel descriverne le dimensioni. Continuando nella stampa trovasi : « la sua estensione in lunghezza dal torrente Bardonezza (') o sia dal luogo di Par- panese , che confina col piacentino , sino al Tanaro che la divide dalla provincia di Alessandria, e di quarantotto miglia comuni d' Italia incircajC 2 ) la lari^hezza dal Ticino I l Che serviva di confine d.ii colli di Golfevcnzo ,il To nei prcssi del territorio di Castcl San Giovanni. 1 -' 1 < lirca settantatrc chilometri. J08 IV.- ESTENSIONE MASSIMA c Gravellorie sino alia Trebbia, o a dire meglio sino a' confini del Bobbiese coi feudi Imperiali finitimi alio Stato genovese, (') e di miglia quarantasei circa ; (2 ) e tutta la superficie di essa pu6 ascendere a circa 750 miglia quadrate, ft) compreso il Contado e il territorio di Bobbio che viene considerato come un distretto di questa provincia, dai cui Regi Uffizii dipende, come diremo.d N » Qui Tautore nel MS., fa un'altra aggiunta chedando con maggiorechiarezzarestensione di questa provincia non mi perito a qui (1) E evidente che qui I'.autore comprendc nclla provincia di Voghera .inch: tutto il Contado cd il territorio di Bobbio propriamente detto, e;cludendo solo i fcudi imperiali, che er.mo po?seduti dai Fieschi e dai D'Oria di Genova, come Stali fino a'l'ora indipendenti e conic meglio si esprimc poco dopo. (2) Circa settantun chilometri. (3) Circa 1 130 chilometri quadrati. Da quanto scrive I'autore risulta poco esatta la uotizia data dai Can. Manfiedi, che limita la lunghezza delta provincia di Voghera a sole 35 miglia in luogo di 48 e la sua larghezza a miglia 40 in luogo di 46, co:i una sensibile diminuzionc di superficie. (4) Vedi la nota 2, a pag. 300. Dell agro vogherese $09 tar pubblica, anche .1 maggior prova dell'ac- curatezza del Buonamici nolle ricerche che meglio potessero giovare all' illustrazione della patria nostra. Per essa sappiamo che « la provincia di Voghera col bobbiese, secondo Li citata carta a penna, considerata la lar- ghezza maggiore colla minore c di miglia 17 circa, di trabocchi 68 j 3 / 5 cadauno milanesi di braccia tremila. « La lunghezza maggiore colla minore e di miglia 28 circa. cc Moltiplicato 28 per 17, sono miglia quadrate 476 circa di superficie. « II territorio di Voghera W e circa (1) Quello cioc che era govern.ito dal proprio podesta o pretore, e secondo altri e tra i primi secondo 1' cruditissimo Co;r,m. Giovanni Vidari , da un Vicario di provvigioue alia guisa dei corriuni di M'lano e di Pavia. Seno !che quest' ul- tima asscrzione potrebbe esscre nata dall' aver confusa la carica di Vicario di provvigione con quella di Vicario o luogoteiuntc d.l Podesia, che lungamcnte figura ncll* amministrazione del coniunc di Voghera c della quale tenni conto negli el dei Podesta c dei Vicari di Voghera da me pubblicatl in entrambi questi volumi. 310 IV. ESTENSIONE MASSlMA miglia 17 quadre di superficie onde verrebbe ad essere circa la ventottesima parte di tutta la provincia. « II total pcrticato del territorio di Vo- ghera, secondo una memoria del Sig. Tomaso Dama fatta pel censimento, compreso Oriolo, ascende a pertiche 89,397,6 misura mila- nese. (') Cio posto cioe che il territorio di Voghera fosse la 28.' parte di detta provincia e sue pertinenze, il nostro territorio, quasi di novanta rnila pertiche, (le quali) molti- plicate per 28 danno pertiche 2,500,000 circa e a tal perticato ascenderebbe tutta la pro- vincia suddetta colle sue pertinenze. ( 2 ) (1) Di fatto, dictro 1' Ani.uario statistico dcllc provincie di Lombardia per l'anno 1862 risulterebbe di pertiche 89,002,09,6 e col comune di Pizzale, che in quell' epoca faceva parte del territorio di Voghera, di pertiche 98,441,30.6. (2) II che e 1111 errore, pcrche riassumendo i dati, divisi per comuni, del citato Annuario, la superficie delta provincia di Voghera, esclusa la piccola parte del Siccomario, che non ho potuto calcoljre, risulta di pertiche ccnsiiarie milauesi 1,178,102, DELL AGRO VOGHERESE ] I 1 « In questo tratto di paese si contano due citta, n diversi grossi borghi (2) e comuni 141 composti d' un maggior numero di villaggi, distribuiti sotto 140 parrocchie, di- pendenti da quattro diocesi, cioc 54 da Tor- tona, 19 da Bobbin, 45 da Piacenza e 22 da Pavia. ( *) La sua popolazione oltrepassa Ie cento mila persone. (s) c segu:ndo l' esempio del Buonamici, nci calcoli, moltiplicatc per 6j4 chc c la misura in metri delle pertiche censuaric rni- lanesi abbiamo la superficiegenerale della provincia di Voghera a quell'epoca, ia 690,475,408 metri quadrati. (1) Quelle di Voghera e di Bobbio. (2) Quali Stradella, oggi citta, e meritamente, Broni, Sale, Casteggio, Casei, Rivanazzano, Godiasco, Varzi, Zavattarello , Montalto, Codevilla, Montu-Beccaria , Arena, ecc. (3) I comuni delle due provincie di Voghera c di Bol scomparse, per dar luogo a due circondari della provincia di P.. via, sommano a 101 e cioc 74 ncl circondario di Voghera e 27 in qucllo di Bobbio. Le parrocchie di tutta 1' antic. 1 provincia di Vogl ora sono divisc solo tra le diocesi di Tortonb e di B appartenendone 124 alia prima e 33 alia second. 1, fra tutte 156. ($) Col censimento del 1881 la popolazione deli'iuti 312 IV. - KSTLNSIONH MASS1MA « Quasi due terzi di questa provincia son montuosi; e la parte piana si stende dal piacentino sino al Tanaro per una lunga striscia vicino al Po, la quale lino verso il borgo di Stradella e larga poco piu di due mi- glia; quindi venendo verso I'occidente si dilata anche oltre il Po sino al Ticino e Gra- vallone, C 1 ) e la sua maggior larghezza, pas- sato il fiume StafFora ne' contorni di Voghera, giunge a quindici e piu miglia. ( 2 ) Vogherese e di 197,732 abitanti divisi in 157,872 pel circon- d.irio di Vogher.i, c 39,860 per qucllo di Bobbio, restando esclusa quella del Siccomario, che fu calcolata assicme alia popolazione della Lomellina. (1) Comprendendo tuna quella fertile regionc chiamata Sic- comario, che quasi rappresentasi quale un' isola in mezzo al pavesc propriamente dctto, alia Lomellina ed all' Oltrepo vo- gherese o pav;s; come solevasi dire vecchiamentc. (2) L'autore qui allude a quella vasta ed ubcrtos.i pianura che dai borghi di Codevilla, Retorbido, Rivanazzano, lambenti i picdi dei colli, s'cstcud: fi:io al Po, ove dividesi nci territori di Casei-Gerola , Bastida de'Dossi, Silvano-Pietra, Corana, Cervesi m, Pancarana, Bastida-Pancarana e piu centralmente in quelli di Pizzale, Porana, Calcababbio, Branduzzo e via via, c fu scorsa per secoli da tauti eserciti di cosi svariati paesi. DELlA\GRO VOGHERESE } I ] Qui varie correzioni, alcune aggiunte ri- pudiate si compendiarono in quanto fu stam- pato e continua. « Generalmente pero contiene un terreno molto fruttifero e delizioso ; e Ie sue cam- pagne piane sono assai fertili e proJucono special mente tanta copia di grano e di me- lica, che tie somministrano alle vicine pro- vincie. Lc colline poi sono amene, coperte di vigne ed alberi che danno frutta in ab- bondanza. (') 11 vino di esse e molto delicato, (i) Anticamentc erano fittc di rocche, castelli, torn, fo; tilizii, quali qu;IIi di Oramala, Pietra-Gavina; Nivione, Godiasco, Varzi, Piumesana, Calcinera, Tone d'Albera, Zavattarello, So- ri.nco, Mont'arco, Montecalvo, Rocca do' Giorgi, Nazzano, Mon- talto , Moatedondone , Sant' Antonino , Murisasco , N^biolo, Fortunago, Castcggio, Stradella, Cicognola, Glarola de Curtc, Broni, Monralino, Montebello, Rovescah, Pietra, S. Giuletta, Stcfanago, Montepicco, Rocca Susella, Montesegab, San M r- la, Sant' Albaao, Staghilione, Retorbido, e molti altri, dci quili parte furono distrutti, parte sono in lovina, c 314 IV. - ESTENSIONE MASSIMA c viene ricercato assai. (0 Abbonda pure la provincia di seta, die riesce d'ottima qualita per ogni lavoro. l2 ) p.irte furono ridotti a como.le abitazioni per ospitarvi alcuni degli antichi Signori, che spesso vi villegiano non piii colla burbanza del Medio-evo, ma colla bonomia borghese della se- conda meta del XIX secolo, non piu facendosi teniere, m.i allietandosi di affctto e di riconoscenza. Molti di cs-.i meritcrebbero un' illustrazione particolare; io sarei desideroso di vedere all' opera quei giovani che nell'ozio della campagna, n3n si lasciano tentare dal vizio e vero, ma mi pare troppo facilmente si lasciano sedurre dall' inerzia. (1) Oggi pid che m.ii, principalmente dopo che 1'industria del vino vi venne condotta al massimo perfezionamento e vi si fanno vini squisitissimi tanto ro.si che bianchi. (2) In mezzo a qu?i vigneti, lussureggianti di grappoli ; in mezzo a quei cam pi fitti di gelsi, pronti nella propizia st.igione ad orrrire I'alimento a quelle bestioline dette i bachi da sct.i, di breve ma tanto feconda vita, sorsero qua e la ville, case di campagna c principalmentj nci dintorni di Voghera, una miriade di microscopiche casette, che denotansi sotto il nomi- gnolo di vigne. Chiamano quelle nail' estiva stagione le piii opulenti famiglie di Milano, di Pav-a, di Voghera, a svagarsi in vita tranquilla e s.ma, e raccolgono qucste, domenicalmente, nella stagione delle vendemmie, molte famiglie modeste ed operose, in spensierate comitive, a rinforzare I'animo in un giorno di lietczza dopo una settimana di lavoro. bELL AGRO VOGHERESE J I) A questo punto I' autograft) del Bug— namici presenta molte correzioni, aggiunte fatte e poi cancellate, segni di vari pen- timenti, in parte giustificati, perche diedero occasione a migliorare e ingrossare la me- moria, e in parte ingiustificati perche vi lasciarono qualche vuoto. Qui ripete il titolo, con qualche modificazione , e pre cisamente « Memorie da aggiungersi alia Geografia del Busching Tom. 21 numeri IX N'ote sono sui primi colli, ad oscmpioja sontuosa villa del Marchese I; mbardi e il palazzo del Co;ne Scassi a Santa Giu- letta, quciio Pallavicino a Genestrello, che accolse il Gencrale Giuseppe Garibaldi ospitato dal Marche e Giorgio Pallavicino Trivulzi: unc degno delTaltro. Un martire dello Spilberg cho ospitava un eroe della redenzione italiana. Nonche sono pure rimarchevoa le villeggiature Bellisomi. Dal Pozzo, Lomellini, Centurioni ; via via a Monteb.llo; Durazzo a Retorbido; la villa Mazzoano del March.'se Curti, e quelle Marozzi e Valsecchi r.c'.le vicinanze di Casteggio, nonche la Giorgi-Vistarini alia Rocca; qu Hi Bianchi a San Damiano, tra i colli; e nella piaoura i grandio;i palazzi D'adda a Casatisma, Bo ta-Adorno- \i a Branduzzo, Gamb rana a Yocovera, cd altri, nonche i c.istolli ui Pinarolo, di Argine, di Arena, ecc, chc sono il 3 I 6 IV. - ESTENSLONE MASS1MA e X pagina 163 edizione del Zatta, 1777 0) » piu vi accenna ad una, « carta cografica dcgli Stati di S. M. il Re di Sardegna data in luce dall'ingegnere Borgonio nel 1683 corrctta ed accresciuta nell' anno 1772.)) Carta per certo imporiante nel caso nostro e della quale mi spiace non aver potuto fin qui retaggio della feudalita lombarda fra quests tcrrc, primeggiando credo fra tutti nelPAgro voghercse per ampiezza, grandiosita, favore di posiziono, larghezza di panorama, soliditA di cestui- zione, vaghezza d'architettura, genialita di giardini, estension.: di parco, il palazzo anzi maniero di Montalto gia dei Marchesi Relcredi ora dei ' oiti Benvenuti; come siano tra piii notcvoli castelli antichi, tra i colli, credo quello di Zavattarello apparte- nente ai Dal Verme e 1'altro splendido di Cicognola c nella pianura, quello di Casei, di spettanza gia dei Torelli ora degli Squadrelli, e il gran torrionc di Arena, non volendo tener conto qui di quanto contjngono Voghera, Stradella, Broni, Ca- steggio, citta e borghi d'alta rinomanza, c bellamente decorati di palaz^i, case, chiesc c avanzi gloriosi del passato, perche luoghi che veranno da me particolarmente descritti in altra parte di quest'opera. (1) Go scrisse per errore, essendo !a citata, edizione del Zatta del 1780 e non del 1777. DELL AGRQ VOGHERESE 317 procurarmi che delle imperfette riproduzioni che pubblicher6 in fine di queste memorie.O) Da quella carta il Buonamici trasse comeil let- tore potra avere da quelle che pubblico alcune notizie sulTestensione della nostra provincia. Egli forse ripetendo, in modo di verso quanto scrisse prima aggiunge « la provincia di Vo- ghera secondo detta carta e Ionga da Parpanese al Panaro miglia 48 larga dalla Trebbia al (1) A rendere mono imperfetta la cognizione dci confini dcll'Agro vogherese quando venne costituito in provincia au- tonoma spcro varanno Ic due carte sopra citato, che figure- ranno in fine di questa memoria, e vennero fedelmente copiate dalie originali. La prima, to!ta da una carta stampata nel 1676 A.i Saillot di Parigi e redatta da Sanson, e uno stralcio di quella che comprende: Les Monlagnes des Alpes on sont reman- ques les passages de France en Ilalie — le Duchi de Milan el les Eslals du due de Savoje, e scbbcr.e anteriore all'epoca nella quale il vogherese e il bobbicse furono aggregati agli Stati Sardi e furono costituiri in provincia, pure denota esattamente i coniini dei due territori pe: tutta la parte montuoja, solo restando indecifrati qu.lli nella pfanura, che erano quasi intie- raniente delineati da] Vo mono che per il Siccomario che toc- c.w.i u:i ramo del Ticino detto il (jr.ivellone. La seconda c: 3 IcS IV. - ESTENSIONE MASS1MA Ticino miglia 46 — considerata la maggior larghezza e lunghezza colla minorc forma 1111 quadrilungo di longhezza miglia circa 37 — larghezza miglia circa 21 — di miglia quadre circa JJJ. » « Si crede cadauno miglia 75 (stiano) in un grado e anche piu breve, poiche in essa carta si marca la distanza da Tortona a Piacenza migli 60 1 /., circa. » Qui il MS. del Buonamici riporta le poche righe della prima edizione della Geogra r ia del tolt.i dall'atlante del Zatta c da una carta stampata ncl 1782 e comprendente Purl: del Piemonle che conlien: il dislrelto di Torino, il Conta.lo d'Asli, U provincie d'Alba, d' Alessandia e di Tortona, I'allo e basso Monferato, la Lumcllina e il Pavese Ollre Po. II titolo finisce colic parole: c« tratta dalla carta dell' Inge- gnere Borgonio » il che ci fa presumerc sia quella indicata dal Buonamici, sebbene qussta, certamente per crrorc, nella parte montuosa aggiung^rebbe alia provincia di Voghera un pez.^o di territorio che non le appartenne mai, come quello comprcn- d-;nte i fjudi Imperiali e una porzione dell' alto tortonesc, cssendo esatti i conlini in tuttJ le altre parti della vogherese provincia. DELL AGRO VOGHERHSE 3 I 9 TZusching, piene in cosi breve spazio, dei pru grossolani errori, prowidenzialmente emen- dati dal dotto e patriottico intervento di quell'erudito istoriografo vogherese. Qui pure egli aveva preparata ladescrizione sommaria della provincia di Voghera piu breve di quella pubblicata, che salto, saltando insieme gli errori, rimessi sotto Tocchio dal Buonamici per meglio osservarsi e correg- gerli. Qui tanto il MS. come lo stampato cosi incominciano la particolareggiata descrizione dei luoghi che componevano la provincia di Voghera: « I luoghi principali nella planum sono : I. - Voghera, anticamente Iria, e nci tempi di mezzo Viqueria; citta capitale di tutta la provincia. Giace sul riume StatTora in una bella pianura (nel manoscritto leggesi « in una vaga c fertile pianura, ») tra il Po e le colline dell'Appennino in aria ottima e sa- lubre. 1: cinta di rrjura antiche e merlate, 320 IV. - ESTENSLONE MASSIMA fiancheggiate da torri con ispalti, e fosse, con iin castello a mezzodi. W Ha cinque portc, ( 2 ) le qaali corrispondono ad altret- tanti quartieri, ampie contrade 0) e buone (i) Le antichissime c validissime mura che cinscro p.r tanti secoli 1' illustrc Voghera, caddero insieme allc mcrlature, alio moltc torri, ai rivellini, negli anni die cors;ro del 1822 al 183-0, quando furono abbattuti gli spalti , riempiute le fosse, atterrate le fortificazioni e tutto fu uguagliato al suolo. Di c~.se tratter6 in uno speciale srudio in uno dei volumi di quest'opcra storica sull'Agro vogherese. (2) Collo scomparire dclle mura scomparirono le antiche porte, che fino alia vigilia del giorno in cui furono abbattute veni^ano regolarmente chiuse tutte le sere, clasciarono la loro nienioria nell' abitudine dei nomi loro. Oggi, esi:ndo st.iti apcrti magnificii viali approssimativamente ove correvano le mura citta- dine, in capo ai corsi che s'aprono l'adito agli stradali, noil trovasi piii 1' intoppo di uno stretto passaggio e di una porta di legno, bensi scorgonsi piazzali ampi e regolari, a Santa Maria di Rossella a foggia di rondo, altrove in altra forma. (3) Oltre il palazzo Dal Yermc, che sventralo vide passare in mezzo una nuova via, gia in queli'epoca Voghera decoravasi di altri palazzi degni di menzione, quale quello del colleggio dei Padri Gesuiti, oggi contenente il colleggio nazionale, il giniiasio, il licco , le scuole tccniche cd altri istituti; quello abaziale dei frati Cisterciensi, in parte abbattuto ; ampio conventQ DELLAGRO VOGHERESE J2I fabbrkhe, tra le quali si distingue il pala dei Conti Dal Verme. La piazza m >lto capace, circondata da portici 3 serve ai mercati che si tengono due volte la settimana., e alle due fiere che si fan no ogni anno (e assai giustamente nel manoscritto aggiunge c< ed al passeggio dei cittadini » cio che e vero). 11 circuito delta citta e maggiore di mille trabocchi milanesijCO e la sua figura s'ac- costa all'ovale, ( 2 ) ed e circa un terzo piu di S. Francesco; la c.isa della Tela; or.i poi si onora di un nu.-srow pa!a:za municipale, ai ua'amplissima caserma di cavalleria, di un nuovo palazzo sco!astico coitruito colla mas- sima cura ech: sarebbe vanto di grande citta, di un bell'edificio perl'Arcbivio notarile, edi altri vasti caseggiati che raccolg e magistrature e uffici e i poveri infermi, nonche gli sfo.-tunati p.i^i, essendo riconosciuto che tanto I'ospitah quanto il mani- comio di Voghera so:io stabilimenti che rispondono alle modern •, fine e benefiche esigenze dell' uma lira la piu provvida, la piu amorevole. (i) Ora la srrada di circonvallazione ombreggiata da iposca- Stani gira attorno alia citta per circa due chilometri. (2) La forma de! rhera ha davvero una grande rassomiglianza co:i quella dell'ovo. 21 }22 IV. - ESTENSIONE MASSIMA lunga che larga. (0 Ciascuna porta ( 3 ) aveva gia i suoi sobborghi ma di presente non vi resta che una parte di quello di Porta S. Pietro e solo alcune vestigia degli altri. ( 3) La sua popolazione oltrepassa i settemila abitanti.C^ La sua chiesa maggiore parroc- (i) La planimctria di Voghera colla sua forma generate c colia regolcrita dellc sue contrade, che tagtiansi in gran parte quasi ad angolo retto, farebbe pensarc alia sua origine colonica romana, quando si voglia tener cento del fatto che le citta di Como, di Brescia, di Pavia, di Cremona, di Piacenza, di Tor- tona, di Torino, di Aosta, accertatamente tutfe colonic romane, hanno grandc approssimazione colla forma planimetrica di Vo- ghera, e la stessa regolarita nella direzione d:lle contrade intenie; secondo me e qucsto un s;rio argomento n.llo studio rel.itivo all'origine di Voghera, c a prova che 1'antico Victis Iriae, cioe il borgo deli' Iria, sia stato nello stesso luogo dell'attuale \'oghera. (2; Le porte antiche di Voghera si chianiavano, e per abi- tudine inveterata si chiamano tuttavia : di Sant' Andrea di Pareto, di Santo Stefano o del Castello, di San Pietro o di Piacenza, di Sant' Illario, di S. Maria di Rossclla o di Tortona. (3) Furono i sobborghi di Voghera, meno quello di San Pietro, tutti in massima parte distrutti colle fiamme nelle guerre intestine del XIV secolo, essendo al di fuori delle mura e imperfettarnente fortificati. (4) Oggi e di dieciasette mila, all' incirca, comprcse le par- rocchie esterne o frazioni del comune. DELL AC.RO VOGHER1 SE }2] chiale, collegiata, e capo di altre pievi, e un vasto maestoso tempio rifabbricato sul principio del passato secolo. (0 E per altro antichissima questa pieve, a cui tin dal- l'anno 916 Berengario I Re d'ltalia diede molti privilegi e tie confermo alcuni altri piu antichi. II suo collegio composto di un arciprete, ch'e anche parroco e di nove canonici che vestono rocchetto e cappamagna, ( 2 ) e anti- chissimo. Se ne ignora l'origine, ma si sa di certo ch'era di gia fondato nel 1183. 0) (1) V. a notarsi che questo e scritto nel 1780 c osi verso la line del secolo XVIH, c quindi la dichiarazione che dice lira la detta chiesa « sul principio d:l passato secolo » ne srabilisce la costruzione al principio del sccoln XVII, dopo il 1600, come avvenne infatti. (2) Tutto cio e scomparso in scguito alle leggi del 1850 che soppresseio n :gli Stati Sardi lc collegiate e i K-nefici scmplici, essendo pcr6 vissuto lino a pochi anni or sono l'ul- tinio canonico. (3) Venne provato, colla scoperta 01 un privilcgio dell Im- p.-ratore Ottone III, che la collegiata di S. Lorenzo in Voghera 324 IV. - IfSTENSlONli MASSIMA Gode da tempo immemorabile la preroga- tiva di a'/ar cattedra vescovile, ha 1' altcr- nativa col Papa rispetto alia nomina dei canonicati nei quattro mesi riscrvati agli ordinari; ed oltre i suddetti canonici ha dieci cappellani residenziali che portano una di- visa pavonazza. Vi sono sette conventi di regolari, quattro di monache, tre ospedali e cinque confraternite. ( r )Ha pure un collegio di causidici e notai. ( 2 ) Parlando dei conventi di Voghera il Buo- namici nella sua memoria manoscritta, vero ejisteva lino dal X sccolo, essendo stato posto da quel sovrano con detto privilcgio, del 20 novembre d:l 1001 in particolarc protezione un canonico di questa collegiata per nomc Beruardo. Vedi a pag. 25 e la nota 1 a pag. 209 d.'l primo I volume di mie Memorle sparse di sioria patria. ( i) Vedi per quanto riguardo i canonici e i capellani di Sa:i Lorenzo, per la cattedra Vescovile e per i conventi e le con- fra rui'e quanto venue da mc stampato nel vol. I di qucste Memorie sparse di sioria pairia dalla pag. 210 alia pag. 219. (2) Vedi nello stesso I vol. di queste Memorie sparse a pa- gina 163. DLLl'aGRO VOGHERESE )2) sbozzo di quella pubblicata, accenna parti- colarmente ad uno di essi, forse il piu im- portante in quel torno di tempo; infatti dopo le parole , « vi sono sette conventi di regolari » trovo aggiunta « fra i quali si distingue il Monistero de P.P. Cistercensi in cui risiede un abbate e un competente nu- mero di monad. » (') Circa al principio del passato secolo lascio a Voghera un testimonio della sua pieta Fra Orazio Ricci Cavaliere di Malta nella fondazione della insigne collegiata di Santa Lucia della Tinta di Roma colle preroga- tive delle Basiliche insigni di quell' alma citta. 0> (i) Si capisce che l'autorc 11011 nomin6 I'abazia di S. Bovo assai piu antica cd illustre di quella di Sant'Ambrogio dci Ci'.tercienii, perdie in quell'epoca I'abbate cominendatario piu non vi risicdeva c lasciava il governo dell'abazia ad u:i sem- plicc Rcttorc. (2) Fu di grande vantagg'o a Voghera questa istituzio perche chiamb a godcre d.'l diritto di essere nominati canonici } 26 IV. - ESTENSIONE MASS1MA Qui nel manoscritto trovasi un periodo che avrebbe illustrate) Voghera assai meglio di quello pubblicato; che trascrivo intiera- mente : « Conta Voghera valenti uomini che emergono in lettere, in dignita eccle- siastiche, (fra cui diversi Vescovi), civili e militari ed altri aggregati a diversi vari or- dini equestri (*) quali sul principio del secolo scorso si distinsc nclla pieta Fra Orazio Ricci Cavaliere di Malta fondatore dell' in- signe collegiata di S. Lucia della Tinta in Roma con la prerbgativa e vari privi- in quella collegiata romana quattro chicrici che appartenessero ai discendenti del Ricci, tutti vogheresi, quali i Cavagna, i Fer- rari, o fosscro originari di Voghera , largheggiando cost un scntito bencficio a molte famiglie voghcresi. La fondazione della collegiata, che prima risiedeva nella chiesa di S. Marine Regina Coeli, avvenne nel 1616, e diede luogo ad una lunghis- sima causa, che nel 1760 non era ancora finita. (1) Vedi ael I vol. di qucste Memorie sparse a pag. 319 e seguenti, nonche quan'o s;rissero il Can. Manfredi ed il Ca- valiere Giulietti. DLLl'aGRO VOGH1 RESE ]2J legi delle Basiliche insigni di quella capitale. La nomina degli individui giusta la mente del fondatore spetta a] Principe Borghese e per la meta al sindaco de' nobili di Vo- ghera, principale rappresentante di questa citta patria del fondatore. » Come vedesi l'au- tore della Descri^ione della provincia di Vo- ghera, ridusse di non poco la memoria da stamparsi ; lasciando in esso solo quanto bastava a dame una idea sommaria. Proseguendo egli dice : cc Dell' antichita di Voghera, conosciuta sotto il nome gia detto d'Iria, rendono testimonianza Plinio, che la descrive colla prossima Derthona Colonia fra le nobili citta della nona legione d' Italia : Tolomeo che pur la nomina fra le citta italiane; 1' Itinerario d' Antonino e le tavole Peu- tingeriane, che ne assegnano la precisa si- tuazione sulla via romana tra Piacenza e Tortona. Delle sue vicende ne' piu rimoti tempi non ci sono state conservate le 328 IV. - ESTENSIONE MASSIMA merrorie. (; ) Si sa che ne' -ecoli di mezzo il dominio d'essa, di Tprtona e di altri ca- stelli fu confermato nel 979 da Ottone II al Vescovo di Tortona e succcssivamente con Bollc Pontificie ncl dodicesimo secolo; cosiche il suddetto Vescovo era gia inti- tolato Comes Viqueriae, i nobili di Voghera erano di lui Vassalli e da esso avevano l'investitura dei feudi. ( 2 ) Dopo varie vicende (1) Parlarono dcll'origine e dell'antichita di Voghera moder- nameme gli storiografi Bottazzi, Carnevalc, Buonamici, Durandi, Labus, Gravisi, Capsoni, Scaramuzza, Asquiai, Robolini, Manfredi, Cavagna-Sangiuliani, Giulietti. In altra parte di quest'opera io stcsso ne trattero nuovainente sulla scorta di recentissimi studi, nonche su quanto ci lasciarono piii antichi scrittori e storiograh quali Plinio, Tolomco, Antonino, Merula, Wesselling, Alberto Scoto, e altri. Posscg ^o tin manoscritto, pure dovuto al Buonamici, nel quale questo dotto, oitre quanto ebbe a stan pare nel suo ..hi dante gli Statuti del Coilegio de* notai di Voghera, scrisse tutto quanto poteva giovare a ostegno della sua opinione che Voghera vantava il titolo di citta fino dall'epoca piii lon- tana della vita romana tra noi. (2) £ cio ampiamente provato dalle deposizioni di 29 testi- moni, fattc il 21 fjbbraio del 1183, nella lite che verteva tra DELL AGRO VOGHERESE 329 l' anno 1365 passo r.otto il dominio dei Visconti signori di Milano da quali ottcnnc diversi privilegi, e nel 1 3 9 1 le furono confer- mati i suoi Statuti, - 1 ) che tuttavia osservano; dal qual tempo fu sempre soggetia a' sovrani di Milano fino al 1743, ( 2 ) in cui fu ceduta, il Vescovo di Tortona e 1'abbadessa del monastero del Scnatorc di Pavia, intorno al possesio del ponte sulla StafFora presso Voghera. Ma di ci6 diro in altro luogo, non essendo adatta, credo, questa scde a dilungarci su codesto importante argomento e nemmer.o su quello che riguarda il possesso vantato da Pavia sull'Agro vogherese, e meglio su quale parte d' e .so. (1) Vcdi il I vol. di queste Memorie sparse alle pagine i;3 e 154. (2) Qui l'erudito autore di quest i succosa memoria dimentico di far r.otare come il Duca di Milano, con atto del 26 marzo del 1436, separasse Voghera dallo Stato pavese e la dasse in feudo, assicme a Bobbio e a Castel San Giovanni, al Conte Luigi Dal Yerme; come qucsto Conte facesse di Voghera il capoluogo del suo importante Stato che dalla pianura padana saliva alle ve:t.' appennine e scendeva n.-lla valle della Trebbia; c cio anche per quanto ebbi a dire precedentemente, da che risult6 come i Dal Yerme, tanto nel desiderio d'onori, quanto nel bisogno di ri.iro, scielscro sempre Voghera, come il luogo ad eisi maggiormente caro. Lascio pure il Buonamici da parte 230 IV.- ESTENSIONE MASSIMA come abbiamo detto, alia Real Casa di Savoja. « In Voghera risiede il comandante mili- comc nel 149S vicn f.itto Come di Voghera e di Bobbio Lodovico di Luxemburgo Principe di Ligny; come nel IJ05 i feudi di Voghera e di Bobbio veniuro concessi dal Re di Francia al Conte Galeazzo Sanseverino suo grande scudiere e come final- mente intorno al 1515 i Conti Dal Verme ritornassero nel possesso di Voghera e di Bobbio, tenendolo, con lietezza di queste popolazioni, ancora per qualche tempo. Poi il feudo di Voghera. per compera nel 1601 passo nelle mani di Marc' Antonio Giudice, di Genova , che lo perdette per non averne pagato il prezzo, quindi nel 1608 fu dato in Mar- ch?sato al Conte Azevedo di Fuentes governatore di Milano, passo nel 1610, per eredita, alia moglie di questo, Donna Giovanna, per vendita, nel 16 12, al Conte Carlo Perrone de' Conti di San Martino, il quale lo aveva comperato per conto del nobile signore Don Amadeo Dal Pozzo Conte di Ponderano e di Reano, nei discendenti del quale rimase (con una breve inter- ruzione di tempo, durante il quale il Marchesato di Voghera fu tenuto dal Conte Asinari Signore di Spigno) (ino al 1770, essondo definitivamente venduto alio Stato dal Marchess Alfonso dal Pozzj Principe della Cisterna, con istrumento del giorno 11 maggio; come ricavasi dalle note (di Carlo Baccagni) al Riposo all'anima di Piclro Gitalin, dalle notizie del Can. Manfredi, e dalle memorie manoscritte da me raccolte, delle quali alcune DELL AC.RO VOGHERESE 23 I tare ch'c sempre un' Officiate di grado, <') la cui giurisdizione si stende non solamente sul militare presidio di essa, ma come capo comanda inoltre al Cordone lungo il Po, che divide lo Stato dalla Lombardia austriaca, dagli Stati Farnesi e da quelli di Genova lino all'alto Monferrato; e dalla Reale Inten- denza, e Regia Prefettura, ( 2 ) oltre questa citta sono gia in qu:sti volumi fatte conoscere, principalmente nel lavoro riguardantc la Vendita ed infeuda^ione di Vogliera, c altrc usciranno alia luce ii.i venturi voluini di queste Memorie sparse di sloria palria. (1) Ncl comando militare della provincia di Voghera si successero 110:1 poclii Tenenti Generali, tra i quali in quel torno di tempo il Marchese di San Secondo, di alto nomc militare e gci.tilizio. (2) La prima corrisponde alia R. Prefettura di provincia, la scconda al R. Tribunale di prima istanza ora detto civile e correzionale. Spesso trovai indicalo il capo di questa pro- vincia col titolo di Governatore. Primi intendenti furono un Baronc Beretta e un Conte Perret d'Hautvillc. Mentre il Ruo- namici scriveva queste note, come risulta dalla dedica di un .1 letter ario degli scalar: della Rellorica nellc Regie scttoh di per I'anno scolastico 1772, governava la provincia il 332 IV.- ESTHNSIONE MASSIMA c provincia dipende ancora la Vescovilc citta di Bobbio c tutto il contado di cssa. La prima parte di questo capitolo, nelle mc- morie manoscritte, e cosi concepito : « In Voghera, come capitalc della provincia risie- dono tutti i Regi Uffizii che presiedono agli affari politici, economici e civili, cioe un comandante militare qcc. proseguendo nel resto quasi colla stessa forma. Vi sono pure in Voghera le Regie scuole provinciali, alle quali presiede un Regio riformatore. (0 Sono queste dirette da un Prefetto, < 2 ) e da valenti professori, e a norma Sig. Vassallo Don Francesco Sechl della Scalella Iniendenle per S. M. ecc. Conservalore delle Gabelle, e riformatore ed assessorc delle Regie scuole. (i) Come vedesi Voghera fnio d' allora ebbe un generate comandante militare ; un Prefetto o Governatoie, capo del Governo; un Presidento c i consiglieri del tribunale provinciaie; un riformatore degli studi, alia guisa delle piu illunri ed im- portant! citta dello Stato, ottenendo in segu to, tutte le rap- prescntanze elcttive provinciali. (2) Rcttorc del collegio e delle scuole. DELL'aGRO VOGHERESE ) ) J delle Reali disposizioni deve ad esse con- correre la gioventu di tutta la provincia. 0) Sale, Lit. 5 Pavia, da' quali dipende nello spirituale, c quivi fu segnata nel 1776 una convenzione tra i commissari della corte di Torino e di Parma per fissare un regolamento di con- fini tra i due Stall. In questi dintorni era anticamfente Cami.lonuigus. (') La descrizione di Stradella nella memoria manoscritta e questa: « Stradella Borgo mercantile e popolato eon territorio fertile, antico feudo de Vescovi di Pavia da cui (1) Venue Stradella J.it.i nel 943 dagli Imperatori Ugo e tario ai Vcjcovi di Pavia e coafermata loro piu volte dal . avanti so::o il nome di M I \ ! ioccsidi Bobbio, 1844. — Delia Torre. Abate D. Pier Lu : gi. Vila di S. Colombano, 1795. — Dantier Al- phonse. Lcs Monaster is Benediclins d' Italic, i860. — ■ Uglielli. Italia sacra, vol. IV, 1719. — Muratori. Anliquitates Italiac. Peyron. Dc bibliotcca Bobicnsi, 1824. — ■ Cantii Cesare. Slor'.a Universale. — Gononus. Vitae. pair. occid. 1625. — Gorini. Defense de V Eglise, 1866. — Grcith (C. I.) Die he'd. Glait- bensbolcn Kohunban und Gall, und Hire slellung in der Urge- scliichle Si. Gallcns, 176$. — Guizot. Hist. Civil, de France 1874. — Ardes. Descript. Calal., 1862. — Hist. Lilt, dc France, 1733-63. — ■ lonas dc Bobbio. Vila di san Colombano. — Gal- lotta Luigi prevosto di S. Colombano. Annotations manoscritte citate dal Cianelli. — Labus. Fasti tec. — An. Vila di S. Colom- bano. — Da Scrigno Massimo. Vila di s. Colombano. — Knollenbelt (Guil. Christ) 'Dispulalio hisiorico-theologica dc Colombano, 1839. Lelong. Bibb, de France, 176S. — Leyser. Poet. Med. Aevi, 1721. — Mabillon. Acta ss. Bened., 1669. — Martin. (Henri) nella Revue de Taris, 1855. — Messin-Gham. Floril. ins. ss. Hibern. 1624. — Mombritius. Sanctuarinm, 1470. — Monta- dell'agro vogherese ^47 aflermando che tal fu in que' tempi il con- coi'so del divoto popolo a visitare i Santi monaci, che a poco a poco si tenno quivi lembert. Moines d'Occiden, 186 >. — Na bonc.Tiibl. Sic. — Lubin. . iarum ilaliae brevis noiilia, 1693. — Giulietti Carlo. e Bobbio, ilahire. — Ferrano Filippo. Caialo 'us Sanctorum iLih.tr, 1613. Trov.i Carlo. Sioria il' Italia del Medio-evo, 1855. — Data. Mon. - Cibra io Luigi. In vari lavori. — C.impi. Storia I. /'..;■..:.,'. — Margarini. Slorii — Mellicin. (Anon . . — Oudin. SlorU, 1722, e sup. be!. 1728. — Patrol. Lit. — Pcrtea. Arcbiv. 1822. — Ruyr.Anliq, Vosge. 1634. — SS.de la F .rich.'. ConiU 185 ( — St. Gebert. Gembl Slorie — Iurius sanlorum, 1618. — Tanner. Bibliole. Brill. Hib, 1748. — r.arrili (A. c nel generate compartimento dellc comunita fatto d' ordine Regio pel nuovo censo, il bobbiese c a.liaccnli sono compresi nei distretti che ora formano la provincia di Voghera.(3) Dopo la descrizipne di Bobbio la parte (i) Sortc ugualmcn'c toccata a Voghera che fu quasi mai disgiunta da Bobbio. (2) Conic viene anche chiaramentc constatato dai vari com- partimenii della provincia di Voghera raccolti in questa in'orme memoria; memoria che, tcnendo coato solo di quanto risultJ dagli elenchi dci luoglii dipendenti da Voghera, non e un'a- pologia di um' idea ma la prova di ua fatto, c la ragione aello stc;;o tempo del titolo di quest'opera. (3) Vedi gli elenchi dei comuni c dei luoghi compresi. n;l coinpartime.ito della provincia di Vogh:ra, come veane sta- bilito e confermato in forza d.'lle varie provvid^nz; sovraai d.-i Re di Sardegna qui allegate. Se la piccioiezza dello spazio non mi ha coasentita una mag- giore 1 rghezza di note, incolpate quclln picciolezza della brcvita delle note. DELL AGRO VOGHERESE 3jl stampata finisce, mentre quella manoscritta prosegue tenendo conto dei luoghi montani di Cella e di Zavattarello in questo modo : « Cella terriciola posta a mezzodi de' men- tov.ui luoghi di Casteggio, e Retorbido nei monti Appennini alia sinistra del picciol torrente Leila che si scarica sulla Staffora ; qui eravi facilmcnte la citta di Celetta ca- pitate de' signori Celellati di cui pure parla Livio. (0 Zavattarello luogo popolato poco lungi dal torrente Tidone. (z ) (i) Cella fu antichissimo poss?sso dell'abbazia di Bobbio e fino dal sjcolo VIII; poi pare sla caduta nelle :;i mi dei Mnrchesi Malaspina, che l'avrcbbero t-.nuta fino alia fine del s.colo XIV, passando poi, p:r investitura ducale, sottoscritta da Cicco Simonctta, dell"n dicembre 1460 nel pos>c3so del Duca Gaetano Sforza Cesarini asjicme a Varziea Mcuconico nella cui famiglia rimas: lungamentc come lo provano 1: tran- sazioni del 1650 e del ;68i rogate dal Montano e dal Bcnaglio. (?) Luogo important: nella storia e Zavattarello c del quah gia tennero conto il Ca.alis, nel suo 'D'liorurio G > vafico degli Stati Sardi, e il Bertacchi, nella sua Monografia di 'Bobbio; cosi 35 2 IV. - ESTEKSlONli MASSIMA Due noterelle scritte in margine alia co- lonna della nona pagina e un foglietto separato danno vari specchietti dellc distanze di tutti questi ed altri luoghi delle provincie di Voghera dalla loro capitalc, di mano dello stesso Buonamici e che pubblico qui conic dir6 qui solo come egli fosse concesso nel 972 da Ottonc II al monastero di Sant'Ambrogio di Milano e divenisse un do- niinio del Vcscovo di Bobbio, ma come nel 1169 fosse occupato dai piacentini e quindi dall'abbate c Vcscovo di Bobbio; nel 1269 cadesse in poterc dei Landi, nel 1273 in qujllo dei Ghibcllini di Piacenza, nel 1290 fosse preso da Alberto Scotto, come il Vesrovo di Bobbio nel 1291 lo conceda al comunedi Piacenza c nel 1326 n: sia investito Manfredo Landi pare da Lodovico il Bavaro, come nel 13S7 lo dia e lo confjrmi soknnements con investitura del 28 mnrzo 1590, al Conte Giacomo Dal Vcrme, in possesso dei discendenti del quale rimase per s:co!i, meno il breve tempo in cui fu Zavattarello tenuto dal Conte Gnlcazzo Sanseverino, in mezzo a continui contrast). L' imponentc e sevcro castello che appartenne ai Dal Vcrme, domina suH'alto colic il borgo c la valle, c oggi e spesso abitato dal Conte Carlo Da! Vcrme, che fece costrurre una comoda strada carrozzabile, indizio di fclic.c desiderio di ospi- t-alita e die invita a salirvi, perche cohiodamente vi adduce dal piede della sua sede elcva'a. DELL AGRO VOGHERI SE $53 sono, a compimento della sua mteressante memoria manoscritta e cio£: « Distanze da Voghera — estratte dalla carta corografica suddetta del Borgonio : Phnura. « Da Voghera distanza : Broni miglia ij Casei . . .- » 5 Calcababbio » 5 Cervesina ...... » 6 Casteggio » 7 Retorbido ...... » 3 Rivanazzano ..... » y Sale » 12 Silvano » 5 Stradella a 20 Monti. Bobbin miglia 63' )/ Yarxi » 2; 354 lV - _ ESTENSIONIZ MASSLMA S, Margherita miglia 32 Godiasco » 10 Zavattarello » 24 Romagnese » 34 Cella « 27 Altro specchietto : «-Da Tortona a Pontecurone miglia 7 a Yoghera » 5 9 /i a Casteggio » 7 l / a a Broni » 9/4 a Stradella » 2 3 / t a Castel S. Giov » 9 y 2 a Piacenza » 18 (') Terzo specchietto. a Da Voghera a Pizzale , miglia 4 '/., a Pancarana » 4 (i) Queste sono le drstanze da Tortona a Voghera, a Ca- stc^^io ecc. DELL AGRO VOGHERESE })j a Somo miglia .\ ' a Pavia » ; 3 4 «I miglia comuni d' Italia di cui si serve I'autore in questa carta stampata nel 1772, convien dire che non siano dei miglia 60 ma piuttosto di miglia ~j e anche piu in un grado, poiche vi si marcano le seguenti distanze i.L\ Tortona a Voghera miglia 12 : , a Piacenza » 17 : In tutto miglia 60 ' 1 Ora avendo terminato tanto il MS. quanto lo stampato del Buonamici, passo ad altre prove, e cosi al secondo documento che e VEditto di Sim Maesth pel miovj cmsimento nelle provincie d* Alessandria^ Lumeilina, Novc Pal\in-a, Vigevano, Tortona e Voghera, col $j"6 IV. ESTENSIONE MASSIMA siiccessivo co nparliimnto delk m: Icsim: in data del i) settembre 7775. (Omissis). PR0VINC1A D! VOGHERA CO' SUO! DISTRETTi DISTRETTO PRIMO. VOGHERA. Voghera citta . . . (0 Bosnasco e Oriolo Bottarolo Albaredo Bovina A r c n a e C m u n B:anduzzo c Cm Mandelli Levrero. Argine Broni Barbianello Buffalora Bastida de' Dossi Barizonzo (1) Qjioui pun.ini tjn;To:io luogo Jji irolti villaggi e cascinali che ohm e sono comprc.i nel co.ime di Voghera. DELL AGRO VOGH1 RJ SI ] )J Ca de' Ghiringhelli Castcllazzo de' Ca il e' G to rg i e Buschi Scarampasso e Castelletto Tonasco Cassino Ca de' Tisma Cervesina e Ram- Calcababbio pino e S. Gau- Calvignano denzio Campo Ppinoso Cicogno!a Canevino CoranadelCampone Casanova de' Lunati Corana del Comune Casei o sia Caselle e e Cortil Visconli Co ni un Campeggi in Corana Castana e Marti- Corana del la Mensa nasco e Bombafdone (0 Castcggio o sia Cornale e Porello Schietezzo e Mai- Coste rano, Pcgascra, e Corvino e Casta- Rivetta gnino Castcllazzo Beccaria Donelasco (i) Entrambi allora appartenenti aU'Arctvescovado 358 IV. - ESTENSIONE MA.SSIMA Gerola c Mezzana Biglia c Cassei Golfcrenzo Guazzora Lago de' Porci Lirio Luzzano Mezzana Corti e Mezzana di Can- taluppo Mondondone ...(') e Codevilla Mondonico Montalto Montarco o sia San Nazzaro ( 2 ) Montebello Montecalvo Montescano Montesegalc e Ca- stagnolo Montevcncroso Montu Beccaria Montu Berchielli Montu de' Gabbe c Biria, Canetto e Vigalone Mornico Murisasco c Garla- solo Oliva Pancarana Parpanese c Cas- sone del Mezzano Pecorara e Cassina Monte Vico (i) Furono omesso le niolte frazioni di qucsto comune. (2) Montarco di S.m Nazzaro perdette l'autonomia quando fii concentrato nul comune di Soriasco. DELL AGRO YOGHERESE 5J9 Pinarolo e Comun Rivellino Besozzo, Casein a Robecco del Palasio, Ta- Rocca de' Giorgi gliata Rovescala Piovera e Guasco Sale e Caseina San Cortc Stefano f 1 ) Pirocco S. Antonino Pizzale S. Biagio Pizzocorno e Ab- S. Cipriano bazia di S. Al- S. Damiano berto S. Giuletta Porana S. Re Port'Albera Sarizzola Preda de' Giorgi c Silvano c Predalino Soriasco Rea con Bresciana Stradella Redavalle Torre del Monte e Retorbido Borgo Priolo, Ca Rivanazzano e Villa de' Guerzi e Tor- Clave nza no razza de' Ruvini (i) Coniunc piu urdi passuto .1 far parte Jcll'A^'ro tortonc>j. ]6o IV. - ESTHNSIONE M.\SSIMA Torre d'Albera Verretto Torre de' Sacchetti Vescovera Torricella Volpara VenesiaO) Zenevredo DISTRhTTO SECONDO BOBBIESE E AOIACENTI. Bobbio citta e Corpi Godiasco e San Gio- Santi • vanni Piumcsana Borgorato Gravanago Caminata Groppo Cell a e Casale, Ca- Mcncunigo stellar , Ccgno, eS.PietroCasasco Cignolo e Ne- Monteforte, Caro gruzzo Bosmenso e Caro Corte Brugnatella Bosmenico Fortunago Montepicco (i) Sventurato villaggio che venue quasi intieramente in- goiato dalle aequo del Po appurito nell'anno corrente credo sul principio di aprilc. DF.LL AGRO VOGHliR 36l Nivione e chip,) di Sagliano Selva S. Albano Oi*amo!a e Quarti S. Ponzio Pietra Gavina, Santa Staghiglione c Stct- Cristi na, Case di fanago Cabiano, Case di Trebecco Fiore e Cascina Valnizza Torretta Varzi Roccasusella Valverde Romagnese Zavattarello DISTRETTO TERZO S I C C M A R I 0. (1) Costa Carogliana e Mezzanad'Amor- bati Gere c Chiozzo c Rotto di Rea Mezxanino (1) Andato ad in poi l.i provincia di Lumellina c ukimamente il circondario di Pavia nell'occasioae die si rico- stitui l'antico principato pavese nell'a'.tuale provincia di Pavia. 3^2 IV. - ESTENSIONE MASSI.MA Mezzana e Cascina in Travaco, e Pre- Lebba in Mezzano demasco. S. Maria della Strada S. Martino S. Maria Travaco Valbona e Cascina Lebba Verrua Seguendo lo stesso ordinc c tenendo conto dcllo stesso scopo passo al tcrzo do- cuments che e il : « Manifesto senatorio con cui si stabilisce il riparto nelle provincie di Novara, Pallanza, Tortona, Voghera e Vi- gevano per agevolare e render meno dispen- diose le Assisie de' Giudici, con ulteriori provvedimenti a tale riguardo in data delli 29 Agosto 1789. » (Omissis). Riparto : in tre cantoni di ciascuna delle infrascritte provincie e ad esclusione di quella di Vigevano composta di un sol cantone. (Omissis). D! LL'aGRO VOGHERliSE $6 ^ PROVINCIA 01 VOGHERA P R IMO C A N TONE VOGHERA. Voghera con Altomasso — Bavezza — Campo Ferro — Barisonzo — Gualdana — Cassina Casone — Boscon Cusani — Lazaretto — Medassino — Pizzale — Oriolo — Torre Menapace — ArgineOJ — Barbia- nello meta — Branduzzo — Canlevre — Castelazzo Beccaria — Cortil Visconti — Cassina S. Stefano — Castana Comune — Roncole — Monte Veneroso — Corte di S. Cipriano — Ca de' Ghinghelli — Cas- sina de' Giovanetti — Mondonico — Casa Giorgi o Bovina — Lussano — Montevico — Cassine dello Scuropasso — Martinasca ( i) Pcrc Argine c tutti lluoghiseguenti furono sempreautonomi. 364 IV.- ESTKXSIONE MASSIMA — MaraSca — Montescano — ("a de' Co- lombi — Palasio Comune — Porrana — Cassina Vicario — Boschetto — Pinarolo — Besozzi — Palassi — S. Re — Rea — Rivellino — Sparano — Sarissola — Genevreto — Tagliata — Fontanelle — — Bersana — S. Biaggio — Pirocco — Rotto di Rea. Piovera con Comune Guasco. Sale co i Cassina Cavalla. Gerolo con Mezzana Biglia — Guazzora Comune. Casei, o Caselle con Cornale — Tor- relli — Comun Campeggio. Silvano Pietra con Corrana e Gerre (in parte). Bastida de' Dossi. Corana Comune con San Salvadore — Campone. Corana Mensa con Bombardone. Cervesina con Rampina — S. Gaudenzio. Pancarana. DELl\\GRO vogherese 56 Cakababio con C.isone, e Cassine vicine. Montebello con Genestrelli — Castelfeiice Veretto — Barisonzo — Castelletto — Mez- zana Cantaluppo in parte. Casatisma ossia Corvino con Ca de' Tisma per meta. Robecco con Cassina Gamboa — Stra- dello. Rivanazzano con Nazzano — Campanino — Migliavacca — Ca del Conte — Cas- sinetta — Buscosa — Chiericona — Bidello — \ T illa Cravenzana. Retorbido con Cassina Casone — Gar- lassolo inferiore — Castignolo (in parte). Casteggio con Rivetta — Mairano — Pe- gasera — Cortesi. Mondondone con Codevilla — Garlassolo inferiore, e superiore — Casareggio — Rosei — Piana — S. Antonino — Torassa Coste Trebbio — Mogliasca — Nibbiolo — Pra- gata — Cade' — Riccagioia — Mareseo — Castellaro — Murizasco — Casa de' Bar- toggia. 366 IV. - USTENSIONE MASS1MA Torre del Monte con Torrazza di Ruino — Oseli — Borgo Priolo — Ca de' Gucrzi — Calvignano. S. Marlino Siccomario con Cassina Pam- pura — Gravellone — Torre de' Cani — Cassina Lcbba in Travaco — Mezzana d'A- morbati — Mezzana ossia Malpaga — Me- zanino e Palazzi — Santa Maria Travaco — Valbona e Veneva — Cassinetta Fena- rola — Molinctto — Casalebba in Mezzano — Costa Carogliano — Ghere c Chioso — Mezzana Corti con Mezzana Cantaluppi — Predamasco — Santa Maria della Strada — Rea, e Rotto di Rea in parte. SECONDO CANTONE. V A R Z I. Varzi con Romano Albaredo — Bognassi — Costa de' Bognassi — Cavagnolo — Castano — Rosara — Valdeniza. dell'agro vogherese 367 Menconigo con Colleggio — Garpaneto — Carobbiolo — Chiosi — Costa di San Pietro — Costa di Monte Martino — Giare Giarola — Lago Monte Martino — Polligaro — Riva — Ronco Marino — Recrosio — S. Pietro di Casaseo — Valseia — Vigomarino. Cell a con Cegno — Capo di Selva — Casale — Castellaro — Cegnolo — Nc- gruzzo Nivione. Monte Forte con Bosmengo Caro — Bo- smenico Caro. Pietra Gavina con Casa de' Cabani — Casa del Fiore — Santa Cristina — Tor- retta Cassina. Santa Margherita con Casanova — Co- stamora — Fego — Massenigo — Sala Vendemiaschi. Godiasco con Cereto — Coletta — Ca- vagnarolo — Gomo — Montalfero — No- cetto — Valle di Trebiano — Vigosecco — Forotondo. 368 IV. - ESTENSlONli MASSIMA Oramala con Cassano — Ce'etta — Muz- zago — PradagHa — Spezza. Sagliano con Buschi — Ville d'Altercati. San Albano con Belvedere — La Croce — Molino di Cassano — Montego — Konco. S. Gio. Piumesana con Piumesana — Casarume — Cefetto di Sopra — Graci- nella — Sala. Pizzocorno con S. Alberto di Butrio — Pertusio — Moglie — Villetta — Calmiere e Vignola — Casa di Panzino. Valvcrde con Arigossi — Bossola — Casa de' Mombelli — Casa de' Balesteri — Casa de' Porri — Casa de 1 Paniatieti — Casa de' Guarnieri — Calghera Figino — Mon- ticelli Poggio — Sabioni. \ T aldenizza con Allegnagne — Boiolo — Casa della Nizza — Casa del Schiavo — Casa di Persica. Fortunago diviso in sette parti e cioe: 1. Fortunago con S. Maria di Promorogo — Costa de' Galeassi, ossia Dussi. dell'agro vogherese 369 2. Borgoratto con Mormorolo — Pre- morgo. 3. Gravanago. 4. Montepicco con Ponticello — S. Eli- sebio. ). Roccasusella con S. Zaccaria. 6. Staghiglione con Montefratello. 7. Steffanago con Santa Cristina — San Martino Bagosio e Schizzola. Montesegale con Bregni — Mosnago — Zuccarello — Languzzano — Sangui- gnano — Susella — S.Paolo — Castagnolo. Cccima e S. Ponzo. Zavattarello con Bozzeda — Castignoli — Crocetta — CrofigHo — Casale — Lu- gagnolo — Molini — Perduco. Zavattarello con Pradelle — Ruasio — Rosconc — S. Gencro — Sabioni. Ruino con Cancvara — Casonc — Car- mine — Pometto — Caminata — Castiolo — Colombara — Torre d'Albera. Trebecco con Cascina di Serbetto — Casa 24 370 IV.- HSTENSIONM MASSIMA di Pagliaro — Fornace — Crotta Gabbione — Fontanasso — Guasco — Ronco — Ozio. Romagnese con Aliate — Poggio — Alia casa — Pozzalc — Alia villa — Preticia — Bregacasale — Salicetto — Costa — Vallerina — Costeiola — Yarolo. Bobbio con Ccci — Deghera — Deghe — Dezia S. Pictro — Piancasale — S. Cri- stofaro — Santa Maria — Vaccarezza. Corte Brugnatella con Cadana — Codogno — Collegio Conficientc — Costa — Gorda — Lago — Lama di la Lcnzino — Mar- zaglia di la della Trebbia — Montarzi — Montarzolo — Moglia — Pieve — Poggio — Rondino — Poggio di sotto — Pictra- nera — Robecco — Rossavola — Valle di sotto — Villeri. DELL AGRO VOGHERESE J7I TERZO CANTONE. B R N I. Broni con Campo Spinoso — Barbia- nello — Baselica — Montarco — S. Ci- priano — Cantariana — Lago de' Porci — Caso Term — Castellazzo Busca — Venesia — Casanova de' Lunati — Botta- rolo — Boffalora — Castino — Redavallc — Vescovera. Arena con Liprafidino — Colombarolo — Pavesa — Cardasso — Cardassino — Co- mun Mandelli — Fontana Santa. Albaredo con Cicognola — Viccocomune — Canevino — Caselle. Bosnasco con Sparano. Donelasco con Begoglio — La Madona dell'Ayversa — Soriasco. Golferenzo con Case de' Guastoni — Vol- para — Montecalvo — Ca de' Crivellini. Lirio 372 IV. - ESTENSIONE MASSIMA Montu Beccaria con Ca de' Berniirdfrii — Sottomontu — Poggiolo — Casabianca — Fontanone. Montu de' Cabbi ossia Canctto con Monte bruciato — Cassina bassa — Casa Bassiani — Monte Ycncroso — Bcrria — Vigalone. Torre de' Sacchetti. Montaldo ossia Montu Berchielli con Villa de' Libardi — Filigedo — Verzate — Mornigo — Torricella. Santa Giuletta. Pietra de' Giorgi. Rocca de' Giorgi con Bottigella — Stra- dellino. Rovescalla con Scazulino. S. Damiano con BufFalora del Marone — Ca d' Ulivo. Parpancsc con Casone del Mczzano. Stradella con Portalbcra. Portarbarella. Concludcndo , diro soltanto che tutte queste testimonialize precise, quasi niate- matiche, mi pare abbiano sufficientemente DELL AGRO VOGHERESE ) J ) provata Pampiezza della provinciadi Voghera, quando comprendendo t tutto I'Oltre-Po-pa- vese, propriamente detto, il Siccomario, il bobbiese, i feudi Fermeschi e Malaspina, e il comune di Sale formava un vasto , omogeo, raggruppato territorio, ricco di svariati prodotti, e pieno di popoli oncsti e tranquilli, che vivevano lieti d'avere in mezzo a loro, come capitate una citta gentile c fiorentc, la nostra Voghera. Voghera sapeva placidamente governarli, come seppe sempre in ogni epoca rifulgere per coltura, cortesia, attivita e progresso e accentrarne tutta quella vitalita intellettuale, economica, industriale, che prima, allora ed oggi tuttavia vi affluisce, accorrendo ai suoi floridissimi mercati, alle sue celebrate liere e meglio alle sue scuole ai suoi istituti e pur troppo anche alle sue case ospitaliere. Cosi questa numcrosa fa- miglia visse per un secolo nel piu efHcace accordo che mai turbato, tenne in stretto amplesso la madre provvida e vigile e i figlioli riconoscienti. V. INFEUDAZIONE Dl CASTEGGIO nel 1441. >--'p J ;V" E, isscndo fin qui sfuggita ai ricercatori dclle patrie memorie di Casteggio e fin'anco al pazientissimo Cav. Carlo Giulietti, ormai designato come lo storiografo di quel borgo, 1' investitura feudale di Casteggio del 1441 in favorc del Conte Cesare Martinengo, ed invece essendo gia stata pubblicata , ap- punto dal Giulietti, quella del 1466 vera, finta, od apocrifa che sia, a favore di Angclo Simonetta, credo opportuno di pubblicarc qui, in questo corpo di memorie vogheresi, 1' investitura del 1441, che certamente vera 37§ V. - INFEUDAZIONE e per precedenza cronologica, e pel nome glorioso del Martinengo, c per 1' importanza del possessi, ne aveva acquistato quasi il diritto. 0) La rinvenni nell'archivio di Stato di Mi- lano, nella sezione dci Feudi, in copia del- l'epoca e copiata il meglio che mi sia riuscito, la presento al mio lettore come una pagina della storia casteggiana, e insieme come illu- strazionc di quella nobile figura che fu Cesare Martinengo. (1) Principali contribuenti di Casteggio erano in quel tempo un nobile Franciscus de Girardls de Claslig'.o e suo fratello nobile 'Berninus de Girardis ejus fraier, come-leggesi nei : a Capitula, quae requiruntur per comunitates de ultra Padum, Lumellinae ct Campaneae Comitatus Papiae super nova taxa exequorum Mag. DD. Svmoni Ghilino et Nicolao de Arcimboldis Con- siliariis, et Petro Cottae Secretario Ducali » del 7 agosto 1445. Piu tardi, c cioe nel 1537 avevano larghi possessi nel ter- rjtorio di Casteggio le monache di Santa Chiara, credo di Pavia, come trovasi scritto riell' Esiimo generate del Siccomario c dell' Olire-Po, colla descrizibne dil Perticato dell' Ollre-Po c del Siccomarip fatta da un tal Lonato appimto ncll'anno 1537. DI CASTUGGIO 379 Egli discendente da una delle piu illustri famiglie Bresciane, fu sopranominato il Ma- gnifico per I'elevatezza del nome suo conic capitano, e tenuto in conto, da vari storici, tra i piu celebri capitani italiani del Me- dio-evo. II Sansovino (0 qualche volta esagerato, spesso vcriticro, cosi ne parla : « Cesare figliuolo di Gherardo, < 2 > accrebbe gloria ai suoi passati, percioche fece tal frutto nella (i) * Delia origine et de' fatti delle famiglie illustri d' Italia di M. Francesco Sansovino. » In Venezia prcsso Altobello Sali- cato, 1609. (2) Gherardo Conte di Martincngo padre del nostra Cesare, fu, secondo quanto scrisse il Sansovino, allevato alia corte dei Re di Napoli, si diede all'arte militare, vi ebbe titoli e gradi illustri, guerreggio lungo tempo al servizio di quei Re, comandando grosso numero di gente d'armi. Ebbe da quella corona 1' im- presa gentilizia di akune rose con tre colori in una croce. 11 Sansovino dice che detta impresa fu portata sempre da tutti i suci discendenti e detta da cssi la Ferrandina, mentre trovo ncl Tealro Araldico del Tittoni che lo stemma comune a tutti i rami della famiglia Martinengo consistc in un' acquila spiegata di rosso coronata in campo d'oro. 380 V. - INFEUDAZIONE milizia, cheessendo molto pratico delleastuzie ricsci eccellentissimo fra gli onorati capitani di guerra del suo tempo, e col suo indo- mito valore, era riputato sempre maggiore e molto piu chiaro di se stesso, come atte- stano gli scrittori. Costui servi i Re di Napoli con carica di 200 cavalli. E poi che la citta di Brescia si diede alia repubblica veneta, chiamato dal Duca Filippo : guerreggio per lui, con condotta di gente d' arme. E nella giornata di Macalo, dove il Contc Francesco Carmagnola, generale dei vene ziani, ruppe I'esercito del Duca, resto pri- gione. Ma liberato, continuando il servizio del suo signore, al quale fu grandemente fedele, entro, per lui, nelle imprese le piu difficili e dure, mostrando sempre segni di grandezza d'animo c di valore. Ma venuto a morte Filippo, e condotto dalla repub- blica veneta con ij'o lance, fu, dalla parte sua con grande sincerita d'animo, e si trovo nel (Into d'arme di Caravaggio, nel quale DI CASTEGGIO 38 I si salvo col generate Cotignola. Finita poi la guerra, venne a duello con Ciarpellone, luogotenente del Duca di Milano, e famo sissimo guerriero di quei secoli, come atte- stano il Corio.il Simonetta ed altri scrittori,(0 per conto di alcune travate fatte al fiume Olio, per riparo di Roccafranca, suo castello. « Col quale avendo combattuto fra gli Orci e Soncino, alia presenza del Duca e di altri principi a cavallo, feri primo il nemico, al secondo incontro, e poi gli diede altre due ferite con lo stocco. Indi smontato a piedi, lo feri di maniera con un'awna d'asta, che lo costrinse ad arrendersi. » Cosi finisce il Sansovino. II feudo di Casteggio era di qualche (1) E strano voder dimenticato quest 1 uomo illustrc dal Ricotti (Sloria delle compa^nic di Ventura) e dal Batistclla (// Conic di Carmagnoh . For-.c cio avvenne perche cntrambi gli aurori erano prcoccupnti esenzialmente dall'illustrare il Carmagnola eprincipal- mente il secondo con tanta copia di notizie, tanta cura dei dettagli, tanta nobilta d menl >, e con cosi fina cririca storica. j 82 V. - 1NFEUDAZIONE importanza comprendendo 0) molte terrc, tra le quali varie di non poca considerazione, come risulta dalle diverse investiture feudal i (i) A prova dell' importanza del feudo di Casteggio, dalla Nuova dcscriliione dello Slalo di Milano, etc. etc., di Carlo Gi- rolamo Cavalio della Somaglia, stampata in Milano nel 1656, traggo quanto segue : « Chiasteggio con suoi uniti, pertiche 18.857. « Di entrata lire 3125.6 paga di mensuale lire 679.4. « Tiene stara 176, cavalli 11 tre quarti ed un sedesimo. «Paga in camera di Censo lire 309. 16. 1. Alii reddituarij lire 77.19.10 in tutto lire 387.15.11. « Sopra la tassa pagasi altre 460.14.3. Alii reddituari; lire 89.6.7 in tutto lire 550.10. « Paga alia Regia Camera, per la mczza per cento lire 156.10. « E gli suoi particolari altre, lire 42. « II feudo e del sig. Don Francesco Maria Sforza — Visconte Marchese di Caravaggio (cio nel 1626) con li D.nij, ed Im- bottato concesso dell'anno 1450 d.il Duca Francesco Sforza. ■■ Non sa'cbbe questa precisa dichiarazione del Somaglia, diligente raccoglitore delie memorie storiche milanesi, una prova del- l' insussistenza de\V investitura feudal.' di Casteggio del 1466 a favore di Angelo Simonetta ? Aggiungo, a chiarire I'entitn di questi dati statistic! ed eco- nomici, come tra i feudi notati dai Somaglia, ad esempio, quello di Alzate contava solo 5140 pertiche e 17 stara di sale: quello DL CASTEGGIO 583 nolle quali esse sono particolarmente speci- ficate, e contando lo stesso borgo, che ne era il capoluogo, tra i piu cospicui ed illustri di Zibido S. Giacomo solo pertiche 2880 e jo stara di sale; quello di Cassano sopra I'Adda pertiche 8622 e stara di sale 130; quello della Motta-Visconti 16,2770011 129 stara di sale; quello di Brebbia di 7426 pertiche e 2.1 stara di sale, e via via. Nella Relatione di lultc h terre dello Slato di Milano che sono distinle a provincia per provincia comj-ilaia dal sig. Am- brosia Oppiqzpne, e stampata nel 1634 troviamo appunto: Scbiai- compreso Mtivrano etc. Tega^era ha cavalli di iasso 11, Ire quarli c'J un seiesino. A tar conoscere approssimativamente il valore di queste e di quelle cifre, diro come nella descrizionc delle terre del pria- cipato di Pavia data dall' Oppizzone leggesi, che « la quota mensuale di esso principato sono scuti di Camera nu. 8S34 sol. 25 de' quali ne spetta per ciascun cavallo di tasso di essa provincia lire 57, soldi 16 denari 10 i]2 » il che equivale a dire come il feudo di Castcggio pagava mensilmente, alia Regia Camera, oltre le altre imposte, lire 672 per i cavalli di tasso, e cost annualmente lire 8074, il che non e poco, tenuto conto del maggior valore di quelle lire, della scarsita dei pro- dotti, delle molte altre imposizioni, degli alloggi mililari, d lie •me guerre, dell: p. 1 : micidialmente in quell'epoca piena di peripezie. Oggi ancora i! solo comune di Casteggio ha una superHcie 354 V. - 1NFHUDAZI0NE del principato di Pavia, e specialmente del- l'Agro voghcrese. Infatti la sua pieve c di antica origine c i suoi arcipreti dal 1 185 ad oggi la govcr- narono in continuata serie. 0) di pertiche censuarie milanesi 102,662,1,6 con scudi d'estimo 23,570,18; e ncl 1885, ad escmpio, pago esclusivamcnte sul censo rurale e sui redditi dci fabbricati per 1' imposta princi- pal od erarialc lire italiane 24,247,97; e per sovrimposta co- munale lire 41,753,20 in tutto lire 66,001,17, cui si deve ag- giungere 1' imposta provinciate che probabilmente avra supe- rato le lire 3000, e cosi quasi 70000 lire a carico di 3925 abitanti, quanti ne aveva in quell'anno il comune di Casteggio. II che non e pure poco per ccrto. (1) Serie degli arcipreti di Casteggio, come da MS. csbtente nell'Archivio parrocchiale e da alcuni documenti. Bernardo 1 185- 1 199 Gerardo 1 199-1220 .... Pietro 1220-1257 Monti Vincenzo 1257-1278 Corvo Uberto 12 78-1 28 5 Monti Rainerio 1285-133 1 Bianchi Uberto 133 1 -1344 .... Guglielmo [344-1381 Fa Lckli Lazzaro 1440- l'i ura Antonio .... ' 110 . . . - i "■ Trojano Alicorno .... IS24- Torti Gun Maria .... t S 3 4 - 55i lircole 1551- J 83 Bianchi Gianmaria .... Novclli Annibale .... [>99 [600 Zammaruti Pictro .... 1600- 633 Zammaruti Giovanni . . 1633- 663 uo Ignazio 1663- ■ ; 1 Caimo Ortavio 691 Bertolini Pier Battista . . 1691- ;-i Gane Giuseppe 1; '!- '73 7 Sterpi Andrei '737- :-: lini Giuseppe .... • [767- '771 1 ). Ivitto Gian Pictro . . . '774- 78 1 Vachelli Giuseppe .... 1784- 814 iri Gio. Battista . . . 1814- S50 Venco Gaspare 1850- [863 ■ 1 Francecco .... 1863- (1) Casleggio — Notice sloriche C eggio, Tip. Perea, 1890 25 386 V. - INFEUDAZIONE giurisdizione sopra 17 parrocchie, parte si- tuate sulk colline e parte nella sottostante pianura, e aggiungero che ora'1'arcipretura di Casteggio e a capo del quarto distretto, ossia regione, della diocesi di Tortona, con 23 parrocchie distribuite nei quattro vicariati foranei di Casteggio, Argine, Montebello, S. Giuletta. (0 Antichissimi sono poi gli statuti dell'ar- cipretura e della collegiata dei canonici di Casteggio, conosciendosi quelli pei canonici (1) E cioe : Vicario Foraneo di Casteggio. Casteggio — Calcababbio — Casatisma — Mairano — Ro- becco — Verrcto. V. F. di Argine. Argine — Barbianello — Pinarolo — Rea — Verrui — Bressana (Succursale). V. F. di Montebello. Montebello — Genestrello — Sant'Antonino — Staghilione — Torrazza Cosre — Tone del Monte. V. F. di S. Giuletta. S. Giuletta — Corvino — Oliva — Redav.ille — Torricella. PI CASTEGGIO 587 dell'anno 1364 e quelli per I'arcipretura del- I'anno 1 j8o, e cio secondo un MS. esistente nell'Archivio parrocchiale, risultando cosi chiaramente la conferma dell'esistenza dei canonici della chiesa pievana di Casteggio fino dalla meta del XIV secolo, conic e provata assai piu antica da altri documenti. Del resto le moke chiese che Casteggio possedeva gia ncl iiji e che vediamo con- fermate al celebre monastero di Breme da Papa Eugenio 111, il 9 di febbraio , ed indicate per Ecdesiam Sancti Quirici, Ecdesiam Sancti Maurici, Ecdesiam Sanctae Mariae de Fubalmis Ecdesiam Sancti Petri 1 ' ; le antiche nuira che lo cin^evano nel Medio-evo, le fortificazioni sue van.tate Ja Galeazzo Visconti; le porte cUc s' apri- vano, una verso la pianura, ed altra verso (1) La chijsn pievana di San Pietro Apostolo con titolo di arciprctura. Dellc altrc c'nieic s' c pcrduta in scguito la mc- moria. 388 V. - INFEUDAZIONE i colli (l ); i vari conventi quali quello dei Frati Minori Riformati detti di S. Maria delle Grazie nel vicino luogo del Romito ed il monastero di Monache Francescane Minori Osservanti; i vecchi palazzi nell'elevata e piu anlica parte del cospicuo borgo ( 2 ); la grande (1) II Cas.ilis a tile riguardo riferisce che vi si vedevano al suo tempo (anno 1837) alcuni avanzi di torri e di baluardi distrutti, che credo ora quasi intieramcntc scomparsi, c sog- giunge che non c gran tempo crano ancora in piedi le due porte, una ad ostro e 1' altra a borea, le quali chiudevano la parte di Casteggio posta nella sua maggioreelevatezza, alia quale si da ancora il nomc di castcllo. Avevar.o esse gli ind.'zi di essere state munite di ponte icvatoio, c furono attcrrate circa settantacinque anni orsonoe cioe approssimativamentc nel 182^. (2) Oltre il palazzo municipal, di qualciic appariscienza, la casa Piatti, un oratorio, ch; adoraano la gran piazza del mercato, 3 pert a ad u:i terzo della lunga salita che forma la contrada principalc di Casteggio, si uotano in questo borgo : il vasto e vecchio casanxento al Pistorniie, che raccolse le mouache Fran- cescane ; il palazzo Rivarolo colla collossale vasca pel vino del 1699; quelli dei Cr.rena e dei Malaspina; 1'antica residenza dei feudatari pure pr^sso il Pistorniie; nonche cd csenzialmcnte il palazzo Vitali ora Beccaria con duplici porticati amenamente nrnspcttanti lc colline c rimarchevole anche per la sua anti- DI CASTEGG10 389 piazza, che fino dal 1532, per domanda di Alessandro Bentivoglio e per benigrrita di Francesco II Sforza Duca di Milano, raccoglieva il mercatoW faltosi ormai tanto rinomato, e oltre il luogo di Casteggio, le chita; il palazzo Pervcrsi andatamente degli Avogadro ; la resi- . arcipreturiale ; varie vecchic magioni prospettanti i colli, e 1c belle case Vcggi, Giulietti, Coralli, Cavagna, Montagna dei Conti Vallc, Bariggi, Piatri, nei piu meno antichi quartieii 1 gjio, e sul .1 novella piazza bella corona di moderni pa'azzott*, tr.i iquali primeggia quello Giulietti, onorato sulla maggior su.i front-.- da un marmoreo monumenro a ricordo di quello sventurato quanto nobile, generoso ed ardito giovane Giuseppe die porto il nome onorato dei Giulietti non solo a gloriarsi perennemente nelle agognate lande dell' Africa sempre infida, bensi a scolpirsi inestamente ncl cuore riconosciente de' suoi meniori concittadini. (1) Come asseriscc il Cav. Giulietti nella sua interessante me- niori a intitolata il Mcrcato e la fiera di Casteggio, inserita nel supplemcnto del giornale 11 CrconJario Voghereie, del 9 feb- braio 1887 dedieato alia beneficmia. L'AIessandro Bentivoglio era padre di Vioiante, moglic a Giovanni Paolo Sforza Conte di Casteggio, e certamente solo nell' interesse dclla figlia e del genero uso della propria in- fluenza presso il Duca, alio scopo di ottcnere a Casteggio tanto utile privilcgio. '5 90 V. - INFF.UDAZIONE moltc terre che ne formavano la squadra feudale, erano circostanze tutte esenzialissime ed atte a costituire un insieme di cose che per certo doveva esaere sufficiente a fare del feudo di Casteggio una signoria il di cui dono sara riuscito assai grato, e ben se lo merito il Martinengo, il quale eon tanto valore servi il Duca Filippo Maria Yisconti, che, in mezzo a tutto, seppe sempre e ge- nerosamente ricompensare chi lo aveva fedel- mente servito, e molti sono gli esempi della di luisplendida erinumerante riconoscenza ' n . 1/ importanza poi delle mura, delle porte antiche, delle tortificazioni e del castello di Casteggio e oggi messa in maggior luce dalTottimo lavoro del Cav. Giulietti che (i) E solo fra noi abbiamo la donazione di Voghera, Bobbio e Castcl San Giovani al Conte Luigi Dal Verme; quella dei luoghi di Cancvino, Cicognola e Broni, e della Zelada n.lia Campagna Soprana pavese a Giorgio Aicardi-Scaramuzza-Vi- sconti; quella di Casei, Sale, Castelnuovo-Scrivia al fanioso Conte Carmasrnola e via via. DI CASTliGGlO } 9 I illustra le vie del borgo e accenna a queste nobili prerogative di Casteggio , e meglio d'ogni altra mia parola vale a chiarire la passata oltre che la presente grandezza. Senonche oltre la chiesa parrocchiale, di novella costruzione, innalzata al principio del corrente secolo, su grandioso disegno jonico del Prov. Marchesi, Casteggio possiede la bella chiesa di S. Sebastiano e vari oratori; ma sventuratamente non ci e dato di am- mirarvi I'anticaarcipretura che in istile gotico, s'alzava svelta ed accuminata al cielo, che non seppe o non voile conservarcela. Rimane solo delTantico edificio I'alto campanile, col- 1'clegante suo puntato cono, che spicca da lontano, abbelisce il panorama di Casteggio, e lo addita arditamente, come grata meta alio studioso ed all' artista. Io, attratto dal sacro e mistico invito, mi recai a Casteggio, molti anni or sono, e m'accorsi tosto della benignita sua, pcrche mi offersc Toccasione di stringervi una delle piu care amicizie, 39^ V. - 1NFEUDAZ10NE quella dell'ottimo Cav. Carlo Giulietti e quella di meglio legarmi ai prediletti studi. Ne poco interessc presentano le borgate che formavano parte del feu do di cui trat- tano questi cenni, essendo comuni di qualche importanza i luoghi di Casatisma, detto an- ticamente Ca de' TismaW, che diede il nome (i) Luogo stnccatosi piu ta di per andare ad infeudarsi nel 1691 ai Conti Mezzabarba di Pavia, e poi, pire per eredita, ai Prin- cipi Kewenhuller che \o possedevaao come contea aucora verso il 1770, c finire nci Marcliesi d'Add.i di Milano. Nel 15 1 1 un maestro Gerardo Ai' Tisma era professore di geometria e di agrimensura nelle scuolc di Voghera, come accenna il Manfredi nel Casalis. Nell'anno 1517, nei territori di S.m Re, Pinarolo, Robocco, Argine c della Casa de Tixma i principal! proprietari cr.ino i nobiii Gio. Battista Berlio , ed Antonio Malaspina de Oria; a Re.i e a Regalia pcosedeva Do:i RafFaele de Conn, che v'era notaio, come risulta dall' estimo piu volte ci L'ampio palazzo d'Adda a Casatisma e tuttavia testimonianza apparisciente della grandezza dei Mezzabarba e della loro bur- bansoza ambizione di crearsi fastose abitazioni, di che e prova, oltre questa villa, e meglio, il ricco palazzo di Pavia oggi degnissima sed; del municipio paves:, tanto luss v- di ornati architettonici, di frondolose corniciaturc c di affreschi nmrali. m CASTEGGIO $93 ad una famiglia che fiori in Voghera lino da] principio del XIII secolo, eche da lungo tempo c capoluog ) di mandamento; di Argine che prese il nome suo forse da qualche antica opera a riparo del Po ; di Rea, e del luogo di San Biagio con case civili ed un'oratorio, ancora negli ultimi anni del secolo XY1II comune autonomo esso pure. A mettere un pochino di luce su questo nome e su altri di vari Iuoghi appartenenti a! feudo di Casteggio 3 tuitavia oscuri, brevissimamente diro come nel I j 37 i terreni di San Biagio crano posseauti c\a Madonna Catterina Cri- stiani Crisiiana di antica famiglia di PaviaC 1 ). Crotesi, nel 122} venne ceduto, insieme a Ca- steggio, dai canonici della cattedrale di Pavia, a Lantelmo Beccaria. ll Ballestrello addita (1) La famiglia Cristiani in questi dintorni possedeva anti- camente aiche il vcrustis;imo castcllo di Ncbiolo. (2) A quest' atto intervennc Daniele Beccaria Arcidiacono deila chiesa di Pavia. Nel 1272 i fondi di Crotesi con tutti gli edi- hzii, con time Ie tcrrc, le cas: c Ic proprieta anncssc vengono 394 V. - 1NFEUDAZIONE lc sue acque minerali presso il Rile. Pegaz- zera, fatto noto per la vicina grotta di Camera, fu antico possesso della famiglia Borromeo , ed ora appartiene al nobilissimo collegio Borromeo di Pavia, placido, sano, saggio, provvidenziale asilo dei giovani buoni che vogliono riuscire utili cittadini. (0 Mai- rano, l'antico Mairanum, oltre le moderne villeggiature, lietezza d'oggi, vanta alcuni ricordi storici, vita di altri tempi; ha chiesa parrocchiale nota nel 1180, e che glo- dati dai canonici della cattedrale in investitura a favore di Pierro Clerico, detto arciprete della Pieve di Casteggio, :na non inscritto ncl catalogo da me trovato nell'arcipretiira. Nel 1627 Crotesi apparteneva a Ludovico e Giovanni Beccaria. Serge la piccola borgata di Crotesi presso il torrentello Rile sulla via che da Casteggio adduce a Montalto passando per Uperga e Calvignano. Vi ha di notevole un beh'oratorio dedicato a Saut'Anna e una casa civile appartenenti entrambi alia famiglia Martinazzi di Pavia. (1) E ove speriamo non abbiano ad infiltrarsi sentimenti dilaniatori dei santi principi di ordine e di rispetto ai superiori, di obbedienza alle leggi, di devozione alle nostre istituzioni. DI CASTEGGIO ,9) riasi di aver preoccupato Papa Urbano III quando nel 1 185 nel 1186 la dono al monastero di S. Maria fuori porta di Pavia. Mairano poi va notato anche per aver dato origine ad una famiglia che nei secoli XIII e XIV fiori in Tortona nominandosi appunto de Mairanum (0. Notavansi inoltre (11E Mairano un borghetto, ben fabbricato, posto fra mezzo ad amene coilin -, i i aggradsvole soggiorno, deliziato da lidenti dintorni e da dole: ciitna. Ha una chiesa parrocchiale dedicata all'invocazione di M. V. Assunta, di cui l'origine si perde nelle nebbie del tempo, sapendo solo, come ved.-mmo , che e nomi- nata in document! del Xlf secolo, che i suoi libri battesimali inco- minciano solo col 1618, e che diveane prepositura nel 1790. Modestiisima t la chiesa nella sua fronte, essendone stato mi- gliorato 1' interno con qualche ristauro compiuto nel 1857. Vi si leggono tre lapidi che rammentano un Don Giuseppe Pagani dei Conti di Camisano morto qui nel 1748, un Gio- vanni Ubaldo Vincenzo Dipino decesso nel 1824 cd un pre- posto D. Andrea Simonetta mortovi nel 185 1. £ curiosa una notizia d:l XIV secolo che tocca Mairano. II 25 agosto del 1301 i consoli di Giustizia di Pavia, danno s.-ntenza a favore delle Moaachs di S. Maria, t'uori delle porte di Pavia, in causa sorta tra i Sindaci e i procuratori di quel monastero da una parte c i comuni e gli uomini di Mairano, 396 V. - INFEUDAZIONE nel feudo casteggiano: Tronconero; Castel Felice, passato nel comune di Montebello; Scarbina (0 ; Torre (del Monte), andato a costituirsi in comune autonomo; Pianetta; Casa de' Guerci ( 2 \ Borgo de' Periolo per Casteggio, Moutesercno e Calvignano, cotminia el homines locorwn Mairano, Ctaslis;i el Montissereni cum Calvignano e.l elves abilanics in ipsis loois dall'altra parte, a proposito di un inceudio nottur- narrtente scoppiato in Mairano. Ma meglio di questi scarsi avanzi di tempi trascorsi, valgono a far notcvolc Mairano e piacevoli lc sue vicinanze, la villa Marozzi con giardini all' inglese, qui lie Bazzini, Fabiani, Riz- zardi ora Polli, Foppa con sjne, h casa Bevilacqua, e le vigne, e lc passeggiate, e piu di turto la buon.i coinpagnia che gc"era sempre sana allegrezza. Horse fu il buon nonie dei dintorni di Mairano che spinse il Senatore Valsccchi a costruirvi l'ele- gante villa che oggi vi ammiriamo. Questi villeggianti e possidenti del luogo usufruiscono oggi quei terreni che in massima parte nel 15^7 appartenevaiio ad un tale Giovanni Guglielmo de "Belixonlio (Bellisomi ?) no'.iio. Quali mutamenti ! (1) Grosso casale diviso in tre corpi di abitazioni de:ti Sc.:r- bina ; Scarbina di Fra ; Scarbina di Massa. (2) I luoghi di Torre del Monte e della Cas.i de' Guerci; detti dal Benalio, Turris de Monie, 'Damns de Guercis, furono infeudati a Pio Beccaria con investitura del 26 sctrcmbrc 1692, DI CASTEGGIO 397 certo i! luogo di Borgo Priolo contea dei nobili Dattili della Torre della citta di Vo- ghera ( x ); nonchc gli altri piccoli luoghi di o torse furoao confermati .1 quella famiglia. In ogni modo alia Torre del Monte ncl 1537 p issedeva largamente case e tcrre un Giovanni Stefano Zorco o Giorgi. (1) Borgo Priolo, piccolo luogo sorto ove i due torrenti di ghiaja di Copp.i c di Ghiaja di Borgoratto si congiungono a form are il maggior torrentc Copp.i, ai piedi del colic ove signoreggia St.ighiglione, ebbe nel Medio-evo occasione a farsi conosccre dagli storiografi Benvenuto di San Giorgio ed io, quando nel 1362, scosso il giogo dei Guelii, dai quali era malmenato, nel nicsc di giugno si ribello ad cssi, per rimettersi sotto la protezio::c dei Ghibcllini, e venir occupato poco dopo dai soldati di Luchino D.il Verme. N'.l 1537 vediamo figurare tr.i principali possesion del ter- ritorio di Borgo Priolo un Messer Giovanni Guido da Sancto N /ario, forsc di Rivanazzano, c i Pianeta Pianctta, che credo vi siano tuttavi.i stabiliti e possidenti, e diedero alia parrocchia di C.in.poferro un ottimo prcvosto mortovi non e mohi anni dopo quasi mezzo secolo di vencrato magiitcro. .Vcondo il Benaglio nel 1690 Borgo Priolo sarebbe stato concesso in feudo a Pio Bcccaria, assieme a Torre del Monte ed alia Casa de' Guerci, col distacco cosi di questi tie luoghi d:il feudo di Casteggio , non s6 poi sc con o senza accordo cogli Sforza-Visconti-Carav.iggio. Oggi Borgo Priolo e distinto per 1111 palazzo, un' oratorio ed un giardino appartenenti alia famiglia G.itti. 59^ V. - 1NFEUDAZ10NE Rivetta Mdi Boffinisio c di Casate ' 2 ), che ve- nivano solitamenle incantati nel nome della Camera Ducale di Milano col borgo di Ca- steggio formando tutti insieme la squadra del ftudo. (3) (i)Oggi detta Rivctta-Gandolfi e divisa in Rivetta di Mairano, e in Rivetta di Corvino, e come sempre spettante a Casteggio. (2) In seguito il feudo di Casteggio comprendeva fra le terre principal! solo quelle di Mairano e di Rivetta- Gandolli. (3) Oggi ancora il comune di Casteggio comprende le bor- gate, i casali, i luoghi di Ca di Re, Scarabia, La Lottona, San Giuseppe, Gerardina, Caretta, Ca d: Ghiringhelii, Ca Nuova Garb ignoli, Ca di Giorgione o Romanini. Bussolate, Cas : di Zengara, gli Alteni, la Casanova, Rivetta, Ca della Yalle, Ca del Mazzolino, Mairano, Serra, Dapino, Colombara, Moglie, Ca di Sforzin, Ca di Rile, Bottirolo, Pia di Yolpe, Zerbone, il Fontanone, Prajello, Castel del Lupo, Mirandola, Pegazzera, Canegate, Ca de Perotti, San Biagio, Orte, Casona, Murone, Balestrello. Romito, Ca del Lana, Crotesi, Costaiola, Sgarbina, Persival, Sgarbina di Massa; Costa, Colombara al Rile, Boft'.i- lora, Creusie, Vallone, Madonna, Fontana, Monfire, Tronconero Tracciarossa, Ca de Tacconi. Questi luoghi e cascinali sono collocati in parte sulle vititerc colline che dal nionte Cesnrino sciendono a lambire la grande strada romana detta Emilia, e in parte nella pianura feconda di grani e di gelsi che si estende ai tianchi del torrente Coppa sino ai confini dei territori di Casatisma e di Verreto. DI CASTEGGIO 399 Certamente un feudo cosi importante sara stato ambito dagli uomini ambiziosi che erano al servizio dei Duchi di Milano. Senonche 1 credo che 1' investitura del— I'anno 1441 segni la prima infeudazione di Casteggio, il quale sarebbe passato poi nel Simonettaj secondo il Cav. Giulietti, coll' investitura del \j settembre 1466, che io sulla fede del Benaglio^ 1 ), forse non erronea- (1) 'Scll'EIen;!'!! familiarum in Mediolani dominio fcuJis, iuri- sdiclionibus, lilulisqut insignun colligentt' J. C. Don Iostpho Benalio, (Mediolani in Curia regia Kal. aprilis MDCCXIV Typis Marci •;ii Pandolphi Malatestae) a pagine 57 e 58 leggesi quanto s:gue : aSfortiaVicecomes suprascripta Marchionissa Blanca Maria Feudataria ct Comitissa Clastigii ultra padum e\ investitura Duics Galeatii Mariae Slortiac diet 15 siptembis 1466, per su- pra^criptum Peregum ct 19 januarii 1475 confirmata a Duce Maximiliano 15 15. 10 februarii, ac ex rog. suprascripti J. C. Be- nalii diei 1 martii 1698. Cost il mio errorc, sc lu un errore, ha per !o nieno una grands giustifkazione, qutlla dclla fiducia messa da me nclla 1 data dal Benaglio, che in fatto di investiture feucali puo essere creduto, inquantoche pel di lui ufficio erano tut e a sua disposizione. Del resto il vedere che lo stesso Bcnaglio roga 400 V. - INEEUDAZLONE mente indicai altrove come concessa a Bianca Maria Visconti Sforza da suo figlio Galeazzo Maria, non potendo pero essere, in ogni modo, concessa a lei dal padre suo, il Duca Filippo Maria, come venne scritto da altri, perche morto gia d;i un pezzo. (*) l'atto di confirm. i dell' investitura del 1466 in favore Ji Bianca Maria Sforza-Visconti, forse I' ultima feudataria di Casteggio della sua schiatta, sarebbe per se solo un argoinento a prova che 11011 errai quando a favore di Bianca Maria attribuii la con- trastata investitura feudale o se errore vi fu debba solo rife- rirsi al nomc del Visconti o dello Sforza beneficato con detta investitura. E non potrebbe essere il Simonetta una specie di rappresentante di Bianca Maria o di altro principesco signore ? Non poteva ess:re l'atto una forma onoraria di dono ? Come potrebbe essere nata la confusione dall' esservi nci Visconti e negli Sforza piu donae col uome di Bianca Maria, e come potrebbe darsi che in questj caso speciale il Benaglio abbia ad alludere esclusivamente all'ul ima Bianca Maria degli Sforza- Visconti. (1) Filippo Maria Visconti, secondo il Litta, per tacere gli altri storici, mori il 15 agosto del 1447, e non n:l 1466 come per errore e indicato in una nota all' Esirailo del numero itn:co del giornale il Pistornile (Caiteggio 16 settembre 1888; nel quale il Cav. Giulietti pubblico le notizie storichc riguardanti 1' investitura feudale di Casteggio del 1466. Dl CASTEGGIO 4OI Io metro in dubbio l'esistenza originaria del- rinvestitura a favore del Simonetta. Ed infatti non deve riuscire strano a tutti che il Litta, cosi minuto nelle sue notizie, e cosi poi particolarmente minuzioso nei dettagli della vita di Angelo Simonetta, da tener conto nella di lui biograha dei doni a lui fatti dal Duca delle terre del vicariate di Belgiojoso, del luogo d'Aviglio nelFalessandrino, e di Lacchiarella nel pavese, nonche delle ottc- nute cittadinanze di Milano, PaVia, Cremona, Parma, Piacenza, Alessandria, Tortona, Lodi, Xovara e Como, non abbia indicate 1' in- feudazionc di Casteggio, fatto di maggiore importanza di quelli? Non potrebbe essere sufficiente quest'altro argomento a mettere in dubbio la veracita dell' investitura pub- blicata daH'ottimo Giulietti ? (1) Per quanto abbia cercato nulla trovai clu valga a coofer- niare la nori/'a dell' infeudazlonc di Casteggio a favore di Angelo Simonetta e principalmentc per parte del Duca Filippo Maria, che nel 1466 era yii morto d.i tr.-dici aani. 402 V. - 1NFEUDAZI0NE Io, seguendo il Benaglio (l \ credo, anzi ten go in conto di certo, che il feu do di Casteggio sia passato nel 1466 e ncl 147; agli Sforza-Visconti ( 2 ) e poi negli Sforza-Vi- sconti di Caravaggio per kivestitura del 12 febbraio, cui fu confermata per la prima volta dal Duca Massimiliano il 10 febbraio ijij e per restare per certo negli Sforza- Visconti, come lo dice la confer ma rogata dal Benalio nel 1698, e quanto trovasi ne* Catalogo dei feudatari dello Stato di Milano (1) Nella citata opera sui feudi del ducato di Milano. (2) Infatti nelle carte riguardanti Casteggio conservate nella sezione-feudi dell'Archivio di Stato di Milano, trovasi un atto di giuramento prestato al Duca nel giorno 16 gennaio 1477 dal Conte Carlo Sforza pel frudo di Casteggio e prccis.imente pro ierrae Clasligii. Nel giorno 26 del mese di rnaggio dell'anno 164S la Mar- chesa e Contessa Aldobrandina Sforza-Visconti. quale tutrice di suo figlio minorenne Don Francesco, presta Giuramento a S. M. il Re di Spagna, per i feudi di Caravaggio , Galliate, Corte Madone, Lacchiarella, Prato Palasio, Terra Verde e per quello di Casteggio. — Come da memoria MS. esistente nel- l'Archivio di Stato di Milano. DI CASTIiGGlO 403 del i~n, come venne pubblicato nella Re- latione istorica del magistrate) delle ducali entrate straordinarie nello Stato di Milano, ove legeesi: « Sforza-Visconti Marchesa Donna Bianca Maria Contessa di Chiasteggio Oltrepo)), c quanto trovasi registrato final- mente, e meglio, nella nota MS. da me pos- seduta, dei Vassalli deha provincia di Voghera scritta nel 1770, cioe: « Casteggio con Mai- rano e Rivetta-Gandolfi » erano infeudati a « Yisconti-Sinzendorff-Sforza Bianca Mar- chesa di Caravaggio » essendd, con essa credo finita la serie dei feudatari di Ca- steggio (*\ restando il dubbio che questa (1) A tale riguardo devo pero far notarc com: il Giulietti nel citato supplemento del giornale il CirconJario di Voghera dica che nel 1725 era feudataria una Donna Eleonora che non trovai negli albcri genealogici dcgli Sforza di Caravaggio del Litta e del Ratti. Giulietti aggiunse che nel 1798 erano al posscsso di Casteggio una Li via Stampa di Soncino, una Eleo- nora Villani una Tursi sorelle Visconti-D' Oria, il che potrebbc essere avvenuto alia morte di Bianca Maria Sforza-Visconti-Sinzerdorff, 404 V. - 1NFHUDAZIONH indicazione si riferisca forsc alia successione del feudo nel marito di lei il Contc Gio- vanni Guglielmo di Sinzendorff, essendo ella morta fino dal 17 17, secondo il Litta. Per me, ripeto, e cosi incontestato il do- minio degli Sforza-Visconti e degli Sforza di Caravaggio da Carlo Sforza, da Ippolita, da Violante e poi da Giovanni Paolo, al- meno dall'anno 147;. Non potenio ammettere 1' interruzione della serie Sforza coll' intermezzo del Ben- tivoglio, che ha legato il proprio nome, in ogni modo, ad una delle piu valenti pre- rogative di Casteggio, quella de' suoi mercati settimanali, e ai quali si sa essersi interessato quale stretto parente degli Sforza che go- devano da un pezzo il possesso del feudo di Casteggio. Eppero a chiarire tante incertezze credo opportuno, di qui pubblicare un breve albero genealogico della famiglia Sforza- Caravaggio nella piii esile forma per non Dl CASTEGGIO 40; maggiormente annojare il mio cortese lcttore. Per finire, raggruppando i dati, non posso a mono di aggiungere che il passaggio del feudo di Casteggio negli Storza-Visconti.. per concessione di Francesco Sforza del- I'anno 1450, e poi negli Sforza di Cara- vaggio, oltre che dalle parole del Conte Cavazzo della SomagUa e provato anche dal giuramente prestato, il 16 gennaio del 1477 dal Conte Carlo Sforza precisamente pro terre Clastigi el recognitionis ejus feudalis investiturae e cio verso il Duca Giovanni Galeazzo Maria Sforza-Visconti e per la rinnovazione dell' investitura feudale di Ca- steggio el villarum suarutn ( l \ e nptasi parti- colarmente che cio avvennc per rinnovazione dell' investitura, nonche dalpossessodel feudo medesimo riconosciuto dal Cavazio della Somaglia come spettante nel 16 j 6 a Don (1) Archivio di Stato di Mil.mo, sezione feudi, cartella sotto la letters C contencnte Ie carte relative a Casteggio. 406 V. - INFEUDAZIONE Francesco Maria Sforza-Visconti Marchese di Caravaggio. CO Tutto qnesto mi pare confermi le notizie date dal BenaglioW le quali stabiliscono chc Bianca Maria Sforza-Visconti moglie del Conte di Sinzendorff era signora e Contessa di Casteggio nel 1698 per 1' investitura del Duca Galeazzo Maria concessa o meglio confermata il 1; settembre del 1466 a suoi antenati (?) e riconfermata il 19 gennaio 1475; investitura che secondo il Conte Delia Somaglia ebbe origine nel 1450, tro- vava la sua base di esatezza nel giuramento di fedelta del Conte Carlo Sforza-Visconti dato nel 1477 e otteneva novella riconferma (1) Nttova Descritlione deJh Slalo di Milano di Carlo Gero- lamo Cavatio della Somaglia. (2) Opera piii volte citata. (3) Oppure in favore di altra Bianca Maria Sforza-Visconti e forsc della stessa illustre figlia del Duca Filippo Maria Visconti e sposa di Frances:o I Sforza, novello signore di Milano, dando sempre apensare l'csistenza della Bianca Maria appunto nel 1698. DI CASTEGGIO 4OJ ll 10 febbraio del 1 5 1 j da parte del Duca Mas- similiano l'ultimo signore di Milano della sua casa ; conferme e riconferme che venivano trascritte in un rogito speciale, per parte del giureconsulto Benaglio, con atto rogato nel giorno 1 marzo del 1698, forse nell'occa- sione nella quale la Marchesa Bianca Maria Sforza-Visconti andava al posscsso di Ca- steggio essendo nata il 1 aprile dell' anno 1697, che il Benaglio dice Tunica ed ultima discendente degli Sforza Duca di Milano . . . Unicum germen Sfortiadum Mediolani Ducum. La linea di successione cosi non sarebbe mai stata interotta, e l'intermezzo dell' in- feudazionc Simonetta potrebbe ammettersi solo ed unicamente come effimera od ono- rariase non falsa ecertamentesenza eftetto;* 1 ) (1) Sebbene possa forse apparentemente valere in favore della realti dell'investitura Simonetta l'essere la lr.edesima concessa a lui quasi in compenso dei crediti che vantava verso il Duca defunto e la Duchessa, e il sapere che col suo testamento, fatto nel 1470 e rogato dal Xotaio Cairate, il Simonetta disponeva dei beui 40S V. - INFlfUDAZlONE mentre tutto fa presumere veritiera quella Martinengo, perche avvenuta in favore di un'alto personaggio meritissimo di essa pei servigi prestati al Duca; perche per nulla inter- rompe la scrie dei signori della contea di Ca- mobili ed immobili posti in Casteggio, oltre degli altri in altro luogo, a favore di sua moghe e della sin figlia Bianca. Senonche il fatto di posssdere foadi nel territorio di Ca- steggio, per se solo, noa puo essere tenuto in conto di argo- mento valido a soreggere 1' infeudaziorie, mentre abbiamo veduto come cospicue famiglie milanesi e pavesi po^sedessero molte terre uell'Agro voghorese anche senza esservi feudatarie. Xon si puo nemmeno concigliare coi documenti e colle genealogie degli Sforzi la posiibilita di una infeudazione di C'asteggio a favore dei Beativoglio come venne pubblicato d.il Giulietti nella sua memoria inserita nel numero unico del giornale di Tiene- ficen\a casUggiana e dove.ido solo riconoscere l'intervento di Alexandra Bsativog'.io nelle cose di Casteggio come un'atto di interesse a favore di sua figlia Violante signora del luogo; cosa quindi pienamente giustificata. Solo per desiderio di luce sopra questo interessante argo- mento mi sono lasciato trascinare tanto a lungo nel campo delle congetture, sperando che venga tolto ogni dubbio intorno a questi avvenimenti o m:glio ragioni feudali, sia conosciuta esattamente la serie dei reggitori di Casteggio. DI CKSTEGGIO 409 steggio, essendo avvenuta prima che la medesima passasse negli Sforza-Yisconti di Caravaggio c finalmente perche sebbene taciuta lino ad ora pure cssa esiste nelTAr- chivio di Stato di Milano. Del resto, come risulta dall' unito albcro genealogico che non fu mai , interotta la serie dei Marchesi di Caravaggio, cosi risulta pure continuata quella dei Co.iti di Ca- steggio, negli Storza-Visconti, che inco- minciarono a governare questa signoria nel 1450 o al piu tardi nel 147;, fino alia morte di Donna Bianca Maria avvenuta nel 1 7 1 7 un'anno dopo di essersi maritata col Conte di Sinzendorff. (0 Con cio, dopo queste interminabili pa- role , ecco nella sua integrita l'investitura (1) Del resto veggasi nella prima c nella scconda appendice 1' importaiua antica e quella Medio-evale e moderna di Cast.-ggio, e nella terza appendice nonche ncIP albero genealogico la serie dei fcudatari di Casteggio. 410 V. - 1NEEUDAZIONE DI CASTEGGIO feudale di Casteggio del 9 febbraio 1441 concessa dal Duca di Milano , Filippo Maria Visconti, al Conte Cesare di Marti- nengo, suo celebrato capitano; e per la quale vengono costituiti in procuratori e rappresentanti due illustri personaggi di quel tempo, Corradino de Capitani de Vimercate pel Duca e Paolo de Castiglioni per il Conte alio scopo appunto di investire e mettere al possesso del feudo di Casteggio, de loco Chstigii, il Conte di Martinengo, che pare non abbia avuto figli e cosi abbia lasciato libero alia sua morte il feudo. YHS. Feudum Cesaris de Martinsngo de Terra Clastigii 1 44 1. Die 9 : februari. In nomine Sancte et individuc Trinitatis felicitcr amen. Anno a nativitate Domini nostri Jesu Christi millesimo quadringente- simo quadragesimo primo, indictione quarta, secundum cursum Civitatis Mediolani die Jovis nono mensis februarii. Cum Illustrissimus princeps et Excellen- tissimus Dominus Dominus Filippus Maria Anglus dux Mediolani etc.Papie, Anglerieque comes ac Janue Dominus Dominus filius 412 V. - 1NFEUDAZIONE quondam gloriose et semper collende me- morie Illustrissimi Principis et Excellentissimi Domini Domini Johannis Galeaz primi Ducis Mediolani dignissimi costituerit spectabilem Corisiliarium suum Dominum Conradinum ex Capitaneis de Vicomercato eius Domini Domini Ducis solemncm et legitimum pro- curatorem, specialiter ad infrascriptam feu- dalem invcstituram ct omnia et singula in eo contenta nomine ipsius Domini Domini Ducis faciendum ut patet per publicas et autenticas litteras ipsius Domini Domini Ducis in membrana et cera alba more curie sue scriptas et sigillatas ac corniolla seereta ipsius Domini Domini Ducis munitas, non abolitas, non cancellatas nee in aliqua earum parte suspectas; Sed omni prorsus vitio et suspicione carentes; Ibidem in presentia pre- fa-ti Domini Conradini et hgregii Pauli de Castiliono procuratoris infrascripti Magnifici Cesaris ac testium infrascriptorum ad corum omnium plenam intelligentiam integre lectas Dl CASTEGGiO 4 I 3 ct ostensas. Quorum Iiterafum tenor sic seguitur, videlicet. In nomine Domini anno a nativitate eius- dem millesimo quadrigentesimo trigesimo- ctavo, indictione secunda die jovis decimo octavo mensis decembris, Spectabilis Do- minus Cesar de Martinengo natus quondam Spectabilis viri Dominis Gierardi, ex con- ducteriis armorum Illustrissimi Principis et Excellentissimi Domini nostri Domini Ducis Mediolani ( J ) etc. nunc mo ram trahens in ci- vitate Mediolani in porta Cumana, in Par- rochia Sancti Cipriani, voluntarie sponte et ex certa scientia animoque deliberato et omnibus modo, jure, via et forma quibus melius fieri et vallere potest, fecit, consti- tuit et ordinavit et facit constituit et ordinat circumspectum virum Paulum de Castiliono CO Come vedesi da questo documento, il Martinengo era tenuto in altissimo conto c qualificato per condottiero delle armate ducali. 414 V. - INFEUDAZIONE natum quondam Nobilis viri Domini Beltra- moli canccllarium suum ibi presentem, volen- tem et acceptantem suum certum missurn, nuntium et procuratorem et quicquid melius dici et esse potest specialiter ad accipien- dum et acceptandum a prcfatu lllustrissimo Domino nostro Domino Duce Mediolani etc: et a quolibet eius commissario et procu- rator pro ipso Domino Cesare suisque filiis et descendentibus masculis usque in infinitum quemlibet locum et quelibet loca, castrum et castra ac terram et terras ac villas cum suis juribus et pertinentiis quern, quos et que idem Illustrissimus Dominus noster sibi dare et conferre voluerit in feu- dum nobile et gentile seu honorabile et aliter quocumque modo et titulo et quo- cumque forma idem Illustrissimus Dominus noster sibi dare et conferre seu dari et con- ferri facere voluerit, et hoc cum mero et mixto imperio et omnimoda jurisdictione et cum quibuscumque separationibus hono- DI CASTEGGIO 4IJ rantiis prerogativis preheminentiis et aliis juribus quibuscumque lP , et cum et sub illis pactis, condictionibus, conventionibus, modis et formis de quibus et procet prefato Illu- strissimo Domino nostro et cuilibet eius misso et procuratori videbitur ct placuerit et ad obbligandum ipsum dominum con- stituentem ciusquc filios descendentes et eius ct eorum bona versus prelibatum Illu- strissimum Dominum nostrum eiusquc fi- lioset successorcs causa ct occasionedictorum talium locorum, villarum, terrarum et ca- strorum ,2 ) sibi concedendorum ut supra, et cuiuslibet eorum et cum omnibus et per omnia prout ipsi procuratori suo videbitur et placuerit et ad promittendum et jurandum (i) Come ti ritto nelT investitura del 1466 pubblicata d.il Giulictri. 1 Che ccrtamente erano quelle che figur.mo anche nell' in- vestitura feud.ile del 1466 c sono gia state ind-.cate nclle bre\i mie parole che preccdono questa investitura. 416 V. - 1NFEUDAZIONE in manibus prelibati Illustrissimi Domini nostri, et cuiuslibet eius procuratoris seu commissarii debitam fidelitatem modo et forma contentis in utraque forma fidelitatis scilicet tarn Vetera quam nova et prout promittere etjurare debet quilibet bonus et fidelis vassalus Eomino suo et prout et sicut Dicto procuratori suo videbitur et placuerit, et ad conficiendum et confici faciendum su- perinde quodlibet instrumentum et quelibet instrumenta cum quibuscumque promis- sionibus, obligationibus , renuntiationibus, iuramentis clausulis etsolempnitatibus oppor- tunis et in talibus et similibus apponi con- suetis et de quibus et prout dicto procuratori suo videbitur et placuerit; et generaliter ad fatiendum gerendum et exercendum omnia et singula in predictis et circa predicta ne- cessaria et expedientia et que facere posset ipse dominus constituens si presens foret etiam si talia forent que mandatum exige- rent magis spetiale; dans et concedens ipse DI CASTEGG10 417 dominus constituens dicto procurator! suo ibi presenti et acceptanti plenum, largum, et generale ac spetiale mandatum cum plena libera et generali ac speciali administratione in predictis et circha predicta et quodlibet predictorum perfitiendi sibique quo ad pre- missa committens totaliter vices suas; pro- mittens quoque idem dominus constituens obligando se et omnia bona sua presentia et futura pignore michi notario infrascripto persone publico stipulanti et recipienti no- mine et vice prelibati domini nostri et cuius- libet alterius persone cuia interest vel interesse poterit quomodolibet in futurum, quod sem- per et omni tempore habebit et tenebit rata, grata et hrma queeumque facta fuerint per- dictum suum procuratorem et cum eo in premissiset circa premissa et eorum occasione, renuntiando etiam prefatus dominus consti- tuens exceptioni non facte hujusmodi instro- menti procure seu mandati et predictorum omnium et singulorum non ita et taliter 27 4l8 V. - 1NFEUDAZIONE actorum tt factorum omniquc probatione et deffensione in contrarium, et de predictis prefatus dominus constitucns rogavit me notarium infrascriptum, ut publicum con- ficerem instrumentum unum et plura cius- dem tenoris. Actum in domo habitationis prefati domini Cesaris sita ut supra; coram Petro de Mar- liano filio quondam Mafioli. porte Romane parochie Sancte Euffemie intus,et Johannean- drea De Lomatio filio Johannis porte tici- nensis parochie Sancti Laurentii majoris intus, ambobus Mediolani notariis, et pro- notariis interfuerunt ibi testes dominus Johannes de Castiliono filius domini Ottonis porte Verceline parochie Sancti Victoris ad teatrum, Beltraminus de Crivellis filius quon- dam Domini Jacobi porte nove parochie Santi Petri ad Cornaredum, Jacobus de Ci- xate Dominus de Corsicho filius quondam Domini Balzarri porte Ticinensis parochie Sancti Laurentii maioris intus, omnes noti, idonei et rogati. DI CASTEGGIO 419 (Sig: Tab.) — Ego Laurentius De Marti- gnonibus filius quondam Domini Antonii Civitatis Mediolani porte Ticinensis parochie Sancti Sebastiani Xotarius publicus rogatus tradidi et subscripsi. (Sig: Tab.) — Ego Gasparinus de Regiis filius quondam Domini Petri notarius civi- tatis Mediolani, porte Ticinensis parochie Sancti Alexandri in Zebedia jussu suprascripti notarii scripsi et me subscripsi. Pro tanto idem Dominus Conradinus in executionem suprascripti mandati et procu- ratorii per cum reverenter suscepti, visi, intellecti et bene ponderati, omnibus jure, modo, via et forma quibus melius et vali- dius potuit et potest procuratorio nomine prefati Domini Domini Ducis, et pro ipso Domino Domino Duce separavit, segregavit eximit et liberavit, ac separat segregat eximit et liberat penitus et in totum terram Cla- stigii diocesis papiensis cum suprascriptis (i) Certamentc per territorio prin:ipato. 420 V. - 1NFEUDAZL0NE ct infrascriptis locis, villis, poderiis , terri- toriis, juribus, hominibus et pertinentiis suis quibuscumque, qualiacumque et quantacum- que, sint intra terminos ct confines suos ab omni mero ct mixto imperio et gladii po- testate et omnimoda jurisdictione nee non a quavis subieetione dicte Civitatis Papie et cuiuscumque alterius civitatis terre vel loci earumque et cuiuslibet earum offieialium et rectorum, cui vel quibus jure communi aut municipali vel alio quovis modo dici posset dictam terrain Clastigii cum suis juribus et pertinentiis predictis que prefatus Dominus, Dominus Dux in dicto procura- tors haberi vult pro sufficienter specificatis et Declaratis in totum vel in parte aliquo modo subesse ita ut vigore facte huius separationis quam et prefatus Dominus Do- minus Dux tenore suprascripti mandati etiam fecit, dicta terra Clastigii cum suis juribus locis, villis et aliis juribus suprascriptis sit et esse intelligatur tanquam unum corpus DI CASTEGGIO 42 I do per se, libera et exempta a iurisdictione et omni potestate dicte civitatis Papie eius- que officialium et alterius cuiuscumque loci cui subiecta dicevetur vel dici posset ( x \ Con- ferer.s, dans et concedens insuper ipse Do- minus Conradinus dicto procuratorio nomine predicte terre Clastigii cum suis terris, locis, villis, et aliis juribus suprascriptis merum et mixtum imperium et gladii potestatem cum omnimoda jurisdictione omnique im- munitate tarn datiorum, pedagiorum, et gabellarum quam aliorum onerum quo- rumcumque sive ilia ordinaria sint, sive ex- traordinaria, realia, personalia, vel mista, vel (1) Come trovasi ncll' investitura del 1466 ove pure ven- gono separati e liberati totalmente il luogo e la terra di Ca- steggio, contado paves:, con tutti i suoi diritti, pertinenze, uomini, ville e territori da ogni mero c misto imperio, diritto di spada e da ogni giurisdizione tanto nelle cose civili, che criminali e da ogni soggezione e pertinenza ed obbedienza dalla citta di I'avi.i, c dagli altri luoghi dai quali si potesse credere che Casteggio dipendesse. 422 V. - INFEUDAZIONE alia qualiacumque et quocumque nomine nuncupentur , exeptis tamen tabella salis a qua neminem exemptum ipse Dominus Do- minus Dux esse vult, et datiis tarn mer- cantie quam gualdorum et ferraricie que non sint propria dicte terre Clastigii, sed ad civitatem in qua generaliter incantature spectant et pertinent. (0 Que gabella et datia (i) Anche in questa parte, per notizia eziandio del Giulietti, 1' investitura corrisponde a quella del 1466 essendo pure con quella conferito il diritto di niero e misio impero con podesta di spada e con ogni giurisdizione per tutti i carichi sia ordinari che straordinari, reali, personali, e misti so. to qualsiasi nome, e restando pure in essa riservati tuttavia al principe e alia sua camera le gabelle del sale, il dazio della mercanzia, dei Gu.ildi, (sccondo il Ducangc Gualdus vorebbe essere un bosco, cd il dazio sarebbe quello della legna; secondo altri i Gualdi sareb- bero i diritti di caccia che appunto erano una regalia) e della ferrarezza (?) feracie, (che il Ducange trova per la prima volta in una carta del 1375 dovuta a Galeazzo Visconti Conte di Virtu) che non erano proprie della terra di Casteggio ma spet- tavano alia citta di Pavia, non accennandosi in questa investi- tura del 144 1 le altre riseive accennate in quella del 1466, come gli alloggiamenti, le tasse dei cavalli, degli stipendi e dei careggi, dei qu.ili tenne nota il Giulietti. DI CASTEGGIO 423 in dicta terra possint et vabant exerceri iis modo et forma quibus et prout exercentur dc presenti. Quibus separatione ct conces- sionc factis ut supra prefatus Dominus Con- radinus procurator et procuratorio nomine ipsius Domini Domini Ducis et pro ipso Domino Domino Duce et successoribus suis ac illo vel illis quern vel quos legitimaverit vel habilitaverit ad successionem suam, de qua legitimatione et habilitatione constet per publicumdoc umentum sigillatum sigillo magno ipsius Domini Ducis, dedit, tradidit, et concessit, ac dat, tradit, et concedit su- prascripto Paolo de Castiliono, figlio quon- dam Domini Beltramoli porte Nove parochie Sancti Domini ad Maziam( J ) procuratori Ma- gnifici Cesaris de Martinengo filii quondam Domini Girardi strenui armorum conductoris (1) Oppure Sanli Donini, San Donnino alia Mazza, parrochia che esisteva ancora nel 1788, perchfe la descrive il LatuaJa nella Descri^ione Ji Milano. 424 V. - lNI-'liUDAZIONE habenti ad hec plenum mandatum ab ipso magnifico Cesare traditum et rogatum anno curso millesimo quadringenlesimo trige- simo octavo die jovis decimo octavo sep- tembris per Laurentium de Martignonibus notarium Mediolani ibi presentem, stipu- lanti, acceptanti et recognoscenti hec omnia contentain presenti instrumento procuratorio nomine ipsius Cesaris et pro ipso Cesare suisque filiis et desce ndentibus ac descen- dentium descendentibusin infinitum masculis et legitimis ad ex legittimo matrimonio et ex linea masculina tantum natis et nasci- turis, pro quo Cesare ipse Paul us promisit et promittit dicto domino Conradino pro- curatori dicto procuratorio nomine stipu- lanti et recipient! de rato habendo et facere et curare cum effect u quod ipse Cesar ad maiorem predictorum et infrascriptorum eor- roborationem hinc ad tres menses proxime futurorum per publicum et solemne instru- mentum consignandum ipsi Domino Do- DI CASTEGGIO 42; mino Ducis sive dicto eius procuratori aut michi secretario et notario infrascripto infra dictos tres menses dicta omnia in presenti instromento contento ratificabit ct appro- babit, se obligabit, ac jurabit et faciet pro se et descendentibus suis predictis in om- nibus et per omnia prout in presenti instro- mento fit et factum fore reperietur per dictum Paulum pro.uratorem suum dictam terrem Clastigii cum suprascriptis suis villis, locis, territoriis et hominibus possessionibus omnibus, cdificiis, campis, vineis, pratis, bu- scbis , pascuis , rugiis , aquis aqueductibus, molandinis, furnis, datiis, et pedagiis, intratis, actionibus, usibus , honorantiis, mero et misto imperio, gladii potestate et omnimoda jurisdictione dicte terre ut supra concessis, ac cum aliis omnibus juribus et prerogativis in, de, pro, et super omnibus predictis et singulis et corum occasione prefato Domino Domino Duci et eius camere spectantibus et pertincntibus ac spectare et pertinere 426 V. - INFEUDAZIONE valentibus qujquomodo , exceptis tamen dictis tabella salis et datiis mercantie gual- dorum ct ferrarie ut supra rcservatis in feudum honorificum paternum et avitum, antiquum, nobile et gentile, francum et libe- rum ac jure feudi honorifici, nobilis et gen- tilis, paterni, aviti et antiquK 1 ); ita quod quo ad honores et omnia predicta sapiat naturam honorifici nobilis, et gentiiis, paterni, aviti, et antiqui feudi, ipsumque Paulum dicto procuratorio nomine presentem stipulantem et recipientem et acceptantem et coram ipso Domino Conradino procuratore flexis ge- nibus ob reverentiam prefati Domini Domini nostri Ducis constitutus, idem Dominus C.on- radinus dicto procuratorio nomine per ensis evaginati traditionem, quern in suis tenebat (1) Anclic in questa parte c nella seguente le due investi- ture sono redatte colla stessa forma, salvo naturalmente la differenza dei nomi essendo diverse le persone presenti rispet- tivamente ai due atti. DI CASTEGGIO 427 manibus et quem per capulum ipsi Paulo tradidit investivit et investit in feudum ut supra de suprascriptis omnibus et singulis superius specificatis et in feudum concessis, cedens et transferrens dictus Dominus Con- radinus procurator dicto procuratorio nomine et iuxta formam suprascripti mandati eidem Paulo dicto procuratorio nomine stipulanti et recipient! omries actiones personales ipo- tecarias et mistas atque omnia jura prefato Domino Domino Duci in et super ipsis infeudatis quomodolibet competentes et com- petentia, et constituens ipse Dominus Con- radinus dicto procuratorio nomine ipsum Paulum procuratorio nomine predicto in et pro ipsis infeudatis procuratorem in rem suam ponensque dicto procuratorio nomine ipsum Paulum dicto nomine in prefati Do- mini Domini Ducis et camere sue locum jus et statum salvo semper jure fidelitatis presentis dans et concedens ipsi Paulo dicto nomine prefatoque Cesari licet absenti 428 V. - 1NFHUDAZI0NE tanquam presenti licentiam ingrediendi ct ap- prehendendi possessionem dictorum omnium ut supra infeudatorum propria auctoritate, promittens insuper dictus Dominus Conra- dinus dicto procuratorio nomine eidem Paulo ut supra stipulanti et recipienti et acceptanti, sub obligatione prefati Domini Domini Du- cis et omnium bonorum suorum quod ipse Dominus Dominus Dux banc infeudationem perpetuo ratam et firman babeat nulloque unquam tempore contra ipsam faciet quo- vismodo, sed potius a quacumque persona defendet. Et si aliquo casu evinci predicta infeudata contingat, ipse Dominus Dominus Dux aliud eiusdem bonitatis et quantitatis eidem Cesari seu successoribus suis in feu- dum concedet, faciens etiam idem Dominus Conradinus dicto procuratorio nomine pre- dicta tali forma, tenore et modo etc. ipse Cesar et descendentes sui predict! in omnibus obligationibus , exemptionibus franchises , libertatibus et immnnitatibus tractentur pro Dl CASTEGGIO J 29 predictis infeudatis iis modo et forma quibus et prout tractantur et tractari possunt et debent alii fideles vassalli et feudatari pre- fati Domini Domini Ducis (n , eo videlicet modo fecit et facit ipse ipse Dominus Con- radinus dicto procuratorio nomine presentem feudalem concessionem et investituram , quod de cetero usque in perpetuum dictus Cesar eiusque descendentes predicti supra- scripta omnia et singula superius in feudum data et concessa utsupra more bonorum et fidelium vassallorum prefati Domini Domini Ducis, et successorum suorum predictorum habeant, teneant, gaudeant et possideant semper ad honorem, bonum, et statum pre- fati Domini Domini Ducis, et successorum suorum predictorum cum dictis mero et misto imperio, gladii potestate et omnimoda (i) Qui come la vediamo conccssi i vassalli, i tcrritori, ie ville, le presta/.ioni, immunita c franchigie, e tutto un distin- guimento Ji dolcezzc ed uiu profusione Ji diritti. 4^0 V. - LNFEUDAZIONE iurisdictione ct separationc at supra, pos- sintque in eis exercere merum et mistum imperium, gladii potestatem et omnimodam jurisdictionem et cetera omnia facere in et pro ipsis infeudatis prout ct tanquam veri et fideles vassalli prefati Domini Domini Dueis facere possunt et in omnibus et per omnia sint et succedant, ipse Cesar et descen- dentes sui predicti pro dictis infeudatis in locum et statum ipsius Domini Domini Ducis salvis semper ipsi Domino Domino Duci et eius successoribus predictis suprascriptis gabella salis et datiis mcrcantic gualdorum et ferravicie, ac salvo semper et reservato ipsi Domino Domino Duci et dictis eius successoribus jure presentis fidelitatis et su- perioritatis. E converso autem prefatus Paulus predicta ut supra recipiens cum infinitis gratiarum actionibus, pro recognitione pre- dictorum volens et intendens dicto procura- tors nomine, prefato Domino, Domino Duci licet absenti ac dicto eius procuratori, Dl CASTEGGIO .} J I procuratorio nomine ipsius Domini Domini Ducis et pro eo et dictis suis successoribus stipulanti et recipienti, debitum fidelitatis, homagii et obedientie juramentum prestare pro prefato Cesare et dictis eius descenden- tibus, cum prefatus Dominus Dominus Dux hanc infeudationem aliter et alio modo fieri non intendat, ut in suprascripto procuratorio continentur, sponte, deliberate, et ex certa scientia et nullo juris vel facti errore nul- loque metu ductus omnibus jure modo causa et forma quibus melius et validius potuit et potest cum interventu quarum- cumque solemnitatum tarn juris quam facti in taiibus et similibus requisitarum procu- ratorio nomine prefati Cesaris et pro pre- dicto Cesare suisque descendentibus predictis promisit, juravit et promittit et jurat in animas et per animas dicti Cesaris et pre- dictorum successorum ut supra pro dicto Cesare eiusque descendentibus predictis in manibus prefati domini Conradini procura- 432 V. - 1N1 : EUDAZ10NE toris et mei Johannis Francisci Galline Secretarii et notarii infrascripti tanquam pubblice persone stipulantium et recipiendum pro prefato Domino Domino Ducc eiusque successoribus predictis ac illo vel illis quem vel quv,s ipse Dominus Dominus Dux legi- timavcrit et habilitaverit ad successionem suam ut supra, prius sibi delato Sacramento per prefatum Dominum Conradinum pro- curatorem super quodam missali quod idem Dominus Conradinus in suis tenebat ma- nibus, tactis manibus scripturis ei sacro- sanctis evangeliis super missali predicto omnimodam fidelitatem et plenissimum vas- sallagium et alia superius expressa; et spe- cialiter quod regent et custodient predictam terram cum suis juribus ut supra infeudatis ad honorem et statum prefati Domini Do- mini Ducis suorumque ut supra, et ad omnia omni tempore necessaria vel utilia presidia, et etiam mandata ipsius Domini Domini Ducis; filiorumque, et heredum et succes- DI CASTEGGIO 433 sorum suorum ut supra quocumque modo facere poterunt, et quod de ipsis facient pacem treguam et guerram ad omnem man- datum dicti Domini Domini Ducis et dic- torum suorum successorum, et quod per- sonality et de toto posse suo in prefati Domini Domini Ducis servitiis et obedientia in omnem eventum perseverabunt contra quascumque mondi personas viventcs scu que viyant aut verisimiliter vivere ct mori possint, etiam si tales essent de quibus ne- cesssarium tbret hie fieri spccialem men- tionem, ita quod hie pro expressis habeatur nee a prefati Domini Domini Ducis suo- rumque utsupra favore vel presidio ullo unquam tempore se retrahent ct astenebunt ex aliqua causa presenti, nova, vel futura que dici vel excoiitari possit, etiam si talis esset que velut nimis gravis in generali sermone non veniret, quin imo cum per- sonis suis et ut dictum est cum toto posse suo et tota cc rum industria, ct ad omnem 28 434 v - ~ INFEUDAZIONE mandatum vocumque requisitionem prefati Domini Domini Ducis vel suorum ut supra ut cives originarii ct subditi prefati Domini Domini Ducis agent et facient omnia omni tempore necessaria et utilia pro prefato Do- mino Domino Duce et successoribus suis ut supra, et quod ullo unquam tempore, verbo, consilio, facto, vel opere non erunt nee facient contra honorem personam aut statum prefati Domini Domini Ducis suo- rumque heredum et suecessorum ut supra et si ad eorum noticiam pervenient quod aliquis in aliquo ex predictis contra prefa- tum Dominum Dominum Ducem suosque ut supra faceret aut temptaret vel facere aut temptare vellet toto suo posse ct omni industria impedient, resistent et prohibebunt ne id fiat et si prohibere non possent, illud per se aut nuntium vel litteras prefato Do- mino Domino Duci et suis ut supra quanto citius poterunt propalabunt et intimabant, statunque ipsius Domini Domini Ducis et DI castuggio 43; suis ut supra quanto citius poterunt pro- palabunt et intimabunt, statumque ipsius Domini Domini Ducis et suorum ut supra, nee non terras, dominium honorcs et pre- heminentias toto suo posse et omni industria ac ingenio conservatunt et augebunt et con- silium qucxi ex eis per prefatum Dominum Dominum Ducem aut suos ut supra petetur secundum eis datam ab eterno Deo pru- dentiam, immaculatum et fidele prestabunt, secretaque ipsius Domini Domini Ducis et suorum ut supra eis commissa vel com- mittenda nemini sine licentia prefati Domini Domini Ducis et suorum ut supra mani- festaburit sed pure, sincere, personaliter, et realiter ed sine ulla exceptione vel excusa- tione favebunt et servient, nee ob aliquam temporum conditionem seu diminutionem aut status varietatem a prefati Domini Do- mini Ducis suorumque ut supra favore vel presidio se retrahant, sed in prefati Domini Domini Ducis servitiis et obedientia integre, 43 6 V. - INFEUDAZIONE fideliter, et accurate perseverabunt in omncm temporis et fortune eventum, et quod ipse Cesar inter humanas curas et causas quas ipse Cesar habebit et in omnem casum tarn pacificum, et quietum quam eliam bel- lorum et guerre et eorum omnibus que celitus et humanitus evenire sacramentoque firmari possint tarn in genere quam in specie promittet, proponet et faciet omnia que vi corporis et virtute animi ad salutem honorem et statum prefati Domini Domini Ducis suorumque ut supra viderit, cogno- verit, vel credevit expedire vel que ipsemet Dominus Dominus Dux in omni re sua quoquomodo per eundem Cesarem fieri or- dinaverit et mandaverit cuius prefati Domini Domini Ducis voluntati ipse Cesar pro posse totaliter obsequetur et quod idem facient descendentes sui predicti. Et ultra premissa generaliter facere et servare secundum con- ditionem et naturam talis leudi et iusta fprmam utriusque fidelitatis tarn scilicet nove Dl CASTEGGIO 437 tamveteris; que suprascripta omnia et singula dictus Dominus Conradinus et dictus Paulus dictis procuratoriis nominibus fecerunt et faciunt cum hoc speciali et expresso pacto, videlicet ; Quod ipse Cesar et descendentes sui predicti nullo unquam tempore possint etiam per renunciationem feudi vel aliter se a pre- sent! investiture aut obligationibus in ca contentis eximere vel aliqualiter liberare et quod si contingat cum vel predictos suos descendentes aliquam in futurum investi- turam accipere ab aliquo Domino vel co- munitate in ea specialiter excipient prefati Domini Domini Ducis et descendentium suo- rum suprascriptorum superioritatem etiam expresse eavendo quod pro ipsa investitura obligati non intelligantur, etiam pro ipsis bonis infeudatis ad aliquid faciendum pac- tiendum vel committendum contra prefatum Dominum Dominum Ducem et heredes suos predictos, renuntians et renuntiavit et renun- tiat idem Paulus dicto procuratorio nomine 43$ V. - INFEUDAZIONE omni jure feudorum seu consuetudinario per quod sibi Cesari et descendentibus siiis pre- dicts tribueretur potestas renuntiandi pre- dicts, jurans et promittens infrascriptus dicto procuratorio nomine quod aliquibus non obstantibus ipse Cesar et descendentes suis predicti prefato Domino Domino Duci et successoribus suis predictis erunt in perpe- tuum obbligati ut supra; que suprascripta omnia prefatus Dominus Conradinus dicto procuratorio nomine et dictus Paulus simi- liter dicto procuratorio nomine promiserunt et promittunt per solemnem stipulationem, ac dictus Paulus supradicto nomini juravit et jurat ad sancta Dei Evangelia manibus tactis scripturis et sacrosanctis evangeliis super missali predicto attendere et observare et nullo modo contra facere vel venire, sub pena refectionis et restitutionis omnium et singulorum damnorum, interesse, et expen- sarum patiendorum et fiendorum predictorum occasione per dictum Dominum Dominum DI CASTEGGIO 439 Ducem et suos predictos pro quibus om- nibus et singulis sic attendendis ed obser- vandis dictus Poulus dicto procuratorio no- mine omnia dicti Ccsaris et descendentium suorum predictorum bona presentia et futura pignore et ipoteca penitus obligavit et ob- bligat eidem Domino Domino Duci licet absenti ac dicto eius procuratori et michi secretario et notario predicto stipulantibus et recipientibus nomine ipsius Domini Do- mini Ducis et dictorum suorum successorum; renuntiantes et renuntiaverunt et renuntiant dicte partes vicissim exceptioni non facte et non suscepte presentis investiture cum pactis et modis predictis exceptioni singulorum non sic actorum et gestorum, exceptioni doli mali, actionique et exeptioni in factum et generaliter omnibus probationibus et pro- ductionibus testium, jurium, et instru- mentorum , contra predicta : quam quidem infeudationem et omnia et singula in ea contenta dictis Dominis Conradinus dicto 44° V. - INFEUDAZIONE procuratorio nomine fecit et facit cum om- nibus ct singulis illis modis, formis, pactis, conventionibus declarationibus stipulatio- nibus, obligationibus et remediis, cautio- nibus, solemnitatibus corroborat et aliis omnibus in talibus necessariis, et apponi consuetis sic et prout in dicto procuratorio continetur et si attributa essent in dicto mandate potestas faciendi per prefatum Do- minum Ducem, et non ultra nee aliter : Supplens idem procuratorem dicto procu- ratorio nomine et quemadmodum preflitus Dominus Dominus Dux in suprascripto mandato fecit omnes defectus tarn juris quam facti et omnium solemnitatum tarn juris municipalis quam comunis qui in presenti investitura committi vel intercedere posse dicerentur, ac etiam derrogans omnibus et singulis legibus statutis decretis et juribus quibuscumquc que predictis vel alicui pre- dictorum obstare vel impendimentum afferre possent quominus plenissimun robur et Dl C\ST£-GG10 44I e Tectum sortiantur; et inde prefati Dominus Conradinus et Paifus dictis procuratoriis nominibus jusserunt et jubent et rogaverunt et rogant de predictis omnibus ct singulis publicum confici debere instromentum unum et plura eiusdem tenoris per me Johannem Franciscum Gallinam secretarium et nota- rium antedictum. Actum in domo habitationis prefati Do- mini Conradini procurators sita in porta Cumana in parochia Sancti Thome in Cruce Sichariorum, presentibus Egregiis et nobi- libus viris Domino Marcho de Tabernis figlio quondam Domini Franciscoli porte Ver- celline parochie Sancte Marie ad portam, Domino Mariano de Vitalibus de Senis filio quondam Domini Yitalis porte Verceline parochie Sancti Jacobo de Placentia figlio quondam Domini Petri porte Cumane parochie Sancti Thome in cruce Sicariorum , Simone de Mirabiliis filio Domini Johannis porte Verceline pa- 442 V. - 1NFEUDAZIONE rochie Sancti Nazarii ad Petram sanctam, Stephano de Tabernis filio dicti Domini Marci et dictarum portc Verceline paro- chie Sancte Marie ad portam C 1 ), Leone ex Capitanei de Vicomercato filio dicti Domini Conradini suprascriptarum porte Cumane etparochie Santi Thome in Cruce Sicariorum et Aluisio de Santo Petro filio quondam Domini Augustini, inde testibus notis, vocatis, et specialiter ad predicta rogatis. (i) Invano ho cercato ncll'albcro genealogico dell' illustre famiglia Taverna di M.lano, pubblicato nel vol. I della dotta opera intitolata Famiglie noiabili milanesi, cenni storici e genea- nologici, i nomi di Franciscolo, Marco c Stefano Taverna, seb- bene essi pure milanesi, abitanti nella parrocchia di Santa Maria alia Porta, nel rione di porta Verceilina e s.bbjne nobili ed egregi signori perche e appunto indicato nel nostro documento che l'at.o fu stipulato presentibus egregiis et nobilibus viris Domino Murcho de Tabernis filio quondam Domini Fran- ciscoli porle Vercelline parochie Sancle Marie a i portam Stephano de Tabernis filio dicli 'Domini Marci el dictarum Porte Vercelline parochie Sancle Marie ad Portam. Tutto cio farebbe credere die questi alti personaggi dovevano appartenerc all'antica famiglia Taverna, illustrata nella citata DI CASTLGGlO 443 pubblicazione, chc appunto, come vien descritto nel citato albero genealogico, verso la fine del XIV sccolo e sul principio del XV aveva vari dc' suoi che precisamente abitavano, come Fran- ciscolo, Marco e Stefano Taverna, nel rione di porta Ver- cdlina nclla parrocchia di S.uita Maria alia Porta, quale Ambrogio detto Bossina o Possino, e Manfredonio che nel 1388 sono aotati tra i ijo cittadini patrizi del consiglio generate rappre- sentandovi porta Vercellina, e Trenta processato nel 1408, che essendo figlio di Manfredonio assai probabilmente vi sara nato e avra avuto comune col padre l'abitazione. ^ld^ VI. AHJICHl MONUMENTI Dl QASTEGGIO PRIMA APPENDICE ALL'INFEUDAZIONE DEL 144 1. ^^^B*aK*as*aB^K*as*as*a? T, rattandosi qui di parlare della vita ro- mana di Casteggio e pensando che fortu- natamente cssa fu scopo dei valenti studi e della dotte ricerche di quel sommo illustra- tore della latinita, che e Teodoro Mommsen, riescira facile il comprendere come non abbia che a cedere la parola a lui. La competcnza del Mommsen nella epigrafia ; la pazicnza da lui messa nella difficile ricerca delle prove; 1' importanza delle opere sue; faranno ap- prezzare le sue note sull'antico Clastidiitiii e sui monumenti di quell'epoca, c insieme 44§ VI. - ANT1CHI MONUMENTI rcnderanno grato il mio pcnsiero di regalarle qui a quei concittadini che desiderano cono- scerc gli antichi fasti del nostro Agro, e che con troppa difficolta dovrebbero ccrcarli nella collossale opera del Mommsen sulle iscrizioni latine, perche collocata soltanto nelle principali biblioteche del Regno, e in numero ristretto di copie. Cosi dopo aver discorso di Voghera, il Foriumlulii Iriensium,ecco, in volgare,quanto di Casteggio dice 1' insigne Mommsen, in ottimo latino, sulla storia antica del Clasti- dium e sulle importanti epigrafi che la illustrano (0 : (i) « Corpus Inscriptionum latinarum. Inscrisptiones Galliae Cisalpinae Latinae. Consilio et auctoritatc Academiae Iitterarum Regiae Borussicae editit Thcodoro Mommsen. Pars Posterior. Inscriptiones Rcgionum Italiae undecimae et nonae compre- hendens ». Berolini. Apud Georgium Reimerum 1877 p. 828- 850, n. 7356-7357-7338-7359- D[ CASTEGGIO 449 LXXXYII. CLASTIDIUM « Sulla medesima strada di poi ticn dietro Clastidium, e che fosse ivi, ove si trova ora il borgo di Casteggio, oltre l'aver ritenuto quasi lo stesso nome antico lo determino il numero 7 3 57 >*), ivi pure scoperto portando lo stesso antico nome. Negli itinerari fu tralasciato Casteggio ; ma non indubbia- mente si riferisce a questa strada, della quale parliamo, cio che si legge presso Strabone 5. 1. il, p. 217, essendo che egii si congiunge con Piacenza, Tortona ed Acqui. Presso gli storici ed i poeti stessi di sovente viene nominator), c per un celebre combattimento (1 1 Qui pubblicato. (2) Casteggio. 29 450 VI. - ANTICHI MONUMENT! ivi compiutosi nell'anno 532 tra i Romani ed i gallK 1 ), e per Passedio suo nella guerra di Annibale nell'anno 5 3 6 ( 2 \ In quell'anno gli Insubri capitanati dal re Virdumaro. per libc- rare la citta di Acerra (al di la del Po, vicino a Pizzighetone, V. p. 696) dai Romani as- sediata, entrati nella Cispadana, ed assediando Casteggio, furono vinti dal console M.Claudio Marcello , il quale vicino al Po, avendoli inseguiti, trucido di sua mano il duce (Atti capit. vol. 1 pag. 458; Polyb. 2, 34, ;; (1) Vedi ncl primo volume di quest" opera a pag. 388 e 406. (2) II giovanetto R. C. in un Cenno crilico-storico sulla bal- iaglia avvmuia a Casteggio fr a Annibale e Scipione nc/218 av. Or. st.impato in qucst'anno dalla Tipografia casteggiana di Luigi Perea, f'rutto delle sue prime armi letter. .ric, accenna, non senza qualche ragione, e con abbondanza d'argomenti, alia possibilita che hi baltaglia detta del Ticino sia in luogo avvenuta tra il Po e Casteggio c meglio a poca disraiiza da qucsta fortezza, attribuendo la sua dedizione ad Annibale alia vittoria di questi nella battaglia di Casteggio e non al tradimento del governatore Publio Brundusino. Veggasi pure quanto trovasi nel primo volume di questo lavoro a paginc 599, 400, 407. DI CASTliGGiO 4) I Plutarco. Marcell. 6; Livio. 29, 11, 14; Ci- cerone, nelle Toscul. 4, 22, 49;Val. Max. 1, 1, 8), in memoria del qual fatto fu de- dicato il tempio dell' Onore e della Virtu vicino alia porta Capena, nell' anno 549 (Val. Max. i, 1, 8; Livio 29, n, 14) ed il poeta Nevio compose I' opera chiamata Casteggio (Varrone 7, 107, 9, 78; Ribeck Scena 1, 278) ( r ). Dopo quattro anni, Anni- bale, avendo vinto i Romani alia Trebbia sotto le mura di Piacenza, prese Casteggio dove i Romani avevano radunato gran quan- tita di formento, corrotto il prefetto Dazio di Brindisi, (Polib. 3, 69, 1 ; Livio 21, 48, 9; Nepote, vita di Annibale, 4, 1). ( 2 ) Anche nell'anno ; jj, il console L. Minucio, con.lotlo Yesc'rcito a Genova,daiLiguri, nacqueuna guerra; (1) Avvenimento che meritd a Marcello l'onoi-c del trionfo decretatogli dal Scnato, c del quale tenni p.irola n:l primo vo- lume di queste Memorie sparse di storia patria a pagina 399. (2) Fatto contrastato dali'autore delle memon'e citatc nclla nota 1 della pag>ua antccedentc. 4)2 VI. - ANTICHI MONUMENT! i castelH di Casteggio, e di Litubio (ora Ri- torbio' 1 )) ambedue dei liguri, e le due cilia delta medesima gente Celeia, e Cerdiciai 2 ) si sollomiscro (Livio 32. 29) .... in quel medesimi giorni Casteggio fu incendiato; di poi le kgion i furono condotte contro i Liguri e gli Iviali, iquali soli non ubbidirono (ivi cap. 31, 1' autore queste cose malamente decide in cio che riguarda quanto prima fu scritto). Dalle notizie scritte intorno a Casteggio appare che la via, che conduce da Genova a Cremona, molto tempo prima che venisse lastricata da Postumio era stata battuta dagli eserciti romani, dimodochc il possesso della Liguria e della Gallia Cispa- dana, in questo luogo come in proprio car- dine pogiava; cosi pure nel sesto secolo della citta, prima della labbricazione di Tortona, (1) Rctorbido. (2) Celeiales Cerd: ;ono ivi indicati quei popoli, i Ce- leliari e i Cerdiciati, che pare abitasscro tra i nionii, fosscro collegati coi Liguri, c avessero per capitali Cella e Cccima. Dl CASTEGGIO 453 e prima di Voghera (Forum Eriae), in quella via, Casteggio aveva una principale sta^ione, dot un granaio pei cartaginesi che stavano cilia Trebbia (Livio 21, 49, 9; Pol. 3, 69, 2), Polibio asscgna al popolo la regione, il cui nome in triplice modo si scrive : « Andres (2, 34, y. qualche parte del presidio che aveva attraversato il Po nella regione for- tificata dagli Andres chiamata Casteggio). Amines, (2, 17, 7: il termine poi del Po verso gli Appennini Pavevano pei primi occu- pato gli Ananes). Anamares (2, 32, 1: ir- ruppero nei paesi Celtici attraverso la regione degli Anamares ai quali subentrano non lungi da Massalia. Cluverius propose: di Piacenza tener la dimora; » forse sono gli stessi Marici i quali, dice Plinio, insieme ai Levi aver fabbricato Pavia (V. p. 707). Polibio numera gli Anani insieme ai Galli; anche Plutarco (Marc. 6), chiama Casteggio vico dei Galli; Livio (29, 11, 14), lo pone in Gallia: al contrario in altro luogo 4)4 VI. - .WTICIII MONUMENTI (32, 29, 7), scrive essere stato dei Liguri ai quali aggiunge Plinio i su;)i Marici. As- solutamente dobbiamo dire di questi, cio che sopra (p. 736) abbiamo osservato dei Libici c dei Saluvii, essi essersi frammisti ai Galli ed ai Liguri. Molto bene conven- gono in questo che il paese di Casteggio e posto in luogo corrispondente a quello che si dice di Chstidio; se non che Nepote (Annibale 4, 2) come anche altre cose ma- lamente confonde, cosi ancora malamente pone Casteggio presso il Po; il quale errore non certo bene si puo dedurre dal passo di Polibio 2, 34, da quelle cose che intorno alia guerra del 532 abbiamo esposto. Regione che e diventata suddita ai Romani da non molto tempo, la chiama Plutarco 1. c, borgo Livio 21, 48, 9 castello il medesimo 32, 29, citta Polibio, 3, 69, i.'O In nessun tempo pare che Casteggio abbia avuto il maneggio del la (1) Scmpre il luogo di Casteggio. DI CASTEGGIO 4J) cosa pubblica. 0) Nella seguente eta questo borgo fij com prcso nella estcnsione territoriale dei Piacentini come il titolo n. 7356 ora ac- curatamente spiegato il dimostra, il che sipuo fare accordare con quanto trovasi scritto nella tegola n. "j*,^ scoperta in Casteggio, ove si fa menzione del paese Farraticano dei Piacen- tini. Xe v'e dubbio che in quello stesso tempo in cui Piacenza o fu fabbricata o certamente ac- cresciuta nell'anno della fondazione di Roma 5360 564, il borgo di Casteggio essere stato attribuito ai Piacentini ; certamente dopo lo scadimento di Tortona e il fiorire di Iria (Voghera) pote abbandonarsi Casteggio ai Piacentini non certo darsi. Invero Pia- cenza essendo stata nell'ottava regione del- T Italia, che non vien compresa nelle pagine di questo volume, appare come anche Ca- steggio dovesse venire omesso: ma non (1) Forse qui si vorra dire che Casteggio non fu mai una repubblica indipendente. 4)6 VI. - ANTICHL MONUMENT! l'omettemmo, perche bene non consta se i confini delle regioni d' Italia siano stati proprio i medesimi, ne si puo concedere che i Piacentini ascritti all' ottava regione avessero ascritto un borgo della nona regione; ed anche maggiormente perche Voghera, (che sia stata di questa regione Ptolomeo lo lascia credere e piu apertamente lo dice Plinio) e cosi vicina a Casteggio, cosi che i titoli di ambedue i luoghi non ponno ret- tamente repararsi ». « 7356. Si trovo scritto collo stile su di un embrice in un sepolcro, dal quale furono cavati, oltre altri oggetti, piu di tremila mattoni neH'inverno dell' anno 1870-71)). « Brambilla di Pavia, e Porro di Milano mandarono il disegno fotografico: ed Hen- zeno^' mandoladescrizione toltada un simile disegno. Sembra che queste linee siano state scritte da mani diverse. In principio si legge (1) Vi e scritto Henqinus. DI CASTEGGIO 4)/ con molta evidenza, di modo che il verso piu basso vada prima di quello che sta sopra : ACTVM • PAGO FARATICANO « Gia sopra al numcro 4148 coordinai con questa tegola anche 1'ara dedicata alia Pedergnaga nei confini dei Cremonesi, come abbiamo detto nello stesso titolo, ex scitu pagi paganorum Farraticanorum , el pagum Farraticanum, in Placentino nominato nella tavola alimentaria Veleiate 3, 48. Io giudico che il paese Cremonese sia difTerente dal Piacentino. E posto fuor di dubbio che quello nominato nella tegola e il Piacentino, dopo che lo stesso titolo che segue letto giusta- mente, ci dice, Casteggio essere stato un villaggio dei Piacentini. Seguono i nomi : Aurili MaeQ)l(J)onis f figul(i) , dove v. 1 Brambilla confermo trovarsi nella tegola Au- rili, e non Aurelio, avendo accuratamente 4)8 VI. - ANTlCHi MONUMENT! osservalo un'altra volta la stessa tegola ; di poi v. 2 sembra 1' j essere di soprapiu ; Vinulkius Primluls; . . . /(?) . . . e(?) avi . . .(*) 7357. Un ceppo quadrato terminante in piramide cui sta sopra un globo, ossia una pigna, fu trovato vicino a Casteggio piu di vent'anni fa (nella cdizione deiranno 183 1 si legge, piu di quarant'anni fa) dal « nobile D. Galeazzo Vitali di Pavia facendo scavarc un pozzo in una sua casa posta ncl sob- borgo di quella terra' 2 sulla riva del torrente Coppa fra mezzo a rudefi di antichi muri » ora nella villa del medesimo a Villanterio vieino al fiume Lambro (Aldini, 1829) e ancora ivi si trova. (1) Cos! trovasi esattamente scritto nel testo latino ciella disertazione del Mommscu sulle antichita di Casteggio. (2) Casteggio. HI CASTEGGIO 459 ascla ? ATILIAE . C . F S E C V N D I N . C O X J V G . C A S T I S S I M PVDICISSIMAhQ S S1BIQVE . OPSEQ.VENT1SSIMAE Q.VAEVIXIT.ANNIS.XVII-M.VII.D.VII.ITEM CAT. LI. SEC VNDlET-SERR.M-LiB- VALERIA NAE ■ SOCERORVM • KARISSIMOR M • L A B I K . ME M O R 10 VIVOS . l'OSVIT ET . IX • MEMORIAM • EORVM • ROSA • ET AMARANTHO.ET.EPVLIS-PERPETVO-CO LENDAM.COLLEG-CENTONAR.PLACENT CONSISTENT . CLAST1DI « Lo confrontai col disegno dato da Ro- dolfo Schoclioi 1 ) il quale diligentemente de- scrisselo quando per mio desiderio and6 a (i) E scritto Scboellius. 460 VI. - ANTICHI MONUMENTI Villanterio nell'anno 1872 per ragione di questo titolo. Malamente stamp6 Pictro Vit- torio Aldini per la seconda volta, da prima nel commento suWAntica epigrafe di Casteggio esistente nella villa Vitali di Vilanterio (Pavia 1829: 8 p.p. 19) aggiuntavi la tavola di nuovo riconosciuta ncl lavoro suo Sidle an- tiche lipid i Ticinesi 1831 p. 12; e seguenti ( x \ ancora aggiungendovi la tavola ( di poi Henzen 51 17). Io la stampai sull'esempio di Schoellio, quando ne parlo nelP effemeride di Torino la Rivista di filologia 1 (1873) p. 250. Gli indizi dell'ascia non essere abbastanza certi lo disse Scoellio. Aldini, uomo ne dotto ne religioso, in molte altre cose sbaglio che gia furono dimenticate giustamente, e trattando di questo monumento al verso 1 3 invece di Placent scrisse FTI, oppure ET. (1) Meglio neH' Appendice sopra un'anlico di Casieggio, che e una seconda cdizione del primo lavoro di Aldini sopra questo importante monumento. DI CASTEGGIO 46 1 « Atiliac'- 1 ) C.f. Secundin(ae) coniug(i) ca- stissim(ae) pu iicissimaeq(ue) sibiquc opsequen- tissimae, quae vixit annis XVII m(ensibus) VII d(iebus) VII, item C. Atili Secundi et Serr- (itii?) M. lib(ertae) Valerianae soceroruni haris- simor(um) M. Labick(anus) Manor vivos posuit et in memoriam eorum rosa et amarantho fsic] et epulis perpctuo colendam collegia} centonar- (ioruni) Placent(inorum) consisteni(iuni) Clastidi [sestcrtios tot dedit]X 2 ) II titolo essendo intatto e termirundo in un verso non totalmentc (1) Questa e 1' interprctazione del Mommsen. (2) L'AIdini, nelT Apptniiu alle sue Eserciia^ioni antiquarie sulle anliche lapitli Ti::n-:si che fu scritta Sopra un' anlica lapide di Castcggio, assicura che i collegi csistenti nell'antico Castcggio, ai quali l'autore del monumento aveva legato 1'obbligo per- pctuo di celebrarc codesto inferie , median te il vantaggio di intervenirc zti'epuh morluario presuto dagli credi, erano quelli dci Cenionari c sarti, fjbbricatori e venditori di panni, e di quanto fosse relativo al vestiario, e dei Fabbri, e oltre gli arti- giani di fcrro e d'altri metalli, degli articri di figulina, di legname, di inuro, e di simili arti necess.uic in luogo, di dichiarare i Centouari spettanti al piacentino luogo di Castcggio, come fece Momm -un. 462 VI. - ANTiCHl MONUMENT! scritto, tuttavia il solo principio del citato sepolcro ci da il motivo che diede occasione al monumcnto, mentre spesse volte di tali le- vari non si pongono se non brani stralciati e monchi. Niente proibiva che vi fossero fuori del municipio e della colonia collegii puramente privati, di qualunque natura fos- sero, essendo che giusta l'ordine delle cose presso i Romani tutti dovevano essere ap- plicati ad una determinata istituzione pub- blica; cosi di sopra alia pag. 400 vedemmo i nocchieri Veronesi essersi costituiti in sodalizio nella regione Arilica (pag. 400) i nocchieri Bresciani in Riva (pag. 524) similmente, cio che noi maggiormente ri guarda, i cenciaiuoli Comaschi ebbero h loro Curia in Clivio vicino ad Arcisate (pag. )6) e n. 5446, 5447). 7358. Nella prevostura di Casteggio : Dl CASTEGGIO 463 : . CALVSI PIliLO C.CALVS1US TESTA FIERI IV « Capsoni 1, 247 tab. 3 n. 6. Di poi con- fermato nellc Koti{ic degli Stati Sardi 2 (1787), 138. 6 lvs Not. (0 73 59. Yicino a Casteggio ncl Ietto del (1) 11 ci ato Capsoni, parlando di ques:o marmo, dice clic e deji.-ato aCajo Calusio Filone per disposizione testamentaria di Cajo piobabilmente suo figlio CAJO CALUSIO nilLONI CAIVS CA1 TESTAMENTO fieri ivssrr 464 VI. - ANTICHL MONUMENTI torrentc Coppa tu troyata, ed c nella curia, (0 questa lapide: /// p VBL/LIVS E XSORATVS LOCVMS1BI ET SVlS IN -R ON TEMP -XX IN AGRVM P XX V • IT SIICVM DII VRINI BOIA1I L « Brambilla mando il discgno. Wolf una nota MS. dipoi ne parlo Sanguineti, p. 263, altro esemplare fu mandate) dal Manfredi. II (1) Mi pareche essa sia stata fatta trasportare sotto il portico del palazzo municipale dai Cav. Carlo Giulietti, credo quando egli era sindaco di Casteggio. DI CASTEGGIO 46) titolo e scritto in lettere deformi volgenti alle corsive, massimamente nei vcrsi. 9, 10, 11 she giudico aggiunti tempo dopo.. Stimo doversi leggere: . . . [PlubKiUius Exspratuslocum sibi et suis infrontem p. XX, in agrum p. XXV. Et Secunde, Vrini (anzichc Vtrine), ^Boiae 1(ibcr tabus) <0 » . AggiungerOj non per pretesa di comple- tare quest' illustrazione, dopo quanto scrisse il Mommsen, ma solo per dare il suo posto ad un monumento forse non indegno diricor- danza e che mi pare ingiusto di dimenticare. Trattasi di un frammento di colonna mi- gliare, scopertosi nell' occasiorie di ristauri eseguiti nella casa del signor Antonic Ca- vagna di Casteggio c che ora trovasi collocato sotto il porticato del palazzo comunale (1) A questo m.irmo fu aggiunto un' aitro pczzo portantc peche parole che Mommsen intendeva illustrare trattando dellc pic:rc niigliari, staccandolo cosi da quest' epigrafe. II Sanguinetti / lo ■ irlo. 466 VI. - ANT1CHI MONUMENTI nella parte prospettantc la grande piazza del mercato, e presso 1' importante epigrafe illu- strata sotto il n. 7359 ^h Porta scolpite le seguenti lettere : NVS . L . L . C . CAESARES Ill che dall'avv. Polloni sarebbero state inter- pretate per : D . D . N • N. CONSTANTINVS . LICINIANUS . LICINUS . CAESARES • AUGUSTVS III ((per U tCY^Cl VOlta) pensando io invece che il numero tre abbia qui ad indicare quello delle miglia ( 2 ), (1) II Mommsen nclla sua carta comprendente Ita]iae%;giones IX Liguria et XI Traspadana, naturalmete tcnendo il nostro Agro nclla Liguria mette sulla viaAcmilia Julia Augusta i luoghi di Dciiona (Tortona); Forum Iulii, Jria (Voghera); Clastidium (Casteggio) ; Cam Montagus (Broni). (2) E forsc potrebbe esscrc quello riportito dal Snnguiuctti c citato dal Momnisen. Dl CASTEGGIO 46; Una belli leonessa in bronzo, monumen- tino di rara bellezza, e monete, vasi, molti oggetti di varia natura e di vario uso, com- pletano il prczioso retaggio dell'epoca; ma- terial importante, che essendo nella massima parte in possesso del Cav. Giulietti, pos- siamo esser certi fin d'ora, che diverra base sicura alia futura illustrazione di Casteggio durante il periodo di tempo al quale quegli oggetti appartengono storicamente. -;I> x VII. NOTE CipOLOGICHE RIGUARDANTI LA PIEVE, IL COMUNE ED IL FEUDO D! CASTEGG10 SECONDA APPENDICE ALL' INFEUDAZIOHE DEL 1441. ^^m^m^m^w^^^^w^ A rendere meno incompleta la nota n. i, che tocca Casteggio, della pag. 74 nel primo volume di qucste Memorie sparse di storia patria da me raccolte sulPAgro vogherese, nonche per correggervi qualche errore, credo opportuno questo luogo a raccogliervi alcuni dati cronologici, quali frammenti della storia di Casteggio, e cosi ecco brevemente le no- tizie tolte dalle vecchie memorie, dalla Storia piacentina del Campi, da quella Pavese del Robolini, dai Cenni di storia vogherese riuniti dal compianto Can. Manfredi e pubblieati 4/2 VII. - NOTE CRONOLOGICHE dal Casalis, dagli ultimi lavori del Cavalierc Carlo Giulietti, da un MS. inedito conle- nentc alcune Memorie sopra Casteggio, c in- sieme da spigolature fatte qua e la. Faro notare anzi tutto che questa serie cronologica dei fatti memorabili della vita del cospicuo borgo di Casteggio, non deve essere tenuta in conto di una storia, ormai di competenza esclusiva dell'amico Giulietti, ma solo di un complemento alia memoria che tocca dell' infeudazione di Casteggio nel 1 44 1 e come tale forse non indegna di qualche compatimento. Qiiindi ecco nella loro scarsa nudita queste brevi note cronologiche, che rammentano sommariamente le vicissitudini del borgo, della pieve, del comune e del feudo di Ca- steggio, con quelle dei luoghi che diretta- mente ne dipendettero, tenendo conto di solo quanto avvenne approssimativamente nel Medio-evo e nell' Evo-moderno, sem- brando sufficiente quanto si raccolse nella DI CASTEGGIO 473 precedente memoria, a ricordare gli avve- nimcnti delle epochc anteriori. $97 — Nel Campi(') trovasi scritto, sotto questa lontana data, come fosse gia in quel torno di tempo, in Casteggio ed in altri luoghi della Diocesi piacentina, vivo il culto a San Pietro, e infatti sappiamo antichissima la chiesa dedicata appunto a S. Pietro Apo- stolo nella piu vecchia ed alta parte di Ca- steggio, deTantico Clastidium. ( 2 ) (i) Storiu Ecclesiaslica di Piacen^a. Vol. I. pag. 113. (2) Oltrc Clastidium, troviamo nominato questo luogo, Cla- stigio, Chiasteggium, Cestexio, Clastezc, Clastezzum, Cesteso, Clastegio, Cestegio, Chiastegio, Schiatezzo, Scb.iateggio, Scialess e tinalmente Casteggio. SuU' etimologia del nomc di Casteggio, il Capsoni porta una nota segnata n. a pag. 13 I del volume delle sue Memoric sloricbe di Tavia e suo ierritorio antico e moderno cosi concepita « Dalla Liguria insegnano Teofrasto apud piin. I. 37. c. 2 c alcuni anonimi presso Strabone I. 4 p. 141 che vi mscea il succino che noi diciamo ambra, i gennani gles come si e veduto c. 2 art. 6 . . . delle ven; di questo duro bitumc ligustico hanno detto i poeti ch' erano gli occhi di quelle pianzolone delle Eludi ; ma realmente n n e restato memoria d.l dove fossero 474 V1L ~ NOTE CRONOLOGICHE 570 — Pure nel CampK 1 ) troviamo an- cora segnato il no me di Casteggio come di luogo spettante in quell' epoca non solo alia Diocesi di Piacenza, alia quale rimase soggetto fino al 1817, ma anche com- preso nel territorio piacentino, dal quale ed oggi solo per la lingua del paese impariamo ch'erano dalla parte di Clastidio e che quivi pero e da mettere il teatro deila favola di Fetonte gles e per cattiva pronuncia glas in antico germanico era luccnte c pero anche ambra ; fud lid in antico gallico era terra, regione, e manifesto che glas lid (alia latina Claslidium) era regione dell' ambra*. « Cosi Bardetti, Delia lingua ecc, c. 4 art. 1 cui forse non avvenne di veder certo passo in Apo'lonio Rodio (14 argorant v. 395) citato dall' Abate Passeri; o se vide, non gli riusci del pari evidente a dimostrare che il semicombusio Fetonte disceso a seccarc il vwndo tra i due Vercelli della Geografia eslalica piombo nel canale di Vatreno, vcd. Passeri. Scoperta dei due Vercelli ecc. nuova raccolta di opuscoli. Caloger t. 22. Per6 i Clastidiani faran valere, cred'io, e l'autorita moderna d' un uomo si versato nel Gallico-Germanico idionia e l'antica di Nonno Panopolita cui se ascoltiamo (Dionysiacorum 1. 38 v. 92) excidii ae curru fluvioque fuit apud colles Eridani » . (1) Ivi, pag. 159. DI CASTEGGIO 47 y sarebbe stato staccato da Re Goti c Lon- gobardi per essere assoggettato civilmente a Pavia, per aumento di decoro a questa citta, capitale dei loro stati. 1 1 16 — In quest'anno i canonici C B. Mi- chaelis quae dicitur Major vitam regularem professis di Pavia, ottennero da Papa Pa- squale II la conferma delle possessioni esi- stenti a Sale, a Sparvera, a Montebcllo, a Casteggio e in altri luoghi e gia anteceden- temente di loro spettanza. 11; 1 — 9 febbraio. Sono riconfermate al monastero di Breme da Papa Eugenio III, varie chiese esistenti nel borgo di Casteggio, come venne fatto conoscere nel la memoria che precede la pubblicazione dell' investitura feudale a tavore del valoroso Conte Cesare Martinengo. 1 164 — 6 agosto. In un privilegio dell'Im- peratore Federico primo, concesso in que- sto giorno a tavore di Pavia , Casteggio vien nominato assieme ai luoghi piii im- 4j6 VII. - NOTE CRONOLOGICHE portanti ddl'Agro vogharese, e precisamente di queste parti, in quell'atto vedonsi nominati i luoghi di . . . . Clasle{0, Montebel, Monte Sancte Marie '0, Niblolus( 2 \ Montedoniono , Sancta Julietta ccc. 1 175 — 14 aprile. Nelle storie e special- mente in una Cronaca piacentina leggesi che T Imperatore Federico dopo aver abbando nato il noto assedio di Alessandria venne nelle parti di Voghera diu nocluque equitando tandem in comitalu papiensis pervenit scilicet ad partes Vogeriae (Viqueria) ubi sua castra tendere jussit 5\ ed indi dum autem Iniperalor talia ageret lombardi qui ibant in adiutorium Alexandrinorum sua tentona apud Clastidium juxta acquani (at torrcnte Coppa) posuerunt quod fuit die Paschae Re- surectionis circa Vesper as. (1) Forse Torre del Monte. (2) L'antico castello di Nebiolo ricordato piii volte nelie lotto intestine del XIV secolo. (3) II Corio dice che 1' Imperatore si poje tra Voghera e Cestezzio cioe Casteggio (Hobolini). DI CASTEGGIO 477 nj) — 17 aprile. Gia stavasi per com- battere quando si venne ad accordo e alia pace, e infatti nelle cronache del Mussi tro- vasi scritto a tale riguardo Impe- rator .... obviavit cis inter Chiasti^ium ct Vogeriam ct pactum ct pacem fecit ibidem^ 1 ). 117; — Sembra che in quest' epoca il nostro Casteggio abbia subito danni non pochi per parte delle varie soldatesche che s'aggirarono, attorno, perche la citata Cronaca piacentina aggiunge et inde rcmoti S. Martinum in Strata et Clastegium ct alia combuxcrunt ( 2 ). (1) E tradizione viva che l'arciprete c i canonici dell.i chiesa Manice di San Lorenzo ed altri ecclesiastic! di Yoghcra, posero ogai impegno anche i-i quella circostanza, da veri ministri di Die, a pacificarc i contendenti. (2, Notero qui, solo di passaggio, come i diplomi c i pri- vilegi degli Imperatori Fedcrico I, c Arrigo VI che, toccano i nostri pacsi, c secondo anche quanto riniarcammo in addietro, fanno menzione di un luogo chiamato Monts Santa Maria come ..I'd presso Casteggio, cche :o credo debba corrispondere alia bor^ata di Torre del Monte. 47^ VII - NOTE CRONOLOGICHE A meglio chiarire questi fatti registrati sotto la data del 117; credo opportuno di aggiungere come fosse imminente una grande c sanguinosa battaglia, e i due eserciti nemici trovavansi di fronte con grande speranza di vittoria ciascuno dalla propria parte, e gli animi, dopo cosi lunghe sofferenze, erano nei due campi desiderosi di misurarsi in una lotta decisiva. Precisamente il Giovanni Mussi (*) ri- guardo alle forze dei lombardi pronti contro Federico, dice che fra esse v' erano quattro carrocci .... qui Lombardi habebant in cxer- citu eorum qucituor carroccia scilicet Plctccnliae, Mediolani, Veronae et 'Brixiae. Quattro eserciti pieni d'ira, schierati contro TEnobardo, dopo tanto attendere e con cosi pungente desiderio di vincerlo ; quando, appunto per intcrvento (1) Mu«is (loan, de) Cbronicon Placentinum, ab an. 222 ad an. 1402. In Muratori. T. XVI, nclla coloiina 45s, sotto: anno Christ: MCLXXIV. Dl CASTEGGIO 4/9 benefico di uomini assennati e di egregi sacerdoti, che &' interposero a tempo oppor- tuno; si addivenne ad una sospensione d' armi, e fu stabilita una tregua dalle parti belligeranti nel giorno 17 dello stesso aprile e dello stesso anno 1175, rimettendosi a sei arbitri il definitivo assestamento del la pace, fatto messo in luce appunto da Gio- vanni de Mussis nella sua cronaca colle parole in parte citate e che nella colonna 4)j delTedizione muratoriana trovansi cosi scritte : anno Christ I MCLXXIV (in luogo di 117; come e detto dagli altri storici) hnperator FreJericus obsedit Alexandriam a mense octubri usque ad festum Paschae Resur- rcclionis Chrisli. DcinJe secedens propter ad- ventum Lombardorum, qui eservictu congregalo propcrabant succurrere dictae civitati, obviavii eis inter Cbiasti{imn, et Vogeriam, et pactum et pacem fecit cum eis ibidem. II Manfredi nel Casalis dice che il Muratori, citando Ben- venuto di San Giorgio, cronista Monferrino, 480 VII. - NOTE CRONOLOGICIIE asserisce come I' esercito imperiale trovavasi accampato presso Voghera alia villa Gui- gnella, che forse era 1' antico nome di Campoferro 0) ameno suburbio con parrochia (1) Campoferro fu luoghctto chi divise fino dclla sua originc le vicissitudini della vicina Voghera, alia quale fu sempre ed e tuttavia soggctto, formando par:e del suo comune. Antica- mente era detto Corte di Guignella e forse anche Braida de Castro Asiulphorum dal Castello degli Astulfi che vi sorgeva vicinissimo. Campoferro chiesto da potcnti monasteri, voluto dalla stessa Pavia, fu possesso sempre caro a Voghera c da lei contrastato agli altri. Infatti nel 137) e tenuto in custodia dai militi Balestrieri di Voghera, contro i nemici suoi e del Principe. Infatti dopo che i pavesi nel 1383 tentarono presso il Principe di ottenere il possesso di Campoferro e del Lazzaretto, luoghi appartenenti al vogheresc distretto , il comune di Voghera spedi suoi ceputati a distogliere il Principe dal concederli ai pavesi; questi irritati, pretesero il possesso di quei luoghi come di loro spettanza ; cosa contradetta dal comune di Voghera col mezzo del podesta Terzaghi, c dopo tutto, la giustizia di Gian Galeazzo decreto che i luoghi di Campoferro c di Laz- zaretto restassero in possesso di Voghera ; e con lettcra del 1 agosto del 1384 diretta al podesta ed al comune di Pavia ordina qualerivs loan Campiferri ei domus hospiialii (Lazaretto) de llbrls comtmis nosiri Tapiac in quibtis sinl de- si 1 ipla pro aliquorum onerum cbntribttllone cancellare libere facialis reperimus ipsa loca esse siippotita Poleslariae Viqueriae. DI CASTEGGIO 48 I poco lungi dalle mura delta citta di Voghera e che cosi venne in seguito nominato per certo in conseguenza dell' accampamento Avcv.i Campofcrro una torre, die difendeva Voghera dal- 1' urto delle truppe die potessero giungerc da Pavia, e che fu atterrata daCastelliano Beccaria, 11 :1 1407, mentre signoreggiava Voghera, per tenia a\-e;;j a caderc nolle maai dei Guelii. E Campoferro oggi un borghetto di poche case alineate su di una via, che, larga c retta, apparisce rego!a:c divisionc dei fab- bricati, quasi esclusivaniente colonici ed in massima parte spettanti alia nobile famiglia vogheres: dei Conti Dattili della Torre. E sede di una parrocchia con titolo di prepositura, e con una chiesa dedicata a S. Pernio, santo ricordato da una epigrafe che leggesi sulla porta del modesto tempio, che prescnta la sua fronte restaurata nel 1859 c 1' interno sacrato da un altare, ricco di intarsi in tnarmo, da vari: tele rappresentanti S. Fermo, la Maria Vergine, la Madonna dA Rosario, dovutj a penne'lo sconosciuto ma fbrse non degno d'anatema, c dai scpolcri degli antichi parrochi e dei Conti Dattili, entrambi nci sotterranei. Forse le canipan; che raccoigono alle preci gli abitanti di questa parrocchia sono quelle die vennero cedute nel 1711 dall* ar- cipretura di Casteggio. Ebbe queua chiesa dal principio del secolo due rari e;empi di cristiana carita nci due preposti Beicapj e Pianetta, ricordando io stesso que;t' ultimo, non solo come otlimo amico d.lla famiglia mia, ma anche come rimera- bran^a giovanile e cara del mio soggiorno in questi dintorni. 31 4^2 VII. - NOTE CRONOLOGICHE delle imperiali truppe. Infatti ncgli imme- diati dintorni di Campoferro c nel circuito della sua parrocchia si notano varie ville che ritengono tuttavia un nome militare, quasi belligero, come ad esempio, il Laza- retto, borgata oggi divisa in due separati gruppetti di case e che chiaramente addi- mostra la sua origine in conseguenza del- l'esservi stato costruito un ospedale militare nel quale vennero raccolti i soldati ammalati, dell'esercito imperiale magari di lebbra, come avveniva spesso in quelle epoche (*). (1) Anticamente uno fra quei gruppetti di abitazionc era posseduto dalla famiglia Toralba. Oggi la borgata, nelle sue due parti, e divisa tra i Porta, le nobili famiglie Cavagna e Negri, c ,i Bernini, e distinto dalla villa Negri e dal palazzotto Porta. Lazzaretto era il nome degli ospedali in cui un tempo si curavano i lebbrosi che si chiamavano Lazzeri, perche messi sotto la protezione di San Lazzaro. Oggi s' intendc quel luogo dove si guardono gli uomini e le cose sospette di peste, di colon, di male contagioso. II nostro Lazzaretto anticamente, c prima d'aver servito come DI CASTEGGIO 483 La Gari o Garth villa pin lontana, verso Calcababbio, quasi Vanguardia, con oppor- tune! posizione per osservare i passi delle milizie Iombarde che, appunto da quella parte dovevano giungere, movendosi contro gli imperiali; la Gudldana, nome originario, sempre immutato, di un luogo antichissimo, a poca lontananza di Catnpoferrb, il centro del o-pedale delle soldatesche di Fedeiico I, chiamavas: Corledi Casah ed e confermato d.i Berengario con privilegio del 950 al mo- rn tero del Senatore, assicme al luogo di Sala ora S. Buctto, la cliesa di S. Illario, e alia stessa Voghera, come avvennc colla donazione di Garibaldo del 908. Lnzzarctto/ancora sotto il nome di Corte di Casale vien riconfermato nel 1161 da Fedcrico impcrarorc alio stesso monast:ro del Senatore a richiesta dell'abbadcssa Sinehnda. II nionastero del Senatore di Pavia pois.xleva Iargamente nel territo io voglierese rerr;-, cas;, chie c, molti diritti, come risulta dai vari decumenti citati nel primo volume di que- st' opera e specialmente da un c.timo antico, che sto illu- strando. Nel 13S3 La/zare'to e reclamato assieme a Campoferro dai pavesi c contrastato da Voghera, quando intervenne un decreto di Gia Gaelazzo che dichiaro tanto il Lazzaruto qua'nto Campofer essere luoghi spettahti a Voghera. 484 VII. - NOTE CRONOLOGICHE Campo Trinccrato o quartier generalc di Federico nel 117;; c la Gualdana nome che i migliori etimologisti accertono esscrc quello che controdistinse scmpre una schicra o truppa di gentc armata (0. (1) Gualdana, la Gualdana, e precisam.-ntc la parola che dice cavalcata, schiera, truppa di gente armata, masnada, frotta, storno, latinamcnte turma. Sembra voce celtica, tuttavia rimasta neir Irlaiida cuallaidbe, compagno, e cuallaldheachid compagnia, socicta. II Ducange, il padre degli etimologisti della bassa latinita, dice come appunto la parola Gualdana significhi manipolo militare, « punla, etc. acies, equitalus , manipuhts miliiaris dall'ita- Iiano Gualdana, vocabolo anlico, secondo Acarisio (inquit Aca- risius) che vale la correria, o calvalcaia che {anno i sol lati a rubare su quello de' netuici, e la prcda, c da essi oggi chianiata Gnadagno, undo etymon accersit. Verum, ea notione, malim illud eruerc a Gualdas, Silva; ut Gualdana primitus fuerit venatorius excursus in Silvam, Saltum, Gualdum; unde postca vox traducta fuerit ad rem militarem: quomodo a venationc, dicimus donner la chasse anx ennemls. At Guald ma , Cru- scanis (Cruscanli) dicitur Ischiera di genie armata, vtanada (una manata d' uomini). Ita Rollandinus in Chronicon lib. 4, C. 13, «Imperator3egue:iti die misit primo b.ili Jterios ct misitgualdanam suam, s:eundo milites et peditcs etc. » lib. 10, cap. 5 Praemisit balist:rios et gualdanam, omnesque vasta ores cum illis etc. ». DI CASTEGGIO 48) Noter6 pure conic presso Oriolo, luogo non molto lontano da Campo/erro, presso la Staffora, un campo c tuttora chiamato Ducange aggiunge che potrebbe scriversi Waldana, c chc in tutte le occasion! 6 a ritenersi una espressione atta a significare armeggiamenti ; e infatti seguendo la via delle citazioni trovo nel- i' Inferno . 1303 — 18 novembre. In un atto di quest' anno e giorno, rogato da Ugone de (1) Cit.ite in qucsto volume, pag. 174, 175 in nota. (2) Altrc cronache dicono ciic gli uomir.i di Piacenza, di Milano e di Cremona, unitisi al torrentc Bardonezza, progrc- dirono fino a Casteggio, ma che decimati all'assedio di Broni, furono richiamati aiiche gli avamposti, che sloggiarono tosto d.il territoriodi Casteggio, avvenendo cio in quel torno di tei burrascosissimo p:r questi paesi. 49^ VII. - NOTE CRONOLOGICHE Bosii, appare che fosse gia stabilita in Ca- steggio una famiglia Passerini, che possedeva alcune case nel Borghetto ( J ), fatto confermato da altra pergamena rogata da altro Bosii, del 30 novembre 1401, esistente nell'archivio parrochiale, e dalla quale risulta pure l'esi- stcnza di vari individui che portavano tale cognome e possedevano varie case in Bor- ghetto. Tutto queslo parmi argomento suffi- cente a provare che l'antica famiglia Passerini o innalzo o ristauro o semplicemente pos- sedette la torre antica detta Passerina, e forse dei Passerini. 1328 — Luglio. In quest' anno avvenne presso Casteggio un fatto assai grave. Pa- recchi vescovi c molti gentiluomini venendo dalla Provenza ed avviandosi a trasportarc a Bologna, per conto della loro chiesa, la ragguardevole somma di trecento mila fio- (1) Uno dei quartieri del borgo di Casteggio, e forse il se- condo per antichita. DI CASTEGGIO 499 rini, erano ormai pervenuti presso le mura di Casteggio, quando all' improvviso furono assaliti, assicurano gli storici, dai pavesi Beccaria e dai loro alleati, che tosto tolsero loro il prezioso deposito, impadronendosi del tesoro e facendo prigionieri i distinti personaggi che lo scortavano. Questo gra- vissimo atto d' inaudita violenza, meno a quei giorni gran rumore in tuita Italia e venne riferito ne' suoi particolari da vari istoriografi e singolarmente dai Villani, dai Muratori, che diminuisce la somma a 60,000 ftorini, da Galvano Fiamma, e da Giovanni Mussi, tutti amettendo la verita di cosi strano fatto. Senonche il Muratori negli Annrili oltre diminuire la somma dice che i denari ve- nivano da Avignone ed erano recati in Italia per la paga dei soldati che il Legato vi te- neva, ed erano portati da 150 cavalli. 11 Galvano Fiamma dice avvenuto tal fatto juxta Sfxtertium Castrum ma egli avra jOO VII. - NOTE CRONOLOGICIIF. scritto per certo o Cestegium , o Castigium o Cextetium, che furono le varie denomina- zioni di Casteggio oltre quelle di Schialte{- %um, Schiettc{{0, c pel volgo Scialess. Cio tutti dissero secondo quanto espresse a tale riguardo il Mussi nella Cronaca pia- centina pubblicata dal Muratori, e meglio 1' Azario nel Chronicdn pure edito da Mura- tori e in un volume separato (l \ ove, a pag. 80, leggesi: « Tempore autem Papae Ioannis in di- strictu Papiensi apud Villain Clastidii fuit praedatum peculium, quod conducebatur a partibus provincialibus Bononiam suo sati- sfaciendo stipendiariis Ecclesiae, sociatum Episcopis et multis nobilibus, qui cum ditto Thesauro capti fuerunt. Et floreni in tanta quantitate reperii sunt, quod numquam defi- (1) Petri Azarii notarii novariensis svnclironi authoris Cliro- nicou de Gestis principum Vicecomitum ab anno MCCL usque ad annum MCC LXX. Mediolani apud Fcdericuni Aguellum MDCCLXXI. DI CASTEGGIO ;0I cient Domui illorum de Beccaria, qui prin- cipaliores fuerunt. Et alii non multi habuerunt intini'am quantitalem, adeo ut nunquam in Lombardia factum fuerit tantum botinum sic brevi dividendum , divisum et acquisi- tum (0. » 1336 — Frate Giordano viene in Ca- steggio, per delegazione di Bernardo vescovo di Piacenza, che non si senti il coraggio di affrontare i fuorosciti bazzicanti allora in queste parti, alio scopo di umiliare la chiesa di San Pietro violata per un'avvenuta effu- sione di sangue. 1348 — Secondo il Can. Manfrcdi , Ca- steggio , insieme a Voghera , Montebello , (1) Altrove si accenna ad un ordine dato dal podesta di Milano Golzio di Guideschunson ai Beccaria, che avrebbero operato il furto nellc parti di Torrazza-Coste e precisamente fra questo luogo e Casteggio. Fra gli illustri personaggi fatti prigionieri vi era il dotto canonista e professore di Bologna Giovanni d' Andrea, che venne coniotto a Silvano-Pietra e chiuso in quel castello. J02 VII. - NOTE CRONOLOGICHE Broni, Sale, Casei, Rocca de' Giorgi era dominato da qualche tempo e ancora ncl- l'anno 1348 da Castellino e Fiorello Beccaria, che signoreggiavano, come principi, non solo in qucste parti, bensi anche in Pavia (0. iyj4 — 26 marzo. II Vescovo di Pia- cenza da meglio conferma gli statuti e gli ordini per la regola dei canonici della col- legiata di Casteggio, come risulta da una visita pastorale, e pare in conseguenza di gravi disordini che sembra siano avvenuti in quel sacro consesso ( 2 ). 1 3 J7 — Bernardo Vescovo di Piacenza visita le chiese parrocchiali di Castel San Giovanni, Broni, Casteggio e quella iontana di Fortunago. 1357 — Dicembre. Casteggio viene espu- (1) In quest' anno infierisce la peste in tutta la Lombardia. (2) Antichissima era la consuetudine dei canonici de'.le pieve di Casteggio di vivere in comunc, ci6 che prova come questa collegiata fosse retta da propri statuti confermati dal Vescovo di Pia-cnza. Dl CASTEGGIO 503 gnato da Ugolino Gonzaga (l > e dal Conte Lando di Piacenza perche aveva serbata fede ai Beccaria, che ne avevano il possesso fino dapprima dell' anno 1348. Crudelmente ab- bandonano poi Casteggio al sacco ed al fuoco. 1358 — Casteggio si ribello al Duca Galeazzo Visconti signore di Milano, perche stanco delle gravi imposte inflitegli in quei tristi momenti. 1 361 — 29 maggio. Con lcttera ducalc, diretta al podesta di Casteggio, si ordina di provvedere all'occorrente per le fortificazioni sue, come venne ordinato ai podesta di molti altri comuni dell'Agro vogherese, per tema venissero occupati dalle soldatesche di Giovanni Marchese di Monferrato che aveva (1) Ugolino Gonznga venue in queste parti dopo aver as- sunto il comando de'le truppe alleate, che si crano ritirate nel novarese, e dopo essersi apparecchiato alia guerra, che condusse giii fin nelP Emilia. 504 VII. - NOTE CRONOLOG1CHE ricominciata la guerra contro Galeazzo Vi- sconti. 1362 — Nelle continue lotte trail Mar- chese di Monferrato e Galeazzo Visconti ; quest'ultimo ingannato da una diversione delle truppe nemiche,il 29 marzo ordinaa Guidone Gaitano, condottiere delle sue soldatesche in queste parti, che abbia a munire imme- diatamente i luoghi fortificati di Sale, di Pontecurone e di Casei, nonche il nostro Casteggio, allora quasi affatto spopolato dalla pestilenza. Cosi dal Manfredi ncl Ca- salis (0. 1362 — Galeazzo Visconti chiede, pare in luglio, ostaggi agli abitanti di Casteggio, terra che I'Azario dice din fuit (1) E a notarsi che questi luoghi furono lungamente mal- menati delle truppe del Monferrino Marchese e non risparmiata da quelle viscontee, e le cronache di Giovanni de Mussis, di Pietro Azzario e di Benvenuto di Sangiorgio, per tacere altre, sono riboccanti dci tristi episodi che segnano tan to mestamente quelle lugubri acio.ii, e;pressioni di cosi fatali inimicizie. DI CASTEGGIO 505 confederate! cum Viqueria el c Bremide , quae sunt claves districtus papiensis. Strano veder confederal i luoghi di Casteggio, di Voghera c di Breme in Lomellina a danno del prin- cipe ! Anzi a tale riguardo ecco il brano della cronaca che tocca tale fatto e lo sca- dimento insieme di Casteggio (0 Quia quum ipsos voluit habere non potuit propter subitam inimicorum fe- stinationem, poerter quam a terra Clastigii, a qua plures habuit, quorum nonnullis male coenit, quum semper ex intervallo faceret, et potissimum uni Presbytero , mutilari universa membra et semper cancetavi, quo- usque mors succedat. Quae terra Clastigii quia diu fuit confoederata cum Viqueriae et Bremide quae sunt claves districtus Pa- piensis ultra Padum, cum maximis labo- ribus et cautelis est defensa et impedita, ut (i) Tielro A^ario. Cronache ecc. 406, dcll'edizione Muratoriana, nel vol. XV [. jo6 VII. - NOTE CRONOLOG1CHE Viqueriam secuta nonsit. A presidiaris Vique- riae praesenti aestate detriment;! intinita et maxima susceperunt. Et procul dubio si Do- minus Mussus deBeccaria, cuyus est Castrum Rebecchi valde validum et vicinum loco Clastigii, in quo major pars est arnica illorum de Beccaria, si inquam fuisset in Mediolano relegatus, terra Clastigii perdita fuisset post perditam Viqueriam, quae cum maximis laboribus homines Clastigii eontentavit , etc 1 371 — Una nota sotto questa data ram- menta che Galeazzo, per certo impressionato dalle tristizie dei tempi e dal continuo avvi- cendarsi in queste parti di soldatesche d'ogni natura, e tenendo Casteggio per luogo forte, munito, sicuro, piu di ogni altro, aveva or- dinato doversi trasportare a Casteggio tutte le cose mobili e preziose appartenenti al borgo di Voghera; e infatti nel libro delle spese di quella comunita troviamo scritto a tale riguardo DI CASTEGGIO )OJ Item qui duxit de loco Clastigi ad locum Vi- queriae, die 2; julii ijji omnia lecta, res el bon j commits Viqueriae, quae reducta erant ad locum Clastigii vigore litlerarum magnifici Domini et iimorc societatis, quae transitum fecit (0. 1375 — Casteggio viene assalito dai ne- mici di Galeazzo, che spintisi dal piacentino fin qui, ritirandosi alle proprie dimore, tras- sero seco prigioni homines Clastigi, essendo riusciti tardivi gli ordini dati da Giovanni Cani, capitano dei vogheresi, per coglierli e punirli , mandandosi in ogni modo non pochi militi alia rincorsa del nemico. 1380 — Statuti dell'arcipretura che pare siano stati concessi nell'occasionc della visita di un delegate) vescovile che forse fu lo stesso abate del potentissimo monastero di Bremc Don Francesco de Curtis investito dei piu ampli poteri. (1) Pure a! Manfred! ncl Casalis. JOS VII. - NOTE CRONOLOGICHE 1 381 — ij settembre. Investitura noven- nale di fitto fatto in Casteggio, nella chiesa .di S. Pietro, a favore di Giovanni Panizzari, quale procuratore di Agostino de' Giorgi di Antonio, col consenso dell'arciprete della detta chiesa Giacomo Faxolo e di Zanino Laridinca o Ladinenca canonico della stessa chiesa di San Pietro, che formavano il capitolo di questa collegiata in quel mo- mento, e con atto rogato da Jacob inns de 'Box f. q.Jacobi Not. imp. c trascritto da : Johannes Petrus de la Mvraggia. 1386 — 21 settembre. Bolla di Papa Urbano VII colla quale viene stabilita 1'ere- zione del convento del Romito presso Ca- steggio, in seguito ad una donazione di fondi fatta a tale scopo da un Alberto di San Biagio a Stefano Gerardi frate Francescano, forse fondatore dello stesso convento. 1392 — Gian Galeazzo in quest'anno mu- nisce i casteUi di Sale, Pontecurone, Casei e di Casteggio per agguerrirli contro gli urti in Dl CASTEGGiO 509 quei tempi cosi frequenti delle soldaleschc a lui contrarie (0. Casteggio oltre che dalle lotto intestine era immiserito da una pestilenza che ap- punto in quest' anno lo aveva reso quasi spopolato. 1393 — Giacomo Codica di Pavia con te- stamento rogato dal notajo Biagio dei Conti di Mede lega alia chiesa di S. Maria degli Angeli di Romito, nel territorio casteggiano di Tronconero, una somma sufficiente a vestire i frati raccolti nel monastero del Romito, tino al numero di died, assegnando 4 fiorini d'oro per ciascun frate che doveva coprirsi con quella tonaca, che era allora in tanta venerazione. 1397 — 2 aprile. Atto di istituzione del (1) Infatti la grandc potenza, io smaglian'.e splendore, il rapido estendcrsi del regno di Galeazzo, non ptvevano a nieno di far convcrgere con'ro qv.esto ardito, for unato c generoso sovraio gli odii dei rivali. 5 10 VII. - NOTIi CRONOLOGICHE beneficio di San Marco in Casteggio per parte di una persona pure di nome Codica; rogato dal notaio Jacobo Bossi, ed esistente presso il Cav. Giulietti. 1408 — In un pubbligo rogito di que- st'anno si accenna all' esistenza dclle mura che cingevano il castello ( l \ che era la parte aha e piu antica di Casteggio ( 2 ). 14 1 5 — Nell'aprile di quest 1 anno, i se- guaci dei Conti di Montesegale, dell'illustre e potente famiglia palatina dei Gambarana (1) Dalle interessantissime memoric raccolte cJ or ora pubblicate dal Cav. Giulietti sulle Vie di Casteggio veniamo fatti certi che questa terra dividevasi e tuttora dividesi in trc parti distinte dette il Castello sul colle ; il Borghetto, sul pendio, a mezzo; il borgo quasi intieramente in piano, c che andd tanto allargandosi, (2) In quest' cpoca Barbieri Stefano di Casteggio era Pro- fessorc a Piacenza e leggeva Digesli Novi nel pavese Ateneo dal 1398 al ii ! 7- Vi ebbe la carica di abate di provvisionc, e vi i.\d\\i consigli in materia criminale e testamentaria cost dotti di essere inscritti nelle raccolte d;l Zeletti, come dissero anche i! Manfredi ed il Giulietti. DI CASTEGCJIO j I I ui Lomcllo e ui Langosco, nonche quelli alle dipendenze dei Marchesi Malaspina di Godiasco, Signori dei nostri monti, in aperta lotta col Duca di Milano, sciesero dalle alte valli a devastare le campagne del territorio di Casteggio, che andarono presto a rovina; senonche i casteggiani fedeli al principe, av- vertirono tosto gli uomini di Voghera del triste avvenimento e questi solleciti, corsi all' assedio del castello di Montesegale, per ordine del Carmagnola, in settembre, lo distrussero, conducendo a Voghera i militi che lo presidiavarto. 142 1 — Novello e iata'e morbo colpisce i derelitti abitanti di Casteggio, nonche quelli di Sale, di Cecima e di Varzi, e infieriva talmente il contagioso malanno in queste terre, che i prudenti reggitori del comune di Voghera misero alle porte ufficiali di sanita affinche impedissero I'entrata nel loro borgo, tuttavia immune da tanta sventura, alle persone sospette di peste provenienti da J 12 VII. - NOTE CRONOLOGICHE Casteggio c dagli altri luoghi sopra indicati, come trovasi riferito dal Manfredi nel Ca- salis. 1 44 1 — 9 febbraio. Investitura del feudo di Casteggio a favore del Conte Cesare Martinengo pubblicata nella prima parte di queste memorie. 144; — Nei capitoli del principato di Pavia per la nuova tassa dei cavalli, figu- rano tra i principal! contribuenti i fratelli Don Francesco e Don Bernino dei Girardi di Casteggio come abitanti in Pavia .... Item in Pap in .... D. Franc isc us de Gi- rardis de Clastigio; Dominus 'Berninus de Girardi s ejus f rater. 1446 — 1; settembre. Investitura del feudo di Casteggio secondo Giulietti c i compilatori degli Annali di statistica (vol. 20 pag. 197) a favore di Angelo Simonetta, e secondo il Benaglio (Elenchus ecc. pag. 58) a favore della famiglia Visconti ; notizia questa indi- rettamente confermata dal Conte Cavazzo DI CASTEGGIO j I 3 della Somaglia, e fors' anche provata da quanio verr6 dicendo trattando delle incon- trastate investiture sforzesche (*). 1446 — II collegio de' Notai di Pavia investe Martino de' Rivolta f. q. Cristofori del luogo di Casteggio, di una casa in Pavia sita in porta Palacense, nella parrocchia di San Secondiano. 1450 — Conferma del feudo di Casteggio alia famiglia Sforza-Visconti, per privilegio del Duca Francesco Sforza, secondo quanto viene asserito da Carlo Gerolamo Cavazzo della Somaglia nella eitata sua descrizione dello Stato di Milano; notizia che trova la (1) Forse potrebbero far credere vera qucsta investiture a favore d;l Simonetta Ie convenzioni citatc nella notn della pag. 76 del primo volume di qucste Mcmoric sparse e stipulate da lui, pare come segretario ducale, |1'8 c il 14 gennaio 1452 col ccmune di Casteggio, mentre il Cavazzo della Somaglia riconosce ildominio dei Visconti sopra Casteggio fino dal 1450, e il Benalio dal 1446. Io accenno a tutte qucste varie e con- trastanti circostanze per debito di cronista. 514 VII. - NOTE CRONOLOGICHE sua conferma in altri fatti relativi al feudo di Casteggio, al suo distacco dal patrimonio ducale, al suo passaggio in Carlo Sforza, parente del Duca e poi ncgli Sforza di Ca- ravaggio. 1475 — 19 gennaio. Conferma di tutti i diritti feudali della famiglia Sforza a favore del Conte Carlo Sforza- Visconti con inve- stitura ducale appunto dal 19 gennaio 1475. II Conte Carlo Sforza poco dopo essere stato investito del feudo e della Contea di Casteggio, e cioe nel giorno 16 di gennaio dell'anno 1477, come ebbi a far conoscere an- tecedentemente, presto il debito giuramento di fedelta al Duca appunto pel feudo di Ca- steggio. Come vedemmo prima e vedremo meglio in seguito il possesso del feudo passo nella di lui figlia Ippolita, sposata ad Alessandro Bentivoglio e quindi in Violante, figlia di questi e maritatasi con Gio. Paolo Sforza di Caravaggio, nei discendenti dei quali rimase il feudo di Casteggio, come vedremo DI CASTEGGIO j I ) meglio a suo luogo, troncando qui ogni parola a talc riguardo per non precorrere i tempi e per non turbare l'ordine crono- logico di queste brevi notizie storiche. 1496 — In atti di quest* anno iigurano le famiglie de Regibus e de e Barbicri quali appartenenti al cospicuo luogo di Casteggio, ivi dimoranti e proprietarie. 1 y 1 5 — 10 febbraio. Venne stampato sotto questa data e sotto il nome degli Sforza- Visconti dal Benaglio nel suo Elenco delle famiglie feudali del 'Ditcato di Milano che il feudo di Casteggio veniva confermato ad essi, il che ammette gia in ogni modo e ben chiaramente che Casteggio apparteneva ante- cedentemente agli Sforza-Visconti. Senonchd e qui suonata I'ora benedetta di diradare tutte le nebbie che s'addensarono suH'origine del possesso sforzesco del feudo di Casteggio, nebbie che ho torse io stesso, senza avvedermene, maggiormente addensate intorno alia soluzione di questo fin qui complicato ed oscuro argomento. ;i6 VII. - NOTE CRONOLOGICHE A tale riguardo e a schiarimento di quanto scrissi antecedentemente debbo far qui atten- tamente notare e rimarcare che trovasi scritto dal Litta (Famiglie cclebri italiane), nella ge- nealogia della famiglia Bentivoglio di Bologna e precisamente nella biografia di Alessandro figlio di Giovanni Bentivoglio, nei cenni sul zelante patrocinatore degli interessi di Ca- steggio, come questi abbia preso in seconda moglie, nell'anno 1492, Ippolita di Carlo Sforza, che era pronipote di Lodovico Sforza. II Litta aggiunge che la dote di lei, e cioe di Ippolita Sforza di Carlo, sposa ad Alessandro Bentivoglio di Giovanni, fu costituita dal possesso di molte terre del milanese, (tra le quali quella di Casteggio e vedremo perche cio asserisco risolutamente) delle quali Ludovico XII di Francia s'era impa- dronito, ma delle quali egli fece pronta resti- tuzione, e che a lei furono confermate nel 15 15 (attenti a questa data) dal Duca Mas- similiano Sforza. Dl CASTEGGIO )' \J Infatti nel Benalio (Eknchus pag. j8) troviamo appunto scritto, come fu ripetu- tamente da me registrato in queste memorie, che nell'anno 1515, e meglio nel giorno 10 febbraio, fu confermato agli Sforza dal Duca Massimiliano il feudo di Casteggio, come era posseduto dal padre d' Ippolita Sforza poi Bentivoglio, il Conte Carlo Sforza, e vi e precisamente scritto .... confirmata (inve- stiture feudali di Casteggio del 15 settembre 1446, e del 19 gennaio 1475) a Ducc Maxi- miliano ij ij, 10 februari e perche* abbiamo visto, come da documento esistente nell'Ar- chivio di Stato a Milano, che il Conte Carlo Sforza- Visconti era feudatario e Conte di Casteggio e nel 1477 ai 16 gennaio prestava giuramento di fedelta al Duca pel detto feudo pro terrae Clastigii. Concludendo : il Conte Carlo Sforza ebbe il feudo di Casteggio, per ragione di famiglia, e nel 1477 ne era in possesso; possesso che gli era stato confermato per certo nel 1475 5 I 8 Vlf. - NOTE CRONOLOGICHE coir investitura del 19 gennaio citata dal Benalio, e pel quale prestava giuramento nel 1477; il feudo di Casteggio passa nella di lui figlia lppolita , alia quale fu confer- mato solennemente dal Duca di Milano Mas- similiano Sforza coll' investitura del 10 feb- braio 15 15, pure citata dal Benaglio; e qui apparentemente Alessandro Betivoglio figura feudatario di Casteggio come marito di lppolita, essendo pero il feudo una di lei proprieta. Finalmente nati dal matrimonio di Alessandro Bcntivoglio con lppolita Sforza un maschio chiamato Sforza e tre femmine per nome Ginevra, lppolita, Alessandra e Violante, ed essendo morto giovanissimo 1'unico discendente maschio, lo Sforza Ben- tivoglio, l'eredita materna, costituita dalle molte terre milanesi, venutale dal padre suo Carlo, venne divisa tra le di lei figlie Vio- lante, Ginevra, lppolita ed Alessandra, toc- cando Casteggio appunto a Violante, che maritatasi con Giovanni Paolo Sforza fece Dl CASTEGGIO J I 9 passare il possesso dell'antica Contea sfor- zescadi Casteggio negli Sforza di Caravaggio, nei quali rimase fino alia loro estinsione. Veggasi nell' unito albero genealogico la serie completa dei signori di Casteggio, che cosi, dopo questc ultime notizie, grato frutto delle mie fortunate ricerche, ora pre- senta piu nessun dubbio sulla sua origine, sulla sua continuita, sulla sua fine, essendo, mi pare, indiscutibilmente provato che nel- l'anno 1446, nel 1450, nel 147; sia stato distaccato il feudo di Casteggio dal patri- monio ducale, sia stato costituito autonomo ed indipendente, e sia stato fino da quel- l'epoca concesso ad un ramo della famiglia Sforza, bensi parente e collateral della fa- miglia regnante, ma da essa staccato. Sia cosi pervenuto nel 147; al Conte Carlo Sforza; sia passato alia di lui figlia Ippolita moglie di Alessandro Bentivoglio, sia stato trasmesso da Ippolita Sforza-Bentivoglio a sua figlia Violante e pel matrimonio suo 520 VII. - NOTE CRONOLOGICHE con Gio. Paolo Sforza sia passato in qucsto ramo sforzesco e quindi per eredita imme- diata in Muzio e poi per successionc in Francesco, Muzio II, Gio. Paolo II, Fran- cesco Maria I, e Francesco Maria II, tutti Sforza di Caravaggio e di Casteggio e dei quali terranno conto queste note cronolo- giche ed una speciale memoria, oltre Falbero genealogico. Finalmente vediamo estinguersi gli Sforza di Caravaggio e di Casteggio in Bianca Maria maritata al Conte SinzendorfT, e probabilmente in seconde nozze con Don Filippo D 1 Oria, per quanto asserisce il Ratti. 1532 — 28 ottobre. Viene concesso al comunedi Casteggio il mercato, per domanda di Alessandro Bentivoglio, suocero del feu- datario e Conte di Casteggio Marchesc Don Giovanni Paolo Sforza, quale padre della di lui mofflie Violante (0. (1) Forse come mnrito dell' ereditiera del feudo di Casteggio Ippolita Sforza, come padre di coiei che doveva 'succederle DI CASTLGGIO )2\ i))) — 1 8 luglio. Si ha dal libro delle provvigioni di Voghera che, capitano delle biade in Casteggio era il Magnifico Signor Signorino, il quale aveva ordinate al comune di Voghera di mandare in Casteggio jo cavalli pel servizio di Sua Maesta che vi soggiornava con I'esercito imperiale. 1582 — La Confraternita o Scuola dei disciplini, instituita gia precedentemente in Casteggio, viene aggregata aH'Arciconfra- ternita della SS. Trinita di Roma il 13 gennaio 1582. Pare fosse gia stabilita nella chicsa di S. Sebastiano, perehe in un' atto di visita del rev. Claudio Manara delegato del Vescovo di Piacenza, che venne in Ca- steggio il 16 ottobre 1599, trovasi scritto che visito « l'Oratorio o Chiesa dei Disciplini nel possesso, Violante Sforza, 1'Alessandro Bentivoglio avra esercitato alcune delle prerogative feudali, tra le quali, vedesi, non si Lisci6 sfuggire la piii earn, quella di giovare alio stato che quasi gli spettava e dipendeva da lui per le ragioni su esposte. J22 VII. - NOTE CRONOLOGICHE sotto il titolo di S. Sebastiano, nel quale Oratorio si radunano i fratelli aggregati alia Societa della SS. Trinita di Roma (*). » 1593 — In quest'anno appansce principale proprietario di terre nel territorio casteg- giano di Mairano, per una nota del 1 agosto, il nobile Don Paolo Campeggi, di antica famiglia pavese, per eredita di Orlando Orio, comparendo pure fino dal 1537 possidente cospicuo di terreni a Mairano un Giovanni Guglielmo de Helixontio, nome questo di una famiglia che lungamente figura nelle memorie storiche di Casteggio. 1615 — La Confraternita della SS. Trinita in S. Sebastiano di Casteggio, acquistando sempre maggiore considerazione, viene a rac- cogliere materiali segni di simpatia. Gia sul fi- (1) Gran parte di quanto trovasi raccolto in queste pagine riguardante la chiesa di San Sebastiano, e tratto dall' accurate lavoro del Dottor Carlo Giulietti intitolato : Memorie Storiche. Chiesa e Confraternita di S. Sebastiano in Casteggio. Casteggio. Tipografia Perea. 1887. DI CASTEGGIO 525 nire del secolo XVI e sul principiare del XVII secolo era stata beneficata da Antonio Men- cunigo sopranominato Guagni e che tu uno dei deputati o Consoli della Comunita di Casteggio, quando la nobil Donna Francesca del Conte figlia del signor Fabrizio, del vicino luogo di Montebello, rimasta vedova di un Bassano de' Torti, nipote del rev. Er- cole Torti arciprete della Pievana di S. Pietro Apostolo di Casteggio, nel i6ij, con atto del 14 gennaio, rogato dal notaio GherardK 1 ) fece donazione delle sue terre, con qualcbe obbligo alia Confraternita; donazione con- fermata con testamento del i6agosto. Nello stesso secolo non pochi altri bene- fattori ricordarono nei loro testamenti la fio- rente istituzione. Infatti costituirono legati, a favore della Confraternita di S. Sebastiano, nel 1609 Tolomeo Balizonzo e Ottaviano (1) O Girardi dell'antica e cosptcua famiglia di Casteggio di questo nome. 524 VII. - NOTE CRONOLOG1CHE Milanimo; nel 16 15 Elia Gherardi ; nel 1 62 1 Maddalena Comaschi vedova Porro c Nicola Catena; con testamento del 1692 e con Codicillo del 17 12 Giovanni Savaria coll'obbligo della celebrazione di una messa quotidiana e via via ( J ). 1 62 1 — 25 maggio. Ordine generale ai particolari di Casanova dei Ghiringhelli, onde abbiano ad assoggettarsi ad alloggiare soldati polacchi, con dichiarazione di multa in caso di disobbedienza. 1625 — 11 ottobre. Comjparizione del Console di Pegazzera contro Casteggio ri- (1) Negli atti relativi alia Confratcrnita di S. Sebastian:) cd in altri, trovansi nominate molte famiglie veccliie e di qualche con- siderazione od originarie di Casteggio o qui venute, e pare in parte esistenti, tuttavia quali quelle de' Balisonzo, Porro, Busca, Beccaria (di Crotesi), Bevilacqua, Da-Busto, Ferrari, Gabba.Man- giarotti, Giorgi, Codeca, Antonietti, Casella, Savaria, Cortc, Ghezzi, Mencunigo, Morani, Bertarelli, Alemanni, Torti, Ghe- rardi o Girardi, Catena, Giardini, Marchisone, Trivisio, Valle, Milanino, Comaschi, Porro, Cappa, Fornari, Crosio, Labprezia, Bolla, Pedrazzi (di Mairano) Barbien, Ghiringhelli (di Casanova). DI CASTEGGIO )2) guardo a certe imposte state cancate agli uomini di quella borgata per ragione di alloggiamento di soldati o). 1625 — 50 novembre. Ordine degli eletti di liberare dall' imposta il sig. Felino, che per essere podesta del comune doveva essere tenuto esente dalla tassa personate. 1630 — 11 dotto sacerdotc Don Cesare (1) Alcune di quesre notizie che si rifcriscono ;ii sccoli X\'II e XVIII sono date da un manoscritto inedito, iiititolato : Copia di memorie sopra Casteggio, dovuto alio cure del Cav. Carlo Giu- lict:i, c contenente una scrie di note degli at ti consolari del co- mune di Casteggio, divise in tre fiscicoli, in modo che nei I, di pagine scritte 90, sono contenutc le notizie dal 1583 al 1700; nel II fascicolo, di pag. 96, quelle dal 1700 al 1733 ; nel III di pag. 99 le altre notizie dal 1736 al 1800. Ndla massima parte esse non sono che una registrazione delle de- liberazioni del convocato gencrale della comunita e cosi troppo soventemente riguardanti cose di minimo conto, scattando pure in mezzo all' interminabile burocrazia degli affari, allora pero mono noiosa d'oggi, qualche scintilla di sto:ica importanza, da cui, come da pila voltaica, se non trassi la grande scoperta dell'eletricita, raccolsi pero alcune notizie assai interessanti nel campo della vita politics di Casteggio e qui compendial. 526 VII. - NOTE CRONOLOGICHE Prelini (0 dice che nel 1630 non solo ii funesto morbo delta peste inspiro a far versi, bensi anche la fiducia grandissima che si aveva in San Siro, quale protet- tore delta diocesi pavese, sprono a rivol- gersi a lui. Cosi il padre Bernardino da Casteggio, frate Minore Osservante di San Francesco, che poteva divenire una vera gloria poetica di Casteggio, perche avrebbe potuto riuscire un buon verseggiatore se non avesse avuto contro di lui il pessimo gusto dei tempi, fino dal 1628 aveva scritto un dialogo pastorale nel quale fa parlare S. Siro e 1'Apostolo S. Andrea, ed appunto nel 1630 compone un Discorso spiritualc alk regal citta di Pavia nelli presenti travagli di peste e d'altri grandi perieoli ecc. Stampato in Pavia dagli eredi Rossi nel 1630. (1) « Prelini Cesare, sacerdote — « San Siro Primo vescovo e patrono dclla citta c diocesi di Pavia ». Studio storico-critico. Pavia. Fusi 18S9-1890. Vol. I pag. 78; vol. II, pagine 4Soe 457. DI CASTEGGIO j2/ L'autore con gran rumore di frasi invita i pavesi a confidare in San Siro ( l \ 1650 — 16 dicembre. Dichiarazione del cancelliere che assicura, come da scrittura vecchia , estratta dalla misura generale del territorio di Casteggio, essa doveva estendersi sopra pertiche 2717, all' infuori di pertiche 496 appartenenti al territorio di Mairano. 16) 1 — 31 gennaio. Avviso del Prefetto dell'estimo ai particolari per la misura ge- nerale del territorio casteggiano. 1 6; 6 — Figura feudatario di Casteggio, nella Nuova descrifione dello Stato di Milauo di Carlo Gerolamo Cavatio della Somaglia, Don Francesco Maria Sforza-Visconti Mar- chese di Caravaggio. 1660 — Vien ceduta in quest' anno ad (1) Del Padre Bernardino da Casteggio si ha anche un'inno in metro saffico, che comincia banc iibi Jaudis modulamur hym- num. II padre Bernardino da Casteggio era teologo e Icttore nel Monastero di Santa Croce di Pavia. )2S VII. - NOTE CRONOLOGICHE un Busca, proprietario in quel momento del hi casa passata poi ai Porro ed oggi spettante alle monache, la torre che sorgeva presso I'antica porta a mezzodi del borgo; porta che veniva atterrata nel 1812. 1663 — Attestazione di aha fiducia nei Confratelli di S. Sebastiano vien data dal- l'arciprete della Pievana di Casteggio, il pio sacerdote Giovanni Zammarati (0, che lego loro, con testamento del 2j luglio 1663, tante granaglie da valere ad istituire un Monte di Pieta frumentario granatico , aramon- tando la granaglia a sette sacchi di fave, sette d'orzo, e sette di frumento, ed essendo pro- vato che questa provvida istituzione rego- larmente ebbe a funzionare , in beneficio delle famiglie di Casteggio, che recavano a pegno fin' anco i piatti di peltro, insino all'anno 1798, uno di quegli anni nei quali (1) Giulietti. « Chiesa c Confraterriita di S. Sebastiano in Casteggio, » pag. 19. Dl CASTliGGlO 529 scomparirono molte utili e benefiche e con- generi istituzioni, affogate in quella generale inonda itone, che per l'abbondanza delleacque torbidi irrompenti dalla Francia, rotti gli argini della moralita, della prudenza, della sagge&a politica, allago prestamente tutta Europa. K poi notevole che sia caduto questo Monte di Pieta appunto allora quando egli si trovava nella maggiore floridezza, perche sappiamo da una visita pastorale del 23 set- tembre 1692 alia Confraternita della SS. Tri- nita nella chiesa di S. Sebastiano ed al Monte di Pieta frumentario che presso ri- siedeva, fatta dal Vescovo di Piaccnza Mon- signor Giuseppe Barni, che il deposito di granaglie ivi ammassato, era financo di troppo aumentato. 1666 — II Marchese Carlo Antonio Mez- zabarba di Pavia, che era proprietario di una porzione della casa anticamente dei Busca e poi dei Porro, acquistata in parte nel 1660 dai Certosini, fa abbellire nel 1666 il suo M 530 VII. - NOTE CRONOLOGICHE pezzo di fabbricato, che passa piu tardi nella di lui figlia Camilla, maritatasi ncl 1660 al Senatore Don Giulio Calderari di Milano, poi per sucessione al Marchese Ragazzi e finalmente ai Migliara, al Per- versi e ad altri (0. 1672 — 4 giugno. Memoriale del signor Pictro Gandolfi, alio scopo di cttcnere la separazionc dal comune di Casteggio della borgata di Rivetta di Mairano, pel desiderio che abbia ad essere piuttosto riunita al co- mune di Robecco. 1678 — 12 dicembre. Procura fatta dal Comune di Casteggio nel rev. Don Antonio Bertocci, per ricorrere al Magistrate Camerale di Milano alio scopo di ottenerc che i carichi si abbiano a ripartire per I'avvenire in modo uguale siill' estimo rurale e sulle teste vive, ed aecioche a tutte le spese per manutenzione della chiesa principale, e delle campane, (1) Giulictti. Nel citato lavoro. Dl CASTEGGIO y] I debbano concorrere le comunita di S. Biagio, di Casanova dei Ghiringhelli e di Pegazzera, dipendenti dal podesta di Casteggio; nonche sia dichiarato che ll ponte Riazzolo, collocato sulla strada tendente alia Sgarbina, sia dichiarato debba spettare ai vicini e possessori dei fondi circostanti, e quindi ne sia caricata su di essi la relativa spcsa di manutenzione. 1681 — 14 settembre. Convocato gencrale del comune , nel quale , espostosi lo stato rovinoso della chiesa della Madonna della Crocetta, vien deliberato che essa sia conse- gnata ai Padri Certosini onde abbiano a ripararla, e vengono nominati a tale riguardo alcuni delegati che regolino la donazione in discorso e I' adempimento dei relativi oneri. 1682 — Casteggio manda un suo rappre- sentante al consiglio generate del principato di Pavia. [682 — 9 agosto. Avendo i PP. Certosini mancato all' obbligo di riparare la chiesa 532 VII. - NOTE CRONOLOGICHE dell a Madonna della Crocetta, il comune dclcga Don Antonio Bertolino alia novella ingiunzione, intimandola in modo chc, sc le riparazioni non venissero compiute dai Padri Certosini ne nascerebbe la conscguenza che sarebbero state fatte dal comune a carico loro. 1683 — 14 maggio. La borgata di Mairano vuol regolarmente staccarsi da Casteggio per ridursialla sempre desiata indipendenza, ed ap- punto sotto questa data abbiamo una memoria ed una informa^ione presentata dagli uomini di Mairano al governo di Milano, la quale pare abbia ottenuto un momentanco cfietto, perche in un elenco di documenti spet- tanti all' archivio eomunale di Casteggio sta registrato un relative decreto, senza in- dizio di annuenza, e che quindi per se non sarebbe una prova della fortuna della patria, senza quanto trovasi scritto altrove e che riferisce come nel giorno 1 j luglio dello stesso anno viene intimata al comune di Casteggio un'ordinanza del consiglio di Mai- DI CASTEGGIO j J J rano alio scopo di evitare la spesa degli alloggi militari in considerazione dell'avvenuta se- parazione ! 1683 — 24 ottobre. Decisamente I'oratorio della Madonna della Crocetta non trovo fortuna nc presso i signori del comune ne presso i Padri Certosini, perche vediamo riunito in questo giorno il consiglio di Ca- steggio, alio scopo di far subito 1111 memoriale dd dirigersi a Monsignor Vescovo di Piacenza perche si abbia a demolire il nominato Ora- torio della Crocetta, e dar luogo alia co- struzione di un' altra capella piu piccola. In fine il comune di Casteggio dovette assumersi la conservazione dell' Oratorio, il correda- mento delle sacre suppellettili, il tutto a sue spese e cio con promessa e obbligazione fatta il 17 luglio 1693. 1684 — 3 luglio. 1 Consoli del comune di Casteggio mostrano serieta di carattere, conoscenza perfetta dell' individuale valore, e desiderio di intangibilita del proprio onore, 534 VII. - NOTE CRONOLOGICHE c insultati con parole disonoranti da Don Fcrrante Mczzabarba c dal sig. Siro Domc- nico Vallc fanno procura nel sig. Antonio Maria Regina alio scopo di que'relare i due poco cauti e hen poco educati messeri. 1685 — 13 marzo. Ottenuto nel 1532 il mercato, sorsero liti tra il governo spa- gnuolo, che non voleva riconoscere quel diritto, ed il comune che lo sosteneva, e con- centravasi nelle pretese manifestate iino dal 1675 da parte del governo di ridurre a camera i mcreati conservati senza concessione ; sc nonche andata perduta la primitiva istitu- zione e Y originario privilegio, mancando il titolo sul quale poggiare la ragionevo- lezza della pretesa del comune, le cose si protrassero lungamente, essendo condotta innanzi la lite fino al 1685 0\ Quando (i) Nel 1665 si era perduta ogni numoria di cosi distinto privilegio, e nel 1684 il Comune di Casteggio, in ssguito alle pretese governative del 1675, fece una seria rimostranza, che pare abbia ottenuto 1' esito felice che vedremo. Dl CASTEGGIO j ] ) finalmete giunse al comune una lettera del signor Carlo Antonio Marino, forsc un deputato a Milano a rapprcscntarvi gli inte- ressi di Casteggio, scritta il 1 3 marzo di quel- l'anno, che annunciava la licta novella della sentenza favorevole al diritto del mercato. i68j — 14 marzo. Ma siccome non tutte le novelle buone sono immuni dal funesto accompagnamento di qualche malanno, cosi dopo la lettera del Marino che annunciava lietamente la vittoria, vennc e proprio su- bito il giorno dopo quella del sig. Morandi, che insieme alia poco aggradevole notizia delle spese fatte in una lite sostenuta contro la comunita di Mairano, forse a proposito di quella benedetta separazione, metteva il conticino delle spese relative alia causa per il ricuperamento del mercato. Triste avvicendarsi e succedersi dei giorni, tanto nella vita degli uomini, come nella storia dei villaggi, dei borghi, delle citta, delle nazioni. Un giorno buono in mezzo )]6 Vir. - NOTE CRONOLOGICHE a molti giorni cattivi, perche sommate il vostro conto, mio lettore umanissimo, e troveretc che maggiore e la somma dei giorni tristi di quella dei giorni licti. 1 68; — 25 ottobre. Francesco Maria II Sforza Signore e Conte di Casteggio inter- viene direttamente nelle cose del suo stato alio scopo che l'arciprete della pieve, Ottavio Caimo, abbia a rimanere di residenza in Casteggio e presso la sua chiesa parrocchiale, a reggervi spiritualmente il suo popolo e non si lasci piu oltre trascinare dal desiderio di vagabondare. 1687 — 3 maggio. Dopo tante incertezze e cioe se dovevasi atterrare l'Oratorio della Crocetta oppure restringerlo, lasciando a suo luogo il coro, il consiglio generale del co- mune delibera di lasciar sussistere ancora l'oratorio restringendolo pero. Furono de- putati a sorvegliare i relativi lavori il Rettore Don Antonio Bertolino, Marco Codeca , Onorato Felino, Sebastiano Gatti, e Gio- vanni Battista Visconti. DI CASTEGGIO y^J 1687 — 28 settembre. Pare che Ignazio ed Ottavio Caimo, parenti, spadroneggiassero sulle cose ecclesiastic he della picve di Ca- steggio; e con poco zelo trascurassero il sacro tempio e le divine cose. Gia antece- dentemente in un convocato generale si penso a depurare il numero delle messe celebrate dall'abate Ignazio Caimo durante il tempo che copri la carica di arciprete e di capo di questa pieve, e da Ottavio Caimo, forse quale coadiutore. I primo dichiara che non ebbe ad ufficiare dopo aver preso il possesso del beneficio parrocchiale, pretendendo di non essere ob- bligato alia residenza personale; producendo con cio anche il fatto sgradevole a quella popolazione di vedere i canonici della col- legiata, per V inosservanza del loro capo di ogni soggezione c 1'inadempimento dcgli obblighi della carica, che pretendono di togliersi dai loro doveri c cosi ne venne che di tanto in tanto fu omessa la messa 53^ VII. - NOTE CRONOLOGICHE solenne, fu lasciato da parte il vespero, fu desertata la chiesa. In mezzo a questo scan- dalo si penso di riccorrere a monsignore il Vicario Generale della diocesi piacentina o a quello capitolare, risiedendo uno in Broni e l'altro in Placenza, accioche la chiesa arcipresbiterale sia novellamente sacrata alle funzioni religiose, nel modo stesso come da tempo immemorabile regolarmente per consuetudine avveniva; sia rifatta l'abitudine di impartire 1' istruzione religiosa, sia repri- stinato il congruo corredo dei paramenti da morto e dei mobili necessari al regolare fun- zionamento dell' ufficio consacrato alia tran- quillita delle anime, all'onoranza del sommo nostro reggitore, ad esempio di carita; e cio fu insistentemente chiesto dai reggitori del comune perche la sacristia era stata de- vastata da ogni cosa, erano stati esportati i paramenti ed altri sacri oggetti e perche l'ar- ciprete si rifiutava aH'adempimento de' piu stretti suoi obblighi, e perche tutto era DI CASTEGG10 539 caduto ncl ptu miserando disordine, c la stessa arcipretura era ridotta quasi a rovina, c beni, c mobili erano dispersi, e ovunquc non scorgevasi che distruzione cd abbandono. Ren giustificato fu il risentimento del con- siglio generale, che afflitto da tanto malefica opera di chi doveva pur dare l'esempio del- l'ordine siccome capo ecclesiastico, del borgo, supplica il proprio signore rivolgendosi diret- tamente al Marchese Francesco Maria Sforza Conte di Casteggio; fa tutto quanto sta in lui alio scopo di veder cessare cosi strano stato di cose, cosi penosa situazione, cosi scandaloso fatto, e finalmente nel giorno i dicembre il consiglio generale costituisce in deputato del comune il sig. Ippolito Orselli, romano, aflinche la rappresenti la cosa al Papa Innocenzo XI e ai Cardinali piu influenti, onde siavi posto rimedio al piii presto a seconda dei desideri manitestati dal consiglio generale nelle sedute dei giorni 6 di luglio e 28 di settembre dello stesso anno 1687. 540 VII. - NOTE CRONOLOGICHE E quale fti la conseguenza della nobile condotta del consiglio generate di Casteggio? Un ardine ai Cons >li, intimato dal Vicario Generate di Piacenza i! 25 maggio 1688, di non mai piu intromettcrsi nelle cose della chiesa e dell'arcipretura, e di restituire quanto fu percepito dal comune, e cio sotto la pena di 200 scudi d'oro nel caso di inadempi- mento dell'ordine sppra accennato ! 1689 — Quesfanno e segnato nella storia di Casteggio da non poche liti, proteste, e recriminazioni, in causa della misura gene- rale del territorio per la quale i Consoli non accettano i dottori collegiati Giuseppe Landolfi, Marchese Pio Ghislieri e iMarchese Ludovico Pallavicini, naturalmente con pro- Ustatio facta da parte di questi rapprcsentanti del Senato di Milano. 1690 — In quest'anno, come anteceden- temente, c come vedesi in seguito, appari- scono nella vita del coraunc di Casteggio atti che accennano alia separata amniinistra- Dl CASTEGG.O 54 I zione delle principal! terre della sua giuri- dizione quali quelle di Mairano, Pegazzera, S.m Biagio, Rivetta; e cosi ad esempio: 1686, 2 »i:ir{o, Electio Canevairi Comunis Mairani anni 1686 sivt Antonium a Carnevallis, e piu tardi: 1690. 27 gennaio. Electio Canevarii pro Comunitate Pega^eri, 'Bartolomei Rinaldum, e nello stesso anno e giorno: Electio Can- celliere pro comunitate Mairani in e Bernardum dc Carnevalibus (0. 1690 — 6 maggio. I Consoli di Casteggio, gelosi delle prerogative del loro comune, e piu specialmente vigili nella custodia dei suoi interessi, scrivono al Marchese Fran- cesco Maria Sforza-Visconti , Conte e feu- datario di Casteggio, vivamente osteggiando la pretensione del vicino comune di Mon- tebello d' istituire in esso un mercato, il quale certamente non poteva che fortemente danneggiare quello settimanale istituito fino dal 1532 in Casteggio. (i) Una famiglia Carnevali fiori lungameute in Tortona. 542 VII. - NOTE CRONOLOGICIIE 1 69 1 — Alia fine del secolo XVII le torri di Casteggio erano per certo tuttavia in perfetta conservazione e comodamente abi- tabili, perche da una lettera o meglio da un memoriale diretto al Conte feudatario di Ca- steggio rilevasi che i PP. Agostiani Scalzi ave- vano chiesto a lui una delle torri esistenti nel borgo colla facolta di porvi un'ospizio. Notasi che il memoriale e diretto a S. E. Feu- dataria solo alio scopo di ottenere che non sia data la concessione della chiesta torre, per non sminuire il prodotto della questua alle Monache Francescanc di Casteggio ed ai Padri Riformati del Romito. 1 69 1 — In quest' anno si trattennero in Casteggio forti truppe imperiali e principal- mente nel mese di novembre. Esse proveni- vano da Pavia e muovevano verso Piacenza e la triste nota suonava dolorosa ai reggitori del comune, che dovevano registrare le moltc spese, con poca speranza di rimunerazione. 1692 — Le gare tra luogo e luogo, in DI CASTl-GGLO 543 ogni tempo tra noi non lasciarono mai occasione a sciogliersiincontumelie.Appunto in quest'anno nel giorno 24 aprile i cano- nici della collegiata di Casteggio protestano contro il Rettore della chiesa parrocchiale di Calcababbio c contro il Priorc della Con- fraternita eretta in quella, accio non abbiano a precederc nelle proce-sioni i confratelli di Casteggio, facendo anche una questione sul diritto dello stigmatizzato Rettore di Cal- cababbio di portare si o no la cotta nelle religiose solennita, 1693 — 22 dicembre. Scmbra che P ab- bondanza dei figli nelle famiglie casteggiane fosse non poca, perche vediamo sotto questa data spedirsi alTautorita superiore una Nota degli esenti per li 12 figli. 1695 — 11 feudatario Don Francesco Maria Sforza-Visconti Marchese di Cara- vaggio e Conte di Casteggio, appunto come Conte e Signore di questo luogo, protesta contro i deputati alia misura generale del 544 V11 - - NOTE CRONOLOGICHE territorio casteggiano, ondc non abbiano a continuare i lavori in tale misura senza prima aver chiaramentc stabiliti e riconosciuti i confini del territorio, per non pregiudicare 1' estensione del suo feudo, dando luogo contro questa giusta pretesa ad una protesta da parte dei deputati all'estimo; ad una pro- testa fatta dalla comunita per proprio conto, ed inline ad una novella protestazione lan- ciata dai deputati contro i reggitori della comunita; gineprajo questo infinito nel quale si bistieciarono e Conte, e consoli e depu- tati, i maggiorenti del luogo, sempre per quella fratellanza che tanto onoro il nostro nome ! 169; — 8 luglio. S. E. il Conte e feu- datario di Casteggio Don Francesco Maria Sforza-Visconti, annuncia al comune il suo matrimonio con S. E. Donna Eleonora Salviati figlia del Duca Francesco. Si riunisce tosto il convocato generale della comunita di Casteggio, il quale delibera di mandare DI CASTEGGIO y[j al Conte due consoli quali deputati a pre- sentargli le congratulazioni degli abitanti del suo feudo,ed insieme un bacile d'argento, del valore di lire imperiali 300, con frutta (0. 1697 — 7 luglio. Decisamente i reggitori del comune di Casteggio mostravansi con- stant! nel loro aftetto, e meglio nella imper- turbata protezione al!e Monache del Pistornile ed ai Frati del Romito; perch j riuniti in questo giorno deliberano nuovamente di respingere la domanda dei Padri Agosti- niani Scalzi di San Carlo di Pavia, pre- sentata all'eccellentissimo Senato di Mihno, e comunicata alia locale autorita, alio scopo d' ottenere una torretta, che pare fosse stata promessa dal Conte e feudatario, ma (i) Mi pare clic questo grave sacrificio il quale >i impoucva meld soprd 1: I s meld stifle bo:cbe, col sistema d' allora di distribuire 1c tasse, :on poteva riuscire lieve ad un une che vedeva esauste le p.-oprie risorse peculiari dopo ta duplice istazionc delle pestilenze e dei passaggi frequentissimi di truppc sempre fatali ranto sc amiche, quanto sc nemiche. 35 j.|6 VII. - NOTE CRONOLOGXHE pare anche stesse a cuore ai suddetti reggi- tori di veder sempre vuota e inutilizzata naturalmente per favorire i loro protetti, per quella ragione della questua. 1 6 9 cS — Con convocato generate del j ottobre il comune di Casteggio stabilisce di cedere ai PP. del Romito l'Oratorio della Crocetta, causa fin qui di cosi vari pensa- menti,donando insieme gli edifici e le ragioni patrimoniali adiacenti , alia condizione che quei Pairi abbiano a far costruire un con- vento con clausura presso la chiesa della Crocetta, e deputano a rappresentare la co- munita nella stipulazione dell' istrumento di ce^sione dei sopranominati stabili, con facolta di concedere quei patti che maggiormente potessero riuscire graditi ai Padri del Romito, il signor Ferrante Mezzabnrba ed il Canonico Bernardo Valle. E infatti pochi mesi dopo, e cioe nel giorno 4 febbraio del 1699 si riuniscono a capitolo i canonici e I'arciprete della chiesa pievana di Casteggio e danno DI CASTKGGIO 54/ consentimento pieno alia costruzione del conventOj conic venne loro chiesto dalla Sacra Congregazione e come fu desiderato dallo stesso Comune. In seguito e precisa- mente il 7 ottobre dell' anno stesso solen- nemente la comunita dona I'oratorio della Crocetta ai Padri Osservanti di San Fran- cesco, colla annuenza del Senato di Milano e del Padre generate dell'Ordine, e colla formazione dei seguenti capitoli: 1. Indipendenza dal parroco in fatto di pro- cessioni e di interna disciplina. 2. Concessione ai sacerdoti di Casteggio della celebrazione, non quotidiana, nella chiesa della Crocetta usando gli arredi dei Padri. }. Adempimento del legato di una messa settimanale, assicurato sulla chiesa e gli annessi terreni. 4. Intervento dei Padri alia processione della prima domenica d'ottobre di clascun anno in ricordanza della donazione. 5. Collo:azione in luogo appariscente della 54^ VII. - NOTE CRONOLOGICHE chiesa dello stemma del comune di Ca steggio C 1 ). 6. Liccnza al parroco di ufEciare nella chiesa dei Padri in caso di pestilenza. 7. Permanenza del possesso del convento nei Padri Osservanti, con espressa eon- dizione del ritorno del'a proprieta della chiesa, del convento e dei locali annessi alia comunita, ncl caso che i Padri li abbandonassero, mancassero agli obblighi assunii. 1699 — In quest'anno si da mano alia costruzione della marmorea balaustrata da- vanti all'altar maggiore dell'antica chiesa ( 2 ). 1700 — Risulta Tesistcnza di un Padre Priore della Certosa in Castes^io anche da &»' una convenzione per la costruzione di un (1) Noil so se il comune di Casteggio possegga un proprio stemma, ne conosco come sii. (2) Non so nemmeno se detta balaustrata sia quella che oggi ammirasi nella novella chiesa di S. Siro. DI CASTEGGIO > \<) nuovo castello delle campane del to agosto; come risulta la separazione di Mairano da Casteggio, dal convocalo generak del commie di Mairano unitosi in quest'anno nel giorno 10 ottobre, vedendosi poi sempre divisi i carichi tra Casteggio, Mairano, Pegazzera e S. Biagio. 1704 — Nell'ottobre il consigllo e riunito per ben triste causa; e cioe per udire la dolorosa relazione dei danni soffe.ti da Ca- steggio per la guerra che tanto lungamente si conduceva innanzi. Infatti da qui passarono i non pochi eserciti e per alloggiarli s' e do- vuto battere a tutte le porte delle case di Casteggio, e qui le somministrazioni militari imposte, spesso con minaccie alle autorita, esaurirono tutte le Iocali risorse e qui una serie infinita di mali lascio traccie proforide con conseguenze Iunghe e penose. 1706 — Le fossa delle mura che cinge- vano Casteggio venivano utilizzate dalla co- nuinita, ma pare non tutte le appartenessero $$0 VII. - NOTE CRONOLOGIC1II- bensi vediamo venduta da essa all' abate Porro una parte delle fosse in quest'anno, con contratto del 13 luglio, mentre quasi contemporaneamente Don Leonardo Ber- tolini da in affitto 3 pezzi di fossa, tra quali quello detto il Prato del fosso del comune, altro annesso alle mura, e poco prima Tarcipretura aveva dato in affitto aliro pezzo di fossa. II comune fu costretto a vendere le fossa anche perche, aggravato talmentc dalle im- postc, attest gli carichi intolkrabili, come vien detto nel convocato del 21 novembre, dovette licenziare financo il medico e ricorrere a tutti i mezzi per reggersi in piedi. 1709 — Donna Bianca Maria Sforza- Visconti Contessa di Casteggio pare avesse donato alia Confraternita di S. Sebastiano, che era sotto la sua protezione, un grosso pezzo di pietra, perche i confratelli nel tar riparare il loro pozzo spezzano quella pietra, che probabilmente era un'avanzo deli'antica DI CASTEGGIO j) porta del borgo, aperta nelle mura casteg- giane li presso, c ne usano quale davanzale al pozzo restaurato. 171 2 — In quest'anno il comune paga al fonditore Valle parte del prezzo delle cam- pane fuse per la chiesa di Casteggio nel 171 1, e con una grida dei deputati della sanita di Casteggio obbliga i montanari a partire colle loro famiglie dal borgo pel sospetto di portare da tin luogo all'altro e quindi nel territorio di questa comunita il contagio delle bestie. II che mostra non solo, provvida cura degli interessi cittadini per opera dei reggitori del comune, ma anche la frequenza in questi luoghi, oltreche dei contagi venuti a mietere le persone con dolore delle de- sertate famiglie, di quelli eziandio del be- stiame, con grave danno di tutti. 1714 — I Conti di Casteggio in ogni secolo intervengono nella vita di questo lorodominio, facendovi in mezzo oltreche colla nomina dei podesta, coll' interessarsi alia elezione dei 5)2 VII. - NOTE CRONOLDGICIII- medici, alia composizione delle liti tra il co- muneel'arcipretura,allariscossione delle tasse alia conservazione delle mura, col favorire lo sviluppo di istituzioni ospitaliere per mezzo degli ordini monastic!, bensi anche per con- servare intatta, e con ragione, tutta Taureola della loro autorita, del loro nome illustre, come avvenne quanto la contessa di Casteggio e Marchesa di Caravaggio Donna Bianca Maria Sforza-Visconti, giovanetta aifatto, or- dina con lettera del 9 dicembre 1714 la sospensione dall' ufficio ai consoli del co- mune, per essere partiti nel momento che si stava leggendo, nel convocato generale, una sua lettera ! 1720 — Pare che ancora in codesto anno serpeggiasse nel territorio qualche contagio, perche dalle Memorie manoscritte sopra Ca- stevcrio ( l ) vien notata l'esistenza nell'archivio o o comunale di una lettera, in data del 16 (1) Citato preccdentemente. DI CASTEGGIO j ) } oitobre, presentata dal tribunale della sanita di Pavia e diretta ai deputati della sanita della vicina Voghera, colla quale vien proi- bito a quei deputati di obbligare i nobili e i cittadini di Pavia a fare guardia alle porte di Voghera. Noil so per quale ragione il tribunale della sanita di Pavia abbia comunicato questo ordine al comune di Casteggio, in ogni modo esso ci dimostra un pericolo che si voleva evitare dai deputati della sanita di Voghera col far custodire le porte del loro borgo, servendosi anche dei nobili e dei cittadini di Pavia, forse contro disposizioni legal! precedent}, ma in ogni modo con giustizia ed equita, perche nessuno deve essere escluso dal servire la patria, tutti ugualmente dovendo concorfere nel difen- derla. 1720 — Vien chiuso il terraggio che s'adergeva all'arcipretura e alia casa Calderari, per togliere V inconveniente dello schiamazzo ;54 V1L - NOTE CRONOLOGICIIH che facevano gli oziosi ivi raccolti di giorno e di notte. 1724 — Nel giorno 30 dicembrc viene concesso a S. E. Donna Bianca Maria Sforza- Visconti il privilegio della caccia nel suo feudo e dominio di Casteggio c nelle altre di lei signorie l l ). Cosi sta scritto nel citato MS. contenentc le Memorie sopra Casteggio, e precisamente sotto il 50 dicembrc 172.1, il che proverebbe indiscutibilmente, che Bianca Maria era , in quest' anno, ancora vivente , contro quanto pubblico il Litta, nel!' albero genealogico degli Sforza di Ca- ravaggio, ove asserisce che essa mori nel 1 7 17; venendo c]uesto fatto a sorregere anche la notizia data dal Ratti nelle memorie storiche e genealogiche da lui edite sulla medesima famiglia, che riguarda il secondo matrimonio di Bianca Maria con Filippo (1) E tosto essa manda un capitano della coccia, caricaudo sugli abitanti di Casteggio una parte del suo s ipendio. Dl CASTEGGIO ))')' D'Oria, e sarebbe stato incompatibile colla morte di Bianca Maria nel 1717, dopo pochi mesi che era andata a nozze col Conte di Sinzendorff. E infatti essa interviene in atti del 1726, quango concede al Canonico Don Siro Costantino Casella e a suoi nipoti, a Carlo Francesco Durante, a J Alcssandro Leo- nardo Bertolini, ai Padri Agostiniani Scalzi, e a Giuseppe Pio Porro di chiudere la strada romana(yia. Emilia, poi strada nazionale, oggi provinciale) sul tratto prospiciente le loro case; e quando da assentimento ai Padri della Certosa di chiudere con una muraglia la loro vecchia casa, come aveva fatto dal- l'altro lato il Conte Calderara. Come inter- viene nel 1727 nell'accordare a Contardo Bernino la facolta di attaccarsi, colla costru- zione di una casa, alle mura del borgo, che pare fossero tuttavia una ragione di sicurezza. Cosi nel 1728 concedendo a Don Giuseppe Pio Porro, divenuto proprietario , per pcr- muta . della casa Savaria spettante alia 5)6 VII. - NOTE CRONOLOGICHl: Confraternita di S.Sebastiano, di chiudere una stradicciola vicinale, conic da permesso avuto dalla comunita di Casteggio fino dal 167,1. Come vedesi, la Contessa di Casteggio, non evitava anche le piu piccole brighe, quando toccassero questo luogo, che sembra le stesse sommamente a cuore. 1727 — I Confratelli di S. Sebastiano acquistano l'organo per la loro chiesa, che era andata di mano in mano ornandosi ed abbellendosi, e nominano ad organista il Canonico Fioroni. 1729 — In quest'anno figura podesta di Casteggio il signor Cavalleri, che aveva as- sunto l'ufficio di podesta del comune e di pretore della squadra feudale di Casteggio l'anno antecedente, e s' interpone appunto nel 1729 presso la Contessa e signora di Casteggio, alio scopo che essa sorrega il desiderio della comunita di veder conservato il convento del Romito ai Padri Osservanti, contro le pretese dei Padri Riformati di Pavia, DI CASTEGGIO $yj fondate sulla dichiarata soggezione del con- vento al Re di Sardegna'O e sull'affluenza in quello di molti religiosi forestieri. Pare che la Contessa abbia accomodata la cosa in modo che il convento del Romilo venne aggregato alia provincia francescana di Milano, e in luogo fu staccato da essa il convento dello stesso ordine esistente in Mortara per essere aggiunto alia provincia francescana di Alessandria. 1 734 — Da due memoriali, mandati alia Contessa e Signora di Casteggio, si scorge il misero stato in cui questo cospicuo borgo era caduto, perche col primo si implora qualche sollievo nelle requisizioni dei carri, per immiserimento di forze in conseguenza delle continue e gravose fazioni sostenute da Casteggio, e col secondo si domanda una diminuzione nell'assegno degli alloggi mi- litari, dando a ragione la diminuzione di (i) II che avvenne pin tardi e cioo nel 1743. 5)8 VII. - NOTE CRONOLOGICHE case e precisamente dicendo che altre volte il borgo era caseggiato piii che al presente, prova sicura dello scadimento suo, e tutti cono- sciamo per quali ragioni. 1736 — Nel giorno 24 ottobre abbiamo la concessit) seufacultas traditaperD.Cav. (sic) Joseph de Girardis Sindacum el T>. Antonium Ti{{omim et Dominico Curti deputationis Cla- stidii a Dominico Tialdassare de TSattanoUs et Contardo c Bernino d'attaccarsi con una fab- brica alia torretta ed alia mura del borgo. 1736 — In quest'epoca le cose del comune vanno a rotolo. Talche in un convocato di quest'anno, « attesi li carichi csorbitanti, si ordina che li fattori, campari, garzoni e bi- folchi (perfino !) di qualunque specie debbano per quest'anno pagare per ogni testa e bocca (tassa personale) lire 6 ». Non bastando cio ai gravi pesi, il feudatario da a prestito al comune di Casteggio lire 7000 al 4 per cento di tasso, con atto del 5 marzo 1738. 1742 — In quest'anno, quello che pre- DI CASTLGGiO J _j 9 cede 1' anno nel quale hi conchiuso il trattato di cessione di questo territorio al Re di Sardegna, compare podesta e pretore di Ca- steggi \ un nobile Belcredi, infatti nel citato manoscritto troviamo registrato sotto la data dell' 8 Febbraio : Possessio preture oppidi Cla- slidii ct.lt pta per D. Pietrj Martin c Bekredium. 1744 — 2j gennaio. Editto del Principe Giorgio Cristiano di Lobkovitz irovernatore e capitano generale della Lombardia austriaca, comunicato agli abitanti di Casteggio, col quale si faceva conosciere la cessione del- T Oltrepo, del Siccomario e del contado bobbiese al Re di Sardegna. Nelgiornoseguente vien pubblicato l'editto del ministro plenipotenziario del novello sovrano, che chiama gli abitanti di Casteggio e degli altri luOghi del territorio acquistato, al giuramento di fedelta alia sua reale per- sona, restando pero intatti i diritti feudali, che erano tuttavia posseduti dalla Marchesa Bianca Maria Sforza-Visconti , indicata in vari atti pubblici come tuttavia vivente. j6o VII. - NOTE CRONOLOGICHE L'intervento delle autorita piemontesi non si fa attendere lungamenie, e nel 17 set- tembre dello stesso anno la R. Camera di Torino raccoglie i documenti relativi ai contratti dell' esattoria comunale. ijjo — In quest'anno ritorna podesta c pretore di Casteggio il nobile Pictro Martire dc Belcredi. i/j) — L'arciprete della Pievana, Don Andrea Sterpi, domanda a S. E. la Contessa di Casteggio il permesso di atterrarc 1' an- tichissima torre Passerimi, forse originaria- mente posseduta dalla vetusta famiglia ca- steggiana dei Passerini e poi venuta nella proprieta dei feudatari, alio scopo di utiliz- zare le grosse pietre , colle quali era essa fortemente costruita, nel ristauro del muro di cinta dal sacro asilo dei rriorti. Senonche piu tardi e cios nell'anno 1760 apparisce un' inyestitura, non so da chi data, colla quale precisamente vien concessa la torre della Passerina a Gioachino Bassi, alia con- Dl CASTHGGIO (6 I dizioni che entro sei anni il conduttore debba costruirvi una casa. Noto come nolle piu volte citato memorie MS. trovasi scritto sotto la data del j maggio 1760: Investitura p. p. facta per Coma. Clastidii Joach. 'Bassi-, che potrebbe essere quella relaviva alia torre dei Passerini. ijj) — 19 novembre. Convenzioni ro- tate dal notajo Giuseppe Casella fra l'arci- prete Don Andrea Sterpi ed il Marchese D. Berardo Ragazzi alio scopo di ammurare le finestre della canonica verso il terraggio, che era stato chiuso nel 1720; convenzioni che diedero occasione ad abbellire lo stesso terraggio per opera del Marchese Ragazzi e dell'arciprete Sterpi. 1756 — A provare che tutto il Pistornile ; la regione cosi pittoresca dell'alto Casteggio, il luogo cosi adatto a lasciar spaziare e l'animo nel campo dell' infinite), e l'occhio sopra la grande pianura lombarda, era cir- condato dalle medioevali mura comunali, 36 ;62 VII. - NOTE CR0\ T 0L0G1CHE bastera citare 1' investitura della, fossa del Pistornile trovata in un' archivio dal ca- nonico Valle e comunicata al comunc il 14 marzo. ij)j — Dopo una lunga ed intricata scric di atti relativi alia chiesa della Crocetta c meglio all' obbligo del suo ristauro, rifiutato ora dal comune, ora dall'arcipretura, ora dai frati del Romito, cui era stato realmente addossato per vecchia convenzione, venne finalmente compiuto in ogni sua parte ed anzi si prega il Vescovo di Piacenza onde venga o delighi 1' arciprete per la solenne benedizione della restaurata chiesa. Pero solo nel seguente anno si pensa alia eostruzione della casa pel capellano della Crocetta. 1760 — Esiste nella casa di residenza dell'arciprete della Pieve di Casteggio la seguente lapida : DI CASTEGGIO )6] I760 ARCHIP.* ANDREAS STERPI DOMUM HANC PAROCHIALEM EREX1T. AMPLIAV1T. ORNAVIT AC PRED1A MULT1PL1CI PLANTATIONS AD UBERIOREM FRVGEM RHDUGIT Dunque riconoseenza c afTetto alia 111c- moria di un cosi degno ministro di Dio ! 1761 — Nel giorno 30 dicembre prende possesso della pretura di Casteggio, per I'anno veniente, quale podesta del comune e pretorc della squadra feudale, il Dottor in legge Carlo Giacinto Manzini, che ha tosto a fare col Bogino I' infaticabile ministro del re di Sardegoa. 1766 — In quest' anno vien nominato podesta di Casteggio il giureconsulto Don Alessandro Bixio Rizio, comparendo con- temporaneamente alia carica di podesta , quella dei sindaci, essendone investito, ad J64 VII. - NOTE CRONOLOGICIIE esempio, dal 1753 in avanti, il giureconsulto Carlo ManginumW, che ne aveva preso pos- sesso il 1 9 novembre, dovendo credere che cssi successero ai consoli, i quali amministrarono fino a questi giorni, e dai piu lontani tempi, il comune di Casteggio, sotto il govcrno dei podesta, che alia guisa di pretori, di cui tennero anche soventemente il nome, esten- devono la Ioro autorita a tutto il fcudo, in rappresentanza del feudatario, dal quale ve- nivano nominati. 1767 — Vengono costruiti i porticati che sostengono l'amenissimo piazzale del Pistornile; a ricordare questa cittadina opera trovasi collocata nel muro sottostante )a seguente lapide: 1767 C. C. ET C. SS. TR. (1) Forse lo stesso Manzini o Mangini che divenne piu tardi podesti. DI CASTEGGIO )b) E cioe : 1767 COMUNITATIS CLASTlDll ET CONFRATERN1TA SANCT1SSIMAE TR1NITAT1S. 1772 — Vengono in quest'anno selciate Ie vie piu frequentate del castello e ciDe della parte maggiormenle elevata e piu antica di Casteggio. 177S — Si d:\ mano alia costruzione della chiesa di S. Sebastiano assai notevole per I'eleganza degli ornamenti in stucco, di finissimo gusto artistico. 1798 — Pare che, secondo il Giulietti, a finire la serie dei feudatari di Casteggio in quest' anno compaiano quali feudatari una Livia Stampa di Soncino, una Hleonora \'illani, una Tursi maritata a Napoli, tutte sorelle Visconti-D' Oria; e meglio D'Oria, e la cosa potrebbe stare se realmente Bianca $66 VII. - NOTE CRONOLOG1CHE Maria Sforza di Caravaggio e di Casteggio avesse sposato in seconde nozze Filippo D'Oria, come e asserito dal Ratti, perche mo- rendo avrebbe lasciato in eredita il posscsso di Casteggio a suo marito Filippo D'Oria, che in seguito doveva lasciare alio proprie figlie Livia, Eleono'a, e Tursi, le quali se successe al D' Oria nel posscsso del feudo di Ca- steggio sarebbcro le ultime signore sue. In ogni modo eravamo gia arrivati a quell'ora nella quale fu segnato 1' esterminio delle Signorie non solo, bensi anche quello dei Signori. La rivoluzione francese insegni ! 1 800 — Per la battaglia famosa di Ca- steggio, fedele sempre al principio di lasciar parlare chi ne sa piu di me, cedo la parola all'autore, segnato W, del lavoro sopra la Campagnc Jcs Francais en Italie, en 1800, sous le commandemeiit de 'Bon a parte el de Tierlhicr ( r ). Cosi ecco quanto trovasi scritto in quella rclazione : (1) A Leipsic. Chez. J. C. Hinrichs. 1801. DI CASTliGGlO )6j aLesFran?aissortirent de Genes le _> Juin; les Autrichiens sous le commandement du general Hohenzollern, prirent possession de la ville et des torts; et le general Ott, avec environ ijoo homines partit le 6 pour se porter par la Bocchetta sur Voghera. « Le ) le general Murat attaqua la tete-de- pont en avant de Plaisance, defendue par quatre a cinq cents Autrichiens. Les Fran- cais soutinrent pendant sept heures le feu a mitraille des batteries placees sur la rive droite du P6 ; et pendant ce temps ils re- nouvelerent plusieurs fois l'attaque avec des troupes fraiches qui s'avancoient avec line impetuosite qui tenoit de la fureur. Mais malgre cela ils echouerent chaque fois dans leurs tentatives. Le champ de bataille pres la tete-de pont etoit couvert de leurs morts dans toute son etendue; ce qui pent don- ner une idee de leur perte dans cette affaire. La nuit seule mit tin a leurs efforts te- meraires. Cependant le general Mosel qui J 68 VII. - NOTE CRONOLOGICHE commandoit a Plaisance, reconnoissant qu'il etoit impossible de faire unc plus longue resistance, tant a cause de la foiblesse de la garnison que parce que les artilleurs etoient presqiie tons tucs ou blesses, resolut d'abandonner la ttte-de-pont pendant la n;iit, apres avoir fait entre: la garnison dans le chateau et passer l'artillerie sur la rive droite du P6 a la faveur des batteries qu'il avoit sur cette rive ; il lit ensuite rompre les ponts. « Le 6, de grand matin, le general Lanncs engagea une canonnade sur differents points du P6, pour partager l'attention des Autri- chiens qui n'avoient parlout que des piquets; et profitant de quelques bateaux qu' il etoit parvenu a reunir, il passa ce fleuve vis-a-vis de Belgioso, et se porta aussitot en avant pour occuper T importante position de Stra- della, afin de couper par la aux Autrichiens la seulc communication qu'ils eussent encore. « Des le j les Francais, au nombre de DI CASTEGG10 $69 quelques mille hommes, avoient deja passe le P6 sur des trailles ou ponts-volants qu' lis avoient devant Pavie, et avoient ete attaques pres de Busco, au confluent du Tcsin, par le regiment d' infanterie de Reiski, auquel s'etoit joint quelques compagnies d'Ottacha, et une partie du regiment Lobskowitz, dra- gons. Cette foible troupe les ayant repousse, avoit maintenu jusqu'au 6 la communication d'Alexandrie avec Plaisance, mais I'arrivee du corps d'armee francaise a Stradella, met- tant les Autrichiens dans une position critique, ils durent se replier sur Voghera, et se rcunir le 9 au corps du general Ott. « Le 7 les Francais etoient maitres de toute la Lombardie ; ils occupoient Lecco, Brescia, Orcinovi, Cremone et Plaisance; tons les magasins, tons les liopitaux etoient en teur pouvoir; et telle etoit la position critique des Autrichiens qu'ils se trouvoient denues de tout, et encore bien loin d'etre reunis pour s'opposer aux Francais. Le general )/0 VII". - NOTE CRONOLOGICHE Ott n' etoit parti de Genes que le 6 Juin. Le mene jour Elsnitz, dont la division avoit etc fort affoiblie par les combats qu'elle cut a soutenir dans sa retraite du Var, et par les fatigues d'une marche penible a travers les montagnes, n'etoit qu'a Ormea; et le 7, M. de Melas etoit encore a Turin avec les divisions de Kaim et d'Haddick. « Le 8, les divisions Kaim et Haddick aban- donnerent Turin, apres avoir laisse deux mille hommes dans la citadelle, et se mirent en marche sur Asti, oil M. de Melas arriva le mene jour. Ott, qui etoit arrive a Ri- valta-di-Scrivia pres Tortone, quitta son camp le 8 au soir. Le 9, il campa avec les troupes a ses ordres a Casteggio, et poussa ses avant- postes jusqu'a San-Giulietta. L' ordre avoit ete donne par M. de Melas, d'etablir dans cet endroit le point de rassemblement de l'armee autrichienne. Si l'on jette un coup d'oeil sur la Carte, on sentira combien etoit hasardee la position DICASTEGGIO 57 1 du general Olt a Casteggio, aussi pres de la Stradella, ou se rassembloient les princi- pales forces des Francais, ct surtout en considerant que les corps d'Elsnitz, Kaim ct Haddick, auxquels il devoit se reunir, etoient encore a plus de 60 milles en arriere. Berthier est trop habile general pour n'a- voir point profile de la facilite de battre son ennemi dans cette circonstance, qui lui offroit les moyens de battre en detail I'armee au- trichienne, si ses differents corps se pr£sen- toient ainsi isoles. Berthier ordonna done au general Lannes de quitter sa position dc Broni pour attaquer, sans delai, le corps du general Ott, fatigue d'une marche penible; et aux generauxCham- berlhac et Watrin, celui de le seconder avec leurs divisions. Sept divisions francaises, faisant 8; ba- taillons, marchent aussitot contre les Autri- chiens, rencontrcnt leurs avant-postes a San Giulietta, et les poussent jusqii'a Rivetta. j/2 VII. - NOTE CRONOLOGICHE Deux bataillons francais se portent sur la droite pour tourner I'artillerie autrichienne, tandis que quatre autres bataillons s'emparent des hauteurs de Casteggio, afin de tourner ce bourg. Quelques battaillons autrichiens cherchent a deborder ce corps; mais le ge- neral Watrin s'en apercevant, detache aussitos un bataillon de la 2 2e division avec ordre de gagner les hauteurs. Ce bataillon est repousse par les Autrichiens qui gagnent du terrein. Alors la 40c division de ligne, formant 12 bataillons, marche par sa gauche et fait perdre aux Autrichiens I' avantage qu'ils avoient obtenu. Au meme instan la 2 e division arrive; le general Watrin la reunit aussitot aux 22c et 4oe, formant alors 36 bataillons, elles tournent Casteggio et parviennent a en chasser les Autrichiens. Pendant que ce mouvement s'executoit, le general Lannes s'emparoit du bourg par la grande route, et le general Gency continuoit d'ct-e aux prises avec l'aile gauche autri- HI CASTHGGIO )/ ) chienne qui se maintenoit opimatr^ment dans sa position. Le centre ei I'aile droite des Autrichiens, obliges de ceder momentanement, se repor- tent en avant avec un nouveau courage et reprennent Casteggio: plusieurs autres posi- tions importantes sunt tour a tour prises et reprises, et le terrein dispute pied a pied. Les 30 bataillons autrichiens composant toute cette armee, quoiqu' extremement affoiblis par le grand nombre de combars qu' ils avoient eu a soutenir toutre la campagne dans la riviere de Genes, quoiqu 1 harasses d' une longue marche forcee, et attaqucs de tons cotes par 60 bataillons francais, frais et complets , letir opposent neanmoins la plus vigoureuse resistance et s' opiniatrent a se maintenir dans Ieurs positions . . . . Jamais, peut-etre, on ne fit un feu plus vif et plus soutenu : les dilTerents corps se char- g£rent reciproquement a plusieurs reprises; et les Autrichiens, quoiqu" inferieurs en 574 vu - ~ NOTE CRONOLOGICHE nombrc, eurent plusieurs fois des avantages marques sur les Francais. Mais enfin la partic etoit trop inegale pour continucr plus long-temps a se battre: il etoit 8 heures du soir et on se battoit depuis onze heures du matin. Les Autrichiens, prives de tout ct e'oignes de tout secours, ne pouvoient faire une plus longue resistance sans sa- crifier inutilement un grand nombre de braves soldats dont la perte etoit deja trop grande. Ott fit ses dispositions de retraite; et son premier mouvement retrograde en- courage les Francais. Leur reserve, com- posed de 13 bataillons, commandes par le general Victor, recoit I'ordre de se porter sur la droite des Autrichiens, tandis qu' Hcrbin avec 3 compagnies de carabiniers les charge sur la droite. Les 43c' et 96c divisions, formant 24 bataillons, commandes par le general Rivaud , s' ebranlent a leur tour et avancent au pas de charge. La 24c division, forte de 12 bataillons, tourne les DI CASTEGG.O )Jj Autrichiens par leur gauche et fait un grand nombrc de prisonniers; la 96c charge avec impetuosity le centre sur la grande route et parvient a le percer; quelques desordres alors se manifestent dans la ligne des Au- trichiens; elle commence a plier. Les g£- neraux Victor et Lannes, profitant de ce moment, donnent l'ordre a tons les corps de charger a-la-fois. Alors on voit 85 ba- taillons se precipiter dans le mCmc temps sur 30 bataillons autrichiens, accables des fatigues d' une longue marcbe, et d' un long combat. Cedant enfin le champ-de-bataille, ils se retirent sur Vogbera, mais montrant toujours dans leur retraite une contenance si imposante que les Francais ne les pour- suivirent que jusqu' a Montebello. « Les Francais dans Ieurs rapports pre- tendent n' avoir eu dans cette affaire que 60 hommes tnes et 400 blesses, et portent la perte des Autrichiens a 9000 hommes, tues, blesses et prisonniers; ce qui auroit $j6 VII. - NOTE CRONOLOGICHE reduit le corps du general Ott do ij mille hommes a 6000. L'erreur paroit d'autant plus sensible que Bonaparte dans sa Iettre aux consuls annonce ijoo tues, 3000 blesses et 4000 prisonniers, total jooo hommes. Berthier dans son rapport officiel parle de 2000 tues et blesses et de 5000 prisonniers, formant 7000 hommes : et enfin Dupont, chef de Tetat-major, dans le sien, dit 3000 tues et blesses et 6000 prisonniers. Si on son- sidere que pendant neufheures qu'a dure le combat, les Autrichiens, de l'aveu meme des Fracais ont fait la defense la plus opiniatre et le feu le plus vif, qu'ils ont eu plusieurs fois des avantages, on croira aisemenr que la perte a pu ttre egale depart et d'autre.C 1 ' » 18 17 — Si costruisce la chiesa arcipre- sbiterale di S. Pietro apostolo, dopo aver (1) Tu'.ti gli storici chiamano indeferentementc questa bat- taglia col nome di Casteggio o di Montebello essendo intervenuta presso qucsti dua luoghi. Dl CASTHGGIO )J abbattuta quella assai antica e in gotico stile, che aveva attraversato lunghi secoli senza che la mano vandalica dell'uomo avesse ardito toccarla. 1859 — Giorno ricordato con esecrazione e insieme con gioia, nel contrasto di due gravi avvenimenti, da questi abitanti sara perennemente il 20 maggio dell'anno 1859. Prima un'eccidio, poi un.\ vittoria. In quel giorno una inconsapevole ed inotTensiva famiglia di onesti agricoltori, fidente nella lealta di un soldato, che non dovrebbe mai cedere Tonore della sua parola davanti alia truce gioia di una bassa vendetta, usandosi di tradimento, veniva trucidata intieramente, con colpi tirati dietro le spalle dei poveretti per ordine del generate Urban, appena averli confortati con sue parole di pace ! L'n monumento, sulla via Romana fra Casteggio e il borgo di S. Giulctta, a ricor- dare quel turpe e lagrimevole caso, porta una lapide di bronzo colle seguenti parole: 37 57^ VII. - NOTE CRONOLOGICHE QUI NEL GIORNO XX DI MAGGIO NELL' ANNO MDCCCL1X LA FAMIGLIA CIGNOLI PER COMANDO DI URBAN G E N E R A L E AUSTRIACO FU TRUCIDATA RICORD1NO GLI 1TALIANI 1L FATTO ATROCE Inquest'anno, glorioso nei fasti della nostra storia, Castcggio, come Voghera, Broni, Stradella, sente tutta la gravita delTinvasione austriaca c ne prova i tristi effetti (0. E co- stretto brutalmente a dare viveri e ostaggi ai soldatacci che lo invasero e a vedere (1) Furono questc vicissitudini narrate con grandc vcrita cbl Cav, Pietro Giuria, nclla sua interessante Sloria aneddoiica dell' occupa^ione austriaca nella provincia e nei dinlorni di Voghera, alia quale mando il lettore che sente vaghezza di maggiori dettagli. Dl CASTEGGIO jj^) malmenati i suoi pacifici cittadini. Fu teatro alio facili prodezze di uomini armati contro uomini inermi e soffri tacitamente non poche vessazioni. A compensare le agitazioni di quei momenti , lo strazio del cuore per la miserrima fine delta famiglia Cignoli, le tre- pidazioni nell'avvicendarsi degli avvenimenti, avra valso agli abitanti di Casteggio la vista, dalla sommita del loro borgo, della segnalata vittoria cui furono eondotti da prodi con- dottieri i nostri valorosi soldati sui promi- scui tcrritori di Casteggio c di Montebello, pure nello stesso giorno 20 maggio 1859. Cosi il Yack la Bolina (A. V. Yecchi) bre- vcmente racconta quel glorioso fatto : (0 « All'estremita nostra destra fra Casteggio e Voghera una brigata di cavalleria composta dei reggimenti Novara ed Aosta e di due squadroni di Monferrato , in tutto 1500 cavalli comandati dal generale Maurizio (i) /.■• fortune della \ndipenden\a ilalica dal 181J al giorno Torino. Paravia. 1890. j8o VII. - NOTE CRONOLOG1CIIE Gerbaix di Sonnaz, figlio del generale Fttore, coprivano la divisione francese Forey. AlTi i del mattino 15,000 uomini di Stadion li assalirono. Maurizio di Sonnaz porta alia carica i suoi cavalli per dare a Forey il tempo di porsi in linea. L' ostinatezza dei nostri cavalieri e ricompensata (sic) prima con la brigata Ben ret, poi con tutta la divisione Forey che assale i soverchianti austriaci, ajutata ammirevolmente da cio che rimane della nostra valorosa brigata Sonnaz. Dopo sei ore di fazione i 7000 francesi di Forey conquistano Monteb.llo alia baionetta, Sta- dion si ritira lasciando nelle mani nostre molti prigionieri e molti feriti. Le cariche di Montebello eccitano 1' ammirazione dei soldati di Francia e la campagna comincia per noi gloriosissima » (0. (1) Vi morirono dei nostri, santificaii dall'amoro a la patria, il colonnello Tommaso Morelli di Popolo, i tencnti Govone, De Bloaay, Sca3.>i, c tra i gene 03I francesi il generate Beurret, il colonnello Belh'fond;, e i maggiori DucheJ e Lacret:lle. DI CASTEGGIO wSl 1861 — Vien fondato 1' asilo infantile che provvidamente da quell' anno ad oggi raccoglie quegli angioletti, che sono la gioia dei genitori nella tenera eta , e devono cs- serne Tonore nell'eta matura. Close notevoli di Casteggio — Chiudero queste note con una brevissima descrizione topografica del borgo, gettata di volo, come la scrissi oltre yenlicinque anni or sono, e quindi coi suoi difetti, colle sue mancanze, e anche con quelle siesse incertezze di forma e colle medesime trepidanze giovanili nei concetti, che !e conserveranno tutta I'inge- nuita di quel momento, e spero varranno ad ottenerle indulgente il giudizio del mio umanissimo lettore. Aspetto — Venendo dalla parte di Pavia per Casatisma mirasi Casteggio in pittoresca situazioncele fertili e deliziose collinc dal lato di levante e di niczzodi gli danno maggior risalto. Del resto c un luogo di continuo passaggio di forestieri e commerciantissimo, jcS2 VII. - NOTE CRONOLOGICHE essendo esso stazione di posta, di telegrafi e deila Strada Ferrata da Alessandria a Pia- cenza ■'). I! principale commercio di questo luogo e nci grani, nei vini della collina, ncl bestiame ho vino e porcino, nei formaggi lombardi, parmensi e della Lomellina, nei salati del borgo ed anche nei bachi da seta del territorio cireostante. Fiera — Nei 1833 questo comune fu auto- rizzato dal governo a tenere un' annua fiera, che ha principio il ij di settembre; essa riesce sempre popolatissima e dura 3 giorni; in essa, sempre florida c rinomata, vcndesi prin- cipalmente bestiame bovino, caprino e d'altre razze in gran copia, salami ed altri generi di salumeria, formaggi in gran quantita, al (1) Ora s'arresta qui anche la Tramvia che da Voghcra, sempre sul lenibo della via Emilia, adduce a Stradella. Pare prossima la costruzione di altra via a rotaje che allaccercbbe Casteggio colla liaea fjrroviaria proveniente da Genova e Vo- ghcra c volta a Pavia e Milano, nclla stazione di Bressana. Desiderio dei Casteggiani che e un augurio del mio cuore. DI CASTEGGIO J83 cui scopo si costruiscono in Gasteggio vasti magazzeni, degni di rimarco, che vengono sfatti al finire della fiera (*). Vi si smerciano in oltre chincaglierie , panni d'ogni sorta, statuette di gesso da poco prezzo, oggetti in legno ed utensili in rame ed in ferro. Da ultimo deggio notare una particolarita del paese, che vendesi in grandissima copia in Gasteggio e ne' suoi dintorni, cioe i bressade, nome dato dai popolani ad una qualita di pane fatto ad anelli con burro o senza, tenuti assieme da una cordicina che gli passa in mezzo; con pochi ccntesimi se ne comprano varie fila in cui vi potranno cssere circa cinquanta o sessanta saporiti anelli ciascuna. Mercati di Gasteggio — Da tempi anti- (i) Orn, conic tutte lc nitre, anche questa fiera sembra sca- duta d.illa sua riiiomanza e meglio d.illa sua originaria vivezza; in ogni modo ricsce sempre affollata e non peco feconda di affari. 5 8. 1 VII. - NOTE CRONOLOGICHE chissimi in ogni mercoledi della settimana tenevasi in questo commerciante borgo un assai rinomato mercafo, il quale si continua pur tutt'ora nel medesimo giorno della set- timana e riesce sempre un floridissimo e popoloso ritrovo di commercianti ed agri- coltori a cui accorrono centinaie di persone fino da paesi assai lontani di quest:' pro- vincia vogherese. Vcnne esso ricorfermato al comune nel 1532 da Francesco II Sforza c da quell'epoca con poca interruzione, durante il secolo XVII, sempre regolarmente continuato. Divisionc del borgo — Ora venendo a dare la particolareggiata descrizione del borgo e necessario che premetta ch' esso viene diviso in Castello, Borghetto e Borgo (') cioe per Castello s' intende la parte piu aha che sta sulle creste della collina, ed in cui (1) Come meglio chiari ultimamcnte il Giulietti c come ebbi a Lw conosceie io stesso dapprima. DI CASTUGGlO 585 sorgono case e si aprono contrade degne di rimarco; per Borghetto il centro del paese sul pendio fra la collina e la pianura, com- prendendo un pezzo delia contrada maestra e la gran piazza del Mercato e per Borgo tutto il novello abitato che giace ai piedi della collina e che ora va maggiormente ingrandendosi per esservisi portato il centro delPanimato commercio di questa borgata, che quasi si potrebbe chiamare citta, mentre in Germania luoghi vi hanno di popolazione ed importanza molto minore che vantansi di portarne il titolo C 1 ). Chiese-Arcipretura — Avvi in Casteggio (1) Se 1/. 1 aaiar 11:1 la, tra noi, ad esempio in Liguria, abbiamo varie ci.ta abitatc da s_>li 20X) cittadini o poco piu, E in quella voce Casteggio, che gia ncl 1 7e,lie lc deitagliate ed interessanti memorie storiche di ito grazioso tenpietto e della Confi che vi ha gcnialo sede e ciie cbbi I'occnsioae cii citare piu volte nel corpo delle note crotiologiche, si apprende che a sacristia, tut a ornata di eleganti stucciii vennc costruita nel 1 778 ; che 1' organo fu acquistato nel 1727: nel 1777 nel 1783 le ven- gono coacessi alcuni p: • is la reliquia di iano per dono della famiglia Gerardi, della quale la Confraternita ebbe mold priori; nel 1783 viene rcstaurato i- '.int : co antifonario; negli anni 1743,1771 e 1785 in Confraternita ed il Monte di Picta ivi nicchiati Iargheggiano in soccorsi ai powri del borgo durante le curestie che I sinistramente s:gnarono qucgli anni nella cronologia casl ■. E spigolando sempre in quella ricca messc trovo che nel 1761 I: chicsa di S. Sebastiano c visitata dal Vescovo pia- centino Monsignor Cristiani quando venne in Castcggio per la visita pastorale a He chiese di questa pieve; che lino dal 1 38 594 VII. - NOTE CRONOLOGICHE Oratorii. — Vi csistono oltre qucMe due chiese ahche due oratorii di privata spet- tanza. Quello posto sulla maggior piazza o del Mercato appartiene alia nobile famiglia Carena ( l ) di Pavia, ogni domenica vi si ufficia a comodo degli abitanti ed e dedicato a S. Gaetano. L'altro posto nel borgo appar- tiene ai Marchesi Malaspina coll'annesso patazzo, e intitolato a S. Luigi e nulla pos- siede di rimarchevole ( 2 ). Anticamente esisteva in Casteggio presso la gran piazza, un vetusto oratorio dedicato a S. Maria della Neve. Venne distrutto nel 1.8 1 J ed anzi un pregevole quadro che vi v' erano i sepolcri per i confratelli e per le consorelle, rifatti nel 1768 e riadattati nDvcllamcnte nel 1786; nel 1709 vien riparato 1'ahnesso pozzo; nel 1750 vien deliberate dai confratelli la costruzione del campaniic. Fiualmente noterd come la Con- fraternita sia stata largamente dotata nel correre del secolo XVII da varie famiglie di Casteggio con doni e lasciti testamentari. (1) O Piatti ? (2) Venne se non distrutto, ridotto a privata abitazione, colla scomparsa esterna d'ogni traccia della primitiva sua facciata. 1)1 CASTEGGIO j> 95 esisteva rappresentante S. Giuseppe venne trasportato nella chiesa parrocchiale. Ora a rani men tare I'antico Oratorio non avvi che un dipinto sul rauro d' una casa rappre- sentante S. Maria (0. Conventi soppressi. — In Casteggio, non e molto tempo, esistevano ancora un mo- nastero di Francescane detto di S. Chiara e che figura come fondato gia nel 154s, di cui tuttora si scorge I'antica chiesa volta ad uso domestico, al Pistornile; ed un con- vento di Frati Minori Osservanti detto di Santa Maria delle Grazie esistente nella localita del Romito, ricordato in varie carte anche del secolo XI\'. La maggior festa del paese c quella di San Pietro Martire che ricorre nel giorno 29 di aprile. Intervengono alcuna volta ad essa fin piu di due mila (1) Non potrebbe csscre stato qucst'Oratorio quello intitolato Santa Maria dclla Crocctta, del quale tauto si occuparono 1j no:e crono!o«ich ■ ? 596 VII. - NOTE CRONOLOGICHE pcrsone accorrenti anche da paesi e ville assai lungi da Castcggio stesso. Belle piazze vi sono in Casteggio, pro- porzionatamente all' importanza del borgo, ne' vi mancano discreti palazzi e signorili case, di civile, pulito, elegante aspetto, e ragguardevoli contrade che si dipartono per ogni dove, e oggi rammentano colle loro denominnzioni alcuni dei fasti casteggiani. La piazza principale detta del Mercato, che e posta a meta circa del borgo nella sua lunghezza, e ampia, quadrilatera e piuttosto regolare, resa degna di rimarco dalle belle case e dagli altri edifizii che tutt'all'intorno la circondano, fra cui primeggiano il palazzo municipale, la casa Piatti ed un bell'oratorio di gia riferito, chiuso da cancellata. E in questa piazza che si tcngono i noti mercati settima- nali, al quale scopo fu costrutto nel mezzo un quadralo racchiuso da catene sostenute da pilastrelli in pietra, onde tenervi entro comodamente la grande quantita di bestiame DI CASTEGGIO 597 da smerciarsi ; di fianco a questa piazza sta una piccola spianata pel mercato delle pecore e dei majali rigurcitanti pure di vita nci giorni e nelle ore del maggiore smercio. Altro piazzale sta nel sito piu elevato del borgo chiamato Pistornile, d 1 onde si domina un'estesissima pianura, in cui veg- gonsi chiaramente Pavia, Tortona , Milano e molte citta e borgatc della Lomellina e del vogherese e della Lombardia. Piccola piazzetta esiste pure nella parte superiore del borgo, il castello, poco lungi dal suaccennato Pistornile o Pistornino. Discreta piazza e quella che sta avanti la parrocchia; e questa di forma quadrata ed ha discrete case ai lati, fra le quali varie rassettate alia moderna e di geniale apparenza. Da questo luogo sboccano varie contrade che si dirigono per opposte direzioni, tutte discreiamente selciate lino dal 1772, ed adorne ora di case di vago aspetto, in parte raggiungono la campagna, c in parte 59$ VII. - NOTE CRONOLOGICHE convcrgono verso I artene prmcipale del mo- vimento casteggiano, che e la lunga contrada progrediente dai quartieri inferiori e che conduce alia sommita del borgo. Palazzi degni di rimarco. — Nei palazzi notasi l'antico monastero delle Francescane esistente prcsso il Pistornile, ampio caseg- giato con quadrata corte attorniata da porti- catiecorridoi, occupato prima dalle monache, poi volto in abitazione civile appartenente al Dottor de Vecchi e recentemente occupato in parte dagli asili infantili e da altre scuole comunali, che usano dei grandiosi c salubri locali ivi Iussureggianti di luce e d'aria. II palazzo municipale fa bella mostra di se su di un lato della maggior piazza, come di gia sopra riferii; la sua appariscenza e la sua semplice archittettura lo fanno degno di rimarco; in esso stanno tutti gli ufficii del comune, i regi carabinieri e l'ufficio delle ipoteche. II palazzo Rivarolo gia dei Padri Certosini ove esiste una colossale Dl CASTEGGIO J 99 vasca in pietra pel vino con sopravi scolpita la data del 1695; esso prospetta verso lc eolline con discreta facciata che potrebbe essere del principio del secolo Will. 11 vec- chio palazzo Perversi prima degli Avogadro. 11 palazzo delFarcipretura che venne rimo- dernato nel 1760 dall'arciprete Andrea Sterpi, come lo dice l'epigrafe riportata da me nelle note cronologiche e che scolpita sul marmo, appunto per eternare la memoria e la niu- nificenza di lui, ora giace in quest' arcipre- tura quasi dimentica. Altra epigrafe vi esistc, ma dei tempi ro- mani, che descrissi, colla scorta delle parole del Mommsen e del Capsoni, parlando delle antichita di Casteggio. Inoltre sulla gran porta di questo palazzo havvi un antico afTresco pers.ii al miglior.v.nento del cuore, alio sv luppo dclle menti, alia moralita d;gli animi dei giovani casteggiani. (i) Dal Ri'gohimenlo ediU^io del comune di Casteggio e dalle Noii^ie sloriche sulle vie del borgo di Casteggio, dovute al Giulietti, veniamo a conoscere che le piazze e le pia/zctte sono 13 e nominansi; Piazza della Chiesa — Vittorio Ema- nuel? — del Casteilo — Cavour — del Pistornile — Piazzetta della Chiesa — dclle Fosse — della Tone l'.isserina — Carena Dl CASTEGGIO 60' c di migliore apparenza fra tutte quella che dipartendosi dalla strada Reale di Pia- cenza detta anche via Emilia o Romera, divide Casteggio quasi per meta in tutta la sua lunghezza, att.aversa la piazza del Mercato e mette quindi capo alia piazza — del Pozzo Bianco — del Forno — Cassella — del Fossone; e che >S sono le vie e !e cont ade dette del Castello — del- l'Arcipretura — della Cbiesa — Barbieri — dell' Ex Ci- mitero — della Feudata el Monastero — del Pistornile — del Borghetto — Valerio — di Circonvallazione — Garibaldi — Ortalli — Emilia — di Mairano — della Fontana d' An- nibale — Belvedere — del Ponte Roman : — dell'Ospedale — Ulissi — Durante — dei Pellegrini — del Forno — Sforza- Yisconti — dei Longo — Porro. II Cav. Giulictti, in questa nuova pubblieazione, intend.' dare la ragione storica di que te denominazioni, che in parte la traggo.no dal ncir.e di alcunc antiche famiglie locali come ad esempio quelle de Barbieri, Porro, Ortalli ; dalla localita come quelle delb Fosse, del Pozzo Bunco, del Forno, della Chiesa, del Monastero e via via; dagli ultimi avvenimenti quelle di Yittorio Emanuele, Cavour, Garibaldi, Valerio e dagli antichi quelle della Fontana d'Anniba'.e, Ponte Romano, Emilia, Sforza uti, Feudataria ecc. ccc. Mando il lettore a quel lavoro. I. ; copia di notizie, larghezza di dot rina, oppor- tunita di inddgini. 6o6 VII. - NOTE CRONOLOGICHE dell'Arcipretura passando prima da una piaz- zetta; divergendo scorgc anche a] Pistornile da dove comunica colla strada di circon- vallazione e quindi con Pegazzera. Dalla sopra detta piazzetta si sbocca in varie altre contrade, piuttosto belle e con discrete abi- tazioni ai lati e quindi la contrada centrale si puo riconoscere quale il principale canale, il diramatore della vitalita casteggiana dal- l'acropoli ai sobburbii. Questa principale e miglior contrada sopra detta, che quasi a riguardo del borgo puossi dire un corso, venne in buona parte selciata nell'anno 1757 ed eoggifiancheggiata da belle abitazioni adorne di eleganti botteghe aperte ad ogni commercio ed anche ai piii ricercati siccome le oreficerie e le stoffe, nc vi man- cano alberghi, caffe eleganti ed ofTellcrie; riesce quindi il principal centro di tutto il commercio di Casteggio. Inoltre in questo borgo vi esistono due fabbriche per conciare pelli nelle quali lavo DI CASTEGGIO 6oj rano dodici persone, 1 di cui corami per lo piii sono smerciati nello stesso comune, nolle altre parti della provincia di Voghera e talvolta eziandio nella citta di Genova. La principale di queste fabbriche appartiene ai signori Giulietti che vi introdussero nuove macchine e nuovi sistemi a migliorare hi conceria delle pelli, con lodevolissimo desi- derio di progresso. Vi sono anche in Casteggio altre mani- fatture che non meritano pero alcuna speciale menzione. Questo borgo ha pur di notevole 1' illu- minazione nelle oscure notti per mezzo di tin bel numero di fanali ad olio mantenuti a spesa del municipio. Servono di gradevoli passegiate agli abitanti di Casteggio la strada Reale di Piaccnza(')che ( i ) Vale per tutti i luoghi in cui nominai questa strada come regia il dire qui che essa divenne proviuciale nell' occasione in cui quasi tuttc Ic strade congeneri vennero arBd-.ite, per la loro manutenzione, alle provincie. 6o8 VII. - NOTE CRONOLOGICHE per un lungo tratto e fiancheggiata da om- brifere piante, e la strada provinciale di Pavia' ' . Nell'incrociamento delle due strade scorre il rio detto Rile, che e sormontato da un bel ponte in pietra superiormente accennato, inoltre sopra questi due stradali passano di eontinuo giorno e notte, barre e carretti per trasportare vino, bachi da seta , cereali ed altre mercanzie. Nei giorni di mercato sia di Casteggio come d'altro paese sopra questo stradale ed in questi dintorni, il pas- saggio di carrozze private, vetture pubbliche, carri e cosi via e innumerevole 2 ). II cimitero della paroecbia di Casteggio sta in una valle a mezzodi del borgo poco lungi dall'abitato, cioe circa a duecento metri, distanza legale stabilita per I'igiene pubblica. Questo cimitero veccbio e piuttosto di po- (i) E il viale della st.iziouc ferroviaria. (2) Forse ora, coi nuovi e piu rapidi mcz./j di trasporto, accord.iti a queste attive popotazioni, il pass.iggio di quei veicoli sura diminuito. Dl CASTIiGGlO 609 vera apparenza verra rimpiazzato da uno nuovo piu grande e di migliore architettura. Si veggono ancora in Casteggio edifizii vetusti, pochi avanzi di antichissime torri, di forti baluardi, di muraglioni c di altri ricordi della passata potenza di Casteggio, che servi- rono negli andati tempi di valida difesa a questo luogo, che era fortezza o citta dei liguri e di poi dei romani ; servirono a difenderla dalle nemiche insurrczioni; gli valsero grandezza di nome. Per Timportanza propria di Casteggio e per esservi i famosi magazzeni militari c granai tanto utili fu- rono quelle fortificazioni. Alia difesa dei granai romani servirono le antiche forti- cazioni, come alia difesa degli abitanti del borgo di Casteggio, giovarono le mura e le torri medioevali, ma ora disgraziatamente non si veggono di esse che pochi avanzi (0, (1) II Cav. Giulictti ricercando 1' a nbito dA\c anticho forti- ficazioni, scop^rje l'esist;nza Ji varie torri, o!trc qu^lla Pas- 39 6 10 VII. - NOTE CRONOLOG1CHE Ormai pochi sono i testimoni di qucste decantate glorie dell' insigne borgo di Ca- steggio chc fu tanto importante nclla storia antica e altrcttanto in quclla del Medio- serina, che sorgevano lungo le mura, una prcsso la porta di sotto, una vicina a S. Sebastiano, altr.i presso la caa Durante ora Giorgi ed una quarta presso la porta superiore di mezzodi. Crede egli che le mura avessero nell' interno una via detta lerraggio opotnerio, larga quattro metri, fiancheggiata in massima parte da case; trov6 che le mura furono ccdute ai confrontanti tra il 1658 e il 1660, venendo concesse insiemc lc fosse, chc probabilmente erano altrettante rampe. L'antica porta a mezzodi fu atterrata nel 181 2, avevj un'arco che fu distrutto, era raftbrzata da una torre che nel 1660 venne ceduta ad un Busca, e veniva chiusa da una catena, che il barbiere S:arpazza Pietro raccontd al Giulietti d'aver visto, ricordandosi di quando venne tolta. Pare chc le mura cingessero tutto il castcllo, o luogo piii elevato ed antico di Casteggio, la vera acropoli del borgo illustre, perche negli atti medioevali parlandosi, ad esempio, della casa arcipresbiterale e canonicale, appunto nel castcllo si trova sempre scritto in Castro Clasligi videlicet in Claustro, volendosi per ccrto qui, colle parole in Clauslro, indi- cate che i canonici della collegiata di S. Pietro Apostolo di Casteggio vivevano daustralmente e cioe in un chiostro, alia guisa dei monaci, come avveniva, per stare nci nostri conlini, a Voghcra, ove si sa che i canonici della collegiata di San Lorenzo conducevano vita comune durante il Medio-evo. Dl CASTEGGIO 6 I I evo e dell' Evo-moderno, per guerre, per fatti parziali, per assedii, e per sangui* nosi combattimenti avvenuti nei suoi din- torni. Quasi piu nulla rimane di tanta robustezza, scarse anche essendo le carte che ne trattano, mancanti le cronache che ne avrebbero potuto parlare. Ancora presentansi ai nostri sguardi grandi porticati nella parte superiore del paese sulla maggior contrada quasi in t\icc\a alia chiesa di S. Sebastiano, ma sono piuttosto recenti e di nessuna importanza storica. Sostengono essi il gran piazzale del Pi- stornile piu volte nominato e nulla presen- tano di rimarchevole se non una certa imponenza. 1'urono cssi costruiti nel 1767 e ne tien conto la mia povera prosa stampata a pag. 564 di qucsto volume. Invece sono di alto interesse artistico al- cuni pezzi, in terra cotta, appartenenti al cornicione della porta principale delFantica 6l2 VII. - NOTE CRONOLOG1CHE chiesa parrocchiale, che sappiamo esscrc stata costruita in stile gotico, forse nel XIV secolo. Uno di quei pezzi, che rappresenta, fina- mente disegnati, due puttini a tutto rilievo, e forse 1' unico avanzo di cosi pregevole opera d'arte. Fu arhmurato c sotto di csso leggesi appunto : Vekris Ecchsiae Clastidii m'numentum. iSj6. Esso ci da il concetto della grandiosita artistica, della purita di linee , della correttezza architettonica che avra presieduto alia costruzione della chiesa di Casteggio sul principio del secolo XIV, che sara stata una ricostriizione della piu antica ed originaria, sapendo che cssa gia esisteva nel XII secolo. Vane torri c mura scorgonsi chiaramente dalla piazza del Mercato a sinistra, venendo dal basso del paese, verso la fabbrica per la riduzione delle pelli ed a destra per andare sulla strada di circonvallazione del borgo (0. (i) Assai probabilmente esse snranno quelle ricercate d.d Giu- lietti e delh quali tien conto la niia nota alio paginc 609 e 610. DI CASTEGGIO 6 I 3 Si trovano in Casteggio c nei terreni circonvicini, a discreta profondita, varie anti- chita in bronzo ed in terra cotta, fra le prime pochi anni or sono si scoperse la bella Ieonessa in bronzo di cui s' e tenuta parola antecedentemente, che sembra aver servito ai tempi dei romani siccome idolettp e posto torse sopra piedestallo veniva da essi adorata; presen'.emente e conservata dal degno sig. Cav. Giulietti (0 e verra da lui prossimamente illustrata.Si rinvennero anche interessantissime epigrafi ed iscrizioni di somma importanza nella illustrazione di Casteggio e delle quali molti si occuparono come l'Aldini, il Capsoni, il Can. Manfredi c ultimamente il Sanguinetti ed il celebre Mommsen, dal quale frassi le interpretazioni (i, Fu e;so c\\z con r.ir.i cor;c;i.i mi forni mo'.te notizie ed iniportami lumi a degnatneate parlarc dell' illustre sua patria, Casteggio, il romano Clasiidium. 0_ie;ta nota, che trov.ti scritta nel vecchio mio MS, i; un pallido riflesso della ricouosccuza che io devo al Giulietti. 6 14 VII. - NOTE CRONOLOGICHE che lc riguardono e figurano nella Prima appendice all' infeuda^ione di Casteggio del 144 1 e comprende 1' illustrazione mommsiana dcgli Antichi monumenti di Casteggio. Inoltre presso Casteggio alcuni anni fa nella vicinanza della parte dell' abitato che giace appie del colle, lungo la strada Reale di Piacenza, presso il torrente Coppa e Rio Rile facendosi alcuni scavi per erigervi una casa, si rinvennero molti sepolcri, lumi per- petui, tazze antichissime, bottiglie di terra co'.ta, idoletti, vasi pure in terra cotta di color rosiccio, monete ed altre anticaglie ancora, che in gran parte si sono disgrazia- tamente smarrite per biasimevole incuria di chi le scopri e solo in numero limitato vennero conservate, e trovarono in me un'in- degno illustratoreO). (1) Veii ne! prima volume di que; o lavoro la memoria VIII, che tenne corr.o d:ile Scoperle archiologichz falie presso Ciulcggio nelV aprile i8ji. Dl CASTEGGIO 615 Oltre a queste antichita rimane ancora da ricordarsi V antichissima fontana detta d 1 Annibale c di copiosc e purissime acque che vuolsi sia stata da lui cinta di muro come vedesi al presente ( J ). Trovasi essa in un luogo basso, alia distanza di seicento mctri dall'abitato ed al fianco della antichis- sima Romana via di Claudio od Emilia scomparsa e surrogata dalla via Rcalc di Piacenza^ 2 ). (1) Non volendosi per ccrto tener conto dei molti ristauri che ha subito lungo il correre di tanti secoli. (2) II suolo casteggiano e e sara sempre una fontc incsau- ribile di scoperte archeologiche di alto valore. Rccentemente, c cioe nel giorno 20 del maggio di quest'anno, facendosi alcune nuove escavazioni per impostarvi le fondamenta della casa Fu- monte a metri 3,25 di profondita, profondita quasi costante nella posizione delle antichita romane, in confronto del generale rial- zamento del suolo da quell'epoca ad oggi, venne trovato avventu- ratamente un mosaico pavimentare a stcllc formate sul massiccio rosso del] pavimento romano con un dado verde nel loro centro c quattro dadi bianchi all' intorno. S6 che un pezzo di quel prezioso avanzo di nobile costruzione romana fu provvid lmente ritirato dal sig. Cav. Giulictti ed ora e presso di lui visibile. 6\6 VII. - NOTE CRONOLOGICHE Opera grandiosa, per Casteggio non solo ma anche per comuni di importanza assai maggiore e che fu di gran vantaggio, e il deviamento del torrente Coppa, mediante l'escavazione di un lungo e nuovo pezzo di canale su cui fu costrutto un be! ponte in cotto lungo lo stradone Reale. Quest'opera costo al municipio di Ca- steggio piii di 70 mila lire(0. Nel fare l'c- £ a notarsi che questa parte di civile c s'gnorilc caseggiato dell' epoca romana si scoperse, come gli altri avanzi onorari dcila stessa eta. precisamente nelle vicinanze dell'antica via Emiliana, a maggior prova che 1' originana citta colonica di Casteggio fu irmalzata ai piedi del colle, sulla sommita del quale venne eretto il bcrgo o castello Medio-evale scendendo csso, alia sua volta, alia sede priniitiva dell'anrico abitato, ner la stessa ragione che died: luogo aU'antico Clasiidium e cioe il bisogno di trovarsi sull'arterie della vitalita commerciale quale era in quei tempi ed e tuttavia la miglior strada di comunicazionc tra un luogo ed un altro. (1) Cosi mi fu riferito molti anni or sono. Nel 1856 trac- ciandosi la ferrovia da Alessandria a Stradella sorse il pensiero di migliorare la pa "te bassa del borgo. L' ingegnerc Giuseppe Migliora studio un progetto che tenesse in parte conto di quejto DI CASTEGGlO 6 I scavazione si rinvenne I'epigrafe di Publilius Exsoralus digia superiormente descritta ed un ponte in pietra riferito ai romani pel genere della costruzione, essendo formato a grossi pezzi quadrati di pietra, e per vari altri dati che accertano questa asserzione, qmli 1'essere illuminate concetto, prcj I rettifilo del torrente Coppa, clie dirigevasi verso il borgo c il retiiliiieo deli'altro torrentello detto il Rile. Compiutasi questa saggja op;r.', presto s: nc videro i Hcti c progreJenti effeiti nella generale sistemazione appunto della p rte bassa del borgo di Casteggio, nello sviluppo dci novclli, sani, regolari cd ampi quartieri della citta dell',avvenire. itti in non molti anni furono resi posiibili : il colmare tutto il let:o abbandonato dal Coppa; la distruzione del vecchio pome sullo stesso torrente ; i'atterramento del inolino al ponte del Coppa c della casa dei Perversi; e occupando opportu- namentc tutto lo spazio di terrcno guadagnato aprire larga- mcute l'attuale piazza Cavour; compicre il rettilineo della strada che da Voghsra adduce a Stradella ; drizzare un viale alia stazionc; condurre una via all' Alto-Coppa ; utilizzare parte del vecchio le'.to del torrente deviatp per tracciarvi una strada campestre ; accomodarc a guisa di piazza altra localita detta pure dell' Alto-Coppa. Eeco quanto vantaggio venne da un'o- per.i forse osteggiata quando fu ideata. 6l8 VII. - NOTE CRONOLOGICHE stato trovato cosi al basso, fatto giustificato dal mcmorabile rialzamento del terreno da quel- l'epoca a venire ai nostri giorni , cosa che si verified in altre scoperte, e il vederlo costruito alia foggia, ad esempio, del romano ponte di Rimini. Gli abitanti di Casteggio sono mezzana- mente robusti, d' indole piuttosto buona ed aperti di mente, le loro abitudini hanno nulla di rimarchevole, il loro dialetto e una mi- stura del vogherese e del lombardo col quale ebbero molta analogia dicostumi, attendono specialmente alle arti meccaniche, al com- mercio ed alia agricoltura. Si adoperarono in questo comune lino a poco tempo fa pesi e misure come nella citta di Voghera, e si contrattava colle an- tiche lire di Milano 0). (i) Oltrc il municipio, [a congregazionc di carita, la sopra- intendenza c la dclcg;uionc scolastica, 1' arciprctura parrochiale c la confraternita di S. Sebastiano, hanno sedc in Casteggio DI CASTEGGIO 6 I 9 II comune di Casteggio oltreche dalle molte abitazioni che s' agglomerarono di mano in mano da m. hi secoli nel capo- luogo, c costituito anche da piu di cinquanta borgate e cascine, principali tra le quali sc ne contano un paia di dozzine circa e sa- rebbero brevemente : GU Asteni. — Piccolo cascinale in pia- nura, sulla strada comunale che, divergendo dalla strada provinciale detta via Emilia, da 1' uffkio del ricevitore del registro, 1' agenzia delle imposte dirette e del catasto, l.i Comnusaione mandamentale per la revisior.e delle inipone della ricchezza mobile e dei fabbrkati, la R. Prctura , la presidenza del tiro a segno, la direzione dell'Asilo infantile, una biblioteca popolarc circolante, un' ufficio postale di 2 classe, un' ufficic telegrafko, la stazione ferroviaria, la ferraata della tram via, l'a;sociazionc mutua operaia, la stazione dei R. R. Carabinieri, varie agenzie assicuratici, varie farmacie, condott.i medko-tliirurgka, rcsidenza notarile, spacci di generi di R. Privitiva. Ebbe fino al 1859 proprio collegio clettorale politico, concorrendo ora con Voghera, Stradella e Bobbio a mandarc trc Deputati al Parlamento Nazion.ile. Hanno stanza in Casteggio vari notari, ingegneri, medici, 620 VII. - NOTE CRONOLOGICHE Casteggio adduce a Calcababbio. Sorge in mezzo a campi, appartiene in parte alia famiglia De Vecchi o de Veggi e in parte a quella Perduca, che vi possiede una casa, e conta una piccolissima popolazionc. 'Balestrello — Borghetto collocato sulla tortuosa strada che da Casteggio per Co- lombara, Costaiola e Ca de Lana mena a S. Biagio, ad Uperga ed a Calvignano, e a capo di un'altra strada che guida ai Torchi geomctri, pittori , veterinari, avvocati, procurator!, farnucisti. Vi h.;n:io una tipogafu, una libreria, un'oroficj, uu'orologiaio. Tre sono gli alberghi principali, quindici le principal osteric, quattordici i pizzicagnoli c salumieri, s;-i i carle, c tre le bot- tcghe di chincaglier-ie, due i negozian i di cake, tre le drogherie, si contano in Casteggio poi, una cava di arena, dieci calzolai, due capellai, due n?gozianti in cereali, tie pasticcicri c con- fetterie, quattro fabbri, quattro falegnami, un negozio di ferra- menta, una fornace, un lattaio, dieci prestini, un panieraio, tre ramai, quattro salumieri, cinque sarti, due negozianti in s:mi bachi, quattro in tessuti, uno in stoviglie, una tintoria, un negozio di pellami, un negoziante in be;tia:ni, e poi appaltatori e mediatori senza numero, e pci scontisti, mugnai e negozianti in molti altri gcn:ri c questo a debito di statistica. DI CASTEGGIO Gil di Torre del Monte. Sta in collina tra vigne e boschi di castagni e noci a poca distanza di aequo minerali scaturenti presso il Rio Rile. Appartiene insieme ad una casa di campagna alia famiglia Bosmcnsi che vi villeggia. San Tliitgio. — Borgala sorta da antico tempo sopra amena collina, bagnata dai con- fluent! del Rio Rile. Dista circa 1 1 chilo- metri da Voghera, circa 3 da Casteggio. Le case di questa borgata s' allineano su di un' unica contrada e appartengOno a pochi, e in massima parte ai Giulietti e ai Varasi. Questi poi particolarmente vi contano due caseggiati di civile aspetto e di qualche ri- marco, nonche un decoroso oratorio. San Biagio e il suo territorio, coltivato spccialmente a viti, fruttifere di eccellenti uve fattrici di eccellenti vini, e messo in comunicazione con Casteggio e con Calvi- gnano da una strada, che divergendo da quella comunak' per Montebello, dimezza 622 VII. - NOTE CRONOLOGICHE la borgata. Pare abbia anticamente appar- tcnuto ad una famiglia Massa, mentre si sa chc nel 1537 buona parte del suo ter- ritorio spettava alia signora Catterina Cri- stiani ed ora va diviso tra i Giulietti e i Varasi o Verasi di Casteggio. San Biagio fu lungamente capoluogo di un comune omonomo che vantava la sua indipendenza ancora sulla fine del decorso secolo e s'estendeva all'est a lambire il ter- ritorio comunale di Casteggio, del quale era diviso da un confluence del Rio Rile e ad ovest fino presso il torrente Schizzola, comprendendo pare i luoghi di Romito, Ballestrello, e della Scarbina, e che doveva concorrere con Casanova dei Ghiringhelli e con Pegazzera nella manutenzione di un ponte a Riazzolo e di varie strade gia nel 1678. Se S. Biagio, per la pochczza de* 1 fabbricati 1 ' », (1) San Biagio ha una popolazione di 169 abitanti, secondo il censimento del 1881. DI CASTEGGIO 6l} non oftrc che una pittoresca leggiadria, pre- senta pero una bell a scena coi suoi dintorni. Ihffahra. — Cascina poco lungi dal Rio Rile, in tcrritorio che produce legname da fuoco e d'opera, std sulla strada che da Casteggio tende al borgo di Montalto, ed appartiene alia famiglia Giulictti di Casteggio. 'Bottirolo. — Piccolo casale sulla strada di Mairano, a poca lontananza dalla Grotta di Camera o Camerate, che descrivero par- lando di Pegazzera, cui meglio spetta. 'Butfplate, — Sul confine del comune di Casteggio, sulla strada provinciale, a levante del capoluogo, da cui dista circa due chi- lometri, dicesi anche Bussolate, sta alio falde delle colline che signoreggiano Casteggio, fra mezzo a campi c prati , presso il con- fluente del Fosso Nuovo. Possiede qucsto luoghetto un bell'oratorio dedicato a Santa Teresa e a San Carlo, da lungo tempo ufficiato domenicalmente, ed appartenente, assieme a civil casa, alia nobile famiglia pavese dei Lodesani. 624 VII. - NOTB CRONOLOGICHE Cctnegate. — Cascina collocata sopra amena c vitifera collina presso un confluente del Rio Rile, sopra una via mulattiera che da Casteggio adduce a San Biagio. Appartiene alia casteggiana famiglia Venco. Caretla. — Sulla strada carreggiabile per Verreto, in pianura coltivata a prati e vigne, poco lungi dal torrente Coppa, distinto da una casa signorile. Casona. — Piccola cascina tra i confluenti del Rio Rile; alle falde del monte Cesarino; gia di spettanza della famiglia Ciocca di Ca- steggio ora dei Gavina , presso poco note sorgenti di acque minerali-solforose. Cohmbara. — Casein 1 sulla strada mulat- tiera che da Casteggio tortuosamente adduce a Borgo-Priolo, presso il Rio Rile scor- rente al piede della collina che e sede di questo luogo, anticamente di spettanza dei Vitali ed ora dei Beccaria. Coppa. — Piccolissimo caseggiato sorto su di una via da pedoni, a sinistra, in vici- DI CASTEGGIO 62 nanza del torrente Coppa, dal qual scmbra abbia preso il nome e dal quale e spesso malmenato. Qui presso si segna il confine del territorio di Casteggio a dividerlo da quello di Yerreto, fra piani campi. Crotesi. — Oltre quanto dissi nell a pa- gina 393 di questo volume, aggiungero solo che esso sorge su di una di quelle colline che dominano il borgo di Casteggio, s'abbellisce di un oratorio, che chiama alia sua festa, nel giorno di Sant'Anna, cui e dedicato , moltissima gente dei dintorni, e di una bella casa dei Martinazzi, s'allieta di ridente po- sizione e di abbondanza di viti ; si gloria di qualche antichita. Infatti ceduto nel 1223 dai canonici della cattedrale di Pavia a Lantelmo Beccaria, sebbene in parte da loro nel 1272 concesso, forse in affitto, all'arci- prete di Casteggio Pietro Clerico, pure per certo lungamente rimasc nella famiglia Beccaria, di cui un ramo sembra s'intitolo da Crotesi e del quale, quali discendenti 40 626 VII. - NOTE CRONOLOGICHE per certo, Ludovico e Giovanni, come ve- demmo, nel 1627 pacificamente lo posse- devano. Frecciarossa o Fracciarossa. — Luogo sorto sull'antica strada che, rifatta da pochi anni, da Casteggio per Pegazzera e Calvignano adduce a Montalto, presso un confluente del Rio Rile, sul versante della collina prospet- tante Mairano, e quindi in opposta posizione. Apparteneva Frecciarossa andatamente col circostante e dipendente territorio , ricco di viti, alietato da ridenti panorami, all' il- lustre famiglia Botta-Adorno di Pavia, e quindi ai Marchesi Cusani-Visconti di Milano, essendo passato, per compera, insiemc al territorio, ultimamente alia famiglia Valsecchi. Oggi poi va Frecciarossa specialmente distinta per una villa, costruita solo nel 1888, la quale deve al proprietario, il noto e be- nemcrito commendatore ingegnerc Pasquale Valsecchi Senatore.del Regno, non solo il gentile pensiero della sua creazione, ma la DI CASTEGGIO 627 nobilc arte della sua esecuzione, perche tanto I'eleganza del disegno esterno, come le co- modita interne, so no dovuteal di lui ingegno, lungamente provato nelle ferrovie italiane. Spicca questa decdrosa villa in mezzo a vigneti, e presto verra messa in comunica- zione, per mezzo di un viale, con una pineta, unica in questi luoghi, creata a poco distanza, e che ora ombreggia fittamente un buon tratto di terreno, ed e una vera oasi in questi dintorni. LVoratorio, in stile arieggiante il gotico venne fatto innalzare dal Senatore Yalsecchi, oltre che a vantaggio della sua famiglia, anche per comodo dei vicini abitanti. Gerardina. — Cascinale costrutto presso le acque infide del torrente Coppa, spesso facili ai danni di essa e dei terreni circostanti che, perfettamente pbni, sono divisi in ben coltivati campi, in buoni prati, c lambiti dalla strada che da Castcggio, passando presso la Gerardina, costeggiando per tutto 628 VII. - NOTE CRONOLOGICHE il suo corso il torrente Coppa, arriva al Po. Tcrreni e case appartcngono alia famiglia Nascimbene dopo csscre spettati anticamente ai Valle e poi ai Massa di S. Biagio. Mairano — Borgata che ebbe gia, nelle memorie sulla infeudazione del 144 r , un fuggevole ricordo, e merita qui un cenno palicolare, e forse la piu importante dcl- l'esteso territorio comunalc di Casteggio, e forse anche la meglio situata. £ Mairano luogo di qualche conto per ragione storica, per numero di popolo ( J ), per regolarita di caseggiati, per decorazione di ville, per lie- tezza di contorni, per serenita di vita, giace sopra amenissima collina, che naturalmente ne rende aggradevole il soggiorno e buono il clima, e sulla strada carrozzabile che stac- candosi dalla via Emilia o strada Romera , la strada provinciale da Voghera a Piacenza, (1) Che ncl 1881 era composto da 574 abitanti, da 382 nel 1846. DI CASTEGGIO 629 conduce a Calvignano passando per Bottirolo luoghetto pure compreso nel comune di Casteggio. E Mairano centro di varie stra- dicciole, come ad esempio quella che viene da Casteggio attraversando una pittoresca valetta, quella tortuosa che parte dal Rio Rile nelle vicinanze della cascina denominata Rile dal nomc del torrentello, l'altra stra- dicella che dalla villa Moglie in varie giri- volte qui adduce; e quella pur tortuosa che togliesi dalla via che unisce la nostra Rivetta Gandolfi col la Cascina Gessi del comune Ji Oliva. Tutti questi viottoli fra mezzo a vallicelle, a vigne, a boschetti sono tante occasioni a passeggiate, a corse qua e la, a placido e sano svago. Volendo dire, fosse solo una parola, del regolare e pulito agglomerato di case che chiamasi Mairano e con esile variazione fu scmprc chiamato fino da remota epoca Mac- ranum, Mairanum, debbo tosto constatare che vi ritroviamo la chiesa parrochiale, che 63O VII. - NOTE CRONOLOGICHE sappiamo gia intitolarsi all' Invocazione di N. D. Assunta in Cielo; esserc nota fino dal 1 180, quando Papa Urbano III la dono alle pavcsi monache di S. Maria; e solo tardi avere i propri libri battesimati e cioe dal 1618, e i propri parroci insigniti ancora piu tardi del titolo di preposti e cioe nel 1790. Aggiungero che il primo preposto pare sia stato D. Andrea Sterpi primieramente arci- prete a Casteggio e forse qui vcnuto per desiderio di tranquility. La chiesa e di modesta apparenza nclla sua fronte, e di qualche decorosita nell' interno, tutto rab- berciato nel 1857; ha due altari e varie tele ad olio non spregevoli afTatto, e si onora di conservarci le spoglie e insieme la ricordanza di tre galantuomini , rammentati dalle se- guenti iscrizioni scolpite sopra marmi am- murati in queste sacre pareti. A ricordare u n Conte , probabilmente amante di vita campestre e villereccia, coco cosa dice il piu antico marmo : DI CASTEGGIO 63 I D. O. M. HIC JACET D. IOSEPH PAG ANUS EX COMITIBUS DE CAMISANI OBIIT DIE 21 NOVEMBRIS ANNO 1748 ETATIS SVE 84 FIDELIUM PIETATI SE COMENDAT (1). Altra pietra mortuaria rammenta cosi un Dapino : (1) Di arnica famiglia lombarda era questo vecchio e buon gcntiluomo, che ai fasti rovinosi della citta pare preferisse l'oncsta c fortiricante tranquillita dei catnpi. 632 VII. - NOTE CRONOLOGICHE IN PACE HEIC CUBANTI IOH. UBALDO. VINCENTI. F. DAPINO QJJEM A, DIVINO. CRUCIANTIAE. MORBO DIES FATALIS AERI BEATI COMPOTEM FECIT IDIB. SEPT. AN. MDCCCXXIV AET LXIV. P. N. UXOR ET LIBERI GRATI. ANIMI. CAUSSA. MEMORIOLAM. DEDICABUNT. II nomc del preposto che saggiamcnte resse questa chiesa parrochiale fino alia sua morte, avvenuta nel 185 1, quello cioe di D. Andrea Simonetta, e pur qui ricordato da un'altra lapide. Sorge la chiesa dell' Assunta sulla prin- cipale contrada dclla borgata di Mairano, ha presso la casa parrochiale, e innanzi un piccolo piazzale ombreggiato da alberi al- lineati. DI CASTEGGIO 633 La via o contrada che s' adorna del sacro tcmpio, s'apre nel centra del villaggio, e ampia e regolare , e pulita e fiancheggiata da leggiadre case; e il punto, nella sua lunghezza, cui convergono le poche, brevi, irregolari contraduzze, che nel su e giu del terreno circostante, tutto ben disposto ad ortaglie, stentano il passo alia meta. II suolo che circonda questa ridente bor- gata, oltre la cerchia degli orti, c coltivato specialmente a campi, che danno buon fru- mento, e a vigne, che producono eccellenti uve, e s'arricchisce di gelsi, di castagni e di noci, largamente produttori. E da notarsi in modo speciale che in questi terreni trovasi molto gesso accopiato ad altri prodotti mi- nerali, mostrando d'essere il prolungamento e meglio il percorso di quella zona gessosa che taglia lungitudinalmente e le valli, e i monticcioli dallo Scuropasso alia Staffora, nonche da essi scaturiscono varie acque solforose minerali, fra il cimitero di questa 634 VII. - NOTE CRONOLOGICHE parrochia, aperto ai povcri dcfunti a Icvantc e a breve distanza dell'abitato, e la strada provinciate superiormente indicata, ma di poca rinomanza, di scarsa utilita terapeutica. Come notai in Mairano , cosi in Bor- ghetto, una parte di questa stessa frazionc comunale, sorgono decenti abitazioni , es- sendo entrambi queste belle porzioni dclla medesima borgatina, decorate da case di vago aspetto. Pero principalmente il luogo chiamato propriamente Mairano va distinto in modo rimarchevole da varic villeggiature, che per desiderio di raggruppamento qui d'ogni cosa riguardante questa terra, rinomino assieme a quelle che sorgono qua e la, accennando cosi che appartengono ai Marozzi , ai Fa- biani o Faviani, e alle famiglie Foppa, Bazini, Rizzardi ora Polli, Bevilacqua. Diro solo di volo come la villa Marozzi s'ombreggi in un giardino all' inglese, la Bazzini sia di non lontana costruzione, quella Fabiani abbia Dl CASTEGGIO 6] sentita da poco tempo (') la mano del rc- stauratore , la Bevilacqua , alia Colombara, goda di lieta posizione , di estesa veduta , e la bella casa di campagna dei Foppa vanti anche una buona serra. Cosi, ottimo lettore, potrete facilmente con- vincervi che anche questi colli, fin qui poco noti, valgono la tatica, del resto ormai dalle nuove strade carrozzabili ridotta assai lievc, di una escursione, anche di un viaggetto, rubando senza pcnlimento qualche giorno ai laghi lombardi, alle vallate piemontesi, ai monti svizzeri, ai romantici villaggi' tiro- lesi, alia grande natura del Cadore, ai ghiacci delle Alpi. Mairano, ebbe veleita di indipendenza, ha la sua storia. Non e nominato nelle carte a quanto parmi, prima del 118;, allorquando (i) Go scrissi venticinque anni fa e questo valga pel resto, avendo solo le poche notizie, avute pi u tardi, datami oppor- tunity di non dimenticare tutto il nuovo. 636 VII. - NOTE CRONOLOGICHE assicme alia sua antica chicsa passo in pos- sesso del Monastero di S. Maria fuori dcllc mura di Pavia. II Capsoni nelle sue schede di storia pavese, ricorda l'atto di donazione del Papa Urbano III come dat Veronae V nonas Martiiind. IV an. 118) Urbani Papae III an. primo. Senonche il Bossi dichiara questa bolla o apocrifa o data nelTanno 1186, in cui correva appunto 1' indizione IV e rite- nuto eziandio che ncl marzo del 1 1 85 vi- veva ancora il Papa Lucio III, che realmente mori a Verona in quell'anno, succedendou, 1 . immediatamente Uberto Crivelli di xMilano che assume appunto il nomc di Urbano III. Robolini riporta questa bolla, nella quale vengono confermati al sunominato mona- stero, ad istanza di quelia abadessa Odelinda, i diritti di patronata sulle chiese di San Martino fuori delle porte di Pavia, S. Mar- tino nel luogo di Montalto, e il luogo di Mairano e la chiesa di S. Maria ivi esistente e cioe Mairanum cum omni jure, DI CASTEGGlp 637 et Ecclesiam Sanctae Mariae positam ibidem. Nel 1 301 Mairano pare appartenesse tut- tavia alle monache di S. Maria di Pavia, che compajono vincitrici in una causa, sorta a proposito di un' incendio scoppiato in questo luogo, e mossa loro dai comuni c dagli uomini di Casteggio, di Montesereno, di Calvignano e di Mairano .... comunia ct homines hcorum Mairano, Clastigii et Mon- tissereni cum Calvignano ct cives abitantes in ipsis loci's. Cio leggesi in una scntenza dci Consoli di Giustizia di Pavia del 2; agosto appunto deH'anno 1301. Nel 1 5 3/ il territorio di Mairano appar- teneva nella massima parte alia famiglia Ba- rizonzio di Casteggio, ora spetta a quella Marozzi di Pavia. Questo luogo che (cce parte fino dal X\ r secolo del feudo di Casteggio, fu lungamente compreso nella signoria degli^forza-Visconti quali Conti di Casteggio, era governato a nome del feudatario dal podesta che egli 6^8 VII. - NOTE CRONOLOGICHE bienalmente nominava e metteva in Ca- steggio, ncl comparto dei comuni della pro- vincia di Voghera figura assieme a Pegazzcra e a Rivetta come compreso nel comune di Casteggio, ebbe fino dalla meta del secolo XVII la volonta di rendersi indipendente, tento di togliersi dal comune di Casteggio, e con questo suo onesto capoluogo lotto lungamente, e contro di esso s' adopero presso il Senato di Milano. Pare che i suoi armeggiamenti ottenessero esito fortunato, perche nel citato MS. con- tenente molte memorie casteggiane tratte dalle carte dell'archivio comunale di Ca- steggio, sotto l'anno 1686 e il giorno 2 marzo trovasi scritto, come ho riferito nelle note cronologiche, che, il comune di Mai- rano aveva eletto il proprio Canevaro o amministratore, o cassiere o cancelliere nella persona di Antonio Carnevali, e cioe .... Electio Canevairi Comunis Mairani anni 1686 she Anionium a CamcvalHs. Vale alio stesso DI CASTEGGIO 639 intendimento il fatto che e direttamente mandato a Mairano il 19 ottobre del 1689 I'ordine di scegliere un soldato per la mi- lizia ducale, essendo questa una prova chc esso contava per proprio conto ncl novcro dclle terrc lombarde. Naturalmente Casleggio da buon padre desiderando vedersi intorno i proprii figli, in una sola lamiglia, osteggia la ribellione di Mairano, e troviamo una lettera del ; marzo 1691, scritta da Carl'Antonio Marino, non so a chi, chc tocca della pretesa sepa- razione di Mairano da Casteggio, e natu- ralmente la stigmatizza adducendo ragioni contraric, chc non conosco, pcrche solo accennate nel citato MS. Casteggio frattanto si rivolge il 26 gennaio 1693 ai Consoli di Mairano e di Pcgazzcra pel concorso loro nelle pr.ghc ai soldati dall'aprile 1692 fino a nuovo online, e tranquillamente Mai- rano clegge il proprio camerario, pcrcui ncl MS. trovo scritto: 169). i~j feb, Ekctio 64O VII. - NOTE CRONOLOGICHE Camm. per Comu. Mairani, e cosi nel giorno 1 febbraio del 1696, sotto la cui data nel MS. leggesi: T)eputatio Camerari facta per Comunitalc Mairani: Tetro Albanino. Con- temporaneamente Mairano aveva nominate) ad esattore comunale un Grassi e piu tardi e eioe nel 1697 elegge a proprio came- rario Bernardo de Carnevalibus , certamente della nobile ed antica famiglia fiorente in Tortona. Seguendo la stessa via trovo che il 26 novembre del 1698 si riunisce il Con- vocato di Mairano; che il Senatore milanese Don Agostino Arese spicca il 28 gennaio 1699 un mandato speciale pel Comune di Mairano; che nel 1700 trovansi contempo- raneamente e separatamente approvati i conti degli esattori di Casteggio e di Mairano ; cosi proseguendo durante il secolo XVIII, si vedono regolarmente riunirsi il Convocato del Comune di Mairano per trattare dei proprii affari; si succedono le elezioni degli speciali camerari ed esattori; sono approvati i par- ticolari conti. DI CASTEGGIO 641 Qualche piccolo screzio naturalmente do- veva sorgere tra i duo luoghi fratelli, e cosi il 7 settembre 1709 i Consoli del comune di Mairano si rivo'gono a] Conic feudatario con un manor idle ncl quale assicurano di esscrc troppo aggravati dai Consoli del co- mune di Castcggio neH'occasione del transito di truppe, e pare sia intervenuto a tale ri- guardo una sentenza colla quale si ingiun- geva ai reggitori della capitale dello staterello casteggiano di usar giustizia c cioe equa misura nella distribuzione dei pesi, senza di che sarebbero corsi nel pericolo di veder compensate le somme col mezzo del loro privato borsellino. Vi furono in seguito alcune cause per sostencrc da una parte 1c ragioni dell' unione c dall'altra quelle del distacco, restando se- parata ramministrazione di Mairano, c com- parendo parte del comune di Castcggio dal 177; in poi. In ogni modo Mairano fece sempre parte 41 642 VII. - NOTE CRONOLOGICHE del fcudo di Casteggio, c i podcsta che qui erano mandati dai feudatari estendevano la loro giurisdizione civile c criminale anche sopra il luogo ed il territorio di Mairano. Per finire questo sunto storico, che toc- cando di un luoghetto, assai simpatico nel suo pittoresco insieme, ma di minuscole proporzioni, non puo presentare fatti, ed av- venimenti atti a trasportare 1' animo a forti emozioni, e non puo che convergergli la dolcezza di un sentimento, che apprezzi anche le piu umili pianticelle, perche esse pure nella loro picciolezza fanno parte del bosco, in cui piace riposare, sanamente respirare, diro cosi per ultimo che Mairano e popolato, secondo le ultime notizie statistiche, da circa 600 abitanti, che spero non sdegneranno di perdonarmi 1'ardire d'essere intervenuto a raccontare le vicissitudini della loro patria antica. Mondonico. — Piccolissima cascina chia- mata anche Mondodone, e pixi comunemente DI CASTEGGIO 643 Mirandola, collocata sulla strada comunale di Montalto, presso alia piu importante borgata di Pegazzera , vede con profitto coltivato nel suo tefritorio la vitc, e manda alia pianura i suoi eccellenti vini. Pega^era o Ptgagera — E Pegazzera una ridente borgata, sorta ai confini del comune di Casteggio col mandamento di Montalto. A poco piu di due chilometri dal suo ca- poluogo, sulla strada comunale che da Ca- steggio mena a Montalto passando per Calvignano. Anche i 1 suo territorio e quasi intieramente occupato da fiorentissime vigne, con grande produzi:me di vini, che tanto bianchi, quanto rossi, scendono facilmente, quali rivi di allegrezza, a Yoghera, a Pavia, in Lomellina, in Lombardia, con profitto degli agricoltori e maggior rinomanza del territorio casteggiano. Appartiene Pegazzera quasi intieramente a quell' insigne monumento di patrio amore che e il collegio Borromeo di Pavia, il quale 644 VII. - NOTE CRONOLOGLC1IE vi possiede un ampio c appariscente palazzo con decorosi porticati e spaziosi sotterranei, con un pozzo profondo oltre 100 braccia, c un giardino che s' ammanta ai lati. L/almo collegio, oltrc il vasto palazzo, che credo oggi serva a scopo amministrativo dei circostanti possessi, possiede in Pegaz- zera un bel oratorio, dedicato a S. Carlo, la gloria non solo della famiglia Borromeo, ma della patria, non so se meglio per asce- tiche virtu, oppure per larghezza di nobili istituzioni fra noi a lui dovute. Poco lungi dalla borgata di Pegazzera apresi la grotta di Camara, Camera, o Ca- merate, della quale molti naturalisti diffu- samente parlarono. Approfondasi essa tra la densa stratiticazione gessifera di una di queste amene e liete e lussureggianti colline, non lasciandosi penetrare dalTuomo che per poco piu di 200 metri, arrestando cosi, troppo presto, il passo tanto al va- nitoso che vi entra per gloria di facili im- DI CASTIIGGIO 645 prese, quanto alio scienziato che vi penetra con animo di giovare agli studi geologici. Traggo da alcuni cenni di storia naturale riguardante I'Agro vogherese la seguente descrizione di questo strano luogo, non si sa se cosi foggiato dalla natura o dal- l'uomo .... « Lo spazioso suo sotterraneo chiama a se qualunque mcno schivo a con- templarne la bellezza. E formata (la grotta) entro il scno gcssoso di una collina, secondo il \'olta, cd c ora praticabile solamente pel tratto di 2;o passi. Le pareti e la volta della grotta sono intessuti da lucido mastice composto di frammenti regolari di selcnitc, legati strettamente fra loro da cemento di marga, e prcscntano eleganti mosaici alia contemplazionc di chi entra provveduto di un Iume. L' insolita luce brilla maggiormente per T ingemmamento dei cristalli selenosi. Un ruscelletto proveniente da lontana sca- turigine solca nel mezzo la gallcria. » <' Nulla di vulcanico incontrasi vicino a 646 VII. - NOTH CRONDLOGICHE questa grotta, e non e psrcio creduta vul- canico distacco, e si giudica essere effetto di un' antico scavamento di gesso operato ai tempi romatii. » Diro qui che anzi in massima il terrcno del comune di Casteggio e generalmente formato da argille sabbiose, da molasse car- boniose, da arenarie, e da conglomerati fos- siliferi, per quanto vedesi nella Carta gcologica delta provincia di Pavia rikvata negli anni 1876-J9 dal Trof. Torqmto Taramelli. Godo di qui riferire come il Prof. Tara- melli, il Dottor dell'Acqua, il Dottor Maestri, il Comm. Vidafi ritengono che i materiali che servirono alia costruzione dei piu antichi ed onorandi monumenti religiosi dell' illustre citta di Pavia, quali S. Michele, S. Pietro in Cielo d'Oro, S. .Maria del Popolo, San Salvatore, S. Maria di Betlem in Borgo Ticino, nonche il vetustissimo S. Pietro in StafTora, da lunga mano distrutto, ed il Sant'illario recentemente manomesso in parte, DI CASTEGGIO 647 entrambi sorti presso Voghera, siano stati cavati dai colli del territorio di Casteggio, e principalmente il materiale di fabbrica del- T insigne basilica di S. Michele di Pavia, secondo quanto particolafmente asserisce 1' eruditissimo Vidari, sia stato estratto da cue aperte nelle vicinanzc di Casteggio. Pegazzera c il suo territorio ebbero essi pure velleita di indipendenza e vantarono una certa quale autonomia amministrativa, dopo aver appartenuto fino dal XV secolo al feudo di Casteggio. Infatti nel 1705 sono approvati : i Conti del comune di Pega^era e di Michele tie' Ti^avini, esattore; nel 1724, secondo il solito MS, fi- gura la convoca^ione del comune di Pegaigcra come avvenuta nel giorno 3 luglio, e cosi figura riunito il convocato del comune di Pe- gcu&cra nel 1727 e cosi di seguito, anche per la nomina di un proprio Canevario, che vediamo eletto dagli uomini di Pegaz- zera, per 1' amministrazione del proprio 648 VII. - NOTE CRONOLOGICHE luogo, fino d.il 16S8, nel quale anno vicn scielto un Jeronimum Lanccrolum. Senonche nel noto riparto dei comuni della provincia di Voghera, del 177;, Pe- gazzera figura compresa nel comune di Casteggio, con futura pace de' suoi abitanti, perche anche in altro riparto del 1789 si vedc conservata nella stessa giurisdizione municipale, dalla quale non ebbe che a trarre quei vantaggi che vengono da una saggia amministrazionc. In ogni modo esso fu sempre governato dai podesta che i feudatari mandarono in Casteggio (0. Praiello. — Cascina di modeste propor- zioni, collocata fra mezzo a vitifere colline, presso il confluente del Rio Rile, con poca occasionc di speciale rimarco. Rile. — Cascinale di piccola entita, presso il Rio detto il Rile dal quale per certo prese (1) Cio perch J Pegazzera appartenne per secoli a! fouJo di Casteggio e coVi agli Sforza Yisconti. Dl CASTEGG10 649 la propria denominazione , ma dal quale e poco rispcrt.ua, quando egli rigonfia e tra- bocca, a dann€ della sorella nell' antichita del nome, e mDdestamente solo un semplice sentiero, aperto fra i vigneti, la nietle in comunicazione con Mairano c cogli altri villaggi circonvicini. Appartiene alia famiglia Gatti di Casteggio. Rivetta-Gandolji. — E Rivetta una borgata divisa in due separati corpi di caseggiati, che distinguonsi con le intitolazioni di Rivetta di Mairano e di Rivetta di Corvino, rispet- tivamente a secondo della maggiore vicinanza a questi due luoghi. Dista circa 10 chilometri a levante da Voghera e circa un chilometro o poco piii da Casteggio. Sorge presso una strada che staccandosi dalla grande via pro vincialc adduce a Corvino, a Montalto. Scorre a ponente di Rivetta, lambendone i ca. .eggiati, il Riale poi Fosso Nuovo, torren- tello che si scarica nel fiume Po presso il territorio comunale di Verrua e divide le case 6)0 VII. - NOTE CRONOLOGICHE di questo villaggio, che, in entrambi le bor- gate, in buona parte furono decentemente rimodernate e stanno presso il Rio Riazzolo. II suolo dei dintorni immediati di Rivetta- Gandolfi s'estendc per meta in pianura e per meta sopra le fertili e ridenti colline, che mostransi tanto fitte di popolo; c col- tivato specialmente a campi, a vigne, a prati, framezzati regolarmente da alineati gelsi, a caso da pochi e vecchi noci, con abbondante ed eletta produzione di cereali, di fieni e di uve, con larghezza di assicurato pasto a quelle bestiole le quali, colle proprie viscere, per derisione di fatto, danno ricchezza mag- giore a chi le uccide che a chi ne cura la nascita, la vita, andando a portare il lusso e lo sfarzo fra mezzo ad una societa, dalla quale spesso sono prese a schifo. Par- ticolareggiando nella descrizione dei luoghi abitati, diro brevemente come in realta quella tra le due borgate che specialmente distin- guesi col nome di Rivetta di Mairano abbia 1)1 CASTLJGGlO 6)1 ben poet cosa degna dPessere singolarmente rima cala, limitandomi a far notare che essa e composta di una contrada principale, di mediocre aspetto, e di un'altra contrada, piccola ed irregolare, e conta una casa civile appartenente al signor Riccardi di Casteggio. L'altra borgata, propriamente denominata Rivetta di Corvino al di la del torrente Riale, e piu vicina al Riazzolo, s'abbella di non poche case di civile apparenza t 1 ). In poca lontananza da questi agglomefati di case, presso la strada provinciale diretta da Voghera a Piacenza presentasi airocchio del visitatore di questo tratto di territorio casteggiano un minuscolo laghetto, e meglio stagno, che si disecca periodicamente lungo la stagione estiva. Fra le notizie storiche che riguardano la Rivetta spicca solo che fino dalla meta circa (r) Credo che quesu parte di Rivetta appartenga al limitrofo co nunc di Corvino. 6)2 VII. - NOTE CRONOLOGICHF. del secolo XV apparteneva al fjudo di Ca- steggio, essendo stata infeudata ncl 1466 insieme a questo borgo ; che nella seconda meta del secolo XVII tento distaccarsi dal comunedi Casteggio per aggregarsi a quello di Rpbecco c nell' archivio municipale di Casteggio trovasi conservato a tale riguardo un memoriale del signor Pietro Gandolfi scritto il 4 giugno 1672, che appunto chiede la separazione della Rivetta di Mairano per essere piuttosto unita a Robccco. Cio nulla meno figuro essa sempre come parte inte- grate del feudo casteggiano, e cosi possesso dei Marchesi Sforza-Visconti quali Conti di Casteggio e pur sempre retto dai Podesta che questi signori e conti eleggevano e spe- divano in Casteggio, quali governatori civili e criminali del loro oltre-padano statcrello, cosi tanto nel riparto provinciale del 1775 come in quello del 1789 figura compreso nel comune di Casteggio, ccrtamente con maggiore benefizio de' suoi abitanti, con maggiore sicurezza de' suoi interessi. DI CASTEGGIO 653 Romito. — Luogo in collina, sulla strada mulattiera (0 che da Casteggio guida a San Biagio, fra due confluenti del Rio Rile. Ri- marchevole c il Romito per un antico con- vento di frati .Minori Osservanti, intitolato a S. Maria delle Grazie, del quale scorgonsi tuttora il vecchio ed ampio casamento e la chiesa monacale. Pare che questo vetustissimo convento sia stato fondato da unfrateFrancescano, Stefano Gerardi, discendente da una delle pin antiche e ricche famiglie di Casteggio. Infatii Papa Ur- bano VII, con bolla del 21 settembre 1386, concede l'erezione del Monastero delle Grazie nel luogo del Romito perche un tale Alberto di San Biagio aveva donato alcuni fondi al nominato padre Stefano Gerardi,* in causa della fondazione di questo romito asilo di pace. Poco dopo, certamente in vista della (1) Ora, dopo i lavori strad.ili condotti in queste p.irti al miglior compimento, forsc sara ridotta cairozzab>le. 6)4 VII. - NOTE cronolog;che poverta dalla quale apparivano afflitti i saggi uomini che si raccoglievano al Romito di Tronconero ( l \ Giacomo di Codeca di Pavia (i) San Francesco, nome simpatico, mente elettissima di uomo politico, socialc c morale, mentre chiamava al suo seguito degli uomini, come quelli del Romito, che associava nel nome santo della fede, dclla speranza e d.-lla carita, elevava a precetto di pace 1' eroismo di queste virtu. Voile cieca la fede, indefinita la speranza, immensa la carita. Mistico, saggio, grande pensa- mento di animo divinamente inspirato dal bene dei fratelli in Cristo. Qucsto santo verbo, della religione di cuore elettissimo, nella purezza di tin sentimento reso anche piu snbiime dal sacro scopo, fn miraggio che supernamentte doveva sedurre gli uomini, che il tempo e le contingenzc della vita facevano credenti e pii, e cosi la forza del venerato nome di San Fran- cesco si afFerind solennc nella mhnifestazione di quelle evan- ge'iche virtu, tramando insieme gloriosa la di lui ricordanza, lungo il beaeficio della sua saggia influenza, finche mutati i tempi, modificata la natura dell' uomo, travolto il sentimento religioso, precipitato il senso morale, non piu il casto escmpio dclla grandezza di un animo giusto, come qu.'llo di S. Francesco, vale a riscaldare i petti con gencrosit.i di volere, con desiderio di bene oper.r.c, ma or.mai solo il codice penale vale a frenare la volonta di pessimamente agire,proteggendo stentatamente il galantuomo, che sc non e piu inspirato ad opere elevate , e pur desi so di \ita tranquilla, onesta, incontaminata. DI CASTEGGIO 6)) con un testamento rogato da un notaio illustre, Biagio dei Conti di Mede, legava alia chiesa di S. Maria delle Grazie o degli Angeli tanto die bastasse a vestire died dei frati ivi raccolti. In seguito il convento del Romito fu strenuamente protetto dai reg- gitori del comune di Casteggio, nella meta del secolo XV11I era tuttavia occupato dai monaci, e forse non fini la Iunga religiosa esistenza sc non alia fine del secolo passato o al principio del corrente, quando simili istituzioni caddero col cadere di tutto quanto puzzava di Medio-evo. Oggi il vastissimo caseggiato, che fu il convento delle Grazie, appartiene ai Rivarolo di Genova, ed insieme all'antica chiesa di S. Maria degli Angeli, venne volto a do- mestico uso ; passando il rcsto dei ca- seggiati che costituiscono il villaggio del Romito, ai Ciocca, ai Venco, ai Bosmensi, che mi pare siano gli attuali proprietari, se non di tutto, di parte almeno - del sacro luogo. 6j6 VII. - NOTE CRONOLOGICHE Rocca. — Assai piccolo cascinale formato da un solo caseggiato, che si pompeggia nell'arroganza di un' alto nome, forse non senza una ragione storica. Scarbiua. — E la Scarbina un grosso ca- sale diviso in tre distinti corpi di caseggiati, uno detto Scarbina semplicemente, altro la Scarbina di Fra, e altro ancora la Scarbina di Massa, fra essi poco disgiunti, in buona posizione, essendo collocata la borgatella detta soltanto Scarbina nella parte piu ele- vata, sulla sommita di una collina, e godendo cosi di estesissima vista sopra stupendo panorama Giacciono questi luoghi fra mezzo ad amenissime colhne, come generalmente, coltivate a viti, e poco discoste dal Rio detto Riassolo di Casteggio. Appartenne la Scarbina sempre al comunc di Casteggio hno dal XV secolo e quindi spetto sempre agli Sforza-Visconti di Caravaggio quali signorie Conti di Casteggio. Troncouero. — Luogo assai antico, ridotto 1)1 CASTEGGIO 6jJ oggi a semplice cascinale. Vien nominato in documenti del XIV secolo, appartenne fino dal secolo XV al feudo e poi al co- mune di Casteggio, e vide sorgere nel suo antico territorio il convento di frati Minori Osservanti che, dalla tranquillita del luogo, prese il nomc di Romito. Dcbbo alia sempre inesauribile cortesia dell'egregio e caro amico Cav. Dottor Carlo Giulietti, che con tanta compiacenza dell' a- ninio mio ho cosi soventcmente incontrato sulla prediletta via degli studi patrii, il poter dire una parola intorno ad un argomento di altissima importanza che irradia luce antica sul nomc di Tronconcro. Egli mi comunico copia esatta di un pozzo a laterizio, fatta da lui disegnarc, e che col disegno del pittoresco e vecchio luogo ci porge l'occa- sione di osservare un pezzo di pietra, che e la base attuale del pozzo di Tronconero, ed e un monolito, che misura nella sua lunghezza un metro e mezzo, nella larghezza, 42 6jS VII. - NOTE CRONOLOG1CI1H o profondita per chi lo guarda, centimetri 7;, con una altezza di 26 centimetri e mostrando uno zoccolo alto ij centimetri. Sul ba- samento chiaramente si scorgono scolpiti un coltello ed una mazza, di foggia singo- lare, che fui assicurato ha una grande ras- somiglianza colla forma di simili attrezzi usati nelle cerimonie pagane, nci sacrifizi degli idolatri, che figurano sopra un" ara bresciana. 11 Giulietti ammette che questo pre- zioso pezzo archeologico sia un'ara romana, ed io non intendo dissentire da lui, per quanto i nuovi studi sul culto di Mitra, allorquando la contrafazione dei novelli riti cristiani si mesceva alle forme pagane, ha messo non pochi archeologhi nell'incertezza sul valore di alcuni segni scolpiti sopra ve- tustissimi monumenti. E certo che questa pietra, come monu- mento archeologico, appartiene ad assai lontana eta, e calcarea, o granitica conglo- merica non so , c forse piu probabilmente DI CASTEGGIO 6j)9 granitica, deve essere tenuta in conto, dal disegno degli oggetti ivi scolpiti, come forse opera religiosa dell'epoca pagana al principio dell' Era volgare. Sono noti i sacrifici cruenti di quell'epoca, come deve presumersi che questa romana ara sia stata apprestata al sacrificio anche di grossi animali, e cio dal vedervisi scolpita la mazza, che generalmente usavasi per abbattere, ad esempio , i buoi , per certo bastando aduccidere lc pecore semplicemcnte il coltello. Fu uso comune di innalzare tra boschi e in luoghi appartati, gli altari che scrvivono per le offerte ai numi dell' idolatria; ne man- cano anche tra noi simili esempi , dovuti forse al momento in cui la religione cristiana, abbracciata con fervore dalle popolazioni bisognose di un nuovo ed elevato verbo, protetta dai poteriti, s'allargava rapidamente a beneficio di quelle anime cadute nell' im- mondezzaio della depravazione romana, che 660 VII. - NOTE CRONOLOG1CHE tentava redimersi financo coi sacrifici umani. In queste parti, cosi vivc tuttora di forti ricordanzc latine , certamente ai fasti delle guerre doveva appaiarsi il mistieismo del paganesimo, e cosi il suolo casteggiano non solo s' arrosso col sangue valente e glorioso di prodi, ma pur anche con quello invo- lontario di vittime, che l'oscurita delle menti sacrificava a quelle iruci delta, per rendersele benigne. Volpc. — Volpe, e meglio Prato di Volpe, e un cascinale sorto presso il Rio Rile, sopra una piccola eminenza, alle cuifalde passa la strada comunale di Calvignano, e in mezzo al sorriso di amene colline, alia ricchezza di fecondi vigneti, all' ombra di annosi castani. Conta una casa civile che, assieme al restante possesso, appartiene al collegio Borromeo di Pavia. Per finire diro che il borgo di Casteggio e capoluogo di un mandamento che com- prende, oltre quello di Casteggio, i comuni DI CASTEGGIO 66 I di Codevilla, Corvino, Montebello, Torrazza- Coste, Torre del Monte; confirm a tramon- tana col territorio mandamentale di Casatisma, a levante con quello di S. Giuletta, a mez- zodi con quello di Montalto, a ponente col mandamento di Voghera; s'estende per due terzi in collina e per una terza sua parte in pianura, ed e tutto coltivato pressapoco nella stessa maniera con cui e coltivato il comune di Casteggio. Viene solcato da parecchie acque correnti, delle quali le principali chiamansi Coppa, Riale, Rile, Schizzola, Fosso di Gambara, Roggia Molinera, Fosso Nuovo, Riazzolo, Bocco, Luria, Brignolo, Strasana, Rignolo, Fosagazzo, Morto, Roggietta, Fosso di Man- capane, Ghiaja e Ghiaja di Borgorato. Riassumero come nel mandamento di Casteggio si contino varie sorgenti di acque minerali e specialmente solfuree nel comune di Codevilla; come vi si rinvenga, della calce solfata, fetida o gesso, del calcare 662 VII. - NOTE CRONOLOGLCHE marnosoconchiglifcro, delle conchiglie fossili , dei fossili di vario genere, dell'arenaria con- chiglifera incassata fra uno strato di marna argillosa detta comunemente tufo, c prcsso la storica borgata di .Montedondone abbiasi un'estesa roccia conchiglifera ; come il suolo di qucsto mandamento sia attraversato in tutti i sensi da una miriade di stradicciole e da senticri serpeggianti sui colli, dirtezati tra i regolari campi delta pianura, c da non poche strade carrozzabili, tra le quali notansi l'antichissima strada Romana, poi Regia, oggi provincialc da Tortona c Voghera a Piacenza c Parma e giu di la, quella, pure oggi provinciate condotta da Casteggio a Pavia, attravcrsando il Po su di un pontc in chiatte, e quindi le strade comunali di Codevilla e Torrazza-Coste; per Codevitla a Retorbido e a Montedondone; per Mon- tebello a Borgo Priolo; da Casteggio a Staghiglione ; per Pegazzera, Calvignano c Montalto; e poi notero la strada che per D[ CVSTEGGIO 663 Mairano giunge a Calvignano, quella che d.\ Montebello adduce a Verretto, l'altra che da Montebello va a Calcababbio e via via. Ovunque gioje e pene, tranquility e mo- vimento, ingegno ed ignoranza, ricchezz.i e poverta, virtu e vizi, non pero la miseria e le scelleraggini che oscurano il nome di altre terre, ma temperanza, onesta, costu- matezza in genere, e quasi un generale be- nessere. Vi sono piuttosto frazionate le proprieta e quindi su molti divisi i pesi c i vantaggi in proporzionata misura. Diro anche come oltre 20 persone sono qui destinate al nobilissimo servizio della pubblica assistenza igienica, come circa altre 20 persone si dedicano al pure elevato ma- gistero della pubblica istruzione, come sia in questo mandamento vivo 1'interessamento all'amministrazione degli affari comunali, nu- meroso il concorso ai comizi clettorali sia amministrativi che politic!, fortemente es- sendo sentito il valore dell' opera che ciascuno 664 VII. - NOTE CRONOLOGICIIH puo portare nella formazione dell' edificio sociale, chc colle istituzioni costituzionali ormai ha per unico fondamento 1' ele/ione popolare. Saggio pensamento di uomini chc dal 1848 sono abituati a prendere viva parte al movimento nazionale, a vederne ora i tristi ora i lieti effetti, sempre pronti ai forti sacrifici imposti da una politica, non sempre saggia, assai spesso oscilantc nclle incertezze, sempre troppo gravosa e cio pel predominio degl' interessi politici sopra quelli ammi- nistrativi. Mel chiudere questi cenni, che condussero il mio ottimo lettore a vedere da vicino anche i piu modesti luoghi, chc lo guidaroao per viottoli, tra i campi o vigneti, alia riva di un rusccllo, entro un sacro tempio, sulla sommita di un colle, di fronte ad ono- randi monumenti, in fondo ad una valle ; che lo portarono nel pieno Medio-evo, che gli ricordano avvenimenti, or lieti or tristi, e che sto per abbandonare, per ora, mi sia Dl CASTEGGIO 66 ) concesso di salutarlo con un' augurio, che valga a lui e .1 me. Non siasi egli, cioe, fatto eccessivamente annoiato dalle mic pa- role e non abbia a maledirle ( :) . (1) Avendo visto ingrossnrsi cccessivamente la mole di qucsto volume, ho dovuto, con dis.i.icere, inesorabilmente ma: dare ad .iltro volume le norizio storichs dclla Picve dl ( acleggio, che non solo avevo promesse, ma gia erano predisposte, c la pubblicazione di alcuni documeuti inediti che illustrano la storia di Casteggio, c sono gia da me copiati ed annotati. ' ; 1- H VIII. SERIE DEI FEUDATARI DI CASTEGCIO TERZA APPENDICE ALL - INF EU D AZ ION E DEL 1441. ^^^^«^^*3& ( y&«2& 1 44 1 — Con t ti£ Cesare Martinengo di Gherardo.Perinvestitura del 9 febbraio 1441. Ho gia flitto conoscerc il di lui valore come capitano di Filippo Maria Visconti, quindi non mi resta che mandare il lettore a quanto scrissi di lui nella prima parte di queste memorie, da pag. 379 a pag. 381, ove, sulla fedc del Sansovino, stanno indicati nella giusta misura i mcriti del Conte Carlo Mar- tinengo primo feudatario e signore di Ca- steggio. 670 VIII. - SERlE DEI FEUDATARI II. 1450 — Si'ORZA-ViscoNTi.Perconccssionc del Duca Francesco Sforza, come viene asserito da Carlo Gerolamo Cavazio della Somaglia a pag. 20 della sua Nuova descrittione dillo Stato di Milano, ove tratta di Schiate^o del principato di Pavia. III. 1466 — Sforza-Visconti .... Con invc- stitura del 15 settembre 1466 indicata dal Benaglio (Elenchus etc.), mentre invecc sotto la stessa data figura un' investitura del feudo di Casteggio a favore di Angelo Simonetta, pubblicata prima negli Annali di sialistica e DI CASTEGGIO 671 ripubblicata in italiano ed annotata dal Ca- valiere Carlo Giulietti (0. IV. 147; — Carlo Sforza figlio naturale del Duca Galcazzo Maria, per donazione o conferma, con investitura del 19 gennaio 1475 comparisce signore e padrone del feudo (1) Per quanto riguarda quest' incertczza credo suiTicicntc cio che scrissi nelle precedenti memorie dove tratto delle infeu- dazioni di Casteggio, ponendo per6 qui il dubbio, per debito di coscienza, die realm en te potessc csserc vera 1' investitura del 1466 a favore di Angelo Simonctta, quando si avessc a credere die il feudo di Casteggio sia passato in Carlo Sforza c poi Delia linea deg'i Sforza di Caravaggio per mez/.o della moglie di questi, Bianca, tigl'a appunte di Angelo Simonctta ! Qjiesta circostanza, sebbuic tralasciata da tutti gli storici, sfuggita al!j tv.ie stcsse osscrv.izioni, po rebbe essere di grande ire ncl sostegno dell' investitura del 1466 come data ad Angelo Simonctta, e potrebbc csserc quella sufficiente a stabilire il passaggio del feudo dal Martinengo a qualcbe Visconti, da qucsto A'::ca:U' al Simonc-tca, dal Simonctta a sua figlia Bianca, 6/2 VIII. - SERIH DEI FEUDATARI di Castcggio. II Litta nulla dice di Iui se non che deve essere morto in eta assai giovanile. Eppero sappiamo che era signore di vari feudi in Lombardia trai quali di quello di Casteggio, e che prese in moglie Bianca Simonetta figliuola di Angelo, segretario del Duca Francesco Sforza, dal quale matrimonio ebbe due femmine, Angela maritata ad Ercolc d' Este figliuolo di Sigismondo autore della da questa a Carlo Sforza, c poi a sua figlia Ippolita Sforza - Bentivoglio e quindi a Violante Bcntivoglio-Sforza e cosi a Gio: Paolo autore degli Sforza-Visconti di Caravaggio c di Casteggio. E poi notevole un'atto riguardante Casteggio nel quale com- pare appunto il Simonetta, pero quale segretario e consigliere ducale, e cioe una conve.zione d.^1 1452 che trovasi registrata cosi: « 1452, 8, 14 ja'iuarii — Conventiones int:r Mag. D. An- gelum Simonettam ducalem secretarium et consiliarium ad norae dcllo Ulustrissimo Principe et signor nostro Francesco Sforza Duca di Milano et Conte di Pavi.i etc. da una parte et spect. D D. Petrum de Beccaria, Stephanus de Fazzardis, etc. » Colgo quest'occasione per pregare il lettore a voler leggere per 1466 la data dell' infeudazione Simonetta, anche quaiulo per errore v.nnj stampata diversamente in queste memorie. Dl CASTHGGIO 6/j linea Estense dei Marchesi di S. Martino, ed Ippolita moglie di Alcssandro Bentivoglio, che divenne signora di Castcggio e chc con sua figlia Violante sposatasi con Gio. Paolo Sforza, mise il ramo Sforzesco di Caravaggio ncl posscsso del la Contca di Castcggio, come mostrero ncl scguito di questa scrie crono- logica dei signori castcggiani. Galeazzo Maria Sforza Duca di Milano provvede al figlio suo Carlo col capitolo VIII del suo tcstamcnto fatto in Milano il 3 novembre 1471 colic seguenti parole « Or- dinamo ct volcmo chc alii nostri figliuoli naturali e non legittimi, cioe Carlo ct Alc- xandro siano dati de provisione ogni anno sin alia somma de ducati quattro millia d' oro ct in oro per ciascuno computato quello, chc conseguira Carlo dalla mogliera etc, etc. ,: > » (i) Questo Carlo Sl'orza sarcblie il legame di ccngiunzionc, iieili seric dei feudatari di Casteggio, dai Visconti agli Sfor/i- \*iscon'-i con una regolarissirna concateuazioae. 43 674 VIII. - SER1E DEI FEUDATARI V. iji; — Ippolita Seorza, figlia del Conte Carlo c di Bianca Simonetta diviene signora c Contessa di Casteggio per eredita e su- cessione del padre e forse anche della madre. Era Ippolita pronipote di Ludovico il Moro il fosco Duca di Milano. La sua dote fu costituita da molte terre del milanese, tra esse quella di Casteggio, delle quali Ludovico XII s'era impadronito, ma che restitui e che a lei furono confermate nel i j 1 5 dal Duca Massimiliano, figurando poi specialmente che questi con un'atto del 10 febbraio del detto anno le confermava il feudo di Casteggio. Fu questa illustre signora e Contessa del nostro Casteggio dama di altissimo spirito e di grande coltura. Ebbc fama tra le piu rinomate rimatrici del suo DI CASTEGGIO 67 tempo e tra le donne piu celebrate per dot- trina, sebbene incuria fatale non ci abbia lasciato colic stain pe ale una testimonianza di eosi nobile sapere. La sua easa era I' accademia dei dotti. La letteratura, non pero il buon costume, (Litta) le sara debitrice dellc novelle del Yescovo domenicano il Bandello. Infatti gli scrittori asseverano che il celebre Bandello era tanto innamorato di Ippolita da accen- dersi in lui cosi la fantasia, da dimenticarsi d'esser frate c scrivere quelle novelle che andarono ramose tanto per la loro bellezza quanto per la loro oscenita. II di lei marito Alessandro Bentivoglio dei signori di Bologna, nato nel 1474, uomo eccellentissimo per religione e per civile umanita, fu uno dei piu illustri condottieri del silo tempo. Nel [483 creato cavaliere da Alfonso Duca di Calabria. Nel 1 4 64 e spe- dito a Ludovico il Moro; nel 1490 assunto agli stipend] dei fiorentini; nel ijoi nominato 6y6 VIII. - SERIE DEI FEUDATARI confaloniere di giustizia della repubblica fiorentina; nel i;o6 viene a Milano col padre cacciato dalla patria. Nel i;n rientra in Bologna. Nel i j 1 3 e per poco uno dei principali condottieri Sforzeschi alia battaglia di Novara. Nel 1522 e fatto Sena- tore dal Duca Francesco II e ottiene la rinno- vazionc delle investiture di Covo, di Antignate e del porto di Pizzighettone, e vedeva ricon- fermata alia moglie il possesso del feudo di Casteggio fino dal 15 1 5. Passato in mezzo alle molte vicissitudini che agitarono il no- stro paese in quegli anni nell' avvicendarsi della fortuna ora in tavore di Francesco I di Francia ora di Carlo V, riebbe onori e gloria nell' occasione della restituzione del Ducato agli Sforza, il che avvenne col trat- tato di Bologna del 23 dicembre 1529, e fini la vita nel 1532, poco dopo aver pro- curato a Casteggio il vantaggio del mercato. Alessandro aveva sposato Ippolita nel 1492 — Anno domini 1492 — Dominus Alexander DI CASTEGG10 6jJ Tertius 'Domini Joannis t Bmtivoli filius des- ponsavit Mediolani Hippolylam Caroli Sjortiae jiliam. VI. .... — Violante Bentivoglio figlia di Alessandro c di Ippolita Sforza, assieme al marito Giovanni Paolo Sforza Marchese di Caravaggio. Fu essa che rorto nclla fa- miglia Sforza di Caravaggio la Contea di Casteggio, che proveniva in ogni modo dalla famiglia Sforzesca, e precisamente dal Conle Carlo di lei avo materno. Fu Violante dama assai rinomata per coltura di spirito, e che venne introdotta da Ludovico Domenichi tra le interlocutrici, come la prima fra tutte, ne' suoi dialoghi sopra la nobilta delle donne, pubblicati nel 1549, e opera, secondo quanto dice Tautore, composta nella casa siessa di Violante coi discorsi dei principali dotti che 6/S VIII. - SERIE DEI FEUDATARI la frcquentavano. Cosi il Domcnichi rese immortale il nomc di qucsta alta sighora di Castcggio. Lodo Violante anche il Ban- dello dedicandole una delle sue novelle che e la 45 del Tomo I. Rimasta vedova assai giovane e con un figlio in tenera eta, attesc all'educazione di questi ed all'amministrazione del suo ricco patrimonio con tale maturita di consiglio, con tanta prudenza e saviezza che, secondo il Ratti ('), fu riputata lo specchio delle dame milanesi e fu in gran parte la causa del lustro maggiore che ando acquistando la famiglia Sforza di Caravaggio e di Ca- steggio. Suo marito Gio. Paolo Sforza, figlio di Ludovico il Moro e di Lucrezia Crivelli, (i) Delia famiglia Sforza, parte I, Roma. Salomoni. In mas- sima parte lc notizie relative ai signori di Castcggio del ramo dcgli Sforza di Caravaggio, furono ricavate dalle opere del Litta, del Ratti, c del Morcri, restringendole a corredo di questa memoria, e a pre '.-a di quanto vi e asserito. DI CASTEGGIO 679 senza per6 che fossero uniti in matrimonio. Fu uomo di molto talento e degno delta pubblica stima, anche per la sua prontezza nelle armi. Involto egli pure nella disgrazia di suo padre, allorche fu ccidotto pri— gione in Francia, men6 in principio una vita oscura, pare presso i congiunti. Come condottiere si distinse particolarmente nella difesa di Novara avvenuta nel 15 13 contro i francesi. Cosi nella guerra del 1528, che il fratello dovette sostenere contro le oppres- sion! degli imperiali egli si segnalo nella difesa di Lodi contro Antonio de Leyva e contro il Duca di Brunswick sceso in Loni- bardia con un corpo di tedeschi per fare un nuovo tentativo contro i francesi, dei quali la maggfor parte aveva seguito Lau- trec nella spedizione di Napoli. Fatta la pace di Bologna, fu ai 16 settembre 1532 premiato da suo fratello Francesco II col Marchesato di Caravaggio che dal Campi vien descritto cosi: Caravaggio nobilissimo 68o VI'.I. - SERIE DEI FEUDATARI castello cinto di muro, Misano, Vtdalengo, Ca- misano, Cassirate, Ar^ago. Nello stesso anno, il 1 8 ottobrc, V Imperatore Carlo V gli con- cede il titolo tfillustre. Nel 1534 Gio. Paolo Sforza fu capo dell' ambasciata spedita ad incontrare Cristierna di Danimarca che veniva sposa di suo fratello Francesco II, da quasi quattro anni Duca di Milano. Egli vestito di broccato d'oro tutlo ricamato sopra d'un bellissimo e superbo cavallo del medesimo broccato coperto ando ad incontrarla alquanto fuori delle porti di Milano, solennemente, con gran pompa. Morto in Milan j il 1 novcmbre 153 5 il Duca di Milano, suo fratello Francesco II, egli aveva il diritto di succedergli nel Ducato, non opponendosi al difetto di nascita l'in- vestitura che Massimiliano Imperatore nel 1494 aveva accordato a Ludovico il Moro suo padre; ma incamminatosi verso Napoli per ottenere da Carlo V ragione a' suoi diritti, mori il 13 dicembrc 1535 di 38 anni sugli Appennini di Toscana o forse in Fi- DI CASTEGGIO 68 1 renze, si erode di veleno propinatogli dal de Leyva, che con questo mezzo tolse I'lm- peratore da ogni imbarazzo, restando un sol figliuolo in tenera eta, incapace di lot- tare eontro tanta potenza c di succedere in una signoria eosi vasta, e per di piu tahto contrastata, quale era a quel tempo il Ducato di Milano. Lo stesso Ratti asserisce cUc Gio. Paolo Sforza possedette ancora altre tare (oltre Cara- vaggio) nella diocesi di Piacen^a fra k quali ChiasteggioM, e cio per certo disse in causa del possess o venuto nella di lui moglie da Carlo Sforza e dalla madre di lei Ippolita, moglie del Bentivoglio. (i) Infatti Casteggio ecclesiastic.-mente appartcneva in qucl- l'cpoca alia diocesi piaccntina, come appartenne per lungo tempo ancora. 682 VIII - SERtE DEI FEUD.VTART VII. .... — Muzio I, figlio di Gio. Paolo Sforza e di Violante Bentivoglio di Ales- sandro e di Ippolita Sforza. Succede nella Contea di Casteggio a sua madre, cui per- vennc da Ippolita Sforza-Bentivoglio come figlia di Carlo Sforza. Come vedemmo Muzio, lasciato dal padre in tenera eta, non pote salire sul trono degli avi, e invece fu ridotto alio stato di pri- vato gentiluomo. Nel 1546, il giorno 19 giugno sposa in Roma col mezzo di un procuratore, che fu il nobile milancse Severo Antiquario, e alia presenza del Cardinale Guidascanio, Faustina Sforza figlia di Bosio II Conte di Santa Fiora, che le storie dicono bella, onesta ed assennata. Nel 1548 Muzio e messo alia testa di 60 patrizii milanesi ed e destinato ad accogliere Dl CASTEGGIO 68' con si illustre comitiva V infante Don Fi- lippo nel suo ingresso in Milano, onore che ci fa sicuri della grange riputazione di cui godeva. Tanto egli quanto sua moglie Faustina furono celebrati dal Domenichi nei suoi dialoghi Sulla nobilta delle donne. Muzio, comandando un reggimento di volontari al servizio di Carlo V, si amma!6 all'assedio di Metz, c trasportato in Strasburgo vi mori il 22 novembre i;;2. Cosi miseramente finiva in giovane eta, c vittima del proprio doverc, il primo Conte di Casteggio, c dico primo Conte volendo credere che suo padre Gio. Paolo abbia tenuto il possesso del feudo di Casteggio, come marito di Violante, che l'eredito da sua madre Ippolita, ma molto probabilmente senza portarne il titolo (0. (i) Molt; delle notizic sul ramo Sforzesco, signore di Cara- vaggio, di Casteggio e di akri Iuoglii nel milanese, il Ratti. nell'opera intitolata Della famiglia Sfor^a, dice d'averle tratte 684 VIII. - SERIE DEI PEUDATARI VIII. 1522 — Marchese Francesco Sforza figlio di Muzio I, e di Faustina di Bosio Sforza. Francesco, diviene signore c Contc di Castcggio alia morte del padre; fu chiamato dal Crescensi, cavagliero Je primi di Lom- bardia. Nel 1566 secondo il Litta e nel 1 567 secondo il Ratti contrasse matrimonio con Costanza figlia di quel Marc' Antonio Co- lonna che celebro il suo nome nel la vittoria di Lepanto. Pare che il matrimonio sia stato combinato dal Cardinale Alessandro Sforza zio e procuratore dello sposo, che in allora era solo sedicenne, come dodicenne la sposa, che reco in dote trenta mila scudi. dall'Imhof. Io lc raccobi qui, tcncndo conto nou solo di quanto asserisce il Ratti, ma anche di quanto scrissero il Litta ed altri genealogist!', e di quanto trovai nolle note manbscritte sulla DI CASTEGGIO 685 Sebbene i! Marchese e Conte Francesco Sforza Visconti morisse in eta giovanile, pure ebbe numerosa prole, oltre il Muzio, che, come secondo del suo nome, gli suc- cesse nel Marchesato di Caravaggio e nella Contea di Casteggio. IX. .... — Costanza Sforza-Colonna, ri- masta vedova, ebbe la cura dei feudi; fu csempio nobilisssimo di castigatezza, e di purita di vita, acquistando fama di piissima dama. Fu molto lodata dal Morigia e da Giovanni Talentone, che nel dedicarle un suo discorso la chiamo la piii illustre dama che oggi viva. II Morigia dice poi di lei che governa va con gran pruden^ c savie^a c molhi soddisfa^ione de' suoi sudditi. Almeno in quest'epoca le cose di Casteggio, affidate a mani cosi gentili, saranno progredite a 686 VIII. - SERIE DEI FEUDATARI vantaggio dei casteggiani, c nel governo mite di donna saggia, avranno essi rifran- catc le loro forze, avranno aperto 1' ammo- loro alia speranza di licto avvenire. X. .... — Muzio II SroRZA-ViscoNTi, fi- glio del Marchese Francesco e della xMar- chesa Costanza Colonna. Pare sia nato circa nel 1577 e forse prima. Fu consigliere intimo di Filippo II che lo tenne assai cam. Amico delle lettere, seb- benc non ce ne abbia lasciato i frutti colla stampa, onorata memoria ci lascio di lui TAccademia che egli fondo in Milano nel 1594, che fiori assai durante la sua vita col nome di Accademia degli Inquieti secondo il Ratti e degli InvogUali secondo il Litta, che vide ascritti gli uomini i piu dotti di quel tempo, cd ebbe proprie costituzioni c DI CASTEGGIO 6$/ il motto ]abor omnibus unus, ma che langui dopo la morte del fondatore, del nostro Marchese Muzio, avvenuta nell'anno 1622, compiendo i 4; anni di eta. Prese in moglie nell" anno 159; Felice Orsina di Fabio Principe Domasceni-Peretti, che era pronipotc di Papa Sisto V, sorella del principc Don Michele Peretti, e di Donna Flavia moglie di Yirginio Orsini Duca di Bracciano. Quando Orsina sposo il nostro Muzio, era vedova di Marc'Antonio Colonna gran Contestabile del Regno di Napoli, che sposo nel 1589 col quale poco era vissuta essendo egli mono di soli 22 anni. XL 1622 — I figli di Muzio II: G10. Paolo e Francesco Maria, che uno dopo Paltro successero nella Contea di Casteggio, si ammogliarono facendo ambidue matrimoni 688 VIII. - SERIF DIfl FEUD^TARI non meno illustri dei loro antenati : Gio- vanni Paolo condusse in isposa Maria Al- dobrandini pronipote di Papa Clemente VIII, la sorella maggiore della quale, per nome Margherita, aveva sposato alcuni anniinnanzi Ranuccio Duca di Parma e cosi i C.onti di Casteggio, dopo aver contratte ie nobilissime parentele dei Bentivoglio signori di Bologna, delle famiglie papali degli Aldobrandini e dei Peretti, divennero strettissimi congiunti dei Duchi di Parma (0. Gio. Paolo II potente signore di Caravaggio e di Casteggio, fu insignito di molte onorifieenze e tra le altre di quella rarissima dell' ordine del Toson d'Oro. Nei primi suoi anni aveva servito il Re (i) Avevano anche contratta illustre parentela con principi chc erano Altezze Sercnissime quali Ercolc Giorgio Trivulzio, Principe del sacro Impero e Ferdinando Gonzaga Principe di Castiglione, chc avevano sposate Ie due sorcllc di Gio. Paolo II e Francesco Maria Sforza, Signori di Casteggio, il primo Orsina, ed il sec^ndo Ohmpia. DI CASTEGGIO 689 Cattolica in qualita di capitano di fanteria e di comandante di cavalleria. Si trovo tielle guerre del Piemonte e del Monferrato con- dottevi dal re di Spagna contro i francesi c fu alia testa di ;oo cavalli stipendiati a proprie spese. .Mori nel 1630 in Vigevano, appunto quando Filippo IV lo aveva desti- nato a Vicere 1 d' Arragona. Dal 1622 era stato ascritto al nobile Consiglio del LX decurioni di Milano. Xll. 1630 — Muzio 111 Sforza-Visconti suc- cede al padre, suo Gio. Paolo II, nei feudi di Caravaggio e di Casteggio assumendone i titoli cd il possesso. Xon deve essere morto in eta tenerissima, come asserisce il Ratti, avendo egli appartenuto dal 1636 al Consiglio dei LX decurioni della cilia di 44 69O VIII. - SER1E DEI FEUD\TARI Milano, ovc per ccrto non si poteva entrare da bambini. Non avcnao contratto matrimonio c cosi non avendo lasciata prole, alia sua mortc il possesso dei feudi di Casteggio e di Ca- ravaggio passo a suo Zio Francesco Maria. XIII. 1660 — Francesco Maria Sforza-Vi- sconti, fratcllo di Gio. Paololl, indicato sotto il riumero XI, divenne Marchese di Cara- vaggio e Conte di Casteggio dopo lunghe liti, succedendo al nipote Muzio III. Francesco Maria essendo cadetto di sua famiglia, entro ncH'ordine Gerosolomitano, e vi fece professione ; comando due bat- taglioni all' assedio di Vercelli al servizio del Re Cattolico; fu generate delle galere dell' ordine di Malta, poi dell' intimo Con- siglio di Milano. Essendo morti i nipoti DI CASTEGGIO 69 1 Muzio (1) e Francesco Maria senza successori, hi il nostro Francesco o Francesco Maria, dopo lunghissime pratiche e non poche conte- stazioni, e grandi incertezze, sciolto dai voti per sentenza della Ruota di Roma, e venne in possesso dei ricchi c nobili feudi, man- dando cosi a vuoto la sucessione loro nei Duchi Sforza di Roma, che tanto I'ambivano. Francesco si occupo soventemente degli afYari di Casteggio e l'archivio locale del comune conserva sue lettere e sue delibera- zioni di ordinc amministrativo. Egli sposo nel giorno 10 novembre dell' anno 1666 Bianca Maria Imperiali figlia di Francesco Duca di Sant'Angelo nel napoletano, dalla quale ebbe Francesco ed Anna; c mori in Milano il 30 ottobrc 1680. (1) II Ritti farebbe premorire il Muzio a) padre Gio. Paolo, contradetta d.il Litta, che da, i'i codesta parte, esattamente la genealogia Ji questo ramo della famiglia Sforza, indicarido il Muzio come Marchese di Caravaggio. c cosi anche Conte di Casteggio, fatto qucsto di cui s. hantio memoric sicure. 692 VIII. - SER1E DEI FEUDATARI XIV. 1680 — Francesco Maria Seorza-Vi- sconti , successe al padre pure Francesco Maria. Ultimo Marchese di Caravaggio e Conte di Casteggio dell' illustre sua famiglia. Nel 1688 figura tra i LX decurioni del Consiglio di Milano, e nel 1694 quale de- putato alle strade del Ducato. Si marito il 3 giugno del 1696 con Eleo- nora Salviati figlia del Duca Francesco e mori nel giorno 13 del luglio 1697, lasciando una sola figlia per nome Bianca Maria , nome portato da varie dame dell' illustre stirpe Sforzesca. XV. 1698 — Bianca Maria Sforza-Visconti, figlia di Francesco Maria e di Eleonora Sal- viati, divenne Contessa di Casteggio con DI CASTHGGIO 69, atto di ricognizione del i marzo 1698 ro- gato dal giureconsulto Benaglio . . . . ac ex rog. suprascripti I. C. c Benalii diet 1 martii i6(jS, cosi meno di un'anno dopo della di lei nascita, essendo essa nata il 1 aprile 1697. Era Bianca Maria destinata a Giovanni Giorgio Sforza del ramo di Roma per quel- Yonesta compiacenza chc aveya il Duca Fe- dcrico, padre del promesso sposo, di con- servare nella propria agnazione le ricchezze di un ramo della famiglia Sforzesca, che si estingueva e tenere cosi in casa i pingui feudi minacciati di incameramsnt). Ma le chiassose avventure di quel cavaliere con Faustina Maratti mandarono a vuoto il progetto, e cosi per la seconda volta sfu- marono le speranze degli Sforza-Cesarini di Roma. A Bianca Maria fu confermato il possesso di Casteggio nel 169S e nel 171 2 quello di Caravaggio dall' Imperatore Carlo VI. Fu Bianca Maria solerte nel curare gli 694 VIII. - SERIE DEI FEUDATARI interessi de' suoi feudi , c della sua opera, nella Contca di Casteggio, sono non rare le testimonianze. Sposo in prime nozze nel giorno 20 delP ottobre dell' anno 17 16 il gentil' uomo tedesco Giovanni Guglielmo Conte di Sinzendorff, ciambellano dell' Im- peratore. Con buona pace di Pompeo Litta l'accurato autore dei preziosi alberi genea- logici sulle Famiglie celebri italiane, che nel riguardo di Bianca Maria commise alcuni errori, debbo ammettere il secondo matri- monio di lei con Don Filippo D' Oria, perche riconosciuto dagli scrittori del tempo e riaffermato da vari autori moderni. Fu essa donna lodatissima dai lettcrati contemporanei, e di lei il Quadrio, nel vo- lume VIII della sua Storia e ragione di ogni poesia stampata nel 1739, fa il seguente elogio: 'Bianca Sfor^a , grande di Spagna, donna per penetra^ione ill spirito, per savie^a di costumi, e per ornamenti di virtii chiarissima, e moglk di Don Filippo D' Ona non meno DI CASTEGGIO 6<) lodevole, che chiaro sotto il nome del Marchese di Caravaggio (*). Dal primo matrimonio col Contc di Sin- zendorff pare che Bianca Maria non abbia avuti iigli, restando incertissimo se ne abbia avuti dal matrimonio col D' Oria, tacendo sli questo fatto tanto il Moreri, quanto il Ratti cd il Litta, gli autori che sopra tutti dettagliarono i loro stiidi su questo ramo della famiglia Sforza. In ogni modo tanto il Litta che il Ratti asseriscono che dopo la di lei morte i feudi passarono col tempo alia camera, lasciando quasi suporre che //:/ tempo intermedio tra la morte di Bianca Maria e 1' incameramento il feudo di Casteggio potcsse essere rimasto nel possesso delle figlie di Don Filippo (i) E cosi con molta probability anche col nome c tirolo di Contc di Casteggio, figurando sempre apajati i due tito'i di M.irchesc di Caravaggio e di Conte di Casteggio da Gio- vanni Paolo I Sforza-Yisconti e cosi dal principio del X\'I secolo. 696 VIII. - SERIE DEI FEUD.VTARI D' Oria che potrebbcro cssere le sorelle Livia Stampa di Soncino, Eleonora Villani, Tursi o Tursa maritata a Napoli, chiamate dal Giulietti sorcllc Visconti-D' Oria e da lui indicate come le feudatarie di Casteggio nel 1798. In mezzo a tutto questo cinepraio di in- certezze restapero assicurato che Bianca Maria non mori nel 1 7 1 7, come scrisse erroneamente il Litta sulla fede del Moreri, che la vorebbe vittima di parto durante il matrimonio col Conte di Sinzerdorft, ma invece visse assai piu a lungo come lo provano vari atti di sua giurisdizione csercitati nel feudo di Ca- teggio intorno al 1753; il trovarla indicata come feudataria e Contessa appunto di Ca- steggio nelPelenco MS. dei feudatari e Vassalli della provincia di Voghera, formato poco prima del 1770, e ove leggesi : Casteggio con Mairano eRivetta Gandolfi — Visconti-Sfor%a-Sin{erdorff 'Bianca Maria Marchesa di Caravaggio — ComitaJe. di castegg:o 697 Lo stcsso Quadrio parlando di Lei come di donna viva in opera che veniva stampata nel 1759, almeno ci assicura che non aveva lasciato la vita nel 1717, come erroneamente asseriscono il Litta ed il Moreri, contro di che stanno tutte le citate testimonianze, e principalmente gli alti suoi come signora di Casteggio. Io credo che Bianca Maria sia morta nel 1773 1774 di circa j6 o jj anni. XVI. .... — Don Filippo D'oria (?), se so- pravisse alia moghe sua Bianca Maria, e se puo essere ammesso che egli sia a lei suc- ceduto nei feudi. Filippo, genovese, appar- teneva a quella illustre c potente famiglia che diede Andrea D' Oria. La famiglia D'Oria divise con quella degli Spinola il primato in Genova della potenza per secoli. 698 VIII. - SERlE DEI FEUDATARl XVII. — Forse le figlic di Don Filippo D'Oria e di Bianca-Maria Sforza-Visconti, se debbasi ammettere per vero quanto asse- risce il Cav. Carlo Giulietti, quando tratto del mercato e della fiera di Casteggio ncl nu- mero unico del giornale La 'Benificen^a, di mercoledi 9 febbraio 1887, che fu un sup- pkmento del giornale // Circondario Vogherese e venne pubbiicato per benefico scopo. In quei cenni storici egli da appunto le notizie della appariscenza sotto l'anno 1789 come ultime feudatarie di Casteggio, delle nominate sorelle Livia, Eleonora e Tursi ( J ) ; cosa del resto assai probabile, e contro la quale fin' ora nulla sorse ad osteggiarla. (1) Tursi fe il nome di un' iliustrc famiglia ligurc! Cos) m.inca il nome battesimale di questa dama. Dl CASTEGGIO 699 XVIII. Passati i feudi alia Camera, essa pare abbia tentato di venderli, senza ritrovar mai chi solleticato dalla ormai rancida am- bizione di portare dei titoli feudali volesse distrarredal proprio patrimonio una vistosa somma per onorarsene, precisamente nel momento in cui le Corti stesse, come dice il Litta, sembravano poco inclinate a favorire tali istituzioni de' secoli bassi. E poi non eravamo alia vigilia delta spazzata ge- nerale di corone, di titoli, di troni ! Cosi il feu do di Casteggio, allodiandosi le proprieta che vi erano annesse (0 scom- (i) Oltre il palai-o del feudatario, antico vasto, rustico fab- bricato nella vecchia ed alta parte di Casteggio, che servi poi pare di residen/.a ai rappresentanti dei Conti, e i vari diritti ineretiti alia giurisdizione feudale come certi dazi, I'im- bottato ccc, gli Sforza-Viscouti possed^vano in Casteggio alcuni caseggiati, la torre Passerina e forse anche qualche tcrreno. 700 VUI. - SERIE DEL FEUDVTARl parve quando scomparvero del resto tutti i feudi nei nostripaesi, e molte attre istituzioni ben piu chiare, utili e glo;iose. Di poi Casteggio, passando dalla domi- nazione austriaca a quella sabaud.i, trovo aperto innanzi a sj un novello e piu licto avvenire, che sc fu turbato nella sua tran- quilla operosita, dalla valanga francese coi rclativi disastri guerreschi, colle molteplici requisizioni militari e colic imposizioni sempre piu gravi, ritornando sotto l'addor- mentato governo di Vittorio Emanuele, passando a traverso all' inocuo regno di Carlo Felice, incomincio a vivere cfficace- mente sotto Carlo Alberto e a farsi forte nelle lotte politiche sotto l'auspicata e ge- nerosa mano di Vittorio Emanuele II, man- dando al Parlamento Nazionale Lorenzo Valerio, che fu un 1 ardito e valente cam- pione di Iiberta e di progresso. Avendo finalmente condotto il mio uma- nissimo lettore insino alle porte dell' awe- DI CASTUGGIO 7OI nire di Casteggio, aperte al nobile sviluppo delle industrie, degli studi, dell'arte agraria, rinnovo a lui la pfeghiera di indulgenza, la raccomandazione di voler vedere in qucste pagine solo una modesta, incomplete!, sboz- zata illustrazione delle epoche feudali di Casteggio, sommariamente tratteggiata in tre di queste memorie, e lo prego di voler attendere con animo paziente, con larghezza di novella indulgenza, le altre pagine che ho dedicate a Casteggio e non hanno po- tuto trovare posto in questo volume. In quelle pagine, non obbligato dall'argomento a limitati confini, potro forse piu degnamente illustrare la nobile terra di Casteggio, che meritava d'essere ricordata agli studiosi da penna ben migliore della mia e sono sicuro la trovera sempre fra 1c dita del concittadino slio, da me soyentemente ricordato in queste modestissime pagine, e guidata dal suo senno e dal suo affetto all'insigne patria. DI CARAY ALBERO GENEALOGICO DEGLI SFORZA MARCHESI DI CARAYAGGIO, CONTI DI CASTEGGIO GIO. PAOLO SFORZA J jlni natufrale di Ludovico Sforza detlo il Mom Duca di Milai li Lucn laravaggio per investitura del 16 aprile 1532, Signore 'li Casteggio per matrii i m. \ iolante Bentivoglio figlia di Alessandro e di Ippolita Sforza di Carlo. d io nella I'amiglia Sforza di Caravaggio per conferma del 1515 fatt; MUZIO Marchese di Caravaggio, 1 Conte di Casteggio di questo ramo Sforzesci novembre 1552. m. 1510, di Faustina di Bosio Sfor;a Conte I FRANCESCO 111 Marchese di Caravaggio, II Conte di Casteggio. Non m. 1566, «li Costanza di Marc'Antonio Colonna, il celebre duce «1 ?.ia Crivelli. Prode condottier d'armi Mori nel 1535 e non nel 1595 come itessa di Casteggio. Porto il possesso della Contea in favore della madre sua. VIOLANTE [onaca nel Monastero [ilano. Maggiore di Monaca Milano. giovanna iii-l Monaster' i Maggiore di MUZIO II IV Marchese di Caravaggio III Conte di Casteggio. Si occupa spesso degli affari del feudo di Casteggio. Mori nel 1622. m. 1525, di Felice Orsina di Fabio Da- masceni-Peretti pronipote di Sisto V, vedova di Marc'Antonio Colonna Gran Contestabile. Marchese di scrisse il liatti. per successione materna. Mori in Strasburgo ai li Santa Fiora. i registrato in quall'anno mori. 11a celeberrima vittoria di Lepanto. FAUSTINA in. d' Andrea del Caretto, Marchese del Finale prmipote di Fabrizio, Gran Maestro deH'Ordine di Malta. LODOVICO Abate di S. Giovanni in Lamis nel Regno di Napoli.FudeH'accademia degli Intenti di Pavia. FABRIZIO J'aggio, quindi Consigliere intimo di to di Fi'ippo II, Cavaliere Geroso- itano, priore di Venezia, Generale llelle galore, della religione, fu anche il servizio di Filipp le Generale lie guerre di Piemonte e Lombardia. Monaca nastero Poma CAMILLA ml nome 'li Lucida di Simla Catterina di -tvp mori ni 10 fiiyoifr nel Mo- Siena in 1650. I GIO. PAOLO II \ Marchese 'li Caravaggio, IV Conte Casteggio, Cavaliere del Toson d'Oro. ANNA ORSINA Monaca. OL1M1MA in. Ferdinando Gonsaga princij glione, nipote Mi S Luigi. FRANCESCO Mori in ten mipnr nlti r<\ (a corredo