r\ Ca-Xa -X 943.6 C83hlc Return this book on or before the Latest Date stamped below. Theft, mutilation, and underlining of books are reasons for disciplinary action and may result in dismissal from the University. University of Illinois Library I f-" L161 — O-1096 Digitized by tiie Internet Archive in 2012 witii funding from University of Illinois Urbana-Champaign http://archive.org/details/storiadellacasad01coxe STORIA BELLA CASA D' AUSTRIA DA RODOLFO DI APSBURGO ALLA MORTE DI LEOPOLDO II DI GUGLIELMO GOXE TBADUZIONK DI PAOLO EMILIO CAMPI VOLUME ] t MILANO PER N I C O L 6 E E 1 T N I Muccc.xxir £ f\ PREFAZIONE ± ER non avere finora ^eduta la luce in nessuna lingua una Storia generate e compiuta delta Casa d' Austria^ quella clie ova presenio at Pubblico a^rd ^ se non attro ^ it merito delta ncvitd. Ma sebhene in quest' Opera io abbia impiegato maggior tempo ^ e po- sla maggior cura^ cfie non a qnatunque attra ^ e mi sia trovato provveduto di ben piu doviziosi maferiali di quanti sogtiono d' ordinario as^erne gti Storici ^ non per tanto ^ quatora mi fo a considerare V estensione del tempo e V inter ess ante natura degli auv^enimenti ^ che essa abbraccia ^ sento destarmisi netV aninio una inquietudine e una dahbieta di gran lunga superiori a quette cJi^ io possa ai'ere per I' addiet.ro provate in simiti circostanze, Lnonde mi e forza invocare V indut" genza di quel Pubbtico , cfie mi fu gin attrc volte tanto liberalmente corlese di compatimento. La Casa d' Austria fornib tungo tempo soggetto atle mie meditazioni. Ne'miei ^iaggi in Isvizzera^ it caratterc vm PREFAZIONE e le imprcse di Rodolfo di jipshurgo^ non nicrio die le geste degV immediad suoi discendenti ^ si attiravonoj coni' era naturale^la mia attenzione j o ottennero luogo nella mi'a prima letteraria produzione (i). Trovan^ domi poscia a Vienna^ un tal soggetto s^ impadroni ancor meglio della mia mente j e dalle ricclie suppel" letlili della Biblioteca imperiale e da altre fond, ri- cauai ahhondand maleriali per le memorie hiografiche del fond atore di questa illustre Famiglia^ yJltri viaggij altri lavori ^ mi focero differire /' esecuzione del mio primo disegno ^ e , quasi cangiando consiglio ^ volea dar mano a compilare uno specchio storico e polidco dell' Eur op a ^ nel quale a^esse la Casa d' Austria ad occupare eminente seggio. Ma ahbandonai anche que" St' ultimo diyisatnento pe motivi che addussi nella prefazione alle Memorie di sir Boberto e lord W^al^ pole 5 e intanto continual ad accrescere le notizie raccolte per la Storia austriaca^ specialmente in due miei consecuti^i ^iaggi a Kienna, Altre indagini let* terarie mi costrinsero nuo^amente a soprassedeve^ senza perb distornii dal mio proposito^ e le carte che ebbi focolta di consultare^ mentre stava compilando le an-* zidette Memorie di sir Roberto e lord TValpole^ au" mentarono ognor pi a la massa di quanto mi trova-- s^a gia a\^ere ^ spargendo nuova e importante luce sui tempi a noi pia ^icini degli Annali austriaci. Elbi (\) Lettere snila Svlzzrra. PREFAZIONE ix finattnente V opportimitct di volgere tutta la mia at- teiizione ad un^ Opera alia quale a^rei rinunziato a iiial ciiore^ quando pure non mi fossi trovato in ilstato di compierla ^ e frutto delle viie fatiche e il libvo ap- punto die ora sottopongo at Lettore. La seguente Storia presenta to spettacolo di una Famiglia^ die s' innalza rapidamente dalla signoria di terre tanto angiiste die si sarebbe durata fatica a di- scernere su la mappa deW Europa ^ a una prodigiosa altezza di possanza e di liistro ^ egnale se non supe^- riore a quella di qualsisia altra dinastia : non altri^ menti il Danuhio^ scar so riv^o al suo nascere die mo-* desto serpegglafra gli scoscendimenti delle native roccey va poscia a disniisura gonfiandosi pel tribute die in esso ^ersano graft numero d' altri ruscelli e fiumi ^ e dope a* avere sparsa V abbondanza e la fertilita sul suolo di popolate e numerose nazionij scarica final-' mente per cento foci neW Eussino V immenso v>olume delle sue acque. I menibri di questa Famiglia ci ojfrono ogni possi^ bile K^arieta di carattere j ed ogni specie di merito e d' ornamentO' I loro ministri e guerrieri^ esempio e me- ras'iglia dc' loro contemporanei , furono i coltivatori e i protettori delle lettere e delle scienze . non meno die i pih famosi eroi e uomini di State di quasi ogni tempo. Alio spazio di sei secoli si estende il periodo di que^ stn Storia ^ dalla primiliia aurora cioe al pieno me- rlggio delta scicnza moderna ^ dal secolo delta feu^ X PREFAZ[ONE dale barharie al pieno splendore deW europea cwilta. In tutti i tempi e in tutte le circostanze^ ha V Au- stria mag^ioreggiato cosl in mezzo alia guena come net seno della pace ; e fa la Corte di Vienna il gran per no su cui si e invariahilmenle aggirata la \>asta niacchina della politica europea. Da queste ossers^azioni procedo inimediatamenle a disegnare la pianta dell' Opera ^ e ad indicare le au- torita che mi far on guida nel compilarla. Ho procu" rato spogliarmi affatto di qualunque spirito di parte e d' ogni predilezione locale; ho scimpolosamente e candidamente pesate le diverse testimonianze ^ e pre- sento il frutto di una laboriosa investigazione , nella quale mi sono studiato di dare una descrizione fe- dele e seguita de' tempi ^ de^ caratteri e degli avveni-- menti^ astenendomi dalV ahusare della pazienza del Lettore con istucchevoli indagini su le innumerevoli contraddizioni y e fra loro incoinpatibili ^ nelle quali mi sono ad ogni pas so avvenuto, Assai sgraziatamente per V uman genere^ alia spada s' aspetta il decidere della sorte delle nazioni^ il gua- renlirne la quiete^ V accrescerne i limiti: la sola spada e custode dell' onor nazionale , e proteggitrice del- la pubblica e privaia felicitd. Pub bene il commer- cio procurare riccliezze , possono le arti ingentilire e le scienze illuminare; ma tutti questi benefizii non pos- sono riconoscere che dalle armi la loro durata e incolumita, E siccome ^ per queste ragioni ^ la guerra ^ PKEFAZIONE xi a^i^cgnache eon discajxito di ogni piu mansueta virtu, Jbrmar dee principale soggetto delta StoriUj ho data molta opera alia narrazione delle guerresche imprese^ e ho confidenza aver trattato questa parte in maniera hen diver sa da quella cui si attennero gli autori che mi precedettero, V esame delle relazioni militari mi pose in istato di diffbndere una nuova ed eminente luce sopra molti caratteri, e potei mostrare al Lettore inglese V importanza di una for za militare ^ indicando in qual modo sia dessa stata efficacemente iisata ^ e facendo conoscere lo scopo ^ il valore e la necessita delle alleanze confinentali. Lungi dal volermi astrignere a seguire il metodo delle divisioni e suddivisioni ^ io mi sono lasciato strascinare dal corso del tempo , annotando con sufficiente chia- rezza le epoche di maggiore importanza^ e introducendo ne' vuoti casuali opportune rassegne dello stato d' En- ropaj merce le quali potesse il Leggitore formarsi un esatto criterio del success ivo incrcmento , dcgli estesi ^incoli e della relativa grandczza della Monarchia austriaca. Essendosi^ alia mortc di Massimiliano /, la Casa d^ Austria divisa in due rami ^ V alemanno e lo spa- gnuolo 5 io mi prefiggea dapprincipio di scrivere la storia delV uno e dell' altro , ma la vastitd delV im- prcsa mi costrinse poi ad ahhandonare tale idea per limitarmi a quella did ramo alemanno^ che com^ prendc un piii lungo spazio di tempore avvenimenti xri PREFAZIONE di maggiore impovtanza ^ non mertclo tultayia omcsso di dare al regno di Carlo V tutta I'ampiezza iieces-- saria^ per che fosse mantenuta intatta V uniformita e la connessione degli awenimenti. Mi sono trovato naturalmente costretto a por fine cd mio lai^oro col finire del regno di Leopold o II; men* tre e impossihile a qualsisia autore^ cui stia a cuore la fama di candore e di v>eracita^ il rica^are da irn^ perfette notizie e da false testimonianze , dettate dalle passioni o dalla parzialita^ unfedele racconto di quelle portentose vicissitudini che hanno ^erso questo tempo cangiati affatto i politici legami e I' importanza del* V Austria^ e capoyolto F aniico sistema delV Europa. Le autorita delle qiiali mi giovai^ sono o stampa* te J o manoscritte ^ o yerbali, Sarehbe inutile il ricapitolare i titoli delle nume^ rose Opere cui ebhi ricorsOj eche fraloro confrontai^ tanto pill che le ho d' ordinario cilate in fine di ogni capitoloy spesso appiedi di ogni pagina j e costante^ mente poi al termine di ciascun regno. Le autorita manoscritte cominciano dalV avveni" mento al trono di Carlo VI; e siccome anche un sem^ plice catalogo di esse imporierebbe diverse pagine^ io lie indicherb soltanto le principalis Per singolar fortuna mi fu conceduto di esaminare le carte e i dispacci della maggior parte de' mini* stri della Corte di Londra presso quclla di Vienna^ dal 1 714 «^ ^79^; ^ sono: PREFAZIONE XIII 1. Ze lettere del generate Stanhope y dl lord Co^ bham ^ del generate Cadogan e di sir Lalc ^ durante la sua ambasceria a Vienna^ o sia dal 1728 al 1730. — ► Waldegrave Papers. 4. Le lettere diplomatiche di sir Tomaso Robinson , conosciuto di poi sotto il nome di lord Grantham ^ du- rante la sua lunga dirnora a Vienna dal 1 73o al ^74'^? e al congresso di ^quisgrana. • — - Grantham Papers. 5. / dispacci del signor Keith pel tempo della sua residenza come ministro britannico a Vienna, dal 1747^ al 1758. 11 signor Keith ha K^eduto rompersi coWIn^' ghilterra queWalleatiza che la natura dcllc cose ^ la gratitudine e la politica aveano rassodata, c stringersi colla Francia quella tanto celebrata confederazione^ la quale ^ sehbene felice ne' suoi esordii^ fu tuttavia il piu funcsto retaggio che alcun sovrano abbia inai tra- smcsso al suo successove , e la precipua cagionc dcl^ V attuale abbassamento deW Austria e della pcrniciosa prepondcranza della Francia (i), (i) V Autora scrivcifu nnl 1807, ( II Tratiunoic ) XIV PREFAZIONE 6. / dispacci di sir Roberto Murray Keith ^ figliuolo del precedente J i quali ^ incominciando dal 1772, giungono fino al 179I5 e si riferiscono agli ultimi mo- menti del governo di Maria Teresa ed ai regni di Giuseppe 11 e di Leopoldo IL Sono questi i piu ini- portanti di tutti quelli che consultai; e se non ne avessi a^uto cognizione^ mi sarehbe stato impossibile il com~ piere V ultima parte della Storia della Casa d'' Au^ stria. Kado debitor e alV interposizione del nohile mio amico , il conte Hardwicke^ cui non mi e dato il po- ter con parole tanto \^i\^amente esprimere la mia ri- conoscenza , quanta me ne inspirano gV incessanti suoi favori verso di me^ S* aver ottenuto da mistriss Murray Keith j la sola delle sorelle di sir Roberto Keith che gli abbia sopravvissuto 5 la facolta di esa- minare si preziose collezioni. 7. Le lettere di varii segretarii di Stato coi nostri ambasciadori presso le Corti straniere j lettere che si contengono nelle collezioni deW Oxford ^ delV Hard- wicke J del Keene , dell* Harrington e di altri che in- dicai nelle prefazioni alle Memorie di sir Roberto e lord Walpole. 8. Altre carte di data piii recente ^ che un dilicato riguardo mi vieta specificare, Non mi e parimente possibile il jar note tutte le fonti rf' informazioni verbally che mi procurai^ nel cor so de' miei ^iciggi j dagli ambasciadori stranieri e dai ministri delle Corti per me visitaie. Ho tuttavia il PREFAZIONE xv piacere di poter qui nominarc il conte di Hertzberg^ ministro di Prussia^ e di dire come ne ottenessi an- che da alcuni intimi amici del principe di Kaunitz. T^ado pure dehitore ad un gran numero di persone in carica ^ sia in Inghilterra ^ sia presso le Corti stra-^ niere j di mold materiali die si riferiscono ai prin-^ cipali atti de^ regni di Maria Teresa e de' suoi due successori ; atti ai quali presero parte eglino stessi. Le persone che conoscono e la Corrispondenza Di- plomaticaj e V Istoria segreta de^ tempi ^ rimarranno al certo persuase delV autenticita e delV ampiczza delle notizie che mi venne fatlo di raccozzare ; e il Let- torCy al quale non mi e conceduio lo scoprire tutte le autorita ^ cui ebbi ricorso , mi sard, , spero ^ benigno di confidenza per la buona fede e V integrita dalle quali non mi sono fuio a qui disviato. In qucsta congiuntura sarci colpevole d' ingratitu- dine se non ripetessi i miei ringraziamcnti a colore cui debbo la comunicazione dc'^ manoscritti indicati; ne posso ^ parimente ^ trattencrmi dcdV esprimerc un profondo sentimento di riconoscenza a (juclli dc quali mi e ^ietato divulgare il nome. Ho aggiunto a quest^ Opera varii alheri si gene-- rali che particolari ^ illustraiiii la gcncalogia dcllo stipite generale e de diver si rami della Famiglia (i), (i) V originate inglese aggiiinge qui: c la Mappa del possedimeuti auslriaci , ec j parole per noi omcsse , giacchc XVI PREFAZIONE dando fine al mio la\^oro colle Tavole statistiche che seiyojio afar conoscerc i territorii ^ la popolazloriCj le puhhliche entrate e la forza militaredi essa CasUy al tempo delta morte di Leopoldo IL lion si ^ creduto dl aggiungnre alia pvesente edlzionc nes" suna carta topografica di tali posscdimenti, { li Tradultorc) STORIA BELLA CASA D' AUSTRIA RODOLFO DI APSBURGO CAPITOLO PRIMO 1218-1273 Origine e discendenza della Casa di Apshurgo — iV^a- scita e carattere di Rodolfo , fondatore dclla Casa d' Austria — Questo principe eredita gli Stall della Casa di Kiburgo — Guerre in Isvizzera —Disfat^ ta del conte di Regensberg — Ostilita contro il vescov^o di Basilea. JLa Casa cF Austria va debi trice dclla propria ori- gine e del proprlo poterc a Rodolfo, figlio di Al- berto IV 5 conte di Apsburgo (i). (1) Segitendo la mac^gior parte degli Scrittori chc hanno in latino y o in italiano discorso dclla Casa d'' Austria ^ ho I 2 STORIA BELLA CASA D' AUSTRIA Cap. L Sebbcne siensi i genealogist! austnaci inutilmente ^^ '^forzati in volei^e far discendere questa illuslre fami- glia dagli antichi Romanij la fanno tuttavia con as- sai verisimiglianza risalire fino ad Eticone , duca d'Alsazia^ il quale viveva nel settimo secolo, e con certezza poi fino a Gontramo il Ricco , conte egll pure dell' Alsazia e della Brisgovia^ clie fioriva nel decimo secolo. Gli storici conteraporanei sono troppo oscurl ^ e le mutazioni ne'possessi furono troppo frequent! j percht; riesca facile il descrivere le terre, e riferire i titoli degP immediati discendenti di Gontramo. Sembra per altro cbe Kanzelino^ o Canzelino figlio di lui , fosse conte di Altenburgo^ e risedesse nel centro de' suoi dominiij non lungi da Windiscli^ capo luogo dalla colonia romana di Vindonissa. Radebotone fi- glio di Canzelino 5 s' ebbe in patrimonio il contado di CleggoWj e sposo Ida^ figlia di Gerardo 5 terzo conte d' Alsazia e duca di Lorena. Vernero^ altro figlio di CanzelinOj fu vescovo di Strasburgo^e fece edificare su la soramita di un' eminenza situata al di sopra di Windisch^ il castcUo di Apsburgo , die ereduto dover Iradurre il nome tedesco di Hapsburg, o Hauspburg ^ o JIal)sbLirg ( originariameiite Habichtsburg ) , neir italiauo Apsburgo. JSon sembrami per altro fuor di proposito r annotare ^ essere poco esatti coloro i qiiali hart'- no in vece tradotto Ausburgo, mentre pare die quest^ ulti- ma denominazione corrisponda meglio alia tedesca voce di Ausbiirg o Augsburg, citta in Isvevia , capitate del Circolo di Lech, ben diversa dal castello di Hapsburg, di cui qui si ragiona, situato in Isvizzera , e precisamente nel Can-^ tone di Berna^ baliaggio di Lentzburgo. ( 11 TraduUore ) RODOLFO DI APSBURGO 3 divenne la residenza de' contl di questo nomcj e valse Cap. I. UQ nuovo titolo a"' discendenti di Goutramo (i). Man- 1218-1275 cato di vita iiel 1046 Oltone, figlio piiaiogenito di Radebotoaej essendo morto senza lasciar prole, dopo di se, Veriiero sua fratcllo cadetto ^ il priino di cui le carte antiche facciano menzione sotto il titolo di Conte di Apsburgo (2). I successori di Vernero accrebbero il loro retaggio per via di matrimonii ^ con donazioni die ottennero da'principi, e col farsi , in qualita di patroni o av-» vocatij a proteggere le abbazie^ i borgbi^ e i cantoni circostanti (3). Alberto III^ pronipote di quel Signore^ (i) Siiir orlglne dl qvieslo cclcbre castello fiirono rccate ia in€///o diverse erronee opinloni: ma gli arcliivli delPAhbazla di Mini incontrastabilmenle provano, clie fii falto fabbricare da Vernero. Nelle letlere dale fiiori da (juesto stesso prclato per la fondazione di tale abbazia, si leggono le scguetiti pa- role: „ lo , Vernero 5 vescovo di Strasburgo e Tondatore del caslello di Apsburgo „. IJer^ott, - Eschudi. - Caccia. - la quanlo alia dcscrlzionc dclle ruine di qiicsta culla de''priii- cipi dclla Casa d? Austria, vcggansi i niiei Viag;^i in Isvizzeva. (2) Ada Fundaiionls Mnrensis Mctnasterii ^ Hergott , T. 1, p. 5o8. - Caccia^ Coniprndio gc^nealogico delle Case d^ Austria e di Lorrna , p. 68 - Guillfilniantius Hapsburgia- cum^ c. "h ^ Scheie pflin^ Alsaiia Ulustrata at llistoria Zoc" ringo Badcnsis, Zurlaubcn^ Tavole Geiiealogbiclie dclle Case d'Auslria e di Lorcna. (3) II lermine del quale si sono srrviti gli autnri ab inanni per indicare la persona rivestita di un tale ufizio, o di una tal dignita, e vog/it o landvoght ^ il qual nonie lettcrabncute significa ammlnistratore, o podcsla. Ne^liplomi scriiti in la- tino si trova la parola Advocatus , impiegata ad esprijnere la stessa cosa. Sembra die , in origine, gli ufizii del patrono c del prefelto consistcsscro ncl sedaro le inlcstinc qucrcley c 4 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. I. tenne vastissimi possedimenti in Isvevia^ in Alsazia^ 1218-1270 Q jj^ qiiella parte della Svizzera che riceve il nome diArgoviaj ed era rivestito del Langra^iato della Al- sazia superlore (i). RodolfOj figlio d' Alberto III, ricevette dalP Im- peratovcj come in supplimento alia paterna sua ere- ditstj la citta Imperiale di Lauffenburgo situata sul Reno. Giunse pure ad ottenere non picciolo au- mento di territorio^ col divenire patrono d' Uri , nel presedere le Coitl di giustizia criminalcj o in persona o per procura, nel provvedere alia sicurezza delle grandi stra- de, nel sopranlendere a tulte le bisogne esterlori e nel com- parire innanzi alle Corti imperiali. li palrono , o il prefetlo doveva pur difendere la citta , o il Cantone conimesso alia sua cura contro i vicini baroni. Ei traeva dalle ammendcj dai pedaggi e da altri diversi diritti somme considerabili, e riunir poteva sotto i proprii stendardi tutti gli abitanti del luogo. IVel tratto suceessivo V uficio di patrono clie da principio era stato eleltivo e temporaneo , fu dato a vita j spesso eredita- rio, servi anclie di scala per giungere alia dignita sovrana. (i) Secondo V istoria , Alberto III e il priino fra' i principi della Gasa di Apsburgo che abbia preso il titolo di langra- vio delPAlsazia, di eui si sono poscia rivestiti tutti i suoi di- scendenti , tanto della linea di Apsburgo quanto di quella di Austria. Sembra che il titolo di langravio non fosse in use prima del decimo secolo. A quest'' epoea RAlsazia era divisa in due langraviati , V alto e il basso : il priino de' quali al- cuna volta riceveva il nome di Sundgaw, e V allro quelle di Nordgaw. I conti di Apsburgo erano langravii di Sundgaw o delPAlla Alsazia. I possedimenti , le autorita e le rendite, che, in que' remoti tempi, colP ufizio di langravio si acqui- stavano , erano di poco rilievo , avvegnache nel tratto succes- sivo la Casa d' Austria abbia, per virtu di nuove acquisizioni, di matrimonii e di concessioni, posscduta quasi tutta I'Alsa- zia. Schocpjlin^ Ahatia IllustrcUa. RODOLFO DI APSBURGO S di Schwitz e d'Undei^ald, i cui abitanti fra loro Cap. I. riunitisij per scuotere il giogo della feudale tiranuidcj 1 21 0-1.27 posero i fondamenti della Confederazione elvetica: e la cosa ebbe cominciamento di questa guisa. Una querela insorta fra gli abitanti di Schwitz e T abate d' Einsiedel j circa il possesso di alcurie foreste e di alcuni pascoli nelle montagne delFAlpij trasse quegli arditi montanari a rinnovellare la loro alleanza con Schwitz e Underwald, e a resistere agli ordiiii del- r imperatore Arrigo V, che li pose al bando dclP Im- perio. N^ sprezzarono essi meno gli anatenii che il vescovo di Costanza fulmino contro di loro. II contc Ulrico di Lentzburgo che avevano scclto a loro pre- fetto 5 giunse in fine a riconciliarli colP imperatore Federico I, fondatore di una nuova dinastia nclla Casa di Svevia 5 e da tale momento ^ essendosi i guer- rieri di Schwitz in gran numero posti sotto le ban- diere imperiali, prestaroiio segualati servlgi a quel principe e a' suoi successori nelle guerre che cbbero a sostenere contro i Papi e i fautori della Chicsa di Roma. Dopo la morte d' Ulrico , i trc Cantoni nuovamente si confederaronOj c gli abitanti d^ Underwald clcs- sero Rodolfo a loro patrono. Trovandosi costiliiito in talc dignita, volse allora il conte di Apsburgo la mente a piii grandi cose 5 e con intendimento ap])unto dl accrescere gli autichi suoi dominii^ imprcscad cstcn- dere la propria autorita e la propria influenza anchc SVL di Uri e d' Underwald^ essendo nelP esecuzione de' suoi disegni favorito da Oltone di Brunswick ^ il quale, stato poco prima innalzato al trono imperiale a prcgiudizio della Casa di Svevia, nomino Rodolfo patrono dci trc Cantoni , per assicurarsene P aiuto. 6 STORIA BELLA CASA D' AUSTRIA Cap. L Gil abltanli non vollcro per altro riconoscere il Conte -i' -jC) in tale qualita se ncii dopo die si fu egli soleniie- mente obbligato a manteiicre * loro diritti t a ri- spettare la loro inJependeiiza* slccbcj quando la Casa di Svevia ebbe ripresa la propria superiorita, Fede- rico \\j ill beuemerenza della affezioiie e della fede da que' popoli nioslrata verso la sua famiglia ^ indusse Rodolfo J confereudogli la contea di Rhinfeld^ a ri- nunciare al litolo di avvocalo o di palioiio degli anzidetti Canlonl (i). Rodolfo cesso di vivere nel 1282, e i suoi due fi- glij Alberto e Rodolfo ^ si divisero i suoi possess!. 01- tre il castello di Apsburgo ^ toccaroiio ad Alberto possedimenti nelPArgovia e nelPAIsazia. La contea di Cleggow 5 alcune terre nella Brisgovia ^ e le con- ^^ee di Rhinfeld e di Lauffenburgo costltuirono la porzione di Rodolfo. Questo Principe c\\q fermo la propria residenza in quell' ultima citta, fu lo stipite della linea di Apsburgo-Lauffenburgo. Alberto e Ro- dolfo portarono per tutta la loro vita il tJtolo di langravii delP iklsazia , il qual titolo poscia ^ alia morte di Rodolfo ^ divenne esclusivo retagglo dei discendenti delP altro (2). Alberto IVj conle di Apsburgo ^ sposo Edvlge, (i) Tschudl ^ Eidgenosschische Geschiclite^ vol.I^p. 106. - }Vattei>iUe ^ L. I. - PlantUy vol. I ^ p* 89 , g3. (2) Per r atto di divisione, vedl Hergott , T. II, n. 5 11. Alcuni aiitori asseriscono, niolto male a proposito , che Ro- dolfo ottenesse per sua parte le quattro cltta silvestri di Laof- fenburgo , di Waldshiit , di Rhinfeld e di Seckingen : ma Rliinfeld era in allora cilta silveslre ^ e qiiella di Scckingen apparleneva all' abbazia dello stesso nome, quantunque abLia faUo di poi parte de' possedimenti austriaci. RODOLFO DI APSBURGO 7 figlia di Ulnco, conle di Kiburgo, di Lentzburgo e Can. I di Badea, il quale discendeva da** ducLi di Zoerin- I'-^^^'^^j-: gen , ed ei^a parente delP imperatore Federico IL Quel Principe non era sprovveduto ne di valorCj n6 di saper militare : e ne fece bella prova^ in prima ^ contro i baroni suoi vicini, e di poi , seguendo in Italia le bandiere di Federico. Da siffalto teatro di gloria J si condusse quindi in rimote contrade, ove lo attendevano i piu grandi pericoli. L' entusiasmo die determino i sovrani di Francia e d' Italia ad unirsi fra loro contro i Saracini^ si sparse anclie per laGermania^ e un gran numero di principi del- r Impero J raccolti i loro vassalli, si unirono in- sieme 5 per correre a strappare la Terra Santa dalle manl degPInfedeli. Ne Alberto di Apsburgo fu uno degli ultimi a segnalare il suo zelo. Concliiusa che ebbe la pace co^ suoi vicini , convoco i niembri della sua famiglia e i proprii vassalli nel monastero di Muri. Incomincio dal i^accomandare ai primi di volere con- servare verso dc' suoi figli la fede clie avevano a lui mai sernpre mostrata ; e voltosi poscia ad Alberto e Piodolfo 5 gli csorta a mantenersi dcvoli ai doveri della rellgione, a non uscire dal scnliero della giu- siizia J a non prestare giammai oreccliio a'^ cattivi consiglijCa non intraprendere guerra senza ncces- sita, ma, ove si trovassero costretti ad imprenderla ^ a comportarsi con vigore e con cclcrita. " Abblate sempre presente ( cosl loro disse )^ die i conti di Ap- sburgo non gia colla frode^ colP arroganza e colTcgoi- smo , ma soltanto pel loro coraggio e col sagrificare il proprio al pubblico bene^ son giunti a quell' ele- vate grado di prosperita in cui al di d' oggi si tro- vano. Fintanto die camminerelc su le loro tracce , 8 STORIA DEU.A CASA D' AUSTRIA Cap. I. conserverete , e andrete eziandio ampHando i pos- -1273 geJJijjenti e le dignitciche gli illustri vostri antenati VI liaiino trasmesso ^, Avendo nominate il suo fra- tello Rodolfo in tutore de' proprii figli , durante la sua assenza, Alberto, amaramente piangendo si accom- miatS dalla famigliaj e seguito da trenta Baroni^ si indirisse alia volta di Marsiglia , d' onde salp6. Prese terra a Tolemaidej ma 1 campi della Palestina non ^gli offerivano occasione di segnalare le cognizioni e il coraggio di cui avea fatto prova nelle guerre d^ Italia ; imperocclie un armistizio stato appena al- lora conchiuso coi Saracini ^ aveva posto fine alle ostilita. E ben presto di poi trovandosi in Ascalona^ 1^40 ^* P^*'^ vittima delP insalubrity del clima (i)j e ot- teuiie tomba nella Terra Santa. (i) Qiieste pnrdcolari notizie intorno alia genealogla della Casa d'Apsburgo furono rlcavale da anlichi tiloli e atti di do- nazione , e in ispecie dai celebri Acta Fundationis Muretisis Monasterii , o sia dagli archivii della celebre abbazia di Mu- ri, sitnata uelP ArgOYia , vicino alle sponde del Reus, e fon- data nel 1207, da Vernero , ycscovo di Strasburgo. Qii^'sti archivii contengono gli alti di varie fondazioni , e una genea- logla de^ principi della Casa di Apsburgo. Guillelmanno , nel suo Hapshurgiacum^ o sla Tr^tiato sulV origine della Casa d* Austria y pubblicato nel i6o5, ha citato pel prlmo que"' do- cument! , dicendoH scrltti da un autore anonimo nel S€Colo decimosecondo. Essi sono stati pru coinpiutaniente riporlati dal Peiresklo , nel i6i8, ed in fine dalPHergotl, instancabile ^enealoglsta della Casa d^ Austria. Quest'' ultimo tuttavia non gli ha considerati che com^ scritti nel secolo decimoterzo, e ha discoperti in essi varii error!, ma e ben lontano dal rivocarne in dubbio rautcnticita. Le osservaziotii di lui hanno dato luo- go a un"' erudita discussione, dalla quale sembra risultare che £li atti ill quislione sieno stati compilati alia fine del secolo RODOLFO DI APSBURGO 9 Alberto IV lasci6 tre figll.clie aveva avuti da Edvi- Cap. I, ge sua moglie. Essi furono^ Roclolfo , F illuslre fon-^^ "^^^ datore della Casa d'Austria, Alberto, canonico di Ba- silea, e Armanno : i quali due ultimi morirono pri- ma che il loro fratello giugnesse al trono imperiale. Nato neir 1218, e ^ secondo la maggior probabi- lita , neir antico castello dl Limburgo o di Luiper nella Brisgovia , sui confini delPAlsaziaj fu Rodolfo presentato al fonte battesimale dalP imperatore Fe- derico II di cui suo padre era parente rimoto (i), e passo la propria gioventu alia Corte e nei carapi decimosecondo , e die la genealogia sia stala scritta alia mctk del decimoterzo. Coloro che si dilettano di queste tali indagini possono con- SLiltare Eccardus , Origines Familiae Hapsburgo-Austriacaey in-fol. - Leip, iy2i. - Lazius , Comment, in Genealogiani udustriacam ^ in fol. Basil, , i564» - Pcz ^ Scriptores Reruni Austriacarum veleres , in-lbl. Lipsiae , ij'2 1-1^23, 2 vol. - Schoepjling ^ Alsatia Illustrata „ iu-fol. - Colrnar,, lySi- 1^761. - Gerard de Roo^ Annales Reriim belli domique^ Au^ striacis Hapsburgicae gentis principibus gestarum , 2. vol. in-4., Halae Magdeburgicae ,, ^7<^9* ~ Gebhardi ,, Genealo^ gische Gesc/iichle der Erblichen Reichlaende in Deutschland^ in-4«> Halle, 1776, 3 vol. - P^ignier, la Veritable Origins des Maisons d' Alsace , de Lorraine , d'^ Aiitricbe et de 7>a- de , 2. v., Paris iG^B, ^()\[), iu-fol. - Sc/ionlaben^ de Prima Origine Aug. Donius IIapsb:irgo-Austriacae ^ in-fol. Laba- ci , 1680. - Tschudi ^ Origo et Genealogia Comitum dc Ilap^ sburgh, in-8., VratiL lyiS. - Caccia ^ Compondio Genealo- gico-Storico dclle Aiigustc Case d** Austria e di I.orena, in-4., Cremona, 1778. - Fugger^ Spiegel der Ehren des Hauses OesterricJi , in-fol., Neuremburg,, iGGS. - Struvius, Corpus Historiae Germanicae ^ pcriodus 9, sect, i, de Rudolpho Hapsburgico, (i) Gerbert^ Fasti Rudolphini, 10 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. I. di quest' Imperatore ^ addesti andosi di buon' ora al- 1215-1270 Y uso dell'armi. Anche la lotta, la corsa e P equita- zione entravano a parte de' suoi utili trattenimenti 5 ma egli in ispecie spiccava nelF arte di slanciare il giavellotto 5 e^ dotato com' era di gran forza fisica j maggloreggiava fra'suoi compagni in tutti i militari esercizii. Alia morte del padre, Rodolfo eredilo per se solo il langraviato delFAlsazia superiore, come pure il Lur- graviato di R-hinfeldj e, insieme de'suoi fratelli (i), fu ei'ede di alcuni separati dominii nella Svevia e nella Brisgovia. del titolo di patrono di varie citta o Can- toni vicinij e della contea di Apsburgo, i cui abi- tantij essendo liberi , non potevano esser sottoposti a tasse arbitrarie. A malgrado della limitata estensio- ne de' proprii possedimenti , segui egli presto V esem- pio della maggior parte de' principi alemanni clie a que' tempi risguardavan la pace come poco onore- vole e si forzavan d'accrescere le loro fortune coUa sorte dell' armi e stando in sul depredare. Imperoccht>, coll' introdurre la magnificenza riel proprio palazzo^ coll' ordinare uno scelto corpo e col voler riunire un gran numero di avventurieri di tutte le nazioni^ (i) Ad onta di tutti gli sforzi del Fugger e dell' Hergott non riesce possibile il determinare con esattezza quali fossero i li- mit! della contea di Apsbuigo, quando fu ereditata da Rodol- fo : giacche si sono andati , sotto il nome di una tale con- tea, abbracciando tutti i possedimenti della Casa d' Austria in Isvizzera. E per altro certo che essa non comprendeva se non una parte del paese che riceve la dcnominazione di Argo- via. Le principali citta della contea di Apsburgo erano Bruck, Windisch e Araw. Vedasi Hergott , de Chorographia Hcip" sburgica ^ T. I , c. i. - Fugger^ L. L PiODOLFO Dl APSBURGO ti SI trovu avere speso piii di quanto non comportassero Cap. L le sue tenui renditCj e siccome da un altro canto ^^^0-1-175 anelava di segnalare colle arrai il proprio valore ^ lascio libero il corso al proprio genio clie lo spiii- geva alle militari imprese. Durante qualclie tempo, 1124^ si trovo costantemente occupato nel proteggere gli Stati vicini coutro le incursioni de'baroni e de' ban- diti, o nel portare la guerra nelle altrui terre e nel difendere le proprie contro ambiziosi vieiui. Ugo- ne di Tuffeustein , giovane barone che lo avea of- feso co' suoi discorsi, fu il primo contro cui Ro- dolfo porlasse le armi nel proprio paese. Comincio d.iir investire una piazza assai bene munita , che apparteneva al suo rivale , e ne fu rispinto 5 ma es- sendo riescito a guadagnarsi una sentinella del pre- sidio nemico 5 pote celatament^ introdursi nella For- tezza. Ugone cadde morto, mentre^con veri prodigi di valore J procurava difenderla. Furono poscia da Rodolfo rivolle lo armi contro Rodolfo di Lauffenburgo suo zio e tutore , clie acca- gionava d^avergli dispersa parte del suo patrimonioj e fra i cui seguaci s'abbatte in uri iutrepido e attivo avversario^ clie si cliiamava Goltofredo. I due parcntl^ dopo essersi vicendcvolinenle strazialc le loro pro- vince^ si riconciliarono , e il conte d^Apsburgo ot- tenne un risarcimento. Tale accordo slrinse con le- gami di intima amicizia i due giovani eroi , Rodolfo e GottofredOj che in quella breve lotta avevano im- parato a reciprocamente stimarsi. L' istoria ci presenta di poi Rodolfo impegnato iii una guerra contro Armanno, conte di Kiburgo^suo zio. I dominii della Casa di qucsto nome crane allora posseduti^ insieme^ dal secondo figlio d^Ulrico. vale a 12 STORIA DELL A CASA D' AUSTRIA Cap. L dire da Armanno il Maggiore , e da Armanno il Gio- 12 1 8-1 273 yane, suo nipote (i). Mosso dalla necessita di pagare le truppCj Rodolfo si era fatto dare da suo zio una somma di danaro j che gli era dovuta per la dote del- la madre; e animato poscia dalla facilita coUa quale venne secoiidata una tale domanda , e sempre piu stretto dalla crescente necessita ^ fini col riclamare una considerabil parte del territorio appartenente ai due Armanni. Ma veggendo rifiutata la sua nuova pre- tensionCj invase^ senza por tempo in mezzo^ i posse- ' dimenti di Armanno il Maggiore ^ occupo Baden ; Winter thur e Mersburgo'j si fece sborsare una grossa somma per la restituzione di queste piazze^ e otten- ne la promessa ^ che ^ se suo zio e suo cugino mo- rissero senza discendenti maschili ^ tutti i dominii della Casa di Kiburgo gli dovessero appartenere per 0) ULRICO.— ANNA, sorolla e coerede di Bertrando V , duca di Zoe- ringen. VERNERO ARMANNO, EDVIGE, il Maggiore , morto moglie d' Alberto nel 1264 di Apsburgo i padre di Rodolfo ARMANNO, ELTSABETTA5 figlia di Ugone, contc il Giovane, morto I di Werdenberg nel 19.63 [ ANNA moglie d'EBERARDO, figlio di Rodolfo di Apsburgo-Lauffenburgo. Per la genealogia della Casa di Kiburgo, vedi liergott^ vol, I; o Fuesselin^ Erdbeschrelbung ^ des Schweitz Edge- nosck^ vol. I, p. 183-90. RODOLFO DI APSBURGO i3 diritto di reverslone. In siffatta guisa, giunse egll a Cap. I. provvedere a' suoi piu pressanti bisognij ina perdet- 1218-1273 te Faffezione dello zio ^ e manco poco a pcrdere an- che le terre cui doveva ereditarCj avendo Armanno trasfcrite o sia regalare al vescovado di Strasburgo le contee di Baden ^ di Lentzburgo e di Kiburgo, clie gli furono poscia restituite come feudi di quella Chie- sa perche ne godesse insienie al nipote. Ma di cio si pailera piu innanzi. L' anno seguente^ Rodolfo 1245 $pos6 Anna Gertruda^ figlia di Burcarcio ^ conte di Hohenburgo e di Hagenlock ^ che gli porto in dote il castello d'Ottingenj la valle di Weile e alcune al- tre terre delPAlsazia. Dopo di tale matrimonio , gli Storici contem- poranei nulla ci dicono^ per lo spazio di alcuni an- ni J a] proposito di Rodolfo ^ sebbcne non sia in alcun modo probabile che un uomo di lanta solerzia sia rimasto lungamentc ncghittoso. Le cronache che riferiscono persino la piii piccola dellc sue azioui ^ non fanno adunque nessuna menzloue dl lui fino air anno I253 ^ allorche ^ insieme agli altri Sigiiori della parte imperialc o sia della fazione de'(jhil)elliiiij assail Bertoldoj vescovo di Basilca^ ])eiielr6 di notte tempo ne'sobborghi di qucsta cilia e vi brucio uu monastero di fanciulle: pel qual fatto fu egli scomu- nicato da Innocenzo IV. E forse appunto per otte- nere la rivocazione di tale scomunica si acconcio egli a' servigi di Oltocaro ^ re di Bocmia ^ e a porlarc le armi contro i Prussianij menlre cpicslo popolo, clic si trovava ancora imnierso nolle teticbre del pagaiiesi- mo J e contro del quale i Papi collcgali sosteneano una crociata^ difendeva la propria libertaj minaeciata da'cavalieri deirOrdine teulonico. llodolfo secondo i4 STORIA DELLA GASA D' AUSTRIA Cap I, di poi Ottocaro nella guerra che questi imprese con^ 1U18-1273 jj,^ j^g}^ j.g (}j Ungheriaj ed e altresi probabile che siasi trovato alia giornata di Cressenbruiij ed abbia avuto parte alia completa vittoria^ che assicuro al re di Boemia il possedimento delP Austria e della Sli- ria^ e per la quale fu Bela confinato fra i limiti del- rUngheria. (i). Di ritorno ne' suol dominii ^ Rodolfo ebbe a so- stenere varie guerre in Isvizzera e in Alsazia. Pre- sto soccorso al vescovo di Strasburgo^ contro del quale arraati si erano i terrazzani ; e unendo valore ad infaticabilita e destrezza costrinse questi ultimi a conchiudere una tregua.Nello stesso tempo si riconcilio coUo zio Armanno , il quale , contentissirno del suo cangiamento di condotta^ e allettato della rinomanza (i) Alciini autori ci presentano Rodolfo come Grande Scudlere del re di Boemia , ed asseriscono aver egli passali alcuni amii alia Corle di quel monarca. Dopo aver praticate le piu dlli- genli iiidaglni su di questo proposilo, ed essermi fatto carica delle ragioni addotle pro e contro , rogioni che io mi feci scrupolosamente a paragonare le line coUe altre, mi e sem- brato aver Rodolfo servito solto di Ottoci.ro, tanto contro i Prussian! quanlo in Ungheria ; ma nello stesso tempo mi e parso assai poco probabile , ch' egli sia slato Grande Scudlere di quel re, ed abbia stanziato parecchi anni alia Gorte di Boe-r mia. Se dovessi recare in mezzo ad uno ad uno i molivi che mi hanno condotto a siffatta opinione dovrei compllare una memoria e non gia una storia. Io indirizzero adunquc i let- tori agli scrittori che hanno metodicamente esposto quest' o- scuro soggetto, e in particolar modo a Calles ^ Aiinal. Aust.y p. 4o8j a Gerbert^ Fasti liildolphini ^ p. 295 a Gerard de Roo ; a Froelich , Dialogus quo discrptatiir anne Rudol-- phus Hapsburgicus regi Bohcmiae Ottocaro ab obsequiis Jiierit; etc. RODOLFO DI APSBURGO i5 clie Rodolfo incomlnciava ad acquistarsi, tento ri- Cap. L tirare dalle mani del vescovo di Strasburgo Talto ^ 218-1273 di donazione che gli aveva fatta delle proprie terre. La qual domanda^ accompagnata dalla promessa di nuovi soccorsi , venne pur rinovata a quel prelato dallo stesso Rodolfo , durante la conchiusa treguaj ma J avendone avuto un rifiuto , cosi gli disse : >> Poiche voi non serbate m^moria alcuua de^ piu segnalati servigi, e sembrate piu disposto ad alieiiare da voi anzi che ad affezionarvi i cuori de'vostri amici, Rodolfo di Apsburgo , da questo momento^ diviene il vostro maggior nemico ". E ponendo poscia la mauo suir elsa della propria spada^ continuo nelle segueuti parole: '? Fiu tanto che avro forza per reggere questo ferrOj ne voi, ne alcun^ altra persona giuguera a spogliarmi de'possedlmenti che dcbbono apparte- iiermi siccome mio retaggio materno 5 e giacche ^ contro ogni dettame di giustizia^ voi usurpate gli al- trui dominii^ sappiate che voi pcrdcrete ben presto anche i vostri ??. Ne ando la niinaccia fallita. GIo- vandosi del favore della trtigiia^ i cittadini di Stra- sburgo pregarono Rodolfo a voler acccttare il su- premo potere nella loro citta e il comando delle loro truppe. Una tale offerta empie di gioiaPanimo del Gonte, e quando egli s'avviciiio alia citta per prendere possesso della nuova dignitaj tutti gli abi- tanti di Strasburgo cscirono delle niura * se gli fe- cero iucontro salutando in lui il loro liberatorc 5 e considerandolo come un inviato celeste, riguarda- vano la sua preseuza quale un sicuro presagio della prossima vittoria. E pienamente le geste di Rodol- fo corrisposero alia comune cspettazione. Imperocchcj scnza frappor diniora uscito egli alia campagua , 1 6 STORIA DELL A CASA D' AUSTRIA Cap. L giunge improvvlso a Colmarj se ne impadronlsce , 1218-1275 prencle d'assalto la munltissima citta Ji Mulhauserij occupa la Bassa Alsazia^ e fa grande strage delle trup- pe episcopali. 11 dolore di tante perdite condusse il vescovo alia tomba. Enrico di Geroldezeckj suo suc- cessore^ porgendo orecchio ai consigli della prudenza^ cal6 alia proposla di comperare la pace colla ri- nuncia di qualsiasi pretensione sui dominii di Ar- manno^ e collo sborso di ragguardevole sommaj con ohe gli fossero restiluite le piazza clie facevan parte della sua sede. Fu da Piodolfo accettato Tatto di do- nazionej ma ebbe la gencrosita di rinunciare il da- naro , e prestamente sgombero Colmar , Mulhausen , e la Bassa Alsazia. Grati a siffotti servigi j i citta- dini di Strasburgo gli iunalzarono una statua di cui si conservano ancora gli avanzi (i). Armanno il Giovane, die mori nelP anno 126351a- scio un^unica figlia , natagli dalla «ua sposa Elisa- betta, figlia di Ugone^ conte di Werdenberg ^ alia qual figlia lasci6 in legato le contee di Burgdorf e di Chun, e la citta di Friburgo. L'anno vegnen- tCj Armanno il Magglore disease egli pur nella tomba; e Rodolfo, tanto in proprio nome , quan- to nella sua qualiti di tutore d^Anna^ prese pos- sesso delle contee di Kiburgo , di Lentzburgo e di Baden^ e di ogni altro dominio della Casa di Kibur- go. Merce siffatto ingrandimento di territorio^ con- servo ed accrebbe in Alsazia^ in Isvizzera e nel Gir- colo del Basso Reno quella prevalenza che il suo sapere gia acquistata gli aveva fin d^ allora che (i) Vedi Pinacothcca Principum Austrian T. II j p» 2, pL i4j n- i» RODOLFO DI APSBURGO i 7 ancora non gioiva se non se del tenue patrhiionio Cap. T. lasciatogli dal padre. i^iS-UyJ Lo stato d'inerzia convenir non poteva ne al- r indole ne alia condizione di Rodolfo * e di fatto la difesa de' suoi nuovi possedimenti poselo in ne- cessita di mantenersi, quasi senza interruzionej colle armi alia mano. Ma^ qiiantunque la guerra sembri essere stata in tali tempi ^ la prediletta sua occupa- zione^ non seguiva egli gia I'esempio di alcuni Ba- roni^ i quali straziavano gli abitaiiti delle campagne^ e spogliavano gP inermi passeggierij die anzi^ te- iiendo in quel secolo d' anarchia una condotta clie gli fece il piii graade onore^ purg6 le grandi stra- de da^ numerosi banditi che le infestavano ^ e difese gli abitanti delle eitta e gli uoniini liberi contro la tirannide de'Nobili. Oppose in ispeeie la sua resistenza ai Baroni sediziosi e a'lracotanli prelati^ i quali co- prlvano il loro ambizioso orgoglio col manto della religione. A s\ alto grado era giunta la faina della ^ sua giustizia e del suo valore, che egli si at^quisto p^rsino la benevolenza delle vicine repubbliche. Al- cune fra queste lo prescelsero ad arbitro nelle intesti- ne loro discordiej altre gli affidarouo il comaado delle loro truppe ^ e altre infiue lo clessero in pa- trono, E col farsi a proteggere la causa d(^' cittrifliniy Rodolfo diede prova di non niinore disccrniiuento che di giustizia. Avvezzi a difender le loro liberta contro ilNobilij o contro i circostanti Baroni , i cittadini erano quasi tutti ottimi nelFarml^ e d'animo nobile e vi- goroso forniti ^ e per la stessa natura del loro govcrno pill sommessi allamilitar discipliiia di quanto il fo^scro quelle torme di fuorosciti che le baiuliere de^ Sigiiori 2 1 8 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. I. seguivano. Dalla loro industrla e dal loro coinmercio 1215-1273 traevano essi i piii graudi soccorsi per provvedcre alle bisogne della guerra. L' istruzione che ricevevano nelle pubbliche scuole e la forza delF esempio illuminavano la loro mente, e piii robusti rendevano i loro coii- cepimenti. Maggioreggiavano nel tendere le imbosca- te e nel trovar ripieghi e stratagemmi 5 al che ap- punto precipuamente riducevasi allora tulta Parte del- la guerra. O guidasse le loro truppe^ o adempiesse Tufizio di loro patrono , Rodolfo si merito da essi confidenza^ noti meno che stimaj e i piii grandi "vantaggi trasse dalla loro amicizia^ poiche ^ assistito dal loro coraggio e dalle loro ricchezze^ giunse egli ad umiliare V orgoglio di tutti i suoi nemici. I bellicosi inontanari d' Uri^ di Schwitz e d' Underwaldj dai quali s^era oppjsta tanta resistenza al suo avolo Rodolfo^ liberamente lo elessero a loro Capo e protettore. Fu a liii riservato il comporre in piu di un incontro le intestine loro discordie , il rintuzzare le enormita de^ loro Slgnori e il respingere i fuorusciti italiani j che con frequenti scorrerie infestavano i tie Cantoi'^. Legati a lui coi vincoli del dovere , e aucor piu con quelli delF affezione , lo servirono col massimo zelo in tutte le difficili sue circostauze , ed egli li trovo sempre pronti a discendere dalle loro monta-^ 1265 S^^ ^ ^ seguirlo nelle battaglie. Nel 1265^ i Cittadi- ni di Zurigo lo nominarono loro prefetto, commet- tendogli il comando delle loro milizie. Questa carica traendolo in una guerra coatro il conte di Regen- sberg 5 .gli concito contro una formidabile confede- i^azione di Baroni ^ la quale tuttavia imniensanien- te contribm alia sua elevazione. I borghesi di Zu-* vigO; che era di que'giorni citta imperiale;> ave- RODOLFO DI APSBURGO 19 vano J durante 1 commovimeiiti cagloiiati iielF Iin- Cap. I. pero germanico dall' iaterregno , acquistati graadi ^^ 18-1275 privilegij e cominciavano ad aininlnlnistrare da se stessl le proprie cose. Affiae poi di resistere con mi- glior successo alle ostili imprese della Nobilta^ strin- sero alleanza colle circostanti repubbliclie , cercan- dosi fra i vicini principl un protettore. Spedirono quindi ^ a siffalto scopo j un ambasciadore a Lutol- do^ Barone di Regensberg, i dominii del quale ac- cerchiavano quasi da ogni lato Zurigo e si sten- devano lungo la riva orientale del lago, fino a Ra- perswil. Ma con isprezzo si rispose da quel Signo- re al supplichevole messaggio. >» Sappiano i vostri concittadinij » cosi disse a' ZurigLesi >> trovarsi la loro citta stietta frammezzo a'miei possedimenti ^ come Jo e il pesce entro la rete: che si sommettano a nie^ ed io li governero con dulcczza '>. In si disgraziata cir- costanza que'cittadini ebbero ricorso a Rodolfo^ il qua- le ^ accettando le loro proposizioni^ si condusse a Zurigo e quivi assunse il comaudo delle niilizie. Senza lasciarsi abbatterc dalP alleanza che Lutoldo aveva 8tretta col conte di CocktuiburgOj fondo lutte le sue 5peranze nella prontezza e nel vigore delle proprie iraprese* e di fattOj raccolte prestaincnte le sue pro- prie truppe e quelle di Zurigo ^ oUcnuli anclie al- cuni soccorsi dalle citta delP Alsazia e del Basso Re- no J e riuniti sotto i proprii stendardi i montaaari d' Urij di Scliwitz e di Underwald ^ mosse tosto contro il ncniico. Rodolfo 5 in questa picciola guerra dicde prova di quel valore e di quel sapere ^ per cui poscia so- pra un teatro piu vaslo si scgnalo. Gli cscrciti ne- nxici si crano appostati nei dintorni di Zurigo. Or- ^40 STORIA DELLA CASA D^ AUSTRIA Cap. I. dinate le sue truppe 111 battagliaj il conte di Apsbiir-^ >!^ lb- 1 127.) gQ j^ guido alia pugna col suo ingenito ardire 5 e gia era penelrato iiel cuore de' battaglioni nemici ^ quando ad uii tratto cade di cavallo^ e per la vio- Lnza della caduta rimane tramortito. Muller di Zu- iJgOj uomo di smisurata forza , vola in soccorso di lui J lo copre col proprio scudo , lo rialza e lo fa ascender snl proprio cavallo. Rodolfo allora , clie serabr6 aver preso maggior coraggio dalP irnminente pcricolo corso , rannodo i suoi soldati , li con- dusse di nuovo all' attacco e ottenne decisiva vit- toria (i). Dopo tale disfatta, 1 confederatly cangiando consl- gliOj tentarono tirare in lungo la guerra col distribuire le loro triippe nelle numerose loro Fortezze. col noiare senza posa con celeri scorrerie la citta di Zu- rigo e col portare il guasto ne'dominii del conte di Apsburgo. Comunque avveduto fosse questo disegno, Eodolfo lo fece andar vuoto ^ opponendo ad esso tutta la propria vigilanza e destrezza; e in siffalto in- coiitro provo non essei'e minore la sua perizia nel circondare e sorprendere le piazze forti del corag- gio cbe in aperla campagna avea dimostrato, Deli- beratosi innanzi tutlo a volersi impadronire de' ca^ gtelli di Glanzenberg ^ di Balder e di Utleberg ^ luo- glii importantissimi ^ poiclie dominavano i dintorni di Zurigo ^ cosi lie venne a capo. Commise a uno scelto corpo di truppe ^ scendessero giu pel fiu- rue Limmatj suUe cui sponde s' innalzava il castel- lo di Glanzenberg. Giunti a questo, i barcaiuoli ^ get- t^no i loro vestiti nelF acqua y e gridano con ispa-* (i) Kitodurani Chronicoru^ p. 8, RODOLFO DI APSBURGO 2! vetitose voci ^ come se avessero naufragato. 11 pre-^ i2i8-^i2'^3 sidio esce della piazza per correre a saccheggiare il navigllo^ ed allora il corpo di truppe xhe era stato precedetitemente nascosto in un bosco^ si precipita nel castello^ e^ seiiza iiicontrar la menoma resisteii'- za, se ne impadronisce. Ne furono meno felici i teutativi del conte di Apsburgo contra il castello di Balder ^ situate sopva TAIbis. Sceltij fra' suoi^ trenta cavalieri e altrettanti fantij e narrate loro il pericolo e la gloria dcl- r impresa j li richiese se si sentissero abbastaaza forti per seguirlo : sulla loro risposta di essere tulti pronti a vincere o morire^ ordina ai cavalieri di preiidersi in groppa i fanli ^ e con loro si avan-* za , seguenJo sempre FAlbis^ verso di Balder. Arri- vato in poca distanza dalla Fortezza ^ nasconde i fanti in una folta maccliia ^ e segu'ito dai soli ca- valieri s"* avvicina alle mura e si fa a provocar con insulti i soldati del presidio , i quali, non veggcndo clie trenta uomini ^ escono ^ per punire le temerarie ingiurie^ precipitosamente dalle loro trincce. Rodolfa iriostra fuggire^ c trae cosi gP inimici a iiiseguirlo al di la della maccliia ove avea postati i snol fanti. Giunti cssi inavvertenlemente in tal luogo^ i ca- valieri del Conte ad un tratto si raccozzano^ i fanti escono fuori del nascondiglio , e gli uni c gli altri rneltendo altissime grida ^ assalgono furibondi i ne- mici clie J sopraffatti e posti in disordine^ danno Volta subitamente. I vincitori s'' impadroniscono dclle porta, Cj uccisi o fatti prigionieri i soldati rimasli entro le mura^ distruggono immcdiatamente la For- tezza Colla stcssa sua astuzia giun«e Rodolfo a hnp^^ 22 STOUIA BELLA CASA D' AUSTRIA Cap. L xlronirsi pure di Utleberg. Avendo sapulo clic uii 1218-1273 ^Qj,pQ jj cavalleria^ con cavalli grigi ^ sortlva ognl giorno dal castello , per andare in cerca di caccia- gione o di LottinOj ordint) che un egual numero d' uomini salissero sopra altrettanti cavalli di quel colore. Sul fare della sera questa truppa corse verso il castello ^ come se si trovasse inseguita da quei di Zurigoj e la guernigione lasciatasi vincere dalPin- gannOj apri le porte credendo accogllere i suoi. II castello fu pveso e guastato. « Tali faltij " dice con ragione I'istorico della Svizzera, '? sono piu proprii a dipingere il carattere di un uomo , che nol sareb- bono un gran numero di pagine consagrate a de- scrivere le sue qualita '? (i). Dopo una serie di stralagemmi di questa manie- ra, dopo varii assedii e diversi combattimenti ^ gli sforzi del conte di Apsburgo furono coronati da un pieno buon successor poiclie^ presi di terrore^ i Baroni confcderati , esclamarono: " E vana ogni resislenza, Rodolfo ^ invincibile. » E toltisi subito dalla lega clie aveano stretta col conte di Regensberg, chiesero la pace , clie fu loro conceduta a moderate condi- zioni. L' abbandonato Lutoldo si vide costretto a supplicare coloro cbe aveva provocati ^ ma non pote interrompere il corso delle ostilila se non se col cedere a Zurigo una gran parte de' dominii che an- cora gli rimanevano. Fu il suo nome compreso nel novero de' Cittadlni di questa citta^ dalla quale ot- tenne una vitalizia pensione^ e fim da semplice par- ticolare i suoi giorni nel seno di una repubblica, cui aveva ricusato di essere Capo. (i) Planla^ vol. I7 p» ii5- RODOLFO DI APSBURGO 23 Ma prima di giungere a sciogliere una tale confe- Cnp. I. derazlone 5 si era trovato il conte di Apsburgo sul 1218-1273 punto di romper guerra con Bertoldo di Falk en- stein ^ abate di San Gallo, e prelato non meno possente che ambizioso. Non era per anco Rodolfo entrato in possesso delPeredita della Casa di Kibur- go J che gia qiielP abbate lo aveva invitato a ricono- scere il suo alto dominio per alcuni feudi dipendenti dalla sua abbazia; e avendo il conte di Apsburgo negato, o trascurato ubbidire airintimazlone , lo sde- gnato Bertoldo condusse a Wyl, sui couGni del paese 1272 di Cockenburgo ^ un ragguardevole corpo di truppe coirintendimento d' invadere i possedimenti di Ro- dolfo. Si accignea questi a respingere V ostile im- presa, quando riseppe ^ clio i Cittadini di Basilea, cedendo alle insinuazioni del loro vescovo* si erano , dopo un torneo loro dato dal conic di Lauffenbur- go, sollevati a rumore ^ e aveva no trucidati diversi Signori della sua famiglla e della sua parte. Arse Rodolfo di sdegno alP annunzio di tanta perfidiaj raa trovandosi tuttavia in guerra con due baroni poderosi, e minacciato dalP abate di San Gallo , non pote suir istante condursi a Basilea per vendicar quella strage. Aveva inoltre imparato a reprimcre alquanto P impetuosita del proprio caraltere ^ e a piegarsi alcun poco alle circostanze. Convoco adun- que i suoi piii intimi consiglieri ^ e parlo loro di questa guisa: »> Da una parte io sono rattenuto dal mio interesse ^ e dalP altra chiamato dalle incalzanti sollecitazioni de' miei amici. Fino ad ora ho rifiutato far professione di vassallaggio pe' feudi gia possc- duti da Armanno, mio zio , e che a giusto titolo f'cxnno parte della mia ereditaj ma colui il quale si 24 STORIA DFXLA CASA D" AUSTIUA Cap. I. trova a fronte due posseali inimici , e nella necessila -1273 jj riconciliarsi colFuno cli essi. Se^comee mia opinio- ne 5 gludicate voi pure essere piu nobil cosa il ven- dicare gli amici anzi die consultare Ic voci del pro- prio interesse^ concludiamo la pace con Bertoldo '?. I suoi consiglieri approvarono un talc partito e pro- posero di rimettere a uu terzo la decisione della differenza. « Non vi ha bisogiio d'arbItrOj'5 interruppe Rodolfo J '? la cosa debbe esser lerminata alP istante^ e saro io stesso il mediatore •». Con quella confi- denza che la grandezza d' aniiuo inspira^ parte sul fatto col solo seguito di sei persone ; giunge a Wyl, ove r abate se ne stava seduto a meusa con gran nuniero di signori e di cavalierij si presenta senza timore alia porta della casa ^ e chiede di essere in- trodotto. Quando senti nominare Rodolfo, crede Ber- toldo clie si prendesse qualche equivoco, o clie al- cuno de^suoi convitati volesse fargli uno scherzo: ma fu ben presto disingannato J e quanto puo mai dirsi sorpreso ^ allora die vide lo stesso Rodolfo^ senz' ar- mi e quasi solo , comparire in mezzo ad una brl- gata di guerrieri ^ riuniti per oppugiiarlo. '> Vengo , >? disse il valoroso Conte, '? a terminare la nostra querela. Voi siete il mio Signore^ ed io sono vostro vassallo. Noti vi sono i motivi^ che mi hanno im- pedito di consentire a riconoscere i miei feudi da voi. Si receda per noi dal conibattere. Io sono di- sposto a riconoscere i vostri diritti ^ e a dichiara- re die non vi sara mai piu guerra fra F abate di San Gallo , e Rodolfo ^ conte di Apsburgo ». Com- mosso dalla sua francliezza, Bertoldo lo accoglie con ogui maniera di festevple amicizia^ e lo invita a se- dcrt' a lavola. Durante il pranzo , Rodolfo imprese RODOIJFO DI APSBURGO aS a narrare il cleplorabile fine del torneo di Basilea ^ Cap. I, e con SI vivi coloriti seppe egli dipingere il furore ^^^^'^'^J^ del popolo e la baldanza del vescovo , che accese lo sdegno neiranlmo di tutti gli astauti. Avvedutosi tosto di avere ottenulo uii tale effetto ^ continua in que- sto niodo: « Le leggi della cavalleria m'impongono di tulto sprezzarCj di tutto affroatare per vendicarmi del popolo di Basilea ^ e delP Italiano clie ne e ve- scovo «, E a siffatte parole tutto il couvito^ *on nnanime voce^ risponde: ^ Questa e la causa di tutta la Nobilta ! «* e P abate di San Gallo e tutti i suoi vassalli oifrono i loro soccorsi a Rodolfo , il quale in tal guisa giunse a camblare un nemico in alleato. Accetto egli Pofferta^ ed insieme a' Citladini di Zu- rigo li coudusse iino sotto le mura di Basilea ^ i cui abitanti furono presto costretti a dargli s'oddisfazioae^ € a consegnargli alcuni ostaggi. 11 conte di A psburgo rivolse poscia le armi contro lo stesso Vescovo ^ il quale consideraiido il Heno , siccome un riparo in- sormontabile^ disprezzava tutti gli sfoizi da^ suoi ne- mici. Ma avendo Rodolfo (i) passato quel largo e ra- pido fiume sopra un ponte di picciole bardie ( in- venzione antica che egli sembra avere pel prirno ri- novata ) ^ tolse al Prelato tutti i possedimenti ch<5 (i) „ Eodcm tempore comes Rudolfiis ut infesfarct domi- niini Basiliensem , Rhcnum transire non potciat: unde naves quas in curru ducere poterat faliricarl fecit. Et quando vo- liilt, cum ipsls Rhenum transivit, et in homlnibiis cplscopi sii- perveniens, improvise eos saepius graviter infestavit, et post in eisdem navibus per Rhenum redicns , eas ad tutiora loca in currihus perducebat ,,. Chronicon Colmariensis et pars al^ tera Germanicnc Hlstoricorum qui post Jlenrici IV, Imp, aetatem trecentis annis scripscrunt^ pag. ?)(}. - Tsclmdi ^ CJironifon fie.h>€iUunu 26 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. I. aveva al di la doUe mura di Basileaj e costringendo 121 »- 1273 ^Ij^ fuga^ o esterminatido col fcrro ^ i contadini, ne brucio le case^ i villaggi ^ le ricolte ^ e devasto per- sino le foreste. Ridotto a tale esti'emita , il Vescova chiese e ottenne un armistizio di vetitiquattro glorni ^ durante i quali doveva esser posto fine alia querela per mezzo di arbitri (i). (*) Per tulli gli nvvenimentl della vita di Rodolfo, esposti nel presente capitolo, si sono consultati : Martini Minoritac Jlores temporum^ ab initio seculi usque ad an. i2go, " Hen- rici Steronis Chronicon ^ 1^66- i3oo. - Dominicanorum Col^ mariensium Fasti. - Joannis Vitodurani Chronicon, - y^l- herti Argentinensis Annales, - Guillelmanni Hapsburgia^ cum. - Gerberti Fasti Rudolphini, - Gerard de Roo. - Fug- ger. - Leu Hehetisches Lexicon, art. Rodolph. RODOLFO DI APSBURGO 27 C A P I T O L O 11. 1273-12:75 Rodolfo di Apsburgo elelto re cle' Romani — Motwi dell a sua elezione — E confennata dal Papa — » Opposizioni di Ottocaro ^ re di Boemia, JAoDOLFO se ne stava a campo sotto le niuva di Basilea, attendendo la fine delF armistizio, quan- do^ un giornOj a mezza nolte^ fu egli svogliato nella sua tenda dal nipote Federico di Holienzollerii (i), burgravio di Norimberga^ il quale veniva ad an- nunziargli ^ averlo gli elettori dclP Impcro ^^ennani- CO5 nominato , ad unanimita di voci, re de^Ro- mani. Nel primo momento dcUa sorpresa , il oontc di Apsburgo non pote prestar fcdc a tale aununzio ^ ed anzi non celo la sua indignazione contro il Bur- gi'avio in cui supponeva Pintenzione di volcrlo insul- tare. Ma fatlo persuaso della verita della cosa dalle protestazioni di Federico, c dalle lettere dcgli Elet- tori, accetto con trasporto 1 offertagli diguita. Per- venuta a' cittadini di Basilea la nuova della sua elezione , gli apiirono toslo le porte , a malgrado delle opposizioni del Vescovo. >> Noi abbiamo impu- gnate le armi contro Rodolfo , conte di Apsburgo , e non gia contro il Re de^ Roraani >5, cosl risposero al Prelato, il quale fu costretto a eoncliiuder la pace. (i) Federico era figllo di Corrndo TT, hiirgravio di ^orim^ bciga, e di Cleinenzia, sorella di llodoH'o. 28 STORIA DELLA. CASA D^AUSTRIA Cap. IL Furono restituiti dalP una parte e dalP allra i pri^ ^^'"^'^''>^^ glonieri 5 e le truppe di Rodolfo entrarono trionfanti in Basilea. II nuovo Sovrano vi fu ricevuto in mez- zo alle generali acclamazioni 5 i Citladini gli fecero i^iuramento di fedelta^ e lo presentarono di ragguar- devole somma , perche provvedesse con questa alle spese della sua coronazione. Afflitto dell' innalzamen- to del suo avversario J il vescovo di Basilea ^ si per- cosse la fronte ed esclamo : « Grande Iddio^ tienti forte su la tua sede^ se non vuoi che Rodolfo oc- cupi il tuo trono (i)"* Prima di spingere piii oltre 1 nostri passi j pren^ diamo a considerare lo stato in cui si trovava la Germania all' epoca dell' elevazione di Rodolfo al trono imperiale. e le cagioni che hanno dato luogo a tin tale avvenimentOj senza sapula di lui. In varie parti dell' Europa ^ la potesta de' Baroni si era tro- vata circoscritta entro certi limiti^ e la interna tvan- quillita delle province si era andata consolidando: ma tale non era stata la sorte della Gerniania. Questa contrada ^ quasi serapre in preda alle discordie^ mo- stravasi commossa da continui trambusti politici e straziata da ogni maniera di disordini: gli stessi pin possenti monarclii, incapaci a moderare Jo spirito li- cenzioso de' Baroni ^ non avevano inoltre alcuna pre- valenza nelle province discoste; e quel vasto paese, diviso come era in un gran numero di indipen* dcnti sovranila^ piu non formava un Impero, clie potesse agire con sistema uniforme e generate- Po- tentissimi i principali Capi, e dotati di un' indole (i) „ Sede forlilcr, DomineDcus, vel locum Rudolfas oi:-» cnpr.brt Ilium ! „ Alhsit, Jlrgent- p. 100. RODOLFO DI APSBURGO ^g irrequieta e bellicosa^ si trovavano del continuo occu- Cap. H. pati in assalire i possedimenti vicini o nel difendere'^/*^'^^'^ i proprii. Gli Stati meno considerabili , e i Signori meno poderosi seguivano la fortuna degli altri come meglio loro coasigliava o il loro proprio geuio ^ o la loro sicarezza. A questa deplorabile anarchia diedero luogo le contestazioni che tennero lungamenle divisi i papi e gli imperatori della Casa di Svevia^ non meno che il graduale decadimento della imperiale potenza^ la quale, alia morte di Corrado iV, si trovava quasi interamente distrulta^ e non pote al ceito essere ri- storata da principi quali furono Guglielmo d'Olan- da, e Riccardo conte di Cornovaglia (i). Alia corru- zione e non alia personale sua prcponderanza ando questi debitore d'aver ottenuta la corona imperiale, II sue poterCj debole in se stesso^ si era ancor plii affievolito per le sue quasi continue assenze^ e per la contraria elezione di Alfonso ^ re di Castiglia. Quantunque sia un fatto incontestato^ avere Uiccar- do usati alcuni atti di sovranila^ ed essere stato ri- conosciuto dalla maggior parte de' principi e degli 5tali qual supremo Capo dell' ImperOj egli tuttavia non era stato impcratore clie di nome ; e durante lutto il periodo del suo regno ^ la Germania si era trovata^ per cosi dire^ esposta a' mali non meno orribili di quelli cui soleva andar soggetta durante la vacanza del trono imperiale. (i) IVIccardo era fratello di Arilgo III , re d^ Inghillerra. Yedl il Gebauer''s Leben and Tliaten Richard EJirwallen Roniischcm Kaysers ^ il quale v uu ciirioso c autcntlco fram-r mento intorno la vila ed il regno di Riccardo di^ Conio« \aglia. 3o STORiA BELLA CASA D' AUSTRIA Cap. II. La morte di Riccardo, avvenuta nel 1271 ^ fu se- 1273-1275^^^^1^^ da un vero iaterregno di due anai , iie' quali V aaarchia al piu alto grado prevalse. Per esprimere le sciagure di tale iiitervallo ^ gli istorici contempora- xieij valendosi del linguaggio della Scrittura, esclania- 110 : » Non \i aveva re in Israele^ e ciascuno vi ope- rava quanto credeva giusto a^ suoi proprii occlii »?. Attignendo le espressioni alia stessa fonte^ T arcive- scovo di Colonia descrisse , in una lettera indiritta al Papa^ la desolazione della Germaniaj colla se- guente sublime immagine : « La terra piange e languisce j il monte Libano 6 scosso fino dalle iondamentaj e la luna apparisce tinta di sangue »>. Questo Principe paragonava la situazione della Ger- iiiania , prima dell' innalzamento di Rodolfoj a una notte d'invernOj e il principio del regno del nuovo Imperatore gli sembraya il ritorno della primavera (i). Usando una politica ben diversa da quella degli al- tri papi j i quali avevano sempre mirato a perpetua^ I'fe le querele della Germaniaj rifiuto Gregorio X di riconoscere Alfonso re di Castiglia^ e minacci6 che avrebbe egli stesso nominato un re de' Romani j se gli elettori non avessero posto fine all' interregno. Per prevenire quindi le disgrazie di una duplice ele- zlone J le citta imperiali fra loro si collegarouo j e convennero di non riconoscere per supremo Capo se non quel principe , il quale fosse stato eletto ad unauimita di suffragi. Queste determinazioni com- binate cogli opposti iuteressi degli elettori ^ contri- buirono a rendere piu difficile la scelta di un Im- peratore. (j) Gerberti Fasti Rudolf, p. XXIV, c Codex Epist.i^.^, RODOLFO m APSBURGO 3i In SI deplorabile coiidizione cll cose ^ gli elettori Cap. 11. si riunirono a Francoforte nel settembre del i^ji^ 1270-1275 Due candidatij Alfonso re dl Castiglia^ e Ottocaro^ re dl Boeniiaj in egual modo si adoperavano per- che fosse loro conferlta la corona imperialej ma^ contro ogni aspettazione^ tutti i voti caddero su Rodol- fo di Apsburgo. Varie e diverse cagioni cospiravano insieme a favorire una tale elezionej ma piu di tutte i particolari interessi de' sette Principi^ cui apparte- neva in allora il diritto di elezione: vale a dire ^ de- gli arcivescovi di Magonza , di Colonia e di Tre- veri 5 del i^e di Boemia 5 d'OttonCj margravio di Brandeburgo 5 d' Alberto j duca di Sassonia , e di Luigi di Baviera J conte palatino^ il quale sembra aver avuto il diritto di suffragio in comune col suo fratello Arrigo. In Vernero D'Eppenstein^ elet- tore di Magonza^ riconobbe Rodolfo il piu caldo soste- nitore. Dopo la propria esaltazione si era quel Pre- lato condotto a Roma per ottenere la Bolla di con- ferniazione dal Papa^ e ricevervi il pallio dalle mani di Sua Santita 5 ma poiclie erano le pubbliche vie infestate da banditi , Rodolfoj in persona ^ gli aveva fatto scorta nel passaggio delle Alpi ^ e al suo ri- tornD lo aveva ricevuto con magnificcnza. Memore a tante testimonianze di considerazione ^ e amma- liato dal carattere e dalP ingegno del conte di Ap- sburgo , Vernero gli espresse il desiderio di mo- strarsegli grato nella prima occasione clie se gli fosse offerta* e questa occasione essendosi in fatti da li a poco prescntata^ il riconoscente Prclato ])osc in o- pera tutta la sua prevalenza per far cadere P elezione in Rodolfo. Si assicurA in segreto de' voti degli elet- tosi di Treveri e di Colonia , e ,fcce concepire agU 3-2 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. II. altri la speranza di poter istringere un^intimaalleanza 2.276 1U75 ^Q^ quello che propoiieva loro per Capo, avendo que- sti sei figliuole da maritare. Fu il suo partito effica- cemeiite sostenuto da Federico di Holienzollera , il quale uiiito a RodolFo co' vincoli del sang lie e con quelli deiramicizla^ e godendo di molta riputnzione fra i priiicipi secolari ^ noii poco coatribui a toglier di mezzo tutti gli oslacoli. Per un leggiero sospetto di iiifedelta, Luigi il Se- verOj duca di Baviera, aveva posto a morte la pro- pria moglie^ Maria del Brabante. II papa Alessaa- dro IV lo aveva bensi assoluto da tale delitto^ a con- dizione che avesse a fondare un convento di Cer- tosioi; ma tuttavia non era Luigi riescito a sedare lo scontento de^ signori bavaresi ^ insorli a rumore percli^ convinti delPinnocenza di Maria. Temendo per €10 r interveiizione di un nuovo Imperatore^ accolse Luigi con gioia 1' offeria di sposare Malilde, la figliuola m:aggiore di Rodolfo, e consenti a prestarsi nel fa- Torire la nomina di un principe^ i cui interessi sa- rebbono per trovarsi cosi strettamente collegati ai suoi^ Anche due altri eletlori secolari^ Alberto ^ duca di Sassonia j e Ottone ^ margravio di Brandeburgo si lasciarono allettare dalla speranza di ottenercj il primo ^ Agnese , e il seoondo ^ Edvige, figliuole amendue del conte di Apsburgo. Tutte le circostan5§e mirabilmente erano in Rodolfo conformi ai disegni degli elettori , i quali deside- ravano un Capo e tcmevano un padrone. Le sue vaste cognizioni lo additavano idoneo a governare le redini dell' Impero ; e la limitata ampiezza dei suoi particolari possedimenti lasciava a' principi del Corpo germanico la speranza , che riuscirebbegli af- RODOLFO Di APSBURGO 33 fatto impossibile il toglier loro i feudi, che si erano Cap. IL usurpati durante i trambusti delP Inipero , e il reg- 1270-1 27a gere la Germania con lo stesso dispotisnio. cui avrebbe questa soggiaciuto sotto i possenti monarchi delle Case di Franconia e di Svevia. Essendosi per tal niodo Vernero assicurato del voto di sei elettori , fu posto nelPassembiea il parti to che ciascuno si I'imettesse ^ per la noinina del re dei Romani^ alia decisloiie del solo Lulgi di Baviera. Si glunse ad ottenere a tal uopo il conseuso degli aniba- sciadori del re di Boemia, facendo lore credere che la scelta cadrebbe sul loro Signore • e s'indussero gli altri elettori ad accordare due voti alia Casa di Baviera. Di questa guisa^ Rodolfo , conte di Apsburgo , fu r eletto 5 e senza alcun riguardo alle rimostranze dei uiinlstri di Ottocaro , si dichiarci ^ V elezione essere stata fatta ad unanimita di suflragi ^ e col coucorso di sette elettori (1). (i) Tarilo nelle sue lelterc al Pupa , qviaiiro ne'' siioi de- creli e alti publ)lici, RodoHo dli hiara , die la .sua elezio- ne fu utianiine. Qu(,slo fatlo e slato iicouoseiuto dai Santo Padre non die da tulli gli autori (onleinporanei e poste- riori. Vi ha tutlavia una gran dlscordairza di opiuioui lii- torno al modo cou cui si fosse couseguita una tale unanlniila. Tutti sono d^ accordo die soltaiito a selle elettori s** aspet- tasse il diritto di sui'fragio} nia alcuni pretendono , die, oo- me gran coppiere , Ottocaro avesse \ui votoj ed allri \o- gliono che non ne avesse alcuno, perdie era aleinanno. Da questi ultimi si sostlene , non conipetesse a lui il dirillo di \otare se non quando vi fosse diversitii IVa gli altri sei elcl- tori j e dai prinu si dice, aver egli dapprineiplo aeionsen- tito al proposto parlilo, e non essersi poscia avut') altiui ri- guardo alle sue cotitrarie rimostranze. Gli autori , i qtiidi non vogliouo in alcun niodo coucedere , die Ottocaro abbia dalo 3 34 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Tap. I. Fu, in Aquisgrana, cinta al nuovo re de' Roman! , jsyo-i^yj j^ corona cli Carlomagno e a qnesta cerimonia ten- jie subito dietro lo sposalizio di due sue figUuole ^ il sua voto , si fanno ad accertare chc Lulgl, conte palatino, e il SLio fratello Enrico , duca delia Bassa Baviera , avcssero ciascuno un suffragio. In uno dei due casi, gli elcttoii sarebbono stati: 1. LVleltOre di Magonza. 2. L'' eleltore di Colonia, 3. L' tlettoi e di Treveri. 4. l\ re di Boemia, r LuiGi ) CConle palatino. 5f } Jconief (Enhico) (duca di Baviera. 6. L' eleltore di Sassonia. y, L"* elettore di Brandeburgo. NelPaltro caso: I. L'' elettore di Magonza. Q. L*" elettore di Coionia. 5. L' elettore di Treyeri, 4. E^'ig^^ Conte pcJatino, C LuiGI " 5.] \ 6. L** elctiore di Sassonia. J, L' elettore di Brandeburgo, come duchi di Baviera Alia Dicta di Augusta, nel I2y5, lia bensi R.odolfo pubblica- to un decreto per decidere cerla contesa insorta fra Ottocaro e Luigi , in proposito al diritto di votare nelP elezione d' un re de' P.omani 5 ma un tale decreto e concepito in termini tanto oscuri , clie rimane sempre il dubbio se i due principi di Ba- viera avessero il diritto di uno solo, o di due voti. Tuttavia fu definitivamente statuito su di un lal diritto nel 1290 , nel qual anno Rodolfo confermo Venceslao , figlio del re di i$oe-' mia neir elettorato e nelP uiicio di gran coppiera E per altio da notarsi, non aver egli consldcrato un tale diritto, die co- me appartenente agli antenati di Ottocaro , ma non gia a qucsto principe. Ecco lo sue parole : ,, Ilaec vero jura pin- ceinatus et electoratus nedum dicto regi et suis haeredibus dedicimus competere sed etiam suis progenUoribus abauis , atavis^ proai^is ^ avis ^ pure plenissime competebant „. Gol-^ dnstus 5 de Regno Bohemiae append, p. 09, La Bolla d'oro deir imperatore Carlo IV non allribuisce al ramo palatino die \\n solo suffragio elettorale. Chi desiderasse esann"nare queslo punto oscuro d** istoria , 1273-127^ ROnOLFO DI APSBURGO 35 Malilde e Agnese , con Luigi di Baviera e Alberto Gap. I. duca di Sassonia 5 il die accrebbe F influenza del nuo- vo Monarca . e ad lui assicui 6 F assistenza di due pos- senti Principi. Gomunque gia ollrepassasse Rodolfo il suo unde- cimo Justro ^ non e percio cbe non facesse chiaro ^ con un gran numero di famose imprese ^ cjuanto fosse degno del trono su cui era salilo- II repeu- tioo cangiamento della sua foiUina non ne produs- se alcuno nc . 1 27 j- 1^75 Per biiona sorte di Rodolfo ^ e per la tranquillita della Geriiianiaj era Gregorlo X un pontefice uma- no J generoso e prudente ^ die aveva nel corso di u- na lunga esperienza acquistato una profonda cogni- zione degli uomini e delle cose. Un ardente zelo per la propagazione della fede cattolica costltuiva il di- stintivo pill caralteristico della sua indole j e la sua piu grande aml)izione consisteva nel potere ordinare un csercito di Grociati da spedire contro grinfedeli^ al conseguimento del quale scopo costantemente rivol- se egli tulti i proprii sforzi. Vero padre de^ Cristia- ni 5 ben lungi dal fomentare ^ procuro sempre se- dare le querele delP Impero ^ e fu del continuo in- tento a niantenere la pace fra gli Stati di Germa- nia J avvegnaclie si fosse la politica de' suoi prede- cessori incessantemente occupata in scnilnarvi la di- scordia. Possedeva in grado emincnte Parte di con- ciliarsi P affezione di tutti quelli cLe lo avvicInavanOj e di interessare alle sue mire anclie le persone clie ne fossero le piii aliene. Dicasi in ultimo , come egli procurasse ottenerc colla masslma sua clcmenza e dolcezza , quanto cransi i suoi prcdccessori usurpato colle piu stravaganti pretensioni. Accolti dal Papa con lielissimi modi^ ottennero gli ambasciatori di Hodolfo Pimpelrata conferma ^ col sottoscrivere che fecero in nome del loro Signore^alle condizioni cui aveano Ottone IV e Federiro II precc- (i) Nella Biblioleca impcrliilc di Vienna si conscrva una copia nianoscrilta di questa lettera che il Gcrbert ha puh- bllcato nel suo Codex Epist, Rudolph, /, p. i. 38 STORIA BELLA GASA D^ AUSTRIA Cap. If. (leutcniciite giurato osservarc * col ratificare tiiUc le ^'^^^"^'-^^^ donazioni state tiagli Imperadori fatle alia Saata Sede 5 dando parola clie non sarebbe Rodolfo per accettare negli Stati della Cliiesa nessun utizio e nessuna carica seiiza V approvazione dl Sua San- tita ^ e niai non turberebbe ^ o comporterebbe clie altri turbasse la Casa d' Angio nel godimento dei regni di Napoli e di Sicilia , clie dessa possedeva come feudi della Chiesa 5 e fiaalmente , pronietten- do clie Rodolfo avrebbe condotla in ])ersona una Crociata contro gli Inicdeli. in conseguenza, Sua Santita accordo al nuovo Re la sua protezione , ri- cusu di porgere oreccliio alle olferte di Ottocaro, e pervenne anche , dopo niolti ostacoli , a persuadere Alfonso, die rinunziasse alia corona imperials i2;5 Grogorlo X e Rodolfo ebbero una conferenza a Losaiiua, nella quale perfezionarono V opera del loi'O negozialo , e nella quale il Capo della Cliie- sa e queilo delP LTipero j che segnalavaiio a gara la loro buona fede ed ogiii altra loro prezlosa dote J strinsero insieme nodi d'' amlcizia e di reci- proca stima. Furono da Rodolfo pubblicamente ap- provati gli articoli gia in suo iiome coueliiusi dai suoi ambasciatori 5 gli elettori e i principi cbe si tro- vavano presenti ne imitarono V esempio ^ e il Papa confernio di nuovo V elezione del re de'Romani, a condizlone cbe I'anno seguente si sarebbe condotla a Roma per I'icevervi la corona imperiale (i). Al fi- (1) Qnnn{iinf|ne^ Roclolfo non sla stalo coronato a RoiDa e Jifwi abbia quliidi giaminai preso al(ro titolo se non sc qucllo di rt^ da' Rouiani y io segulro F esempio degli altri slorici ^ dando qualclje volta cosi a lulj come a** suoi successor'u il ti- tolo d"' iinneratore. RODOLFO Dl APSBURGO 39 nive della conferenza, Rodolfb e i principi deirim- Cap. If* pero si obbligarono a conibaltere gli Iiifedeli. i^jj-j'i^j Durante la negoziazioiie del re de' Romaiii con Gregorio X^ Ottocaro si forzo d' abbattere T auto- rita del iiuovo Capo degll Stati germanici, e di con- federarsi coi prmcipl alemauni 5 e iioa solo rifiuto qualsisia proposizlone d' accordo che il Papa gli fe- ce ad istanza di Rodolfo, ma impedi al Clero di Boe- mia di pagare la decima e di predicare la Crociata. Tento anche spaventare i principi delP Inipero^ pub- blicando che il nuovo Sovrano si proponesse riunlre alia Corona tutli i feudi imperiali , slatine slac- cati nel tempo delP intcrregnoj e colle sue bri- ghe e colle sue pvomesse giunse a interessare nella propria causa il margravio di Baden e i Conti di Friburgo , di Niburgo e di Monforte, Trovo un piii saldo sostenitore nella persona di Enrico , duca della Bassa Baviera , col cedere a lui Scbarding e altrc plazze delle cjuali si erano iinpadroniti i duclii d'Au- stria 5 e coir accendere e alimentare discordic fra quel principe e il duca palatino suo fratello. Invi- lato da Rodolfo, che, secondo P antico costume gU rcndesse omaggio pe^ suoi feudi delPImpero, Otto- caro gli rispose con isprczzo , e non dandogli al- tro tilolo che quello di contc d'Apsburgo. Un secondo invito non otlenne risposta. Al terzo poi ^ il re di Boemia sped\ il vescovo di Seccau , in qualita di ani- Lasciadore alia Dieta di Augusta : e siffalto esem- pio fu segmlo dal duca di Baviera. Tali ambascia-* tori nulladimeno non vl si condusscro che per por- re in campo una supposta contestazionc in pio- posito del diritto di suffraglo conipcteute ad Enrico 4o STOrJA DELL A CAS A D* AUSTRIA Cap. IT. e per protcstare contro Felezione di Rodolfo. E an- 1270-127^) ^^^yr^ Finviato del Duca si coiidusse con modi rispet- tosij ma il vescovo di Seccau , seguendo V indole altera del possente suo Sovrano ^ parlo con violenza contro il Capo delPImpero. Addusse^ illegale essere stata r assemblea in cui erasi eletto Rodolfo 5 sen- za esempiOj V arbitrio conferito a Luigi di Baviera j non potersi innalzare alP Impero un uomo stato sco- niunicato dal Papa per aver posto a ruba cliiese e monaster! J e non doversi , in fine, nessun omag- gio al conte di Apsburgo dal re di Boemia^ die possedeva i propiii Stati per virtu di un litolo in- con trastabile. Siccomc r ambaseiadore parlava in la- tino , Rodolfo J interrompendolo ^ con molta digni- ta J gli disse : « Vescovo ^ se voi aringaste in uu concistoro, potreste valervi della lingua latina 5 ma parlando in proposlto de'miei dirilti e di quelli de' priucipi delP Impero ^ voi non dovele usare di una lingua ignota alia maggior parte di coloro clie vi stanno ascoltando '?. Anclie gli altri Membri del- r assemblea si mostrarono sdegnali contro il Pre- lato 5 i priucipi, e in ispecie F eleltore palatino si levarono dalle loro sedie ^ e il re de' Romani duro fatica a impedire che non gli fossero ftitte violenze. AlF uscire delF assemblea, gli anibasciatori partirono immediatamente da Augusta. Irritata dalFinsulto clie aveva ricevuto , la Dieta d' Augusta fermo un decreto, nel quale si fece a rammemorare Funanimita de' suffragi concorsi nella elczione di Rodolfo; ingiunse a Otlocaro di restituire F Austria , la Carinzia e la Caroiola clie erasi usur- pate, e di protestarsi vassallo pel rosto de'suoi Stati^ minacciaudolo , in caso di riflutOj di porlo al bando RODOLFO DI ArSBURGO 4i deirimpero. In conformita a tale cleliberazione il bur- Cap. XL gravio di Norimberga e il vescovo di Basilea parti- ^270-1275 rono per condursi da Ottocaro^ a domandargli in nome deir assemblea ^ il suo pronto aderimento alia nomina del re de' Romani ^ e la restituzione delle province or ora menzlonate. Ma giunti a Praga^ e adempiuto alia loro missione : » Dite a Rodolfo '? cosi uJiron a rispondersi dallo sdegnato Monarca ?? poter ben egli governare gli Stati delF Impero ^ ma che io non saro gia per cedere vergognosamente quanto mi sono acquistato a prezzo di tanti tesori e di tanto sangiie: .quelle province mi appartengono, o come mio parti- colar palrimoniOj o per diritto di conquista ^ o per Tacquisto che ne feci '?. Si abbandono poscia ad invettive contro Flmperatore; e dopo aver testificata la sua sorpresa che un picciol conte di Apsburgo fosse stato preferito a concorrenti tanto ragguarde- voli e possenti, congedu gli ambasciadori con isprez- zo. E nel primo trasporlo della sua indignazione^ vio- 16 ben anco il dirilto delle genti^ faccndo porrc a morte gli araldi pei quali crngli stato notlficato il decreto pronunziato conUo lui dalla Dicta (i). (1) La magglor parte de^ moJcnii storici, faccnclo troppo ccm- to di un^ esprcssionc di Gcrardo di Jloo, prclcndoiio aver Ot- tocaro aggiunta la seguente niillauteria al suo discoiso:,, Di- legli cbe io gli Iio pagalo salailo „: la qnal eosa ronslderano essi come una prova clic Rodolib avcsse avulo un inipiego nella Casa del re di Boeniia. Ma io non sono rleseito a tro- vare alcuna simile espresslonc negli annalisti Boenii , e ne pure negli allri anlichi scrittori, che io mi feci in ispecial modo cd esaminare, siccome quelli da' quali trar si de])l)ono le piii autenliclie nolizie. Ecco il passo di Gerardo di Roo: ,, Nihil se debere fainulo suo neque digiio cui icgcs obseqitantur ^y 42 STORIA DELLA CASA D'AUSTRIA Cap IL In tutto questo affare, Rodolfo si coiidusse colla 127J-127 jyiassima circospezione. Tento anchc riconcliuTe Ot- locaro alia ragione coi modi piu insinuanti* e quan- t nil que fossero lutte le sue proposizioni rigettate ^ non ebbe egli ricorso agli atti ostili se non quando fu dal Papa confermnta la sua elezione , e dopo averc ristabilita la pace nelle parti delP Irapero viciae a''pro- prli Stati. Comincio le sue fazioni assalendo il mar- gravio di Baden ^ e 1 conti di FriburgOj di Mon- forte e di Niburgo; e^ obbligati quesli a protestargli il loro vassallaggioj e a restituire i feudi che si erano usurpati nel tempo de' disordini , si dispose a rivol- gere ogni sua forza contro il re di Boemia con tutta quella solerzia die ricliiedevano la potenza e il sa-* pere di quel formidabile antagonista (2). TMuIla doversi ad uu uonio che si e annoverata fra** proprii nfiziali, e il quale non e degno di essere ubbidito da' re* „ Yeggasi Calles , Annales Auslrlae ^ C, i,p. 21. -Consul- late pure pLilkavae Chronicon , p. 256 , e Jaioslai Chron. p. 119. - Gli Annalisti Boenii. - Chron, Leob, an* 12^65 erudila disserlazione clie Froelich ha compilata a questo pro-* posito, sotto il titolo di: „ Dialogus quo disceptatur anne Rudolphus Hapsburgiensis regi Bohemiae Ottocaro ab ob-^ sequiis fnerit ; eundemque tentorio lapsili deluserit ? „ (i) Oltre gli auiori oitati nelle note precedent! , noi ab* biamo per questo capitolo precipuamente consultato , Pez , Scrip tores Rerum Austriacaruni , le Cronache di Colmar , e Albertus Argentlnensis^ - Fugger, - Guilhdmanni Hap^ sbitrgiacum, - Gerbert. - Struvius. - Barre^ Histoire d'Al^ lemagne - Geschichte der Boehmen. - PelzeL - Schmidt. -» P/e/TeL RODOLFO DI APSBURGO 43 CAPITOLO III. i2j5-i286. Gacrra fra Rodolfo^ e Ottocaru^ re cli Boemia — Donii^ nii e potenza di Ottocaro — • Come questo Principe entrasse in possesso delV Austria^ della Stiria^ delta Carinzia e della Carniola — Preparativi delV Inipe^ ratore e del re di Boemia • — • Rodolfo siipera Enrico di Bav'iera — Penelra neW Austria^ e sd fa rapidi progressi — Fortunate armi di Mainardo ^ conte del Tiroloj nella Stir i a e nella Carinzia — 'Assedio di F^ienna — Costernazione e scmmissione di Otto-- caro — • Condizioni alle quali ottiene la pace — Cede V Austria e la Stiria a Rodolfo — Seconda guerra contro di Ottocaro — • Battaglia di Marckfcld — Disfatfa e morte di Ottocaro — Pace colla Boe^ mia — • Rodolfo concede a suoi figliuoli V Austria ^ la Sliria e la Carniola^ e a 3Iainardo la Caritizia, jLJk guerra cul Rodolfo stava accingcndosi ^ ri- cliiedcva cli^rgli avessc a trarre il mnggiore profitto da tuUe le sue forze e da tutte Ic sue cognizioni. Eva Ottocaro ua principe di smisurato coraggio ^ famoso per le sue militari cognizioni , clie aveva fin dalla sua prima gioventii quasi sempre vissuto ne' campi e in mezzo alP armi. S ignore per litolo eredilario della Boemia e della Moravia ^ aveva iudi unite a questi Stati nuove province di cui si era im- possessato nelle sueCrociate contro i Prussian!, in oc- rasione dclle querclc contro il re d^ llngberia , e in 44 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. in. ispecie per F acquisto della Garinzia e della Car- 1 275-1 28G j^j^]^^ teste fatto delF Austria. Nel secolo decimo ^ la prima e V ullima di queste province alle quali andava pure uuita la Stiria^ uLbidi- vano, sotto il titolo di Margraviato, al governo di Leo- poldo I, della Casa di Bamberga^ alia cui famiglia nel tratto successivo appartennero. Nel ii56j P impera- toi^e Federico 11 le innalzo a Ducato, e le conferi ^ qual feudo alienabile e indivisibile^ ad Enrico: da questo Principe sino a Leopoldo si contavano cinque gene- razioni. In caso che la linea mascolina fosse venuta ad estinguersi^ il feudo doveva passare nella liuea femminina^ e in caso di mancanza ancbe di questa tdtima'j fu. statuita la facolta alPatlual possessore di disporne per testamento (i). Nel la^S, Federico il GuerrierOj ultimo duca della Casa di Bamberga , aveva fatto confermare queste disposizionij ma F anno se- guente , cssendo egli morto senza prole ^ e senza avere dicliiarato le sue ultima volonta ^ insorsero gravi querele in proposito della sua eredita. Margarita ^ ve-^ dova di Enrico VII, re de' Romani (2)- Costanza ^ nioglie di Enrico Flllustre^ margravio della Misnia^ e Gertrude J figlia di Enrico, fratello maggiore di (i) „ Et si dux Aiistriae sine haerede filio decederitj idem rlucatus ad seniorem filiam quam reliquerit , devolvatur. In- ter duces Austriae , qui senior fucrit dominium habeat dictae terrae, ad cujus etiam seniorem filium dominium jure haere- ditario deducatur , ita tamen, quod ab ejusdem sanguinis sti- pite non recedat. Nee ducatus Austriae ullo unquam tempore, divisionis alicujus rcciplat sectionem. ,, Lambacher^ pag. 4 ? App, n. I. (2) Enrico fu deposto , nel i232, per essersi ribellato a suo padre , e mori in prigione 5 nel 1242. RODOLFO 1)1 APSBURGO . 45 FederlcOj e moglie di Primislao ^ figliuolo primogenito Gap. IIL di Venceslao , re di Boemia e padre di Ottocaro , 127^-1286 tutte e tre splegarono pretensioni alia ridella eredita: le due prime in qualita di sorelle, e 1' ultima quale nipote del Duca ; ma V Imperatore Federico 11^ ad- ducendo che nessuna di loro era figlia di quest'' ulti- mo , s' impadroni del ducato , come di feudo devo- luto alPlmperOj e ue commise P amministrazione a Ottone ^ conte di Werdenbergj il quale ne prese pos- sesso ponendo in Vienna la residenza sua. II quale avvenimento essendo accaduto durante la querela insorta fra la Santa Sede e la Casa di Svevia ^ il Sommo Pontefice Innocente IV, che aveva lulminata scomunica contro di Federico ^ pose FAu- stria sotto interdetto ^ e impegno i re di Boemia e d^Uuglieria^ come pure il duca di Baviera ^ a volersi impadronire di quel ducato. II Papa si era fatto dap- principio a sostenere le pretensioni di Margarita e consigliata Pavea a sposare un principe tedescu * ma siccome desiderava questa trasmettere T Austria al primogenito de' propri figlii j prego V Imperatore a volerlene accordare Tinvestitura. Allora il Santo Pa- dre, sdegnato dl siffatto procedere, fu cortcse del suo padrocinio a Gertrude j inducendo FAuticesare Gu- glielmo d' Olanda a investire del vacante feudo Krman- no 5 margravio di Baden , e nipote d' Ottone ^ duca di Baviera J cui erasi P anzidetta piincipessa unita in matrimonio , dopo la morte di Primislao. Corrado si trovava troppo avvolto negli affari dVIta- Ija^ pcrcliCj quando ebbe perduto suo padre, potcsse tener dietro a quelli di Germania : percio le truppc imperiaii uscirono dellWustria* e la parte di que- 4S STORIA DELLA CASA D\AUSTRIA Cap. in. sta provincia al di la del flume Ens ^ fu tosto occu- i2;l>~!286p^|.,^ dopo morto Ermanno^ da Ottone^duca di Ba- viera. Ma Venceslao ^ re di Boemia, ridotti gli Stali di quel ducato a eleggere per loro sovrano Otlocaro^ siio figlio primogenito, a coiidizione che il giovane principe sposasse Margarita , entro in Austria col proprio esercito, ne espulse i Bavaresi^ e prese pos- sesso di tutto il paese. Gertrude si rifuggi presso di Bela, re d' Ungberia, e a questi cedette ogni sua pretesione su la Stiria, avendo in contraccam- bio pattuito che egli si facesse a soslenere i suoi dirltti su F Austria. Gertrude sposo poi Romano, principe russo ^ zio del monarca ungaro. Una guerra fra Ottocaro e Bcia fu di tulte queste cose la con- seguenza. II primo di essi^ avuta contraria la sortc deir armi ^ si trovo costretto a cedere la Stiria a Sle- fano^ figlio del re di Ungberiay e una piccola parte di tale provincia fu destinata a fornire le spese pel manteuimento di Gertrude. Ma siccome i governa- tori ungari si rendettero colpevoli , e straziarono la provincia con ogni sorta di vessazioni ^ gli Sii- riaui si ribellarono , e riconobbero per loro sovrano Ottocaro , il quale si assicuro il tranquillo possedi- inento di quel paese ^ opprimendo Bela nella gior- Bata campale di Cressenbrun ^ e costringendolo iu essa ad accettare la pace. Appena s' ebbe recato in mano il governo della Stiria ^ il nuovo Re priva Gertrude della misera porzione statale riservata , e r infelice Principessa si vide costretta a cercare asi- lo in un convento della Misuia (i), Diveauto in tal (i) Questa principessa mori qnalche tempo dopo V esccu- '4.\ouK del suo figlio FedericOj clic fu decapitalo a Napoli ncl - RODOLFO DI APSBURGO 47 modo padrone delP Austria e della Stlria , e salito Cap. 11^ sul trono di Boemia^ Otlocaro penso toslo afar di- ^'^7^"^'^ vorzio da Margarita^ la quale era molto maggiore di lui 5 ma affine di non perdere i dirittl. clie per ta- le separazione piii non gli competevauo^ alia sue- cessione di Federico il Guerriero , ottenne , nel 1262^ da Riccardo di Cornovaglia, a guisa di feudo impe- riale 5 P investitura delP Austria^ della Stiria e della Carniola. Per6 promise ^ o realmente diede un com- penso ad Agne.se ^ figlia di Gertrude e di Ernianno, margravio di Baden , c ad Eniico, inargravio della Misnia e marito di Costanza. Ottocaro compero po- scia da Ulrico J duea della Carinzia c della Carniola ^ clie non aveva prole , il diritto di succederc a^ suoi Stati. Neir atto di eessione , sottoscrilto nel mese di dicembre 1268, Ulrico affermo di noa avere credi (i) quantunque ancora vivesse il suo fratello Filippo , arcivescovo di Saltzburgo. Alia morte adunque del primo 5 avvenuta nelP anno 1269 o 12^70^ il re di Boemia prese possesso della Carinzia c della Car- niola y disfece Filippo chc erasi arniato per soslene- re i proprii diritti , c costrinse gli aLitanti di quei dueati a sottoniettersi alia sua autorita (9). Per queste varie acquisizioni ^ Ottocaro divennc il pill posscnte prIncipe d" Europa , e le sue terie si i'^68, e Irasmlsc i proprii dirilli alia sola figlia chv. Ir a])l)la sopravvissuto , vale a dire ad Agnese, la quale sposo , In pri- me riozze , Ulrico, duea della Carinzia , e in seconde Ulrico, conic di Omburgo. (i) „ Nos liaeredd)iis careamus „♦ (2) Lambacher^ Demonstratio juris sen tituli quo Ru" dolphus Flapsh, usus est y elc.^ e Oasterreichisches Interrc* gnum. 48 STORIA BELLA CASA D' AUSTRIA Cap. in. distcndcvano da' confiai della Baviera fino allc spoil- i27J-ii86(j^ del Raab iu Ungheria ^ e dal mare Adrlatico al Baltico (i). Gli Stati di Rodolfo al contrario , poco considerabili per se stessi^ e sparsi a'piedi delle Alpi e fra le montagiie della Svevia e delPAlsazia^ erauo discosti da'luoghi destinati ad essere il teatrb della guerra. Egli stesso si trovava assiso su di ua trono vacillaiite 5 e i priucipi alemaiini ^ i quali 5 nelT eleg- gevlo ad iraperatore j avevauo avulo in mira di con- ferirgliene il solo titolo , non lo sosteiievano che assai debolmente. Avvegnache si fossero i principij e gli Stati del- r Impero, sottoposti a foriiirgli aiuti , molti fra loro non gli diedero quanto aveano promesso^ e se la guer- ra fosse andata in lungo , quelli ^ clie non avevano in essa un interesse diretto^ avrebbono probabilnicnte ritirati i loro contingenti. A cio si aggiunga , chq dai saggij ma severi provvedimenti messi da Rodolfo per discacciare i banditi j per tenere in soggezione i baroni sediziosi , de' quali aveva fatte abbattere Ic / FortezzCj e per ricuperare i feudi ^ ingiustamente da que' Signori usurpati, eransi eccitati noi> po- chi mali umori. In tale stato di cose ^ V orgoglioso e possente Ottocaro non meritava , al eerto , taccia di temerita se imprendeva a lottare con nn picciol conte della Svizzera, clie cgli paragonava a Gu- glielmo di Olauda e a Kiccardo di Cornovaglia ^ clie (i) Appunlo durante la Crociata impresa dal re di Boe- mia contro i Prussiarii , fu eretla . su le spiagge del mar Bal- tico , Konisberg , denominazione clie esprime montagna del Re, e fu imposta a quella ciUa iu onore di Ottocaro. - Ca/- ies y AnnaL Aust, vol, 11^ p. 388. RODOLFO DI APSBURGO ^9 erano stati vere larve di sovraui; e oosi pure se ere- *5..jo86 deva^ potere uii re di Boemia ritenersi piu possente di un Imperatore. L' csito per altro diiiiostro , essersi per lui mal calcolate le proprie forze , ed assai mal giudicato della relativa debolezza di Rodolfo. E il fi- ne della presente discordia fece pur chiaro, die, qua- lora le redini deirimpero si trovassero in abili ma- ni J offrivano ancora grandi ripieghi , e rendere po- teano formidabile la nimista del Capo dtgli Stati germanici. Rodolfo ottenne grandi soccorsi da** suoi Generij gli elettori Palatino e di Sassonia , dalTelettore di Bran- deburgo, dal burgravio di Norimbcrga ^ dalla Nobilta dcir Alsazia e della Svevia ^ e da' (^ittadini e daemon- lanari della Svizzera. Qua u do ebbc compiutamente provveduto a tutte le guerrcsche bisogne, incomin- cio a uegoziare con que'principi , olie la siluazione de' loro proprii Stati esponeva a Irovarsi in fre- quenti ostilita col re di Boemia. Concliiuse un Trat- tato conLadislaOj re d'Ungheriaj e strinse ancor piu tale politica unione col dare una 6ua (igliuola in moglie ad Andrea ^ duca di ScbiavoniajC fratello di quel Monarca. Fece allcanza con Mainardo, conic del Tirolo, e la rinvigorl coi legaini della parentela^ pel matrimonio d' Alberto 5 suo ilgliuolo ]>rimogenito ^ con Elisabetta liglia del Pjiiicipe tirob^sc. Ma ancora pill validi soccorsi trasse KodoHo^dai inali uniori die correvano in tutti gli Stati austriaci^e dagli anatenii die fulmino in questo mezzo Filippo, duca titolare della Carinzia e arcivescovo dr Saltzburgo , il (juale, lib(^i*ati i popoli della sua diocesi dal giuraniento di fedelta verso di Oltocaro , gli esorto a scolere il giogo di un tirauno, per ricevere come amico il Capo del- 4 5o STORIA BELLA CISA D' AUSTRIA Cap. III. r Impero 5 e ad ua tempo animava Rodolfo a sol- *'-^7^''^^" lecitare la sua impresa , facendogli uti' orribile pit- tura delle oppressioni di Ottocaro insistendo sul raii- core de^ popoli , e sul loro odio inveterate contro i Boemi J e ponendo in opera tutta la sua eloquenza per indurre il re de'Romani ad invadere gli Stati au- striaci. »? lo veggo^ »> gli diceva^ »> i vostri nemici col- piti da terrore J avere essi perduto tutta la loro forzaj e il solo vostro nome bastare per farli tre- mare. E tuttavia essi non vi conoscono aacora. Che farauno adunque quando udranno scopplare il fulmi- nCj e vedranno le aquile delP Impero piombar su di loro colla rapidita della saetta (i)? ». Erasi Rodolfo 5 nel suo primo sistema di guerra^ prefisso di dividere le forze e distrarre V attenzione di Ottocaro. Voleva penetrare egli stesso in Boemia^ mentre il suo figlio si sarebbe fatto ad assalire FAu- stria, e avrebbe Mainardo operata una diversione dalla parte della Stiria. Per rispingere il pericolo da cui vedeasi minacciato j Ottocaro uni un formidabi- leesercito^ sped! un rinforzo ad Enrico , duca di Ba- viera^ accrebbe la guernigione di Kloster-Neuburgo, piazza giudicata incspugnabile, muni di fortificazioni Vienna j e fece avanzare gran parte delle sue truppe alia volta di Teppel^ per difendere le frontiere de'pro- prii Stati. Ma in luogo di volgere V animo a calmare Findignazione de' suoi popoli , e d'animare, colla propria presenza 5 il coraggio de'suoi guerrieri, s^ ab- bandonava al divertimento della caccia e alle altrc delizie della sua Corte (2). (1) Gerbert , Codex Epist,y p. 132. (2) „ Comperiens ilaque rex Bohemorum , quod Rudolphus RODOLFO DI APSBURGO 5i Venuto 111 cognizione di tali mossej F Impefatore Q^p, jn mulando clivisamentOj ratto avviossi contro Enrico di 1270-11286 Baviera, che costrinse a togliersi dalP alleanza del re di Boemla. Si adoperi quindi nel riconclllare insie* me j1 Duca e il Conte palatino suo fratello 5 e affi- ne poi di procacciarsi la cooperazione dello stesso Enrico^ diede la propria figlia Edvige in moglie a Ot- toiie J figlio di quest^ ultimo^ colla promessa che gli accorderebbe a titolo di dote una parte dell'Alta Au- stria (i). Tali prosperi successi dischiusero a Ptodolfo P ingresso negli Stati austviaci. Per lo che accompa- gnato dal duca di Baviera che guidava un corpo di diecimila cavalli^ si pose in marcia tcnendo la via di Ratisbona e di Passavia ^ soininise ^ senza trovare ostacoloj quella parte delP Austria situata al mezzodi del Danubioj vi fu dagli abitanti accollo con fe- stevoli acclamazioni ^ e s' avanzo a gi-andi gioriiale alia volta di Vienna. Siffatta impresa^ mirabilinentecombinata, vesli piut- tosto P aspetto di una caniminata militare anzi che quello di una conquista. Al riccverne la noti/-ia Ot- tocarOj rimase nello stesso tempo colpito da sorpresa e da terrorej e in si imminente sciagura^ si appiglio tosto al partito di richiamare il suo esercito da Teppel^ e J attravcrsatc le montagne e le foreste della Boc- niia ^ si avvio alle frouticre delPAustria^ colla spe- ranza di giungere in tempo a salvare la sua Capitalc. attemptaret ingrcdi tcrminos snos , mislt exercilus in occur- siun ejus versus Te])luin ad repugnancluni, ne intraret mclas ejus; ipse autcin rex morai)atui- in vcnalioniliuS, ct dedilus ludis ct aliis curiariun dclcctatioiiihus ^,. Cojiliituator Com smuc Pragcnsis y p. 119. (i) Fakc/tsU'iii's J Ceschicfita von iiaycrir^ p. kji. 52 STORIA BELLA GAS A D' AUSTRIA Cap. III. Ma, essendo le sue truppe rifiaite per le fatiche e pe- ^^^"^"^^ nurianti di viveri, non pote spingersi oltre la citta di Droseudorfj mentre, per lo contrario, Rodolfo, costeggiando la riva meridlonale del Dauubio , si rea- deva, con uno stratagemma , padrone di Kloster-Neu- burgo J e gia poneva il suo campo sotto le mura di Vienna. L'lmperatore, poscia che fu quivi raggiunlo dal conte del Tirolo, il quale , nel passar dalla Sli- ria e dalla Carinziaj aveva indotti quegli abitanti a seguire le sue bandiere , imprese tosto V assedio della citta. II presidio e i cittadiui , vivamente affezionati a Ottocaro e sperando un pronto soccorso^ resisterono per cinque intere settimanej ma, alia fine, il disastro * della carestia unito alle minacce di Rodolfo j che avrebbe fatto distruggere tutti i vigneti alPintorno , trasse il popolo a rum ore, e il governatore offri ca- pitolazione. Intanto , colla penuria di sussistenza, andava ognor pill ciTScendo il mal umore nelP esercito di Ottocaro , e minacciavano gli Ungari le frontiere delP Austria. Dopo la resa di Vienna , aveva Rodolfo fatto costrurre un ponte di barche per passare il Danubio e portare la guerra in Boemia (i). Accercliiato da' nemici, e ab- bandonato dalla Nobilta , Ottocaro si vide costretto (i) Le graiidi cognlzloni di Rodolfo fecero egualmente stupi- re e i suoi amici e i suoi iiiimici ; ma nulla caglono tanta meraviglia quanto i suoi poriti di bardie pel passo de' fiu- mi , de' quali ponti erasi egli gia servito nelle guerre sosle- nute su le rive del Reno. Nelle sue lettere al Papa, Parcive^ scovo di Sallzburgo ne tenne parola , come di una cosa sor- prendente. „ Navibus niliilominus apparalu bellico mirifice or- dinatis , quibus latum flumcn Danubii Irausire disposuit „. Germ berti Codex Epist.j p. i36. RODOLFO DI APSBURGO 53 a domandare la pace. Le condizioni di essa furono ^^'_ ^^- irisieme combinate dal vescovo d'OlmutZj dall' elet- tore palatino e dal burgravio di Norimberga. I quali 1276 pacierl convennero^ fosse rivocata la sentenza di sco- munica e di deposizione pronunziata conlro di Ot- tocaro e de' suoi seguaci ; rinunziasse questo Prin- cipe ad ogni diritto sii P Austria, su la Stiria^ su la Carinzia, su la Carniola, e su di Windiscbmark; prestasse giuramento di fedelta e si dicliiarasse, pel rimaneute, vassallo al Capo delP Inipcro , e da lui ricevesse V investitura della Boemia , della Moravia e degli allri suoi feudi. Ottocaro promise inoltre la restituzioue di tutte le plazze die gli avea prese ^ a Ladislao , re di Boemia. A consolidare siffatto eomponimento doveva ancbe stringersi un vincolo di famiglia , e percio Rodolfo promise dare una propria figliuola in malrimonio al figlio di Ottocaro^ con una dote di quaranlamila marcbi d^ argento , assicurati su la porzione delP Austria, posla al di la del Da- nubio. Combinate clie furono in tal modo le cose ^ la citta di Vienna apri le porte al suo nuovo So- vrano. Costretto a sottoporsi a tali umilianti condizioni ^ Ottocaro passu il Uanubio con un seguito di No- bilta boema , e si condusse al campo imperiale , ove Rodolfo lo accolse in prcsenza di varii principi dclla Germania. II re di Boemia immcrso nella piii cupa costernazionc 5 avrebbe tentato indarno di celare il dolor che il premea agli spettatori del suo invilimen- to. Dopo aver egli solenncmente rinunziato a qual- siasipretensione suirAustria, sulaStiria, su laCarinzia e la Carniola, ])ieg6 il ginoccbio , fecc professione 54 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA p. Ill j,^^^]^j2 0g cli vassallaggio al suo inimlco , 'e ricevettc , colle consuete ceinmoniej le investiture della Boemia e della Moravia (i). (i) In una lettera al Papa, V arcivescovo di Saltzburgo, ha delineato un quadro molto notabile de' fortunati evcnti di Ro- dolfo e delP umiliazione di Ottocaro. „ Domlnus noster carissi- mus Rvido]phus, serenissimus Romancriiin rex, congregata for- tiludiae militaris exercllus, ab ultimis Alemaniiiati finibus ca- stra movlt, longa terrarum spatia , et diversas perlransiens naliones , circa festum Sanclorum omnium* inlravit districlus terrae Austriae, non formldans praerupta cacumina montiam, lion abliorrens temporis intemperium bycmalls , non deferens allis nivibus gelidae regionis. Postquani princi^^atus Austriae, SU riae , etc., triumphali gloria triumphavit , civitateni Vlen- nenseni , inter alias partium nostrarum optimam, quam adbuc rex Boliemlae in sua tenuit poleslate , copioso cinxit exercitu, navibus nlhllominus apparatu bellico mirifice ordinalls, qui- bus latum flumen Danubii translre dlsposuit, ut praedictum regem Bohemiac jam de fugae praesidio cogitantem , in corde Bohemiacvelut profugum occuparet. Dictus vero Bohemiac rex , sano qwidem, sed tardo fretus consilio , paucorum dieruni treguas petit , petltas obtlnuit, infra .quos ad praedicti nostri Domini venite xercitum , et ibidem nobis praesentibus, fracto quidem aninio , et genibus incurvatis , devote petltam yeniam obtinuit, reslgnatis prius obsidlbus, civitatlbus, castris et op^ pidis universis, quae dictis pnncij)atibus attinebant „. Ger- bertl J Codex Epistolaris Iludolphi /, p. i56. La cerimonia delP omagglo ebbe probabilmente luogo nel campo di R.odolfo, sotlo le mura di Vienna, ma tuttavia alcuni storici asseriscono, essere questa avvenuta nella picciola isola di Bamberga , posta in mezzo al Danubio. Ma poco montereb- be r accertare il luogo , se un tale avvenimento nou si co]l«gasse cod un altro della masslma importanza , che vl(;n riferito ncl seguente modo. Per non render pubblico V atto della pi^o]:ja'ia umlb'azione, si narra Ottocaro chiedesse che il re dw^Rewiani si treyasse solo nella sua lenduj al momenlo in cui RODOLFO DI APSBURGO 55 PoscJa clie ebbe Rodolfo preso possesso delle pro- Cap. III. vince alle quail Ottocaro aveva rinunziato , nomino ^^>^*^^^^ Luigi di Baviera vicario geiierale deirimpero^ perche amministrasse lo Slato in caso di inteiTegno (i). gliavrebbe a rendere omagglo, e che Rodolfo a cio consent! sse^ mil si asserlsce pure che nel bel mezzo della cerimonia, le coiiine del padiglione si levassero , e che i due eserciti , attelati su le due opposte rive del Danubio , vedessero il re di Boemia ginocchioni , tenendo le proprle mani fra quelle del suo vin-* citore. Tale oltraggio inaspri , per quanlo si vuole ^ il ran- coie delP infelice Ottocaro, e fu la precipua cagione, che lo indusse a "violare il Trattato di pace. Questo racconto , poco probabile , non meriferebbe ne mend la cura di una seria confutazione , se non si trovasse abbrac- ciato dalla maggior parte de' moderni storici. In una produ- zione , compilata espressamente, il Froelich ne ha fatta chiara la {"alsita colle seguenli ragioni : i. Essere il supposto avveni- mento affalto contra rio al carat tere di prudenza e di mode- razione , tanto notablli in Rodolfo. 2. Non fame alcuaa men- 2ione ne gli autori contemporanci , ne gli Storici bocmi , i quali hanno mostrata tanta inimicizia contro V Impcratore e tanta parzialita per Ottocaro, e ncssuno degli annalisti austriaci e alemanni, avvegnache minutamentc riferiscano tuttc le par- ticolarita della cerinionia. 5. Essere stalo per la prima volta ad- dolto da Enea Silvio , il quale fa di poi papa sotto il nonic di Pio II 5 ed essersi provalo, che quclla parte della sua istoria di Boeinia ^ plena di errori e di false relazloni. Gerardo di Roo , Fugger , Dubravio , Struyio , Barre , Voltaire, e tulta la serie de** moderni scritlori , nicritano un' assai minore auto- rita. Veggasi FroelicJi^ dialof^us quo disceptatur mine Jlti" dolphus Hapsburgicus regi Boheniiae Ottocaro ab obsequiis fuerit ^ eundemque tentorlo lapsili deluserit in 4- (i) Gli autori francesi e bavaresi hanno preteso a torto , che Rodolfo abbia conferilo il governo (bille province conqui- state a Luigi di Baviera , e clie gliene abbia promesso V in- \eslilura 5 menlre per lo conlrario Luigi non fu designate s-c 56 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. HI. Nello stesso tempo assicuro alia propria famiglia il '^'^"'^ posscdimento degli Stati austriaci^ persuadcndo aH'ar- civescovo di Saltzburgo^ ed aVescovi di Passavia, dl Fre- singen e di Bamberga di cedere a' suoi figliuoli j Al- berto J Armanno e Kodolfo ^ i feudi che avevano essi . avuto dai duclii d' Austria. Prima cura di Rodolfo poij quella fu di provvedere con saggi regolamenti alia ^icurezza delle conquistate province. Si gratui V affe- zione de' Nobilij confcrmando i loro privilegi ^ e pro- mettendo ai medesimi che avrebbe fatto rifabbricai^e I castelli distrntti da Ottocaroj e scelse Vienna per luogo della imperial residenza ^ ove si condussero a prende- re stanza con lui^ e la sua moglie e i suoi figliuoli. Per ricompensare coloro che avevano seguite le sue bandiere ^ Rodolfo non pote fare a meno di sot- toporre ad eccessive gravezze i suoi nuovi sudditi ^ e chiedere al Clero doni gratuiti. Tali imposte semi- narono mali umori ne'popoli , e questi mali umori probabilmente persuasero Ottocaro a nuova guerra per ricuperare il perduto. Sebbene al suo accommiatarsi da Jlodolfo^ avessegU il re di Boemia fatte grandi assicurazioni di ami- cizia^ e sebbene in diverse posteriori circostanze rin- novellata gli avesse la fede di volere mantener fra di loro una pei^fetta corrispondenza di amicizia ^ il eordoglio tuttavia delle umilianti condizioni , cui aveva dovuto sottoporsi , e la perdita di alcune pri- marie province ^ gli accesero in petto un vivo ri- non se come accidcntale amministralore in caso di inlerregno e in virtd della sua carica di Yicario generale delP Inipcio, Veggasi il Decreto origlnale ncll' Ocslerreichisches interre^ gnum di Lanibacher jipp. p. 120. RODOLFO Dl APSBURGO 5; sentimento; risentimento vsempre piu in lui inaspri- Cap. HI, to dalle continue parole della sua moglie Cunegon- ^^'^^"^^ da J princi]3essa di indole altiera clie in niun mo- do accomodar si voleva alia necessita delle cir- eostanze. In conseguenza di che^ Ottocaro comincio dal frapporre ostacoli alPesecuzione del Traltato , e trascuro 1' adempierne varie condizioni: onde Ro- dolfo^che tuttavia mirava ad allontanare un'aperta di- scordia^ fece tosto parlire per Praga il figliuolo Al- berto. Coprendo Ottocaro con dissimulazione i pro- prii disegnij fece al Principe un decoroso accoglimen- to J e s^'obbligo anche con giuraniento ad eseguire tutti i patti stati convenuti. Ma non si fu per anco 1277 Alberto allontanato da Praga , che Ottocaro rinchiuse in un convento una delle proprie figliuole che aveva promessa sposa ad uno de^figli di Rodolfo * c nello stesso tempo indirizzo al re de^ Romani una lettera in cul gli imputava la perfida intenzione di volcr ri- cominctare la guerra ^ e lo insullava con ogni piu oltraggiante modo. Dignitosa fu la risposta di Rodol- fo (1)5 ma intanto non trascuro di prepararsi a soste- nere una lolta clie giudicava incvitabilc. Scnza por tempo in mezzo, fece dalle proprie truppc occupare la porzione deirAustria, stata ceduta a Ottocaro^jsiccome equivalente o guarenzia dclla dote dclla Principcssaj trasse soccorsi dalP arcivescovo di Saltzburgo^ da've- scovi di Passavia e di Ratisbona, non meno clie dai principi e prelati clrcostanti 5 tostamente arruolo truppe neir Austria e nella Sliria per la difesa di Vienna , ed ebbe in Haimburg^ sui confini della prima di tali province , un parlamcnto con Ladi- (i) Veggasi qiiCsSta risposta in Lambachcr , ^pp- p. i4i* 58 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cr.p. Ilf. slao , re d' Uiigheria , clie cgli adolt6 e col quale *^'^"^^ strinse un' alleaiiza offensiva e difensiva* Non vo- lendo tuttavia corifidare la propria sorte e le proprie speranze a'suoi nuovi sudditi^ varii de'quali stava- no sul punto d' abbandonarne la causa ^ ne a suoi alleatij di fede abbastaiiza certa ^ si volse agli Sta- ti delP Impero. Ma ebbe il dolore di trovarsi de- luso nelle sue aspettative ^ e non giunse a riunire sotto le proprie bandiere che alcuni piccioli princi- pi. La maggior parte di quelli che non avevano preso parte alia prima guerra , si trovavano ancora molto meno disposti a sostenerlo nella seconda. Alcuni anche corrotti da Ottocaro , o si tennero neutrali , o si di- cliiararono contro Rodolfo. I Principij in ultimo^ clie si mostrarono pronti a seguirlo , tardarono a maudargli i loro soccorsi , e non riesci a lui possibile V otte- nerne nt pure dall' elettore palatino^ o dal sassone, clie gli erano gencri. E intanto si trovava egli esposto al maggiore e piii imrainente pericolo. Ottocaro, i cui pensieri durante la pace^ nou erano stati volti clie a preparar la vendetta ^ dopo essersi unito in lega con Enrico di Baviera. aveva comperata la neutralita, o la cooperazione di varii princlpi alemanni. Era giuntoa procurarsi truppc ausiliari dai sovrani della Polonia, della Bulgaria, della Pomerania e di Magdeburgo , e avea persiuo ottenuto. dalP Ordine teutonieo il soc- corso di varie bande riunitesi su le rive del mar Bal- tico. Si era inoltre assicurato una fazione fra i se- diziosi Nobili delP Ungheria, e andava ognor piii ec- citando contro Rodolfo i suoi antichi sudditi del- 1' Austria. II principe boemo usci di Praga nel mese di giugno, si congiunse co^suoi alleati^ si volse ver- so r Austria: dopo breve asscdio , prcse d' assalto RODOLFO DI APSBURGO 5g Drosendorfj e discendendo lungo il flume Tej^a^ cir- Cap. TIT, condo la Fortczza di Laa. 1275-1286 Dal canto suo^ convinto Rodolfo che qualslsia di- lazione avrebbe recato danno alia propria c» usajimpa- zientemente attendeva ua corpo dl truppe^ che gli do- veva il suo figliuolo Alberto condurre dalP Alsazia* e siccome non era un tal corpo giunto nel tempo pre- cisOj il re de' Romani divenne piii che mai inquieto: si fece cupo e pensieroso^ e freqnentemente escla- mava^ non trovarsi un sol uomo sul quale potesse eontare. Tutti coloro che gli stavano da presso^ cadde- ro nello slesso abbattlmento , e per usare le parole di un cronichista conteraporaneo^ " tutte le persona della Casa di Rodolfo si presentavano al tribunale della penitenza, poncvano in ordine i loro negozii^ perdonavano a" loro inimici, e ricevevano la Comu- nione, imperocche sembravano tutti esposti al plii im- minente disastro (1) ". I cittadini di Vienna ^ che rimasero presto vinti dal comune tcrrore , comincia- rono a tcniere per la loro propria sicurezza. Vedendo Rodolfo abbandonato, per cosi dire, da'suoi alleati, c mancante dclle forze necessarie per far fronte al- rinimico, chiesero la permissionc di capitolarc. Ma questa domanda appunto trasse Rodolfo dal suo av- vilimcnto. Egli indusse i Viennesi a non tradire il loro Sovrano 5 confermo i loro privilcgij dicliiaro imperiale la loro citta ; impressc loro nuovo coraggio, c oltenne da loro la promessa che avrebbero difesa la piazza fino all' ultimo sanguc. VeroO lo stesso tempo , giunsero a Rodolfo al- cune truppe dalP Alsazia e dalla Svevia , c arrivo (t) CJironicon Colmar* par$ altera , p. 4^- 6o STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Gap. TIT. pure il vescovo di Basilca, che era in uno il siio 12; -12 ^cQiifegsore e il suo coiifidente, con un corpo di mille sceiti cavalieri , e un altro corpo di abili ar- cieri* Avve^nache delwle per se stesso^ un tal aiuto^ arrivato tanto a proposlto^ rianimo le speranze nel cuore del re de' Romani^ che prose tosto la risolu- zione di commettere alle armi la decisione della sua sorte, quantunque fosse gia stato segretamente av- vertito, piu non potcrgli il suo figliuolo Alberto in- viare alcun altro soccorso, e fosse stato consigliato a non avventurarsi in nessuna impresa contro di un inimico di forze tanto alle sue superiori. E appena si fu appigliato a tale ardimentoso partlto arringo lo scelto corpOj reccntemente giiuito^ con un di- scorsOj che non poteva a meno d' infiammare il co- raggio di que'guerrieri ^ dei quali s-^ppe nel piu allet- tante modo animare lo zelo e la fede. ?> Fermatevi un glorno a Vienna^'? disse loro '>, riposatevi dalle vostre fatiche^ e poscia entreremo in campo. Voi sarete le mie guardie , ed io spero che Iddio , il quale mi ha elevato tanto alto^ non sara per abbandonarmi neir ora del perlcolo ?' (i). Tre giorni dopo V arrivo del vescovo di Basi- lea J use! Roclolfo di Vienna, marcio lungho la riva meridionale del Danubio fino ad Haimburg* passo quel flume, e si spinse innanzi fino a Marchegg sul fiume Marck o Morava , ove fu raggiunto da' solda- ti della Stiria e della Carinzia^ e dalle Iruppe che gli condusse il re d' Ungheria. Spedi egli sul fatto duemila Ungari a riconoscere P inimico e a noiarne le fazioni. Eseguirono quest i con premura e abilita (i) Chronicon Colmar. pan^f nJtcre . p. 4^* RODOLFO DI APSBURGO 6i gli ordini riceviiti ^ e Ottocaro ^ irritato cla'loroin- Cap. Ill, sultij levo il campo , innoltrandosi fiiio a Scdensber- ^^7^'^^^^ ga^ luogo poco distante da Weindeiidorf ^ ov' era giunto Rodolfo. Se ne stavano cosi collocati i due eserciti allora che alcuni masnadieri vennero a proporre a Ro- dolfo r assassinio di Ottocaro 5 ma ricuso F Impera- tore colla iiigenita sua raagnaiiimita 1' iniqua offertaj fece avvertito il re di Boemia del pericolo che gli sovrastava^ e proposegli una riconciliazione. Se noii che 5 troppo confidente Ottocaro nellasupeiioiita delle proprie forze^ si indusse facilnieute a credere^ essere r avvertimeiito uii'astuzia, e la proposta un indizio di debolezza; e sdegiiosaiuerite, per coa.segueuzaj ri- cuso di entrare in negoziazioni. Perduta ogni speranza di accordo , Rodolfo si di- spose a sosteiiere una lotta^ nella quale ^ come Ce- sare, comLatter doveva per la viltoria e per la vita. Alio spuutar del giorno adunque, disposti in ordine / di battaglia i diversi corpi del proprio escrcito^ pas- sato poscia il ruscello che da il suo nome a Wei- dendorf J e avvicinatosi al cainpo di Ottocaro^ ordina alle sue truppe d' avanzarsi a guisa di niczza luna^ e di assallire ad uno stesso tem[)0 la froiite e i fianclii deir inimico. E mentre affrettava in tal modo le sue truppe a un generale comJjattimcnto ^ andava con op- portuna parole animandole a [)unire la violazionc dei pill solenni Trattati, e a vendicare Toltraggiata mae- sta delPImpero. Non ebJjc per anco Rodolfo fiaito di pavlare , che i suoi soldati affrontarono in terribile guisa il ne- mico e tosto si appicco sanguinosissiina zuffa, nella quale amenduc Ic parti eombattcrono con tutto quel 62 STORIA BELLA CASA D^ AUSTRIA Cap. III. furortij che poteva essere eccitato dalla prcsenza del 1270-1260 jy^ Sovrani e dalFimportaiiza della causa. Alia fine ^ le truppe iiiiperiali ne sortirono vincitrici^ non senza pero che la vita del Principe ^ dalla cui esistenza di- peudeva ogni cosa^ si fosse trovata esposta al piu grave pericolo: iraperocche varii cavalieri dotati di grau forza, e di smisurato coragglo^ e animati dalle ricompense e dalle promesse di Ottocaro, eransi preso assuiito d' impadronirsi del re de'Romani, o morlo o vivo clie lo potessero avere. Infatti volano essi sul principio della zuffa verso il luogo^ dove Rodolfo stava aniniando i suoi al combaltimento; Herbott di Fullensteinj cavaliere polacco^ uno di quelli^ spro- iiando il cavallo^ assale pel primo rimperatore^ il quale J assai destro, come era^ a siffatlo genere di com- battimenti^ si scliermisce dal ferro avversario^ e lan- ciato un colpo al suo inimico al di sotto della vi- siera^ lo stende morto a terra. Gli altri cavalieri iini- tano r esempio del PolaccOj ma ne rimangono essi pure tutti morti ad ^ccezione di Valente^ cavaliere della Turingia, di gigantesca statura e di non mi- nori forze, il quale giunge vicino a Rodolfo ^ ne fe- risce il cavallo nel petto, coglie lo stesso Monarca^ e lo rovescia di cavallo. Nella caduta^ Rodolfo perde r elmettOj ne potendosi poscia rialzare pel gravissimo peso deir armatura che addossava , si copre la testa col proprio scudo, e si tiene in tale positura fino a che Bertoldo Capillare, il quale comandava il cor- po di riscossa^ visto il pericolo del Sovrano, e aper- togli il passo a traverso le file delF inimico ^ ne lo ebbe liberato. Risalito allora su di un altro cavallo , Rodolfo si innoltra nella mischia con nuovo vigorej e Ic sue truppe, fattc piii ardite dal coraggio e dalla RODOLFO DI APSBURGO 63 pvesenza del lor condoltiero . conseguiscono una com- Cap. lU. piuta vittoria. ' .■i75-r.8tJ Ottocaro che non mostro in qiiesta occasloae ml- iiore intrcpidezza del suo illustre avvevsario ^ sebbene vedesse la totale disfatta de' suoi ^ non voile ordinare la ritirata. Opero prodigi dl valore ^ ma fu alia per fine aceeicliiato J tratto di sella, spogliato delle sue armi , e uceiso sul fatto da alcuni signori austriaci e stiriani de' quali egli aveva fatto poire a morte i pa- renti. Quelli de'suoi soldati clie a lui sopravvissero, furono o presi o trucidatl da' vincitori ^ oppure si sommersero ten tan do passare il fiume Marck. In que- sla decisiva giornata perirono piii di quattordici mi- gliaia d' uomini (i). Rodolfo rimase sul campo dl battaglia fino a die furono interamente dispersi i nemici. SI adopero nel far cessare la carnificlna, e fece anclie da varii ufiziali portar intorno gli ordini perclie fosscro ri- spettati i giorni di Ottocaro. Siffatli ordini per altro non giunsero in tempo, e quando il re deVRoniaui udi la morte del re de^Boemi, ne deploro gerierosa- niente il destino. Spedi^ subito dopo, lettera al Som- mo Pontefice , nclla quale espose tutte le partico* larita del combattimeuto ^ ricord6 il fcrmo propo- sito tanto di una parte quanto dclT altra di vin- cere o di morirc, e rende complutnmerjte giustizia al valore di Ottocaro (:>.). II corpo di questo Monar- (i) Quest' azionc dal pacse in ciil fu gucrrcggiata, e coinu- nemente detta battaglia di JVIarckfeld. E poro iricontcstalo cs- sere avvenuta fra Wcidendorf c Jcdensbcrga, non lungi dalla Marck, o dalla Morava , che scpara T Austria dall' Ungh( ria. (7) Gerbcrti ^ Codex Episiolaris liudolpliL /? p. itii. 64 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Gap. III. ca^ su cui si coiitavano diciassette feritCj fu poilato iiyj-iibb^ Vienna, e quivi , dono essere stato esposto agli sguardi del popolo , imbalsamato ^ coperto di uno strato porporino ( dono della regina de'RomanI) e seppellito in un nionastero di rcligiosi Francescani. (i). II sacco del campo de^ vinti offrl a^ loro avversarii tin immenso bottino* ma Roclolfo temendo die la di- visione di esso e la speranza di arricchlrsi con nuovc spoglie non divenissero cagioni di quercle fra le sue truppe e gli Ungari, accommiato questi barbari. seb- bene alleati, e continuo le ostllita colle sole pro- prie forze. Preso, senza incontrar resistenza, possesso delia Moravia J penetro nella Boeniia lino a Kolin. Le recenti guerre alle quali era sogglaciulo questo reame^^ la totale disfatta dell* esercito e la morte di Ot- tocaro vi avevano fatto rovinare ogni cosa, e cambia- to il paese in un teatro di discordie e di desolazione. VenceslaOj unico figlio delP ultimo Re, contava soli otto anni* e Cunegouda sua madre , principessa stra- liiera , non godeva di nessuna prevalenza o autori- ta. I Signori, stati fino alloia tenuti in dovere dalla vi- gorosa amministrazione di Ottocaro, non trovandosi pill vincolati da alcun ostacolo , si abbandonavano a tutta la loro naturale licenza: mostravasi il popolo sedizioso, e non era in tutto il regno un sol uomo clie avesse abbastanza forza e rlputazione, per recarsi nelle mani le briglie del governo, e reggerle con fer- mezza. Per le quali cose non Irovando , in tanta avver- sita di fortuna, miglior parlito a prendere^ Cunegonda (i) Sette mesi di poi fu II corpo di Oltocaro conccdiita alle richieste de** popoli della Boemia , c portato e scppellito hi Praga con grandiosiina ponipa. PcUcL RODOLFO DI APSBURGO 65 ebbe ricorso alia generosita di RodolfOj e lo prego Cap. lU. a voler prendere sotto la sua protezione il glovane ^^7^""^'^^'^ princJpe e i snoi Stati. Ma in questo mezzo^ Ottone^ margravio di Brandeburgo, e nipote di Ottocaro^ en- trato con poderoso esercito inBoemia, e fat to si pa- drone delle pubbliclie casse e della persona di Vcn- ceslao , mosse contro il re de' Koniani. Indebolito per la partenza degli Ungari ^ e con- trariato dai principi delP Impero , Rodolfo era trop- po circospetto per avventurare la propria sorte a nuovi fortunosi avvenimenti. Diede percio oreccliio alle proposte di pace che gli furon fatte , e le due parti commisero ad alcuni arbitri il regolarne le con- dizioni. Si convenne adunque avesse il re de' Ro- mani a ritenere per sempre le province austriache o rltenesse pure, ma per soli cinque anni, la Moravia , affine di rimborsarsi delle spese della guerra. Fu Venceslao, riconosciuto re di Boemia, c ne fu in- tanto rommessa la reggenza a Ottone. Rodolfo , sc- condogenito del re de' Roinani doveva sposare A - gnese figlia di Oltocaro* e Giudilta e Edvige, fi- gliuole deir Iniperatore , furono pronicsse , V una al giovane re di Boeinla, e F altra a Ottone il Corto , fratello del margravio (i). Dopo tale accordo, Ro- dolfo se ne torno verso Vienna ove tiionfalmente qntro. Libcro allora da'^suoi piii foiinidabili nemici, Yolse tutte le cure a rassodare la propria famiglia nel possedimento degli Stati austriaci: al qual in- (i) E una particolarlta dcgna d'' osservazlonc clic 1 due fra- teHi a))blano egualmenle aviilo il iioinc (11 OUono. II ina^glo- re era cliiainato Ottone il Lungo , e il iniuorc OUoiic il liic- ve. Yedi Fugger , p. i46 e 267. 5 1279 66 STORIA DELL A CAS A D' AUSTRIA Crjp. III. teodimentOj e sotto colore cli voler punire in Enri-< i^j:}-i2m ^Q ^ duca di Bavieraj i suoi ultimi vincoli con Ot- tocarOj lo costrinse a cedeigli la parte dclP Austria situata al di la del fiurne EaSj e a ricevere in con- traccambio , e come dote dclla princlpessa sua mo- glie^ Scardingj Nlburgo c Fredenstadtj coi dipendenti paesi. Com un que per altro assoliito S ignore di tutti i territorii aiistriaci^ Rodolfo duro fatica ad assicurarne il possesso a' suoi figll. Poich(>. ancora i^imanevano alcuni rampolli della Casa di Bamberga , vale a dire Agnese , figliuola di Gertrude e moglie d' Ulrico di Omburgo , e i due figliuoli che Costanza aveva par- toriti d' Alberto della Misnia. Gli Stati austriaci erano pure agoguati da Enrico , Conte palatine del Reno, non meno che dal suo fratello Enrico, duca di Ba- viera, i cui antenati ne erano stati in possesso* e da Malnardo, conte del Tirolo, dal quale il Duca traeva 51 efficaci soccorsi , a motivo del matrinionio dello stesso Conte con Ellsabetta, sorella de'principi bava- resi e vedova dell' imperatore Corrado. Tuttavia i principi della Misnia , i quali avevano ottenuto da Ottocaro un risarcimento , s' indusscro per picciola somma di danaro a rinunzlare alle lore pretese * coUa cessione di picciol territorio giunse pure Rodolfo ad appagare tutte le brame di Agnese e dello sposo di essa (i)j e seppe, alia Dieta delPImpero, dclu- dere le rimostranze di Mainardo e quelle de' prin- cipi di Baviera. E mentre colla sua dolcezza e colla sua generosita si acquistava V amore de' suoi nuovi sudditi, ottenne dagli Stati del ducato una (i) Lambacher ^ Oest* Inst, Jpp» p. 1780 RODOLFO DI APSBURGO G^j dichiarazione ^ per la quale si diffinlva , che tutte Cap in, le terre possedute da Federlco il Guerriero, appar- »^75-i'^oo tener dovessero all' Imperatore^ o a chiunque le tra- smettesse egli a titolo di feudo, salvi per altro i diritti di coloro che le richiamassero entro uno spazio di tempo fissato. Piodolfo confid6 al proprio figliuolo Alberto il reggimento delP Austria. Tenne poscia in persona a Norimberga una Dietaj la quale j cosi da lui ricliiesta , aboil con un decreto^ tulti gli atti di Riccardo di Cornova^Ha e de^ suoi predeces- 60ri incominciando dalla rimozione di Federico II , esclusi pero quegli atli stati approval! dalla maggio- ranza degli elettori. Un altro decreto die fu come una conseguenza del primOj cliiari nulla Finvestitura delle province austriachcj ottenutasi da Ottocaro nel 1262. Koi abbiamo di gia annotato , come si fosse il re di Boemia impadronito della Carinzia a malgrado de'legittimi diritti di Filippo ^ arcivcscovo di Sali- sburgo , e fratello d'' Ulrico ^ ultimo duca di quella provincia. Tali diritti erano stati riconosciuti da Ro- dolfo J e Filippo aveva seduto ^ come duca della Ca- rinzia , alia Dieta di Augusta del i^yS. Dopo la con- quisla di siffatto ducato, per parte degli Imperiali, Filippo ne chiese P inveslitura, ma il re de' Roma- ni 5 adducendo varii raotivi^ differi il secondar la domanda J fino a che ^ morto nel 12^9 il predetto arcivescovOj fu la Carinzia^ come feudo vacantCj ag- giudicata alP Impero. Divenuto pacifico possessore de' paesi che avcva conquistati Rodolfoj ottenne successivamente il con- scnso degli elettori 5 e alia Dieta congregatasi in Au- gusta , nel dicembre del 1282^ diede a' suoi due fi- ^82 gliuuli Alberto e Rodolfoj pcrclie la reggessero insieme. 68 STORIA DJELLA CASA D' AUSTRIA Cap. in. I' Austria J la Stiria , la Cariazla e la Carniola. A i'2jj-i286 ]qj.q stessa inclnesta riprese poi la Carinzia per (larla a Mainardo ^ conte del Tirolo , cui aveva se- gretamente proinesso che avrebbe ricompensati i suoi 1286 servigi; e nel 1286^ fece da'principi dell'Impero ra- tiflcare una tal donazione. Aderendo alle richieste degli Stati Austriaci ^ dichiar6 che il loro ducalo unitamente alia Stiiia formerebbe un solo patrimo^ nio inalienabile e indivisibile* e ne commlse Pesclu- Siva amministrazione ad Alberto 5 mentre assegni a Rodolfo una lendita die doveva essere perpetua , so nello spazio di quattro anni uou lo avesse investito di altia sovraiiita (i). H re de' Roraaai si era dapprincipio prefisso di €0mprendere anclie il suo secondo figliuolo Armanno nelP atto d^ investitura ^ e per conseguenza j dichia- rato avealo j in un co' suoi due fratelli , possessore de' feudi ^ che gli erano stati ceduti dalP arcivescovo di Salisburgo e da'prelati vicini. Ma siccome le sue mire d' ingrandimento divenivano ognOr piii vaste e pill ben foudate j voile destinare una sovranita di tnaggior importanza a quel suo prediletlo figliuolo, Volgeva peici6 in animo di riunire tutto quanto pos- sedeva in Isvevia , iu Alsazia e in Isvizzera^ e di uniivi anche la restante porzione del diicato dl Sve- via e la parte dell'antico regno d'Arles^ clie in nome deir Impero eragli tenuto fatto di ricuperare. E Ro- dolfo stava sul punto di assegnare, col titolo di Re^ tutti quest! Stati ad Armanno 5 aveva anclie per lui negoziata una grande alleanza e gia si facevano i preparativi de' suoi aponsali con Anna j figliuola di {i) Veggasi l' alto in Lambacher y p. ig(^. RODOLFO DI APSBURGO 69 Odoardo III ^ re d' Inghilterra , quando un''improvvisa Cap. 111. e immatura morte venne a troncare il filo a si liete '^^-^"''^"^^ speranze; che Armaniio si annegi nel Reno, in im luogo vicino al monaslero di Rheinau ^ mentie pas- sava quel fiuinc per condursi dalla sua futura sposa ( i). (i) Oltre gli aiitorl e le cronache citate ne'' capiloli prece- denti , noi abbiamo nel presente esaminati gli storici Boeini, e le cronache della Boeinia , val a dire, Cosmo Pragensis ^ e il suo contlnuatore , Magni HellenJiardi Chronicon , pub-* blicate dal PeheL Noi abbiamo pure consultato W DabroA^io ^ Goldasto e PehcL yo STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA CAPITOLO IV. 12^6-1291. Cose d' Italia — • Negoziati ell Rodolfo coi Papi ed it re di Napoli — • Figorosi provyedinienti del re del JRomani per istahllire la pace e ricuperare i feudi AelV Impero — Suoi v^ani teiitalwi coritro Berna — • ^ffari di Boemia e d'' Unglieria — Inntili prati- che di Rodolfo per ottenere la corona imperiale al siio figlio Alberto — Morte , carattere e posterita di Rodolfo, JLJuRANTE la terribil lotta sostenuta contro di Ot- tocaro J ebbe Rodolfo la fortuna di mantenersi nel- r affezione de' Papi , e di riescire nel condurre a pro- spero fine le politiche bisogne dell' Italia. L'iucertezza e il frequente urto di opposti dirJtti sopra alcune parti di quella bella contrada^ aveano falto sorgere infi- nite contestazioni fra i Capi della Chiesa e quelli deir Impero. Le promesse di rinunziare a qualsisia pretensione su V esarcato di Ravenna e su gli altri Stati regalati dalla contessa Matilde alia Santa Sede^ promesse che i Sovrani pontefici aveano estorte ad Ottone IV e a Federico If , eransi vedute vuote di effettoj imperocche non ebbero questi Principi ap- pena ricevuta in Roma la corona imperiale^ che gia si erano fatti a pretender di nuovo i loro diritti. Du- rante tutli questi sconvolgimenti^ un gran numero di citta riuscirono a sottrarsi all' ubbidienza del go- vcrno pontificio. Alcune fra di tsst mostrarono \o- ROROLFO DI APSBURGO 71 ler riconoscere la sovranlta delPImpero, ed altre si Cap. IV, costituirono in repubLliclie indipendenti. Nel tempo i^;^^-^^!)^ deir interregno avevano i Papl noniinato a Vicario imperiale della Toscana^ il piiacipe Carlo , re di Napoli^ il quale, a malgrado delP elezlone diRodolfo, nego rassegnare una tal dignita. Oltre a questo , gia aveva lo stesso Carlo preso possesso delle Contee della Provenza e di Forcalcliieri (i), in nonie di «ua inoglie Beatrice, figliuola di Raimondo E-.enga- rio, che ne era stato F ultimo Cocte, non avendo avuto, in cio fare, alcun riguardo ai diritti di Mar- garita, moglie di Luigi IX, re di Francia, e figlia primogenita del defunto Berengario , ni alle rimo- stranze del Re deVRomani, dal quale si considera- vano quelle sovranila come feudi delPImpero. Quantunque Rodolfo avesse data parola di non vole- re opporsialle pretensioni de'Papi, scmbra tuttavia che la morte di Gregorio X, e la rapida succcssione di Ire sovrani pontefici, che mancarono di vita nello spazio di quattordici mesi (2), lo porlassero a ten- tare di ristoiare Fautorita imperiale in Italia: cosic- che fece egli da appositi commissarii intimare alle citla della Romagna e della Toscana che avesscro a protestarglisi vassalle. Poche per altro acconsentliono a farlo, e la maggior parte delle ultime in ispecie, cedcndo alle persnasioni del re di Nnpoli, apertainente ricusarongli un tal atto di ubbidienza. (t) Gc'/tealogie Historique da la Boiirffogne , pag. 4yo, tab. (jQ. (7) Grcgiirio X moii il lo grnnjilo I2j(i ^ Innoccnzo Y, il I'A giiigno; Aflriano V, il 18 agostOj e Giovanni XXI, il 16 njag^io i'2-yy. rji STORIA BELLA CASA D' AUSTRIA Cap. IV. Meiitrc Rodolfo adopcravasi in tal guisa a risto- iu;C)-ri9i j.^^,^ in Italia P autorita dell' Impero , era la sede di S. Pietro occupata da Nicolo III ^ il quale ad altissimo ingegno univa molta fermezza e molto ze- lo per r ingrandimento delPautorita ponlificia. Que- sto Papa accagioiio il re de'Romani d'avere nelle pra- tiche J fatte affiiie di ricuperai e la Romagna ^ violata la capitolazione imperialej e destrameute lo minaccio di SCO./ unica se fosse per trascurare il voto di vestire la croce e portare P armi contro gP Infedeli. Tro- vandosi allora Rodolfo inipacciato nclla seconda guer- ra contro Ottocaro , teme che un suo rifiuto non de- terminasse il Sovrano pontefice a favorire il re di Boemia, e a fonientave quelle division! ^ che gia corre- vano fra i Membri del Corpo germanico. Ben conoscen- do adunque le funeste conseguenze prodotte dalP ini- niicizia della Corte di Roma ^ clie aveva saputo ab- battere i possenti Monarchi della Casa di Svevia^ e rattenuto anclie dal ben conosciuto e ardito carat- tere del papa regnante , disapprove piudentemente la condotta de' suoi proprii commissarii , e guaren- li a Nicolo il godimento delle province che gia pos- sedeva. II re de' Romani mise poscia un bando ^ con cui ratificando le antecedenti convenzioui, in luogo di usare P cspressioni^ esarcato di Ravenna^ Pentapoli e tene delta contessa Matilde ^ che si erano delti possedimenti ceduti a^Papi^ indico ad una ad una le citla ed i luoghi che nella cessione compren- devansi * val a dire Ravenna , Emilia ^ Bobbio , Cesena , Forlippopoli, Forli, Faenza , Imola , Bologna ^ Fer- rara^ Comacchlo^ Adria^ Rimini , Urbino^ Montefel- tro e Bagno con lutte le loro dipendenze (i). Col- (i) Alcunc Ji qiicslc plazze si aricndellero immediatanieute RODOLFO DI APSBURGO 73 r intendimento di preveiiire qualunque futuia conte- Cap. IV. stazione J e per appagare il Papa ^ 1' Imperatore ot- ^276-1291 teune anche il solenne e separate consenso degli elettori. Meraore di si pronta adesione alle sue domande^ Nicolo III si presto immantinente a concliiudere un compoiiimento fra Rodolfo e il re di Napoli. Carlo rinunzio al vicariato della Toscana e ricevette V inve- stitura delle contee della Provenza e di Forcalchierij quali feudi deirimpero; e cio senza pregiudizio dei diritti di Margarita. II re de' Romani consolid(^ que- sto accordo promettendo la propria figlia Clemenzia in moglie a Carlo Martello^ nipote del monarca na- poletano. Provveduto iu tal modo a siffatte cose^ Ro- dolfo us6 nuovi tentativi per ritornare alia primi- tiva forza V autorita imperiale nella Toscana. Vi spc- di un governatore, perche riccvesse omaggio da quelle citta* ma segretamente avversato dal re di Napoli ^ nc soslenuto da** principi tedeschi, non fu Rodolfo rico- noscluto elie da Pisa, c da San Miniato. Per tale con* dizione di cose rinuncio prudentemente a uu'impresa che voleva cssere sostenuta con poderoso esercito^ c in qualche modo seppe compensarsi delle anzidetle perdite facendosi pagare da Lucca c da «'dlrc citta, considerabili somme per la confcrma dc' loro pri- vilegi. Da alcuni storici Rodolfo e condannato per avcre trascurati in Italia i diritti delFInipuro^ e confer-* mata in favor della Santa Sede la cessione di tante province. Ma altri in vece, da^ quali furon meglio pe- al Papa: altrc resisterono lungo tempo j ma lulte liualinente si ^otlomisero alia Sanla Scde. 74 STOMA BELLA CASA D' AUSTRIA Cap. IV. sate Ic necessita dei tempi, applaudlscono, con ra- 127 -1291 gjQjjg^ aiijj condotla di quel Principe, e la encomiano anzi siccome prova di una mente assai perspicace. e siccome effetto di un'avvedutissima politica. Fanno essi osservare, clie se non aveva potuto resistere alia poteuza de' Papi Federico II , il quale possedeva si vasti dominiij ed era a uno stesso tempo duca di Svcvia e della Franconiaj padrone della Lombardia e re di Napoli e di Sicili^i^ molto meno lo avrebbe potuto, in tempi cosi procellosJ , Rodolfo , il quale non era Signore che di Stati limitatissimi, e si tro- vava a fronte di si poderoso inimico , qual era il re di Boemia. I quali storici rammentano spesso la se- guente sentenza che soleva lo stesso Rodolfo ripe- tere : '> Roma e come Pantro del lione della favola* io scorgo le tr^icce de^ principi die se ne so no av- vicinati , ma non quelle de' principi che ritornarono indietro (i) ". E non tralasciano pure di recare in mezzo clie appunto al buon accordo in cui si man- tenne colla Santa Sede Rodolfo, la Germania va de- bitrice di non essersi veduta agitata ne dai politici maneggi de' Papi ne dalle religiose querele. Quando Rodolfo ebbe superato Ottocaro, quando ebbe assicurata la propria famiglia nel possedimento degli Stati austriaci, e si ebbe conciliata F affezione (i) „ Rogatus aliqnando cur in Itallam non iret, hunc pro- tiilisse apologum dicitur : rex animaliiim leo , onrncs olim fe- ras ad stalam diem regiae suae adesse jiisslt. Obsequentes sin- gulae ex praescriplo conveniunt. Vidpecula adeuntium vesllgia in pulvere conlemplata 5 omnes regiam ingressas , nullam au- tem redlisse videns , ait: haec me vesllgia terrent: ego hie in- grcdi nolo, ne quoqiie ex earum sim numero quae ampiius non egrediuntur „. Gerardo de Roo j p. 34- RODOLFO DI APSBURGO ^5 del sovrano poiitefice , pote rivolgere tiitte le pro- Cap. IV. prie cure agli affari della Germaiiia e al rislabili- ^^J^'***9* raento della interna tranquillita delP Impero. Fino dal primo anno del suo regno , aveva egli impresa quella grande opera . cui la guerra di Boemia e tutti i successivi avvenimeriti ^ ravevano costretto abban- donare 5 ma la riprese poscia con nuovo vigore. Pen- so indi a rinnovellarc Patto di pace pabblica cbe Federico II aveva fatto approvare dalla Dieta di Ma- gonza * e a tale intendimento appunto^ convoco egli le Diele di Magonza e di Norimberga , e persuase, ^'^^^ o con ragionamentij o per forza^ i Principi e gli Stati a non commettere alia punta della spada la deci- sione delle loro querele ^ ma a volerle in vece affi- dare al giudizio di arbitri: onde fu da Rodolfo rior* dinato P uficio de' gludici imperiali cbe erasi sotto de' suoi deboli predecessori trascurato. Ma ^ coraun- que saggi esser potessero i suoi editti e i suoi prov- vedimentij sarebbero tornali vuoti d' effetto, se egli medesimo non gii avesse rinvigoriti colla forza del suo esempio, e della sua presenza. Adcmpie il mi- nistero di mediatore fra Ic parti contrarie^ presie- detle alle Corti di glustizia e fccesi ammirare per Pimparziale equita delle sue decisioni. II punto per altro piii difficile e di maggiore im- portanza consisteva nel cautelarc P esecazione delle leggi cbe proibivano il fabbricare , e il mantcnero Fortezze inutili alia difesa delP Impero. Erano que- ste leggi cadute in dissuetudine, e il numero delle piazze munile divenuto si grande ^ cbe non solo i principi sovrani di estese province ^ ma ben anco la xnaggior parte de'piccioli signori avevano castelliforli- jG STORIA DELL A CASA D' AUSTRIA Cap. IV. ficatl, d'onde facevanofrequentlscoirerie ne^paesi cir* ^2; -1 291 ^Qj^yjclni. N^ certo si lascio Rodolfo abbattere dalla difficolta delPimpresa. Non ignorando che seiiza usare un estremo rigore non sarebbe rluscito a mantene- re la pubblica tranquillita , condanno a morte ven- tinove Signori delle piu illustri famiglle della Tu- ringia-j e in un solo anno fece spianare settanta castellij o piazze forti^ che servivano di rifugio a banditi^ od erano ordinaria dimora de'possenti Baronij ancora piu temibili degli stessi banditi. Uni a tali atti di rigore la piii severa imparzialita e merita d'esser qui ricordata la risposta per lui data alle petizioni di grazia che gli erano state sottoposte in favore dei Signori colpevoli. « Non interessatevi alia soite di masnadieri^ ne tentate sottrarli alia meritata morte; non sono gia nobili ma sibbene esecrandi assassini coloro che opprimono il poverOj e tuvbano la pub- blica pace. La vera nobilta e giusta e leale : essn non offende alcuno e non si abbandona alia meno- ma ingiuria >>* Spese Rodolfo tutto quel tempo del suo regno ^ che gli fu lasciato libero dalle guerresche imprese ^ nel visitare le citta imperiali ; e tal premura in que- sto mostrOj che^ se il gran numero de' diplomi e dei decreti da lui sottoscritti ne'diversi luoghi, non ii\- cessero fede quanto egli viaggiasse per tutta la Ger- mania, sarebbe certamente impossibile il credere, che, nella grave eta a cul si trovava giunto, avesse potato sbrigare tanti affari e sostenere ad un tempo tante fatiche. Ecco il perche un principe contempo- raneo solcva, a giusto titolOj cliiamarlo lea: animata^ ed ecco pure il pcrchc lo hanno gli scrittori con- RODOLFO DI APSBURGO 77 siderato come il secondo fondatore delPImpero ger- Cap IV. manico (i). 1276-1591 Ne con minore zelo si adoper6 Rodolfo nel rlto* gliere ai Principl i feudi che avcvansi usurpati nei tempi delle querele. Gla prima della guerra di Boe^ mia^ aveva costretto il marche&e di Baden e i conti di Friburgo ^ di Niburgo e di Wirtemberga j che e- ransi posti sotto la protezione di Ottocaro^ a restl- tuire la terre per essi occupate nella Svevia ^ nelPAl- gazia e nella Brisgovia: obbligu poscia il vescovo di Magonza a rinunziarc al distretto di Bacgau ^ che i predccessori di questo si erano appropiato alia morte di Federico II 5 ecollo stesso ardore ecoUo stesso biion esito, ridusse al dovere Filippo , conte di Savoia^ il quale possedeva^ nella parte occidentale delP Elvczia^ alcuni feu
  • Noi riporte- remo ben presto vittoria^ e 1 magazzinl del nemico ci forniranno le necessarie vettovaglie ??. Per dare il primo 1' esempio della sobrieta, coglie iin navonc in un campo J lo mangia^ e dicbiara di non aver mai fatto un miglior pasto. Rodolfo tanto bene rie- sci a trasfondere nelle truppe il suo proprlo ardore^ cbe Ottone fu costretto a rinunzlare a^ suoi vincoli d^amicizia colla Francia. II eonte della Borgogna pre- st6 omagglo all'Imperatore nella citta di Basilea^ e ricevette V investitura de' feudi cbe possedeva. I vigorosi provvedimenti da Rodolfo adottati per difitruggere i bandili ^ per abbattere le Fortezze, per ricuperare le terre staccate da'dominii imperiali e per ristorare la pubblica pace , avevano indispet- titi non pocbi Baronij circostanza cbe anim6 un certo Tile Kolup , uomo di bassa condizione , a farsi credere Federico IL Comunque grossolana fosse la finzione^ riescl V impostore a radunar presto un gran numero di partigiani , convoco una Dieta , ri- cbiese P Imp era tore cbe rinunziasse al trono, e rac- colse ancbe sufficienti truppe per assediare Colmar. In principio, Rodolfo sprezzo Pindegno competitorej ma scorgendolo poscia sostenuto da diversi principi delPlmpero, ed avendo inoltre presentlto, essere le citta situate sul Reno disposte a favorirlo , marcio in persona contro lui , lo insegui ^ battendolo fino Wetzlar , entro Ic cui mura Tile si riparo ; assedio questa piazza, e ne costrinse gli cibitanti a dargli (i) AvQiitini Annalcs Boiorum ^ p. Sji. RODOLFO DI AP3BURG0 8i nelle mani il preteso imperatorCj che fece tosto porre Cap. IV. a morte. 1276-1291 Rodolfo mosse eziandio guerra ad Everardoj conte 1286-1287 di Virtembergaj il piu llcenzioso e il plu possente principe della Svevia^ il quale , facendosi forte suUe munizioni di Stutgarda^ e di altre piazze, aveva Tempieta di dirsi amico di Dio e 1' iaimico degli uominij ed era infatti il terrore di tutti i vicini. II re de' Romani assedio^ prese e distrusse Stutgarda, si irapadroni di altre piazze, e costrinse Everardo a cessare dalle ruberie e dalle enormita. Colla mira di ampliare in Isvizzera il proprio potere , tento Rodolfo farsi signore di Berna : la qual citta^ stata in origine costrutta dai duclii di Zoeringen^ e dichiarata poscia imperiale^ erasi ^ du- rante V interregno , posta sotto la protezioae della Casa di Savoia. Adducendo adunque il motivo clie 1288 avessero i suoi abitanti soccorsa quest^ ultima Casa ^ e oppressi gli Ebrei, che pagavano tributo alPImpe- ro, il re de^Romani condusse coutro di essa un esor- cito di trentamila soldati. Ma qucsto Eroc che ave- va annichilato il formidabilc Ottocaro , e uniiliato r orgoglio delle possenti Case di Savoia e di Borgo- gna^ dove cedere al vigore di una nascente rcpub- blica^ e dopo avere inutilmcnte tcntato di ridurro in cenei^e la citta ^ vidcsi costretto a torsi giu dal- r impresa. Ne cbbe divcrso fine una spcdizlone ten- 1280 tata nel vegncnte anno contro la medcsima dul suo figliuolo Alberto 5 quantunque avessela qucsti assahta improvvisamente J e assediata con molta perizia (i). Comcche tutto inteso ncl ristorare Tautorita inipc* (i) TschudL - Muller. - Planta, - IVattci^iUiJ^ 6 82 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA C;p. IV. riale a lui affidata, Iralascii Rodolfo di volgere i ^'^j^'^'^9^suo'i sguardi alia Boeniia^ disgraziato regao^ clie la llrannide di Ottone dl Brandeburgo riduceva alia piii deplorabile condizione. Dopo avere invlati nei pro- prii Stati tutti i tcsorl, cui eragli riescito strappare alle cliiese , e comportato che le sue truppe si aLban- donasseio ad ogtii sorta di eccessi ^ aveva il Margravio brandeburghese confinato Veiiceslao e sua madre nella Foi'tezza di Preising ^ ove era vergognosamente tra- scurata Peducazione del glovane principe , che vede- vasi persino mancare le cose della maggiore neces- sita (i). 11 reggenle erasi poscia tolto dalla Boemia , la- sciaado le reditii del governo nelle niani d' Everar- do J ^escovQ di Brandeburgo ^ il quale ^ se fu possi- bile y lo supero in estorsioni e in crudelta. Alia fine i popoli tuniultuarono 5 Ottone represse bensi la lo- ro sedizlone ^ e confido il reggimento dello Stato al vescovo di Praga e a diversi Signori boemi 5 ma (1) Pelzel, che ha compllata una Sloria della Boeinia, cosi rlescrlve le deplorabile situazione a cui si trovava ridollo il Sovrano : ,, Si lasciava il Sovrano in uno slato d'l tal niidlla e di tale abbandono, che era veduto passeggiare le pubbliche vie con una cainicia di lana, e con vesti e calzamenti affatto laceri: soventi volte anche non aveva con che saziar la fa- me. Cosi trascurata poi era stata la sua educazione, che non I sapeva ne leggere, n^ scrivere. Egli ando debitore delle co- gnizloni posteriormente acquislate al fervidisslmo ingegno, di cui eragli stata prodiga la natura, e alia sociela di uomini istrutti. Ma comunque non siasi Ottone curato di dare a Yenceslao 1' istruzione necessaria a un Sovrano, ebbe non per tanto gran cura , che non mancasse agli esercizii religiosi ; nicntrc obbligavalo ad ascoltare venli Messe al giorno ,,. Pe/- zcl , vol. I , p. I i6. . RODOLFO DI APSBURGO 83 dopo aver ricevuta una somma di q^uindicimila mar- Cap. IV. chi d' argenlo per mettere in liberta il glovane mo- *^7^"^^i)^ narca ^ lo rinchiuse piii strettamente di prima. I Boemi si volsero alF Imperatore che si fece egli stesso a dimandare la pieaa liberta di Venceslao. Non voile Ottone aderire a siffatlo ordine^ se non contro la promessa che gli sarebbe pagata unMtra som- ma di ventimila marcbi^ fino al ricever della quale doveva ritenere Sittau , Ronnou ^ Preising e altre piazze. Fermate queste condlzioni j Venceslao otten- i^Sj lie la liberta. II glovane principe fece tosto il suo ingresso in Praga in mezzo alle generali acclamazio- nij e sebbene non avesse piii di quattordici anni^ tuttavia j assistito da un consigliere , scelto fra i Si- gnori piu commendabili e ragguardevoli del regno, si assunse il governo dello Stato. Fu egli eccitato a rompere V accordo concliiuso con Ottone , ma siccome gli atti delJa sua amministrazione erano sempre conform! ai principii della morale ^ si guar- do dal procedere violentcmente c appcllo in vece al- ia decisione del Capo supremo dell' Impcro. Uodolfo rimlse la causa ai Principi e agli Stati^ i quali an- nullarono come illegale e forzato T accordo conchiuso col Margravio brandeburgliese. E subito dopo Plm- 1^85 peratorc, trasferitosi in persona ad Egra^ diede la sua figliuola Giuditta in moglie a Venceslao^ cui confer! la signoria di quella citta e del dipendente territorio; anclie la Moravia fu restituita al Re di Boemia. Ottenuta poi clie ebbe da Venceslao una piena rinunzia a qualsiasi diritto su ^Austria , Ro- dolfo lo nomino amministratore di tutta la parte di quella provincia , siluata a settentrione del Danubio. Lo creo anclie Vicario imperialc della Misnia ^ e con- 84 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. IV. fermo la convenzione per la quale il Margravio aveva 1270-1291 sottomessa quella provincia non meno che la Lusazia 1200 al vassallaggio feudale della Corona boema. Alia Dieta di Erfurth ratifico Rodolfo con solenne decreto PAtto che attribuiva in perpetuo a quella Corona^ e le dignita di Elettore delF Imperio ^ e V uficio di gran coppiere deirimperadore. Alia perfine , morto in questo mezzo EnricOj duca di Breslavia ^ lo stesso Imperatore conce- de a Venceslao quel principato ed altre terre situate in Islesia. Fu per tal modo liberato il glovane prin- cipe dallo stato d' oppressione in cui languiva ^ e restituita la Boemia alia tranquillita e al suo pi'i- mitivo splendore (i). Si erano appena da Rodolfo ordinate tutte queste cose quando F Ungberia divenne scopo delle sue cure. Avendo LadislaOj pel lincenzioso e debole suo pro- cedere^ perduta F affezione de' suoi sudditi, il suo regno si trovo tosto in preda alle sedizioni e alF a- laarcliia ^ ed esposto quindi alle coi'rerie dei Tar- tari e de'Cumani^ popolo barbaro^ abitante pres- 60 i confini della Tx^ansilvania. Ridotti a si trista condizione gli Ungarij riposero ogni loro speranza in Andrea J principe schiavone^ fratello del loro re. Ma poiche fu questo principe assassinato y per ordine j sic- come e famaj di LadislaOj ebbero essi ricorso al ne- pote del re Andrea 11, vale a dire ad Andrea il Ve- neziano ^ soprannome che gli fu dato , perche Ste- fano^ suo padre ^ aveva fermata in Venezia la pro- pria dimora e sposata una Dama veneziana. Temen- do una generale ribellione^ Ladislao chiamo in suo soccorso i Cumanij ma questi barbari alleuti inve- (i) Goldastus. - Paha I, p. i45-i52. . RODOLFO DI APSBURGO 85 ce di sostenerloj il trucidarono. E siccome Ladislao Cap. lY. mori senza lasciar figliuoH, sorsero nel tempo stesso ^'^7^'^'^9^ a pretendere il suo retaggio Andrea II Veneziano j Carlo Martelloj figlio di Carlo, re di Napoli; Maria, sorella di Ladislao (i) ^ e Rodolfo , il quale consi- derando F Unglieria come un feudo delP Impero , ne diede V investitura al proprio figliuolo Alberto. Intanto pero , la piu forte porzione degli Ungari a- vendo sosteniiti i diritti di Andrea, fu questi coro- nato dair Arcivescovo di Lodomiria. Carlo Martello 1291 trovo protezione nel papa Nicolo IV, il quale lo fe- ce coronare a Napoli da un suo Legato: questo Papa clie riguardava V Ungheria come un feudo dipendente dalla Santa Sede', mosse anclie lagnanza presso Ro- dolfo al proposito delP investitura data da questo al suo figliuolo Alberto. Scmbra clie , occupato negli affari delP Impero , ne volendo offendere sua Santi- ta y V Imperatore evitasse di prender parte alia con- tesa; e inoltre lo stesso Alberto non pote farsi a di- fendere i proprii diritti, giacche eransi in quel tem- po elevate di'ssensioni fra i suoi sudditi. Andrea dun- que , a malgrado della opposizlone del Sovrano Pon- tefice e dei partigiani del Principe napolitano, per- venne a mantencrsi sul trono d' Ungheria su cui lo aveva chiamato il voto della nazionc (2). Rodolfo cominciava allora a ccdere sotto il peso delP eta. Accorgendosi non esscre lontana la sua ul- tima ora, dcsidero trasmettere la corona impcriale (i) F". la Tavola Genealogica de' Re Ungari. ('2) Bonfiniiis , Hist. Hiitit^ariae. - Ilunthaler ^ Tom. II, p. i2o5. - Gerbertl Fast, Bud. pag, iBj, - Windisch^ Ge* schichte der Uns^ern^ p. j6o. 86 STOPJA BELLA GASA D^ AUSTRIA Cap. IV. ad Alberto , uiiico figlluolo che ancor rmjan(3ssegli , 1276-1291^ a siffatto iuteiidimento raduiio una Dieta a Fraii- 1291 coforte. Egli nutriva speranza che i servigl per lui prestati alia Germania avrebbero persuasi gli elettori noil allontanarsi dall'uso, quasi Invariabilmente os- servato di lasciare Flmpero nella stessa Casa* ma si ricusarono essi invece, contro ogni aspettativa ^ alia sua domanda, adducendo pretesto che nori vi potevano avere ad uno stesso tempo due re de' RomanI ; e vane tornarono tutte le promesse di Rodolfo , vane le sue parole sul pericolo di un interregno: gli elet- tori persisterono sulla negativa e riserbarono a un' al- tra Dieta la nomina del successore (i). Siffatta deliberazione , la quale equivaleva per Ro- dolfo 5 giunto omai sulForlo della tomba^ a un de- ciso rifiuto 5 verso nel suo animo il piu amaro cor- doglio 5 che euro dissipare viaggiando ne' proprii \ Stati ereditarii. Passo diversi giorni a Baden e a Stra- sburgo in mezzo alia sua famiglia e agli antichi compagni delle sue prime geste^ accintosi poscia a trasferirsi in Austria presso del suo figliuolo Al- berto , tutto intento di que' giorni a reprimere una sedizione scoppiata fra'suoi sudditi. Le sue furze pero conlinuavano a diminuire^ e poiche i medici lo consigliarono a prendere I'iposo^ Rodolfo ^ come 1291 se presagisse la propria sorte, loro disse: »> Lasciate che io mi conduca a Spii^a a visitare i Monarch! miei predecessor! «. L' Imperatore discese quindi il Reno J ma non pote oltrepassare Germeschein. De- (i) Beuhvltz , Commentatio Hlstorica de ultima Radol- phi cura iii filius ia regno succedat ^ in-l^, Francohu^ae y 1753. RODOLFO DI APSBURGO 87 tlic6 gli ultlmi momenti a ogni plu commeiidevole Cap. IV. atto di zelo religioso ^ e compie il suo ultimo fato ^'^7^'''^9* addi 1 5 luglio 1291 ^ nel settantesimoterzo anno di eta J decimoaono del suo regno. La sua salma por- tata a Spira^ vi ottenne tomba a lato degli Impera- dori 5 che lo precedettero. Noi porremo fine alia preseute narrazione del regno delP illustre fondatore della Casa d' Austria ^ col reeare in mezzo alcune particolarita sulP indole e la persona di lui. Rodolfo giugneva quasi ai setti piedi di grandez- za (1)5 ma agile ^ e snello della persona aveva pic- ciol capo, grande naso di forma aquilina, ed era quasi calvo. Sebbene naturalmente grave , la sua fi- sonomia si animava appena avesse incominciato un discorso ^ e tanto seducenti erano le sue maniere , e si lungi spingeva egli V arte della persuasione , che, secondo le espressioni di Dornavio, uno de'suoi panegiristi, » sembrava affezionarsi con malie tutte le persone che se gli avvicinavano »» (2). Semplice nel vestimento, soleva per Tordinario dire, la maesta so- vrana consistere nel mostrarsi fornito delle virtii necessarie ad un principe , anzi che nel far pom])a (i) Volkmar, Annallsta contempnranco , il rpialc proba-* bllmcnlc vide Rodolfo in Bocniia, lo dlpingo conu^ ,, Proccrae staturae , torlo naso, vultinn lial)ens gravcrn , cujiis gravilas \irtiitein animi praedeslgnahat „. Volkmar , citato nci Ger-^ herti Fasll^ p 167. - Un altro Autore contcinporaneo , clie lo aveva probabilincnte conosciuto rgli pure, cosi dic(i di ([ikI principe : Erat hie vir longus corpore, habens longiludineni septeni pedes, gracilis , parvuni liabens caput , pallidam fa- ciem , atfpie longum nasuin, paucos liabebal ci ines ,,. Cliroii. Col mar. Ibid. {'i) „ Ceu pitiltro perlraJiebat omncs ,,. 88 STORIA BELLA CASA D' AUSTRIA Cap. IV. di uno splendido apparato. Seguace di una sensata 1276-1291 jj^Q^iione J Rodolfo piamente e scrupolosamenle si prestava nel servizio divinoj ammirava e onorava i sacri ministri che non si allontanavano da una vir- tuosa umilta 5 ma sebbene vivesse in un secolo su- perstiziosOj reprimeva Farroganza degli orgogliosi pre- lati, die avendo a vile Fevangelica semplicita^ pas- sav^no i loro giorni in mezzo alio splendore e alio esercizio della potenza temporale. Se dalP un canto pol resiste al Clero , che non voleva contribuire alle pubbliclie imposte^ rispetto dalPaltro i privilegl deir Ordine saoerdotale^ dando esemplari testimo- nianze di deferenza verso tutti i suoi Membri. E giova qui ricordare un' avventura ^ che ci e riferita dalle cronache del suo tempo ^ la quale dimostra quanto fosse il rispetto clie per lui si portava alia I'eligione. Un giorno ^ mentre cacciava fra Baden e Fahr^ si abbatte in un piete clie correva a piedi da un ammalato per amministrargli il Viatico. Era la via tutta quanta fangosa^ e interrotta da tonxnti ^ gonfii per recente pioggia. Rodolfo , come ebbe ap- pena veduto il sacerdote ^ sceso tosto a terra j lo co- strinse a prendersi il suo cavallo , dicendo clie gli starebbe assai male il serviisene mentre colui clie portava il corpo di Gesii Cristo ^ camminava a piedi : e nello stesso tempo non tralascio di protestare la sua gratitudine e il suo rispetto verso la Divinita , che lo aveva tolto di sotto al tugurio de'suoi ante- nati per collocarlo sul trono dell' Impero (i). Si riferiscono di Rodolfo varii tratti di stupenda magnanimita che non vogliono essere passati sotto (j) F'ilorod. Cliron. Ann. Lcob. in Pcz/i\ l^ Hagen. eic. RODOLFO DI APSBURGO 89 silenzio. Dopo la giornata di Marckfeld gli fu con- Cap. IV. dotto dinanzi il cavaliere che lo aveva gettato di^^^ ^^^^* cavallo 5 perche lo ponesse a morte; ma il gerieroso Monarca in vece gli restitui la liberta ^ dicendo : ?> Sono stato io stesso testimonio della sua intrepi- dezza , ne saro mai per tollerare che un si bravo signore sia fatto morire ^?. In un torneo fu Flmpe- ratore ferito da un dardo : V arciere che lo aveva lanciato fu condannato a morte, e non ando debi- tore della sua salvezza che alio stesso Rodolfo. ?> Se quelPuomo, '> cosi egli disse^ " avesse perduta la mano piu presto ^ non mi avrebbe ferito ; ma pre- sentemente ^ qual frutto potrei io trarre da una tale esecuzione? ^> Gia salito alP Impero e trovandosi a Magonza in mezzo de' suoi ufiziali^ Rodolfo vide di lontano Mul- ler^, cittadino di Zurigo^ quello stesso che lo aveva li- berato dalle mani degli inimici alia battaglia contro il conte di Regensberg. Come lo ebbe appena rav- visatOj se gli fece subito incontro, lo accolse con onorevoli testimonianze di amicizia e di considera- zionCj e lo creo cavaliere (i). Duraute la guerra di Boemia^ nella quale le tiuppe di Rodolfo si trovarono in gitin penuria d''acqua, ne fu da alcuiio preseulato un vaso alTImpcradorc. Ma egli ricuso acceltarlo, e dissc : « Io non voglio here solo 5 e non posso far parte di cosi poca cosa a si gran numero di pcrsone. lo soffro ^ non gia per mc^ ma bensi pel mio escrcito '?. Avvcgnache sempre sol- lecito de'bisogni de'suoi soldati, dava la piu grande cura al mantenimcnto della disciplina, e volcva umi- (i) Vliorclurani CJiion. p. 8. go STORIA DELLA CASA D^ AUSTRIA Gap. IV. liati coloro die uon seguissero gli esempli della sua 1270-1291 5Q]3i,;gt^^ Aveva una volta segretamente riuiiite le truppe per fare una scorreria nel paese vicino. Pri- ma di porsi in cammino fece distribuire a'soldati pane di segala e vino. Certunij per altro 5 cui poco gradiva Tavuta provvisione J procuratisi del pane piu bianco e miglior vino j se ne fecero scorta. Ma ve- nutone I'lmperatore in cognizione^ li licenzio sul fattOj protestando^ non volere al proprio servigio persone che non si contentavano di quanto bastava aMoro superiori. Rodolfo era per natura impetuoso e collerico ; ma innoltrandosi negli anni , si ando a mano a mano correggendo. Anzi essendogli un giorno ^ a questo pro- positOj da alcuni suoi amici fatto osservare^ die dal tempo del suo avvenimento alPImpero si era non poco abituato a reprimere Fardore della propria indole, luspose loro: « lo mi sono soventi volte pentito di essere stato troppo collerico; non mai di essere stato umano e mansueto (i) »>. L'uso del potere non cangio mai le sue inclinazioni , ne mai V interesse pote al- terare la bonta del suo cuore. Ecco il discorso clio egli tenne agli esattori delle pubblidie imposizioni: 5? Le grida de'miserabili sono giunte fino a me: voi costringete i viaggiatori a pagare tasse die non debbono; e li aggravate di pesi non possono sop- portare. Non pretendete quanto non vi appartiene y ne esigete piu di cio che vi e dovuto. A me s' aspetta il dovere della vigilanza, il far eseguire la giustizia e il mantenere la tranquillitaj le quali cose io con- sidero come i maggiori beni che sianvi sulla Terras?. (1) Albert. Argent. J p. 98. RODOLFO DI APSBURGO 91 Facilissimo era V accesso a Rodolfo per le persone Cap. IV. ezianclio della piii vile conclizionej ed egli stesso^^' "^^^^ €Osi disse ad alcuni suoi soldati che allontanavano da lui i poveri: » Per Pamor di Dio, lasciateli av- vicinare ! lo non fui gia creato Imperatore per essere segregate dal resto degli uomini «. Cresciuto nel campi^ e sempre dedito alle cure militarij Rodolfo non ebbe sufficiente tempo per col- tivare le lettere; ma tuttavia diede sempre a dive- • dere quanto avesse in onore le scicnze e le arti . nou meno che i loro cultori. Un cittadiuo di Strasburgo che presento Rodolfo di un libro, nel quale erano de- scritte le guerre dc' Romani contro gli Alcmaniii^ ed espresse le doti nccessarie ad uaGeneralcj ne oltenne in dono una medaglia e una catena d^oro^ che soleva portare al collo. E uno stesso parente di Rodolfo oso , al proposito di tal donativo^ fargli rimostranze allegando che a quei giorni eravi penuria sin del da- naro necessario ad assoldare le truppe. ?> Amico mio ^ gli rispose dolcemente rimpcradore^ gli uomini di rnerito che lodano le noslre azioni, ci inspirano nuovo coraggio. Fosse piaciuto al Ciclo^ che io avessi potuto tlar niaggior tempo alio studio ^ e preiniare i snpienti con una parte delle somuie, cui sono ora costretto prodigalizzare a pro di tanti cavalicri igno- ranti! »> La giocondita dclPanimo e un naturale scher- zevole^ non la cedevano in Rodolfo allc sue altre belle qualita. Trovandosi a IMagonza^ nel 1288^ usci una mattina di buon'ora^ succintamente vestito sic- come era suo costume, ed cssendo la stagionc fred- dissima ^ entro nella bottega di un fornaio per riscaldarsi. Non conoscendolo, la padrona con aspri modi gli disse 5 che i soldati non dovrebbero por 92 STORIA BELLA CASA D' AUSTRIA Cap, IV. piede in casa della misera gente. >? Non vi disturbatey ^276-1291 Q buona donna » le rispose il re de' Romanij » io sono un vecchio militare die ho consumato ogni mio avere in servigio di quel brlccone di Rodolfo, il quale ^ a malgrado delle sue belle promesse ^ mi lascia man« care d'ogni cosa '? — ?? Giacche voi servite un uomOj cbe ha devastata tutta la Terra ^ e divorata la so- stanza del povero^ ben vi stanno tutte le vostre di- ' sgrazie » j replico la donna , che si abbandono poscia a molte ingiurie contro Plmperadore. w Egli ha >? pro- segui ella con amarezza >? tratti in rovina tutti i fornai della citta " 5 e ^ gettando acqua sul fuoco ^ sicch6 tutta la bottega si empie di fumo, costrinse in tal modo ad escirne Y incognito. Quando fu^ lo stesso giorno, a pranzo Rodolfo^ ordino che si mandasse alia nioglie del vicino fornaio una testa di cinghiale e un fiasco di vino ^ e racconto a' suoi commensali r avvenutogli caso. Conosciuto appena il proprio in- ganno , la povera fornai a corse tutta impaurita da Rodolfo chiedendo misericordia. II Monarca le per- dono a condizione ch'ella ripetesse quivi tutte le in- giurie che gli aveva dette la mattina: il che essa fece esattamente parola per parola ^ dando con cio oc- casione di niolto riso a tutti gli astanti (i). Ma da questi aneddoti^ che disvelano F indole deiruoraOj facciamoci a considerare le geste che ca- ratterizzano il Sovrano. E dicasi ^ avanti tutto y come le imprese e la saggezza di Rodolfo ritornas- sero quasi interamente al primitivo splendore la di- gnita imperialcj che si trovava tanto avvilita; e come Tordine e la tranquillita fossero per lui sosti- (i) Chronic\ Colmar.^ pars 2, p. /\g. RODOLFO DI APSBURGO 93 tuite air anarchia e all' agitazione , che straziavano Cap. IV. in pria il germanico Impero. '> II suo solo nome, 1270-1 291 cosi un autore contemporaneo , spargeva il terrore fra i Baroni sediziosi , e la gioia nel popolo. Per tal modo la pace e la tranquillita escirono fuorl del seno della guerra e della discordia ^ come appunto r aurora risplende in mezzo alP oscurita delle tene- bre. Ritornava il coltivatore alP aratro ^ che aveva tanto tempo abbandonato; pote il trafficantCj sta- to dianzi i^attenuto dal timore , viaggiare con si- curezza ^ e i masnadieri^ clie avevano osato commet- tere ogni genere di enormita in pieno meriggio^ an- darono a seppellirsi nei deserti e nelle caverne (i) »?. Nessuno ha tanto operato per la propria famiglia quanto Rodolfo per la sua. I suoi Stati appena di- stinguer si potevano su la Carta delP Europa ^ ed ei pervenne col suo coraggio ^ col suo sapere e colla sua perseveranza a porre i fondamenti di qiiella gigan- tesca possanza , che hanno poscia goduta i Priucipi della sua Casa. In fine^ se prcndasi ad csaminare lo fitato nel quale trovavasi la German ia quaudo cgli sail al trono imperiale, e quello in cui la lascioj se si paragonino le sue imprcse colla rislrcttczza de'suoi modi 5 se si consideri V indicii)ile sua prudcnza. la sua abilita, il suo eirdore per la gloria militare , non disglunto dalPamor per la pace; la sua costanza nelPavversita; e, cio che e piu raro^ la sua mode- razione nella prospera sortc ; Ic sue cstcse cogni- zioni nell'arte del reggimento civile e le amabili qualita che bellamente adornavanio come scinplice uomo^ e forza il collocare RodoUo fra i migliori o (x) Volkmar^ p. 529, citato du Hcinrich^ V. Ill, p. 087. 94 STORIA DELLA CASA D^ AUSTRIA Cap. IV. pill grandi Principi cbe abbiano giammai cinta co- 1576-1291 j.^^^ (,)^ Rodolfo sposA in prime nozze Gertrude Anna ('2) contessa di Hohenberga^ cbe mori nelP anno 1281. Glunto air anno sessantesimoquarto^ si congiunse in seconde nozze con Agnese di Borgogna (3) cbe aveva soli quattordici anni. L' autore dello Specchlo delta Casa d'^ Austria rifei'isce una prova assai curiosa deir avvenenza di questa Principessa. Mentre il Ve- scovo di Spira le porgeva la mano all'uscir di car- rozza J le bellezze della medesima fecero in lui tal prestiglo cbe non seppe rattenersi dalP impri merle un bacio su d'una guancia. La sdegnata Principessa se ne dolse alio sposo^ cbe vieto al Prelato di comparire piu alia Corte. »5 lo procurero bensi un Agnus Dei (1) Oltre gb Autori citati ne' precedenti eapitoli , si sono, pel regno di Rodolfo , consultate le varie tlissertazioni su lo stesso regno ^ non clie le Opere di politica e di genealogia compilate dall' Hergott e dal Gerberti. (2) Questa principessa porlo il nome di Gertrude fino al- F epoca della sua coronazione, dopo che ella prese quello di Anna. I suoi due nomi banno dalo luogo a un singolare ab- baglio , e fatto snpporre ad alcuni Autori, che Rodolfo avesse sposate tre mogli, Gertrude, Anna e Eilsabella. - Veggasi Hergott, il quale ha scoperto siffatto errore. (3) I genealogisti delle Case d' Austria e di Borgogna sono assai fra loro discordi intorno al padre e alia njadre di que- sta principessa. Alcuni asseriscono che fosse figlla di Ugone , quarto duca della Borgogna, e d' Agnese, figlia di Luigi IX, re di Francia 5 secondo altri poi lo sarebbe stata di Bealrrce di Sciampagtia , nipote di Tebaldo re di Navarra. Molli Scrittori danno il nome di Roberto , e alcuni altri qucUo di Ugone al padre della medesima. RODOLFO DI APSBURGO gS al Vescovo'j » disse V Imperatore, >> ma non voglio Cap, IV. che dia baci alia mia Agnese (i). «. \2-b'i'jg\ La prima moglie fece Rodolfo padre di varj fi- gliuoli J i quali furono^ Alberto^ die gli succede iieir Impero J Armanno J clie si annego nel Reno, nel 1281, in eta di diciotto anni ^ e Rodolfo , nato nel 12^0 e morto nel 129O5 che si segnalo sotto le bandiere del padre ^ e comunemente chiamato Ro- dolfo II. Questij quando mori, lascio la propria moglie Agnese J figliuola di Ottocaro^ re di Boemiaj incinta di un fanciullo , che fu poscia chiamato Giovanni. Uscita di puerperio , Agnese si rinchiuse nel convento di santa Chiara di Praga^ e vi manco di vita nel 1296. Le figliuole di Rodolfo furono : i. Matilde ^ che sposo Luigi il SeverOj Conte palatino di Baviera ^ e n' ebbe due figli 5 Rodolfo^ morto nel iSig, e Luigi che fu poscia Imperatore. Questa Principessa mori di dolore per la irreverente condotta del suo pri- mogenito. 2. Agnese ^ che ^ congiuntasi in matrimo- nio ad Alberto duca della tJassonia^ fu madre di molti figli. Questa Principessa dove piangere nel i3i i la morte del marito. 3. Edvige , andata sposa ad Ottone il Corto , margravio di Brandcburgo. Morta essa nel iSoS, senza prole, il Margravio , oltremodo afflitto per tal perdita^ si fece religioso. 4- Cattcrina che sposo Ottone, figlio di Enrico , duca di Bavieia. Questa Principessa non ebbe figliuoli , c si iguora r epoca della sua morte. 5. Clemenzia , stata promcssa a Andrea , principe Schiavone , ma che si marito invece a Carlo Martello, principe di Napoli , c prc- (i) Fuggcr^ p. 120. 96 STORIA DELIA CASA D'AUSTRIA Cap. IV. tendente alia Corona d'Ungherla. Carlo e Clemenzia 1276-1291 jjjQj.jpQno dalla peste nel i3o5j lasciando ua figlio, Carlo Roberto 5 o Caroberto ^ che regno in Ungbe- ria. 6. Giudltta o Gutba ^ che sposo Venceslao ^ re di Boemia J e mori nel 1297. Questa Principessa diede alia luce un figlio^ cbe porto lo stesso nome del padre e ne eredlto il trono; e una figlia , Anna^ la quale sposo Enrico , duca della Garinzia. 7. Eu- femla^ che si fece Religiosa, ALBERTO J. GAPITOLO V. I2QI-l3o8. Alalagevole condizione d' Alberto alia uiorlc di Ro- dolfo — ' Repjimc una scdizione in Vienna ^ e asso- pisce le turbolcnze delV Austria c della Stiria. E deluso indla speranza di ottenere la corona iinpe- riale — • Adolfo , contc di JSassau j ckvato al trono deir Impero • — • Giierra in Isvizzcra — Discord ic e riconciliazione di Alberto coW arcivcsco^o di Sali- sburgo — ' Alberto si unisce agli Eleitori contro di Adolfo — Battaglia di Gclheini • — • Disfatta e niorLc di yldolfo — ' Elczione d' Alberto • — Dieta di Norim- hcrga. A.L LLBERTO, r uiiico fi^lluolo (li Rodulfo clic a lui sopravvivesscj uredilu , luiilajucntc al propiio nipotc Giovanni^ tuUl i domiuii del pa Ire . tanto palriiiio- niali die acquistati. SiccomCj per altro, aucora si trovava il nipote iu eta fanciullesca ^ lo zio coiiservu solo tulta P autorita^ che P anipiczza c Ic dovizie de' suoi possess! 5 e le alleanze della sua Casa coi principal! Sovrani d^ Europa ^ gli potevauo attri- buirc. Ma alia morlc di Rodolfo ^ si trovo Alberto in una assai ardua condizione. Uopo oltenuta Finvesli- lura deir Austria J aveva c^di stabilila in Vicnua la j,^^j 7 98 STORIA DELLA CASA D^ AUSTRIA Cap. V. sua ordinaria dimora^ e reltc con vigore le briglie dello i29i-i3o8 gj^^|-Q^ Camminando su ]e vestigia paterne, disperde i Landiti clie infestavano le grandi vie 5 distrusse le Fortezzie che a questi servivario di rifugio j e protesse 1 rnercadanti e i viaggiatori. Now ostante per6 tulti questi benij erasi co' suoi aspri e se^eri modi alie- iiato il cuore degli Austriaci 5 e nimicati i Magnati deir Austria e della Stiria, colF accordare la pro- pria confidenza e i principali ufizii, non che maritando le pill ricche eredi de' suol dominii ai signori di Sve- via die avevanlo seguito. Fu tal condotta cagione di serii rancori , onde gli Stati cliiesero il licenziamento de' favoriti. Cresciuta oltre modo pel rifiulo di Al- berto 1' indignazionCj i principali Baroni si riuni- rono in Tuln^ e, combinate Ira loro le fila di una generale solievazione ^ incominciarono a negoziare per procurarsi gagliardi soccorsi dai re di Boemia e di Ungheria^ da Rodolfo, arcivescovo di Salis- burgo J e da Ottone^ duca di Baviera. Sembra che VenceslaOj al quale offrirono la Bassa Austria ^ gli animasse poscia nelle loro imprese, avvegnach^ non abbia loro accordati decisivi ssussidii. Jjadislao cui promisero la Stiria , era troppo occupato delle dis- sension! del proprio paese ^ perche gli fosse per- raesso di prendersi briga nelle cose de' suoi vicini ; ma r esibizione della Carniola e del Windisehmark indiisse i Conti di Guntz j poderosissima famiglia delP Ungheria ^ a invadere V Austria e depredare il paese fino alle porte di Neustadt. Riesci pero ad Alberto il respingerli ^ e sotloniettere Presburgo e ventlsette altre piazze munite , state per essi tolte a Ladislao. Ma queste vittorie non avevano eslinta la ribellioiie y e dopo la morte di Rodolfo , i Signori ALBERTO PRIMO 99 rinovarono le loro richieste; g insorti i cittadini Cap. V. di Vienna ad aperta sommossa ^ fu forza ad Al- ^^9^"^^^ berto il ritirarsi. Egli per altro pose munitissimo campo nel Callenberg , monte situato nei dintorni di quella cltta , e, fatte venire truppe dalia Svevia, chiuse tutti i passi^ e costrinse i Viennesi a doman- dargli capitolazione. Preceduti dai principali magi- ^^9' strati^ se gli presentarono essi colla testa e coi piedi nudij e gli consegnarono i proprii diplomi, che prese e fece tosto in pezzi in loro presenza ^ annullando cosl tutti i privilegi che reput6 contrarii alia pro- pria autovita. Avuti poscia nuovi rinforzi dalla Svevia e dalPAlsazia, assali i SIgnori austriaci^ prima che avessero potuto ricevere soccorsi stranieri ^ e li ri- dusse tutti al dovere. Ma ebbe appena Alberto restituita la tranquillita alPAustria, che gli abitanti della Stiria, imbrandendo anch'essi le armi della ribellione ^ si collegarono con Corrado ^ esaltato appena allora alia sede vescovi- le di SalisburgOj con Ottonc, duca di Bavieraj c con Andrea, che^ succeduto poco prima al trono d'Un- gheria^ mirava a riacquistare le Fortezze state ritolte ai conli di Gantz. Gli Stiriani si riprometterano anche soccorsi per parte di Vcnccslao , re di Boemia, il quale, per quanto sembra , o si fece a ridomandare quella parte delF Austria aik statacrli da Rodolfo con- fidata in reggimcnto, oppure tentu addirittura impa- dronirsene, Venceslao si avanz6 con un escrcito fino alia Taya; riuni Andrea le proprie forzc, e Ottone e TArcivescovo di Salisburgo , precipitarono su la Stiria, i cui abitanti lor si congiunscro. AUa nuova di tale invasione, Alberto, giovandosi dell' interposi- 100 STORIA RELLA CAS A D' AUSTRIA Cap. V. zione di Giudlltaj sua sorella (i)^ discese tosto a patli 129^-ioob ^^^ Venceslao. Si rappattum(!) anche con Andrea con- cedendogli in matrimonio la propria figliuola Agne- se, e restituendogli le piazze che occupava in Un- glieria. Rivolse poscia tutte le sue forze contra i ri- belli, Le truppe Lavaresi e salisburghesi clie avevano troscorsa la rnaggior parte della Stiria, e prese al- cune Fortezze, slringevano allora d'assedio la citta di Bruck J posta sulle sponde del fiume Muer. Riesci Al- I'^Qi 19.92 bqrto ad aprirsi un varco in mezzo alle nevi che (i) Gli Stonci boenil e auslrlaci non sono fra loro d' accordo al proposilo della querela insorta fra Venceslao e Alberto. Dai prinii si viiole clie Rodolfo avesse promessa a Venceslao, co- me dote di Gindilta, la parte delP Austria situata al nort del Danubio , e che da Alberto si fosse poscia ricusato di metternelo in possesso. II re di Boemia , a loro dire , si disponeya a so- slenere le proprie pretensioni , e la guerra era sul punto di scoppiare fra i due principi^ quando Giuditfa persuase lo sposo e il fratello a convenire in Znaim, aniendue con un seguilo di venti personc. Venceslao, cosi essi proseg^uono ^ vi ando col numero di persone inteso ; ma Alberto , condotte seco forze molto maggiori, costrinse il cognato a rinunciare a'pro- prii diritti. Gli Storici aiistriaci in vece negano il fatto; e di- fendono , non aver dato Rodolfo in dote alia figlia, che Egra col dipendente terrilorio , e dicono clie non avrebbe al certo mai potuto indursi a smembrare daiP Austria unpacse, tanto am- pio qULnto lo ^ la porzione di qucsta provincia , situata a tramontana del Danubio, Siccome ci e affatto impossibilc il pronunciar giudizio fra queste due relazioni, tanto contradditloric, noi indirizzercnio il lettore al Dubravlo^ al Pelzel e agli altri Autori boenii , non meno cbe a' Cronichisti auslriaci , e in ispecie alP Han^ thaler^ vol. II , p. 1208, che ha traltato questo soggctto CQH diligentc cura. ALBERTO PRIMO loi coprlvano i montij e calando a furia da essi, e Cap. V. stretti i confederati nel momento istesso in cui Ja ^^Q^'^-^^S Fortezza stava per capitolare, li costrinse a dare i a volta disordinatamente e a lasclare sal luogo tutte le loro salmevie (i). In questo mezzo tralasciavasi di pensar daddoVero ad innalzare un nuovo Capo all' Impero. II sapere d'Alberto^ le sue estese alleanze e la sua parentela con quattro elettori, semLravano dovere a lui as- sicurare la corona imperiale; ma si era per alterez- za, dispotismo e rapacita inimicati alcuni de'prin- cipi die dovevano dare il loro voto, e la sua po- tenza diveniva soggetto di limore ad ognuno. Tut-* tavia tanto era il figliuolo di Rodolfo lontano dalPim- maginarsi di avere ad incontrare opposizione^ che in quel torno appunto s' impadroni della Fortezza di Trifels, nella quale si custodivano gli ornamenti im- perlali ; e, anche prima d'essere giunto a reprimere la sedizione dc' proprii sudditi ^ si condusse a Hanau, iiei dintorni di Francoforte , ove trovavasi radunata la Dieta. Ma rimase presto deluso nelle sue aspetta- tive. Imperocchc PArcivescovo di Magonza ^ dopo avere co' suoi raggiri (2) ottenuto clie a lui solo '^9^ (1) Foclkensteln y Gescliichle von Bajern. " Ilanthaler. - Cronichc di Salisl)urgo e di CIoslcr-Neiibiirgo , di Ilngcri, di Vienna e di Ehcndorf d' llcsclbach. - Chron. Auslriae cum Ap. " Pez , vol. IL - Gerard de Roo. - Fugger, - Pchel. (2) Le narrazioni clie si trovano nclle cronache coiitcinpo- ranee in proposilo alio hrlgho per le (jiiali il Irono irnpcrialc fu tollo ad Alberto , sono lanto conlusc c fra loro conlraddit- toric , che non ho osato conciliarle. Veggasi : Alb. Argent . - Striwius. - P/effinger's F'itrnriits* - Schmidt. - Hinrich* - Anon, Leob, Chro, - Chronic. Colin. - Ehcndorf* 102 STORIA BELLA CASA D' AUSTRIA Cap. V. fosse affidata la facolta delP elczioncj nomin6 il pro 1291 -1008 pj.jQ cuginOj Adolfo di Nassau, principe illustre per intrepldezza e militari cognizionij sebbene di limi- tatissimo patrimonioj e di assai ristretla podesta. Vivamente sdegnato per una tale preferenza ^ nel primo calore del risentimentOj manifesto Alberto il disegno di volersi opporre alia nomina , nella quale opposizione si sarebbe trovato sostenuto dal Conte palatino , clie si era ritirato dalla DIeta. Ma il peri- C0I05 cui andarono esposti i suoi Stati, fece si cbe non potesse mandare ad esecuzione la fatla minaccia. Mentre infatto si trovava egli occupato delle querele deir Austria J si formd contra lui in Isvizzera una for- Tnidabile Lega, il cui Capo Amedeo IV , conte della Savoia^ ardeva del desiderio di ricuperare Paierna e GummeneUj piazze state tolte a Filippo suo zio e predecessore. Le citta di Zurigo. di Berna, di Basilea e di Raperswil entrarono a parte della confedera- zione* e cosi pure P abate di San Gallo, il conte dl Tockenburgo e Rodolfo di Lauffenburgo , vescovo di Costanza, il quale temeva non volesse Alberto levar- gli la tutela del suo nipote jVrmanno di Kiburgo (i). Fu il conte di Savola riconosciuto quale patrono di Paierna e protettore di Berna , fino all' elezione di un nuovo Capo dell'Impero. I cittadini di Zurigo guidati da Federico di Tockenburgo j che avevano eletto a loro Capo, batterono i borgliesi di Winten- tur e bloccarono questa piazza. Venne tuttavia fatto (1) Eberardo, fratello di Rodolfo, vescovo di Costanza , sposo Anna di Kiburgo e mori nel 1284, lasciando i suoi due fjgli Ermanno e Eberardo , soUo la lutela del loro zio. ALBERTO PRIMO io3 al comandante austriacOj Ugoiie di Verdeaberg, di res- Gap. V. piiigerli mediante uno stratagemraa^ e percio fiirono ^^9^"' essi obbligati a rinunciare alia Lega. Alberto Intanto s^avanzc) a grand! glornate verso TElvezia, e, distrutte varie Fortezze del vescovado di Coslanza ^ assedio I'abate di San Gallo in Vyl. Ridusse in cenere que- sta piazza e ne raando gli abitanti a Schartzenbach , citta fabbricata dai conti di Apsburgo. Accingevasi eglij in ultimo , a muovere contro gli altri oonfede- rati quando il nuovo re de'Romani fece bandire una Iregua generale (i). Se dalP un canto, nel tempo trascorso dalPelezione di Adolfo in poi^erasi potuto mitigare lo sdegno di Alberto, questo principe aveva altresi avuto il campo di meditare sulla deplorabile situazione de' suoi affari ; e di persuadersi non dover egli assolutarnente intra- prcndere nessuna guerra in Germania fino a clie nou avesse affatto estinte le ribellioni ne' proprii StatJ. Temendo quindi di avere a provar la stessa sorte di Ottocaro, riconobbe il nuovo Capo dell'Impero, con- segno gli ornamenti imperiali , e riceve dalle mani d' Adolfo r invest! tura de' suoi feudi. E Tcsito ben presto fece cliiaro , essersi iVlbcrto appigllato al plu saggio parti to: imperocche, nel suo ritorno a Vienna, si troYo involto in nuove querele coll' Arcivescovo di Salisburgoj e gli Austrlaci e gli Stiriaui, che eransi sommessi soltanto per forza , tcntarono nel medesimo tempo di procurarsi la protezione dell' Imperatorc. Per sopraccapo di sventura, in si fatale momento, cadde Alberto violentemcnte malato. Essendosi tosto (i) Cerarcl cle lioo. - Fug^ei\ - Midler. - Planta , chap^ VI. io4 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. V. sparso il rumore della sua morte , TArcivcscovo d\ '^^'"'•^^ Salisburgo fece eguagliare al siiolo una citta reccn- lemente fabbricata sulle frontiere delP Austria , e ruino alcune saline^ state appunto il soggetlo delle ultime contestazioni. La buona sorte pero di Alberto 1295 voile che i violent! rimedii (1) amministratigli dai medici ^ lo ritornassero prontamente in salute , e ricuperasse in poco tempo tutte le sue forze, seb- bene uscisse della malattia tutto quanto malcon- cio e con un occhio di meno. Senza frappor dimo- ra^ entrato Alberto nelF arcivescovado di Salisburgo , strinse d' assedio Rastadt * ma temendo non moves- sergli contro Ic truppe del duca di Baviera^ abban- dono Pimpresa e concliiuse una tregua coirArcl- vescovo. Durante tutto il corso di tali avvenimenti ^ il fi- gliuolo di Rodolfo non perde mai di mira lo scopo di acquistare quando che fosse la Corona imperials E ognor piii in tale speranza alimenlavalo il ripro- vcvole procedimenlo di Adolfo , il quale tentan- do con atti arbitrarii ampliare le terre della pro- pria famiglia ^ erasi indispettito contro gli Eleltori ^ e aveva anche offeso V arcivescovo di Magonza, cui solo andava debitore delPImpero. Sapendo destra- mente trar profitto dalP opportunita delle circo- stanze J il duca d' Austria si procur^ Faffezione del PrelatOj e si cattivo , con doai e con promesse ^ il re di Boemiaj e gli Elcttori di Colonia^ di Sas- (i) Si narra , che avendo Alberto perdiito quasi inleramen- ie i sensi , i mcdici lo facessero sosprnclcre pc' picfli , fiiio a die gli fu iisciia una gran qiiantila di uinori dalla Locca , dal naso e dajjli ocelli. I2C ALBERTO PRIMO io5 sonia e di Brandeburgo. Alia solennc coronazione Cap. V. di Venceslao (i), in Praga, cui intervennero quattro ^^Q'-^^*^^ Elettori e lo stesso Alberto . fu concertalo il primo ^^97 divisamento di una alleanza per la rimozione di A- dolfo; divisamento che venne poscia con maggior cu- ra discusso in successivi parlamenti che si tennero in Vienna. Intanto , ridono il Principe austriaco la tran- quillita a'proprii Stati, colP allentare il rigore della amministrazione 5 e prevenne qualslasi esterna guer* ra J rinovando il Trattato d' alleanza gia anterior- mente conchiuso con Andrea , re delF Unglieria ^ c r amiclzia procurandosi deirarcivescovo di Salisbur- go J famoso seminatore di discordie. Lo stesso anno, fecesi una Dieta in Magonza, alia quale assisterono gli Elettori di Magonza^ di Sasso- nia e di Brandeburgo , non meno die gli ambascia- lori del re di Boemia e delPElettore di Colonia. Si compilo in essa una lunga lista di querele, c fu Adolfo invilato a rispoiidere alle imputazioni che gli erano apposte. Al suo rifiuto tenne dietro imme- 1298 diatamente il bando della sua rimozione c Pinnal- zamento di Alberto alia dignita impcriale. S' accinsc immcdiatamcntc il princlpc Adolfo a di- fendere la corona dclf Impcro colla forza delP armi * e videsi ne' suoi tcnlativi sccondato da Rodolfo , Elettor palatino ^ che succcdeva appena allora al (1) Secondo Pclzcl, T incoronazione di Ycnccslao fu la piu inagnifica ccrimonia clie si fosse mai vcduta. A nialgrado dclia sua ampiezza , la cilia di Praga iion pole in se capiro il prodigioso nuniero di stranieri clic vi si condusscro , c niolli di lore furono coslrelti alhcrgare soUo tcnde, fuori della cit- ta. In siffdlla occasione vennero milrili quallordicimila cayalli tutli a spese del re di Boemia. f^ol. J, [>. i5f). io6 STORIA DELLA CAS A D' AUSTRIA (Jap. V. proprlo padre Luigi il Severoj dal duca di Bavlera ^ 1291- 1 5o8 ^ j^ ^^^ gran nuinero di Principi e Stati del la Ger- maiiia. E oltre do glunse anche a staccare dalla confedevazione contro liii formatasi lo stesso Elet- tore di Colonia. Per altra parte ^ non eras! dimeiiticato da Alber- to alcuno di quei prepavativi , che e reputato neces- sario a stare vaiitaggiosamente sulla guerra. Fatte venir truppe dalT Alsazia e dalla Svevia ^ aveva ad esse uniti gli ausiliari inviatigli dal re d' Ungheria e dagli Elettori J clie parteggiavano per luij e or- dinata ogui altra cosa per escire subito in canipo. I due ostill eserciti j condotti dai due competitori in persona, si trovarono in faccia Tuno delFaltro a Gel- 1208 ht^irn , fra Spira e Vorms, e si azzuffarono con pari furore da ainendue i lati. Erasi da Alberto ideato un ferro fatto a guisa di pugnale ^ di cui arm6 un corpo di scelti fanti, commettendo loro , colpissero i cavallij e si aprissero un passo fino al suo avver- sario : e il trovato perfettamente riusci. La cavalle- ria di Adolfo ando in volta ^ e questo stesso Prin- cipe^ caduto da cavallo, riceve un colpo tanto forte alia testa , chc fu costretto levarsi 1' elmo. Salito allora su di un altro cavallo ^ e furiosamente spin- gendolo ^ giunse , rovesciando ogni cosa che incon- trasse, fino al luogo in cui stava il suo inimico tut- to inteso nel dare gli ordini , e nelP anirnare col ge- sto e con la voce le sue truppe alia battaglia. " La- scia la corona e la vita! ?» gli grida Adolfo. " — • 5) Al Cielo s'aspetta ordinarlo^ « rispoade Alberto 5 e SI dicendo ferisce il suo rivale con un colpo di lancia nel viso. Nello stesso tempo j cade il cavallo AI^ERTO PRIMO 107 ad AJoIfo^ che , oppresso dal numero, cede in un Cap. V. coUa vita J Plmpero al suo fortunato antagonista (i). ^^9'*"'^ Ma troppo era circospetto Alberto per salire sul troiio imperlale^ in virtii di un titolo , di cui gll fosse contestata la validita. Procuro dunque coq pro- niesse e rlspettosi modi guadagnarsi 1' Elettore di Treveri e il Palatino ^ e , dopo aver rinunciato a qualsisia pretensione , clie potesse a lui competere per r ultima nomina ^ si vide eletto di nuovo da- gli unanimi suffragi di tutti i Membri del CoUegio elettorale , e poscia coronato in Aquisgrana dal- r Elettore di Colonia. Raduno Alberto con una ma- 129^ gnificenza superiore di gran lunga a tutto quanto si era sino allora veduto ^ la sua prima Dieta in No- rimberga , durante la quale ^ gli Elettori e anclie il re di Boemia ^ lo servirono a tavola ^ circondato da un immenso numero di Principi e di Baroni. Nella stessa Dieta fu riconosciuta la moglie di lui, qual regina de'Romani^ e Alberto diede a' suoi tre figliuoli 5 Rodolfo, Federico e Leopoldo , P investitura deir Austria J della Stiria e della Carniola. (i) Albert. Argent, e Chronic, Leob. io8 STORIA DELLA Cy^SA D' AUSTRIA C A P I T O L O VI. 1398-1808. ^llcrezta di Bonifazio VIII — Alberto I stringc al^ leanza con Filippo il Bello ^ re di Francia -— Vane sue pratiche per oUenere al flgliuolo Bodolfo la successione al trono Imperiale — • Conta pure inutilniente insignorirsi deW Olanda , della Zelanda e della Frisia — - Sciosrlie la Les^a dealt Elettori del Reno — • Si riconcilia col Sommo Pontefice -— Move gueiTa al re di Boemia — • Cose di Unglie-^ via ' — • Alberto innalza il propria figliuolo al trono di Boemia — Morte di Bodolfo e rijluto di Fede^ rico — Alberto s^ impadronisce della Boemia — ' As sale V Unghevia c la Turin gia — Tenia sottO" viettere le citta e i Cantoni liber i delV El^ezia — ■ Rii^olture della Svizzera^ nel i3o8 — E Alberto assassinato — • Carattere e posteritd di questo Principe. At lllo scopo ell ottenere per la propria elezio- ne la conferma del Papa ^ Alberto spedi tosto , mu- niti di ricclil presently ambasciadori a Roma, com- mettendo loro facessero omaggio della sua filialc ubbidicnza al supremo Capo della Chiesa. Non Igno- rando per altro come 1' amblzioso Bonifazio VIII mal comportasse, die , senza prima consultarlo , gli Elellori nominassero j o rimovessero un Impera- ALBERTO PRIMO 109 dorc, fatto poco^ o nessun fondamento sul fell- Gap VI. ce esito della sua ambasciata ^ maiido ad un tear- '29^'"*^^o po proposizioni di alleanza a Filippo II Bello , re di Francia ^ clie aveva esso pure incorso lo sde- gno del sovrano Pontefice. Oltenne V offerta una liela accoglienza ^ e videsi tra I due Principl con- chiuso un Trattato, per virtu del quale fu Bianca , sorella di Filippo , promessa sposa a Rodolfo , pri^ mogenito d' Alberto , avendo anclie i due Sovrani volutOj affine di sempre megiio assodare la contratta amiciziaj convenire insienie a Quatrevoux ^ fra Toul e Vaucouleurs , ove V Imperatore si condusse accom- pagnato dalla maggior parte degli Elettori e dai principali Signori del Corpo germanico. Fu il ma- trimonio celebrato in Parigi : ma non preveduti osta- coli sopraggiunti da una parte e dalPaltra^ tolsero clie nulla si determinasse al proposito de' limiti fra i due Imperi ^ sebbene tale fosse stato il pretesto del parlamento. Forte deir assistenza del re di Francia ^ e dcciso a voler eludere le promesse die aveva avanzate per esser eletlo , Alberto procuro far nominare il proprio figliuolo Rodolfo in suo succcssore alF Iinpcro. Ma si trovo egli atlraversato in tali pratiche dalPoppo- sizionc degli Elettori , cui tornavano ti'oppo sospette le intcnzioni delP Imperatore. Gerardo , arcivescovo di Magonza , pubblicament'e dichiaro j che non sa- rcbbe giammai stato per acconsentire a rendere crc- ditaria la corona imperiale, tollcrando per cio che fosse il figliuolo di un Imperatore eletto durante la vita del padre. E in sommo grado sail poscia V indi* guazione di questo Prelate quaudo si rifiuto Alberto no STORIA DELLA CASA D AUSTRIA Cap. VI. a nmborsai'gli ^ secondo il costume ^ le spese del 1298-1308 viaggio (i). Di rilonio dalP abboccamento avuto con Filippo il Bello ^ r Imperatore diede a divedere la sua am- bizione ^ richiamando le contee delF Olanda , della Zelanda e della Frisia^ come feudi die pretendeva dovessero ritornare all' Impero ^ per V estinzione del ramo maschilej avvenuta coUa morte di Giovanni I, conte deir Olanda* mentre^ secondo le norme accet- tate ne' Paesi-Bassi J il diritto di succedere a quegli Stali y incontrastabilmente si apparteneva a Giovanni d' Avesnes (a)^ conte delPHainautj escito del ramo 1299 femminino. Alberto condusse tosto numerose truppe verso quella contrada ; ma fu alP improvvista assa- lito in viaggio dal conte delP Hainaut , il quale j passato segretamente ^ e senza che alcuno se ne ac- corgesse ^ il Waal ^ e oppresso un distaccamento d'Imperialij incute tal terrore all' esercito inimicOj che r Imperatore , avendo levato il campo colla mas- sima fretta^ si ritrasse fiuo a Colonia^ sotto le cui mura si affortifico. Ridotto a tale condizione , ne avendo a sperare nessun soccorso da quelli fra gli Elettorij le cui terre si trovavano poste sul Reno 5 accetto la mediazioiie delP arcivescovo di Colonia^ per le cure del quale fu condotto a prospero fine lin segreto accordo fra i due Principij e Giovanni d' Avesnes ricevette dalle niaui d' Alberto V investi- (i). Gerard de Roo, - Struvius, - Schmidt^ Tom. IV^ p. 3.8. (2) Giovanni d' Avesnes era figlio d' Adelaide 5 sorella di Guglielmo d' Olanda , re de' Roniani. ALBERTO PRIMO m tura de' medesimi Stati che gli aveva il Monarca Cap. TL austriaco contrastati (i). H quale alto di aggiusla- ^^9o-ijo8 mento non fu meno imposto dalla necessita di quello fosse consigliato dalla pruderiza* meiitre in questo mezzo, r odio inveterato del Papa e i rancorl degli Elettori cbiamavano a s^ tutta V attenzione d^ Al- berto. E no^ solo lufiutava Bonifazio confermare r avvenuta elezione del Principe austriaco 5 ma lo accusava inoltre di aver assassinato Adolfo suo le- gittimo SovranOy e si abbandono persino a perso- nali ingiurie , chiamandolo monocolo. L' orgoglioso successor di San Pietro, assuraendo il titolo di Vica- rio geaerale dell' Impero, diede udienza agli amba- fioiadori d' Alberto j assiso pomposamcnte sul trono , colla corona in capo ^ e cinto della spada di Co- slantino, e sostenncj non esscrri altro imperalore o re de'Romanij se non se il sovrano Pontefice della Cristianita (2). Ma posta in non cale questa audace pretensione j Alberto protest6 »• esser egli re in virtu de' suffragi degli Elettori e non aver bisogno del- V approvazione del Papa »>. Senza quindi lasciarsi intimorire dalP opposizione di Bonifazio, si dispose a esercitare Pautorita iniperialc in tuLta la sua pic- nezza ^ e a rivocarc i conccdinieuti die gli Elettori (i) Chron, Cohnar , png. 60. - Albert. Argent, pag. 3 - Henrich , vol. III, p. 620. - Schmidt^ T, IV^ pag. 578. - Antiquitea de la Gaule-Belgique , L, V, (2) Benvenuto da Imola. II Miinaori nega qiicslo faUo , il quale sembra per altro troppo conforme alle prctcrisioni di cui faceva pompa la Corte di Roma a qiic^ tempi , pcrch^ sia permesso il negarlo per la sola ragionc della non proba^ bilila. Muralori , Annali d' Italia^ an, 1298. 112 STORIA DELLA CASA D'AUSTRIA Cap. Vf. del Reno gll aveano carpi ti in prezzo del loio volo : i298-iDo8 £ quali concedimenti consistevano nella conferma dclle gravezze che gli stcssi Elettori esigevano per la navigazione di quel Cumej e nella facolta compar- tita air arcivescovo di Magonza di tassare con nuove imposte i siioi sudditi. I principi cui feriva ne' loro interessi il nuovo procedere d' Alberto ^ ne furono oltremodo indispettiti ; e^ aizzati in segreto dal Papa e dal re di Boemia ^ fra loro si collegarono per cac- ciare V Imperadore dal trono. Ne usarono essi al- mcno r avvertenza di celare il loro odio ; che anzi r arcivescovo di Magonza^ trovandosi un di a caccia con quel Principe ^ si pose con insultante modo ad esclamare : ?> H'lon. mi e mestieri clie dar fiato al mio corno per far uscire dalla terra un nuovo re de' RomanI «. Si diede Bonifazio a favorire i confederati con quel- r autorita clie gli attribuiva il sacro caraltere di cui si trovava insignito; e volse agli Elettori ecclesia- stici una lettera espressa ne' segueriti termini : « Noi vi ordiniamo intimare con pubblico bando ad Al- berto ^ a questo preteso re de'Romani^ di comparire innanzi a noi ^ per via de'suoi ambasciadori ^ a fine di glustificarsi , se puo ^ delP appostogli delitto di tradiinento verso il re Adolfo j di invocar perdono delle persecuzionij contro questo Principe operate ^ e di sottomettersi a quella penitenza che noi cre- deremo imporgli. Noi facciamo espi'essa proibizione ai Principi ^ ai vassalli e ai sudditi delP Impei^o di riconoscerlo per re de' Romani* li liberiamo dal giuramento di fedelta che gli hanno prestato 5 e dichiariarao che procederemo contro lui c i suoi ade- ALBERTO PRIMO ii3 rentij con le anni spiritual! e temporally siccome Cap. VL giudicheremo piu convemente « (i). 1298-1^8 Ma i partiti pronti e vigorosi^ cui si seppe Al- berto appigliare fecero andar vuoti tutti i disegai del Papa e degli elettori. Comineio egli per accer- tarsi della neutralita del marchese di Brandeburgo e deir eiettore di Sassonia ^ e raccolse poscia sotto le proprie insegne le truppe de'Principi e degji Stati deir Impero die per lui parteggiavano. Ricevuti poi anche i soccorsi mandatigli dal re di Fraiicia e di Ungheria J e impetuosamente assalendo con formidabi- le esercito il Palatinato e 1' Elettorato di Magonza , ^^^^ gia prima della fine delP anno impadi'onitosi delle principal! Fortezze^ aveva dato il guasto al rimanente del paese. Si preparava egli ad escire nuovamente in campagna alia seguente primavera, quando FArcive- scovo^ trovandosi ridolto alle sole proprie forze ^ si sottomise senz'altro guerreggiare , rinovando il giura- 1002 xnento di fedelta^ rinunziando a'diritti stati I'ogget- to della querela^ cedendo le piazze piu importanti , e promcttendo la maggior cooperazione in tutte quelle guerre clie^ per lo spazio di cinque anni ^ avesse il re de'Romaui a sostcnerc in difcsa dclP Impero. An- che r Elcltore palatino , e gli arcivcscovi di Colo- nia c di Trcveri si sottoposero alle stcsse condi- zioni (2). Questi avvenlmenti aprlrono la via ad una ricon- ciliazione fra il Sommo Ponteficc ad Alberto. L a (1) Schniidt , T, IV ^ pag. 58o. - Tleinricli , vol. ///, p. 624. (2) AiinaL Culniar. - CJiron. Lcob. - Gerard de Roa. - J^ug^cr-SlruviuSo 8 ii4 STORIA DELL A CAS A D'AUSTfUA Cap. VL querela che agitavasi allora fra la Santa Sede e il 129 -I o i\iQjjarca francese. risguarda ie decime da contri- buirsi dal Clero. Vennero per essa ad estremo Ie dissension! ^ e non essendo Bonifazio riescito nelia propostasi impresa di balzare il re de' Romani dal trono, tento sciogliere alraeno V alleanza che questo principc con Filippo il Bello avea stretta. Porse Alberto oreccliio alle proposizioni del Papa , e spedi a Roma nuovi ambasciadori. Allora il Sommo Pon- tefice ammendando J con tutta la pienezza del suoi poteri J Ie irregolarita avvenute nelP elezione del re de' Romani 5 Alberto prese il titolo di figliuolo de- voto della Chiesa. Dal canto suo riconobbe il re dei Romani J per Fautorita dei Papi essere stato 1' Impero occidentale trasmesso ^ nella persona di Garlomagno ^ dai Greci agli Alemanni ; e derivare quindi dalla Sanla Sede il diritto che di nominare i re dei Ro- mani si assumevano gli elettori. Si obbligo pure, con giuiamento, a difendere contro chicchessia la supre- mazia della Chiesa romana, promettendo di rinun- ziare a qualunque alleanza che potesse avere stretta i*oi nemici della medeslma j ed essendone richiesto dal Papa , di intiraar loro la guerra. Un tal atto era un' aperta violazione del Trattato conchiuso col re di Francia. Bonifazio scaglio su- bito contro questo principc sentenza di scomunica , e nello stesso tempo chiari annullati tutti i diritti del f medesimo alia Corona , e ad Alberto li conferi. II ca- rattere piuttosto avido delFImperatore lascia in dubbio, se il dono del Papa avrebbe per se stesso bastato a fargli intraprendere una guerra contro il re di ^'^^^ Francia J nel caso che non ne fosse stato impedito dai vigorosi provvedimenli cui scppe Filippo appi- ALBERTO PRIMO ii5 gliar*!. Fu Bonifazio ^ per ordine del Moaarca fran- Cap. Vr. cese, arrestato, posto in carcere^ e trattato con tale » 298-100^ asprezza che ne mori dl dolore^ addi 7 settembre i3o3. Era il suo successore Benedetto VIII ^ di un' indole dolce e tranquilla 5 e tal cangiamento diede luogo a una specie di tregua fra la Francia e la Genua- nia. Mancato pure di vita^ nel mese di luglio i3o4, Benedetto J il re di Francia fece eleggere uno de'pro- prii sudditi J Bertrando di Goth ( Clcmente V)^ il quale trasferi la Santa Sede nella citta d^ Avi- gnone (i). La propria sjna amblzione persuase Alberto a nou occuparsi d'altro, per tutto il resto del suo regno, che di affari che piii e«senzialmente il riguardavano; e per verita, quando pure avesse voluto, non gli sa- rebbe stato al certo possibile il difendere la pretesa cessione slatagli fatta dal Papa. Alia Boemia rivolse egli per tanto le sue cme. Erano avvenule e sempre si riproducevano fra di Alberto e Venceslao fierissime dissensioni, occasionate da contrarii interessi di due pvinclpi di opposti ca- ratterij e di possedimenti conGnanti insieine. La sola interposizione di Giudilta impediva ua'apcrta que- rela. La morlc di qucsta priucipcssa ^ non troncu per altro sul fatto V armonia ch' ella si era forzata mantencre fra lo sposo e il cognato * e anchc la cooperazione di Venceslao alTinnalzaniento di Alberto 1296 al trono imperialej sembrava dover egualmente con- fermare i loro vincoli. Concedettc il re dc'Roniani (i) ViUani Isior. Fiorenl. - Muratori. - Daniel^ lUsloire de France. - Albert, Argent. - Gerard de Roo* - Fuggcr, - Schmidt, - Jleinrick, ii6 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. VI. al cognato V invest! tura tli tutti i feudJ clie posse- 1298-1^08 j^^jj neirimpero; conlerm6 i privilegi della corona di Boemia^ e ratific6 la vendita delle citta di Pirna e di Dresda fatta dal vescovo di Misnia a Vence- slao. Tuttavia il rifiuto per parte d' Alberto di ra- tificare anche la cessione di quest' ultima provincia e della Lusazia ^ i quali paesi il re di Boemia com- pero dal Margravio , servi a riaccendere nel seno dei due monarclii un odio reciproco^ che ando a dismi- sura crescendo per la gelosia ^ che eccitavano nello Imperatore la potenza e la prosperita di quel regno sempre crescenti. Fin dal principio del suo governo, avcva Vence- slao acquistati i ducati di Cracovia e di Sendomir, nierc^ la donazione a lui fattane dalla sua zia Grif- fina, vedova dell' ultimo duca Lesko ^ nel i3oo; in- di aveva ricevuta la corona della Polonia. Alia morte poi di Primislao 11, clie non lasciava figliuo- lij era la real dignita passata a Ladislao-Loketecj ma la sua arbitraria e licenziosa condotta spinse la nazione polacca a cacciarlo dal trouo, e ad offrirc la vacante monarchia a Veneeslao , a condizione che sposasse Elisabetta figliuola di Px^imislao (i). E ap- pena si fu egli impossessato di questo regno , la morte di Andrea il "Veneziano gli paro innanzi una nuova prospettiva di grandezza e possanza. Manca- to Carlo Martelio di vita, nel isgS, lasci6 le sue pretensioni su la corona d' Ungheria al proprio fi- gliuolo Carlo Roberto, o Garoberto, il quale rice- vette da Bonifazio VIII Pinvcstitura di quel regno ^ come di feudo dipeudenle dalla Santa Sede ^ e fu (j) Vuglossius ^ Ilist, Pol. - Lcugnich y p. 20, ALBERTO PRIMO 117 corona to a Gran. Ma una possente fazione^ mal com- Cap. Vf. portando I'intervenzione del Somino Pontcfice in tale ^^Q^-^^^^ bisogna^ si levo a rumore ^ e scelse in sovrano Ven- ceslao 5 principe di Boemia^ die discendeva egli pure da Bela IV ^ e aveva sposata Elisabetta figliuola di Andrea. Scacciato adunqiic Caroberto , fu la corona di Santo Stefano cinta al giovane re nella citta dl Alba Reale. Fulmino bensi ii Papa una scomunica ^ ma avutasi questa in non cale ^ il Legato apposto- lico fu rimandato. In tal circostanza ^ Sua Santita domando soccorso ad Alberto e lo preg6, si facesse a sostenere i dirltti del principe napoletano j suo nipote (i). L' Imperatore , che accolse con grato animo le proposizioni del Papa ^ richiese Venceslao di resti- tuire la corona di Polonia e di Ungheria a coloro, che le pretcndevano a giusto titoloj e gli domando anclie il distretto di Egra e la cessione di tutti i snoi diritti sulla Misnia ^ non meno che le mine d' argento del Kuttenberg ^ per sei anni , o una somma di otlantamila marchi di quel metallo. Ri- buto Venceslao con disdegno tali domande , per lo che Alberto postolo prima al bando delP Impero ^ &i prepar6 a movergli guerra. Adunato per tanto un esercilo in Isvevia ^ si avanzo in Bocmia ^ e inggiunto a Budweis dal (igliuolo Hodolfo ^ che gli conduceva un corpo di Ungari ^ d' Austriaci e di Bulgari, mise Fassedio dinanzi Kuttenberg che sperava facilmen- te espugnare , poich6 era in questo mezzo Vence- slao corso fino a Buda a fine di condurne via il (1) Bonfinhis ^ rt dcc.^ lib. JX. - Giannone ^ Isloria del Rcgao dl Na|^)uli. - MuraLori , Aiuial. ii8 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. VI. proprio figliuolo i cui partigiani ogni giorno dimi- 1298-1308 j^^^jjy^jjQ Ma trovata negli operal delle mine un' o- stinata resistenza ^ e il re di Boeniia retrocedendo intanto a grand! giornate dalP Unglieria ^ dove Plm- peratore levare il campo 5 e disordinalamente si rl- tiro. Bandi tutta>lia un secondo decreto eontro Ven- ceslao J e fece grandi preparativi per cornincia- I'e le ostilita V anno seguente ; ostilita per6 preve- nute dalla morte del re di Boeniia^ il quale ^ sceso nella tomba nel giugno i3o5 5 ebbe a successore il figliuolo Venceslao III , in eta di diciassette anni. Questo Principe , debole e senza esperienza , rinunzi6 al distretto di Egra non meno che a' suoi diritti sul margraviato della Misnia^ e consent! a prestare omaggio pei regni di Boemia e Polonia. Rivocato per cio da Alberto il decreto ^ clie lo aveva posto al bando delPImperOj furono confermati, secondo il costume , i privilegi della Boemia. Acignevasi bensi Venceslao a condurre nn esercito in Polo- nia eontro Ladislao-Loketec ^ che occupava i du- cati di Cracovia e di Sendomir , ma fu assassinato i3o6 ad OlmutZj il 4 agosto i3o6. Questo Principe non lascio prole (i). Tale avvenimento risorger fece gli ambiziosi disegni d*" Alberto ^ il quale diviso di por- re la propria famiglia in possesso della Corona di Boemia. Siccome la maggior parte degli Stati europei in quella eta^ era anche il regno di Boemia conside- rato come una monarchia eiettiva , sebbcne la corona vi fosse conservata nella stessa famiglia^ perclie vi si (i) Pelzel , vol, /, p. 160 i6S. ' Continuator Cosma Pra- gensisj cap, 18. ALBKRTO PRIMO 1 1 9 elcggeva e rieonosceva per successore al trono ilprimo- Cap. VT, genito del Re durante la vita del padre. Per la qual '^9^"^^^^ cosa^esseiido il defunto Venceslao III F ultimo maschio dell' antica dinastia^ rimase aperto P adito a diversi concorrenti. Enrico duca delle Carinzia si presento allegando il suo matrimonio con Anna sorella mag- giore delPestinto Re 5 ma Alberto cliiese poter disporre della Boemiaj come di un feudo delP Impero , e in virtu di un accordo stato conchiuso fra Rodolfo e Venceslao 11^ nel quale era convenutOj clie qualora venisse a estinguersi il ramo mascolino , dovesse la Corona di Boemia passare nella Casa d' Austria. L' Imperatore propose quindi per Re il proprio figlio primogenito Rodolfo ^ il quale oltre V essere sostc- nuto da una possente fazione , corroboro le propria pretensioni colPofferta di sposare Elisabetta (i) , ve- dova di Venceslao. Gli Stati si congregarono in Praga J ove trovarono i voti divisi fra Enrico e Rodolfo. Intanto si pre- sentarono le superstiti sorelle di Venceslao coi piedi nudi air assemblea, e impelrarono colic lagrimc agU ocelli J fosse la Corona conferita al duca della Ca- rinzia. Vane pcro tornarono le loro pregliierc*, fu vinto il partito in favor di Rodolfo : il qual principcj ac- compagnato dal padre, fecc il suo ingresso in Praga^ seguito da numcroso esercito , c mantenne la pro- messa di sposare F.lisabelta (2). E nello stesso tempo fecc Alberto solenuemente rinovare il Tratlalo, che (i) Blanca , prima moglie di Rodolfo, inori nel inesc d** a- prlle I?) of). (2) Gerard de lioo. Pelzelj vol. /, p. 169. I J06 120 STORIA DELLA CASA D'AUSTRIA Cap. VI. scmbrava dover assicurare alia sua famiglia la suc- 1298-1308 eessione della Boemia. AvrebLe uii moderato procedere colmati di gioia 1 voti degli alntanti, ma non sarebbe esso stato con- forme al carattere di Alberto. La coslui preponderanza sul proprio figliuolo fu tale, che Rodolfo , sebbene di un' indole dolce ed umana, pose gravissime impo- sizioni sui nuovi sudditi, sprezzo i loro pregiu- dizii e i loro costumi, rapi gli ornamenti alle cliiesej e perseguito V arcivescovo di Praga , ohe aveva in- nalzati lamcnti al proposito di tal sacrilegio. Una gran parte della Nobilta si sollevo a rumore 5 V in- dignazione lapidamerite si propagi , e tutta la na- zione corse frettolosa alle armi per opporsi al dispo- lismo austriaco. Rodolfo riuni un esercito , e stava iZon assediando Horadowitz , quando fu in pocbi giorni tratto a morle da una violenta dissenteria. 1^'gli contava ventidue anni di eta, ed era nel prime del suo regno. Dopo tale avvenimento j si voile proporre per Re alP assemblea degli Static die si trovava unita nel palazzo vescovile di Praga , il principe Federico ^ secondogenito di Alberto. Ma non ebbe appena To- bia di Bechina , uno de' Signori piu ragguardevoli ^ pronunziato il norne di lui, che tutta F assemblea , con una sola voce ^sclam6 : '? Noi non vogliamo sapere di Re austriaci ! '5. Contro di che il Bechina ^ audacemente insistendo , cosi disse : »? Voi forse sceglierete un paesano del villaggio di Staditz (i ) , e lo costringerete a sposarsi la vedova di Vcnccslao (i) Di qucsto villaggio, si dice, die fosse originaria P an- tiea tlinaslia» ALBERTO PRIMO 121 Cap. TI. e di Rodolfo ». Questa risposta trasse ognuno a tu- j^ng-iSo's multo : i Membri piu impetuosi snudarono le loro sciabole ^ furono il Bechina e due altri Signori della parte austriaca assassinati , e videsi tosto innalzato sill trono, ad uiianimita di voti ^ Enrico duca della Carlnzia. L' orgoglio d' Alberto ne rimase profoiidameiite offeso. Accompagnato cgli da Federico , clie dicliiaro, non ostante V avvenuto , re di Boemia ^ invase con poderoso esercito questa provincia^ e pose Passedio dinanzi Kutenberg e Kolin. Ma i finti assalti, il contlnuo instare delle truppe boeme ^ la resistenza del presidio e V approssimarsi del yerno lo costriti- sero a ritornarsene addietro. Non rinuncio tuttavia alia sua impresa, e^ fatto occupare da'suoi soldati Ko- nigsgi-atz e le allre piazze forti stategli consegnate da Elisabetla , ricondusse il proprio esercito in Austria deciso di rientrare in Boemia la seguente primavera con forze ancora maggiori (i). Erasi Alberto giovato del poco tempo ^ che il suo figliuolo Rodolfo aveva regnato in Boemia, per farsi a sostenere le preten- sioni del nipote , Carlo di Napoli (2) contro quelle d^Ottone di Baviera , dirctto disccndentc di Bcla IV, (i) Conlinuator Cosniae Prnp;cnsis^ cajy, tqS. - Diihra- vius. - Pelzel , vol. I, p. iG^-i^^, (2) La fortuna , il saperc , e Ic belle scinbianzc di queslo giovane princlpe , tornarono a lui piu lUllI di tulli gli sforzi del suo zlo c del Papa. Fu Ollonc arrcslato del Valvoda di Transilvania , al quale erasi rlvolto per soccoisi, e fu costret- to. rinimciare alia sua dlgnila. Ricuperando la liberla , cede senza dolore un trono pieno di disgusti c pcricoli. La va- canza duro iin anno ; e alia inorte di Alberto , Caroberto fu cleUore. - BonfiiiUis, - Falkcnslein. 11% STORIA DELL A CAS A. DAUSTRIA Cap. Vf. slato innalzato al trono d' Ui)glieria dalla parte av- 1298-1008 versa al Papa. Eras! poi qiiesto Principe ^ con nu- meroso esercito spinto innanzi quel regno 5 ma aveva doviito li mi tarsi a dare il guasto in qua e in la j come meglio gli riusciva , fino a clie un' invasione di Ungari , lo costrinse ad accorrere alia difesa dei suoi proprii Stati. 11 re de' Romani si pose anclie in guerra pel pos- sedimento della Misnia e della Turingia^ come di feudi devoluti alF Impero. Erano queste province state vendute a Adolfo da Alberto ^ Langravio della Turingia, chc privo della propria eredita la sua prole legittima , per assicurare una prospera sorte ad un figlio avuto da una concubina ^ colla quale di poi si congiunse in matrimonio. Ma ^ sebbene in tempi d' anarchia ^ tal vendita produsse la piu odiosa impressione ^ e si collegarono gli Stati del- r Impero in favore de' Principi diseredati. Tultavia erasi Adolfo fatto a sostenere i proprii atti colla forza delParmij e la sua ingiusta violenza aveva for- nito uno de' motivi che indussero gli Llettori a ri- moverlo. Alia morte di esso poi. le truppe imperiali occuparono una picciola porzione del paese conlra- stato J e passo il restante in proprieta degli eredi legittimi. Pervenuto alP Impero j Alberto agogno su- bito la Misnia e la Turingia 5 e siccome Filippo di Nassau , fratello d' Adolfo , ten lava ancli' egli far valere i proprii diritti , finse il re de' Romani d' a- dempiere le parti di gludice imparziale 5 cito innanzi la Dicta di Fulda il margravio Alberto , non meno clie i suoi due figliuoli j Federico e Dletman, e i deputati delle citt«i. I quali Federico e Dietman furouo poscia , per non essere comparsi ^ cbiariti ALBERTO PRIMO ia3 ribelli , e posli al baiido delP Impei'O 5 e si dispo- Cap. Vf. neva Alberto ad eseguirc la sentenza, quando Ven- ^^9^"'^^^ ceslao HI discese nella tomba. Ricscilo a collocare ^^^ il proprio figliuolo Rodolfo sul trono dl Boemia j r Imp era tore spedi ua esercito nella Turingiaj ma fece r imprudente iuvasione insorgere a sdegno la maggior parte degli StatI delP Impero 5 e Federico , al quale giunsero soccorsi da tutte le parti , assail c interamente disfece le truppe Imperiali vicino a Luchau. Quantunque pol in queslo mezzo la morte del figliuolo e le qiierele insorte in Boemia 5 toglies- sero ad Albei'to il poter riparare in persona al di- sonore delle proprie armi ^ fece tuttavia grandi pre- paratlvi per riprendere 5 appena lo potesse j le ostili- ta^ e si condusse in Isvevia per arrolar truppe, colle quali invadere nello slesso tempo e la Boemia e la Turingia. Ma in questo mezzo, un altro avvenimento si attiro tutta la sua attenzione (i). L'Elveziaj o, come e in oggi chiamata , la Sviz- zera , si trovava a que' tempi divisa in tante pic- ciole sovranita , in baronie, in citta imperially come Zurlgo J Berna 5 Basilea c Sciaffusa, in signorie pos- sedutc dal Glero e in piccioli Cantoni , quelli di SchwitZj d' Uri c d'Underwald , i quali , sebbene dipendenti dalP Impero , si reggevano da loro a de- mocrazia (2). I piu possenti Sovrani erano in essa i conti di Savoia e quelli della Casa di Apsburgo. La preponderanza e le terre di questi ultimi eransi raolto (i) Gerard de Ron. - Fugger. - HeinricJi, - Schmidt, (2) Secondo il Wattcville, vi avevano in Isvizzera non mc- no di cinquantci Conli j di cencinquanta Baroni , e di millc famiglie nobili. 124 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. VJ. accresciute dall' elezione di Rodolfo e d' Alberto in 129 -100 p^j ^ £ quali J nella loro conJIzione di Capi del- rimperOj esercitarono il diritto di nominare ^ per ramministrazione della giustlzia punitiva ^ del haili^ o sia giudici crimlnali in tutti i luoglii soitoposti alia imperiale giurisdizione. SemLra per tanto^ che a persuasione d' Alberto, concepisse Rodolfo il disegno di ottenere in quella contrada la sovranita delle Sig:»Qrie ecclesiastiche e delle baroniej e con tal mira acquistasse dalla Casa di Kiburgo la citta di Friburgo , e dalP abbazia di Mur- Lach^ la citta di Tiucerna in un co' diritti signorili su varii villag£:i del canloue di Scliiwtz. Non poco turba; ono siffatti acquisti gli abitanti di Schwitz ^ di Uri e d*' Underwald , i quali, strettisi fra loro in con- federazionCj si obbligarono a non riconoscere giam- mai nessima straniera giurisdizione. Seppe Rodolfo , nella sua moderazione^ rispettare la renitenza di quei popoli zelantissimi della lor liberta ^ ai auali andava debitore di segnalati servigi * acqueto anzi i loro timori ^ confermandone i privilegi ^ e fu quest' atto ratlficato dal suo successore Adolfo. Poco tempo dopo la morte del padre , Alberto non celo P intenzione di appropiarsi , o soggiogare i Cantoni liberi della Svizzera ; onde gli abitanti d'' Uri , di Schwitz e d' Underwald ^ giustamente di cio intimoriti ^ si congregarono in una generale assemblea per rinovare la loro alleanza. Abbrac- ciarono essi le parti d' Adolfo ^ e gli invlarono uno scelto corpo de' loro pin bravi guerrieri. AlF ele- zione poi d'AlbertOj si sparse fra di loro un panico terrore che ando quindi crescendo fino al piii alto della disperazlone ^ allora che i loro deputati^ i quali ALBERTO PRIMO isS eransi condotti da Alberto richiedendo che nella Cap. "VI. sua qualita di Capo delF Impero , confermasse i loro ^'^9^"^^^ privilegi ^ nulP altra risposta ne i iportarono se non che 5 essersi egll prefisso d introdurre cambiamento nella forma del loro governo. Tuttavia prima di accingersi a sottomettere popoli tanto coraggiosi^ penso Alberto ad accrescere con pacifici modi il suo predominioj e ad ampliave nel- la Svizzera i suoi acquisti. Tranquillo i cittadini di Zurigo , confermandone i privilegi 5 si fece ri- conoscere avvocato delle abbadie di San Gallo e d' Einsiedel 5 distrusse i castelli de^ piccioli signori del Gantone di Glaritz^ clie aveano parteggiato per Adolfo; e riesci finalmcnte^ per via di acquisti e colle sue briglie , a impadronlrsi del supremo potere in diversi luoghi ^ dal lago di Tlioun fino al centro del paese de** Grigioni. Avendo per tal modo accercbiati gli Svizzcri ^ intimo loro ^ clie si sottoponessero alia sua autorita^ alia quale intima- zione arditamente risposero colle seguenti parole: n La condizioue de' nostri padri troppo nc e cara ^ ne desideriamo che la conferma dei nostri privi- legi »?. Ma questa scmplice risposta fu di poca ini- pressione sulP altero animo di Alberto* ond esprez- zando ie loro querelcj maado inque'paesi governa- tori J il cui tiraanico c fautastico reggimento li co- strinse finalmente ad impugnar le armi in difesa de' proprii diritti. Fuj sotto gli auspizii di tre repubblicani^ Furst , Meletallo e Staffacbcrj discusso in segreto il piano di una generale sommossa 5 e lo scoppio clie diede la liberta alia Svizzera si fcce primamente udire nei Cantoni di Uri , di Schwitz e d' Underwald, 126 STORIA DELL A CASA D' AUSTRIA Cap. yi. add! 1 3 gennaio delP anno i3o8. VidersI i governa- 129^-1308 jQj,j scacciati dalle loro sedi, se ne espugnarono i caslelli , e tutti gli abitanti insorsero con mirabile accordo ^ nello stesso tempo ^ per resistere alia po- tenza della Casa d' Austria e del Capo dell'Impero. Confidentissimo nella superiorita delle proprie forzc y si rallegro Alberto con se stesso di una tal ribellionCj per la quale se gli offriva , cosi egli giu- dicava , il pretesto di soggiogare un paese cui da lungo tempo agognava. RIserbata dunque ad altro piu favorevole momento la propostasi invasione della Boemia e della Turingia , si preparava a condurre uu esercito in Isvizzeraj quando I'assassinio che siam per raccontarCj pose fine a' suoi giorni, e al suo regno. Sebbene giunto all' eta di diciannove anni^ avea Giovanni, nipote d' Alberto , inulilmente dimandato il proprio retaggio (i): per la qual cosa^ sempre piu inasprito da' continui rifiuti , e aizzato da diversi signorij cospir6 contro i giorni dello zio in com- pagnia di Walter d' Eschenbach ^ suo aio , di Ro- (i) Si agitarono molte discussioni al proposito del territo- rio che era preteso da Giovanni. Alcuni autori sono persino caduti neir assurdita di pretendere, che consistesse nel ducalo di Svevia , il quale non fii mai possedulo ne da Rodolfo, ne da Alberto 5 altri haniio difeso che consistesse in una parte degli Stati austriaci , de' quali era Alberto, per Patio d' inve- stiliira 5 r uulco ammlnistratore. Comunqiie la cosa sla , Ic terre di Giovanni dovevano fare inconlrastabilinente parte de- gli eredltarii possedirnenti della Casa di Apsburgo e di Ki- burgo ; ed e probabile , che abbracciassero le contee di Ki- burgo , di Lentzburgo e di Baden. Il lettore , che biamasse scioglierc una lal quistione , potra consul tare -Fw^^we/mj JEi'rf- besckreibung cier Schweii. Eiclg. vol. I, p, 83. ALBERTO PRIMO 127 Rodiolfo di Wart 5 di Rodolfo di Balm e di Corrado Cap. VL di Tegelfield , possessor! tutti di ampie terre^ e per- ^^9^*^*^^^ sonaggi di molta riputazione nelle contee di Klburgo j di Lentzburgo e di Baden. Accompagnato da' proprii figliuoli e conducendo seco UQ numeroso seguito ^ nel quale annoveravansi r auzidetto siio nipote e i quattro cospiratori , viag- giava un giorno Alberto per Khinfeld^ ove la sua moglie Elisabetta aveva riunite truppe. Sofferinatosi a Baden per prendere qualche ristoro, il giovane princi- pe gli cliiese d' esser posto immantineute in possesso del suoi benl. Alberto gli presento una ghirlanda di fiorij dicendogli cIo megiio com^enirsi alia sua eta che non le cure del governo. Pianse amaramente lo scher- nito Giovanni J getto la ghirlanda con indignazione^ e senipre piu fermamente si deliber(!) alia esecuzione dell' orribile suo disegno. Giunto il real corteo su le sponde del flume Reus- so J rimpetto a Windiscli , i cospiratori passarono il lago pe' primi. Dopo loro passo Alberto accompagna- to da un solo uGziale, e lasciandosi addietro. su Pop- posta riva ^ suo figlluolo Leopoldo, e il restante del 5eguito. L'lmperatore attraversava per tanto lenta- mente le campagne die si estcndono alle falde dei monti circostanti al castello di Apsburgo , c fami- gliarmente conversava colP ufiziale che avcva seco, quando, ad un tratto , uno de' congiurati improv- visamente scagliatosegli addosso^ s' impossessa dcUc redini del suo cavallo: e contemporancamcnte il nipote, afferrato Alberto pel collo esclama: » Ren- dimi il mio patrimonio. II Balm gPimmcrge iutanto la sua spada nel corpo, e rEschcabacli gli fcndo il capo con un colpo di sciabola. Rimase altonito il 128 STORIA BELLA GASA D' AUSTRIA Cap. VL Wart; Pufiziale si diede alia fuga^ e Pinfelice Mo- i298-iooOj^^^,(va^ caduto di cavallo^ fa lasciato immerso nel proprio sangue. II suo figliuolo Leopaldo e i signori del suo seguito, lo trovarono esalante V ultimo so- spiro fra le braccia di una povera donna , accorsa in suo aiuto (i). Alcuni degli assassin! si rifuggirono nei Cantoni d'Uri, di Schwitz e d'Undervaldj sperando trovare asilo fra'popoli clie Alberto preparavasi a soggiogare; ma inorriditi que' virtuosi montanari di un s\ atroce misfatto, avvegnach^ avesse colpito il loro mortale inimico, ricusarono favore alle persone che avevanlo commesso; e per ultimo^ i colpevoli soggiacquerOj o ne' supplizii o nelP esilio ^ alio sprezzo e alia miseria che colla enormita del misfatto avevansi meritato. Gio- vanni di ApsburgOj il principale di essi ^ dopo avere errato pei monti ed essersi tenuto celato entro le ca- verne , si rifuggi sotto mentito abito di religioso in Italia y ove straziato da' rimorsi della propria coscien- za^ finalmente si discopri a Glemente V, il quale gli conceded bensi F assoluzione^ ma lo fece consegnare air Imperatore Enrico VII. Ridottosi poscia nel con- vento degli Agostiniani in Pisa^ vi termini nelP an- no i3i3 (2) la sua misera esistenza. Dal predomlnio Jei pregiudizii ^ o dalla forza del- le proprie passioni ^ si lasciavono gli storici indurre a denigrare^ con eccessiva amarezza^ il carattere di (i) Albert. Argent.^ p. 114. (•2) Ebendorf^ autore della Cronaca Ausiriaca , asslcara di aver veduto mcndicarej in Vienna, un vecchio cieco^ figliuolo naturale di Giovanni e di una donna die aveva seguito quc- sto princip€ nella sua vita erranlc. Pez. voL II, p, 777. ALBERTO PRIMO 129 Alberto, cui sembra essersi fatto irnmenso daniio col- Gap. \l. Paverlo voluto porre a confronto delP illuslre suo ^'^Q^'*^^^ genitore. E per verita fu egli sposo costante e affet- tuoso; amava teneramente i suoi figliuoli ^ c seppe riel seno Jella propria fainiglia farsi adorare da ognu- no. Egualmente avverso all' adulazione e alia maldi- ceuT/dy aveva una giusta idea de' riguardi clie altrui si debbono, signoreggiava le propvie passioni e sapeva resistere con forte animo alle allettative del piacere. Diede Alberto chiare prove di non comune sapere nelP arte della guerra^ e non fu certamente secondo a nessuno di quelli che si fecero ammirare pel loro coraggio non meno che per energia, solerzia e pron- tezza di animo. Capo delPImperOj ne resse il go- verno con avveduta fermezza^ ne fu inferiore al pa- dre nelPaccorgimento con cui provvide alia tran- quillita de' popoli. Sebbene religioso, seppe dignito- saniente opporsi alle pretensioni della Santa Sede^ e reprimere V anibizione degli Elettori ccdcsiastici. Ma come soviano ^ unl Alberto V arroganza al dispotismo : avido e inquieto^ persisteva egli con caparbia osti- hazione , e senza alcun riguardo alia giustizia e alia pietci, neir esecuzione de' concepitl dlsegni per V in- grandimento della sua Casa. Aveva anclie un con- tcgno rozzo e feroce (1). Le sue pregeyoli doti rima- rievano oscurate da' suoi difetti, e^ secondo F espres- sione di uno storico svizzcrOj » la virtu vesti in lui r aspetto dclP egoismo »> (2). Elisabetta^ nioglie di (i) Una cronaca contemporanea, cosi dlpingc Alborlo: „ Tlojno grossus , aapccUi ferox , riKsliciiiiis in peisoua , pioplei iibciOj avarus „. Arenipech ap> Pez. p. liJi. (7). PtaiUn. 9 i3o STORIA DELIA CASzV D' AUSTRIA Gap. VI. Alberto, sortiva i natali da Malnardo, duca della Ca- 1298-1308 j.;jj2-Ja^ e da EHsabetta, figliuola d' Ottone , Conte palatino, ed era vedova dclP Imperatore Corrado IV. Quesla prliicipessa , nata nel 1 263 , sposo Alberto nel i^yGj e dopo la morte di questo j si ritiro nel convento di Konigsfelden ^ dove cesso di viverc nel i3i3. Partori ad Alberto venti figliuoli , nove de' quali perirono in tenera eta 5 fra gli altri si con- tarono sei maschi e cinque femniine. Rodolfo, che fu re di Boemiaj era nato nel 1280^ e mori prima del padre. Congiuntosi j in prime noz- ze, a Bianca figliuola di Filippo il Bello, re di Fran- cia, e in seconde , a Elisabetta, figliuola di Primi- slaOj re di Poloniaj non ebbe prole da nessuna delle due. Gli altri maschi d' Alberto erano Federi- CO J Leopoldo, Alberto j Enrico e Ottonej di essi par- leremo nel seguente capitolo. Le figliuole d' Alberto furono: I Anna, che sposo, in prime nozze, Ermanno il Lungo, margravio di Brandeburgo , e in seconde, En-^ rico di Breslavia. Mori nel i326. 2. Elisabetta, moglie di Ferri IV, duca della Lo- rena. Dopo la morte di questo principe, fu dessa tutrice de' figliuoli che avevano avutij e termino i suoi giorni nel i352. 3. Agnese, che si rende in gioventu famosa per la sua grande divozione. Rimasta vedova, si coufino iu un eremitaggio presso di Konigsfelden, spendendo tut- ti i suoi averi in elemosine e pie fondazioiii. L' Impe- ratore Carlo IV, che ne ammirava il sapere e la per- splcacia, si conducea spesso a visitarla. Erasi Agnese, nelPanno iSgG, congiunta in matrimonio ad Andrea, re d' Ungheria, c aveva ottcnuto in assegnamenlo pev ALBERTO PRIMO i3i istalo vedovile il castello di Presburgo, con tutte le Cap. VI. dipendenti terre; mori nel i364j in eta di ottanla- '^9 ^ quattro anni. 4. Gatterinaj di cui esaltavasi la bellezza , fu pro- raessa sposa all' Imperatore Enrico VII 5 ma questi mori nel tempo medesimo che gia si trovava la prin- cipessa austriaca in viaggio per condursi a porger- gli la mano. Catteiina si marito di poi ad Enrico, principe di Calabria , e fini i suoi giorni nel 1824. 5. Giuditta J che , per quanto sembra , si congiunse in matrimonio con Luiglj conte d'OetUngen^ e man- c6 di vita nel i32C). FEDERICO E LEOPOLDO CAPITOLO VIL i3o8-i33o. Punizwjie de' cospiratori, — Ritratti di Federico e di Zeopoldo J V una primo V altro secondo Jigliuolo d* Alberto — Loro amministrazione *— Enrico di Lucemburgo eletto re de^ Romani -^ Giovanni ^ sua flgliuolo J sale al trono di Bocmia — — Accordo sti- pulatosi fra le Jamiglie d' Austria e di Lucem*' bitrgo — - Sedizione negli Stati austriaci — > Giierra che Federico sostiene contro la Baviera-^ Leopoldo accompagna V Imperatotye in Italia • — ' Morte di Enrico di Lucemburgo — Doppia elezione di -Fe- derico e di Luigi di Bav'iera — • Guerra fra i due competitori — - Leopoldo invade i Cantoni d* Uri , di Schwitz e d' Underpaid — • Battaglia di Mor-^ garten — " Tregua cogli Svizzeri — Proseguimetito delle ostilitd in Germania • — ^ Federico battuto e fatto prigioniero alia giornata di Muhldorff — Zeo- poldo si sjbrza di ritornarlo in liberta •— • K la sua domanda sostenuta da Giovanni XXII • — • Condi^ zione politica delV Italia — Discordia fra lafazio- ne pontificia ^ e la i/nperiale — • // Sommo Ponte/lcc scomunica Luigi di Bavicra , e lo cJiiarisce dcca- duto da tutti i suoi diritti — K questo principe disfatto da Leopoldo*-^ Tenta Leopoldo far salire il re di Francia sid trono imperiale - — • Accordo tra Federico e Luigi di Bayicra -— Liberazione di 1 34 STOMA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. yiL Federico e movte di Leopoldo — Imprcsc dl Liiigi Ji Bauiera in Italia — Coronazione di questo prin- cipe in Roma dove fa eleggere un Antipapa — • Guerra e rinconciliazione di Federico con Oitone < — Movte di Federico, J^ELLA coslernazione in cui, al primo riimorc del- r assassiiiio delP ImperatorCj si trovo immersa la fa- miglia d' Alberto , eras! immantincnte data a cre- dere che fosse una tal morte il certo preludio di una general ribellione 5 ma quando pote conoscere restringei'si il numero degli assassin! ad una piccio- la mano di malcontent! 5 si affretto a far cadere su de' medesimi il peso della propria vendetta ^ ravvol- gendo nella loro ruina e i loro amici e i loro ade- renti e persino i loro servi medesimi. Federico e Leopoldo 5 figliuoli d' Albei'to , sorpresero e distrus- sero le Fortezze de^ cospiratori; ne fecero passare i presidii a fil di spada^ ed estesero lo stesso scem- pio su tutti coloi'Oj che il menomo vincolo collegas- se ai ribelli. Furono indistintamente uccisi gli ufi- ziali domestic! 5 se ne confiscarono i beni , e si rl- dussero le loro famiglle alP indigenza. Sessautatre vassalli del Balm ^ sebbene avessero tutti protestata la loro innocenza^ furono decollali in un sol gior- 110 alia presenza di Leopoldo e di Agnese sua so- rella. Anzi vuolsi die durante Pesecuzionej la feroce principessa andasse ripetendo la leggenda di santa Elisabetta : » Ora ^ mi tuffo nella rugiada di mag- gio 55. Avrebbe dessa voluto strangolare colle pro- pi'ie mani un figliuolo delFEsclienbachj e non senza molta difficolta riescirono i soldati ^ inleneriti dalle FEDERIGO E LEOPOLDO i35 lagrime del fanciullo ^ a strapparlo dalle sue mani. Cap, Vll.^ Si pretende die piii di mille persone fossero sagrifi- ^ cate air ombra del monarca Austriaco. Unitamente poi a questa Agnese , la vedova d' Alberto , incon- solabile della perdita del marito, fondo a Konig- sfelden (i)j nel luogo medesimo del commesso assas- sinio^ un magnifico monastero ^ ove passarono le due principesse in religiosi esercizii il reslante de' loro giorni. L' istoria si compiace nel riferire la rispo- sta data da un veccliio eremita ad Agnese ^ clie gli offeriva nel fondato pio luogo un asilo. '> Non e gia 5 o signora ^ versando il sangue innocente ^ ne elevando monaster! collo spoglio delle famiglie^ che si serve Iddio 5 ma bensi colla misericordia e coUa dimenticanza delle ingiurie ?> (2). I cinque figliuoli d'Alberto succederono insieme in tutti i pcssedimenti paterni^ tanto ereditarii^ quanto acquistati , senza dividerli. Ma per virtu delP atto d'investitura e de'patti di famiglia^ fu Tamministra- zione delle province austriache commessa a Fede- ricoj e poiche ancora non erano i ire figliuoli mi- (i) La fonclazione consisle in due convcnli, P iino di Fra- telli Minori, c P altro di religiose delPOrdiue di Santa Cliiara. Ebbe un gran numero di princlpi della Casa d^ Austria loml)a in siffatlo monaslero, suUe pareli del quale non nieno die alle finestrc della Gliiesa si veggono ancora i ritratti de^ piu anllclii fra quelli, Fu esso poscla , nel tempo della rlfornia , ridotto a condizione secolare. La PinacolecJia Juslriaca con- tiene una notizia su gP intagli de*' ritraUi di cui sopra , e nella relazione de"' miei i'iaggi in Isvizzcra ( Letlera XIF) si tro- va una descrizione delP edificio clic forniava quel monaslero. (2) Hettinger ^ Tschudi - JFatlcville - Midler - Planta^ voL i J p. 1 65. i36 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA C^p. TIL n oil usciti delPinfanzia j Leopoldo prcse il governo i.)oc-!j. o j^glj Slati clie la sua Casa possedeva nella Svevia nelPAlsazia e nella SvJzzera. Ma i due fralelli sui quali riposava allora lulta la soile della Casa d'Austria^ craiio , fisicamente e mo- ralmenlCj il coiitrario Funo deiraltro. Federico, che gjungeva appena allora al sue vJgesiinoterzo anno^ era alio di statura e assai ben proporzionato j cosicche la leggiadria di tulta la sua persona gli aveva acqui- slato il soprannome di Bello. Facevasi egli ammi- rare siecome il principe piu perfetto de'suoi tempi ^ c sebbene spingesse talvolta il coraggio fino alia te- merilaj non mancava ne di dolcezza^ ne di benevo- knza e aveva un^ indole pacifica. Leopoldo in vece, il quale non contava che sedici anni^ piccolo era e difforme della persona. Si annunziava il suo esle- riore caraltere inquieto e violento 5 e alia morte del padre aveva gia date prove di quel raro valore, die nel tratto successivo lo fece chiamare la gloria della cavallerla (i). Si adopero Federico per ottenere la Corona im- perialej ma V aspro reggimento del padre ^ lasciava una triste rimembranza j clie ebbe maggior possa delle perfette cognizioni e delle belle doti del figliuo- lo. Sebbenc poi si ponessero in coi>correnza anclie Carlo di Valois , fralello del Monarca francese. e va- rii altri principi alemanni , cadde la nomina su di (i) Uiv tonllea croiiaca parngona Leopoldo al Ticico cM L Ilea no. ,, Major 1m exiguo rrgnabat corpoiT virtus „. Jnon, Leob. ap, Fez, vol. /. p. 9^6. FEDERICO E LEOPOLDO 13; Enrico di LucemburgOj che videsi elelto Imperadore Cap. VII. ad unanimita di voti, inerc6 la preponderanza del ^^^°"*^ sua fratello Baldovino^ elettore di Colonia, e la pos- ,3^3 sente raccomandazione di Pietro, arcivescovo di Ma- gonza. Fu il nuovo re de' RomanI coronato in Aqui- sgrana 5 e Clemente V ne confermo V elezione. E r innalzamento di Enrico al Irono impcriale fece pure andar falliti i disegni de^principi della Gasa d' Austria al proposito della Boemiaj essendo il nuovo Imperatore^ per un felice concorso delle circostanze che siam per soggiungere^ riescito a cingere al pro- prio figliuolo la corona di quel regno. Erasi Enrico di Carinzia alienato il cuore de^Boemi tanto per la sua tirannidcj e per le eccessive imposizioni di cui so- praccaricavali , quanto per la consuetudine di affidare i piu importanti ufizii e la difesa delle piincipali Fortezze a'suoi Carinziani, Una possente fazione per tanto , egualraente avversa a quest' Enrico e a' prin- cipi della Casa d' Austria , trasse Elisabetta, la piu giovanc delle sorelle di Venceslao III^ dalla prigio- ne , in cui V aveva rincliiusa il Monarca regnantc , e ne offri la mano j unitamenle alia corona , a Gio- vanni , figliuolo del re dc' Romani. Fu V offerta ac- cettata J e 1' Impcratore^ in una Dieta congrcgatasi a Norimberga , dopo avcre chiarito Enrico di Carinzia colpevolo di felloma ^ per essersi impadronito della Boemia senza il concorso dclP autorita impcriale ^ ^^^9 annunzii spettare quel regno alP Impero , dandonc nel tempo stesso Tinvestitura al proprio figliuolo Giovanni, il quale ^ dopo la ccrimonia della corona- zione ^ sposala la principessa Elisabetta ^ c raccolto formidabilc escrcito ^ entro senza perder tempo nel confcrilogli regno ^ avviandosi alia volta di Praga, 1 38 STOMA BELLA CASA D^ AUSTRIA Cap. yn. Qy(3 aveva iatanto Enrico uiiita la magglor parte dclle ^ sue truppe. Aprirouo gli abitanti della Capitale le porte al nuovo re^ e si trovo Enrico costretto a rin- cliiudersi nella cittadella. Ma veggendo disporsi I'i- nimico all' assalto , use! di notte dalla piazza ^ con- '"^'^ ducendo seco la moglie . e abbandoni la Boeinia. Giovanni congrego allora una Diela , nella quale ricevette la corona e confermo i privilcgi della na- i3ii zione. Questo principe scaccio di poi i Carinziani dalle Fortezze che occupavano nella Bocmia e nella Moravia, e ^ negoziata la restituzlone della citta clie Elisabetta aveva consegnata agli Austriaci , si trovo i3i2 ^il^cro padrone di tutto il paese (i). Secondo V investitura stata da Riccardo di Cor- novaglia conferita a Ottocaro j gia avevano gli Sta- ll j durante F invasione della Boemia, richiamata r Austria J la Stiria e la Carniola pel nuovo loro Sovrano ^ ed avendo per conseguenza 1' Iniperatore fatto ingiungere a'possessori la restituzione di quel feudi J Federico cosi rispose: >? Annunziate ad En- rico di LucemburgOj cssere F Austria ^ da cinquan- t' anni in qua ^ stata la tomba di cinque principi Sovranij e cbe potra esserne egli il sesto^ qualora tenti rapirci il nostro patrimonio ". Ma siccome non aveva il i^e de'Romani^ coUa sua domanda^ niirato che ad ottener dai principi austriaci Fapprovazione a tutto quanto erasi operato in Boeinia ^ e sicconie d' altra par- te si trovavano i figliuoli d' Alberto abbastanza occu- pati nelle cose della Svizzera , fu presto ncgoziato un i5o9 accordo in virlu del quale pubblicamente concede En- rico a que' principi P investitura degli Stati^ gia pos- (i) Pelzelj p. 180-187, ^ ^''' '•' ■ FEDERICO E LEOPOLDO 189 secluti dal loro padre , ed obbligaronsi essi in con- Gap. VII. , . \- -1 ^ ' 11 u • i3o8-i55o traccambio a pagare ventiinila marchi d argento, a ri- nunciarc a qualsisia pretensione sulla corona di Boe- mia^ a prestare soccorsl al nuovorCj e ad assistere con poderose forze Enrico nelP impresa clie meditava. Bandi V Imperatore sentenza di morte contro Giovan- ni , uccisore dWIberto ^ assegnandone le terre a*" Prin- cipi auslriaci , e concedendo loro il possedimenlo de^ beni cbe avevano tolti ai parenli degli assassini. Poscia che cbbero vendicata la morte del padre, e segnltone il funebre convoglio fino a Spira^ luogo della sepoltura iraperialcj ove furono dalPabbazia di Wet- tingen Ic spoglie del defunto trasporlate^ si prepa- rarono i ducbi d^ Austria a discendere in Italia col- rimperatore. Ma, quando la partenza era immi- nente^ dov^ Federico condursi in Austria, per re- primcrvi una sedizione , e resplngere Ottone, duca di Baviera, clie aveva preso Niburgo e strelto d'asse- dio Pirnstein. Al suo glungcre per altro , trove) clie gia eravi tornata la calnia per le cure e lo zelo di Ubico di Waldseck govcrnatore dclla Stiria. Puniti quindi con molto rigore i colpevoli, stri nse alleanza col re d'Unglieria , col duca della Carinzia e col- FArcivescovo di Salisburgo 5 riprese con un cser- cito di quindicimila uomini Niburgo ; cntro nella Baviera, s** impadroui di Ricdt, e, mettendo il paese i3iQ a ferro e a fuoco, strinsc d^ asscdio Scbarding. Ma Pavvicinarsi de' Bavaresi lo costrinse ad allontanar- SQm] e al principio del scguente anno fu negoziato un accordo per la interposizione di Elisabetta, ma- dre di Federico , e per quella pure di Rodolfo e di Luigi, Conti palatini. La qual pace tuttavia fu di assai breve durata; percbe, prima dclla fine dello slcsso i4o STORIA BELLA CASA D' AUSTRIA Cap. Yir. anuo in ciii era slata conchiusa, essendo morto Ot- i5o8-i33o ^Q^g^ lasciA tutore de' proprii figli e di quell i dl Ste- fano suo fratello^ Lulgi; ondc videsi negli Stati au- sti iaci insorgere una possente fazione ^ la quale, ricu- sando sottomettersi alle ultime volenti del defunlo^ chiese che la tutela fosse conferita ai piincipl au- striaci. SI venne quindi alle manij e FedericOj di- sfatto a Sammelsdorf, rinuncio a tutle le sue pre- tensioni in favore di Luigij che prese possesso del paese, e lo govern^ (i). Durante il corso di siffatti avvenimenti, Leopoldo accorapagnava I'lmperatore in Italia , guldando mille cinquecento uomini d' arme e dugento cavalJerl. Lo straordinario suo valore, presto gli acquisto Taffe- zione di un principe tanto belHcoso come Enrico; e se ne acquisto poscia anche la partlcolare stima e confidenza coll' essere riescito, nel modo che slamo per dire , a reprimere una soramossa suscitatasi dai Guelfi in Mllano^ poco tempo dopo la coronazione di queir Imperatore in Re di Lombardia. Nel mo- jnento adunque che si trovavano i giorfti del Monarca nel maggior pericolo , accorse Leopoldo, con mille quattrocento combattentij da un sobborgo della citta , c J dissipati i faziosi , scacci6 da Mllano i Torriani e gli altri Capi de' Guelfi. II Principe austriaco con- tinu6 col maggiore zelo a battersi pel suo sovrano, e d' infinita utilita tornarono a questo i servigi di lui ne'difficilissimi momenti in cui, avanzandosi verso *^ le parti meridionali delF Italia, ebbe a superare tutti (i) Ebendorf ap. Fez. T. II, p. 28!), - Fita Ludov. ir\ imp. ib. p. 4^8 - Fulke/istein J p. iGi.- Gerard de Roo» ^ Fugger. FEDERICO E LEOPOLDO i4i gli ostacoli che gli crano opposti dalle pollticlie bri- Cap. VII. ghe del Papa e dalP immicizia di Roberto , re di Na- i3o8-io3o poll. In fine J lo segui a Roma, e assiste alia sua co^ ronazione celebratasi nella chiesa di San Giovanni in Laterano. In benemerenza di tante imprese ^ e d' altre ancora non meno ijgiportanti che passiamo sotto silenzioj col- mo Enrico di favorf e con ogni conlrassegno di con- filderazione distinse il priucipe Austriaco. Gli promise in i&posa Catlerina di Savoia. nipote della propria moglie che pii non era (i)j e per istringere un legame ancor piu intimo fra se e i principi della Casa di Austria , si decise a sposare in seconde nozze la loro fiorella Catterina. Ma la futura Imperatrice, accom- pagnata dalla madre, gia aveva passate le Alpi , e gli toccava le sponde del Ticino, quando manci Enrico di vita , in eta di cinquantadue anni , a Buon«^ convento ndle vicinanze di Siena , raentre accigneasi a portare le arm* del regno di Napoli (2). (i) Alcuni autorl allrlbuiscono a Leopoldo due mogll, V iiu* delle quali sarebbe stata Catterina, figliuola di Enrico e di Margarita, figlia di Giovanni 9 duca del Brabante ; e P altra , Catterina figliuola d' Amcdco, contc di Savoia, e di Maria , so- rella delPInipcratrice Catterina. Ma ^ qiicsto un grossolano erro- re ; iniperocch^ Enrico non cbbc ncssuna figliuola che si chia^ masse Catterina, e Leopoldo non ebbe che tina sola moglie, Cat- terina, principessa di Savoia. Veggasi Pinac, AusL vol. II, p. 5 1. (2) Si pretese che Enrico fosse 5tato avvelenato nel rico- vere la Comunione dalle mani di Bernardo di Montcpulciano, religioso ^eW Ordine di San Domcnico. La parte imperiale, o Ghibellina , fu la prima a propalare siffatta accusa , la quale tuttavia non sembra aver avuto altro fondaincnto sc non sc r epoca e il luogo in cui Enrico mori. i42 STORIA DELLA. CASA D' AUSTRIA Cap. VII. Per tal morte enti'arono ancora i principi Austriaci I oe-iooojj^ isperanza di far salire uno di loro al trono im- periale j e noa risparmiando ne brighe, ne danaro j si adoperarono con ogni potere per far cadere la nomina su di Federico. Ma sgraziatamente pel Corpo germanico , eraiio gli Elettori ecclesiastici i soli, il cui partjcolare suf- fragio noa si trovasse diviso fra diverse persone. I voti in vece che spellavano agli Elettori secolari^ erano ad uno ad uno posseduti in comune dai diversi rami di una stessa famigliaj ne ci avea nessuna stabil norma che determinasse quanto fosse ad osservax'si, pel caso di disparerCj fra i singoli possessor! del diritto di un solo voto. E tale era appunto la condizione della Baviera^ della Sassonia e del Brandeburgo. Eransi Rodolfo e Luigij figliuoli di Luigi il Severo^ elettorc di Baviera, trovati fra loro in lunglic querele^ tanto per le loro scambievoli pretensioni a voler parteci- pare amendue al governo, quanlo per Pesercizio del diritto di suffragio elettorale. Eransi alia fine com- poste le cose con un recente accordo nel quale convennesi, che avrebbono avuto e T uno e P altro parte all' amministrazione degli affarij che sarebbe il diritto di suffragio esercitato dal solo Rodolfo ^ durante tutta la sua vita , e che lo sarebbe quindi alternativamente dai due rami. Al suffragio poi com- petente alia Sassonia pretendcvano in egual modo e Rodolfo J Capo del ramo Albertino, e il suo cugino Giovanni J duca di Sassonia-Lavemburgo. In flue il di- ritto del voto appartenente alia Casa brandeburghese^ trovavasi nella stessa maniera diviso fra il IMargravio e il suo fratello Enrico di Landsberg. Ottenne per lanto Federico da Rodolfo di Baviera^ FEDERICO E LEOPOLDO 1 43 da Alberto di Sassonia e da Enrico di Landsberg la Cap. YIL promessa in iscritto che avrebbero favoreggiata la ^^"^-looo sua elezione ^ e si obbligo Luigi di Bavicra a non contrastarla. II Principe austriaco ottenne pure il veto deir Elettore di Colonia ^ offrendo il proprio fratello Enrico in isposo ad Elisabetta ^ nipote del- V Arcivescovo , e seppe anche procurarsi il suffragio di Enrico della Carinzia che disputava a que' gioriii il trono di Boemia a Giovanni di Lucemburgo. A fine poi di cattivarsi la protezione del Papa e quella de^ Guelfi ^ e per conciliarsi la bcnevolenza del re di Francia^ mando Federico truppe in Italia^ unendo la mano della propria sorella a Carlo^ Prin- cipe di Calabria ^ figliuolo di Roberto , re di Na- poli. Merce la sua liberalita , la sua persuasiva elo- quenza e le sue altre preziose doti, il duca d' Au- stria trasse pure nella propria causa diversi altri Pinncipi e Stati 5 ma non ostante tutte qucste cose aveva a lottare contro una fazione numerosa e pes- sente j come era quella che parteggiava per la Casa di Lucemburgo. E per verita^ Giovanni , re di Boe- mia^ i cui sudditi, avvezzi a cangiare di Sovrano, gia mostravansi scontenti del suo rcggimcnto ^ te- mea che V innalzamento di un Principe austriaco al- P Impero j crollasse il trono sul quale crasi apj)e- na allora sedulo • laondc si collego con Pictro, ar- civescovo di Magonza, che nutriva un odio invijlc- rato contro la Casa d' Austria ^ oltreche , il proles- se suo zio J V Elettore di Trevcri. Condussero poi tutti questi alia loro parte Valdemaro di Brande- burgo J per le pratiche del quale staccarono dalla fazione austriaca Enrico di Landsberg ^ c P appog- gio si procurarono del duca di Sassonia Lavcn- i44 STORIA DELLA GASA D^AUSTRIA i3o8-r33o^"^S^* Essendosi per tal modo accertati della plura- lita de'suffragi , offersero segretamente la corona a Luigi dl Baviera, e giunsero a caltnarne gli sorupo- li circa la promessa da esso fatta a Federico ^ e a dis- siparne i timori , asslcurandolo che avrebbonlo ^ al easo, assistito con tutte Ic loro forze, contro ogni im presa de' Principi austrlaci (i). Era intanto trascorso un anno dalla morle di En- rico ; e nel giorno prefisso airdezione^ Rodolfo di Bavicra, qual delegato dell' Elettore diColonia, Ro- dolfo di Sassonia ed Enrico di Carinzia, tutti fau- tori deir Austria , si congregarono a Saxenhausen. E nel medesimo tempo gli Elettori di Magonza e di Treveri j Giovanni re di Boemia , Giovanni di Sas- sonia-Lavenburgo , e Valdemaro di Brandeburgo , qual procuratore del proprio fratello Enrico , si riu- nirono in uno de' sobborgbi di Francoforte ^ e pre- cisamente sulFantica piazza delPelezione. Addi nove ottobre poi , la parte austriaca elesse i3i4 Federico ; e la parte della Casa di Lucemburgo , esortata prima Taltra a volerla ragglungere, uomina (i) Sembra che Luigi di Bavlera lesislesse, per uou breve tempo, alia seducente oflerla die gli era fatta della Corona iinperiale. A discolparlo d' ayer inaucato alia data fede , Ni- colo Burgundio , suo biograib, adduce come fosse poi minac* ciato di morle nel caso che avesse pcrsistito nel suo rifiuto. Al dire di qiiesto scriltore , il Capo dell' ambasceria ayrebbe cosi parlato a Luigi: ^, Scias imperalurum te, aut moritu- rum 55. IVIa non e probabile che uu principe tanto ambizioso $i fosse lasciato intimorire da tale minaccia , ne che sia stalo mestieri il fargliela. Veggasi queslo passo in Burgundus , ci- tato nel Vitranus del rfcffmger , voL I , p. 655 , e Falken^ stein f p. 229. FEDERICO E LEOPOLDO i^S Luigi di Baviera. La cilia di Fraiicoforte apri le sue Cap. Yil. porle a qiiesfultimOj il quale dopo essere stato Inau '^^o-io-^o, gurato aU'altare maggiore della caitedrale, veane pre- sentato al CIcro e al popolo. Videsi il nuovo So- vrano accolto in x^quisgrana, e coronato dalP Elet- tore di Magonza ^ colle consuete cerimonie, Dopo la partenza di Luigi j Federico strinse d'assedio la citta di Fraiicoforte 5 ma la maricanza di muni- zioni aveiidolo costretto a levarlo, si ritrasse a Bonn ove fu coronato dalP Elettore di Colonia. La mag- gior parte pero delle citta imperiali ^ seguendo V e- sempio di Aquisgrana ^ riconobbero Luigi . che van- tava incontrastabilmente per se la pluralita dei suf- fragi (i). Appellarono amendue le parti agli Stati delP Im- pero , e al Papa che sarebbe per succedcre a Cle- mente V , sceso da poco tempo nella tomba ; ma (i) Eleltori che diedero il loro volo in favorc di Federico. Rodolfo di Baviera. L' Elettore di Colonia. * Rodolfo, Elettore di Sassonia. * Enrico di Carinzia. come re di Boeinia. Eleltori che lo diedero in fa- vore di Lnigi di Baviera. L'' f^lellore di Ma<^onza. Quello di Treveri. * Giovanni , re di Bocinia. * Giovanni , Duca di Sassonia Lavcr)il)urgo. Valdeinaro di Brandeljnrgo ^ unilaincnle ad Emico suo i'ra- tello. Trovansi nelle nnmerose cronache contemporanee le pin ini- portanti particolarita di tale elezione - Falkanstein , Gcsclii- chte von Bayern, - Fitrarius di Pfef/lnger, - S trui>ius, - Schmidt e Helnrich. * I sujjfragi di tutti quelli i cut Jiomi sono scffnati con asterisco , furono soggetti di disputa, 10 lOii) i46 STORIA DjELLA CASA D^ AUSTRIA Cap. VIL intaiito noii tralasciarouo e&si di prepararsi a sostc- ij68-i53o ^gj,g colla forza dell' armi la loro elezione. Capi- tanando un ragguardevole corpo di truppe' reclutate riegli Stati di Apsburgo ^ si avariz6 Leopoldo fino quasi alia citta di Spira ^ solto le cui mura aveva Luigi posli i suoi alloggiamentij e mise a soqquadro tutlo r addiacente paese. All' accostargllsi per altro di Federico , il quale aveva ricevuto un rinforzo , ritratlosi egli verso la Baviera^ fece da' suoi soldati oecupare Augusta che sembrava incHnare a favore degli Auslriaci , e costrinse il proprio fratello Ro- dolfo a riconoscerlo Imperatore. Leopoldo gli tenne dietro in Baviera^ e strinse d'assedio Landsberg 5 ma, I'ispinto da Luigi ^ indietreggi6 fino a Basilea , dove avea Federico unita una Dieta. I due Principi au- slriaci vi celebrarono le loro nozze^ 1' uno con Eli- sabelta d'Aragona^ e con Catterina di Savoia 1' altro ^ perdendo ivi in feste e in tornei un tempo die avreb- bero dovuto invece con somma cura impiegare nelpro- seguimento delle ostilita. E anclie terminati i diver- timenti ^ in luogo di movere con unite forze ulla Yolta dell' inimico , il solo Federico maroio contro Luigij mentre intanto il fratello imprendeva ad osteg- giare i tre Cantoni svizzeri ^ che avevano favo- rita la parte bavarese. Al che fare pose Leopol- do in campo il pretesto di una querela insorta fra r abbazia d' Einsiedel ^ di cui era patrono ^ e gli abitanti del Cantone di Schwitz ^ i quali per vendi- care un insulto^ stato fatto ad alcuni pellegrini svizzeri J andati ad assalire quel convento ^ ne ave- vano condotto via un maestro di scuola e quatlro pezzi d' artiglieria. Riputando adunque come facile impresa il soggiogarc V anzidetto Cautoue ^ c altero FEDERICO I'l LEOPOLDO 147 del suo proprio sapere , non che della superiorita Cap. Vlf. dclle proprie forze , e ritenendo pei' ferrao di poter ^^0^-1600 presto calpestare quegli audaci contadinl ^ raccolto in fretta ua esercito di ventimlla soldati ^ mosse ^ senza por tempo in mezzo ^ alP esecuzione del con- cepito disegno. Dovevano per tanto, secondo le di- sposlzioni da lui date , quattromlla combattenti ^ va- licato prima il monte Brunig , peneti-are nelF Under- wald per la via d' OberhasH; un altro corpo dl mille uomini dovea partire da Lucerna a fine di operare una diversione dal lato di Stantz , e si proponeva in fine Leopoldo marciare in persona da Zug contro SehwitZj guidando il terzo e principal corpo di quin- dicimila uomini. Soli due passaggi^ per altro , apri- vano V accesso al paese ^ essendo questo dal lato settentrionale difeso da naturali ripari ^ da trincee e da torri. Consisteva il primo nella difficile via di Art die si stende lungo le roccc circostanti al lago di Zug 5 ed ^ totalmente impraticabile alT or- dinaria cavalleria. Era poi V altro uno stretto di circa tre miglia di cammino^ avente dalP una parte il lago di Egeri ^ e dalPaltra le alture che coronano il villaggio di Morgarten , da cui riceve il nomc. Gli Svizzeri ^ induriti alle fatiche e a^ pericoli dal loro aspro tenore di vita, e fatti bellicosi dalla forma del loro governo ^ videro senza sgomen tarsi , ma non gia con occhi di caparbia indolcnza^ Tapprossimarsi della tempesta che stava per piombarc su di loro. Quattordici centinala d' uomini (i) , il fiore della loro gloventii ^ prendono Ic arnii e si riuniscono in- (i) Quattrocento del Gantone dl Uri , trecento del Cantouc di Uaderwald, e seLleccuto di quello di Scliwit^. i48 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. Vn. sieme a Scbwitz. Vi sncncloiio un intero a;iorno in Ko -I 00 g3g|.(.jyji Jj pieli J ncl caiilare fnni ^ e nelT impc- trare da Dio , genuflessi per le vie e le pubbliclie piazze ^ la grazia che volesse esaiulire le devote loro prcci e umiliare V orgoglio e la tvacotnnza de' loro nemici. Apposlatisi poscia ^ per consiglio di im vec- chio lor guerriero di graiide esperienza ^ su le al- tur^ di Morgarteu , e infiammati da eroismo non minore a quello, clie aveva gia un tempo animati i trecerjto Spartani nella difesa delle Termopili^ atten- dorio imperterriti I'approssimarsi delF inlniico. Mille e cinquecento fuorusciti intanto fecero chiedere ai Magistrati de' tre anzidetti Cantoni di essere am- messi a dividere i pericoli de^ loro concittadini ^ c quantunque rieevessero una negativa risposta , oc- cupata un' altura clie signoreggiava il principio di quella gola di montij si disposero animosamente an- cV essi a disputarne V ingresso agli assalitori. La mattina seguente , alio spuntar del giorno , si videro compainre gli Austriaci confidentissimi ne'la futura vittoria ^ che gia tenevano per certa. Occiipa- va la cavalieria 5 armata di tutto punio, il primo poslo 5 e segnivala Tinfanlevia , che si avanzava atte- lata in istrettissima ovdiaanza. Quando si furono gli inimici innollrati nelFangusto passo^ e cominciarono a jstendcrsi fuori lungo la sponda del lago^ i banditi, met- tendo alte grida, fanno precipitare sii di loro grossi tronclii di alberi e smisurati macigni. Li pone Tim- provvisa e terribile tempesta immediatamente in di- sordinc^egli Svizzeri, calando in quel punto a furia dalle eminenze . assalgono colle loro mazze ^ colle loro alabarde e colle loro picclie gli Austriaci , ai quali la ristrettezza del luogo toglic la possibi- FEDERICO E LKOPOLDO i49 lita di un menomo volteggiamentoj e il coiitempo- Cap. Vil. laneo disciogllersi del ghiaccio sotto i loro piedi ac- ^ ^^'^^ ^ cresce sempre piu le loro angustie. Molti cavalieri saltanoallora nei lago; sii^ipiegaiio gli altri suFinfante- ria^ che noii poteiido aprire le sue file j per riceveili^ va disordinatamente in volta^ o ne rimaiie calpestata. tin gran nuinero di soldafci, strelti e incalzatidai loro proprii comrailitoni^ precipitano nelPacquaj o cadono / in poterc de' feroci repubblicani. In questa fainosa dl- sfatta^ perderono la vita quindiei centlnaia d'uomini^ la pill parte nobili o cavalieri ; e duro lo stesso Leopoldo molta fatica a giungere ^ colla scorta di un cittadino^ a Winlerlhur, ove arrivo di notte^ rinnlto dalla fatica, e oppresso dal cordoglio (i). Ne qui pure ebbero fine i disastri degli Austriaci in tale loro co.si infausta giornata: perocclie verso la fine di essa^ avuto gli abitanti delPUnderwald la nolizia die si avvicinava il corpo partito da Lu- cerna^ imbarcatisi in buon numero , con cento bor- ghesi di Schwitz sul lago , e presa terra a Biichs , assalirono tosto TinimicOj e lo posero in rotta. A malgrado poi delle fatiche per essi in quel giorno (i) Sccondo la relazione clie ne feco Giovanni di Winlcr- thur , autore conlcniporaneo , j, un gran munero (V nomini rimasero uccisi nelP azionc 5 v non si ascnllavano clie gcinlti e lamenti. Un solo cittadino cli Wint(MMhnr peri , ed em que- st! un traditore clie aveva ahhandonati i snoi proprii concit- tadini per unirsi a' nobili lo lio vednte, „ cosi prosegue „ tutte queste cose co^ niiei proprii occhi , slandomenc alia porta della citla insieme a"' miei coinpagni di scuola „. Qucsto posso ^ citato nel Quadro della Svizzera , dol Fnesselin (vol. IT, p. 294 e 35y ), cbe diedc una descrizione di quel memorando combaltimenlo. Veggasi pure Tschudi - Slunifws - Mutter - Watteifllle - Plaiila ^ vot, /, />. 174. i5o STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. Vir. sostenute ^ prestamente s' avviarono , raggiunti an- i5o8-i:):)o ^l^g da alcuni altri ]oro concittadini ^ verso Alpnach , ove sapevano avcre quattromila Austriaci occupata una forte posizione. Questi ^ vivste appena sven tola- re le vittoriose insegne degli Svizzeri , e udite le loro grida di gioia^ rimasero colpiti da tale terrore die senza opporre la menoma resistenza , tentai^ono ad- dirittura fuggire. Ma furono anche nella fuga rag- giunti e ferocemente assaliti da' confederati^ che li co- strinsero a trovarsi uno scampo fraramezzo i nascondi- gli delle montagne dal lato di Lucerna. Dopo tali avvenimenti i tre Cantoni^ congregatisi in pubblica assemblea ^ statuirono ^y che V anniversario del giorno in cui aveva il Dio delle armi visitato il suo popolo J e concedutagli vittoria contro de' suoi nemicij avesse eternamente per essi loro ad essere un giorno di festa ?? 5 e ordinarono di piii che dovessei^si tutti gli anni leggere in pabblico i nomi e le eroiche geste de'cittadini periti in difesa del proprio paese. Dichiararono perpetua la loro Confedorazione^ che lion avevano fino allora fatto che rinnovare di died in dieci anni^ e fu dessa coufermata dal Capo del- r Impero. Si umiliante sconfitta rilevata in Isvizzera da buon numero delle truppe austriache, per parte di un inimico cui avevano esse mostrato d' avere si a vi- la J oltre Fimpedire che fossero con calore prosegul- te la ostilita in questo paese ^ non poco raffieddo il coraggio di quelle che combattevano contro Luigi di Baviera. Per lo che giunse questo principe a di- scacciare il proprio fratello Rodolfo e ne occupo tutte le terre; ne mai poterono gli Austriaci j pel corso di tutti e tre gli aaui ne' quali fu continuata la guerra, FEDERICO !•; LEOPOLDO i?i riparare alia vergoijna deirarmi loro nella Svizzera. Cap. Vir. Anzi avenclo Leopoldo investito Solura^ vi incontro ^^ob-uoo tanto ostinata resistenza die fii costretto levar 1' as- ^3^3 scdioj e dov^ poco di poi discendere a conchiudere coi tre Cantoni un armistizio. Sbrigatisi da questa infruttuosa e disgraziata guer- ra J rivolgevano i duchi d' Austria tutte le loro armi contro Luigi dl Bavieraj e neMue seguenti anni si veiine alle mani un si copioso uumero di vol- te ^ clie si Irovarono le due parti egualmente ri- dotte air ultima estremitaj e ne fu la Gerniania tutta quanta desolata. Alia fine^ ottennero gli Au- striaci il vantaggio ^ e gia Luigi , abbandonato da alcuni suoi alleati , debolmente assistito dagli al- tri e lagrimando la ruina de' proprii Stati, era sul punto di cedere alle superiori forze de''suoi nemici^ quando , sebbene ridotto in tanta pcnuria^ ottcnnc soccorsi dal re di Boemia, cui promise Pinvestitura del margraviato di Brandeburgo (i) , andato da poco tempo vacante. Anche i Principi e gli Stati delPImpero aventi interesse alia sua causa gPinvia- rono in questo mezzo i loro contingenti; per la cjual cosa J riescito egli a unire nelle vicinanze di Monaco un esercito di trentamila fanti ^ e mille e cinque- cento cavallij si decise ad avvcnturare una termina- tiva battaglia. Ma non trascuravano intanto^ dal canto loro , i Principi austriaci di disporsi con formidabili ap- (i) I due rami dell'antica Casa di Brandeburgo si csllnsero per la morte di Yalclemaroj avvenuta iicl i3i9 , c per quella dl Enrico 11 Giovane , che lermino i suoi giorui nel 1020. Sofia , sorella di Enrico, che s'\ sposo a Magno, duca di Brun- swick , oltenne i'invcslilura del L.mdsbcrg nel i553. l32 2 i5o. STOIIIA DELLA CASA D^ AUSTRIA Cap, Vlf. parecclii a soggiogar la Bavicra. Mentre per tanto, ^^^^^^^^^ sccondo i presi concert!, si sarebbe Leopoldo con molti soldati per esso anuolali ncl paese di Ap- sburgo , spiiito iananzi verso la Germania , do- vea Federico coii uii esercito di Austriaci e di ausiliari Ungari, che sommava a meglio di diciot- tomila fanti , di quattromila arcieri e di settemila soldati 5 scagliarsi eonlro la Bavieia , e allendere ivi J tiincerato in una pianura , fia Muhldorf e i'^t- lingen J Tarrivo del fratello. E ben feliee lui se avesso osservato un tal sistenia di guerra! Ma, lasciatosi in- vece trasportare da un impeto di giovanile ardore^ e credendo poter supplire col proprio valore e con quello delle sue Iruppe , alP assenza di Leopoldo ^ voile dare da solo la battaglia a Luigi. Maggiore ad ogni sentimento di tenia , e persuarfo die il posto pill periglioso s' aspettasse al piii elevato di grado , si riveste egli di una splendente armatura, con sopra r impronta delP aquila au.striacaj e si pone in testa un elnietto cinto di una corona d'oro , per scrvire cosi di guida e di segno di unione alle sue truppe. Dair allra parte^ si dispose anclie Luigi di j^aviera al combattimento , ma con piu di prudejiza e con non niinore magnanimila. Goperto di un glaco, nou dissimile da tutli gli altri clie per una croce bian- ca , e senza alcun contrassegno particolare clic desse nclla sua persona indizio di sovrano potere , loca- tosi nel centro del proprio esercilo, presso lo sten- dardo impeiiale, comnietle il comando delle truppe a Sifrldo Scliweppermanj uno de'gencrali pin esperi- mentali di quel tempo. 11 combattimento , clic fu ostinalissimOj duro dal levare sine al tramontare del ^ole. Sembru la vittoria pcndcre per qualchc tempo FEDERIGO E LEOPOLDO i53 dalla parte di Federico; iie le giudiziose mosse dello Cap. VII. Scliweppermaii^ la fredda iiitrepidez7,a di Ijuigi e gli 1^08-1 ojo impeluosi attacchi del re di Boemia non avrebbono potiito farla decidere in favore degli Imperiali ^ senza uno stratagemma del burgravio di Norimberga ^ il quale J toltosi segretaraente dal retroguardo dell'es'ar- cito bavarese con un corpo di quattrocento cava Hi ^ e salito su di un' altura verso il fianco destro del- r inimicOj si ando approssimando a Federico fotto le apparenze di amico , e facendo suonare le trom- bette come se fosse condottiero di un rinforzo agli Austriaci. Si diede losto il Principe austriaco , ca- dendo nelF orditogli tranello^ a credere , e^^sere il sopravvegnente un corpo condotto dallo stes/so Leo- poldoj e si abbandonarono le sue truppe a festevoli grida. Ma presto venne in cliiaro V ingann o ^ e si cangio il giubilo in disperazione 5 al piouibare che fecero i creduti ainici su le spossate fde /austriache. Diedeix) queste volta , e cadde Enrico f )rigioniero. Federico^ rimasto quasi solo, sostenue t'atto V urto deir incaizanle iniaiico fino a clie gli la ucciso sotto il cavallo. Caduto a terra e oppresso clal numero j consegno la spada al Burgravio di iNcninibcrga 5 e fu poscia j.rcsentato a Luigi^ il quale ho accolse con belle maniei'e. Anzi PImperatore, avvistosi che Fe- derico se ne stava tulto quanto dimesso, cosi gli disse : »> Non e gia per vostra niancanza che per- deste la gioinata. Ben hanno i Bavaresi iinparato a loi'O spese jual sia il vostro valore * ne voi do- vete dimenticirvi , dipcnderc la vittoria dal volere della Providenza. Quantuiique non sia senza gran piacere che mi sia dato annovcrarvi fra' mici ospiti, sono commosso dalla vostra disgrazia, e procurero 1 54 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. VII. addolclrla «. Non ostante per altro tutte questc licte ^^^ "^ ^ parole J videsi Federico conGnato inTrausnitZj piazza munitissima delF Alto Palatinato^ e consegaato En- rico nelle mani del re di Boemia (i). A malgrado tuttavia di si segnalata \ittoria non fu a Luigi concedulo il raccogliere i frutti de'suoi felici successi : imperocche i suoi alleati , siecome era costume ne' secoli del feudalismOj richiamarono in sul piu bello le loro truppej e sempre conservava Leopoldo grandi forze con se. Erasi questo Principe di gia avanzato in Baviera, ma udita la disfatta e la prigionia del fratello ^ e ritiratosi nell'Alsazia^ tcnto dapprincipio la via delle negoziazioni , e conscgno anche per ottenere la liberta di Federico , i distin- tivi della dignita imperiale • ma ricusatosi Lui^i ad acconsentire alia sua domanda, se non a condixione che sgomberassero gli Auslriaci dalle citta imperial! die occupavano J si diede Leopoldo con ogiii cura a ristorare le disgrazie della sua Casa. Comincio dal- r affezionarsi Giovanni re di Boemia ^ clie aveva gia da qualche tempo coiicepiti non pochi timori pel ere- scente potere delPImperatore^ e cui aveva queslirecen- temente irritato, conferendo alproprio figliuolo ilmar- graviato di Brandeburgo. Leopoldo adun^ue ottenne da lui con un riscatto di novemila marchi d'argento e con una solenne rinuncia a tutte le pret^nsioni della propria famiglia su la corona di Boemia ^ la libera- zione del fratello Enrico , il quale erasi; durante la (i) Jlbert. Argen, p. 120. - Chronic, Lecp. p. 922.- Ni- colaus Burgundus^-p, 5i. - AiUftirtn, Narrat, de praeilo etc, Pez, Tom, I, p. 1002 - Falkcnstciii Gesch.^ von BaycrUj vol, ij p. 256 - Gerard de Iloo ^ lib, II y Fugger. FEDEPiICO E LEOPOLDO i55 prii2;ionia veduto trattato con un' asprezza da far cer- Cap. YIT. tamente assai poco onore alia generosita del Prin- ^^^^"^^^^^ cipe boemo. Ma qualunque fosse il favore clie da questo lato incontrasse ^ nel Sommo Pontefice ripo- neva Leopoldo le sue maggiori speranze^ siccoroe ia colui J die avevano le ultime vicissitudini delP Italia cangialo nel piii implacabile nemico deirimperadore. Giacomo d'liuse, nativo di Cahors ia Gujaiiaj che fu eletto Papa nel i3i6j dopo una vacanza di due anni 5 e prese il nome di Giovanni XXII (i)j era un uomo bensi di basso lignaggio^ ma di vasto ingegno e di molta erudizione. Continuo a tenere la Santa Sede in Avignone 5 e piu ligio ancora alia Casa d^ Angi6 di quello nol fosse stato Cle- mente V ^ faceva consislere il precipuo oggetlo d' ogni sua cura nel voler collocare sul trono del- rimpero Carlo IV, re di Francia^ e procurare la primaria autorita in Italia^ a Roberto ^ re di Na- poli , cui aveva servito come canceJliere , e andava debitore della propria elevazione. In conseguenza di che J ricuso ratificare la nomina tanto di Lui- gi quanto di Federicoj dicbiaro vacante P Impero ^ elesse a Generale delle truppe pontificie ^ e a Vica- rio imperiale in Italia , Roberto , scnatore di Ro- maj e proibi sotto pena d' interdetto e anclie di sco- munica a chicchessiaj di ricevcre daU'Imperatore ca- rica, o ministerio qualunque. Se non che furono i disegni del Papa contrarlati dar Gbibellinij e in ispecie da Cane della Scala ^ si- gnore di Verona ^ da Castruccio di Lucca ^ e da Matteo Visconti^ clie impadronitosi del sovrano po- (i) Baluzius^ uitae Paparum Ai^enlonejisium ^ p. 11 4* i56 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA ^^P- yy* tere in Milano , stendeva la propria autorita sulla maggior parte della Lombardia. Pose quest' ultimo r assedio dinanzi Genova ^ divisa , come qualsisia altra citta d' Italia, fra le due fazioni dominanti d' allora* ma i Guelfi , espulsi prima i Gliibellini ^ cJiiamarono in loro soccorso Roberto , re di Napoli^ e gli rinuiiziarono per dieci aiini il supremo potere nella loro citta. Si posero dal canto loro i fuoru- sciti sotto la prolezione di Mattia Visconti , ciie strinse all can za col Marcbese di Monferrato , guer- I'iero di grande esperienza , e con Federico (i) di Siciliaj implacabile inimico del re di Napoli ; e cosi accinsersi amendue le parti a feroce guerra. Sosten- nero i due Monarchi, per terra e per mare , i loro rispettivi partigiani , e ando V assedio di Genova in lungo cinque interi anni con vario avvicendarsi di fortuna. Se non era pero a' Gblbellini riescito il prendere una piazza tan to ijnportante , furono essi pill felici in altie parli d' Italia , e la loro fazione contiiiuo a jnantenere la superiorita. Per la qual cosa , il Papa , convintosi di non riescire a superarli coi soli aiuti del re di Francia , si ri- volse ai Principl austriaci , e impegno Federico , il quale si lusingava di veder per tal modo confermata (i) Dopo il Vespero Siciliano (1282), pel quale fii tolta la Sicilia alia signoria delta Casa d'' Angio , ottcnne la corona Pietro III, re d' Aragona, marito di Costanza, e iigliiiolo del re Manfredi. Qiiesto principe, che mori nel i285 > ebbe a suc- cessore, nel tiono d^ Aragoiia, Alfonso suo primogenito, e nella corona di Sicilia , Giacomo suo secondo llt^liuolo. Morto Al- fonso nel 1 29 1, Giacomo divenne re d' Aragona , e Federico, terzo figlio di Pielro III, fii re di Sicilia nel 1296. - Gian- none* FEDEUICO E LEOPOLDO 157 clal sovrano Ponlefice la propria elezione , a spe- Cap. Ylf. dire in Italia sotto il comando del fratello Enrico ^^"^"^^^^ un corpo di duemila combattentl. Penetro in fatto questo Principe in Lombardiaj ma si lasciasse quivi vincere dalla brighe e das donativi dei Visconti , o giungcssero qnesti a persuaderlo ^ che Je armi sue nes- sun altro effetto avrebbe»*o partorito se non quello di porre P Italia fre le mani e nclla dipendenza del re di Napoli J fattosi ricbiamare indietro , erasi ricongiunto al fratello^ qualcbe tempo avanti la disgraziata gior- nata di Mubldorf. Ma cessato Matteo Visconti di vi- verCj poco dopo la partenza di Enrico ^ sebbene avesse 1522 a successore il proprio figliuolo Galeazzo^ la mortc di un Capo tanto destro e perspicace ^ o anclie Ic divisione cbe era fra i ciltadinl di Milano ^ riacqui- sto la superiorita ai Guelfi ^ i quali ^ impadronironsi ^ sotto la capitaneria del cardinal Poggetto nipote del ,353 Papa J di Parma ^ di Piacenza c d'altre importanti piazze , ponendo persino P assedio dinanzi la Gapitale del Milanese. In tale circostanza e])bero i Gbi])ellini ricorso a Luigi di Baviera^ cbe per la vittoria riporlala a Mubl- dorf^ si trovo in grado d'inviare in Italia un corpo di ottocento cavalli. Pel qual rinforzo unito ad al- cuni altri ^ furono i Guelfi costretti a togliersl dal- r assedio di Milano; siccbe bandi Padlrato Pontc- fice un monitorio ncl (juale ordinava a Luigi di de- porre la Corona imperiale e di rivocare tutti i suoi atti nel termine di tre mesij proibendo a chiccbes- sia . o ecelesiastico e secolare^ di riconoscerlo come Capo delP Impero. II Monarca spedi tosto ambascia- ^ dori a cbiedere una dilazione , e nello stesso tempo protesto contro il monitorio , come lesivo ai diritti l324 i58 STOMA BELLA CASA D' AUSTRIA Cap. yil. clegli Elettori 5 si querelo della coridotta del Papa c 130 -I ->Oc]^j(.s^ la convocazioiie d' un Concilio generale. Ma furono i suoi ambasciadori ricevuti con alterezza ia Avigiione 5 e quantunque ottenesse Luigi ^ pel mo- mento ^ una proroga di due mesi , avendo poscia per- sislito nel non voler ubbidire agli ordini del sovrano PonteficCj quest! fulmlno contro lui una sentenza di scomunica e di rimozione (i), clie sparse il terrore in tutta la Germania , e videsi V Imperatore ab- bandonato da un gran numero de' suoi aderenli. Tuttavia ottenne aiuti dal re di Boemia , col quale si rappattum6 concedendogli V investitura della Lu- sazla J e ne ottenne pure dalF Elettore di Treveri j lion meno die dagli altri Stati e Principi delP Im- pero. Ma tutto ci6 era ben lungi dal potergli ba- slare per opporsi con vantaggio alle forze clie lo minacciavano. Erasi Leopoldo con istretti vincoli riunito al Papa, clie avevalo peisuaso a proporre al fratello di rinunciare alia corona , e favorire Fe- lezione del re di Francia: in contraccambio di clie gli accordo il ponteGce Giovanni la decima su tutte le renditc ecclesiastlche negli Stati austriaci. Leo- poldo poi , reclutate numerose truppe , pose a soq- quadro la Baviera, e insulto le citta imperiali della Svevia. Per opporsi a tali ostilita, sorti Luigi in campagna nel colmo del verno , e assedio Bur- gaw, ma presto assalito da Leopoldo, totalmente disfalto, perde tutte le salmerie, e non senza molta pena riesci a fugglre. La qual vittoria non poco accrebbe preminenza alia parte austriaca. Ebbe Leo- (i) Villani. " Giannone, - Muratari, - Corio , Storia di Milano, FEDEliICO E LEOPOLDO iSg poldo un parlamento col re di Francia a Bar-Sur- Cap. YIL Aubej e si riuni poscia cogli Eleltori di Magonza i-^^o-i^-^o e di Colonia, cogli ambasciadori del Monarca fraii- case J e col Legato pontificio a fine di statuire su la soleniie rimozione di Luigi e sulF innalzamento di Carlo. Comunque fosse la maggior parte de' principi te- desclii avversa a tale disegno^ cosi poco fondamento faceva Luigi su de'suoi partigiani^ e taiito bene co- , nosceva Fampiezza delle forze nemiche^ che dispo- stosi a tutto anzi che cimentare la propria corona alia Ventura de'combattimenti 5 e ben vedendo ^ non rimanergli altro partito a prendere se non se una solleclta riconciliazione co' principi Austriaci , con- dottosi prontamente a Traunsnitz^ e avutovi un ab- boccamento col suo prigionierOj gli propose un ac- cordo 5 cui Federico, stanco di una cattivita di quasi tre anni si accomod6 senza grandi difficolta^ e per virtu del quale promise rinunziare alia Corona iin- perialcj restltuire tutte le piazze e tutti i luoglii clic aveva tolti all'Impcro, assistere Luigi contro tutti i suoi nemici e anche contro il Papa ^ dare la pro- pria figliuola in matrimonio a Stefano figlluolo del- rimperatore^ e ritornarc in fine a'suoi fcrri^ se noii fosse per potere adempierc siffatte condizioni (1). (i) E la realla del primo degli accordi di cui si e falla menzione, negata dalla maggior parte degli istorici aiistriaci , e da varii storici bavaresi quclla del sccoiido : e pc^r allro pro- babile clie sieno aulenlici e P iino c P altro, c la scrie degli avvenimenti lo prova. Una tale quistione ha dalo liiogo a un' erudita discussione che pone in clilaro la pazienza, la per- severanza e lo spirito indagatorc , che e quasi esclusivo re- Uiggio degli scrittori tcdeschi. Fra Ic disserlazioui pubblicatcsi lO'iJ i6o STOMA DELLA CASA D^ AUSTRIA Cap, Vll. Giurato clie cbbe fra le mani cli Luigi P esecuzione i3o8-i:i3o jgi Trattato ottenne il princjpe prigioniero la liberta^ e subito si adopero per aderapiere le proprie pro- messe^ rendendo pubblica la sua rinuncia alia Co- rona imperlale , esortando i suoi fratelli e suol al- leati a riconosccre Luigi come Capo deirimperOj e non trascuraiido ne pure le pratiche necessarie ad ottenere dal Papa P approvazione delP accordo con- cliiuso. Ma 1 suoi fratelli j e in ispecie Faltero Leo- poldo 5 rigettato sdegnosamente Particolo die li ri* guardava , presero tosto vigorosissimi partiti per la continuazione della guerra. In quanto al sovrano PonteficCj non esito egli un istante a cliiarir nulla e la convenzione di Traunsnitz^ dicendgla estorta dalla forza, e animo Federico a far valere nuova- mente i suoi diritti alia corona imperiale. Ma se la massima di Giovanni ^ re di Francia^ » che quando anclie la fede e la verita fossero sbandite dalla terra^ al proposllo, nierilano special considerazione le due seguenli : 5, Bauman^ Tractatus de voluntario imperii consortia infer Frid. Austr, et Ludov. Bav, etc, Francofurt. et Lipsiae^ ijSS. in foL - Wiedeburg^ Dissertatio sis tens exam en consortii imperialis inter Ludovic. Bavar, et Fridericum Austr. Ha- lae , iy52. Veggansi pure le cronache conteinporanee - Bur- gundus Petrtis abbas, - Chronicon Aulas JRegiae. - Stru- \fius ^ art, Ladov. Bav. - Haberlin , Auszuge der uillege- Vieines Welthistorie,, vol. III, - Schmidt j vol, IF',]). 46o- 464; e piu particolarmenle ancora Falkenstein^ Geschichle von Bayern^ p. 446 , 4^7 , il quale ha citato la maggior parte de'passi coatraddiltorii, pubblicati i trattati in conlestazione, addotti gli argomenli favorcvoli e contrarii, e citate le prin- cipali autorita. L' Heiss, il Barre e lo Struvio non fanno alcuna menzioue del secondo Trattato. FEDERICO E LEOPOLDO i6i dovrebbero trovarsi su la bocca c iiel cuore dei Cap. YIT principi "^ se questa famosa sentenza^ dico, vedesi '->oS-i^^^ dopo lui messa una volta in pratica ^ lo fu certa- mente dal pviucipe austriaco , chcj fermo nella data parolaj con una fede di cui hannosi ben pochi esem- pii nella storia^ ritorn6j poiche non gli riusciva pos- ^ sibile eseguire le condizioni del Tiattato ^ da Luigi, il quale J commosso da tanla magnaniraita^ genero- sameute accolse il suo prigfoniero come amico e col- lega. Usando I'espressione di un cronichista contem- poraneo ^ i due principi mangiarono alia stessa ta- vola , ebbero lo stesso letloj e quando Luigi dove condursi nel Brandeburgo per reprimervi una ribel- lione insorta contro il nuovo elettore, suo figliuolo^ affido il reggimento della Baviera a Federico (i). I quali sentimenti d' amicizia , che sempre continua- rono fra questi due principi, non meno che i repli^ cati e terribili assaiti di Leopoldo , determinarono alia perfine Luigi , cui non poco intimoriva I'indi- gnazione del Papa, a proporre piii moderate condi- zioni 5 sicch^ videsi in ultimo concbiuso in Monaco un Trattato pel quale fu statuito, che regnerebbcro Luigi e Federico insieme con una perfetta egua- gllanza di diritti , che si varrebbono dello stesso sug- gello ^ conferirebbono di concerto i feudi delP Im- perOj e goderebbono alternativamente la procedenza, Essendosi Leopoldo dichiarato conlento a tali con- dizioni , sperO) Federico ricuperare la liberta senza compromettere P onore della propria Casa^ e senza rinunciare alia suprema autoritci * ma non si tosto fu eonosciuto il Trattato ^ cbe 'gli cleltori c i priu- (i) Pelrus abbas - Chronic. Aulae Re^iae^ *•«//. XV^ 1 1 102 STORIA DELLA CASA D'AUS TRIA i3a6 ^"P* ^H' ^'^P^ ^^J^' Impero sostennero, essersicol medesimo vio- iati 1 loro privilegi e Jo censuro u Papa come contrano aldiritti della Cliicsa.I due Imperatori couvennero allo- ra die si condurebbe Luigi in Italia , accompagnato daLeopoldo in qualita di suo Vicario gencrale^ erimar- rebbe Federico al governo della Germania 5 essendosi inoltre fermato , cbe avesse iin tale accomodamento ad eseguirsi anclie senza il consenso del Papa^ e senza quello degli elettori 5 sembra per cio che Federico conservasse il titolo di re de' Romania Tautorita eser- citassene pubblicando diversi decreti 5 accordando varii privilegi ^ e dando ^ fra V altre cose j alia propria Casa Tinvestitura delle terre state confiscate a Everardo conte di Lauffenburgo-Kiburgo , resosi colpevole di fratricidio (i). E anclie a malgrado di tutti i tentativi del Papa per eccitare contro siffiatta convenzione il re di Francia e gli elettori ^ non fu mai che cessasse fra i due Imperatori un solo istante il piu perfetto accordo; e gia riuniva Leopoldo, colla abituale sua solerzia, un esercito sul Reno, destiiiato a ottenere colla for- za il consenso de' Principi delF Impero ^ quando la morle venne a deludere di nuovo le speranze del- la sua Casa. Avute le notizie del tristo fine della giornata di Mulildorf^ erasi questo Principe dato al- ia disperazione J accusando se stesso di essere stato cagione della disgrazia del fratello^ e, non senza gran difficolta, lasciatosi distorre cial por fine colle proprie mani alia sua esistenza. Ma da tale istante piii non seppero i suoi labbri che fosse sorriso j e altro non faceva sc non se continuamente deplorare V umi- (1) Everardo ucclse il suo fralcllo Armanno o Firmamio, licl r3u3 - Guillelmannus. FEDERICO E LEOPOLDO i63 liazionc della sua Gasa. Le ardciiti e incessanti emo- Cap. TIL zioal adunque 5 conseguenza in Jul di un altero e^^° impetuosissimo carattere , unite alle fatiche per esso sostenute nella guerra contro Luigi di Bavicra^ gli cagionarono tal febbre cbe presto lo condusse al se- polcro, essendo niorto a Strasburgo ^ in un accesso di delirlOj in eta di trentacliique anni (i). Scorgendo la Casa d' Austria rimasta priva del suo primario sostegno ^ Luigi di Baviera pose in non cale le fatte promesse ^ e riprese senza perdei" tempo Fau- torita che aveva divisa per convenzione. Federico^ gla da qualche tempo j caduto in uno stato di languore^ rimase totalmente oppresso dalla morte del fratello, e non fece che un debole sforzo per ottenere dal Pontefice di Roma cbe volesse approvare la sua elezione. Ma venuto meno in questo tentativo^ e tro- vandosi inoltro impegnato in una querela col fratello Ottone J non pot6 e non voile venire alle ostilita per ricuperare un gradoj fonte non d' altro a lui che di continue disgrazie. Ritornata per tal modo la Gcrmania alia quicle j Luigi J arrendendosi in questo agli inviti de' Glii- bellini j si accinse a ridurre al dovere in Italia la fazione de'Guelfij e a vendicarsi del Papa. Al prin- cipiare del susseguente anno ^ postosi adunque in viaggio senza il consenso degli EUettori e con un seguito poco numeroso , prese la via di Inspruck e di Trento 5 avviandosi alia volta di Milano, ove vi- desi trionfalmcnte accolto e fcstcggiato da'Gliibellinij che gli somministrarono danari e soldati^ e lo corona- rono re di Lombardia. Avanzatosi poscia in To- (i) Konigshoven^ Chronic, Alsalicum , p. 129* i64 STORIA BELLA. CASA D^AUSTRLV. Cap. VIL scana^ sommise la citta di Pisa, nella quale richiamo ipub«-i3^o jj^ vigore il decreto con cul Eurico VII aveva posto al baiido dell' Impero il re di Napoli. Roberto ^ strinse alleanza con Federico, re di Sicilia. Nel mese di dicembre poi , mosse con formidabile eser- cito verso Roma; fu quivi ricevuto in mezzo alle acclamazioni de'Romanij che 1' attuale Ponteficc si era inaspriti contro per la traslazione della Santa Sede 5 e poich^ non era allora in Roma alcun car- dinale", fu egli coronatOj nella chiesa di San Pietro^ da Sciarra Colonna , Capo della parte avversa al Papa. Giovandosi poscia dell' odio che si nutriva ' contro il Pontefice , lo fece Luigi rimovere in una assemblea popolare , e nominare 1' Antipapa ^ Pletro Rainuccio , Francescano di Napoli , che prese il nome di Nicolci V. Ma dopo la lunga dimora di otto mesi in Ro- ma J corse r Imperatore la sorte che deve aspettaTsi chiunque si affldi a una parte violenta e interes- sata J e a una sediziosa plebaglia, Non ebbe egli iu fatto somministrata appena cagione di mali umori a' Capi Ghibellini ^ coll' abbandonarsi ,ad atti ar- bitrarii , e specialmente colP arresto di Galeazzo Visconti J chcy costretto per questo a imporre gravi contribuzioni , venne totalmente meno nel favore del popolo^ che anzi comincio da tale momento a guatarlo con odio che semprc poi crebbej e intanto gli erano re di Napoli , coll' occupazione di Ostia e di Ana- gni^ chiuse le vie di procurarsi le necessarie provvi- gioni: cosicch^j per la sua propria sicurezza j dov6 iSaS Jjuigi uscire vergognosamente di Roma , accompa- gnato dalle ingiuriose imprecazioni di quello stesso popolo che avevalo poco dianzi accolto con featevoli FEDERICO E LEOPOLDO iGS dimostrazioni. Attraverso , non senza gravi pericoli , Cap. VlL la Toscana^ e giuiito a Pavia , vi si Irattenne tutta i3o8-i33o la seguente state ^ attendeudo gli aiuti promessigli dal re di Boeniia. Ma al finire delPaiinOj mentre^ ab- bandonando la mal riuscitagli impresa^ si ritirava a Trento ^ colla «peranza di ricever quivi nuovi soc- corsi J intesa ad uii tratto la morte di Federico , si ricondusse senza frappor dimora in Germania ^ temendo cbe le astute brighe del Papa non gli susci- tassero contro qualche altro competitore. Colla sua partenza , cadde interamente in Italia tutta la sua autoritaj espulsi ne furono i Viearii imperiali- e FAntipapa Pietro , dopo avere errato per gli Ap- pennini , fu arrestato e condotto come un malfat- tore in Avignone ^ ove impetro rnisericordia genu- flesso a' piedi del sovrano Pontefice ^ e termini i suoi giorni in prigione (l). Ma per ritornare dalle cose d' Italia a quelle di Germania ^ faremo in primo luogo osservare ^ come non sarebbe a Federico , quando pure lo avesse vo- lutOj tornato possibile il trarre profitto dalla dimora di Luigi in Italia. Imperocch^^ sebbene avesse il suo fratello Enrico date assai dl buon' ora segnalate prove di saper militare, e di molta prontezza nelFoperare^ non era la giornata di Mulildorf tornata a questo meno funesta di quello lo fosse stata al fratello Leopoldo. Trattato 5 durante la sua cattiviia, dal Monarca boemo , con aspri e umilianti modi ^ fu veduto lo sgraziato Enrico abbandonarsi a tale corruccio e abbattlmento ^ clic sebbene fosse resti- (i) Villani, - MuratorL - Corioj Sioria cU Milano^ e FaU ckenstei'i. 1 66 STORIA BELLA CAS A D^ AUSTRIA Cap. VII. tuito in capo a sei mesi in liberta ^ la malinconi.i j 1D08-1000 ^}j^ si era impadronila di lui ^ mentre si tiovava tra'ceppi^ non lo aveva abLandonato ; ed anzi lo ridusse progressivamente in tanta debolezza die scese nella tomba add! 3 febbraio id^j. Alia morte di Leopoldo, Alberto sostenne con Fe- derico tutto il peso degli affari; e quando Enrico ebbe egli pure cessato di vivere. Ottone si fece a preten- dere la sua parte della eredita paterna. Ma poich^ si ricusarono i fratelli ad esaudire tale sua richiesta^ que- st' ultimo^ da quelPuomo impetuoso cbe era e inchine- vole per natura alia guerra^ ne fu oltremodo sdegnato e ricorse alle armi. Ottenne egli soccorsi da CarobertOj re d** Ungheria, e da Giovanni, re di Boemia , che disputava in que' giolnii la Carinzia a Federico ; e piombarono nel medesimo tempo gli Ungari e i Boemi su r Austria 5 sottomettendo varle piazze, e ponendo a fuoco e fiamraa quella pi'ovincia fino al Danubio. Incapace di resistere a questi simuitanei assaltij e costretto per cio ad accogliere le prcposizioni che gli erano fatte , consegno Federico ad Ottone gli Stati che aveva Leopoldo posseduti in Isvevia* d' in- di in poi non si riebbe piii da quello stato di lan- guidezza nel quale era caduto ; stato clie piu non gli permise di imprender nulla fino a che, cedendo sotto il peso degli affanni , pago il comun tributo alia na- tura il gioi*no 1 3 gennaio i33o (i). i3i3 (i) Su le imprese di Federico e di Leopoldo, noi abblamo consullato , VitocL Chron, - Albert. Argent - Le cronache di Jlagen , d' Ebendorf e di Rehford. - Gerard de Roo - Fug-' ger. - Plnacotheca Austriaca, - Barre^ Schmidt et Heinricli, - Gehhaerdi GeneaL Gcschichte , \>oU II , art. Frederic et Leopold, FEDERICO E LEOFOLDO 167 Aveva Federico sposata Isabella , figliuola di GiaeomOj Cap. VIT. re d' Aragona, che mori poco dopo di lul ^ e aveva ^'^^^-^^-^S gia prima perdiita la vista pel dolore ^ a cui si era abbandonata durante la cattivita dello sposo. Diede questa principessa alia luce un unico maschio per nonie Federico ^ il quale cesso di vivere in eta di sei annij e due femmine ^ Anna, che sposo Giovanni En- rico conte di Gorizia^ e Elisabetta, la quale 5 dopo essere stata promessa in matrimonio a Giovanni , re di Boemiaj ed al re dclla Servia^ mori di peste senza avere avuto marito. Ebbe Leopoldo dalla sua moglie, Catterina di Sa- vola, due figliuole , Catterina e Agnese. Sposo Cat- terina in prime nozze Enguerrando VI^ dclla Casa di Couci-Guignes , die traeva il suo nome dal castello di Couci in Picardia. Qucsto Signore possedeva in Francia vastissimc terre e fu riputatissimo guerriero. Catterina partori di lui il celebre Enguerrando di Couci, conte di Soissons e di Marole , grande Cop- piere di Fi^ancia, il quale si segnalo ncl mestierc deir armi pin di qualunque allro prodc dclla sua stirpe. Spos(i poscia in scconde nozze Corrado, conte di Ilardeck. Agnese ebbe per marito Bolcslao, duca di Schweidnitz. Erasi in fine Enrico congiunto in matrimonio ad Elisabetta , figlia di Rupcrto , conte di Virncburgo , dalla quale non ebbe prole (i). (i) Plnacoiheca Auslriacn^ cap. IV ct V. ALBERTO II E OTTONE CAPITOLO VIIL 8 33o-i35B* jilberlo II e Ottone regfuino insieme — liitrafti di quesli due Principi — Alberto e Ottone eonehiu^ dono la pace coll* Imperatore ^— Luigi di Ba^ <*iera stringe alleanza coi duclii d^ Austria — - /)/- scordie insorte al proposito delta successione di Enrico J cluca della Carinzia — Morte di Ottone — - jQuerele fra Alberto e V Imperatore per la succes- sione della Bass a Baviera^-^ Si riconciliano — • Dis- sensioni pel Tirolo — Margarita^ erede di questa contea ^ fa divorzio da Giovanni^ principe di Boe- mia , e sposa Luigi ^ figliuolo deW Imperatore ^ — Zeg^tt del Re di Boemia col Papa e co^ principi Alemanni — Rimozione di Luigi ed elezione di Carlo-) principe Boemo — ■ Fortunate imprese e morte di Lui^ gi — * Alberto soccorre Carlo e si riconcilia colla Casa di Baviera — Vicissitudini della S^izzcra — • Descri^ zione de'possedimenti austriaci in questa contrada — » Lucerna e Zurigo entrano nella confederazione El-- vctiea — ^ Tentati\^i di Alberto per ricuperare V an'- tica autorita in Is^izzera — Sue ostilitd contro gli Svizzeri e la citta di Zurigo — Zug^ Claris e Ber^ na prendono anch* esse parte all* unione Ehetica »— Vani sforzi d** Alberto per disciorre tal Lega — 170 STORIA BELLA CASA D'AUSTRIA Si ritira egli a P^iennaj e il siio figliuolo Rodolfo conchiude tregua cogli Svizzeri — * Morte d' Alberto. Cap. VTIL ^^ morte dl Fcderico e quella di Leopolclo fu- i35o-i358rono di totale vantaggio alia Casa d' Austria. Fede- rico pill lion essendo ^ ne vantando quelli de' suoi fratelli clie gli sopravvivevano prelensione alcuna agli interessi della Corona imperiale, vldesi tolto di mezzo il precipuo soggetto di qnerele col Capo delP Impero 5 oltreclie rimase in Leopoldo estinto Tin gran fomentatore di discordie , mentrc que- sto Principe contlnuamente lasciavasi da un carat- tere anirooso e inquieto persuadere a cercar sem- pre nuove occasioni di segnalare le proprie cogni- zioni neir arte della guerra. Morti Federico^ Leo- poldo ed Enrico senza lasciar prole , si trovarono gli Stati austriaci in potesla de' soli due fratelli Alberto e Ottone^ i quali impresero ad agire in vantaggio della loro Casa con tanto vigore e con si mirabile accordo^ che mai non vidersi divisi dal menomo disparere su Pamministrazione di tutte le province commesse alia loro rettoria. Alberto 5 secondo di questo nome^ era stato j sic- come inducono a credere tutte le apparenze, desti- nato al ministero ecclesiastico ^ e si vuole anche cbe fosse stato canonico di Passavia. Se un tal fatto e vero 5 debb'egli per altro avere assai di buon'ora rinunziato alia primitiva sua condizione ^ imperoc- cbe in eta di ventisette anni (i)^ si marito a Gio- (1) Alcuni autori haiino, a lorlo, sostcnulo, che Alberto nou 1 lull nciasse alio islalo ecclcsiastico, e non si riniurita&se ALBERTO SECOKDO E OTTONE 171 vanna^ figliuola primogenita e erede di Ulrico ^ conte Cnp. VIIL di Ferretta in Alsazia. Alto di stalura , aveva Al- i35o-i358 berto una fisonomia piacevole e un portamento grave 5 e facevasi ammirare per una particolare Je- strezza negli esercizii del corpo 5 ma alF eta di tren- tadue anni, fu colpito da una paralisia clie gli tolse Tuso delle gambe, senza recare tuttavia il benclie lleve danno alia solerzia della sua mente. Era Ottone celebrato pel suo invitto coraggio^ e per la sua feslevole in- dole ^ che gli valse il soprannome di Gloviale. Acqui- sto egli genio non meno cbe esperienza per V arte militare sotto le bandiere del fratello Lcopoldoj e cjl tempo di cui qui si ragiona^ aveva diggia capitanato un esercito contro i partigiani di Luigi di Bavlera ^ e assediato Colraar. Alia morte di Federico, il Sommo Pontefice animo Ottone a porsi in coneorrenza per la Corona imperiale^ promettendogli ragguardevoli sus- sidii e F assistenza de'Vescovi di Strasburgo^ di Co- stanza e di Augusta. Ma era Ottone, non meno clie Alberto, troppo saggio , per dare opera a perpetuarc le calamita delFlmpcro, e farsi strumento delle bri- ghe del Papa. Porsero quindi i due fratclli oreccliio alle proposte di Luigi , e coUa intcrposizionc del re di Boemia concliiusero in Hagenau un Trattato di ij5o pace col principe bavarese , nel quale discesero a riconoscerlo legitlimo Imperadorc. Confermolli Luigi, dal canto suo ne^ loro diritti c ne' loro possedi- menti , concede loro in ipolcca, per le spese della gueri'a, le citta imperiali di Brisacco, di Sciafliisa, che dopo la niortc de^ siioi frntc 111. Qiirslo assmdo cM'ioie fii adoltato dagli cditori dell' htoiia Universale Moderna^ FoL XXXI I ^ p. 599. 172 STORIA BELLA CASA D'AUSTRLV Cnp, VIIT di Rliinfekl e di Niburgo , e promise die avrebbe i6:)o-i^58 i^ominato Ottone a suo Vicario generale in Germa- nia tutte le volte che fosse per discendere in Italia , o avesse a passare la selva della Turlngia. Fu questa pace un avvenimento ben fortunato pel principi della Casa d' Austria * mentre, oltre r avere stabiHto un intimo vincolo fra di essi e il Capo deirimperOj gli assicuro anche nel possedi- inento de''loro Stati eredilariij e di quelli clie crano andati a' medesimi aggiugnendo o per diritto di guerra o con altri modi di acquisto. Trovavansi a que' giorni i destini della Germania commessi alia dominazione d elle Ire grandi Case di Baviera , di Austria e di Lucemburgo. Giovanni , re di Boe- miaj il Capo di quest' ultima ^ aveva fino allora favoriti gP interessi di Luigi di Baviera ^ e moltis* simo contribuito alP innalzamento di lui al trono im- periale , ne fu mai la loro alleanza interrotta per tutto il tempo die le unite forze de' principi della Casa d' Austria minacciarono Flraperatore* ma non si fu per anco Luigi riconciliato con Ottone e cou Alberto^ che immantinente piu non ascolt(ij se non se la voce della gelosia ^ che in lui eccitavano il carat- tere e la condotta del re di Boemia. Era Giovanni un principe fautastico , solerte ^ co- raggiosOj infiammato per la guerra, e andava nella sua mente macchinando ogni maniera di ambiziosi e chi- merici disegni. Erasi fino a que' giorni comportato verso I'Imperatore piuttosto iii termini di sovrano anzi die di vassallo , usurpandosi anche gran parte * ^' della imperiale autorita. Come poi ebbelo Luigi eletto a suo Vicario , discese Giovanni in Lombardia con numerose soldatesche ^ sotto pretesto di soceorrcre ALBERTO SECONDQ E OTTONE 1^3 la oitta di Brescia, die si trovava asscdiata dalle truppe Cap. VIIV. di Milano e di Verona; e i»gaunaudo ad uno stesso ^^^o-^-^^^ tempo e Guelfi e Ghibelliai^ si finse presso gli uni, partigiano e sommesso ai Papi 5 e presso gli ajtri al- V Imperatore. Con tali ingannevoli artifizii giunse facilmente ad irapadronirsi di una gran parte della Lombardia J di Brescia ^ di Bergamo, di Cremona e di Milano; e Beggio e Mantova si arresero volonta- riamente a lui. Inorgoglito per tanti successi, ordi Giovanni nuovi politici aggiramenti col Legato del Papa, e la sua condotta fece , non senza raglone , sospettare che egli volesse appropiarsi Ja Lombardia, e aspirasse all' Impeio. In conseguenza di che. propose Luigi una piu in- tima unione ai duchi d' Austria , ai quali non tor^ nava meno molesta V ambizione del re di Boemia , e non poco doleva che avesse loro Giovanni negata la restituzione delle citta di Laa e di Veytra, che aveva egli ricevute in guarentigia del riscatlo del loro IVa- tello Enrico. Fu Ottone norainato Vicario imperialc in Germania, per adempierne gli uGzil , quando r Imperatore sarebbe stato assente; e si obbligarono i principi austriaci a sostenere Luigi in tutta la guerra che sarebbe per imprendere in nomc proprio; nella qual Lega entrarono pure i Sovrani di Polo- nia e d'' Unghcria fi). 11 re di Boemia iie rlniasc spaventato, e avendo inoltre a lottare contro le unite Ibrze de' GuelG e de' Ghibellini, che avevano sospet- tati e insieme oppugnavano gli ambiziosi suoi di- segni, lasci6 in Italia il suo Cgliuolo Carlo pcrcli6 (i) Gerard de lioo. p. 90. - yhcntini AnnaL Lib, Flly p. 618. 174 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. Vin. vi sostenesse la sua parte^ e se ne torno in Germama. I oo-i^ 8 jyj^ venutogll quivi falto di riordiiiare il suo eser- citOj riprese tutti gli antichi disegni^ e minaccio aa- clie di voler costringere Plmperatore a discendere dal trono (i). Ben ebbe allora Luigi a convincersi la conserva- zione della sua dignita dipendere dagli aiuti dei duchi d' Austria ; e la morte di Enrico della Carin- zia gli paro innanzl Toccasionedi sempre piii strin- gere co^ medesimi i proprii vincoli (^). i3o7 (i) Pelzel y p. 204. (2) Mainardo, terzo conle di Gorizia, aveva lasciati due figliuoli, Mainardo e Alberto, i qiiali diedero orlgine ai due rami del Tirolo e di Gorizia. Mainardo eredito , per parte di sua madre Adelaide, il Tirolo, e ricevette dalP Imperatore Rodolfo r investitura della Garinzia. Mori nel 1295, lasclando due maschi e una femmina. Questa , che si chiamava Elisa- belta, sposo Plmperatore Alberto. Morto iiel i3io ii primo- genlto Oltotie, ricadde la successione al secondo figliuolo En- rico , quello slesso che fu scacciato dalla Boeruia da Giovanni di Lucemburgo. Enrico ebbe soltanto due figliuole, Margarita , che per la smisurala grandezza della sua bocca , fu sopran- nominata 3iaulstach , e Adelaide alia quale la gracilila della sua costituzione non permise il maritarsi. Alcuni autori hanno , molto male a proposito , supposto die i principi austriaci ridomandassero la Garinzia in virtu di una clausola delP atto d' investitura conferita a Mainardo dal- r Imperatore Pvodolfo, clausola per la quale sarcbbe stato a loro senso stipulate, che in mancanza di discendenza maschile do- vesse quella provincia appartenere alia Gasa d' Austria. Ma P in- vestitura fu data a Mainardo senza alcuna restrizione, ed era il diritto di Elisabelta subordinato a quello della figliuola delP ultimo duca regnante. La Garinzia fu da Luigi, e cosi pure da' principi della Gasa d' Austria, considerata, come un ftrudo jiiaschile devolulo alP Impero , e a questa condizione ALBERTO SECONDO E OTTONE 175 Enrico, fiqliuolo e successore dl Mainardo, noa ^P* \^q lasci6 che una figliuola^ Margarita, la quale fu so- prannominata Maulstach^ o sia la Grandebocca: il quale Enrico aveva ottenuto da Luigi un decreto pel quale statuivasi, che potessero la Garinzia e il Tirolo essere posseduti e governati anche da donne. Siccome poi queste province aprivano I'accesso in Ita- lia , fu dal re di Boemia chiesta la mano di Margarita pel proprio figliuolo Giovanni^ il quale non aveva die diciotto auni. Fu la domanda secondata^ e il monarca che avevala fatta^ promise pagare quarantamila marclii d' argento qual compenso della rinuncia di Enrico ai diritti che avrebbe potuto mettere incamposuUa Goro- na di Boemia. Fece indi Giovanni ratificare un tale accordo da Luigi, e alia morte di Enrico, dispose ogni cosa per impadronirsi del Tirolo e della Garinzia. Ma, per Fallcanza che aveva recentemente contratla coMuchi d' Austria , rivoci T Iniperatore il suo de- creto; diede Tinvcstitura della Garinzia e del Ti- rolo a que' principi , e strinse con loro una confer derazione difensiva e offcnsiva , affine di assicurarli e difcndcrli ncl godimcnto di siffatte province con- tro le pretensioni del re di Boemia e dc' suoi ercdi. Entrarono per ci6 i principi austriaci ncl possesso della Garinzia, ma per gli ostacoli che opposcro loro i magistrati e la NoLilta , furono impcditi di fare altrettanto col Tirolo. L'adirato re di Boemia pcrvenne anch' egli a com- porre una possente Lega contro Flmperatorc c la Casa d' Austria, e si forzo di ricupcrare P amicizia dci re d' Ungheria e di Polonia. L' clettore di Sassonia appunto fu concediita V inveslilura. Lambachcr Oestcrreichi" - sches interregnum j p. 2Go-2G4« 176 STORIA BELLA CASA D' AUSTRIA Cap. Vril,e il suo genero Enrico duca della Bassa Baviera gli ^^^^-^ prestarono la loro cooperazione. Occupy esso il Tirolo J e le truppe della confederazione che parteg- giava per lui , precipitando da ogni parte conlro P Austria ^ la posero a soqquadro. Ma appena che si furono le schiere imperiali e auslriacbe insieme riunitCj inlerruppero a Landau i progress! delT ini- mico. Giunti i due eserciti in presenza 1' uuo del- r altro J ne essendo fra loro separati che dal corso di un ruscelloj semLrava imminente una baltaglia • e gia gli austriaci si ponevano in punto d' eseguire una diversione dal lato della Boemia , quando ad un trattOj insorto soggetto di querele fra di essi e rim- peradore, ritird quesli k sue truppe e le condusse in Baviera. Ma sebbene in siffatto modo abbando- natij ottennero non per tanto i duchi d' Austria la pace a tali pattij che^ stante la condizione cui si tro- vavano ridotti, non si potevano al certo risguardare come umilianti. Si sottoposero dunque a pagare le spese della guerraj consegnarono Znaim cilta della %, Moravia J avutasi da Ottone per dote di Anna, sua seconda moglicj figliuola del re di Boemia, e rinun- ziRTono a qualsisia pretensione sul Tirolo , che fu lasciato a Margarita. Riceverono per6 in contrac- cambio la Carinzia j cbe d' allora in poi e sempre rimasa in potesta della Gasa d' Austria (i). 1339 PocQ tempo dopo la conclusione dell' anzidetta Trattato, cesso Ottone di vivere , lasciandosi addietro dalla sua prima moglie Elisabetta , figliuola di Ste- (1) Veggansi le Cronache boeme e aiistriache. Pelzel -« Schmidt - Strui^ius^ torn, /, p. 699 - Gerard de Roo^ p. 91 - J^^^SS^r, p. 3i3 ^ PJeffel, t. /, p. i35^54u ALBERTO SECONDO E OTTONE 177 fano J (luca di Baviera ^ due masclii Leopoldo c Fe- Cap. VTn. dericOj de'quali ebbe Alberto la tutela ; in coiise- "^^^"^-^^^ guenza di che uni questi nelle proprle mani P am- ministrazione di tutti gli Stati austriaci^ ne trascurando inoltre di abbracciare con grande preniura ogni occa- sione di accrescere la possanza della propria famiglia, si fece a pretendere pe'suoi pupilli la Bassa Baviera^ pronto a sostenere colla forza i diritti che avevano alia medesimaj per esser morto senza lasciar prole il loro zio Enrico. Ma si vide egli prevenuto dallo Imperatore ^ il quale , interessati a proprio favpre gli Stati J occupo tosto il paese ad esclusione dei principi austriaci , e de'suoi proprii nipoti Adolfo e Rodolfo (i). L' inimicizia per altro clie tali que- rele, e le prime dissensioni fecero nascere fra le Case d'Austria e di Baviera ^ in poscia tolta di mez- zo dalP essersi combinati insieme niiovi interessi , e dalle discordie che insorsero fra le Case di Ba- viera e di Lucembui'go circa la possessione del Tirolo. Erasi nel i338 , Margarita Maulstach , in eta di ^•2 anni, sposata a Giovanni ^ princrpe di Boemia , che era appena allora al suo diciasscttesimo anno ; ma avendo questa unione^ molto male combinala^ inspi- rata a' due sposi una mutua e invincibile ripugnanza, Giovanni fece rinchiudcre la moglie nclla torre di una rocca, della quale riuscita cssa a fuggire^ corse ad (1) Roxlolfo , Conte palalino del Reno, il quale fu discac- ^iato dalla Baviera a motivo della alYczioiic die porlava alia Casa d' Austria, mori nell' csilio nel iSiQ. L' Imperatore ne accolse sotlo la propria protezione la vedova e i fiyliuoli , e col Traltalo di Pavia^ couchiuso nel 139-9, lo conferaio in tutti i diritti del padre. Vedi Falkeiistcin ( voL II, p. 258) dm ha riferilo il Trallato. 12 178 STORIA BELLA CASA D\\USTRL\ Tpp. Vin. implorare la prolezione dell' Imperatore , il quale , ' niima cosa piu desiderava che un'occasione di potcrsi confermare nel possedimenlo del Tirolo , con raolto favore accolta la fuggltiva principessa , le offerse la iwano del propio figliuolo Luigi 5 e^ ottenuta da lei la pi^omessa di acconsentire alle nuove nozze proposte- ]e, pronunzi6 ^ solto pretesto d' impotenza , lo sciogli- jiiento delPaltre, e nou oslante Fopposizione del Papa al secondo maritaggio, segui questo in Inspruck, e il nuovo sposo ricevette V investitura del Tirolo (i). Furibondo per la perdita di 51 importante provin- cia 5 e per Toltraggiante modo con cui eraglisi vili- peso il figliuolo^ non pote il re dA Boemiaj essere rat- tenuto ne dal peso degli anni^ lie dalla cecita che da poco tempo affligevalo. Corse la Francia e la Germania per commuoverne i principi a suo favore j uai una possente confederazione j e per le inslanti sue preghiere, s' indusse il Papa Clemente VII a ful- minare una Bolla di scomunica e di rimozione con- tro Luigi J ordinando nello stesso tempo agli elettoii di procedere alia nomina di un altro Imperatore. E ben sortivano le esortazioni del Papa, e i tentativi del re di Boemia Pinteso effetto : imperocchej appena ebbe Clemente VI rimosso Enrico, arcivescovo di Ma- gonza, dal quale si contrarivano i suoi disegni, videsi convocata a Reus, sotto gli auspizii del nuovo Prelato, Gerlee di Nassau , un' assemblea, nella quale gli elet- 1^46 tori di Magonza, di Colonia, di Treveri , di Sassonia e di Boemia , dichiararono il trono vacante , e no- (1) Goldaslus^ Monarchia sancli Imperii Romani^ voL IJ^ p. i585. ALBERTO SECONDO E OTTONE 179 minarono a occuparlo , Carlo ^ primogenito del re di Cap, VI TT. Boemia, Ma non si perdette Luigi di animo. Assi- ^53o- 10:1)8 stito anzi con vigore da Alberto ^ e da una possen- te fazione ^ scontenta delP arbitrario procedere del Sommo Pontefice, disfece in diversi incontri il suo competitore 5 lo rispinse nella Boemia , e gia pre- paravasi a penetrare nel cuore di quel regno che Carlo aveva allora ereditato per la morte del pa- drCj stato ucciso alia gioxnata di Cressi (1)5 ma in (1) Fioissart dipinge in irxxdo assai curioso il genio caval- leresco di Giovanni, e la sua morte. ,, Le vaillant roi de Behaigne, „ dil-il, „ y fut occis: qui s' appelloit Jehan de Luxembourg. Car il fut iils ou gentll roi et empereur Henry de Luxembourg. Qunnd il (qui etoit aveugle) entendit 1' ordonnance de la bataille , il dit,ou est monseigneur Charles mon fils ? Scs gens lui dlrcnt , nous ne sauons , nous cuidons qu' il se com,batle. Lors dit a ses gens , Seigneurs, vous ctes mes gens et mes compaignons et amis a la journee d' l^^y- Jc \ous requiers que vous me meni^s si avant , que je puisse ferir un coup d"' espee. Les cheualiers repondirent qu' ils le lairroicnt enuis. Ed adonques ( afjii qu** ils ne Ic perdissent en la presse ) ils le lierent par Ics freins de leurs cheuaux tons ensemble, el mircnt le roi tout deuant pour mieux accomplir son desir ^ et aiiisi. s'' en all^rent sur leuis ennemls. Monseigneur Jehan de Behaigne ( qui s' ccrioit j'' ay roy de Behaigne et en portoit les amies ) viut ordon- nement jusquos a la bataille ; inais quand il veil que la chose alloit mal pour les Francois, il s^ en partit. Je ne sais pas bonncment quel clu^nin il print, l^e i:oy son perc alia si avaut sur ses ennemis , qu*^ il feroit un coup tic son espee (voire plus de quatre ) et se combattit moult vigoureusemeni , et ainsi firent ceux de sa compaignie ; et si avant boulcrent, (pie tons y demourerent , ed furent lendcmain trouvez sur la place , autour du roy , et tons leurs cheuaux licz cnscml)lc. ,, Froiasarl^ T, /. cap. i3o. i8o STORIA. DELIA C ASA D' AUSTRIA Cap. VIII. mezzo de' suoi fortunati successi , fa colpito da una ^'^^^"' apoplesia 5 clie lo tolse a' viventi^ nel mese di otta- bre 1 3475 essendosi per tal morte assicurata a Carlo la Corona impenalej cui non valse a torgli la debole opposizione di una parte degli elettori , i quali tenta- vano elevare all' Impero Gontramo di Schwartzen^ biirgo, Questa larva di Sovrano mori in capo di un anno ^ e il Principe boemo in se riuni i suffragi di lutto il Collegio elettorale. Morto Luigij si pose Alberto dalla parte del nuovo Imperatore, e^ di pii^j riconcilia fra loro le due Case di Baviera e di Lucemburgo. Indusse pure Carlo a ponf(^rraare il divorzio d^l suo proprio fratello con Margarita (i), ad usare le maggiori pratiche perche acconsentisse il Papa al secondo matrimonio di quella principessa^ e a conferire a Luigi di Brandeburgo r investitura del Tirolo ^ in benemerenza alP avergli questi accordato il proprio suffragio. Ma nello stesso tempo che in siffatta guisa di- stendeva Alberto e consolidava i proprii ppssedimenti in Austria j le tre picciole reppubliche, che avevano diggia umillato Forgoglio d^^^lla sua Casa^ ne andavano tuttavia in Isvizzera restringendo gli antiehi dominii. Air incominclare del loro reggimento avevano Al- berto e Ottone fatti grandi acquisti su le sponde del Rjpiio, ottenuto il possesso di Sciaffusa^ di Khinfeld ^ di ErissaccOj e comperati d^lla Casa di Jjauffenr (i) Palkensteln , vol. //, p. q85. Non solo confermo Carlo la sentenza di divorzio pronunziata contro suo fratello . ad istanza di Margavlta, ma lascio siissistere a carico di qiiesto principe la taccia d** impotenza allegando esser dessa V efietlo di un sorlilegio. ALBERTO SECONDO E OTTONE i8i burgOj i suoi diritti feudal! su la citta e Contea dl Cap. VITT. Raperswil (i). Per tali nuovi acquisti, e per le tcr- *^^^"*^^^ re state loro Irasmesse da'proprj anteiiati, i princi- pi dclla Casa d'Austria quasi da ogni lato accerchia- Tano ie terre delle ire repubbliche. E per verita, possedevano essi quasi tutta quella parte del Cantone di Bcrna che riceve il nome di Argovia ; erano pa- droni della Turgovia; avevano la sovranita di Zug e di Lucerna , non escluso Entlibuch e le citta di Sempach e di Rocliensee^ ed infinej godevano^ come avvocatij o patroiii, delle abbazie d'Einsiedel e di Secklngen, la principale autorita nel paese clie chiude dal lato di mezzodi il lago di Zurigo, e iiella citta c nel Cantone di Claris. Morto Ottone, e morti pure nelPanno i344 i suoi due figli 5 trovaronsi tutti i possedimenti austriaci riuniti fi*a le manl d'Albeito, clie si trovo dapprin- cipio troppo occupato delle cose della Germaniaj perche rivolger pOtesse tutta la neccssaria attenzione a quelle dcirElvczia^ dove uu partlcolarissimo cou- corso di circostanze contribm ncllo stcsso niodo a diminuire la niaggioranza dclla sua Casa. Dopo la glornata di Morgavtcn , eras! la potciiza degli Svizzeri veduta crcscerc in proporzione dc** loro felici successi; c la liberla per loro cos\ valorosamcnte difesa, avcva sparsi i suoI scnii iici dinlorni delle Alpi e nelle vicine citta della Gcrniania. Oude av- Venne che^ in breve tenipo^ anche gli altri popoli ar- (i) Giovanni lY . disccndente di Piodolfo, priino contR di Lauffenbnrgo , ebbe la cilta e la conlca dl Raperswil, c le Marclie di Scliwitz , per parte di lCh's?ibot(a sua inadre j ii-^ gliuola di Rodolfo j ulllino eonte dl Raperswil. 1 82 STORIA DELLA CAS A D^ AUSTRIA Cflp. VIII. deiit^mente agognassero di potcre scotere il dcspo- ^^'^^^" tisnio foudale ^ e sospirassero quclla eguale parteci- pazione a'civili diritti, per la quale ammiravansl tie Canloni demdcratici saliti in lanta prosperita. Primo a dar resempio fu il Cantone di Lucerna. Per le querele che ogni gionio si rinovarono fra i vassaili della Casa d' Austria ^ e le repubblicbe confede- rate, si trovava esso esposto a frequenti scorre- rie. Interrotto ne rimaneva il commercio colP Italia ^ deserte le sue fiere ^ e male x^uscivano i suoi cit- tadini J sebbene del continuo colle armi alia mano, a difendcre il proprio territorio : era il fiore della gioventu costretto a seguire i vessilli austriaci: do- vevano i cittaJini sempre soggiacere a insopporta- bili balzclli 5 e siccome V autorita de' Pi'Incipi au- striaci vi era 5 contro il voler della plebe j favorita da^ Nobili del paese , trovavasi P infelice citta di Lucerna ad ogni raomento vittima delle intestine discordie. Alia line , pose Luigi que'borgbesi sotto la protezione delP Impero , e concbiusero essi una tregua di venti anni coi Cantoni della Svizzera. Ma fermi i Nobili nel non voler rinunziare al loro pro- posito di proleggere la Casa per la quale avevano fino allora parteggiato , fecero capo al barone di Ramschlag, castellano di Rotemburgo, il quale^cedendo alle loro richieste, si avanzo con un corpo di trecento cavalieri per sorprendere Lucerna. La vigllanza dei cittadini pero fece tornar vana la tentata impresa ; quasi tutti i partigiani austriaci escirono allora dal- la citta J che strinse un Trattato di alleanza co' tre Cantoni J nel quale pero ebbero le parti contraenti cura di non ledere menomamente i diritti e le pre- rogative della Casa d' Austria. Se un tale avveni- ALBERTO SECONDO E OTTONE i83 men to crucciasse Alberto e Ottone non e a diman- Cap. VIII. darsi: siccome pero non era ad essi riescito il soggio- ^5oo-k')j8 gare Lucerna ne cogli artifizii ne colle armi^ trassero profitto dalla loro riconciliazione con Luigi ^ e lo pregarono ^ volesse adoperarsi a rompere 1' alleanza di quel Cantone cogli altri confederati. Videsi percia la sorte di Imcerna coinmessa al giudizio di ar- bitri J scelti ne' Cantoni di Zurigo ^ di Berna e di Basilea. La confederazione fu mantenuta^ e i Duchi d' Austria doverono star contenti a conchiudere coi Lucernesi una tregua di Irenta mesi^ clie venne po- scia varie volte rinovata. Gli anzidetti quattro Cantoni per tanto , che rice- vettero da quelP epoca il nome di Cantoni Silvestri , ebbero gran parte in tutti i successivi avvenimenti J e dopo avere consolidata L^ propria indipendenza , contribuirono a rendere llbere le citta e i distretti circonvicini , che ne richiesero V aiuto (i). Zurigo 5 dopo Lucerna ^ entro anch' esso nclla confederazione. Gia avevano piu d' una volta i principi della Casa d' Austria tentato di unire quella citta alle loro province , ed aveva la mede- slma fatto parte dcllc quattro citta imperiali , state dair Imperadore conccdute in cauzione ad Alberto e Ottone J in conseguenza della pace di Hagenau. Ma avendo gli abitanti di essa posto in mezzo il loro privilegio di non poter essere giammai scparati dair Impero , privilegio conceduto loro da Rodolfo^ fece Luigi diritto alle loro rimostranzc ^ e in luogo della loro^ eedette Brisacco , una delle citta della (i) Tschudi - Watteville^ p. gS " Planla , c. 7. - //dVe- tisvhes Lexicon J art, Lucern, 1 84 STORIA DELLA CAS A D' AUSTRIA Cnp. VITI. Brisgovia. Tiittavia non linunziarono giammal i * Priiicipi austriaei alle pretensioni che si tenevano averc sopra dl ZurlgOj ne omisero pratiche per affezio- narvisij con ostili mirCj una considerabile fazione tra i Nobili . che eransi appoco appoco acquistata la maggior parte nel reggimento della citta. Ma una improvvisa rivoluzione distrusse in sul piii bello la preminenza della Nobilta ^ e un governo popolarc si introdusse, nel quale pervenne^ sotto il titolo di bor- gomastro 5 a trarsi in mano la principale autorita, Piodolfo Brunn , guello stesso , per le cui brighe eras! V anzidetta rivoluzione operata. Vidersi i No- bili clie osarono opporsi a siffatto cangiamento y mandati in esilio ; ne furono i beni posti al tisco ., c non omise la fazione prevalente di glovarsi dei pill vigorosi parliti all' oggetto di ristorare V antica forma di governo. Essendosi per altro dalla liran- nide del Brunn eccitali non poclii mali umori ^ e riunitisi i banditi a Giovanni di Apsburgo , signore di Raperswilj che aveva dalo loro asilo, predispo- sero ogni cosa per sorprendere Zurigo. E gi^ erano essi riesciti a introdurre nel la citta ragguardevol numero de' loro, quandoj a mezza notte , nello stesso momento appunto, in cui dovevasi por mano al* V impresa^ il caso fece venire in aperto la eon- giura. Furono i cospiratori uccisi o dispersi ^ e i rr- loro principal! Capi ^ Giovanni di Apsburgo e Ul- rico di Bonstetten, caddero prigionierl. Un gran nu- mero di parligiani che avevano fra i borghesi, pa- garon colla vita il mal riescito tentativOj e T auto- rita di Brunn ne soit'i piii che mai fernia e glorio- sa. E a questo non ristandosi il Borgomastro^ con- dotte subito truppe contvo Raperswil , se ne res« ALBERTO SECONDO E OTTONE J 85 padrone , ne discaccio gli abitanti e ne spian6 le Cap. VIIL case non meno che il Castello. Ben vedendo po- ^3^o-i358 scia di essersi ^ con tal suo procedere ^ esposto alia vendetta d' Alberto , non si addormento , come si suol dire , coUe briglie in mano ^ ma vpltosi ai Cantoni i55i Svizzerij giunse a far ricevere Zurigo nella confe- derazione Elvetica. Per altro canto ^ non avendo piu nemici da oppu- gnare in German! a ^ riuni il Duca d' Austria a Brouck tutti i governatorij tutti i baroni, tutti i magistrati della Turgovia^ deirArgovia, dell' Alsazia, della Fore- sta Nera e della Svevia^ e instill6 nel loro animo la sua stessa indignazione contro gli anzidetti avvenimen- ti della Svizzera, dipingendo alPAssemblea con orribili colori la condotta degli abitanti di Zurigo. Alcuni Deputati di questa citta^ venuti cspressamente per congratularsi seco del suo arrivOj vidersi bensi am- jTLiessi alia sua presenza ; ma dopo averli egli trattali con asprezza, li congedo coirintiniazione^ avcssero a fare ricostruire la citla di Rapcrswil e ricompcnsarne i danni agli abitanti: al qual ordine cssendosi la citta di Zurigo riCutata ubbidirc, Alberto si dispose sul fatto assallrla con scdicimila combaltcnli. Air avvicinarsi del pericolo j cbbero i Zurigliesi licorso ai Cantoni Silvestri, e subitamente un corpo di Svizzeri mossc in soccorso dc** nuovi alleali. Spavcn- tati tuttavia dalle forze c dalle minacce dcgli Au- striacij i cittadini di Zurigo richiescro ^ fosse la que- rela commcssa ad arbltri^ c cousegnarono scdici ostag- gi in guareutia delPeseguimento della scntenza. Gli arbitri per altro ^ commisero ancir cssi la decisione della differenza ad Agnese , regina di Boeniia e sorella d' Alberto^ la quale pronunzio iu favorc del fratelloj i86 STORIA DELL.\ CAS A D' AUSTRIA Cap. Vfll. e un Trattato fi^a le parti fu la conseguenza di tale *"^'^^"*^^ sentenza. Ma Insorta contestazioiie al proposlto Jella liberta di Giovanni di Apsburgo, e avendo disap- provate gli Svizzeri le condizioni state convenute , corsero i contendenti immediatamente alle armi. Alberto intimo agli abitanti di Claris, si pones- sero sotto le sue bandlere 5 ma^ animati qiiesti dello stesso spirito de' loro vicini^ risposero negativamente air intiniazionej e Fadirato principe spedi un corpo di truppe per costringerli colla forza ad eseguire i suoi ordini, e per tenere ad uno stesso tempo in dovere i Cantoni Silvestri. Gli Svizzeri, intanto , fatta , ilel ciior del verno , una scorreria nella valle di Claris , vi furono accolti con trasporto di gioia da quegli abitanti 5 che scacciarono tosto il Governatore au- striaco. Pieno d'entusiasmo per la propria libera-- zione ^ il popolo del Cantone conchiase un Trattato di amicizia coi Cantoni liberi, e spedi dugento dei suoi pill valorosi giovani in soccorso di Zurigo. Al principio del vegnente anno , rimase un corpo au- striaco totalmente disfatto ne' campi di Rutii , e poco tempo dopo quest' azione ^ videsi Claris solennemente ammesso alia confederazione , nella quale entrarono pure gli abitanti di Zug e del suo distretto ^ poscia die ne ebbero gli Svizzeri scacciati gli Austriaci. Tut- tavia ne Claris^ ne Zug non tolsero alia Casa d' Au- stria o le rendile che essa vi percepiva, o i dirltti cbe essa godeva prima della loro liberazione. Nel corso di tali avvenimenti, avevano quattromi- ]a soldati austriaci sofferta una rotta a Tatwyl da cinquanta borghesi di Zurigo , ed era stato un al- tro corpo di millc uomini battuto da quaranta- duc Svizzeri a Kussnaclit. Non volendo per cio Al- ALBERTO SECONDO E OTTONE 187 berto tirare in lungo una guerra, che disanimava leCap. VIH. sue Iruppe, e nella quale tutto il vantaggio era a ^^^^'^^^^ favore degli agili e instancabili paesani delle Alpi^ riuni un esercito che giudico sufficiente per sotto- mettere in un sol colpo i Coufederati. Fece per tanto venire da'suoi Stati ereditarii tutte le truppe di cui pote disporre, e persuase a' Nobili della Borgogna^ della Svevia e delPElvezia, essere del loro interesse il punire que' sudditi ribelli, e P umiliare la Confede- razione elvctica. Alberto ricevette altresi soccorsi dal- r Elettore di Brandeburgo e da varii altri principi deir Impero. In fine ottenne ben anco V assistenza della stessa repubblica di Berna , e de' suoi alleati, Oberland^ Hasli e il paese di Vaud. Riuni in tal maniera un esercito di trentamila fanti e di quat- tromila cavalli , e il comando ne affido ad Everardo di Virtemberg, guerriero pieno di esperienza ^ il quale and6 a porre Tassedio innanzi alia citta di Zurigo^ essendone le fazioni affrettate dallo stesso Alberto ^ ^^^^ che ora a cavallo, ora su di una lettiga^ frequentemente visitava i diversi posti. Ma lo smisurato coraggio dei Zurighesi trionfo di tutti gll sforzi nemici , finche in ultimo, dopo aspro guerreggiare , si andarono gli ausiliari del Duca, per la mancanza delle vetto- vaglie, successivamente ritirando, e Alberto si tenne ancora abbas tanza fortunato di potere sottoscriverc vin Tratlato stipulatosi a Lucerna , per la interposi- zione delTElettore di Brandeburgo , coi commissarii de** Confedevati. Tutte le conquiste , tulti i prigio- nieri , tutti gli ostaggi , furono restiluiti da una parte e dalP aJtrn. Guarentironsi al duca d' Austria tutte le prerogative e le rendite , ch' esso gioiva in Lucerna J in Schwitz e nelPUndcrwald : si sottoposero 1 88 STORIA DELLA CASA D'AUSTRU Cap. Yin. Zug e Claris a rendergli omaggio; egli promise lo* iajo-i558j.Q jjj contraccambio la sua amicizia. Fermossi pure clie non avessero i confederati a contrarre alleanza coa nessuna citta e con nessun paese soggetto alia dominazlone austriaca 5 non dovessero ne ZurigOj n^ Lucerna concedere cittadinanza a nessun suddito doll'Austria ; fosse restiluita la liberie a Giovanni di Apsburgo; e nessuna noviti si opex-asse in ordine a lutte le antiche alleanze ^ alle immunity e alle leggi precedentemente osservate. II valore e la costanza di cui fecero i confederati alta prova in questa terribile , e appai-entemente si disuguale lotta , accrebbero a dismisura la celebrita del loro noraej e prima del finire delPanno^ vide- ro aumentarsi ognor piii la forza della loro Lega pel riunirsi cbe fece alia medesima anche Berna, la quale, se potevasi indubitatamente dire la pii pos- sente e la plu formidabile delle repubbliche Elveti- che, era pure indubitato che a renderla tale^ contri- buivano assai meglio il valore e la mente de' suoi ciltadini che non Fampiezza o la ferlilita delle sue terre. Ma il Trattato, che^ per la sola neccessitaj e non al certo per sentimenti paclfici , erasi Alberto indotto a conchiudercj fu piuttosto una sospensione di ostllita anzicb^ una vera pace • onde presto furono vedute elevarsi nuove querele circa il modo con cui aves- sersi a interpretare gli articoli del Trattato medesima. Pretendeva il duca d' Austria che V obbligo di ren- dergli omaggi cui eransi i cantoni di Claris e di Zug sottopostij quello eziandio inchiudcsse di dovere essi rinunziare air alleanza de'Gantoni svizzeri ; e di- fendevano dal canto loro i primi^ che F articolo pel ALBERTO SECONDO E OTTONE 189 quale si stabiliva che avessero a mantenex'si lutte le Cap. YllL alleanze dianzi contratte, abbracciasse piu'e runione *53o-iOi)b Elveliea. In tale frangeute , si rivolse Alberto alia media- zione deirimperatorCj il quale 5 premuroso come era di condursi a Roma per ricevervi dalle mani del Pontefice il diadema , e tutto inteso per conseguenza a toglier di mezzo ogni querela che agitar potesse rimperOj and6 a Zurigo , adoperaudosi ivi a far conchiudere ua accordoj ma troppo essendo evidente la parzialita di lui pel duca d' Austria j- dichiararono gli Svizzeri cbe non sarebbono per sottoporsi a nes- suua sentenza d'arbitro , prima che non fosse ricono^ sciuta la loro confederazionej e offerirono nello stesso tempo ad Alberto, per la perdita de'suoi diritti^ uu compenso, da determinarsi dalPImperadore mede- fiimo. Ma Carlo intanto, cui mosse alP ultimo sdegno un tal procedere J chiari nulla I'unione Elvetica, e illegali tutte le confederazioni formatesi senza il con-^ scnso del supremo Capo delPImperoj e poichi, ad onta di questo , stettcro gli Svizzeri saldi nel loro proposito 5 volsero toslo le cose a inevitabile rottura. Le truppe austriache per tanto, passato il Glattc, munirono Raperswil , citta che aveva Alberto com- perata dalla Casa di Lauffenburgo , e da questo punto centrale imju'csero a noiare nello stesso modo i Cantoni Silvestri e la citta di Zurigo. Poco tempo di poi^ chiese Carlo i contingeuti agli Stati dell'Im- pero, e, accompagnato da tutti i Principi spirituali e temporali , and6 a congiungersi alP esercito del duca d' Austria che aveva posti gli alloggiamcnti solto le mura di Zurigo j il cui presidio , di soli quattro^ mila uoanini^ era animalo da uu $1 alto coraggio^ igo STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. VIII. clie noil si saprebbe con adeguate parole esprimere. i5jo-i358 Trovavansi per lo contrario gli assedianti fra loro discordij le eitta dell' Imp ero ricusavano la loro cooperazione nel sottomeltere uii' altra citta dell'Im- pero 5 temevano i Principl e gli Stati la potenza sempre crescente della Casa d' Austria ^ ne piacea loro accreditar la protesta^ die tutte le confede- razioni strettesij senza il consenso delPImperadore ^ fossero illegali. Anche alio stesso Carlo assai poco andava a genio il favorire una causa ^ in odio ai voti del popolo , e il perdere il suo tempo nel- r accrescere il potere di una Casa di cui paventava la preminenza. Onde avvenne die insorta presto fri- vola questione in proposito di clii dovesse^ nel prossi- mo assalto dclla citta ^ occupare il posto d'onore^ tutti gli assedianti , abbandonando V impresa ^ pie- garono le loro tende e si allontanarono con tanta furia e in tanto disordine , clie^ secondo Pespressio- nc di un antico cronidiistaj non si seppe dii si fosse ritiralo il primo o T ultimo. Per tal modo si tro- v6 il duca d' Austria ridotto alle sue sole forze nel • sostenere tutto il peso della gueri^. Alberto , cangiando allora sistema di guerra , si pose in sul devastare i dintorni di Zurigo ^ e per- niise r accesso in tutto quanto il paese ad una ban- da di Ungari , i quali ^ a guisa di Crociati e di Pan- duri de' tempi a noi vicini^ si abbandonarono a o- gni sorta di enormita, non pure gli amici da' nemici distinguendo. Ma in ultimo fu la pace chiesta ad alte grida da' suoi propri sudditi, die non dissi- mularono il fermo proposto in die erano venuti di ccssare dalle ostilita anclie senza il suo consen- so. Alberto si vide quindi costretto a discendere ALBERTO SECONDO E OTTONE 191 egli stesso a proposizioni d' accordo ^ e ncUa Diela Cap. YIII. d' Augusta J acconsenti che fosse il mantenimento ^'^'^^"^'^"^^ della Lega svizzera il foudamento della sentenza, che avrebbe pronuvziata 1' Imperatore , eletto dalle parti in aibitro della contesa. Tuttavia^ tento egli otte- nere per sutterfugio , quanto non aveva potato ac- quistare colla forza ^ facendo j cioe ^ colle proprie brighe, inserire nel progetto d' accordo una clausola per la quale virtualmente si distruggeva I'alleanza , e si sarebbe definitivamente sottomesso Zug e Cla- ris alia Casa d' Austria. A siffatto intendimento adun- que i commissarii austriaci^ in luogo di presentare r atto a una generale assemblea de'confederali^ ten- tarono trattare parzialmentCj e ottenere da questi un separato consenso. II Brunn ^ corrotto da Alberto , uso tutta la sua maggioranza • e Zurigo^ primaria cagione della guerra ^ non solo si sottopose alia sentenza imperialcj ma si congiunse altresi al duca . d' Austria per farla eseguire dagli altri Membri della confederazione. Cio per altro non tolse clie gli a- bilanti di Schwitz negassero di ratificare la clau- sola J e resistessero con fermezza alle rimostranze di Alberto e agli ordini dell'Imperatorej onde avvennc clie quantunque Zurigo si mantenesse neutrale ^ c che pure i Cantoni di Lucerna ^ Uri c UndcrwalJ sembrassero disposti a ritirarsi dalla lotta j la co- slante virtu degli Svizzeri non abbandon6 i disgra- ziati nel momento del pericolo, e quando glunse il commissario austriaco^ incaricato di ricevere Tomag- gio di Zug e di Glaris , un eletto corpo di giovani , che portavano le stesse bandicre^ sotto cui avcvano i loro padri ottenuta la viltoria di Morgarten , u- scito di Schwitz ^ cd entrato ne' due Cantoni , nc 1Q2 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. VIIL scaccio il commissario , e rinovar fece P atto di con- federazione fondato su i priiicipii di una reciproca amicizia , e su T obbligo di una comune difesa. Alia per fine Alberto, indebolito dalPela, e dalla sua ognora crescente paralisia, se ne tornd in Vienna; portando seco e sempre nutrendo tal rancore contro que'liberi montanari che avevauo osato resistergli, che nessuno piu ardiva pronunziare in sua presenza il nome di Svizzeri. II suo figliuolo Rodolfoj cui era stato commesso il reggimenlo della Svevia ^ con- chiuse poscia coi confederati una sospcnsione d'armi per dieci anni 5 e per tal modo ebbe fine quella inutile e disastrosa guerra. AI quale armistizio tenne immediatamente dietro la morte d' Alberto , che fini i suoi giorni add! 6 agosto 1 358, dopo vent' otto anni di regno. La dif- formita della sua persona , lo aveva , alF epoca del suo avvenimento al trono fatto soprannominare lo Zoppo J o lo Sciancato. Ma erano le fisiche mende abbastanza in lui compensate da grandi cognizioni e da una mente elevata , che verso il fine de' suoi giorni gli acquisto il predicato di Saggio, di cui fu degno per tutti i riguardi ^ eccettuate le sue imprese in Isvizzera. Ne era Alberto meno dotto letterato , di quello fosse sagace uonio di Stato; e quantunque non man- casse di umanita , n6 fosse inacces&ibile alia commi- serazione ^ mostrossi fornito di eminente fermezza di carattere. A questo aggiungasi, che lo avevano i risparmii di una scrupolosa economia posto in grada di accrescere con acquisti il retaggio della sua Ca- sa. Non ostante poi i suoi acciacchi conserved fino quasi al termine della sua vita una costante giocondita ALBERTO SECOADO E OTTONE 19^ flnimo : e in un secolo , come il suo, nel quale in- Cap. VIIL fieriva il fanalismo e la peisecuzione ^ seppe dar ^^^^'^^^^ belle prove di tolleranza e di umanita ; ne §11 stes- si storici svizzeri omisero di riferire un tratto assai commovente. Accadde dunque clie un tremuolo , da cui fu aLbattuta quasi interamente la citta di Basi- lea^ fosse ivi seginto da un incendio che consume la maggior parte di quanto rimaneva. In tale cii'- costanza avendolo uno de' suoi conslglieri animato a giovarsi delP occasione che la natura e il caso of- ferivangli per iiupadronirsi della citta. >> A Dio non piaccia'? esclamo pieno di sdegno il Principe^ '> die io voglia opprimere colore die sono visitati dalla raano deir Onnipossente »>. fci di piu voile egii che i suoi vassal] i desser mano a ristorare i danni del tre- muoto J e soniministr(i agli sgrazlati abitanti i iie- cessarii materiali a rifabbricare le loro case. Per la morte de' suoi fratellij c nipoti , era Al- berto rimasto V unico rampollo dclla sua famiglia- Sterile fu il suo malrimonio per lo spazio di di- ciannove anni * ma in tempo in cui le crcsccnti sue infermita sembravano toglicrgli affatlo la speranza di prole ^ la nascita di quattro (igliuoli , Rodolfo y Federico ^ Alberto e Leopoldo^ tolse che si eslin- guesse in lui V illustre sua schiatta. IvI ollro que- sti quattro maschi ^ cbbe Alberto dnila sua nioglie Giovanna ^ die era crede della coutea di Ferrelta , e mori nelP anno i353^ due femrnine , Catterina , di poi abbadcssa nel monastero di Santa Chiara di Vienna, dove fini i suoi giorni nel i38i ^ e Mar- garita J congiuntasi prima in matrimonio a Mainar- do y ultimo conte del Tirolo , figliuolo di Luigi di Baviera e di Margarita Maulstach. Manco questo i3 194 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cnp. VIII. Principe di vita nel i363 , e la sua vedova sposo , i:)jo-ij:)o^j principiare del seguente anno, Giovanai Enrico di Lucemburgo . margravio dcUa Moravia , quello stesso dal quale avea fatto divorzio la suocera di Margarita. Questa principessa mori nel i366 5ineta di vent' anni J senza lasciar prole (i). (i) Ohre le cronaclie e le istorie gla citate , nol abbiamo , per la vita d' Alberto, consultato, Stejerer^ Comment, pro Hi- storiae Alherti duels Austriae cognomenti sapiens ; e per le cose flella Svizzera , Tschudi, - Stumpf, - Guillelmannus, - Sinimler. - Leu ffeli^etisches Lexicon^ art, Albert^ Bern ^ Glaris ^ Lucern ^ Zurich et zug, - Fugger ^ L. IH^ c. 7. - Mailer^ L. 11^ c. 4, Wattei^ille^ c. 3. e i- Meister^ Ge- schichte von Zurich ^ p. 82, e Beruemhte Zuricher ^ art* RhcHU Brunn. - Planta, c. 9. - Schmidts RODOLFO IV C A P I T O L O IX. 1 359- 1 394. Rodolfo IV ^ Fedeinco IIj Alberto III e Leopoldo 11^ fi- gliuoli d' Alberto il Saggio — • Indole e governo di Modolfo — • Morte di Federico — • La Casa d' Au- stria acquista il Tirolo — ■ / Principi di ess a inula- no il loro titolo di Duchi in quello di Arcidu- clii ' — ' Loro dispareri col Fairiarca d'Aquilea — > Morte e carattere di Rodolfo — Amminislrazione di Alberto e di Leopoldo ^ cJie governano insieme — - Di^isione degli Stati clella Casa d^ Austria — • Guerre di Leopoldo in Italia — • Jcquisto cite fa la Casa d"' Austria di Trieste — • Legami di Leo^ poldo con Luigi ^ re J' Ungheria e di Polonia — • Himane Leopoldo defraudato nella speranza di cingere la Corona di questo Regno al proprio ft- gliuolo Guglielnio - — Assale gli Svizzeri — • E ucciso alia giornata di Sempach — Continuazione delle ostilita « — • Battaglia di Naefels • — • Tregua cogli S^izzeri > — La confederazione e stabilniente ferniata. Oe Piodolfo era primo^ in ordine di primoge- nitura^ fia i Principi della Casa d' Austria, talc era pure per ingcgno e per virtu. Nacque cgli ncl i339, e fu educato sotto gli occhi del padre ^ che ebbc 196 STORIA BELLA C/VSA D' AUSTRIA Cap. IX. cura di farlo Istruire iiclle lettere e nelle scieiize , 1^59-1394 ^^^^ rneno che nelParte Jella guerra. Addottrinato di buoii^ora nel govenio delle cose pubbliclie, ricevette Kodolfo, in eta di soli sedici aniii ^ in qualita di co- amministratoie insiemc col padre ^ la professione di vassallaggio dagli Stati austriaci. Eletto poscia a Commissario imperiale iu Isvevia e in Alsazia^ e posto al reggimento degli Stati di Apsburgo , fermc) la propria residenza a Diessenbofen ^ citta situata nei dintorni di Sciaffusa* nelle qiiali caricbe , seb- bene ancora glovanCj diede chiare testimonianze del suo sapere nelP arte del governo , con provvedere sagacemente alia pubblica pace , impedire le depre- dazioni de^ banditi , proteggere il commercio , e fa- cendo anche , per facilitare la comunicazione colle province circostanti alle Alpi , costruire all' estre- mita del lago di Zurigo ^ il famoso ponte di Ra- perswil 5 lungo poco meno di un miglio^ il quale ^ avvegnache di legno ^ fu considerato come la mera- viglia di quel tempo (i). Quando Alberto ^ datosi in braccio alia dispera- zione, si ritrasse ^ dopo le ruinose imprese nelF El- vezia J a Vienna ^ Rodolfo , che rimase solo al go- verno dello Stato ^ valutando come si doveva il co- raggio e la costanza degli Svizzeri ^ e facendo il debito caso de' vantaggi che traevano essi dalla si- tuazionc e dalla natura del loro paese ^ conchiuse una trcgua J che fu di poi prolungata ^ e dclla quale ri- spetto sempre i patti. Alia morte poi del padre fisso in Vienna la propria residenza ;, e vi tenne una (i) Nel mio viaggio in Isvizzera ho misnrato io stcsso que- slo poule che U ovai hmgo setteceiilo passi. Leggasi la lellera VII. RODOLFO QUARTO 197 Corte J che garei^'i^iava in magnificeiiza con quelle dei Cnp. IX^. pill grandi Sovrani de' suoi tempi. ^^^9-^^9^ Poiclie erasi da Alberto confermato il patto di famiglia clie statuiva V indlvisibilita degli Stati au- striacij riserbandone F amministrazione al prinio- genito J una tale amministrazione 5 morto il padre ^ appartenne di diritto a Rodolfo^ il cui regno, seb- bene corto , non lascia per questo di essere memo- rando ne' fasti delP Austria. Siccome mai non aveva il matrimonio di Luigi di Baviera con Margarita Maulstacli. erede del Tirolo, ottenuta F approva- zione del sovrano Pontefice^ cosi Veniva la loio uniono in certo modo considerata come un coucubiuatoj e Mainardo loro Ggliuolo ^ come illegittimo. Riesei tuttavia Rodolfo a conseguire dal Santo Padre che legiltimasse quel giovane principe, al quale egli stesso concede la mano di Margarita sua propria sorella. Per lo che , memore Margarita Maalstach de' ricevuti favorij assicuro ai duchi dWustria la reveisibilita del Tirolo, qualora tanto suo marito quanto suo figliuolo morissero senza lasciar prole 5 e cio fecc essa , quan- tunque gia avesse, pel suo contratto di matrimonioj promessa quella contea alia Casa che regnava nel- la Bassa Baviera. Cessati adunque di vivere Luigi nel iSGi, e Mainardo, suo Ggliuolo, F anno seguente, Rodolfo , il quale temeva , non volessero i Principi bavaresi far valere i loro diritti nelF anzidetta con- tea, valicate nel cuore del verno le Aipi si con- dusse da Margarita per indurla a rinovare in quel punto decisivo F atto di reveisibilita gia promessa alia sua Casa 5 ed ebbe la sorte di vedere esaudita dibuon animo Finchiesta. Ma di cio pure non ap- pagandosi ( impcrocchc trop^^^o bene conosceva F in- 1 98 STORIA DELL A CAS A D'AUSTRIA Cap. IX. dole iricostaate e capricciosa di quella Principessa ) iDJ9-i::>94 pi'oscgui innanzi a richiedcrle V immediata cesslo- ne del paese che essa medesimamente gll accordo, lasciandosi in fine persuadere dalle parole di Rodolfo^ il quale ando con bei modi artifiziosainente dipin- gendole le attratlive della sua Gapilale e la magni- ficenza della propria Corte^ a seguirlo a Vienna in compagnia della nuora. Ma ancora restava a oitcnersi Tapprovazione del- IVImperatorCj cosa non molto facllej glacche a mal- gi^ado del matrimonio di Rodolfo colla figliuola di Carlo , la gelosia che continuava tiittavia e divideva le Case d' Austria e di Lncemburgo, crasi veduta ca- gione di frequenti querele tra loroj che inoltrc^ in questo stesso tempo j aggiugneasi che avevano i tre principi Austriaci stretla Lega coi re d'Ungherla e di Polonia^ contro I'lmperatore nella sua qualita di re di Boemia. Per buona sorte pcro glunse Catterina a ristabilire la buona intelligenza fra il padre e lo sposo 5 c si trovu Carlo coi principi della Casa d' Au- stria ad un parlamcnto in Brunn ^ ncl quale, indot- losi a confermare la donazione stata fatta da Mar- garita, concede J' investltura del Tirolo a Rodolfo, e adcri eziandio al patto della sua f;imiglia con quella de' principi Austriaci, per la I'cciproca reversibilila deMoro Stati e de' suoi, in mar.canza di prole ma- i564 schile da una parte, o dalPaltra. Ma si oppose la Casa della Bassa Baviera a tale cessione, e la guerra scop- pio. Mosse Stefano immediatamente verso la contra- stala provincia, in compagnia del margravio di No- rimberga e degli altri suoi Alleati; e siccome eransi dalPArcivescovo di Salisburgo mandati soccorsi a Rodolfo, il quale non avrebbc potuto rosistere da RODOLFO QUARTO 199 solo alle forzc uriitesi contro di luijCiitrate le triippc Cap. IX. Lavarcsi ncl tcrritorio di quelFarcivcscovado, strlii- ^-^^O'^^^i sero d' assedio Muhldorf, e dicdero il guasto al pacsc fino alle porte della Capitale. II duca d' Austria opero dal canto suo una diversionc in Baviera* c^ assalita la Fortezza di Reid, costrinse Stefano a levare V as- sedio da Muhldorf per volare alia difesa de' suoi pro- prii Stati. Si erano per ci6 i due eserciti andati tanto TuriO air altro avvicinando. che appena dividevanli Ic acque di un ruscello^ e gia erano sul punto di dare la battagliaj quando furono ad un tratto sospese lo ostilita dairinterposizione del Papa, il quale desi- derava impiegare Ic unite forzc dclla Germania con- tro i Visconti in Italia 5 cosi riraase tal querela^ circa il TirolOj con grandissima utilita della Casa d' Au- stria, interrotta. E fu pure nello stesso anno da Ro- dolfo e da' suoi fratelli concliiuso un patto con Al- berto IV^ conte di Gorizia, die tracva Forigine da un ramo collaterale della Casa del Tirolo^ 2)cr virtii del qual patto vidersi in progrcsso di tempo le contee di Gorizia e di Gradisca riunite anclF csse^ a' possc- dimenti della Casa d' Austria (i). II maraviglloso coraggio e le faniose cavallcresclic imprese di Rodolfo si attraevano V ammirazione di ognuno, poiclii egli era anclic ambiziosissimoj cosi andava mettendo sossopra i polverosi arcliivii degli anticlii duclii d' Austria^ attcntamente IViigava in quelli della propria Casa 5 c aveva conccpito il disc- gno di ricliianiare in vigore c rislorare tutli gli an- liclii titoli stati da' suoi predecessori posseduti ^ o anclie solamente pretesi. Aveva fin di buon'ora fatto (i) Cronbcr^ J Qomites et res Coriliae , p. 324, 200 STORIA DELLA C\S/V D' AUSTRIA dp. IX. uso di suggelli adorni di imprese e di varil em- ^^^^"^^94 blemi (i); aggiunse i titoli, e si ando appoco appoco fregiando dl tutto V apparalo e di tutta la pompa di un Re. Rodolfo soleva dirsi maigravio di Baden e di Drosendorfj Vicario delPAlta Baviera, Sovrano di varii Stati della Svevia, clie cgli considerava come indipendenti ^ e Cacciator maggiore delP Impero. Si tenne da lui con reale splendidezza^ a Zoffingen^ una assemblea di tutli i suoi vassalli. E trovandosi il suo orgoglio non poco offeso dalParticolo della Bolla d' oro che concedeva agli clettori la preccdenza fra tiilti gli altri pvincipi, prese egli , in virtu della con- cessione aceordata ai duclii d' Austria della linea di Bamberga (2)^ dalF Imperatoi^ Federico I , il titolo d' Arciduca. Queste innovazioni fecero in origine assai poco senso; ma avendo alia fine F ostentazione di Ro- dolfo intimoriti e Tlmperatore e gli elettori. Carlo, (1) Urio di qiiesli embleim coiislsteva in una testa d' uoino con cinque facce. II mott de' suggelli di Rodolfo era qual- clie volta composto di parole sciille con un miscuglio di ca- ratteri greci , latini , runici e arabi, de^ ({uali aveva cgli fatto un alfabeto. Di rado sottoscriveva col proprio nome le sue lettere , e quasi sempre le terminava coir anno della sua eta e del suo regno , e con questa forinola : „ Hoc est verum „ Fugger^ p. 345. (2) 55 Si quibus^is Imperii piihlicis curiis Dux Au6triae praesens fiieril , iinus cle Palalinis Archi - Ducibus est cen^ sendiis ; ma vi aveva di poi Et jiihilominiis in consensu ad latiis dextrum Imperii post Electores principes obtineat primum locum „. Nel 1228, era stato dalP Irnperalore Enri- co VI5 conceduto a Leopold© e a^ suoi successori il dirilto di portare, al di sopra del cappello principesco, il Diadema im- perialc; e Federico 11 concede a Federico il Bellicoso di ag- giuguore a tal diadema la croce. Fugger 178, i84j 196. RODOLFO QUARTO 201 citatolo piu volte dinanzi la Diela, gll comando de- Cap. IX. ponesse i titoli e le armi die si era arrogate, e ri- ^^^9*^-^94 prendesse quelle possediite da suo padre. Non senza grave pena^ s indusse Rodolfo a cessare dal far pub- blica mgstra degli stemmi clie aveva presi; abbandono il titolo di Palatino , ma sembra clie conservasse quello d' Arciduca , che fu poscia alia C as a d** Austria confermato dalP Iraperatore Federico III (i). In questo mezzo avvenne che si suscitassero varie querele fra i duclii d' Austria e i patriarchi d' Aqui- lea a pi^oposito de' feudi clie la Sede palriarcale di questa citta possedeva nclla Stiria^ nella Cariii- zia e nella Carniola , e precisamente intorno a' li-^ miti de' rispettivi loro possedimeuti : in conseguenza di clie, essendosi da Luigi 5 patriarca regnante, segre- tamente promosse e favorite turbolenze e mali umori, che mancarono poco a degenerarc in aperta ribel- lione 5 e avendo gli abitanti di Venzone e del Friuli fatte scorrerie negli Stati austriaci, Rodolfo, olte- nuto dair Imperatore un decreto coatro quel Prela- tOj gli tolse varie piazze^ e strinse d' assedio Butri, eve aveva V abituale sua stanza. Fu il PrcLato ridot- to a chieder la pace, che rcalmenlc ottenne, cedcn- do per altro le piazze stategli prese, rinunziando ai possedimeuti della sua Sede nella Sliria, nella Carin- zla e nella Carniola, e ammclteiulo un giudice con presidio austriaco nella Capitale del Friuli. Durante il corso delle narrate ini])rcsej operate tutte colla mira di accrescerc le terre della propria (i) Hagen apud Pez. vol. /, p. ii49- Oehbeardij vol. Z/", p. 269. 202 STORIA BELLA CASA D' AUSTRIA Cap. IX. Casa^ si condusse Rodolfo in Italia* e cio fece egli 1359-1394 pgj. assistere alia celebrazione del matrimonio del suo fralello Leopoldo con Verde^ figlia di Bavnabo Visconti, legame die aveva egli negoziato^ e col quale intendeva poter estendere la propria superiorita in quel paese. Ma per gP iacomodi del viaggio, e pel calore del cllma^ cadde egli malato di una febbre in- fiammatoriaj di cui mori addl 27 luglio i365j in eta di ventisei anni^ senza lasciar prole. Se dalP un canto la natura era stata cortese a Ro- dolfo di non comuni bellezze, aveva egli saputo dal- r altro pascere la propria mente di eccellenti dottri- ncj e, in un secolo d' ignoranza, mostrarsi tanto ami- CO delle lettere e delle scienze^ che fondo in Vien- na un' Universita, seconda istituzione in Germania di siffatto genere ^ la quale non tardo molto a ga- reggiare in celebrita con quel la di Praga. Sebbene poi Rodolfo non si segnalasse meno de' suoi pred6- cessori per generosita verso il Clero^ sicche va a lui debi trice Vienna della propria Cattedrale^ ebbe non per tanto il coraggio di sprezzare Ic censure del Sacer- dozio^ e lo costrinse anzi a sopportare esso pure una parte de' pubblici aggravii: ne altro rispose alia minac- cia fattagli dallo stesso Clero^ di volersi appellare al Papa^ se non chcjcssere egli ne'proprii Stati papa^ arcivescovo, vescovo^ arcidiacono e prete. Ottenne meritamente il soprannoine di Magnanimo 5 e le nu- merose istituzioni per lui fatte^ altro glie ne acqui- starono non meno orrevole, quello cioe di Fondato- re. Fu detto di lui, molto bene a proposito , die, se avesse vissuto piu a lungo, avrebbe col suo sape- re^ e colla sua amblzione^ interamcnte distrutla la ALBKRTO III E LEOPOLDO II 2o3 Casa d' Austria 5 o innalzatala al piu alto graclo di Cap. IX. pos.saiiza (i). 1559-1394 Poiche era stata la morte dl Rodolfo preceduta da quella del fratello Federico , il quale fu ucciso alia cacciaj di tutti I Principi della Casa d' Austria pill lion rimaneva clie Alberto ^ in eta d'anni dleias- sette 5 e Leopoldo che appena ne contava quindici. Secondo il patto di famiglia, stabilito dal loro padre e eonfermato da Rodolfo ^ ramministrazione appar- tenne esclusivamente al maggiore. Le prime cure d' Alberto e di Leopoldo furono volte a conseguire il possedimento del Tirolo. Alia 1S66 morte di Margarita Mauls tach , entrato Stefano di Baviera con ragguardevoll forze in qiiella provincia, aveva preso Kusftein , Kitzbuhl ^ e Rotcnberga , ed erasi pure avanzato fino alle frontiere tlella Carinzia. I Principi austrlaci si prepararono bensi a rispiu- gere Passalto^ ma nello stesso tempo prudentemente cercarono por fine alia querela colla possente inter- posizione dell'Imperatore , di sorte che si succederono per lo spazio di tre consecutivi anni moltc praticlie e parlamenti , e alia fine si convcnac a Scardinga i36q Un accordo pel quale rinunziarono i Principi bava- resi alle loro pretcnsioni sul Tirolo , e ottennero in contraccambio una somma di censedicimila fio- rini^ come pure la ccsslone di Kuftstcin e di Kitz- (i) Per la vita di Rodolfo noi abblamo consultalo HenricL de Rebdorf^ Jnnales ab. an. I'ifiS, ad an. i5G2. ap. Frejhe- rum, vol. I. - Arempech ct lla^en, - Ebendorf; Fez, vol, I et 11. ' Gerard de Roo. - Fugger. - Ga.ssler , Geschiclile der Tjrol^ JVien ^ 1792, - Cronberg, - Falkenstein. 2o4 STORIA DELLA GASA D' AUSTRIA Cap. rx. buhl 5 e la reslltuzione di Scardinga stessa , stata 1059-1094 p^j^. }qj,q j3^^ -jj pegno alia Gasa d' Austria (i). Ne trascurisi qui d' anno tare ^ come il Tirolo , per ser- vire di comunicazione aJla Germania cell' Italia , abbondare in miniere, fonti di considerabili riccbezzej ed essere abitato da un popolo guerriero ^ incal- lito alle fatiche e famoso per F affezione clie serba a' proprii Sovrani , V acquisto clie di quello fecero i Princlpi austriaci contribuisse di molto ad accre- scere la loro possanza. Ma erano il carattere d' Alberto e quello di Leo- poldo troppo r un Faltro opposti ^ perche continuare potessero in quel mirabile accordo^nel quale eransi i loro predecessor! tanto religiosamente mantenuti. Era il primo un principe quieto e dolce, clieadempieva con esattezza gli esercizii della religione j e pieno di solerzia per lo studio delle lettere e delle scienze speculative. Scorgesi al conlrario in Leopoldo una indole ad uno stesso te mpo ambiziosa e violenta , rapace e prodiga ^ ne era egli a niun altro de'suoi antenati inferiore in militari cognizioni. Ebbe in ori- gine in propria parte gli Slati che la sua famiglia possedeva in Isvevia, e divis e con iVlberto il governo del Tirolo. IMa avido di potere, e mal sofferente di doversene stare nella soggezione del fratello^ strapp6 a questo un nuovo patta di lamiglia^ col quale non lasciando a lui che P Austria^ ottenne per se stesso la Stiria^ la Carinzia con le dipendenti terre ^ le pro- vince austriache delF Alsazia e della Svevia ^ e in (1) Gerard cle Roo^ p. 108. - Falkenslein , v, //,/?. 55i. Fug^er^ p. 35 1. ALBERTO III E LEOPOLDO II 3o5 fine Pescluslvo possedimento del Tirolo^ non meno Cap. IX. che la cilta di Neustadt e il siio territorio (i). 1059-1094 Siccome pero era P indivisibilita de' dominii au- striaci assicurata non so lo dalF antico patto di fa- migllaj ma ancora dalP atto d' investitura, fu quindi a Leopoldo mestieri il richiedere ]' Imperadore^ che volesse acconsentire al nuovo accordo : il clie fece questi colla massima sollecitadine ^ non potendo inoUre Irattenersi ^ mentre sottoscriveva V adesione^ dal prorompcre con queste parole. '? Noi abbiamo fati- cato lungo tempo in vano per umiliare la Casa d' Austria ^ ed ora essa si umilia da s6 ?> {9.). Leopoldo 5 che eguagliava almeno^ se pur non sorpassava i suoi antenati nella irrequieta cura di volere accrescere gli antichi possedimenti e la pro- pria superiorita, acquisto Friburgo in Brisgovia, ot- tenne la picciola citta di Basilea da quel Vescovo cui aveva prestato aiuto contro i suoi sudditi ribelli^ compero da' conti di Monforte la contea di Feld- kircli ^ tolse Pludentz , Sargans e il Rhinthal al conte di Werdenberg , e cousegul dalPlnipcratore Venceslao i baliaggi delF AUa e della Bassa Svevia, non che le rendite delle citta d' Augusta e di Gingen, Ma J mentre era Leopoldo tutto inteso nclP am- pliare i proprii possedimenti j invadeva Lnguerrando di Couci le sue terre deir Alsazia e dell' Elvezia. Mandato questo cclebre guerriero ^ doj)o la battaglia di Poitiers J come ostaggio in Inghilterra pel riscatto del re Giovanni^ tanto bene si seppe aequistarc T af- (i) De Luca y vol. II y pag. 128. - Gerard de Roo ^ pag. 1 08. (2) Ebendorfy ap. Pez ^ vol. I ^ p- 811. 2o6 STOMA BELLA CASA D' AUSTRIA Cap. IX fezione di Odoardo III, chc dopo aveilo questi creato 1559-1394 cavaliere delP Ordine diAhd Giarrettieray e conte di Bedford e di Aumerlej gli accordo la propria figliuola Isabella in isposa. Scoppiata indi nuovamenle la guerra fra V Inghilterra e la Trancia , Enguerrando , c1j6 non voile prendere parte in essa n^ contro il proprio SovranOj ne contro il suocero , si condusse in Italia j ovc rendette importanti servigi ai Ponte- fici Urbano V e Gregorio XI contro la possente Casa de* Viscontl. Nel iSyS poi uni moiti avven- turieri di varie nazioni^ cheaper Tavvenuta pace fra ringbiltcrra e la Francia , eran rimasti scnz** altra occasione di guerreggiare 5 la faraa poi di un tanto Duce accorrer fece sotto le sue bandiere, meglio di seimila Inglesi (i), die formavano un corpo di eletta ed elegantissima truppa. Con queste forze per tanto, clie sommavano a quarantamila uomini, passato il Keno 5 ed entrato nelFAlsazia, chlese al principe Au- striaco diverse terre clie diceva forrnar parte della dote di sua madre. Rigetto Leopoldo la domanda siccome contraria alle norme di successione stability nella sua faniiglia 5 ma non avendo sufficienti truppe da opporre alF invasore, si cliiuse inBrisacco, dopo averne devastato tutto il circostante paese , e do- mando soccorso ai Cantoni Elvetici. Berna e Zurigo per altro furono i soli die si movessero in suo ' fa v ore. Intanto , oltrepassali i confini dell' Elvezia , si in- noltra Enguerrando per la via di Waldenburgo e di (i) Qucsta circostanza fa cagione chc gll Storlci svizzeri des- scro il iioinc di baiidc inglesi alP csercito di Enguerrando di GoLici. ALBERTO III E LEOPOLDO 11 207 Balstal fino a Buren. Si sparsero le sue soldatesche per iSSg.iSg'/ tutto il paese che si distende dal lago di Biena fino a quello di Zurigo , ponendo ogni luogo a ferro ed a ruba. Ma gli abitanti di Entlibuch ^ gli unici di tutti i sudditi Austriaci che tentassero opporglisi , furono ancbe quelli^ che gli diedero la prima sconfitta. liiuni- tisi essi nella vallata di Russwyl, e protetli da alcuni avventurieri de^Cantoni Silvestri^ assalirono e disfecero uu distaccamento di tremila uomini presso il lago di Sempach al villaggio di Bultizholz 5 e poco stante gli abitanti de' luoghi che circondano i laghi di Biena ^ di Morat e di Neufchatel oppressero un altro corpo ad Aneto presso Cerlierij ma la vittoria piu decisiva fu riportata da'cittadini di Berna^ i quali avanzatisi di nottetempo contro un corpo appostato a Frauen- brunnen , lo sbarattarono , ed uccisero ottocento soldati. Queste lotte a cui si aggiungeva la pcnuria di vi- veri J e V eccessivo freddo , calamita che piu di tut- to il resto giovarono alia causa del duca d'Austria ^ trassero a mal umore le triippe del Couci , il quale si vide per cio costretto a ritirarsi nelTAlsazia ^ e abbandonarcj dopo avere devastato questo paese ^ le sue pretension! , o perche non si trovo in grado di sostenerle colla forza j o forse anche perche ottenne dal duca d'Austria la cessione di Buren e di Nidau. Le sue truppe ^ secondo il costume del tempo , si sparpagliarono da tutte le parti; e lo stesso Couci, caduto prigioniero alia famosa battaglia di NIcopoli, combaltutasi durante una Groclata contro de' Turchi, termino la sua errante vita ne' ceppi (1). (i) AnseJme^ voL III ^ p. 542- Dictionn:iire de la No^ hlasse^ art. Coucj-Guignes. - Morcri. 2o8 STORIA DELLA CASA D^ AUSTRIA Cap. IX. Ma si trovo appena Leopoldo liberato da questo 9"J 94 possente inimico , che si vide involto nelle guerre d'ltalia^ fra la repubblica di Venezia , il Re d' Un- gheria , e la famlglia di Carrara. E Venezia debitrice della sua origiue alia calata degli Uiini sotto la con- dotta di Attila^ e alle devastazioni dcgli altri Barba- rij che scorsero e straziarono I'llalia quando cadde il romano Impero. In quelle terribili congiunture^ spinti alcuni abitanti delle vicine citta^ dalP amore deir indipendenza J si rifuggirono nelle picciole isole di Rialto alia foce dell'Adria, ove trovai'ono un si- euro asilo ; ed ivi fondarono appoco appoco una citta che ubbidiva ad un governo, in origine democratico ^ ma che si cangio poscia in una aristocrazia perma- nente j cui presedeva un Doge nominato a vita. Per la situazione della loro citta^ divenuti i Vene- ziani espertissinii navigatori , presto estesero il loro commercio e i loro vincoii d'amicizlaj per lontanis- sime contrade. Andarono poi sempre i loro posse- dimenti ampliandosi ^ e gia verso il finire del secolo VII ^ si trovavano padroni di settantadue isole. La Istria e la Dalmazia , continuamente esposte alle scorrerie de' pirati e de'banditi, e lasciate in difesa dal debole governo delP Impero greco^ si posero da se slesse sotto la dominazione della crescente re- pubblica. Visitarono i vascelli di questa tutti i porti del golfo Adriatico 5 ne divenuero le flotte ogni di piu formidabili 5 e le stesse Crociate ^ che trassero in ruina quasi tutti gli Stati d' Europa , ef- ficacemente per lo contrario contribuirono ad accre- scere le forze navali di Venezia , che elevossi ^ nel volgerc di pochi secoli^ a si alto grado di potenza da trovarsi in grado, nelPanno 1203, di abbattere^ ALBERTO III E LEOPOLDO II 209 insieme de' Francesi^ il trono degli Imperadori grecl Cap. IX. ill Costantiiiopoli e fondavvi T Impero latino, clie ^^^9"^594 lion per Jo spazio di quasi sessant anni. Fu poscia la diiiastia gieca ristabllita nella per- sona di Michele Paleologo , ma estesero i Veneziani il loro commercio e acquistarono le isole di Candia^ di Cefalonia e di Corfu ^ come pure un gran nume- ro di porti nelP EUesponto e nella Morea. Fonda- rono altresi stabilimenti nel Golfo Persico^ e ottenne- ro dal Soldaiio d' Egitto la permissioue di avere con- soli ne' suoi Stati; onde si trassero in si varii modi fra le mani il monipolio del commercio delle Indie Orientali, e manlennero sempre la loro preminenza in sui mari a raalgrado della rivalita dei Gcnovesij stati prima di loro la piu gran Potenza marittima deir Europa. Ma intauto che stendcvano i Veneziani per tal guisa la loro potenza sulle coste del Mediterraneo , deir Arcipelago e del Golfo Persico^ e scorreano le loro dominatrici flotte dal Golfo Adriatico sino al mare di Costantinopoli ^ era il loro proprio territo- rio ristretto dallo Stato diPadova^ appartencnte al- ia Casa di Carrara , c dalla Rlarca Treviglana clie ubbidiva al poderoso Maslino della Scala^ Signore di Verona 5 per lo che, unitisij in ultimo j i Venezia- ni , contro questo Signore , colle famiglie de^ Visconti e de Carrara , conquislarono molto paese nella Terra- ferma , e ottenncro ])er loro parte V iraportantissima provincia del Trevigiauo. Guari per allro non ando die furouo i loro progress! nel continente interrotli daLuigi, re d^ Unglieila^ il qualcj succcduto al proprio padre Carlo Roberto^ che mori nel i^f'^, e conciliatosi T a more dc'' suoi 3 10 STORM BELLA CASA D' AUSTRIA Cap. IX. sudditi, era andato reprlmendo tutte le intestine com- ^ ^'^ ^^ mozionij e di molto accresciuto il potere del paese su di cui imperava. E sebbene poseia P ardente bra- ma di vendicare la morte del proprlo fratello An- drea^ cbe si suppone essere stato assassinate per or- diue della sua moglie Giovanna regina di Napoli (i), lo indueesse a rinunciare pel momento alle sue pre- tensioni nelle parti settentrionali d' Italia ^ e con- chiudere una tregua colla veneta Repubbllea ^ ap- pena ritornato poco dopo trionfante da Napoli , di cui erasi impadronito, e chiesta la Dalmazia^ udi (i) Carlo, secondo re di Napoli, della Casa d' Anglo, ebbe Tarii figliuoli, fra i quali si conlano Carlo Martello, Roberto, FI- lippo, priiicipc di Taranlo , e Giovanni, duca di Durazzo. Carlo Martello, il quale mori nel isgS, prima di suo padre, lascio addietro vin figlio. Carlo Roberto o Caroberto ; ma Por- dlne della successione era cosi poco cautelato , clie fu Ro- berto r erede della Corona. Caroberto, il quale sail al trono (V Ungheria , ebbe due figliuoli, Luigi, soprannominato il Gran- de , che a lui succed^ , e Andrea che sposo Giovanna , nipote e erede di Roberto. Una mutua ripugnanza e continue que- rele, avendo acceso nelP animo di Giovanna e di suo marito un' invincibile avversione , fu Andrea strangolato , nel i345^ in Aversa dai satelliti, e quasi in presenza della Regina^ che porse poco dopo la mano di sposa a Luigi , principe di Ta- ranto, suo cugino e favorito. Per vendicare appunto questo assassinio cbe fu imputato a Giovanna, il re d' Ungheria in- vase e conquisto il regno di Napoli. Ma essendosi la Princi- pessa Giovanna sottoposla a una processura , di sola apparen- za, instruttasi alia Corte d'Avignone , fu dessa dichiarata in- nocente dal Sommo Ponlefice, per la interposizione del quale videsi anche conchiuso un accordo , in virtu del quale, Gio- vanna risali al trono. - Muratori. - Villani* - Giannone. - Per la successione de' Principi della linca Napolelana veggasi J a tavola de' re d^ Ungheria. ALBERTO III E LEOrOT.DO II 211 rispondersi negalivamcnte^ mandO) scnza perder tempo Cnp. IX. in qiiella provincia un esercito di centomila soldali/^*^^"'^"^*^^ nientre furiosamente assaliva egli stesso, con altro esercito non meno formidabile , il Trevigiano ^ es- sendo^ in ultimo riescito, colP assistenza del Pa- \'^5y triarca d' Aquilea , e ognor piu incit^to dal Signore di Padova^ a impadronirsi di tutta la provincia ec- cctlo solo Treviso, e ad occupare anche le principal! cilta della Dalmazia. Ridotti air ultima estrfemita^ ottennero i Vene- ziani per opera del Papa la conclasione della pace, nella quale cedettero la Dalmazia ^ ed escirono le truppe ungare dalla Marca Trevigiana (i). Non e- rano pero ancora liberati da questa guerra, che si trovarono avviluppati in ^uovi guai dalle brighe d'un inimico solerte , vigilante e ardito. Era questi Fran- cesco di Carrara , il quale , dopo avere cooperato all' ingrandimento della loro potenza sulla Terra* ferma d' Italia ^ temendo non essere dalla loro am- bizione ridotto alia stessa sorte del Signore di Ve- rona^ lento abbattere il loro gorerno col favorirc una cospirazionc di questo medesimo Signore. Venne tuttavia il tradimento in apcrto, e si trov6 il Car- rara esposto ad una guerra contro la Repubblie^. Gli furono bensi prestati aiuti dal re d' Unglieria c ottenne dapprincipio alcuni vantaggi 5 ma avendo una rotta ^ nclla quale rimasero prigionieri il Vai- voda di Transilvania e varii ragguardevoli uflciali ^ seminati non pochi mali umori fra gli ETngari^ ricliia- m6 Luigi le sue truppe ^ e videsi Francesco costretto (i) Muratori^ ylnnali^ an. ijoj^ i^jS- - BonfiniuSj p .35 i^ - Laugier y Storia di Vcnezia, ai2 STORIA DELL A GASA IV AUSTRIA Cap. IX. ad accettare le plu vergognose condizioni. II suo ^*^^9'-J^94 medesimo figliuolo condottosi a Venezia^ e postosi ginocchioiii in mezzo al gran Consigllo delP orgo- i5j3 gliosa Repubblicaj cliiese urnilmente perdono a nome del proprio padre (i). Furibondo quindi per tanto disonore , ebbe Fran- cesco un^altra volta ricorso al re d'tTngheria^ e si adoper6 con ogni sorta di briglie in tutte le viclne Corti per potersene vendicare. Andatogli pero vuoti tutti i suoi tentativi , si volse per ultimo al duca d' Austria , e lo eccit6 a invadere gli Stati vene- ziani , allettandolo coUa speranza di poter facil- mente acquis tare qualche Terra in Italia. Padrone del Tirolo, e Signore di Feltre e di Belluno, die si trovavano da poco tempo in suo potere, IWustriaco presti facilmente orecchio al fattogli invito 5 onde iiel seno della pace^ calato^ senza nessun precedente motivo e avvisQ, nel TrevigianOj intero lo trascorsCj 13^0 e tento anche sorprenderne la Capltale. Ma avendo r ostinata resistenza^ che gli fu opposta dagli abi- tanti della medesima^ dato tempo a' VenezianI di raccogliere le ioro forze e ricevere soccorsi dal duca di FeiTara Ioro alleato , si trovo il duca d' Austria costretto a ritirarsi, essendone anche rotto Fesercito sulle sponde della Piave. E profittando de' Ioro felici successi, gia si avanzavano i Veneziani contro Feltre e BellunOj quando Leopoldo li costrinse^ a sua volta^ a ritornax'sene addietro. Furono poi le interrotte ostilita ricominciate verso la seguente primavera. Alia fine ^ le due parti egualmente spossate da fre- (i) Muratorij Annali^ an, i3j2^ i'5^'5, - Laugier^ ^oh i, ALBERTO III E LEOPOLDO II 21 3 quenli avvisRglie , conchiusero per la mediazJone di Cap. IX" Luigi re d' Uiiglieria , una tregua di due anni (i). ^^^O'^^gi m 1077 Ma prima clie spirasse questo termine ^ veune fatto al Carrara di uiiire in Lega contro Venezia gli Stati d' Ancona e di Genova, il Patriarca d' Aquilea e il re d^Ungheria; poderosa Lega che ridusse la Re- pubblica sulP orlo del piu gran pericolo che aves- se mai corso. Tutto il suo navilio di fatto fu quasi interamente distrutto dalla flotta genovese: caduta P isola di Chiozza in poter de^ nemici , vidersi pre- sto bloccate anche le sue lagune; disertarono gli al- leati il suo territorio , e si trovo la stessa Venezia minacciata dal disastro della fame. Se non clie sep- pero la saviezza e il vigore de^ suol partiti , P abi- lita de'suoi Duci^ e il valore delle sue triippe , ri- trarla gloriosa da quella estrenia e disperata condi- zione J ch6 rigettate essa con forte animo le umilianti proposizioni delPinimico^ comincia a riprcndere nel- P Adriatico quella superiorita, che vi aveva si a lungo mantenuta. N6 qui ometteremo di dh-e come , scbbene intanto fosse Leopoldo vivamcnte da' Confedcrati cccitato a prender parte alia loro unione j rispcltasse cgli sempre la tregua che aveva conchiusa coi Vencziani ^ i quali alia fine, per meglio accertarsi della sua ncutralita, gli cederono la Marca Trevigiana. Anzi^cnlrato egli allora con diccimila uomini in qucsta provincia, ne libero la Capitale^ che era sul punto di aprirc le porle alle truppe del Carrara. Lo accolsero gli abi- (i) Bon/inius J p. 3j!\. - JlagcUy Laitqicr^ vol. /, p, ij8- - Mitratoriy loyj- - Ebandorf de Jla:iclbach» - Paz^ voL /, p. 8i5- ij»i 21 4 STORIA DELL A GASA D' AUSTRIA Cf»p. IX. tauli come loro sovranOj e fecelo Venezia conipli- 1009-1^94 mentare da^suoi ambasciadori. Poco di poi^ ritorn6 egli in. Germaniaj, e videsi ristabilita la pace fra le guerreggianti Potenze (1). Non pote per altro siffatta pace assicuvare a Leo- poldo r anzidetto acquistQ 5 imperocche il Carrara , sedolte le triippe die vi erauo a guardia , devasto il paese , e per diciotto mesi ne tenne bloccata e j333 tutta in angustie la Capitale. Per la qual cosa ^ qiian- tunque il duca Austriaco calassc giu dalPAlpi con ot- tomila uooiini e graride quantita di veltovaglie j slari- catosi alia fine di tanto guerreggiare , e spa veil tato da' mali umori che correvano fra' suoi sudditi del- PAlsazia e della Svevia, vende quel paese, non che i distretti di Feltre e di Belluno^ al Signore di Car- rara per la somma di sessantamila dueati (^). Di quan- to poi veniva con cio a discapitare , fu in certo modo ricompensato dalPacquisto die fece, in quel torno^ di Trieste J i cui abitanti, poco soddisfatti del governa- tore veneziano j gla si erano in addietro ribellati ^ e posti nelle mani de' Confedcrali. La signoria tlella loro citta^ era stata poscia dagli stessi Confederati ceduta al Patriarca di Aquilea* ma standii i Trie- stini delle loro intestine disco rdie^ e ben avveggen- dosij non essere il Prelato in grado di difenderli contro i loro anticbi padroni , offrirono a Leopoldo 1 582 ^^ sopporsi al suo dominio. Fu accettata V offerta^ e promise il Duca che avrebbe rispettati lutti i loro privilegi. Nomino un capitano o prcfetto della cttta ; (i) Hagenj ap. Pez^ voL /, p, ii55. - Muratorl^ Anna- IL - Laug'ier, ston'ti di Venezia. {•1) Muratori' • Laugier* - Ilugen* - Ebendorf. ALBERTO III E LEOPOLDO II 2i5 e cosi videsi la Casa d' Austria divenuta sigaora di Cap. IX. uri porto su la costa delF Adriatico (i). 1359-1094 Ma una disgrazia aucor maggiore della perdlta del Trevigiano, fu, in quesli tempi^ per Leopoldo V es- sersi trovato deluso nella speranza di porre la Co- rona di Polonia sul capo del proprio figliuolo Gu- glielmo. Luigi il Grande ^ re delF Ungheria e della Polonia J discendeva esso pure, siccome 1 duchi di Austria ^ dalP Imperatore Alberto ; e non aveva che due figliuole^ Maria e Edvige , alle quali destinava le sue due corone. Promise per tanto Maria a Sigi- smondoj figlio delP Imperatore Carlo IV ^ e princi- pe di Boemia j e si prefiggea di dare V altra a Gu- glielmo duca d' Austria, il quale fu, con siffatta aspettativa , allevato alia Corte di Luigi ^ e per la squisita leggiadria de^suoi modi si acquisto il sopran- nome di Incantatore. Era anche Edvige dimorata alcun tempo in Vienna, d'onde avevala il padre ri- chiamata nelP ultima sua malattia • gia eransi le cc- rimonie degli sponsali , o sia le promesse del fu- luro matrimonio, solennemente celebrate in Buda , e Guglielmo certissimo si teneva di stringere la mano della piu bella principessa del suo tempo, la quale non era , dal canto suo , meno abbagliata dalle splendidissime doti di un tanto compito prin- cipe J di quello fosse impaziente di presentargli la Corona della Polonia. Ma non ostante tutte queste liete circostanze 5 voile un avverso dcstino crudel- mente delusa ogni speranza de' due amanti : cd ccco come andaron le cose. Poco dopo la celebrazione degli sponsali , esci fuori lagellonc duca della LItua- (i) P^edi r atto di nccettazione in Cronbcr^, Comites ac res Goritiae , p. 358. 2i6 STORIA BELLA CAS A D' AUSTRIA Cap, IX. nia a domandare la mano d' Edvige ^ offrendo ad 13^39-1^94^^^ stesso tempo d'uiiire il proprio Stato alia Co- rona polacca^ e di farsi cristiano. Ferma nelP affe- zione al suo Guglielmo , ne potendo la giovane Ed- vige reggere alia sola idea di dover porgere la mano ad un principe di barbaro e deform e aspetto ^ sde- gnosamente rifiuto la domanda^ e fece pubblica pro- testa die non avrebbe mai acconsentito a sposare al- tri se non se il duca d' Austria. Ma ^ allettati i Si- gnori polaccbi dalla proposizione di unire la Lituania al loro regno , e desiderando il Clero clie^ a gloria della Cristianita, non si trascurasse Facqulsto di un. paese tanto vasto^ sostennero con forza le inchieste di lagellone e^ ottenuto il consentimento della Regina, diederOj a malgrado delle querele di Edvige^ una favo- revole risposta agli ambasciadori del duca di Lituania. L' infelice Guglielmo ^ udite appena le trlste no- tizie delP avvenuto , si condusse in fretta a Gracovia, con magnifico scguito e molti danari ^ per procac- ciarsi fautori 5 ma gli fu dalla fazionc parteggian- te per Ligellone tolta persino la vista delP amata piincipessa* vani tornarono tutti i tenlativi de'' due amanti per venire a capo del bramato matrimonio, e Guglielmo temendo alia fine^ non eccitarsi con- tro il furore de'Signori polaccbi, usc\ da quel re- gno. E poco dopo la partenza di lui , interamente sva- nirono le sue speranze per Tarrlvo di lagellone, che^ ricevuto , coll acque battesimali , il nome di Ladi- i3?6 slao, ottenne la mano della bclla Edvige e il trono di Polonia (i). (1) DuglossiuSj vol. lly p. loi. Gerard de Roo. p. 127, - EbendorJ'^ Chronicon, Austr. Pez , voL 11^ p. 819. ALBERTO III E LEOPOLDO II 1217 L' csito infelice dclla guerra d' Italia^ la perdita Gap. IX. che aveva il figliuol suo fatta della Corona di Polo- ^^^9^^^9^ nia J e la penuria delle sue esauste finanze tanto afflissero V animo di Leopoldo ^ die cadde ia una malatlia di languore ^ per cui perde ogni foi*za di cor- po e di spirito : cosicche non potendo egli piu oc- cuparsi del reggimento degli affari^ i suoi ufiziali e vassalli^ sciolti da ogni timore per parte sua^ si renderono colpevoli delle piu grandi enormita. Co- minciarono quindi a manifestarsi non equivoci in- dizii di pubbliche perlurbazioni nella Svevia^ ove egli era Vicario delP Imperatore; e piu di quaranta citta rinovarono fra loro V antica confederazione fatta per sottrarsi alF oppressione de' Principi e Signori du- rante r interregno. Si aggiunsero poscia ad esse an- clie Strasburgo, Magonza e le principali citta del Reno. A xnaggiormentc poi rassodare la loro unionc^ e ad avere alleati nel centro medesimo degli Stati austriacij sollecitarono ad unirsi con loro la stessa Confederazione elvetica^ che pe' suoi interessi, per le superstiziose sue e vane credenze^ non mono die per la sua situazione, era considerata come la natu- rale inimica dclla Casa d' Austria. A qucsto si ag- giungeva anclie V cssersi da varie rccenli cagioni rad- doppiato r odio fra V una e Y altra Potcnza. Aveva in fatti Leopoldo manifcstato desidcrio di volcr ri- cuperare in Isvizzera T autorita de' suoi antcnatij e aveva anclie reccntemcnte frapposti ostacoli al com- mercio de' Cantoni Silvcstri , e a qucllo di Zurigo, col porre nuovi pedaggi a Rapcrswil e a Rotcmbergj prendendo inoltrc parte a una querela fra Bcriia e un ramo collatcrale della Casa di Apsburgo ^ querela 2i8 STOMA BELLA CASA D' AUSTRIA Cap. IX. insorta pel seguente motivo. Erasi da Rodolfo (i) conte i0J9-i;:)94 jj Bergdorf e di Thun, data in pegno quest' ultima citta a' Bernesij ma si lascio egli poscia tentare a ri- ^ cuperarla dalle loro mani ^ e a voler far lo stesso anche per quella di Aarberg ^ stata essa pure ven- duta da' suoi antenati. E infine tramo una cospi- razione alP intendimento di impadronirsi di Solura, citta alleata di Berna. Furono per altro i suoi disegni scoperti ^ e i Bernesi ^ di concerto cogli altri Confcderati ^ assediarono Bergdorf , i cui abitanti acconsentirono a patteggiare che si sarebbero resi, qualora non si fossero veduti soccorsi entro certo 1 585 determinato tempo. Ma giunto loro un rinforzo di Austriaci ^ ricusarono eseguire la capitolazione , e F assedio fu levato. Quantunque poi^ per la morte di Rodolfo J si fosse la contestazione terminata , e avessero i suoi fratelli ceduto Bergdorf e Tliun a Berna , troppo era agli alleati spiaciuto clie avesse Leopoldo presa parte in essa: in conseguenza di che entrarono anche Zurigo e Solura nella Lega delle citta della Svevia ^ e vivamente instarono presso gli altri Cantoni perche imitassero il loro esempio. Spaventato da si formidabile confederazione ^ si scosse Leopoldo dalla funesta apatia in cui giacea^ SI condusse a Zurigo^ e calmo gli esasperati animi degli abitanti di Schwitz^ abolendo i balzelli stati posti a Raperswil. Tirati quindi alia sua parte i tre (i) Rodolfo era il Capo di quel ramo della Casa di Ap- sburgo-Lauffenburgo, che possedeva Bergdorf, Thuii e il Lan- gravlato della Borgogiia. Questo ramo rimase eslinto colla morte di Ugone fralello di Rodolfo, avvenula nel i4i5, giacch^ Ugonc non lascio prole. ALBERTO III E LEOPOLDO II 219 altri Cantoni Silvestri ^ indusse i Zurighesi a staccarsi Cap. IX. dalla Legaj e reprimendo in fine le enormlta de'suoi ^"^^^9^-^94 ufiziali^ fece cessare le cotnmozioni della Svevia^ rom- pendo anche con promesse e minacce la Lega delle cilta del Reno. Duranti le quail cose^ aveva Leopoldo allettati gli Svizzeri colF offerta di una pace perpe- tua e con altre proposizioni per essi lore di sommo vantaggio ; ma come non ebbe piii nulla a temere dal canto delle citta imperiali , si mostro tosto meno bcni- gno, e tornarono i suoi ufiziali alle antiche ingiuslizie j sicche rinovaronsi le animosita piu fiere di prisma ^ e una lieve dissensione diede tosto luogo ad apertc ostili- la. A tali cagioni poi aggiungeva^ cbe avcndo egli dalo in cauzione a Pietro di Thoiberg le citta e i Ca- stelli di Wolhausen e di Entiblucli, e ad Ermanno di Gravenberg la citta di Rotemberg^ ed cssendosi questi due Signori colle loro oppressioni fatto av- verso ciascuno, gli abitanti degli anzidetti luoglii ^ che vollero cercare un rimedio aMoro guai^ non cb- bero gia ricorso al Duca austriaco, qual loro su- premo sovrano , ma voltisi tosto a Lucerna, vidersi da questo ammcssi alia sua cittadinanza. E poiclie i Lucernesi dolevansi essi pure dc'diritti di j)cdaggiOj clie si csigevano a Rotcmbcrg, ap])rofittarono di una tale occasione per inviare le loro milizie a impadro- iiirsi di quest^ ultimo caslello c attcrrarlo; c lungi poi dal voler dare soddisfazione dclla conimessa vio- Icnza , dicbiararono loro conciltadini gli abitanti di Untlibuch e cosi pure quelli dcllc cilia auslriache di Scmpacb ^ e di Riclicnsec. Oltremodo queste successive diffalle dc' suoi pro- prii sudditi F animo irritarono di Leopoldo, il quale si ando anche ognor piu esasperando a molivo dei 220 STORIA DELIA CASA D' AUSTRIA Cap. IX. clamori de' principi e sigiiorl vicini, i quali, teraendo ^ ^^"^^^^essi pure non imitassero i loro vassalli Pesempio di quelli deir Austria ^ offrirono il loro aiuto al Duca. Amendue le parti si disposero per tanto alle osti- lita. Quantunque non volesse Berna prender parte alia querela, e sebbene avessero le citta della Sve- via ricusati i propri soccorsi , Zurigo, Zug e i tre Can- ; toni Silvestri si posero in armi per la difesa di Lu- cerna, e tosto scoppi6 la piii feroce guerra. Preve- nendo i loro neraici ^ i Confederati, usciti ardltamen- te alia campagna^ corsero a demolire i castelli di Wol- hausen J di Megeniberg e di Caffemberg^ e misero presidii in Sempacli e in Rechensee. Fu pero que- st'ultima cilta ripresa dai soldati di Leopoldo, clie sa- ziarono il loro furore ^ distruggendola da capo a fon- doj dopo averne trucidati tutti gli abitanti in un ge- nerale macellOj senza dislinzione di eta o di sesso. Ma non era queslo che un leggiero preludio di ben pill crudeli avveiiimenti. Una ventina di mes- saggeri intimavano ogni giorno a' Confederati la di- cbiarazione di guerra di altrettanti signori. Leopoldo intantOj unito prontamente un considerabile esercito a Baden , sped! a Brouck Giovanni di Bonstetten ^ come se voJgesse in animo di volere assalire Zurigo: mentre il suo vero di segno quello era di avanzarsi per la via di Sempach e di Rotenberg , e renders! padrone di Lucerna. Lasciandosi ingannare dalle linte mosse degli avversarii ^ fecero i Cantoni Silvestri partire alia volta di Zurigo quattordici centinaia de' loro ; nia avvedutisi poscia delP inganno ^ inandaron di- cendo a' Zurigbesi , pensasscro a provvcdere da se stessi alia propria difesa* e la maggior parte degli ausiliari ^ passato il Cumc Rcuss y s' avvicinaroao ALBERTO III E LEOPOLDO II ao^i verso Sempack. Cammin facendo si unirono loro le Cap. IX. compagnie di Glaris e d' Entlibuch^ e alcuni abitanti ^^^9'^^9i de' villaggi pei quali passarono. Tuttaviaj giimti a Sempacli^ appena sotnmavano a ti^edlcl centinaia dl combattenti che presero campo iiella foresta^ co- stcggiante il lago , che estendesi sulle viclne alture. La sera dianzi, aveva Leopoldo occupato Sursea, e il giorno seguente si avanzo con quattrocento fan- ti e quattromila cavalli ^ sperando arrivare improv- viso sopra Sempacli 5 ma^ sorpreso nello scorgervi dig- gia i Coafederati , tenne consiglio di giierra per deliberare se si dovessero attendere le altre truppe j o assalire V inimico sul fatto con quelle clie aveva seco. »? Dio abbandona al nostro furore que' pae- sani »> J cosi concordemente selamarono tutti i JNo- bili ^ >^ e sarebbe troppo vituperio per noi , armati come siamo ^ 1' attendere rinforzi per combattere una vile ciurmaglia malamente armata e mezzo nuda! >? II barone di Hasemberg ^ vecchio guerricro^ che a- veva spesso esperimentato qual fosse il valore degli Svizzeri , fu di parere , che quella ciurmaglia non si avesse a disprezzare 5 disse , la fortuna delP armi essere troppo bizzarra , e propose si aspettasse il Bonstetten. Ma F uno d' essi (i)^ rivoltosi al Duca, cosi gli disse: » Questa sera, noi vi daremo nelle mani quel pugno di pucsani '?. Le universali grida fecero applauso a tale promessa^ e fu disposta ogni cosa per la battaglia. Erano i cavalli slanchi , ne potevano tornar utili (i) Qucsto cavallere, motlogglando sii la parola, disse al barone di Ilasciubcrg, essere ei^ll nn conigllo cli CLiore come lo era di noiue. 222 STORIA BELLA CASA D'AUSTRLV Cap. XL nella fitta boscaglla in cui si trovavano attelati gli ^^^y"^^94 Svizzeri. I cavalierl adunque smontarono tutti^ e si ordinarono in ben serrate file ^ lasciandosi addietro Finfanteria. Siccome poi al loro moversi , gli Sviz- zerij seguendo il proprio costume , si erano posii ginocchioni J invocando la protezione dell' Altissimo , alcuni Auslriaci che avevano posto mente a quel- le atto gridarono : Essi cliiedono perdono ! Ma ^ ad un tratto ^ i Gonfederati ^ esciti a furia del bosco 5 precipitano nella pianura assordando V aria di slrida, Erano poclii fra loro difesi da corazzaj brandivarjo alcuni le lancie con cui avevano i loro antenati vinto a Morgartenj portavano altri spade ed aste da usare a due manij e qualche pezzo di legno attaccato al braccio sinistro serviva loro di scudo. Scorgevi in vece gli Austriaci^ dalla testa a'piedij coperti di splendent! armature j e presentavano una solidissima fronte coperta da' loro scudi^ dalla quale uscivano fuori le punte delle loro famose lancie. Poscia die cbbero adunque forma to il loro battaglione ad angolo acutOj gli Svizzeri diedero dentro nel nemico con ter- ribile urto ^ ma non poterono in alcun modo smo- vere quella formidabile falange: anzi la bandiera di liUcerna fu sul punto d'essere perduta^ e il Landa- mano e sessanta de' plii risoluti guerrleri di questo Cantone rimasero morti prima die nessun uomo dc- gli Austriaci fosse ne pur ferito. In questo fatal mo- mento J Arnaldo di Winkelried^ trattosi fuori dalle file J esclama: »? lo rompero questa linear abbiatevi cura 5 miei cari concittadini e confederati ^ di mia moglie e dc' miei figliuoli ! '? E si dicendo^ lancialosi contro i nemici afferra con ambe le braccia quante lancie puu ^ se le configge nel petto; e menlre^ ca- ALBERTO III E LEOPOLDO II -nZ dendo a terra, seco le traeva^ i suoi compagni pas- Cap. IK. saiido su la spirante salma , entrano pel vuotOj ^^^9-^594 da quelle lasciato , e con terribile impeto si spin- gono innanzi frammezzo le file nemiche. Altri , con non minore intrepidita si cacciano negli intervalli ^ cui dlede luogo la prima affrontata^ e la formida- bile falange e iiTemissibilmente tutta quanta sba- ragliata. Cedendo sotto il peso delle proprie arma- ture, n^ ad altro servendo la lunghezza delle stesse loro astc che ad accrescere la loro confusionCj non possono gll Austriaci resistere all' impetuosa calca degli Svizzeri , ne rannodarsi di nuovo 5 e i dome- sticij clie solevano seguitarli e servirll nelle guerre , secondo F usanza di que' tempi , veduta la generale confasionCj si salvano sugli stessi cavalli de'combat- tenti 5 a' quali non lasciano cosi alcuna speranza di salute nella fuga. Pot6 bensi il valor personale pro- lungare alcun poco il combattimentoj ma alia fine tutto cedi alPinfiiriante rabbia de^ confederati. Mul- tissimi cavalieri cadono vittima del ferro inlmico 5 rimangono altri soffocati sotto il peso de' loro trafitti compagnij e non podii soggiacciono oppressi dair eccessivo calore. Degli Austriaci pcrirono meglio di tdueniila , un terzo de' quali Gonti 5 Baroni e Ca- valieri, In questa memoranda giornala, si comporto Leo- poldo con una grandezza d'animo, lotalmente de- gna della sua illustre nascita, e di ben altra fortuna. Quelli che stavano vicino a lui , pregatolo a volere risparmiare la sua persona ^ giacche il vedevano met- tersi ove piu calda era la mischia^ udirono rispon- dersi le seguenii parole: » lo dividero la vostra sorte; voglio vincere, o morire in mezzo de'miei, e per la aa4 STORIA DELLA CASA D^AUSTRIA Cap. IX. mia patria ». E da liapocOj nel piu periglioso mo- 1359-1594 jj^Qj^iQ della battaglia, eccitato di nuovo a pensare alia propria slcuiezzaj grido: »? Amo raeglio morire con onore che sopravvivere con vergogna! » Intanto j caduto Enrico di Eschlof che portava Pinsegna au- striaca ^ fu questa alzata da Ulrico di Aalberg , ma presto 5 costui pure mortalmente fcrito^ cadde gridan- do: » SoccorsOj Austriacij soccorso! »> Leopoldo accorrcj impugna Pinsanguinato stendardo^ e Tagita in alto. I suol cavalierl si raccolgono intorno a lui 5 ricomincia Tazione con nuovo furore^ e la maggior parte de'suoi compagni d' armi e trucidata a' suoi piedi. Vegge ndo allora ogni cosa perduta si lancia il duca d' Austria nel piu folto della mischia, e riceve il colpo mortale da incognita mano. 11 suo^ corpo trafitto da mille fe- rite^ fu poi trovato sotto un muccliio di cadavcri (i). I confederati, oppressi dal caldo^ e stanclii d'am- mazzare , non inseguirono i fuggiasclii ma si fermarouo sul campo di battaglia a render grazie al Somrao Dator d' ogni cosa. II giorno seguentc conchiusero una sospensione d'armi per dare sepoltura agli estinti. Piangevano essi la perdita di dugento de' loro e^ fra questij i loro' piu illustri Capi. La salma di Leopoldo e quelle de' veiitisette fra suoi piu distinti ufizfali furono portatc alPabbazia di Konigsfelden. I corpi de** Signori delPArgovia ebbero sepoltura nella tomba de'loro antenati. I dugento confederati ricevettero i546 gii onori funebri a Lucerna , e , come si era fatlo dopo la gioruata di Morgarten ^ fu anche attual- mente ordinato clie verrebbe oani anno cclebrata (i) QucsJa iiarrazionc fu tolta dall' anlica cronaca dell' IIw gen ^ ap. Fez, \^ol. /, p. i55. ALBERTO III E LEOPOLDO II 2^5 una festa (i) in commemorazione della preseute Gap. I\. vittoria. i559-i5()i Cosi peri LeopolJOj vittiina della presunzione del suol e della sua propria audaeia ^ in eta di trea- tasei aiinij dopo uii regno di quattro luslri conti- nuamente perturbato da fierissime procelle. Questo principe si mostro piuUosto dolalo de' reqiiisiti di un cavaliere erranle anzicli i45j Mullcry ei Platila^ vuL /, ff. 'i\py i5 H26 STORIA BELLA CAS A D^USTRIA Cap. IX. poscia a vendicare la morte del padre e F onore della *559-^'^94 g,,a Casa. Gli Svizzeri dal canto loro fatti sempre piu arditi dalle riportate vitloriej e agglunte alio loro forze quelle di Berna^ entrata essa pure nella Confedera- zione, spinsero con maggior vigore le oslilita comin- ciando dal sorprendere ed oceupare I'lmportanle po- slo di Wesen sul lago di Walestadt, che impedisce la comunicazione con Zurigo^ e domina i luoglii clie aprono la strada al Cantone di Glaris. In questo juentre, gli abitanti di Gaster e di Sargans, sudditi austriaci, si posero sotto la protezione di quel Can- lone; e intanto i Bernesi rispinsero gli assalti degli abitanti di Kiburgo, rimasli fedeli ai loro Signorij prendendo anche ne' dintorni della loro citta molti castelli di vassalli austriaci. Per lo che abbattuti da queste nuove disgrazie^ mancanti di ulteriori modi per continuare la guerra^ e indeboliti dalle perdite fatte alia giornata di Sempach , i figliuoli di Leopoldo do^ verono alia fine conchiudere una tregua di diciotto ynesi. Si una parte che V altra approfitt6 di tale intervallo di riposo per porsi in istato di ricominciare le osti- lila, Gli abitanti di Claris riconoscevano bensi la supfema autorita dell' Abbale di Seckingen, e i di- yitti de' principi della Casa d'Austria che ne erano gli avvocati; ma abbracciarouo molti partiti che non poco diminuirono il potere di tali signori, Appena dunque spirata la tregua , corsero i principi Austriaci alle ai'nii, e conlro Claris diressero i loro maggiori tentativi, AlP incominciare delPanno i388 le loro iruppe sorprcsero Wesen , e ne trucidarono il prc-r iidiOj e ne' primi d'aprile, uu esercito di ottomih ALBERTO III E LEOPOLDO II 227 uomiiiij capitanato dal conte di TockeuburgOj sfor- Ca| . IX. zale le linee che difendevano la frontlera , mise ogni ^^^D'\^94 angolo a ferro e fiioco lino a Naefels. Se nori che in questo mezzo ^ trecencinquanta uomlni di Glarlsj uniti a cinquanta di Schwitz ^ passata di nottetempo la moutagnaj andarono a postarsi sulPaltura di Ruti^ cd ivi aspettarono di pie fermo il nemico. Sprezzando quel pugno d' uoraini ^ una parte delle truppe au- slriachej si disperde sacchegglando i contorni e diede ii fiioco a Naefels^ mentre andava Faltra per assaltarli. Ma rinnovando gli Svizzeri quanto avevano fatto i loro maggiori a Morgarteu , appena ebbero niessa in disordine la cavalleria nemica, a forza di macigni > gittati gill dalle alt are, calarano a furia, e piomba- rono col solito loro impeto addosso aU'csercilo au- striaco. In questo terribile moniento si udironx) le nioutagne ximbombare di yittoriosi canti, € una tnip- pa di altri guerrieri venuti dalFAlto Vallese accor- sero da un'altra parte contro i nemici^ clie^ presi da panico terrore , si diedero a fuggir da ogni parte, GF inseguirono i Confederati con ardore e ne uccisero gran numeroj la maggior parte per allro di cssi mori affogata nel lago di Wallesladt, esscndosi sotto a' loro piedi rotto il ponte di Wesen. 11 giorno seguente la citla di Wallestadt fu presa e saccheggiata dagli Svizzeri. Le truppe di Zurigo^ che si crano rlunite troppo tardi per arrivare in tempo di socoorrere Ghnis ^ postcsi co'vincitori assediarono Rapcrswil^ e da uu allro canto i Bernesi presero Nidcn, Buren c Un- derwent e ampllarono le loro conquiste fino a Brouck e alia vallala di Frick sul Reno. I coiili di Tockcn- burgOj intauto. discescro cogU Svizzeri ad una pace a28 STORIA DELLA CASA D^ AUSTRIA Cap. IX particolaie J e in ultimo anche i Principi austriaci, 1359-1094 lenriendo la difalta della Turgoviaj e la perdita del- r Argovia , cui minacciavano le milizie di Berna e di Zurigo , avendo inoltre a gucrreggiare in alira parte , ed essendo la loro Casa agitata da domesticlie querele , conchiusero una tregua di sette anni , nella quale fu stipulato , che couservercbbono gli Sviz- 70Q zeri le loro alleanze e tutte le loro conquiste j ad eccezione di Wesen. I Principi austriaci pol ac- consentirono a non iinporre nuovi ped^ggi , e i con- federati a non accordare piu diritti di cittadinanza^ ad alcun suddito della Casa d' Austria , a meno clie non avesse stabile domlcilio nel loro territorio. Questa tregua fu^ nel i3g4; prolungata per venti anni ad istanza di Leopoldo 5 erede dclle terre di suo padre nella Svizzera. In siffatta occasione ri- nunci6 egli pero a ogui diritto si\ i pa^si che i con- federati avevano conquistati in addietro ^ promise di non fortificare Wesen ^ diminui le contribuzionl di Zug e di Claris j e ratifici V alleanza di quest! Cantoni cogli Svizz^i'i j e quella pure di Entlibuch c di Sempach con Lucer^a (i). (i) Tschitdi - Midler. - Sluntpf. - Tscharner, - Planta, - Truempej Ghirner^ Chrou. p. 198. ALBERTO, GUGLIELMO E LEOPOLDO G A P I T O L O X. 1 395-141 » Governo di Alberto III e d' Albertjo IF — G«- glwlmo , Leopoldo III ^ Ernesto e Federico IV figUuoli di Leopoldo II — Aniministrazione e morte di Guglielnio — - Funcste conseguenze delta di^isione degli Stati aiis triad — • Querele per la tutela d^ Alberto V — Morte di Leopoldo III. Jl ER tutto il tempo che Leopoldo II si trovi occupato nellc guerre d' Italia c della Svizzera, ave- va Alberto III ogni sua cura rivolta a mantene- re r itite|:na tranquillita delP Austria , a liberarla da' fuorusciti 5 e a reprimere le enormita de'Siguori, che frequentemente abusavano della sua dolcezza , e insultavano alia sua autorita. E siccome qucsto Principe non poco teneva in onore le scienze e le arti, mentre da una parte conduccva a fine le gran- diose fabbriche incominciate dal suo fratello Rodolfoj concedeva dall' altra nuovi privilcgi alV Universita di Vienna, di nuove cattedre accreseendola in ispc- ciq di teologia c di matematica. Egli scppe auche 23o STORIA DELLA CASA D'AUSTRIA Cnp. X. mantenersi la amichevole corrispondenza colle vi- i<^9^-i4ii cine potenze, e sposando Elisabelta figliuola cleirim- peratore Carlo IV, assodo V anlica amicizia fra le due Case di Lucemburgo e d' Austria. Meno guerriero de' suoi antece^sori , poco si segnalo nel mesliere deir armi ^ rtia non si mostro tuttavia tanto sch:- vo dair impugnarle , die tralasciasse di farlo, ove se gll parassero innanzi favorevoli le occasioni. La Storia in fatto ci ricorda uii tentative cli^ ei fece all' intendimento di impadronirsi di Trieste , i cui abitantij ribellatisi da Venezia ^ eransi offerti a iui : JI qual tentative per altro non sorti 1' inteso effetto. Similmente pare che spedisse truppe nella Prussia per soccorrere F Ordine teutonico, di cui aveva ri- cevuta la croce. Nel 1 395, Alberto entr6 in guerra contro la Boe- mia. Erasi il re Venccslao con un tirannico proce- dere irritati contro i suoi popoli , a modo che una possente fazione di Signori boenii^ impugnate I'armi^ impadronitasi di Iui e rinchiusol'o nel castello di Praga^ diede il reggimento dello State a Jodico y margravio della Moravia (i). Sorse poi contro d'essi Giovanni di Lucemburgo , fratello di Venccslao , chcj riunito poderoso esercito , ando a liberarlo dal castello di Wilsberg appartenente al conte di Sta- remberg in Austria ^ ove fino dal prinao momento del pcricolo era stato trasferito dai Signori insorti 5 ma rientrato appena Venccslao nel suo reame^ piu fiera che mai rianimossi la guerra civile. Alberto prese allora a sostenere i Signori j e entro col suo eser- (j) Jodico el>be a padre Giovanni Enrico, secondogenllo di Giovanni , re di Boeniia. ALBERTO, GUGLIELMO E LEOPOLDO 23i cito in Boemia. Furono per(^ tosto arrestati i suoi Cap. X* progressi da una mortal malattia che improvvisa-^ 1393-1411 Inente rassalx, e lo trasse al sepolcro il 29 agosto i3g5 in eta dl quarantasei anni (i) ^ amaramentc pianto da' suoi sudditi , die per la dolcezza del suo goveriio, cessato non aveano un solo istante dalP a- dorarlo quanto mai si pu6 adorare un Sovrano : nt dee la Storia omettere di ricordare un fatto ^ che pill di tutto il resto onora la memoria di questo benemerito Principe ^ ed eccita ad uno stesso teiiipo F ammirazione e la tenerezza. Imperocclie ^ men^ tre i cittadini di Vienna accompagnavano il suo fe- retro j continuamente si udirono esclamare: »> Noi abblamo perduto il nostro amico , il nostro pa-» dre ! (^) 'j. Sebbene non parlasse inai cbe dopo iiiaturapondera- lezza^ e fosse di indole piuttosto taciturnaj affabilissimo mostravasi Alberto IIIjC anche festevole, quando si tro- vava nel seno de' suoi amici e de'suoi parenti. Si la- sciava ben di rado trasportare dalla collera; ma adira«» to che fosse j facile cosa non riusciva il placarlo. Una cronaca di quel tempo cosi dice di lui : » Fu un principe amante della pace, dolce e pio. Sua abi-* tuale residenza era il castello di Laxendorf a due miglia da Vienna , ove passava i suoi giorni nella semplicita di un Certosino ^ rimovendo quanto plit poteva da se Tamministrazione degli affari. Lavorava il suo giardino colle sue proprle niani, e colla scorta (i) Eheridorf de tiaselbach Chronic on, Aust. ap. Pez j voL n, p, 8i3. (?) Hageii ap» PezyVoL 1^ p^ 1 156. 232 STORIA DELL A CAS A D' AUSTRIA Cap. X. clt'l libro di Pallaclio, occupavasl ora del piantare e i5y5-i4ii ^^,^ jgi collivare (i) ^y. Alberto III studio in particolar modo la leologia e le matematiche, e tanto dilettavasi nclP astrologia giudiziaria 5 clie fu comunemente sopraniiominalo FAstrologo. Sembra pero che si occupasse non poco anche di galanteria ^ poiche veggiamo dalle cronache di quel tempo clic fu eziandio cliiamato Alberto della IVeccia j a motivo di una treccia di capegli , o di sua moglie , o d' altra donna , che povtava con- tinuamente unita alia sua proj^ria capellalura* e una certa societa istitu^ cliiamata pure della Trec- cia 5 la cui origine molto rassembra a quella della Legaccia o della Giarrettiera d^ Ingbilterra (2). Da Elisabetta sua prima moglie non ebbe figliuoli , ma si uno da Beatrice ^ figliuola di Federico , Bur- gravio di Norimberga, che egli sposo in seconde nozze: il qual figliuolo chiamavasi anch'egli Alberto, e contava sedici anni quando il padre mori. Alberto III, che amava il riposo, e desiderava mantenersi in buona armonia col ramo cadetto della sua famiglia , aveva insensibilmente , per evitare motivi di questione, ceduli a liCopoldo tutti i suoi Stati eccettuata V Austria. Alia morte poi di Lco- poldo, ne aveva egli bensi , come Capo della sua Casa, ripreso il reggimento 5 ma appena furono i principi suoi nipoii giunti alia virilita, gli tolsero tosto il (1) Fragmentiwi Ilistoricum de qiiatuor Alberlls op, Fez , vol. /, p. 585. (1) Pinacoth. Auslr. vol. II. p. 6?). - Per la vila d' Al- beiio in, veggasi Ebendorf^ TIagt^:i , Gerard de Uoo e Fugger. ALBERTO, GUGLIELMO E LEOPOLDO 233 goveriio delle province , state possedute dal padre Cap. X. loro. Guglielmo amininistro la Sliiia, la Caimzia e ^^9^-^4^> la Carniola j e Leopoldo si trasse in mano il go- verno del Tirolo e de'possedimenti austriaci in Isve- via J neir Alsazia e nelP Elvezia. Ernesto e Federico esseiido ancora in eta minore , furono per allora la- sciati da parte. Accadde pero clie, alia morte di Alberto , il nipote Guglielmo J domandasse, come il maggiore d'eta nella famlglia , anche il governo delF Austria. Alia quale domanda essendosi il figliuolo del defunto opposto, nacquero fra i discordi princlpi alte querele. Fu po- scia ogni clamore assopito da un accordo ^ pel quale i due cugini convennero di reggere insieme il con- trastato paese , a condizione die il posto di colui die cesserebLe primo di vivere , sarebbe oecupato dal pill attempato della famiglia. Dopo questo accomodainento , Alberto andc) in pel- legrinaggio alia Terra Santa , affidando a Guglielmo le cure del governo* servi questo suo viaggio di ar- gomento a non poclii romanzi , e intorno alia sua persona furono dette cose tanto bizzarre in prosa e in versi , chc a lui ne vcnne il soprannome di Mc- raviglla del Mondo (i). Tomato a Vienna si congiuiisc in matrimonio con Giovanna, figliuola d' Alberto duca d'Olanda e di Zdandaj ed e frattanto da os- servarsi J die, mcntre del pdlegrinaggio suo narravansi stranissime venture , non sia poi stato il suo regno iiotabile per alcuno straordinario avvcnimento. Con assai di prudenza si condusse egli nelle disscnsioni sopraggiuntc Ira i varii rami dclla Casa di Lucem- (i) Gerard de Roo , p. ii-. a34 STORIA DELLA CASA D'AUSTRIA Cap. X burgo. Quaiido poi Sigismondo re d'Ungheriaj til 1^9^-1411 ^>^J Q^\[ QY^ nipote e dal quale aveva ricevute noil poclie dimostrazioai Ji confideiizaj ebbe fatto aiTC^ stare il proprio fratello Venceslao, re di Boemla^ lo consegnA nelle mani d'AlbertOj il quale noa solo il tratto con molta predilezione^ ma gll agevolo ezian- dio la fuga^ e il rJcuperamento del Regno 3 sicclie ottenne poscia da lui la conferma della eventuali? e reciproca successione (i): le quali cose conviendire clie facesse con somma prudenza, giacch^ per esse non perde punlo la confidenza di Sigismondo; ed anzi dagli aiuti die a questi pure presto nelle guerre deir Unglieria, trasse Alberto lo stesso frutto gia conseguito da VenceslaOj ottenendo cioe anche da lui la promessa di reversione del suo regno nel caso clie morisse senza prole maschlle (2). Uni altresi il Prin- cipe austriaco le proprie forze a quelle di SigliJinondo per sottomettere Sackosdiia^ signore moravo^ clie, im- padronitosi di Znaim e della Fortezza austriaca di Laa, faceva da tali luoghi moleste scorrerie nell' Un- gherianon meno che in. Austria. Per tanto, Sigismondo e Alberto condotte contro Znaim le loro forze ^ gia 51 stretta 1' avevano, che affatto prossimo ne eraFar- rendimentOj quando trovo il Sackoscliia la mani era di farli con nefando tradimento avvelenare amendue in un convito. Sigismondo ricupero la salute ^ sebbene non senza grande pena^ ma non cosi Alberto , il quale ritiratosi a Closter-Neuburgo vi mori in eta di ventisette anni* Come il padre suo, era Alberto IV amante della / (1) Pehel^ p, 289. (j) Gerard cle Roo. ALBERTO, GUOLTELMO E LEOPOLDO ^^35 Istiulio e della solitucUne ^ e tanto religioso , clie iin Cap* X* CertosInOj il quale sembra essere slato tcstimonio ^^9^-Mii degli esercizii di pieta de' quali il Principe austriaco ahitualmente occupavasij prende a dipingerlo co^se^ guenti colon : '> Figliuolo pio ^ di un pio genitore, egli segui gli esempli di devozione e di pieta rice- vuti dal padre. Ritornato di Terra Santa ^ ove aveva visitato il Sepolcro del Nostro Signore Gesii Cristo^ passu la maggior parte del suo tempo coi CerlosinI di Marbach nella vallata d'Ognissanti , e ^ non meno che que'Religiosi , assisteva egli pure a' mattutini , leggeva le lezioni sante , faceva i saluti e le genu- flessioni da' medesimi praticate^ ne osservava i digiuni^ si confessava e orava. Con essi pure assisteva noii solo ad ogni sacra funzione, ma fin anco al capi- toloj e^ in una parola^ qualificavasi egli medesimo per frate Alberto e per ogni rispetto si considerava come un Religioso » (i). Alberto si lascii addietro un solo maschio in eta di sette anni , conosciuto nelP Istoria sotto il nome d' Alberto V j e una femmina per nome Margarita^ che divenne poi moglie di Enrico duca di Baviera del ramo di Landshut, e mori nel i447- Guglielmo prese la tutela del giovane Principe , e resse i destini delP Austria con non minore co- raggio che prudenza fino all' anno i/^oG^ nel quale calo nella tomba, senza aver avuto prole dal suo matrimonio con Giovanna figliuola di Carlo di Du- razzOj re di Napoli e d' Ungheria. La morte di Alberto IV e di Guglielmo , lascia- (i) Fragmentum Historiciim da quatuor Albcrlis , ap. Piiz^ voL IIj p, 285. 236 STOPJA BELLA CASA D' AUSTRIA C;ip. X. roiio libcro II corso a quello spirito di discordia e i^i)^-i^ii jj ambizione da cui si sentivano animati gli altri Principi della Casa d' Austria , la quale si puo da siffalt' epoca considerare divlsa In due parti , vale a dire In llnea Albertlua e in linea Leopoldina. La Leopoldlna poi si divise ancli' essa in due rami , quello della Sllrla e quello del TIrolo. Lc discordle state sopite dalF indole paclfica e umana de' due Alberti j e poi represse dalP autorlta di Gugllelniio , si riauimarono allora vigorosamente , e le diverse linee lion solo presero esempio dal procedere de^ principi fra loro avversi pe' quali parteggiavano , ma sempre si mantennero essi in uno stalo di perpetuo odio gli uni contro gli altri , lasciandosl persino traspor- tare a palesi altl di ostilita; e elo con gran pericolo di decadimento della coraune fortuna. Gli Stati di Leopoldo II furono divlsl tra Leo* poldo III, Ernesto e Federico IV nel seguente modo. Leopoldo III, 11 maggiore de' fratelllj ebbe in sorle i possedlmenti austrlaci nella Svlzzera ^ nella Svevia e nelPAlsazIa; Ernesto ottenne la Stlria^ la Garin- zla e la Carniola j Federico 11 Tirolo. Avevano Alberto e Guglielmo nelle guerre insorte per la successlone alia Corona imperlalej sostenuta la Casa di Lucetiiburgo; ma Leopoldo in vece si pose a segulre le parti dell' Anti-Cesare lioberto, Conte palatino j assunto a re de' Roinani da alcuni Elet- tori dopo la rimozlone di Venceslao- E siccome Roberto intendeva rassodare la propria fortuna as- sicurandosi delle ragloui imperiali in Italia, Leopoldoy vinto da' suoi donativl , gli agevolo 11 passo pel Ti- rolo J e il segul pure in compagnia di mllle soldati di cavalleria , con animo di vendlcare la morte del ALBEKTO IV E LEOPOLDO III 1^3; suo suocero Barnabo Visconti , stato ucciso da Gio^ i3c)5-i^ii vanni Galeazzo , duca di Milano (i). Ma di infelicissimo esito fu questa imprcsa; men- tre r esercito di Roberto^ fieramente assaltato dalle genii del Visconti su le sponde del lago di Garda^ ne ando con una totale disfatta ^ e Leopoldo , che cadde prigioniero , non ottenne la propria liberta fie non a condizione di ritornare a casa sua ^ e star- sene neutrale. Da quel momento fiuo alF epoca j in cui J per la morte di Gugliclmo y fu cliiamato alia tutela d' Alberto e al reggimento delP Austria ^ non si ha memoi^ia che imprendesse alcuna notabil cosa, lissendo poscia insorti Ernesto e Federico a voler prender parte in slffatta tutela, si Irovo Leopoldo costretto a dividerla con quest' ultimo y che era di violento carattere e il piu ambizioso de' tre fratelli.. La quale divisione di autorita^ fu indi cagione di infinite querele 5 e videsi V arciducal famiglia in preda a tali discordie , che tutta V Austria strazia- rono colle piu crudeli calamita cui si fosse essa mai trovata esposta , da che ubbidiva a' principi dcllu Casa d' Apsburgo. La sorte delP armi favoriva a vi- cenda ora Leopoldo , ed ora Ernesto , c V uno e V altro di qucsti principi a iiulT altro mirava cbe ad acquistare ricchezze ^ prima che il giovaue Al- berto fosse in grado di reggcre in persona i pro- prii domii^ii. Quella delle due parti che sortiva a (i) Gil Stall di Milano fuorono diyisi fra Oaleazzo e Bar- nabo, nipoll di Matlco Yisconli. Giovanni Galcazzo siiccc- dtiUc al padie, ncl i3t8, c, poco dopo il suo avvcnijncnto, s** impadroni della parle di Banial)6 , lo pose a niorte e ne condanno all'' esilio tiitti i figiiiioli. Giovanni Galcazzo olfretiT nc poi, dairin)pci'aloic VeucciJlao, ii litolo di Diicu ucl i3yG. a38 STORIA BELLA CASA DWUSTRIA Cap. X. sua volta vittoriosaj immolava colla scure delle leggi 1J9D-1411 J Qg^pi della fazione opposta, confiscandone i beni * onde i Signori facendo loro pro di tutli questi guai^ si abbaiidonavano a tutte le enormita , state dagli ultimi Sovrani represse. Allora i banditi tornaroao a infestare le grandi vio^ impunemente assalirono i boi*ghi e le citti ^ e tutto il paese piii non era clie un continuo teatro di ruberie ^ di devaslazioni e di morti. Tale fu la trista coudizione di quella sgraziala provincia fiino alia morte di Leopoldo III, che ter- miuu i suoi giorni nel i4^^j ^^ ^^'^ dissensioni insorte per la nomina del suo succes- sore, inasprirono ognor piu gli animi. Secondo gli statuti di Carlo IV , i professor! slranieri avevano tre voti alia nomina di quel posto , e uno solo i 3*egnicoli5 ma avendo Venceslao tolta di mezzo, ri- formandola, una tal provvisione, fu F Hus nominato rettore. Allora tutti gli stranieri, abbandonata Praga, si sparsero in diversi luoghi della Germania, essendo specialmente andati in gran numero all' Universita di Lipsia , recentemente fondata* Questo primo trionfo animo V Innovatore e i suoi se'guaci, che di molto s'accrebbero per la Iraduzione della Bibbia in lingua boema. Ma PHus fu citato a Roma , e di poi al Concilio di Costanza. Egli , dal canto suo , ottenuto da Sigismondo un salvocondotto y confidentemente si condusse in quest' ultima citta, se- guito da Gerolamo da Praga , suo discepolo. Ad onla per altro della guarentia di cui si trovavano muniti ^ giunti appena a Costanza^ vidersi esposti a' piii villani insulti*, e incarcerati, terminarono ^ dopo un proces- so di semplice apparenza, la loro vita sul rogo. II fermo coraggio , da que' due martiri mostra- to perfino in mezzo alle fiamme, risveglio un univer- sale entusiasmo per la loro causa 5 V infame viola- zione del salvocondotto eccito lo sdegno de' Boemi* e, quasi che, tali cose non bastassero a commuo- vere gli spiriti, un predicatore Ussita , di nome Ja- copo Mies, egualmente ragguardevole pel suo sapere die pe' suoi costumi , imprese a cbiedere dal per- gamo, fossero, nel Sagramento dell' Eucaristia, anclic i laici ammessi alia partecipazione del ealice couse- 5i46 STORIA DELLA GASA D' AUSTRIA Cnp. XL crato, cosi die al pari de^ sacerdoti comunicassersi U»i-i4 -> sotto le due specie. Se tale dottrina prontamente si propagasse, nessuno il doniandl: fu dessa addirittura abbracciata dalF Universita di Praga 5 e anche noii pochi Signori hoemi e varii magi strati di grado eminente ^ fra' quali sopra ogni altro innalzavasi iVicoIo J sigiiore di HusinetZj personaggio di somma atitorita presso il popolo , si fecero eglino pure a se- guirla e difenderla J pouendosi in tal modo fra'pro- seliti dclla nuova 6etta cbe gia incominciava ad aver nome. Non mancava adunque ormai piu agli Ussiti se noil un Capo j il quale fosse ad uiio stesso tempo e abile guerriero, e capace del piu vivo eutu- siasmo: Capo die ad essi loro si offerse nclla persona di Giovanni di TrocznoWj sopraiinominato Ziska (i) ^ chej molto segnalatosi nelle guerre fra' Prussiani e Litua- ni 5 era ciamberlano di Veneeslao. Sembra per tanto cbe abbracciasse il Ziska di buon'ora le nuove opinio- nij e cbe il suo entusiasmo fosse precipuamcnte Y ef- fetto della costanza con cui avevano Giovanni Hus , e Gerolamo da Praga affrontato il loro terribile sup- plizio. Lo stesso Re avendolo veduto molte volte con- centrato e pensoso j gli domando qual fosse il mo- tivo d' uno stato cos'i opposto alFabituale sua ilari- ta. Al cbe questi rispose: ?? Qual Boemo mai potrebbe non essere profondamente afflitto qualora pensi al- (i) Comiineirjente si crede clie Ziska voglia dir f>uercio ; ma lo Storlco dtlla Boeinia accerla non avere una tale parola nossun senso si uella lingua boema , come in nessuno dei dialeUi scblavoni. Secondo alcuui autori aveva Ziska perduto nn occbio nclla giicira do"' Lituani contra i Prussinni nel i4io^ e, secondo una cronaca auonima , aveva egli avula quella di- ALBERTO II IMPERATOHE 247 V esecrabile esecuzione di Giovanni Hus e di Gero- Cap. XI. lamo da Praga «. E Venceslao crollando il capo j ^4n-i4'^^ COS! riprese : " Che cosa possiamo noi fare per ven- dicar quelP oltraggio ? 5e tii ne sai trovare il modOj meltilo a profitto, che te lo concedo (i) «. Animato da siffatte parole, il Ziska abbandona tosto la Cortej e concillatosi presto col suo zelo Paf- fezione del popolo j mostrossi principale attore nei primi tumulti che agitarono la citta di Praga ^ nel bel mezzo di una religiosa pi'ocessionej durante la quale videsi un prete rovesciato a terra da un colpo di pleti'a in vicinanza alio stesso palazzo del- la citta J ove se ne stavano uniti i magistrati. Sor- presi questi alP improvviso e spaventevole avveni- mentOj si rinchiudono come meglio possono in quel palazzo; ma ne vengono tOM^ dal Ziska abbattute le portCj e i magistrati, precipitai; oriu dalle fin^stre-. sono ricevuti a colpi di picca dalF iivfuriante ple- baglia, ch« tutti sulP istanle gli uccide. Alia nuova di tanta enormlta, Venceslao mori di crepacuore in un trasporto di collera, lasciando la Boemia in preda alle discordie civili j senza Capo e senza governo. I piii ardenti fra gli Ussiti, cedendo allora a tutto Pentusiasmo, di che puo esser capace il furor di parte e lo zelo di religione, invadono le chiese, rovesciano gli altari , ne bruciano gli or- namenti , e ne spezzano i vasi sacri : mettono il sgrazia fmo nclla sua infanzla. Verso il tennliie dclla sua vita perde interamente la vista ; il clic pero non gP impedi di proseguire con felice successo Ic inilitari sue imprese. Pelzel y p. 3 1 5. (i) Pehel J p, 3i6. ^48 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. XT. fiioco a' convent! de^ Certosini che si erano dicliia- ^4 » i-i P^ i^ati contro di loro ^ e commeltono ogni aitra sorte d'eccessi. E in qiiesto mezzo ^ diversi settarii d' allri luoghi , unitisi ne' dintorni di Praga , ed ivi rice- vuta la Comunione , penetrano nella citta e alia furibonda plebe collegansi. Durante questi commovimenti , Sofia ^ vedova di VenceslaOj prese, cosi ricliiesla da''principali Signori^ la reggenza dello Stato. La qual principessa^ raunate tosto le sue forze ^ e domandate truppe ausiliari ^ muni di presidio il castello e la picciola Praga. Ma il Ziska e Nicolo Ilussinelz^ Capi degli Ussiti ^ rac- colti molti de^'Ioro partigiani ^ occuparono il Wi- schbrad (i) ^ assediarono il castello j e costrinsero la Regina a conchiudere una sospensione d' armi e ad accordare la liberta di coscienza. Fu per tal modo restiluita a Praga una momentanea pace: se non die il Ziska, seguito da gran numero de'suoi^ si ritiro in Pil- SQii y ove altese a fortificarsi ^ e tutta la Boemia vi- desi presto da capo a fondo esposta agli orrori di tma gutirra civile e religiosa. Morto Venceslao senza lasciar prole , la Corona di lui appartenne al suo fratello Sigismondo, clie troppo si trovava allora occupato nelle cose d'Un- glieria, e in una guerra contro i Turchi, perohe po- tesse condursi immediatamente in Boemia. In capo a qualche tempo per altro ^ convoco a Brinn , nella Moravia , tutti i Signori boemi e moravi , i Burgra- vii delle piazze forti e i deputati delle citta : nella quale adunanza^ giunti appena alia sua prcsenza^ gli (i) Antica Forfezza ehe si imiahava sopra un' ciriineuza piTSSo la spoiide clella Mulda. ALBERTO II IMPERATOHE ^/^g inviati di Praga si fecero a cliieder miscrlcordia pei Cap. XL loro concittadinij e lo riconobbero per Sovrano, Ma Mii-i4^^ iVImpeiatore in tuono severo prescrisse loro, se ne tornassero addietro, abbattessero le barricate, con cm sapeva essersi chiuse le vie della loro citta, distrug- gessero le opere falte per impadronirsi del castello, e non turbassero piii i preti cattollci nelP esercizio del loro ministero. E gli ordini del Monarca furono ubbiditi* La presenza di Sigismondo a Praga avrebbe po- tuto rintuzzare i cattivi umorij ma egli in vece, dopo avere ingiunto a^magistrati e a' governStori di pro- cedere contro tutti coloi:o che seguissero le nuove dottrine , si condusse a Brcslavla, ove diede un'altra prova della sua intolleranza , col bandire una Cro- ciata contro gli Ussiti. I quali atti di rigore fecero insorgere i cittadini di Praga , e sparsero il terrore per tutto il regno. II Ziska, il cui campo di Pilseu offriva un asilo a quelli cbe fuggivano la persecu- zione, indefessamente occupavasi nelPaddestrare le sue genti a'niilitari esercizii* essendo ne'suoi sforzi se- condato da' predicatori, che divulgavano, cssere il Cristo sul punto d'apparire, e die avrebbe ridotta in cenere ogni citta del Mondo, ad cccczione di Pilsen, di Satz , di Laun, di Slany e di Claltow (i). Tutti accorrevano quindi a furia in qucsle citlajle truppe del Ziska rapidamente s' accrebbero 5 varii Si- gnori si mostrarono penetrati dallo stesso entusiasmo del popoloj e fu concbiusa in Pilsen una solcnne confederazione , i cui Membri s' obbligarono a non riconoscere piii Sigismondo per re ^ e a combattere (i) Pelzel, fj, 325. 35o STORIA BELLA CASA D' AUSTRIA . Cap. XL qualsisia Sovraiia che fosse avverso alia Comuniooe ^iii'ii'^5 sotto le due specie. Avanzatosi intanto tm esercito di Reali per asse- diare Pilsen , fece il Ziska un' escita dalla citta ^ e sebbene non avesse seco che donne e faiiciulli , ri- spinse gli assalitori ^ e si ritiro sul Monte Tabor , cosi detto per allusioiie a quello di siffatto nome , del quale e menzione nella Santa Scrittura. Questo posto 5 divenuto poscia tanto famoso nella Storia della Boemia ^ non era allora die un paesuccio poco considerabile, situato su di una montagna scoscesa ^ nel Circolo Mi Becbin , ove tenevano gli Ussiti le loro religiose assemblee. Essendosi pero il numero degli abitanti prontamente accresciuto ^ furono tosto inualzate muraglie in difesa della piazza ^ cbe per le cure del Ziska fu munita di fortlficazioni con una arte di molto superiore alle cognizioni di quei tempi (i) ; e cosi il nuovo 'labor divenne il punto centrale delle forze degli Ussiti. Per agguerrire le sue truppCj Pinfaticabile Ziska^ le faceva con ispesse fazioni correre i vicini luoghi^ or dardeggiando i Reali 5 ed ora abbattendone le Fortezze. E a tale condizione gia si trovavano giunte le co- se j che tutti i tentativi di Sigisinondo tornarono va- ni contro V eminente sapere del Ziska (9.) e de' suoi (1) Secondo il Pelzel, questa Fortezza pud esserc conside- rata come il prlmo eseinpio di fortificazioiie del genere mo- derrio , del qiude egli dice esseie stato invenlore il Ziska. (2) Taiito si avanzo il Ziska in riputazione e in virlu militare, che Sigismondo gli sped! ambasciadori per offerirgli il governo della Boemia e il oomando di tiitti i suoi pserciti se ?>vesso vo- lulo soccorreno ncl ricuperarc la Corona. Ma avnnti clie gli am- ALBERTO II IMPERATORE aSi successor! , c conlro V enluslasmo e Y Intrepidezza Gap. XI. de' loro seguaci. Tre eserciti condusse 11 Monarca ^4«i-H conlro gli Ussiti^ secondato nelP impresa da tutti i principi delP Alemagna ed anche dal Papa ^ che aveva fulniinata sentenza di scomunica contro del Settaril. Ma nella prima spedizione non pote ot- tenere che una tregua coi ciltadini di Praga • e, 6oltanto concedendo loro la liberta di coscienza , gli fu permesso di farsi coronare Re nel castello di quella cilta. Nelle altre poi furono le sue truppe replicatameiite sbaragliate j per cui il solo nome de- gli Ussili gitto il terrore in tutta la Germania (i); ne mai riescito sarebbe a Sigismondo il mellersi basciadori a liil giungessero, il Seitario gla era morto dl pcste, addi 12 otlobre 14^4 ^ sotto la citla di Preblslana , che egli stava assediando. Il liiogo in cui sorgeva la tenda del Zlski rimane anche al di d'' oggi ( dice lo slorlco deila Boemla ) senza cuUuia. Pelzel, p. SyS. (i) II Pelzel cl ha lasciato un' energlca plttura del fanallsnio, clie anlrna\a gli Ussiti. „ Dopo la niorte di Venceslao ,i , die*' egli , „ caddei'O i Boenii in uno statu di frenesia , del quale hannosi ben pochi esenipli nella Slorla. Ciedettero essi \edere nel Cielo croci di fuoco , e s"* iiinniigniarono piovesse sangue : come lupi ai'famati , si scagliarono gli uni conlro gli altri , e vicendevolrnenle si dlstrusscro. Erano i loro Gapi speciabnenle preti e monaei , che si forzavano eccitare nri popoli il loro slesso fanalisino,; eonllnujunente in eampo , perl'ezionarono non poeo P i»rle delia guerra , e si mirahil- mente usavano nelle pugne il (higello , che lo scagliavano venti o Irenta volte, in un solo inlnuto, senza che mai an- dasscro i loro colpi falliti. Adoperavano anche Innghc perli- che annate di uncini o di rampotji , de' cjuali si valevano per istrappare di sella i cavalieri. Coi loio carri Ibrmavano trin- cee quasi inespngnahili , e per tra verso le qnali si procaccia- vano opporluni passaggi. Munirono il Tabor con non minor 25a STORIA DELLA C ASA D^ AUSTRIA Cnp. XL in possesso della Boemia se fossersi quelli nianlc- i4ii-i4^j nuti fedeli a loro princlpii e uniti fra loro. Ma appe- na si trovarono essi liberi dagli esterni nemici, postisi essi a seguire diverse opinioni ^ si divisero anche in varie parti, tra cui le principali furouo i Calistini (i) e i Taboriti. I primi ^ che erano pure i piii miti, mostraronsi inclinati a riconciliarsi col Re e col Pa- pa^ cliiedendo soltanto: i^ fosse la Sacra Scrittura liberamente e cliiaramente insegnata; 2^ si ammini- strasse a tutti la Comunione sotto le due specie ; 3, non gioisse il Glero di alcuna autorita temporale su 1 beni temporali ; e 4 ? ove gli stessi Membri del Glero si rendessero colpevoli di enormi delitti , fossero giudicati da' magistrati secolari (2). L' altra parte ^ quella cioe de' Taboriti o degli Orfanini, siccome pure alcuna volta chiamavaai ^ pretendeva Tannul- lamento delF autorita pontificia e V instituzione di una nuova Chiesa conforme alia semplicita del Van- geloj e non regolata che dall' impulsione divina. Colto adunque il momento a lui favorevole di siffatta divisione ^ oppose Sigismondo una parte air altra J invitando gli Ussiti a spedire deputati al Concilio J che si trovava allora adunato in Basilea , per concludervi un accordo. Tale proposizione 5 stata perfezlone , di quella si conosca nelle moderne fortificazionr, e lo rendettero di facile difesa anche ad un debole presidio ,j. Pelzel^ p. 4 1 8. (i) Questi Settarii presero la loro denominazione dalla pa- rola , calix , cnlice. (2) Moscheint '5 Ecclesiastical History , hj Mad nine ^ voL IIIj p, 26'?,, ALBERTO II IMPERATORE ^53 ia principio rifiutata per F opera de'Taboritij fu nel Cap. XL tratto successivo abbracciata da' Calistini e da' Cat- *4ii-U^ tolici, die nominarono insieme una deputazionCj della quale fu Capo Pi'ocopio Rasa o il Raso (i), Capo de'Taboriti- Ma dopo una discussione di cin- i433 quanta giorni^ durante la quale Procopio sostenne con molta eloquenza e con niolto vigore la propria opinlone ^ i deputati se ne tornarono in Boemia senza avere nulla conchiuso. L' esito infelice dl tal missione non riconcilio tuttavia insieme ^ come si sarebbe dovuto attendere ^ le due parti 5 cosicche Enea Silvio, spedito a Praga dal Concilio^ pot^ ve- nire a capo di ricondurre nel seno della Chiesa i Calistini, le domande de' quali , state , con alcune poche restrizioni , approvate dal Concilio e dal Pa* pa J furono di poi lette in una numerosa assem- blea di Signori della parte Cattolica e Calistina; e sono nelP istoria boema conosciute sotto il nome di Compactata. Fu la Comunione sotto le due specie conceduta; ma per salvare F onore de' Cattolicij do- vevasi dal celebrante dichiarare , esstre quella pari- mente efficace sotto una sola specie. I Taboriti, che rifiutarono acconsentire a siffatto accordo ^ continuarono la guerra. Le principali loro forze trovavansi, sotto gli ordini di Procopio Rasa, occupato nelPassedio di Pilsen; e un allro corpo, capitanato da Procopio il Piccolo, occupava la citta nuova di Praga (2), dove era la loro parte so^tcnuta (i) Venne a Procopio tal soprannome delP esser egli stato monaco, (2) Praga^ capitals della Boemia^ e citta molto ampia c ben fortificata ^ sorge sulla Moldcwa ed e divisa in tre 254 STORLl DELLA GISA D' AUSTRIA Cap. XI. dal favore degli abltanti. I Signori e gli Stati della i4i 1-1435 fa^ion Caltolica e Calistina , dopo la loro riconci- liazione ^ levaroiio ancli' essi uti esercito forniida- bile, affidando inlanto la regia potest^ ad Alessio Sevihowsky di WzesHofj governatore del regno ^ e vennero accolte le loro truppe entrole mura della vcc- chia e della picciola citta di Praga. Ma poich^ ricuso la citta nuova fare altrettantOj queste truppe gui- date da Mainardo di New-Haus, generate de' Cat- tolici J r assediaronOj la presero d'assalto, ne scac- ciarono i Taboriti ^ e posero il campo sotto le mura della piazza. A siffata notizia j Procopio Rasa corre verso Praga. con animo di esterniinarvi i suoi ne- mici. Tutte le citta ^ eccettuala la sola Capitale, Pil- sen e Melniekj parteggiavano per lui, ed ei condu- ceva seco il fiore de' suoi , coinandati da abili Capi. I due eserciti si trovarono alia presenza V uno del- r altro non lungi da Boelimiscligrod nei dintorni di Praga. Vennero essi con pari furore alle mani^ ma^ dopo terribile combattimento ^ andarono i Taboriti compiutamente disfatti , e lo stesso loro Duce perde la vita sul campo di battaglia. Rimasta uccisa la maggior parte dei Settarii, ebbe la vittoria tutte le piu orribili conseguenze delle religiose e civili querele^ essendo stati ridotti a perpetua e durissima schiavitu quanti de' vinti non erano restati vittima del ferro (i). parti : la vecchia citta col ghetto , poste siilla ri^a destra delfiume; e la picciola Praga che giace sulla sinistra, Queste tre parti per altro j cost dl\>ise Jra loro , e difese da St^parate fortificazioni^ comunicano insieme per mezzo di un bel ponte di pietra che ha sedici arcate , ed e luti^- go 1790 piedi e largo 35 e mezzO' ( li Tradultore ) (i) Pelzel , p. iog. ALBERTO II IMPERATORE ^55 Gli altri de' Taboriti furono prestamente sommessi , Cap, XI. e in fine anche il Tabor, loro principale accampa- i4»i-i4^5 mento e centro delle loro forze , si arrese a" vincl- torl. I quali osteggiamenti ben fecer chiara la verita di quella sentenza deli'Imperatore, die aveva dettOj non poter essere i Boemi superati che dagli stessi Boemi (n). Alia vittoria di Bochmischgrod tenne dietro una i435 Diela che fu convocata dal govern atore. Venne in essa Sigismondo riconosciuto Re a condizione che ratificasse 1 Conipactataj ammeltesse i preti Ussiti alia propria Corte , non costringesse alcuno a fabbricare mona- sterij non conferisse a'stranieri le grandi cariche dello State, e promulgasse una generale amnistia. In conse- guenza delle quali cose , si condusse Sigismondo ^ in compagnia di Alberto d^Austria, a Iglaw, ove fu posto il suggello al riordinamento della tranquillita^ avendo il Monarca e i Oeputati, che dovevano assistere al Concilio di Basilea, giurata Posservanza delle conven- zioni slatuitesij dopo di che^ il Legato pontificio, tolta la scomunica stata fulminata contro i Boeniij ed esor- tatili a voler vivere tranquilli in seno dclla pace, loro concede 1 arbitrjo di comunicar^i sotLo una, o due specie , come meglio credevano. Sigismondo, appena entrato in Praga, si trasse in mano le redini del governo, e ricevette Pomaggio dai suoi sudditi. AlP intendimento poi di cattivarsi P a- nimo degli Us»iti, dichiaro il Tabor citta reale, colla concessione di varii privilegi e concedendo pure agli abitanti di essa la liberta religiosa per cinque anni. I quali partiti , quantunque sembrassero dover es- (i) Pelzelj p. 409. 25^6 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. XT. sere di lieto presagio per ravvenirCj cosi poi non 1411-14:35 £,j. g presto videsi il sole della liberta viclno al suo tramonto. Imperocche, cedendo il Moiiarca alia propria avverslone per la nuova dottrina^ si com- porto di li a poco con eccessivo rigore verso gli Ussitij e, ligio a'consigli del Legato pontificio^ im- prese per sino a voler ritornare ne' suoi antichi diiitti il cullo cattolico , offeiidendo col sue arbi- trario e imprudeute procedere i suoi medesimi ami- ci. Risorsero adunque tosto gli antichi odii, e ben dovette Sigismondo j accortosi del proprio fallo, pen- sare daddovero ad irapedire non si rinnovassero le aspre querele de' tempi andati. Per la qnal cosa^ po- sto da parte ogni suo disegno, diede presto fiiori e fece leggere in tutte le chiese, nelle lingue te- desca e boema^ latina ed ungara^ un bando nel quale dichiarava^ essere bensi i veri figli della Chie- sa coloro die ne professavano »!' unita e ubbidi- vano a tutte le sue leggi e a tutti i suoi coman- damenti ; ma non dovere per questo essere perse- guitati gl' individui che ricevevano la Comunione sotto le due specie ^ da quelli che si comunicavano sotto una sola. Questo bando^ che i Calistini scris- sero a lettere d' oro su i muri delle loro ChlesCj fece cessare i mali umorij e ricondusse di nuovo la tranquillita (i), (1) Wincleck - Pelzel ^ p. 4i5 - Aeneas Sjli>ius ^ HisL Bohemiae - L' Enfant , Histoire cle la Guerre des Hus&i^ tes et clu Concife de Bdle, - Mosheim, ALBERTO II IMPERATORE 25; CAPITOLO XII. 1 437- 1 439. Tentatm di Sigismondo per procurare ad Alberto le due Corone cV Unglieria e di Boemia — • Sua morte ~ Alberto coronato re d' Unglieria — • Gli Ussiti di Boemia gli sono a^versi — • Contro elezione di Casimiro j principe di Polonia — Alberto scaccia i Polacchiy e sottomette gli Ussiti — • E eletto re dec Bomani-^ Sagge pro^visiord die bandisce pel bene della Germania — Sua prudente condotta durante to scisma della Chiesa — Origine e progressi del- V Inipero oltomano — • Baiazetto disfatto da Ta- inerlano — Amurat II itwade la Sen^ia e minaccia V Unglieria — • Morte d' Alberto. Suo ritratto. jJuRANTE la guerra degli Ussiti si condusse Al- berto con non miiiore eiiergia die prudenza. Fu cortese a Sigismondo de' suoi consiglij e iiella terza spedizione di questo principe , condusse egli stcsso in Boemia un corpo di scelti soldati con animo di vo- lersi congiungere alle truppe che iibbidivano agli or- dini del Cardinale Giulianoj e^ quando queste^ alFav- i34i vicinarsi del nemico^ si furono date vergognosamente alia fuga, entrato in Moravia ^ ne scaccio i Taboritij che si erano , sotto la capitaneria di Procopio Rasa^ uniti a'sediziosij e coila sua fermezza conservo e tenne in dovere quella provincia fino al termine della guerra (i). (i) Gerard de lioo , p, iSo.- Caspinianus^ p. ^02^ '7 258 STORIA DELIA CASA D' AUSTRIA Cap. XII Riconoscente a' tanti servigi ricevuti per parte del 1 4^7"' 4^9 Principe austriacOj c sorpreso delle vaste cognizioui (li cui avevalo veduto foraitOj Sigisraondo gli altest(i la propria stima e il proprio amore con ogni pi a bella dimostrazione. Ed essendosi allora estinta la linea maschile della Casa della Bassa Baviera , Vim- peratore, riguardandone gli Stati come un foudo va- caiite, li confer! ad Alberto ^ la cui madre era sorella del duca defunto : se noa che, per essersi poi a tale invcstilura opposli i rami collaterali della Casa di Raviera (i) e gli Stali deirimperioj Alberto rinuncio ad essaj avendone ayuto in cow^penso una certa somma di danaro. Molto anclie si adoperu Sigismondo in procurare , come in fatto oltenne^ ad Alberto le Corone d' Un- gberia e di Boemia, quantimque lo contrariasse in cio dapprinclpio la segreta opposizione della propria moglie Barbara J figliuola del Gonte di Cilleyj detta, pe'suoi dissoluti coslumij la Messalina della Germa- iiiaj e fenimina^ secondo T espressioi^e di uno Slorico (l) {^a Davlera si troyova diyisa in Bavlcxa Alta ^ in Ba- \iera Bassa. L''Alta ubbitUva al governo del tre rami d' In- golstadl J di Monaco e di Landshut. Ir^ qiianto pero alia Bas- ^^ riraase estinta, nel 14^5, la famiglia die avevala in sua potesta , per \i^ morte di Giovanni di Slraiibingen , g1i6 era Mato Vescovo di Liegi , e discese nella tomba senza lascliir prole. Quando ebbe per tanto Alberto rinunziato alle s;ue pro tensipni , videsi il Dupato diviso fra Lulgi 4'Inglosladt, Enrico di Landshut , ed Ernesto e Gugllclmo di Monaco ; ma fu di poi viunito sotlo i discendenti di Ernesto. Quando Maria Te- resa domando ^ nel 1777 , la Bassa Bavlerz^, fece appunto va- Icre r investitura stata conferita ad Alberto. Veggasi il Fal^ kensteln , e i docunicnli rclativi alja siiccessione di Bayiera y raccolti dalF Hevtzberg. 1 ALBERTO H IMPERATORE aSg austriaco, che non credeva tie a Dio , ne al diavolo , dp. XIL ne al Cielo ^ ne alV inferno, VcggenJo essa di gioriio ^^'^7''H>y in giorno decadere la salute di Sigismondo , e tutta intesa^ come era^ ad escludere dal tronl di Uuglieria e di Boemia la propria figliuola c il proprio genero , per poterii recarq ella stessa in dote ad Uladislao (i), le di Polonia^ cui intendeva sposare dopo la niorte di Sigismondoj sebbene non avesse quel principe clie soli ventitre anni, e ne contasse ella sessanta , si ae- costo con lusinghevoli pratiche agli Ussiti ^ c ^ quando se gli ebbe cattivati ^ commise al loro stesso Capo V esecuzione de' concepiti disegni. Barbara per tanto dipinse loro Alberto^ come un nemico dichiarato della loro causa ^ e il Re polacco come loro sostenitorej e sperava poi essere in bastante riputazione presso gli Ungari , per poterii persuadere de' vantaggi dc- rivanti dalPuuione de'tre regni d^Unglieria, di Boemia e di Polonia^ e^ indurli quindi a mettere sul capo A'l Ladislao la loro Corona. Ad isventare tutti questi maneggi ^ Sigismondo usci di Praga col pretesto di cambiare aria • e con- doltosi a picciole giornate fino a Zuaim nclla Mora- via^ vietci ogni coniunicazione allaReglnaj cui aveva condotta seco^ e fece venire a lui Alberto colla mo- glie. Poco dopo 5 radunati in propria presenza i prin- cipali Signori della Boemia e dell' Ungheria^ tenne loro il seguente discorso : >? E a voi tutti noto ^ o miei cari sudditi e amici ^ essermi io dal principio del mio regno con ogni maggior possa adoperato pel mantenimento della pubblica tranquillita. La (i) It) Io chiamo Uladislao 5 cosne pure fanrio j^li Slorici poiatclu e aleiuanni 5 per diifcn uzlarlu da Ladislao posUuno^ 26o STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. XII. mia ultima ora s^avviciriaj e a me s'^aspetta il fare in ^^^I'^^^O xnodo J che i miei estremi momenti non ismentiscano il resto della mia vita. Questa mia premura per la prosperita de^ miei sudditi appunto m' indusse ad u- ucire di Praga, non volendo io morire in mezzo a uu popolo di dubbia fede. II mio piu .ardente desiderio adunque e quello di prevenire le querele che potreb- bero turbare ed empiere di strazii i miei StatI ^ quando io piu non saro : impcrocchcj se e doverc di un Monarca il governare con saviezza j Io e ancor piu particolarmente quello di fare in modo clie a ]ui succeda un principe che Io sorpassi in pregevoll doti 5 ne V affezione che nutro pe' miei popoli mi permette di non desiderare anche quest' ultimo genere di gloria. A voi tutti e noto Alberto , duca d' Austria, cui ho conceduta la mano di mia figliuola a preferenza di qualunque altro Sovrano^ e che ho quindi scelto a figliuolo. Voi Io sapete fornito di tutte le qualila che si richieggono in un gran prin- cipe. Egli ha trovata P Austria in preda a' piu fieri disordini ^ e la restilui alia tranquillita. Voi j Un- gari J voi Io vedeste soggiogare i Turchi. Voi j Boemi , esperimentaste la sua saviezza e il suo va- lore. Egli e ora in eta^ ncUa quale il giudizio e Fe- spcrienza hanno attinto il loro piii alto grado di perfezione. Ugli regge Stati, che 5 posti fra la Boe- mla e PUngheriaj servono di comunicazlone a quesli due regni. Che egli sia il mio successore! Io vi lascio in lui un re pio e amico dell' onore , un re saggio a un tempo e valoroso. Io gli dono i miei regni , lie posso fargli piu bel prcscnte. A lui s'aspettano, come marito della principessa ereditaria di Boemia c d'Unghcria. Voi, Ungari ^ m' avete in siffatto ALBERTO 11 IMPERATORE 261 modo eletto re ; e vol j Boemi ^ avete fatto altret- Gap. XH. tanto col mio avolo. lo vi ripeto, cssermi il pro- ^i^7'^i^9 cedere di quest' istante suggerito cosi dalPamore ch' 10 porto ai popoli ^ come da quello che nu- tro per la figliuola e pel suo sposo. Felici i sud- diti d' Alberto ! lo sono inoltre persuaso , die non lo amiate voi meno di me, e che quando pure non mi fossi io fatlo a raccomandarvelo , egli avrebbe egualmente ottenuti tutti i vostri suffragi. Ma 10 ve ne scongiuro colle lagrime agli occhi , consolate Faiiima mia die sta per comparlre innaiizi a Dio , confer- mate la mia scelta, e vogliate esaudire le mie estre- me brame »». Tanto era Sigismondo commosso da tenerezza , die appena si pote udirlo profferire queste ultime parole. Tutti gli astanti gli bagnarono Ic mani delle loro lagrime e gli giurarono che non avrebbero mai riconosciuto per suo successore se non il proposto da lui 5 onde essendo in quel mezzo introdotto Al- berto ed Elisabetta^ i Signori con grandi applausi li acclamarono re e regina. Ma, ad onta di questo ^ per cssersi trovati pochi Boemi alP adunanza, Sigi- smondo fece un tcstamcnto ncl quale nominava Al- berto a succedergli, e splvo il giorno seguentc, nel sessantcsimoterzo anno della sua eta (i). Alberto si trasfeii in Ungheria seco conducendo i43j il corpo deir estinto Impcratore, e seguito dalPIm- peralrice Barbara cui faccva diligentemente soprav- vegghiare e custodire. Fu Sigismondo seppellito al Gran Varadino; e una Dicta convocatasi in Alba Reale elesse a unanimita di voti per re Alberto, il (i) Gerard de Roo , p, i53. - Fugger ^ p. i6o. oS^9. STORIA DELL A CAS A D'AUSTRIA Cnp. XTT. cjuale^ poscia che cbLe dato giuraniento die non sa- '4^7-^4-^9 rebbe per accetlare la Dignila impcrialc ^ viJesi insie- me colla moglie coronato seconclo il costume 5 e conce- de liberta alia vedova ImperatricCj a condizione che gli consegiiasse alcune piazze clie aveva fatte occu- pare dalla sua gente in Ungherla ^ non mancando per altro di provvederla di assegnamento vedovile (i). Non cosi pianamente pero andarono le cose in Boemia. Condottosi il Cancelliere del Regno a Pra- ga, e presentato agli Stati^ uniti in assemblea^ il le- stamento di Sigismondo , tenne discorso dei servi- gi pei quali andava la Boemia debitrice alia Casa di Lucemburgo , e invito que' Signori a ricouoscere Alberto per re. Ma nel mentre che era la proposta accettata da' Cattolici^ gli Ussiti ricusando il loro assenso j fecero una particolare adunanza al Tabor , movendo querele conti'O la nomina d'Alberto. « L' e- lezione deve essere libera ^ »> essi dissero : ?> noi ab- biamo comperata la liberta a prezzo del nostro san- gucj e nello stesso modo noi sapremo mantenerla. II defunto Imperatore ha violate le convenzioni j e puo il suo genero seguirne V esempio. Noi pref'eriamo per Sovrano un Polacco , col quale ci sara dato conversare senza bisogno d' interprete ; ne mai ci sottoporremo alia dominazioue di un popolo del quale abbiamo gia esperimentata la crudelta. I Trat- tati che vanta la Casa d' Austria sono nulli , perche strappati colla forza ^ e perche ^ essendo i re di Boe- mia elettivi ^ non possono accordare un diritto che non hanno. Alberto e gia penetrato nel nostro Re- (1) Bonfmius. - Aeneas Syhiiis, c. 54» ALBERTO II IMPERATORE ii63 giio armala mano , e questa sola ragione e suffi- Cap. XII. ciente perclii si abbia ad escluderlo dal troQO r>, '4'V"'4-^9 Dopo cio gli Ussiti maiidarono ambasciadori a UladislaOj re di Polonia, perche spedisse in Boe*- inia con grosso corpo d' esercito il proprio fratelio CasimirOj per essi scelto a loro Sovrano. Accettando r offerta il Monarca polacco , dichiaro suo fratelio re di Boemia ^ e mandi intanto, come pegno delle sue intenzioni ^ una ragguardevole brigata di cavaU leria, clie si uni agli Ussiti 5 accampati presso il Tabor. Ma col vigore de^suoi provvedimenti e coUa celcrita delle sue mosse , seppe Alberto trionfare di tutti gli ostacoli. Ando primieramente a Praga ^ ove fu accolto con trasporti di gioia ^ e coronato nella chiesa Cattedrale. Sostenulo quindi dalla parte cattolica^ dal margravio di Brandeburgo e dagli altri Principi dell'Impero^ condusse contro gli Us- siti e i Polacchi un esercito di trentamila uomini , e strinse d' assedio il Tabor ove erasi rifuggito il nemico ; piazza che sarebbe riuscito a prendere per fame , se una felicissima sortita , operata dagli assediati , sotto la capitaneria di Giorgio Podicbrack^ non r avesse costrclto a levare V assedio e ritirarsi a Praga. Nello stcsso tempo fece Uladislao una cor- reria nella Slesia , d' onde per altro lo scacci(i il margravio di Brandeburgo. Alia finepoi, dopo d'es- sersi i Polacclii j per mancanza di vivcri j trovati co- stretti a uceidere tutti i loro cavalli ^ se ne ritor- narono a piedi ; e in consegucnza de^ vantaggi ri- portati dalle armi d^ Alberto , tennesi in Breslavia un' adunanza ove fu negoziata una tregua tra esso e Uladislao. Gli Ussiti concbiusero ancli' essi un i64 STORIA BELLA CASA D' AUSTRIA Gap. XII. armistizio ^ e la pace fu di nuovo restituita alia i437-i439Boemia. Durante il corso dl tali avvenimenti , per essere Alberto J fra tutti i principi riguardato come quello die avrebbe, pel suo potere e pel suo ingegao^ con maggiore efficacia potato sedare le querele della German ia e opporsi a' pericolosi progress! de' Tur* clii 5 erasi anche veduto eletto a re de' Romani : di- gnita che egli, fedele al prestato giuramento^ aveva dapprincipio negato ricevere ; ma avendolo poscia gli Stati deir Ungheria dlspensato dall' ademplere la sua promessa ^ si arrese alle preghiere de' suoi parent! e degli Elettor! ; coslcch'e ^ sebbene non sia mai stato coronato , merlta Alberto e ottenne posto ono- rato fra ! principi die cinsero Fimperiale Coronn (i)» E ben dieronsi dal nuovo Imperatore alte prove di esperimentatissima saviezza , appeua imprese a re- golare le cose di Germania. Tolse egli non poclii a- busi nelP amministrazione della giustizia 5 restrinse le pretension! de' giudici ; modero il terrlbile po- tere de' tribunal! segret! dett! della Vestfalia^ die a- vevano lungamente formato V obbrobrio della giuri- sprudenza alemanna (2); e propose alia Dieta di a- bolire il diritto di guerra spettante ad ogn! prin- cipe delP Impero ^ delineando egli stesso^ pel conse- guimento di quest' ultimo scopo, la pianta di una di- (i) Bonflnius ^ p. 421.- Gerard de Roo , /7. i58 - Fugger^ p, 465. - Struvlus , p. 835. - Schmidt e Pfef/hl. (2) Per qiianto si riferisce a quesla curiosa e lerribile isti- tu/.ione , veggaiisi Pfiffinger ^ Viirarius illuslratus ^ Lib. lF*y Tit, ly. - Pfejfel , vol. II. p. i3^ -e una lettera siiI tribu- iiali segreti di Westfalia , diretla alia contessa di Pembroke. ALBERTO II IMPERATORE ^65 visione deir Impero in tanti Circoli , pianta che fu Cap. XTI. poscia perfezionata da Massimiliano I (i). i4^7-i4-^9 Ne minore abilita dimostro Alberto nella condotta che tenne verso il Papa e verso il Concilio di Basi- leaj dalle cui discordie erano minacciate nuove que- rele alia Cristianita. Secondo il loro genio, o il loro interessCj avevaiio le diverse Potenze europee rico- nosciuti tre diversi Papi ^ Gregorlo XII , stato elelto a Roma 5 Giovanni XXIII ^ che lo era stato a Bologna , e Benedetto XIII^ in Avignone ^ che furono tutti e tre rimossi dal Concilio di Coslanza^ avendo questo dato al Mondo cristiano nn solo Pontefice nella per- sona d' Ottone Colonna , che prese il nome di Mar- , tino Vj e al quale andarono debitori ^ la Chiesa della sua unita^ della sua pace ^ F Italia ^ e Roma^ d'essersi veduta restltuita al suo antico splendore : beneme- rito Pontefice ^ che in un regno di sedici anni^ sep- pe rendersi ammirando per nioderazionc ^ prudenza e fermezza. Quando ebbe adunque Martino V toiti di mezzo molti abusi ^ e acconsentito alia aboli- zione delle annate e di varii diritti pontificii^ con- voco tosto un Concilio a Basilea^ per assicurarc con esso r esecuzione delle operate riforme. Ma cessato egli fatalmente in questo punto di vita , il suo suc- cessore Eugenio IV pronuncio lo scioglimento di quel Concilio , unendone un altro^ prima in Ferrara, e poi in Firenze^ nel quale vidersi vinti partiti affatto contrarii a quanto erasi operato da quello di Basilea: il che fu gran cagione di discordia. Imperoc- che i Membri di quest^ ultimo , che tenevansi per legit- timamente convocaii^ non solo ricusarono disunirsi^ (i) Dacius J Lib. /, cap, 26 j de rebus Germanicis^ a66 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. XIL ma, citato il Papa a trasferirsi nel loro seno, minaccia- ***'" ^ rono torgli il poutiGcato se non fosse comparso.Quincli, impresa essi pure T opera della ri forma, fermarono uu gran nuraero di provvisioni, taiito sulPelezione e 1 do- i436 veri de'Papi, quanto sul numero de'Cardinali e runio- ne delle Chiese greca e latlna. E avendo il papa luige- nio IV sprezzata la citazione,e conchiusi, di propria autorita J negoziati col greco imperatore Giovanni PaleologOj 1 Padri del Goncilio di Basilea lo rirnos- sero e nominarono in suo luogo Amedeo , duca di Savoia , personaggio salito in gran riputazlone di sanlita per la sua vita solitaria nelP eremitaggio di Ripalla (i). (i) Per le imprese e 1' ingegno di varii suoi priiicipi erasi la Gasa di Savoia elevata a uq alto grado di potenza e di prosperity. Dopo la morte di Luigi , ultimo principe della li- iica che regnava in Pieinonte , (utti gli Stati di quella Gasa si trovarono riuniti nelle mani di Amedeo YIII, soprannominato il Pacifico , e il piu avveduto politico de' suoi tempi. In suo favore appurito fu dall' Imperatore Sigismondo Gostituita la Savoia in Ducato ; e tale era I'opinione della sua saviez^za c del suo sapere , che si concludevano in Europa ben pochi ne- goziati pe' quali non fosse egli consultato. Dopo un regno di diciotfo anni, la moi'te di Una sposa ido- latrata , e il pericolo che corse di essere assassinato, siffatta- mente allenarono Panimo di Amedeo VHI dalle cose di que- sto Mondo, che, nel 1454? rinunziato il trono a Luigi , sua primogenito, e seguito da qualche Signore della sua Goite, si confin6 a Ripalla suUe sponde del lago di Ginevra^ dove venne in gran riputazione di santita. I secoli posteriori lyanno poi molto rivocato iu dubbio i suoi titoli a siffatta santita, e con- sideralo il ritiro di Amedeo come la sede de' piaceri , anzl- che il romilaggio, di uoniini pii ed austeri, Notisi ehe Ripalla ALBERTO II IMPERATORE ^6; I due Coiicilii e i due Papl egualinente tentarono Cap. XIT. procurarsi la protezione delP Imperatore di Germa- ^^^^7"^459 nia^ il quale^ conducendosl colFabituale sua pruden- zaj approve con un atto . iiititolato Concordati del-- la Nazione alemanna , le provvlsioni fatte a BasHea per la riforma della Chlesa (i) ; ma pel resto si ten- iie egli fermo a una stretta neutralita ^ e rigetto tut- te le offei'te^ con cui avevano le due parti tentato cattivarsi il suo animo. Col quale saggio procedere preservo egli 1' Impero e i suoi Stati da tutte le tur- bolenze, cui si trovarono esposti coloro che si vol- lero implicare nella querela. Provveduto per tal modo agli affari di Germania, e restituita la pace alia Boemia , volse Alberto II le proprie cure alia difesa delP Ungheria ^ minacciata di invasione per parte di un popolo barbaro ^ diver- se per religione e costumi dai popoli europei^ il qua- le J escito dei deserti delPAsia , non si era lasciato addietro che le tracce delle uccisioni e delle ruine. I Turcbij che dovevano la loro origine a una pic- ciola tribu situata fra il Ponto Eussino e il mar Ca- spio , si andarono spargendo all' oriente di questo dicesi in francese Ripaille , parola ehe suona in italiano stravizzo , o gozzo\^iglia. Sul proposito di questo singolare personaggio e circa V e- qiiivoco suo carattere, possono consultarsi 1' Histoire Genealo^ gique de la Maison de Savoie^ del Guichenon ; gli Annali d^ Italia del Muraiori ; le Rii>oluziom d* Italia del signor Denina^ bibliotecario di S. M. V Imperatore de^ Frances! e Re d' Italia ; VAlberti^ Genealogia e Geste de' Reali Soirrani di Savoia ; e i iniei Viaggi in Isvizzera , Lettera XLIF. (i) Concordata Nationis Gerrnanicae integra. - Puettcrs developpement ^ i^ol. 1^ p. 536. 268 STORIA BELLA CASA D' AUSTRIA Cap. XIL mare , e dledero il loro nome alia Turcomania. I ^^^y^^^^O Sar^cini che li sottoposero e se li resero trlbutarii, introdussero fra dl loro le leggi e la religioae di Maometto ; c con tal rellgioiie e con tali leggi co- municarono a quel popolo il loro fanatismo , la loro intolleranza e la loro inlrcpidezza. Crcsciute rapi- damente^ in numero e in possanza ^ le bande dei Tur- comanni 5 da vinte clie furono divennero vlncitrici , e 5 soggiogando i loro stessi dominatori , estesero ^ soUo la dinastia de' Sellucidi , la propria domina- zione su tutta la parte occidentale delP Asia , dal Caucaso fino alF Arabia, e dal Mediterraneo e dal- r Ellesponto fino alle sponde delF Indo. Questo po- deroso Impero si divise poscia in diversi Stati, il mag- giore de'qualij dopo la Persia , era quello delPAsia Mi n ore J di cui Nicea in Bitinia , citla discosta da Coslantinopoli ne pur cento miglia , fu la Capitale fino al tempo della prima Crociata: alia quale epo- ca , avendo V Imperatore greco scacciato i Turclii dal monte Olimpo ^ i Sultan i trasferirono la loro residenza a Iconio o Room, citta interiore della Ca- ramania. La decadenza delPLnpero di Costantinopoli apri la via all' ingrandimento di quello degli Ottoman! e de' Turclii. Ottomano ^ Emiro al servigio delP ul- timo Sultano d' Iconio ^ si era fino dalla sua gio- ventu segnalato col portare lo strazio nelle terra del Cristiani. I suoi felici successi fecero accorrere sotto le sue bandiere un gran numero d' avventurieri , ed egli J ingrossato per tale modo il proprio esercito , forzc) il passo del montc Olimpo , e assali il greco Impero j che, sotto il regno di Andronico II , non poco andava declinando. Ottomano conquistata una ALBERTO II IMPERATORE ^69 parte della Bitiaia (ij^prese^ia ultimo ^ stanza a Pru- Cap. XIL sa J in vicinanza alPantica capitale de^ Seliucidi. 14^7-1459 A questo succede il suo figliuolo Orcano , cTie assunse il litolo di SultanOj e rapidamente dilate i proprii Stati. L' istituzione di quel corpo di truppe stanziali ^ (2) che fu poscia cliiamato col nome di Giannizzeri^ gli agevolo la presa di Nicea^ e lo mise in istato di spingere le sue conquiste fino alle spiagge deir Ellesponto e del Mar Nero. Ne fu FAsIa il solo teatro delle sue vittorle : imperocclie, approfittando delle querele che agitavano V Impero de' Greci , var- c6 r Ellesponto 5 e^ impadronltosi di Galllpoli^ pose ^^'^^ egli primo le fondamenta del potere de' Turchi in Europa. Amuratj figliuolo e successore di Orcano, sog- giogato tutto il paese die si estende fino al monte ^^^^ Emo^ trasferi nella citta d^ Andrinopoli la scde della Corte ottomana , accerchiando cosi tanto dal lato asiatico ^ quanto dalP curopeo, la Capitale del greco Impero. Per tal modo anelie Pimpcratore Paleologo c i suol figliuoli divcnnero tributarily e pressoche sempllcl cortiglaiii del Monarca de' Turclii. Spingeudo poscia innanzi le sue imprese verso Oceidente, luosse P ottomano conquistatoie contro i ilalgari , i Ser- viani e i Bosniaei , dipcndenti allora dalla Corona d' Ungheria. QuestI bellicosi popoli ^ riunite le loro (i) E' questa la parte della Nalolia raccliiusa fra il Mar JNcro c il Mt'ditcrraneo. II inoclerno iioiik; di Prusa e LJiirsa. ('2) Alcuiii autori malajnciile altribiiiscono P ordinainento de^ Giannizzcri a Amurat II , dal quale (u solo questa istitii- ziorie eslesa e perfezioiiala. Veggasi Koc/ij TuOleau des lie- volulions , p. 5i5. 270 STORIA DELLA GAS A D' AUSTRIA Cap. XII. forze , gli diedero battaglia nella pianura di Casso- 1437-1439^1^^ Atnurat ne ottenue compiuta vittoria , ma fu ucciso ^ dopo il combattimento, da uii soldato ser- viano ferito che giaceva disteso a terra , confuso fra gli estinti^ ma che bajzalo a uii tralto in piedi ^ ^^^9 immerse il suo pugnale nel seno del vincitore , mentre se ne stava questi con feroce gioia dilettau- dosi nel mirare quel lugubre teotro di morti. Ma furono le imprese di tutli i Principi otto- mani, di cui abbiamo sino a qui tenuto parola, of- fuscate da quelle di Baiazetto ^ soprannominato il Lampo J a motivo della rapidita delle sue corse di- struggitrici. In Asia ^ Baiazetto sottomise tutta quel- la porzione delP Anatolia, fino allora sfuggita al giogo de' Turchi 3 e abbraccio co' suoi Stati anclie Iconio J V antica residenza de' Seliucidi. In Euro- pa ^ corse vittorioso la Macedonia e la Tessaglia, e, conquistata la Bulgaria e la Bosnia ^ pass6 il Da* nubio con animo di portare le sue armi nella Va- lachia. All' intendimento poi di aprirsi una comu- nicazione fra i suoi possedimenti asiatici c gli eu- ropeij teneva stabilmente, nelle acque di Gallipollj una possente flotta che signoreggiava FEllesponto, accin- gendosi in fine a invadere e dislx^uggere gli ultimi avanzi del greco Impero. Quando le cose furono glunte a siffatta condi- zione 5 1 progi'essi de' Turchi cominciarono a sco- tere dalla loro inerzia le Potenze europee, ches^in- dussero finalmente a prestare orecchio alle incalzanti e vivissime istanze delP imperatorc Manuele, che aveva fino allora domandato inutilmente soccorso a que^ Sovrani. Temendo Sigismondo per la $icurc5?;za deir Ungheria ^ si adopero con tutlo il suo credito ALBERTO II IMPERATORE 271 per unire una crociata 5 che valesse a ristorare V o- Can. XII. nore dt:! uome Cristiano, e a rispingere le armi de- ^4^7" ^4^9 gV Infedeli. JNe \uote andarono le cure delP Irape- ratore di Germania : ch6 la piu scelta Nobllta del- r Europa , ubbidiente a tale chiamataj accorse in folia solto le sue bandlere 5 onde videsi presto or- dinato un eserclto di cenmila combattentij cui le repubbliche di Venezia e di Genova fornirono in- sierae i vascelli da trasporto. Varcato adunque con tali forze il Danubio j marciava Sigismondo verso Costantinopoli , quando fu dal Sultano arrestato c battuto nelle vicinanze di Nicopoli: la qual disfatta non fu meno imputabile alia temerita delle truppe eu- ropee, che al sapere di Baiazelto e al valore de'Turclii. I principali Signori de'Gristiani^ fra cui Giovanni ^ fi- gliuolo del duca di Borgogna ^ e il celebre Enguer* rando di Couci rimasero prigionieri. La maggior parte de' Crociati furono o sagrificati nel campo di battaglia j o cacciati e 3ommersi nel Danubio , o fatli porre a morte dal Sultano , pcrcli^ uon vollero ri- nun^iare alia loro fede. Lo stcsso Imperatore si salvo per una specie di prodigio , esscndosi cioe affidalo a una piccola barca ^ e avcndo con cssa ^ discen- dendo il Danubio , raggiunta uclP Eussino la flotta veneziana che lo condusse a Costantinopoli ^ d' onde se ne ritorno in Unghcriaj dopo avcre trascorso un Jungo e vizioso circuito. Dopo s\ felice giornata, Baiazetto spedi tosto grandi forze nella Valachiaj e ricominci6 I'assedio di Costan- tinopoli. Conchiuse tuttavia una tregua di dieci anni col greco Imperatore ^ il quale si sottoposc a pagai^gli i^n annualc tribiitOj destinando anche nclla propria 272 STORIA DELLA CASA D^ AUSTRIA Cap. XII Capitale una via alia resiJenza de'Turchi (i). Ma (a il 1437-14-^9 respiro di assai breve durata 5 Baiazetto , il quale nou tardo molto a violare i contrattl impegnij assali di nuovo Costantinopoli; e^pervalermi dello slile figu- rato di uno celebre storico, »> il selvagglo conqui- statore sarebbesi al certo divorata la sua preda in quel falale momento, se non fosse stato abbattuto da un altro selvagglo aucora piu possente di lul (2) ». II piu possente selvaggio *ra Tamerlano^ Capo di un'orda di MonguUi J il quale, sebbeiie di uti'orlglne altrettanto oscura come quella de^principl della Casa ottomana^ erasi ancora piu rapidamente innalzato al supremo potere. Questo conquistatore nacque nel villaggio di Sebsa , non lungi da Samarcanda^ e fu erede del territorio di Cush e del comando di diecimila cavalli. Si se- gnald egli di buon' ora nel mestiere delle armi; sot- tomise poscia, o si affeziono le vicine bande, o tribu^ e estese con prodigiosa celerita le sue conquiste nella Persia ^ nelF India, nella Turcomania e nelle vaste re- gion! , cbe sono conosciute sotto il generico e inde- finilo nome di Tartaria. Dopo queste imprese, e rambizione, e la rivalita , e I'urto degli interessi lo mossero a volgere le sue forze contro il tiranno del- rOccidenle. lu eta di sessaiitaquattro anni , abbau- dona adunque Tamerlano Samareanda , sua Capitale , e postosi a capo di numerosi e agguerriti soldatlj (1) Di tal maniera e per siffatto accordo si dieluogo in Costantinopoli al culto di Maonietto ; e coi Greci Kfide tiitto il Mondo cristiano stabilirsi un Cadi e una moschea entro la melropoli della Chiesa ^'O/'/e/z^e. ( II Tradiitlore.). (2) Gibbon 5 k^oU Xllj p. 344- -Miiaao 182^, ediz. BeUoiii, ALBERTO II IMPERATORi: 273 invade la Sona^ la Georgia e Ic piaiiure dclla Natolia. j^^t.^/jjo Durante le quali mosse ebbe Balazello tutlo il tempo di prepararsi alia difesa, Egll in fatto ne approfilto^ Cj quando credette aveie disposta ogni cosa^ levo il suo campo dai dintorni di Costantinopoli ^ movendo sollecilamente contro i Mongulli clie assediavano An- gora , o Ancira (1)^ e avventuri quella memoranda battaglia die ebbe fine colJa tolale rotta de' suoi , e colla sua medeslma cattivita (2). Felicemente per lEuropaj la maiicanza di vascelli di carico 5 coi quali far passare 1' Ellesponto al suo numeroso esercilo^ arresto i passi del tartaro Con- quistatore. Per altro canto poi , Greci e Turclii , postisi fra loro d^accordo sotto gli auspizii del co- mune perieolo j e sprezzando in pari modo le pro- messe e le minacce di Tamerlano, ricusarono fornirgli ne pure una barca^ e si prepararono a difendere il passo dello stretto. II vincitore delP Asia si lascio finalmente piegare dalle ambasciate e dai donativi ; e due de' figliuoli di Baiazcllo ^ cbe implorarono la sua clemenza ^ ottennero da hii ^ P uno la Romelia^ e P altro diverse terre nella Natolia. L'Imperatorc de' Greci si sottopose a pagargli altrettanto tributo di quello clie gia pagava al Sultano de'Turchi^ rl- ducendosi al punto di pre&largli giuramento di te- (1) In qitesta medesima jnanura ap punto fa Mitridate vinto da Pnnipeo. - Si i^uole che nella battaglia di cui c> qui parola , gli Ollomani fossevo quaitrocentoniila , e an- che gli Slorici piii moderati fanno ascendere a oltocentO' mda I esercito de' Tartari the seguii^ano Tamerlano, ( 11 Tradultori! ). ('2) Gibbon^ i^ol. XII, p. 5;5. - Milutio ,. 1823 , edizioue Bettoni. 18 274 STORIA BELLA CASA D' AUSTRIA Cap. XII. delta. Tamerlauo rinunci6 allora alia contjulsta del- 1437-1459 P Europa^ per volgere F armi sue contro la China ^ ponendosi tosto in viaggio per condurre a line il suo nuovo disegno. Nel suo passaggio , compi6 la conquista della Georgia 5 svern6 qtiindi su le i.ponde deir Arasse ^ e j dopo un' assenza di cinque anni ^ rientri in Samarcanda^ onusto de'tributi dclP Impero grecOj e delle spoglie del Turco (i). La rotta^ la prigionia e la morte dl Baiazetto (2)^ clie fini i suoi giorni durante la ritirata del suo vincitore , sospe- sero per alcun poco la caduta di Costantinopoli , e poco mancarono a rovesciare il trono degll Ottomani. La maggior parte degli Emii-i della Natolia ricupe- raronOj cogli antichi loro possedimentij la loro indi* pe ndenza j e le rimanenti province turclie delP Eu- ropa e delP Asia furono divise. .Due de'figliuoli del morto Sultano perirono ne' combattimenli ^ che so- stennero per riavere una parte del retaggio pater- no 5 ne pote V Impero de^ Turchi riacquistare la sua forza e risalire alP antico splendore^ se non sotto il governo di Amurat 11^ nepote di Baiazetto ^ il 1 42 1 q^^l^ riuni di nuovo i divei'si Stati delP infelice avolo suo. Lo scisma della Chiesa, le commozioni della (i) Quest' uomo mafaviglloso imprese, alP eta di setlant'an- ai , la sua spedizione contro la China j ma fu colpito dalla morte durante il suo cammino , a Otrar , nel mese d*" apri^ le i4o5. (2) Koch e altri autori hanno posto in dubbio il racoonto della gabbia di ferro , in cui si dice che Tamerlano facesse racchiudere il prigionier Baiazetto 5 ma Gibbon sembra pre- starvi fede , e non senza ragiooe. - Koch , Tableau des lie- i^plutions y p. 527; Gibboriy voL XlJ^p.Zj'^y ediz. Betioni , ALBERTO II IMPERATORE :ty5 Germania 5 le guerre dell' Unglieria , e la discordia Gap. XIL fra SigJsmondo e la veneta Repubblicat^ pel possedi- U37-i4'>9 rtiento della Dalmazia ^ non meno clie la debolezza c le triste vicissitudini del greco Impero 5 ecco le tante e le varie cagioni che impedirono i Principi cri- stiani di piombare addosso e opprimere gl' Infcdeli, nel favorevole momento delle loro calamita ^ e per le quali il Mondo cristiano si trovd in brer' ora un' altra volta esposto a miove e piu terribili cata- strofi. E in fatto ^ non si era per anco Amurat con- fermato sul trono^chegia riprendera tutti i disegni di Baiazetto e stringeva nnovamente Costantinopoli d'assedio. La valorosa resistenza degli abitanti Irionf?) tuttavia do^ suoi tentalivi , e il richiami finalmente nelle sue province asiatiche una sedizione contro lui ordita e diretta dal suo proprio cognato Mu- stafa. Oppresso questo ribellcj e sedati i lumulti ^ avrebbe mosso ancora, siccome pur volgeva in a- jiirao 5 contro Costantinopoli ^ se non lo avcsscro rattenuto ne' suoi Stati i numerosi nimici ^ die gli concit6 contro il suo splrito di dominazione e la sua ognor crescente possan:^a ^ per cui vidcsi co-' filretto ad oppugnare ora i principi di Caramania, e ora il famoso Giorgio Castriotto^ Scanderbeg (1)^ (i) Discendeva questi da un Principe delV Albania slalo Spa^Uato da' Sultaui. Castriotto f i^enuto come ostagi^io ad Amurat , era dii>enlato il figlio delV amor suo ; e alia sti^ ma appunlo del Sultana^ e a quella deW e&ercito andava debitore del soprannome di Scanderberg , o meglio Scan- d^^rbeg, i^al a dire ^ Signore Alossandro. Bisognaifa adungue che il Suliano perdesse tutto il merilo delle prime benefit cenze coll' in/crire il maggior dcgli ollraggi all' onoi^ del 276 STORIA DEIXA CASA D' AUSTRIA Cj?p. XI I. die aveva levato lo stendardo della ribellione nella M >7-i4^9 AJj^ania , e in ispecie gli Ungari, die troppo erano spaventati da" progressi delle sue armi verso il Da- nubio J per non ostarglisi con disperato valore. Tut- tavia si impadroni egli di Smirne^ tolse a'VenezIani Tessalonica^ e sottomise la piii gran parte della Gre- cia. Porto pure lo strazio nella Transilvaniaj si rende trlbutario il principe di Valadiiaj e strapp6 a Gior- gio , despota della Servia ^ la promessa di scacciare gli Ungari , e di lasciare libero il passo a' suoi Tur- dii. In pegno della quale promessa, il despota con- cede a lui la mano della propria figliuola , e gli niando uno de^ suoi figli come ostaggio : forzata al- leanza e parentela pero, che non poterono ravvi- cinare e insieme mantenere due principi in opposi- zione fra loro per le diversita cosi essenziali delF in- dole J deir interesse e della religione. Mentre in fatto Giorgio J entrato presto in praticlie coi nemici del suo genero, si acquistava, coUa cessione di Belgrado, il favore di Sigismondo, faceva Amurat preparativi per impadronirsi di quella piazza e sommettere la Servia, con animo di portar quindi la guerra in Unglieria (1)5 oltreclie, sperando die le querela, gia addietro insorte per la Corona di quel regno , si sa- rebbono allora rinnovate per 1' avvenuta morte di suo heneficato ^ perclie potesse questl farsi ribeUe senza taccla di scelleratezza e di vergogna , e meritare fama di Eroe dagli Storici , che alia posterita ne tramandaron le imprese, (II Traduttorc). (i) Knolle''s History of the Turks. - Koch^ Revolutions des Empires , p. 35o. - Delacroix , Histoire Ottomane- - GLbboii , chap, 55 , Sj , 58 , 5y , 6Q , 68. ALBERTO II IMPERATORE ^.77 Sigismondo J precipitatosi sii la Servia , strinse d' asse- Cap. XII. dio Semendriaj onde il despota ^ lasciala la difesa di '^'^^'^'^^^^ questa piazza al proprio figliuolo ^ imploro Faiutodi Alberto^ asceso appena allora sul trono; il quale si condusse seiiza perder tempo a Buda^ ove uso tutto il suo credito e tutta la sua autorita per far trup- pe. E riescito che fu^ sebbene in cio assai poco se- condato da'Nobili, ad unire ragguardevole esercito^ mosse tosto verso V inimico ^ ponendo il suo campo fra la Teissa' e il Danubioj ma non ebbe clie la vergogna di esservi testiraonio della presa di Semen- dria, e del macello della gueriligioue* Se^ per altro^ la presa di tale importantissima piazza e quella pur di Sofia 5 sparsero per una parte il terrore nelPUn- gberia j giovarono per V altra a maggiormente per- suadere gli Ungari della necessita di sempre piu ingrossare il loro esercito , poiclie videro il formi- dabile inimico del norae cristiano minacciare le loro frontierCj e prepararsi a passare il Danubio. Nel men tre pero che essi^ spaventati da tanto pericolo^ valo- rosamente impugnavano le armi accorrendo in folia sotto le bandiere d' Alberto ^ il quale non cessava dair animarli ognor piu ^ una crudele disscnteria , propagatasi per amenduc i campi ^ obbligo Amurat a ritirarsi j e s'l fierameute prcse lo stesso Alberto j che dovette egli pure in sul fatto torsi dalle pa- v ludi del Bannato per ritornarsene nclla sua Capita- le. Ma J giunto che fu a Buda^ i suoi medici il tro- varono in uno stato di tale debolczza , che gli fecero istanza perche ivi si fermasse. Rigetto cgli non per tanto i loro consigli, ripetcndo varic volte: '> lo ri- cuperero la salute rivedendo le mura di Vienna »?. Continualo adunque il viaggio, si fermo in una pic- 278 STORIA BELLA GASA 13' AUSTRIA Cap, Xir. ciola isola del Danubio , ov<3 egli stesso accrebbe il M.^7-14^9 pi.()prio male mangiando de' poponi. Avveggendosi allora J essere vicino T estremo suo fato, riceviiti i Sagramenti , fecc il suo testarnento 5 ma la gra- vezza del male non pol^ ad ogni modo rattenerlo dal prosegulre il suo cammino ia lettiga, giacche egli troppo ardentemente desiderava di stringersi ancora una volta al seiio la moglie^ che aveva lasciata in- cinta : se non che , totalmente sfinito di forze ^ esalo V ultimo sospiro in un picciol villaggio della Dioccsi di Gran, il giorno 17 ottobre i4^gj nel secondo anno del suo regno ^ quarantesirao quinto della sua eta. Era Alberto di alta statura e di perfettissime forme ; seraplice nel suo vestire e maestoso nel portamento , mostravasi affabile verso di tutti , e ognuno poteva facilmente avvicinarsegli. Sebbene'poi di un' indole as- sai piacevole, il cupo suo colorito, e la serieta del suo contegno gli acquistarono il soprannome di Grave, avendolo altresi F elevazione della sua raente e lo splendore delle sue imprese fatto chiamare il Ma- gnanimo (i). Fu la morte di lui una vera calamita pe' suoi sudditi, per la Germania e per FEuropa: pe' suoi sudditi , avendo essa lasciato libero il freno alia discordia e all' anarchia; per la Germania, av- vegnach^ quest' ImperOj che cominciava a godere nuovamente de' vantaggi delP ordine e della tran- quillita , si trov6 di nuovo abbandonato a tutti gli (i) Pel regno d' Alberto , veggansi Ebendorf ^ Arempecli ; e gli altri cronicisti , in Pez, - JVindeck , Chron* in Men- kenium. - Gerard de Roo. - Fugger. - PelzeL - Barre. - Struifiiis* - Pffiffd- - Schmidt » ALBERTO II IMPERATORE 279 oirori della guerra civile; per V Europa in ime, poi- Cap. XII. ch6 colla sua potenza e, colla sua mente^ avrebbe ^^ ^'^^ ^ almeno ritanlato e la caduta di Costantinopoli j e gli spaventosi progressi delle armi Ottomane. Alberto lascio la moglie incinta ^ e due figliuolcj Puna delle quali spos6 Guglielrao, principe di Sas- sonia , e V altra Casimiro ^ principe e poi re di Polonia. LADISLAO IL POSTIIMO CAPITOLO XIIL 1 439- 1 458 Nakdi di Ladislao U Postumo — E coronato re d' llngheria — Contrd-elezione di Uladislao j re di Polonia ^ die prende il titolo di ie d' Ungheria ^ e lie usa V aatorita — Dissensioni in Boemia - — ' E Ladislao eletto re di Boemia^ ed e la reggenza del regno commessa alV imperatore Federico — Querele die per cib in sorgo no fra i C at t olid e i Calisti-- ni •—* Trionfo di quesli sotto la cotidoUa di Giorgio Podiebrack — - Morte di Uladislao alia giornata di Kama ~ E Ladislao riconosduto re d' Un- gheria ^ e Giovanni Uniade Corvino nominato reg-^ gente - — Cessa Ladislao di essere sotto la tutela di Federico — Preponderanza del conte di Cilly sail' aninw di Ladislao — Turholcuze iielV Au- stria — Rival itd fra V Uniade e il Cillj — • /a- rnoso assedio e liherazione di Bdgrado ^ e niorte di Giovanni Uniade — Contestazioni fra la Casa delV Uniade e quella del Cilly - — > Assassinio di qiiesto Signore , ed esecuzione di Ladislao Corvi- no — I^adislao non sa conciliarsi V qffedone de- gli Uiigari — Sua niorte ^ e sua carattere, l^k circostanza di trovarsi la moglie di Alberto incintaj quando manco egli di vita, fu sorgeiite di grandi imbarazzi circa la successione allc diverse sue 28a STORIA DELLA QiSA D' AUSTRIA Cap. Xin. corone. Per esser PAustria un feudo maschlle non po- ^ioQ'i^oo teva conferirsene che ad im Principe Piavestituraj e, per altra parte, essendo i regal d'Ungheria e di Boemia elettivij ai soli Stati s'apparteneva il disporne. La vedo- va Imperalrice adunque prego^ prima d'ogn^ altra co.sa^ tanto i Boemi e gli Ungari, quanto gli Austriaci ad attendere il suo parto avanti procedere^ gli uni alia elezione di un Re^ gli altri all' istituzione della reggen- zajdi sorte clie^questi ultimi j cedendo alle sue istanze^ fermarono il partito^ che, se Elisabetta desse in luce un maschio ^ sarebbesi affidata la reggenza a Fede- rico, duca della Stiria (i) , come il Capo presuntivo della Casa 5 ma, qualora partorisse una femmina, la successione, seguendo V antico costume, si sarebbe aspettata a Federico j ad Alberto suo fratello e al loro cugino Sigismondoj i soli Principi superstiti della Casa d' Austria. E lo stesso fu in Boemia, ove, dopo lieve opposizione per parte de' Calistini che desideravano un Principe polacco , i deputati delle due fazioni, congregatisi in. Praga, consentirono ad aspettare il parto della Regina. Ma i Signorl ungari^ troppo paventando una lunga minorita, costrinsero Elisabetta a offrire la corona e la mano di sposa a Uladislao , re di Polonia , pro- mettendo che , se partorisse ella un maschio , si sa- rebbono gli Ungari adoperati per assicurargli il pos- sedimento delP Austria e della Boemia. Avevano appena gli ambasciadori, incaricati di portare una tale offerta a Wadislao , oltrapassati i (i) Qaesto princIpe , figliuolo (T Ernesto , stipite del ramo austriaco della Stiria , fii poi clevato all' Impero. F'eggasi piu avanti il cap. XV. LADISLAO IL POSTUMO ^83 confini deir Uni^heria J chela Reglna si sgravo di Gap. XIII. un maschio cui fti imposto il nome di Ladislao, € ^439-i4^8 al qualcj la circostanza di essere nato dopo la morte del padre acquistS il soprannome di Postumo, sic- che venue egli sempre detio Ladislao-PosturnOj o il Postumo. E siccome la Regina erasi a mal cuore lasciata indurre a sposare il Principe polaccOjCar- dentemente bramava di assicurare al suo infante la Corona d'Ungheriaj spcdi tosto un contr'ordine per arrestare il messaggio j ma piu non fu in tempo : che gia Uladlslao ^ accettato il partito, stava per avviarsi con grosso esercito alia volta delT Unghe- ria. I quali avvenimenti divisero gli Ungari in due fazioni : V una ^ diretta dal famoso Giovanni Uniadc Corvino (i) J prese a sostenere il polacco Uladislao, (i) E r origine di questo celebre guerriero coperla da im- penetrabile velo. Secondo Pray , arinallsta d' Ungheria, esci- va egli da una nobile fainiglia della Tranb'llvania : gli nttri- buiscono altri un padre valacco, e una madre greca ; c si e poi V adulazione forzata a far discendere il padre suo da una famiglia patrizia delP antica Roma, quella cio^ dc^ Gorvini , c sua madre daglTrnperadori di Bisanzio. Che che ne sia de'suoi natali , Giovanni Uniade non ando debitore della sua gran- dezza che al proprio sapere. Trovossi da prima agli sti- pendii del vescovo di Zagrab , come Capo di soli dodici Cavaiieri ; segui V Imperatore Slgismondo in Italia , e pare che mllitasse poscia nelP esercito di Filippo Maria Visconti. Sembra pure che al suo ritorno in Ungheria riccvesse da Si- gismondo la signoria d'' Uniade , situata sa le fronticre della Transilvaiiia e della Valachia. L' Unlade fece quindi una guerra come ccnturlone o capitano , sotto il prefetto ungaro Di Halle J accrebbe i suoi domlnii sposando una ricca don- na di illiistre nascila , e, col dar prove di sempre maggio- ri cognizioni , pervenne al grado di Generale. Non era mo- no abile politico di quello fosse grao capitano ; ne si fiiceva i8i STORIA DELTA CASA D^ AUSTRIA Cap. XTTL Principe nel fiorc delF eta, e in gran rinomanza »1>9-i4J jj sapere e di valore, che disponeva dl baslnnti forzc a respingere i Turchi. Parteggiava poi I'altra pel Postumo e rlconosceva a Capi il conte di Cilly^ vescovo di Gran, molti Vescovi e una folia di No- bili affezionati alia memoria di Alberto , o com- mossi dair infanzia delP orfano e dalla condizione d'Elisabetta. Questa Principessa adunque, sostenuta da tali personaggi, si trasferi col real fanciullo in Alba Reale , ove egli , in eta di soli quattro mesi , i44o f u , su le ginocchia della madre, coronato dalP Ar- civescovo di Gran. Irritati poi della precipitazione con cui era stata offerta la corona a Uladislao, i partigiani di Elisabetta , imprigionarono alcuni de- gli speditigli ambasciadori 5 e, secondati da^Croatti^ dai Dalmati e da un corpo di Austriaci, prepara- ronsi a sostenere le ragioni dell' infante loro Mo- narca. Non abbastanza forti tuttavia per opporsi alle congiunte forze de'Polacclii e del piu gran numero degli Ungari , comandati dalF Uniade , e sostenuta dai despoti Bosniaci e da'Serviani, dopo avere, sotlo la condotta delP intrepido Giskra , ostinatamente re- sistito aMoro nemici, vidcrsi bensi costretti a slog- giare dalla Bassa Unglieria, ma si mantennero fermi in possesso delP Alta j mentre la vedova d'Alberto, egli ainmirar meno per le leggladre forme della sua persona, che per la sua forza e pel suo ingegno operoso al pari del Lraccio. Ricevette il nome di Corvino , dai picciol villaggio di Corinnum ove nacque , e quello d' Uniade , dai castello che fahbrico su la terra donalagli da Sigisniondo. * * Bonfinius , p. ^'I'l.^ l^i"^. - Schwandtner scrip tores /? la citta di Oedemburgo (i) o Sopron [ Sempronium) e la corona di Santo Stefano, della quale, per una supersliziosa credenza^ tencvano gli Ungari neces- sario il possesso affine di legittimare reserclzio del- r autoi^ita reale nel loro paese. Ladislao intanto, entrato trionfante in Unglieria, si fece egli pure coronare in Alba Reale , colla Corona tolla alia statua di Santo Stefano. Ma sem- pre mantenendosi forte la parte d'Elisabetta, e mi- nacciando i Turchi d'invadere FUngheria, il Papa^ entrato in mezzo come conciliatore, pose fine a tanti guerreggiamenti essendo riescito a far conchiudere iin accordo per X opei^a del cardinale Giuliano , suo liCgatOj nel quale accordo si convenne: i, avesse UladJslao la reggenza durante la minorita di Ladislao , e a questi succedesse, se morisse senza lasciar (igliuoli maschij e 2jlo stesso Uladislao e il suo fratello Ca- simiro, avessero a sposare Funo Anna, e 1' altro Kli- sabetta. figliuole d' Alberto. iVJa la morte della vedova Elisabetta, avvenuta addi 144^ 24 decembre in Raab, non senza sospetto di vele- no, interruppe P eseguimcnto de'ridetti patlij e Ula- dislao prese il titolo e Pautorita di Pic (2). Fedcrico^ (i) Hanno alcuni malamente trodoito qucslo name in Adeinburgo; ma notisi essere tali due cilia ben dii^er- se V una dalV ultra. Oedemburgo ^ di cui e parola nel pre-- sente luogo ^ e citta della Bassa Ungheria^ su le frontiers dclV Austria; mentre quella di Adeniburgo, o di Aldcnl)urg<), e citta di Germania nel Circolo di Vesifalia^poco distante da Colonia. ( H TraduUoie ]. (2) Bonfinius , Lib, III ^ 4 dec. a86 STORIA BELLA. CASA D' AUSTRIA Cap. XIII. tutore di Ladislao , arm6 tosto per sostenere i dirilti ^4 9"U->o jgj pupilloj e giunse anche a staccare dalla parte polacca gran numei^o di Signori ungari e ad impa- dronirai della contea di Raabj per le quali cose vi- desi infierire piu terribile di prima la civil guerra. Alia fine pero, trovandosi Federico inquietalo dalle turbolenze insorte nella Stiria e raal sostenuto dagli Austriacij stipulo un armistizio di tre anni con Ula- dislao , die si trovava dal canto suo minacciato dai Turclii, U re di Polonia volse allora tutte le pro- prie armi contro questi nemicl del nome cristlano , e dair altissima riputazione che si acquisto colle sor- prendenti vittorie riportate in slffatta guerra ^ fu egli sempre piii confermato sul trono d' Ungheria. A miglior condizione piegarono le circostanze del Postumo in Boemia. Quivij per veritij avendone, fin da principio Elisabettaj spalleggiata dalla parte catto- lica^chiesta la Corona pel proprio figliuolo, ebbe a trovare un grande opponimento dal lato de'Calistini, il cui Capo J Enrico Praezeck, si pose ad esclamaie : >; Un fanciuUo non 6 capace di governare un regno 5 e per lungo tempo non potra Ladislao il Postumo te- nere le redini dello Stato. Scegliamo adunque un re che sia capace di difenderci ^ e , quando Ladislao sara giunto air eta di ventiquattro anni^ noi esamineremo se sara in grado di regnare ». Fu tal partito ab- bracciato, e si affid6 ad una commissione di ventiquat- tro membri V incarico di eleggere un monarca. Cadde la scelta su di Alberto , duca di Bavieraj ma non avendo questi voluto occupare un trono die credeva appartenere a Ladislao, gli Stati nominarono Federico duca della Stiria ( salito allora sul trono imperiale in coiiseguenza del rifiuto di LodovicOj langravio di As- LADISLAO IL POSTUiMO 287 sia) e nello stesso tempo il pregarouo, che se non vo- Cap. XIII. lesse accettare Poffertagli Corona 5 assumesse almeiio '4^9~*4^- il governo della Boemia durante la minorita di La- dislao. Federico pero rispose con altrettanta magna- nimita d' Alberto: w lo non ispoglier6 giammai il mio parente de^ suoi diritti ?> 5 e^poich^ assai bene cono- sceva r indole turbolenta de'Boemi^ ricusata anche la reggenza, consigli6 agli Stati commettessero la cura del loro governo ai piu illust:^ Signori, promettendo dal canto suo che avrebbe diligentemente atteso alia edacazione del giovane principe: onde i Boemi ^ eletto a loro re Ladislao^ nominarono reggenti Enrico Praezeck e Mainardo di tNeuhaus^ Capi^ il primo de' Calistini j e Taltro de' Cattolici. Ma (juesto parti to, apparentemente saggio, fu in vece cagione di lunglii e gravi disordini 5 giacch^ i due Reggentij discordando tra loro intorno le opinion! del governo civile ^ come differivano nelle religiose ^ si trovo la Boemia esposta a' mali delP anarchia. In tali circostanze appunto j videsi da' Calistini offerto il governo della Polonia alia imperatrice Barbara^ ,//2 che sapevano fautrice della loro parte. Si avanzo que- sta fino a Melnickj ma , avendo poste in campo esor- bitanti pretensioni, che furono rigettatc dalla Dic- ta . per le pratichc della parte cattolica , sc ne do- vette ritornare addietro^ affalto delusa nclle conce- pite speranze. Dopo terribile lotta, i Calistini prevalsero ^ e, tolta Pamministrazione dello Stato aMalnurdo, interamen- te poserla fra le mani del Praezeck ^ che cesso di vi- vere nel i444' Quest' avveniraento rianimi le spe- rany.e de' Cattolici, i quali non omisero tentativi per- 288 STORIA DliLLA CASA D' AUSTRIA Gap. XIII. cli^ fosse restituita V autorlta al loro Capo ; ma, dopo i4j9-i458 nuQva lotta, le pratiche de'Calistini >uii' allra volta prevalserOj ed innalzarono questi al govcrno il cl- lebre Giorgio Podiebrack. Tuttavia, le persone moderate , di ognl opinione^ vivamente desideravaiio la presenza del giovane Mo- narca, e replicate istanze furoiio fatte a Federico ^ perclie volesse assumere la reggenza della Boemia, e trasferire In Praga la ^aa residenza, in compagnia del pupillo. La quale domanda, essendo sempre stala da Federico rigettata, il Podiebrack procuro ecei tare contro Itii il risentimento della nazione, e propose , si pensasse ad una nuova elezione, giacche sperava ^ ripescando cosi nel torbido, cV egli sarebbe il pre- scelto. Radunala quindi una Dieta vi fu soltoposta a disamina il parlito: v se tornasse piu utile alia Stalo clie Ladislao avesse a conservar la Corona , o se pure convenisse meglio eleggere un Monarca cui fossero famigliari i costumi e la lingua della nazione j e animasscj inoltre , V amor della Patria » ; insi- diosa proposta, che , vigorosamenle combattuta dai Cattolici. videsi rigettata. Jje discordie che per cio nacqnero fra il Podie- brack e Mainardo , diedero luogo a si acerbe que- relcj cbe fecero temere non si rinovassero le ca- lami ta della guerra degli Ussiti* ne pote quello sgra- ziato reame giudicarsi tranquillo , fino a che noii ebbero i CalistinI acquistata una decisa preponde- ranza. Dopo vario battagliare^ fu Mainardo oppresso e fatto prigioniero. II Podiebrack sottomise allora i ciltadini di Praga , che cranglisi moslrati avver- si ; rimosse quindi tutti i magi&trati o ufiziali, slati LADISLAO IL POSTUMO 289 elelti da Alberto ^ ed esercito un potere poco dif- Cap. XIIL ferente da quello di un Re (i). i^^-hSS Non dissimili turbolenze straziavano intanto anche il regno d' Ungheria. Per la morte di Uladislao, che aveva perduta la vita nella famOvsa battaglia di Var- na contro i Turclii^ era andato nuovamente vacante quel trono. La Dieta riconobbe Ladislao il Postumo ^ 444 per Re ^ e chiese che il giovane Monarca venisse a prendere stanza in Ungheria^ portando seco la corona di Santo Stefano. Ma , avendo Federico rigeltata la domanda degli Ungari^ come aveva rigettala quella de'Boemi, V assemblea degli Stati passo a nominar reggente I'Uniade 5, che regolo con non minore pru- denza die vigore le briglie del Governo 5 e salvo r Ungheria dalle invasioni degli Ottomaui^ sebbencj nella terribile guerra per esso lui sostenuta ^ pro- vasse ora favorevole^ ora avversa la sorte de' com* battimenti. Alia giornata poi di Cassovia, dopo avere i448 superate grandissime difficolta per sottrarsi dal cam- po di battaglia , e mentre appunto tutto solo se ne fuggiva j caduto V Uniade prigioniero di due Turclii^ non ando debitore die alia prontezza del suo ingegno , e alia gagliardia del suo braocio^ se gli riesci liberarsi dalle mani di quelli. Impcroc- chcj colto il momento die i du<3 Turclii fra loro di- sputavansi una croce d' oro , che portava appesa al petto 5 e impadronitosi della sciabola d' uno di cssi, amendue gli uccisc. Andato quindi errante per le foreste y cadde in potere di Giorgio, despota di Rascia j che gli restitui la liberta 5 e rivide al- Ipra il suo natal paese , che trovo agitato dalle (i) Pelzely p. 4-25.456, ago STORIA BELLA CASA D^AUSTRIA Cap. XIII. civlli discordie ed esposto agli assaiti degli stra- 1 439-1 458 ^j^ri ^j)^ Al pari degli Ungarl e de' Boemi, anclie gli Au- striaci desideravaiio avere fra loro il proprio So- vrano^ e furono ^ non meno de'primi^ irritati dalla condotta di FedcricOj clie riteneva il giovane Prin- cipe a Neustadt senza concedergli di visitare la sua Capitale. Tale era la condizione delle cose^ allora che Fe- derico si condusse a Roma , per ricevervi la Corona imperiale dalle mani del Papa. Nel quale incontro, il pupillo Ladislao ^ tenne in pieno concistoro un discorso , che gli acquist6 moltissimo onore 5 oltre- cli^ , la vivacila della sua mente , e la particolare sua erudizione j non poterono a meno di renderlo r oggetto della universale ammirazione. L'Imperatore lo armo Gavaliere sul ponte del Tevere 5 e quando parti da Roma per Napoli, lo lascio presso la Corte pontlficla , alle cure affidandolo del celebre Enea Silvio Piccolomini. Vennero in questo mentre a Roma, deputati delle tre nazioni che Ladislao era chiamato areggere^ per domandare fosse sciolto dalla tutela J e lo indussero a tentare una fuga; ma, venulo il disegno in aperto^ il Papa lo fece prontamente andar vuoto : di sorte che ^ delusi nelle loro spe- ranze j e irritati da' replicati rifiuti di Federico ^ i principali Signori boemi, ungari ed austriaci ^ si riunirono insieme per combinare il modo di strap- pare per forza Ladislao alle mani del tutore j e appena ebbero ordita la loro tela^ rinovarono ben- si un' altra volta soUecite istanze alF Imperatore al (•) Windlsch , p. 256. LADISLAO IL POSTUMO 291 suo ritorno d' Italia 5 ma avutane ancora una ri- Cap. Xllt. pnlsa 5 UJrico Eytzinger ^ Signore austriaco ^ cui era ^^^^9^^^^^ stala commesso reseguimento delP impresa ^ condusse un esercito di sedicimila uomiui sotto le mura di Neustadt ^ ove si trovava Ladislao j ritornato esso pure d' Italia. FeJerico allora si vide costretto a ce- derej e fu il giovinetto Principe affidato al Conte di Cilly J suo zio materno^ infino a che si fossero uniti i depulati delle tre nazioni per regolare la forma deMoro rispettivi governi. Intanto si condusse 1452 Ladislao a Vienna^ ove fu ricevuto in mezzo alle acclamazioni de^ suoi sudditi 5 e poco di poi^ si ra- dunarono i deputati alia prescnza de' Principi e dei Prelati dell' Impero. Si statui che durante la mino- rita^ continuasse il Re a starsene sotto la custodia del Conte cli Cilly^ il quale avrehbe il governo del- r Austria • che quello delP Ungheria sarebbe affi- dato a Giovanni Uniade, e V altro della Boemia a Giorgio Podiebrack, e si rimborsarono alTImpcratore le spcsc dcIPeducazIone di Ladislao (i). Al principio deir anno poi , il Conte di Cilly condusse il suo pu- pillo a Prcsburgo ^ che vi ricevette V omaggio dagll Stati d' Ungheria ^ e confer! la contea di Bistrietz j in Transilvania J alPUniaJe^ cui fu cortcsc di altre prove del particolare suo favore^ confermandolo au- che nella sua dignita. Quando r Imperadore lo rcslitui a** suoi suddi- li J contava Ladislao tredici anni : eragli slato aio il eelebre Schlick, cancellicre d' Austria , c istitu- tore il fanioso Enea Silvio ^ salito quindi alia Cat- ledra pontificia sotto il nomc di Pio 11. Ma rico- (>) Bofijinius* - Gerard dc Roo. .- Pahcl. - Fiigi^cr* 39^ STOMA DELLA CASA DVAUSTRIA Cap. Xlir. iiosceva da que^ due valent' uomini un' educazione ^439-iPopiu da letterato che da prliicipej per il die la sua Corte divenne presto ua' arena nella quale i piu ani- biziosi si disputarono il potere. Pose il conte di Gil- ly in opera tutta 1' influenza, di cui godeva sul cuore del nipole J per allontanare da esso T Eytzinger e i iSignori austriaci, con animo d' introdurre ne' loro po- sti i suoi proprii partigiani 5 e a sempre piii ampliare, o render certa^ la sua preponderanza ogni via usava per ingenerare nelP animo di Ladislao sospetti con- Iro la Nobilta austriaca, e porlo anche in diffidenza contro i due reggenti delP Ungheria e della Buemiaj apponendo loro 1' accusa dC aspirare al trono. II li- cenziamcnto per altro de' SIgnori auslriaci eccito gravissimi mali umori; e quando gli Stati austriaci si congregarono a Neustadt , a fine di deliberare su le somme da concedersi al Re per un viaggio die desiderava fare in Boemia, videsi sorgere segreta- jnente una poderosa fazione : il danaro fu tosto decretato J ma ^ in una particolare udienzaj 1' Eyt- zinger mosse presso il giovane Monarca altisslme querele contro Palbagia e 1' avarizia del Cilly 5 Cj dipingendogli con vivi colori i lamenti della nazio- ne , e minacciandolo anclie della rivocazione del pccuniario donativo statogli appena assegnato^ gli strappc) di bocca la promessa die avrebbe rimosso da se il Conte. E dopo questo primo passo , non addor- mentandosi V Eylzinger colle briglie in mano , appe- na fu la Corte di ritorno a Vienna , unilo improv- visamente di buon mattino un corpo di mille uomini e presentatosi al real palazzo^ ottenne assai per tempo un' udienza dal Re. Instrutto il Cilly del fatto del suo rivale, corrc solo alia Corte 5 ma quivi giunto, ode la voce deir Eylzinger , che arditaojeate gli ordina^ h\ LADISLAO IL POSTUMO 2^9? presenza e in nome del Monarca, di allontanarsi da Cap.XIII. quel luogo. II Cilly pvotesta contro quesf ordine e ^i^Q'^i^^ volge la parola a Ladislao^ die rimane ammulolito e confuso. Non perdeodosi pero FEytzinger di co- raggiOj in tanto decisivo momento 5 esclama: »? lo non ho fatto nulla clie non fosse vol u to da vostra Maestaj e la prego a confermare qnanto dico 'j-Did*- de allora Ladislao in poclie parole la sua approva- zione J e il Conte esci di Vienna ^ accompagnato dalle imprecazioni e dalle minacce della plebaglia: e non ando anzi debitore della propria vita che alP assi- stenza d' Alberto di Brandeburgo, il quale gli fece di se scorta fino alle porte della citta (i). Impadro- nitosi di tal maniera delP autorita suprema^ V Eyt- zinger commise la reggenza alle cure de' suoi par- tigiani ^ e niosse col Re alia volta della Boemia. Aveva^ nel corso di questi tempi^ Giorgio Podie- brack convocata una Dieta generale, e disposti i giu- ramenti die dovevansi preslare al Re alF atto della sua coronazione: ne' quali giuramenti^ eccettuate al- cune poclie aggiunte^ trovavansi ratificati i privilegi gia per Sigismondo e Alberto concedutisi alia Boe- mia. Si fecero moltissimi Signori del regno Incontro a Ladislao fino ad Inglaw, e seguirono poi tutti il Mo- narca a Praga^ ove fu corona to dalT Arcivescovo ^^^'^ di Gran J fermandosi poscia in Boemia un intoro an- no ^ durante il quale si mostro in tulto pieghcvole ai consigli del Podiebrack. Ma per quanto giovane il principe austriaco si fosse, i suoi religiosi principii contro de^ Callstini gia avevano poste nel suo animo troppo salde radici, perche potesse abbandonarli cosi (i) Gerard de Roo ^ p. 195-197. 294 STORIA BELLA CASA D^ AUSTRIA Cap. XIII. facilmente come avrebbonio i nuovi settarii desiderate; 1^:^9-11^06 ^ nientre egli mostravasi, con ognl piu bella dimoslra- zione, cortese verso dei Cattolici, dava chiare prove della sua avversiorie a'Calislini, rieiisandosi pcrsino di entrare nelle loro chiese, e toglieiidosi dalla Mes- sa quando si accorgeva che era celebrata da un prete della loro Comunione; e nego pure dl fare j in ma- teria di religionCj alcune concessioni che gli erano consigliate dallo stesso reggente^ al quale rispose che, per quanto riferivasi al governo civile ^ avrebbe os- servate le istiluzioni di Sigismondo e d' Alberto 5 ma che J nelle cose religiose , sempre si sottoporrebbe alle decisloni del Papa (i). Nel suo ritorno, ando Ladislao a ricevere Fomagglo della Lusazia e della Slesia ^ e, accompagnato dal Podiebrack , che aveva confermato nella sua carica di reggentCj rivide Vienna 5 ove udito essere il go- verno deir Eytzinger divenuto odioso al popolo, ne prese occasione per ri move re un soggetto da lui me- desimo detestato 5 e da se infatti lo allontani ^ ri- chiamando il Conte di Cilly. In questo mezzo ^ spedirono gli Ungari solenne messaggio a Ladislao ^ richiedendolo che volesse o- norarli di sua presenza^ e far cessare i mali umori della nazione ^ col prendere egli stesso le redini del governo. Ma^ temendo il Cilly nuovi guai^ dissuase il Re dairimprendere un tal viaggio, c dipingcndogli r Uniade come il potentissimo di quel Regno , come padrone delle principali piazze e uomo troppo am- bizioso per sottoporsi al suo Sovrano o per tolle- rare un eguale , gli fece anche credere che aspi- (i) Gerard de Roo , p» 198. LADISLAO IL POSTUMO sgS rasse da lungo tempo alia Corona : per modo clie Cap. XIIL r ingannato HesMndusse a cliiamarlo a Vienna col- U^g-U^^S r intendimento di poter quivi , senza alcun pericolo, impadronirsi del medesimo. Ne la prima ^ ne la se- conda cliiamata per altro non ebbero effetto^ poi- che rUniade altro non rispose clie di esser pronto a eseguire in Ungberia ^ ove lo ritencva il suo proprio dovcre^gli ordini del suo Signore 5 alia terza per6, entrati di mezzo i Signori ungari ^ lo confortarono a voler ubbidire affidandosi a un salvocondotto statogli promesso. Ma nel menlre che avvicinava- si egli alia Capitale delP Austria , avvenutosi per istrada in un personaggio di riguardo espressamente SDcdito dal Cilly ad avvertirlo die raoveva verso lui il Re in persona , ne scorgendo alcun prepa- rativo che annunziasse 1' arrivo del Monarca^ n6 a- vendo in alcun modo ricevuto V anzidetto salvo- condotto J entro V Uniade in sospetto di tradimento e si condusse in una vicina citta. II dissimulatore Cilly andato ivi a raggiungerlo^ gli disse clie il Re, oppresso dalla fatica e dal calore^ erasi ritirato sotto il rezzo di un giardino ncl quale lo attendeva , cd ove gli avrebbe egli stesso consegnato il salvocon- dotto. Ma essendosi fatlo un Signorc ungaro j die si trovava presente , a confermare V Uniade ne' gia concepiti sospelti j rimprovero questi con accrbc parole al Cilly la sua perfidia j lo minacci6 die lo avrebbe sulP istante ucciso^ se mai ardito avcsse com- parigli un'altra volta dinanzi^ e^ pieno di indegna- zlonCj se ne torno senz' altro in Ungberia. In ultimo poi ^ il Monarca e il Reggente fra loro si riconciliarono per V interposizlonc di alcuni ragguar- devoli Signori deirUnghcria; e P Unlade^ consegnate 296 STOKIA BELLA CASA D'AUSTRIA <^«p. XIII. diverse Fortezze che aveva fatte occupare dalla sua 9'H gente^ spedi il proprio figliuolo Mattia in educazione a Vienna. Poco tempo dopo, il Re ^ in compagnia del CilJy^ si condusse a Buda j ove diede alP Unia- de molte prove di confidenza e di stima, avendolo anche riconciliato^ almeno in apparenza^ col Con- te; accordo che troppo era in que'giorni n(3cessario^ trovandosi V Unglieria esposta al piu gran pericolo cLe avesse niai corso. Dope la fatal giornata di Varna ^ era V Iinpero greco sivir orlo del sue preciplzio ; infierivano le dissensioni nel seno istesso della famiglia realej il furor di parte straziava la Capitale , e intanto non faceva il popolo che intertenersi in frivole contesta- zionl, intorno ad alcun i punti aslratti di dotlrina^ di assai poca iinportanza. Gli spaventevoli progress! ilelle armi ottomane indotto avevano diversi impe- ratori a chiedere V assistenza delle varie CortI d' Eu- ropa 5 e a cercare di conciliarsi il favore del Papa col proporre la riunione delle Chiese greca e latina. Anzi, segmto dal Patriarca di Costautinopoli e da un gran numero di vescovi , si era Giovanni Paleologo con- dotto in Italia J durante lo scisma che divideva la Chiesa; e, superate alcune difficolta e fatle niolte concession! 5 aveva concertato con Eugenio IV un prc- liminare d'unione. I^er essere , tuttavia^ i principal! Capi della Chiesa latina^ avversi a tale riconcilia- zioncj poco frutto pole Tlniperatore trarre da tutti i suoi tentativi 5 e per sopraccapo di sventura^ aveva, alcuni giorni prima che fosse sottoscritto il negoziato, il Concilio di Basilca pronunziata la rimozione di Eugenio. DI ritorno adunque nella sua Capitale, si vide il Paleologo csposto a'molteggi de'suoi sudditi, LADISLAO IL POSTUiMO s^.gj dsi' quali fu la proposla unione tacciata di eretica Gap. ^^^^• impresa. Rimproveravano essi alia Ghiesa latina i fre- * ' ^" qiienti siioi scismi ^ e altamente protestarono ^ avreb- bero amato meglio di dar luogo in Costantinopoli al turbanle del Sultano^ anzi che alia tiara del ro- mano Pontefice. Morto nel i^^S il Paleologo, i suoi fratelli fra loro si disputarono il crollante iroiio, sul quale alia per fine sali Costantitio, 1' ultimo de' greci impera- tori. Maometto II ^ figliuolo e successore di Amurat^ rivolte tutte le sue cure alia presa di Costantinopoli ^ aveva per cio cominclato dalPinnalzare^ a cinque mi- glia da quell a Capitale , una Fortezza clie dominava lo stretto passaggio del Bosioro, laonde erasi Go- stantino proposto di intimargli la guerra 5 ma lascia- tosene poscia dissuadere da^ pusillanimi consigli del suoi ministrij non altro fece il timido procedimento de- Greci che accrescere animo al Sultano ^ il quale racccltOjSul principiare del seguente anno, poderoso esercito . vigorosamente assalto quella disgraziata Ga- pitale. Ma in tanta estremita, e sebbene mal secon- dato da' proprii sudditi , riesci Goslantino a ordinare un corpo di novemila combattcnti j e con un coraggio ben degno di miglior sorte^ disperatamcntc difese queir ultimo avanzo del suo Impero. Tutti i prodigi del suo valore, per altro, tornarono in ultimo vuoti contro il superior numero e il fanatismo de' Turchi ^ e €ontro la perscveranza del Sultano : dopo un fie- rissimo assedio di cinquantatre giorni fu la piazza presa d' assalto 5 peri Gostantino dilcnJendo Taperta breccia, e con lui ebbe fine il trono de' Greci, il nome de' Gcsari c la gloria dell' Impero romano> , ^5-; Presa Costantinopoli, cd ivi fissata la sede del 298 STOMA BELLA CASA D'AUSTRIA Cap. XIII. suo Impero, volse Maometto gli avidi suoi sguardi 1439-1458 ^gj,gQ rOccidente, e medito la conquista delF Un- gheria ^ unico baluardo delP Europa conlro il po- teiitissimo Impero turco. Li fatti, poscia clie ebbe soggiogata V Albania , e respinto V intrepido Scan- derbeg^ s' avanzo verso il Danubio^ e assali Sc- mendria. DalP avvicinaisi dell'Uniadej cbe a quella volta accorreva con quante forze aveva potuto riu- nire^ astretto il Sultano a levare 1' assedio , si lascio addietro nella Servia un eserclto d' osservazione di trentamila uominij con ordine di non arrischiare alcuna giudicata battaglia ^ e ratto s' avvio verso la Bulgaria per raccogliervi nuove truppe. Ma intanto , il Duce imgarOj colto il bel punto delF assenza del Sul- tano, sorprese di notte tempo il campo turco, e^ forzati i ripari^ fece prigioniero il generate ottomano, e trion- fante se ne torno a Belgrado. Furibondo per siffatta rollaj Maometto ordino nel seguente anno un esercito di dugenmila uomini, e corse a stringere d' assedio quelP importante piazza. Dovettero tutte Ic forze ungare ritirarsi dinanzi si poderoso esercito 5 e fu- rono inviati sulFistante, e colla massima fretta, a tutti i Sovrani d' Europa pai^ticolari messaggi per soc- corsi. Ma a vuoto sarebbero uscite tutte le loro pre- gliiere , se non fosse un religioso francescano, Gio- vanni da Capistrano^ il quale corse tutta la Germa- nia di citta in citta, di villaggio in villaggio, riescito col suo zelo e colla sua eloquenza a raunare un corpo di quarantamila uomini sotto lo stendardo della croce. II giovane Re e il Cilly, fuggendo il pericolo, s'' e- rano riparati a Vienna 5 nel solo IJniade riposavano le spcranzc di ogmino. Per cssere poi la Nobilta LADISLAO IL POSTUMO 299 uiigara Iroppo occupata ne' suoi parteggiatiienti , Cap. XIIL perch^ sommiiiistrar potesse numero sufficiente
  • — 6*/ sottomctle • — h spo^ glialo deW Argoi^ia e de* suoi principal i possedi- rnenti in Isvizzera — La niaggior parte de^ suoi Stati e daW Imperatore alincata o disposta altri- menti — • Sua fuga da Costanza — E nuovamente posto al bando delV Impero — * Si riconcilia con Sigisuiondo per V interposizione del suo fratello Ernesto — Guerra del Tockenburgo - — - Morte di Federieo IV — Gli succede il suo figliuolo Si- gismondo — ■ Questo Principe perde tutte le terre in Isvizzera — Querela col Duca della Borgo- ^na^ — ^Riconciliazione^e alleanza di Sigisinondo co*- 3o8 STORIA BELLA CASA D' AUSTRIA gli Sv'izzeri — Egli ahbandona i siioi Stati a Mas^ similiano — Morte e caraltere di Sigismondo. Gap. XIV. JN^^ capitolo X noi abblamo narrato^ comcj dopo i384-i4961a morte d' Alberto IV e di Guglielmo , si fosse la Casa d' Austria J e dovesse considerarsi divisa in due rami J T Albertino cioe^ e il Leopoldino. L'Alber- tino 5 del quale unicamente abbiamo fino a qui fa- vellato 5 ^ quello che rimase in Austria ^ e costitui la linea primogenita estiutasi colla morte di Ladislao. Ci rimane or dunque a dire i casi delP altra linea conosciuta sotto il nome di Leopoldinaj la quale ^ passata in Tirolo^ come nello stesso Cap. X fu ac- cennato, si sparti di nuovo in due rami, in quello propriamente del Tirolo, e in quello della Stiria. Noi cominceixmo per tanto a i*agionare del Tirolese 5 Hel che fare iion possiamo tralasciar di risallrc al pill rimoti tempi per ben fissare Pattenzione del Let- tore, e porre in cliiaro la catena delle persone c degli avvenimenti. Federico j quarto di questo nome e quarto figliuolo diLeopoldOj cbe fu stiplte della linea Austriaca del TirolOj nacque nel 1384; c giunto alia maggior eta^ ricevettej come sua porzione dell'eredita paterna ^ r anzidetta provincia e le dipendenti terre, cui sem- bra aggiugnesse fin dal principio Feldkircli, Pludentz, il castello di Verdenberg ^ e le contce di Sargans^ del Rliintal c del Gaster^ altrimenti chiamate la si- gnoria di Vindeck (i), dalla sua famiglia^ o da lui (i) II Gaster e un distrelto a selteiilrione del lafj^o di Wal- stadt e della Linlh, che s'esteude dalla ciUu di \yalleiistadt FEDERICO QUARTO Sop stesso comperatesl da' conti dl Verdenberg, o pure a Gap. XIV* questi tolte colla forza. Appena poi si trov6 Federico ^^^4-i49^ in possesso del suo governOj si vide costretto a do- ver prender parte in una guerra che ardvVa Ira Fa- bate di San Gallo e gli abitanti delP Appenzel, e nella quale, d'ausiliare che era in origine, presto divenne principale attore. L' abate di San Gallo j che stendeva la sua auto- riti su di un vasto paese ^ era principe delPImperaj membro della Confedei^azlone formata dalle citta della Sveviaj e possedeva in assoluta signoria la cittci di San Gallo J che^ sorta appoco appoco ne' dintorni della sua abbazia , vedevasi allora, per la felicc , ^ sua situazione e per gli ampii suoi privilegi ^ giunta a un alto grade di prosperita. Alia quale abbazia ubbidiva anche una parte degli abitanti delP Ap- penzel^ mentre erano gli altri o soggetti all' Impero^ o vassalli de'diversi Signori. Essi poi ottennero tutti parecchi jn-ivilegi o dagli Imperatori , o dagli Abati, e crebbero in ricchezza pel loro commercio colla citta di San Gallo j e pei fecondi loro pascolij die offrivano abbondantc nutrimento alle numerose loro mandre. Varii Comuni poi di esso Canlone , avevano insieme stretta una specie di Confederazione colle- gandosi a Schwitz e a Claris ^ non che a J alcune citta della Svevia. Ma venuto ad esscre abate di San Gallo un ccrto Cuno o Cunone , altcro c ambizioso prelato , il quale si pose in capo niente meno che di voler abolire fino ad Utznacli: Wesen ne e la citta principale. II caslello di Windeck , altualmenle distrutlo , si trovava fra Wcscn e Tsclianitz. 3io STOMA DFXLA CASA D^ AUSTRIA Cup. XIV. lulti que' privilegi e sciorre tutte Ic alleanzCj per 1 0^4- 1 496 jyjcgijQ aggiungere il propostosi fine, compero, o SI fece 5 in altri modi , cedere dall' Imperatore e dai piccioli baroni , i loro diritti ^ sottomeltendo cosi alia propria autorita la maggior parte del paesc. La lirannide per altro de' suoi magistrati e subalterni ufiziali non tardo molto a eccitare lo sdegno de'co- raggiosi abitanti delF Appenzel , 1 quali, seguendo Pe- sernpio deMoro vicini^ sollevatisi di comune accordo, cacciarono gli oppressor! , s' impadroiiirono de'castelli forti J e fecero alleanza coi borghesi di San Gallo ciii aveva pure 1' Abate irritati contro di so. Cunone e i suoi religiosi si ritrassero intanto a Wyl nel Can- tone della Turgovia. Le lagnanze e i danui de'bor- gliesi furono bensi ristorati per una sentenza d'ar- bitro pronunziatasi dalle citla della Svevia cbe ne confei'ino i privilcgi : ma videsi dalla medesima sen- tenza disciolta la loro Lega cogli Appenzellesi. Al qual giudicato sebbene si sottoponessero quelli di San Gallo J cosi non fecero gP indignati abitanti del- TAppenzel J clie, rigettatolo con ealore, rinovarono so- lennemente i patti cbe avevano stretti tra di loro ; cliiesero F alleanza della Confederazione elvetica 5 e quantuiique non fosse la loro incbiesta accettata se non da' soli Cantoni di Scliwitz e di Glaiis^ si dispo- sero a difender colla forza i loro diritti ^ ricusando persino Tofferta di mediazione die loro fecero di nuovo le citta della Svevia. Per altra parte, spalleggiato dalla citta di San Gallo^ e da quelle di Costanza, di Ravemsburgo , d'Uber- lingen, di Wangcn , di Buchorn e di Lindo , uni Cunone un esercito di cinquemila uomini , coi quali si accinse a sottomeltere i suoi ribelli vassalli; e FEDERICO QUARTO 3ii quest' esercito in fatto, dopo cP avere passata allegra- Cap^ XIV. mente una festa datagli dallo stesso abate di San ^^04-1496 Gallo J si avanz6 verso Speicher^ picciolo villagglo die siede su di un'eminenza. Ma neiratlraversare una gola^ fu assalilo dagll abitanti delP Appenzel ^ sccondati da cinquecento uomini della niilizia di Schwitz^etotalmente distrutto. I vincitori abbatterono poscia le prlncipali Fortezze del paese, e colle fre- queati loro correrie sparsero il terrore fra 1 partigiani deir Abate. La citta di San Gallo rinovo allora i suoi vincoli d' amicizl.i col Cantone d'Appenzel 5 e dal canto loro 5 le citta dianzi favorevoll all' Abate ^ meglio provvedendo ai proprii casi j e stanche di una guerra tanto fatale al loro commercio, conchiu- .sero una pace separata. Abbandonato per tal raodo a si stesso ^ V abate di San Gallo cbbe ricorso a Federico IVj duca d' Au- stria, il qual principcj tcmendo che le massime dci Confederati non corrompessero i suoi sudditi , si lascio sedurre dagli stessi motivi clic avevano indotti i presontuosi suoi antenati ad assaltare gli Svizzeri^ e, senza perder tempo, unite moltissime forze in Arbon, sul lago di Costanza, mosse cgli stesso contro la citta di San Gallo, e commise a quattordici cen- tlnaia di soldati , pcnetrassero intanto, per Altenstet- ten , fino nel cuore del Cantone d' Appenzel. Ma corso quest' ullimo corpo ad affrontare le trincce clie difendevano il passo di Geiss (i), fu ivi disfatlo i4o5 da quegli intrepidi abitanti , guidati dal conte di Werdenberg , alia cui famiglia avcva la Casa d'Au- (i) A quest' azione si da generalmente il norne di Ijaltaglia della Stoss j parola che significa fronliera. 3i2 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. XIV. stria tolte le contee di Sargans e del Rhintal. E ^^ ^^"^^^ mentre il vinto Federico ritiravasi ^ levato il suo campo dalle miua di San Gallo , gli abitanli di questa ciltaj esciti furiosamente alia campagnaj lo raggiunsero e lo assalirono ad Hauptlisbergj ne mai cessarono dal seguirlo e dal noiarlo fiao ne' din- tor ni d' Arbon. Tali perdite senipre piu irritarono P animo del Duca d'Austria^ che tent6 penetrare nell'Appenzel dal la to di Wolfshalde : avendo per altro ricevuta una nuova sconfitta^ diede in pegno il Gaster^ il Sar- ganSj e il Rhintal al conte di TockenburgOj al quale commise il comando delle sue truppe ^ mentr'egli^ non potendo piix in se capire dallo sdegno , si rilira- va ad Inspruck. Marco la partenza di lui il momento di una generale invasione ne' suoi proprii Stati, i cui abitanti si mostrarono ancli' essi dispostissimi a le- varsi a romore. Le ti^uppe delPAppenzel e qiiolle di San Gallo passcggiarono allora il Rhintal senza tro- i4o6 ^^^'^ J^ menoma resistenza ^ e s' impadronirono della citta e del caslello di Werdenberg, che restituirono al loro bravo condottiero. INel colnio del verno^ si trassero quindi innanzi lino al lago di Zurigo 5 sot- tomisero la Bassa Marca (i) e il Vecchio Raperswil^ o Allendorf J che restituirono agli Svizzeri in ricom- pensa della ricevuta assistenza 3 s' impossessarono pure (i) L'' Alia e la Bnssa Marca, che appartermero di poi al Cantone di Schwitz , si distcndevano Imjgo la riva iiieridio- iiale del lago di Zurigo , da Reichenberg fino al disopra di Altendorf o il Yeccliio Reperswil ^ e lacchiiidcvajio pure il VVng- gintlial. FuessU j vol. J , /?. 5s>7. - Leu Jlclvetisches. Lex art, March ^ FEDERICO QUARTO 3i3 di Feldkirch , di Pludentz e del castello di Ki- Cap. XIV. Lurgo 5 dando il guasto a tutto il paese fino alle ^^ ^"^^9 porte di Winterthur. Valicato poscia il monte Alt- htrgj e forzato il pacse di Landich ^ penetrarono nel Tirolo J spiegando le vittoriose loro insegiie nelle vallate deir Inn e delPAdige , ove furono festevol- mente accolti da quegli abitanti , die approfittaro- no di tale occasione per iscotere il giogo auslriaco. E quando , inteso che si disponeva V inimico ad as- saltare il loro stesso paese j se ne tornarono gli Ap- penzellesi in dietro , presero Wyl ^ stanza delP a- Uoj bate di San Gallo , costringendo questo prelato a conchiudere la pace. Senipre maggiormente poi arii- mati da' loro felici successi , contiiiuarono i loro as- salti contro i possediraenti austriaci , e si ascrissero a gloria il trascorrere la Svevia^ per restituire la liberta a que' popoli oppressi dai Nobili 5 colla qual mira in fatto, passato essi il lago di Costanza, nel pill gran rigore del verno^ posero V assedio dinanzi alia citta di Bregentz. Questa guerra per tanto durava gia da cinque annij e si trovera forse assai maraviglioso che un ristretto numero di borghesi c di pastori, abbiano osato portarc le armi dalle sponde del Thur fino a quelle delP Adige, senza aver provata la menoma avverslta. None per altro a tacersi che, de'loro felici successi J andarono precipuamcnte debitor i alle di- visioni de' Principi della Casa d' Austria e al mal animo de' sudditi contro Fedei ico. Inoltre , gli abi- tanti delF Appenzel erano apcrtamente spalleggiati da'Cantoni di Schwitz e di Glaris, e in segreto poi da lutti gli altri che trovavano il loro interesse nclla contlnuazicne delle ostilila • oltrechc, tutti qudli in ioS 3i4 STOniA DELLA CASA D' AUSTRIA Cnp. XJV. fine clie craiio abbandonati dalP Austria cercavano i5.si-,496]^ loro alleanza. Finalmente poi, i Signori cbe avevano feudi nella Svizzera e nella Svevia, fra loro si collegarono per oppugnare nemici tanto arditi e perigiiosi ^ a ci6 fare in ispecial modo animati da Roberto , stato e- lelto re de'Romanip dopo la rimozione di Venceslao: onde avvenne clie al principiare delP anno seguente^ ottomila combattenti riunitisi insieme sotto la ca- pitaneria dl Rodolfo , Conte di Monforte, e giunti, col favore di una folta nebbia^ inosservati fino nei dintorni di Bregentz^ sorpresero gli assedianti , e li costrinsero a torsi giu dalla loro impresa , sebbene non avessero questi nello scontro rilevato cbe as- sai lieve danno. Da questa rotta inoltre fu acce- lerata la conclusione della pace; imperoccbe^ non ri- cevendo piu gli Appenzellesi se non deboli aiuti da' loro alleati . e temendo altresi d' attirarsi eontro tutte le forze delP Impero ^ discesero ad accettare le condizloni cbe furono dettate da Roberto; la somma delle quali iniportavaj clie avessero gli Appenzellesi a restituire i fatti conquisli ^ rinuncias^ero a qual- sisia alleanza contratta dopo il cominciamento delle ostilita e riconoscessero T alto dominio delT abate di San Gallo : esscndosi di piu stipulata una tregua di tre anni con Federico, cui furono espressamente riser- vati i diritti che aveva sulla Bassa Marca di Scbwitz^ e su le lerre dipendenti da Werdenberg. Ma siccome gli Appenzellesi ^ i quali non si erano clie a mal cuore sottomessi alle condizloni loro imposte , tar- darono a restituire il Rbintbal e Sargans ; Federico riuniti dodicimila uomini ^ andu a ricuperare quei luogbi di viva forza ^ e prese anclie Rbeineck^ Alt- stcttcn e il castello dl Werdenberg. Fatto luttavia FEDERICO QUARTO 3i5 prudentc da una lunga e terribile esperienza^ non Cap. XIV. si arrischii ad assalire I nemici ne' loro stessi paesi, ^^^4-^49^ e se ne ritorno ben presto in Tlrolo* Gli Ap- penzellesi convinti ^ dal canto loro ^ che quelle avventurose e fantasticlie imprese, per essi antece- dentemente vagheggiate, ad altro non servirono che a mettere in pericolo la loro liberta^ si limitarono nel Iratto avvenire a difendere le loro sole frontieie , invigorendo intanto la propria indipendenza per via deir aileanza che strinsero col Conte di Tockenbur- go , e col Signore di Sax^ e in ispecie con quella de' setle Gantoni della Svizzera (i). Federico IV fu erede degli Stati di Leopoldo^ che mori nel 14^^ ^^^ndo per cio al Tirolo i possedi- inenti della Casa d' Austria nella Svevia ^ nclP Al- sazia e nella Brisgovia ^ non meno che la citta di Lauffenburgo col suo territorio ^ ricaduta a quel suo fratello ^ dopo V estinzione della linea masco- lina della stessa Casa di Lauffenburgo. Ma dalla fatal rotta di Sempach in poi ^ era la potenza Au- striaca grandemente declinata in Isvizzera ^ ove vi- dersi piu di quaranta signorie , successivamcnle da' Principi di essa Casa o da'loro vassalli^ alienate o cedute alia Confederazione elvetica ^ che aveva per lo contrario smisuratamente accrcsciute le pro- prie forze. Eransi Friburgo e Berna strette fra loro (i) II Cantone di Cerna non fu di qiiesto numcro. Per Im guerra di Appenzel, noi al)bianio consuUalo, Tschudi^ Citron,^ e gli Annaii di Stealer, - Tscharner^ L, IV, - MuUer. - Wardkirch , t'ol. 1,, p. i85. - Watteville , p. lo'i , io6. - Planta , vot. I , cap. IL - Leu Heh. Lex. art. Appenzel^ St. - Gallcn ^ Frederic IV^ c spcclalmentc Fuessli (il qua- le ha dilucidati varii oscuri punti di siffalla gucna ) art. Ap- penzel, 3i6 STORIA DELLA GASA D' AUSTRIA Cap. XIV. in alleanza j aveva Sciaffusa ottenuto una forma di i«^of-i49o governo piu popolare^ e Basilea comperata la parte di questa stessa citta che giace su la sinistra spon- da del Reno. Assodata che si ebbe di tal guisa la Confedera- zione nella propria indipendenza j discesero i suoi possenti vicini a chlcderne Famiciziaj ed essa sail in grande considerazione anche presso le piu lon- tane Sovranita delP Europa. E ben presto ^ per V e- sempio che aveva dato, fiiron vedute ordinarsi nella Rezia diverse piccole Confederazioni che sempre piu concorsero a indebolire il potere della Casa d' Au- stria, gPinimici della quale, o fosse effetto di gelo- sia e di solo odio , o seguissero in questo i sugge- rinienti della politica^ avevano altamente o in se- greto spalleggiati i Cantoni della Svizzera, accogliendo senza la menoma esitazione sotto il proprio padro- cinio quanti tendessero a scuoterne il giogo 5 bea i^ii pi'ovo Federico IV, in una guerra che ebbe a so- stenere contro Basilea pel possedimenlo di alcuni villaggi di confine ^ il tristo effetto della loro in- terposizione ^ cssendosi veduto per essa costretto a conchiudere una svantaggiosa pace. Se tutte queste cose inasprissero il suo animo , non e a domandarsij ma veggendo egli presso de'Tirolesi^ non che presso gli altri suoi sudditij i cui paesi confinavano coUa Svizzera, ognor piii crescere e propagarsi la braraa di rendersi essi pure indipendenti , rlsolvi^ prevenire la total pcrdita dc' suoi Stati , tentando la via dellc negoziazioni. E siccome di que' giorni appunto stava per tcrminarc la conchiusalicguadeUre anni, fece egli i preliminari delie offerte ad ottenere che fosse contl- iiuata piu a lungo: ncl che sebbene incontrasse dap- FEDERIGO QUARTO 817 principio moltissime difficolta , non di meno col sot- Cap. XIV. toporsi a sospendere in favore di Schwitz P eserci- ^^^i'^id^ zio de' suoi diritti su la Bassa Marca , e liberando da alcuiii Hvclli feudali i piccloli Cantoni ^ giunse a ottenerne la cooperazionej sicche videsi^ addi 5 mag- gio i4i2^ conchiusa una pace o piuttosto una tregua di cinquant' anni. Furono gli otto Cantoni e i loro alleati di Solura e delP Appenzel confermati nel go- dimento di tutte le terre che avessero in qualunque modo acquistate* e vennero guarentiti al Duca tutti i diritti signorili appartenenti alia Casa d' Austria , colla facolta anche a questa di farsi restituire^ e riprendere le Terre che aveva soltanto ipotecate. Riputandosi dopo cio non avere piu nulla a te- mere per parte della Svizzera, tutto si diede Fede- rico alle cose del Tirolo, ove Enrico di Rotenbur- go, governatore della vallata delP Adige ^ credendo per le sue ricchezze e per la sua podesta pe- ter avere in non cale il proprio Sovrano ^ innal- zato lo stendardo della ribelllonej sollecitava i Du- chi della Baviera ad entrare in quella provincia. Nello stesso tempo^ il Duca d' Austria si trov6 in dissensione coi Vescovi di Brcssanone e di Coira al proposito di varii feudi situati nel Tirolo 5 e quasi ^ che tali cose non bastassero, molto gli dava a pen- sare anche il Vescovo di Trcnto, P amlco e P al- Icato di Enrico di Rotenburgo. In si affliggenti con- giunture ^ il Duca prcse arditamente il parti to di marciare contro le forze bavaresi che assediavano Ala, le quali costrinse egli , prima ad una tregua poi a rinunciare alia loro impresa 5 assail e fcce prigioniero 5 nel castello di Furstemberg, il Vescovo di Coira^ cui mise poscia iu liberta cedendo alle iuchie- 3i8 STORIA DliLLA CASA D^ AUSTRIA Cap. XIV. ste della Lcga Grigia o Rezla; prese le principali For^ i5i)4-i496 tezze del vescovado di Brcssanone, e occup(i Trento e il paese vicinOj scacciandone il Vescovo. Teane au- che in dovere i suoi suddlti malcontenti j e per la morte del Conte di Kotenburgo si trovo liberato da un perlcolosissimo nemico. Ma aveva appena Federico restituita la tranquiU lila a' suoi Stati , che gla fierissimo turbiaCj scoppiato in altra parte , venne a cader sul suo capo e poco manco non re.stassene egli vittlma. Durante le que- rele delP Impero eransi dal principe del Tirolo se- guite Ic parti di Robei'to^ di cui aveva sposata la figliuola, contro la Casa di Lucemburgo, e poscia quelle dell' anti-Cesare lodoco contro Sigismoado ; e s' irrit6 poi sempre maggiormente contro Paninio di quest' ultimo 5 col ricusare di fargli omaggio pei suoi dominiij a tal cbe per siffatto rndtivo, quanto per molti altri^ venuti Federico e Sigismondo in si reciproco odio da insultarsi pubblicamente con pun- genti ingiurie , la loro inimicizia ancora continuava quando si cougrego il Concilio di Costanza per far cessare lo scisma della Chiesa. Postosi Giovanni XXIII sotto la protezionc di Si- gismondo ^ erasi ^ alle costui inchieste , indotto^ scb- bene di mal cuore^ ad unire quel generale Concilio in Costanza ^ nutrendo speranza che , astretti cosi gli altri due Papi Benedetto XIII e Gregorio XII ^ a ri- nunziare, rimarrebbe egli unico Capo della Cliiesa. Diffidando per altro delle mire delP Imperatore , pen- so cattivarsi il favore di alcuni Principi alemanni ^ c si rivolse in primo luogo a Federico IV, clie ben sapeva nulrire un astio persbnale contro di Sigismon- do; c il quale, Signore come era di molte Fortczze nei FEDERIGO QUARTO 3 19 dintorni di Coslanzaj avrebbe potato offrirgll uii Caj). XIV. asilo in caso di imminente bisogno. Furono real- i'^'^4~^4U^ mente da Fedcrico accolte le proposizioiii del Pou- tefice^ e questl dal canto suo il creo gonfaloniere della Chiesa collo stipendio di seimila ducati : nella quale imione entrarono pure^ e ognor piu coiitri- bnirono ad assodarla, T elettore di Magonza^ il Mar- gravio di Baden ^ e Filippo, duca della Borgogna. FedericOj per tanto^ seguito da cinquecentogentiluo- minij accompagno il Papa a Costanzaj ma^ apertosi quivi il ConciliOj videsi Giovanni, ben al contrario delle concepile speranze, forzato a promettere che a- vrebbe sagrificala la sua dignita al riposo della Cliiesa. II duca d' Austria al quale V Imperatore intimo di rendergli omaggio pei suoi feudi , obbedi non senza grave rincrescimento; ma, entrato tuttavia in sospetto avesse Sigisinorido appoggiate le querele de'tre Ve- «covi pill sopra nominati , e sapeudo poi del certo come avesse eccitati gli Svizzeri ad invadere i suoi Stati austriaci; diede niano alia fuga del Papa, il quale sperava die mancato lui avrebbe dovulo il Concilio necessariamente disciorsi. Ad effeltnarc per tanto il premeditato disegno , diede Fedcrico nei dintorni di Costanza uu maguilico torneo; e rrientre se ne stava ognuno intento alio spettacolo, il Papa fuggi di Costanza in abito di palafreuiere ritracn- dosi a Sciaffusa. II duca d' Austria clie armeggiava nella lizza , prolungi il combattimento fino a clie, giudicando potesse trovarsi il Pontefice in sicuro, abbandonata altrui una facil vittoria, corse a rai?- giungerlo. Nel primo momento ^ la luga di Giovanni sparse 14 \j 320 STOMA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. XIV. in tatti i Paclri la costeriiazione; ma, rinfraacati essi 1^84-1496 pQ5(,jr^ dalle replicate rimostranze dl Sigismondo, di- chiararono essere il Goiicilio superiore al Papa ^ e ferml si mantennero al loro posto. Funestissimo torn6 intanto a Federico il suo mal cauto pi'ocedimentoj che scomuiiicato e posto al Lando delPImperio^ qual nemico della Gliiesa e tra- ditore di Sigismondo, ne furono i sudditi liberati dal giuramento di fcdelta ^ esortandosi iuoltre gli Stati viciiii, colla promessa delFassoluzione e colla facolta di rltenere quanto conquistassei'o ^ a impa- dronlrsi delle sue Terre. In un tnese in fatto videsi tutto rimpero in armi 5 e trentamila uomini ^ con- do tti dal Burgravio di Norimbergaj piombarono su le province di Federico j e toltogli Stein e Dies- senliofen ^ marciarono senza perder tempo contro Sciaffusa. AlPavvicinarsi del pericolo 5 il Papa e il duca d' Austria si rifuggirono in Lauffenburgo. Intanto Sciaffusaj per essersi arresa senza resistenza^ videsi po- sta sotto la protezione delFImpero. Frawenfeld e il Can- tone di Turgovia ne imitarono Pesempio. II conte di Tockenburgo si impadroni della contea di Sargans, non meno che delle altre terre clie si trovavano a lui ipotecate , e ^ di concerto col vescovo di Coira ^ assedio Feldkirch. Fu SeckiGgen assalita dalle truppe di Basilea^ e un altro esercito guidato dalPelettore Palatino attraverso V Alsazia austriaca. In mezzo a tanto infuriare di guerra^ attendeva Federico nelP Ar- govia ad ordinare le sue £01:265 quando riseppe, avere anche i Confederati elvetici j ad inchiesta del- PImperatore, rotto la tregua , e conquistati i suoi Stati della Svizzcraj uniti i loro concittadini di FEDERICO QUARTO 32 i Solura^ di Bienna e di Neufchatelj inalberala la Cap^ XIV. bandiera iraperiale , espugaarono Zoffingen ^ Arbergj ^^^'^^'^^ Araw , Brouck e Lentzburgo , e diversi altri caslelli^ iiel cul novero si trovo quello di Apsburgo , antica culla de''principi della Casa d^ Austria. Spiagendo poscia innanzi le loro coiiquiste^ in soli otlo giorni e colla sola perdlta di quattro de'loro^ giunsero fiiio al luogo dove i due fiumi Aar e Reuss insierne si uniscono 5 e ricompeusati ^ per certa sonima ^ i ser- vigi de' loro concittadini , ritenriero per se soli e si apropiarono uii vasto paese, ben coltivato e fol- tissimo di popolazione. Intanto aveano le truppe di Lucerna, colla stessa celerita , preso Sursea e il paese di Reichensee^ di Meyemberga e cli Vilme- ringen nel Wagginthal. Zurigo fece occupare la Si- gnoria di Knonau 5 e le sue truppe , ingrossate da quelle de' Gantoni Silvestri^ conquistarono Mellin- gen e Bremegarten ^ come pure i circostanti di- stretti 5 posero poscia V assedio dinanzi alia citta di Baden ^ la miglior Forte zza cbe inai abbiano i Principi auslriaci posseduta in Isvizzera. Fu la piazza valorosamente difesa clal goveinatore Burcardo di Mansbergj ma avcndo gli assedianti ricevuli nuovi rinforzi, la strinsero davvicino e col massimo zelo prosegulrono le fazioni delP assedio. Federico, il quale erasi ^ durante questi avveni- menti, da Lauffeuburgo ritirato a Brisncco ^ sembrA dapprincipio deteruiinato a volersi difendere fino air ultima estremita 5 n^ ancora potevasi dir la sua causa disperata. Baden j Seckingen e Feldklrch op- ponevano ostinatissima resistenza * e un gran numero de'suoi vassalli ^ riavutisi dal primo spavento^ ave- \auo dichiarata la guerra alio stcsso Imperatore : i 2 1 322 STORIA DELLl CA^SA D^ AUSTRIA Cap, XIV. Tirolesi e gli abitanti della Foresta Nera , popoli xo84-i496fgjgIj^ ardev^no della brama di vendicare I'oltraggiato loro Sovrano: foraivalo inoltre il Papa di grosse somme, e ordinavano i duclii di Borgogna e di Lo- rena le loro forze a soccorrerlo 5 oltreche^ poteva anche sperare di trar molta utilita dal credito almeno^ se non dalle armi^ del fralello Ernesto e del cugino Alberto. Ma tanto si lascii Federico abbattere dal- I'avversitij quanto aveva in pria imbaldanzito al propizio volgere della sorte. Venuto dunque meno^ fiotto il peso della disgrazia^ e sordo alia voce del- r onore e alle parole del Sommo PonteficCj si ar- lese al codardo consigllo di Luigi di Baviera (i)^ e consenli dr oon.«^egnare il Papa a' suoi nemici , e di abbandonare s^ stesso alia disci^ezione di Si- gismondo. Non fu mai veduto principe delP Impero rldotto a tanta umiliazione di quella clie era riservata alPinfelice Federico. Per dare la rnaggior pompa possibile al pro- prio trionfo , raduno V Imperatore nel refettorio dei a^eligiosi delP Ordine di San Francesco ^ gli ambascia- dori degli Stati d' Italia ^ i primarii Padri del Con- cilio J e i piu possenti Pi^incipi dell' Impero ^ e po- scia clie si fn egli seduto in trono^ il Principe au- striaco^ accompagnato dal burgravio di Norimberga ^ suo nipote ^ e dal cognato Luigi di Baviera , entr6 nella sala^ e tre volte si prostro. Tutti gli sguardi si rivolsero allora a qnello sgraziato ^ cui P Impera- tore alteramente cliiese qual cosa volesse. II bur- gravio ^ presa la parola , cosi rispose : » Potenlis- (i) Questo principe traeva la sua origlne dal ramo d"* lu- golsladt. FEDERICO QUARTO 323 simo Monarca ! II duca Federico dVA u stria , mi o Cap. XfY. zio^ viene ad implorare il vostro real perdono e ^ '^"^'^^^ quello del Coacilio per le offcse conlro voi e contro la Chlesa commesse. Si pone egli in vostro potere 5 ed offre^ a condizione che sieno salvi gli Statl suoi e la sua persona ^ di far condurre il Papa a Costan- za ?>. Dopoche I'lmperatorCy alzando la voce ^ riprese: ?* Duca Federico J v'obbligate voi a mantenere que- sta promessa ? *? — >> lo ne assumo 1' impegno ^ » soggiunse il Duca singliiozzando " e umilmente im- ploro la vostra real misericordia. »> Lo stesso Si- gismondo sembr6 a tali parole commoversi ^ e disse ad alcuno die stavagli a lato:>> Duolrai cVegli ab- bia tenuta una condotta tanto reprensibile »?. Fe- derico 5 rinunziato quindi a tutti i suoi Stati dal Tirolo fino alia Biisgovia ^ per riceverne ^ a puro titolo di grazia^ quella parte cui piacesse alF Impe- ratore restituirgli^ offri s6 stesso per ostaggio del- r esecuzione di quanto prometteva. Sigismondo 5 prc- sagli allora la mano^ mise fine alia ceriiuonia, vol- gendosi con queste parole a' Prelati italiani: '» Re- verendissiml Padri^ voi hen conoscete il poterc dei Duclii d' Austria: da quello die avcte veduto , giu- dicate ora , quanto possa un Iniperator di Germa- nia ». Secondo la fatta promessa ^ Federico consegno il Papa agli ambasciadori di Sigismondo ^ e si dispose ad adempiere gli altri suoi patti , tcnendo per certo , die col sottoporsi a si uniilianti condizioni , oltre il riconciliarsi colP Imperatore ^ avrebbc ben anco ricuperati tutti i suoi posscdinienti. Ma rimase crudelmente deluso nelle cencepite speranze ^ cd ebbe il dolore di vedere Ic sue Tcrre smcmbralc c 3^4 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. XIV. vendute a picciole porzloni dalP avaro Sigismondo. 1084-1496 ]v[entre poi quest! per tal modo ingrossava 1 pro- prii scrigni ^ mando anche dicendo agli Svizzeri , clie 5 deposte le armi , levassero V assedio da Ba- den J ed avutane una risposla negativa ^ spedi un corpo di truppe in soccorso della piazza : al giun- ger per6 delle quali^ gia avevanla essi presa d** as- salto 5 laonde T Imperadore, fatti ancora invano al- cuni deboli tentativi per indurre gli Svizzeri ad ab- bandonare la fatta conquisla ^ dove accontentarsi a lasciarneli in possesso , mediante il pagameuto che gli fecero di una grossa somma. In un con- gresso y tenutosi poscia da' Confederati elvetici a Zu- I'igt) J fra loro si divisero le spoglie di Federico , e reciprocamente si obbligarono , a riuuirsi insiemCj per rispingere qualunque assalto contro i loro nuo- vi acquisti. Berna per tan to ritenne V Argovia ^ colla contea di Lentzburgo; Zurigo , Knonau e Lu- cerna ^ la citta di Sursea coUe dipendenti terre. La contea di Baden, e i paesi franchi di Bremergarten e di Mellingen (1) , furono posseduti in comune dai sei Cantoni. Ottennero i cittadini di Claris, di Zug, d' Undervald e d' Uri dall' Imperatore la liberazione di qualsisia vincolo feudale verso la Casa d' Au- stria J e videsi la dignita patronale su V abbazia d' Einsiedel trasferita ijel Cantoqe di Schv^itz. Poco (i) II Cantone di Berna, a mollyo della parte gla per esso ricevuta , e quello d' Uri, che non aveva se non a mal cuore violata la trcgua con Federico , rifiutarono di partecipare alP amministrazione di questi paesi e di questa contea. Tut* tavia fu Berna ammessa alia co-reggenza nel 1426, e Uri nvl 1445. - Tschudi ^ Planta^ e i miei Viaggi in Isi^iz^era, Lett era XI IL FEDERIGO QUARTO SaS di poi Sigismondo, avendo sempre in non cale i det- Gap. XIV. tami dclla giustlzia , e sempre inteso ad accrescere ^^^^4-«4yti colla stessa ingordigia le proprie fortune , invold alia giurisdizione austriaca , e dichiaro cittk impe- rial! Sciaffusa^ Diessenhofen , Niburgo , Brisacco e Rattolpszellj vendendo anclie il langraviato delF Al- sazia a Giovanni di Lauffen , e i haliaggi delP Alta e Bassa Svevia ai Signori di Waldburg. E sareb- Lesi egli altresi impossessato del Tirolo ^ come gia * avevane mostrato V animo j se non avesse Federico fatto segrelamcnte pregare il fratello Ernesto d' oc- cuparlo colle proprie armi ^ e di assumerne il reggi- mento* I Tirolesi intanto, levatisi a romore per so- stenere i diritti del loro Sovrano ^ munirono di ri- pari e di difensori i stretti passi e le gole delle loro montagne* sicche le truppe imperiali^ spedite per prenderne possesso^ dovettero tornare addietro senza aver potuto eseguire i ricevuti comandamenti. Da un altro lato^ proseguiva il Goncilio di Costanza nel corso delle sue deliberazioni. Giovanni XXllI^ tratto in prigione^ fu costretto a rinunziare^ e Sigi- smondoj indotto anche Gregorio XII a discendere dal trono pontificio, si condusst quindi in Ispagna per ottenervi la rinuncia ^ volonlaria o forzata , dcl- r altro Papa J Benedetto XIII, chc vi aveva cercato un asilo alia Corte d'Aragona. Federico 5 ritenuto in Costanza come prigionicro, videsi al fine tratto dinanzi a un Tribunale di giu- stizia, per rispondere a tutte le querele cbe si sa- rebbono portate contro lui. 11 Vescovo di Trcnto lo scomunico di nuovo, qual detentore di beni dipen- denli dalla sua Sede , e il Goncilio gli minaccio i pill severi gastiglii. Abbandonato da tutti , vedevasi 326 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. XIV. anche questo misero princlpe evitato da oganno come ^ ^"^^^^eretico e ttaditore^ e poco manc6 non fossergli eziandio negate le cose piu necessarie alia vita. Si giiinse persino a spargere maliziosamente la voce clie avesse Iramato contro V Imperatore , e fosse quin- di destinato a perire come uii vil delinquente. E tuttavia sopport6 egli con mirabile pazienza ogni traversia^ fino a die gli giunse all' orecchio la no- tizia clie stava il suo stesso fratello , Ernesto^ per togliergli anche il Tirolo ^ unico Stato clie gli rima- nesse di quanti ne possedeva in prima. Tanta per- fidia^ trasse alia per fine Federico dal suo abbatti- mento 5 e spiego egli tal coraggio 5 clie se fossero state meno innoltrate le cose , avrebbe potato ristorarne la fortuna, e risparmiar tutti gli insulti che aveva sop- i4i6 portati. Fuggito adunque di Costanza con soli quat- tro fedeli seguaci, prese Ta via di Feldkircli , e^ va- licato r Arlbergj discese nella vallata delFAdige^ ove fu accolto da una parte di quegli abitanti che per dovere o commiserazione gli erano rimasti fedeli ^ non poco imbarazzando ^ con quella sua inattesa ap- parizione, Ernesto, che tuttavia non si voleva indurre a rinunziare a' suoi rei disegni. Ma la fermezza di Federico J la forza della sua parte , che ogni giorno pill ingrossavasi , e Finterposizione di Luigi di Ba- viera e delPArcivescovo di Salisburgo, evitai'ono non iscoppiasse fra' due fratelli la guerra civile; sicche, toi^natosene Ernesto nella Stiria, ripiese Federico il governo del Tirolo. Ma non per questo cess6 il duca d' Austria di essere segno a nuove persccuzioni. Datosi Sigi- smondo^ al suo ritorno da Costanza, a ristorare le proprie finanze ^ che aycva interamente csauste col FEDERICO QUARTO 827 viaggio in Ispagna , e per aggiimgere slffatto scopo , Cap. XIV. unili gli Stati delP Impero, dichiar6 al cospetto dei 1^04-149^ medesimij essere necessario il sommettei*e un prin- cipe altrettanto debole nelle sue fovze quanto teme- rario nelle sue impresej e con siffatte e con tali al- tre accomodate parole^ ricliiese V Assemblea che ven- dicar volesse Poltraggiata maesta delF Impero e quel- la del suo Capo 5 sottoponendo il duca d' Austria al meritato gastigo, e spogliandolo giuridicamente di tut- ti i suoi Stati. Ma sebbene ottenesse in tal modo il con- senso di tutti i principi^ non cosl gli venue fatto per quello di Luigi di Baviera^ die osando alzar la voce in favore dello sgraziato Duca . prese con tale vee- menza a difenderlo conlro 1' ingiustizla che gli si fa- ceva^ che incorse egli stesso lo sdegno delP Impe- ratore. Laonde ^ forte cjuesti della cooperazione dei principi delP Impero ^ continu6 a saziare gP impulsi della vendetta non meno che quelli delP avarizia^ conferendo per certa somma^ a titolo di feudi im- periali ^ tutte le terre situate fra Bregentz e il Pret- tigau. La contea di Kiburgo per tanto ^ stata dalla Casa d' Austria impegnata a quella di Monforte^ fu ven- duta a Zurigo ^ e lo fu la giurisdizlone criminalc del Cantone di Turgovia a Costanza. Basilea acquisto i quattro distretti che sono bagnati dalle acque del Reno J e fu Wintherthur dichiarata citt{\ imperiale. In fine J spinse Sigismondo tant' oltre il suo rapace furore, che vende persino la facolta di ricupcrarc le terre che aveva Federico date via in cauzione. E avrebbe anche piii oltre proceduto nclP csecuzione di questo sistema di spolio, se non fosse ad un trat- to Ernesto comparso alle porta di Costanza con for- midabil corpo di truppe. S' interpose poscia Mar- 3^^8 STOMA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. XIV. tiiio V per accordoj ed essendosi Federico obbligato i58'4-i496 a reslituire le terre tolte al Vescovo di Trento, e ii ^ pagare a Sigismondo settantamila fiorini ^ ridotti po- scia a soli clnquantamila ^ ricupero tutti i suoi do- niinil ^ eccettuati i ceduti agli Svizzeri ^ o i gia vendu- tisi dair Impei^atore. Per tal modo ^ il duca d' Austria riprese il suo posto come membro del corpo germa- nico , e fu uno de' principi che sostennero il bal- dacchino quando il papa esci di Costanza (i). Poche cose degne di essere annotate ci offre pel tratto successivo la vita di Federico. Ben avveggen- dosi di tutta F erroneita dell' antecedente suo pro- cedercj ad altro ormai piu non attese che all' interna amministrazione del Tirolo ^ ove con una rigorosa economia^ coll' imporre a' popoli gravosissimi bal- zelli J e col confiscare i beni de' Signori mostratisi avversi al suo governOj raggranello grosse somme di danaro , e ricupero le terre che aveva date in pe- gno durante le sue quertle con Sigismondo. Sem- bra inoltre che 5 vivamente colpito all' epiteto di bisognoso ^ con cui erasi udito soprannomare nel tempo che si trovava prigioniero in Costanza^ c al solo intendimento di torsi giu delle spalle una taccia per lui tanto insopportabile . acquistasse pietre preziose e rarita di mille maniere , e facesse , con puerile ostentazione J riccamente indorare la cupola della sua cancelleria in Inspruck (i). (i) Ehendorf. " Arempech - JVindeck ^ Hist. Fred. Imp.- V Enfant ^ Hisfoire dii Conciie de Constance. - Gh storici Svizzeri or ora citati- J^^rre , Histoire d^'Jllemagne. (9.) II Fiigger vuole che tale ridicolo abbellimen^o non ro- stasse meno di dngenmila ducati. II popolo chianio quella FEDERICO QUARTO Sao Verso il fine de' suoi giorni per altro si trov6 Fe* i3g/.WQ5 derico costretto ad occuparsi un' altra volta delle cose della Svizzera, per V avvenuta morte del conte di Tockenburgo. Consistevano gli Stati di questo Si- gnore nella contea di cui portava il nome^ nella signoria di Windeck^ in Utznach^ nell' Alta Marca^ nella contea di Sai-gans^e nel paese situato a levante del Reno da Bregentz fino a Preltigau , oltre con- siderabili terre nella Rezia. I quali possediraenti eranOj alcuni feudi imperiali ^ altii beni allodiali^e i rinia- nentij terre state date in pegno al defunto dalla Casa d' Austria. Morto adlinque il Conte senza testamenlOj ne fu il retaggio cliiesto ad uno stesso tempo dalla sua nioglie Elisabetta e da^ parenti collaterali in li- nea femminina. E intanto Zurigo domandava Windeck per virtu del diritto di ricompera stato eonceduto da J45. 33o STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. XIV. Windeck. In quanto poi agli abltanti di tutte le dl- i3o4-i49^ sputate terre^ alcuni ottennero da Ziuugo iJ diritto di cittadinanzaj T ottennero altri da SchwitZj e di- vers! altri ancora ^ bramosi di rendersi indipenden- ti, ricusarono passare dal dominio di un Sovrano sotto quello di un altro , e se ne stettero indi- pendenti. Le esposte pretensioni furon cagione di violenti dispareri fra Zurigo da una parte ^ e Schwitz e Glaris dalP altra* sicche ^ giunte presto le cose ad. aperti atti d' ostilita , se fosse stato Federico altrettanto ardito come in addietro^ avrebbe certa- mente tratto profitto da si propizia occasione per dividere ed umiliare la Confederazione elveticaj ma in questi tempi^ Favarizia e non piu V ambizione essendo la sua passione dominante^ pazientemente sopporto tutti gli oltraggi che gli furon fatti da' Zurighesi ^ i quali non contenti di saccheggiare la contea di Sar- gans stata da lui riacquistata ^ avevano perfino at- terrati i castelli di Friedenberg e di Niedenberg. Che anzi^ quasi il Duca austriaco mirasse ad isfuggire ogni cagione di prender parte alia contesa^ cede a Schwitz e a Glaris il suo diritto di riscatto sopra Windeck 5 ^^^7 e in fine poi ^ non riservalo a se che il Basso Sar- gans (i)j fece vendita delPAlto ad Enrico di Wer- denberg. i4^9 Gesso Federico di vivere nel 14^9^ poco dopo sif- fatto accordo. Questo principe assai piu conosciuto per le sue disgrazie , che per la sua mentCj erasi congiunto in prime nozze con Elisabetta figliuola deir Imperator Roberto , dalla quale non ebbe pro- (i) 11 Basso Sftrguns comprendeva Walstadt colic signorie di INitdenberg e di Friedenberg. SIGISMONDO 33 1 Icj avendone bensi avuto da Anna di Brunswick sua Cap. XIV. seconda moglie 5 ma quando egli mori ^ non si la- ^^^^"^^^^ scio addietro die un solo figliuolo, Sigismondo^, in eta di dodlcl anni^ di cui si disputarono la tutela Al- berto e Federico , che uscivano amendue daila linea austriaca della Stiria^ essendosi alia fine^ dopo alcune difficolta ^ convenuto clie V educazione di Sigismon- do, e il govcrno del Tirolo sarebbero affidati a Fe- derico^ e che avrebbe Alberto il reggimento degll altri Stati. Non contenti pero di Federico, i Tiro- lesi lo costrinsero , in capo a tre anni , a rinunziare alia sua tutela , onde passo questa nelle mani di Si- gismondo, il quale entro pure al possesso degli Stati dell' Elvezia^ come anche di Winter f bur, die aveva rinunziato al titolo di citta imperiale, della contea di KiburgOj stata da 2/urigo vendula, e fors' anclie del paese situato fra Bregenlz e Preltigau , che fu per lui riacquistato dalla Casa di Tockenburgo , e cui aggiunse di poi Bregentz , vendutogli dal Conte di Monforte. E tuttavia a ritenersi non avere egli per allora ereditati gli Stati posti in Isvevia c nelPAlsa- zia^ e ne pure il paese di Brisgovia , i quali tutti , non meno che Friburgo ncir Uditland, ritenne Al- berto finche ebbe vita. II reggimento di Sigismondo e sgraziatamente me- morando per la perdita di tulti gli Slati cbe la Casa d'Austria possedeva in Isvizzera, Stati, per altro, che si riducevano soltanto al Basso Sargans, alia contea di KiburgOj a Winterthur e a Rapersvsil. Comincia- rono i mali umori , dall' essersi gli abitanti di que- st'ultima citta posti sotto la protezione di Schwitz^ d'Uri, d'Underwald e di Claris; il die non di poco accrcbbe V odio, che gia il Cgliuolo di Federico nS* 332 STORIA DELLA CASA D^ AUSTRIA Cap. XIV. turalmente nutrlva contro i Confederati elvetlci. E 10 4-1490 sembrava egli pronto a cogliere questa prima occa- sione per mover loro guerra^ quando il possesso di aloune minierCj recentemente scopertesi a Schwartz lo pose in aspre contese con Nicolo di Cusa ^ Cardi- nale Arcivescovo di Bressanone. L''interposizione del Papa^ die cito amendue le parti ^ aveva pel momento sospese le imminenti ostilitaj ma gia erano ricorain- ciate di nuovo avanti che avesse il Papa pronunziato giudizio; e il duca d' Austria, aspramente assaltato e preso Bressanone^ vi aveva fatto il Vescovo prigionie- ro : onde, indispettito il Sovrano Pontefice per siffatto sprezzo alia sua autorita^ scomunico Sigismondo^ e aiz- z6 gli Svizzeri a impadronirsi de^suoi Stati. Se questi accettassero con etitusiasmo la sollecitazione ^ e alPim- presa col solilo loro impeto si accingessero, ognuno sel puo di leggieri immaginare. Traversata per tanto la provincia di Turgovia senza incontrar resistenza, e ac- cettata la volontaria soggezione degli abitanti di Fra- wenfeld , strinsero essi d' assedio Wintertliur ^ e fe- cero anclie correrie su le terre vicine al lago di Go- stanza: di maniera che ^ incapace di oppor resistenza alle forze assalitrici^ il duca d' Austria chiese e ot- 1/61 tenne la pace^ rinunziando a tutto quanto eragli stato COS! facllmente tolto. Spogliato allora della maggior parte de' possedimenti austriaci in Isvizzera^ ne piu rimanendogli se non Kiburgo e Winterthur ^ voile privarsi anche di questi miseri avanzi ^ e li vende a Zurigo. Ma i mali umorl erano da una parte e dall'altra saliti troppoalto, perche la pace potesse essere du- revole ^ e un frivolo pretesto basto in fatto per riac- ren([ere la gxunTa. Perocche 5 insortc alcune coate- SIGISMONDO 333 stazioni fra i sudditi austriaci e i cittadinl dl Sclaf- Cap. XIV. fusa e di Mulhausen , i quali avevano stretta Lega i^^4-i49^ coi Cantoni syizzeri (i) ^ gli Austriaci ^ alP oggetto di rimborsarsi di alcuni crediti, o di alcune am- meadcj loro dovule dagli altri, s'impadronirono ad- dirittura del Borgomastro o Podesta di Mulliausen, e lo costrinsero a pagare un riscatto di milleotto- cento fiorinij noiando anche in varii modi il com- mercio di tale citta. I Cantoni elvetici raccolsero allora soldati per difendere i loro alleati ^ e sette- mila de' loro piornbarono, devastando tutto il paese, suir Alsazia e su la Selva Nera , e assaltarono Wald- shut, piazza che si trovava sul punto di arrendersi^ quando Sigismondo compero di nuovo una vergo- gnosa pace , obbligandosi a pagare diecimila fiorini per le spese della guerra ^ a ristorare il Podesta di Sciaffusa de' sofferti danni ^ e a non interrompere plu il commercio di Mulhauseu. Ma non trovandosi poi in istato di pagare la promessa somma , si de- termin6 a riprender di nuovo le ostilita^ volgendosi ^4^8 per questo , sebbene invano j all' imperatore Fede- rico suo cugino , e a Luigi XI , re di Francia ^ il cui padre aveva pure avuto a lottare cogli Svizzeri. Anche questo Monarca per altro, troppo bene cono- scendo le forze e i ripieghi degli l^ilvetici ^ ricuso rompere il Trattato con cssi loro conchiuso j e ri- spose negativamente al Duca d' Austria. Bensl fu- rono le pratiche di Sigismondo piii felici presso Carlo il Temerario, il quale , come colui chc aspi- rava a iustituix'e in Regno il proprio Ducato, avrebbe (j) Sciaffusa fece alleanza con Zurigo, Berna, Lucerna, Un- del wald , Zug e Claris j e Mulhauscu con Berna c Solura. 334 STORIA BELLA CASA D^ AUSTRIA Cap. XIV. (lesiderato potere ampliare i suoi Stati dalla parte 1384-1 496 delFEIvezia. II Principe austriaco ne ottenne pep tanto i die- clmila fiorini ^ cui doveva pagare agli Svizzeri ^ e a lui diede in pegno le quattro citta Silvestri ^ co' suoi Stati nelPAlsazia e nella Brisgovia^ per averne un' al- tra somma di ottantamila. Ma subitamente Punione di que' due Duchi diede non poco sospetto tanto a Luigi XI J come alia Confederazione elvetica j che fecero lega insieme si per difendersi ^ che per as- salire : oltreclie, il Mo n area francese pervenne in ul- timo a tcgliere al Duca della Borgogna persino I'as- sistenza dello stesso Sigismondo , il quale aveva dovuto flnalmente convincersi^ che Carlo non mirava ad altro se non se a farlo istrumento dell' esecuzione de'suoi proprii disegni^ ed era di piu molto sdegaato delle tirannicha vessazioni con cui le terre da lui impe- gnate a Carlo , governava certo ministro di questo Duca 5 chiamato Pietro Hagenbach. Fu quindi con- chiuso fra gli Svizzeri e il Duca del Tirolo un Trat- tato di alleanza ^ nel quale rinovo il Principe au- striaco quello di Waldshut ^ e promise chcj in caso di guerra, avrebbe aperte le quattro citta Silvestri ai suoi alleati, obbligandosi dal loro canto gli Svizzeri a non ammettere alia loro Confederazione vassalli austriaci. Le due parti contraenti in fine si conce- devano scambievolmente il diritto di levare truppe negli Stati delTaltra* e Sigismondo , colla cauzione del re di Francia ^ ottenne anche dalle citta di Ba- silea e di Strasburgo la somma di ottantamila fio- rini J che fece presentare al Duca di Borgogna per ricuperare le sue terre. Ma tirando questi in lungo la chiesta restituzione ^ gli abitanti di esse terre si SIGISMONDO 335 sollevarono contro lui ^ e ^ acclamato per loro So- Gap. Xiy. Yrano Sigismondo^ arrestarono THagenbaclij che fu 1-^^4-1496 poscia tradotto dinanzi a un tribunale istituito dal Duca d' Austria ^ al quale pero inviarono deputati anclie gli Svizzeri ^ e decollato per seatenza del me- desimo. Ad imprendere tuttavia le ostilita ^ attese bensi Luigi XI di aver prima ^ contro il Duca di Borgogna^ coUegati V Imperadore , il Duca di Loreiia^ quello d' Austria, i Cantoni elvetici e gli Stati vicini al Reno; ma, lasciatosi poscia consigliare altrimenti da quella pei'fida e interessata politica che era tutta sua propria, ad ua tratto couchiuse una separata tregua di nove anni con Carlo. E mancata alia Lega anche Fassistenza delP Imperadore , clie se ne stacco esso pure , il Duca della Borgogna sottomise in po- chi giorni la Lorena , poi xntorno a Besanzone per disporsi ad assaltare gli Svizzeri , non dubitando d' egual fortuna. Ma ebbe egli a pagar cara la sua fiducia , e presto dove convincersi a proprie spese , siccome avevano dianzi dovuto persuadersene i Duclii austriaci , esser que' montanari invlncibili quando combattevano per la propria indipcndenza ; essendo egli disfatto in due successive battaglie, a Graason . e a Morat , per le quali sali la riputazlone dogll Svizzeri alia piii alta gloria, e perdendo in ultimo la vita in un combatllmento, clie gli stessi Confede- rati, uniti alle truppe del Duca di Lorena, gli die- dero sotto le mura di Nancy. In lui rimase estinta la linea mascolina della Casa di Borgogna. Siglsmondo per tanto clie aveva trovati i suoi piu v^lidi difcusori ne' medcsimi suoi antichi nemici , 336 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. XIV. voile sempre piu stringersi con loro in legami d' a- iJii4-i496^i(,i2la, e stipulo sotto il nome di Unione Elvetica, un' alleanza di dieci anni con Berna^ Solura^ Zu- rigo 5 Lucerna e Zug. Gli articoli della quale stipu- lazione , eccettuato quanto riferivasi alle quallro citta Silvestri, erano gli stessi di quelli compresi nel Trattato precedente , il quale fu poi rinovato per interOj avendo gli altri Cantoni ricusato di ra- tificarlo coll' introdotte modificazioni. (i) Dopo la morte del duca di Borgogna ^ conchluse quello d' Austria la sua pace colP unica figliuola ed erede che di quello rimanesse , Maria di Borgogna^ di poi moglie di Massimiliano d' Austria ^ cui anzi Siglsmondo 5 che eragli cugino , aiut6 j per quanta almeno il comportava la tenuita delle sue rendite^ nelle guerre che dove movere a Luigi XI per ricu- perare V eredita della moglie. IN el tempo degli avvenimenti Gn qui esposti^ erasi il duca d' Austria trovato in replicate quistioni col- r imperator Federico ^ suo parente ; lo accagionava persino di essersi appropiate molte gioie e altre cose preziose appartenenti alia successioue di Federico IV ^ e^ nel i456j contro lui si strinse a Ladislao Postumo. I quali dispareri poi crebbero quanto mai potevano, allora che, dopo la morte dello stesso Postumo , si tratto della divisione de' suoi Stati austriaci. Nondi- .tneno finirono i due Principi col rappacificarsi, per modo che , quando videsi V Imperatore cacciato del- r Austria da Mattia CorvinOj siccome piii inuanzi diremo, Sigismondo gli diede asilo in Inspruck; e (i) Stettler^ vol. /, p, 287. - Tscharnery vol. JII^ p. 5i, i49o SIGISMONDO 337 di piu , noa aveiido egli prole ^ adottu Cunegonda Cap. 7<1V. figliuola di FedericOj avendo poi sempre cura della ^^^^^^^P educazione di questa priricipessa ^ clie si proponeva di dare in moglie ad Alberto , duca di Baviera^ con ventimila fiorini di dote e la promessa della rever- sione del Tirolo. Ma i suoi sudditi di cio sdegnaronsi^ e ^ levatisi a roniore, si impadronirono delle sue reii- dite per pagarne 1 debiti e lo ridussero a un misero aSsegnamento. A cio si aggiunse clie lo stesso Fe- derico ricuso di dare il suo assenso alF anzidetto ma- trimonio j fino a che Sigismondo non avesse rinun- ciato air insano disegno che erasi fitto in capo. ISe qui pur si fermarono le traversie del duca d' Austria • imperciocche si lascio poscia persuadere, e fors*^ an- che forzare, a porre il governo di tutti i suoi Stati tra le mani di Massimiliano^ e a tonteritarsi di una pension vitalizia di cinquantaduemila fiorini ^ oltre le spese della sua Casa (i): nella quale unaliante condizione visse egli sei anni^ ridotto iuteramente a vita privataj e termino la mortal sua carriera^ neli 'an- no settantesimo della sua vita , addi 26 ottobre i49^^- Celebre Sigismondo per la straordinaria forza e per la sonima agilita che avcva niostrato nei tornca- menti, non io era meno per doltrina nelle scienze e nelle arti. (i) Alcunl islorici pretendono , cbe s*" indiiccsse Sigisniojido a tale cessione per V amore che porlava a i\lassiiniliano 5 mn PirkJieimer , autore conteniporaneo dcgno di fede , dice con maggior probability , essere stata la rinunzia di Sigismondo forzala. „ Coactiis enini est, invitiis, etiam imperii sm [Mbc- nas depoiiere , ac Maximiliano Iradere regi , qiiam tantani inipielalem luevi dignac seculae suut penae. ,, Pirkhciincr , de Bella Heluetico ^ p. 1-2. - T/ics.^ur.i^ Ilcheticus. 338 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Ciip. XIY. Fu poi tanto splendido e magnifico, che vedevasi i<^^4-i49^ Iji Gorte sua frequentata da' figliuoli de' piu potenli monarclii d^ Europa, i quail ad essa accorrevano per apprendervi i piu raffinati modi di gentil costuman- za. Ma juquieto per altro e capriccioso , dissipo in bizzarrie i tesori ammassati da suo padre 5 e que- sta stessa sua pazza indole lo fece entrare in inu- tlli guerre^ essendo poscia costretto, per sostenerne le spese 5 ad alienare o ipotecare T avito retaggit), dal che gli venne il soprannome di Semplice. Tut- tavia^ la giustizia vuole che non si ometta di dire^ aver egli molto saviamente provveduto alia interna sicurezza de' suoi Stati , e rendute sicurissime le grandi vie del Tirolo, in un tempo in cui erano quelle di Germania tutte quante infestate da numerosissimi malfattori e banditi. Al qual intento aveva egli collo- cate guardie sulP alto delle torri di tutti i suoi ca- stelli^ le quali stando sempre alP erta^ quando da lungl vedevano piu di due persone a cavallo insieme davano fiato ad un corno^ e riunivano per tal mode gli abitantl de' contorni. Non e medesimamente a ta- cersi , come essendo Sigismondo il piu povcro dei Principi del suo tempo ^ pur tuttavia coniasse sem- pre le sue monete con metalli finissimi^ avendo al- tresi cura di farle lavorare colla maggior perfe- zione (i). Questo prineipe sposo in prime nozze Eleonora^ figliuola di lacopo I^ re di Scozia^ e in seconde noz- ze ^^ Catterina^ figliuola d' Alberto duca di Sasso- nia. Non ebbe prole ne dalP una^ ne dalF altra ^ ma (i) Dc Luca J /?. i5o. SIGISMONDO 339 lascio quattordici figliuoli avuti da varie sue inna- Cap. XIY. morate (i). i384-i49^ (i) Croniclie (TArempech e di Ehendorf. - Gerard de B.00, - Fiigger, - Barre , Regne de V Empereur Frede- ric III, Tschudi. - Simmler. - Stettler, Tschaener, - Mid- ler. - Watteville. - Planta, - Leu Helve tisches Lexicon. art. Sigismond. - De Luca , ifol. /, p. 148. - Gebhaerdl Genealogisches Gescli, vol. II y p. 291. - Fuessli., Eidge- noschaft , art. St. - Galleii , Tockenburg. - Meisier , Ge- schiehte von Zurich y p. 11 3. ERNESTO, FEDERIGO E ALBERTO CAPITOLO XV. 1 383- 1 449. Linea austriaca clella Stiria ' — Carattere j rnemoran- de geste e morte del duca Ernesto • — A^veni- mento de' siioi due figliuolij Fcderico ed Alber- to ' — Viaggio di Federico alia Terra Santa • — • Sua elezione a re de** Boniani — Stato della Germ a- nia e sue imbarazzanti circostanze • — Litigi del due fratelli Federico e Alberto , e loro ricon cilia- zione — • Coronazlone di Federico — Sua alleanza con Zurigo ■- — Aspri guerreggianienti in Is^izzera per le terre del Tockenhurgo — Pace. VJOLLA. morte di Ladislao il Poslumo c di SI- gismondo , ando cstinta la linea maschile de' rami Albertino e Tirolese della Casa d' Austria ^ c piu non rimase che il ramo della Stiria ; ceppo della quale fu Ernesto, terzo figliuolo di Leopoldo, stato ucciso alia giornata di Sempanli (i). Qucsto Pria- (1) SI ricordino qui le cose discorss ncl cap. X^ e in principio del prccedente , su la dii^isionc do* vnrii f-ami della Casa austriaca. (11 Tradulloro). 34a STORIA DELI.A CASA D' AUSTRIA Cnp. xy. cipe . venuto al monJo nel 1383, fece i suoi stuJii io«o-i449 jj^j]^ Universita di Bologna^ e quando furono divisi gli Stati della Casa d' Austria ^ otteiine ia sorte^ per sua parte J i Ducati della Stiria^ della Carinzia e della Car- niola. La fortezza del suo spirito^ Teccellenza della sua fisica costltuzionc^ V indole sua irrequieta , e Ic aspre contese olie ebbe co' suoi fratelli Leopoldo e Fcderico ^ lo fecero dire uomo di ferro. Ernesto poi seguendo il costume di que' tempi , mesce gli i4ii atti di devozione alle militari impresej fu in peregri- naggio alia Terra Santa , e al suo ritorno fisso la propria residenza in Gratz^ capitale della Stiria. Noi abbiamo gia riferito come^ quando erasi lo sgraziato Federico veduto posto al bando delP Im- perio e spogliato de' suoi Stati da Sigisraondo e da- gli Svizzeri, Ernesto, suo fratello^ o sia che gli fosse inimico , o sia pure che temesse di eccifarsi contro lo sdegno delP Imperatore ^ si mantenesse neutrale ^ seguendo cosi un partlto assai poco ana- logo al fervido suo carattere 5 fu pur detto j comCj allorche Sigismondo aveva mostrato volersi impa- i4i5 dronire del Tirolo^ lo stesso Ernesto vi cntrasse con grandi forze^ prendendone possesso con approvazio- ne degli Stati j e con segreta autorizzazione di Fede- rico. Sappiasi ora^ die avendogli F Imperatore spe- diti commissarii ^ perche consegnasse loro quel paese del seguente tenore fu la risposta di Ernesto: ?? Si- gnificate a sua Maesta imperiale, che si contenti di quanto si e appropiato nella Svevia e nella Svizze- ra^ che se mio fratello debbe essere punito^ cio nou puo farsi collo spogliarlo di province appartenenti alia mia Casa. Qualora poi i suoi Stati avessero ad essere divisi ^ io debbo avere la mia porzlonej e spe- zialmcntc il Tirolo ^ mio relaggio paterno. II popolo ERNESTO , FPJDERICO E ALBERTO 343 cli questa provincia non ricoiiosce per Sovrano , se Cap. XV. lion quello che tiene il castello del Tirolo. Venga ^^^^"* ^-^0 adimque T Imperatore a togliermelo ! ?> Troppo J per altro , essendo Siglsmondo occupato e troppo debole per farsi a sostenere coUa forza deir aripi la sua ricliiesta, Ernesto era venuto per- cio in deslderio di ritenere per se quel paese. Ma noi abbiamo gia detto come gli uscisse a vuoto que- sto tentativOj e come fossero egli e il fratel suo in- sieme riconciliati dalF interposizione di alcuni amici. Quando poi Siglsmondo , cogliendo il pretesto della fuga di Federico , lo ebbe di nuovo posto al bando delPImpero, Ernesto ^ improvvisamente com- , c» parso con mille cavalli e grosso corpo di fanti alle porte di Costanza^ e lasciando fuori accampata la sua gente ^ entro in citta con soli cento uomini di scorta ^ ma seguito da'suoi principali consiglieri^ e fattosi innanzi alP Imperatore ^ arditamente gli dissc: ?? Se il duca Federico e colpevolc ^ sla egli punito, ma perclie mai dee la sua punizione involgerc Prin- cipi i quali non lianno commessa alcuna offesa ? Non siete dunque pago d' aver tolto alia Casad' Au- stria e FArgovia, e la Turgovia, e le Signorie di Baden e di Lentzburgo ? E tali paesi^ cosi tolli alia Casa d' Austria 5 non gli avete voi forse sordidamentc venduti a un popolo di pastori ( g/i Si^izzeri)? Voi avete con cio dato un assai Tunesto cscmpio , poi- clie^ quindi innanzi, s' aspettera a'Principi Pubbidirc a'' loro vassalli J e P Imperatore non escira in campo circondato da nessun' altri die da contadini. Procc- dete adunque una volta con minore asprezza. La Casa d' Austria e fcdele a voi c alPlmperio^ ne vo- gliale forzarla a dolcrsi di Sigismondo, Voi non 344 STORIA DELLA CASA D^VUSTRIA Cap. \V. dovcle commeltere ad un Concilio raniministrazioiie 1 jcO-i/;49 jg]|^ giusliziaj nu soffrire che eccleslastici slgnoreg- gino, sicconie pur fanno, i principi delFImpero. Che reggano essi il pastorale e lascino alP Impera- tore lo scettro ". Si risentite querele^ sostenute da ragguardevoli forzcj non poco spaventarono e il Con- cilio e rimperatore, per lo clie^ abbandonato questi allora, siccome abbiamo diggia annotalo^ il suo rapace sistema^ rcstitui a Federico una parte dellc sue terre ^ e il suo posto fra'' principi (i). Quest' atto di energia e 1' ultimo cbe la Storia attribuisce ad Ernesto, il quale mori nel i4^4 (^)- Infecondo era stato il suo prinio matrimonio con Margarita ^ figliuola di Boeslao , duca della Pome- rania* sicclie volse V animo a seconde nozze , e in tale occasione , diede egli alta prova del suo genio cavalleresco e di quello de'suoi tempi. Imperocch^j essendo Ernesto alia Corte di Sigismondo, c intese quivi esaltare la bellezza e le virtii di Cimburga^ figliuola di Ziemovitz, duca di Mazovia e d' Alessandra j sorclla di Uladislao lagellone^ re di Polonia, e alletlato dalla fama delPavvenenza di una tal principessa, si conduce sotto mentite vcsti a Cracovia, ove lo zio di Cimburga ne tencva presso di se la sorella e aveva stanza ella medcslma; e, visto ehe non se ne erano punto esagerate le discorse perfezioni , si fece cono- scere e ottenne da Uladislao la mano della nipote. Oltre ai doni della bellezza, aveva la natura imparlito (i) Fiigger, p, 428. (9.) Arampecfi, - Ebendorf, - Windeck^ Historin Sigismundi iffi/). - Gerard di'' Roo ^ ^ \i. - Fug^ei- . 4^^ > 44o. - Pinaco- ilieca Austriaccty vol. VII ^ cap. i5. ERNESTO J FEDERICO E ALBERTO 345 a Cimburga una straordlnarla forza dl corpo ^ clie Cap. XV. rendevala, sotto quest' aspetto , degna compagna del^*^'^ ^^^^^ suo sposo. E fama clie la nuda mano servisse a lei di martello per conficcare un cliiodoj e vuolsi pure clie da lei traessero i Principi austriaci quel labbro grosso e sporgenle clie di poi sempre li contraddi- slinse. Ella partoii ad Ernesto varii figliuoli , dei quail soltanlo quattro sopravvissero al padre ^ val a dire Federico ed Alberto ^ Margarita e Gatterina. Si congiunse poi la prima delle femmine in matri- monio a Federico ^ duca di Sassonia^ e P altra a Carlo 5 margravio di Baden. II regno di Federico dk principio ad una nuova epoca nella Sloria della Casa d' Austria , mentre da lui ebbe origine quella lunga serie di Imperatori y die J senza interrompimentOj ci conduce fino all'estin- zione della linea mascliilcj avvenuta per la morte di Carlo VI. Sorti esso i natali in Inspruck nelP an- no i4i5, durante appunto Pinvasione di suo padre Ernesto nel Tirolo j alia morte del quale, non con- tando cgli clie soli nove anni, passo sotto la tutela dello zio Federico , e J giunto poi alia maggiore cta^ prese in mano il governo dcllc terre appartcnenti alia linea austriaca della Stiria 3 e la prima cosa cV egli feccj appena escito di tutela , fu d' andare ^ come aveva falto suo padre, in percgrinazione alia , Terra Santa, ove ricevette POrdine di Cipro e del Santo Sepolcro : nel quale viaggio, tanto si lascio trasportare dalP indole sua indagatrice e dalla cu- riosita di conoscere, clic, postosi in carovana con alcuni mercadanti giudei, attravers6 incognito tutta la Turchia, facendovi raccolla di moltc pietre pre- 346 STORTA BELLA CASA D' AUSTRIA Cap. XV. ziose , e di gran numcro di rarita , clic seco porto i385-i449 •* 1 1 / V '^ritornando nel suo paese (i). In eta di vent'anni assunse Federico ^ in compa- gnia col fratello Alberto, il governo della Stiria, della Carinzia e della Carniola (2), Cessato indi di vita il 5U0 zio Federico , principe del Tirolo, ebbe la tutela del minore Slgismondo , e ^ alia morte del- P Imperatore Alberto^ gli Slati dell'Austria il nomi- naron'o altresi tutore di Ladislao Postumo. Divenuto vacante V Impero^ vi avevano gli elettori innalzato il principe Luigi ^ Langravio di Assia 5 ma non avendo questi voluto accettare^ il CoUegio eleitorale nomind^ ad unanimita di suffragi^FedericOj Capo allora della sua illustre Casa , il quale, per al- tro J non senza antecedente esitazione s' indusse ad assumersi una dignita , clie , quanto piii elevata y tanto piu circondavano perigli e guai. Tutta la Germania era a que' giorni divisa in alcune vaste sovranita^ e in un grandissimo numero di principati e di piccoli Stati , le cui replicate cd aspre querele facevano di quella gran contrada un co*itinuo teatro di discordie, d^ anarcliia e di mine. Erano bensi state le partlcolari guerre ^ con reiterati bandi e decreti, proibite* ma tali ordinazioni ave- vano appena potere su gli Stati di mediocre csten- sione 5 e non e per cio a maravigliarsi cbe spesso siasi da' piu considerabili violata V autorita delle Icggij e la maesta del Capo supremo delPlmpcro; (i) Aeneae Sjhni Oral, suasorla , ad NicoL V^ etc, - Freylterus ^ vol. IT ^ p» 59. - Aiemjiech^ Fez. ^ol. I ^ p. ic?94. (•;!) Diarium Friderici op. Struviiim , vol- J . p. S/jS. FEDERICO E ALBERTO 347 clie anzi quesla non ei-a ormai plu se non se un vauo Caj). XV. titolo^ stato appoco appoco menomato della mag- ~ ^^^ gior parte de'suoi privilegi, e di cul aveva Carlo IV venduti quasi tutti 1 dominii. Won poteva F Impera- tore far soldati^ ne ottenei"e sussidil pecuniarii senza concessione della Dieta , e le sue piu instanti ri- cliieste J il piii delle volte ricusate^ ben di rado ot- tenevano esecuzione^ quando pure ammesse. Ci e lo Stato della Germania^ al tempo dell' avvenimento di FedericOj esattamente descritto da un personaggio clie ne fu testimonio oculare ^ e clie ben era tale da poterne giudicare. ?> Quantunque , dice Enea Silvio nella sua celebre allocuzione a^ Germani , voi rico- nosciate F Imperatore per vostro Re e Signore, non possede egli tuttavia se nou di un' autorita preca- ria : voi non lo ubbidite^ se non quando vi piace^ e ben di rado vi trovate disposti ad ubbidire. Voi vo- lete essere indipendenti^ e aessuno Stato o Principe contribaisce al Capo delFlmpero quanto gli e do- vuto • cosicclie trovasi egli ridotto a non avere ne tesorij ne renditc'?. J)a cio ne viene ^ '> cosi prose- gue 5 " clie voi vi troviate sempre in continue guer- re J ed esposti a tutti i niali che sono inseparabili da un' autorita suddivisa (i) ??. Lo scisma dclla Cbiesa aveva altresi minacciato d' accrescere ancor piii la trista condizione di si funesti momcnti ^ e per la prudenza e soltanto per F autorita di Alberto , erasi impedito che non si tix)vasse la Germania straziata dagli orrori di una gucrra rellgiosa. Non e quindia recar sorpresa^ se in xnczzo a si angustiantc stato di (1) yleneas Sylvius^ de Mor, Germ. ^ p. 70G. - Schmidt y T. VII , cap, 18. 348 STORIA BELLA CASA D' AUSTRIA C.-^p. XV. cose J a cui e pur forza agglungere le querele del- *"^'-^^*''^'^^ r Ungheria e della Boemia , un prliiclpe di un carattere cosl indolente ^ come Federico ^ stesse in forse^ se avesse ad accetlare la Corona imperiale, e 1439 se tre mesi Jasciasse trascorrere^ prima di notificare alia Diela il suo aderimento alia conferitagH dignita. In questo medesimo tempo si trovava il nuovo Impe- ratore in lotta con un fratello ambizioso e irrequleto, dal quale tanto differiva di carattere. Era Federico lento J circospetto ed assegnato. Risoluto^ all incon- tro, mostravasl Alberto ^ giocondo, affabilcj cortese c liberale quanto mai si puo esserlo* oltre cbe, avido di gloria , aveva in non calc e disprezzava tutti 1 pericoli e le fatiche della guerra. Mentre adunque era il primo occupato in iscandagliare i segreti della natura , o tutto inteso ad altri studii ^ faceva questi di se leggiadra mostra in un ballo, o trionfava in un torneo (1). Ma la sua prodigalita lo esponeva a continui bisogni ^ e V inquieto suo ca- rattei'c rendevalo ambizioso. Senza alcun riguardo pe' legami del sangue ^ n^ per gl' interessi della sua Casa 5 comincio Alberto la sua politica carriera col obbligare violentemente il fratello a dargli uno Sla- to indipendente. Al che fare, colse egli il momento in cui si trovava Federico oppresso da tutte le scia- gure che afflissero il primo anno della sua elezione^ e, coUegatosi col conte di Cilly , le terre del quale accercliiava il ducato della Stiria^ si avanzo seguito da ottomila uomini nella Carniola, e circondo Lubia- na. Sebbene poi^ in una sortita^ gli abitanti di questa citta gli poi'tassero via le sue tende e il suo baga- (t) Arempech ,^ Fez. voL /, /;. 129S. FEDERICO E ALBERTO 349 glio J prosegui egli non per tanto F assedio 5 ma la Cap. XV. resislenza degli assediati^ e i sediziosi clamori delle ^^^^"'^^^^ sue medesime truppe 5 che gli domandavano 1 loro salarii^ e alle quali^ in mancanza di danaro^ aveva egli conceduto saceheggiassero le terre all' intorno ^ il costrinsero a ritirarsi. Non ostante pero questa disgrazia , rilevata dalP arnxi avversarie y il pacifico FedericOj eedendo alP avversa sorte^ compero con una somma di settantamila ducati la liberazione de' suoi i)tati y e per dieci auni lasciu al fratello 1' ammini- itrazione e le rendite delle province esterne ^ clie possedeva qual tutore di Sigismondo. Costretto dunque Federico , e dagli inibarazzi do- mestic! e dalle querele della Boemiaj a rimanere ne- gli Stali austriaci , non ebbe campo di cingere la Corona iinperlale^ se non due anni dopo la sua ele- zione^ avvegnaclie avesse gia convocata una Dieta air intcndimento di rendere la pace all'Europa e to^liere di mezzo sli abusi della Chiesa. Videsi b^ (juindi la sua coronazione differita fino ai i5 gcn- naio i44^j ^^^ ebbe luogo in Aquisgrana, e dopo la quale si trasferi egli a Francofortc ove tcnnc una seconda Dieta. Ma la dcbolezza del suo caratlere^ o r indole sediziosa de' Principi alemanni gli furono d'ostacolo al rinovamento delle sagge e vigorose or- dinanze gia banditesi per Alberto ^ alio scopo, in ispecicj di prevenire le guerre private , e di spartinj la Gerraania in tanti Circoli. Fu vinta in vcce una legge di lieve conto^ risguardante le moncte* si re- fitrinsero alquanlo le facolta de' tribunali di West- falia y e si rinovc) il funesto articolo della Bolla d' oi'Oj die pcrmetteva le guerre singolari^ purclii fos- sero dcsse intimate ire giorni prima il comincia- i44'^ 35o STOMA BELLA CASA D' AUSTPJA Cap. XV. mento delle ostilita : lagrimcvole provvisioae cui eb- 1^83-1 449 j^^g- la temerita di attribuire il pomposo titolo di Miforme deW Imperator Federico (i). Coir ammo poi di ricuperare i domiiiii cbe aveva la Casa d^Auslria perduti in Isvizzera^ tento qaesto principe . durante il suo soggiorno in Francoforte j di trar profitto dalle dissensioni cbe a que' gioriii dividevano fra loro i Caiitoni elvetici. Aveva la que- rela^ insorta in proposito della successione del conte di Tockenburgo^ sortilo un fine svantaggioso per Zurigo^ imperocchej avendo Scbwitz e Glaris^ tirata alia loro parte la vedova e gli eredi collaterali del Conte ^ e riesciti altresi a procui^arsi I'assistenza degli altri Cantoni , o fosse effetto delle loro brighe, o buon volere per parte di questl, la citta di Zurigo^ stretta da tutte le parti^ dovette accettare la mediazione di questi ultimi , e cedere a Schwitz^ Pfeffikon e Wol- rauj colle dipendenti terre. Lo stesso Cantone di Scbwitz e quello di Claris poi couservarono Puno Utznachj e Paltro la signoria di Windech. Schwitz ottenne TAlta Marcaj e fu la contea di Sargans aggiudicata ad Enrico di Werdemberg. Adirati della fatta perdita ^ e spiranti solo ven- detta i Zurigbesi ^ mandarono un messaggio a Fe- derico J cbiedendogli scuse delle fatte correrie nella contea di Sargans , e gli offrirono la restituzione di quella di Kiburgo 5 qualora avessc voluto seco loro collegarsi 5 esibizione cbe Flmpcratore accett6 con inolta premura- siccbe lo stesso giorno del suo co- ronamento, concbiuse^ come Capo della Casa d' Au- stria^ unTrattato di allcanza col Cantone di Zurigo^ (i) FuelLer's Beveloppcmcnt , uoL I. FEDEKICO E ALBERTO 35 1 promettendo a questo segreta assistenza nelP impresa C<'»p. XY. appunto cli occupare una parte della successionedel ^-^^^"^^^^^ coiite di Tockenbui'go J e ricusando inoltre^ per tali nuove mire clie aveva concepite ^ di ratificare Fin- dipendenza degli Stati elveticl , a meno clie nou si adattassero a restituirgli P Argovia. Che anzi, a fine di accrescere lo zelo de' suoi partigiani ^ e in- timoi'ire i suoi nemici ^ si delermino a impreudere un viaggio nelPElvezia, dove videsi da' Zurighesi ri- cevuto con trasporto digioia. Federico visito di poi le ultime reliquie de' possedimenti austriaci in Isvizze- raj ricevette il giuramento di fedelta dagli abitanti di Raperswil e di Friburgo ^ e accolse il volontario omaggio di quelli di Wintertliur e di Dlesenhofen i quali , rinunziato a' loro privilegi ^ riconobbero di nuovo la sovranila \lella Casa d' Austria. Traversando PArgovia^ considero con emozione le ruine della cittadella di Baden 5 fu a vedere a Konisfelden le tombe de' suoi antenati^ e ^ percorrendo le vicine pia- nure^ volse uno sguardo di dolore alle smantellate torri del castello di ApvsburgOj di questa antica culla della sua illustre famiglia. Ma i Confederati svizzcri dal canto loro ^ cLc stavano alP erta ad ogui piccol movimcnto ^ diffi- dando subitamente delle intenzioni di Federico, inti- marono, senza perder tempo , al Cantone di Zurigo rinunciasse alP alleanza contratta colla Casa d'Austria^ come contraria ad un arlicolo del patto d^unionCj pel quale erasi stabilito^ che nessun Cantone potesse. senza il consenso di tutti gli altri, stringcre lega- mi con qualsisia Potenza. La negativa risposta di Zmigo fu il segnale della guerra. Tentarono bensi i Gaatoni neutrali di prcvenire le ostilila, ma gli Sviz- 352 STORIA DELLA CASA D'AUSTKIA Cap. XV. zeri impazienti, come eraiio^ ertire ^ anche per le cosd gia delle ^ aver l* Autore nella mat^gior parte de' luoglii della presenle Istoria 5 usaio la denominazione di Svizzeri ad indicarcj non gia tutta la nnzionc comuncmente compresa sotlo qiicslo FEDERICO E ALBERTO 353 alleati presa breve lena^ e raccozzatisi a Hedlngen Cap. XV. forzano il passo delP Albis ^ e movono verso Zu- i383-i449 rigo. Air avanzarsi delF inimico , tutti i Zurighesi , //t senza distinzione d' eta o di sesso^ passano il fiume Sill 5 e si dispongono in ordine di baltaglia in una vicina pianuraj ma colpiti tosto da panico terrore ritornano confusamente vei'so la citla: ne vi fu altri che tenesse fermo se non il borgomastro Stus,si^ co- raggioso e venerando Vecchione^ che cadde ucciso , xnentre difendeva solo il ponle contro una impe- tuosa calca di assalitori (i). Una parte de' Confede- rati entrata allora in Zurlgo , si impadronisce della bandiera in una via della citt^. Alia fine pero i Zurighesi y riavutisi dalla loro sorpresa e dal loro abbattimento ^ salgono su le mura e valorosamente rispingono gli inimici j che furiosi pongono a sacco e bruciano i sobborghi ^ distruggono i vicini villaggi, devastano tut to il paese fino Kilchberg , e ^ munite di guarnigioni le piazze^ si ritirano di nuovo. II resto del presente anno e il principio delPaltro fu* rono spesi in continue pratiche alPintento di por fine a si terribile guerra , le quali pero riesciron tutte vane , poiche i Zurighesi dolentissimi delle fatte per* dite e dclP onta delP armi loro ^ e sperando per al- tra parte ottenere aluti dalla Casa d' Austria ^ riget- tarono tutte le proposizioni d' accordo. Alio spie- garsi della primavera^ vidersi dunquc riprese le osti^ vocabolo , ma si unicamente gli ahitaiiti del Cantone di Schwitz J dal quale ne venne in origine I' anzidetto notne a tutta la Confederazlone ehetica, ( II Tradutlore ). (i) Le partlcolarlta della morte di questo eroe si tiovana maesU'CYolincatc dclliicale in Planta , vol. I . /;. 449* 23 354 STORIA BELLA CASA D' AUSTRIA Cap. Xy. litsij avendo presto i ConfederatI , ai quali s'accostaro- «-i449 no pure gli abitanti delFAppenzel e quelli del Tocken- burgo y preso Greiffensee, e investito lo stesso Zurigo, intanto che un corpo de' loro ^ penetrate nel Frick- tal J pose r assedio dinanzi Farnsberg ^ fortezza ap- partenente ai Signori di Falchenstein j che parteg- giavano per la Gasa d' Austria. In s\ deplorabile estremita^ chiesero gli abitanti di Zurigo a Federico gli aiuti che loro aveva promessi. Questo principe^ stato ricondotto a Vienna dalle interne querele delP Austria ^ delP Ungheria e della Boemia ^ aveva lasciate le cure della guerra svizzera al fratello Alberto ^ e al margravio di Baden , suo prefetto in Isvevia. Le circostanze nelle quali si tro- vava non permettendogli adunque di soccorrere i suoi alleati j dovette egli volgersi agli Stati delP Im- pero. M'dj ricusatisi questi di entrare in una guerra che punto non li riguardava, ne ad altro scopo mi- rava che a favorire gli interessi della Gasa d' Au- stria^ rimperatore deluso nelle sue speranze, preg6 Carlo VII di Francia a volergli fornire un corpo ausiliario di cinquemila soldati. Aveva appunto in quel torno il Monarca francese conchiusa una Ire- gua coir Inghilterra , e siccome si trovava avere ai suoi stipendii un numeroso esercito di Armagna- chesij cosi detti dal conte di Armagnac^ stato il primo lor duce, colse volentieri P occasione di torsi giu dalle spalle que'mercenarii ^ sicche presto mando un esercito di trentamila uomini sotto gli ordini del Delfino J suo figliuolo , il quale ^ poscia che ebbe preso Monbclliardo J si avanzi verso Basilea^ die aveva invocata I'assistenza de' Gonfederali elvetici. U44 E gia toccavano i Fraucesi , per cosi dire^ le porte FEDERICO E ALBERTO 355 della citta ^ quando un corpo di mille e seicento Cap. XV. Svizzeri, fattosi avanti , assale con tal impeto i'anti- i383-i449 guardo della cavalleria fraiicese , che lo rispinge fino a Muttenz. I Francesi^ trovato quivi un rinforzo, crederon poter mostrave di nuovo il viso a'perse- guitatorij ma i bravi montanari, senza ne pur curarsi del superior nuniero de'nemicij ritornano alia caricaj e costringono gli avversarii a passare la Birs : ne qui pur fermandosi , incoraggiati, come erano dalla loro fortunaj tentano forzare il ponte^ e^ respinti su quelP angusto passo dalla resistenza de' Frances! , si gettano a guado nel fiuroe, e ad onta di un conti- nuo fuoco altingono Fopposta riva. Ma quivi giunti si veggono per ogai parte accercliiati da'nemici: una parte degli Svizzeri che^ impadronitisi di un isofej ricusarono arrendersi , furono totalmente distrutti: altri perirono nel volersi aprire un passo attraverso le file avversarie ^ e i rimanenti si rifuggirono in un ospitale e in un cimitcro poeo discosli. I citta- dini di Basilea tentarono allora una sortita; ma il DelfinOj occupata un'eminenza che dominava la porta della citta j impedi di tal guisa il giungcre di qual- siasi rinforzo: per il che, appcna si furono dal trarre delle artiglierie abbattulc le mura del cimitero, i ConfederatI J che vi si erano trincerati , provarono la sorte de' loro compagni j e di tutto il corpo cK que'valorosi Svizzeri , sedici soli si sottrassero alia strage universale : i quali poij secondo I'antica disci- plina di Sparta , vidersi uotati d' infamia (i). Ma da, (i) Aeneas Sylvius. - Gerard de Boo ^ /?. 197. - Tschudiy vol. 11^ p. 4*23. - / miei Via^gi in Isi/izzera, XVll let" t^ra. 356 STORIA DELLA C ASA D' AUSTRIA C«p. XV. quesU azionCj die costo a*^ Fx^ancesi la perdita di '^^*^"'^'^9 tutti 1 piu bravi de'IorOy avendo il Delfiuo impa- rato meglio a conoscere e a rispettare il valore del combattuti inimici , ricus6 di piu oltre esporre le sue truppe pe' soli interessi della Casa d' Austria ^ e, uscito della Svizzera^ conchiuse presto coi Cantoni elvetici un Trattato di pace in nome del re suo padre. Anzi^ pretendendo poi che Federico gli rimborsasse le spese di siffatta guerra impresa a sua istanza , e bramoso di soddisfare alia rapacita de'suoi soldati ^ entrato nelle terre austriacbe^ prese varie citta del- I'Alsazia e della Brisgovia ^ percorse la Lorena e £• cosi detti tre Vescovadi, e di tali eccessi in tutti questi luoghi i Francesi si fecero colpevoliy che alia fine sorti Federico dalla sua apatla ^ sollevaronsi tutti gli Stati della Germania a romore^ e una Dieta congregatasi in Norimberga ordino la leva di un esercito ^ che dovesse^ sotto gli ordini dell' elettore palatino Luigij farsi ad oppugnare i Francesi ^ se mai non volessero ritirarsi. Non si venne tuttavia alle ostilita^ mentre fu^ per P interposizione degli arcive- scovi di Colonia e di Treveri , conchiuso un ac- cordoj e il Delfino, dopo aver preteso e ottenuto la promessa che mai non avrebbono gli Alemanni chiesto alcun compenso per le patite perdite^ uscl in ultimo dalle terre dell' Impero. Ma -colla ritlrata de' Francesi non finlrono ancora i mali dell'Alsazia: imperclocche, vidersi le truppe dell' Rlettore palatino devastare i dominii de'Signori e delle citta che ave- vano accolti i Francesi 5 e^ to entre dal canto loro fa- cevano gli Austriaci lo stesso col territorio di Basilea^ non tralasciarono gli Svizzeri, confederati di que- sta citta, di vendicarscne sopra gli Static i sudditi FEDERICO E ALBERTO 357 Austriaci ; sicche in ogni angolo di que* sgraziati Cap. XV. paesi nulP altro scorgevasi che sangue e ruine. i3b3-i^49 Sebbene poi se ne fossero i Francesi tornati addie- tro 5 e avessero i Confederati tolto V assedio dalla citta di Zurigo , per diversi anni ancora progredirono le ostilita con diversa fortuna. Ne al territorlo di Zu- rigo limitandosi queste ^ s' estesero pure al Ca- ster^ alia Contea di Sargans e auche al di la del Reno. I Confederati presero Rhinfeld^ assediarono Seckingen, e posero a soqquadro I'Alsazia e la Bri- sgovia. Pose Alberto riparo con un esercito di Au- striaci alle correrie degli abitanti di Basilea^ e prcvse e distrusse alcune piazze forti appartenenti a quella citta e a' suoi alleati. Ma piii aspra che in ogni al- tro luogo infieri la guerra su le sponde del lago di Zurigo, e nella contea di Sargans , dove ripresero gli Austriaci J col favore di Giorgio , signore di tale contea, cui avevano essi tratto a parteggiare per loro, Sargans e Walstadt , e , sebbene disfatti in varll conflltti e in ispecie da'cittadini di Claris alia gior- nata di Ragatz, riacquistato il posscsso di quel pacsc, lo conservarono. Sopportava intanto il presidio di Ra- i^G perswil con mirabile coslanza tutte le calamita di un lungo e terribile assedio 5 e cominciarono in fine gli sforzi de' Zurighcsi ad csscrc mcno disgraziati essendo lor fatto di lavare in diverse zuffe tcrrc- stri la vergogna dell' armi loro , di distruggere Ic barche di Schv^itz, e impadronirsi della navigazionc del lago. E cosi per quattro inleri anni videsi, con tutto V accanimento dellc discordie civili . continuata questa orribilissima guerra. Al termine di tale epoca finalmente , stanchc le due parti di tante I'eclprochc disgrazic, c vcrgognaa- 358 STOMA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. XV. dosi esse medesime delle enormita alle quail avevale ' "'449 portate il loro furore, ne desiarono in pari mo do il termine. Vidersi realmente le cose in contestazioue rimesse alia decisione di arbitrl^ e fu la pace con- chiusa fra Zurigo e la Casa d' Austria da un lato, e i Confederati elvetici dalP allro , essendosi in essa solennemente rlconosciuto e fermato il gran prin- cipio della Confederazione elveticaj che non potesse cioe alcun Cantone stringere alleanza senza il con- sentimento degli altri. E nello stesso tempo eransi pure affidate alia decisione di arbitri anche le di- scordie tra P Austria e la citta di Basileaj ma ricu- satasi questa di scacciare il Concilio che tenevasi nelle sue mura , furono le ostilita da questo lato continuate. Cederono in fine i Cittadini di Basilea alia minaccia lor fatta da Federico di porli al ban- do deir ImperiOj e dopo varie avvisaglicj e la pre- sa di Rhinfeld per parte degli Austriaci j si venne ad un accordo y che restitui le cose come trovavansi prima che incominciasse la guerra (i). (i) Fugger» - Gerard de Roo. - Tschudi. - Stellher, - Muller - Tscharner. - Planta. Fuessli's Erdbeschreiburg 9 art. Tockenburg and Zurich. - Meister's Zurich, - Truem'^ pe Glarner, - Chronicke , p» 211. 1 449 FEDERIGO 111, IMPERATORE CAPITOLO XVI Federico III port fine alio scisma della Chiesa • e riconosce Eugenio IV — Esaltazione di Nicolb Z^ — Concordato d'' Assajfemburgo — Politica condi- zione deW Italia — ^ Viaggio di Federico a Mo- ma •— Coronazione e matrimonio di questo Prin^ cipe — Suo ritorno in Germania — - Restituisce il titolo d^ Arciduchi a* Principi della propria Casa. J\loN aveva Federico presa persoiialmente pai'te alia guerra ^ si perohe troppo tenieva le fatiche e i pc- ricoli delle militari imprcsc ^ e si perclie trovavasi occupatissimo in ristabilire la pace della Chiesa y e in regolare i contrasti insorti tra il Papa e gli Stati germanici : al qual proposito e pur forza il dire , come non avesse quel Principe in nessun' altra cosa tanto segnalato la propria abilita quanto nella prima di tali bisogne , sebbene siagli stato amaramente rimproverato di non avere A\lfo rispeltarc Pautorita delPlmperOj ne poste in esccuzione le ordinanze promulgate da Alberto II. In una Dicta per tanto, congregatasi a Magonza nel iff'? ^^ vinto il par- tito d' insistcre perche i due Goucilii di Basilea e di 36o STORIA BELLA CASA D' AUSTRIA Cap. XVL Firenze fossero sciolti , e un terzo se ne unisse al- 1441-1452 ^j,Qyg. g £^ pyxYQ statuito J che se qiielli fra^ quali disputavasi del PontifiGato j non potessero accordarsi su la scelta di alcuna citta , il re de** Romani ne proponesse sei in GermanJa e sei in Francia ^ e ne sciegliessero i Padri quella che sarebbe per sembrare loro pill opportuna. Nel tempo istesso la Dieta prese in esame e confermci i decreti del Concilio di Basilea ^ gia stati accettati ^ e dichiaro pure che non avrebbe riconosciuto alcun Papa ^ che ricusasse rati- ficarli 5 o abolire le annate ^ e rinunciare a diversi altri diritti. Le quali risoluzioni spiacquero egual- mente ad aniendiie le parti: in conseguenza di che il Concilio di Basilea^ preseduto da Felice V , le ri- getto siccome tendenti a indebolire la sua autorita 5 ed Eugenio IV^ per levarsi d' imbarazzo^ offri di con- vocare tutti i Vescovi della Cristianita^ perche si po- nesse in deliberazione se vi fosse bisogno di un nuovo Concilio. Ma furono intanto i decreti delP adunanza di Magonza nuovamente discussi in una Dieta con- gregatasi a Francoforte, e confermati in ultimo da quella di Norimberga. i4o5 In tutto il corso di queste cose erasi Federico mostrato neutralej ma ,bramoso di farsi coronare in Roma J faceva voti per la separazione del Concilio di Basilea. Per il che^ in un suo viaggio in Isvizze- ra 5 richiese i Padri di Basilea ad unirsi ad Luge- nio IV, e non voile arrendersi a riconoscere Felice V^ il quale tento cattivarsi P animo di lui^ offrendogli, con una dote di dugemnila corone ^ la mano della propria figliuola Margarita (i), la piii vaga Princi- (1) Quesla prlncipessa era vedoya dl Luigi d'Aiigio. re li- tolaie di jNMpoli. FEDERICO III IMPERATORE 36 1 pessa dl queHempi. Sembra poi che si coaciliasse Cap. XYI. Federico la benevolenza d' Eugeuio ^ valeudosi dei 1441-^4^2 segreti ufizi del suo segretario, il celebre Enea Silvio, che spedi a Roma , acconsentendolo gli Elettori^ col pretesto di indurre quel Papa ad airendersi ai voti del corpo Germanico. Instrutto per altro Eugenio IV delle vere inten- zioni delP Imperatoie , bea lungi dalP accetlare le condizioni della Dieta^ punto non dubito a pronun- ziare una sentenza di rimozione contro gli Elettori di Treveri e di Colonia, che mosCiavansi vivamente atlaccati alle opinioni del Concilio di Basilea , iu- vestendo delle loro sedi Giovarini , vescovo di Cam- braij e Adolfo, principe di Cleves. Ma tale arbi- trario procedere fu cagione in Geimania di un' uni- versale indignazionCj e i due Elettori deposti appel- larono alPImperatore. Fu quindi veduto stringersi in ^44^ Franco forte una nuova Confederazione, per la quale gli Elettori si obbligarono a non sottomettersi alia autorita di Eugenio IV, se prima non riconoscesse questi la superiority de'Concilii generali sopra dei Papi • non convocasse, o a Costanza o a Strasburgo o a Vorms o a Treveri, un nuovo Concilio da inco- minciare il primo maggio del seguente anno 5 non ap- provasse tutt^i decreti del Concilio di Basilea accct- tatisi da Alberto II , e non abolissc in fine tutte le innovazioni state introdotte dalla dichiarata neutra- lity in poi. Fu quest^accordo combinato dagli Elet- tori in scgreto 5 c i sei consiglieri , cui fecerlo cssi noto , giurarono di non propalarlo 5 ma Federico , come colui che non si era obbligato con simile giu- ramenlo , spedi Enea Silvio a renderne inteso il Papa Eugenio IV ^ prcgandolo tultavia a valersi 362 STORIA IJELLA CASA D' AUSTRIA Cap. XVI. con moderazione della fattagli confidenza. Ad onta i44i-i4j2 pgj.^ jj talte le cjuali cose^ accolse il Papa con al- terigia e disprezzo gli ambasciadori delPImpero, tal- che ne furono gli Elettorl siffattamente indignati ^ che in una Dieta , congregatasi pure a Francoforte , si mostrarono inclinati a riconoscere Felice V, siccome avrebbono fors'anche fatto, se non si fosse dalla inter- poslzione di Federico e dalla abilita di Enea Silvio prevenuto un tan to guai. II secondo de'quali percorse la Germaniaj e con promesse e donativi (i) si cat- tivo I'Arcivescovo di Magonza^ prinio fra i membri del Collegio elettorale^ e P Elettore di Brandeburgo^ da' quali due Principi ottenne il consenso perche si rattemprasse Faccordo^ e^ secondo le sue parole , si levasse il veleno ^ vale a dire gli articoli e le espressioni ingiuriose al Pontefice , per modo che , a malgrado delPopposizione degli Elettorl di Treveri ^ di Colonia e di Sassonia ^ riesci Federico a far de- ciderCj che si spedisse un secondo messaggio al Papa ^ ed Enea Silvio, che accompagno gli ambasciadori , mentre vinceva Fanimo de' Cardinali usando gli stessl modi co'quali aveva fatto tanto frutto in Germania^ seppe altresi , co' suoi argomenti e le sue esortazioni j persuadere il Papa ad acconsentire alle principali condizioni proposte dagli elettori. Accolse allora il Papa coi debiti modi gli ambasciadori tedeschi 5 e (i) Enea Silvio che ci ha lasciate Ic partlcolarita di que* sto singolar negoziato, dalle quali abbiamo noi estralta la mag- gior parte dellc cose che qui esponiaiuo , dice che le soninie per lui date agli Elettori, furono anticipate da Federico^ che ne fu poscia rimborsalo da Nicolo quinto. Aen. SyW. Hist, rerum FrecL III, FEDERIGO III IMPERATORE 363 dlede anclie fuori una Bollaj in cui promise riam- Cap. XVI niettere nelle loro sedi i Vescovi dcposti ^ quando '^^^"'^^^ fossero ritornati alP ubbidienza^ di accettare , come erasi fatto da^ suoi predecessor! , i decreti del Con- cilio di Costanza ^ di convocare entro ventotto mesi un nuovo Concilio , di riconoscere V autorita ^ ma non disse ia superiorita dei Concilii generali ^ e in- fine, die avrebbe mandato in Germania un Legato con facolta di concliiudere un accomodamento sul proposito de' decreti di Basilea ^ stati abbracciati dalla Dieta^ e d' accettare un compenso per la diminu- zione delle rendite della Santa Sede. Delle quali ^ dichiarazioni soddisfattissimi i Principi germanici ^ riconobbero Eugenio IV ^ e rinunziarono alia neu- tralita. 11 sovrano Pontefice non sopravvisse die podii giorni alia sua riconciliazione col corpo Germanico, e Nicolo Vy die a lui succede^ avendo mostrato gran premura nel condurre a fine la grand' opera inco- minciata dal suo predecessore, fu tosto riconosciuto dair Imperatore e dai principi dell' Impero; e^ spedito in Germania un Legato ^ ottenncj colP assistenza di Federico ^ che fossero modificati alcuni articoli , il piu opposti agli interessi dclla Corte di Roma, e ogni cosa fu accomodata colla pubblicazione del fa- moso concordato di Assaffcmburgo , nel quale vidcsi bensi confermato quant' erasi per Eugenio IV opc- rato in proposito de' Concilii , ma si ricliiamarono in vigore Ic annate e alcuni altri diritti. Andi per tal modo vuota la speranza de' Principi die mira- vano a toglierc gli abusi della Chicsa , e, poste in non cale tutte le loro querele^ trionfo 1' Imperatore di ogni ostacolo facendo colla sua autorita approvar 364 STORIA DELL A C/VSA D^AUSTRIA Cap. XVI. Patto. Alle quali cose aggiungasij che, poco dopo , per 1441-14 i j^ revocazione del salvocondotto imperiale di cui erau 144s provveduti ^ e minacciati da Federico di essere posli al bando dellMmperio ^ qualora continuassero a star- sene congregati ^ uscirono i Padri da Basilea^ ritraen- dosi a Losanna 5 e si tenne quindi a Lione un'as- semblea a cui intervennero ^ da una parte ^ gli am- basciadori di Francia , d' Inghilterra e degli elet- tori di Colonia e di Sassonia; e dalP alt.ra il Car- dinale di Aries die aveva preseduto il Concilio di Basilea : la quale assemblea indusse Felice V a ri- nuaziare. E anche quella di Losanna ^ eletto che eb- be e riconosciuto Nicolo V^ si sciolse essa pure. Fu molto acerbamente rimproverato a Federico d'avere, in siffatta occasioned sagrificato F interesse della Germania alia premura che aveva di guada- gnarsi V affezione del Papa. Ma , se vogliasi da un lato considerare le domande esagerate degli Impe- ratorij e dalP altro il partito cui si era la Corte di Roma appigliata di resistere con forza a qualsisia innovazionej se pongasi mente alia debole potesta di Federico J e al poco conto che poteva egli fare de- gli aiuti delP Impero^ anzich^ biasimarlo d' aver po- sto fine ad una querela per la quale si sarebbe pro- lungato lo scisma della Chiesa ^ ed esposto forse lui medesimo a perdere la Corona imperiale^ e giuoco forza in vece applaudire alia sagace sua politica per avere egli saputo indurre amendue le parti a rispet- tivamente recedere da qualcheduna delle pretensioni che prima ponevano in campo. Era intanto^ nel corso di questi avvenimenti ^ Fe- derico entrato in negoziazlone per ottenere la mano di Eleonora, figliuola di Odoardo re di Portogallo, FEDERICO III IMPERATORE 365 e nipote di Alfonso re di Napoli. Appena poi ebbe^ Cap. XVL nel modo sopra discorso, restituita la tranquillita alia ^44i-M^2 Germania ed agli stessi suoi Stati, desidero trasfe- rirsi a Koma per farsi ivi cingere la Corona impe- riale e ricevere la benedizione nuziale dalle mani del Papa^ seguendo in cio V antico costume de^ re de' Romani ^ i quali solevano discendere in Italia con poderoso esercitOj e^ fattisi prima coronare re di Lom- bardia in Monza ^ dalF arcivescovo di Milano^ pro- seguire il loro cammino fino alia Capitale del Mondo cristiano. Ma sembrava di que' giorni la politica con- dizione delP Italia opporsi a che un principe assistito da s\ pocbe forze, come Federico^ potesse imitare nel- r anzidetto costume i suoi predecessori : imperocche usciti gli Stati di quella contrada dall' anarchia che gli aveva lungamente straziati^ avevano anche diggia poste le basi di quel sistema politico ^ da cui ebbe origine il diritto delle genti e fu in Europa stabi- lita la bilancia del potere. Le picciole signorie e le picciole repubbliche, o piii non erano^ o piii non go- devano di alcun potere ^ sicche i principali Sovrani deir Italia si riducevano allora al romano Pontefice, al re di Napoli e di Sicilia^ allc repubbliche di Venezia e di Fiorenza, e a\luchi di Milano e di Savoia. Le guerre clie furono combattute pel posseJimento , , del Milanese occupano un distinto posto nelFisloria. Morto senza prole il principe Filippo Maria ^ ultimo rampollo della Casa de' Visconti ^ vidersene chiesti gli Stati da vari pretendenti, i quali si disposero a soste^ nere colP armi le loro incliieste. Federico , che con- siderava il ducato di Milano come un feudo impc- riale andato vacautc, si pose in lizza difendcndo i 366 STORIA DELLA CASA D^ AUSTRIA Cap. XVI. dirittl delF Impero. Carlo duca d' Orleans pose in 1441-1452 ^gj^pQ J suoi, qual figliuolo di Valentina sorella deir estinto duca. Alfonso re d' Aragona e di Napoli chiese quello Stato^ facendosi forte su di un testa- mento sapposto. Inoltre i Venezianijchc avevano estesi di molto i loro possedimenti nella terra ferma, de- sideravano acquistare Cremona, Lodi e Piaccnza. Mi- rava la Casa di Savoia a ricuperar Vercelli, stata ad essa tolto da Filippo Maria, e impadronirsi di No- varaj di Alessandria e di Tortona. Gli abitanti del Milanese poi erano fra loro divisi in tante fazioni quanto vi avevano Principi pretendenti alia sovranita del loro paese. La Capitale tendeva a reggersi in indipendente repubblica^ e le altre citta, specialmente Pavia e Parma , contavano fare altrettanto. Intanto riconosceva Asti I'autorita del duca d' OrleanSj ed eransi Novara e Vercelli sottopostea quella del duca di Savoia. L' esercito veneto poi si trovava nel centro del paese J occupando Cremona , Lodi e Piacenza: gia teneva la parte favorevole ad ALonso nelle mani la rocchetta e la cittadella di Milano* e in fine, appa- rivano su le frontiere del ducato anche le truppe della repubblica di Fiorenza e del re di Napbli, Puna e r altro alleati de' Veneziani. Tante opposte pretensioni minacciavano il Mi- lanese di una total rovina^ quando ad un tratto esci fuori ad impadronirsi del disputato retaggio un soldato di ventura , marito bensi di Bianca Maria , figliuola naturale di Filippo Maria, ma il cui piii reale diritto in quello consisteva della spada. Era questi Francesco Sforza , figliuolo naturale di Gia- comuzzo Sforza , condottiero o Capo di mercenarii ^ FEDERICO III IMPERATORE 867 il quale dalla condizione di semplice paesano (i) Cap. XVI. pervenne al plii alto grado militarcj essendo al ser- ^44i-i453 vizio di Giovaiina Seconda, reglna di Napoli. Seb- bene alia morle del padre j di cui aveva eredita- to il valore e I'ingegnOj non avesse Francesco che ventlquattro anni^ a lui succede nella capltaneria degli avventurieri clie ne seguivano le bandiere , e molto si segnalo nelle guerre tra Alfonso d'Ara- gona e i principi della Gasa d'Angio^ circa la Co- rona di Napoli. Dive:iuto poscia Generale dell'eser- cito clie il Papa e le repubbliche di Venezia e di Fiorenza posero unitamente in campo contro Filippo Maria J disfece in parecchi incontri le truppe mila- nesi: ma^ o fosse poco soddisfatto degli alleati per cui militavaj o trovasse presso il Duca di Milano piu vantaggioso partito, passo lo Sforza agli stlpen- dii di quest' ultimo , traendo seco la fortuna deiriirmi. II sospettoso Filippo Maria ^ ora mostro avere in lui gran fiducia^ ora mostro diffidarsenej onde alcuna vol- ta guido lo Sforza le truppe del Duca; si pose alcune altre fra le file nemiche, e stava appunto negoziaudo con Filippo Maria ^ quando la repentina morte di questo Piuncipe offri al fortunato avvcnturiero la pro- pizia occasione d' impadronirsi de' suoi Stati. Nella perlgliosa condizione in cui si trovava , il Se- nato di Milano non vide altro scampo^ per assicu- rare V esistenza del vacante ducato clie aveva prcsa (i) Si pretende die comincias^e per servire i soldati se- guitandoli alia guerra , procurando lorn acqua e legiia e Jacendo bene spesso il sacconianno. II soprannome di SJor- ^a gli venne per la straordinaria sua gagliardia. ( 11 Tradutturt^). 368 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. XVI. una forma di governo democratico , se non quello di 1441-1462 commettere alio Sforza 11 supremo comando delle sue truppe. Continu6 la vittoria ad essere fedele a que- sto suo prediletto figliuolo, e il Duce milanese prese in poco tempo Pavia e Piacenza^ disfece sul Po le galee veneziancj e^ in uno degli scontri piu memo- randi di quel tempo^ totalmente distrusse 1' esercito nemico sotto le mura di Caravaggio. Ma i suoi ra- pidi e felici successi^ e fors' anche i suoi mal celati disegnij eccitarono i sospetti del Senato ^ che tento spogliarlo delPaffidatogli comando. Se non che^ avvisto- si in tempo lo Sforza del sovrastantegll pericolo, si ac- costo destramente a' Veneziani^ e^ giunto a ottenerne r assistenza col proraettere loro 1 a cessione del paese che siede su*r orientale sponda delFAdige^ rivolse le proprle armi contro il Governo di Milano. Tenne egli in armi possente esercito , a malgrado della viva resi- stenza della Casa di Savoia e della successiva difalta de' suoi primarii partigiani 5 e^ assalite e prese in due successive stagioni campali le migliori piazze del Milanese , strinse in ultimo di blocco anche la stessa Capitale. Conchiuse allora un Trattato col Duca di Savoia e colla repubblica di Fiorenzaj e avendo impedito alle truppe Veneziane il far pene- trare soccorsi nella bloccata citta^ siccome si erano pure attentate, ridusse quella piazza a tale estrema angustia, che il popolo^ levatosi a stormo ^ costrinse il governo a riconoscere il supremo poter6 dello Sforza. Vi fece egli in fatto il trionfale suo ingresso addi 26 febbralo 1450, e colla sua prudenza e col- la sua avvedutezza , seppe conservarsi una sovranita cui si era con ingeguo e con valore acquistata. Entrando a parte di tutle le querele che avcvaao FEDERICO III IMPERATORE 869 agitata T Italia, ae sdegnando framniiscliiare la cru- Cap. XVI. delta alPeroismOj era la Repubblica di Venezia per- ^44i-i452 veuuta a distruggere intoramente la Casa di Car- rara e ad appropiarsene tutti gli estesi possedi- meiili. Avevano gli stessi Duchi di Milano coritri- buito ad ingrandirla colle cessioni ad essa fatte, ed era il superbo Leone delFAdria (die sempre sapeva opportunamente ricoprirsi della pelle della volpe) riescito ben aneo a smembrare diversi altri Stati. Ma di presente daudo lo Sforza di Milano a Vene- zia non poclii tirnori, si mostrava essa tutta devota air Imperatore • se non che temendo anche^ per parte di questOj non ricbiamasse come feudi delPImpero gli acquisti da essa teste fatti, gli nego la facolta di passare pei vcneti Stati con un esercito^ e ne pure con grossa scorta^ limitandosi a promettergli le mag- giori onoiuficenze personalis se fosse passato solo. Fiorenza^ che cominciava in quel torno ad acqui- star rinomanza, segui gli stessi principii; e quanto alia Casa di Savoia^ trovavasi essa troppo discosta, percli^ potesse in alcun modo favorire o contrariarc i disegni di Federico. Le aspre querele che avevano inGcrito fra le Case d' Angii e d'Aragona^ faccndo per dieci interi anni scorrerc il sangue a torrenti nel regno di Napoli, erano terminate col trionfo di Alfonso il MagniGco, re d' Aragona e di Sicilia. Si merit6 questo principe r amore de' Napolitani , e prendendo parte alle di- scordie delP Italia settentrionale, si era frequcnte- mente trovato in gueiTa con Filippo Maria Visconti. Al momento poi del quale e ora parola nclla presente Istoria ^ aveva cgli stretta alleanza col Papa^ co' Vene- ziani e co' Fiorentini contro lo Sforza , mantenendosi 24 370 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. XVI. colla Casa d' Austria in vincoli d' amiciziaj divenuti ;44i-j452 aj^clie pji^i intimi per la proposizione di matrimonio fra la principessa di Portogalloj sua nipote^ e Flm- peratore. Fu per lanto Adolfo il primo Sovrano del- F Italia che si mostrasse propizio al Capo dell' Im- perOj e mirasse daddovero a facilitarae la venuta in essa conti^ada. Grandissimo ostacolo per altro se gli opponeva nella condotta e nelle intenzioni del Papa. Coronare un re de' Romani era un onore^ cui Nicolo V arden- temente bramavaj ma quel Sovrano Pontefice troppo temeva che un giovane Monarca^ unito al re di Napoli coi legami del sangue e con quelli dell' amiciziaj non osasscj seguendo P esempio de' suoi predecessori ^ aspi- rare alia signoria di Romaj e far risorgere ancora i diritti dell' Impero sul Patrimonio di San Pietro. E ad accrescere i timori del Santo Padre j fu- rono udite andare in questo mezzo per le bocche degli uomini certe stolte e ridicole profezie , col- le quali si voleva ^ era ^ che nel seguente mese di marzo il Papa morrebbe e sarebbe posto in prigione ^ ed ora , che Federico s' impadronireb- be di Roma. In tali circostanze adunque^ cessando Nicolo V d' aspirare all' onore di ricevere 1' ospite jmperialcj maado ambasciadori a Federico per dis- suaderlo dalF imprendere il suo viaggio ^ facendo^ gli dire^ essere F Italia scarsa di viveri, ed esserne le vie nel verno affatto impraticabili. Non ostante per6 tutte queste cose^ sapendosi destramenle gio-^ vare un po' delle minacce ^ un po' delle prom es- se , un po' delle ragioni , e usando anche a tempo le terribili armi del ridicolo j F astuto Enea Silvio, che assai bene conosceva la debolezza del Papa , FEDERICO III IMPERVTORE 871 ne seppe vincere la resistenza, e questi acconsenti Cap. XYI. in ultimo 5 essendo gia Federico in viaggio e seni- j44i-M^2 pre piu avanzandosij a riceverlo in Roma^ e mo str6 anzi di vivamente desideiarne la presenza. Col corteggio del fratello Alberto , di Ladislao, ii5i siio pupillo e di infinito numero di principi e pre- lati tedescliij toltosi I'lmperatore da Gratz^ verso la fine delPannOj con una scoria di cavalleriaj e^ oltre- passata Padova e Verona , era giunto a Ferrara , quando fu in quest' ultima cltti raggiunto da Fran- cesco Sforza J il quale si fece a chiedergli Finve- stitura del Milanese j come di un feudo imperiale. ^ e lo invito pure a volersi trasferire a Monza^ peu cingervi , secondo V antico costume ^ la Corona di Ferro. Ma nou volendo Federico rinunciare alle sue pretensioni su quel ducato , o risguardando siffatta condiscendenza come un avvilimento della imperiale dignita^ rispose negativamente alio Sforza ^ e prosegul il suo cammino per la via di Bologna e di Fio- renza 5 s'avvenne in Siena nella futura sua sposa^ e avanti inoltrare il piede su gli Stati della Cliicsaj presto giuramento di fedelta ^ o per meglio dire di ubbidienza al Sovrano pontcfice (1). (i) Ecco il leiiore di lui l;il giiiiamcnto : „ lo Federico, re de'Roinanl, prometto c giuro in uoiiie del Figliuulo, del Pa- dre e dello Splrlto Santo, pel Icgno dc.lla vera Croce e per le reliquie de^ Santi, che se , concedendolo Iddio , ini :sara dato r entrare in Roma , esaltero , per qiianto sara in mc, ii polere della Santa Ghlesa , e di Sua Santita cbe la regge. Ne per mio consiglio poi , o per mio assonso , o per mia riclile- sta non avra certamente il Santo Padre a pcrdere ne la vita, ne alciin membro, ne Ton ore. lo non pubblichero nella cilia dl Roina , senza il suo pcrmesso, alciuia b'ggf', c nou faro ncssuu 372 STORIA BELLA CASA D'AUSTRIA Cap. XYL Furono gP Italiani a Federico generosi di tutte 144T-14 2 j^ dimostrazioni di rispetto dovute all'alta sua di- gnita^ Aid anzi ci e da uu teslimonio oculare alte- cjtato J essersi i Padovani prosternati a"' suoi piedi 5 e averlo con tali altri onori festeggiato chcj se la stessa Divinita fosse discesa in terra, non avrebbono potato fare di piu. A malgrado pero di tutte queste belle accoglienzej la debolezza della sua scorta lo espose in Viterbo agF insulti di una licenziosa plebaglia. Quivi in fatto^ attraversando Federico la citta col piu grande apparato ^ e mentre si anda^^a egli avvi- cinando al palazzo clie doveva accoglierlo^ alcuni giovani ^ postisi sopra un luogo enilnente ^ armati dl ganci di ferro^ gli tolsero di sopra il capo Faureo drappo J clie a guisa di baldaccliino il ricopriva ^ e ne'tentativi clie fccero per impadronirsencj tutto quan- to lo lacerarono. Varii soldati papalini vollero fer- mare in questo momento alF Imperatore il cavallo ^ e altri piii arditi ancora tentarono gettargli di testa il cappello sul quale scorgevasi un prezioso gioiello. In mezzo tuttavia a siffatto turnulto^ conducendosi Federico con maggior vivacita di quella che si sa- rebbe potuto aspettare dalF indole sua flemmatica ^ si volge a' Legati e lor dice: JVoi rispingeremo laforzci collaforza^ e, strappato un bastone di mano ad un suo decreto risguardarite le coso soggette alia glurisdizione del Santo Padre o de' Romani. Resliluiro a Sua Santila qualsisia porzione del Patrimonio di San Pielro che potesse cadere fra le mie mani , e coliii al quale afiidero io V aniinlnistrazione del regno d' Italia, giiirera concorrere con tulto il suo poterc alia dii'esa del Patrimonio di S:ui Pielro. Clie Doineneddio mi assista c che i suoi Sauti Apposloli facciauo allrcltauto ,,. Fugger^ p. 575. FEDERICO III IMPERATOKE SyS domestico 5 si scioglie dalla folia degli assalitori, e Cap. XVI. spingendo poscia il cavallo ^ e urtando nel popolo^ 1 441-^^2 abbatte ogni ostacolo che si opponesse al suo pas- saggio. L' esempio fu seguito da' Legati ; e i suoi ufiziali ^ sguainate le spade ^ si gettano in mezzo alia calca. Appena un' ora pote non di manco ba- stare perche fosse il popolo interamente disperso. II governatore^ che era nipote del Papa, fece incar- cerare diversi de' piu sediziosi ; ma Federico chiese ed ottenne il loro perdono (i). Da Viterbo T Imperatore mosse verso Roma, d"^ 011- de esci il Sacro Gollegio ad incontrarlo a qualche distanza dalla citta. Federico passo la notte sotto ^45>2 di una tenda fuori delle mura , e fece il suo in- gresso la domane mattina. Egli stesso e tutti i per- sonaggi del suo seguito si sottoposero a baciar la mano e il piede al Papa ^ cbe^ ornato con tutta la pompa di un Sovrano Pontefice, e circondato da tutti i Cardinali^ se ne stava seduto su di un trono d' avorio. Addl sedici marzo riceve Federico la co- rona di Lombardia dalle mani di Sua Sanlita^ c nel successivo giorno^ diciannove^ la Corona impcrialc e la benedizion nuziale (2). Nello stesso momenlo^ il Papa e V Imperatore insieme ralificarono il concor- dato di Germaniaj e andato quiadi Federico sul- ponte del Tevere, vi armo Cavalieri il proprio fratello Alberto J LadislaOj suo ])upilIo5 e trecento giovani Signori. Partendo di Roma^ il re dc' Romani si voisc a (i) Heiss , Lib. 3, c. 1. (2) Queslo prlncipe fu chiainato Foclcrico IV c Federico V; ma egli prendeva a glusto litolo il nome di Federico III. 374 STORIA BELLA CA.S\ D' AUSTRIA Cap. XVI Napolij dove Alfonso lo accolse con tuita Paffczione i44i-i452^j£ iin parente e con tutto il rispetto dovuto al su- premo Capo delP Imperlo. Anzi ^ per la insinuazione di quello stesso Principe, ardi Federico consumare il suo matrimonioj il die aveva egli^ colla lentczza e la superstizione a lui proprle, fino allora differito per tiniorc j clie restando la sua sposa inclnta di ua figliuolo coucepito in Italia , potesse questi somigUare agli Italiani. Dopo d^'essere dimorato alcun tempo in Napoli^ ove videsi magnificamente festegglato e con tornei e in altri mille niodij ritorno Plmperatore in Germania^ cliiamatovi da nuove turbolenze clie cominciavano a correre per FAusti-ia^ la Boemia e PUngheria. Ncl suo passaggio aFerrara confer! a Borso d'Este Pinvestitura deMucati di Modena e di Reggio^ e armo cavaliere il giovane Galeazzo Sforza clie gli rec6 splendidissimi donij e gli fece a nome di suo padre molte dlcliiara- zioni di rispetto e di ubbidienza. Disceso indi il Po tino alia sua focCj trov6 ivi sulPancore ad attenrlerlo la flotta veneziana^ e^ salito sul famoso Bucentoro, fu con grandi onori condotto a Venezia , e di li^ dopo dieci giorni di feste. se iie torno a Gratz (i). Federico J clie col ricevere dalle mani del Papa la Corona imperiale aveva meglio assodata la propria autorita^ appena giunto in Germania^ penso^ prima di ogni altra cosa^ a ristabiiire^ in favore deM^rin- cipi della propria Casa , il titolo di Arciduchi ^ (i) Aeneas Syhius^ Hist, Fred, passim, - Pauhis Jovius. - J^hendorf. • Gerard de Roo. - Fugger. - Slruvius, - Ilciss, - Barre. - Giannone, - Corio , Sloria di Milano, -^ MuruLo^ ri, - P/effel. FEDERICO III IMPERATORE 875 al quale ^ siccome abbiamo notato ^ erasi Veduto Cap. XVL Rodolfo IV costretto rinunziare. E P atto pel quale i44i^i45-^ fu conceduto questo titolo d' ArciduCa ^ ebbe per base alcune patent! di Glulio Cesare e di Nerone . e i diplomi di Federico I , di Enrico VI e di Fe- derico II, in favore del ranio di Bamberga; diplomi stati confermati da Rodolfo di Apsburgo al momento che diede ai suoi due figliuoli Finvestitura delle au-' striacbe province. La nuova concessione per tanto banditasi da Federico III imperatore. a dismisura accrebbe il lustro e la fortuna della Casa d'Austria* imperocche ^ oltre il vedersi per virtfi della mede- sima J gli Arciduchi di essa famiglia innalzati a se- dere fra gli Elettori e gli altri Principi delP Impero^ acquistarono anche il diritto di essere riputati giuridi- camente investiii de'loro dominii, tosto die ne aves- sero per tre volte chiesta V investitura: fu loro accor- dato il privilegio di non potere essere ricliiesti ad escire dai loro Stati , ne' quali avevano facolta di vestire il manto rcale, di cingere la Corona du- cale con in cima il diadcina Impcriale e la croce y e di reggcre in mano il bastonc del comando 5 di- vennero essi per diritto di nascita consiglicri prl- vati dell' Impcratorc J ne piu potevano i loro Stati esser posti al bando delP Imperio. Ogni ingiuria poi contro la loro persona doveva essere punita come un delilto di alto tradimetito 5 fu proibito il provo- carli a duello j e vidersi essi dispensati dalP obbliga di condursi alia Dieta , e da ogui pubblico peso j salvo il mantenimento di dodici uomini per un iriese nclla guerra coi Turchi in Ungberia. E di pill fu loro fatta abillta di levare impostc , dareJ fuori lettere di legitlimazione , creare e conceder^^f 376 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. XVI. ti toll di Contij di Baroni e di altri inferlori gradi: '44I-M ^mancando la linea maschile^ le donne potevano suc- dere alia Corona ; e mancando in qualunque modo eredij furono gli Arciduchl autorizzati a disporre delle loro possessioni per testamento. Ogni terra delP Imperio poteva essere alienata in loro favore , e in fine non potevano esserne i sudditi tratti fuori dal loro territorio ^ o per essere processatl da^ tri- bunali giudiziarii ^ o per far testimonianza ^ o per ricevere qualsisia invcstitura feudale (i). (i) Noi non possiamo indlcare alcuna autorlta al lettore clie fosse bramoso di esamlnare i diplomi di Giulio Cesare e di IVerone ; ma si possono bensi trovare le patent! de' due Fe- derici, di Enrico e di Rodolfo , in Fugger ^ p, 177, 184 e 196; in Lambacher^ Oesterreichisches interregnum^ -^PP* n, I, 2, 103, 1 60 5 e quelio di Federico III nell' edizione delP Hist* Fred, di Aeneas Syhius^ stamp, da Boeder. Fug- ger ^ p. i83, ci offre F intaglio di quattro cot one che i Du- — • Guerre di Federico contro siio fratello Alberto — • Morte di quest' ultimo — Sforzi e tentativi delV E- lettor palatino e degli altri Principi^ per togliere la Corona imperiale a Federico — Trionfa questi di loro e ne esce vittorioso — Correria de' Turchi in Germania, C5i sono per noi gia esposte le controversie clie ebbe Federico a sostenere contro gli Stati delFAustria^ deirUngheria e della Boemia, e abbiamo pure fatto cenno della condizione a cui si era ridotto , ne- gando di consegnare loro il piipillo Ladislao. Pas- seremo ora a vedere come aiiche j dopo il suo ritorno dall' Italia J non fosse il regno di Federico che una continuata serie di disastrosi avveniraenti. Alia morte del conte di Cilly , avendo egli do- mandato i beni di questo Signore ^ considerandoli come parte della Stiria , e allegando anticlii patti di famiglia , s^ oppose tosto alle sue pretensioni LadislaOj qual discendente dalla sorella dell' estinto Conte. Ma V Imperatore , senza perder tempo , si condusse con grosso corpo d' esercito a Cilly , e se- dotto Giovanni di Wickowitz^ clie ne era Gover- nadore j s^ impadroni della piazza. Quest' ufiziale pero che aveva beni in Unghcria ^ si lascio poi an- clxe facilmente vincere da Ladislao, e, comparso con 1 456 378 STORIA DF:LLA CASA D^ AUSTRIA Cap. XVir. forze superior! dlnanzi la piazza, tento sorprendervi 14 2-1 ^y Fedcrico, il quale pervenne con gran difficolla a rifuggirsi nel castcllo , lasciandosi addietro e per- dendo il propria sigillo e un ragguardevol tesoro. II suo cancelliere e la maggior parte degli uGziali del suo seguito caJdcro prigionieri , e fit lo stesso Federico tenuto assediato per otto interi giornij in capo de' quali j alia fine ^ V avvicinamento di un corpo di truppe della Stiria apri il eampo a quel Principe di ritirarsi ^ essendo pero rimasto a Ladi- slao il possesso dclla citta y della Fortezza e della contea di Cilly^ clie tenne fino alia sua morte. Fe- derico lo un\ poscia al ducato della Stiria ^ quando^ pel diritto di successione^ a lui ricaddero gli Stati austriaci (i). La morte di Ladislao il Postumo avrebbe proba- bilmentCj a un Principe piu risoluto e pin coraggiosa die non era Federico^ aperto il campo di acquistarc le Corone di Ungheria e di Boemia j ma quelF av- venimentOj pei' tutt' altri forse felicissimo ^ non fu sorgente alF Imperatore se non se di grandi travagli^ cbe ebbero appena termine coll a sua vita , e ai quali diedero origine la recente violazione della legge clie regolava V ordine di successione ^ non meno che i patti concbiusi fra 1 diversi rami della Casa d' Au- stria. Federico ^ Capo di essa , voile ristorare il principio della indivisibilita^ e domando quindi tut to 1 458 il paese che portava il nome della sua famiglia* ma a tanto oppostosi il suo fratello Alberto e il suo nipote Sigismondo ^ fu, dopo fierissime alterca* zionij deciso clie F Imperatore avrebbe la Bassa Avh (i) Fugger^ p. 635. - Gerard de Roo , /^. 2o8v FEDERICO III IMPERATORE 879 stria 5 Alberto P Alta^ e Sigismondo quella parte della Cap.XVIf. Carinzia che confina col Tirolo; statuendosi inoltre m^^-M7^ che avesse Vienna ad essere comune residenza de' tre Principi. Alia quale umlliante decisione^ cui non seppe Federico prevenire ^ ne tenne toslo dietro^ come siam. per narrarcj, un' altra ancora piii lagrimevole^ rispetto alia successione delle due Gorone delF Ungheria e della Boemia. Gran nuraero di principi pretendevano egiialmente alia Corona di Boemia. Erano questi : Guglielmo duca di Sassonia^ e Casimiro re di Polonia, i quail avevano sposata, P uno^ Anna^ sorella maggiore del- P estinto re ^ e Paltro, la minore; Alberto^ fratello di Federico 5 e Sigismondo^ conte del Tirolo. E quasi questi non bastassero^ usci fuori anche 11 re di Fran- cia^ che prometteiido di pagare tutti i debiti dello Stato boemo, e di esentare i popoli di quel regno da qualsisia aggravio per lo spazio di sette anni^ cerco guadagnare il voto degli Stati in favore d'uno del suoi figliuoli J o di qualuiique altro principe che avesse a sposare la sua figliuola Margarita (i). Fe- derico intanto faceva gran conto sugli antichi patti tra le famiglie di Lucemburgo e d' Austria , e molto lusingavasi cliP, nella sua doppia qualita di Capo della Casa d' Austria e delPImpero (nella quale ultima con- dizione poteva dispurrc della Boemia ^ come di un feudo vacante)^ non avesse a temcre nessun altro dei soprannominati concorrenti^ comunque formidabili: oltreche ^ aveva anche interessato in proprio favore gran numero di Cattolici. (1) Margarita di Francia era slata promessa a Ladislao Po- stumo5 ^^^ ^a niovlc di qiicslo principe inipcdi la celebiazlune delle iiozzc. 3^o STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Gap. XVII. A lui pero si oppose il Reggente della Boemia, il 1402- 1 4y5 q^iale non ebbe gran difficolta a sventariie tutti 1 dise- gnij imperocche uniti in Praga gli Stati^ e proposto loro che differissero Felezione del re fino al di della Pentecostej giorno in cui finiva la sua reggenza, nessun membro delF adunanza oso manifestare una opinione contraria a quella di un uomo che dispo- neva delPesercito , e forse del voto della Capitale del regno e della parte Calistina. Gli Stati quindi si separa- rono J e congregatisi di nuovo il giorno indicato dal Reggente ^ appena ebbe ognuno preso il suo posto ^ un certo Kokyczana^ sacerdote calistino che il Podie- brack aveva difeso contro Sigismondo , e uomo salito , di questi tempi^ in gran credito e molto ben veduto dal popoloj conslglic^j in un eloquentissinio discorso, alia Dieta ^ non volesse nominare un princIpe tede- sco, ma innalzasse al trono un re nazionale^ cui fossero noti la lingua, le leggi e 1 costumi del paese; e facendosi poscia ad esaltare Famor di patria , il coraggio e il sapere del Podiebrack , animo I'assem- blea a concedere a questo il proprio voto, II qual discorso si trascin6 dietro tutti coloro , che non teme- vano le splendide doti del reggente , ne erano spa- ventati dal suo potere 5 e gli unanimi suffragi degli Stati conferirono la Corona al Podiebrack , che, anteposto in questa guisa a un imperatore e a due re J fu consacrato lo stesso giorno nel castello di 1 458 Praga , a malgrado de' contrarii tentativi di tutti i suoi nemici interni ed esterni , e de' fulmini del Vaticano. Indignato Federico di vedersi posposto a un sem- plice Signore boemo, voile sostenere colle armi la propria causa , ma non ottenne percid che deboli soc- FEDERICO III IMPERA.TORE 38 1 corsi dagli Stati di Germania^ e fu molto fiaccamenteCap. XYII. secondato da' Cattolici della Boemia ^ i quali ave- ^^^^"^^7^ vano in assai poca riputazione ua Principe cosi infingardoj alle quali cose si aggiunga pure che tro- vavasi egli allora molto occupato nelle querele in- sorte in Austria ^ e tutto era inteso a conseguire la Corona d' Ungheria. Abbandonando quindi diritti cui non poteva difendere ^ si rivolse anzi per aiuti a quel medesimo che eragli stato anteposto e, in un parlamento tenutosi a Brinn ^ diede V investitura della Boemia a Giorgio, I due Sovrani poi concliiu- i4% sero insieme un Trattato di alleanza difensiva contro tutti i loro nemici^ ad eccezione del Papa (i). Federico si presento pariraente come pretendente al trono d'Ungheria , appoggiando la sua domanda sul possesso della Corona di Santo Stefano che da diciotto anni aveva nelle mani^ ma gli torno indarno anche que- sto tentativo^ non avendo tra gliUngari che assai pochi fautori. Dividevano V Ungheria due grandi fazioni. L^ una J guidata da Michele Silagni^ cognato delPUnia- dcj che parteggiava per la Casa di quest' Eroe. L' altra poi aveva due Capi : Ladislao di Gara ^ palatino del regno ^ e Nicolo di Willacco vaivoda di Transilvania^ i quali aspiravano amendue alia Corona^ ma tra di loro uniti contro V altra parte. Gli Stati si congre- garono a Buda, sotto la presidenza del Palatino^ il quale aveva condotte seco ragguardevoli truppe. Nello stesso tempo il Silagni con quarantamila uomini s' avanzo verso Pest^ citta situata sulPopposta riva del Danubio. II Legato poatificio intanto esortava tutte (i) Pelzel^ p. 443-448. - Anon, Chron. Just, cap. 25. - Dumont^ 1\ III y P. x, p, 25g. 382 STORIA DELIA CASl D'AUSTRIA Cap.XVII.le parti a volere eleggere un re. II Silagni propose 14^2-1475 jyj.^^1^ Gorvina^ ma gli Stati, in ossequio alle pra- tiche del Palatiao e del Vaivoda^ rigettato con isprezzo i45q il giovane candidato^ mostravansi disposti a separarsi. Se noa die per avere in questo mezzo^ un fortissimo gelo permesso al Silagni di ^far passare il Danubio al suo esercito, PAssemblea^ spaventata dalla presenza di quel poderoso esercito , elesse a unanimita di voti il proposto Mattia^ ponendo intanto ^ fra le mani dello stesso Silagni ^ le redini del governo ^ fino a die durasse la lunga miuore eta di quel giovane princlpe. Mattia allora^ die continuava ad esser te- nuto prigioniero in Pi^aga (i)^ ottenne presto la liberta, pagando una somma di quarantamila du- cati J e colla promessa di sposare la figliuola del Po- diebrack , e di concliiudere un Trattato di alleanza fra' due regni. Ricevuto con giubilo dagli Ungari ^ fece egli consistere il primo atto del suo regno nel chiedere a Federico la restituzione della co- rona di Santo Stefano , minacciandogli^ in caso con- trario, la guerra: al die V Imperatore, eccitato dalla fazione che aveva avuta la peggio^ e sprezzando la giovinezza iion meuo che F inesperienza di Mattia ^ rispose con un rifiuto ^ ponendosi tosto in ordine per balzare dal trono colui che egli soleva cliiamare il re fanclullo. Ne mal fondate sembravano per verita le sue speranzej imperoccli^ FUngheria^ lacerata da intestine discordie^ si vedeva anclie sul punto di cader vittima dclle armi ottomane^ ed era continua- (i) Mattia, trasferito per ordliie di Ladislao da Vienna a Pntga, eraiii, dopo la njorte di questo priacipej tiovalo in po- tCiC di Giorgio Podicbrack. FEDERICO III IMPEUATORE 383 mente esposta agli spogli dcUe bancle boeme , con- Gap. XYII. dotte dal Giskra, ed ivi chiamate da Ellsabetla. Eransi i452-i47^ quest! predator! stran!eri staiiz!at! in un distretto montuoso eonfinante colla Polonia^ e possedevana altresi Cassovia e Sceptuz. Vi si affortificarono ess!^ divenendo ognor plu formidabil! in Unglieria per le loro intelligenze coi cittadin! fazios! di questo reame. Piu d' una volta aveano fatti van! gl! sforzi del valoroso Uniade ; e a! temp! in cu! ci troviamo nella presente Istoria vcnut! , spesso vedevansi dal- r alto delle stesse mura di Buda j i fuoch! de'loro post! avanzati. Favoreggiato adunque da tali congiunture ^ spedi r Iraperatore in Ungheria un corpo di cinquemila uominij cui il vaivoda di Transilvania e altri po- tentissim! magnat! , accozzarono le loro trnppe. Ma in tali tristi circostanze ^ il bravo Mattia diede im^- mediatamente sagg!o di quell' arditezza e di quel v!gore che tanto distinsero gl! atti del suo reggi- mento. Convocati subito gli Stati^ ne ottenne cgli r assenso per levare tre eserc!ti : il primo che do- veva difendere le frontiere dal lato della Turchia 5 il secondo per tencrc in rispetlo i Boenil^ e il terzo per movere issofatto coutro gli Austriaci. Venuti quindi i due contcndenti alle man! ^ fu aspramentc combattuta a Kormundo, nella Stiria^ una batlaglia^ la quale , sebbene avesse fine col trionfo di quegli ultimi J non torno siflatta vittoria di alcun vantage gio a Federicoj mentre , temendo cgli i suo! proprii ausiliari ^ o fors' anche stancatosi della gucrra ^ ri- cliiamo le sue truppe ^ lasciando die i malcontcnti i.-agnati conchiudesscro la loro pace con Mallla, EgU po!^ iucapace di resisLcr solo allc furze del 384 STORIA DELIA CASA D' AUSTRIA Cap. XVII. suo rivale ^ e avendo a sostenere una civil guerra 14 2-1475 neir Austria, discese a concliiudere col Mouarca d'Un- gheria una tregua^ nella quale si obbligo a resti- tuire la Corona di Santo Stefano , a condizione cha gli fosse pagata una somraaj da determinarsi in una prossima Dieta (i). Ma essendo stati gli articoli dell' accordo col quale avevano Federico ed Alberto fra loro diviso F Au- stria J cagione di nuove contese ^ divenne presto Federico odioso a'cittadini^ e diede Porgogliosa No- bilta austriaca prove di quello spirito turbolento ^ che e si proprio de'governi feudali sotto di un mo- narca indolente. I quali romori ^ cui erano di con- tinue stimolo l'^ brighe d' Alberto , giunsero in poco d'ora alle aperte ostilita, e sebbene si fossero da'buoni ufizii del re di Boemia accomodate pel momento Ic cose J non desidei^ava alcuna delle parti sincera- inente la continuazione della pace 5 essendo dalP un canto P Imperatore assai adirato delle restrizionij con cui si era vincolata la sua autorita 5 n^ potendo dalP altro la rapacita d' Alberto star conlenta a quanto aveva ottenuto nella divisione degli Stati au- striaci. Da ci6 trassero origine le piii terribili ri- volture 5 sicclie fu tutta V Austria un teatro di di- scordie j e la stessa Capitale &i trovo divisa in due avverse fazioni. 11 Senato e i piii moderati fra" cit- tadini sostenevano la causa delP Imperatore * ma il minuto popoloj guidato dal borgomastro Hulzer^ tur- bolentissimo demagogo ^ parteggiava per Alberto. Le cose giunsero al punto che Federico j temen- do per la sicurezza delP Imperalrice e del proprio (i) JBonJiniuS'j dec. Lib* JX. FEDERICO III IMPERA.TORE 385 figlmolo Massimiliano che si trovavano amen due nella Cap. XVII. citladella ^ comparso alle poite di Vienna con un U^^-i^;^ corpo di cavalleria sliriana, e giunto con parole e con promesse a guadagnarsi V animo de' suoi piu violent! avversarii ^ oltenne^ dopo tre giorni di nego- ziazionCj di essere ammesso nella cilta. Tuttavia j siccome egli i'igett6 alcune richieste de' malevoli , la plebe , facendo popolo ^ diede il sacco alle case de' parligiani delP Imperatore^ coslringendo lui stesso a rifuggirsi nella cittadella ^ ove lo slrinse d' as- sedio J non senza avergli prima indirizzata solenne intimazione di guerra. Alberto accorso allora a Vien- na, e convenutosi coi sollevati j prese il comando deir assedio. Pero j I'lmperadorej comunque non avesse seco che duemila uomini ^ si mostrA riso- luto di volersi piuttosto seppellire sotto le mine della Fortezza , anziclie arrendersl a' sudditi ribel- li J avendo intanto ricorso agli Stati delP Imperio^ che stavano appunto congregati in Norimbcrga ^ al- lora che r inviato messaggiere venne ad annun- ziare loro per parte di Federico, non rimaner piu a lui vivcri che per tre settimane. Mostraronsi bensi gli Slati disposti a liberare il loro Capo da tanta ca- lamitaj ma Pabituale lentezza delle loro provvisioni avrebbe rese vane le loro intenzioni, se Giorgio Po- diebrack non avesse prontamente spedito alia volta di Vienna il proprio figliuolo con cinquemila uo- mini J seguendolo egli stesso con altri ottomila : aiuli che J giunti in tempo ^ poterono solo salvare r Imperalore. Sottopostosi allora da amendue le parti alia decisione del re di Boemia Toggetto della que- rela ^ questi prontamente decise^ ponessersi recipro- camente in liberta i prigionicri 5 reslituissc Albcrlo 23 386 STORIA Dl^LLA C.\S/V D' AUSTRIA Gap. XVlI.le piazze e il paese che occupav.i , i432-i47-> Jere per otto auni del ffoveriio dell e avesse a go-^ per otto auni del goveriio della Bassa Austria^ a condizione che pagasse ogn' anno al fratello una somma di qualtromila ducati. Dopo tale accordo ^ Federico , accompagnato da mille cavalieri boemi , si fece incontro al suo libe- ratore che trov6 a Corn-Niburgo , e diedegli molle prove della sua gratitudine , inostrandosi genero&o di varii privilegi al regno di Boemia ^ e innalzando i due figliuoli del Podiebrack alia dignita di Principi dcir Impero. E siccome Praga aveva fornita una parte de''soldati spediti in suo aiuto , F Iniperatore concede a' cittadini di essa uu' esenzlone dalle tasse che per qualunque titolo si pagassero dagli esteri ^ cosi in Vienna come in qualunque allra provincia deir Impero. IHa non piii lunga durata de' precedenti ebbe que- sto Trattato stipulatosi sotto le mura di Vienna ; giacch^ aveva il reciproco odio messo nel petto dei due fratelli troppo salde radici per potervi essere distrutto mitigato. Dicasi di piu che Alberto^ trop- po amhizioso per contentarsi di quanto eraglisi la- sciato 5 tentd^ movendo querele sulP esecuzione del Trattato conchiuso j appropiarsi la Bassa Austria , ricevette il giuramento di f'edelta da' Viennesi ^ e si accinse a ricominciare la guerra. Fu allora che si vide Federico fai^ mcttere il proprio fratello al bando deirimperiOj e pregare il Pontefice a scomunicarlo. S' interposero bensi il Papa^ i Principi dell' Impqrio e gli amici de' due fratelli per vedere di por fine ad una guerra che faceva ingiuria a^ vincoli del sanguej ma furon sul punlo di uscire a vuoto i loro ufizii^ imperocch(^ Alberto , rigettala ogui proposizione FEDEHIGO III IMPERATORE 38; di accordo 5 non seiiza infinite diflicolta si lasclu Cap. XYir. iiidurre a concliiudere , pel momento , una tregiia. ''^^^"^'^^^ Intanto per6 Taspro governo di lui , e le sue replieate estorsioni molto travagliarono i Viennesi, e si ne stancarono la sofferenza, che guidati essi dallo stesso Hulzer ^ si accostarono di nuovo a Federico ^ e gia eransi presi gli opportuni concerli per ristoranie Fautorita^ quando^ venuto Alberto in chiaro delle loro pratlche J soddisfece tosto la propria vendetta, facendo pubblicamente morire il Borgomastro sul patibolo 5 e confiscando i beni di quanti fossersi mostrati malcontenti. E avrebbe egli tosto riprese le ostllita., se un' improvvisa malattia, cbe tronco la mortal sua carriera ai quattro decembre i463 j noil avesse liberato Federico da un iniplacabile e le- roce inimico (i). Mentre per6 si trovava V Iniperatore occupato nel difendere contro il fratello gli Stati che erano a In I toccati nella divisioncj si trovava alle spalle un'altra lotta in Germania^ essendosi anzi in questa parte veduto in pericolo di perdere la Corona imperiale. Luigi Elettore palatino , morto nel i449? ei'^si la- sciato addietro un figliuolo ancora bambino per nome Filippo J e aveva Federico ^ soprannominato il Vit- toriosOj fratello dell' estinto Palatino, ottenuto, du- rante la minore eta del nipote^ la reggcnza dcllo Sta- to. Ma per essere il paese tutto quanto agitato da intestine discordie e minacciato anehc da esterni ne- mici, venne il Principe reggenle a capo di ottencre dagli Stati, acconsentendolo pure la vedova di Luigi j (i) Arenipech in Pcz ^ vol /, p. 291, 2;)J, i'?fp. - Eben-' dorf. - Pez^ vol 11, p. gSG, 98. - Fug^cr - Gerard do Moo - PehcL 388 STOMA BELLA CASA D' AUSTRIA Cap. XVII. la facolta di usare in proprio nome Pautorlta suprc- 1452-14^0 jj^^ ^ a condizione che non si avesse a maritare e 1 436 riconoscesseFilippo per erede: alia quale convenzione, sebbeiie approvata dal Sovrano Pontefice e da tutti gli elettorij avendo Federico avuto V imprudenza di negare il proprio assentimentOj si attiro contro Pini- micizia di un Principe ambizioso e valente^ il quale colse tutte le occasioni che se gli pararono innanzi per abbattere 1' autorita delPImperatorej cominciando ad isfogare V ira sua dal farsi a soccorrere il proprio parenle Luigi , altro Duca bavaro della linea di Land- shut, che aveva, recando in mezzo alcune invalide pretensioni ^ occupata la cilta imperiale di Dona- werth. Del che querelatosi 1' Imperatore alia Dieta ^ aveva questa chiarito il Principe bavaro nemico del- r ImperOj e deliberato di spedire contro lui un esercilo di ventimila combattenti ^ di cui sarebbesi affidato il comando ad Alberto , niargravio di Bran- deburgo J soprannominato TAchille alemanno. Ma seppero le pratiche di Enea Silvio , che occupava allora J sotto il nome di Pio II, la Sede pontificia^ e desideraya porre insienie una crociata contro i Turchi , evitare le ostilita, col ispedire in Germania il suo Legato Nardini, che unitamenle agli arciduchi austriaci 5 al vescovo d'Eichstedt e al Gran Mastro deir Ordine teutonico , tanto fece che indusse il duca di Baviera a promettere ubbidienza alP Impe- ratore, ed a sottomettere Faffare di Donawerth alia decisione de' principi delP Impero. Deluso adunque nella prossima occasione di guer- ra, TElettore palatino , che sempre nutriva lo stesso odio contro Federico, sempre piu adoperossi per tro- var altri modi di vendicarsij e riescito a tirar dalla sua parte, prima i due clettori di Magonza e di FEDERIGO III IMFERATORE 38g Treveri ^ poi il langravio d'Assia^ il vescovo cli Cap. XVII. Bamberga ^ ed altri principi , ed infine gli stessi i452-i475 Alberto e Sigismondoj Tuno fratello e T altro ni- pote di Federico ^ e falto entrare in isperanza della Corona imperiale il re di Boemia ^ ottenne die tutli questi congiurati^ dopo che ebbero bene ordito il loro disegno ^ si congregassero^ senza il consenso delF Im- peratore ^ anzi malgrado delle contrarie rimoslranze di luij in due successive Diete ad Egra e a Norim- berga 5 alle quali intervennero i principi piu pos- senti deir Impero. Tennero poscia una terza adu- nanza a Francoforte , e ^ quasi preludio della sua ri- mozione, scrissero a Federico una lettera plena di acerbissimi rimproveri^ nella quale attribuendo alia sua debolezza ed incapacita tutti i guai della Germania, gl' intimavano di voler per Favvenire con maggior cura adempiere i suoi doveri verso Dio, verso la religione e verso Flmperoj il rampognavano di essersi perquindici interi anni astenuto dalFintervenire alle Diete, non ostante tulte le pregbiere e tutte le intimazioni spe- diteglij lo richiedevano , clie si conduccsse a Fran- coforte per la prossima Dieta^ c il minacciavano , in caso contrario , »? che avrebbero presi tutti quci partiti che sarebbero giudicati ncccssarii al bene della Cristianita e alia salute del F Impero ". Riavutosi a tanto pericolo dalla sua abituale in- dolenza, nessuna via lascio Federico intcntata che va- lesse a disunire i suoi ncmici^ non dimenticando an- che e colic sue letlere , e per mezzo di ambascia- dori, di fare il possibile per intercssare in proprio favorc i principi delF Impero. Pienamente corrispose Fesito alle accorte sue pratichc, e vuoti lornarono gli sforzi di quclla formidabilc Confederazione. Trovo 3()o STORTA DEFJA CASA D' AUSTRIA C;ip. XVII. oL^Ii . ill primo Inogo^ uno zclantissimo parligiano ncl- ' H2-i4;^ I'Elettore tli Brandeburgo^ il quale vedeva assai di mal occhio la potenza dellVElettore palatino e del Monarca boemo. Si guadagno quindi Fanimo delPE- lettore di Sassonia^ sebbene avesse questi conchiuso un Tratlato di alleanza colJa Casa di Bavieraj e giunse in ultimo a toglier dalla lega anche il inedesimo re di Boemia^ promettendogli la sua iuterposizione presso la Corte di Roma ^ di cui aveva incorso lo sdegno per esscj'e di i ito Calistino. Ma plu di tutti gli giovo il papa Pio II ^ il quale ^ per un sentimento di grati- tudine non meno die d' interesse, tutto adoperavasi a preveniie la rimozione del suo beiiefatlore, e spe- rava inoltre^ colP entrare a parte delle querele della Gcrmania^ di ricscire a far modificare ^ se non in- teramente distruggerCj il concordato di Aschaffen- burgo. E in questo momento appunto un'' assai tempestiva occasione si offerse^ nella vacanza della sede di Ma- go nza j al Sovrano Pontefice e alP Imperadore ^ di accrescere la loro preponderanza. De' due concor- reiiti, Adolfo di Nassau e Dietrich d' Isemburgo j clie si presentarono^ ottenne il secondo la plura- lita de' suffragi nel Capitolo ; ma ricuso il Papa confermarloj se non promettesse di non sostenere la dottrina clie fossero i Concilii generali superiori ai Papi J e non si obbligasse a non convocare Diete di sua privata autorita. Voleva altresi il Papa clie gli si pagasse doppio il diritto delP annata : di qualita clie non vennero i Commissarii del Dietrich a capo di far approvare Pelezionc del loro commettcnte se non con un' cquivoca promessa a nome di questi, e togliendo ad impreslito da alcuni ebrei di Roma la FEDERICO III IMPERATORE 391 somma nccessaria per soddisfare alF iachiesta di Sua Cap. XVII. Santita. II iiuovo Elettore per altro, avuto per nullo ^4^2-1473 il fatto de' suoi ambasciadori^ ricuso di pagare la so- prannoniinata somma ch' eransi dessi procurata, e si appell6 al futuro Concilio. In consegueiiza, videsi sco- 14^1 munlcalo e depostoj e il Sovrano Pontefice nominOj col consenso della pluralita de'membri del Capitolo ^ all' anzidetto vescovato^ Adolfo di Nassau, che otteune anche Fapprovazioue delPImperadore. Ma trovd V Elettore rimosso possenti sosteiiitori neir Elettore palatino e nel Duca di Baviera-Land- sliut. L' Imperatore , Alberto di Brandeburgo, il mar^ gravio di Baden ^ Ulrico di Virtemberg, il Vescovo di Metz y e la maggior parte de' Principi e degli Stati presero per altra parte a difendere Adolfo, fa- cendo scomunicare e porre al bando delP Iniperio i Principi bavaresi. Le truppe dei' coiifederati per tanto assalirono tosto e devastarono il Palatinatoj ma I'E- lettore j piombato loro addosso , compiutamente li di*- sfece alia giornata di Seckingen, nclla quale caddero prigionleri il margravio di Baden, il Vescovo di Metz e il conte di Werdenberg. E poco dopo furono le ar- '4^^ mi di Luigi coronate da altri vantaggi, nella segna- lata viftoria die riporto a Gingeii contro Alberto di Brandeburgo, essendogli venuto fatto persino di im- padronlrsi dello stendardo imperialc die' aveva Fe- derico mandato al Margravio , come capitano gene- rale deir Impero. A malgrado pero di tali disastri , Adolfo di Nas- sau giunse con uno stratagcmma a impadronirsi di Magonzaj e, in questo mezzo, P Elettore palatino ri- nunziando alle sue mire contra F Imperatore, propose di abbandonare la causa del Dietrich, purche Fde- 392 STORIA BELLA CASA D' AUSTRIA Cap. XVILzione del suo fiatello Roberto^ slato allora nomlnato i4j2-i475 Arcivescovo di Colonia^ fosse conferinata dal Papa; si rimborso poi delle spesc della guerra , colla cessioiie che venue a lui fatta di una parte del terrltorio del- r arcivescovado di Magonza ^ e seppe in fine otte- nere molto danaro ^ facendosi pagare grosse somme pel riscatto degli illustri prigionieri che aveva nelle mani. Anche il Duca di Baviera non tardo molto a seguirne PesempiOj e concliiudere ^ per P interposi- zione del re di Boemia , egli pure la pace ^ rinun- ziando a Donawerth. Altro partito quindi non rima- neva alP abbandonato Dietrich che quello della som- messione. Dimentic6 egli in falti le sue pretensioni alia sede Arcivescovile ^ e fu autorizzato a conservare Hoekstj Steinheim e Dieperg. 1 463 Sebbene si riconciliasse col Duca di Baviera, per- siste non ostante Plmperatore nel non volere con- fermare la pace stata conchiusa coll' Elettore pala- tino, e sempre ricuso di riconoscerlo per membro del CoUeglo elettorale ^ avendolo anche posto al ban- do deirimperio^ avvegnache senza alcuna conseguen- za : n^ mai ebbe termlne in Federico V irapotente odio se non colla morte del suo illustre avversa- rio (i). Lo lolse questa morte al pericolo di per- (i) L' Eleltore palatino cesso di vivere nel ^iy6^ dopo un sagglo e glorioso regno di parecchi anni, che fece di lui rornamento del suo seeolo e del suo paese. Mantenne lunga- mente la data promessa di non maritarsi, nia alcune ore prima della sua morte , sposo, col consenso dello stesso nipote, Chiara Tettin , dalla quale aveva avuli varii figliuoh*. Uno di questi, Luigi di Baviera, slgnore di ScLarfeneck videsi da Massimi- liano elevato alia dignita di coiite e di priucipe delP Impero j e ue furono i dlsccndcuti crcali princlpi. I FKDERICO III IMPERATORE 3g3 dere la Corona imperiale ^ ma tuttavia non si vide Cap. XYII. il Principe austriaco liberato da tale angustia clie per ^4^^~^475 cadere in nii' altra (i). Tutti questi sconvolgimenti furono^ in apparenza almeno se non in realta , la cagione dl quella sor- prendente indolenza^ e non curanza con cui stettero i Principi austriaci spettatori de' repllcati assalti dei Turchi^ i quali dopo avere, colla presa di Costantino- poli J rinvigorila laloro potenza in Europa, sempre piu s' innoltrarono verso OccidentCj e fecero sotto il regno di Federico la loio prima invasione in Ger- mania. Eransi per verita Plmperadore e il Papa dati piu volte pensiero di ordinare una Crociata contro que^nemici della Cristianita^ ed aveva la Dicta piu volte deliberato che si avessero a fornire per tale im- presa i rispettivi contlngenti d' uomini e di danaro: ma moltissime cagioni insleme concorsero a renderc vani tutti questi tentativi. E prima di tutto, troppa inimicizia nutrivano i Principi alemanni gli uni con- tro gli altrij perche potessero soprassedere allc lore parlicolari querelej erano anche troppo avvcrsi al loro Capo per indursi a soddisfare alle sue doman- de J e puo asserirsi con verita^ avere F Eletlore pala- tino espresso il sentimento del piu gran numero di loro J allorcli6 disse j vedersi egli a canto nemici ben piu terribili degli stessi Turchi. Inoltre poi non si puo negare che i Papi e Federico avessero spesso fatto della guerra contro gli Ottomani un pretesto per cmpiere le loro casse. II Principe austriaco in fine^ (i) Aeneas Sylvias^ Hist. Fred. HI passim - Falckenstein- Colini^ Hist, clu Palatinat ^ P • ^' ? ^7*" Gerard de Roo - F agger - Bar re. 394 STOPJA BELLA CASA D^ AUSTRIA Cop. XYII con una politica indcgna del suo posto ^ considero J4 '-^-ij; troppo di sovente i Musulmani^ come suoi ausiliari ; e lo stesso Pio 11^ il quale mostrava tanto zelo nel vo- ]er unire contro gH Infedeli i principi dellVEuropaj fece andar vuoli i suoi proprii disegni per V odio personale che aveva contro Giorgio Podiebrackj giac- clie essendosi questi offerto a dare un esercito contro i Tuixhij e sottopostasi la sua offerta alia Dieta, il Legato pontificio apertamente disse e sostenne, es- ser pill vantaggioso alia Cristianita il combattere gli Eretici clie impiegare i loro soccorsi contro gli Infedeli. E un tale sistema fu ancora con maggior vigore seguito da Paolo II j successore di Pio II ^ il quale distolse affatto dalle imprese degli Ottomani V attenzione de'Principi cristiani eccitandoli ad una Crociata con- tro il re di Boemia (i), Le narrate discordie e V indolente carattere di FedericOj fecero si die tutto il regno di questo Im- peratore possa dirsi consistere in una serie di di- segni J de' quali mai nessuno Tidesi raandato ad ese- cuzione; onde la sola volta che abbia la Germania opera to con prospero evento contro de' Turcbi j fu allora^ come abbiamo gia detto die una trup- pa di paesani senz' ordine e senza disciplina , rac- cozzati dal zelo e dalP eloquenza di un religioso Fran- cescano (s)^ libera Belgrado dallo strettissimo asse- dio de' Musulmani. E ben voile la Providenza die primo a risentire i danni delle proprie mancanze , c della trascurata sua politica fosse lo stesso Fede- rico: die gP Infedelij devastata prima la Servia e la (i) Pelzct, p. 455. (a) Yeggnsi il Cap. XIII. FEDERIGO III IMPERATORE SgS Bosnia, passaroiio in numero di diecimila il fiume Cap. XVII. Una J a Moedling^ sui confini della Carniola; un al- ^^^'^"^^7^ tro corpo de' loro arrivava intanto a Neuhadel sul Gurk; e un terzo si spingeva innanzi sino a Lubiana^ capitale della Carinzia , segnando i loro passi col ferro e col fuoco. Quando udi Federico la notizia di tale invasione, si trovav i nella sua villa di Lintz ^ dove tutto intento alia coltivazione de'giardini^ sem^ hrava^ per usare qui Pespressione di un cronicliista contemporaneo , occuparsi assai piit del guardare le sue piante dagV insulti del gelo j che del difendere i suoi Stati contro le armi de' Barhari (i). Ma i suoi sudditi , nel cui animo tutt' altri sen- timenti allignavano , in tre soli giorni, riunitisi in numero di venlimila ^ arditamente si opposero ai progressi degli Infedeli , i quali si ritirarono non senza per6 aver prima passato seimila persone a filo di spada, e ridottone ottomila, che condussero seco^ in servitu. Nel 147^; i Turohi y ancora in maggior numero, oltrepassate le montagne della Carnlola , si fcccro innanzi nella Carinzia , e , sloggiati quattromila Au- striaci che si erano attelati nelle vicinanze di Cla- genfurth per ostarc al loro passaggio , si aLbando- narono a tutte le abituali loro rubcrie , facendosi trotlar dietro nella loro ritirata ventimila cattivi. An- che nel 147^ si innoltrarono quesli Barbari fino nel cuore della Stiria : disfecero a Rain su la Sava un corpo d'Austriacij comandati dallo Schenck, gover- natore generale della provincia, che obbligarono ad arrendersi prigione ; posto quindi a soqquadro tuUo (i) Arempech. - Pez i^ol. i. p. i9.5G. 396 STORIA BELLI CAS A D'AUSTRLi Cap. XVII il paese fino alle porte di SalisburgOj si ritiraron cli 1452-1475 nnovo, carichi di boltinOj e con graa numero di pri- gionieri. Sarebbe al certo non meno inutile che noioso il raecontar qui molte altre invasioni dello stesso gene- re. Basil per noi i' annotare che durante il regno di Federico ^ val a dire nello spazio di ventisette annij undici volte si ripete un tal flagello su la mi- sera Cristianita (i). (i) Gerard de Roo - Fugger - Knoll e^ s Hislorj of the Turks - Schmidt y cap. 19, 23 et 26. FEDERICO HI IMPERATORE 897 CAPITOLO XVIII. 1458-1489. Querele di Federico col re di Boemia -— Morte di Giorgio Podiebrack - — Ladislao eletto re di Boe- mia — - Guerre di Federico coritro Mattia Cor- vino j re d' Ungheria -— Invasione delV ylustria •-— jdccordo con Mattia Corvino — Ricominciamento delle ostilita — • Federico discacciato daW Austria — • Amichevoli vincoli di questo principe con Carlo , duca della Borgogna — Matrimonio del suo fi- gliuolo Massimiliano con Maria erede degli Stati della Casa di Borgogna •-— Massimiliano muov^e guerra alia Francia — • Morte di Maria di Bor- gogna — Pace d'' Arras — Elezione di Blassimi- liano a re de' Romani — • Nuova guerra contra la Francia — - Si collega Massimiliano , contro que^ sta Potenza ^ al duca della Brettagna — • Commo- zioni de' Paesi Bassi — • Massimiliano fatto prigio- niero a Bruges — Liberato da Federico — • Pa- CQ di Francoforte. xjL malgrado di tutti gli aiuti die aveva ottenutl Federico, durante le querele contro Alberto, e du- rante le discordie della Germania , dalP amicizia di Giorgio Podiebrack , P istoria cl presenta, in capo ad alcuni anni, lo stesso Federico unito in lega al Papa ed a Mattia Corvino contro il suo medesimo liberatore. II qual fenonieno vuole essere attribuito al credito del Santo Padre e al rinascimento dello 398 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. XVIII religiose dissensioni in Ungheriaj come pure alia 1400-1489 pQ|-|.-^^ di Federico 5 che mirava a indebolire i suoi due posseuti nemici , opponcudoli V uno alP altro. Noi abbiamo delineato V origine ^ i progressi e il fine della guerra degli Ussiti. Per essere adunque il ristoramento della pace in Boemia dovuto all' ap- provazionej die il Concilio di Basilea ed Eugenio IV avevano accordata alle convenzioni colle quali vidersi i Calistini riconosciuti per veri figliuoli della Chiesa ed accolti nel suo seno^ ben erasi in dirltto di sperare che si sarebbero eziandio dal pontefice Pio II ratificati gli anzidetti accordi j stati compilati sotto de' suoi auspiziij e gia convalidati da' suoi predecessoii. Ma colui 5 pel quale furono ( essendo seraplice segre- tario e ambasciadore imperiale ) coa tanto vigorc combattute le pretensioni della Santa Sede, e strap- pate alia medesima tante concessioni necessarie al riposo della Cristianitaj non si fu per aneo seduto su la Catledra pontificiaj che tosto si condusse con tale spirito d' intolleranza , che molto ne i^mase la fama del suo sapere e la natural dolcezza de' suoi costumi oscurata. II primo atto del suo pontificato consiste nelP abolire in Boemia la dottrina de' Ca- listini ^ e sostenere in^suo luogo quella della Chiesa reman a. La cosa incomincio di qiiesta maniera. Appcna fu Giorgio Podiebrack sail to al trono ^ i Cattolici , eosl instigati dal Papa^ lo richiesero subito clie ^ in aderapimento alia promessa da lui fatta nel momcnto della sua coronazione ^ scacciasse tutti gli eretiei dal Regno. Soddisfece in fatto il Re la domanda^ espel- lendo i Taboriti, i Picardi, gli Adamiti e quanti altri non professavano la Religione caltolica, e mando fuori FEDERIGO III IMPERATORE ' Syg inoltre espresso baado^ uel quale oi^dinava che aves-Cap.XVlIl sevo tutti 1 suoi sudditi ad essere consideratl per ^^^'M^^ membri della Chiesa romana , comunque si coinu- nicassero sotto una specie sola o sotto due. Tutta- via non stettero i Catlolici coiitenti a queste provvi-r «ioiii J e siccome riguardavano come eretici anche i Calistini J pregarono insidlosamente il Monarca, volesse annullare le convenzloni gia stabilite^ op- pure ottenerne dal Sovrano Pontefice di Roma una nuQva ratifica. Per condiscendere a' loi'O voti ^ spe- di Giorgio un messaggio a Roma- ma^ allegan- do Pio II, clie gli atti di cui trattavasi favorivano IVeresia^ ricusu approvarli , e mando Fantino della Vallcj suo Legato a Praga, col carico di indurre il Re a proscrivere la comunione sotto le due specie. In conseguenza di che , radun6 il Podiebrack una Dieta J alia quale intervennero il Legato e i Vescovi d' Olmutz e di Breslavia ; e appena si ebbe in essa annunziato il mal esito delP ambasceria a Roma il Monarca boemo cosi imprese a dire: »> lo souo assai sorpreso , ne posso in alcun modo indovlnarc le mire del Papai. Le sole convenzioni lianno potuU) metter fine alle turbolenze boeme , e se in oggi si volesserq quelle annullare^ piii aspre di prima si ri- noverebbono le animosita. Furono tali convenzioni assentite dal Concilio di Basilea , in cui sedevano i pill valent' uomini d' Europa , e concedute a' Bocml, e confermate poscia dallo stesso papa Eugenio IV. Non contengono inoltre nessuna eresia, e sono per ogni rispetto conformi alia dottrina della Santa Chiesa. La Regina ed io stesso le seguiamo fin dal- r infanzia , e mio fermo proposito e il volerle di- fendere fino alia morte ». II Monarca fcce fine al 4oo STORIA DELLA GASA D'AUSTRIA C. XVni. suo dire J rigettaado T accusa apposlagli dal Papa, 1458-14^9 d' avere cioe violato il suo giuramento. AUe quali parole avendo il Legato risposto con un altro di- scorso pieno d' iiivettivCj lo costrinse il Read escire della Dieta ^ facendolo anche rinchiudere nel Ca- stello dl Podiebrack ^ ove lo Iratto a solo pane ed acqua. i463 Altamente sdegnato di tale affronto ^ il Papa an- nullo le convenzioni ^ e slancio una Bolla di scomu- nica contro il Re di Boemia , a meno clie , entro certo termine J non si presentasse a Roma per giu-. stificarvi la propria condotta: la qual Bolla infinita- niente infervoio gli animi de' Catlolici. II Re pose allora in liberta il Legato ^ e si scuso presso il Sovrano Pontefice. L^ imperator Federico poi ^ che ancor serbava a que' giorni memoria de' segnalati servigi di cui andava debitore al Podiebrack , offeri a questo la propria mediazione ^ e ottenne che fosse sospesa la sentenza di scomunica. 14^4 Ma intanto mori Pio II, e in Paolo 11^ che gli succed^ y trovo il Monarca boemo un piu fiero persecutore ancora del defunto. Spedi il nuovo Pon- tefice un Legato a Breslavia per farvi insorgere i Cattolici ; tento , sebbene invano^ ingraziarsi presso Casimiro , re di Polonia , offerendogli la Corona di Boemia ^ e pose in pratica somiglianti modi anche presso gli Stall ^ i quali pure non ebbero miglior esito. In ultimo, per altro , le sue minacce e le sue promesse soffocarono nell' animo di Federico il sen- timento della riconoscenzaj sicche il partito di una Crociata contro il Re di Boemia , postosi dal Legato pontificio alia Dieta di Norimberga , trovo saldi so- ' stenitori ne' Gommissarii imperiali. Ad onta poi y FEDERICO III IMPERATORE 4oi die rlfiutasse la Dicta una tal proposta, il PapaCap.XYIII bandij tuttavia, la rimozione del re Giorgio , e cor- ^i^o-iiSg sero i suoi Legati ^ eJ altri suoi messi^ colPapprova- zione imperiale , tutta la Germania e gli Stati au- striaci ^ predicanJovi la Crociata contro il Podie- bracL Con tal contegno si attiro dunque V Impe- radore le plii acerbe rampogne d' ingratitudinCj e una intimazione di gucrra per parte delReboemo^ che J precipitando addirittura sulP Austria , diede il ,^g guasto a tutto il paese fino alia sponde del Danu- bio. In tanta angustia^ domando Federico inutilmente soccorso a' Principi dell' Impero ^ ne giunse a otte- iiernej dopo niolte istanze, se non dal re d' Unglie- ria J Mattia Corvino ^ cui indusse ( offrendogli V in- vestitura della Boemia ) a portar V armi contro il proprio suocero. Maltia in fatto ^ dimeatico di do- vere al Podiebrack e la Corona e la vila^ c acceltata V esibizione dell' Imperatore ^ entro colle sue truppc in Boemia, cssendo anche spalleggiato da alcuni corpi d' avventurieri alemanni^ i quali avevan presa la Croce. E siccome intanto adopcravasi il Papa , quanto era in lui^ per determinare i Cattolici a solle- varsi contro il loro Re , la infelice Boemia si trovo in preda a tutli gli orrori della gucrra civile e del fanatismo religioso. Tuttavia^ seppe assai bene il Po- diebrack trovaro nel proprio valore e nella propria solerzia abbastanza forza di trionfare, pel momento^ di tutti i suoi nemici , e ridusse il Corvino a con- cliiudere una tregua. Ebbcro anzi i due Monarchi un colloquio a Steinberg in Moravia , ove trattarono della pace 5 ma seguendo poscia il Sovrano ungaro queir cmpia massima, non csscre alcun Trattato ob- bligatorio verso gli cretici , riprese ^ poco di poi^ a 2IJ 4o2 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap.XVnisuggestione del Legato pontiflcio, le ostilita, e^ tra-« 1 458-1 489 g^Qj.g^ la Moravia e la Slesia, radun6 in Olmutz^ ill compagnia di alcuiii Cattolici, un simulacro di Dieta^ ove fu egli gridato Re , e coronato dal Le-^ gato della Santa Scde. Condottosi indi a Breslavia j vi riceve V omaggio de' p.opoli della Slesia^ e assegna a questa provincla un governatore nominato da lul- Ad outa per6 della fatta eslbizione, troppo paven-r tava Federico la unione delle due Corona di Boe^ mia e d' Ungherla sul capo di un Monarca si ambi- zioso e valente. Non spediti quindi in niun moda M"^ al Corvino i promessi soccorsij si allontano dal tea- ti'Q della guerra ^ col pretesto di dovere andare , siccome infatti ando ^ a Roma ^ per adempiervi un Yoto che aveva fatto trovandosi assediato nella cit- ^4C^ tadella di Vienna. Differi pure il suo ritorno in Au- stria J congregando a Ratisbona gU Stati delP Ini- pero per proporvi una Crociata contro i Turchij e poiche ben prevedeva clie uscirebbe un tal disegno a \uotOj fece larglic promessCj e offri persino di farsl egli stesso Capo delP impresa. Intanto sempre con- tinuava Fedei^co a sperare^ abbandonandosi alia sua fantasia 5 di ottenere la i-evei^sione delle Corone di Ungheria e di Boemia : ma si ingann6 egli a partito. A render vani i tentativi delP Imperatore e di Mattia J fece il Podiebracl^ una Dieta a Praga ^ nella quale ^ pi'oposto per suo successore il prin-? cipe Ladislao, primogenito di Casimiro re di Po-r Ionia 5 e di Elisabetta , seconda figliuola dell' im^ peratore Alberto ^ ebbe la compiacenza di veder la sua proposta accettata con vivo entusiasmo da'Boe- mi J cui molto allettava la speranza di vedersi go- vci'uati da un Sovrano che parlava, la lore lingua , e disceudeva ^ per lalo di donna ^ dalF imperatore i47o FEDERICO III IMPERATORE 4o3 Carlo IV, di cui tenevaii cara la memoria. II qualCap. XVIII partito piacque in egual modo a'CattolicI e a'' Cali- i4^^-i4^9 stinij niente meglio desiderando i primi clie di vi- vere sotto un principe della loro comunionej e gli altri d'impedire che ne Federico^ ne Mattia, taiito ne- mici della loro dottrina^ salissero sul trono di Boe- mia. Fu quindi Ladislao solenuemente riconoscluto erede della Corona 5 avvenimento che colmo di sdegno il Corvino^ siccli(i fu la guerra contlnuata con furo- re. I due esercitij condotti ciascuno da' loro sovra- ni J che erano i due piu grandi capitani di que' tem- pi J mantennero lungamente fra loro bilanciata la fortuna delF armi; ma alia fine le due parti ^ in egual modo stanche di reciprocamente straziarsi, conchiu- sero una specie d' armistizio ^ che mise fine alle ostilita (i). Alia morte del Podiebrack^ alzo nuovamente Fe- derico le sue pretensioni al trono di Boemia ^ ma questa volta non si vide sostenuto da 81 gran nu- mero di partigiani ^ come in prima : bensl una piu possente fazione difese la causa di Matlia. La j)lu- ralita de' suffragi tuttavia si trovo favoievole a La- dislao J che fu eletto re ', e Federico lui favori a preferenza di Mattia ^ al quale tentc) inoltre levare la Corona d' Ungheria. E veramente angusliante potcvasi allora dire la condizione del Monarca ungaro : perciocch(^ ^ oltre la guerra con Ladislao ^ che proteggevano e le forze boeme ^ e tutte quelle del re di Polonla suo padre^ trovavasi P Ungheria in preda ad intestine discor- die J sicche numcrosissima parte de' Siguori aveva (i) Pehel , p. 4^^? ijc) ' Bonjtnius passim- 4o4 S TORIA DELLA GASA D' AUSTRIA Cap. XVIII offerta la Coroua alio stesso re di Polonia Casimiro : 1458-1489 ^iiyQ clie i Turchi , sommessa la Transilvanla c de* vastata la Dalmazia ^ avevano costrutta su le sponde della Sava la Fortezza di Szabatch^ d' onde facevano frequent! correrxe nelP Uiigheria. Tanti guai non potevano adunque essere superati se noa dal coraggio ^ dalla prudenza e dal vigore di Mattia. Fece egli adunque portar la gueri^a nella Boe- inia e nella Slesiaj tenne in dovere coUa propria presenza i suoi infedeli sudditi ; si cattivo a poco a poco i malcontenti Signori^ e dopo aver conseguita jie\lintorni di Breslavia una segnalata vittoria con- tro gli uniti eserciti de' re di Polonia e di Boemia^ costrinse questi due Sovrani ad una tregua di tre i4j4. anui e mezzo. Sbrigatosi in tal modo da siffatti ne- mici J giovossi del conchiuso armistizio per oppu- gnare i Turchi^ sostenendo le parti di Stefano Ba- tori;, ospodaro di Valacchia ^ che aveva scosso il gio^o ottomano y e il quale da quel valoroso duce ch** egli era j ricevuto un rinforzo di truppe ungare, sbaralto un esercito ^di ben centomila Infedeli con- dotti dallo stesso Maometto II , aprendo cosi la via alle ulteriori imprese del CorvinOj che riesc'i^ colla sollecita espugnazione di Kobatsch^ a porre in sicuro le proprie frontiere del Danubio. Respinti che ebbe i Turchi ^ il Monarca ungaro si volto contro Flmperatore, dalla cui condoLta stato era in tanti modi eccitato alia vendetta. OltrCj in fat to 5 le cose che si sono gia per noi riferite , gli aveva Federico negata la mano della propria figliuo- la Cunegonda y e aveva ccnceduto asilo all' arci- vescovo di Gran^ che si era ribellato a quel suo Sovrano. li assai meno anche sarebbe baslato per FEDERICO III IMPERATORE 4o5 eccilare lo sdegno di un prlncipe altrettanto fieio e Gap. XVIII coraggioso quale il Corvino ^ che spedi tosto una ^45o-i4^9 intimazione di guerra all' Imperatore ^ e si avanzo^ ^r senza por tempo in mezzo ^ negli Slati di questo suo avversario. Ne potendo Federico j rimasto solo e senza alleati ^ opporre la menoma resistenza al- r armi ungare^ In meno di trenta giorni trascorse Mattia la piu gran parte della Bassa Austria^ stiinse d' assedio Vienna^ e prese o investlj fino a Krems e Stein, tutte le Fortezze situate sul Danubio. Si rinchiuse P Imperatore in Lintz ^ e^ per salvare la ^^'^ propria capitale^ si vide costretto ad accettare tutte le condizloni che gli furon dettate dal vincitore^ sottoponendosi pure a pagare al Corvino centomila scudi J di cul meta dovevano essere fornill dagll Stati. Ma 5 siccomcj sottoscritto appena questo aceordo^ si trovo Mattia chiamato a sostenere un'altra guerra coi Re polacco e boemo^ e nel tempo stesso videsi r Ungheria esposta a nuove invasioni ottomanc , nego Federico 11 convenuto pagamcnto, e per giustificare la propria condotta^ accagiono il Corvino di rite- nere ancora alcune di quelle cilia clie doveva re- stituirgllj di fomcntarc mali umori in Austria e dl avere ben anco eccitati i Turclii a invadere questo 'paese. Per la qual cosa lo sdegnato Mattia, concbiusa immantinente la pace con Ladislao ^ riconoscendolo re di Boemia, e promeltendogli inoltre^ qualora mo- X'lsse senza prole^ la reversione della Moravia , della Slesia e della Lusazia , tutte rivolse le propria ar- mi contro V Austria. Tali armI per altro non ot- tennero si rapidi progressi come V altra volta , poi- che la maggior parte delle citta opposero agli Uu- 4oG STORTA DEIXA CASA D' AUSTRIA Cap. XVIII gari oslinatissima resistenza 5 e^ se non dopo un'aspra -14 9 jQ^ta di qiiattro anni , venne fatto a Mattia T im- padronirsi di Vienna, e delle vicine piazze. E dicasi pure ^ ad onore del vero^ clie qiiesta gnerra obbligo il bellicoso Monarca e gli abili suoi generali a di- spiegare tutta la loro costanza e tulto ii loro inge- gno. Alia fine poi compi^ V assalitore la sommes- sione delPAustria colla presa di Neustadt ^ favorita residenza delP Imperatore. Seacciato da' suoi Stati ereditarii^ Federico si ri- fuggi in Gratz ^ ma essendo anche questa cilta mi- nacciata dalP armi vincitrici , corse di citta in cilta^ di convento in convento, domandando a tutti soc- corsOj e non ascoltato da nessuno. Si confortava intanto ripetendo questa massima : »> dimenticare quanto non si puo ricuperare^ essere la piu gran fe- licita >> ; e sfogava il suo sdegno contro de' Vienne- si , paragonandoli alle rane della favola ^ che ricu- sarono un travicello per re j e si fecero divorare da una gru (i). A lungo pulsare alle porta di ciascun elettore^ e di ciascun principe delP Imperio j e con ripetute rimostranze e querele alia Dieta radunata in Norimberga^ ottenne finalmente I'lmperatore qual- che sussidio di truppe e di danaro 5 e poti^ chiamarsi assai fortunato d'indurre Alberto, duca di Sassonla^ niolto celebrato pel suo ingegno nelParte della guerra, ad assumere il supremo comandodeiresercito. Siccome per altro niccliiavano gli Stati nel fornire i loro con- tingent! , postosi Alberto a capo delle sue proprie truppe, e di alcuni mercenarii raccolti al momento, speditamente mosse verso Mattia. II terrore del suo (1) Schmidt, L. Vll^ c. 22. I FEDCRICO III IMPERITORE 407 nome j e le avvedute sue provvisioni arrestarono i Gap. XVIII progress! del nimico 5 ma non essendo egli sostenuto ^4^^"'4o9 n^ dagli Stati di Germania , ne da Federico 5 il quale , avvegnache sprovveduto di truppe e di vet- tovaglie ^ gli aveva fatte larghissime promesse , di- scese ad uii armistizio. Uscl quindi delP Austria ^ e fu Maltia autorizzato a ritenere il conquisto fino a ^^ ^ che avesse V Imperatore soddisfatto i suoi primi ini- pegni verso di lui , e rimborsategli le spese della guerra, essendosi tuttavia convenuto che qualora il re d^Uiigheria mancasse di vita, prima delPadempi- mento di tali condlzionlj sarebbero le occupate pro- vince restituite seiiza alcun compenso per parte di Federico (i). Ma J in mezzo a tanti disaslri , e nel momento istesso che si trovava ridotto quasi senza Stati ^ si occupava Federico (e chi mai avrebbe potuto im^ maginarselo ?) in procurare alia propria Casa gran-^ dissimo incremento , negoziando il matrimonio del suo figliuolo Massimiliano colP unica ercde della fa- miglia di Borgogna. Discendeva questa da Filippo FArdito ^ quarto fi- gliuolo di Giovanni il BuonOj re di Francia 5 imperoc- che, estintasi nel i36ij per la morte di Filippo di Bou- rCjla linea maschile degli antichi duchi, Giovanni die- de Pinvestitura della Borgogna al prediletto suo figliuo- lo Filippo e alia discendcnza di lui, riservando per al- tro alia Corona di Francia il diritto di reversione , nel caso in cui non vi avessero eredi legittimi. Acquisto poscia Filippo pel suo matrimonio conMargarita^ figlia di Luigi 5 conte diFiandra, c vcdova del dcfunto Fi- (t) Bonfinius ^ p> Gi5. 4o8 STORIA BELLA CASA I^ AUSTRIA Cap.XYIIIlippo di Roure J la stessa Fiandra ^ TArtesia e la 1 458-1 489 p^,^^^^ Contea , e cosi pure Nevers, Relhel , Mali- nes e Auversa. Filippo il Buono, suo nipote , coin- pero nel tratto successivo Namur e Lucemburgo 5 fu anche erede del Brabanle e del Limburgo , e tolse alia celebre Glacomina di Hainault ^ la provincia di questo nome , V Olanda, la Zelaada e la Weslfrisia. Da Carlo V Ardilo o il Temerario si aggiunse in fine agli altri suoi possedimenti il ducato della Gueldria e la contea di Zutfen (1)5 e cosi le terre del ducato della Borgogna si estesero dalle frontiere della Pro- venza alle sponde del mar di Germania. L' ambizioso Carlo , da lungo tempo aspirava alia dignita reale ; e si era anche ^ alP intendimento di essere eletto re de' Roman i ^ con segrete brigbe ado- perato presso gli Elettori delP Impero. Frustrato per altro nelle concepite speranze ^ aveva chlesto alio stesso FedericOj che concedesse il titolo di Regno al suo Ducato di Borgogna , e gli aveva per tale fa- vore esibita la mano di Maria ^ unica sua figliuola ed erede J per Massimiliano primogenito delPImpe- ratore. Allettato adunque dalF offerta di si cospicua parentela , e mostrandosi favorevole alle mire del iluca della Borgogna ^ Federico erasi prestamente condotto J in compagnia dello stesso Massimiliano^ (1) Arnoldo d' Egmond , diica dl Gaeldria , e conte di Zut- fen , videsi cliiuso in istretla pngionia dal suo stesso figliuolo Adolfo. Liberate da Carlo , diseredo egli quel figlio , e rende tulti i suoi Stati al suo benefattore , riseryando pero a se stes- so e a' suoi eredi , ad eccezione d' Adolfo , il diritto di ri- compera. Fu Adolfo per tutta la sua vita tenuto prigione da Carlo; rna avendo il ligliuolo di lui servito poscia solto di Massimiliano , riacquisto parte del patcrno retagglo. FEDERIGO III IMPERATORE 409 allora in eta d' anni quattordlci ^ ia Treveri^ ad unCap.XVIH parlamento con Carlo ^ nel quale solennemente a ^'i^^''-}^9 questo confeii V Investltura del ducato della Gueldria^ ' e quella ben anco dl tutti gll altri feudi imperiali per esso lui posseduti : di maniera die ^ reputando il duca della Borgogna non rimaner piu alcun osta- colo alFadempimento de^ suoi voli^ aveva fatti met- tere in pronto gli ornamenti della dignita reale ^ e ordinato pure che fosse eretto, per la cerimonia del suo coronamento ^ un gran trono nella Cliiesa iiie- tropolitana di Treveri ^ essendosi intanto fidanzata la sua Margarita a Massimlliano. In mezzo pero a tutte queste llete cose ^ e a malgrado di tutta Fap- parente armonia j era Federico improvvisamente par- tito J allegando il pretesto di essere la sua presenza necessaria a Colonia ^ per comporvi alcune discordie insorte fra V Arcivescovo e il Capitolo. 11 qual repentino cangiamento nel procedere del- r Imperadore deesi precipuamente attribuire alle bri- ghe di Luigi XI ^ che ogni via tent6 per ingene- rare sospetti nelV animo di lui. E per verita, non regnava^ ne in Federico^ ne in Carlo , alcuna veci- proca confidenza. Non voleva il duca della Borgogna essere il primo a concedcre la mano della figliuola, la quale era ricercata da potenlissimi Sovrani* e ri- cusava V Imperatore di conferire a quel Principe la dignita imperiale prima della cclebrazione delle noz- ze. Oltie die J aveva pure il Monarca francese fatto credere a Federico, che mirasse Carlo al conscgui- mento della dignita reale, se non per altro, che a recare nuovamente in mezzo le sue pretension! alia Corona imperiale. Ma la condotta dell' Imperatore oltremodo indign6 4io STORIA DELL A CASA D' AUSTRIA Cn]>.xyiIIil (luca della Borgogna^ ciii si offeri presto 1' occa- 1 jo8-i jb9 glone di soddisfare il proprio risentimento col farsi a soslenere Roberto , arcivescovo di Colonia , clie ^ scacciato dalla propria sede per opera degli Stati e del Gapitolo ^ erasi a lui rivolto per aiuto 5 avendo intanto gli anzldelti Stati e Gapitolo nominato iia amministratore invece delFesule Roberto. II duca Carlo per tanto, entrato nelP Elettorato con un esercito di sessantamila uomini^ pose V assedio dinanzi a Nuys. Gli Stati e il Gapitolo ebbero dal canto loro ricorso a FedericOj cbe adoperandosi per i"ispingere quella invasione j con un' energia per lui affatto nuova ^ spinse i Principi delP Impero a ordinare formida- bile esercito , di cui ebbe il comando Alberto di Brandeburgo , ed usci egli stesso alia guerra in persona. L' Imperatore prese altresi parte ad una Gonfederazione J che^ contro la Gasa di Borgogna ^ Luigl XI strinse con Sigismondo j conte del Tirolo^ cogli Svizzeri e col duca di Lorena. Se non cbe , r instabilita del carattere , e un eccessivo zelo pel suo proprio particolare interesse^ non tardarono a prevalere nelP anitno di Federico alia data fedej onde, lasciatosi egli vincere da un presente di dugen- mila corona 5 e sallto in isperanza di vedere final- mente conchiudersi il bramato matrimonio di Mas- similiano coUa erede della Borgogna ^ si trovo col Duca ad un abboccamento, nel quale i due Principi convennero insieme di sottoporre la loro querela alia decisione del Sommo Pontefice. E le cose ^ in siffatta guisa , felicemente volge- vano a prospero terniine j quando ad un tratto la morte di Carlo j sotto le mura di Nancy ^ sembro com- piutamcnte distruggcre tuttc Ic liete espettazioni di FEDERICO III IMPERATORE 4ix Federico ; mentre Luigi XI fece cliiedere con ap-Cap.XVIII posito messaggio la mano di Maria pel Delfino suo ' 4^8-1 489 figliuolo 5 e nello stesso tempo ^ entrato nelle terre della Principessa con poderoso esercito ^ s' impadroni della Borgogna ^ e d' una parte delle contee della Fiandra e delPArtesia ; laonde molti de'consiglieri di Maria ^ o corrotti dai donativi del Re france- scj o intimoriti da' maravigliosi success! delP armi sue ^ si fecero allora ad esortarla che accettasse la mano del Delfino. A ci6 si aggiunga^ che i cittadini di Gand 5 impugnate T armi ^ s'impadronirono della Principessa , e ^ uccisi due de' suoi consiglieri ^ la tennero presso di loro come ostaggio della conferma de'loro privilegi. E quasi tutte queste cose non ba- stasseroj la Olanda e la Zelanda^ animate da egual spirito di sedizione , si mostravano piii disposte a volere cogli st€ssi violenti modi ottenere nuove con- cessioni dalla sgraziata loro Sovrana^ anzi clie vol- ger Fanimo ad oppugnare il formidabile nemico che le minacciava. In si deplorabile condizione^ gli Stati di Fiandra pregarono istanlemente Maria a porger la sua mano al duca di Gleves^ principe cresciuto alia Corte di Borgogna ^ il cui padre gloiva di molta riputazione presso la moltitudine. E Maria era altresi chiesla dal conte di Rivers, fratello di Elisabetta, moglie di Odoardo IV, re d' Inghilterra. Ogni cosa sembrava adunque opporsi a' disegni di Federico , mentre non vedevasi il suo Massimiliano spalleggiato nti da una sola fazione, o alia Corte, o negli Stati. Tuttavia, ben altre pi^potenti circostanze seppero vittoriosa* mente terminare la gara a favore di questo principe. L' avvcncntezza della sua persona, infatto, e la squi- 4x2 STOMA BELLA CASA D' AUSTRLV Cap.Xyillsita agilita che mostrava ne' militari esercizii ^ ren- i4jb-i489 jg^gjjjQ oggetto della universale amnnrazione j sic- che il medesimo duca della Borgogna al suo ritorno da Treve.rij ove avevalo veduto in persona, era andato pubblicamente ripetendo essere Massimiliano il prin- cipe clie desse di se le maggiori speranze. Le quail parole tale potere ebbero sul tenero animo della figliuola, e si vi reslarono scolpite, che possentemente le parlarono per esso , appena si trovo signora di disporre del proprio cuors e della propria mano. Dopo la morte di Carlo ^ aveva I'lmperatore spe- diti a Gand, perche vi negoziassero il matrimonio del suo primogenito , gli elettori di Magonza^ di Treveri e di Baviera , alle praliclie de' quali ostava- no gli Stati di Fiandra e il Duca di Cleves, esortan- do Maria a ricusare V offerta j e ben sembravano le cosloro rimostranze poter equivalere ad assoluti co- mandi. Ma i freddi calcoli della politica assai di ra- do trionfano delle seduzioni delF amorej e tutta la Corte di Maria stupi alP udienza cli' ella concedette agF inviati di Federico. Nella quale udienza , appe- na ebbele V elettore di Magonza presentato la leltera e r anello clie, per ordine del suo stesso padre , ave- va spedito a Massimiliano ^ la giovine Principessa ri- vide e ravviso con trasporti di gloia que'pegni della sua affezione ^ e fece noto il suo proponimento di vo- ler adempiere la data fede, Invano poi se le oppo- sero con molte rimostranze il duca di Cleves e gli Stati : fu essa irremovibile nelF abbracciato parlito , ^^^ e videsi in poclii giorni concbiuso il matrimonio per pro cur a. Poco tempo dopo , fece Massimiliano il suo pub- blico ingresso nella citta di Gand con numeroso c FEDEPvIGO III IMPERATORE 4i3 brillaate seguito. Oltre che la Icggiadria delta sua Cap. XVIII persona J e la dignila e la grazJa de'suoi modi sem- *458-i489 brassero sufficienti a giustificare la prefereiiza con- cedutagli dalla Principessa^ non manco egli di mo- strarsi anclie altrimenti degno di si alta fortuna ^ mentre in eta di soli diciott^ anni^ come era^ e sen- za alcuno stranicro soccorso , usci trionfante di tutti i guai che furongli mossi contro da' piu svegliati e artificiosi Sovrani del suo secolo. Comincio Massi- jniliano dalParrestare i progressi de' Frances! j e co- stringere Luigi XI a concliiudere una tregua. Gio- vossi egli poscia di quest' inteivallo di riposo per con- ciliarsi P affezione de'popoli, sedare le ribellioni che insidiosamente andava il re di Francia alimentando, e disporre nuovi preparalivi di guerra. Intanto poi, essendo Federico con replicate rimostranze riescito a scuotere la Dieta dalla sua indolenza ^ Luigi XI , per evitare una guerra contro Flmpero^ consentiva a restltuire Cambrai ^ Bouchain ed altri feudi impe- riali che aveva occupati : se non che Massimiliano trovatosi allora in facolta di prender P offensiva , , strinse d' assedio Terovanaj e alia giornata di Gul- negatte ristoro la fortuna delle sue cose. Temendo adunque il Monarca franccsc le consc- guenze di una tale disfatta^ e sentendosi inoltre cor- rodere da una mortal malattia , commise al celebre Filippo di Commincs negoziasse la pace. Ma , o nu- tris.se Massimiliano speranza di aver a trattare con niaggior vantaggio dopo la morte di Luigi XI , il quale stava per esalar P ultimo fiato da un giorno alP altro , o sperasse, colla continuaziDnc delle osti- lita J di poter ricuperare quanto del patrimonio della sua sposa ancor rimaneva nclle maiii de'nemici . ri- 4i4 STORIA DELL A CAS A D' AUSTRIA Cap.XVirigetto tutte le proposizioiil d'accordo. Mentre per al- 1458-1489 |-j,Q ogni cosa sembrava favoriro la sua impresa , fu- rono i suoi progress! e le sue speranze troncate dalla repentina morte di Maria , che scese nella tomba addi 26 marzo i48a, lasclando due figliuoli, Filip- po e Margarita. Non videsi piii Massimiliano da questo istante considerato , specialmente dagli abi- tanti della Fiandra (la piu possente allora tra le province de' Paesi Bassi) se noa se come uno stra- niero non avente alcun diritto a reggere quegli Statij il quale non continuava la guerra che pel suoi particolari interessi. Presto si elevarono quindi commozioni per la scelta della persona a cui affi- dare la tutela di Filippo ; e sebbene alcune delle province alquanto inclinassero per attribuirla a Mas- similiano 5 gli Stati di Fiandra nominarono al gio- vine Filippo governadori che ne avessero cura in vece del padre, cui negarono risolutamente la meno- ma parte alia educazione del proprio figliuolo, IVel medesimo tempo , approfittando di tali con- trast! ^ il Re francese si volse direttamente agli Sta- ti di Fiandra ^ e conchiuse con essi loro il memo- rando Trattato d' Arras , cui Massimiliano fu cu- stretto assentire. Videsi con tale accordo Margarita J 482 promessa sposa al Delfino^ al quale doveva portare in dote la Franca Contea e F Artesia ^ non meno che le signorie di Macone , d' Auxerre , di Salins y di Bar-sur-Seine e di Nevers , paesi perci che sareb- bono ritornati al fratello di lei ^ qualora mancasse ella di vita senza posterita: promise il re di Fran- cia la restituzibne della Contea di Chimai , e delle plazze di Lucemburgo ^ obbligandosi pure a non pre- stare alcun soccorso agli abitanti di Cleves € di Trc- FEDERIGO III IMPERATORE 4i5 veri 5 i quali ei ano in guen a con Massimillano j edCap. XVIU insieme si statui, fosse Margarita educata alia Cor- i45o x4^9 t€ di Franc ia 5 e sempre dovesse la tutela di Filip- po spettare agli Stati della Fiandra (i). In conseguenza delle quali stipulazioni fu la gio^ vine principessa mandata in Amboise, Luigi XI poi non sopravvisse che poco tempo alia conclusione del Trattato d' vVrras , c sebbene Carlo VIII, suo figliuo- lo e successore, non avesse alia morte di lui clie soli tredici anni ^ fu dichiarato maggiore 5 ma erasi dal defunto re , nel suo testamento, ordinato clie doves- se intanto V autorita rimanere fra le mani della pro- pria figliuola Anna j maritat^ a Pietro di Borbone signore di Beaujeu. Mentre cosi da questa parte procedevano le cose, Federico operava ancora piu a favore della sua Ca^ sa^ usando ogni suo potere per far eleggcre Mas- similiano a re de' Romani ^ e averlo successore al trono imperiale. Era egli gia certo de' voti de' tre Elettori ecclesiastici j che riconoscevano la loro di- gnita dalPalto suo patrocinio, od erano personal- mente affezionati al giovine Principe 5 e tre de^quat- tro elettori secolari^ uniti come erano per leganii di sangue alia Casa d' Austria j ne favorivano gli inte- ressi. Non temendo adunque se non V opposiziono che prevedeva doverglisi niovcre per parte del re di Boeniia, ottcnne Federico si procedesse all' elezione con tale celerita e segreto , che fu la nomina di ^^'^^ Massimiliano renduta pubblica, avanti pure clic La- (i) J)umont ' Daniel. Hist* ^ cle France^ torn. IV,, p- 4^3- Schmidt^ L, VLl ^ cap, n^ - Memoircs cle Comniines ^ L, VI - Treissaurwin der Weiss Kuni^ j o sia Isloria di jVIassimiliano , p. iq3. 4i6 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap. XVIII dislao sapesse, fossesi di quella trattato. Del qual i458-i48c) procedercj se fortemente si rammaricasse il Monarca boemo J ognuno sel pu6 di leggieri immaginarej anzi infuse egli e fece partecipare a tutto il suo popolo 11 vivo sdegno che ne risenti^ sicche gli Stati di Boe- niia giunsero fino a proporre di separare il loro Re- gno dair ImperOj e conchiusero lega coi re d' Un- gheria e di Polonia per annullare V elezione : on- de ricusatosi Ladislao di riconoscere Massimiliano , fece preparativl di guerra^ inviando intanto alia Dieta il decreto di Rodolfo^ che statuiva a favore della Boemia il diritto di concorrere all' elezione del re de' Romani , e P Articolo della Bolla d' oro y die y confermando un tal privilegio^ ne volea punita la violazione con un' ammenda di cinquecento mar- chi d' argento : chiedeva Ladislao che si V uno che r altro fossero solennemenle riconosciuti^ e doman- dava inolUe la promessa y che per V avvenire non si sarebbe proceduto ad alcuna elezione senza an- tecedente avviso al re di Boemia perche interve- nlsse alia medesima y e il privilegio di non es- sere obbligato a ricevere in persona V investitura del Regno di Boemia y ne ad accompagnare 1' Impe- ratore a Roma^ o farvelo corteggiare da'proprii am- basciadori. Le quali cosetutte^ essendo state da Fe- derico sottoposte al Collegio elettorale , mostro que- sto la pill alta indignazione alia Icttura delle due do- niandcj essendosi non per tanto fatto luogo ad un com- ponimento per V interposizlone delP Imperatore me- desimo. Scusatisi adunque gli Elettori con Ladislao di aver mancato alle solennita richieste per V ele- zione di un i^e de' Romani y promlsero che avreb- bouo in avvenire rispcttati i privilegi della Boemia y FEDERICO III IMPl'RATORE 417 e liconobbe Ladislao in Massimiliano la nuova di- Cap. Will giiita statagli conferita, rlnunciando alP ammenda ^^^^"^ • i^ de' cinquecento marchi (i). I tiniori intanto che Massimiliano ispirava al Fiamminghi, erano andati crescendo per la residenza che egli faceva ne^ paesi a' loro vicinij per la prefe- renza die concedeva agli stranieri, e per P ossequia die godeva nelle altre province de' Paesi Bassi. E dal canto suo , serbando anche Massimiliano acer- bissimo rancore per le dure condizioni del Trattato che gli toglieva ogni parte nel governo •ella Fian- dra e nelP educazione de^ proprii figliuoli, si fatla- mente crebbero i reciproci odii^ che presto prorup- pero in aperte ostilitaj durante le quali, sebbene fos- sero i Fiamminghi spalleggiati dalla Francia^ il Prin- cipe austriaco s'impadroni delle principali citta nei dintorni di Gand, sorprese Dendermondaj disfece 1 ribelli ^ non meno che un corpo di quattromila e ciuquccento Francesi che seco loro combatlevano ^ e sottomise in ultimo anche Gand , ove fu alia per fine riconosciuto tutore del proprio figlluolo e gover- natore ddla Fiandra ^ essendosi perci egli obbligato i485 a non condurre fuori dc^ Paesi Bassi il giovane Ar- ciduca. Conferm6 anche Massimiliano tutli i diritti e i privilegi de' Fiamminghi ^ e cosi pure tutte le provvisioni e tutti i decrcti chc^ dalla morte di Ma- ria in poij gli Stali avevano promulgato. Poiche cbbe ristorata la sua autorita nella Fian- dra J si dispose Massimiliano a portar le armi con- tro la Francia , tanto per puniria d'' cssersi in- trusa nellc sue querele coi Fiamminghi , quanto (1) Pchcl, /;. (j'p. 27 4i8 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cap.XYIIIper ricuperare alcune province stategli lolte da ^^"^^'^i^Ohu'i^i XL Per la qual guerra^. colse con piacere la favorevole occasione delle discordie insorte tra la reggeute principessa Anna di Beaujeu e il duca d' Orleans ^ primo principe del sangue. Strinse per- tanto lega con questo Principe , e con France- sco II J duca della Brettagna ^ fra i cui sudditi erasi il Governo francese provato a seminar mali urnori contro il loro Duca. Francesco poi aveva dalo ricovero al duca d' Orleans ^ al signore d'Al- bret 5 al conte di Dunois e ad altri Signori av- versi alia Corte. Nella Confederazione entro pure Giovanni di Sciallon^ principe d' Orange e nipote di Massimiliano. Spedi il re de' Roman! un araldo a Parigi per esortare i Francesi a logliere gli abusi del loro governo 5 e nello stesso tempo ferocemente assalto la Picardia con dodicimila uomini , e prese le piazze di Terovana e di Mortagna. Pero la Prin- cipessa reggente ^ che sapeva ^ con non minor dc- strezza che vigore ^ condurre le cose del governo j fece presto tornare indarno tutti i tentativi della lega. Bandi dalP un lato sagaci provvisioni con che tenne in dovere o sedo i suddili malcontenti , e^ commesso dalF altro il giovane Re al comando del- Tesercito, videsi tosto ripresa Terovana e le truppe 7 Francesi correndo vincitrici la Brettagna , presero diverse piazze forti e assaltarono Nantes : i soldati del Duca toccarono una totale disfatta e furono ta- gliati a pezzi nella giornata di Sant-Albino j nella quale caddero il duca d Orleans e il principe d^O- range prigionlerij e Francesco trovossi ridotto ad acccltar tali condizioni j clie il renderouo totalmente FEDERICO III IMPERylTORH 419 vassallo della Francia , mentre si era fino allora ri-Cap.XVni putato indipendente (i). 1458-1489 E itilanto die cosi i Francesi colle vittoriose armi loro umiliavano gli alleati di Masslmiliano in Francia , arreslarono pure gli altri progress! del Principe austriaco eccitandogll contro nuovi guai iiella Fiandra, Notisi in primo luogo ^ aver Massimi- liano, dopo coronato in Aquisgrana ^ condotto il proprio padre a Brusselles, ed ivi traltatolo con rcale magnificenza^ spendendo in divertimenti e in feste molte somine di cui sarcbbesi dovulo meglio valere a spingere innanzi con sommo vigore le imprese della guerra 5 e sollanto dopo la partenza di Federico per la Germania , visitd egli la Fian- dra e le sue altre province de^ Paesi Bassi , levando truppe J e facendo per lutto grandi apparecclii di guerra. Accadde poi , clie, per le enormita commessc dalle truppe tedesclie e per le eccessive contribuzioni , clie gli Stati furono cosfretli a pagare di nuovo , insorgessero feroci guai iie' popoli^ e in ispecie fra i ciltadini di Gand ^ guai clie i Francesi cbbcro soin- ma cura di fomentarej essendo poi lanlo progredite le cose^ clie la renilenza di Massimillano a dar contOj come gli Stati fiamminghi il pretendeanOj delTammi- nistrazione de'^pubblici danari, forni il pretesto di una general ribellione. In mezzo a siffatti travagli, sem- brarono i Brugesi bramare la prcsen/a di Massimi- liano : esito quest! un poco ; ma sperando poter reprimere i mali umori^ e affidatosi alia parola del (i) Daniel^ Ilcst. dc France. - Lobincau , HUl, dc Brc' tagne* i 4iio STOKIA DELLA CASA D^ AUSTRIA Cap.XVJirgovernatore e de' magistrati , clie lo avevano accer- 1468-1489 ^^j.^ trovarsi in Bruges tremila cittadini dispostl a impugnar T armi in suo favore^ confidentemente vi si condusse; e vi fu in fatto accolto con ogni di- mostrazione di rispelto e d'amore. Ma il giorno se- guentCj mentre si disponeva ad uscir preslamente 1488 di Bruges J alia notizia die aveva ricevuta di es- sersi i Gandesi uniti a quelli di Yprcs, e aver con quesli sorpresa Courtraij la plebaglia della cilta, sol- levatasi coutro lui^ ad instigazione degli emissarii Gandesi J impadronitasi addiriltura delle porle, del- la piazza del mercato e de' principal! luoglii , in- limo al Principe mandasse via dal paese le truppe straniere e consegnasse alquanti de' suoi consiglieri die il popolo accusava di peculato. Ogni tenlallvo usato da Massimiliano per acquietare V infuriante moltitudine fu vano. Anzi questa, non serbando piii alcun rispetto j alza tende su la pubblica piazza y inalbera le bandiere delle tribii j e trascorre tutle le vie gridando alia vendetta. Passata quindi la notte in mezzo a' piu crudcli terrori^ il Principe si mostra di nuovo la domane mattina su la piazza del mer- cato ^ e sebbene, colla dolcezza e la maesta de'suoi modij giungesse a plegare in proprio favore F animo de' piu moderatij non pertanto viene egli dalla mag- gior parte accolto con furibonde grida ^ e da mill e voci gli sono ripetute le gia fattegli inchicste. Spar- sasi poi rnalignamente intorno la voce che si avan- zasse un esercito straniero per punire gli ammuti- nati, salgono le animosita al piu alto grado j si odono suonarc tutte le campane a stormo ; vien dispiegata la grande insegna del Brabante, c corre il popolo al palazzo per trucidarvi il Principe e il suo seguito. FEDERICO III IMPERATORE /pi Tuttavia gll stessi Capi de' vibellanti , spaventatisiCap.XYITI air idea delF immiiiente carnificlna, si valgono di ^^^^"^^'^^ mille preghiere j e giungono a persuadere i loro seguaci a iinunziare al terribile proponimento. Un momeato di calma succedette bensi a tanto schin- mazzo J ma non 'si ritirano i ribelli se non dopo aver lasciato una guardia di cento de''loro alle porte del palazzo. La mattina seguente arrivano messaggi gan- desl. Imprudenti tentatlvi fatti da alcuni domestici di Massimiliauo per favoiir la fuga del loro Si- gnore, riaccendono il furore del popoloj e si crescono verso ii finire del giorno gli slrepiti, clie Massirai- liano crede necessario presentarsi in pubblico. »> Al- cuni perturbatori J >' grid6 egli ai faziosi^ » hanno osalo accusarmi di vol ere fuggire , e oppiimer voi con truppe straniere. La mia presenza prova la fal- sila di quest accusa. Eccomi , o Cittadini , io sono pronto a vivere e a morire con voi ". Poclii applausi si fanno intanto udire j ma la turba che circonda il Principe lo spinge nella casa di uno speziale ^ ove lo tiene diversi giorni assedialo. Alcuni de' suoi ministri sono posti alia tortura suUa pubblica piazza* ne sono varii decollati e altri spediti a Gand. Gli abitanli di questa citta pongono a morte tredlci par- tigiani di Massimiliauo, spogliano lui della tutela del figliuoloj e instituiscono , in nome di Filippo e del re di Francia ^ nella sua qualita di supremo Signore del pacse , una nuova amministrazione. II Principe prigioniero si vede poscia trasferito nella casa di Filippo di Cleves ; ed ivi custodito a gulsa di un malandrino. Tuttavia gli abitanti di Bruges concederono a due de' suoi domestici di poterlo as- sisterc , e rigettarono le islanf.e de^ Gandesi , chc 422 STORIA DELLA CASA D^ AUSTRIA Cap. XVIII bramavano averlo nelle loro man! per consegnarlo 1458-1489 3i p^e ft^anccse. Durante la sua prigioiiia spicgo Massimiliano una dignita ^ un coraggio e una piacevolezza , che feccro molto onore al suo carallerej e piu d' ogni altra cosa contribuirono a disarmare i suoi nimici e a vincere 11 furore del popolo. Intanto andavano giuu- gendo dal Brabanle ^ dalF Hainault e dalle altre pro- vince espressi messaggi a elnederne la liberazione J e il princIpe di GlevcSj radunate le truppe alemanne de' diversi presidii ^ e presa rEclusa, tenlo spaven- tare i ribelli correndo il paese ne' dlntorni di Bru- ges e di Gand, Ma tutti questi tentativi parlorirono contrarii effetti ^ e ad altro servito non avrebbono che a I'addoppiare la rabbia degli insorti ^ se Fe- derico ^ con tutta la tenerezza di un padre ^ e con un ardore ^ cui non poterono rallentare ne la na- tural sua indolenza^ ne tutte le infermita de' suoi gravi anni 5 indotto non avesse i principi delP Iin- pero a usare la propria interposizione per ottenere la liberta al presuntivo loro Capo. Corse pure a chie- dtere in persona soccorso a diversi Stati di Germa- nia J e ottenne truppe dal duca di Lorena. e dalle province de^Paesi Bassi ^ rimaste fedeli a Massimi- liano 5 sicchcj unito in Colonia un esercito di quin- dicimila uomini j s' innoltr6 con questo nel Brabante, c si avanzo fino a Malines , nello stesso tempo che faceva richiedere il Papa^ lanciasse i fulmini spiri- tuali contro de' ribelli. Atterrili allora i Fiamminghi dell'avvicinarsi delle i4b8 truppe tedeschcj costrinsero Massimiliano a confer- mare gli articoli del Trattato d' Arras, pel quale aveva egli rinunziato alia tutela del proprio tlgliuolo e al FEDERICO III IMPERATORE 423 governo della Fiandraj e gli strapparono pure la pro-Cap.XYIH messa che avrebbe restituite loro tutte le piazze forti^ ^^ ^^^ i^ e fatle ritlrare le Iruppe straniere. La quale con- veuzione prese egli F impegno di ratificare solenne- mente ancLe dopo tornato in liberta^ di dare ostaggi che ne guarentissero F esccuzione, e di adoperarsi in ogni modo presso V Imperatore suo padre perclie approvasscla egli pure. A questi patti per tanto si trovo egli signore di se stesso ^ e da questo mo- menfo appunto divenne il contegno del Principe austriaco degno de'maggiori encomii. Perciocche^ lungi dal lasciarsi sfuggire un menomo indizio di risenti- mento , sercno in volto e cortese negli atti si con- dusse alia Chiesa principale j e dopo avere rendute grazie allAltissimOj con dolce sguardo^ voltosi a quelli che portavano gli stendardi: '? JYoi siamo attucdmente in pace^y^ loro disse. Visito umanamenle la casa dello speziale ov' erasi vedulo dianzi chiusoj scorse^senza alterarsi , un' iscrizione ingiuriosa statavi per siffatto avvenlmento apposta ^ e diede molte altre prove di aver dimenticata ogni cosa. Salito poscia su di un palcOj espressamente innalzato nel mezzo della piaz- za 5 vi lesse ad alia voce le condizioni cui si era sot- toposto 5 e giuro per la sacra ostia , pel vangclo c per le reliquie de'sanli (i) die le avrebbe fedelmente osservate. Pranzo eziandio in pubblico , e a lenti passi J traversata di poi la citla ^ fu ricevuto alia porta da Cristoforo, duca di Baviera, speditosi a lui da Federico con una scorta. Giunto a Malines , si fece merito di pregare il padre a non volcrc piii oltre proseguire le ostilila contro i ribelli* n^j seb- (r) Sul paico avevasl cieUo un altare. 9M STORIA DEIXA CASA D^ AUSTRIA Cap. XYIIl bene Federico e gli Stali delP Imperio assolves- j458-i4o9 gg^,]Q J3]! ^yj^Q giuramentOj voile premier parte alle ostili imprese: andato in vece a Francoforte, vi in- dusse la Dieta a promettcrgli triippe per movere contro la Francia. Federico intanto assallava Gand. Ma gli abitanti di questa citta, protetti da tremila fanti francesij e da quattrocento avventurieri , fecero SI vigorosa resistenza , cbe dopo ire mesi dl nn vano assedio^ commise Flinperatore il snpremo oomando deir esereito e il governo de** Paesi Bassi ad Alberto dl Sassonia , e se ne ritorno ne^snoi Stati ereditarii. Fu poi il ritorno della tranquillila in questa parte flccelerato dalT essere il re di Francia disceso a con- rbiuder la pace , a cio persuasp dal limore cbe una guerra colla Germania non gli togliesse di venire a capo de' concepiti disegni per la totale conquista 14^9 della Brettagna, cbe la morte del Duca e ravvenimento rjl trono di una principessa senza esperienza, sembra- vano rendergli assai facile. A termine quindi delF ac- cordo cbe i suoi ambascladori concbiuscro a Fran- coforte J promise Carlo VIII di aiutare V Impera- tore nel tranquillare affatto le turbazioni della Fiandra^ conferrno gli articoli del Trattato d'Arras^ die riferlvasi alia restituzione della Borgogna e della Contea di Sciarolla , e si obbligo a reslituire alia Dncbessa le piazze conquista te in Breltagnaj a con- dlzione cbe essa ne mandasse via le truppe inglesi cbe ^i erano state cbiamate. Avendo poi il Mo- iiarca francese ininiediatamente eseguite le stipula- zioni cbe riguardavano la Fiandra ^ costrinse j colla possente sua niediazionCj i sediziosi a conscntire cbe Massimiliano ripigliasse la tutela del proprio fialiuolo , non nieiio die il governo della Fiaii- f FEDERICO III IMPERATORE 4:t5 dra 5 e a pagare ezlandio a questo Principe , a ti- Cap. XVIII tolo d' ammenda J una somma di trecentomila co- ^^^^"'^^9 rone (i). (i) Daniel J Hist, de France, voK //^, p, 47^- ~ Gerard de Roo , L X. - Fugger , X. LXXXFL 426 STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA CAPITOLO XIX. 1 489- 1 493. Morte di Mattia Corvino — Federico ricupera V Au- stria — Ladtslao eletto re d^ Ungkeria ^ a malgrado deir opposizione di Federico e di Massimiliano — ' Pace con Ladislao — Massimiliano sposa ^ per procura ^ Anna , duchessa di Brettagna - — La Francia fa sciogliere qiiesto matrimonio — • Sposa^ lizio di Anna di Brettagna con Carlo Fill • — • Guerra fra la Casa d^ Austria e la Francia - — • Face di Senlis — Stabile norma introdotta da Federico per la leva de'' contingenti neW Impero ' — • Confoderaziofie della Svevia — • Querele conlro Al^ berto di Monaco - — Morte ^ e ritratto di Federico. AjA tranquillita de' Paesi Bassi concede a Federico e a Massimiliano di potere pensare al ricuperamento delP Austria. In primo luogo , si volsero essi alia Dieta deir Imperioj ma i Principi alemanni^ e quel medesimi Stati , che tanlo inleresse avevano mo- strato nel liberare dalle mani de' ribelli il re del Romanij manifestandosi disposti ad entrare in una guerra contro la Francia j ricusarono prender parte nelle particolari querele della Casa d' Austria. Mal- grado pero di tale rifiuto ^ conCdente Federico ne' vaticinii di un astrologo , il quale aveva pre- detto che il re d' Undieria , assalito , eia correa qualcLe tempo, da pericolosa malattia , avrebbe, entro P anno^ cessato di vivere, non voile rientrare FEDERICO III IMPERATORE l^i^ nelle sue province ai patti posti dal duca di Sas- Cap. XIX. aonia^ a inodo che Masslniiliano , il quale non era ^^ 9~^^9 lie tanto credulo^ ne tanto paziente quanto il padre^ giudicO a proposito il negoziar da solo con Mattia^ e seppe in fatto indur questo a restituirgli i posse- dimenti austriaci per la somma unicamente di dodi- cimila ducati ^ in luogo di quclla de** seltantamila. FedericOj indispellito della interposizione del figliuolo^ ricuso per alcun tempo di eseguirc quel pagameuto, ma in fine aderi. Videsi allora acclamata la pace, e i due Sovrani convennero di trovarsi fra loro a eolloquio in Buda 5 colloqulo die la malattia del '4^9 Corvino fece dapprima procrastiiiare di giorno in gior- no, e la successiva sua morte , avvenuta nel mese di aprile del i490 5affatto inipedi, togllendo anclie luo- go alia solenne ratificazlone del Trattato : avveni- mento per altro assai avveiiluroso per Federico^ che videsi con cio liberato dalla umiliante condizione a cui si vedeva ridotto^ non meuo clie da un assai formidabile nemico. Per la morte adunque di Mattia^ e per P indole ar- dita di Massimiliano , vestirono gli affari della Casa d^Austria nuove sembianze ^ avvcgnache non riescisse al re de''Romani ^ non ostanle tutte le sj)lendenti sue doti J d'impedire die fosse innalzato al vacante trono d'Ungheria il re di Bocmia Ladislao : a conseguire il qual trono si erano cosi egli come suo padre presenlali alia Dicta di quel regno ^ appena si trovo congre- gata J allegando il patto di famiglia per essi con- diiuso col defunto Monarca. Ollre Teletto e il suo fralello Alberto ^ i Principi austriaci avevano avuli a competiton* anche Giovanni, ligliuolo naturalc di Maltia. 4^8 STORIA BELLA GA.SA D' AUSTRIA Cap. XTX. Se tal rifiuto accenJesse di sdegno Massimiliano , 1409-149 ^^^^^ ^ ^ domandarsi. Conciliatosi egli raffclto dei H9^ sudditi di suo padre , scaccio ^ nel ristretlo volgere di sei settiniane ^ gli Ungari dalP Austria , e assah la stessa Ungheriaj la quale j siccome sempre solca al- ravveuimento di ogni re , trovavasi agitata da con- traric fazioni. Si impadroni di Alba Reale, cilta ove i monarchi ungari ricevevano la Corona e la tomba^ e sarebbesi avanzato in fino a Buda se le sue truppe non si fossero ammutinate: per la qual cosa, lasciato un presidio in Alba Reale^ si ritiro in Austria. Dopo cio 5 SI egli clie suo padre chiesero invano soccorsi alia Dieta di Norimberga. II re d^Ungheria intanto ^ mettendo a profitto un tale rifiatamento ^ ricoudusse la tranquillita ne'suoi Stati ^ e alia fi- ne Massimiliano ^ cliiamato anche ad altre cure per gli affari della Brettagna , porse orecchio alle offerte che gli erano falte ^ e furono le condizioni della pace combinate in un parlamento che i due Prin- cipi ebbero a Presburgo. Rinunzi6 Ladislao ad ognl dirltto su le conquiste fatte dal Corvine in Austria* fu egli riconosciuto da' Principi austriaci re d'Un- gheria^ ma dove permettere che anche Massimiliano ne portasse il titolo *, rinovo inoltre il patto di fami- glia, e accordo al suo avversario centomila ducati per le spese della guerra. Cosi , per la morte di Mat- tia J e pel valore e 1' attivita di Massimiliano venue fatto a Federico di ricupcrare I'Austria, di ottenere un ristoro per le sofferte perdite, e di uscir de' tra- vagli in cui Favevano posto la sua ostinazione e la sua indolenza (i). (i) Boufinius, Lib, III e ly. - Gerard de Roo . c. X. - Cits pint anus. - Fi/s^f^er. - Pelzel. »49» FEDERICO III IMPERATORE 4'^9 Le commozioni de' Paesi Bassi , e le querelc fra Cap. XIX. r Austria e V Ungheria aveano impedito il compi- 1409-149^ roento del malrimonio da Massimiliano, come gia ab- biamo detto , contrattosi per procura con Anna di Brettagna. Poco tempo dopo il suo negoziato colla Francia J era il padre di questa principessa disceso ^4^8 nella tomba ^ lasciandosi addietro due figliuole ^ la slessa Anna ed Isabella. La Brettagna si trovd al- lora divisa in diverse fazioni ; imperocche assai poco pensando alia prosperita del loro paese e agli in- teressi della loro Sovrana , alcuni signori parteg- glavano per la Francia , altri per V Inghilterra. In- fami consiglieri^ o gia venduti altrui, o pronti a vendersij accerchiavano la giovane principessa Anna die av^eva poco piu di tredici anni. In mezzo poi a si fiere procelle^ vedevasi la mano di essa^ non meno di quello il fosse stata la mano di Maria di Borgogna^ chiesta da diversi principi ^ bramosi di procurarsi con queste nozze la sovranita della Brettagna^ ricca ed ampia provincia. Primo fra i pretendenti era Alano, signore d' Albret ^ soprannominato il Grande ^ altro egli pure de' principi malcoutenli che^ confederatisi fra loro contro la Reggente di Francia , aveva ren- duti segnalati servigi alP ultimo Duca , e goduto durante tutta la sua vita di molta preponderan- za nei consigli della Brettagna (1). Ma i rozzi suoi modi e la distanza delT eta lo rendevano poco ac- cetto alia Principessa. II secondo era Luigi ^ duca d' Orleans ^ giovane e soavissimo principe y assai ce- (i) Alano d'Albret fu il bisavolo di Eiiriro IV, re di Fran- cia. 11 suo llglio (Tiovanni sali siil Irono di Navarra , pel ina- Irinionio die sliiiist? con Ciitlerina , orcde di queslo regno. 43o STORU DELL A. CASA D' AUSTPJA Cap. XfX.lebrato per la leggiadria della persona e per la ve- M 9-^4y<^ j^^sta del suo contcgno , clie avea fatta viva im- piessione sul ciiore di Anna. TrovavasI peio egll , nel momento del quale favcUiamo, prigioniero * ed essendo di piu gia unito in vincoli matrimoniali al- ia sorella di Carlo VUI , re di Francia^ non resta- va alcuna speranza di ottenere una sentenza di di- vorzio. 11 principe adunque clie sembrava dovesse uscire vittorlo.so da questa gara ^ era Massimiliano j il quale 5 viveodo ancora Francesco II, avevaj coUa niediazione del principe d' Orange, impreso a nego- ziare un tal matrimonio , e aveva di poi spediti se- greti messaggi ^ perclie sollecitassero la mano della principessa in suo favore. Anzi erasi persino otte- nuto da Anna il sagrificio delP amore clie pur sem- pre nutriva pel duca d'Orlcans^ e persuasala a rice- vere in isposo un principe (i), clie^ per niun conto inferiore a Luigi , o sia nella soavita de' modi ^ o sia nelle splendenti doti della persona , avrebbe inol- tre, per F alta sua dignita e per Festese sue alleanze potuto difenderla contro tutte le forze della Francia^ la qual potenza ^ siccome quella cbe da lungo tempo desiderava appropiarsi la Brettagna^ aveva coUe pra- tiche e colF armi frequenteniente molestato questo paese. Oltre poi F essersi le truppe francesi ^ alia morte di Francesco II , impadronile di Conquetj ri- ducendo Brest a capitolare , e occupando le altre ^489 principali piazze delle parti inferiori della provincla^ (1) La celebrazione per procura di qiieslo nialriinoiiio e taiito iticcrla , clie gli storici si sorio provali invano di assegnare ad csso un^ epoca preclsa. Si sappoae che abbia avulo laogo al priacipio cklF autio i4l>o. FEDERICO III IMPERATORE 43 1 aveva, non molto dopOj lo slesso giovane re in per- Cap. XIX". sona^ poslo F assedio diiianzl Nantes ^ con ragguar- ^4o9"^49^ devole eserclto ; ihtanto i Signori^ fra loro divisi di sentiment! 5 o vinti dagli artifizii de' FrancesI ^ non potevano o non volevano difenclere il paese. In mez- zo a si fiera procella ^ V orfana Principessa sprovve- duta come era di danari e di truppe , si rivolse al re d' Inghilterra e a Massimiliano, die negoziava al- lora il suo matrimonio con lei. Ma i guai della Fian- dra 5 e la guerra che questo Principe sosteneva in Austria e in Unglieria non gli permisero di dare ef- feltivi soccorsi alia Principessa. II sospettoso Enri- co VII, inquieto de' procedimentl della Francia^ man- do bensi in Brettagna un corpo di seimila soldati ^ ma giunto questo troppo tardi ^ dove immantinente ritirarsi J lasciando quella provincia in piu terribile condizione di quella in cm si trovasse prima. Giunto air anno diciottcsimo dell' eta sua ^ Car- lo Vlll si Irasse in mano le redini del governo ^ e si condusse con tale sagacita e con tale avvedutezzaj clie ben mostro di avere ercditato Pingegno del pa- dre e approGttato delle lezioni della signora di Beau- jeu. Non dissimulando egli a si stesso ^ come non tornerebbegli possibile il conquistare , senza le piu gravi difflcolta^ ne conservare a lungo la Brettagna^ contro il voto della Ducliessa e degli abitanti , qua- lora fossero questi protettl dal Monarca inglesc e da Massimillano , cambio slstemaj e si volse al dise- gno d' ottenere la signoria di quel pacse , congiun- gendosi in matrimonio ad Anna, quantunque gla si foss' egli fidanzato a Margarita d' Austria. Per prima cosa adunquc , abbaglio Massimillano , mostrando- ficgli affezionatissimo ^ c mettwido la piu accurate 43a STOKIA DELLA CASA DWUSTRIA Cap. XIX. esattezza nelP ademplere qiiegli arlicoli del Trat- 1409-149-^ tato di Francofortc che risguardavano i Paesi Bas- si 5 ma^ adducendo il pretesto che non avesse la du- chessa di Brettagna licenziate dal suo servizio lutte le truppe inglesi j eluse T eseguimento degli accordi che riferivansi alia stessa proviucia. Lc ostilita quiii- di ricominciarono , e la pubblicazione del prelimi- nare di matrimonio fra Massimiliano ed Anna soia- mamente concorse a favorire i disegni del Monarca francesej ch(i il signore d'Albret, mosso a sdegno per vedere in tal modo frustrate le proprie speranze alia mano di Anna ^ conchiuse sul fatlo, coU'aprir le porta di Nantes , la sua pace con Carlo VII Ij on- de le truppe francesi si avanzarono allora rallamente alia volta di Rennes ^ la sola delle piazze forti che ancora restasse alia duchessa. Vedendo esposto a tan to pericolo i possedimenti di Anna ^ si volse Massimiliano agli Stati dell' Im- pero 5 i quali gli promisero un soccorso di dodi- cimila uomini : anche Enrico VII si obbligo a fornirne seimila. Tuttavia , il re de' Romani ^ che tranquillo riposava nella fiducia del suo matri- monio coii Anna ^ 6 nella certezza della futura unione della propria figliuola con Carlo Vlll di Francia ^ era ben lontano dal dar luogo nel proprio animo al menomo sospetto intorno la raffinata poli- tica di quel Monarca , il quale ^ nulla dimenticando di quanto valesse a soppiantare il suo rivale ^ men- tre coi progressi dell'armi sue spaventava la Du- chessa, riesciva inoltre a scdurre i ministri e i generali di lei , e andava oguor piu disponendo la Nobilta air unione che meditava. Ebbe di piii ri- corso air interposizioue del priucipe d' Orange ^ dal FEDERIGO III 1MPERA.T0RE 433 quale si era con felice esito negozlato il matrlmonio Gap. XIX. di Massiiiiiliano , e restitui persino la liberti al duca ^^^"^"^^"^ d' Orleans J costringendolo^ con tal atto di clemenza^ a sagrificargli i suol affetti, e a volersi adoperare in suo favore presso di Anna. Ma questa Principessa ^ che imputava a' Francesi le disgrazie del suo paese sentiva avversione a Carlo , principe assai poco fa- vorito dalla natura nelle esterne doti della persona j e considerava come indissolubile il suo vincolo cou Massimiliano : ella quindi lungarnente resiste a tutte le istanze e a tutte le offerte. Peri^ tradita da'suoi Duel , accercliiala da consiglieri corrotti , senza spe- ranza affatto di soccorso^ e bloccata uella sua Ca- pitale, piegossi in ultimo alle istanze del duca di Orleans ^ e videsi concliiuso un simulato accordo ^ pel quale Carlo VIII promise di sbarazzare la Rret- tagna ^ di rimettere i suoi diritti alia decisione di arbitri j e di concedere alia Duchessa un salvocon- dotto per venirne in Germania : le quali condi- zioni furono immedialamente eseguite. Uscirono i Francesi dalle terre del Ducato ^ e gli ambasciadori stati spediti da Massimiliano , se ne tornarono vcloce- mente addietro annunciando il j)rossimo arrivo della loro futura Sovrana. Se nonche^ la Principessa^ in luo- go di prendere la via della Germania, essendo andata a Langets, fu quivi celebrato il suo matrimonio con Carlo VIII J e cosi Y importante provincia della Bret- tagna unita alia Corona di Francia (i). Anna di- chiaro liberamente consentire a una tale unione * e (0 Veggasl il contralto di matrimonio nelle Menioires de Cemmines y L, V LI ^ c. '5 , p, 5i8, in fol. - ediz. di Pa- rigi 1649. 434 STOKIA DELLzi CASA D^ AUSTRIA Cap. XIX. poiche le dispense precedentemente ottenutesi nou i48()-i49^ erano in orcline^ se ne cliiesero e ottennero delle nuove , die confermarono il matrimonio j e pre- vennero una senlenza di scomunica. Non potrebbesi con adegaate parole esprimere Pin- dignazione di Massimiliano^ quando vide vilipesa la propria figlluolaj che aveva gia ricevuto trattamento come regina di Francia ^ e se stesso privato dclla mano di una Principessa^ che un rnatrimonioj gia solcnnemente contralto j sembrava assicurargli per sempre. Non respirando dunque che armi e ven- detta^ strinse lega offensiva coi re d' Inghllterra e dWragonaj chiese assistenza a' Cantoni svizzeri j e si Yolse anche alia Dieta delPImperOj con solenne domanda di danaro e di soldati, essendo le sue i- stanze sostenute dagli ufizii degli Ambasciadori in- glesi. Ma prov6 Massimiliano in tutte queste prati- che la sorte comune a coloro ^ che non possono difendersi da s^ stessi. Imperocche i Cantoni sviz- zeri si limitarono ad offrirgli la loro mediazione ^ e gli Stati deirimpero, dopo avergli somministrato, e cio pur di nial animo, la meta de'soccorsi richiesti ^ fecergli tornare inutile anche tal concesslone per ^''iy^ la lentezza delP esecuzione. Enrico VII ottenne, per verita ^ dal suo Parlamento ragguardevoli sussidii Cj passato lo stretto di Calais con numerose solda- teschcj aveva posto P assedio dinanzi Bologna. Ma la sua polltica consistendo piuttosto nelP accuniu- lare tesori ^ e nel mantenere la pubblica tranquillita, che ncl prendere una parte realc a^ trarabustl del Contlnente, discese presto agli accordi coUa FranciOj c vend(^ la sua neutralita per grossa somraa paga- tagli alPistantCj oltre un' aunualc pensionc. Nello FEDERIGO III IMPERATORE 4^5 stesso tempo 5 FerdinandOj re d' Aragona, il quale Gap. XIX. SI trovava in discordia coi Mori, si lasci6 persua- '4oy-i49^^ dere a togliersi dalP alleanza di Massimiliano- per la cessione che gli venne falta del Rossiglione e della Cerdagna , province state tolte a quel regno da Luigi XI. Non essendo quindi che assai fiaccamente spalleg- giato dairimpero^ nun soccorso da suo padre^ aLban- douato da'suoi alleati ^ e imbarazzato nelle querele de^Paesi Bassi , non pote a mcno Massimiliano di piegare il capo al prepotente imperio della neccs- sita^ dovendosi rij^utare anclie troppo fortunato di concliiudere a Senlis nn Trattato^ non meno vantag- gioso che orrevole , pel quale gli fu restituita la pro- pria figliuola J e ottenne in eerto modo ristoro della perdita della sperata Brettagna^ col rieupcrare la Franca Contea , 1' Artesia , lo Scialonese e la Si~ gnoria di Nevers. Quaulo peio alle citta di Ilesdin^ d^ Aire e di Betuna ^ dovevano esse venire occupate da' Francesi ^ fino a che non fosse il picciolo Arci- duca pervenuto al suo vigeslmo anno (i). Ma sospendendo qui per un nionjento la narra- zlonc di qucste cose ^ volgiamo le nostre consider razioni a Federico , il cui regno, altrcttanto lungo che agitato da mille seonvolgimenli e catastrofi .. avvicinavasi al suo termine. Fu rimproverato a que- sto Principe ^ e forse con troppa severila ^ V avere neglette le cose di Germania ^ essendogjisi persino ingiustamente imputato di essere stato cagione di (i) Lohineau ^ L. XXI- Daniel^ vol. If^^ y- 449?49» ^ Fu^ger, c. 5g^ ^o - Fitippo di Comtnines^ L. FU ^ c '^- JBacone y Isloria di Ejwico FU. 436 STORIA BELLA CASA D' AUSTRIA Cap. XIX. tulte le guerre intestine , e de' mall che desolarono '409~^493 quel paese. Non pu6 in verila ^ neppure da' suoi panegiristi, negarsi che non mancasse egli di ener- gia 5 ma sono i suoi medesimi nemici costrettl a confessarCj che PImpero gli ando debitore di pa- recchie iitili istituzioni. E primamente, sotto il re- gno di Federico fu compilata una norma regolare per r arruolamento de' contingenti ^ il cui numero dipendeva in addietro dalla potenza e dalP indole di ciascun Imperalore ^ non meno che da' parti- colari interessi de'membrij che costituiscono il Cor- po germanico. Questi soccorsi vidcrsi per tan to divisi in grandi ed in piccioli contingenti 5 e fu statuito che i primi sarebbono di trentaquattromlla uomini ^ ed i seco'ndi di ottomila. Dovevano gli uni jnarciare al primo sentor di guerra ^ gli altri poi r anno seguente. La spesa del gran contingente fu calcolata a cinquecentotrentasettemila fiorini, e quel- la del piccolo a cenclnquantatremiia. Col quale siste- nia erasi anche, senza dubitarncj mii-abilmente prov- veduto tan to ai casi urgenti quanto a quelli in cui le ostilita andassero in lungo ^ e si puo consi- derarlo come il piu praticabile ^ che la natura ete- rogenea del Corpo germanico potesse ammettere (i). Un altro guai ^ che infinitamente contribuiva a perpetuare le querele della Germania , e tutta la vigilanza eludeva e tutti gli sforzi degli Imperato- ri J quello *era delle provocazioni ^ o singolari guer- re: abuso SI fattamente cresciuto^ che non i soli imperatori e i soli Stati si ponevano fra loro in guerra per particolari interessi, o per ispirito di ven- (1) Schmidt^ torn, F^ p- SSy. FEDERICO in IMPERATORE 43 7 delta 5 ma 1 piu piccioli Signoi^i ^ e persiao le con- Cap. XIK. gregazioni di lavoratori ^ di manifattori e anche di ^^^^-^495 domestici si mandavano scambievolinente cartelli di" disfida sotto i piu ridicoli pretesti ^ e in un modo clie ai nostri giorni si dura fatica di credere (i). Fin dal principio del suo regno aveva Federico III incominciato a fare tentativi pel mantenimento della pul)blica pace^ istituendo una Corte di giustizia o Ca- mera imperiale all^ quale avrebbono dovulo i Principi, (i) Si trovano, in diverse collezioni , alcune dichiarazloni di guerra mandate da sempllci particolari . Enrico di Mayen- berg, (*) alio stesso Imperatorej un"' altra simile dichiarozione che il Signore di Prauensteln spedl a Francoforte, pel moli- vo di essere slato un suo zio rlfiutato da una glovane dama di quella citta , che aveva invitata a far seco un ballo C*^"^) } una ( nel i45o) del fornaio e de' domestici del margravio di Baden contro Eslingen 5 Reutlingen ed altre citta imperlali ; una (nel 1462 ) del fornaio del Gonte Palatino Luigi , contro le oitlk di Augusta, d' Ulma , e di Rotv^eilj una (nel 147O de' vili servi che pulivano sempre gli stivali all' Universita di Lipsia contro il Preposto e alcuni altri distiuli menibri del- r Universita stessa. e in fine una (nel 1477) ^i ^^ cuoco d' Eppenstein , e di tutti i suoi guatticri contro Ottone, contc di Solms (^'^*). (*) Ecco questa dichiarazione : „ Serenissimo e graziosis- simo principe^ Federico , re de* Romani , io Enrico Ma^ yenberg , fo sapere alia vostra rcale Grazia^ che a comin-^ ciare da qucsto giorno , io non i>i ubbidiro piu e sard V inimico del i^ostro paese e de' voslri sudditi ^ e faro Io- ro iutlo il male die potro, Yderspewgen^ il venerdi avanii la domenica delle Palme. ,, Schmidt, t. VI, p. i. (**) Hegewisck Geschichte der Regiernng Kaiser Maxi- milians des Ersten , p, 89. C^*"^) Putterh Reichsgeschichte , />». 375. 438 STORIA DELLA CAS.V D' AUSTRIA Cap. XIX. gli Stati e i Signorl portare le loro qucrele in vece 1409-1495 di ricorrere alia spada. Ma vedutesi tornar vane per la maggior parte tutfee queste vie, a cagione della dif- ficolta di conciliare le prerogative delP Imperadore colle abilitazioni clie si richiedevano a favore della Camera imperiale, e pel modo con cul provvedere alio stipendio de'giudici ^ imprese Federico a for- mai*© e consolidare una confederazione , la quale, per V armonia di tutte le sue parti e per la sua forza , fosse in grado di tenere in rispetto i principi piu possenti , reprimere i bandili e assicurare la pubblica tranquillita. Stati e citta eransi in addietro fra loro confede- rati per opporsi alle usurpazioni degli imperatori , o alle ruherie e alle ostilita de' Signori 5 e questi dal canto loro avevano fatto altrettanto. Da cio appunto trassero origine la Confederazione elveticaj la Lega delle citta anseatlche^ Funione delle citta commer- cianti della Svevia e del Reno ^ e le controfederazioni de^ Signori ^ di cui quelle chiamate lo scudo di San. Giorgio J e il Leone, teste ancora duravano. Ma la maggior parte degli imperatori , che vedevano per tali unioni ristretta la propria autorila , si opponevano al loro ordinamento , e si studiavano introdurre e tener fermo il principio, non potersi formare nessuna allean- za senza il consenso del supremo Capo delFImpero.Lo stcsso motivo aveva consigliato il contegno di Federico fino dal principio del suo regno , ed erasi egli an- clie provato di scioi^re la Confederazione elvetica 5 ma le sue deboli forze , e Tinutilita de' suoi tenta- tivi nel voler ristorare la pubblica pace , aveanlo di poi costretto a cangiar norma di condotla. FEDERICO III IMPERATORE 43 9 La Svevia 5 divisa in moltissimi piccioli Stati, e Cnp. XTX. nella quale contavasi gran numero di citta imperiali 1409-149'* senza clie avesse un Capo a lei particolare, trovan- dosi immediatamente nella indipendenza delP Impe- ralore e delP Impero , era per cIo la parte della Germania la piu propria a favorire le mire di Fede- rico 5 che ne oonvoco gli Stati e loro persuase di assentire al sistema di confederazione che ando lo- ro esponendo. L' anlica Lega di San Giorgio servi di base agli statuti dclla nuovaj ma non fu questa limitata alia sola Nobilta , essendosi in essa fatto rnedesimamente luogo a' principi 5 a' signori , alle citta e a' vassalli. II numero ne fu in origine assai limitato , poiche i cavalieri e i baroni, die facevano della guerra V unica loro occupazione j e s' arric- chivano colle ruberie^ rnal comportavano un' unione tendente ad impedire le loro enormita. Non per tanto^ si lasciarono gli uni persuadere ^ e furono gli altri intimoriti dalP Imperatore ^ che minaccio punire il loro rifiuto con ammende e col porli ben anco al bando dell' Imperio : sicch6 , alio spirare delPanno^ pot6 la confederazione annoverare ventidue citta , tredici prclati , dodici conti e trecento cavalieri. Questa confederazione si consolidi sempre piii per Faccessione di potentissimi principi, i quali posscdcva- no Stati o in Isvevia o in diverse altre parti della Germania. In fine, tra i suoi membri , si ebbero a contare anclie Sigismondo , conte del Tirolo , il conte di Wirtcmberg , il niargravio di Baden , gli elcttorl di Magonza e di Treveri, e i margravii Fe- derico e Sigismondo di Brandcburgo. I felicissimi effetti della quale islituzione non tardavon ccilo a farsi senlire . mentrc piu di cento 44o STORf A BELLA CASA D' AUSTRIA Cnp. XIX. castelH o rifugi di banditi e malfattori vidersi presto H 9"^49 demolili. Le prime imprese della Lega poi consiste- rono neir umiliare la possente Casa di Baviera ^ la quale , per ripetere qui le frasi usate dallo stesso Federico nella Dietaj, 55 aveva frequentemente insul- tato alia maesta delP Impero , e colle sue domesti- che querele , e co' suoi ambiziosi disegni turbata spesso la tranquilllta della Germania ?>. Giorgio du- ca di Baviera-Landshut ^ fu costretto a dar ripa- razione per un oltraggio die erasi fatto da' suoi ufiziali all' abate di Rogenburg ^ uno de' membri del- la confederazione ^ colP assistenza della quale rie- sci pure Federico a reprimere I'audacia di un altro 1/185 principe della stessa Casa, Alberto di Baviera della linea di Monaco, che erasi impadronito di Ratisbo- na ^ citta realrnente appartenuta a' suoi antenati j ma stata poi da Federico Barbarossa innalzata a citta imperiale. E piu ancora , aveva egli contratto j/g matrlmonio con Cunegonda figliuola di Federico III, senza che avessene questo Monarca notizia ^ o des- se il suo consenso per tale stipulazlone , ottenen- do . altresi , da Sigismondo la reversione del Ti- rolo J come dote della Principessa. Offeso come padre e come sovrano , Federico minaccio Sigi- smondo e Alberto di porli al bando delP Impe- ro 5 ma mentre faceva questa minaccia, trovandosi egli stesso espulso da' suoi Stati dalle vittoriose ar- mi ungaresij furono, com' ei^a a prevedersi, sprezzate le sue parole J e Massimiliano intanto, die amava la so- rella, e ammirava il coraggio del cognato, li ricon- cilio per allora coi padre. Alberto consent! a rinun- ziare alia reversione del Tirolo, proaiise restituire Ratlsbona alF Impero ; e presto anche ragguardevoli FEDERICO m IMPERATORE 44 1 servigl air Imperatore nella guerra de' Paesi Bassi. Cap. XIX. Ma avendo poscia il Principe bavarese trascurato di ^^ 9~H9 adempiere la fatta promessa^ rinovossi presto la di- scordia ^ e Federico diede fuori un decreto col quale lo poneva al bando delFImperioj decreto che il Cor- po germanico e in ispecie la Lega della Svevia im- presero a sostenere, Alberto vide pure contro lui dichiararsi i suoi proprii fratelli Cristoforo e Vol- faugo 5 che egli aveva esclusi dalP amministrazione degli affari. Un esercito di ventlmila fanti e due- mila e seicento cavalli , diciottomila uomini del quale raccolti e spediti dalla confederazioue , fu or- dinato e posto in cainpagna con mirabile prontezza^ sotto gli ordini del margravio di Brandeburgo , che si avanzo tosto verso le sponde del fiume Leek. An- che questa volta per altro interpostosi Massimiliano, ottenne una nuova riconciliazione. Alberto restitui Ratisbonaj confermo la gia fatta rinunzia alia rever^ sione del Tiroloj e in contraccambio ottenne^ qual dote della moglie ^ una somma di danaro e la signo- ria d'Abensberg. Andato poscia a Lintz con Cune- gonda e coi tre figliuoli che ne avea avuti , vi fu te- neramente accolto dalP Imperatore , il quale , trovan- dosi in eta avanzata, vide con gioia ritornata la pa- ce nella propria faniiglia e nelP Impero (i). Poco dopo il suo ritorno in Austria, Federico ce^ dette a Massimiliano il rcggimento tanto de^suoi Stati ereditarii quanto della Germaniaj e si ritrassc a pas- sare il resto de' suoi glorni nel ritiro di Lintz, in- teramente abbandonandosi ai suoi favoriti passatem- pi, e gustando i dolci frutti di una pace^ a lui lino (i) Falvkenstein^ Geschichte {>Qn Bajxru-^ p. 4^^-49 1» 44^ STORIA DELLA CASA D' AUSTRIA Cnj). XIX. allora sconoscluta. Travagliato pero da un ulcero lu *^*'9-M9J una gamba ^ dovd; sottoporsi alP amputazione come unica via di salute 5 e non essendo il primo ta- glio bastato ^ gli fu forza sostenerne un secondo y Funo e Taltro sopportando con una forza d' animo c una costanza veramente straordinarie. Anzi diede cgli, in una ditali deplorabili occasioni^ altissima pro- va di maravigliosa fermezza non meno e di molta filosofia e religione; poich^ pi^eso nelle mani il mem- bro amputato : » Qual differenzaj »> diss'' egli a co- lore che gli stavano dattorno ^ '» v' ha mai fra un. imperadore e un povero villano ? o per meglio dire, un povero villano in salute non vale egli meglio che un imperadore infermo ? — Tuttavia io spero gioire del piu gran bene che sia conceduto a un mortale^ quello di escire felicemente da questa passeggiera vi- ta ». Parve poi ch^egli ricuperasse totalmente la salute 5 ma essendosi dopo lunga dieta abbandonato a man- giare del popone in eccessiva quantita, fu colto da una dissenteria , che la sua debolezza rese mortale ; sicch^ p3g^ cgli il comun tributo alia natura ad- di 19 agosto 1495 J volgendo V anno settantesimot- tavo della sua vita , cinquantesimoterzo del suo re- gno 5 il pill lungo che da Augusto in poi ci ricordi la Storia (i). Era Federico di alia e proporzionata persona , c neir aspetto e ncl portamento maestoso. Vestiva d' ordinario assai seiiaplice y ma nelle occasioni di comparsa metteva sfarzosi abiti , e assai compiace- (1) Le partlcolarlta della morte di Federico si trovano ri- ferite dal Gerard de lloo , pag, 5').i\ , e da Cuspuiianus , p' ^\\'2 y iTia piu mlnulamonte wncora rial Fiigger . p. 1075. FEDERICO III IMPERATORE 443 vasi iiel far pompa dl gemme e di altri preziosi Cap. XIX. ornameuti. Era religioso , casto ^ dolce ^ fedele os- *^^'^^^ servatore delle promesse ^ affezionato alia sua fami- glia J umano verso de' suoi domestici, e facile a la- sciarsi rappacificare , se irato. Che anzi sopporlava le ingiurie con tal rassegnazione , die peccava al- quanto di stoicismo ^ e la sua lolleranza spesso gli fu cagione di riceverne delle nuove (i). Tempe- rante com' era ^ non gusto mai vino se non an- nacqualOj e abborriva la crapula come il peg- giore di tutti i vizii , spingendo taut' oltre la sua avversione al vino ^ che non essendo V Impe- ratrice abituata al clima di Germania^ e avendole i medici prescritto V uso di tal liquore se bramava divenire madre^ V Imperatore disse : « Amerei me- glio avere una moglie sterile ^ anzich^ una moglie che bevesse vino « j e accolse con veri trasporti di gioia le parole delP ImperatricCj la quale gli protest^, che sebbene non vivesse se non se per ubbidirgli ^ clla morrebbcj pria d' immergere le sue labbra in un bicchiero di vino^ quando pure ci6 Ic fosse da lui medesimo ordinato (2). Alle quali pregevoli doti ^ aggiugncva Federico quel- la di essere abilissimo negoziatore ^ c accorto nello scegliere ministri laboriosi c sagaci. Pronto di men- te 5 c di cccellentissima mcmoria , oltre il moslrarsi assai versato nelle lettcrc , era instrutto in tntte le scienze occulte, che facevano la delizia del suo tempo. Avvegnache poi . cosi esigendolo la tenuita (1) I trlbiinali segreii di Veslfalia cbbcro raiulacia di ci- tarlo irniaiizi loro» (i) Apophlhegmata Impcraiorum, ap. Frcylicrum^ voL Ifj p. 098. 4U STORIA BELLA CASA D'AUSTRIA Cap. XIX delle sue rendite e le criticlie circostanze clie af- 14 9-^49^ £[jg5gj,Q ji g^Q regno 5 fosse nelle sue spese asse- giiatissimo , non. si pole certamente dire esserlo egli stato fino alF avarizia. Teneva una Corte assai proporzionata al suo posto ; ricompero settanta Si- gnorie vendulesi da'suoi prodccessori 5 spese rilevan- tissime somme nelP incoraggiare le lettere , e ricca- mente doto varii convent!. Ma tutte queste virtu , e le sue belle qualita^ o naturali o acquistate, non. tolscro che non sia stato Federico indolentissimo sovrano J sempre avvolto in una fatale dubbieta, troppo dato alia coltura delle lettere ed eccessiva- mente facile ad abbandonarsi al proprio genio per le occupazioni sedentarie. Un autore contemporaneo ci ha lasciata una descrizione delle grandissime cure di quel filosofo Imperatore ^ descrizione che puo avere in addietro eccitata 1' altrui meraviglia , ma che non varra forse^in oggi, che a far sorridere il letto- re. f> Federico III j^ egli dice '? peaetro cogli astro- logl e cogli alchimistl ne' segreti della maestosa na- tura. Ne limitandosi pure a spiegare i moti de' pia- neti, insegno altresi a conoscere le combinazioni e le influenze degli astri benigni^ e conobbe e predisse le piu sublimi cose. Tanto estese poi erano le sue cognizioni nelPalchimiaj che semplicemente col dare colori a' ciottoli piii comuni ^ parea trasfornaarli in diamanti , in rubini ^ in ismeraldi e in zaffiri. Cam- biava in oro P argento vivo ^ e con alcune gocce d'acqua componeva un grande specifico atto a gua- rire diverse malattie (i) ?>. li non solo consacro Fe- derico a queste ridicole occupazioni i suoi oziij ma (i) Grunbeck , cllalo dallo Slruvlo j lorn. Ij P' 918. FEDERICO III IMPERATORE 445 sagnficd ad esse eziandio i doveri del Governo ^ in Cap. XIX, tempi ne' quali la condizione de'suoi affari richie-^^^ "^^^^ deva che si giovasse di tutte le sue facolta intellettuali^ e traesse profitto da ogni menomo istante. Per quelle adunque poneva spesso in non cale le piu impor- tanti sue politiche imprcsej e piu d' una fiata an- coraj poiche il capriccio o i suoi interessi^ gli ebbero fatte imbrandire le armi ^ le depose egli ad un trattOj con fatale incostanza, per abbandonarsi a' piaceri c al riposo del suo laboratorio e della sua biblioteca. Gome Rodolfo suo prozio , fu Plmperatore Fede- rico III deditissimo alia scienza delle antichitaj e col- tiv6 r araldlca. Ad imitazione pure di quel suo an- lenato ^ compilo un alfabeto di caratteri misteriosi , e molti fantastic! emblemi , prendendo a far uso ^ come segno della futura grandezza della Gasa d'Au- stria^ di una specie d^anagramma misteriosOj consi- stente in cinque vocali ^ die fece pcrre su tutti i libri J scolpire su tutti gli edifizii e intagliare in tutto il suo vasellame. Servi questo enigma di rom- picapo alle gravi menti degli eruditi a lui contem- poranei j dando luogo ad una immensa folia di ridicole congliietture, tutte erronce • nc fu P impor- tante segreto scoperto ^ die dopo la morte delP Im- peratore medesimo ^ il quale ne lascio , fra le sue carte, una spiegazione scritta di sua propria mano^ dalla quale apparisce, essere le cinque vocali in la- tino e in tedesco le inizlali di cinque parole die significano : Alia Casa d' Austria s' aspetta di gouer^ nave il Mondo (i). Fedcrico compilo un glornalc della (l) A USTRIA -jT^ST TMPtJ\AnE >^nDf X TNT viir.so. XXLLES JCjDiiLicn J 6T vJ lsterhi-k.ji Ujstlktuan, Fugger ; /7. ToSo. 446 S TORIA DELLA CASA D' AUS flilA Cap. XIX. propria vita in lingua latina. In fine riempie i suoi ^^^9''^i9^ llhrclii de' ricordi di apotegmi e di massimej tratte da' poeti e da' filosofi , cui soleva leggere per trarnc conforto in seno alle sue sgraziate vicissitudini. A fronte per altro di lutto questo ^ la piu gran menda che fosse in Federico y era la mancanza di vigore e di solerzia ^ laonde e cosa per certo sor- prendente comej in mezzo a tanti imbarazzi e a tante traversie ^ abbia un uomo di lal tempra ^ in si am- pio modo J contribuito all' ingrandimento della sua Casa. Ma cio clie meglio di tutto il resto spiega que- sto fenomeno , si ^ il non avere mai nessuna cosa potuto eccitare in lui lo sdegno: imperoccbe la sua estrema pazienza finiva di tal modo a stancare i medesimi suoi piu svegliati inimici ^ mentre egli sem- pre insisteva nei propri disegni con ostinata costanza. Come la canna^ alia quale amava paragonarsi, chi- navasi bensi sotlo I'infuriare della tempesta^ ma cio non faceva clic per rialzarsi tosto che fosse il cielo ritornato sereno (i). • (i) Ci furono per P Istoria del regno di Federico III con- servati mold materiali. Quelli che P autore ha principalmen- te consultati , sono : Historia Belli Leodlensis et varia scri^ pta ad Historiam Fred. Ill, - Freherus , vol. II, - Ae- neas Sylvius^ Hist, rerum Freyderici Imp..^ edilio de Boe-* clerus ^ Argentorat ^ i685. - Aeneas-Sylvius .^ Status Euro^ pad. - Freyherus ^ vol. 11^ p. 81-170. - Ebendorf. ^ Fug- ger. - Gerard de Roo ^ Lib. IF et X. - Struvius. - Heiss. - Schmidt. - Heinrich^ art. Frideric. ^ Vfeffmgsr's Vitrarius^ vol. /, p. 71 , 701, 708; vol. Ill et IV passim. Nella bi- l>lloleca imperiale di Vienna , trovasi im giornalc, scrltto per mano di Federico , giornalc di cui Lanibinus ha dati alcuui e:jliulU in Dlario Itin. Cellensis Ilamb. J710. iu-foL FEDERIGO III IMPERATORE 447 Federico III ebbe in moglie Eleonora ^ figliuola Cap. XLX. di Odoardo, re di Portogallo, e di Elisabetta di Ca- i4B9'i4y3 stiglia. Aveva la Priiicipessa portoghese sortlti i ua- tali nelFanno i434 ? e iii lei si ammiravano la bel- lezza , lo splrito e V ingegno non disgiunti dalla pie- tk. Dopo il suo coronamento a Roma ^ segueado r esempio delle Imperatrici clie avevanla precedu- la^ cangio il suo primo nome in quello di Elena. Mori nel 1 467 J non lasciando che due figliuoli ^ Massimi- liano (i) e Gunegonda. Fu questa in origine pro- xnessa sposa a Ladislao, figlio di GasimirOj re di Po- lonia^ e poi a Mattia Gorvino , re d' Ungheria j ma andati questi matrimonii a vuoto, Gunegonda diede ]a mano (2)^ come abbiamo gia detto , ad Alberto Duca di Baviera ^ dopo la morte del quale si ritras- se in un conv^ntOj ove fini i suoi giorni nel i520. (i) II nome di Masslmiliano non era stato portato da al- cun principe della CaSa d' Austria , ed era anche in Europa fuori d^ uso. I biografi austriaci hanno , a forza di riccrclie scopei'lo un San IMassirniliano vescovo di Lork , clic fu niartiriz^ zato nel terzosccoloj e conghiclturarono che il giovane prin- cipe , di cui e discorso nel prcsenle capilolo, ricevesse tal no„ me in conseguenza di uu voto f'atto da suo padre durante T as- sedio di Vienna. Ma noi credianio con Fugger , dovcrlo al- tribuire alle idee cbimericlie di Federico, il quale lo compo- riesse dopo averc consultali gli aslri, e eorrd)inato insicnie i soprannomi di Fabio Massimo, e di Paolo Eujiiio - Fui^gcr^ Lib. LIX. (y) Anno 1 4^^. FINE DEL PRIMO VOLUME INDIGE DEI CAPITOLI E DELLE MATERIE CHE SI CONTENGOICO IN QUESTO PRIMO VOLUME CAPITOLO PRIMO 1218-1273 vJriginc c discendcnza dclla Casa di Ap- sburgo pag. a Nascita e carattere di Rodolfo, fondatore dclla Casa d' Austria » g Qiicsto Principe credita gli Stali dclla Casa • di Kiburgo »> 16 Guerre in Isvizzera ♦? jy Disfatta del conte di Regensberg ..•.?> 20 Ostilita contro il vescovo di Basilca ...» 25 ^^9 45 o INDICK CAPITOLO II. Rodolfo (li Apsburgo eletto re de' Romani . pag, 27 Motivi della sua elezione j^ 28 E coiifermata dal Papa * ?> 3j Opposlzioiii di Otlocaro ^ re di Boeaiia . « 3y CAPITOLO III. 1 2^5- 1 aSG Guerra tra Pvodolfo ^ eOttocarOj re di Boenila >? 4^ Terre e potenza di Ottocaro j> hi Come questo Principe fosse entrato ia pos- sesso dcir Austria 5 della Stiria ^ della Ca- rinzia e della Carniola ?> 44 Preparativi delFlmperatore e del re di Boe- mia '? 48 Piodolfo supera Eurico di Baviera . . . ?> 5i Peuetra nelP Austria^ e vi fa rapidi progressi ?? zV/ Prosperi successi di Mainardo^ conte del Tirolo^ nella Stiria e nella Carinzia . . . . ?> 52 Assedio di Vienna « i^l Costernazione e sommissione di Ottocaro . « ivi Condizioni alle quali ottiene la pace . . >? 53 Cede r Austria e la Stiria a Rodolfo . . « zV/ Seconda guerra contro di Oitocaro ...» 5n Battaglia di Marckfeld ......... 61 Uisfatta e morte di Ottocaro « 63 Pace colla Boemia , • , >^ 65 INDICE 45i Rodolfo concede a'proprii Cglluoli PAustrla , la Stiria e la Carnlola , e a Mainardo la Ca- rinzia pag, 67 GAPITOLO IV. 1276-1291 Cose d' Italia » 70 Negoziati di Rodolfo coi Papi ed il re di Napoli « 72 Vigorosi piovvedimenti del re de'Romani per istabilire la pace e ricuperare i feudi delFIm- pero *} yS Suoi vani teatativi coiitro Berna . . . . « 81 Affari di Boemia e d' Ungheria .•••»> 82 Inutlli praticbe di Rodolfo per ottenere la Corona imperiale al figliuolo Alberto . » 85 Morte ^ carattere e posterita di Rodolfo . *> 87 CAPITOLO V. Malagevok condizione d'Alberto^ alia morte di Rodolfo "97 Reprime una sedizione in Vienna ^ e assopisce le turbolenze delP Austria e della Stiria « 99 E deluso nella speranza di ottenere la Corona imperiale »> 1 1 Adolfo, conte di Nassau, elcvato al trono del- r Impero » 102 Guerra in Isvizzcra . « zVt 452 INDIGE Discordie e riconciliazione di Alberto colP ar- civescovo di Salisburgo pag* io4 Alberto si unisce agli Elettori contro di Adolfo »> iVi Battaglia di Gelheim »> io6 Dlsfatta e morte di Adolfo » 107 Elezione d' Alberto »» iVi Dicta di Norimberga <, »? zVi CAPITOLO VL 1298-1308 Alterezza di Bomfazio VIII ..,.,.« 108 Alberto I stringe alleanza con Filippo ilBelloj re di Francia « 109 Vane sue pratiche per ottenere al figliuolo Ro- dolfo la successione al trono Imperiale . »> iVi Conta pure inutllmente insignorirsi delP O- landa^ della Zelanda e della Frisia , . » iio Scioglle la Lega degli Elettori del Reno . »? ii3 Si riconcilia col Sommo Pontefice ...» zVi Move guerra al re di Boemia « ii5 Innalza il proprio figliuolo al trono di Boemia » 119 Morte di Rodolfo e rifiuto di Federico . . « 120 Alberto s' impadronisce della Boemia . , » 121 Assale P Unglieria e la Turlngia . . . . « 1 23 Tenta sottomettere le citta e i Cantoni liberi delPElvezia .......... ^^ zV£ Rivolture della Svizzera ^ nel i3o8 . . . » i25 E Alberto assassinato « 127 Garattere e postenta di cjuesto Principe . « 128 INDICE 453 GAPITOLO VIL i3o8-i33o Punizione de^ cospiratori . . ^ ♦ . . pag. i34 Ritratti di Federico e di Leopoldo ^ V uno primo J r altro secondo figliuolo d' Alberto « i36 Loro ammiuistrazione »> iV£ Enrico di Lucemburgo eletto re de' Romaiii « i3y Giovanni ^ suo figliuolo , sale al Irono di Boemia « wi Accordo stipulatosi tra le famiglie d' Austria e di Lucemburgo j) i38 Sedizione negli Stati austriaci ^y lig Guerra die Federico sostiene contro la Ba- viera ?? ud Leopoldo accompagna Flmperatore in Italia »> i4o Morte di Enrico di Lucemburgo * . . . jj i4i Doppla elezione di Federico e di Luigi di Ba- viera " i44 Guerra fra i due Competitori »? i4(> Leopoldo invade i Canloiii d^ Uri^ di Schwitz c d' Undervald " '47 Battaglia di Morgarten » i48 Tregua cogll Svizzeri » i5i Proscguimento delle oslillla in (Tcrinania . » ivi E Federico battuto e faLto jirigloniero alia giornata di Mubldorff ?> i5:i Leopoldo si sforza di ritornarlo in liberla >> 1 54 E la sua domanda soslenuta da Giovan- ni XXII " 1 55 Condizione politica delP Italia >> n'i 454 INDICE Discorflie fra la fazioiie poiitificia j e la im- periale pag. i55 U Sommo Pontefice scoraunica Luigi di Ba- viera , jc lo chiarisce clecadiito da tutti i suoi diritti • « i58 E questo Principe disfatto da Leopoldo . " iVz Tenta Leopoldo far salire il re di Francia sul trono imperiale >3 iSg Accordo tra Federico e Luigi di Baviera . « i6i Liberazione di Federico e morte di Leo- poldo »> 162 Iniprese di Luigi di Baviera in Italia . . » 16U Coronazione di questo Principe in Roma dove fa eleggere un Antipapa « 164 Guerra e riconciliazione di Federico con Ot- tone » 166 Morte di Federico « i^i CAPITOLO VIIL i33o-t358 Alberto 11 e Ottone regnano insieme . . »? ijo Ritratti di questi due Principi »> zVi Conchiudono la pace colP Imperatore . . . »> i a i Luigi di Baviera stringe alleanza coi ducbi d' Austria >> ijS Discordie insorte circa la successione di En- rico ^ duca della Carinzia >j iy5 Morte di Ottone >> lyG Querele fra Alberto e V Imperatore per la successione della Bassa Baviera . . . . « 177 Si riconciliano » zVi Dissension! pel Tirolo P^§' '77 Margarita ereJe di questa contea ^ fa cllvorzio da Giovanni^ principe di Boemia ^ e sposa Luigi ^ figliuolo deirimperatore ....»? ij8 Lega del Re di Boemia col Papa e co^piincipi Alemanni " iVi Rimozione di Luigi e elezione di Garlo^ prin- cipe boemo « ivi Fortunate imprese e morte di Luigi . . . " 179 Alberto soccorre Carlo e si riconcilia colla Casa di Baviera '3 180 Vicissitudini della Svizzera » wi Descrizione de' possedimenti austriaci in que- sta contrada » zVt Lucerna e Zurigo entrano nella Confederazione elvetica »> 182 Tentativi di Alberto per ricuperare V antica autorita i?i Isvizzera »> i85 Sue ostilita coatro gli Svizzeri e la citta di Zurigo >) iVi Zugj Glaris e Berna prendono aneh^esse parte air unione lilvetica « i8f> Vani sforzi d' Alberto per disciorre lal Lega « 187 Si ritira egli a Vienna ^ e il suo figliuolo Ho- dolfo conchiude tregua cogli Svizzeri . " 19?- Morte d' Alberto '»> iVi 456 INDiCE CAPITOLO IX. 1359-1394 Rodolfo IV , Federico II , Alberto III e Leo- poldo IIj figliuoli d' Alberto il Saggio pag. igS Indole e governo di Rodolfo " 196 La Casa d' Austria acquista il Tirolo . . '? iVi I Principi dl essa mutano il loro titolo di Duchl in quello di Arciduclii . . . . '? 200 Loro dispareri col patriarca d'Aquilea . . '> 201 Morte e carattere di Rodolfo « 202 Morte di Federico 5> 2o3 Amministrazione di Alberto e di Leopoldo . che governano insieme >> iui Divisione degli Stati della Casa d' Austria » 204 Guerre di Leopoldo in Italia ?> 208 Acquisto che fa la Casa d' Austria di Trieste »> 214 Legami di Leopoldo con Luigi ^ re d' Unghe- ria e di Polonia « 2i5 Rimane Leopoldo defraudato nella speranza di cingere la Corona di questo Regno al pro- prio figliuolo Guglielmo « wi Assale gli Svizzeri » 218 E ucciso alia giornata di Scmpach . . . ?> 224 Continuazione delle oslilita '> 2 25 Battaglia di Naefels ?> 2^7 Tregua cogli Svizzeri 5? 228 La Gonfederazione e stabilmente fermata . '> zVi INDICE 457 CAPITOLO X. 1 395-14 1 1 Governo dl Alberto III e d' Alberto IV pag. 229 Guglielmo ^ Leopoldo III, Ernesto e Federi- co IV 5 figliuoli di Leopoldo II • . . ?> 2 33 Ammiiiistrazione e morte di Gugllelmo . . » !i35 Funeste conseguenze della divisione degli Stati austriaci '» ^36 Querele per l?i tutela d' Alberto V ..." aSy Morte di Leopoldo III . »> 238 CAPITOLO XL 141T-1435 Linea Albertina d' Austria ^> 239 Minorita J avvenimento c saggio governo d' Al- berto V " wi Suo matrimonio con Elisabetta , figliuola di Sigismondo 5 imperatore J c re d' Unglieria e di Boemia » 240 Politica condizione di quest' ultimo regno » 24^ Origine ^ progressi c fine della guerra degli Ussiti »> 243 CAPITOLO XI I. 1 437. 1 439 Tentativi di Sigismondo per procurare ad Al- berto Ic due Corone d' Ungberia e di Boemia » si58 458 INDIGE Sua morte P^S' ^^^ Alberto coronato re rP Ungheria . . . . >» 262 Gli Ussiti di Boeniia gli sono avversi . . »> wi Contro elezione di Casimiro ^ prIncipe di Po- lonia » 263 Alberto scaccia i Polacchi ^ e sottomette gli Ussiti " wi E eletto re de' Homani »> 264 Sagge provvisloiii clie bandisce pel bene della Germania ?> wi Suo priidente coiitegno durante lo scisma della Chiesa » 265 Origine e progressi delP Impero ottomano « 267 Baiazetto disfatto da Tamerlano . . . . « 2^3 Amurat II invade la Servia e minaccia V Un- gberia » 276 Morte d' Alberto. Suo ritratto »> 278 CAPITOLO XIII. 1439-1458 Natali di Ladislao il Posturao . . . . » 283 E coronato re d'Ungberia »> 284 Contro elezione di Uladislao .^ re di Polonia ^ che prende il titolo di re d'Ungheria ^ e ne usa 1' antorita ^ 285 Dissensioni in Boemia »> 286 E Ladislao eletto re di Boemia ^ ed e la reg- genza del regno commessa all' imperatore Federico » 287 Querele che per cio insorgono fra i Cattolici c i Calistini »» iVj INDICE 459 Trionfo di quest! sotto la condotta di Giorgio Podiebrack pag. 288 Morte di Uladislao alia giornata di Varna n 289 E Ladislao riconosciuto re d'Ungheria^ e Gio- vanni Uniade Corvino nominato reggente ^ iVt Cessa Ladislao di essere sotto la tutela di Fe- derico " ^9^ Preponderanza del conte di Cilly sulP animo di Ladislao " ^Q2. Turbolenze nell Austria " iVi Rivalita fra V Uniade e il Cilly . . . . « 294 Famoso assedio e liberazione di Belgrado ^ e movte di Giovanni Uniade »> 298 Contestazioni fra la Casa delP Uniade e quella del Cilly ?> 3of Assassinio di questo Signore , ed esecuzione di Ladislao Corvino . . . . . . . >? 3o2 Ladislao non sa conciliarsi V alfezione degli Ungari » 3o3 Sua mortCj e suo carattere ?» 3o4 CAPITOLO XIV. 1 384- 1 496 Istoria del ramo austriaco del Tirolo . . » 3o8 Federico IV „ ^v/ Guerra d' Appenzel », 309 Federico IV succede al fratello Leopoldo . » 3i5 ticadirnento del potere della Casa d' Austria in Isvizzera ; progress! e forza della Con- federazione elvetica ^* wi 466 INDICE Pace (li cinquant'' anni Ira Federico IV c gli Svizzeri pag. 817 Cose del Tirolo 4 . *» zVi Mali umori tra Federico IV e V imperatore Siglsmondo »? 3i8 Concilio di Costanza . . • * . ^ . . >? h'i Federico IV stringe alleanza col papa Gio- vanni XXIII J e ne favorisce la fu§a . . ?> 3ig E scomunicato e posto al bando delPImperio »? 820 Invasione de' suoi Stati " i^l Si sottomette " 3^2 E spogliato delP Ai^govia e de' suoi principali possedimenti in Isvizzera * " 3^4 La maggior parte de'suoi Stati e dalP Impe- ratore alienata o disposta altrimenti . . »? 3'2 5 Sua fuga da Costanza ?> 3^6 E nuovamente posto al bando delPImperio « 327 Si riconcilia con Sigismondo per P interposl- zio-ne del proprio fratello Ernesto . . . "328 Guerra del Tockenburgo « 329 Morte di Federico IV >? 33o Gli succede il suo figliuolo Sigismondo . . " 33i Questo Principe perde tutte le terre in Isviz- zera 19 ivi Querele col Duca della Borgogna ....'> 334 Riconciliazione e alleanza di Sigismondo co- gli Svizzeri ?' 335 Egli abbandona i suoi Stati a Massimiliano '> 337 Morte e caralLcre di Sigismondo . . , . ^/ ivi INDICE 46i CAPITOLO XV. 1 383- 1 449 Linea austriaca della Stiria ..... pag, 34 1 Carattere ^ memorande geste e morte del du« ca Ernesto » iVf Avvenjraento de* suoi due figliuoli j Federico ed Alberto » 345 Viaggio di Federico alia Terra Santa . . « zV£ Sua elezione a re de' Roman! n 346 Stato della Germania e sue imbarazzanti cir- costanze n wi Litigi dei due fratelli Federico e Alberto j c loro riconciliazione . .,,..,» 348 Coronazione di Federico ..*...» 349 Sua alleanza con Zurigo , » 35o Aspri guerreggiamenti in Isvizzera per le terre del Tockenburgo »• 35r Pace » 35? CAPITOLO X\I. i44i-i452 Federico III pon fine alio scisma della Cliicsa^ e riconosce Eugenio IV . ...... 359 Esaltazione di Nicolo V '> 363 Concordato d' Aschaffemburgo . . . . , ^> is.'i Politica condizione delP Italia »> 365 Viaggio di Federico a Roma , . , . , ^> Zji 462 INDIGE Coronazione e matrimonio di queslo Prin- cipe pag. 373 Suo iltorao in Germania ^ ^y4^ Restituisce il titolo d' Arciduchi a' prlncipi della propria Casa » i^i CAPITOLO XVII. 1452-1475 Querele per la successione di Ladislao il Po- stumo » 878 Guerre di Federlco contro suo fratello Al- berto ,.,....« 384 Morte di quest' ultimo ?? 387 Sforzi e tentativi delF Elettor palatino e degli altri Principle per togliere la Corona impe- riale a Federico « iwi Trionfa questi di loro e ne esce vittorioso " 890 Correria de' Turchi in Gei^inania . . . . " 3g3 CAPiTOLO XVIII. 1458-1489 Querele di Federico col re di Boemia . . >? 897 Morte di Giorgio Podiebrack « 4^3 Ladislao eletto re di Boemia « iV^ Guerre di Federico contro Maltia Corvino , re d' Ungheria ?? wi Invasione delF Austria >? 4^4 Accordo con Mattia Corvino « /^oS Ricominciamento delle ostilita *> iVi INDICE 463 Federico discacciato dalP Austria . . . pag, ^06 Amichevoli vincoli dl questo Principe con Carlo 5 duca della Borgogna •» /^oj Matrimonio del suo figliuolo Massimiliano con MariajCiededegli Slati della Casadi Borgogna?? 4^^ Massimiliano muove guerra alia Francia . 9^ j^i^ Morte di Maria di Borgogna "4^4 Pace d' Arras '> ivi Elezione di Massimiliano a re de' Romani . ^y /^iS Nuova guerra contro la Francia . . . . "4^7 Si collega Massimiliano , contro questa Po- tenza 5 al duca della Brettagna , . . »> 4^^ Commozioni de^ Paesi Bassi '> 4'9 Massimiliano fatto prigioniero a Bruges . '* ^2.0 Liberato da Federico « 4*^^ Pace di Francoforte « 4^4 CAPITOLO XIX. 1489-1493 Murte di Mattia Corvino jy 4^7 Federico ricupera P Austria ?> ai Ladislao eletlo re d^ Unglieria ^ a malgrado delP opposizione di Federico e di Massi- miliano J^ u^ Pace con Ladislao »? 4^^ Massimiliano sposa , per procura ^ Anna , du- '^ cliessa della Brettagna j> /^'io La Francia fa sciogliere questo matrimonio »? 4^*^ Sposalizio di Anna di Brettagna con Car- lo VIIJ ivl Guerra fra la Casa d' Au6tria c la Francia » 4^4 464 INDICE Pace di Serilis pag 435 Stabile norma introdotta da Fedeiico per la leva de' contingenti nelP Impero . . . »> 4^^ Confederazione delLi Svevia f^ /^iS Querele contro Alberto di Monaco . . . »> 44o Morte^ e ritratto di Federico '> 44^ FIiV£ D£L1. ilStUCE Trtv, I. Tom. I, Cap. ALBERO GENEALOGICO DE' SOVRANI DELLA CASA D' AUSTRIA. no D OLFO I, morto i.cl IQ9, ALBERTO I, moilo nel i3o8 LEOPOLDO II, nioi nel 1 358 ENRICO , mo HiSBA AUSTRIACA ALBERTO III, morto nel i395 RODOLFO IV, mo. to nel ,365 LEOPOLDO III, n LINEA TIROLESE UNEASTIRUNA ALBERTO r^^ morto nel i4o4 FEDERICO IV, morto nel .439 ERNESTO, morto nel .4^4 ''eT'Jny4"L7to'^„dT4t ^^<^ISMONDO, morto nel .496 FEDERICO V (.„'), m- nel .493 ALBERTO VI , ml.o nel ,463 LADISL.\0 , morto nel 1 45; MASSIMILIANO I, morto nel , 5. 9 FILIPPO , mono nel .5o6 LINEA I SPAGNVOLA CAKLO I, mono nel i558 , FILIPPO II, morto nel iSgS FILIPPO III, morto nel 1621 I FILIPPO IV , morto nel 166; I CARLO II. morto nel i;oo i Spagna LINEA ALEMANNA FERDINANDO I, morto nel ,564 MASSBIIUANO II, r RODOLFO II,mor )rto nel 1576 nel 1612 FERDINANDO II , morto nel iSgS MATTIA , morto nel 1619 2. LINEA STIRIANA CARLO, morto nel iSgo FERDnVAINDO II, morto nel 165; FERDINANDO HI, morto nel 1657 FERDINAJVDO, mono nel i554 LEOPOLDO I, morto nel 1705 RODOLFO , mono „el 1290 nel i3:i9 GIOVANNI, morto nel i3,5 . LINEA TIROLESE Tav. II. T. I. Can. . ALBERO GENEALOGIGO ddla Gasa di APSBURGO-AUSTRIACA , da RODOLFO I, fino all' Imperatore FEDERICO IH. ANXA GERTRUDA, Hgll.T ,li Buicnrdo , c.te di Holicnburgo , = RODOLFO, conle dl Apsbuigo nel 124. ALBERTO, d.= ELISABETTA, ARMAN.VO, m. MATILDE.m.- AGNESE, mavi- EDVIGE, ,r 1 21)2, figlii. di M.alnardo, nc 1298 , d. dain Carinzia, 108 c. del Tirolo, m. nel i3i3 d Albeilo II I'iBa- .lelt. di Sa.ssoiiia, di llrandebui i3o3 morta nel i3ii. moita uel i3o8 p'Tr."i:r,,r5r;«rt'£;ri^;H-r;i»'; ="u™J7v%".,.'sr,lvS:.* ;S;:= J"JTS!L Jiiv^it „S'??*,- ,. ■^"™'*. '- "om.,™ . leburgo, di Baviera, morla sl,.o , re di Boemia, Mailello ,' re'"d'i '^ <1' Austria , moil, RODGLFO.reai _ FEDERICO IL LEOPOLDO d. =- CATTERINA , ALBERTO II , figlia d'Amedeo, IL SAGGIO , d. Boemia nel 1006, BELLO, d d' Au- d- Austria, mono m. nel .007, ma- stria e di stria, nel 1 326 litato i.° a Bian- ca, figlia di Fi- a Lsabella ,' fi^ia lippo i'Ard.lo, re di Giacon di Francia, m.ta nel ,5o5i 1.0 a d' Aragon '350 "''' Riska, principessa dova di Vence- slao II, re di Boe- mia, m. nel i355 - OiUVAiMVA li- JitVlUCU, duca UITOJNEFAK- AGIVEHE , ma- CATTERIXA FTtsmiFTTi »,,,„. glia di Ulrleo , c. d' Austria , morto DITO , d. d' Au- rilala .id Andrea maritala a Carlo ' marui..I';i „^^^V; """"■'"■■' GIUDITTA,' di Plirt , morta nel 1227, mari- slria, mar. i.° a III , re d' Ungbe- d. di Calabria, ra rico'd di I n.f '' ""^ ^™.''""° , maritala a Lulgi, nel ,35. .alo a felisal.etla Ebs»l,el.a ; 2.° ad ria,' m. nel ,304 nel .534 ' na 'm nel ,3s; "^S""" d.Bran- e. di' Oettinge^a di Virneburgo An,,a , f.glia di ' ' Enricf iv''' d 'd' '"' ""^ '^'^0 r.iovanni , re di Breslavi.-, _ 'm. 'npl lerrando di Con- IV, d. di Sch w ,2.'>adEDrico V nitz , m. nel i 1 Sagan; morta ardo IV , c. dd d. di lav ALBERTO IV, ^= GIOVAXXA , GUGLIELMO, ELISABETTA= FEDERICO, c. ' IL PAZIE^'TE, d. d'Ausli nel i4o4 d. della BassaB..- r.talo a Giov:,nna viera , mono nel figlia di Carlo, rt .442 d'Ungheria ANNA, figlia LE0POLDO,n. MARGARITA, ERNESTO, du-- ir imper. Fede- nel 1071 , m. nel figba di BoleslaoV, ea di Sliria, Carin- o, in. nel 1432 141 1, mar. a Cat- d. di Pomerania, zia , Carnluln ec terina , fir^lia di m. nel i4o8 m. nel 1424 : CIMBURGA, du- MARGARITA , chessadi Zamovi- maritala a Gio- zia, e di Ma.ovia, vanni, figlio del- morla nel 1429 I'imper. Carlo IV I ALBERTO V.= d. d' Austria , re d' Ungheria nel ANNA , m; Guglie.no, r della Mlsuia nel 1462 'jglsmondi lel 1442 ELISABETTA, LADISLAO PO- | na.-. a Casi,ni.o , STUMG.d. d'Au- ael ,'505°""' ""' mia'ner,44ori'e d'^Unghe.ia n^el figlla di Giacomo ''c't^^u'^'figiia d' Alberto , d. di _J lUUllU ilCl >nte di Apsbur- de di Rodolfo , conte di [ Goffredo di Stauffen AJ RODOLFO II, IL TACITURNO, ceppo ^ del rairio di Lauffenburgo , niorto riel 1249 RODOLFO^r.^r^^ 4 J A I DDOLFO, vo- te di ApsburKo j- r^ ' J 1 D . ° o di Coslanza e me EBERARDO, mar. ad Anna, contessa di Kiburgo , e sllplte del ramo di Laiif- fcnburgo- K ibiirgo T. III. T. I. Cap. I. ALBERO GENEALOGIGO DEGLI ANTENATI DI RODOLFO DI APSBURGO ETICONE I, dnca d'Alemagna o dl Germania, che vivcva nel 6 ALBERTO I , duca lu Alsazia, che vIve ,1772 LUITFRIDOI, duca in Alsazia , morto nel jSi EBERARDO LUITFRIDOII, UGONEI,conte LUITFRIDO III, LUITFRIDO IV, LUITFRIDOV, GONTRAMOIL LANCKLLINO c. in Alsazia, mor- in Alsazia, morto morlo nel 864- c. in Alsazia, moi- conte di Sundgaw, RICCO , conte di K ANZE LINO con t to nel -Si nel 807 to nel goS morto nel 926 Sundgaw e di Bri- d'Altemburco 'morl sgovia, m. verso la nel 990 I ERMENGARDA, vedova di Lotario, I '"''^ ^^^ ^^^^'^ '° imperalore e re di Franoia ' R0D0LF0,oRADEBOT0NE, == IDA , figlia di Gerardo , c di VER]VERO,vescovo di Stra- • conte di Cleggow, morto nel 1027 I Alsazia e duca di Lorena sburgo VERNERO I , conte di Apsbur- ALBERTO I, morto nel loSa' JO , morto nel 1096 ONE, conte di Apsburgo , ALBERTO II, conte di Apsbui jel iiii go, morto nel nil VERNERO II , conle di Ap- sburgo, morto nel 11 63 I ALBERTO IL RICCO, conte di Apsburgo , si- = IDA, figlia ed eredc di Rodoiro , gnore di Laufienburgo, langravio dell' Alsazia, morto | Pfallendorf e Bregentz nel 1 199 RODOLFO I, mono nel 1122= AGNESE, figlia di GofTredo di Stauffen I ALBERTO IV, conte di Apsburgo e Ian- = EDVIGE, figlia d' Ulrico, conte RODOLFO II, IL TACITURNO , ceppo gravio deJl' Alsazia , morlo nel 1240 I di Kiburgo, ec del rairio di Lauffenburgo , morto nel 1249 RODOLFO, con- ALBERTO,cano- VERNERO | GOFFREDO,c.te RODOLFO, vo- EBERARDO , mar. ' te di Apsburgo e re nico di Basilea e Ar- di Apsburgo-Lauf- scovo di Goslanza e ad Anna, conlessa di de' Romani niauuo fenbuigo, morto nel Ottone Kiburgo , e stipite ,271 del ramo di Lauf- fenburgo-Kiburgo Tav. IV. Dtore FERDINANDO L FEDERICO iinneralore nel iiel 1 495 I MARIAf figlaleaz- CUJ\EGONDA,sposa di Alberto IV, duca della Bor mor- duca di Baviera FILIPPO lUrla Paesi Bassi iiQi, fl- nel i5o4 , moiSpa- voia CARLO Y,EONORA, sposa, i. ad Emanuele,re di Porto- Paesi Bassi n 2. a Francesco I, re di Franciaj morla nel i558 di Spagna e ciBELLA , sposa a Crisliano II , re della Dani- i5i5, iniperatq, morla nel i526 morto nel i5fRIA, maritala a Luigi, re d^Unglieria, morta )58 frXERINA, maritala a Giovanni, re diPor- I morta nel 1570. Tav. IV. T. I. Cap. XV. ALBERO GENEALOGICO Delia Casa d' Austria, dall' Imperatore FEDERICO III fino all' Imperatore FERDINANDO I. FEDERICOIII, duM dtlla Sliria, Cnrinzia e Carniola, = ELEONORA , figlia di Odoardo, re di Portogallo, imneralore nel i44o, duca d' Austria nel US;, morto j moila iiel 1467 nef 1495 MARIAf f.glia di Carlo il Teinerario,== MASSIMILIANO. arciduca d' Au-=: BIANCA MARIA , figlia di Galeaz- CUNEGONDA.sposa di AlbertolV, duca della Borgogna.morla nel 148.1 stria, conte del Tirolo, ec; imperatore zo Maria Sforza, duca di Milano, mor- duca di Baviera nel i49^i morto nel iSig la nel i5ii I ~ ' I FILIPPO IL BELLO, sovrano dei = GIOVANNA , figlia di Ferdinando, MARGARITA, nata nel 1 480, morta Paesi Bassi nel 148-2, re di Casliglia re d'Aragona , ed' Isabella, regina di nel )53o . maritata, i. a Giovanni, fi- nd i5o4, morto nel i5o6 Castiglia, morta nel i555 glio di Ferdinando e dMsabella di Spa- gna; 2. a Filiberto, duca di Savoia i— 1 ' CARLO V, sovrano dei— ISABELLA, figlia di FERDINANDO 1= ANNA , figlia di Ladi- ELEONORA, sposa, i. ad Emanuele, re di Porto- Pa esi Bassi nel i5o6. re Emanuele , re di Por- slao , re d' Ungheria e di gallo; 2. a Francesco I, re di Francia; morta nel 1 558 di Spagna e di Napoli nel togallo, morta nel i55g ( Vedi la Tavola quinta) Boemia ISABELLA , sposa a Crisliano II , re della Dani- i5i5, imperatore nel 1 5 19, m.itca, morta nel 1 526 morto nel i558 MARIA, maritata a Lmgi, re d'Unglieria, morta nel i558 CATTERINA , maritata a Giovanni , re di Por- gallo, morta nel iSyo. Tav. V. T. I. Cap. D matrimonio GIOVANNI III , (luca 1 Brabante, e c. di Liiii- irgo 5 morlo nel i3o5 CARLO dl Francia , nel i38o V, re morto CARLO VI, re di Francia , morto nel 1422 CARLO VII, re di Francia , morto nel 1461 A5 GIOVANNA, morta nol 14065 j che lascio in legato il Brabante c Limburgo al suo nipote Antonio mdra, dell'Artesia, della Franca-Con- \everse Rhetel, morta nel i4o5 GU G L I E L M 0,=r MARGARITA, Bi)nte d' Olanda, Ze- Anda , Frisia ed Hai- n^ultj morto nel 14^7 morta nel 1426 GIAGOMINA, erede dell' Olanda, Ze- dilanda, Frisia e delP Hainault, ch'ella ce- J\ldette a Filippo, duca della Borgogna nel a 1433, maritata, i. a Omlredo, duca di ijGlocester. Essendosi poscia da questi ijdisgiunla, sposo un semplice gentiluomo. LUIGI XI , re di Fr nisce del ducato della I feudo dipendente dalla i pos- = = MASSIMILIANO, arciduca eccet- d' Austria -gogiia LIPPO iL BELLO 1 Tav. V. T. I. Cap. XV. ALBERO GENEALOGTGO Dimostrante il successive increraento della Gasa di Borgogna, fino al matrimonio di MARIA coIParciduca MASSIMILIANO CARLO V, 1 di Francia , raorl nel i38o FILIPPO VI, re = GIOVANNA,figliadiRo- '' ^ ' , morto nel berto II, duca della Boigo- , morla nel i348 GIOVANNI HI , due del Brabante, e c. di Liii burgo , morlo nel i3o5 GIOVANNA, morta nrl 1 4o6 , the lascio in legato il Brabante c Limburgo al suo nipofe Antonio FILIPPO L'ARDITO , creato duca Borgogna nel i363 , morto nel i4o4 della = MARGARITA , erede della Fiandra delPArtesia, della Franca-Con- e Rhetel, morta nel i4o5 GIOVANNI SENZA PAURA, duca della Borgogna nel i4o4; conte della Fiandra, Artesia e Franca-Contea , signore di Mali- nes e d'Anversa nel i4o5 : morto nel 1419 ANTONIO, duca del Bra- FILIPPO , si- banle e Limburgo , per di- gnore di Nevers sposizione della sua prozia e Rhetel , morto Giovanna, morta nel i4'5 nel i4i5 GUGLIELMO.rr MARGARITA, conte d' Olanda, Ze- morla nel 1426 landa , Frisia ed Hai- nault, morto nel 1417 CARLO VII, re FILIPPO IL BUOlvO, duca della Bor di Francia, morto della Fiandra , Artesia e Franca-Contea n" »46i Malines e d' Anversa nel 1417 ; conte di acquisizione nel 1428; duca del Brabante e Limburgo nel i43oi conte d' Olanda , Zelanda , Frisia e Hai- nault nel i453 j duca di Lucemburgo per acquisi- I zione nel 1445 : morto nel 1467 s'Jmpadro- CARLO IL TEMERARIO , duca della Borgo- Borgogna, come di gna ec. , nel 1467, duca di Gueldria e conte di Zut- a Corona. phen per acquisizione nel i473 ; morlo nel i477 ZL la , conte FILIPPO II, duca GIO VANNI, duca GIACOMINA, erede delP Olanda, Ze- ignore di del Brabante e Lim- del Brabante e Lim- landa, Frisia e dell' Hainault, ch'ella ce- burgo. m. nel i43o burgo, m. nel 1427 dette a Filippo, duca della Borgogna nel 1433, marilata, i. a Omiredo, duca di Glocester. Essendosi poscia da quesli disgiunta, sposo un semplice gentiluomo. LUIGI XI , re di Fi nisce del ducato della 1 feudo dipeuden MARIA, erede di tutti i pos-= MASSIMILIANO, i sedimenti di suo padre, eccet- j d' Austria tuato il ducato della Borgogna FILIPPO IL BELLO ■■ ■■^■IBHMMHHl